Rete nazionale peR la sicuRezza nei posti di lavoRo ... · l'obiettivo di sicurezza, verità e...

30
Rete nazionale peR la sicuRezza nei posti di lavoRo Bollettino n. 4 luGlio/aGosto 2010 per unirsi alla Rete scrivere a: [email protected] mailing list: [email protected] in questo numero: Viareggio un anno dopo campagna immigrati/sicurezza sul lavoro intervento Rls Piaggio Sanofi Aventis di Brindisi e ILVA di Taranto cronaca dei processi Eternit e Thyssekrupp Ad un anno della strage, il popolo di Viareggio vuole giustizia per i suoi morti. Li ha ricordati in un clima carico di commozione e partecipazione allo stadio dei Pini, vicino alla Darsena, quando venivano ricordati ad uno ad uno. Morti che chiedono giustizia perchè la manutenzioni e i controlli sono un costo per i vertici delle ferrovie, morti ancora senza un processo e con il rischio di prescrizione del reato. Una grande partecipazione popolare che è stato Viareggio, un anno dopo: cronaca della manifestazione a cura della delegazione nazionale della Rete per la sicurezza sul lavoro

Transcript of Rete nazionale peR la sicuRezza nei posti di lavoRo ... · l'obiettivo di sicurezza, verità e...

Rete nazionale peR lasicuRezza nei posti di lavoRo

Bollettino n. 4luGlio/aGosto 2010

per unirsi alla Rete scrivere a: [email protected] list: [email protected]

in questo numero:Viareggio un anno dopocampagna immigrati/sicurezzasul lavorointervento Rls PiaggioSanofi Aventis di Brindisi eILVA di Tarantocronaca dei processi Eternit eThyssekrupp

Ad un anno della strage, il popolo di Viareggio vuolegiustizia per i suoi morti.Li ha ricordati in un clima carico di commozione epartecipazione allo stadio dei Pini, vicino allaDarsena, quando venivano ricordati ad uno ad uno.Morti che chiedono giustizia perchè la manutenzioni ei controlli sono un costo per i vertici delle ferrovie,morti ancora senza un processo e con il rischio diprescrizione del reato.Una grande partecipazione popolare che è stato

Viareggio, un anno dopo: cronaca della manifestazione a curadella delegazione nazionale della Rete per la sicurezza sul lavoro

l'impegno innanzi tutto dei comitati, quellidell'Assemblea 29 giugno e dell'associazione "Ilmondo che vorrei" che non hanno mai smesso didenunciare chi sono i responsabili, che hannotenuto alta la coscienza civile della città, chestanno portando avanti un'inchiesta indipendenteanche sull'impatto ambientale della strage(amianto e conseguenze dell'incendio), che sisono battuti perchè Viareggio non subisse l'offesae l'oltraggio dei politici, dal ministro dei trasportiMatteoli a Moretti, riconfermato da questogoverno nella carica di amministratore delegatodelle ferrovie.La strage del treno ha richiamato a Viareggioanche i comitati popolari che vogliono giustiziaper le vittime della casa dello studente deL'Aquila, della Moby Prince, della scuola di S.Giuliano di Puglia, uniti assieme ai comitati chesi battono per la sicurezza sul lavoro, dalComitato Toffolutti ai ferrovieri della rivistaancora IN MARCIA, a noi della Rete per lasicurezza sul lavoro. Tutti con gli striscioni comefosse un abbraccio intorno ai famigliari dellevittime di via Ponchielli e ai partecipanti allamanifestazione.Prima dell'inizio della cerimonia allo stadio edel corteo, si è tenuta un'assembleanella salaparrocchiale di fronte allo stadio dei comitati cheha preso la decisione di organizzare un Convegnoper settembre che ha per temi: uno sulla sicurezzanelle ferrovie e l'altro sul coordinamento deicomitati presenti per mobilitazione riguardo iprocessi e proposte di legge.Intorno alle 21 il corteo è partito, con in testa ifamigliari delle vittime e, a seguire, le delegazionidei comitati con gli striscioni. Chi non si è unitoè stato ai lati oppure ai balconi ad applaudire ilpassaggio di 20 mila persone. Moltissime lebandiere listate a lutto fuori dalle case o dagliesercizi commerciali.Il corteo ha attraversato tutta la città, in unsilenzio irreale, interrotto da applausi e dai fischidei treni in transito. Fino ad arrivare in viaPonchielli, tutti stretti davanti alle case sventratedal fuoco fino a liberare un lungo applauso alle23.48 che è anche l'impegno per raggiungerel'obiettivo di sicurezza, verità e giustizia perViareggio e per tutte le vittime per il profitto deipadroni.

NUOVA OFFESA ALLEVITTIME DI VIAREGGIO:CONFERMATO MORETTIALLE FS

*IN UNA **RIUNIONE DEL CdA DELLE Fs Spa,TENUTA RISERVATA FINO ALL'ULTIMOMINUTO, MAURO MORETTI E' STATOCONFERMATO AD DEL GRUPPO FS

**NON HANNO AVUTO IL CORAGGIO DIRIUNIRSI NEI GIORNI IN CUI LA SEDE DELLEFS ERA PRESIDIATA DAI FAMILIARI DELLEVITTTIME; NON AVREBBERO RETTO AL PESODI QUEGLI SGUARDI

ESPRIMIAMO LA NOSTRA CONTRARIETA' AQUESTO ULTERIORE GESTO DI ARROGANZADEL GOVERNO E DEL MINISTRO MATTEOLIIN PARTICOLARE, CHE HA IGNORATOL'ACCORATO APPELLO DI VIAREGGIO

NESSUNO MEGLIO DI NOI SA QUANTO SIASTATO NEGATIVO IL BILANCIO PER ILSERVIZIO FERROVIARIO IN QUESTI ANNI:

24 MORTI SUL LAVORO, 21 PER LE PORTEKILLER, 32 A VIAREGGIO. TRAFICO NORDSUD PRESSOCHE' AZZERATO, PENDOLARIPENALIZZATI DAGLI INVESTIMENTI PERL'ALTA VELOCITA',TRENITALIA DIVISA INMILLE RIVOLI, DISMISSIONE DEL SERVIZIOMERCI, PEGGIORAMENTI CONTRATTUALI ENORMATIVI

MA OLTRE ALLE SCELTE DI POLITICAINDUSTRIALE L'A.D. SI E' DISTINTO PER UNINCOMPRENSIBILE ATTEGGIAMENTOSPREZZANTE E AGGRESSIVO NEI CONFRONTIDEI FERROVIERI TUTTI, CON PARTICOLAREACCANIMENTO CONTRO I MACCHINISTI, ELE LORO RAPPRESENTANZE SINDACALI

MA, FATTO ANCOR PIU' GRAVE, HA TENTATOA PIU' RIPRESE DI MINIMIZZARE LA STRAGEDI VIAREGGIO E LE SUE CATASTROFICHECONSEGUENZE OFFENDENDO LA MEMORIADEI MORTI E DISPREZZANDO IL DOLORE DEIFAMILIARI

comunicato della rivista dei ferrovieri "ancora INMARCIA"

Dopo la partecipazione la manifestazione diViareggio, la Rete nazionale per la sicurezza sullavoro si prepara per l'attività di questo autunno,per organizzare la lotta a difesa della vita deilavoratori nei luoghi dello sfruttamentopadronale.La nostra costituzione inRete nell'ottobre 2007 èstata giusta e necessaria.Una proposta di unitàorganizzativa che hasegnato una tappasignificativa nelloscontro di classe nelnostro paese perchè per laprima volta diversisoggetti attivi su questo fronte hanno contrastatosul campo tutto un sistema che schiaccia ilavoratori, che ne ammazza 4 al giorno e cheespone maggiormente al rischio i più precari ditutti, i giovani, le donne, gli immigrati.Ma le forze sono ancora insufficienti per avanzare

nella battaglia generale e a questo serviràl'assemblea nazionale del prossimo autunno.L'attacco del padronato alle condizioni di vita edi lavoro dei lavoratori ha raggiunto tali livellidi affondo che richiedono più unità e più lotta. Ildiktat della FIAT/governo agli operai diPomigliano è un messaggio a tutti i lavoratori. Ilmoderno schiavismo a cui ci voglionocondannare comporta l'aumento di malattieprofessionali, invalidità e ancora morti sul lavoro.Quanto inciderà la finanziaria del governo sullasalute e sicurezza dei lavoratori lo spieghiamoin un articolo di questo Bollettino. Ma non c'è

solo la finanziaria tra le scelte di classe di questogoverno: c'è un Testo Unico peggiorato e neppureapplicato, ci sono direttive che rendono inutilicontrolli ed ispezioni. E l'attacco allo Statuto dei

lavoratori e il CollegatoLavoro.Gli Rls combattivi all'internodelle aziende non ricevonoun’ adeguata formazione edinformazione, sonocontinuamente ostacolati dalpadrone, come denuncial'intervento dell'operaia dellaPiaggio che pubblichiamo. Erimangono anche succubi

della politica filopadronale dei sindacaticonfederali, aggiungiamo noi, eletti dall'"alto"delle rappresentanze delle Rsu e non espressionediretta della volontà operaia, eletti dal bassodemocraticamente.Ai processi- e questo possiamo dirlo che è dovutograzie anche al nostro lavoro- i famigliari, le loroassociazioni, i sindacati, cominciano arivendicare il diritto a rappresentare la "partelesa", cioè i lavoratori.Ma ancora nessuna sentenza ha reso giustizia allevittime: i tempi diventano eterni e sfiancano ifamigliari; nessun padrone ha pagato per i suoicrimini; nelle aule dei Tribunali, con la solaeccezione di Torino, le morti/stragi sul lavoro nonvengono sanzionate come omicidio volontario;la catena di appalti e subappalti rende difficilel'individuazione di specifiche e chiareresponsabilità.Quindi la conclusione del processo Thyssenkruppdiventa centrale per contrastare i piani padronaliche passano anche dai Tribunali.Dobbiamo anche allargare e consolidare la Retee i suoi mezzi di comunicazione per essereall'altezza di quella che, fin dall'inizio, abbiamodefinito come una battaglia di civiltà -la difesadella vita degli operai- contro la barbarie delprofitto.A questo servirà la prossima assembleanazionale, al cui successo dovremo lavorare,intercettando e organizzando tutte le energieanche fuori da noi.

Una nuova assemblea nazionale in autunno

Ai lavoratori immigrati,al Congresso dei Comitati immigrati del 24-25 aRoma è stato deciso di realizzare una campagnasulla sicurezza sul posto di lavoro per i lavoratoriimmigrati. Gli infortuni sul lavoro ai danni deilavoratori stranieri in Italia aumentano di annoin anno: 124.828 nel 2005 (13,3% sul totalenazionale), 129.303 nel 2006 (13,9%), 140.785nel 2007 (15,4%) e 143.561 nel 2008 (16,4%)con 189 casi mortali. Sono dati INAIL del 2010che presumono la regolarità del rapporto di lavoroe che tutti gli infortuni vengano denunciati. Masappiamo che la realtà non è così.

E' una campagna necessaria perché su questotema non c’ è stata ancora una mobilitazionespecifica in Italia che denunci la condizione di"invisibilità" nelle fabbriche, nei cantieri, nellecampagne, dei lavoratori immigrati e che lotti perla difesa dei diritti, a partire da quelli della salutee sicurezza nei luoghi di lavoro, e della dignitàdi esseri umani che lavorano e faticano e non dimoderni schiavi sfruttati per il profitto dei padroniitaliani.

Con la manifestazione del 17 ottobre dello scorsoanno, con la recente rivolta di Rosarno e losciopero del 1° Marzo, i lavoratori immigratihanno ribadito proprio questo e intendono andareavanti a testa alta per non essere ricacciati nell’"invisibilità" dell’ oppressione quotidiana.

Come Rete Nazionale per la sicurezza sul lavoroci battiamo contro la guerra "incivile" ai lavoratoriche il padronato porta avanti, con i governi loroamici e, oggi ancora più, con il governoBerlusconi-Bossi.Ai padroni non gli basta averci rubato i salari,negato i diritti nei luoghi di lavoro dove l’ unica"legge" è la dittatura padronale, dopo avercicondannati ad una precarietà senza fine, ma hannocreato le condizioni perché andare a lavorare ècome andare in guerra. Profitti e vita, salute, deglioperai sono una contraddizione.

CAMPAGNA IMMIGRATI /SICUREZZA SUL LAVORO

Ma la condizione dei lavoratori immigrati èancora peggiore perché umiliata dal razzismo distato che incita ai peggiori istinti xenofobi tra lemasse per dividere, ricattare e sfruttare megliocon salari inferiori, precarietà e lavoro nero, senzaammortizzatori sociali, senza stato sociale. Illegame permesso di soggiorno-contratto di lavoroè la sintesi del moderno schiavismo.

Per questo abbiamo partecipato come Rete alCongresso degli immigrati portando il nostrocontributo sulla battaglia contro le morti sullavoro dei proletari immigrati.Il 1° Congresso dei comitati immigrati ha dettochiaramente che l’ unità con i proletari italiani èl’ unica strada che rende più forti gli sfruttati.E’ ora di percorrerla seriamente assieme.Siamo dello stesso sangue, appartenenti allastessa classe oppressa.

Dobbiamo preparare una mobilitazione nazionaleper l’ autunno e raccogliere le forze e le adesioninecessarie per farla riuscire.Come Rete vi proponiamo almeno tre iniziativedi rilievo nazionale per i prossimi 2 mesi. Una alnord (Milano, Brescia?), una al centro (MassaCarrara?) e una al sud (potrebbe coincidere conla due giorni nazionale dei comitati immigrati acarattere seminariale in luglio a Reggio Calab-ria).Realizziamole assieme con assemblee, mozionida firmare nei luoghi di lavoro, presentazionelibri, spettacoli teatrali,film.

MOZIONE PROPOSTAImmigrazione e morti sul lavoroIl supersfruttamento, lo schiavismo, il ricattodel lavoro in ogni condizione provoca semprepiù morti di operai immigrati, nei cantieri, nellefabbriche, nelle campagne.Quando muoiono nessuno se ne occupa, spessonon hanno familiari vicino, sono alla mercédella legge del padrone.È ORA DI MOBILITARSICostruiamo una campagna nazionaleautorganizzata con l’ adesione e lapartecipazione di tutte le realtà impegnate nellalotta contro le morti sul lavoro, la precarietà, losfruttamento, per i diritti dei proletari contro ilrazzismo, le leggi anti-immigrati e i lager CIE.

Da anni portiamo avanti anche da solicome FIOM, le problematiche sullasa lute e s icurezza de i lavorator iPiaggio.Abbiamo scritto tantissimi verbali dirichieste all’ azienda, quasi sempreignorat i ; è s ta ta la nost radeterminazione ed infine le denunceagli organi di vigilanza a far sì chealcuni problemi abbiano avuto unasoluzione, purtroppo quasi sempredopo infortuni; purtroppo spesso ledenunce agli organi di vigilanza non ciportano i risultati che speriamo.

Nella nostra azienda c’ è assenza diformazione e informazione ai lavoratorisoprattutto precari: un addestramentodi pochi minuti e subito tenere il ritmoproduttivo.Noi RLS non abbiamo un’ adeguataformazione ed informazione.

Da anni ci battiamo sul riconoscimentodelle malattie professionali, molti sonoi casi di persone operate o danneggiateagli arti superiori (soprattutto donneimpiegate sulle catene di montaggio).Questo è dovuto ad un metodo ed auna organizzazione gerarchica dellavoro, che mira alla riduzione dei costia scapito della salute.Ad oggi ci sono molte richieste dir i conosc imento d i ma lat t ieprofessionali, i primi esit i positivistanno arrivando, smentendo l’ aziendache nella riunione annuale con il medicocompetente continua a sostenere chenon ci sono né problemi, né richiestedi malattie professionali.Noi come RLS informiamo il medicocompetente di tante problematiche checi sono in azienda, spesso il lavoratorecon problemi chiede una visita peravere un giudizio di idoneità o nonidoneità alla mansione che svolge, ilmedico informa il responsabile dell’officina per scritto, senza rilasciare unacopia al lavoratore e senza visionarese vengono rispettate le sue indicazioniche spesso sono d isat tese da l le

gerarchie.Il medico ad oggi ha fatto pochissimedenunce di malattie professionali, nonfa la v i s i ta med ica quando unlavoratore cambia la mansione; spessonon viene rispettata la collocazionedel le categor ie protette. C i sonopostazioni che i l metodo Ocra harilevato a rischio ma l’ azienda non leha ancora migl iorate (purtroppo irisultati delle postazioni dove sonostate fatte le rilevazioni con il metodoOcra sono quasi tutti con indicazionegialla, quindi accettabili, ma non sicapisce come fa una postazione a nonrisultare a rischio se poi i lavoratori siammalano agli arti superiori).A nostro avviso il medico competentedovrebbe cercare di sanare tutti questiproblemi.

L’ azienda non coinvolge gli RLS sulleprocedure di prevenzione sulle nuovelavorazioni: nelle ristrutturazioni delleof f i c ine ad esempio: microc l ima,emissione di gas di scarico, polveri erumori, attrezzature e metodologie dilavoro, peggiora i metodi di lavoro concarrelli a spinta e rotelle manuali perruotare i motori, ignorando i rischi e lenostre osservazioni.

La manutenzione per l’ azienda spessoè un problema di costi: r iduce alminimo cambi filtri, pulizie di cappe diaspirazione, pulizia degli oli, cambidelle acque emulsionanti.

La Piaggio è un’ azienda che mira moltoa l l ’ immagine, è cert i f i cata ed èincomprensibile la riduzione dei costisulle lavorazioni.

Noi delegati RLS facciamo un enormelavoro con risultati minimi; la legge 81contiene norme molto valide che perònella sostanza non riusciamo a farapplicare.

Antonella BellagambaRLS - RSU PIAGGIO

Dalla Piaggio un intervento di una operaia Rls

l ’ e s p l o s i o n e d i b r i n d i s il ’ e s p l o s i o n e d i b r i n d i s il ’ e s p l o s i o n e d i b r i n d i s il ’ e s p l o s i o n e d i b r i n d i s il ’ e s p l o s i o n e d i b r i n d i s ia l l a s a n o f i a v e n t i sa l l a s a n o f i a v e n t i sa l l a s a n o f i a v e n t i sa l l a s a n o f i a v e n t i sa l l a s a n o f i a v e n t i s

FARE REALMENTE PREVENZIONE,NON SOLO DISCORSI !Marco Spezia

Riporto a seguire la notizia dell’ ennesimoinfortunio mortale sul lavoro.Uno dei quattro che avvengono tutti i giorni e chein genere vengono taciuti.Questo ha avuto da parte dei media una maggioreevidenza per l’ aspetto “spettacolare”: l’ esplosionedel silos, i lavoratori scagliati a decine di metri didistanza, le foto delle lamiere contorte . . .E di conseguenza tutti si sono sentiti in dovere diesprimere perplessità e cordoglio.Dall’ arcivescovo, all’ assessore di turno, a NichiVendola, agli amministratori della Sanofi Aventis.E tutti si augurano che venga fatte piena luce sullecause dell’ incidente.Come al solito passeranno mesi e anni tra perizie,controperizie, udienze, rinvii.Alla fine il reato cadrà in prescrizione o nellamigliore delle ipotesi qualche responsabile verràcondannato per omicidio colposo, con sospensionecondizionale della pena.

Ma è possibile che tutte le volte si ripeta la stessastoria ?Di morti per esplosioni ne abbiamo già sentitoparlare altre volte.Il caso più eclatante fu quello della Umbria Olii,in cui 4 operai morirono nel novembre del 2006.Anche in quel caso lavori in appalto, operazionidi saldatura su un silos, esplosione del silos, morte.E sempre soltanto DOPO si chiede che venga fattapiena luce sulle cause.Ma perché non ci si pensa PRIMA ?Perché non si fa prevenzione ?Perché non si sa come fare o perché non si vuole ?

Eppure le misure di prevenzione esistono. Sonocodificate da anni in norme tecniche, che sono staterichiamate da Direttive Comunitarie e poi da leggidello stato.

Riporto più oltre, per chi ha pazienza di leggere,cosa prevede la legge italiana sulla prevenzione

rispetto alle esplosioni e sulla gestione dei contrattidi appalto. Leggendo, si può capire come la normanon lasci nulla al caso, ma preveda preventivamenteuna valutazione dettagliata del rischio di esplosionie a seguito di tale valutazione, precise proceduretecniche e procedurali per l’ esecuzione di lavoripotenzialmente pericolosi (come può essere unalavorazione di saldatura) nelle zone classificatecome a rischio.Così come la norma preveda il coordinamento dellelavorazioni tra ditte diverse e il mutuo scambio deirischi.

Se avviene un’ esplosione, quindi, non è per una“tragica fatalità”, ma perché non è stato valutatoper niente o non è stato valutato correttamente ilpossibile rischio di esplosioni nell’ area soggetta alavorazioni potenzialmente pericolose, non sonostate date precise informazioni ai lavoratori deirischi e delle cautele da adottare, non è stata fattada parte del datore di lavoro la necessaria vigilanza.

Se avviene un incidente che coinvolge ditteappaltate, non è ancora per “tragica fatalità”, maperché le ditte appaltate non sono stateadeguatamente informate sui rischi presenti nellearee in cui dovevano operare e perché non sonostati correttamente valutati i possibili rischi dovutialle interferenze tra lavoratori della dittacommittente e quelli della ditta appaltata.

E’ inutile piangere i morti DOPO.E’ inutile invocare l’ azione giudiziaria DOPO perfare luce sulle dinamiche dell’ infortunio.

Occorre potenziare e utilizzare al meglio le risorsedelle autorità ispettive perché controllino le aziende ele sanzionino, se necessario, PRIMA che avvenganogli infortuni.Occorre sensibilizzare e istruire i lavoratori dei rischiche possono correre, PRIMA che comincino a lavorare.Occorrere cambiare la logica del mercato del lavoro,perché è questa logica, prima di ogni altra cosa, acausare gli infortuni e i morti.

Politici, prelati, imprenditori, sindacati, invece dipiangere e di vomitare inutili fiumi di parole DOPO,dovrebbero avere il coraggio di pretendereprevenzione e protezione dei lavoratori PRIMA !

Il gravissimo infortunio all’ilva di Taranto, chevede un operaio grave e altri due feriti mostracome le ampie assicurazioni profuse dall’Ilvae sostenute ad esempio con retorica dal neosegretario nazionale uilm Palombella noncorrispondono alla realtà dei fatti.Il calo produttivo e la minor presenza deilavoratori in fabbrica è stata la causa veradell’assenza di infortuni mortali all’ilva negliultimi tempi, non appena si è creata unasituazione di maggiore organico, di lavoro piùintenso i problemi della mancanza di sicurezzasi sono ripresentati e i conseguenti incidenti.Questa è la verità, il resto sono solochiacchiere.In fabbrica si è ripreso a lavorare in ognicondizione, il ricatto occupazionale pesante ela mancanza di reale tutela sindacale, assenzadi un ruolo attivo degli rls rendono questafabbrica sempre insicura e a rischio.E’ importante che questo grave incidente apragli occhi a tutti e riaccenda i fari sulla situazionenoi da parte nostra ci accingiamo a farlo conuna serie di iniziative che riguardano la vita infabbrica, ma anche i controlli, e il ruolo dellamagistratura.- la prima questione è una inchiesta tra glioperai nei vari reparti che partirà nella secondadecade di aprile con il quale vogliamo tornarea dare la parola agli operai e con denuncepubbliche per monitorare la situazione all’Ilva,ma anche all’appalto in materia di sicurezza,- la questione dei controlli- torneremo ad

occuparci dell’Ispettorato del lavoro e del suoruolo, dato che in questo ufficio accadono cosenon positive per quanto riguarda l’efficienza deicontrolli e l’andamento generale della situazionedella gestione, già pesantementeridimensionata dall’azione del governo e dellecircolari del Ministro Sacconi,- la terza è la situazione dei processi per mortisul lavoro - il 26 aprile riprende il processo perla morte dell’operaio antonino mingolladell’appalto ilva, processo che non riesceancorarealmente a decollare a oltre 4 anni -mingolla è morto il 18 aprile 2006 - con gravesenso di frustrazione della moglie Franca Calioloe dei familiari - Franca Caliolo è fondatrice dellarete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro.In questa occasione torneremo a mettere sottoosservazione l’effettiva giustizia che si dispensao meglio non si dispensa nelle aule dei tribunaliper quanto riguarda le morti sul lavoro e l’Ilvain genere, anche per effetto di manovre e fattiche ci accingiamo a denunciare con qualchenome e cognome .Ora auguriamo ai lavoratori una prontaguarigione.Indiciamo come slai cobas per il sindacato diclasse e invitiamo tutte le 00.SS a indire nell’arcodei prossimi 15 giorni assemblee in fabbricasulla questione del legame tra condizioni dilavoro, organizzazione di lavoro, organici neireparti , precarietà, taglio dei somministrati esicurezza sul lavoro

ILVA di Taranto: un altro infortunio nella “fabbrica della morte”comunicato dello Slai cobas per il sindacato di classe Ilva-appalto Taranto

Cronaca delle udienze ai processi

2 Marzo:la Corte del processo Eternit - presieduta dalgiudice Giuseppe Casalbore - ha ammesso quasitutte le parti civili costituitesi. Tra queste gli 800casalesi che avevano sottoscritto la transizionedel 1993, i 300 di Cavagnolo e Chivasso (TO)con patologie da ansia di ammalarsi, i sindacati,Medicina Democratica, Inps, Inail, Asl e Regioni.Escluse quindici associazioni. Stralciate leposizioni della presidenza del Consiglio deiministri italiano e della Unione europea. Sonostate rigettate, inoltre, le eccezioni di legittimitàcostituzionale sollevate dalla difesa per"manifesta infondatezza";

Secondo i dati dell'Osservatorio sui tumoriprofessionali, a Torino e provincia - in quindicianni - si sono registrati 23.697 casi tra morti emalati;

8 Marzo: In una Torino imbiancata dalla nevicataabbattutasi sulla città tra sabato e domenica - circaquindici centimetri di manto bianco - si svolge,nella maxi aula uno di Palazzo di Giustizia, unanuova udienza del processo alla multinazionaledell'amianto: la Eternit.

Alle ore 9:20 entra la Corte, presieduta dalgiudice Giuseppe Casalbore: questi per primacosa constata la assenza dei padroni assassini,per poi procedere allo appello degli avvocati delleparti; proprio in quel mentre alcuni difensori degliimputati, evidentemente ritardatari, entrano inaula.

Dopo questa operazione, che richiede - vista laimponente mole di parti civili - circa dieci minuti,

Torino: corrispondenze a cura di Stefano Ghio della Rete di Torino

eternit gli avvocati della difesa - Zaccone, Fornari eMangia per il barone belga Jean Louis MarieGhislain de Cartier de Marchienne, e Condelo eDi Amato Perpetuo per il magnate svizzeroStephan Schmidheiny - prendono la parola percercare di illustrare, o come preferisce direZaccone, sottoporre alla Corte una eccezione perdifetto di competenza territoriale, chiedendo chela sede del procedimento venga spostata alTribunale di Genova, poiché secondo loro era lacittà dove aveva sede legale e decisionale lasocietà.

Naturalmente la vera motivazione non è nessunadi quelle elencate durante il lungo sproloquiodagli avvocati servi dei padroni assassini, maquella di prendere tempo, distrarre l'attenzionedalle fasi del processo, e soprattutto toglierlodalle mani del pm alessandrino RaffaeleGuariniello, in quanto questi ha dimostrato -anche nel processo alla Thyssenkrupp - di essereben determinato a svolgere correttamente il suolavoro ed a perseguire con la giusta rigidità i reaticommessi dai padroni assassini.

Segnaliamo, come nota di colore, un sipariettoandato "in onda" al momento in cui l'avvocatoZaccone ha preso la parola: le sue primescempiaggini - come pm ed avvocati di parte civ-ile avranno modo di dimostrare durante lecontrodeduzioni volte a chiedere il rigetto dellepretestuose istanze illustrate dai servi prezzolatidei padroni assassini - sono state coperte da unsottofondo musicale inopportuno che ha suscitatoalcune battute del presidente Casalboresottolineate dalla ilarità generale.

Alle ore 12:10, al termine delle controdeduzioni,ed avendo esaurito la fase delle questionipreliminari, la Corte toglie l'udienzaaggiornandola a lunedì 22 marzo.

29 MARZO: Nella seduta odierna, che si aprenella maxi aula uno del Tribunale davanti a circa150 casalesi arrivati con tre autobus, la Corte,presieduta dal giudice Giuseppe Casalbore, sideve pronunciare sulle eccezioni di nullità delprocedimento avanzate in precedenza dalle difesedei due imputati, per i reati di "disastro colposo"e "omissione di cautele in relazione allalavorazione dell'amianto": lo svizzero StephanSchmidheiny ed il belga Jean Louis MarieGhislain de Cartier de Marchienne.

Il giudice legge per circa novanta minuti ildispositivo con il quale rigetta, per manifestainfondatezza, tutte le eccezioni sollevate: soltantosu quella della competenza territoriale si riservadi decidere in seguito, secondo quanto emergerànel corso del dibattimento.

Al rientro da una breve sospensione,approfittando della assenza dell'avvocato Allevadella difesa, il giudice invita le parti a sfrondaredecisamente le liste dei testimoni per renderesostenibili i tempi del processo, ricordando ancheche la legge ammette che ogni parte possaavvalersi al massimo di due consulenti tecnici(cosa resasi necessaria poiché molte delle particivili hanno presentato richiesta per decine diconsulenti); in caso questo non accadesse, la cosaverrebbe fatta di ufficio dalla Corte.

Successivamente si apre la fase dibattimentale,con la presentazione - da parte del pm RaffaeleGuariniello e dei suoi sostituti - dei temi di prova,che sono contenuti negli oltre trecento faldoni diprove processuali raccolte in sede di indagini,nonché della lista dei testimoni e dei consulentitecnici.

Subito appresso è la volta delle parti civili prima,dei responsabili civili e delle difese, di presentarecome intendono procedere nel corso delprocedimento e di presentare documenti.

Alle ore 14:00 termina la udienza: il giudiceCasalbore la rinvia a lunedì 12 aprile con laaudizione dei primi testimoni del pm.

12 APRILE: La seduta odierna si apre alle ore9:30, davanti ad un folto pubblico in massimaparte rappresentato da cittadini di CasaleMonferrato qui giunti con tre autobus.

Prima di iniziare la sfilata dei testimoni, il giudiceGiuseppe Casalbore dà lettura del dispositivoriguardante la ammissione delle provedocumentali e quelle dichiarative presentate lascorsa udienza: in merito alle prime vengono fatteentrare tutte nel dibattimento, tranne una che restain sospeso perché oggetto di un quesito legalerivolto al ministero, mentre per quanto concernele seconde - a fronte di 9.841 richieste diaudizione, tra testimoni e consulenti tecnici diparte - la Corte ritiene congruo ammettere perogni parte due testimoni e due consulenti tecniciper ogni capitolo di prova.

Inoltre rigetta la pretesa della difesa di sentiretutte le parti, data la inutilità e la sovrabbondanzadi molte prove che potrebbero essere cosìraccolte; un brutto colpo per chi vorrebbe portareil dibattimento alle calende greche.

Subito dopo inizia realmente la fasedibattimentale, con la audizione della dottoressaPezzotti - consulente informatico del pm RaffaeleGuariniello - che illustra alcune diapositive chemostrano lo sviluppo nel tempo degli stabilimentidi Casale Monferrato e di Cavagnolo.

Conclusa la deposizione, alle ore 11:00, laudienza viene sospesa per venti minuti, per poiriprendere con lo interrogatorio fiume (tre ore emezza, e ancora manca il controinterrogatoriodella difesa!) del signor Pondrano, ex lavoratoredi Casale Monferrato dal 1974 al 1979 nel repartodella Eterplast, successivamente distaccatoall'ufficio vertenze della Cgil fino al 2008, annoin cui è andato in pensione.

Questi fa alcune affermazioni decisamenteinteressanti, proviamo ad elencarne alcune.

Nel suo reparto non si lavorava direttamente loamianto, ma veniva comunque lì portatoattraverso le tute da lavoro, visto che i dipendentivenivano spesso spostati di reparto per "esigenzeproduttive"; inoltre gli stessi indumenti venivanoportati a casa dove venivano lavati il sabatomattina, visto che la azienda non aveva alcunservizio in tal senso.

Capitava spesso, anche tre volte alla settimana,che si intasassero i tubi con dentro la polvere: inquelle occasioni, per liberarli, occorreva farlo conle mani; nel frattempo, però, il reparto si riempivadi polvere assai di più che in condizioni "normali"(che già vedevano lo ambiente di lavoro caricodi polveri).

Quando si dovevano fare le pulizie, esse venivanoeffettuate, fino al 1977, esclusivamente con unaramazza da due dipendenti invalidi: dal 1978 siera aggiunta alla "dotazione" una motoscopa, masolo dopo ripetute richieste da parte del Consigliodi fabbrica; questa però, non potendo raggiungerealcuni anfratti, serviva a poco: il lavoro manualeera ancora assai necessario.

Sempre per quanto concerne le pulizie, vaaggiunto che - in occasione della visita degli"svizzeri" - i capi davano ordine di pulire a fondoper rendere idoneo lo stabilimento a riceverne lavisita.

Tutto questo naturalmente avveniva nella piùtotale assenza di dispositivi di protezioneindividuale, ed in base a questo si comprendefacilmente il fatto che - come fu ammesso,naturalmente oralmente, al Pondrano dal direttoredel Servizio igiene lavoro della azienda, dottorBontempelli - la azienda fosse a conoscenza dellaesistenza del nesso di causalità tra la esposizioneallo amianto e la asbestosi nonché il tumore aipolmoni, nutrendo dei dubbi soltanto circa la

correlazione tra l'amianto e il mesotelioma dellapleura.

In base a quanto fin qui espresso, non possiamoaltro che fare un paragone con lo altro grandeprocesso in corso a Torino; affermiamo conconvinzione, e senza alcun tema di smentite, chei padroni sono tutti uguali: alla base di tutto c'èla continua ricerca del massimo profitto, dellasalute dei lavoratori non gliene frega niente.

26 APRILE: L' udienza odierna si apre alleore 9:30, davanti ad un folto pubblico formatodagli immancabili tre autobus da CasaleMonferrato; c'è però una gradita sorpresa: oltrealle telecamere della Rai, sono presenti anche gliinviati della televisione della svizzera tedesca.

In apertura si assiste al solito show della difesache muove eccezioni su tutto lo scibile delprocesso con lo intento di perdere il maggiortempo possibile; il giudice Giuseppe Casalboresi altera visibilmente, soprattutto quando laeccezione tocca la ordinanza della Corte letta lascorsa udienza, e precisa che le ordinanze - inquanto tali - vanno rispettate e non eccepite

Dopo circa quaranta minuti di schermaglia, vienechiamato a completare la propria deposizione ilsignor Pondrano: la difesa tenta di screditarlo intutti i modi, ma fa una ben magra figura.

A seguire depone il signor Bruno Pesce - lostorico coordinatore della Associazione familiarivittime dell'amianto di Casale Monferrato -segretario della locale Camera del Lavoro dal1979 al 1994; la sua testimonianza si incentraprincipalmente sul rapporto tra la azienda e lapopolazione.

Nei primi mesi della sua attività sindacale,iniziata ad Alessandria nel 1964, la Eternitridicolizzava chi poneva il problema dellanocività dell'amianto, arrivando addirittura achiamare la cittadinanza a visitare la azienda per

dimostrare che non sussisteva alcun rischio;successivamente, quando la stessa non ha piùtrovato nessuno disposto a mentirespudoratamente sulla vera natura del cemento-amianto, ha cambiato strategia affermando che"prima" era pericoloso, ma con le nuove tecnichenon lo era più.

Tra i vari passaggi della sua testimonianza,vogliamo segnalarne due: il primo riguarda lacausa contro lo Inail - risalente al 1993 - che haportato al riconoscimento del rischio amianto inogni parte dello stabilimento; il secondo laquestione dello smaltimento dello amiantopresente in azienda dopo la dichiarazione difallimento.

Il primo è stato sicuramente il passaggio piùtoccante della giornata, con il racconto dellatestimonianza di un operaio malato di asbestosial 100 per cento - il signor De Michelis - il quale,pur essendo malato terminale (sarebbe morto dilì a pochi giorni), volle recarsi in tribunale perraccontare, con un filo di voce tanto che il giudicedovette avvicinarsi per ascoltare la suadeposizione resa da sdraiato su una barella, lecondizioni nelle quali si lavorava in fabbrica.

Il secondo passaggio rende bene la idea di quantoi padroni assassini avessero a cuore la salute dellapopolazione: dopo il fallimento (voluto da leistessa, per gettare il più lontano possibile illimone ormai spremuto fino in fondo) la aziendafuggì abbandonando nel sito tonnellate diamianto che vennero bonificate soltanto tra il2000 ed il 2004, naturalmente a spese delComune.

Lo ultimo testimone della giornata è il signorBuffa - dipendente Eternit dal 1954 al 1978affetto da asbestosi al 76 per cento (gli fudiagnosticata nel 1970, e gli venneimmediatamente riconosciuto il 21 per cento diinvalidità): questi conferma quanto dichiarato daitestimoni che lo hanno preceduto, aggiungendoche gli scarti della lavorazione venivano

regolarmente svuotati nel fiume Po, mentre ilfinissaggio dei manufatti veniva effettuato dalledonne dipendenti con l'ausilio di lime ecartavetro.

Alle ore 15:00, terminata la ultima deposizione,la Corte aggiorna la seduta a lunedì 3 maggio.

3 MAGGIO: L' udienza si apre alle ore 9:30con la lettura, da parte del giudice GiuseppeCasalbore, di una ordinanza che rigetta in tototutte le eccezioni espresse nella scorsa sedutadalle difese.

Subito dopo viene sentita la consulente tecnicodel pm, dottoressa - geologa per la precisione -Cecconi, che illustra, con lo aiuto di alcuneimmagini, i cambiamenti morfologicisopravvenuti nel territorio di Casale Monferrato,lungo le sponde del Po, a causa degli apportidetritici provenienti dallo stabilimento Eternit edegli eventi alluvionali; da questo studio si evinceche la Eternit ha disperso nel Po, in manieracontinuativa, venti tonnellate di materialecontenente amianto.

A seguire tocca ai due sindaci attualmente incarica nei Comuni piemontesi sedi di stabilimentidella Eternit: il dottor Demezzi per il comune diCasale Monferrato, e il dottor Sampò per quellodi Cavagnolo.

Ambedue ribadiscono quanto affermato dalledeposizioni già raccolte, aggiungendo i dati deicosti (centinaia di milioni di Euro) della bonificadei siti produttivi abbandonati in fretta e furiadalla azienda subito dopo la dichiarazione difallimento, ma lasciati in condizioni igienico-sanitarie terribili, con tonnellate di materialecontenente amianto ancora presente in aree distoccaggio a cielo aperto; aggiungono inoltre lacompleta indisponibilità, da parte della Eternit,di farsi carico - fosse anche in minima parte - deirelativi costi.

A chiudere le deposizioni odierne è poi il turnodel signor Attardo, ex lavoratore - fino al 1986 -dello stabilimento di Casale Monferrato: dopopochi minuti interviene la difesa degli imputatiche fa notare alla Corte come questo sia il terzooperaio ad essere ascoltato, quando lo stessocollegio giudicante ha ammesso soltanto duetestimoni per ogni tema di prova; il giudiceCasalbore, dopo aver ammesso che si tratta diun errore (causato dal fatto che il signor Pondrano- che sarebbe uno degli altri due operaiunitamente con il signor Buffa - era stato ascoltatoprincipalmente come sindacalista), sospende ladeposizione e congeda il testimone.

Subito dopo aggiorna la seduta a lunedì 10maggio, data nella quale ascolterà: gli ex sindacidi Casale Monferrato Coppo e Mascarino, i duepresidenti della regione - quello in carica e quellaprecedente, il signor Patrucco, la signora Sella, eforse il signor Bagno.

10 MAGGIO: La seduta si apre alle 9:20 conl'audizione dell'attuale presidente della regionePiemonte, l'avvocato novarese Roberto Cota:costui confessa la sua completa ignoranzadell'argomento, ed indica nell'assessoreall'urbanistica pro tempore, Ugo Cavallera, la"memoria storica" dell'attuale Giunta, essendoegli stato l'assessore all'Ambiente del governoregionale - durato in carica dal 1995 al 2005 - diEnzo Ghigo; la Corte pertanto dispone diascoltare costui al posto del deputato: il Cavallerainforma quindi il Tribunale sulle iniziative preseper la bonifica dei siti di Cavagnolo e CasaleMonferrato ed i relativi costi.

I medesimi argomenti vengono successivamenteaffrontati dalla deposizione della precedentepresidente, Mercedes Bresso, che in aggiuntarende edotta la Corte sulla questione del Centrostudi sulle patologie legate all'amianto, che sitrova a Casale Monferrato ed è stato aperto, nel2008, durante il suo mandato - durato dal 2005al 2010.

Dopo una pausa - durata dalle ore 10:40 alle ore11:10 - si riprende con le testimonianze di duesindaci di Casale Monferrato: il signor Coppo(primo cittadino per due mandati: dal 1984 al1988, e dal 1995 al 1999) ed il signor Mascarino(alla guida della città per due mandaticonsecutivi: dal 1999 al 2009).

Il primo riferisce, tra l'altro, che nel 1983 ebbe -nella sua qualità di presidente del comprensoriocasalese - un incontro con il presidentedell'Associazione mondiale asbesto, il dirigenteEternit signor Costa, durante il quale venne<messo in guardia dal continuare ad addebitarele morti di tumore alle lavorazioni dell'Eternit,poiché la percentuale di questi risultavairrilevante rispetto a quella dei decessi causatidal fumo>.

Questo dice testualmente il testimone, ma pareche questo comportamento non fossero altro cheminacce neanche troppo velate, altro che messein guardia; va ricordato, infatti, come alla data diquell'incontro i livelli occupazionali nell'aziendafossero in continua discesa, ed il rappresentantedell'Eternit facesse pressioni per mettere a tacerel'allarme sanitario, utilizzando il ricatto dellasalvaguardia di quel che restava dell'occupazione.

Il secondo, dal canto suo, è il sindaco del periododelle bonifiche, rivelatesi estremamentedifficoltose, delle aree e delle sponde del fiumePo, conclusesi con l'abbattimento dellostabilimento con la scritta Eternit <che nelfrattempo era diventato un simbolo di morte>; ilteste, inoltre, fa presente che tuttora continua illavoro di bonifica della città, e che non si saquando questo potrà avere un termine, tenutoconto delle difficoltà oggettive di accesso allearee private.

Terminati i testimoni istituzionali, tocca alla si-gnora Patrucco; costei è la figlia dei gestori dellapanetteria di via Oggero - situata a due-trecentometri dallo stabilimento Eternit - dove si recavanoin tuta da lavoro gli operai, in pausa pranzo, per

acquistare il pane ed il companatico: sua madre,che non ha mai lavorato in Eternit, è deceduta dimesotelioma pleurico a causa della polvere diamianto respirata dalle tute ricoperte di polvere.

A questo proposito precisa che non erano soltantole tute degli operai ad essere ricoperte di polvere,ma l'intera pavimentazione stradale - del quartiereche lei soleva percorrere in bicicletta per recarsia scuola - ne era ricoperta di un manto di almenodue tre centimetri: in parte proveniva dall'Eternit,in parte dai cementifici della zona; precisa peròche l'azienda amiantifera era molto più grossa ditutte le altre messe insieme, e quindi ne erasicuramente la maggiore responsabile.

Per concludere, viene ascoltata la signora Sella,una casalinga di Casale Monferrato il cui marito,ferroviere nella medesima località - prima con laqualifica di deviatore, dal 1970 al 1973, esuccessivamente come personale viaggianteprima che come capo treno - è deceduto quattroanni fa di mesotelioma pleurico.

Costui aveva la postazione di lavoro ad uncentinaio di metri da dove i sacchi pieni diamianto venivano scaricati dai treni, provenientida Genova, per essere mandati in azienda;sovente questi contenitori risultavano rotti, e leFerrovie obbligavano gli operai della dittaappaltatrice di quel lavoro a pulire i vagoni:questa operazione avveniva con l'ausilio di scopedi saggina che avevano l'effetto di spargere lapolvere ovunque nella zona.

Alle ore 13:50, il giudice sospende la seduta,rinviandola a lunedì 17 maggio; in quellaoccasione verranno sentiti: il signor Bagna,proprietario della discarica sulla sponda sinistradel fiume Po, le signore Ferrero (madre e figlia),un teste dei due che dovrebbero riferire sullaquestione del polverino, e se resta tempo unconsulente tecnico che dovrebbe effettuare unapresentazione dello stabilimento di Rubiera (Re).

17 MAGGIO: L'udienza odierna inizia alle ore

9:25 con l'audizione del signor Bagna, ilproprietario del terreno - adibito a discarica dal1972 al 1983 - lungo la sponda sinistra (nellazona conosciuta come argine Morano) del fiumePo dove venivano scaricati gli scarti dellelavorazioni dell'Eternit.

Questo signore - che si recava una o due volte lasettimana in fabbrica a prendere i materiali discarto - nel 1979 fu diffidato dalla direzioneaziendale dal vendere il polverino che poi finivanelle pavimentazioni dei cortili cittadini;praticamente è anche "grazie" a lui se a CasaleMonferrato, città di 36 mila abitanti, ci sono stati1.200 morti per patologie legate all'amianto.

A seguire viene ascoltata la signora Bruna Ferrerodi Cavagnolo: questa ricorda come il quartieredove abitava - che si trovava a ridosso dellostabilimento Saca (Società anonima amiantocemento) - fosse in condizioni di estremapolverosità; aggiunge che la madre Rosa(anch'ella avrebbe dovuto deporre oggi ma le suecondizioni di salute non glielo permettono,essendo nata nel 1921 ed essendo affetta da unagrave forma di asbestosi, pur non avendo mailavorato in fabbrica) si occupava di cucire i sacchidi Eternit strappati che il marito le portava a casaavvolti attorno al sedile della bicicletta, e questola esponeva all'ingestione di altra polvere oltre aquella che respirava dalla tuta del marito chetornava a casa sempre con gli indumenti da lavoroindosso.

Alle ore 11:00, dopo una breve pausa, siconcludono le testimonianze provenienti daCavagnolo, con l'audizione della signoraDurando, figlia di due ex dipendenti Saca; anchelei, come tutti i testi sin qui sentiti, precisa che isuoi genitori tornavano a casa con gli indumentida lavoro pieni di polvere, ed aggiunge che nonle è mai stato detto nulla - da parte dei verticiEternit - circa la pericolosità della stessa.

Successivamente è il turno della dottoressaPozzetti, consulente tecnico del pm, che si occupa

di illustrare lo stabilimento di Rubiera ed il suosviluppo nel tempo.

A concludere la giornata, si avvicendano al"banco" dei testimoni due operai dellostabilimento emiliano, il signor Corradini ed ilsignor Usnaghi.

Ambedue, seppure con frequenti amnesie equalche reticenza di troppo (che siano statiavvicinati dall'azienda o chi per lei?), confermanocome le condizioni di lavoro dei vari siti sin quiesaminati erano sostanzialmente le stesse:notevole polverosità dei luoghi di lavoro,saltuario utilizzo dei dispositivi di protezioneindividuale, pulizie effettuate a mano daidipendenti.

Inoltre gli stessi portavano a casa gli indumenticoperti di polvere, per poi farli lavare dalle mogli,poiché la Eternit non aveva mai voluto dareseguito alle ripetute richieste del Consiglio difabbrica di attivare un servizio interno che sioccupasse di lavare le tute.

Alle ore 13:45, dopo la produzione da parte delpm Raffaele Guariniello dei verbali di sommarieinformazioni di persone in seguito decedute,nonché dei verbali degli altri processi control'azienda già svolti (il giudice GiuseppeCasalbore li riconsegna al pm spiegando che laloro acquisizione potrà essere fatta soltanto dopoil contraddittorio tra le parti, se si riterrà di nonessere arrivati ad un sufficiente grado di prova),la Corte sospende definitivamente la seduta cheviene aggiornata a lunedì 24 maggio.

In quella occasione verranno ascoltati: il sindacodi Rubiera, il presidente della regione EmiliaRomagna, due teste tra i quattro indicati sullalista del pm come personale amministrativoEternit, Longone, Benitti e, se ne resterà il tempo,Castelli.

24 MAGGIO: La seduta si apre alle ore 9:25con un quarto d'ora di schermaglie, innescate

dall'avvocato difensore Alleva, circa la nonfruibilità del verbale di sommarie informazionirilasciate dal primo testimone della giornata, ilsignor Iselin, poiché è stato stralciatodall'inchiesta; il giudice Casalbore ne prende atto,e dà ragione al difensore pur ammettendo che sisia trattato di un mero errore materiale.

Il signor Iselin, specialista di materiali perl'edilizia presso l'università di Losanna nonchémembro del Caova - l'assciazione svizzera dellevittime dell'amianto - rilascia delle dichiarazionimolto interessanti circa il suo Paese ed il rapportocon la Eternit.

Innanzi tutto fa rilevare come, già nel 1950, nellaConfederazione elvetica fosse nota la pericolositàdell'amianto perché cancerogeno - come peraltroconfermava una nota di Stephan Schmidheiny del1962 - e se ne chiedeva il bando; la cosa accaddepoi nel 1990.

All'Eternit vennero concessi quattro anni diproroga per smaltire le commesse, e quindi siarriva al 1994: nel frattempo la produzione dimateriali in cemento-amianto - sotto la direzionedello stesso magnate svizzero - crebbeconsiderevolmente, nonostante <il materiale inquestione sia da considerarsi più pericoloso dellaradioattività, poiché di questa se ne può misurarela quantità esatta assunta da una persona, mentrecon l'amianto non si può fare la stessa cosa>.

Per quanto poi concerne il contatto con lapopolazione non direttamente a contatto con lelavorazioni, il testimone aggiunge un particolareche definiremmo agghiacciante: l'aziendaregalava i sacchi vuoti, che avevano contenutoin precedenza l'amianto, per metterci le patate;inoltre, sempre nell'ottica della popolazione, gliscarti di lavorazione venivano regalati e finivanoa coprire buche sulle strade ed a rifinire giardini.

Questo comportamento criminale, di chiconosceva benissimo gli effetti della polvere diamianto, ha portato ad una lunga serie di decessi,

soprattutto nell'edilizia ma anche tra coloro chenulla hanno mai avuto a che fare con la fabbrica.

Risulterebbe quasi incredibile poi, se non siconoscesse il menefreghismo totale di questi "si-gnori" per la salute della gente, un particolareche emerge verso la fine della deposizione: inNicaragua, dove esiste uno stabilimento dellaEternit, al momento in cui Iselin vi si recò in visitaconstatò la presenza di vere e proprie montagnedi materiali di scarto accatastati all'aperto.

Dopo un apausa di circa trenta minuti, alle ore11:15 viene chiamato a deporre l'ingegner Bellitti,ex collaboratore Eternit dal 1975 al 1979 - nel1975 a Casale monferrato, successivamenteresponsabile per le esperienze organizzative egestionali prima alla Cemater di Matera, poi indue stabilimenti pilota in Germania.

Anche questi rilascia, nel corso della suatestimonianza, alcune dichiarazioni interessanti.

Con riferimento alla fabbrica di CasaleMonferrato, depone che - in una relazione al capodella direzione tecnica degli stabilimenti italianiingegner Mayer - aveva annotato lo statodeficitario dello stabilimento con riferimento allamancanza di manutenzione, alla mancanza dipulizia ed alla presenza di polvere ovunque conconseguente aumento del pericolo di asbestosi,alla totale mancanza di prevenzione delle malattieprofessionali; e pensare che, a detta del teste,Cavagnolo era in condizioni <per certi versiancora peggiori> (la situazione a Bagnoli sarebbestata <poco meglio>), mentre gli stabilimentitedeschi erano <molto più moderni da questopunto di vista>.

Con riferimento alle malattie professionali, ilteste spiega che l'azienda non dava maiinformazioni precise sulla possibile correlazionetra queste e l'esposizione all'amianto, ed anziasseriva che l'amianto si potesse utilizzare senzarischi purché con le giuste precauzioni (peccatosolo che non esistessero adeguati dispositivi di

protezione individuale); arrivò persino adistribuire ai propri dirigenti un vademecum nelquale spiegava come difendersi dalle accuse chearrivassero in tal senso: ad esempio, qualorafossero uscite delle notize negative su un articolodi stampa od un opuscolo, si invitava a daremandato ad un avvocato perché questiprovvedesse a bloccare la circolazione dellanotizia.

Nella prossima udienza del 7 giugno dovrebberoessere ascoltati: il presidente della regione EmiliaRomagna, il sindaco di Rubiera, due segretaridella Eternit, ed il recupero del signor Longoneoggi non presente.

7 giugno: La seduta odierna inizia alle ore 9:20con l’annuncio che né il presidente della regioneEmilia Romagna, né il sindaco di Rubiera,potranno essere presenti: il primo perimprorogabili impegni istituzionali, il secondo acausa di un lutto in famiglia; verranno sentitinell’udienza del prossimo 21 giugno. Restano da ascoltare tre testimoni nell’odiernaudienza, tutti ex lavoratori presso la sedegenovese della multinazionale dell’amianto. Il comportamento degli stessi è tra loro assaidifferente. Il primo, il signor Longone – responsabile delsettore amministrativo del personale dal1979 al1983 – durante il suo lungo interrogatorio, chedura circa due ore, si lancia nella difesa a spadatratta dell’azienda, arrivando ad asserire cosecompletamente contrarie a quanto dichiarato daiprecedenti testimoni:in particolare circa lecampagne informative sui rischi riguardanti lalavorazione dell’amianto; inoltre a moltedomande si dimostra assai reticente, trincerandosidietro frequentissimi “non so, non ricordo”,dando pertanto la netta sensazione di essere statoadeguatamente istruito (e pagato?) dall’Eternit ochi per essa.Di simile tenore è anche la terza ed ultimadeposizione della giornata, quella della signoraMondani, segretaria particolare dell’ad di EternitItalia S.p.A. – negli anni i signori Vincq, Trapani,

Tavella, Middelholzer – la quale però si limitaalle solite amnesie. Solo in un punto esagera: quando le viene chiestodel signor Costa, ella sostiene che questi fosse ilmaggior esperto di Eternit al mondo perché lodifendeva: alla domanda del giudice Casalbore,però, non sa dare una motivazione plausibile diquesta sua convinzione; il giudice allora le facapire chiaramente di ritenerla un testimone nonattendibile, suscitando anche l’ilarità del pubblicofacendo una battuta sul fin troppo profondolegame tra lei ed il signor Costa. Nel mezzo c’è la testimonianza della signoraGiribaldi – della segreteria generale della EternitItalia, per la quale seguiva la parte legale – cherende edotta la Corte in maniera dettagliata dellesue mansioni, ma non aggiunge nulla disignificativo al processo. La prossima udienza, fissata per lunedì 14giugno, sarà interamente dedicata allostabilimento di Bagnoli; saranno ascoltati:Carlevaris e Falco – due operai dellostabilimento, la consulente tecnica Pizzoti, ed ilcuratore fallimentare Gasperini.

14 GIUGNO: L'udienza odierna si apre alleore 9:25 con l'audizione del curatore fallimentaredell'Eternit Holding, l'avvocato genoveseCastelli; costui rievoca le varie fasi che, "comeconseguenza di una gravissima crisi edilizia chefece crollare il fatturato", hanno portato l'aziendadalla richiesta di amministrazione controllata -dicembre 1984 - alla dichiarazione di fallimento- datata giugno 1986 - fino all'ultima chiusuradello stesso, avvenuta a Casale Monferrato nel2008.A seguire viene ascoltata la dottoressa Cecconi,consulente tecnica del pm, che illustra - conl'ausilio di alcune diapositive - la storia el'evoluzione dello stabilimento di Bagnoli.Dopo una pausa di circa venti minuti, si passaalla testimonianza di due ex lavoratori dellostabilimento napoletano: si tratta del signor Falcoe del signor Carlevaris, ambedue addetti allosvuotamento dei sacchi - circa 60-70 per turno -

di amianto blu nella sfilacciatrice.Anche costoro illustrano le proibitive condizionilavorative ed ambientali in cui si trovavano adoperare gli operai, confermando ancora una voltacome le stesse fossero assolutamente simili intutti gli stabilimenti italiani del gruppo svizzero-belga.In pratica la dirigenza dell'Eternit avevascientemente pianificato un vero e propriogenocidio di intere popolazioni, portate a morire- soffocate dall'asbestosi o devastate dai tumori -sull'altare dei miliardi di profitti accumulati daipadroni assassini, con il criminale aiuto disindacalisti corrotti che, per compiacere l'azienda,sottacevano le conseguenze dell'amianto sullasalute dei lavoratori.Alle ore 13:10, terminate le audizioni, il giudiceGiuseppe Casalbore sospende l'udienza e laaggiorna a lunedì 21 giugno.In quella data verranno ascoltati: il presidentedella regione Emilia Romagna, Vasco Errani; lasindaco di Rubiera, Loredana Baccalani; ilprecedente presidente della regione Campania,Antonio Bassolino (quello attuale, StefanoCaldoro, ha avvisato di non poter essere presenteper impegni istituzionali); la sindaco di NapoliRosa Russo Iervolino.

21 GIUGNO: L'udienza odierna si apre alleore 9:30 e prevede l'audizione dei presidenti delleregioni Emilia Romagna e Campania, Errani eBassolino - che sostituisce Caldoro, che ha unimpegno istituzionale improrogabile - e delle duesindaci di Rubiera e Napoli, Baccalani eIervolino.Si inizia ascoltando i testimoni relativi allostabilimento in provincia di Reggio Emilia: ilpresidente della regione Emilia Romagna,sostituito dopo poco dal direttore generale delsettore ambiente dottor Bertone, e dalla sindacodi Rubiera.La regione ha iniziato ad occuparsi dei problemiriguardanti l'amianto nel 1986, attuando poi unpiano di protezione dallo stesso a partire dal 1996.Per quanto concerne la bonifica del territorioregionale, ad oggi - anche grazie agli

ecoincentivi, che dal 2003 ammontano ad ottomilioni versati a199 aziende per l'eliminazione dei tetti in Eternit- ne è stato decontaminato il 36,6 per cento deltotale.In particolare a Rubiera - dove al momento sicontano 55 casi di malattie professionali: 21ammalati di mesotelioma, 23 di tumoripolmonari, e 11 di asbestosi - si è proceduto allabonifica in tre momenti successivi: nel 1994/95,nel 1996/97 e nel 2001; questo perché nel 1996e nel 2001 sono stati scoperti sono stati scopertiscarti di lavorazione e fanghi di amianto interrati.Per quanto riguarda lo stabilimento di Bagnoli -dove ci sono stati 891 morti su 2.348 exlavoratori, di cui: 31 per mesotelioma, 20 pertumori del peritoneo, 136 per asbestosi, 94 percancro al polmone, 8 per cancro alla laringe, 134morti precoci per cause in cui il nesso conl'amianto deve essere ancora accertato - per labonifica dell'area sono stati stanziati, edeffettivamente versati, 15 milioni da parte dellaRegione, che però li ha attinti da risorse europee,ed altri 7,5 milioni da parte dei ministeri delTesoro e dell'Ambiente (che però ne avevanostanziato dieci volte tanti); inoltre sono statistanziati ulteriori 5 milioni, nel 2001, per ilcontrollo periodico della salute dei lavoratoriesposti all'amianto, visto che quelli fattiprecedentemente in azienda vengono ricordatidagli operai - secondo quanto riporta la RosaIervolino vedova Russo, a seguito di colloqui conex lavoratori - "erano una cosa inutile edumiliante".Anche qui la bonifica è ancora in corso - siamo acirca il 50 per cento degli interventi - in quantosi è trovata la presenza del minerale fino a cinquemetri di profondità, persino in aree che non sonodi competenza dello stabilimento Eternit; tuttoquesto naturalmente ha portato ad un consistenteaumento dei costi, che si prevede si assesterannoalla fine intorno ai 25 milioni.Le due sindaco, nel corso delle loro deposizioni,aggiungono altri particolari raccapriccianti, checonfermano la volontà genocida da parte deipadroni assassini: l'Eternit di Rubiera regalava

ai cittadini i pezzi di scarto della lavorazione,mentre a Bagnoli - così come in tutti gli altristabilimenti italiani dell'Eternit - non esisteva lalavanderia, oltre ad avere una carenza pazzescadi docce (in tutto quattro per gli uomini e tre perle donne), che ha certamente contribuito aldecesso della decina di mogli degli operai e ditantissimi abitanti della zona flegrea, dove c'eralo stabilimento Eternit e quello dell'Ilva.Va infine ricordato come tutti i testimoni abbianodichiarato - come in precedenza i loro colleghipiemontesi - che l'Eternit non si è mai degnata dicontattare le amministrazioni comunali percontribuire in alcun modo alla bonifica dei siti.Prossima seduta lunedì 28 giugno; in quellaoccasione verranno ascoltati Bontempelli,l'ultimo testimone della lista del pm, e duetestimoni delle parti civili: la presidente dellaAfeva Romana Blasotti Pavesi, e Desso.

28 GIUGNO: L'udienza odierna, che iniziaalle ore 9:15, prevede l'audizione di due testimonidelle parti civili e quella dell'ultimo teste del pm:il signor Marco Patrucco (in sostituzione del si-gnor Lessio, ricoverato in ospedale in condizionimolto gravi e non trasportabile), la signoraRomana Blasotti Pavesi (dal 1988 presidentedell'Afeva), ed il signor Bontempelli (ilresponsabile del Sil, il Servizio di igiene esicurezza sul lavoro dell'Eternit).I primi due riprendono tutti gli argomentiapportati dai precedenti testimoni, aggiungendoulteriori particolari personali che rendono sempremeglio il carattere genocida, sia per gli operaisia per la popolazione, delle lavorazioni che sisvolgevano con il cemento-amianto.Particolarmente toccante è la testimonianza dellaBlasotti Pavesi, che racconta la storia della suafamiglia, all'interno della quale ci sono state bencinque morti per mesotelioma: il marito Mario,l'unico che aveva lavorato in fabbrica, decedutonel maggio 1983; la sorella, scomparsa nel 1990;il figlio della sorella, defunto nel 2003; la cugina,morta nel 2003 al paese di origine -precedentemente in provincia di Gorizia, ora interritorio sloveno; infine la figlia, deceduta nel

2004 dopo 47 giorni di ossigenazione forzataa seguito di tutte le complicazioni a cui portail mesotelioma.Significativa appare la risposta che la teste dàad una domanda dell'avvocato Maria GraziaNapoli: alla richiesta di riferire cosa vorrebbedire agli imputati, risponde che "non vogliovendetta, è un sentimento che non miappartiene; semplicemente vorrei che icolpevoli di questa situazione avessero lapossibilità di seguire un malato di mesoteliomadall'inizio alla fine".Per quanto concerne la lunga audizione (circate ore e mezza) del Bontempelli, essa èpuntellata da frequenti "non so, non ricordo";quando invece è in grado di rispondere, conaltrettanta frequenza contraddice quantoaffermato da chi è stato ascoltato inprecedenza.In realtà un interessante contributo da luiapportato al procedimento c'è:già nel 1978 egli era a conoscenza dei rischilegati all'uso dell'amianto, perché gli fu detto- dal dottor Robok - che questa lavorazioneportava i lavoratori al rischio di contrarrel'asbestosi ed alcuni tipi di tumore; sempre a

proposito della presunta tutela della salutedegli operai - attraverso la misurazione dellaconcentrazione delle fibre ed il campionamentodei lavoratori - asserisce a più riprese di avereffettuato le misurazioni, ma da nessuna parteesistono evidenze di questo fatto.Si evidenzia sempre di più la volontà genocidadell'Eternit: nonostante almeno già dal 1978 idirigenti italiani fossero a conoscenza dei dannialla salute causati dall'amianto, nessuno deivertici dell'azienda si è mai preoccupato diavvertire i dipendenti;in sostanza si rivelanoesatte le parole di Patrucco - ex membro delConsiglio di fabbrica licenziato nel novembredel 1976 per rappresaglia, per aver protestatocontro l'insopportabilità delle condizioniambientali del posto di lavoro - che, durantela sua deposizione, ha affermato che"all'azienda non gliene fregava nulla semorivano uno, dieci, cento operai a causa dellecondizioni di lavoro, l'importante era che laproduzione continuasse".Nella prossima udienza, in programma lunedì5 luglio, verranno ascoltati - con l'aiuto di uninterprete - Thomas Schmidheiny eNiederholzer.

2 MARZOGiornata importante quella odierna al processoalla multinazionale tedesca dell'acciaio; come inprecedenza - alla scorsa udienza del 26 febbraio- annunciato, il pm Raffaele Guarinielloincrimina altri quattro ispettori dello Spresal e lichiama in aula a testimoniare: mentre uno, il si-gnor Barone, è assente giustificato per non averancora ricevuto la notifica, i signori Moratti,Novello e Baeli si presentano regolarmente masi avvalgono della facoltà di non rispondere.

A seguire, c'è la ormai solita passerella dei testedella difesa: si tratta di quattro interrogatori, dicui uno solo merita di essere menzionato, vistoche gli altri tre hanno visto il solo scambio didomande e risposte da parte dell'avvocatoAnglesio della difesa, mentre i pm e le parti civilihanno rinunciato al loro diritto alcontrointerrogatorio.

Si tratta della testimonianza dell'ex responsabiledel personale, Giancarlo Villella, che incappa nelsolito problema delle contraddizioni e dellereticenze quando si tratta di rispondere alledomande dei pm e delle parti civili.

A domanda di Anglesio risponde che, durante leriunioni con Rsu e Rls, non sono mai venuti fuoriproblemi relativi alla sicurezza: peccato che,durante il controinterrogatorio della avvocatoPoli delle parti civili, asserisca di averne fattasoltanto una perché i rapporti con gli Rls eranotenuti da Cosimo Cafueri, in qualità diresponsabile della sicurezza.

All'inizio della sua deposizione, inoltre - e questoa nostro parere è estremamente interessante, ilteste avrebbe voluto produrre alla Corte deidocumenti: Guariniello gli chiede conto di qualidocumenti si tratti, ed il Villella spiega che sonoi verbali delle riunioni da lui tenute con irappresentanti delle Rsu e degli Rls.

A questo punto il pm gli domanda come faccia asapere che gli sarebbero state rivolte domandesulle questioni sindacali, e di conseguenza se havisto qualcuno del processo nei giorni scorsi, e

PROCESSO THYSSENKRUPP

qui cominciano le reticenze e le contraddizionidel testimone, che si dimostra anch'egli niente dipiù di un servo sciocco dei padroni.

Alle ore 12:50, esauriti i testimoni, la Corteaggiorna la udienza al 12 marzo, essendo il 10giornata di sciopero degli avvocati, edovviamente i difensori intendono partecipare,visto che tutto fa brodo per allungare i tempi delprocesso.

Ma non si illudano: la giustizia borghese farà ilsuo corso, e la condanna per i loro assistiti saràcerta.

16 MARZOL'udienza odierna si apre alle ore 9:40 e prevedesei testimonianze a discarico, che poi siridurranno a cinque per l'assenza di uno deitestimoni.

Le prime due, che occupano la intera mattinata -fino alla sospensione delle ore 12:30 - sono quelledegli ingegneri Ferraro e Polito, rispettivamentedirettore regionale e comandante provinciale deiVigili del Fuoco di Piemonte e Torino alla epocadei fatti di cui si discute stamani: il periodo dal2005 al 2007; inoltre, il primo era anchepresidente del Comitato tecnico regionale (Ctr),mentre il secondo era capo della Commissioneispettiva del Ctr, quella che aveva il compito diverificare la conformità del sistema di gestionesicurezza (Sgs) alle linee guida del ministerodello Ambiente.

I lunghissimi, e per certi versi dettagliatissimi,interrogatori - svolti dall'avvocato Audisio, unvero maestro nella assai poco nobile arte dimenare il can per l'aia - si potrebbero riassumerenel seguente concetto: nel giugno del 2006, unaispezione guidata - come dirà il primo testimonedella sessione pomeridiana, all'interno dellafabbrica gli ispettori non potevano circolareliberamente - della Commissione fece molteprescrizioni all'azienda, notificate circa un annodopo per motivi tecnici, obbligando la stessa adadempiere ad esse entro il 31 dicembre del 2007,

per poi poter ottenere il Certificato di prevenzioneincendi; il 19 dicembre 2007 arrivò al Ctr unalettera della Thyssenkrupp con l'indicazione chetutte le prescrizioni erano state ottemperate, cosache venne successivamente verificata da unaulteriore visita ispettiva datata 21 gennaio 2008.

Da questo si evince - e lo fa Polito su precisasollecitazione della pm Francesca Traverso - chealla data dell'eccidio la azienda non poteva inalcun modo essere in possesso del Certificato diprevenzione incendi; pertanto risulta ancora unavolta evidente il comportamento criminale deidirigenti che continuarono, nonostante questapalese mancanza di sicurezza, a far lavorare glioperai, mettendo volontariamente a granderischio la salute e la vita degli stessi.

La parte pomeridiana della seduta si apre, sonole ore 13:20, con la testimonianza dello architettoDe Marco, funzionario della direzione regionaledei Vigili del Fuoco, che fa una dichiarazioneestremamente interessante: asserisce che il pi-ano di emergenza non fu consegnato agliispettori, ma Cafueri disse loro che era statoallegato alla busta paga dei dipendenti; cidomandiamo come dei professionisti, quali eranoindubbiamente gli ispettori, possano essersi fidatidella parola del Responsabile del servizioprotezione e prevenzione (Rspp) - così comeaccaduto circa la formazione, in merito alla qualepresero per buone le parole della responsabileaziendale, la signora Tota - senza verificare laveridicità di quanto asserito da questi signori...come direbbe Emilio Fede: che figura di m...!

Successivamente depongono lo ingegner Baldino- in quegli anni direttore dell'Ispels di Torino - elo ingegner Ariano - a quel tempo, ed attualmente,responsabile del servizio Tutela ambientale dellaprovincia di Torino - che non aggiungono nulladi significativo al dibattimento.

Alle ore 15:25, conclusa la ultima testimonianza,la Corte aggiorna la seduta a mercoledì 24 marzo.

24 MARZOL'odierna seduta si apre alle ore 9:40 - davantiad un pubblico formato in massima parte da ungruppo di una cinquantina di studenti dello

Istituto Tecnico "Da Passano" di Orbassano - eprevede che vengano ascoltati otto testimoniconvocati dalla difesa, che oggi è rappresentatadal solo avvocato Audisio, coadiuvato, a partiredalle ore 11:00 circa, dall'avvocato Anglesio chegli fa da "portaborse", limitandosi alla consegnaai testimoni di documenti da visionare.

La giornata si articola così: in mattinata vengonoascoltati tre componenti - tutti Vigili del Fuoco -del Comitato tecnico regionale (si tratta degliingegneri: Carviani, Funndarò e Riccobono,rispettivamente, tra il 2005 ed il 2007, di stanzaa: Alessandria, Verbania e Cuneo), mentre nelpomeriggio è la volta di altri cinque ingegnerifacenti parte del Ctr, ma in qualità diverse (OrsoGianone, funzionaria della Regione, dipartimentoambiente, settore grandi rischi; Donato,funzionaria dell'Agenzia regionale protezioneambiente, settore grandi rischi; Giannone,funzionario della Regione e segretario del Ctr;Giordano, dirigente vicario del comandante deiVV.FF. di Torino dal febbraio 2007 al febbraio2008, precedentemente a Cuneo, interpellato inquanto presente alla riunione del 21 giugno 2007al posto del suo comandante; Minassi, direttoredel dipartimento Ispels di Biella e ad interim diAlessandria); al termine della ottavatestimonianza la presidente, Maria Iannibelli,aggiornerà la seduta a venerdì 26 marzo.

Le testimonianze più interessanti sono quelledella mattinata, durante le quali si evince che ladifesa dei padroni assassini - non riuscendo inalcun modo a criminalizzare gli operai, essendosino ad ora state smontate dal pm RaffaeleGuariniello tutte le loro tesi pretestuose sulcomportamento errato da parte dei dipendenti -intende cercare di scaricare le colpe per l'eccidiodel 6 dicembre 2007 sugli altri enti, quelli chefacevano parte del Ctr.

E' palese la volontà di dimostrare che il Ctr nonavrebbe svolto correttamente il proprio doverecirca le ispezioni e le relative prescrizioni: comese le omissioni del Ctr fossero tali da assolverela azienda dal mancato rispetto della normativasulla sicurezza e soprattutto di quella relativa allaprevenzione degli incendi.

Le due omissioni si possono eventualmente solosommare, non elidere la una con la altra; il fattoche il Ctr abbia omesso di emettere alcuneprescrizioni - cosa pacificamente accertata, eperaltro sottolineata a più riprese dai pm, condomande che mettono sempre più in cirsi i testi -non può essere motivo per sollevare la aziendadall'obbligo di mettere in sicurezza gli impianti;se avviene questo, non si può che tornare allaimputazione per "omissione DOLOSAdell'attuazione delle norme sulla sicurezza".

La nostra sensazione è che la difesa abbiarinunciato a sostenere la non responsabilità deipropri assistiti, puntando piuttosto ad alleggerirnele posizioni processuali attraverso ilcoinvolgimento di altri enti, ma a giudicare daquanto finora emerso non sembra che questoatteggiamento porti i frutti sperati dagli avvocatidegli assassini.

26 MARZOLa seduta odierna si apre alle ore 9:40, con larichiesta - immediatamente accolta dalla Corte -di ascoltare, come consulente di parte civile, ilmedico psicologo e psichiatra di Milano, exinsegnante alla Università ed attualmentepsichiatra forense, il dottor Marigliano.

Costui, insieme con una collega della Universitàdi Pavia, ha eseguito una perizia su AntonioBoccuzzi, uno degli operai presenti sulla lineacinque la notte dello eccidio.

Le risultanze del complesso esame clinico a cuiè stato sottoposto, affermano che lo attualeparlamentare del Pd è afflitto da "disturbopostraumatico da stress" con una invaliditàpermanente del 18 per cento.

Successivamente vengono ascoltati sei testimonidella difesa: si tratta del dottor Alleante,segretario del cda, che si occupa degli affarisocietari e del patrimonio industriale dellaazienda; del dottor Fiorini, responsabiledell'ufficio legale della Thyssenkrupp, e della suasottoposta avvocata Pietropaoli; dello ingegnerCapponi, responsabile dello Ente ecologiaambiente e sicurezza, e del suo sottopostoingegner Restante; del dottor Carciani, Rspp dello

stabilimento di Terni.

Particolarmente interessante è la prima di questeaudizioni, poiché il testimone conferma comefosse Espenhan il responsabile della sicurezzasul lavoro; per il resto farfuglia cose pococomprensibili, e persino poco attinenti con ilprocesso, tanto da indurre il pm Guariniello afare una battuta sulla sua scarsa conoscenza dellaazienda per la quale lavora.

Occorre infine notare come, soprattutto i primitre testimoni - gli altri potevano stare a casa, vistoche non hanno aggiunto nulla di nuovo aldibattimento - si sono prodigati nel cercare di farricadere tutta la colpa sul gestore dellostabilimento di Torino, il signor Raffaele Salerno,certamente in questo consigliati dagli avvocatidella difesa (oggi al gran completo, con lapresenza degli avvocati Audisio, Anglesio,Zaccone, Andrea Garaventa e sorella) nellasperanza di alleggerire la posizione della azienda,che mano a mano che va avanti il processo sivede sgretolare tutte le tesi difensive.

La prossima udienza è fissata per mercoledì 31marzo.

31 MARZOL’ udienza odierna inizia alle ore 9:35 con laaudizione fiume, quasi tre ore, dello ingegnereRizzi - ex direttore dello stabilimento torinesedal 1982 al 1997, attualmente parte del grupposviluppo e strategia della azienda capogruppo,la Thyssenkrupp AG.

Questo schifoso personaggio afferma che, dopolo incendio del 2006 a Krepheld in Germania, lasocietà si è attivata per effettuare interventi sullelinee, fino ad allora considerate più che sicure,di ricottura e decapaggio: questo in modo da farscendere la franchigia imposta dallaassicurazione Axa (100 milioni per ogni impiantodi ricottura e decapaggio) e per la sicurezza sullavoro; ha persino la spudoratezza di definirequesto ultimo aspetto assolutamente prioritario,il che è totalmente falso: gli interventi per lasicurezza nello stabilimento di corso ReginaMargherita 400 sono stati posticipati a dopo iltrasferimento delle linee nella fabbrica di Terni -

secondo quanto in precedenza affermato daldottor Espenhan che se ne è assunto in toto laresponsabilità - come giustamente gli fa notareil pm Guariniello mettendo in questo modo inseria difficoltà il testimone.

La spavalderia di costui va sempre più scemandoalle successive domande dell'avvocato Bonetto,fino ad apparire visibilmente provato dagli"sganassoni" ricevuti, come lo stesso avvocatoAudisio fa notare, anche se lui ovviamente siriferisce alla lunghezza dello interrogatorio.

Alle ore 12:30, terminata la audizione di Rizzi,la Corte sospende la seduta per circa quarantaminuti, prima di riprendere con le deposizioni dialcuni altri testimoni di secondaria importanza:si tratta del dottor Mazzucchetti, membro delladirezione aziendale responsabile del settore delleassicurazioni; del dottor Regoli, ex dipendenteThyssenkrupp nella stabilimento di Terni, che sioccupava di investimenti e controllo di gestione;dei due broker assicurativi che hanno stipulatopolizze con la società: il dottor Torti, e la suacollaboratrice, signora Canale.

Ognuno di questi si limita a riferire del settore disua competenza, arricchendo sicuramente leconoscenze processuali ma senza aggiungerenulla di eclatante.

Alle ore 15:40, terminate le testimonianze, laCorte aggiorna la seduta a mercoledì 14 aprile,quando vi sarà certamente bisogno di uninterprete per almeno uno dei testimoni - tale si-gnor Weber - non escludendone uno anche perun tale di nome Kruse; per lo stesso motivo vienespostata più avanti la deposizione del sindaco diTerni, Raffaelli.

14 APRILELa seduta si apre alle ore 9:35 con la deposizionedell'onorevole Borghini - che afferma essere statonel 2007 coordinatore della direzione per le crisiaziendali presso il ministero dello Sviluppoeconomico, che all'epoca avrebbe avuto cometitolare il forzitaliota imperiese Claudio Scajola:questo signore racconta le fasi del tavolo - alquale partecipava sempre l'ad Espenhan, cheparla correntemente l'italiano, come dichiara il

testimone su precisa domanda rivoltagli dal pmGuariniello - che hanno portato allo accordo del9 luglio 2007 per la dismissione dellostabilimento torinese.

Abbiamo solo una perplessità legata al fatto che,alla epoca dei fatti, il governo fosse nelle manidella coalizione della Unione, a guida di RomanoProdi: come è possibile che il ministero delloSviluppo economico potesse essere retto dalforzitaliota Scajola, ed il sottosegretario allapresidenza del Consiglio dei ministri potesseessere Gianni Letta, come dichiarato dalBorghini?

A seguire tocca al primo dei due tedeschi previstiper questa mattina; si tratta del dottor Kruse,collaboratore di Gerhard Prignitz nellaamministrazione della società: questi declina leproprie generalità in perfetto italiano ed inoltrecorregge, precisa ed anticipa in più occasioni latraduzione della interprete, parlando sia initaliano che in tedesco.

Questo dimostra che il Kruse padroneggia benela lingua italiana, come peraltro già lo Espenhanin precedenza: e non potrebbe esserediversamente, visto anche che la sua segretaria ètale Maria Laura Valentini, il cui nome ne tradisceevidentemente la provenienza italica; dasegnalare lo spazientimento della giudiceIannibelli per il continuo anticipare la traduzionedella interprete, fino ad arrivare achiedere al testese gli serve realmente.

Nel corso della sua testimonianza, il Kruse cadefrequentemente in contraddizione circa lafunzione del Executive Members of the Board(Emb) - se fosse un mero organismo didiscussione, ma le decisioni infine venivano preseda Espenhan, oppure se si trattasse anche di unorganismo decisionale; insomma, continua a nonessere chiara la funzione dello Emb: il legittimosospetto è che tutta questa ritrosia a svelarne lavera natura discenda dal fatto che non sia prop-rio un organismo legale, in base a quantoprescritto dal Codice civile.

Subito prima della pausa delle ore 12:00 arrivala notizia - la diffonde Audisio, specificando di

averlo appena saputo - che lo altro testimonetedesco, il dottor Weber, non sarà presente,rendendosi disponibile per la udienza di martedì27 prossimo che gli verrà totalmente dedicata acausa della complessità della sua deposizione,anche alla luce del fatto che occorrerànuovamente un interprete.

Alla ripresa, sono le ore 12:50,viene sentito loattuale vicesindaco torinese con delega al lavoro,Tom Dealessandri, il dottor Covanna, funzionariodell'Anma (l'asssociazione di categoria di cui faparte la Thyssenkrupp), e tre sindacalisti di Terni:il signor Romani, della segreteria regionale dellaCgil umbra, il signor Tasso, segretario provincialeternano della Fim-Cisl, ed il signor Franchi,segretario provinciale ternano della Uilm.

Nessuno di questi personaggi aggiunge nulla diconcreto al dibattimento, se non la dimostrazionepalese - se ve ne fosse ancora bisogno - che isindacati confederali sono dei venduti ai padroni;se così non fosse si sarebbero rifiutati di deporrecome testimoni a discarico.

Alle ore 15:00 la Corte aggiorna la seduta amercoledì 21 aprile.

27 APRILEL’ udienza odierna si apre alle ore 9:30 con ladeposizione dello ingegner Weber, attualmentedipendente della Allianz Assicurazioni, ma nelbiennio 2006-2007 "ingegnere per la sicurezzaantincendio" presso la Axa Assicurazioni, lasocietà che proprio da quello anno, a seguito delloincendio dello stabilimento tedesco di Krepheld,divenne la assicuratrice della Thyssenkrupp.

La prima parte del lunghissimo interrogatorio,condotto dallo avvocato Audisio con lo ausiliodi un interprete di madrelingua tedesca data lanon conoscenza della lingua italiana da parte deltestimone, si dilunga nei particolari circa loincendio avvenuto a Krepheld nel 2006 e gliavvenimenti immediatamente successivi, visti dalpunto di vista assicurativo: visite,raccomandazioni, franchigie, interventi effettuatiper scongiurare il pericolo del ripetersi di eventisimili.

Dopo circa una ora e mezza è finalmente il turnodello stabilimento di Torino, da lui visitato - inun solo giorno - con il responsabile della AxaItalia, l'ingegner Brizzi, per vedere di migliorarele condizioni della fabbrica, in modo da poterabbassare la franchigia.

Certamente questa è la parte più interessante delladeposizione, riguardando principalmente leraccomandazioni per le linee quattro e cinquedello stabilimento di corso Regina Margherita400: in sostanza si tratta di suggerimenti perambedue le linee di decapaggio - cambiamento,se possibile, dei materiali in plastica, e se nonpossibile la realizzazione di un impiantoantincendio - più, soltanto per la linea quattro,adeguamento a standard superiori dellaprotezione delle centraline oleodinamiche (quelledella linea cinque erano state giudicatesoddisfacenti).

Alle ore 11:50 la corte sospende la seduta finoalle ore 12:45, quando è previsto ilcontrointerrogatorio del pm, che <non saràbreve> come lo stesso Guariniello annuncia allaCorte subito prima della pausa.

Al rientro il pm produce la traduzione di alcunidocumenti già agli atti ma solo in lingua originale,tra cui tutti i verbali del Board, ed Audisio - cheappare visibilmente nervoso - si inalbera,pretendendo che non vengano ammessi, se letraduzioni non sono fatte da un consulentenominato dalla Corte; la giudice si riserva didecidere nella prossima udienza.

A seguire ha luogo il controinterrogatorio - cheviene tenuto dalle due sostitute pm FrancescaTraverso, per la parte che concerne Krepheld, eLaura Longo, per quel che riguarda Torino - cheripercorre tutte le parti della testimonianza delWeber; nel corso di questo vengono formulaterichieste di precisazioni su quasi tutti i passaggi:ciò porta, indubbiamente, ad un arricchimentodelle conoscenze della Corte, ma non vediamodi quale utilità possa essere stato per la difesa.

A questo proposito pensiamo sia utile segnalareun passaggio della deposizione in cui il Weber

asserisce che fu la Thyssenkrupp a decidereautonomamente di dare seguito per prime alleraccomandazioni circa la linea quattro perché eramolto più produttiva della cinque, ed una suaeventuale fermata le avrebbe creato problemimaggiori; a questo punto Audisio comincia adinnervosirsi sempre più, come si evince dal suofrequente ricorso alla opposizione, accompagnatoda una tosse nervosa persistente ed un coloritopaonazzo che lo costringono pochi minuti dopoad uscire dalla aula per andare a rinfrescarsi inbagno.

Alle ore 16:00 si conclude la audizione di questopersonaggio - che ha preteso il rimborso dellespese da parte del Tribunale per venire atestimoniare - e la presidente Maria Iannibelliaggiorna la seduta a martedì 4 maggio.

4 MAGGIOL’ udienza odierna si apre con la lettura, da partedella presidente della Corte Maria Iannibelli, diun dispositivo di ordinanza in merito alla richiestadel pm di acquisire nove traduzioni di documenti,tradotti in italiano dal consulente tecnico di parteingegner Cavallaro, più un file in tedesco: nonessendoci accordo tra le parti, la Corte disponela nomina di due periti che procederanno allatraduzione.

Interviene Audisio che, a sua volta, chiede diprodurne altri trentuno - dei quali otto in tedesco- di cui tre differenti da quelli del pm; a questopunto nasce una schermaglia su tutte leacquisizioni, che porta la Corte a sospendere laseduta per circa quarantacinque minuti: la diatribaviene successivamente risolta con la nomina deitraduttori, che dovranno consegnare i loroelaborati entro giovedì 10 giugno, per poi essereascoltati, insieme con l'ingegner Cavallaro, nellaseduta fissata per il giorno successivo.

Tutto questo è propedeutico alla successivaaudizione - mercoledì 30 giugno e venerdì 9luglio - dei consulenti tecnici di parte della difesai quali, se non fossero intervenuti questi nuovifatti, sarebbero dovuti essere ascoltati mercoledì12 maggio.

Alle ore 11:30 inizia la ormai abituale sfilata di

ben nove testimoni della difesa: da parte di tuttiloro c'è la dichiarazione comune che lo ad HaraldEspenhan - durante gli incontri giornalieri con icapi area denominati "short meeting" - è moltoattento alla sicurezza, al limite del maniacale;peccato che poi tutti - incalzati dalle domandedel pm Guariniello - ammettono di non essere ingrado di riferire quali sono le iniziative concreteda lui prese in merito a questa questione.

Ci sorge il dubbio, per non dire la certezza, chetutti questi "signori" siano stati istruiti dai verticidella Thyssenkrupp e dal collegio difensivo:questo anche perché sono tutti, attualmente,dirigenti di varie aree dell'azienda a Terni(Cardinali, centro di figura; Siano, produzione;signora Caporusso, capacità produttiva; signoraFerrandi, programmazione della produzione;Scoppi, spedizioni e trasporti; Luffredduzzi,capacità produttive della area a freddo) o di suecontrollate (Calderini, Sammarco, Daunucci).

Alle ore 13:50 la presidente sospende la seduta,aggiornandola a mercoledì 12 maggio quandoverranno sentiti gli ultimi due testimoni della listapresentata dallo avvocato Audisio e dalla difesain generale: Di Bitonto e Raffaelli; si tratta didue "recuperi" di chi non si era presentato allaudienza in cui era stato citato.

12 MAGGIOL'udienza odierna ha inizio alle ore 9:40, eprevede l'audizione di ulteriori due testimonidella difesa: quella dell'onorevole Raffaelli,sindaco di Terni, non ha luogo, e l'avocatoAudisio rinuncia a sentirlo; resta pertanto soltantoda ascoltare la ingegnere Di Bitonto, che neglianni 2006-2007 si occupava, in qualità didirigente dell'Arpa Piemonte, della verifica deiSistemi gestione sicurezza (Sgs) delle aziende,ed in questa veste si era occupata dellostabilimento Thyssenkrupp di corso reginaMargherita 400.

La ingegnere - attualmente dirigente dell'ufficioInquinamento grandi impianti della regionePuglia - non ha molti ricordi, e si affida spessoalla lettura dei documenti; questo fa alterare ilpm Guariniello che fa notare che <non si trattadi un testimone, ma di una persona che legge dei

documenti e poi ne dà la sua valutazione>.

Di seguito riportiamo le cose interessanti dettedalla testimone, rispondendo alle domandedell'avvocato Audisio.

Nel 2003 <lo Sgs era, come tutti del resto,migliorabile; in questo caso però c'erano ampimargini di miglioramento>, ma glissa sul fattose l'azienda avesse o meno adempiuto alleprescrizioni richieste (solo rispondendo ad unadomanda del pm dirà poi che, nel corsodell'ispezione del 2006, le condizioni di sicurezzaerano accettabili).

Il piano di emergenza era estremamente semplice,tanto da constare soltanto di una planimetria dellafabbrica con segnate le vie di fuga.

Non esiste nessun formale riscontro - leggasiverbali - dell'avvenuta formazione dei lavoratorisulla questione sicurezza (ma su questosuccessivamente si contraddirà affermando diaverli visti e presi agli atti).

Le quattro visite ispettive del giugno 2006 furonopreannunciate all'azienda - come da prassi - anchecon più di due settimane di anticipo, e furonoeseguite sotto stretto controllo dei responsabilidello stabilimento che guidarono la commissionedove meglio credevano loro.

Insomma, l'ennesimo testimone a discarico chesi ritorce contro l'azienda: infatti Audisio a trattiappare visibilmente nervoso, al punto che nelconcludere l'interrogatorio sembra quasi volermettere in ulteriore difficoltà il teste rispetto aquanto già fatto dal pm.

Alle ore 11:30, terminata l'audizione, si assistealla lettura, da parte della difesa, di un elenco diuna trentina di testimoni a cui la stessarinuncerebbe in cambio dell'acquisizione dellerelazioni dei consulenti tecnici del pm, indicatidalla difesa come teste, e della produzione di 94attestati di corsi di formazione dei lavoratori; ilpm e le parti civili non hanno nulla da obiettare -più che altro per velocizzare il procedimento - ela Corte ne dispone la acquisizione.

Alle ore 12:00 la presidente, Maria Iannibelli,sospende la seduta e la aggiorna a venerdì 11giugno, quando verranno esaminati i perititraduttori nominati nella scorsa udienza.

11 GIUGNOL'udienza odierna, la sessantaduesima, ha luogoun mese dopo quella precedente: ciò si è resonecessario per permettere, ai periti nominati dallaCorte, di effettuare le traduzioni dei documentipresentati nel corso dell'ultima seduta dale parti,e su ciò essere interrogati.

In un'aula sempre più vuota - al contrariodell'esterno dove gli attivisti della Rete nazionaleper la sicurezza sui luoghi di lavoro continuanoa tenere l'abituale presidio - ed alla presenza assaipoco gradita di due scarafaggi (intesi comeinsetti), che circolano liberamente nella zonariservata al pubblico, l'udienza ha inizio alle ore9:40 con l'audizione della traduttrice deidocumenti originariamente prodotti in linguainglese, per poi continuare con colei che hatradotto quelli in tedesco.

Per quanto concerne la prima, la pm FrancescaTraverso rinuncia ad interrogarla in quanto incompleto accordo con il lavoro da lei effettuato,mentre la consulente della difesa precisa alcunipassaggi alla luce di alcuni termini 'gergali' dellaThyssenkrupp, che si rivelano assai poco rilevantirispetto alla struttura dei verbali.

Per quanto riguarda invece la seconda, l'esamerisulta molto più lungo: infatti sono molteplicile osservazioni delle periti delle parti, dovute alfatto che la traduttrice è stata catapultataimprovvisamente nel processo, mentre le stessesono tre anni che studiano le carte.

Una fortuna, che accelera la deposizione, è chele due periti di parte si trovano d'accordo su tuttele correzioni da effettuare, il che permette diconcludere il contraddittorio in circa sessantaminuti, contro i circa trenta della precedentedeposizione.

A concludere la giornata si assiste allatestimonianza dell'ingegner Cavallero che dàalcune precisazioni circa i 539 documenti da lui

tradotti per conto dell'ufficio del pm, e delle correzioniapportate successivamente ad una parte degli stessi.

Alle ore 13:15, concluso l'esame del Cavallero, laCorte aggiorna la seduta a mercoledì 30 giugno.

30 GIUGNOL'udienza odierna - che ha luogo alla presenza, ormaiabituale anche se assai poco gradita, di unoscarafaggio - si apre alle ore 9:30 e prevede l'audizionedei consulenti tecnici della difesa: il professor Betta,l'ingegner Queto, ed il professor Cerri; in realtà, datala complessità dell'audizione del Betta, che parlaanche a nome del Queto, il Cerri verrà ascoltato nelcorso della prossima udienza in programma venerdì9 luglio.

Il Betta vomita, per oltre due ore, dati a suo direinconfutabili che dimostrerebbero quanto l'aziendafosse attenta al problema della sicurezza degliimpianti - a sentire lui basterebbe leggere i bilanci,senza bisogno di andare a vedere le condizioni con-crete dello stabilimento torinese, per rendersi contodi questo - mentre ad ogni pie' sospinto insinua chel'evento che ha portato all'eccidio del 6 dicembre 2007sia stato causato dalla distrazione degli operai presentiquella notte sulla linea, ché avrebbero lasciato ilselettore di ingresso dell'aspo uno in posizionemanuale.

Per rendersi conto di quale fosse il reale livello diattenzione dell'azienda a riguardo delle problematichelegate alla sicurezza, basta ricordare come ilprincipale imputato in questo procedimento - l'adHarald Espenhan - nel corso della propria deposizioneabbia assunto totalmente su di sé la responsabilità diaver bloccato i finanziamenti relativi alla linea cinquefinché questa non fosse stata trasferita nell'altra sedeitaliana, a Terni: questo dimostra che l'esposizionedel professore napoletano si deve tranquillamenteriassumere in un mucchio di idiozie volte a far passarei padroni assassini come brava gente, ed i lavoratori,vittime, come gli unici responsabili del massacro.

Del resto, il fatto che il Betta sia solo un servo deipadroni è confermato dal fatto che la sua relazione èdemolita, punto per punto, dai pm Traverso eGuariniello (nonché dal loro consulente tecnico,ingegner Marmo) e dagli avvocati di MagistraturaDemocratica - anche per la Flmu - Mara e Carrara,

che lo mettono in sempre maggiore difficoltà.

Non è un caso, a mio parere, che l'avvocato difensoreEzio Audisio prima interrompa una domanda del pmalessandrino, ottenendo come risposta "gradirei nonessere interrotto", poi - sempre più paonazzo in viso- scappi come un ladro per alcuni minuti dall'aula,per andare a schiarirsi le idee.

e' morto leonardoippoliti -la tyssenuccide ancora

E’ morto la scorsa notte al policlinico Umberto Idi Roma dove era stato trasferito dall’ospedaledi Terni, Leonardo Ippoliti, l’operaio di di 29 anni,rimasto vittima di un incidente sul lavoroall’interno dello stabilimento della Thyssen KruppAcciai speciali Terni il 28 maggio scorso.L’operaio, addetto al reparto Pix, stava compiendolavori con un macchinario sopra una passerellametallica quando, per cause ancora in corso diaccertamento, è stato preso a contrasto dalmeccanismo. Un suo collega di lavoro, che si eraaccorto di quanto stava accadendo, ha subitofermato il macchinario che aveva comunqueprocurato all’operaio gravi lesioni e loschiacciamento della gamba destra. Condotto ingravi condizioni all’ospedale di Terni, dopo pochigiorni era stato trasferito a policlinico romano.La scorsa notte il decesso.

SCIOPERO IMMEDIATO Poco dopo la notiziadella morte del giovanissimo operaio le rsuaziendali dell’azienda siderurgica hannoproclamato uno sciopero immediato. I lavoratoridel primo turno di Tk Ast hanno già scioperatoper dalle 12 alle 14, quelli del secondo sifermeranno dalle 20 alle 22 mentre i gli addettial reparto dove operava Ippoliti si fermerannofino alle 22 di questa sera. In un comunicato lersu esprimono ‘’sconforto e rabbia per quantoaccaduto unendosi al dolore della famiglia diLeonardo Ippoliti’’. Ribadiscono quindi ‘’lanecessità di tenere alta l’attenzione verso leproblematiche riguardante la sicurezza,l’ambiente e la salute nei luoghi di lavoro’’,denunciando altresì ‘’tutte quelle pressioni versoi lavoratori nel nome della produzione ad ognicosto’’.

UNA BUONA SENTENZAE’ arrivata mercoledì 17 marzo la sentenza delprocesso ai sei portuali genovesi che nell’apriledel 2007 - a seguito della morte del 40enne EnricoFormenti - erano scesi in sciopero bloccando iltraffico in lungomare Canepa, la trafficatissimastrada che dal porto sale sino al casello autostradaledi Genova Ovest.

Erano sei gli imputati per “violenza privata”,cinque di loro sono stati assolti: si tratta diGianfranco Zoja, Andrea Remagnino, AlbertoMusso, Luca Pirlo e Vittorio Biffo; il solo CarloFrancesco Di Marco sarà processato - per aver rottoa sprangate un vetro e scosso un pochino la auto-mobile di chi pretendeva a tutti i costi di passareoltre le barricate erette dai camalli - il 23 marzocon rito abbreviato.

Ci sembra che, quanto avvenuto a Palazzo diGiustizia, sia una buona sentenza, che riconosce ildiritto dei lavoratori a protestare anche attraversoil blocco delle strade: rappresenta, quantomeno,un freno alla pretesa del Governo di smontare tuttele proteste, imponendo il divieto di bloccare strade,autostrade e ferrovie.

Genova, 18 marzo 2010

Taranto- processo AntoninoMingolla -appalto Ilva

Si è tenuto il 9 giugno - il processo perla morte di Antonino Mingolla, unoperaio dell’appalto ilva, morto il 18aprile 2006 per intossicazione di gas.Ebbene il processo comincia realmentesolo il 9 giugno 2010, vale a dire 4 annie 3 mesi dopo la morte....Per tutti questi anni Franca Caliolo,moglie dell’operaio, ha condotto unadura battaglia per raccontare lavicenda, mobilitare le coscienze, hapartecipato prima alla fondazionedell’associazione 12 giugno familiarivittime del lavoro dell’Ilva in seguito,ha contribuito ed è stata protagonistadella fondazione della Rete nazionaleper la sicurezza sui posti di lavoro, laquale ha organizzato diversi eventi perfare di questa morte una battaglia perla vita degli operai contro i profitti delcapitale e di padron Riva, compreso unariuscita manifestazione nazionale aTaranto il 18 aprile 2009.

Mobilitarsi in occasione del processo per l'occupazioneall'agenzia interinale Intempo di RavennaLa Rete fa appello alla mobilitazionedavanti alle agenzie interinali in occasionedell'apertura del processo a Ravenna acarico degli attivisti della Rete di Ravennache hanno occupato "l'agenzia dellamorte", Intempo, al Porto di Ravenna perprotesta per la morte sul lavoro di 2 operai,al porto di Ravenna e a Marghera, mandatia morire proprio da questa nuovaorganizzazione dello sfruttamentopadronale, il nuovo caporalato legale chesi chiama agenzia interinale.Il processo è una evidente rappresaglianei confronti della Rete che si batte, conla denuncia e la mobilitazione deilavoratori, per la sicurezza al Porto e perla chiusura di una agenzia che azzera idiritti dei giovani operai, in primo luogoquelli della sicurezza nei luoghi di lavoro.Una rappresaglia che va contrastata ancora

di più perchè dal Tribunale di Ravenna nonc'è stata giustizia per la morte di LucaVertullo, ucciso dal profitto dei padroni delporto al suo primo giorno di lavoro.Il Convegno nazionale contro la precarietàdel 13 marzo a Ravenna è stata la primarisposta all'intenzione repressiva deipadroni del Porto. Gli Atti pubblicati nelprecedente numero del Bollettino dellaRete nazionale, unitamente al Dossierrealizzato dalla Rete-nodo di Ravenna,servono alla campagna per la chiusuradelle agenzie interinali della precarietà/sfruttamento/insicurezza dei lavoratori.Il poeta operaio, Giuliano Bugani, stapreparando uno spettacolo teatralesulla morte di Luca Vertullo chepresenteremo a Ravenna, davanti icancelli delle fabbriche e negli spazisociali cittadini.

E' emergenza sicurezzasul lavoro nei Porti

Nei Porti si continua a morire. Schiacciati,annegati, esposti alla nocività, i lavoratoriportuali stanno dando un pesante tributo disangue ai profitti dei padroni terminalisti. ALivorno in tre giorni sono morti sul lavoro 2lavoratori, di cui uno era immigrato. Un autistadi tir è stato travolto da alcuni tubi di acciaio da16 metri caduti da un forklift mentre venivanotrasbordati dal suo camion. "Era un caricoinsicuro e pericoloso" ha detto il sostitutoprocuratore dopo il primo sopralluogo al varcoGalvani del porto di Livorno.Un'ennesima morte annunciata.Morti dimenticati troppo in fretta dal chiassovergognoso di padroni e governo sul primatodella libertà d'impresa, mentre preparano l'attaccoallo Statuto dei Lavoratori e alla Costituzione eimpongono il diktat fascista agli operai diPomigliano.Da CGIL-CISL-UIL nessuna risposta per fermarela mattanza di operai nei luoghi di lavoro,nessuno sciopero di tutti gli scali marittimi perbloccare le merci dei padroni e difendere la vitadei lavoratori.Dalle istituzioni, dai comuni e dal carrozzoneburocratico delle Autorità portuali a loro legati,le solite frasi di cordoglio che non costano nullamentre, invece, la voce grossa la fanno, eccome,in questi giorni impegnati a fare opposizione allabozza del disegno di legge del governo sul'Riordino della legislazione in materia portuale'(approvato dal Consiglio dei Ministri del 16aprile 2010), preoccupati dell'autonomiafinanziaria che perderebbe il loro sistemaconcertativo e "federalista" di sfruttamento(comuni, cooperative, compagnie portuali). Tuttisensibili alla libertà d'impresa e indifferenti allasicurezza dei lavoratori.E' un girone infernale il porto, come denunciamoda tempo: non c'è sicurezza, non ci sono controlli,i confederali sono i nuovi caporali cheorganizzano lo sfruttamento di cui i lavoratoriinterinali sono l'anello più debole e poi i ritmi dilavoro che non danno tregua ai portuali.

Fincantieri Palermo:condannati dirigenti per operaimorti per amianto

la Rete nazionale per la sicurezza sui postidi lavoro esprime una parziale soddisfazioneper la sentenza di condanna affinchè possacostituire un precedente utile per altre causedei lavoratori

ma le condanne sono rispetto ai crimini dicui sono accusati i dirigenti fincantieri sonnettamente insufficienti, per i limiti dellalegge e un insufficiente coraggio dei giudici

in questo sistema capitalistico le condannein tribunale mostrano solo che i padroniviolano le loro stesse leggi, ma non che visia una reale giustizia per i lavoratori

per questo la rete nazionale per la sicurezzasui posti di lavoro, si pone l’obbiettivo difinalizzare la propria battaglia a unarivoluzione politica e sociale che metta la vitadei lavoratori al primo posto e non il profittoe le leggi del capitale

questo fa della rete un organismopienamente interno alla generale battagliaanticapitalista della classe operaia e dellemasse popolari

per questo tutte le forze operaie e proletarie,tutte le forze realmente anticapitalistichedevono considerarla uno degli utili strumentinelle mani del movimento operaio percondurre questa battaglia contro padroni egoverno, contro stato e capitale

campagna per la Riassunzionecampagna per la Riassunzionecampagna per la Riassunzionecampagna per la Riassunzionecampagna per la Riassunzione

di Salvatore Palumbodi Salvatore Palumbodi Salvatore Palumbodi Salvatore Palumbodi Salvatore Palumbo

la Rete Nazionale per la Sicurezza-ha realizzato un video disponibile sui CD facendonerichiesta all’ indirizzo: [email protected] ha organizzato una sottoscrizione per sostenerematerialmente Salvatore Palumbo nella sua battaglia peressere reintegrato al suo posto di lavoro.I versamenti possono essere effettuati sul conto correnteintestato a Diego Palumbo con codice IBAN IT09O07601 04600 000025829672 e causale “Sottoscrizioneoperaio Salvatore Palumbo”.

di Marco Spezia

Potete trovare il pdf del Decreto all’ indirizzo:h t tp : / / t r ans fe r.hagakure . i t /manager i t a l i a /dl_20100531.pdf

A parte ogni altra considerazione sulla natura realedella Finanziaria (fare pagare ai lavoratori e aicittadini anni e anni di sperperi a vantaggio diimprenditori e politici), metto in evidenza i contenutigravissimi dei seguenti articoli.

ARTICOLO 7 COMMA 1“Con effetto dalla data di entrata in vigore delpresente decreto legge, al fine di assicurare la pienaintegrazione delle funzioni assicurative e di ricercaconnesse alla materia della tutela della salute e dellasicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro e ilcoordinamento stabile delle attività previste dall’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 9 aprile2008, n.81, ottimizzando le risorse ed evitandoduplicazioni di attività, l’ IPSEMA e l’ ISPESL sonosoppressi e le relative funzioni sono attribuite all’INAIL, sottoposto alla vigilanza del Ministero dellavoro e delle politiche sociali e del Ministero dellasalute”

Con tale articolo si sopprime un istituto come l’ISPESL: istituto sicuramente di parte, ma checomunque negli anni ha saputo dare un contributopositivo nella divulgazione di pubblicazioni tecnichee scientifiche di alto livello.

ARTICOLO 8 COMMA 12"Al fine di adottare le opportune misureorganizzative, nei confronti delle amministrazionipubbliche di cui all' art.1, comma 2 del decretolegislativo n.165 del 2001, il termine di applicazionedelle disposizioni di cui agli articoli 28 e 29 deldecreto legislativo 9 aprile 2008 n.81, in materia dirischio da stress lavoro- correlato, è differito al 31dicembre 2010".

Con tale articolo si ufficializza (al di là di ognimandato che una legge finanziaria può dare a unGoverno e in barba alla Costituzione) che la leggeNON è uguale per tutti.

Per i dipendenti privati la valutazione del propriostato di stress lavoro correlato parteobbligatoriamente dal 01/08/10, per i dipendentipubblici (e non si sa bene per quale motivi) partedal 01/01/11.

GLI EFFETTI DELLA FINANZIARIA SU SALUTE E SICUREZZA

Diffondo a seguire il comunicato stampa dell’ ISPESLa proposito della soppressione di tale ente decisadalla legge finanziaria.

La soppressione dell’ ISPESL (istituto sicuramentedi parte, ma che comunque negli anni ha saputo dareun contributo positivo nella divulgazione dipubblicazioni tecniche e scientifiche di alto livello sullasalute e sulla sicurezza dei lavoratori) è un ulterioreattacco alla salvaguardia dei diritti dei lavoratori !

COMUNICATO STAMPA DELL’ ISPESL

L’ ISPESL (Istituto Superiore per la Prevenzione e laSicurezza sul Lavoro) ha investito per 30 anni denaropubblico per dotarsi di attrezzature e personalericercatore che lo hanno portato oggi ad essereconosciuto ed apprezzato dalla comunità scientificanazionale ed internazionale e di notevole utilità per lacomunità economica e per i decisori politici.

Tutto questo rischia di essere vanificato e sperperato,la professionalità dei ricercatori mortificata, più di 500fra borsisti e co.co.co che in questi anni hannosopperito alla mancanza di organico rendendosiindispensabili, rimarranno disoccupati, in nome di unrisparmio che se valutato correttamente risultairrisorio.

In nessun Paese europeo le ragioni della crisi hannoportato allo scioglimento degli enti di ricerca che sioccupano di salute e sicurezza sul lavoro e dellariduzione delle tutele sociali.

Per tali motivi, si ritiene la scelta dell’ inclusione dell’ISPESL tra gli Enti soppressi:

- non appropriata alla luce dei compiti e del ruoloistituzionale affidato dalle norme a ISPESL, compitie ruolo ribaditi dal Governo con il D.Lgs.81/08 inmateria della salute e della sicurezza nei luoghi dilavoro;

- non in linea con le motivazioni alla base dell’ odiernodecreto legge.

Chiediamo al Governo e al Parlamento diriconsiderare al più presto un provvedimento chedepaupera un capitale umano e scientifico rilevante,e priva opinione pubblica, decisori pubblici edorganismi internazionali di un referente professionaleautorevole e indipendente.

MORTE, CONFINO,MOBBING ALLA FIATDI POMIGLIANODal blog di Samanta di Persio16 giugno 2010

La Fiat è quella che chiude gli stabilimentiin Italia ed apre in paesi dove lamanodopera costa meno, ma il prezzo delleauto per gli italiani è a prezzo italiano.La Fiat è quella che minaccia la chiusuradi stabilimenti storici: Pomigliano, Ter-mini Imerese, perché la manodoperacosta troppo e lo Stato interviene con soldipubblici da anni.La Fiat è quella che paga la buonuscita diCesare Romiti (il grande manager cheavrebbe ristrutturato l’ azienda) 101,5milioni di euro (pari a 50 mila anni di lavoroper un operaio a tempo indeterminato,perdo il conto per un precario).Montezemolo ha uno “stipendio” di 6milioni di euro. Un altro manager Frescoin 5 anni ha percepito 6 milioni di euro …Come dire, i debiti sono di tutti ed iguadagni dei soliti noti.Rosario racconta la tragica morte delpapà e la sua battaglia da solo per lagiustizia

Una vita invisibile Mio padre, AntonioD’ Amico ha lavorato per 32 anni in Fiat.Entrò come operaio di II livello fino adarrivare a quadro di VII livello era CapoUte, gestiva settanta persone. A settembredel 2002 dopo una vita di sacrifici, sarebbeandato in pensione. Spesso andava aTorino per i collaudi, avviamenti di linea,per proporre nuovi progetti.E’ stato lui ad insegnarmi l’ importanzadel lavoro. Anch’ io lavoro in Fiat. Nonebbi bisogno di raccomandazioni, maessere il figlio di Antonio era una garanzia,era stimato da tutti. L’ azienda per lui eratutto. Lui entrò nel 1972 con la prova d’arte, era un carrozzerie e poi fu assunto atempo indeterminato.Lavoravamo nello stesso reparto: lalastratura, dove si assemblano le lamiere.Però mio padre non era il mio capo, lìsiamo circa 300 operai. In tutto ilcapannone fino ad oggi ci sono cinquemila persone.A fine di febbraio del 2002, mentrelavoravo, uno dei ragazzi con contratto atermine, guidava un carrello non misembrava che avesse padronanza, mancò

poco che mi venne addosso.Alle 6.35 del 6 marzo del 2002, lo stessoragazzo guidava un carrello elevatore,nell’ area Ute, con una velocità superiorea 6 km orari, investì mio padre. Portavadue contenitori con lamiere,probabilmente superavano l’ altezzaconsentita del metro e sessanta, dunquela visibilità era limitata. Il tutto avvenivasotto i miei occhi, e sotto quelli di almenoaltri trenta operai. Quel carrello aveva ilmarchio CE, c’ erano tre pedali, con undoppio sistema di frenata che garantivanoun sistema ABS, un pulsante sullo sterzoper la retromarcia.Ma il collega non ha visto mio padre enon ha fatto nulla per impedire l’ impatto.Finì a terra sbattendo la testa. Abbiamoun’ ambulanza in azienda, ma non eraattrezzata dotata di ossigeno.Mio padre non ce la faceva a respirare,era fra le mie braccia e mi sentivoimpotente. Sono trascorsi venti minutiprima che ne arrivasse un’ altra. Intantovenne chiamata l’ impresa di pulizia eveniva ripulita tutta l’ area dov’ eraavvenuto il fatto.E’ morto dopo 40 minuti di agonia, giunseall’ ospedale già senza vita.Quando arrivò la magistratura non c’erano più prove, furono sequestratisettanta carrelli e questo mi consolavaperché significa che qualcosa non andava.Nel mio reparto allora, il 75% degli operaierano precari, il sistema lavororichiederebbe una formazione e unpatentino per poter guidare i carrelli, madi fatto non era così.In quel periodo avevamo in produzionela nuova Punto, l’ azienda contava moltosulle vendite perciò c’ era bisogno diprodurre a ritmi elevati. Ci sonoregistrazioni nelle quali si vede benissimoche i carrelli viaggiano ad una velocitàalmeno doppia rispetto a quella previstaper norma. Ciò significa che un operaioproduceva per due.Il ragazzo precario venne licenziato, mafu assunto da una ditta esterna, all’ internodella Fiat alcune lavorazioni vengonoesternalizzate.Mentre per me cominciò un periodo dimortificazione e umiliazione, dove senzail mio avvocato non ne sarei uscito. Tutti isacrifici, tutte le rinunce della mia famigliaper il bene dell’ azienda, in un attimo eranoscomparsi. I colleghi di lavoro nonavevano visto, parliamo di circa trenta

persone. Solo io avevo visto. Capii la miasolitudine, perciò giravo nell’ azienda conun registratore, non feci mistero di questacosa ed alcuni colleghi andarono amodificare le dichiarazioni fatteprecedentemente.Io tornai a lavoro dopo dieci giorni dimalattia. Nel frattempo nessuno dell’azienda telefonò a mia madre, perscrupolo morale, per un po’ di solidarietà,aveva perso il suo compagno di vita perventotto anni.Quando rientrai, chiesi di essere spostatodi reparto, non ce la facevo a stare doveavevo visto mio padre morire. Ma nonc’ era posto per me in nessunalavorazione. Mi mandavano dieci minutida una parte, dieci da un’ altra e miveniva detto ogni volta che non sapevanocome impiegarmi.Mi mandarono a visita medica, perchésecondo loro non ero più idoneo asvolgere le mie mansioni a causa deltrauma subito, che di conseguenzainfluenzava anche la mia testimonianza.Dopo due mesi mi sospesero, in attesadel responso del collegio dei medici.Per altri sei mesi rimasi a casa, percepivolo stipendio, la busta paga mi arriva a casa.Un giorno ho ricevuto un telegramma nelquale si chiedeva di presentarmi in aziendaper lavorare alle 13 dello stesso giorno.Per me era impossibile. Andai il lunedìseguente e fu contestata la mia assenza,ma mi spostarono di capannone, anche lìnon c’ era lavoro per me, mi misero al turnocentrale e non facendo più turni perdevouna parte cospicua di stipendio. Il miolegale mi consigliò di andare tutti i giorni alavoro, con la mia divisa, anche se nonvenivo collocato in alcun posto.Un giorno mi chiamarono e mimandarono a lavorare alle porte,finalmente era uscito il lavoro per me, peròlavoravo sempre con tensione perché loroaspettano il momento giusto per punirmi.Infine fui spostato nell’ interporto di Nola.Qui siamo circa duecento operai, cioccupiamo di logistica. Coloro che si sonoribellati al sistema, siamo tutti coloro chechiediamo i nostri diritti, non potendoessere licenziati per via del contratto atempo indeterminato, siamo in un’ areadove tutto è a norma, dove tutti i sistemidi sicurezza funzionano.