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Resoconto Stenografico X Legislatura Seduta Pubblica n. 54 (1ª sessione) di Mercoledì 17 Febbraio 2016 (ore 10.00) Resocontazione Servizio Giuridico Istituzionale

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Resoconto Stenografico

X Legislatura

Seduta Pubblica n. 54 (1ª sessione)

di

Mercoledì 17 Febbraio 2016 (ore 10.00)

Resocontazione

Servizio Giuridico Istituzionale

X LEGISLATURA - RESOCONTO STENOGRAFICO - SEDUTA DEL 17 FEBBRAIO 2016

Seduta precedente n. 53 di mercoledì 3 e mercoledì 10 febbraio 2016

CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO

54.

SEDUTA DI MERCOLEDI’ 17 FEBBRAIO 2016

(1ª sessione)

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE STORACE INDI

DEL PRESIDENTE LEODORI (ore 11,26)

**********

Ufficio di Presidenza Presidente: Daniele Leodori

Vicepresidenti: Mario Ciarla, Francesco Storace Consiglieri Segretari: Maria Teresa Petrangolini; Gianluca Quadrana; Giuseppe Simeone

Gruppi consiliari

Centro Democratico: Cd (c.g. Piero Petrassi); Cuoritaliani: Ci (c.g. Daniele Sabatini); Fratelli d’Italia: FdI (c.g. Giancarlo Righini); Gruppo misto: Misto (c.g. Pietro Sbardella); Il Popolo della Libertà: PdL-FI (c.g. Antonio Aurigemma); La Destra: LaD (c.g. Francesco Storace); Lista Civica Bongiorno-Obiettivo Lazio: LB-OL (c.g. Marino Fardelli); Lista Civica Nicola Zingaretti: LcZ (c.g. Michele Baldi); Lista Storace: LS (c.g. Olimpia Tarzia); Movimento 5 stelle Beppegrillo.it: M5s (c.g. Valentina Corrado); Partito Democratico: Pd (c.g. Massimiliano Valeriani); Partito Socialista Italiano per Zingaretti: Psi (c.g. Daniele Fichera); Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà: Si-Sel (c.g. Gino De Paolis).

Giunta regionale Presidente: Nicola Zingaretti

Vicepresidente: Massimiliano Smeriglio Assessori: Formazione, Turismo, Ricerca, Scuola e Università: Massimiliano Smeriglio; Ambiente, Rifiuti e Rapporti con il Consiglio Regionale: Mauro Buschini; Politiche del Territorio e Mobilità: Michele Civita; e Sviluppo economico e Attività produttive: Guido Fabiani; Agricoltura, Caccia e Pesca: Carlo Hausmann; Cultura e Politiche giovanili: Lidia Ravera; Infrastrutture, Enti Locali e Politiche Abitative: Fabio Refrigeri; Politiche del Bilancio, Patrimonio e Demanio: Alessandra Sartore; Lavoro, Pari Opportunità e Personale: Lucia Valente; Politiche Sociali, Sport e Sicurezza: Rita Visini.

INDICE

Ordine del giorno (La seduta inizia alle ore 10,22) PRESIDENTE…………………………………..5 Question time

PRESIDENTE......................................................5

Interrogazione a risposta immediata n. 172 del giorno 15 maggio 2015, proposta dal consigliere Righini, concernente: “Progetto per la realizzazione del Parco Radimonte nel Comune di

Affile. LL.RR. 26/2007 e 31/2008” PRESIDENTE......................................................5 RIGHINI (FdI)...................................................5,6 BUSCHINI, Assessore…………………………..5

Interrogazione a risposta immediata n. 242 del giorno 30 luglio 2015, proposta dal consigliere Santori, concernente: “Depotenziamento servizi di emergenza nel quadrante Ladispoli-Cerveteri”

PRESIDENTE......................................................7 Interrogazione a risposta immediata n. 263 del

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giorno 29 settembre 2015, proposta dal consigliere Lupi, concernente: “Autorizzazione Centro produzione biometano in Artena”

PRESIDENTE………………….……………..7,8 LUPI (Pd)…………………..……………….....7,9 BUSCHINI, Assessore……….……...………......7

Interrogazione a risposta immediata n. 242 del giorno 30 luglio 2015, proposta dal consigliere Santori, concernente: “Depotenziamento servizi di emergenza nel quadrante Ladispoli-Cerveteri” PRESIDENTE…………………………….…9,11 SANTORI……………………………………9,12 BUSCHINI, Assessore…………………………11

Interrogazione a risposta immediata n. 344 del girono 15 febbraio 2016, proposta dai consiglieri Porrello e Barillari, concernente: “Controllo della Giunta sugli atti amministrativi a seguito della nomina del cons. Marco Vincenzi a Presidente della Commissione bilancio” PRESIDENTE……………………………...13,14 PORRELLO (M5s)…………………………13,15 BUSCHINI, Assessore…………………………14 Interrogazione a risposta immediata n. 329 del giorno 22 dicembre 2015, proposta dai consiglieri Bianchi, Bonafoni e De Paolis, concernente: “Chiarimento ritardi produzione Alfa Romeo Giulia”

PRESIDENTE....................................................16 BIANCHI (Si-Sel)…………………………..16,18 VALENTE, Assessore………………………….17

Interrogazione a risposta immediata n. 342 del giorno 11 febbraio 2016, proposta dal consigliere Aurigemma concernente: “Finanziamenti regionali agli enti locali per il pagamento delle rette delle RSA” PRESIDENTE..........................................18,20,21 AURIGEMMA (PdL-FI)…………………...18,21 VISINI, Assessore……………………………...19 Interrogazione a risposta immediata n. 298 del giorno 4 novembre 2015, proposta dal consigliere Sabatini, concernente: “Delibera del Comune di Orte n. 20 del 13/8/2015, pubblicata il 19/8/2015 al n. 639 ed avente ad oggetto l’0autorizzazione al Commissario prefettizio sottoscrizione convenzione con la Asl di Viterbo e la Regione Lazio”

PRESIDENTE....................................................22 SABATINI (Ci)……………………………..22,24 BUSCHINI, Assessore…………………………23

Comunicazioni del Presidente PRESIDENTE....................................................25

Approvazione processi verbali PRESIDENTE....................................................25

Ordine dei lavori

PRESIDENTE……………………………...25,26 PORRELLO (M5s)………………………….…25 Proposta di legge regionale n. 202 del giorno 23 ottobre 2014, di iniziativa dei consiglieri Valeriani, Patanè, Bonafoni, Petrangolini, Aurigemma, Lena, Petrassi, Barillari, Fardelli, Bianchi, Tarzia (ritirata in data 25 giugno 2015), Tortosa (cessato con D.C. n. 6/2015) e De Paolis concernente: “Disciplina degli interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del bullismo” Relazione PRESIDENTE……………………………...26,30 VALERIANI (Pd)………………………….…..26

Discussione generale PRESIDENTE……………………….30,31,32,36 CARRARA (Pd)……………………………….30 TARZIA (LS)…………………………………..32 BONAFONI (Si-Sel)...........................................36 BARILLARI (M5s)……………………………40

Ordine dei lavori PRESIDENTE………………………….......44,45 STORACE (LaD)………………………….…..44 VALERIANI (PD)……………………………..44 SBARDELLA (Misto)………………………....45 TARZIA (LS)…………………………………..45

Discussione generale PRESIDENTE……………………………........46 RIGHINI (FdI)………………………………....46

(La seduta è sospesa alle ore 13,26 e riprende alle ore 15,25) PRESIDENTE…………………………………47

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Ordine dei lavori PRESIDENTE…………………………………47 PORRELLO (M5s)…………………………….48 PERILLI (M5s)………………………………...48

Questione sospensiva PRESIDENTE…………………………..48,49,50 PORRELLO (M5s)……………………........48,49 TARZIA (LS)……………………………….49,50

Discussione generale PRESIDENTE…………………………..50,51,53 PATANE’ (Pd)…………………………..…….50

Ordine dei lavori PRESIDENTE……………………………...53,54 PERILLI (M5s)…………………………….…..53 DENICOLO’ (M5s)………………………..…..54

(La seduta è sospesa alle ore 15,57 e riprende alle ore16,06)

PRESIDENTE…………………………………55

(La seduta è sospesa alle ore 16,06) Allegati n. 1 – Proposte di legge presentate....................56 n. 2 – Mozioni presentate....................................57 n. 3 - Interrogazioni a risposta scritta presentate............................................................58 n. 4 – Interrogazioni a risposta immediata presentate............................................................59 n. 5 – Risposta pervenuta all’interrogazione a risposta scritta n. 1152.......................................60

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La seduta inizia alle ore 10,22

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE STORACE

PRESIDENTE. Colleghi del Consiglio, iniziamo i nostri lavori.

Question time

PRESIDENTE. Iniziamo con le interrogazioni al nostro esame.

Per il question time è presente, per le prime, l’assessore Buschini, poi vedremo per quelle successive.

Interrogazione a risposta immediata n. 172 del giorno 15 maggio 2015, proposta dal consigliere Righini, concernente: “Progetto per la realizzazione del Parco Radimonte nel Comune di Affile. LL.RR. 26/2007 e 31/2008”

PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 0.1, reca: Interrogazione a risposta immediata n. 172 del giorno 15 maggio 2015, proposta dal consigliere Righini, concernente: “Progetto per la realizzazione del Parco Radimonte nel Comune di Affile. LL.RR. 26/2007 e 31/2008”.

Ha chiesto di parlare il consigliere Righini. Ne ha facoltà.

RIGHINI (FdI). Grazie, Presidente.

Come ricorderà l’Assessore, allora Presidente della Commissione Bilancio, io posi questa interrogazione, a cui ricevetti una risposta da parte dell’allora assessore Ciminiello del tutto incomprensibile, che non toccava neanche remotamente il quesito che in realtà con l’interrogazione si intendeva porre.

Non credo sia necessario ricostruire all’assessore Buschini la storia dei fatti. In sintesi, è accaduto che per un procedimento amministrativo che si è concluso nel più assoluto rispetto della norma vigente, relativamente a un finanziamento concesso dalla Regione per la realizzazione di un

parco, si sia tentato di frammentare il finanziamento e tentare di non pagarne una parte solamente perché si contestava un’intitolazione di un piccolo fabbricato manufatto all’interno del parco, che era stato intitolato al Maresciallo Rodolfo Graziani.

Da qui ne è conseguito un contenzioso, che mi sembra anche si sia quasi totalmente definito, almeno queste sono le notizie che mi giungono dal Comune di Affile, e quindi avevo ripresentato l’interrogazione per capire come l’Amministrazione intendesse concludere questa pratica amministrativa, perché c’era stata addirittura una delibera con cui si era inteso revocare definitivamente il finanziamento, delibera che era stata poi oggetto di impugnativa al TAR da parte del Comune di Affile.

Del resto, come era prevedibile, ovviamente l’eventuale pagamento di interessi per il ritardato pagamento e degli oneri derivanti da un contenzioso amministrativo costituirebbero evidentemente un’ipotesi di danno erariale.

Vorrei quindi capire, visto che l’altra volta non sono riuscito a farlo, mi era stato chiesto di aspettare nel ripresentare questa interrogazione, lo faccio a distanza di molti mesi e con l’iter amministrativo ritengo ormai concluso, iter amministrativo dinanzi al TAR e quindi alla giustizia amministrativa parzialmente concluso, salvo ulteriori impugnative da parte della Regione, che farebbero sorridere, se oggi possiamo porre la parola fine rispetto a questa vicenda, che io giudico da un punto di vista amministrativo grottesca.

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare l’assessore Buschini. Ne ha facoltà.

BUSCHINI, Assessore. Conosco la vicenda da Presidente della Commissione. Più volte è stata oggetto di discussione nell’ambito delle riunioni della Commissione, anche durante la sessione di bilancio.

Rispetto all’interrogazione, che riguarda il progetto di realizzazione del Parco Radimonte nel Comune di Affile, di cui alle

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leggi regionali 28 dicembre 2007, n. 26, e la legge finanziaria regionale per l’esercizio 2008, di fatto, la situazione è abbastanza conclusa, nel senso che, allo scopo di evitare un pregiudizio economico a carico della Regione, in esecuzione dell’atto di precetto notificato in data 10 luglio 2015, con determinazione G15473 del 10 dicembre 2015, è stata impegnata a favore del Comune di Affile la somma complessiva di euro 40.354,81.

In data 22 dicembre 2015, l’Avvocatura regionale ha trasmesso l’atto di pignoramento presso terzi ottenuto dal Comune di Affile; in virtù del citato atto di pignoramento, sono stati emessi i seguenti provvedimenti di liquidazione: il n. 30437 del 22.12.2015, di euro 34.245,52 per saldo a contributo, e n. 30442 del 22.12.2015, lo stesso giorno, di euro 6.109,29 per le spese legali e gli interessi.

Questi provvedimenti di liquidazione sono stati pagati il 3 febbraio e in data 10 febbraio 2016 le relative quietanze di pagamento sono state trasmesse all’Avvocatura per estinguere la procedura di pignoramento presso terzi.

Con mail del 15 febbraio, l’Avvocatura ha comunicato di aver provveduto, nei termini istruttori concessi dal giudice, a depositare le quietanze telematicamente, formulando contestualmente la domanda di petizione. L’erogazione di detta somma è stata disposta in ragione dell’obbligo di dare esecuzione al decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo e al correlato atto di precetto e non in quiescenza alla pretesa avanzata dal Comune di Affile da parte della Regione Lazio, che si è riservata il diritto di agire per la ripetizione degli importi corrisposti al Comune di Affile all’esito del giudizio di opposizione pendente davanti al Tribunale ordinario di Tivoli avverso il predetto decreto ingiuntivo.

Pertanto, ad oggi, gli importi dovuti al Comune di Affile per l’intervento oggetto di interrogazione sono stati tutti erogati. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Righini. Ne ha facoltà.

RIGHINI (FdI). Grazie, Assessore, per la risposta, che in parte conoscevo.

La cosa che però più mi preoccupa è che c’è ancora il tentativo di andarsi a far restituire in qualche modo delle somme che, è bene che venga chiarito una volta per tutte, la Regione non ha alcun titolo per rivendicare. Adesso si è conclusa la vicenda e comunque è una somma esigua, ma ha un valore simbolico, perché quei 6.000 euro della seconda liquidazione potevano essere assolutamente risparmiati dalla Regione, perché sono spese legali e interessi maturati sul ritardato pagamento di quelle somme.

Sono 6.000 euro che avete deciso di buttare dalla finestra, perché avete dovuto utilizzare un pretesto di carattere ideologico rispetto a un atto amministrativo e questa cosa non è consentita.

Assessore, la prego di spiegare al presidente Zingaretti che nonostante le reiterate istanze e manifestazioni fatte dall’ANPI purtroppo le somme sono state spese correttamente dall’Amministrazione di Affile e sono state utilizzate nel più assoluto rispetto della normativa vigente. Sono state rendicontate al centesimo, sono state certificate puntualmente dalla Amministrazione di Affile e non avete alcun titolo per perseverare in questo atteggiamento.

Le dico un’altra cosa, Assessore. Era l’occasione per porre una pietra tombale su questa vicenda. Adesso se voi insistete nella richiesta di restituzione di queste somme in sede civile, se dovesse derivare, come accadrà sicuramente e come vi era stato anticipato in occasione dell’impugnativa che avete fatto del decreto ingiuntivo, dell’opposizione fatta al decreto ingiuntivo, e avete già pagato 6.000 euro di spese e di interessi, poi faremo il totale e le posso assicurare che questa volta il danno erariale se non lo fa il Comune di Affile, lo predisporrò io l’esposto alla Corte dei conti per farvelo corrispondere, perché è inaccettabile che voi continuiate in maniera così arrogante nel tentativo di utilizzare un pretesto ideologico rispetto ad un fatto

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amministrativo. Questa cosa non vi è consentita e le posso

assicurare che sarà mia cura predisporre personalmente l’esposto alla Corte dei conti se da questo secondo procedimento che state tentando ne deriverà un’ulteriore spesa legale e di interessi che corrisponderete al Comune di Affile per danno erariale.

Interrogazione a risposta immediata n. 242 del giorno 30 luglio 2015, proposta dal consigliere Santori, concernente: “Depotenziamento servizi di emergenza nel quadrante Ladispoli-Cerveteri”

PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 0.2, reca: Interrogazione a risposta immediata n. 242 del giorno 30 luglio 2015, proposta dal consigliere Santori, concernente: “Depotenziamento servizi di emergenza nel quadrante Ladispoli-Cerveteri”.

Il collega Santori non c’è. Si intende che abbia rinunciato.

Interrogazione a risposta immediata n. 263 del giorno 29 settembre 2015, proposta dal consigliere Lupi, concernente: “Autorizzazione Centro produzione biometano in Artena”

PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 0.3, reca: Interrogazione a risposta immediata n. 263 del giorno 29 settembre 2015, proposta dal consigliere Lupi, concernente: “Autorizzazione Centro produzione biometano in Artena”.

Ha chiesto di parlare il consigliere Lupi. Ne ha facoltà.

LUPI (Pd). Grazie, Presidente. Parliamo di una interrogazione a risposta immediata che dal 29 settembre è stata protocollata ora. La discutiamo dopo sei mesi. Quindi, non me ne voglia l’assessore Buschini, ma di fatto non era sicuramente diretta lei e al suo operato di questi pochi giorni rispetto alla questione dei rifiuti, ma siamo arrivati solo oggi a discutere di questa interrogazione.

PRESIDENTE. Vuole spostarla di qualche mese?

LUPI (Pd). No, penso che l’attesa possa bastare.

L’interrogazione, nel particolare, tratta di una richiesta di autorizzazione di produzione di biometano ad Artena.

È molto chiara nel suo complesso, anche per un lavoro già portato avanti dall’assessore Civita; intendiamo però capire quale sia la volontà della Giunta regionale in riferimento ad autorizzazioni di questo tipo di impianti, in attesa che si completi un lavoro di stesura del Piano regionale dei rifiuti.

Vogliamo sapere se la Giunta regionale è stata messa a conoscenza della richiesta pervenuta, che diventerebbe, in virtù di un lavoro, che la stessa Giunta sta portando avanti, di stesura del Piano regionale dei rifiuti, un passo indietro, ma soprattutto una fuga in avanti rispetto al disegno che si sta portando avanti circa il Piano regionale dei rifiuti.

Inoltre, vorremmo sapere come intenda rispondere a questo tipo di richiesta che non risponde ai programmi di questa Giunta con cui ci siamo presentati agli elettori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’assessore Buschini. Ne ha facoltà.

BUSCHINI, Assessore. Signor Presidente, in merito all’interrogazione proposta dal consigliere Lupi, al fine di acquisire elementi e dati utili per la risposta, ho interpellato le aree di competenza e in particolare l’Area qualità ambiente e valutazione impatto ambientale e l’Area ciclo integrato dei rifiuti.

In merito ai quesiti proposti, fermo restando che le procedure di che trattasi sono di competenza di attività amministrativa degli uffici, si precisa che l’istanza è stata attivata in data 5/8/2015 per l’avvio della procedura di impatto ambientale da parte della società Green Park Ambiente S.r.l.. La stessa è visionabile, come per legge, sul sito della Regione Lazio, ai fini della trasparenza amministrativa e per acquisire le eventuali

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osservazioni da parte dei cittadini, comitati, enti e quant’altro, e tutti coloro che ne sono interessati.

Preliminarmente occorre evidenziare che il progetto presentato prevede un impianto per la produzione di biometano a basso impatto ambientale da matrici organiche che tratterà circa 150 tonnellate di FORSU, con la produzione di circa 1.000 normal metro cubo ora di biogas e di 500-600 normal metro cubo ora di metano, con un monte ore di funzionamento pari a 8.000 ore annue.

L’impianto prevede di trattare un totale di 50.000 tonnellate all’anno. Saranno trattate anche 7.500 tonnellate di fanghi da depuratore civile, smaltimento spurghi, e 9.000 tonnellate di verde all’anno. La tecnologia proposta prevede una fase di fermentazione in ambiente anaerobico e con degradazione delle sostanze organiche e formazione di gas metano e biossido di carbonio. Il metano recuperato nel processo viene utilizzato per l’immissione in rete e il successivo trasporto in carri bombolai per gli utilizzi delocalizzati.

È altresì prevista una fase di compostaggio suddivisibile in due fasi: biossidazione e maturazione. La prima si sviluppa in biotunnel ed è caratterizzata da una rapida decomposizione delle matrici organiche e con un’intensa attività metabolica e di innalzamento della temperatura aventi come risultato compost fresco. La seconda, denominata carrying phase, si sviluppa in vasche di maturazione con il risultato finale di compost maturo.

Il progetto prevede inoltre la realizzazione di una volumetria di circa 36.000 metri cubi con altezze massime di dieci metri, l’area coperta corrisponde a 3.900 metri cubi, la superficie esterna a 15.000 metri quadrati.

Inoltre, nella fase di smaltimento delle operazioni, rientrano nelle tipologie D8 trattamento biologico, D9 trattamento fisico-chimico, D13 raggruppamento preliminare prima dell’operazione di processo, D15 deposito preliminare prima dell’operazione di processo.

Nella fase di recupero le operazioni

rientrano nelle categorie R1 utilizzazione dei rifiuti per produrre energia, sarebbe la digestione anaerobica; R3 il recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi, cioè il compostaggio; R13 messa a riserva dei rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti R1 ed R12, ed è escluso il deposito temporaneo prima della raccolta e nel luogo in cui sono prodotti.

Sulla base delle caratteristiche di questo progetto presentato all’Area Qualità, ambiente e valutazione di impatto ambientale, risulta che l’opera ricade nel Punto 5 dell’Allegato VIII della Parte II del decreto-legge n. 152/2006 ed è, quindi, soggetta all’Autorizzazione Integrata Ambientale.

Si precisa che al momento non risulta presentata, invece, da parte del proponente istanza all’area di competenza Area Ciclo integrato dei rifiuti.

Con riferimento al Piano dei rifiuti, che è citato nell’interrogazione, si precisa che esso è di fatto approvato con delibera del Consiglio regionale n. 14/2012 ed è tuttora vigente. Soltanto il paragrafo dello scenario di controllo è stato sospeso nella delibera del Consiglio regionale n. 8 del 2013 e, questo è in fase di aggiornamento. Si stanno raccogliendo i dati dalle Province e dagli enti interessati e noi contiamo di averli disponibili tra pochi giorni.

E’ anche d’obbligo evidenziare che in data 02.10.2015, presso l’ufficio VIA (Valutazione di impatto ambientale), sono pervenute le osservazioni del Comune di Artena elaborate dall’ufficio tecnico e dalla Commissione consiliare competente...

PRESIDENTE. Assessore, arrivi a conclusione. Le risposte hanno tre minuti. BUSCHINI, Assessore. Sì, ho concluso. Grazie.

...approvate con delibera del Consiglio comunale in data 31.09.2015, nonché le osservazioni da parte di comitati e privati cittadini.

L’ufficio VIA, vista anche la specifica

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complessità dell’impianto, ha ritenuto opportuno procedere alla convocazione della Conferenza di servizi, al fine di acquisire i pareri di natura ambientale, ai sensi dell’articolo 26, comma 4, del citato decreto, necessari per tutto l’espletamento dell’istruttoria di VIA.

Per completezza d’informazione e concludo, si precisa che alla Conferenza dei servizi indetta per il 10.03.2016 presso l’ufficio VIA sono stati inviati a partecipare, in qualità di uditori, anche i soggetti che hanno presentato le osservazioni.

PRESIDENTE. Grazie, Assessore. Ha chiesto di parlare, per la replica, il consigliere Lupi. Ne ha facoltà. LUPI (Pd). Assessore, la ringrazio per la risposta, anche se capisco che lei siede da poco sugli scranni e da poco tratta questa materia. Non ho capito bene, effettivamente, se questo tipo di impianto rientra nella fase di aggiornamento, che state portando avanti, del Piano dei rifiuti, anche in vista, ma soprattutto in vista, delle proposte che sono già ferme di questo tipo e che da anni aspettano una risposta, come quella di Velletri, come quella di Aprilia e come quella di Gallicano, soprattutto in vista di una zona in particolare, dove si vuole realizzare questo impianto, completamente agricola e che risulta tutelata e vincolata dal PTPR, soprattutto in virtù del fatto che questo è un sito dove vi è una presenza fortissima di falde acquifere che vanno a fungere da serbatoio del vicino monumento naturale di Giulianello.

Quindi, Assessore, io la ringrazio per le risposte che mi ha dato. Mi riservo di seguire con attenzione l’iter che verrà portato avanti rispetto a questo tipo di intervento soprattutto nel cercare di capire, cosa che non ho capito dalla sua risposta e quindi mi ritengo parzialmente soddisfatto, se rientra o no questo tipo di impianto, questo tipo di struttura che nel Comune di Artena vuole essere realizzata in virtù dell’aggiornamento

al Piano dei rifiuti che stiamo cercando di portare avanti. Grazie. Interrogazione a risposta immediata n. 242 del giorno 30 luglio 2015, proposta dal consigliere Santori, concernente: “Depotenziamento servizi di emergenza nel quadrante Ladispoli-Cerveteri”

PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 0.2, reca: Interrogazione a risposta immediata n. 242 del giorno 30 luglio 2015, proposta dal consigliere Santori, concernente: “Depotenziamento servizi di emergenza nel quadrante Ladispoli-Cerveteri”.

Colleghi, torniamo un attimo indietro. Prima ho dichiarato decaduta l’interrogazione numero due 0.2 per l’assenza del collega Santori.

Se non ci sono osservazioni, consentiamo di poterla illustrare…

(Interruzione di un consigliere)

…esattamente in suo favore.

Ha chiesto di parlare il consigliere Santori. Ne ha facoltà.

SANTORI (Misto). Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Magari, collega, lo dico ai colleghi uomini, anche se non c’è nel Regolamento, se la prossima volta viene anche lei con la giacca, perché sarebbe opportuno per l’Assemblea.

SANTORI (Misto). Va bene. La cravatta vale di più della giacca?

PRESIDENTE. Non stiamo scherzando. È un problema di decoro dell’Assemblea. Tutto qua.

SANTORI (Misto). Certo, per capire. Magari nel Regolamento possiamo pure segnarlo. Non ho problemi.

Il tema dell’interrogazione è il depotenziamento dei servizi di emergenza nel quadrante Ladispoli-Cerveteri. Questa

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interrogazione è del 30 luglio 2015. Anche a seguito di un’audizione del Direttore generale riguardo l’atto aziendale avvenuto nella discussione in Commissione Salute, il 16 marzo del 2015, il dottor Quintavalle ha smentito ogni ipotesi ufficialmente prevista per la chiusura del presidio integrato territoriale di Ladispoli-Cerveteri che prima era un pronto soccorso, poi è diventato appunto un PIT ed è l’unico presidio che ricopre un’area molto vasta, di settanta chilometri, dall’inizio dell’Aurelia fino a Civitavecchia. Quindi, è l’unico presidio per tantissimi cittadini in quel territorio.

Il PIT svolgeva quattordicimila interventi e quindi la denuncia, arrivata da più parti, anche dal Consiglio comunale di Ladispoli, prevedeva appunto la sospensione di alcuni servizi e interventi, un serio disagio per circa ottantamila persone che vivono sul territorio, ma nei mesi delle vacanze estive arrivano a contare oltre duecentocinquantamila persone.

Il Direttore generale prese l’impegno di mantenere attivo il punto di primo intervento; questi servizi consentivano di tutelare il diritto a chi risiede sul territorio e a chi in estate è solito frequentare quest’area molto importante per i cittadini, anche per i cittadini romani e per una vasta porzione di litorale laziale, compresa Cerveteri.

Purtroppo, è accaduto che il 25 maggio 2015 è stata inaugurata la Casa della Salute di Ladispoli. Zingaretti, con la solita propaganda, ha detto: “Apriremo una serie di Case della Salute”, che poi però non sono state aperte. Alcune hanno fatto finta di aprire, e questo è uno dei casi. Il 25 maggio 2015, infatti, è stata aperta questa Casa della Salute, che poi è rimasta chiusa senza personale, senza pazienti e senza neppure una lista d’attesa, per oltre sette mesi.

Ufficialmente è partita il 30 dicembre 2015, perché probabilmente, questo lo chiedo all’Assessore, c’erano dei fondi disponibili, da parte della Direzione centrale, proprio per l’apertura di queste Case della Salute. Ma come è stata aperta questa Casa della Salute? Con il personale del PIT, il punto di primo intervento, di Ladispoli.

Quindi, si sono aperte due cose che funzionano, una per nulla, perché è veramente una cattedrale nel deserto, la Casa della Salute di Ladispoli, e l’altra, il PIT, che è stato dimezzato nei suoi servizi e dunque nel personale. In particolare, infatti, il sistema di controllo del territorio è passato da due turni a un turno soltanto.

Adesso farò un accesso dettagliato agli atti al Direttore generale della Asl, farò un accesso alla Direzione generale regionale sanitaria su questi temi, cioè su quali sono i criteri di eleggibilità di ricovero per la Casa della Salute, se esiste un’azione di controllo dei costi della Casa della Salute stessa, perché è stata aperta in fretta e in furia, quali sono i protocolli scritti per le varie operazioni inerenti la Casa della Salute e se vengono rispettati; insomma tutta una serie di aspetti che riguardano in particolare la Casa della Salute.

Quello che chiediamo è che il punto di primo intervento venga mantenuto con i servizi e con le attività ambulatoriali che c’erano precedentemente. Purtroppo questo, come ripeto, non sta avvenendo, c’è stato un depotenziamento forte, un ridimensionamento delle prestazioni fornite agli utenti che sono costretti a recarsi in pronto soccorso molto più lontani.

Caro Assessore, visto che comunque c’è un tema fortemente sentito di salute su tutto il territorio regionale, le chiedo se il PIT continuerà a essere autonomo, oppure se continuerà ad avere quella gestione, anche delle urgenze e dei codici rossi che ci sono stati, salvando la vita a numerose persone; se ci sono le criticità che le ho illustrato nell’intervento; se corrisponde al vero che tali difficoltà organizzative e gestionali interessano anche l’Ares 118 e se intende, in virtù di un aumento della popolazione del quadrante, potenziare i servizi invece di smembrarli e renderli inefficienti e se non intende annualmente programmare la presenza di ulteriore personale medico e infermieristico nel periodo estivo per fronteggiare il notevole afflusso sul litorale nord romano. Grazie.

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PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare l’assessore Buschini. Ne ha facoltà.

BUSCHINI, Assessore. Grazie, Presidente.

Prenderò qualche minuto in più perché…

PRESIDENTE. Quello che lei desidera, assessore.

BUSCHINI, Assessore. Grazie. Dicevo, perché l’interrogazione propone diversi temi che, secondo me, vanno approfonditi con puntualità.

Vado per schemi, Consiglieri, per essere il più chiaro possibile.

In merito al primo quesito, se il PIT continuerà a rimanere autonomo o se sarà invero assorbito nella Casa della salute, partiamo da un punto, cioè dal decreto del Ministero della salute 2 aprile 2015, n. 70 “Regolamento recante la definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”; al punto 9.1.5 “Punti di primo intervento” prevede, tra le altre cose, che esclusivamente a seguito della riconversione dell’attività di un ospedale per acuti in un ospedale per la post-acuzie, oppure in una struttura territoriale, potrebbe rendersi necessario prevedere per un periodo di tempo limitato il mantenimento nella località interessata di un punto di primo intervento operativo nelle dodici ore diurne e presidiato dal sistema 118 nelle ore notturne.

La mission dei punti di primo intervento è la trasformazione in postazione medicalizzata del 118 entro un arco temporale predefinito e implementando l’attività territoriale al fine di trasferire al sistema dell’assistenza primaria le patologie a bassa gravità, che non richiedono trattamento ospedaliero secondo protocolli di appropriatezza condivisi tra 118, DEA, Hub & Spoke di riferimento e di distretto, mantenendo rigorosamente separata la funzione di urgenza da quella delle cure primarie.

Nei punti di primo intervento non è prevista l’osservazione breve del paziente.

A seguito dell’inaugurazione avvenuta lo

scorso maggio, a giugno si è svolto un incontro pubblico a Cerveteri nel corso del quale il Direttore generale, dottor Quintavalle, chiarì, nonostante alcune delibere dell’Asl lo avessero già più volte ribadito, che la Casa della salute non avrebbe sostituito il PIT. Il posto di primo intervento sarebbe rimasto all’interno della Casa della salute.

Ultimo intervento in ordine di tempo è stata la convocazione del Direttore dell’Asl presso il Comune di Ladispoli, il 14 luglio, per un incontro con i Gruppi consiliari e i sindacati, in cui si convenne per il funzionamento del posto di primo intervento ventiquattro ore su ventiquattro per tutti gli interventi di competenza.

Io credo sia bene anche informare, comunque, che il posto di primo intervento non assegna codici di priorità in linea con i triage di pronto soccorso, bensì garantisce la stabilizzazione del paziente e il successivo trasferimento in un luogo più idoneo ai bisogni di cure evidenziati.

Rispetto, poi, alla seconda richiesta, cioè di informazioni circa eventuali criticità relative al laboratorio di analisi del PIT di Ladispoli, che potrebbero emergere per i laboratori di analisi attualmente collocati nel presidio, si ritiene che, ai sensi del disposto piano di riorganizzazione dei laboratori di analisi pubblici, approvato con DCA/219 del 2014, in quell’area continueranno ad operare i punti prelievi già esistenti, senza alcun disagio per gli utenti. Non risultano, infatti, ad oggi, criticità circa la disponibilità delle prestazioni ambulatoriali, di laboratorio analisi e radiologia. La struttura è stata concepita quale miglioramento sostanziale dell’attività sanitaria del territorio e sta adempiendo appieno a questa funzione.

Alla domanda se corrisponde al vero che i quattro posti letto di degenza non sono stati attivati, si informa che con la presa in carico dei primi tre pazienti è iniziata ufficialmente, il 30 dicembre 2015, l’attività dell’unità di degenza infermieristica presso la Casa della salute di Ladispoli, Cerveteri. Tale unità è un’area di cura a bassa intensità clinica, di

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tipo intermedio, dotata di posti letto funzionali, gestita ventiquattro ore su ventiquattro da personale infermieristico, con la presenza di un medico in turno nella struttura per eventuali necessità. I ricoveri sono stati richiesti dai presidi ospedalieri, dai CAD o dagli stessi medici di medicina generale e le richieste vengono valutate da una équipe valutativa territoriale.

Grazie alla strutturazione che l’Asl si è data, è stato posto, in seguito, il completamento delle domande assistenziali della prima Casa della salute dell’Asl in questione, implementando sempre più l’integrazione con il territorio, che è la caratteristica principale di un’azienda sanitaria diffusa, come risulta essere la RM F.

Per quanto riguarda la questione del personale, e chiudo, si informa che non è stato operato alcun depauperamento né sotto il profilo numerico né sotto il profilo qualitativo.

La Regione Lazio, proprio grazie all’attivazione della Casa della salute nel 2015, ha dimostrato forte attenzione al territorio, con ciò avendo già messo in atto quel potenziamento di servizi in virtù dell’aumento della popolazione su cui pare ricadere la preoccupazione del Consigliere che ha firmato l’interrogazione. PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare, per la replica, il consigliere Santori. Ne ha facoltà.

SANTORI (Misto). Grazie. Assessore, capisco che il ruolo di difensore della sanità laziale, soprattutto in alcuni contesti, non le si addice, perché lei è abituato ad andare a vedere le problematiche, cercare di confrontarsi con le realtà del territorio, e mi dispiace che appunto possa essere lei a svolgere questo ruolo di lettura, di semplice lettura di quelle che sono le indicazioni che arrivano direttamente dalla Asl, perché è evidente che quello che è stato scritto non è neanche frutto della Direzione regionale, che magari è andata a vedere, sanitaria intendo, sul posto che cosa avviene. No, neanche

questo. E’ direttamente la lettera di chi dovrebbe essere valutato, cioè il direttore generale, sui servizi che vengono offerti al cittadino.

Questo non potrà mai essere detto da lei, Assessore, ma è evidente che quella è una nota scritta dal direttore generale.

Perché si continua in questa azione vergognosa di presa in giro nei confronti di chi presenta l’interrogazione, di chi ha e sta seguendo il Consiglio, che ha sollecitato il sottoscritto a presentare l’interrogazione, che vive tutti i giorni le problematiche dentro l’ospedale, quindi gli operatori stessi e fuori cioè i cittadini a non confrontarsi e a ripetere da parte dell’oste se il vino è buono. Che cosa risponde l’oste, cioè il direttore generale? “Il vino è buonissimo perché l’ho fatto io. È una cosa che sto portando avanti come Direzione generale. È una cosa che faccio nell’interesse della Regione”. Sono cose assolutamente non vere, perché se si va a verificare, ripeto, le questioni sul territorio si vede totalmente una differenza tra quello che era prima il pronto soccorso, infatti, se noi andiamo lungo l’Aurelia o vicino a Ladispoli, ancora troviamo i cartelli con scritto “pronto soccorso”. Quello era un pronto soccorso, svolgeva le emergenze, non dodici ore, come dice lei, e poi l’Ares 118 che interviene nelle ore notturne, perché l’Ares 118 ce l’hanno tutti i cittadini e lo devono avere, perché è una forma di emergenza, ma se io devo andare in una struttura pubblica, in un ospedale e abito a Cerveteri o a Ladispoli per andare in un ospedale, secondo quanto dice lei, devo andare o a Civitavecchia o tornare a Roma. Sono 70 chilometri, la gente muore, non scherziamo con questo.

Si continua a dire che c’è l’apertura della Casa della Salute e il punto di primo intervento. Voi moltiplicate le cose per far vedere che si è operativi sul territorio, ma non vale né l’una e né l’altra, non funziona né l’una e né l’altra, secondo quanto richiesto dal territorio e dai cittadini.

Sono completamente insoddisfatto rispetto alla risposta. Come al solito, sono deluso da

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quelli che non sono i confronti che devono essere fatti sul territorio e i controlli che devono essere fatti nei confronti delle Direzioni generali e questo è gravissimo e continuerò a denunciarlo, perché è insostenibile l’azione che voi state facendo di smembramento della sanità regionale.

Interrogazione a risposta immediata n. 344 del giorno 15 febbraio 2016, proposta dai consiglieri Porrello e Barillari, concernente: “Controllo della Giunta sugli atti amministrativi a seguito della nomina del cons. Marco Vincenzi a Presidente della Commissione Bilancio”

PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 0.7, reca: Interrogazione a risposta immediata n. 344 del giorno 15 febbraio 2016, proposta dai consiglieri Porrello e Barillari, concernente: “Controllo della Giunta sugli atti amministrativi a seguito della nomina del cons. Marco Vincenzi a Presidente della Commissione Bilancio”.

Ha chiesto di parlare il consigliere Porrello. Ne ha facoltà.

PORRELLO (M5s). Naturalmente, prima di introdurre questa interrogazione, è necessario fare un piccolo un piccolo focus, un piccolo riassunto su quello che andiamo a chiedere con questa interrogazione.

Vorrei cominciare con il giugno del 2015, quando un quotidiano, la Repubblica, pubblica delle foto, queste qui, di Vincenzi che va con Buzzi. Si vedono chiaramente, queste sono foto della Repubblica prese direttamente dal giornale. Queste foto ritraggono il consigliere Vincenzi con il signor Buzzi che si scambiano qualche cosa. Questo è sull’articolo di Repubblica.

Contemporaneamente alle foto, viene pubblicata una intercettazione che dice che il consigliere Vincenzi fa degli emendamenti in favore di Buzzi.

Cito testualmente quello che dice Vincenzi subito dopo: “Mai presentato emendamenti per Comuni o Municipi. Buzzi mente”. Mentre dice questo, però, automaticamente si

dimette da Capogruppo. Quindi, quale sia la correlazione fra le due frasi ancora non si capisce.

Si capisce poco dopo, quando il Movimento 5 stelle si va a prendere un malloppo di emendamenti presentati in Commissione bilancio, se li va a spulciare uno per uno e, guarda caso, trova due emendamenti presentati da Vincenzi in Commissione, gli stessi emendamenti ritrovati nella intercettazione con Buzzi, che favoriscono il passaggio di denaro ai Municipi, per il finanziamento di cooperative su specifici progetti.

Qui facciamo un’interrogazione. Siamo ancora a giugno del 2015, è la n. 207 del Gruppo Movimento 5 stelle, che chiede alla Giunta alcuni passaggi amministrativi indicati nell’intercettazione e in tutto quello che stiamo rappresentando e, l’assessore Sartori, invece di prenderla come una cosa seria e di dare delle risposte accurate, dice che va tutto bene e che non è vero niente, come se ci stessimo inventando tutto.

Arriviamo poi a gennaio del 2016, precisamente il 26 gennaio, cioè ventuno giorni fa circa, tre settimane fa, e che cosa succede? Faccio un piccolo inciso, qui non stiamo facendo l’aula del tribunale, l’aula del tribunale sta a pochi chilometri da qui, c’è un’aula bunker dove ci sono dei PM e delle persone che stanno svolgendo un processo. Però, non possiamo dimenticarci che qui stiamo parlando di questioni legate a Mafia Capitale e a Mafia Regionale, su questo non possiamo mettere anche noi, come Consiglio regionale, la testa sotto la sabbia; se poi avete dei dubbi su quello che sto dicendo, basta accendere una radio o andare su internet e sentire che cosa stanno dicendo in quell’aula bunker per capire che cosa sta succedendo, magari vi fa anche bene per prendere decisioni politiche più consone da qui in avanti.

In data 26 gennaio viene chiamato come teste un servitore dello Stato, una persona in divisa, un capitano dei Carabinieri, consigliere Favara, il capitano dei ROS, che fa una deposizione schiacciante nei confronti

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di quello che è il discorso che ho appena illustrato e poi il consigliere Vincenzi viene a dire che non è vero niente, che ci stiamo inventando tutto e che stiamo facendo farneticazioni.

Il PM interloquisce, appunto, con questo servitore dello Stato e dice: “Oggi l’esame testimoniale cercherà di comprendere che tipo di attività ha svolto l’imputato, qui si riferisce, però, a Gramazio, a livello regionale”. Il Presidente del Tribunale dice: “Quindi sulle competenze regionali. Questo è l’oggetto: l’intervento sulle competenze regionali”. Insomma, il 26 gennaio c’è la netta unione fra Mafia Regionale e Mafia Capitale, cioè diventa una cosa sola; si capisce come Mafia Capitale diventa anche una questione non solo relativa alla città di Roma ma anche a tutta la Regione Lazio.

Vi cito testualmente alcuni passaggi della deposizione che fa il capitano dei ROS alla dottoressa Carletti. Dice così: “Per quanto riguarda l’iter della legge, è la legge n. 7/2014, che ha previsto queste tappe essenziali, il 14 giugno 2014 il consigliere Marco Vincenzi illustrava due emendamenti che prevedevano l’erogazione di fondi direttamente ai Municipi/Comuni previa presentazione di specifici progetti”. Lo dice il capitano dei ROS, non lo stiamo più dicendo noi. Lo capite che qui diventa qualcosa di importante, qualcosa che va oltre la politica? Oppure, volete ancora stare a dire che siamo noi quelli che fanno farneticazioni in Aula?

La dottoressa Carletti poi prosegue illustrando tutto l’iter amministrativo che avrebbe poi portato all’attualizzazione di questi emendamenti, citando espressamente le delibere regionali n. 503 e n. 673. Praticamente, la dottoressa Carletti dice pedissequamente quello che noi avevamo anticipato con l’interrogazione n. 207 di giugno…

PRESIDENTE. Concluda, collega Porrello.

PORRELLO (M5s). …2015.

Vado a conclusione. Presidente, noi oggi vogliamo presentare questa interrogazione

perché crediamo che il Movimento 5 stelle abbia fatto e abbia detto sempre tutto in Aula, prima che le cose accadessero: vedi Venafro, che oggi, tra l’altro, ha un altro processo...

PRESIDENTE. Però deve concludere ugualmente.

PORRELLO (M5s). Sto concludendo. Non è che posso dire...

PRESIDENTE. A risposta immediata, anche le domande sono immediate.

PORRELLO (M5s). Va bene. La mia domanda è questa: avete voglia di continuare a mischiare mafia regionale con Amministrazione regionale, oppure avete il coraggio di prendere una netta posizione e cominciare, innanzitutto con i vostri uffici regionali, a mettervi al sicuro da eventuali sollecitazioni politiche che possono arrivare da una persona, che ancora non abbiamo chiaro che cosa ha fatto, le foto sono chiare, ed eccole qua!

Chiediamo, Presidente, che l’Assessore risponda in maniera puntuale, piuttosto che venirci a dire che questa è una cosa del Consiglio e non è della Giunta, visto che, comunque, qui il rimpasto c’è stato per tutti e le decisioni non sono arrivate dal Consiglio e sappiamo bene, per esempio, come anche il consigliere Buschini, che adesso è assessore, rientri in questo giusto, doveroso, ma unito, tra Giunta e Consiglio, rimpasto all’interno della maggioranza.

PRESIDENTE. Consigliere Porrello, per favore, non metta in imbarazzo.

PORRELLO (M5s). Attendiamo una risposta.

Concludo dicendo: Vincenzi dimettiti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’assessore Buschini. Ne ha facoltà.

BUSCHINI, Assessore. Rispetto all’interrogazione, che ha un punto molto preciso, cioè rispetto a quali misure di

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controllo si intendano porre in essere al fine di evitare indebite interferenze nelle attività di direzione regionale, programmazione economica, bilancio, demanio e patrimonio. A questa, senza la ricostruzione e l’introduzione che il Consigliere ha fatto nella spiegazione dell’interrogazione, alla domanda puntuale, per quanto attiene la direzione programmazione economica, bilancio, demanio e patrimonio posso rassicurare gli interroganti riguardo al fatto che il funzionamento e l’organizzazione della struttura regionale sono conformate in modo tale da escludere influenze indebite di qualsiasi natura.

Tanto le strategie amministrative quanto l’adozione di ciascun provvedimento amministrativo avviene all’interno del quadro di vincoli e compatibilità offerti dalla normativa statale e regionale e dagli strumenti di programmazione che da questi derivano e che sono approvati dall’organo consiliare.

In altri termini, per essere più chiaro, la struttura amministrativa agisce in attuazione di indirizzi, in piena coerenza con le disposizioni costituzionali e statutarie, l’unità dell’indirizzo politico ed amministrativo, che sono annualmente definiti negli strumenti previsti per la loro codificazione, previsioni legislative, delibere di Giunta, Piano della performance, obiettivi gestionali della dirigenza, eccetera.

Non esistono altre modalità di esercizio delle funzioni amministrative degli uffici e questo può essere agevolmente verificato perché ogni provvedimento della Regione è accessibile sia nella sezione Amministrazione trasparente, sia presso il portale lazio.dati.it che consente la verifica di ogni singola operazione di spesa dell’Amministrazione regionale. Non esiste, quindi, alcuna possibilità di ingerenza, teorica o pratica, da parte della politica riguardo l’attività della Direzione. Infatti, è garantita la distinzione tra attività in indirizzo e controllo afferente all’organo politico che si esercita in tutte le sue forme, la cui massima espressione consiste nell’approvazione dei documenti di

programmazione economico e finanziaria e l’attuazione e gestione dell’attività amministrativa così come disposto in conformità dell’articolo 4, Indirizzo politico-amministrativo, funzioni e responsabilità, del decreto legislativo n. 165/2001, recante la specifica disciplina in materia di distinzione dell’esercizio dell’indirizzo politico e dell’attuazione della funzione amministrativa.

Non vi è quindi motivo di ipotizzare alcun rischio di interferenza, ancor meno indebita, per la Direzione programmazione economica, bilancio, demanio e patrimonio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Porrello. Ne ha facoltà. Ha due minuti.

PORRELLO (M5s). Grazie, Presidente.

Sono contento della sicurezza con cui l’Assessore ci viene a dire queste parole in Aula, naturalmente di queste ne terremo debitamente conto, la ringrazio e le useremo anche nel futuro in caso in cui dovessero servire.

Assessore, mi aspettavo anche magari qualche azione un po’ più concreta. Magari gliene suggerisco due, magari da riportare anche in Giunta: per esempio far applicare in maniera seria il Piano anticorruzione. Sappiamo bene che cosa è successo anche con la vicenda Zingaretti-Del Borrello. La rotazione dei dirigenti, altra legge dello Stato, è stata applicata o non è stata applicata?

Poi le dico un’altra cosa, Assessore. Di questa risposta potremmo essere anche contenti, la metteremo lì da parte, la conserveremo gelosamente, però, Assessore, se magari si cominciasse anche a evitare di dare incarichi dirigenziali a persone già rinviate a giudizio, magari, non è proprio il caso della Direzione regionale che abbiamo posto nell’interrogazione, ma magari come mission, come logica della Giunta regionale, già sarebbe un passo avanti nell’evitare di dover tornare in quest’Aula e fare i maghi che poi fanno le premonizioni su certi avvenimenti che, guarda caso, puntualmente

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accadono. Abbiamo fatto l’esempio: Venafro, amore e odio, e adesso vi siete costituiti parte civile nel processo. Prima faceva le lettere d’amore e adesso siete parte civile? Boh?

Abbiamo detto De Filippis e Magrini. Tutto in Aula abbiamo detto. Vi abbiamo anticipato anche il regista della cabina di regia: D’Amato. Quello è proprio rinviato a giudizio, qui non c’è niente da fare, quello è rinviato a giudizio per fatti contro la Regione Lazio e ancora gli rimane in mano la Direzione della cabina di regia, che poi fa quei film a Zingaretti, per cui lui va a dire in giro che va tutto bene.

Cambiate regista, fate fare altri film. Sulla sanità vi state inventando tutto, cambiate regista, che non va bene.

Siamo contenti della sua risposta, che terremo nel cassetto. Speriamo però vengano messi in campo anche atti che ci facciano capire che la Giunta sta andando in quella direzione.

Richiederemo comunque delle audizioni in antimafia, nella nuova Commissione presieduta dal presidente Favara, proprio per vedere se riusciamo a puntualizzare alcune cose su questi fatti e atti, accaduti nel Consiglio regionale del Lazio, e non si sa dove, o comunque tanto tempo fa, ma sei mesi fa, un mese fa, nel Consiglio regionale del Lazio. Chiameremo prima di tutti il consigliere Vincenzi a deporre nella Commissione antimafia, appena istituita. Interrogazione a risposta immediata n. 329 del giorno 22 dicembre 2015, proposta dai consiglieri Bianchi, Bonafoni e De Paolis, concernente: “Chiarimento ritardi produzione Alfa Romeo Giulia”

PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 0.5, reca: Interrogazione a risposta immediata n. 329 del giorno 22 dicembre 2015, proposta dai consiglieri Bianchi, Bonafoni e De Paolis, concernente: “Chiarimento ritardi produzione Alfa Romeo Giulia”.

Ha chiesto di parlare la consigliera Bianchi. Ne ha facoltà.

BIANCHI (Si-Sel). Tale interrogazione a risposta immediata è stata presentata il 22 dicembre e probabilmente, dopo l’annuncio a sorpresa di ieri pomeriggio, dovremmo intendere questa interrogazione superata, considerando che chiedevamo la possibilità di interloquire con la proprietà FCA, per un chiarimento sui ritardi della produzione dell’Alfa Romeo Giulia. Sono arrivate ieri pomeriggio, con questa visita a sorpresa, le dichiarazioni sul fatto che addirittura con quindici giorni di anticipo si avvierà la produzione.

Intendo comunque fare una discussione su questo tema proprio perché, al di là degli annunci a sorpresa, che vedranno anche il Presidente del Consiglio visitare lo stabilimento a metà marzo, dietro questi annunci c’è la realtà di un territorio che, nonostante gli impegni profusi da questa Regione, con l’Assessore Valente abbiamo messo in campo una serie di interventi mirati proprio al rilancio di quella parte di territorio per consentire a quello che è comunque al momento il presidio industriale più importante di poter far ripartire anche l’economia e lo sviluppo di questa provincia, vogliamo evitare che i nostri sforzi rimangano comunque appesi soltanto a un annuncio.

Con la legge regionale n. 46/2002 prevedevamo in questa Regione interventi per il sostegno e lo sviluppo all’occupazione nelle aree interessate alla crisi dello stabilimento Fiat di Piedimonte San Germano. Successivamente, questa Regione ha dato il suo parere favorevole proprio per prevedere il recupero delle economie di quella legge, il cui sblocco delle risorse era condizionato da alcuni passaggi amministrativi obbligatori per la Provincia, ovvero approvare rapidamente tutti gli atti amministrativi necessari a consentire anche la ripartenza dell’indotto che è legato al Gruppo FCA, che nel mese di novembre ha registrato un aumento delle sue immatricolazioni superando il dato generale del mercato e quindi dando testimonianza del fatto che è un settore in ripartenza.

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Che cosa chiedo in realtà all’assessore Valente, a fronte sia dell’impegno profuso da questa Regione e naturalmente anche delle riassicurazioni che sono arrivate in queste ultime ore? Chiedo che noi continuiamo comunque a presidiare questo tema, perché non possiamo semplicemente accontentarci di una produzione che parta con quindici giorni di anticipo quando in realtà sullo stesso tavolo vengono messe anche altre notizie ed altri elementi, quali quelli della riduzione degli investimenti fino al 2018 e soprattutto nessuna indicazione chiara su quali saranno le ricadute occupazionali rispetto appunto a questa riduzione degli investimenti annunciati in un primo tempo, in merito al fatto di far rientrare tutti gli addetti delle fabbriche entro il 2018, con un incontro che in realtà è stato spostato al 16 marzo prossimo, un incontro tra sindacati e naturalmente la proprietà.

Quello che io chiedo è proprio questo. Fermo restando l’annuncio, ferme restando le rassicurazioni che sono arrivate, io chiedo comunque di mantenere fermo il nostro impegno nel mantenere un ponte direttamente con FCA, proprio per garantire che gli impegni presi vengano mantenuti, che gli impegni messi in campo da questa Regione abbiano un’efficacia nei propri risultati, stante anche il fatto che le relazioni sindacali che finora sono state messe in campo nell’ambito dello stabilimento di Cassino hanno comunque funzionato e hanno funzionato in un’interlocuzione che ha tenuto in piedi i rapporti e la possibilità di garantire alle donne e agli uomini che lavorano in questa fabbrica e che lavorano nell’indotto che si muove intorno a questa fabbrica di mantenere viva la propria speranza rispetto al tema occupazione, tutto questo con una scadenza che è sul fronte, che è quella dell’8 maggio, in cui scade la cassa integrazione degli operai che lavorano in questa fabbrica.

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare l’assessore Valente. Ne ha facoltà.

VALENTE, Assessore. Grazie, Presidente.

L’interrogazione presentata dalla consigliera Daniela Bianchi, dopo aver rappresentato in premessa gli interventi a sostegno dello sviluppo e dell’occupazione messi in campo dalla Regione Lazio, rileva lo stato di preoccupazione derivante dallo slittamento dell’avvio della produzione di alcuni modelli di Alfa Romeo e interroga il presidente Nicola Zingaretti e l’Assessore al lavoro al fine di conoscere quali sono le reali cause di questo ritardo e i tempi certi di partenza della produzione, facendosi portavoce presso la dirigenza FCA.

E’ notizia di ieri la visita dell’AD di FCA, Sergio Marchionne, perso lo stabilimento di Piedimonte San Germano, nel corso della quale l’AD ha deciso di avviare la produzione della Giulia il 14 marzo, con due settimane di anticipo rispetto alla data prevista per il 31 marzo. Accompagnato dal direttore del sito di Cassino, Marchionne si è recato nel padiglione riservato alla nuova Giulia e ha espresso soddisfazione per come l’organizzazione proceda a passo spedito.

Si rileva che l’Assessorato al lavoro, nell’ambito delle proprie competenze istituzionali, è sempre disponibile ad aprire un confronto con le parti sociali ogniqualvolta le stesse ne facciano istanza. Tuttavia, ad oggi, nessuna richiesta di convocazione o segnalazione diretta da parte delle organizzazioni sindacali è pervenuta a questo Assessorato né è stato destinatario di comunicazioni che possano far dubitare in merito al progetto di rilancio del sito di Cassino, che rimane strutturalmente, per capacità produttiva, lo stabilimento più adatto alla produzione del nuovo modello di Alfa Romeo.

Resta inteso che sarà cura di questo Assessorato, qualora formalmente investito in merito, informare il Consiglio circa gli sviluppi della situazione. Il sito di Cassino è cruciale come polo produttivo per l’economia della nostra regione. A tal fine, la Regione Lazio intende approvare il programma di interventi regionali per il sostegno allo sviluppo e all’occupazione, nelle aree interessate dalla crisi dello stabilimento Fiat

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di Piedimonte San Germano da 3,5 milioni di euro, frutto del rifinanziamento della legge n. 46 del 31 dicembre 2002, dei quali almeno 1,5 milioni saranno destinati alle infrastrutture.

Grazie.

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare la consigliera Bianchi. Ne ha facoltà.

BIANCHI (Pd). Ringrazio l’assessore Valente per la risposta e, soprattutto, sottolineo questa disponibilità ad una fattiva collaborazione in termini di dialogo, soprattutto con le parti sindacali.

Naturalmente, lo dicevo anche in premessa, sono cosciente e siamo coscienti del lavoro che questa Regione ha fatto per portare su quella porzione di territorio un’attenzione, riaccendere dei riflettori e riaccendere, soprattutto, il faro della speranza in termini non soltanto occupazionali, ma di crescita e di sviluppo inteso in senso lato. La mia preoccupazione rimane soltanto sul fatto che comunque si possa ancora una volta consentire che fattori esterni possano condizionare quello che, invece, dovrebbe essere un elemento strutturale di un territorio, che comunque, insieme alle proprie imprese, ai propri industriali, al proprio comparto produttivo, alle proprie parti sociali e comunque anche agli Enti locali, prenda in mano finalmente il proprio destino e riesca a determinare e a condizionare gli andamenti del proprio sviluppo.

Ringrazio l’Assessore per la disponibilità a mantenere viva, soprattutto in questa fase così cruciale, una parte importante qual è quella delle relazioni sindacali che credo sarà anche un punto importante per essere protagonisti in questo momento di sviluppo. Grazie. Interrogazione a risposta immediata n. 342 del giorno 11 febbraio 2016, proposta dal consigliere Aurigemma, concernente: “Finanziamenti regionali agli Enti locali per il pagamento delle rette delle RSA”

PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 0.6, reca: Interrogazione a risposta immediata n. 342 del giorno 11 febbraio 2016, proposta dal consigliere Aurigemma, concernente: “Finanziamenti regionali agli Enti locali per il pagamento delle rette delle RSA”.

Ha chiesto di parlare il consigliere Aurigemma. Ne ha facoltà.

AURIGEMMA (PdL-FI). Grazie, Presidente.

Pongo questo annoso problema che coinvolge tante Amministrazioni del nostro territorio, ma soprattutto tante famiglie, Assessore del nostro territorio.

I numerosi tagli che hanno coinvolto questa Amministrazione a seguito di scelte sulle leggi di stabilità da parte del Governo nazionale gravano su questa Amministrazione che, di conseguenza, poi è costretta a farle gravare sul personale, sulle tante famiglie della nostra Regione.

Dopo l’elargizione degli 80 euro questa Amministrazione regionale ha contribuito con 700 milioni. Il taglio annunciato dell’IMU porterà ad ulteriori tagli sul bilancio già ristretto di questa Amministrazione regionale e si vedono già oggi le prime conseguenze.

Nella fattispecie questa interrogazione che le sto sottoponendo, Assessore, riguarda il pagamento delle rette delle RSA. Nell’ultima finanziaria si è registrata la prosecuzione intenta a tagliare le prestazioni e servizi e nel mese di dicembre, con due determine regionali, la Regione ha tagliato in forma retroattiva, passando dall’80 per cento al 16 per cento dei finanziamenti ai Comuni per il pagamento delle rette delle residenze sanitarie per anziani. Questo ha portato parecchie Amministrazioni ad aver, essendo una determina retroattiva, già pagato il loro contributo nei confronti delle famiglie che hanno i loro parenti all’interno delle RSA e avendo già pagato sicuramente creeranno dei debiti fuori bilancio, tant’è vero che, a dimostrazione di ciò, sono numerosi gli articoli da parte delle Amministrazioni, da Ladispoli, a Viterbo, a Rieti, a tanti amministratori, anche di centrosinistra, da

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Civitavecchia a tutta la fascia del litorale, che hanno manifestato il loro disappunto per questa scelta.

Capisco che, stanti i tanti tagli che il Governo nazionale porta sulle Amministrazioni, la coperta rimane quella e, in qualche modo bisogna ottemperare; però le chiedo se questa Amministrazione è in grado di rivedere questi criteri, o per lo meno di comprendere le difficoltà in cui versano le Amministrazioni dei nostri Comuni, coinvolti in prima persona e quindi se c’è la possibilità di rivedere i criteri, i parametri con una rimodulazioni degli scaglioni ISEE, ma soprattutto se c’è la possibilità di poter rivedere, perché molte Amministrazioni, come abbiamo visto più volte, non hanno investito i finanziamenti che la Regione ha dato su queste attività, e quindi se c’è la possibilità di vedere una rimodulazione, una rideterminazione dei finanziamenti, per evitare di creare difficoltà alle Amministrazioni che hanno già erogato i soldi, e quindi sicuramente creeranno un debito fuori bilancio, ma soprattutto le difficoltà in cui versano le famiglie di queste persone ricoverate, che spesso e volentieri saranno portate a ritirare il loro familiare dalle strutture sanitarie, perché non hanno la possibilità di mantenere il supporto economico, con tutto il disagio che ne consegue all’interno di quel nucleo familiare, perché spesso sono persone che lavorano e quindi non hanno possibilità di svolgere assistenza; spesso sono persone che non hanno neanche la capacità di ospitare all’interno della struttura familiare, perché hanno case predisposte per i propri figli e quindi non c’è proprio posto.

Quindi, l’ulteriore disagio andrebbe a gravare su famiglie su cui pesa già l’annosa questione di abitare all’interno della nostra Regione, con l’Irpef più alto d’Italia, o all’interno del Comune, anche lì con l’Irpef più alto d’Italia, mi riferisco a Roma, aggravando ulteriormente la situazione familiare che già oggi ha notevoli difficoltà, dovute alle crisi e a tutto ciò che ne consegue.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’assessore Visini. Ne ha facoltà.

VISINI, Assessore. Gli atti ai quali si riferisce il consigliere Aurigemma, che è appunto il Consigliere interrogante, ovvero le determinazioni dirigenziali G/00537 e G00538 del 29 gennaio 2016, della Direzione Salute e politiche sociali contengono le linee-guida di comportamento ai Comuni circa le rendicontazioni comunali per l’anno 2015 delle risorse regionali trasferite agli Enti locali quale compartecipazione alla quota comunale per le spese per gli utenti ricoverati in RSA e in centri di prestazione riabilitativa ex articolo 26.

I due atti, quindi, non hanno per natura il potere di tagliare in forma retroattiva il finanziamento ai Comuni per il pagamento delle rette delle RSA in quanto non modificano la situazione normativa nelle disponibilità finanziarie regionali per l’anno 2015.

La percentuale di compartecipazione regionale per il 2015, attestata al 16,89 per cento, non è nient’altro che il rapporto matematico tra il fabbisogno programmato dai Comuni al 30 giugno 2015, pari a euro 90.554.548,33, e le risorse assegnate per ogni Ente, in base alle disponibilità del bilancio 2015, pari a euro 15.315.403,36.

Questo calcolo è il frutto dell’applicazione della legge regionale n. 7/2014, articolo 2, commi dall’87 al 91, e della successiva deliberazione della Giunta regionale 30 dicembre 2014, n. 933, in base alle quali le risorse regionali da ripartire tra i Comuni del Lazio sono limitate e definite dallo stanziamento di competenza del bilancio regionale e il concorso regionale alla spesa non corrisponde a una percentuale di spesa fissa annuale indipendentemente dagli oneri totali prodottisi nell’anno, ma a una percentuale calcolata in misura proporzionale alle spese nette effettivamente sostenute dai Comuni in funzione della disponibilità delle risorse regionali.

L’anno 2015, appena conclusosi, ha rappresentato il primo esercizio finanziario in

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cui le nuove norme sono state applicate. In precedenza le risorse erano legate a una percentuale di spesa fissa annuale indipendente dagli oneri totali prodottisi nell’anno, fissata con deliberazione di Giunta regionale n. 859/2001 nella misura dell’80 per cento della spesa effettivamente sostenuta e correttamente rendicontata dai Comuni.

La comunicazione ai Comuni della novità introdotta dalla legge n. 7 e dalla DGR 933 del 2015 è stata trasmessa oltre un anno fa, in data 27 gennaio 2015, con la circolare n. 44324.

E’ evidente che la modifica introdotta muta considerevolmente il quadro finanziario della spesa. Al contempo, occorre sottolineare che, secondo le norme previgenti, non vi era alcun tetto di spesa a carico del bilancio regionale e che la Regione Lazio risultava essere l’unica Regione italiana a riconoscere ai Comuni un livello di rimborso superiore al 15 per cento.

La situazione venutasi a creare a seguito dell’aver riportato le risorse regionali destinate alla compartecipazione alle rette degli utenti in RSA, in linea con quella delle altre Regioni, va affrontata con interventi di natura sistematica a valere su diversi ambiti. Si tratta, in primo luogo, di aggredire la spesa pubblica complessiva, come detto, stimata per il 2015, in circa 90 milioni di euro, avendo riguardo a tre fondamentali aspetti: quelli della tutela degli utenti e dei servizi a loro destinati, la salvaguardia dell’occupazione e dell’attività di impresa, la sostenibilità dei bilanci comunali e regionali. Per questo, l’Assessorato sta mettendo in campo una sperimentazione prevista dalla DGR 933/2014 e, al contempo, la promozione di un tavolo istituzionale tra Regione, nella sua componente sociosanitaria, i Comuni e le loro associazioni, Roma Capitale e, in secondo momento, le rappresentanze sociali.

La sperimentazione andrà nella direzione dei seguenti punti: 1. elaborare linee-guida sociosanitarie per migliorare il livello...;

PRESIDENTE. Assessore, riesce a sintetizzare, per favore?

VISINI, Assessore. Sì, ho quasi finito. Elaborare linee-guida sociosanitarie per

migliorare il livello di appropriatezza dei ricoveri; riconsiderare il sistema di classificazione degli utenti in funzione della gravità del livello di non autosufficienza, modulando diversamente la retta giornaliera per il ricovero nelle RSA, attualmente vi sono solo due livelli di tariffa e alcune patologie potrebbero ricadere, più verosimilmente, solo a carico delle spese sanitarie senza compartecipazione dell’utenza e degli enti locali; ampliare la gamma delle strutture accreditabili per tale servizio, introducendo, ad esempio, come in altre Regioni, la tipologia di case di riposo rispondenti a criteri e livelli di assistenza adeguati e specifici; valutare le modalità di incentivazione dei servizi di assistenza domiciliare integrata quale alternativa al ricovero nelle strutture di RSA, anche in considerazione del previsto investimento sul tema di 25 milioni di euro nel quadro dei POR FSE 2014-2020; considerare l’introduzione di un unico sistema informativo a disposizione della presa in carico da parte dei Comuni e di calcolo dell’ISEE integrato con il sistema informativo sanitario. Tutto ciò è in funzione dell’abbattimento della compartecipazione comunale, oltre che naturalmente del miglioramento del servizio.

Infine, la Regione sta valutando la sostenibilità dell’innalzamento della soglia di esenzione ISEE nel quadro più ampio di una revisione degli scaglioni non soltanto per l’assistenza sociosanitaria. In ogni caso per il 2016 lo stanziamento previsto nel bilancio regionale è di 20 milioni di euro e in considerazione delle tendenze di contrazione della spesa comunale, riscontrate successivamente nell’entrata in vigore del nuovo ISEE, la stima è che il livello attuale di compartecipazione regionale sarà tale da non modificare in maniera significativa la situazione di sostenibilità per i bilanci comunali.

PRESIDENTE. Grazie, Assessore. Ha

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chiesto di parlare il consigliere Aurigemma. Ne ha facoltà.

AURIGEMMA (PdL-FI). Grazie, Presidente.

Mi permetta, prima di fare la replica, di salutare l’ex consigliere Celori che vedo tra i banchi del pubblico.

PRESIDENTE. Celori non è un ex!

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LEODORI (ore 11,26)

AURIGEMMA (PdL-FI). Assessore, sono pienamente d’accordo sul metodo, sui parametri ISEE che lei ha menzionato, anzi, sono stato un convinto assertore della giusta ripartizione della contribuzione per i servizi che vengono svolti. L’abbiamo applicata quando ero Assessore al Comune di Roma sulle agevolazioni, mi farebbe piacere se fosse applicata anche nella rimodulazione del ticket sanitario, ma oggi il problema che sottopongo, quindi per il futuro va bene qualsiasi tipo di confronto, è sul passato. Nel 2015 mi è sembrato di aver capito che la rimodulazione sia stata fatta e quindi verranno pagati gli importi, ma io rimango sempre con il famoso problema, perché dalle carte che leggo dal bilancio lo stanziamento 2015 è passato da 60 milioni a 15 milioni, la domanda che pongo è questa: i 45 milioni di differenza che andavano versati alle Amministrazioni che hanno già erogato il loro contributo alle RSA c’è possibilità di recuperarli? Il problema che è stato sottoposto con numerosi articoli di giornale, anche numerose riunioni pubbliche, dagli amministratori, che penso siano amministratori anche di centrosinistra, è esattamente un problema contributivo, di finanziamento.

Oggi le Amministrazioni comunali che hanno versato quegli importi li hanno versati in virtù del fatto che sapevano che venivano rimborsati dalla Regione. Questo rimborso non c’è, non è avvenuto, perché sennò non avrebbero manifestato in questo modo e nella

loro situazione di bilancio, che a breve si appresteranno a votare, si è creato un debito fuori bilancio.

Questi 45 milioni di euro di tagli, che sicuramente non sono addebitabili a lei, ma come ho già spiegato precedentemente sicuramente nell’operazione, nelle tante operazioni che il Governo nazionale sta facendo, da un lato toglie e dall’altro riprende e quindi i cittadini sono sempre gli unici che ne pagano le conseguenze, c’è possibilità di recuperare questi importi? C’è possibilità di aprire un confronto non solo con le Amministrazioni, ma anche con i familiari? Come lei ben sa, infatti, molte di queste persone stanno incominciando a riportare a casa i parenti, o a trovare sistemazioni alternative per loro, perché non sono in grado di versare le rette, nei casi più fortunati. Spesso, tuttavia, capitano anche persone che purtroppo i familiari non li hanno più e non hanno neanche la possibilità di contribuire personalmente con le pensioni, con la pensione minima che prendono, quindi si trovano costretti a riempire i reparti delle aziende ospedaliere e a occupare, a gravare ancora di più, perché il contributo che dà la Regione sulle RSA sta intorno ai 150 euro. Viceversa, un posto letto occupato nelle aziende ospedaliere va dagli 800 ai 1.200 euro al giorno.

Quindi, l’invito che rivolgo a lei, Assessore, e all’Amministrazione, comprendiamo che non sto facendo una bega polemica strumentale, parlo con molta calma e sono convinto che forse altrettanto non si sarebbe verificato nella precedente Amministrazione, a parti invertite, è a potersi confrontare per vedere come risolvere questo problema, non solo per le Amministrazioni comunali che hanno creato questo disavanzo, questo debito fuori bilancio, ma anche e soprattutto con i familiari delle persone che usufruiscono dell’assistenza delle RSA e che a breve purtroppo non saranno più in grado di poterle sostenere.

Questa è l’ennesima gabella che viene annunciata in televisione per prendere qualche voto in più e le conseguenze le

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pagano i cittadini, che purtroppo sono costretti a subire i tagli di un Governo nazionale che non si rende conto delle realtà locali. Interrogazione a risposta immediata n. 298 del giorno 4 novembre 2015, proposta dal consigliere Sabatini, concernente: “Delibera del Comune di Orte n.20 del 13/8/2015, pubblicata il 19/08/2015 al n. 639 ed avente ad oggetto l’autorizzazione al Commissario prefettizio sottoscrizione convenzione con la Asl di Viterbo e la Regione Lazio”

PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 0.4, reca: Interrogazione a risposta immediata n. 298 del giorno 4 novembre 2015, proposta dal consigliere Sabatini, concernente: “Delibera del Comune di Orte n.20 del 13/8/2015, pubblicata il 19/08/2015 al n. 639 ed avente ad oggetto l’autorizzazione al Commissario prefettizio sottoscrizione convenzione con la Asl di Viterbo e la Regione Lazio”.

Ha chiesto di parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.

SABATINI (Ci). Signor Presidente, l’interrogazione non era concordata, ma riguarda anche questa il tema delicato delle RSA, non nella sua totalità. Tantissime volte abbiamo affrontato questo tema, spesso ci siamo scontrati con l’assessore Visini.

Mi sembra di rilevare questa mattina che nemmeno in risposta all’interrogazione del consigliere Aurigemma ci sia nulla di nuovo, anzi, ci siano le solite brutte notizie di una Regione che non intende assolutamente fare il suo corso, soprattutto in ambito di politiche sociali e sociosanitarie. Rispetto all’interrogazione da noi presentata, è frutto di una raccolta difficile e di un duro lavoro di ricostruzione rispetto alla cosiddetta RSA di Orte, che ancora resta una chimera per un territorio sia dal punto di vista sociale, che strutturale, che anche rispetto agli effetti occupazionali che potrebbe manifestare.

Per ragioni di economia di tempi andrò a leggere alcuni passaggi direttamente

dell’interrogazione. Il Comune di Orte nel 2011 ha donato

all’Asl di Viterbo un terreno di proprietà del primo Ente affinché venisse realizzata un’infrastruttura destinata a RSA e Centro salute entro il termine di trentasei mesi. Il termine, nonostante le proroghe, non è stato né rispettato, né le opere necessarie sono mai state realizzate e/o completate.

Con delibera della Giunta municipale del 2015 avente oggetto “Autorizzazione del Sindaco – Sottoscrizione convenzione con l’Asl di Viterbo”, veniva autorizzato il Sindaco di Orte a sottoscrivere una convenzione con l’Asl di Viterbo per la realizzazione della RSA e Centro salute.

Al fine di consentire la realizzazione della menzionata opera, il Comune di Orte e l’Asl si accordavano prevedendo il subentro del Comune di Orte al finanziamento complessivo di euro 3,5 milioni circa, già assegnato all’Asl di Viterbo. Una volta terminati i lavori, il Comune di Orte si sarebbe impegnato a trasferire all’Asl di Viterbo, senza alcun corrispettivo economico, oltre alla parte dell’edificio da destinare al Centro salute, anche una porzione di terreno da destinare ad accesso indipendente e ad altre utilità istituzionali.

A fronte di ciò il Comune di Orte, rimanendo proprietario della porzione dell’immobile e del restante terreno, avrebbe ottenuto dall’Asl l’accreditamento regionale del numero di 60 più 4 posti previsti dal progetto per la gestione della costruenda RSA, così come inserito nei piani regionali di riorganizzazione e riqualificazione territoriali di cui ai decreti del Commissario ad acta n. 452 e n. 247 del 2014. L’accordo de quo veniva sottoscritto da entrambe le parti, senza riserva alcuna. Tra i sottoscrittori del menzionato accordo non risultava esserci, però, la Regione Lazio. Tuttavia, al fine di consentire un corretto e legittimo adempimento dell’accordo, si rendeva necessaria la partecipazione e l’assenso della Regione stessa. Pertanto, con successiva delibera il Commissario straordinario del Comune di Orte, che nel frattempo era stato

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commissariato dalla Prefettura, si autorizzava il Commissario stesso a sottoscrivere una nuova convenzione anche con la partecipazione della Regione.

Alla luce della seconda convenzione non è chiaramente comprensibile se la costituenda struttura conserverà o meno l’accreditamento dei 60 più 4 posti letto previsti nella precedente convenzione.

Considerato che in questo caso ci si troverebbe di fronte a una situazione del tutto singolare: due convenzioni, una precedente, con dei vizi formali per assenza di uno dei soggetti necessari per una convenzione di questo tipo, e una successiva che guadagna un pezzo, cioè il soggetto Regione Lazio, ma perde 64 posti letto. Se così fosse, intanto ci chiediamo perché, ci chiediamo che cosa sia cambiato. Non abbiamo avuto modo di confrontare, ma difficilmente crederemmo che il passaggio da Sindaco a commissario prefettizio abbia potuto portare una scelta politica, non ci risulta in nessun modo, di disperdere una opportunità così importante per un territorio, come quello ortano e della Provincia di Viterbo, peraltro, sarebbe stata anche attrattiva per realtà del nord della nostra regione confinanti con la regione umbra, sarebbe stato un polo attrattivo di eccezione e avrebbe garantito l’assistenza sociosanitaria, che mi sembra anche stamattina tutto abbiamo fatto, fuorché, gli Assessori confermare rispetto alle politiche di una Giunta che ha dimenticato il sociosanitario in questa regione.

Chiediamo lumi alla Giunta, non so se all’Assessore con i rapporti con il Parlamento o all’assessore Visini stessa, se si abbiano notizie più dettagliate e se è vero o non è vero che si sono persi questi 64 posti letto in un territorio come quello viterbese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’assessore Buschini. Ne ha facoltà.

BUSCHINI, Assessore. Grazie, Presidente.

Per la costruzione della RSA e di un centro di salute nel Comune di Orte è stato assegnato un finanziamento all’Asl di

Viterbo, ai sensi dell’articolo 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67, che autorizza l’esecuzione di un programma pluriennale di interventi in materia di ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico e di realizzazione di Residenze sanitarie assistenziali per anziani e soggetti non autosufficienti. L’importo è stato di 4.131.655,19 euro.

Il progetto esecutivo presentato dall’Asl di Viterbo è stato approvato con determinazione del 7 luglio 2004 e con determinazione del 5 luglio 2008 è stato approvato il quadro economico seguito alla gara.

I lavori iniziati il 9 aprile 2008 si sono svolti passando attraverso due perizie di variante, fino alla conclusione degli stessi a seguito di rescissione del contratto con la ditta aggiudicataria approvata dall’Asl di Viterbo con delibera n. 345 del 2011. A seguito della rescissione del contratto, l’azienda ha redatto uno stato di consistenza dei lavori eseguiti e ha rielaborato un progetto per il completamento delle opere che, ovviamente, erano rimaste inconcluse.

Il nuovo progetto, considerato il tempo trascorso, ha subito l’aggiornamento del prezziario regionale dell’IVA, nonché l’aumento dell’Istat sui prezzi che erano stati al tempo inseriti nel progetto con un’analisi specifica.

Sono inoltre state inserite nel nuovo progetto nuove lavorazioni non previste nel progetto originario, che si sono rese necessarie successivamente, come, ad esempio, la realizzazione di due ascensori e tutte le opere di urbanizzazione dell’intero complesso edilizio.

Tale aggiornamento ha comportato una maggiore spesa rispetto al finanziamento assegnato di euro 1.420.445,43 euro, importo necessario all’ultimazione dell’opera che è stata regolarmente assegnata dalla Regione Lazio, all’Asl di Viterbo con delibera di Giunta del 7 agosto 2013.

Il nuovo progetto è stato approvato dalla Regione Lazio con determinazione del 24 dicembre 2013. Successivamente la Asl ha

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bandito la gara d’appalto per l’affidamento della progettazione definitiva ed esecutiva e l’esecuzione dei lavori.

Pertanto, la Regione Lazio intende portare a compimento la realizzazione della RSA presso il Comune di Orte con le risorse disponibili ex 20 della legge n. 67/88, DGR n. 254/2013 con il progetto approvato che prevede la realizzazione di una RSA per il fabbisogno stimato e confermato di sessanta posti. Occorre altresì precisare che nel frattempo la donazione modale del terreno di proprietà del Comune di Orte all’Asl di Viterbo è scaduta ed il Comune non intende accordare una seconda proroga, bensì si è reso disponibile a realizzare l’opera con i fondi disponibili, con l’impegno del trasferimento degli stessi dalla Asl al Comune attraverso la stipula di un’apposita convenzione.

A tal fine la Regione Lazio, con nota del 26 marzo 2015, ha inoltrato al Ministero della salute formale richiesta di nulla osta al trasferimento dei fondi residui sul finanziamento ex articolo 20 legge n. 67/88 dall’Asl di Viterbo al Comune di Orte.

Il Ministero dalla Salute ha risposto comunicando che la proprietà della struttura, in quanto destinazione sanitaria, deve restare in capo all’Asl di Viterbo. A seguito di tale comunicazione da parte del Ministero la Asl di Viterbo nel mese di ottobre 2015, anche con nota al commissario prefettizio del Comune di Orte, ha prospettato due soluzioni possibili per l’ultimazione dell’opera, una considerata la più veloce, che consiste nel rinnovo della donazione modale dell’area da parte del Comune con l’impegno da parte dell’Asl di portare a compimento l’opera nei tempi stabiliti; l’altra, con tempi più lunghi, consiste nella realizzazione dell’opera da parte del Comune con la consapevolezza che la proprietà resterà comunque in capo all’azienda sanitaria locale.

A seguito di tutta la narrazione e da ricostruzioni delle vicende, ora la Regione rimane in attesa della risposta da parte della Asl Viterbo in merito alla scelta adottata dal Comune di Orte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.

SABATINI (Ncd). Signor Presidente, mi ritengo parzialmente soddisfatto della risposta all’interrogazione. È la prima volta che ho occasione di dichiararmi parzialmente soddisfatto, forse ci voleva l’assessore Buschini, o perché magari sa venderci meglio cose che altri avrebbero venduto in maniera forse analitica e meno politicamente esaustiva, però in realtà mi sembra di aver ascoltato parole di conforto.

Quel passaggio è stato forse il più velato di tutti, invece nella mia interrogazione era l’elemento centrale. Il fulcro era quello relativo alla conferma o meno dei sessanta posti. Mi sembra, Assessore, le chiedo nuovamente conferma, di avere intuito che rispetto a questo, da parte della Regione, c’è la volontà di andare avanti, nel rispetto dei sessanta posti già confermati.

Per quanto ci riguarda, questa è già una notizia positiva. Le chiedo a questo punto di farsi parte attiva in questa fase di stallo, perché lei parlava nei tempi prescritti, nei tempi previsti, ma le ravviso che i primi atti sono del 2011, se ne parla dal 2009, sono passati sei anni e ancora stiamo parlando dei tempi giusti, ma è un pezzo che sono stati superati.

Proprio per questo, le chiedo, Assessore, di rendersi parte attiva nel favorire un dialogo che ritengo, anche in virtù delle nuove elezioni amministrative che ci saranno su Orte, quindi con il nuovo Governo, qualsiasi esso sia, comunale, ci possa essere un confronto deciso. Questo sarà un tema che purtroppo entrerà, volenti o nolenti, anche nella campagna elettorale territoriale, con gli usi e gli abusi, Assessore, che una situazione di questo tipo comporta. Può immaginare l’apertura di una struttura su un Comune medio piccolo come quello di Orte che cosa può comportare, quindi veramente faccio appello alla Regione e alla sua persona, affinché siamo tutti veramente responsabili e credo, però, che oggi anche grazie alle informazioni preziose che ci ha fornito e che

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le chiederò di poter visionare, magari se lo allega, deposita l’intera relazione che ci ha parzialmente letto, credo assessore che in base alle notizie, informazioni che ci ha riferito in aula, possiamo fare passi in avanti sia come organi istituzionali nel rispetto e nella responsabilità per una situazione così delicata su un territorio spesso fratturato da opere di un certo impatto sul comune, che magari un’opera di questo tipo invece, potrebbe vedere davvero un’assistenza sanitaria e un’occupabilità migliorare sul territorio comunale e di tutta la provincia. Grazie, Assessore.

*****

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico, ai sensi del Regolamento del Consiglio regionale, che

sono stati presentati i seguenti atti: Proposta di legge n. 315; Interrogazioni a risposta scritta: dal n. 1219 al n. 1226; Interrogazioni a risposta immediata: dal n. 341 al n. 345. Mozioni: dal n. 373 al n. 374. Il consigliere Vincenzi ha sottoscritto la proposta di legge n. 298.

La consigliera Bonafoni ha sottoscritto l’interrogazione a risposta scritta n. 1152.

E’ pervenuta la risposta all’interrogazione n. 1011.

Il consigliere Porrello ha ritirato l’interrogazione a risposta immediata n. 340.

Comunico, infine, che il Presidente della Regione Nicola Zingaretti sarà assente nella seduta odierna, perché impegnato in attività istituzionali, e che quindi, ai sensi

dell’articolo 34, comma 5, del Regolamento del Consiglio regionale, sarà computato come presente ai fini della fissazione del numero legale dell’Aula.

*****

Approvazione processi verbali

PRESIDENTE. Sono stati trasmessi, per l’approvazione da parte del Consiglio regionale, i processi verbali concernenti le sedute n. 51 del 28, 29, 30 e 31 dicembre 2015 e 12 gennaio 2016 e n. 52 del 21 e 26 gennaio 2016.

Se non vi sono obiezioni, il processo verbale si intende approvato.

(Sono approvati)

***** Ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Porrello. Ne ha facoltà.

PORRELLO (M5s). Presidente, intervengo sull’ordine dei lavori per chiedere una delucidazione alla Presidenza.

Vedo che oggi non ci sono qui quelli che ci seguono per la diretta radio per informare i cittadini anche attraverso quello strumento importante. Vedo che non è presente qui la postazione come al solito. Questo ci dispiace un po’ perché comunque portare l’informazione del Consiglio regionale anche attraverso un mezzo diffuso e usato come la radio, crediamo sia una delle azioni di trasparenza importanti che questo Consiglio deve portare avanti, appoggiare, sottoscrivere e curare.

Chiedo alla Presidenza soltanto se c’è qualche specifico motivo per cui i nostri “amici” che ormai ci seguono da inizio legislatura e che svolgono questo servizio da molto tempo non sono qui presenti a effettuare un servizio, ripeto, fondamentale per la trasparenza del Consiglio regionale.

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Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Si sta procedendo alla verifica del precedente contratto con l’azienda in questione. Anche oggi c’è la diretta streaming, che da sempre ci segue. A breve, cercheremo di risolvere anche il problema per quanto riguarda la diretta dei colleghi della radio, che da sempre seguono i lavori del Consiglio.

*****

Proposta di legge regionale n. 202 del giorno 23 ottobre 2014, di iniziativa dei consiglieri Valeriani, Patanè, Bonafoni, Petrangolini, Aurigemma, Lena, Petrassi, Barillari, Fardelli, Bianchi, Tarzia (ritirata in data 25 giugno 2015), Tortosa (cessato con D.C. n. 6/2015) e De Paolis concernente: “Disciplina degli interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del bullismo”

Relazione PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 1, reca: Proposta di legge regionale n. 202 del giorno 23 ottobre 2014, di iniziativa dei consiglieri Valeriani, Patanè, Bonafoni, Petrangolini, Aurigemma, Lena, Petrassi, Barillari, Fardelli, Bianchi, Tarzia (ritirata in data 25 giugno 2015), Tortosa (cessato con D.C. n. 6/2015) e De Paolis concernente: Disciplina degli interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del bullismo.

Ha chiesto di parlare, per l’illustrazione della proposta di legge, il consigliere Valeriani.

Nel frattempo, comunico che è in consegna la prima distribuzione dell’Aula, quindi i subemendamenti alla PL n. 202 presentati entro le ore 10. Quindi, entro qualche minuto verranno distribuiti i subemendamenti presentati.

Inoltre, rispetto agli emendamenti presentati, si comunica che vengono trasmessi alla Commissione bilancio n. 8

emendamenti che implicano la necessità di copertura finanziaria, quindi un pronunciamento da parte della Commissione bilancio competente. Questa trasmissione è stata effettuata in questo momento.

Ha chiesto di parlare il consigliere Valeriani. Ne ha facoltà. VALERIANI (Pd). Grazie, Presidente. I fatti di bullismo e di violenza, che anche recentemente hanno interessato le nostre scuole, pongono la necessità di fornire alle istituzioni, in particolare a quelle scolastiche, ulteriori risorse e strumenti che consentano l’incremento di azioni volte a favorire la piena e concreta valorizzazione della persona, la crescita, lo sviluppo educativo mediante percorsi di apprendimento finalizzati alla promozione della cultura della legalità e del benessere dei bambini e degli adolescenti.

La scuola, essendo il terminale su cui convergono tensioni e dinamiche che hanno origine complesse nel nostro sistema sociale, ivi compreso il fenomeno del bullismo, rappresenta una risorsa fondamentale, l’istituzione preposta a mantenere un contatto non episodico ed eticamente strutturato con i giovani. Per tali ragioni, si deve avere consapevolezza che la prevenzione e il contrasto al fenomeno del bullismo sono azioni di sistema da ricondurre nell’ambito del quadro complessivo di interventi e di attività generali, nel cui ambito assume un ruolo fondamentale la proposta educativa della scuola verso i giovani.

La direttiva n. 16 del 5 febbraio 2007, che firmò il ministro Fioroni, contenente le linee di indirizzo generali ed azioni a livello nazionale per la prevenzione e la lotta al bullismo, e il decreto del Presidente della Repubblica nn. 249 e 235 del 2007 (Statuto delle studentesse e degli studenti e relative modifiche) sono documenti che sottolineano come sia necessario rivalutare l’esperienza scolastica come opportunità dove si sperimenta se stessi nell’incontro con l’altro, con la scoperta e con la decodifica di nuove conoscenze, imparando a conoscere i propri

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limiti e quello sfondo di valori che sono alla base della nostra democrazia e del nostro essere cittadini, ma soprattutto la scuola intesa come un ambiente dove si assicura lo sviluppo di personalità uniche e irripetibili, che vivono in un tempo e in uno spazio condivisi, dove il rispetto delle regole e dell’altro debbono essere fondamentali.

Con questa proposta di legge che, con soddisfazione, lo voglio ricordare, ha raccolto da subito un sostegno trasversale tra le forze politiche del Consiglio, si vuole mettere a disposizione delle Istituzioni territoriali un insieme di opportunità, di risorse e strumenti ulteriori di supporto per lo svolgimento del loro compito in un’ottica di sviluppo di azioni interistituzionali e di sinergia per prevenire e contrastare il fenomeno del bullismo.

Si tratterebbe, se andasse in porto questo nostro tentativo, della prima legge regionale in materia. Nessuna Regione ha mai affrontato questo tema e potremmo rappresentare un esempio da seguire. I primi studi sul bullismo si svolsero nei Paesi scandinavi a partire dall’inizio degli anni Settanta e poco dopo anche nei Paesi anglosassoni, in particolare Gran Bretagna e Australia. Uno degli studi più approfonditi fu svolto dallo psicologo svedese Dan Olweus a seguito di una forte reazione dell’opinione pubblica norvegese dopo il suicidio avvenuto nel 1983 di due studenti non più in grado di tollerare le ripetute offese inflitte dai loro compagni.

In Scandinavia, soprattutto in Norvegia e Danimarca, si usa il termine “mobbning”, così come in Svezia e Finlandia, derivante dalla radice inglese “mob” stante a significare un gruppo di persone implicato in atti di molestie, che è appunto il calco dell’inglese “bullying”. In Inghilterra non esiste una definizione univoca, mentre in Italia con il termine “bullismo” si indica un fenomeno estremamente complesso non riducibile alla sola condotta dei singoli: bambini, ragazzi preadolescenti e adolescenti, maschi e femmine, ma riguardante il gruppo dei pari nel suo insieme.

Il comportamento del bullo è un’azione di tipo continuativo e persistente, che mira deliberatamente a far del male o a danneggiare qualcuno. La modalità diretta si manifesta in prepotenze fisiche o verbali. La forma indiretta di prevaricazione riguarda una serie di dicerie sul conto della vittima, l’esclusione dal gruppo, l’isolamento, la diffusione di calunnie, di pettegolezzi e altre modalità definite cyberbullying, inteso quest’ultimo in particolare con un tipo di aggressività intenzionale svolta attraverso forme elettroniche, i social network. Caratteristica tipica è la diffusione del fenomeno grazie a dinamiche di gruppo, soprattutto in presenza di atteggiamenti di tacita accettazione delle prepotenze, o di rinuncia a contrastare attivamente le sopraffazioni ai danni dei più deboli.

È importante definire il bullismo, colleghi, poiché troppo spesso viene confuso od omologato ad altre tipologie di comportamenti dai quali va distinto e che configurano dei veri e propri reati, ad esempio discriminazione, microcriminalità, vandalismo e furti.

Il bullismo si configura come un fenomeno dinamico, multidimensionale e relazionale, che riguarda non solo l’interazione del prevaricatore con la vittima che assume atteggiamenti di rassegnazione, ma tutti gli appartenenti allo stesso gruppo con ruoli diversi.

Il fenomeno del bullismo è in crescita. Secondo i dati raccolti dal Telefono Azzurro, nel biennio 2013-2014, a fronte di un totale di 3.300 consulenze su problematiche inerenti la salute e la tutela dei bambini e degli adolescenti, le situazioni di bullismo o di cyberbullismo riferite sono state il 15 per cento del totale. Analizzando l’andamento annuale degli interventi dell’associazione che riguardano questi episodi, si osserva che si è passati dall’8,2 per cento del 2012 al 13 per cento del 2013, per arrivare al 16,5 per cento del 2014. Secondo l’indagine di Osservatorio adolescenti presentata da Telefono Azzurro e da Doxa Kids, nel mese invece del novembre del 2014, condotta su oltre 1.500 studenti

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delle scuole italiane, in età compresa tra gli undici e i diciannove anni, il 34,7 per cento dei ragazzi ammette di aver assistito o di essere stato vittima di episodi di bullismo.

La scuola risulta essere il luogo prevalente in cui è presente il bullismo – il 34 per cento dei ragazzi intervistare infatti vorrebbe che la scuola offrisse più protezione da violenza o bullismo – , ma non è l’unico; se infatti per il 67,9 per cento degli intervistati gli episodi di bullismo si sono verificati nel contesto scolastico, il 10 per cento del campione intervistato ha invece dichiarato di essere stato vittima di bullismo nell’ambiente sportivo.

Il 31 per cento dei ragazzi vittima di questo fenomeno ha reagito lasciando perdere; il 29 per cento cercando di difendersi; più uno su cinque ha avvisato i genitori, con percentuali quasi doppie tra le ragazze rispetto ai ragazzi; mentre quasi il 23 per cento non lo ha detto a nessuno e ha tenuto questo segreto per sé.

Da questa stessa indagine è emerso che di fronte a una situazione di bullismo o cyberbullismo gli adolescenti, soprattutto le ragazze, colleghi, ritengono che gli aiuti da parte degli adulti siano più utili, il 48 per cento sul campione totale, a fronte del 20 per cento che ritiene più utile un aiuto da parte degli amici.

I dati che riguardano, invece, la nostra regione sono ancora più preoccupanti. Da studi recenti condotti dall’Osservatorio regionale sul bullismo si è rilevato che nella nostra regione il bullismo ha raggiunto una diffusione pari a una percentuale mostruosa: il 41,5 per cento di alunni delle scuole elementari e medie sono coinvolti come vittime. Il dato più alto tra le cinque province è quello di Roma con il 45,7 per cento.

Da qui l’esigenza di formulare la proposta di legge che ci avviamo a discutere e di cui sono il primo firmatario per disciplinare gli interventi in materia di prevenzione e contrasto a questo fenomeno odioso.

Il testo è composto da sette articoli e ha l’obiettivo di tutelare e valorizzare la crescita educativa, sociale e psicologica dei minori attraverso la promozione di azioni di

prevenzione e contrasto al fenomeno del bullismo, che ritroviamo nel primo articolo.

Si è previsto lo stanziamento di una somma importante, pari a 600.000 euro, nei prossimi anni, consideriamo che ad oggi non c’è nulla di risorse certe che sono destinate a questo tipo di intervento, così come indicato all’articolo 7.

I beneficiari di tali fondi potranno essere le istituzioni scolastiche, le aziende del Servizio sanitario nazionale e tutte le associazioni che operano nel campo del disagio sociale e in particolare quello dei minori. Tali associazioni, oltre alla registrazione prevista dalla legge regionale, dovranno avere un’esperienza certificata di almeno cinque anni nell’età dei minori. Questo, d’accordo con molti colleghi in Commissione, lo abbiamo inserito per evitare che sul fronte del contrasto al bullismo si possano infilare associazioni improvvisate che non hanno esperienza sul campo rispetto a questo fenomeno.

I progetti destinati ai finanziamenti, secondo l’articolo 2, dovranno essere progetti di carattere sportivo, sociale e culturale, da realizzarsi in ambito scolastico per sensibilizzare gli studenti e le loro famiglie in ordine alla gravità del fenomeno del bullismo e delle loro conseguenze.

Inoltre, sono previsti anche corsi di formazione del personale scolastico, volti a garantire l’acquisizione di idonee tecniche psicopedagogiche e di pratiche educative per attuare un’efficace azione preventiva del fenomeno. Inoltre, saranno attivati programmi di sostegno a favore dei minori vittime degli atti di bullismo anche attraverso il supporto di competenti figure professionali.

Presso la Presidenza della Giunta regionale, come previsto dall’articolo 4, sarà costituita la Consulta regionale sul bullismo, che entrerà in sinergia con l’Osservatorio regionale e del Garante regionale dell’infanzia e dell’adolescenza, al fine di individuare percorsi di istruzione e di educazione alla prevenzione di ogni forma di bullismo e di disagio scolastico.

Alla costituzione di questa Consulta, per la

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cui partecipazione, lo sottolineo, non è previsto nessun onere, non è previsto alcun gettone di presenza da destinare ai membri, si provvederà attraverso un successivo regolamento di attuazione approvato dalla Giunta che ne individuerà anche la composizione e le funzioni.

L’articolo 5, invece, prevede che la Giunta, con apposita propria deliberazione, debba adottare entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge, i criteri e le modalità relative alla redazione da parte dei soggetti beneficiari dei progetti concernenti gli interventi previsti dall’articolo 2; mentre con l’articolo 6 abbiamo introdotto la clausola valutativa, molto a cuore ai colleghi del Movimento 5 stelle, uno strumento con il quale la Giunta regionale informa, giustamente, il Consiglio circa il dettaglio dei progetti finanziati e, soprattutto, l’efficacia dei progetti che vengono finanziati.

Presidente, quello che sta accadendo negli ultimi mesi e purtroppo, è una linea continua non sono linee inframmezzate, è una linea continua, quella del fenomeno del bullismo, che ci impone un comportamento responsabile. Penso che su questo tema del bullismo le istituzioni abbiano fatto troppo spesso i convegni, abbiano fatto troppo spesso attività seminariali, è arrivato il tempo di fare qualcosa. Io non penso che questa legge possa essere la ricetta miracolosa di contrasto al fenomeno del bullismo. Non lo penso affatto. Però i dati che ho citato, dell’Osservatorio regionale, che ci dicono che questa regione, più del resto del Paese, è una regione dove il fenomeno del bullismo è un fenomeno in pericolosissima crescita, quasi un ragazzo su due o è un bullo o è vittima di atti di bullismo, penso che ci debba imporre a discutere in modo serio, concreto e senza troppa diplomazia di questo tema. Faremmo il nostro lavoro anche rispetto alle aspettative di migliaia di famiglie, perché questo dramma, questo problema investe migliaia di ragazzi e investe migliaia di famiglie che convivono con questo disagio, convivono con questo dramma.

Oggi non c’è nulla. Ci sono strutture

scolastiche che sempre più sono inermi, perché sono più fragili, più deboli, non sono più nella centralità del sistema sociale e formativo, quindi non hanno le risorse necessarie per contrastare questo fenomeno, non hanno le specializzazioni per contrastare questo fenomeno. Ecco perché è importante che anche qui si faccia un salto di qualità, io vedo l’assessore e vicepresidente Smeriglio, che sarà un interlocutore fondamentale di questo punto di svolta. Noi oggi dobbiamo lanciare un messaggio: non saremo più impegnati nel contrasto al bullismo in modo saltuario, episodico; nell’individuare, magari, risorse nelle pieghe di un bilancio difficile tra ciò che abbiamo appostato sul capitolo della scuola piuttosto che della cultura, piuttosto che delle attività sportive. Con questa legge noi sapremo che, nei prossimi anni, la Regione Lazio avrà uno strumento permanente di contrasto a questo fenomeno.

L’attesa che c’è su questo provvedimento legislativo è enorme. Io mi auguro che si possano anche superare i contrasti, non sul merito della legge, spesso su alcune piccolissime definizioni che evocano altri scontri ideologici che io vorrei fossero tenuti fuori da qui. Non stiamo parlando di questioni che sono all’ordine del giorno per esempio del Parlamento nazionale, stiamo parlando di un fenomeno che è molto definito, che è molto chiaro e le cui vittime anch’esse sono molto chiare, quindi, è anche giusto che noi non soltanto affrontiamo il tema del bullismo, ma affrontiamo con nettezza anche le tipologie e le fattispecie su cui si esplica e si scarica questo fenomeno del bullismo, senza ipocrisie. Credo che questo testo sia un testo che ha raggiunto l’Aula in modo responsabile, perché c’è stato un contributo responsabile di tanti colleghi. Ricordo che dopo la mia firma, oltre a tanti colleghi di maggioranza, ci sono le firme dei colleghi dell’opposizione, il collega Aurigemma, il collega Barillari, questo perché la legge è stata considerata una legge utile. Spero che l’avvio della discussione di oggi possa rappresentare un ulteriore arricchimento del testo, perché ho

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l’impressione che se riuscissimo ad approvare la legge in tempi rapidi, anche con il contributo ulteriore, dopo quello che si è avuto in Commissione, perché la legge è arrivata in un modo e dalla Commissione è uscita in un altro modo; c’è stato un lavoro importante dei colleghi che l’hanno cambiata in molte parti e l’hanno resa più credibile in tanti aspetti.

Ecco, io spero che questa discussione possa essere un ulteriore arricchimento della legge e domani poter dire fuori da qui che la Regione Lazio si è fermata magari nel fare i convegni sul fenomeno del bullismo e comincia a fare azioni concrete, a sostenere con risorse certe azioni di contrasto a questo fenomeno che se per esempio nei prossimi due anni, alla fine della legislatura, colleghi, riuscissimo a ridurre, grazie a qualche sforzo nostro, e riportarlo nelle percentuali del livello nazionale, sarebbe già un risultato straordinario. C’è un quasi 15 per cento in più tra il dato nazionale e quello della nostra Regione, non è un bel primato, penso che dovremmo fare qualcosa di intelligente subito per porvi rimedio.

PRESIDENTE. Grazie. Discussione generale

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Carrara. Ne ha facoltà. CARRARA (Pd). Grazie, Presidente. Brevemente, senza ripetere le cose che ha detto il collega Valeriani descrivendo bene la sua legge, per dire che il dibattito in Commissione Cultura, come ha già detto il consigliere Valeriani è stato come al solito proficuo e ha fatto uscire una legge differente, non nelle intenzioni, ma differente da come era entrata, perché migliorata attraverso il contributo di tutti, anche esercitando l’arte della mediazione su alcuni temi sensibili in cui maggioranza e opposizione avevano, anche dal punto di

vista culturale, prospettive e pareri differenti. Questo mi fa ben sperare, perché anche il dibattito in Aula abbia lo stesso tenore, cioè sia un dibattito che permetta di approfondire alcuni spazi, alcuni concetti, alcuni contenuti e al tempo stesso permetta di trovare il via di mediazione, perché l’urgenza è dare una risposta ad un problema, come giustamente è stato detto, importante.

Importante perché il bullismo e il cyberbullismo è una aggiunta fatta dalla Commissione cultura, proprio perché il bullismo oggi si esplica certamente attraverso la relazione fisica diretta, ma anche molto, e forse ancor di più, a giudicare dai dati in nostro possesso e da quelli già descritti dal consigliere Valeriani, attraverso il fenomeno e l’utilizzo di tutte quelle che sono le nuove tecnologie, i new media, che sono anche dal punto di vista legislativo un mare incontrollato e per certi versi sconosciuto, dove è difficilissimo tutelare i minori, da questo punto di vista, e, qui si apre un altro grande tema che certamente questa legge non può trattare, ma può contribuire a stimolare. Parlare di bullismo è però parlare della nostra società, ci tengo a dirlo e a sottolinearlo. Quest’Aula dovrebbe interrogarsi, affrontando questa legge, certamente su quali sono le cause del bullismo e le linee di intervento che una Regione può mettere in atto per prevenire, oppure per aiutare le vittime di bullismo, ma anche gli attori degli atti di bullismo che devono essere in qualche modo accuditi e reinseriti in un contesto sociale ordinario.

Al tempo stesso però non possiamo non tenere conto che il bullismo è il frutto di dinamiche veramente complesse, che gli studiosi stessi faticano a definire con un’unica radice, proprio perché ogni comportamento umano è il risultato di un complesso gioco di azioni e retroazioni, oltre che di componenti genetiche, evolutive ed ambientali, che concorrono a disegnare la linea di crescita individuale.

Non c’è un’unica causa per il bullismo, né un insieme di elementi che determina l’insorgere del problema. Per spiegare le

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origini del bullismo è necessario ricorrere ad un’ottica multifattoriale, a tenere cioè presente l’insieme dei fattori che, interagendo tra loro, sono in grado di darci una spiegazione sul suo avvio. Quasi tutti sono concordi nel definire che, tra le origini, tra i fattori che danno vita al bullismo, ci sono certamente delle cause intrafamiliari all’inizio, che portano il bimbo ad avere una componente di possibile aggressività. Questo è un dato abbastanza riconosciuto.

È chiaro che un bambino può essere più sensibile, più portato ad atti di bullismo nel momento in cui dinamiche intrafamiliari lo portano a essere più aggressivo. Questo primo dato non ci può non interrogare. Certo, non è compito della Regione entrare all’interno delle dinamiche di vita familiare, avere presente però che la struttura sociale comporta e porta alla formazione del bambino e della persona in sé, non può non sfuggirci.

È evidente che non è solamente la famiglia una delle cause della possibilità di diventare attore di fatti di bullismo, c’è anche una dinamica sociale diffusa che porta a pensare l’altro in una maniera particolare. Io lo dico perché ci sono dinamiche anche legate agli adulti che sono testimoni ed esempi per i più piccoli e a volte anche dinamiche legate al Consiglio regionale e alla politica che sono esempi e testimonianze di possibile esempio non positivo nei confronti di…, Presidente?

PRESIDENTE. Prego.

CARRARA (Pd). Grazie. Dicevo, al di là delle dinamiche intrafamiliari ci sono poi disegni sociali, strutture della società che portano all’individuazione chiaramente di un esempio non positivo per i bambini e gli adolescenti. Faccio qualche esempio: l’esempio dove il vincente è colui che non rispetta le regole; l’esempio dove il vincente è colui che sopraffà con la violenza chi è diverso da lui o chi lui reputa diverso e più indifeso; l’esempio attraverso una spinta alla competitività, che diventa quasi fondamentalismo, perché la competitività ha

una radice positiva, quando diventa tifo sfegatato e vede l’altro come qualcosa da annientare; questo non è qualcosa di lontano dalle nostre famiglie, diventa il modello che viene inculcato nella testa dei nostri piccoli, il modello attraverso cui l’altro viene visto come qualcosa da calpestare perché l’importante è il successo del proprio figlio e non, invece, la coesione, la condivisione, la comunità e il crescere assieme; il modello per cui, ad esempio, l’altro viene visto come qualcosa da possedere, come oggetto di un possesso, come una cosa, e non invece, come insegnava un grande filosofo ebreo Emmanuel Lévinas, come un volto che ci interroga.

Il problema è che, quando c’è qualcosa di diverso di fronte a noi, se i nostri piccoli non sono abituati a interrogarsi sul perché c’è quella diversità, è evidente che nasce l’istinto di non affrontare quella domanda e di rispondere a quella domanda fuggendo a quel perché, annientando il diverso.

C’è, poi, il tema molto più ampio di tutte le dinamiche di gruppo, che sono molto estese all’interno dei bambini e dei ragazzi, ma sono molto estese anche all’interno degli adulti, dinamiche di gruppo che portano all’individuazione di un capro espiatorio, come ci insegna, sicuramente lo conoscerete, un filosofo molto famoso che si chiama René Girard, morto recentemente, che ha dedicato la sua vita al tema del capro espiatorio, dove, cioè, per l’esistenza del gruppo viene individuato un colpevole, molto spesso il colpevole è diverso ed è il più debole e, attraverso l’annientamento di quel colpevole, nasce e resta in piedi necessariamente l’esistenza di quel gruppo. Quel gruppo esiste perché un colpevole viene individuato e viene annientato. Sono tutte dinamiche che i nostri piccoli vivono a scuola e che la nostra società insegna.

Vado verso la conclusione. Quando noi parliamo di una legge per il bullismo attraverso gli articoli e i tentativi, chiaramente, di incardinare in un articolato legislativo e attraverso quello che la Regione può fare di concreto, vorrei che ci si

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interrogasse anche su questo, cioè che fosse un’occasione per discutere del fatto che noi non stiamo intervenendo su qualcosa che non ci compete, nel senso che non ci riguarda personalmente.

Molti di noi hanno figli, molti di noi hanno figli piccoli, molti di noi temono che i propri figli possano essere oggetto di bullismo e molti di noi sono anche, però, educatori, sono anche genitori, sono padri e madri, e molti di noi, credo, si interrogano su come fare in modo che i nostri figli crescano non avendo in sé quell’aggressività che, poi, sfocia nel sottomettere l’altro.

Dunque, e concludo, è un’occasione per noi, certamente, per stabilire delle risorse, per creare degli osservatori, delle linee di intervento che vadano a prevenire questi fenomeni, ma è anche l’occasione per interrogarci come mondo della politica di quali stili noi, come politici, mettiamo in atto nella nostra vita pubblica che possono essere, invece, frutto di un esempio sbagliato, che possono essere un esempio sbagliato nei confronti dei nostri bambini, perché in qualche modo, i bambini respirano l’aria della famiglia, respirano l’aria della scuola che frequentano, ma respirano anche i tanti stimoli che, attraverso i media, attraverso i giornali, attraverso il sentire comune, spesso bislacco, vengono messi in atto e proposti e, gli attori politici, i politici sono parte di questo modo di consegnare ai nostri piccoli degli esempi.

Vorrei che questa legge fosse un’occasione di dibattito anche su questi temi. Grazie.

PRESIDENTE. Comunico che da parte della Giunta è stato presentato un emendamento, che verrà distribuito. C’è un’ora di tempo per eventuali subemendamenti, che scadranno alle ore 13,20.

Ha chiesto di parlare la consigliera Tarzia. Ne ha facoltà.

TARZIA (LS). Grazie, Presidente. Ascoltando le parole del collega Valeriani viene da convincersi che stiamo per affrontare una legge assolutamente

necessaria, giusta, indispensabile e condivisa da tutti. Per la verità così come l’ha proposta oggi, l’aveva proposta a me, quindi chiedendomi se ero d’accordo nel sottoscriverla. Io avevo letto il testo, ovviamente riservandomi poi in Commissione di apportare qualche contributo per migliorarlo in alcuni punti. Così com’era il testo era inizialmente condivisibile.

Purtroppo, però, uno cerca sempre di darvi un’altra chance per fare un percorso insieme e condiviso, sperando sempre che non mettiate in atto quello che ormai sembra, invece, proprio uno stile di comportamento, cioè attraverso un manifesto obiettivo, un manifestato obiettivo in realtà volete far passare altre cose. Questo è qualcosa che non funziona, oltretutto l’abbiamo visto anche poche ore fa in Senato, non funziona. Abbiate il coraggio di dire che cosa volete e qual è l’intenzione profonda che avete quando presentate una proposta di legge. Non si può procedere con l’inganno.

Il timore che io avevo era che questa legge, premetto, anzi ho bisogno di fare due premesse: la prima, in tutto questo dibattito che faremo, negli emendamenti, nei subemendamenti, poi chiaramente dipende anche dalla maggioranza che tipo di atteggiamento vorrà avere rispetto ai nostri emendamenti e subemendamenti, ma insomma in tutto questo dibattito vorrei chiarire dall’inizio che siamo ovviamente tutti fermamente contrari al bullismo e in tutti i modi vogliamo far sì che possa essere bloccato, prevenuto, curato, eccetera. Vorrei fare questa premessa, perché sennò in ogni intervento nostro sembra quasi che stiamo remando contro una legge che fermerebbe il bullismo. No.

Poi c’è un altro aspetto che riguarda questo allarme rosso. Fatta la prima premessa, per cui è evidente che tutti vogliamo metterci in campo per fermare queste azioni di violenza, vorrei anche ridimensionarlo questo allarme rosso, perché c’è il rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, in cui è emerso che in Italia il bullismo è un fenomeno che non

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desta preoccupazione, se confrontato con il resto dell’Europa. Secondo questo rapporto, solo il 5 per cento dei giovani italiani fra gli undici e i quindici anni risulta effettivamente vittima di accertati episodi di bullismo, quindi molto meno della media europea che è 11 per cento.

Cosa voglio dire con questo? Che non dobbiamo occuparcene? Assolutamente no, ci mancherebbe. Vorrei dire, invece, che tante volte ci sono emergenze e problematiche talmente più estese, che coinvolgono tante più famiglie e cittadini della nostra Regione, ma sembra che vi vogliate incaponire, insisto, come sta accadendo al Senato, su qualcosa che riguarda un numero limitato di cittadini. Va bene. Lo possiamo anche fare, però non mistificate i numeri. È uno stile che purtroppo portate avanti da anni, non mistificate i numeri.

Anch’io, collega Valeriani, non ho nessuna intenzione di portare il dibattito sul tema ideologico e lei lo sa. Non avrei firmato la proposta di legge, non avrei portato un contributo costruttivo in Commissione, ma è chiaro che se questa deviazione di stampo ideologico viene da voi, a quel punto non possiamo non rispondere alla provocazione.

Entrando nel merito, dicevo che avevo apprezzato in modo particolare in quella proposta di legge la finalità preventiva, che mira a contrastare il fenomeno partendo soprattutto da azioni di educazione e di prevenzione che coinvolgessero non solo ovviamente i giovani, sia le vittime che gli attori del bullismo, ma anche le famiglie. Anche se devo dire che nel testo iniziale questo ruolo fondamentale delle famiglie era poco evidente. Tuttavia, sono stati anche accolti miei emendamenti che ne davano maggiore peso.

Vengo adesso alle perplessità che mi sono sorte già nell’ambito della discussione in Commissione. Badate, c’era una sorta di non detto che serpeggiava un po’ sotto la legge, direi un non detto fuori luogo, almeno se l’intenzione della maggioranza era quella di arrivare poi a un testo condiviso.

Un non detto a chiare lettere, non detto e

non scritto esplicitamente nella norma, è emerso molto chiaramente già nella discussione in Commissione nelle intenzioni di alcuni, poi accolte dal proponente del testo di legge.

La mia attenzione si è focalizzata, quindi, su due aspetti critici del testo. Il primo, vi è una insufficiente valorizzazione del ruolo della famiglia sia nella prevenzione che in tutte le fasi del fenomeno del bullismo. Il secondo aspetto critico, una voluta genericità nel descrivere gli interventi ammessi al finanziamento regionale; una genericità tale da non poter escludere il rischio di un abuso della normativa per scopi e finalità, ulteriori diversi dalla lotta al bullismo.

Dicevo, riguardo al primo timore qualcosa è stato fatto, sono stati accolti alcuni miei emendamenti, quindi è stato inserito nel testo già un ruolo più importante per la famiglia. È stato accolto il mio emendamento di inserire anche l’Osservatorio permanente sulle famiglie, che vorrei ricordare fa parte del nostro Statuto. È vero che, l’assessore Visini adesso non è presente, più volte le ho ricordato che forse sarebbe il caso di consentire che questo Osservatorio si riempisse di persone, perché è stato costituito sulla carta ma in questa legislatura manca il Presidente, i componenti, non se ne parla per niente e, non è una legge regionale, lo ripeto, fa parte dello Statuto regionale. Comunque, nelle more che questo Osservatorio riviva, nel testo è stato accolto questo mio emendamento sull’inserimento dell’Osservatorio permanente sulle famiglie.

Non posso, invece, nascondere che, riguardo al secondo timore che avevo, purtroppo, dalla Commissione, io ne sono uscita assolutamente confermata, prima di tutto nell’ascoltare emendamenti discutibili che sono stati presentati e, poi, fortunatamente, ritirati, ma poi, però, ho visto che sono stati ripresentati qui in Aula e poi anche con una intransigente, direi, ostinazione a difendere certe parole specifiche del testo, che io non riesco a interpretare se non per un volere dare una fisionomia ideologica a questo testo e parlo

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di alcuni termini rispetto ai quali io avevo chiesto una modifica che non avrebbe cambiato di nulla il senso della legge, se l’intenzione era di fare una legge di lotta al bullismo, invece, sarebbero stati di ostacolo se l’intenzione era, e a quel punto è stato palese, inserire dentro il discorso del bullismo, tutt’altri temi.

Credo sia il caso di dirlo apertamente. Dietro a questa legge si sono mosse e si stanno muovendo una serie di realtà, di spinte ideologiche che nulla hanno a che fare, ripeto, con il bullismo, ma che trattano temi legati al cosiddetto “bullismo omofobico”, come se ci fosse bisogno di aggiungere un aggettivo al bullismo. Il bullismo è grave in quanto tale, qualsiasi fisionomia abbia. Perché dover specificare, come alcuni emendamenti presentati al testo riportano, a questo punto, come vedete, siete voi che vi tirate l’attenzione su questo, se non perché il fine è un altro! Quindi, LGBT, teoria del gender e via di seguito.

È inutile che ci nascondiamo dietro a un dito. Non dimentichiamoci, peraltro, che questo è affermato da tutti gli operatori del settore, ossia che il fenomeno del bullismo omofobico è marginale in termini di frequenza, tra le giovani generazioni, perché è noto che i soggetti maggiormente vittime di atti di bullismo sono le donne e le ragazze. Quindi, se questa legge, che era nata nelle sue intenzioni…

Ovviamente, ho dimenticato di dirlo, l’andamento del testo in Commissione, che ha confermato i miei dubbi, mi ha portato a ritirare la firma su questo testo.

Quindi, se questa diventa una legge contro il bullismo omofobico, così come avete tentato di fare nella legge contro la violenza sulle donne inserendo altri temi che nulla avevano a che fare, io non dico che non dovete parlare di questi argomenti, però parlatene chiaramente, presentate una proposta di legge sull’omofobia, presentate una proposta di legge sul gender, sulle discriminazioni: siate chiari su queste cose, perché ognuno poi si regola di conseguenza, avete la maggioranza, ve la approverete, ma

non cercate sotterfugi o addirittura coinvolgimenti nella maggioranza dicendo che questo tema non entrerà e poi entra dalla finestra. Non è corretto, non va bene, esaspera gli animi, non porta a una condivisione dove si potrebbe, invece, condividere qualcosa.

Quindi, un ragionamento completamente diverso sarebbe, rispetto al quale ovviamente credo si debba prendere una strada diversa.

Alla luce di questo mutato atteggiamento quindi si spiega perché ho ritirato la firma.

Andiamo ad analizzare un po’ le ragioni: nella proposta di legge compaiono alcune improprietà di linguaggio, adesso voglio cercare di vedere se ancora è possibile arrivare a un testo non dico che ci veda con il voto favorevole, ma perlomeno che non inneschi una battaglia infinita, qua dentro.

Parlo di improprietà di linguaggio. Non sono cose grandi, però sono correzioni che vi chiediamo, che ci daranno la cartina di tornasole se davvero non volete fare un fatto ideologico e quindi volete fare davvero una legge contro il bullismo a servizio dei più piccoli, dei più deboli e delle famiglie o se invece volete mettere il vostro stampo ideologico.

Le cose, secondo me, che erano le stesse che avevo detto in Commissione, tra l’altro, ovviamente, ritirando quei due emendamenti 36 e 37 che fanno rientrare dalla finestra, come dicevo, il bullismo omofobico, sul resto della legge ci sono alcuni termini: per esempio, si parla di valorizzazione e rispetto delle diversità, dimenticando che il bullismo nasce proprio da una percezione erronea e fuorviante delle caratteristiche fisiche e caratteriali dell’altro. Quindi, far riferimento o addirittura porre l’accento, in un testo che come obiettivo dovrebbe avere quello proprio di accettare il coetaneo, sulle diversità diventa poco chiaro, oltre che controproducente e ambiguo.

Parliamo invece di parità di diritti. Ben altro è. Propongo appunto infatti che al posto di questi termini, per evitare equivoci, il concetto di uguaglianza tra individui, così come tra l’altro enunciato dalla nostra

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Costituzione all’articolo 3, sia un testo su cui tutti non possiamo non riconoscerci. Parliamo di uguaglianza. Per questa ragione voglio ancora confidare nel buon senso dell’Aula, perché si voglia eliminare un termine che può essere ambiguo, generico e anche sgradevole come diversità, venga tolto dal testo, in favore di espressioni anche più coerenti alla finalità della legge, se quella è la finalità della legge, che appunto servano a dimostrare la buona fede di tutti e la linearità nelle intenzioni.

Tornando al discorso della famiglia, come ripeto, in Commissione qualcosa è stato fatto e lo riconosco. L’articolo 2. comma tre, alla lettera c) prevede ora corsi di formazione specifica per i genitori, proprio per aiutarli ad acquisire consapevolezza sul fenomeno del bullismo.

Nella stessa direzione si muoveva un altro emendamento che avevo presentato, che chiedeva una formazione specifica per i genitori, perché in effetti non è facile affrontare questo tema, non è facile riconoscerlo nei propri figli, sia che siano attori di bullismo, sia che siano vittime. Quindi aiutare i genitori a decifrare, ad avere le antenne su quello che sta accadendo al proprio figlio, se ci sono questi tipi di rischi, è importante.

Non si poteva ignorare infatti quanto emerso con forza e con chiarezza dall’ultimo rapporto Istat sul bullismo tra i giovanissimi, cioè che la migliore strategia di difesa da atti di bullismo, tra l’altro individuata dai ragazzi stessi che sono stati intervistati, è proprio quella di rivolgersi ai genitori. Diciamo che più analiticamente il rapporto afferma che per difendersi dai cosiddetti bulli, il 65 per cento dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni ritiene opportuno chiedere aiuto ai genitori, decisamente una bella percentuale, e il 41 per cento agli insegnanti. Quindi, se è ovviamente fondamentale coinvolgere la scuola, quindi gli insegnanti e gli educatori, è ancora più importante coinvolgere i genitori che, come sappiamo, hanno il primato educativo, diciamo il primo diritto-dovere educativo.

Alla luce proprio della palese centralità del ruolo della famiglia, non posso che manifestare soddisfazione anche per avere incluso tra i soggetti costituenti la Consulta regionale sul bullismo, organo che secondo me non ha senso, per ogni proposta di legge qua dentro ci mettete una consulta, e c’è anche un mio emendamento che chiede appunto di eliminare la Consulta, ma a prescindere se arriverete e vorrete per forza mettere la Consulta anche qui, almeno che all’interno ci sia, oltre la Consulta, l’Osservatorio permanente sulle famiglie.

Sempre detto per inciso relativamente all’Osservatorio sulle famiglie, mi auguro, vicepresidente Smeriglio, che lei riporti questo tema. C’è l’Osservatorio permanente sulle famiglie che troverà all’articolo 10 della legge regionale 7 dicembre 2001, n. 32, che trova nello Statuto regionale, che al momento in questa legislatura non esiste; non esiste non perché non è stato fatto, non esiste perché non sono stati nominati il Presidente e i componenti.

Come dicevo prima, questo proliferare in ogni proposta di legge, di consulte varie, credo che ci allontani anche da quelli che sono gli obiettivi stessi dei testi che analizziamo.

Mi avvio a conclusione, e la mia conclusione è la seguente. Se davvero volete una legge che abbia come unico obiettivo quello di contrastare il bullismo e aiutare i ragazzi e le famiglie, unico obiettivo, sta a voi adesso dimostrarlo ritirando quegli emendamenti che parlano d’altro e che ci porterebbero molto lontano e facendo uno sforzo nell’accogliere alcuni emendamenti minimi, terminologici che, però, confermano che non c’è ambiguità nel testo che voi volete portare avanti.

Sono poche cose, collega Valeriani, visto che lei è il proponente. Ragionateci. Il dibattito, sennò, purtroppo, sarà anche stucchevole perché ci costringerete a un atteggiamento ostruzionistico, sinceramente, su un testo che, se voi foste, ripeto, lineari e non ideologici, potrebbe essere condiviso, quantomeno non ostacolato.

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Se voi faceste questo passo, quindi di ritiro degli emendamenti, di accoglimento di eliminare quei termini che possono suscitare ambiguità di interpretazione...

C’è un passaggio, cioè l’esiguità ridicola dei fondi messi a disposizione per gli interventi: 250.000 euro possono sembrare molti, ma, alla fine, sappiamo bene che, rispetto a quello che vorremmo fare, sono pochi. Noi, in ogni percorso, in ogni azione legislativa, vorremmo evitare di fare delle iniziative spot: abbiamo i soldi stavolta e poi... No? Penso a tante leggi ancora vigenti che, poi, non sono state rifinanziate. Non si può fare così.

Se si vuole veramente fare un discorso di contrasto vero e di prevenzione al bullismo, bisogna mettere in atto un’azione a lungo termine, un’azione impegnativa che non sia uno spot di campagna elettorale, abbiamo fatto la legge sul bullismo, no, ma che metta fondi e preveda fondi per tutti gli anni futuri in un percorso, ovviamente, chiaro di destinazione di fondi, attraverso bandi pubblici e via di seguito, altrimenti, credo che sarebbe un dispendio di energie, anche economiche, perché mettere i fondi su qualcosa che, poi, trova il tempo che trova è abbastanza dispersivo, è uno spreco, soprattutto perché è poco utile a incidere veramente sul territorio.

Riassumo, quindi, e chiudo, un po’ il senso del mio intervento e la posizione che comunque è condivisa dai colleghi del centrodestra.

Vi chiediamo, appunto, di ritirare quei due emendamenti, vi chiediamo una chiarezza terminologica modificando alcuni termini che creano ambiguità per evitare margini di fraintendimento, perché se si vuole fare una legge sul bullismo che sia tale senza cercare di nascondere sotto di essa derive ideologiche di cui proprio non sentiamo il bisogno.

Vorrei che, ovviamente il secondo punto, venissero confermati almeno gli interventi migliorativi che abbiamo portato in Commissione e anzi, se è possibile, dare ancora maggior ruolo alla famiglia, ho presentato anche altri emendamenti su

questo, e maggiori risorse per evitare che questa legge diventi materiale di inutile e sterile propaganda.

Voglio confidare che ci sia una riflessione su questo da parte della maggioranza…

PRESIDENTE. Concluda, collega. Siamo a 25 minuti.

TARZIA (LS). Finisco.

… per riuscire a parlarci apertamente sui temi, senza paura del confronto; abbiamo idee diverse, ma se parliamo di A parliamo di A e se parliamo di B parliamo di B. Non si mischiano le lettere. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la consigliera Bonafoni. Ne ha facoltà.

BONAFONI (Si-Sel). Grazie, Presidente. Proverò a fare io un po’ di economia nei tempi recuperando un po’ di minuti.

Colleghi, Presidente e Vicepresidente credo che ci siano leggi, e noi le affrontiamo ogni qual volta ci ritroviamo in Commissione come in Aula, che servono a migliorare il funzionamento delle Istituzioni, leggi che puntano a rafforzare ad esempio il sistema economico della nostra Regione.

Nel nostro caso per l’appunto ne abbiamo approvate molte, ne abbiamo approvate con il contributo delle opposizioni, di maggioranza; leggi che sono arrivate anche con l’ispirazione delle minoranze. Ci sono leggi che recepiscono leggi nazionali e che quindi sono degli obblighi ai quali noi dobbiamo adempiere, magari leggi che arrivano a loro volta dall’Unione Europea e quindi che, a cascata, toccano il nostro livello di legiferare. Ci sono leggi di sistema, quelle che maggiormente ci impegnano, quelle con tanti articoli. Poi ci sono le leggi come quella che stiamo affrontando questa mattina, sono le leggi, lo diceva in maniera perfetta il Presidente della quinta Commissione, il consigliere Carrara, che ci guardano, insistono, ci interrogano rispetto al nostro sistema sociale e anche di valori. L’intervento che si è appena concluso ha dato

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un’ampia dimostrazione di come la contesa sia anche sui valori.

In questo caso, la legge è sul bullismo. Voglio dire innanzitutto che oggi è un buon giorno. Io la vedo così. È un buon giorno perché quest’Aula è chiamata ad interrogarsi su un livello diverso da quello nel quale spesso navighiamo, a volte quasi affogando, e prova ad elevare anche il proprio di livello, anche se questo vociare sotto, che dall’inizio continua, ci restituisce quella mancanza di stile che forse il consigliere Carrara per primo ha subito mentre parlava, ma va bene così. Siamo abituati e andiamo dritti, perché è più giusto quello che stiamo decidendo oggi, piuttosto che il contesto in cui lo stiamo facendo.

Volevo dare il mio particolare ringraziamento al presidente Valeriani che per primo ha deciso di proporre alla maggioranza e non solo, anche ai colleghi dell’opposizione, quella legge, la prima in Italia, è stato già detto, ma noi saremo i primi a legiferare in materia di contrasto al bullismo.

Voglio ringraziare il presidente Carrara, il consigliere Patanè, la consigliera Giancola, la consigliera Bianchi, i consiglieri Pernarella e Perilli con cui c’è stata una grande collaborazione in Commissione, il consigliere Petrassi e la consigliera Tarzia da ultima, che ci ha in parte elencato che tipo di battaglia abbiamo fatto in Commissione e ci apprestiamo senza timore a provare a risolvere dentro quest’Aula.

Il contributo di tutti è quello che abbiamo imparato a dare, a portare come tesoro ai nostri concittadini e alle nostre concittadine, per fare le leggi migliori di cui siamo capaci.

Non voglio citare cifre. Le ultime indagini Istat restituiscono in particolare al capitolo suicidi dei numeri dolorosissimi. Immagino che chiunque di noi abbia dei figli e delle figlie, o frequenti dei bambini, degli adolescenti dovrebbe averli scolpiti in testa. Fosse anche uno solo, altro che cifre basse, se anche uno solo dei nostri figli dovesse essere a rischio di fenomeni di sopraffazione, fino a pensare e addirittura ad agire contro la

propria vita io penso che quest’Aula dovrebbe veramente fare silenzio e cominciare a lavorare nel merito, fosse anche uno solo.

L’Istat ci dice che è molto di più che uno, che addirittura la percentuale è arrivata al 55 per cento; il 55 per cento di giovani ragazzi e ragazze che si toglie la vita lo fa per aver subito atti di bullismo, nei due terzi dei casi atti di cyberbullismo e poi ci torno perché in questo senso il consigliere Patanè è colui che più di altri ha dato un contributo al testo, ed è una delle forme che noi più rincorriamo, ed è difficile rincorrere la rete, perché la rete mentre noi parliamo si è già aggiornata, e il consigliere Barillari in questo ha un’ampia bibliografia, e giustamente ce la sottopone perché dobbiamo crescere su testi che ci permettono di farlo.

Io non citerò cifre, le femmine, i maschi, la pelle colorata, gli omosessuali. Lo dico, non bisogna avere paura delle parole; non è A e B. B sta dentro A e, l’omofobia è una delle forme più forti, ha reagito l’Aula in questo senso e ne sono felice, del bullismo.

Io, però, sottolineo questo: noi abbiamo iniziato la discussione in Commissione leggendo una storia che arrivava da Vigevano. Iniziamo la discussione in Aula con l’eco di una storia che, invece, arriva da Nuoro. In mezzo abbiamo letto tantissime storie, e io ne cito soltanto tre e lo faccio dal punto di vista geografico, per capire quanto poi nessuno sia esente dal tema.

Periferia est di Roma, Liceo artistico Ripetta, quindi la crème della nostra città, e Velletri, la provincia. Queste sono soltanto la punta dell’iceberg, sono le storie emerse e in quanto emerse già positive, perché uno dei principali temi che noi vogliamo affrontare con questo testo sta appunto nella censura, nell’autocensura, nella paura, nella vergogna, nel timore di rappresaglie, che infatti automaticamente scattano, quando si denuncia che hanno i ragazzi e le ragazze, i bambini e le bambine, i ragazzini e le ragazzine, perché la fascia di età più delicata è quella della scuola secondaria inferiore che subiscono, oppure assistono, oppure sono

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autori degli atti di bullismo. Io penso che tutte queste storie vadano lette

in controluce. Dicevo, è positivo che siano emerse, ma sono negativi alcuni dettagli che queste storie ci raccontano, appunto le mancate denunce, il fatto che alcune ragazzine siano arrivate fino al pronto soccorso e non abbiano prima trovato il coraggio e il sostegno necessario per denunciare e prevenire quelle botte tanto forti da tornare con gli occhi pesti, e raccontare a quel punto ai genitori cosa fosse successo.

In controluce va letta, e questa è la storia di Nuoro, la lista di proscrizione o di denuncia che è stata fatta dalla ragazzina dodicenne, che non ne poteva più e ha fatto cento nomi dei suoi compagni. Io non credo sia giusto arrivare a quelle liste, perché dentro al fenomeno del bullismo ci sono molte debolezze, non ce n’è una soltanto. Quindi, evitare di arrivare alle liste significa fare prevenzione e l’istituzione ha il dovere, e oggi siamo qui per questo, di fare quella prevenzione.

C’è la mancata collaborazione fra la scuola, le famiglie e i ragazzi. L’episodio che vi raccontavo della periferia est di Roma racconta proprio di una docente che avrebbe detto al ragazzino in questione: “Non raccontare niente, non ti preoccupare, adesso ce la risolviamo”. È evidente che non è quello il sistema, ma è altrettanto evidente che, senza un quadro normativo di sistema di intervento, progetti che possano viaggiare nelle classi delle nostre scuole, quella professoressa vivrà una dimensione di solitudine, una dimensione di arbitrio rispetto alle decisioni da prendere, invece l’intero gruppo coinvolto, i ragazzi, i genitori con i ragazzi e gli insegnanti, deve fare uno scatto di consapevolezza.

Noi lo abbiamo già fatto con altre leggi: penso a quella contro la violenza di genere, a quella, ad esempio, sull’istruzione e la formazione professionale. Più di altre volte, noi dobbiamo guardare in faccia le storie, il principio di realtà e provare ad essere all’altezza della realtà che sta fuori da quest’Aula. In questo io, invece, ci trovo una

eco con quello che sta avvenendo al Senato: bisogna essere all’altezza del tempo presente, bisogna essere all’altezza delle decisioni che si prendono, in virtù di ciò che già vive nei nostri territori e io penso che noi ci apprestiamo ad essere all’altezza di tutto questo.

La legge è entrata in Commissione con dei punti di forza innegabili, era già una buona legge; era buona perché prevedeva l’approccio di sistema; era buona in quanto affermava l’approccio multidisciplinare, poneva l’accento sulla prevenzione e la non occasionalità dell’intervento di contrasto e prevenzione del bullismo, ma anche la sussidiarietà che, certo, abbiamo migliorato con gli emendamenti della consigliera Tarzia nel coinvolgimento delle famiglie, di tutte le famiglie.

La scuola al centro, come ci capita sempre di dire, perché là interveniamo in una delle agenzie educative più delicate e preziose di questo Paese, che da troppi anni vivono, invece, di definanziamenti, di attacchi, di assalti, quelli sì, ideologici. Invece noi, anche con questa legge, diamo una risposta sulla qualità dell’educazione, dei percorsi formativi dei nostri giovani e giovanissimi figli.

La legge è molto migliorata in Commissione grazie alla generosità e alla disponibilità del consigliere Valeriani e dell’apporto di noi tutti e tutte. È migliorata, ad esempio, nel momento in cui si è aggiunta rispetto alla prevenzione del bullismo la gestione dello stesso fenomeno; il bullismo non è una fiammata, non avviene soltanto nel momento in cui noi vediamo quello che sta succedendo, è la gestione quotidiana e costante dei gruppi classe, anche delle ricreazioni, anche di quello che succede fuori dalla scuola. Non c’è una saracinesca che si chiude nel momento in cui l’ora di didattica vede il suono della campanella.

Abbiamo migliorato la legge inserendo i luoghi sportivi delle discipline sportive fra i luoghi dove intervenire. Immagino moltissimi di noi abbiano dei figli che frequentano i campi sportivi, il momento

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della doccia è un momento delicatissimo. Noi non dobbiamo entrare in quella doccia evidentemente, ma dobbiamo fornire gli strumenti necessari ai nostri figli e alle nostre figlie per avere consapevolezza di sé, forza della propria identità, autonomia di decisione e quindi rispetto dell’altro, rispetto delle differenze, che sono un elemento di ricchezza, non dobbiamo averne paura. L’uguaglianza è fatta dalla valorizzazione delle differenze, a partire da ciò che diciamo rispetto alla disabilità. Chi è disabile ed è vittima tanto quanto gli omosessuali presunti o meno che siano di bullismo non è qualcuno che è meno abile di me, è diversamente abile. Ciascuno di noi ha abilità diverse dall’altro, quello è il concetto di uguaglianza che passa dalle differenze che noi dobbiamo avere il cuore oltre che il coraggio di affermare dentro un testo di legge, senza timore, perché è giusto così, perché altrimenti siamo il passato, mentre la realtà va avanti e noi non riusciamo ad arginarne le storture e quindi, lo spot.

Abbiamo inserito l’educazione ai sentimenti, che è una questione che ha tenuto anche il Parlamento ancora ingessato, ci sono proposte di legge in particolare una del partito a cui faccio riferimento che intendono dare un’indicazione da questo punto di vista. Gestione dei sentimenti significa gestione dei conflitti, significa anche gestione di quando io non ci arrivo: la competitività, la competizione. Il fallimento fa parte del percorso della vita di ciascuno di noi, il fallimento è anche crescita se c’è una rete di supporto che fa di quel fallimento qualcosa di diverso da una sentenza e la sentenza l’abbiamo voluta allontanare anche inserendo fra i principali, quasi inter pares, destinatari di questa legge gli autori di atti di bullismo, oltre che le vittime, perché se è vero come è vero che in Costituzione il reo, persino il più maledetto dei rei che stanno nelle carceri italiane ha l’obbligo e il dovere da parte dello Stato di essere reinserito e reincluso, figuriamoci quanto è vero questo, quando si tratta di bambini e di bambine che stanno formando la propria coscienza e che hanno da

parte nostra il dovere di esser presi per mano e correggere quello che stanno facendo.

Poi ci sono, certo, gli emendamenti a cui faceva riferimento da ultimo la consigliera. Sono emendamenti, lo ripeto, spero di non suscitare nuovamente le sue urla, tra l’altro firmati da diverse sensibilità della maggioranza, non soltanto da una sensibilità, diverse sensibilità della maggioranza che intendono semplicemente dire non che quello è uno dei fenomeni, il bullismo omofobico, ma che è uno dei principali.

Se questa cosa comporta l’inizio di un dibattito che fa fare a questo testo un passo in avanti nella sua concreta definizione e non nel suo essere ideologico, di ideologia fatico a vederne anche soltanto uno straccio nell’intento di quegli emendamenti, penso che facciamo un buon mestiere, un buon lavoro e se questo comporterà delle proposte che comportano il ritiro di quei due emendamenti, un lavoro che, mi sento di poterlo dire, con i colleghi della maggioranza, siamo in grado di affrontare, il ritiro di due emendamenti, ritireremo quegli emendamenti, se questo però comporterà un passo in avanti di tutto il testo rispetto all’attenzione che volevamo dare: l’omofobia, l’orientamento sessuale; un tema fondamentale nelle nostre scuole, indipendentemente se i nostri figli e le nostre figlie stiano decidendo o abbiano già deciso quale è il loro orientamento sessuale.

Spesso, ed è un caso di cronaca di questa città, avendo comportamenti che possono essere scambiati si è vittime di omofobia, pur non essendo per l’appunto omosessuali.

Troverete anche altri due emendamenti che sono fatti per il dibattito, poi se verranno approvati, devo dirvi, ne sarò persino sorpresa, ma accettiamo la sfida della sorpresa. Sono emendamenti che tendono, ne parlerò meglio, ne parleremo spero insieme quando toccherà a loro essere esaminati, provare a togliere dal linguaggio anche del legislatore una visione di parte, di una importantissima parte, che è quella maschile della nostra società che ad esempio dicono che oltre ai bambini esistono le bambine.

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Ci sono Paesi europei dove la legislazione già ha una distinzione e una doppia declinazione delle differenze, noi siamo molto indietro, non soltanto il Lazio. Quei due emendamenti sono un piccolo esperimento, dialettico, guardate dialettico, non so se arriveremo ad approvarli, ripeto, non ne ho fiducia, ma spero di essere smentita, ma dialetticamente credo sia importante discuterne, perché parliamo di scuole e ad esempio i libri di testo da questo punto di vista descrivono, cioè un lavoro che l’assessore Smeriglio ha messo in piedi presso il suo Assessorato con i docenti, uomini e donne che stanno affrontando anche questo tema. I libri di testo ci restituiscono un mondo costruito a partire dalle culture classiche soltanto da maschi, evidentemente non è così e noi proviamo con quei piccoli emendamenti a interrogare quest’Aula, fatta per la stragrande maggioranza di Consiglieri uomini. Ma va bene così. Hanno approvato una legge in Parlamento e speriamo quanto prima di poter dare il nostro contributo.

Finisco, per rispettare la promessa fatta al presidente Leodori, dicendo questo. Io penso che noi nell’affrontare questa discussione con calma e raziocinio, con un confronto sano e proficuo fra noi, dobbiamo sentirci coinvolti da quello che stiamo facendo, coinvolti in prima persona. E io immagino che anche il consigliere Aurigemma, che non vedo, ma al quale l’ho già detto anche in Capigruppo, quando ha firmato quella proposta di legge l’abbia fatto anche interrogando il proprio essere padre e genitore, perché io penso che quando noi siamo qua non dobbiamo mai dimenticarci di quello che siamo fuori da qua, di quello che sono i nostri vicini, di quello che sono i nostri compagni di viaggio esistenziale.

Io non so se ho più paura che mio figlio, che ha dodici anni e che quindi è pienamente dentro le statistiche, sia vittima di un bullo o autore di atti di bullismo. Non lo so che cosa mi fa più paura. So però che io nell’autonomia che devo alla sua esistenza, che ha tutta la dignità di essere tale anche se ha soltanto dodici anni, non lo posso e non lo

devo controllare, non posso e non devo vietargli di usare lo smartphone, anche perché è elemento di sicurezza nel nostro rapporto reciproco, ma devo metterlo in condizione di camminare la propria vita in autonomia, facendo in modo di non fare male ma bene ai suoi compagni e alle sue compagne di classe. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare il consigliere Barillari. Ne ha facoltà.

BARILLARI (M5s). Grazie, Presidente. Accettiamo con piacere la sfida “intellettuale” lanciata dal consigliere Carrara per migliorare una legge importante, qual è quella che stiamo discutendo adesso, perché è importante capire l’ambito culturale soprattutto di come questo fenomeno gravissimo chiamato bullismo si diffonde e si può combattere, proprio perché vogliamo contribuire, come sempre, in maniera costruttiva per migliorare un testo di legge che, anche secondo noi, presenta ancora grosse carenze per come è uscito dalla Commissione.

Dico subito che questo è un fenomeno complesso e multi-causale, per cui servono approcci diversificati e integrati, e questi approcci devono coinvolgere soprattutto genitori e ambito scolastico, perché è qui davvero che il fenomeno viene innanzitutto intercettato ma dove si può fare attività di vera prevenzione primaria, secondaria e terziaria proprio perché, come dicevano altri Consiglieri prima di me, esistono fattori non solo culturali, familiari, sociali e scolastici ma anche fattori individuali. E la dinamica, lo dico proprio per capire il contesto, non è così semplice del buono contro il cattivo, del bullo contro la vittima. Spesso il bullo dominante, chiamato così dagli psicologi, ha una serie di supporters insieme a lui che lo spingono anche a farsi vedere nell’atto della violenza, nell’atto della discriminazione verso il più debole. C’è, poi, naturalmente, la vittima che, di solito, è una persona che non è, magari, in grado di difendersi, come altre persone, oppure viene presa di mira per

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caratteristiche fisiche o psicologiche o altro, quindi viene identificata come vittima di un sopruso. E poi, la cosa più drammatica, che spesso non si cita mai, riguarda i cosiddetti “bulli passivi”, cioè i supporters, gli spettatori che vivono la scena del bullismo, della vittima contro il bullo, e stanno a guardare o, addirittura, a incitare questo fenomeno.

Quindi, bisogna intervenire non solo prevenendo questo abuso psicologico e, a volte, anche fisico, ma addirittura sostenendo tutto questo gruppo che si crea per favorire il fenomeno. Ci sono tanti preconcetti. Spesso si dice che sono una ragazzata, che è un gioco, un modo per far crescere, addirittura, un ragazzo; farlo partecipare a una cosa, che può essere un gioco violento, per formarlo; addirittura, nelle famiglie spesso si pensa questo, oppure che è utile anche per imparare a difendersi. C’è anche chi affronta il bullismo sminuendolo e cercando anche di giustificarlo. È colpa della vittima a volte, addirittura dicono, che si mette nelle condizioni per cui viene presa di mira.

Come diceva il collega Carrara, è un approccio culturale che dobbiamo combattere innanzitutto dall’ambito culturale della famiglia e della scuola. Anche qua, spesso si associa un fenomeno legato alle zone povere e degradate delle città e delle periferie, invece abbiamo, anche qua, studi che dimostrano che è un fenomeno diffuso anche nelle scuole più ricche e più centrali nelle città.

Abbiamo già detto che è un fenomeno che spesso nasce e si sviluppa nell’ambito scolastico, nelle aule, dove più i ragazzi hanno relazioni e più il gruppo si forma nel contrastare insieme un antagonista. Questo porta solitudine, porta impotenza, depressione e, in alcuni casi, suicidi. Alcuni danni psicologici dovuti a questi abusi, al fenomeno del bullismo, si portano addirittura fino a età avanzata. Pensate al danno che si crea in un ragazzo che viene coinvolto, magari, in questo gruppo, che sembra un gioco stupido, ma diviene vittima di una violenza che, poi, si porta fino a

quarant’anni. Ve lo posso dire per esperienza personale.

I dati li abbiamo già citati. Addirittura siamo arrivati a notare che questo fenomeno è diffuso quasi fino al 50 per cento. Il Lazio risulta, dalle varie statistiche, una delle regioni più coinvolte in questo fenomeno. Ragioniamo molto sulle soluzioni, perché abbiamo parlato di prevenzione, ma questa è una prima carenza della legge che vi voglio sottolineare; parliamo di prevenzione, ma dobbiamo sviscerare, concretizzare come viene fatta la prevenzione soprattutto primaria, perché solo attraverso una programmazione complessa, strutturata e a lungo termine, qui vi cito proprio il lavoro che ha fatto l’Osservatorio regionale sul bullismo, solo attraverso un approccio strutturato possiamo combattere un fenomeno, altrimenti sono, come dicevamo anche prima, iniziative a spot che risolvono magari l’emergenza in quella scuola o in quella classe, ma non affrontano tutto l’argomento. Infatti la legge, è stato già detto dalla collega Tarzia, potrebbe essere considerata come un finanziamento per fare corsi contro il bullismo, e spero che non sia così. Infatti gli emendamenti che proporrà il Movimento 5 stelle saranno proprio nell’ottica di rafforzare questa legge proprio nell’ottica di interventi strutturali a lungo termine, perché possiamo attraverso un intervento culturale, citando ancora il collega Carrara, portare modelli educativi che rafforzino sviluppi sociali positivi, così detto in maniera generale, perché possiamo identificare, possiamo avere come segnali sentinella tutti quei fenomeni di disagio, quei segnali che arrivano nella classe di cui poi sia gli studenti, i ragazzi percepiscono, ma anche e soprattutto i docenti e gli esperti che ruotano intorno ai ragazzi, anche i genitori stessi. Ci sono tantissimi segnali che poi conducono al bullismo, anche qui parliamo sempre di sanità predittiva, di fare prevenzione. Se noi intercettiamo questi segnali e ci dotiamo di uno strumento legislativo che dia uno strumento forte per intercettare questi segnali

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possiamo prevenire il fenomeno, non curarlo quando già i danni sono stati fatti. Quindi, nella legge introdurremo proprio questo principio di attività di sistema strutturale in cui metteremo al centro la scuola, perché se ci pensiamo sono i presidi attraverso l’offerta formativa, attraverso il potere che hanno di indirizzare anche i docenti su progetti, su linee educative, il potere dei presidi è fondamentale per contrastare in modo strutturale il bullismo, non quando arriva l’Osservatorio sul bullismo, quando arriva il Telefono Azzurro che dicono “C’è stato un fenomeno in quella classe, bisogna fare qualcosa” e lì il docente attiva il corso, attiva tutti gli strumenti attuali. Tramite i presidi introduciamo nelle scuole, l’offerta formativa nel POF, introduciamo questo percorso strutturato di contrasto alla violenza, di contrasto al bullismo, di insegnamento di legalità e solo così possiamo prevenire questi fenomeni. Come? Secondo noi attraverso strumenti che già abbiamo a disposizione che spesso non sfruttiamo. Cito quello che abbiamo già nel sistema sanitario regionale, le Asl. Abbiamo già una struttura, abbiamo già i Dipartimenti nelle singole Asl che fanno già prevenzione e attraverso pediatri, neuropsichiatri infantili, servizi di età evolutiva, consultori giovani, consultori familiari, centri per bambini e adolescenti, psicologi presenti nel contesto scolastico, possiamo già usare queste risorse, senza spendere altri soldi e creare chissà cosa, per intervenire.

È chiaro, si fa una legge perché si vuole far vedere che la Regione lavora e che interviene su questo fenomeno, siamo la prima regione in Italia che farà questa legge sul bullismo, spesso magari solo utilizzando meglio le risorse che abbiamo, e tutte queste competenze che ho citato nelle Asl, quindi già persone dipendenti della Regione, già solo utilizzando quelle potremmo intervenire sul fenomeno e affrontarlo a costo zero, senza spendere un euro. Ad ogni modo, fare una legge potrebbe dare ulteriori strumenti di intervento. Questo era il ragionamento generale su come possiamo intervenire per

migliorare la legge e lo vedrete nei singoli emendamenti che saranno tutti non ostruzionistici, ma nel merito.

Sappiamo che c’è una legge nazionale su cui già il Governo sta lavorando, quindi, una prima critica che volevo fare a Valeriani, che però non vedo in Aula, era di fare subito un confronto con il modello che sta andando avanti sul piano nazionale e che prevede anche il concetto di ammonimento, cioè intervengono molto anche sulla prevenzione chiamiamola forzata del bullismo, intervengono sull’ammonimento della classe o del bullo che poi viene... Insomma, dovreste conoscere il progetto di legge per capire come stiamo portando avanti i due approcci un po’ diversi e magari che andranno in contraddizione fra loro. Quindi sarebbe stato il caso di vedere il disegno di legge nazionale e di adeguarci alla linea guida che stavano portando avanti sul Governo per non creare troppe diversità che poi dovranno essere corrette.

La criticità maggiore su questa legge, sulla quale cerchiamo di intervenire, è l’efficacia. Come la consigliera Bonafoni citava, spesso facciamo leggi importanti, come sulla violenza sulle donne o sulle ludopatie, che però poi vediamo dopo un anno che rimangono carta straccia, non vengono applicate. Quella sulla ludopatia ne è un esempio evidente. Abbiamo creato un logo regionale, abbiamo fatto azioni per limitare questo fenomeno gravissimo, delle ludopatie, delle malattie legate al gioco di azzardo patologico e dopo un anno, la ludopatia sta aumentando. Dunque la legge non ha portato nessun vantaggio, proprio perché forse quella legge purtroppo l’abbiamo sottovalutata e non abbiamo usato gli strumenti giusti per rafforzarla.

Quindi, gli emendamenti che proporremo con il Movimento 5 stelle avevano proprio lo scopo di rendere una legge importante efficace e non lasciarla come un atto formale che poi non trova nessuna applicazione concreta.

La criticità e la prevenzione. Le cito ancora. Cercheremo di introdurre

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emendamenti che rafforzeranno molto proprio il concetto di sistema integrato, quindi non è che la Regione finanzia un corso, arrivano questi soldi, si fanno questi corsi a genitori e docenti, ma poi finisce lì. Noi vorremmo con gli emendamenti invece introdurre un intervento molto più sistemico, coinvolgendo tutti gli attori che possono affrontare, gestire e prevenire il fenomeno bullismo.

Nelle audizioni è emerso il ruolo poco chiaro della Consulta che si sta per creare, la Consulta contro il bullismo. Io sinceramente non ho capito ancora il perché. Esiste già un Osservatorio regionale contro il bullismo addirittura dal 2007 che svolge un ruolo importante; se leggete il materiale che hanno prodotto molto complesso e molto dettagliato trovate già una serie di interventi grossi che stanno facendo, addirittura hanno sostenuto la formazione di 750 docenti e genitori nel Lazio. Quindi, io ho paura che questa Consulta che si vuole creare sia un duplicato dell’Osservatorio che già fortunatamente sta lavorando. Quindi, si tratterebbe di un’altra consulta che si aggiunge alle altre, di cui alcune davvero neanche funzionano, che metteremo davvero in relazione con l’Osservatorio, che non avranno funzioni parallele. Ebbene, nel testo di legge non vi è scritto nulla su questo, per cui anche su questo tema interverremo.

Altro elemento importante è che non ci sono i riferimenti di coinvolgimento, come dicevo prima, delle risorse che abbiamo già in Regione. Va bene fare corsi, va bene coinvolgere tutti gli stakeholders sul bullismo, ma perché non coinvolgere direttamente l’Asl, le strutture sanitarie e le strutture sociali che abbiamo già a disposizione e che già affrontano il tema del bullismo! Al riguardo non vi è nessun riferimento.

Vi è poi il tema del cyberbullismo. Sono molto contento che questo tema sia stato affrontato e anche nelle audizioni è stato discusso, ma nella legge c’è poco. Negli interventi ho visto un particolare interesse nell’affrontare anche questo fenomeno, ma

tutto quel mondo che sta evolvendo rapidamente nel mettere la foto di un ragazzo su internet, nel fare il video, l’avete visto anche voi, scandali anche qua, ripresi anche dai TG nazionali, sul maltrattamento di un disabile e nel metterlo subito su YouTube. Questa è una cosa che deve essere sicuramente affrontata e su cui bisogna fare prevenzione per impedire l’uso improprio e gli abusi della tecnologia. Anche qua nella legge non c’è praticamente nulla. È stato un tema molto difficile anche al nostro interno di discussione e di approfondimento, ma abbiamo cercato tramite alcuni emendamenti di iniziare a, non a legiferare per limitare l’uso della rete attualmente, bensì per cercare di difendere e tutelare proprio da un uso inappropriato a svantaggio dei minori che proprio favorisce questo bullismo ormai molto diffuso attraverso i sistemi informatici.

Mi accingo alla conclusione. Le ultime criticità che esprimo sulla legge

riguardano chi riceverà questi finanziamenti. Anche qua, noi abbiamo sempre il dubbio che questi finanziamenti vadano già a chi sappiamo già che riceverà finanziamenti. Quindi, che siano Onlus, che siano cooperative, siano associazioni che già si occupano di lotta al bullismo, che però siano finanziamenti studiati proprio per darli già a chi fa queste attività. Sicuramente va bene, però se introduciamo nel meccanismo dei finanziamenti il processo di trasparenza, il processo dei bandi pubblici, anche qua miglioriamo una legge importante che ha l’obiettivo di contrastare e prevenire il fenomeno e non, invece, di favorire qualcuno che può, giustamente o meno, abusare della legge e dei propri finanziamenti. Anche su questo aspetto, nell’articolo del finanziamento dei beneficiari, è un po’ troppo generale e cerchiamo, magari, di introdurre qualche elemento di chiarezza e di trasparenza.

Vorremmo, sicuramente, vedere oggi e nei prossimi giorni un confronto basato non sulle ideologie, come abbiamo già notato in alcuni interventi, ma basato soprattutto sull’efficacia di questa legge, sul miglioramento di un testo

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che, in alcuni aspetti, vi ripeto, è molto carente, molto generale, e faremo il possibile perché gli emendamenti nostri e anche di altre forze politiche siano sviscerati, siano capiti, siano compresi e siano utili, soprattutto, per un testo di legge importante che se davvero, come ci aspettavamo prima, se davvero è utile lo vedremo in un anno, in pochi mesi, in due anni e vedremo già se le vittime di questa piaga del bullismo e del cyberbullismo nella regione Lazio, grazie a questa legge, saranno aiutate oppure le vittime, come nel caso della ludopatia e della violenza sulle donne, continueranno ad aumentare nonostante una legge importante che oggi ci apprestiamo a discutere, modificare e votare.

Il lavoro di oggi è molto importante proprio per dare forza a tutti quei docenti, quei ragazzi, quei genitori che, ormai da soli, in questo momento, stanno combattendo contro questo fenomeno e che, grazie a questa legge, potrebbero finalmente avere un aiuto, uno strumento in più per difendere i propri ragazzi e la propria crescita intellettuale, sociale e culturale. Grazie. Ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Storace. Ne ha facoltà.

Dopodiché, sospendiamo la seduta.

STORACE (LaD). Grazie, Presidente. Forse la sospensione è opportuna per far sì che la Giunta rifletta sull’atto grave che ha commesso con la presentazione di un emendamento.

Vede, Presidente, noi siamo abituati ad assistere a spettacoli incredibili, i maxi emendamenti sulla legge di stabilità o sul tabellare del bilancio; i maxiemendamenti di consiglieri su leggi consiliari, come è accaduto con la legge sull’ARPA e sull’ARDIS, ma che la Giunta, su un dibattito appena iniziato, prenda a schiaffi l’opposizione su una materia così delicata, presentando un emendamento per cancellare i nostri, è un atto di guerra vero.

Presidente Leodori, io la prego di far ragionare la Giunta in questa ora che ci manca alla ripresa dei lavori, far ritirare questo emendamento ignobile, perché è intollerabile, collega Valeriani, che vi fate scudo con un atto di Giunta.

Avevamo concordato una ripresa piana dei lavori, per verificare in questa settimana se ci erano gli spazi per poter ragionare sugli emendamenti e voi fate fare alla Giunta il lavoro sporco? Io credo che ci voglia anche un po’ di dignità, evitare queste figure. Non penso che sia tollerabile.

Chiedo formalmente alla maggioranza di far ritirare alla Giunta questo emendamento e consentirci di discutere con serietà. Per quello che mi riguarda, la collega Tarzia ha piena delega per la mia posizione. Poi il centrodestra si organizzerà come meglio crede, l’opposizione.

Non penso che noi possiamo accettare il canguro alla Regione e sempre su queste materie. Veramente credo che sia qualcosa di indicibile.

Presidente Leodori, la prego su questa materia di far rispettare i Consiglieri regionali. La Giunta quando vuole intervenire su una legge consiliare è perché glielo chiedono i Consiglieri che hanno trovato un’intesa su un testo. Così ci ha insegnato l’assessore Sartore in questi tre anni. Gli atti di prepotenza contro l’opposizione non si possono fare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Valeriani. Ne ha facoltà.

Sull’ordine dei lavori. Ho detto che poi sospendiamo il Consiglio e riprendiamo alle 14,30. Stanno intervenendo sull’ordine dei lavori.

VALERIANI (Pd). Grazie, Presidente. Lo spirito di questo dibattito non è quello della guerra fisica né tanto meno verbale. Voglio raccogliere anche l’invito del presidente Storace alla riflessione su questo emendamento di Giunta. Dico soltanto che ci sono molti emendamenti, sia della maggioranza che dell’opposizione,

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che hanno entrambi la dignità di essere discussi e approfonditi in un dibattito che deve essere alla luce del sole, perché questo è un tema molto, molto sentito, penso che sia un errore trasferire su questa discussione del bullismo paure e ritrosie lessicali di cui abbiamo avuto qualche segnale anche durante la Commissione.

Invito la Giunta a riflettere, in quest’ora di sospensione, se è opportuno o meno, il ritiro di questo emendamento, però faccio presente, che quell’emendamento rivedeva il testo in modo corretto e anche più istituzionale, perché usa le espressioni contenute nel documento del Ministero, le linee guida sul bullismo, quindi non abbiamo inventato nulla, sono documenti ministeriali.

Ebbene, se quel documento crea così tanto imbarazzo e così tanta paura, presidente Storace, ci prendiamo l’ora di riflessione per verificare questa cosa, però sappiate che ci sono emendamenti presentati da colleghi dalla maggioranza che vanno in quella direzione e penso che noi abbiamo il diritto di discuterli alla luce del sole, così come voi volete discutere i vostri.

Penso che su questo tema non sia più il tempo di porre veti e contro-veti. Mi auguro che l’invito che lei fa a noi sia corrisposto da ciò che voi dovete riconoscere alla maggioranza.

PRESIDENTE. Contrariamente a quello che avevo detto, facciamo intervenire il consigliere Righini, perché alle 14,30 non può esserci e mi sembra giusto dargli la parola per l’intervento. Poi sospendiamo. Prima però sull’ordine lavori Sbardella e Tarzia.

Ha chiesto di parlare il consigliere Sbardella. Ne ha facoltà.

SBARDELLA (Misto). Il capogruppo Valeriani avrebbe ragione se questa fosse una proposta di legge di Giunta che corregge di prepotenza un testo uscito dalla Commissione, ma questo è un testo di iniziativa consiliare, discusso in Commissione, che ha avuto i suoi

emendamenti e che in Aula i consiglieri hanno avuto la possibilità di presentare emendamenti e subemendamenti.

Immaginare che anche una proposta legislativa di Consiglio, analizzata in Commissione, che sappiamo che crea qualche problema, che ci avete invitato in quanto era l’unica legge, e questo la dice lunga, possibile da mettere all’ordine del giorno del Consiglio si trasforma in una trappola in cui la Giunta utilizza cose che infastidiscono, su temi per cui non varrebbe la pena infastidire…

Nel senso che ci siano emendamenti dei Consiglieri che vadano anche oltre, va bene tutto, ma il problema è che la Giunta si permette di interferire nel processo legislativo partito, analizzato, passato per la Commissione e approdato in Aula.

Se questi sono gli strumenti, staremo attenti a cosa calendarizzeremo le prossime volte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la consigliera Tarzia. Ne ha facoltà.

TARZIA (LS). Intervengo sempre sull’ordine dei lavori, Presidente.

L’emendamento della Giunta è stato distribuito mentre io facevo l’intervento, quindi non avevo avuto modo di leggerlo. Appena terminato l’intervento l’ho letto ed è sembrato veramente un atto di forza, che oltretutto manifesta il vostro timore, non il nostro, di voler imporre qualcosa che nel testo non c’è. Se il vostro atteggiamento, la vostra volontà e le vostre intenzioni fossero lineari, come dite, non ricorrereste a queste cose.

E’ chiaro che noi abbiamo presentato subemendamenti a questo emendamento della Giunta, altri ancora, ma se riuscite a rientrare in una normalità di dialettica, lo ripeto, e ritirate questo emendamento forse il percorso potrà essere quantomeno nei tempi giusti e attraverso un dialogo giusto.

Insisto, state prendendo voi una via ideologica.

PRESIDENTE. Abbiamo completato gli

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interventi sull’ordine dei lavori. La Giunta in quest’ora, subito dopo l’intervento del collega Righini sospendiamo, verificherà eventualmente il da farsi.

(Interruzione del consigliere Storace: “Quanto tempo avete dato per i subemendamenti?”)

Fino alle 13,20. Do, quindi, la parola al consigliere Righini,

dopodiché sospenderemo i lavori del Consiglio fino alle 14,45.

Discussione generale

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Righini. Ne ha facoltà.

RIGHINI (FdI). Grazie, Presidente. La ringrazio anche per avermi dato l’opportunità di intervenire adesso in discussione generale.

Ovviamente non posso anch’io esimermi dalle considerazioni fatte, che sottoscrivo integralmente, dei colleghi Storace, Sbardella e Tarzia.

È veramente singolare che a una proposta di legge che abbiamo discusso ed esaminato dettagliatamente in Commissione per mesi e che oggi approda in Aula arrivi un emendamento, peraltro di iniziativa dei consiglieri, e arrivi in piena discussione generale, un emendamento della Giunta che introduce temi che si sarebbero potuti introdurre in altro modo, la giudichiamo una scorrettezza e ci regoleremo ovviamente di conseguenza.

In discussione generale ho avuto il modo e il piacere di apprendere che questa proposta di legge sovvertirà finalmente l’ordine rispetto alla lotta al bullismo. Francamente, ho provato a rileggere anche mentre intervenivano i colleghi di maggioranza dove questa rivoluzione avverrà, perché in realtà ho avuto modo di apprendere, anche perché sono papà di bambini che vanno a scuola, che in realtà la lotta al bullismo è iniziata già da molto tempo, lo si fa con un progetto straordinario che è quello di “Scuole Sicure”,

peraltro guidato da chi fa questo di professione autorevolmente, dalla Questura di Roma, che ha coordinato questo progetto con personale altamente qualificato, con la presenza di esperti che coordinano questa attività.

Peraltro, noi siamo in piena discussione e stiamo esaminando i curricula pervenuti per il rinnovo del garante dell’infanzia e dell’adolescenza, che è colui che, poi, è deputato a questo tipo di attività e di verifica e lì potremmo, invece, essere ancora più incisivi dotando quel ruolo di ulteriore possibilità di intervento in questa materia, che è delicatissima e, in particolare negli ultimi anni, ha acquisito un significato ancora più forte, soprattutto per la presenza dei social network che hanno introdotto l’altro fenomeno inquietante del cyberbullismo.

Io ho riletto attentamente gli articoli di questa legge. Ripeto: non ho trovato la rivoluzione, ho trovato il solito meccanismo indiretto per, probabilmente, foraggiare un po’ di associazioni amiche, creare le condizioni per poter distribuire un po’ di risorse. Peraltro, sottolineo che nei criteri non c’è nessun richiamo all’evidenza pubblica e ad una selezione sui progetti, perché è bene che lo si legga attentamente per comprendere come i criteri e le modalità riguardano la redazione da parte di soggetti beneficiari dei programmi, la presentazione delle domande e, ci mancherebbe altro che uno non chieda neanche di poter beneficiare dei contributi, l’erogazione dei finanziamenti e la rendicontazione. Non c’è una parola vera sui criteri con cui si intenda procedere nell’assegnazione di risorse, che non sono neanche esigue, perché poi nella norma finanziaria mi sembra che si parli anche di cifre abbastanza significative: nei tre anni, sfiorano i 750.000 euro.

Oltre a questa considerazione legata all’assoluta assenza di forme di evidenza pubblica, negli interventi non c’è una parola rispetto al fatto che, molto spesso, i fenomeni di bullismo generano vittime, ma vedo che l’attività è tutta incentrata sulla promozione di iniziative di carattere culturale,

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l’organizzazione di corsi di formazione, sensibilizzazione, sostegno, campagne di informazione rivolte ai bambini. Benissimo, sono tutte attività che già esistono, che già vengono svolte quotidianamente all’interno di tutti gli istituti scolastici, da parte dei docenti, da parte di gente formata che già svolge queste attività. Esiste la prevenzione e la sensibilizzazione, esiste e lo fa la Questura di Roma, lo fanno gli organi della Polizia di Stato, lo fa personale altamente qualificato. Non serve.

Questa legge serve esclusivamente a garantire la possibilità ad un po’ di associazioni di beneficiare di prebende. Di questo stiamo trattando.

Per non parlare poi dell’introduzione del solito tema che insomma ormai sappiamo che ogni volta che c’è qualcosa che ha a che fare con la formazione, con la scuola, con i bambini si debba necessariamente introdurre i tema cari a una parte politica, in maniera impropria come abbiamo anche avuto modo di constatare e di considerare.

Mi sembra di poter affermare, senza timore di smentita, che questa legge sia assolutamente inutile: pochi articoli che badano bene a non introdurre meccanismi di trasparenza nell’assegnazione di fondi, che non si pongono minimamente il problema delle vittime del bullismo, ma è la solita attività per istituire una Consulta, incaricare un po’ di amici, dare un po’ di soldi a pioggia a caso per chi fa un po’ di campagna di sensibilizzazione, che già esistono, il tutto a poche ore dalla nomina del nuovo Garante dell’infanzia e dell’adolescenza, che è colui che penso più di chiunque altro si dovrebbe occupare di questo tema.

Ritiriamo questa legge, anche perché mi sembra che la discussione sia rinviata anche per assoluta assenza di leggi da discutere all’interno di quest’Aula, quindi adesso sulla legge del bullismo trascorreremo qualche settimana perché non abbiamo niente da fare, non ci sono leggi da discutere, faremo qualche Consiglio regionale sulle mozioni e sulle interrogazioni, ci divertiremo a chiacchierare del più e del meno e per questa

legge rinvieremo la discussione alla settimana prossima, mi sembra di capire forse a giovedì per impraticabilità di campo, perché non abbiamo nulla da discutere. Allora sarà necessario un ulteriore approfondimento su temi straordinariamente introdotti nella lotta al bullismo, con cosa? Con qualche campagna di prevenzione affidata all’amico dell’amico.

Voglio sperare che venga ritirata e magari la trasformiamo in un ordine del giorno e pregheremo il Garante dell’infanzia e dell’adolescenza di occuparsi di questo tema serio, straordinariamente serio, ma proprio perché serio non può essere affrontato in questa maniera, ridicola e, le risorse che abbiamo stanziato le destiniamo al Garante in modo che possa fare una vera attività di prevenzione, di controllo, di contrasto e soprattutto di tutela delle vittime del bullismo, perché molto spesso sono bambini segnati da violenza fisica, e ancor più grave quella psichica, che vengono abbandonati il giorno dopo essere stati vittima del bullismo.

Noi ci preoccupiamo di fare qualche campagna di sensibilizzazione. Destiniamo queste risorse a iniziative serie e non a questa farsa.

PRESIDENTE. Grazie, consigliere Righini.

Sospendiamo i lavori del Consiglio e aggiorniamo la seduta alle ore 14,45.

Dimenticavo di dire che al termine del dibattito generale è convocata la Commissione Bilancio, orientativamente per le ore 16,00. (La seduta è sospesa alle ore 13,26 e riprende alle ore 15,25)

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE

LEODORI

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

Ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Porrello. Ne ha facoltà.

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PORRELLO (M5s). Grazie, Presidente. Intervengo soltanto per mostrare la nostra compiacenza per il fatto che abbiamo appreso dagli organi di stampa che finalmente la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi ha convocato il presidente Zingaretti in Commissione antimafia per l’audizione, che quindi dovrà supportare il Presidente relativamente a Mafia Capitale. Naturalmente noi saremo lì ad aspettare con i nostri Parlamentari la venuta del presidente Zingaretti per chiedere quello che ormai da settimane chiediamo.

Ebbene, mentre noi convocheremo il consigliere Vincenzi nella nostra Commissione antimafia, il presidente Zingaretti andrà in Commissione parlamentare per lo stesso motivo. Quindi, noi apprezziamo questo gesto di trasparenza fatto dalla presidente Rosy Bindi. Attendiamo, quindi, che il presidente Favara di conseguenza convochi il consigliere Vincenzi nella nostra Commissione antimafia. Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Perilli. Ne ha facoltà.

PERILLI (M5s). Signor Presidente, questo è proprio un ordine dei lavori in quanto, grazie all’intervento del consigliere Porrello, si tende anche un po’ a capire l’atmosfera che si sta vivendo, che sembra riguardi solo noi, ma che invece fa capire che, mentre da una parte la Regione dice che non sta succedendo nulla, e questo da circa due anni, con risposte a question time, interrogazioni e quant’altro, poi ci sono delle pochissime e ovviamente lapidarie parole, ad esempio, del presidente della Commissione parlamentare antimafia con le quali si chiede di audire il presidente Zingaretti in quanto coerente con le indagini e le analisi svolte da quella Commissione.

È, quindi, assolutamente anacronistico e completamente fuori dal mondo l’atteggiamento di quest’Aula che continua, compresa questa mattina, a far finta di nulla. Si prosegue a far finta di nulla quando, invece, c’è tutto quanto un mondo intorno

che sembra che questo nulla non lo voglia. Quindi, è un segnale molto preciso, caro Presidente, affinché gli stessi Consiglieri, la stessa Aula, la stessa maggioranza per intero è ben lieta di fare Commissioni e nominare Presidenti, ma poi si scatena quello che si è scatenato. L’abbiamo detto in tutti i modi e andremo avanti, perché ricordo, Presidente, e concludo, che il Movimento 5 stelle è assente dalle Commissioni per motivi precisi, che il presidente Zingaretti deve o dovrebbe giustificare dinanzi a ogni richiesta in tal senso. Perché il Movimento 5 stelle non sta nelle Commissioni? Per motivi che a noi sono chiarissimi e che riguardano la nomina del Presidente della Commissione Bilancio nel consigliere Marco Vincenzi. Finché si farà finta di nulla su questi argomenti si creeranno rispetto all’attesa di tutta l’opinione pubblica e del mondo politico fuori di quest’Aula questi atteggiamenti.

Presidente, questa è una cosa su cui riflettere. Noi possiamo andare avanti, fare le leggi, eccetera. Più si ignora e più si peggiora.

Questione sospensiva PRESIDENTE. Consigliera Tarzia, aveva chiesto di intervenire?

C’è una richiesta di questione pregiudiziale firmata dai Capigruppo Porrello, Tarzia, Righini e Storace, che io metterei subito in votazione...

(Interruzione di vari Consiglieri)

...scusate. La questione sospensiva. È sbagliato nel testo e nella richiesta.

Ha chiesto di parlare il consigliere Porrello. Ne ha facoltà.

PORRELLO (M5s). Signor Presidente, noi apprezziamo il fatto che lei la metta al voto immediatamente, ma chiediamo la votazione per appello nominale.

Quindi, chiedo formalmente la votazione per appello nominale o la verifica del numero legale, decidete voi la cosa più giusta. Porterò

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immediatamente il foglio di richiesta. Intanto, esprimo a voce questa necessità che richiediamo per questa votazione.

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la consigliera Tarzia. Ne ha facoltà.

TARZIA (LS). Presidente, anch’io aspettavo che lei annunciasse che era stata presentata questa questione. Credo che sia importante rifletterci un attimo, perché il Parlamento sta esaminando una legge di questo tipo, siamo già in Commissione alla Camera con scadenza emendamenti. Credo ci siano tutti gli estremi.

Anch’io chiedo, però, che venga fatto l’appello nominale.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione. La richiesta per appello nominale non è possibile. Noi possiamo passare alla votazione della questione sospensiva, ma non c’è la possibilità di procedere per appello nominale.

Chi è favorevole? Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Non è possibile che la richiesta di

sospensiva venga effettuata tramite appello nominale.

Procediamo con la discussione generale. Chiedo scusa, non l’avevo vista. Ha chiesto di parlare il consigliere Porrello.

Ne ha facoltà.

PORRELLO (M5s). Presidente, sembra quasi che si voglia forzare un po’ troppo la mano. Finché ognuno lavora nell’interesse delle istituzioni va bene. Ci va bene tutto, ci va bene votare, ci va bene perdere le nostre richieste, non ci importa. La democrazia è importante in Aula, perché chi ha più voti, vince, è democrazia, lo stiamo imparando a nostre spese, nonostante tutto, ma quando si forzano, però, gli iter all’interno dell’Aula, no, Presidente, questo non ci sta bene. Io ci

sto a perdere, non ci sto a forzare gli iter. Abbiamo chiesto l’appello nominale oppure la verifica del numero legale. Niente. Si va avanti come treni.

Io ero già pronto con il foglio di richiesta del numero legale o dell’appello nominale, che è subito dietro, invece...

(Interruzione del consigliere Valeriani: “Siamo in discussione generale”)

Questa è una votazione, consigliere

Valeriani, e io in votazione posso chiedere sempre il numero legale.

PRESIDENTE. Scusate, l’appello nominale…

PORRELLO (M5s). Presidente, concludo e poi mi taccio e lei avrà la parola da qui alla fine dell’Aula. Ho chiesto semplicemente con due richieste separate o l’appello nominale o la presenza del numero legale. Il Regolamento non ce l’abbiamo sottomano, ma ho fatto una richiesta ben precisa. Ho chiesto se fosse possibile l’appello nominale, altrimenti verifichiamo, con l’altra richiesta, il numero legale in Aula. Non abbiamo chiesto l’appello nominale e basta. Io ero pronto con due fogli a venire da lei, a parlare con gli uffici e a depositare la giusta richiesta per vedere il numero legale in Aula. Qui, invece, cosa si fa? Si forza dicendo che avevo chiesto l’appello nominale. Non è vero, Presidente. Prendiamo i verbali, prendiamo lo stenografico e vediamo cosa ho richiesto. Non è così come dice lei. Ora se mi legge l’articolo e mi dice che l’appello nominale vale solo per gli articoli o per il voto finale delle leggi… È vero? È questo l’articolo? Lo conosco pure io.

PRESIDENTE. Articolo 39, comma 2. PORRELLO (M5s). Esattamente. Il numero non lo ricordavo, ma l’argomento sì. Non abbiamo chiesto solo questo, abbiamo chiesto o il voto nominale o la verifica del numero legale. Non abbiamo detto solo il voto

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nominale. Presidente, questa è una forzatura. Se noi ci

stiamo ad andare sotto di continuo anche se non c’è la maggioranza in Aula perché siete a malapena in diciotto forse, e ci siamo comunque a perdere, diciotto a sette perdiamo comunque e ci va bene questo, non ci stiamo alla forzatura degli iter amministrativi dell’Aula, ovvero quello che lei ha fatto poco fa, Presidente.

Le chiedo di invalidare la votazione, di procedere con la verifica del numero legale e di ripetere la votazione qualora ci sia in Aula. Questo è quello che chiediamo perché la forzatura che ha fatto è veramente una forzatura contro ogni Regolamento, contro ogni rispetto delle forze politiche che stanno in quest’Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la consigliera Tarzia. Ne ha facoltà.

TARZIA (LS). Grazie, Presidente. La richiesta era più che legittima. L’appello nominale non è possibile, ma la verifica del numero legale sì. Vedere il collega che stava arrivando per portare i fogli e lei apre la votazione sinceramente non è un bello spettacolo, oltretutto non necessario in una discussione su un tema così importante. La inviterei anch’io a evitare forzature perché poi non ha nessun senso.

PRESIDENTE. Non ho fatto nessuna forzatura. Per quanto riguarda l’appello nominale c’è l’articolo 39, comma 2. Per quanto riguarda la richiesta del numero legale c’è l’articolo 34, comma 2. Vedete i due articoli del Regolamento. Non credo di aver fatto nessuna forzatura, ho proceduto alla votazione della richiesta di sospensiva che avete presentato. Questa non poteva essere fatta per appello nominale. Non c’era una richiesta scritta di numero legale… (Interruzione di un Consigliere)

...per quanto mi riguarda non c’era, quindi non penso di aver fatto nessuna forzatura, ma

di aver applicato al dettaglio gli articoli del Regolamento in questione.

Procediamo con la discussione…

(Interruzione del consigliere Perilli)

...consigliere Perilli, credo di aver dato una risposta. Mi sono state sollevate delle domande alle quali penso di aver risposto in base agli articoli del nostro Regolamento. Ve li ripeto: sono l’articolo 39, comma due, e l’articolo 34, comma due. Quindi io non credo che su questo argomento ci sia altro da aggiungere. Discussione generale

PRESIDENTE. Procediamo alla discussione generale, con il consigliere Patanè.

Ha chiesto di parlare il consigliere Patanè. Ne ha facoltà.

(Interruzione di alcuni consiglieri)

PATANE’ (Pd). Il mio è un intervento sulla legge, sulla discussione generale e non vuole ripercorrere gli interventi fatti in precedenza anche dal primo firmatario, consigliere Valeriani, che voglio ringraziare per aver presentato questa proposta di legge, che ho avuto anche l’onore di firmare, perché la ritengo una legge molto importante, centrata nei tempi che viviamo e sulle situazioni che ci troviamo ad affrontare quotidianamente, come cittadini, come padri e in qualche modo anche come educatori.

Penso che rispetto agli interventi che sono stati fatti finora qualche precisazione vada fatta. Dobbiamo ripartire certamente dalla definizione di bullismo, alla quale facciamo riferimento e che intendiamo come…

(Interruzione di un consigliere: siete diventati padroni dell’Aula…)

PRESIDENTE. Non è stato violato nessun Regolamento. La seduta non la sospendo. Vi invito a riprendere…

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(Interruzione di alcuni consiglieri) Al termine dell’intervento di merito, ci sarà

di nuovo l’intervento sull’ordine dei lavori. Prego, consigliere Patanè.

PATANE’ (Pd). Rifaccio l’elenco. Avevo ringraziato il consigliere Valeriani per la proposta di legge e avevo detto che il suo intervento era stato esaustivo e che, quindi, non lo ripercorrerò nei tratti principali. Intendevo rispondere, invece, alla discussione che vi è stata e che molti colleghi hanno inteso arricchire con interventi che non mi hanno visto spesso condividerli e sui quali volevo cercare un’interlocuzione.

Ripartirei, dicevo, dalla definizione di bullismo che noi in Commissione, in maniera condivisa, abbiamo definito come l’insieme di quelle azioni di sistematica prevaricazione e sopruso messe in atto da parte di un bambino o di un adolescente, che viene definito appunto bullo, nei confronti di un adolescente percepito come più debole, ossia la vittima.

Rispetto a questo in tutti i lavori di Commissione abbiamo condiviso il concetto che questo è un fenomeno assolutamente dilagante nella nostra regione, nelle nostre città, nelle nostre scuole, e non un fenomeno in recessione. È un fenomeno che aumenta sempre di più nelle nostre scuole, nei nostri luoghi di aggregazione, che non è soltanto appunto l’istituzione scolastica. Infatti, nelle audizioni che abbiamo svolto abbiamo capito come anche nelle associazioni sportive, anche nei luoghi di aggregazione diversi dalla scuola, post scolastici, tutto ciò si verifica quotidianamente.

E’ ovvio che… Consigliere Quadrana, se pure tu ti metti a rispondere…

PRESIDENTE. Prego, consigliere Patanè.

(Interruzione del consigliere Quadrana)

PATANE’ (Pd). Siccome non riesco neanche a sentire la mia voce tanto che urlate, diventa complicato intervenire.

(Interruzione del consigliere Quadrana: …in Aula si parla…)

...allora parla te!

PRESIDENTE. Scusate. Consigliere Quadrana…

(Interruzione del consigliere Quadrana)

...consigliere Quadrana, la prego.

Prosegua, consigliere Patanè.

PATANE’ (Pd). Così diventa complicato, Presidente, intervenire. Capisco le ragioni di tutti quanti, ma non sentire neppure la propria voce…

Dicevo, l’abbiamo analizzato come un fenomeno assolutamente dilagante. Mi fa specie che oggi ci siano stati alcuni interventi che tendevano a ridimensionare questo fenomeno portando come prove alcuni studi non meglio verificati di istituti, non meglio conosciuti, che riportavano alcune percentuali del fenomeno che mai in Commissione abbiamo preso in considerazione.

Noi abbiamo studiato la tematica, abbiamo ragionato su questa proposta di legge, abbiamo presentato emendamenti, siamo arrivati al testo finale della legge sui dati degli istituti di statistica più conosciuti, non dell’istituto di ricerca che dà dei dati che mi fanno piacere. Posso citare l’Istat? E’ un istituto che noi consideriamo attendibile rispetto a questi fenomeni? L’Istat dice che il 50 per cento dei ragazzi tra gli undici e i diciassette anni è vittima di fenomeni di bullismo. Non esattamente bullismo? Non esattamente bullismo perché, ovviamente, ci sono diverse gradazioni, ma il 50 per cento dei ragazzi tra gli undici e i diciassette anni è un numero enorme che, nel momento in cui si tende a minimizzare dentro quest’Aula, penso che si faccia un danno, un danno anche al lavoro che noi abbiamo fatto.

Rispetto a questo non ci sto. Non ci sto perché noi dobbiamo affrontare questo fenomeno come un fenomeno grave, che non

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sta semplicemente sui fenomeni sociologici che noi, in qualche modo, analizziamo, su cui facciamo ricerche e ci facciamo una serie di convinzioni, qua ci sono i fatti, ci sono ragazzi che si sono suicidati. Ci sono ragazzi che si sono suicidati, che sono andati all’ospedale, che sono stati ricoverati e che sono stati in coma per atti di bullismo. Possiamo analizzare il perché e il percome, quale tipo di bullismo c’è stato, quale tipo di prevaricazione c’è stata, la motivazione, ma ci sono i fatti, non sono ricerche sociologiche, sono fatti, fatti di storia.

Rispetto a questo, minimizzarli in quest’Aula è un danno a tutta la comunità e anche al lavoro che noi abbiamo fatto, primo punto.

Secondo punto. E’ ovvio che non sono tutti atti di bullismo, è ovvio che percosse, calci, pugni sono una cosa e parolacce, insulti, brutti soprannomi, derisioni per l’aspetto fisico o per il modo di parlare o per il colore della pelle sono altre cose; è ovvio che la diffamazione di una persona è un’altra cosa rispetto a rendere una persona in fin di vita o a portarla al suicidio, ma per questo noi li dobbiamo minimizzare? Per questo quel 50 per cento di atti non è degno della nostra attenzione? Io penso che questo sia sbagliato, è l’approccio che è sbagliato.

Una cosa che io non condivido è quando sento dire: “Sapete, quello è un piccolo fatto”. Il piccolo fatto, sassolino dopo sassolino, porta a un grande fatto, e noi su questo dobbiamo stare attenti come istituzioni e come rappresentanti della nostra comunità dentro quest’Aula.

Il punto è che, quando si dice derisione per l’aspetto fisico, per il modo di parlare, per la razza, per il proprio orientamento sessuale, attenzione, perché noi stiamo parlando del mancato rispetto della diversità. So perfettamente che l’articolo 3 della nostra Costituzione parla dell’uguaglianza, ma l’uguaglianza, l’uguaglianza dei diritti, l’uguaglianza delle opportunità si fonda esattamente sul concetto di diversità. Se non c’è la diversità non c’è neanche la richiesta d’uguaglianza, sono due concetti che stanno

insieme. Se io ho diversi orientamenti sessuali è

ovvio che la mia Costituzione impone a tutti l’uguaglianza dei diritti, ma il diritto non è un concetto statico, non è un concetto statico. Ognuno può avere diritti differenti rispetto alla propria condizione. Se io sono disabile posso avere il mio diritto ad avere il posto riservato sotto casa, perché ho una difficoltà motoria; se io non ce l’ho non ho quel diritto. E’ ovvio che il diritto è diverso, perché la diversità è la nostra ricchezza di comunità e rispetto alla nostra diversità c’è una necessità di richiamo all’uguaglianza che la nostra Costituzione fa.

Nel momento in cui un fenomeno come quello del bullismo porta anche a questi fatti, che sono fatti drammatici, o noi quella diversità e quella uguaglianza la riportiamo nei fatti, oppure non capisco che ci stiamo a fare qui. Rispetto alla richiesta della consigliera Tarzia che richiamava a un disarmo unilaterale sull’ideologia io sono assolutamente d’accordo, sono pronto al disarmo unilaterale sull’ideologia, ma pretendo che questo disarmo ci sia anche dall’altra parte e ci sia anche il riconoscimento non di un’opinione, ma ci sono stati dei ragazzi che si sono suicidati perché sono stati portati al suicidio per il loro orientamento sessuale. Se questa legge non si occupa di queste cose non ho capito di che cosa si deve occupare, semplicemente dei calci e degli schiaffi? Certo, anche di quello, ma di tutti i tipi di bullismo, tra i quali c’è anche l’orientamento sessuale, quello secondo il quale fatti di cronaca ci hanno raccontato quello che è successo. Ecco di che cosa stiamo parlando.

Non la si vuole chiamare omofobia? Non la chiamiamo omofobia. Io mi disarmo unilateralmente dalla questione ideologica. Sono pragmatico per eccellenza. Non la vogliamo chiamare così? Ma affrontiamo il problema. Affrontiamolo perché non affrontarlo significa mettere la testa sotto la sabbia e non capire dove stiamo andando come società e quali sono i rischi che ci portiamo dietro.

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La stessa cosa avviene sul web. Attenzione a quello che è stato detto, a come è stata migliorata questa legge grazie a tutti i Consiglieri che l’hanno fatto in Commissione, è ovvio che prima il luogo era la scuola, dentro la scuola avveniva di tutto e avveniva solo là, nelle ore scolastiche, adesso il web è una roba che porta il bullismo, attraverso il meccanismo dell’innovazione tecnologica, ventiquattro ore su ventiquattro, facendo dei gruppi contro le persone, soprattutto contro le ragazze.

Nel momento in cui non creiamo una rete di supporto rispetto a questo, che coinvolga le istituzioni, la Polizia postale e tutte le istituzioni che stanno sul web, tentiamo di affrontare un problema dilagante e sempre nuovo ma con chiavi di accesso che sono vecchie e che non risolvono il problema. Allora, o noi ci poniamo in maniera pragmatica di fronte a questo problema, come noi troviamo le soluzioni a questo problema, in questo momento, in questa società; oppure noi le leggi è meglio che non le facciamo.

Sono contento che dentro questa legge, per esempio ci sia la clausola valutativa, ma la clausola valutativa è una clausola che rispetta che cosa a regime questa legge ha previsto e come ha risolto e se l’ha risolto, perché se non l’ha risolto, la clausola valutativa ti impone di cambiarla e di adeguarla a quello che c’è. Ciò non prevede una visione ideologica, da parte di nessuno dei cinquanta Consiglieri che stanno qui dentro, né da parte nostra, né di altri, ma impone una visione concreta.

Spero che la discussione sugli emendamenti possa essere figlia di una visione pragmatica e non ideologica.

PRESIDENTE. E’ in distribuzione intanto il terzo fascicolo dei subemendamenti all’emendamento dell’Assessore e della Giunta.

Ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Perilli. Ne ha facoltà.

PERILLI (M5s). Presidente, proviamo a riportare un po’ d’ordine, visto che non ci ha concesso alcune cose. È quello che tentavamo di dirle, avvicinandoci ai banchi.

Se è vero che il Regolamento prevede alcune cose, è vero anche che prevede che quando c’è un Consigliere che non ha ancora parlato e chiede di intervenire sull’ordine dei lavori la parola gli deve essere data.

Nella fattispecie, io non ero intervenuto, ho chiesto la parola sull’ordine dei lavori e lei, di tutta risposta, ha dato la parola al consigliere Patanè per la discussione generale.

Questo è intollerabile e, l’unico modo che ha un Consigliere per poterglielo far notare è avvicinarsi e dirgli che questa è una violazione del Regolamento. Avevo chiesto la parola sull’ordine dei lavori.

Nella fattispecie, Presidente, nessuno sta adesso rimproverando il fatto che il Regolamento non contempli i tipi di votazione, piuttosto il fatto che lei ha chiamato la votazione mentre il capogruppo Porrello si stava avvicinando con il foglio e annunciando che avrebbe chiesto il numero legale o quello che poteva essere consentito dal Regolamento. Chiamare la votazione mentre un Consigliere si sta avvicinando con il foglio per la richiesta del numero legale, perché si vedeva che nell’Aula non c’era il numero legale, come la vuole chiamare lei? È correttezza questa? È una corretta gestione dell’Aula? Allora, un Consigliere per poter far rilevare questo e chiede la parola sull’ordine dei lavori, gli viene negata e viene data a un altro Consigliere per la discussione generale, sono una serie inanellata di atti che indispongono e chiaramente chiamano i nostri atteggiamenti di contestazione.

Presidente, glielo sto dicendo in maniera molto pacata e ragionevole, però è questo quello che è successo. Non è stata detta, collega Tarzia, una parola sul motivo della richiesta di sospensiva, non è stata annunciata all’Aula per le motivazioni… Tant’è vero che alcuni Consiglieri, Presidente, non sapevano neanche per che cosa si stesse votando. Tant’è vero che è venuto il capogruppo

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Valeriani e ha detto che eravamo in discussione generale. Non si sapeva che cosa era questa richiesta di sospensiva. Non è stata illustrata, si è avvicinato il consigliere Porrello per chiedere il numero legale per ogni votazione che può essere richiesto e di tutta risposta alla mia richiesta di intervenire sull’ordine dei lavori è stata data la parola a un altro Consigliere. Mi dica lei se questo è un atteggiamento di dialogo con i Consiglieri che formano in quest’Aula l’opposizione.

Questo le stiamo chiedendo e su questo gradiremmo una risposta o quantomeno le scuse, Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la consigliera Denicolò. Ne ha facoltà.

DENICOLO’ (M5s). Grazie, Presidente.

Per rafforzare quello che diceva il collega Perilli poco fa, è proprio l’articolo 29 che si dilunga su vari commi, sul fatto che vi sia una discussione quando si presenta una richiesta di pregiudiziale o di sospensiva. È vero, sta al Presidente poi decidere quanto debba essere concesso ai Consiglieri in merito alla durata dell’intervento, sempre entro i cinque minuti, però se si parla di discussione, nel momento in cui c’erano delle mani alzate, Presidente, lei anche se non doveva dare la parola per l’ordine dei lavori secondo lei, comunque aveva l’obbligo di dare la parola perlomeno ai firmatari di questa richiesta, onde spiegare per il resto dell’Aula a che cosa si riferisse perché, come ha detto il collega Perilli giustamente nessuno qua ha capito nulla, lei è andato avanti come un treno chiamando una votazione su cui non si capiva nemmeno su che cosa si doveva votare, tant’è che alcuni colleghi della maggioranza avevano alzato la mano sul “siete d’accordo?” perché non era proprio chiara questa questione.

Adesso brevemente, io non lo so se è il caso di spiegare, questa richiesta di sospensiva veniva dal fatto che si trovasse già in discussione e in uno stadio avanzato la proposta di normativa, che naturalmente, non è regionale, Presidente, la normativa sul

bullismo, è una normativa nazionale. La legge regionale sul bullismo che cosa fa? Fa degli atti, laddove è possibile all’Amministrazione, per la prevenzione o l’incentivazione di comportamenti corretti che vadano un po’ a limitare questo fenomeno.

Adesso noi abbiamo già assistito a dei comunicati stampa: “Legge bullismo Lazio. Il primo testo del genere approvato”, perché noi qui facciamo sempre la gara a chi fa prima e, naturalmente, il Consiglio regionale del Lazio risolve tutti i problemi del pianeta, addirittura. Quindi, il problema del bullismo è risolto grazie alla Regione Lazio. E qui stava questa richiesta di sospensiva che, ovviamente, andava a interagire con la normativa nazionale che noi, naturalmente, dobbiamo rispettare e ci dobbiamo adeguare ad essa nei limiti di quelle che sono le nostre responsabilità e le nostre competenze.

PRESIDENTE. Io vorrei ristabilire come sono andate le cose alla ripresa dei lavori.

Hanno chiesto la parola sull’ordine lavori i consiglieri Porrello e Perilli. I due consiglieri erano già intervenuti sull’ordine dei lavori, entrambi...

(Interruzione di un Consigliere)

...sì, quando ha parlato della questione dell’audizione, anche Perilli è intervenuto, ha utilizzato la modalità dell’ordine lavori per parlare di altra cosa, ma utilizzando l’escamotage dell’ordine dei lavori, sia Porrello che Perilli.

Dopodiché, è stata annunciata la questione sospensiva. Sono intervenuti il consigliere Porrello e la consigliera Tarzia questo lo dico in base all’ultimo intervento della collega Denicolò, sulla questione sospensiva, non entrando nel merito, probabilmente, della questione, ma semplicemente chiedendone la votazione per appello nominale...

(Interruzione di un Consigliere)

...il consigliere Porrello ha chiesto anche il

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numero legale. La consigliera Tarzia ha chiesto semplicemente l’appello nominale, che, come ho detto, in base all’articolo 39, comma 2, non poteva essere effettuato.

La richiesta di numero legale non era depositata e io ho posto in votazione la questione sospensiva. Questa è stata la ripresa...

(Interruzione di un Consigliere)

...erano intervenuti per parlare della questione sospensiva, glielo ripeto, consigliera Denicolò, sia il consigliere Porrello sia la consigliera Tarzia e nessun altro aveva chiesto di parlare della questione sospensiva. Poi io l’ho posta in votazione.

Credo che la sequenza degli interventi sia stata quella che ho appena detto.

A questo punto, per quanto riguarda la discussione generale, abbiamo completato gli interventi in discussione generale.

Così come avevamo annunciato prima della sospensione dei lavori per la pausa pranzo, sospendiamo i lavori del Consiglio e li aggiorniamo alla prossima settimana perché alle 16 è convocata la Commissione Bilancio per analizzare gli emendamenti che hanno implicazioni di natura finanziaria.

La seduta è sospesa e aggiornata a martedì 23...

(Interruzione di un Consigliere)

...facciamo cinque minuti di sospensione per una breve riunione dei Capigruppo per capire a quando aggiornare la seduta. Mercoledì c’erano degli impegni istituzionali, mi dicevano i Capigruppo, a cui erano stati invitati per la presenza del Presidente della Repubblica in una struttura sanitaria della Regione...

(Interruzione di un Consigliere)

…mercoledì è prevista questa visita. Facciamo una Capigruppo di due minuti e decidiamo l’orario del Consiglio di martedì.

La seduta è sospesa e aggiornata alle ore

16,05. Dopodiché aggiorneremo la seduta alla prossima settimana.

(La seduta è sospesa alle ore 15,57 e riprende alle ore 16,06)

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LEODORI

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

La seduta è sospesa e aggiornata al 24 febbraio, alle ore 12.

Ricordo ai Consiglieri che ne fanno parte che è convocata la Commissione Bilancio nella saletta delle riunioni.

La seduta è sospesa.

La seduta è sospesa alle ore 16,06 ************************************

Revisore Maria Elmo

Responsabile Resocontazione

dott. Stefano Mostarda

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Allegato n. 1 Proposte di legge Proposta di legge n. 315 del giorno 10 febbraio 2016, di iniziativa dei consiglieri Bianchi, Carrara, Giancola, Bonafoni, Lupi, Cangemi, Valentini, Patanè, Quadrana, Petrangolini, Valeriani, Petrassi, Vincenzi, ciarla, De Paolis, Abbruzzese, concernente: “Istituzione dei distretti culturali evoluti”

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Allegato n. 2 Mozioni Mozione n. 373, del giorno 10 febbraio 2016, proposta dal consigliere Righini, concernente: “Gestione e coordinamento dell'attività di elisoccorso regionale - individuazione sito nel comune di Velletri”

***** Mozione n. 374, del giorno 15 febbraio 2016, proposta dal consigliere Malcotti, concernente: “Tagli linee Cotral Monterotondo e riorganizzazione servizio”

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Atti consiliari Regione Lazio

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Allegato n. 3 Interrogazioni a risposta scritta Interrogazione a risposta scritta n. 1219, del giorno 10 febbraio 2016, proposta dal consigliere Quadrana, concernente: “Riconoscimento della Sensibilità Chimica Multipla (MCS) come patologia rara”

***** Interrogazione a risposta scritta n. 1220, del giorno 10 febbraio 2016, proposta dal consigliere Santori, concernente: “Procedura aperta valorizzazione patrimonio immobiliare Ipab - Centro Regionale S. Alessio - Margherita di Savoia per i Ciechi - Stato situazione finanziaria”

***** Interrogazione a risposta scritta n. 1221, del giorno 10 febbraio 2016, proposta dal consigliere Santori, concernente: “Progetto PDTA Regione Lazio: criticità e discriminazioni tra malati cronici”

***** Interrogazione a risposta scritta n. 1222, del giorno 10 febbraio 2016, proposta dal consigliere Righini, concernente: “Nomine collegi revisori dei conti nelle Asl del Lazio”

***** Interrogazione a risposta scritta n. 1223, del giorno 12 febbraio 2016, proposta dal consigliere Santori, concernente: “Ipotesi di danno erariale su concessioni inerenti l’arenile demaniale - Lago di Albano di Castel Gandolfo”

***** Interrogazione a risposta scritta n. 1224, del giorno 15 febbraio 2016, proposta dal consigliere Simeone, concernente: “Misure fitosanitarie d’emergenza intese a prevenire la diffusione nel territorio della provincia di Latina dell’Anthonomus eugenii”

*****

Interrogazione a risposta scritta n. 1225, del giorno 16 febbraio 2016, proposta dal consigliere Santori, concernente: “Interventi a salvaguardia della salute dei cittadini - Nuove strategie per diabete e obesità grave - Chirurgia metabolica”

***** Interrogazione a risposta scritta n. 1226, del giorno 16 febbraio 2016, proposta dai consiglieri Barillari e Denicolò, concernente: “TSMREE ASL RM/3 - Risposta di neuropsichiatria infantile del territorio insufficiente e pagamento del ticket per le prestazioni diagnostiche e terapeutiche”

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Allegato n. 4 Interrogazioni a risposta immediata Interrogazione a risposta immediata n. 341, del giorno 11 febbraio 2016, proposta dalla consigliera Corrado, concernete: “Richiesta chiarimenti su modalità di gestione amministrativa e del patrimonio immobiliare Ipab - Istituto Romano di San Michele e richiesta consequenziale di commissariamento”

***** Interrogazione a risposta immediata n. 342, del giorno 11 febbraio 2016, proposta dal consigliere Aurigemma, concernete: “Finanziamenti regionali agli Enti Locali per il pagamento delle rette delle RSA”

***** Interrogazione a risposta immediata n. 343, del giorno 12 febbraio 2016, proposta dal consigliere Abbruzzese, concernete: “Movimento franoso, lungo la sponda del rio Saetta, nel territorio di Cassino, in via San Bartolomeo”

***** Interrogazione a risposta immediata n. 344, del giorno 15 febbraio 2016, proposta dai consiglieri Porrello e Barillari, concernete: “Controllo della Giunta sugli atti amministrativi a seguito della nomina del Cons. Marco Vincenzi a Presidente della Commissione Bilancio”

***** Interrogazione a risposta immediata n. 345, del giorno 15 febbraio 2016, proposta dal consigliere Malcotti, concernete: “Situazione effettiva Ospedale Israelitico e salvaguardia livelli occupazionali”

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Allegato n. 5 Risposta all’interrogazione a risposta scritta n. 1011 Interrogazione a risposta scritta n. 1011, del giorno 3 agosto 2015, proposta dai consiglieri Barillari e Denicolò, concernente: “Illegalità nella gestione della spiaggia libera della legalità SPQR di ostia””

RISPOSTA

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Responsabile Resocontazione dott. Stefano Mostarda