Reti di lavoro per linclusione sociale e linserimento lavorativo di soggetti deboli Trasferimento di...

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Reti di lavoro per Reti di lavoro per l’inclusione sociale e l’inclusione sociale e l’inserimento l’inserimento lavorativo di soggetti lavorativo di soggetti deboli deboli Trasferimento di buona pratica - Programma operativo nazionale Azioni di sistema Obiettivo 3

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Reti di lavoro per l’inclusione Reti di lavoro per l’inclusione sociale e l’inserimento lavorativo sociale e l’inserimento lavorativo

di soggetti debolidi soggetti deboliTrasferimento di buona pratica - Programma operativo nazionale

Azioni di sistema Obiettivo 3

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Oggetto

Trasferimento della “buona pratica” del

Dipartimento D3D (Disagio, Devianza e

Dipendenza) della ASL Frosinone

presso altri territori nella regione Lazio

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I proponenti

Una ATS costituita da• Fondazione LABOS - Laboratorio per le

politiche sociali• ISTISSS - Istituto per gli studi sui servizi

sociali• ASL Frosinone - D3D Dipartimento Disagio,

devianza e dipendenza

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cosa si propone il progetto

Gli obiettivi finali

Favorire l’orientamento e l’inserimento lavorativo di soggetti con grave svantaggio sociale

Promuovere nel Lazio politiche attive del lavoro per i soggetti deboli

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come si propone di farlo

l’obiettivo specifico

L’avvio e/o il potenziamento di reti locali composte da attori pubblici, privati e del privato sociale finalizzate all’inserimento lavorativo di soggetti deboli

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Attraverso…

Attraverso il trasferimento della metodologia e del modello di lavoro di rete

che il D3D della Asl di Frosinone

ha elaborato negli ultimi 5 anni

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Come immaginiamo le reti localiStrumenti di incontro e collaborazione finalizzata tra

4 sistemi

Sistema dei servizi sanitari

Sistema dei servizi sociali

Sistema della formazione

Sistema del lavoro

Sog

gett

i deb

oli

Pro

du

zion

e

RE.LA.I.S.

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dove si realizza il trasferimento

4 grandi ambiti territoriali nel Lazio:

• territorio della provincia di Viterbo• territorio della provincia di Latina• territorio della ASL Roma F• territorio della ASL Roma H

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perché 4 territori del Lazio?

Perché il progetto vuole sviluppare un modello di lavoro di rete valido per l’intero territorio regionale e capace di interessare la formazione dei piani sociali di zona, dei piani sanitari attuativi locali, dei patti territoriali per il lavoro.

Si vuole creare un spazio regionale di “buone pratiche” di lavoro di rete, articolate ed in comunicazione tra loro ..…. capaci di avere un impatto sulle politiche regionali.

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con chi si intende realizzare il progetto

con soggetti pubblici (ASL, enti locali, centri di formazione, progetti, servizi per l’impiego, ecc.)

con soggetti privati (imprese, consorzi di imprese)

con soggetti del privato sociale (cooperative, associazioni, organismi di cittadinanza attiva, ecc.)

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Hanno già aderitoCentrali•Regione Lazio, Centro sistema Rete documentale per promozione salute•Ministero Salute, D.G. Studi, Documentazione e Comunicazione ai cittadini•Regione Lazio, Assessorato alle Politiche Sociali

Territorio ASL Viterbo (intera Provincia)ASL Viterbo – Ser.T. CAL ViterboDitta Biella CIAP Officine Battaglioni Unione Agricoltori VT Coop. Soc. Peter Pan

Territorio ASL Latina (intera Provincia)ASL Viterbo – Ser.T. Priverno Comune di SezzeComune di PrivernoCentro ascolto Eden-Ezen Comunità Montana Monti Lepini

Territorio ASL Roma F (Bracciano, Campagnano, Civitavecchia)ASL Roma F – Ser.T. Comune di FianoCooperativa Sociale Athos Tech

Territorio ASL Roma H(Castelli Romani, Pomezia, Albano)ASL Roma H – Ser.T. ; DSM Comunità Capodarco

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Che vuol dire trasferire la buona pratica?Che vuol dire trasferire la buona pratica?(1) Ripercorrere ed analizzare l’esperienza del

D3D della ASL di Frosinone ai fini di modellizzare il lavoro di rete per l’inserimento lavorativo dei soggetti deboli

(2) Formare i destinatari del progetto (soggetti pubblici, privati e del privato sociale) al lavoro di rete finalizzato all’inserimento lavorativo dei soggetti deboli

(3) Utilizzando il modello di rete scaturito dall’esperienza del D3D di Frosinone, promuovere nei 4 territori lo sviluppo di reti locali per l’inserimento lavorativo dei soggetti deboli, fornendo ad esse strumenti ed assistenza tecnica

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Quali sono i benefici di un’impresa che inserisce soggetti deboli?

• AVERE GARANZIA SULLE NUOVE RISORSE UMANE: usufruire di risorse umane da inserire nelle imprese, di cui viene garantito il profilo attitudinale, motivazionale e formativo, sostenuto dalla rete di servizi. Tali risorse rappresentano un investimento per le imprese, alla luce dei percorsi di orientamento e accompagnamento che vengono attuati.

• OTTENERE BENEFICI REGIONALI: usufruire di benefits regionali concordati con i singoli Assessorati sostenitori del progetto (ad esempio bonus nella selezione dei progetti a valere sul Fondo di Sviluppo Rurale);

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Alcuni principi fondamentali su cui ci basiamo

• I servizi hanno al centro le persone, e tra queste in primo luogo quelle in difficoltà

• La risposta ai bisogni è “personale”• L’intervento sociale è rispettoso e dialogante, cerca le

risorse da mobilitare e non i “mali” da curare• La funzione pubblica nei servizi alle persone in difficoltà

si concretizza nella promozione, nel controllo e nella garanzia della risposta

• Il coinvolgimento del territorio è garanzia della non estraneità ambientale della risposta

• Non si possono affidare al mercato, e quindi alla logica del “più forte” le categorie deboli

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Qual è il contributo del progetto alle reti locali attraverso le attività di formazione ed

assistenza tecnica(1) Formazione al lavoro

di rete, ovvero sviluppo della capacità di analizzare le reti, di coglierne soggetti, relazioni e modalità espressive, di individuarne le possibilità di sviluppo, di integrazione, di coesione

(2) Diffusione tra gli attori locali di competenze per il governo e la gestione delle reti, al fine di aiutare i soggetti deboli a prendere parte alle opportunità sociali e lavorative

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Qual è il contributo del progetto alle reti locali attraverso le attività di formazione ed

assistenza tecnica(3) Documentazione

utile sulle politiche del lavoro, le politiche sociali, i bandi, le risorse e le opportunità per l’inserimento lavorativo dei soggetti deboli

(4) L’affiancamento di tutor e la consulenza di esperti sulla materia e sul lavoro di rete

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Il percorso progettualeAvvio

(1) Acquisizione di un primo nucleo di partner di rete in ogni territorio

(2) Promozione del progetto presso le autorità politiche dei territori e della Regione

(3) Modellizzazione della buona pratica del D3D della ASL di Frosinone

(4) Avvio della ricerca sulle caratteristiche e potenzialità dei territori

(5) Formazione dei tutor

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Il percorso progettualeFormazione dei destinatari e progettazione iniziative

locali:(1) Individuazione dei destinatari della formazione nei

nuclei iniziali di reti locali (soggetti pubblici, privati e del privato sociale)

(2) Formazione dei destinatari(3) Progettazione di iniziative locali di reti finalizzate

all’inserimento lavorativo dei soggetti deboliImplementazione iniziative locali e mainstreaming:(1) Implementazione delle iniziative locali di reti di

lavoro, monitoraggio e sostegno alle stesse da parte del progetto

(2) Mainstreaming orizzontale e verticale

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La successione delle fasi

A. modellizzazione

B. formazione tutors

C. formazione destinatari

D. tutoring

E. iniziative locali

F. valutazione

G. sensibilizzazione

MONITORAGGIO E VALUTAZIONE IN ITINERE DEL PROGETTO

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Impatto atteso sui sistemi sociale. sociosanitario, formativo e del lavoro

• sviluppare un lavoro di ‘agenzia’ in ciascun comprensorio dedicata all’inclusione sociale e all’inserimento lavorativo, che costituisca il nodo operativo centrale della rete di lavoro locale tra servizi, e il partner specialistico dei Servizi Pubblici per l’Impiego

• utilizzare le potenzialità offerte dalla legislazione del lavoro, superando rigidità istituzionali e stereotipi culturali

• progettare percorsi formativi orientati dalle esigenze del mondo del lavoro e personalizzati secondo le specifiche potenzialità del target

• contribuire a migliorare la programmazione e la regolamentazione regionale per la formazione di soggetti deboli e per le misure di sostegno alle imprese

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Durata - mesiArea Azione1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Progettazione 1 Progettazione

Sensibilizzazione 2 Sensibilizzazione e consultazionedei sistemi locali

Formativa 3 Formazione di tutors

Formativa 4 Formazione dei destinatari

Analisi, studio,ricerca, ricerca-

intervento

5 Progettazione di 4 iniziativelocali centrate sulla metodologiadi rete

Scambio 6 Attivazione di referenti locali

Accompagna-mento e tutoraggio

7 Implementazione delle iniziativelocali

Monitoraggio 8 Monitoraggio delle iniziativelocali

Formativa 9 Ripresa formativa e reportinglocale

Sensibilizzazione 10 Mainstreaming, dell’esperienzaSeminariale -informativa

11 Disseminazione

Monitoraggio eautovalutazione

12 Monitoraggio e autovalutazionein itinere con reportingconclusivo

Coordinamento egestione

13 Coordinamento generale egestione

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Fase 3

Fase 5

Fase 6

Fase 4

Ricercatorivalutatori

Team diprogetto

Destinatarizona A

Destinatarizona B

Destinatarizona C

Destinatarizona D

Tutors

Gruppotematico 1

Gruppotematico 1

Gruppotematico 1

Gruppotematico 1

Gruppotematico 1

Plenariadestinatari

Plenariadestinatari

Gruppolocale A

Gruppolocale B

Gruppolocale C

Gruppolocale D

Tutorstematici

TutorsD’aula

Tutorslocali

TutorsD’aula

Progettazione localezona A

Progettazione localezona B

Progettazione localezona C

Progettazione localezona D

Tutorslocali

Metodologiformazione

Espertidocenti

Refe-renti

Refe-renti

Refe-renti

Refe-renti

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La formazione attiva: progettazione e attivazione di risorse locali

8° settim. (residenziale)

Fiuggi

7° settimana (non res.)

(sedi locali)

6° settimana (non res.)

(sedi locali)

5° settimana (non res.)

(sedi locali)

3° settimana (non res.)

(sedi locali)

4° settimana (semi res.)

Roma 21.22 ottobre

1° settimana (residenziale)

Leonessa – 1.2.3. ottobre

F F F

P P F F

A A

F F

A A

P P

F – formazioneP – progettazioneA - attivazione

2° settimana (semi res.)

Roma 8.9 ottobre

F F

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Organigramma del progetto

Docu m en tazion e Im m ag in e

Seg reteria Am m in istrazion e

E sp erti A S Ld i b u on a p ra tica

Tu to rs D ocen tiE sp erti

V a lu ta to riR ice rca to ri

Team d i p rog e ttoU ffic io d i coord in am en to

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Sistema di coordinamento

R esp on sab ile A TSO rg an ism o cap o fila

Tu to rs te rrito ria li Tu to rs tem atic i

M em b ri A S L F ros in on e M em b ri L A B O S M em b ri IS TIS S S

C oord in a to re sc ien tifico

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Responsabili: persone da contattare

Organismo capofila:• Anna CALVARUSO, Labos

Ufficio di coordinamento:• Francesco CHIODI, Labos• Patrizia LETTIERI, Istisss• Adele DI STEFANO, D3d

Responsabile scientifico:• Adele DI STEFANO, D3d