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MOSTRA COLLETTIVA DI ARTE CONTEMPORANEAIL SEGNO, LA FORMA E IL COLOREOrario: Dal Martedì alla Domenica dalle ore 11:00 alle 20:00

Direttore Artistico:Giorgio Andrea TrovatelloGraphic Art:M&G Studio GenovaSponsor Ufficiale:FRABEMAR™ Srl Viale Brigate Partigiane, 16/2 - 16129 Genova (I)Tel. +39 0105533011 - Fax. +39 010541458www.frabemar.it

IL SEGNO, LA FORMA E IL COLORE

Queste righe di benvenuto sono la conclusione di un lungo percorso. In ottobre dello scorso anno Franco Bernardini volle fortemente una serie di eventi artistici al Castello di Casapozzano. Da allora, da quando ho assunto l’incarico ad organizzarli, ho seguito un intenso calendario di incontri con artisti, critici, galleristi e curatori a Genova e Caserta. Ne è nata una sinergia che, ben lungi dall’essere conclusa, coinvolgendo le realtà artistiche dei due centri, è scaturita in questa mostra. Mi piace sottolineare come si trovino coinvolte personalità le più diverse per origini, formazione, espe-rienze ed obiettivi che si librano in tempi e luoghi lontani, unite dalla passione per l’urgenza espressiva. Un’urgenza che si avvale di tecniche che spaziano tra pittura, stampa digitale, scultura e un amalgama tra tutte queste. L’uso di materiali come ocra e ceramiche, porcellane e pietre preziose, gomma e bitume, smalto e rame, seta e vetro. L’interessamento degli autori si dilata tra l’impegno sociale e la poesia, la ma-gia e la nostalgia, l’ironia e il rimpianto, il teatro e l’attualità, l’arcano e il manifesto. Nelle pagine seguenti, potremo leggere come i critici si sono impegnati nel tentativo di scavare nel profondo, cercando di tra-smetterci ciò che forse è ineffabile, ma io sono sicuro che i visitatori saranno toccati nella loro sensibilità dalle immagini che riusciranno ad evocare nuove emozioni. Solo il totale abbandono alla visione di queste rappresentazioni potrà portare a vivere un momento di scoperta. Non potrei concludere questo saluto senza citare la magnifica cornice che ci accoglie. Tutti volevamo sentir risuonare, tra le antiche mura del Castello di Casapozzano e i suoi splendidi scorci architettonici, voci che portassero ulteriori testimonianze d’arte e bellezza. Un mio speciale ringraziamento va a chi ha reso possibile questo debutto, Franco Bernardini, Vincenzo Pastena, Luigi e Ferdinando Bologna. Sono certo che la collaborazione appena iniziata darà splendidi frutti.

Giorgio Andrea Trovatello

GIUSEPPE DE MICHELE

L’artista concilia con successo la pittura e la pittoscultura con l’impegnativa professione d’ingegnere. Nel corso degli anni è approdato ad una pittura, in cui la tensione espressionistica e la visionarietà che dava senso alla realtà del fantastico, trovano sbocco in quelle esplosioni cromo – energetiche che sono riconducibili ad eventi verificabili nella natura come nei moti della Psiche. La complessità delle percezioni da rappresentare e i diversi mondi con cui confrontarsi hanno spinto l’artista a rendere più immediata e universale l’opera, associando la pittura alla scultura, il colore alle forme. Sono nate così le pittosculture che accolgono eventi che nel loro insieme superano la complessità energetica diventando semplici messaggi di vita. Il connubio tra pittura e scultura da lui realizzato, riproduce la complessità delle dinamiche naturali; egli racconta così non solo la complessità del cosmo e delle emozioni che lo abitano, ma anche l’impossibilità di decifrarlo, di definirlo in uno schema codificato, né tanto meno in una teoria scientifica che ne spieghi il moto.

Angelo Calabrese

info: www.giuseppedemichele.it

“2550”, acrilici e smalti su tela, 100x100cm

MONICA FRISONE

Monica Frisone è nata nel 1974 a Genova dove vive e lavora, concentrando la sua attenzione sulla rilettura di soggetti fotografici attraverso la sperimentazione tecnica e una marcata impronta grafica. Monica si è diplomata in Lingue e laureata con lode in Scienze Politiche e Diplomatiche Internazionali, approfondendo lo studio dell’arte grazie alla sua frequentazione con pittori, fotografi e docenti accademici italiani, la cui esperienza ha contribuito alla sua preparazione professionale. Dal 2007, quando decise di dedicarsi completamente all’arte, ha organizzato molte personali in Italia ed è stata selezionata in rose ristrettissime di nomi per alcune mostre internazionali. Nel 2010 è stata selezionata dal comitato artistico del Museo d’arte contemporanea e design Magma (CE) ed è entrata a far parte della collezione museale. Nel 2011 il Prof. On. Vittorio Sgarbi, su invito della dott.ssa Giorgia Cassini, di-rettore artistico della Biennale di Venezia per gli eventi collaterali di Milano e Torino, la sceglie per partecipare ad entrambi gli eventi. “La pittura di Monica Frisone è sorprendente ed incantevole: è la ricchezza dell’inconscio della giovane pittrice che traspone perfettamente sulla tela ora un’emozione intensa ora la voce dolce di un romanticismo che mette in sintonia i sensi con il cuore. La Frisone possiede la cifra rara del magico che infonde grande forza estetica alle opere e dà libero corso ad un’energia che origina la piacevolezza che cattura lo sguardo. È la grazia delle protagoniste, vere icone di stile, immortalate sulla tela come su un set cinematografico o nel backstage di una sfilata o al party più esclusivo. Una pittura cosmopolita in cui le immagini femminili prendono vita per raccontare il loro tratto distintivo, il loro lato fashion. Un lavoro brillante, in splendida progressione, dall’impatto sofisticato e glamorous.”

Giorgia Cassini

info: monica.frisone@libero.it

“Anadiomene e Rodos”, acrilico su tela, 70x50 cm

FEDERICA LIMONGELLI

Nata il 20/09/1978 a Novi Ligure (AL), vive e lavora a Caserta. Diplomata presso il Liceo Artistico statale Paul Klee di Genova, nell’anno1996, si diploma all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, nel 2002. Nell’anno 2002/03 ha frequentato un corso privato, legalmente riconosciuto, di “Restauro conservativo ed esteti-co dei dipinti su tela e tavola”, conseguendo il diploma nel 2003. Dall’anno 2006 è stata iscritta nell’Albo dell’Associazione Incisori Liguri; ed ha frequentato il Corso di specializza-zione in tecniche calcografiche con il Prof. Rossano Guerra presso l’Associazione Kaus, dell’Accademia di Urbino. Dall’Anno 2007, l’artista è iscritta nell’Elenco di “Artisti Professionisti” per l’affidamento di incarchi di realizzazione di opere d’Arte (Del. G.C. n. 150 del 05/04/2006 - presso il Dipartimento VI Politiche della Programmazione e Piani-ficazione del Territorio - Roma Capitale U.O. 8 – Programmi Complessi Dall’anno 2012 è presente nella collezione del MAC3 (Museo d’Arte Contemporanea Città di Caserta) con l’opera “USER ID 1.0.1” Nel 2013 ha partecipato alla mostra “AUSHWITZ” a cura di Massimo Sgroi, con l’opera “ Oppraession”. L’artista, dal 2000 ad oggi, ha all’attivo diverse mostre personali e collettive in Italia e all’estero; e diverse pubbli-cazioni su cataloghi e riviste d’arte.

info: www.federicalimongelli.it

“Biancaneve @2013”, smalto acrilico su tela, 100x70 cm

CLAUDIA MAZZITELLI

HISTOIRE FEMME

…l’Histoire Femme propone segni forti per il tempo che s’infutura. E’ una splendida galleria di ‘ritratti’ di donne propositive di pluralità di modi d’esserci al mondo, senza necessità di eccessi rivendicativi, ma in consapevole digni-tà di ruolo. Sono donne che riconoscono la possibilità del miracolo, ma sanno progettare, con teoria e prassi, perchè più umanamente avvenga. L’universo femminile di Claudia Mazzitelli si apre sempre a forti narrazioni di civile quotidianità attraverso processi di metamorfosi e trasfigurazioni per rivelare nelle varie modalità esistenziali, o meglio ruoli consapevolmente e di-gnitosamente assunti, una poliedrica e variegata testimonianza di compostezze acquisite nei percorsi formativi. Sono donne del desiderio, ma dotate di capacità di visione: prevedono, pianificano, progettano. Non rivendicano accumuli di privilegi; non esigono prerogative che non si riscontrino nell’etica sociale. Sono Donne consapevoli dei ruoli del padre e della madre, fatte di carne e d’intelletto, decisamente impegnate a capire, partecipare in pienezza di sensi e volontà, verificandosi nella prassi quotidiana. Naturalmente votate a dare senso alla vita che si rinnova attraverso il loro amore, a lavorare, a lottare professio-nalmente, a ricordare al mondo d’essere state cantate dai poeti epici come amanti e guerriere con spade e scudi, d’essere eredi delle eroine bibliche, di aver testimoniato e trasfuso l’amore per la libertà. Sono donne pronte, da sempre, ad andare oltre. Vive ed opera a Caserta, sua città natale.

Angelo Calabrese

info: cmazzitelliarte@alice.it

“Sottili trame di corte”, tecnica mista su tela, 100x80 cm

MAURO PANICHELLA

Mauro Panichella si è imposto nel panorama artistico europeo partecipando a diverse esposizioni collettive e personali in Italia, Francia, Slovacchia, Spagna, Ungheria, Portogallo e Austria e vincendo prestigiosi premi inter-nazionali come Co.Co.Co. (Como Contemporary Contest) e l’Europen Art Slam. Vanta collaborazioni con il J.e.m.a. Museum di New York e con artisti del calibro di Ben Patterson, Hans Herman, Cesare Viel e Ben Vautier e la parteci-pazione al progetto di residenza della Jeune Creation Européenne di Parigi. Vive e lavora a Genova.

Mauro Panichella esplora nei suoi lavori il confine labile tra reale e virtuale, usa la tecnologia digitale ottenendo effetti pittorici. Dai suoi esordi, lo scanner è lo strumento principe della sua ricerca, prima rivolta ad indagare la figura umana, in video che lavoravano sulla trasparenza dell’acqua e sui suoi effetti, poi indirizzata ad esseri animali passati sullo strumento da molteplici punti di vista. Elemento non secondario, il colore, a largo tratto con l’effetto di una pen-nellata nei primi video e dal forte effetto luminoso, venato nel variare delle tonalità nelle opere più recenti. Il processo minuzioso, scientifico con il quale l’essere reale ridiventa presenza tangibile, partecipa nelle sue ope-re della costruzione di una metarealtà, nella quale il doppio è più reale della realtà stessa. Panichella costruisce i suoi lavori gradualmente, attraverso decine di scansioni tese ad ottenere la resa migliore, fotografa il procedere delle sue opere in immagini di grande fascino, nelle quali la luce dello scanner rivela elementi costruttivi altrimen-ti non riconoscibili.

Alessandra Gagliano Candela

info: www.mauropanichella.it

“Stingray Scantype”, double digital print, 70x50 cm

PAOLO LORENZO PARISI

Autodidatta, da sempre interessato alla pittura e in particolare ai maestri del 900, frequenta il Caffe Royal punto di ritrovo degli artisti genovesi dove conosce il critico Giuseppe Mortara che lo presenta alla scrittrice artista Mile-na Milani la quale lo inserisce in mostre collettive e personali . Negli anni 90 diventa importante per la sua formazione artistica la conoscenza della gallerista Rosa Leonardi esperta d’arte contemporanea e dell’architetto Bruna Solinas che gestisce la Galleria Artrè che lo presenta in varie mostre. La Galleria Passo Blu di Federica Barcellona lo espone a Genova, Milano e a Barcellona e nel 2004viene inserito in una collettiva a Las Vegas nella galleria Art Encounter . Negli ultimi anni, dopo una breve collaborazione con la Galleria Il Cancello di Genova, si intensifica il rapporto con la Galleria Studio 44 che lo presenta varie volte a Genova e in Svizzera dove espone per la prima vol-ta le sue “Torte Contemporanee”. Attualmente la Galleria Immagine e Colore è diventata a Genova la sua galleria di riferimento e ha esposto le sue installazioni a Venezia . Le sue opere sono presenti in varie collezioni italiani ed estere. Alcuni suoi lavori sono stati battuti in asta ( Wannenes ). Dal 2006 collabora con il critico Lorenzo Mortara. Vive e lavora a Genova.

info: www.paololorenzoparisi.com

“Oro blu la guerra santa”, stampa digitale, 50 x60 cm

PIER LUIGI RICCI

Noi lo chiamiamo Gigi, col suo nome d’arte, in verità nasce come Pier Luigi Ricci, di professione orafo. Ma è anche pittore e scultore che esegue opere di piccole dimensioni, con materiali che hanno una loro peculiare preziosità visiva. Gigi ama la tensione barocca , utilizzando la ceramica , la porcellana , la vetro fusione e altro ancora per eser-citare la fantasia virtuosistica, che tiene presente il senso della materia , con un taglio espressivo particolare… Di grande felicità descrittiva, questo lavoro sostiene la sua funzione di oggetto di decoro con la sagacia figurale di un acuto osservatore dei colori e delle forme in natura. La biografia di ‘’Gigi’’ è quella di un artista che apprende l’arte orafa appena diciottenne, in un laboratorio artigianale dove ha il primo contatto con materiali preziosi. La sua capacità, che è istintuale e creativa, non è certo quella dell’autodidatta, ma del ricercatore colto e curioso che ama specializzarsi in varie tecniche, per realizzare oggetti del tutto insoliti, pezzi unici di estrema gradevolezza. Si tratta di creazioni destinate ad un pubblico raffinato, che ricerca oggetti irripetibili, e al difuori dei canoni di genere. Poiché qui non si tratta di scultura , o di pittura, ma di sapiente gioco alchemico di materiali, e di una narrazione tri-dimensionale e tattile, che va accarezzata non solo con lo sguardo, ma anche con le mani. Dal punto di vista figurale questa forma d’arte discende certo dalla tradizione, ma grazie alle tecniche così inusuali messe qui in atto, ‘’Gigi’’ riesce ad immergere la sua visione del reale in un clima poeticamente magnifico e seducente .

Paolo Levi

info: info@gioielleriaricci.it

“Subconscio”, porcellana, vetro fusione, diamanti taglio brillante , 35x25 cm

RIGA

Riga alias David Riganelli, residente in Svizzera ad Aarau, è originario di Vicenza. Attinge, per il suo lavoro visuale, alla propria esperienza nel teatro sia come attore che come costruttore di oggetti di scena. Il suo lavoro, spesso giocoso come quello degli artigiani, è magistralmente sviluppato con fantasia e creatività. Le sue sessioni di lavoro sono tematicamente e tecnicamente molto diverse, quel che hanno in comune è il gioco sorprendente tra forma e contenuto.

Sadhyo Niederberger

“ReliquieMani a grandezza naturale,

codici gestuali conosciutia volte ambigui,

conservati sotto vetro per parlare con noi sopravissuti.”

info: davidriga@yahoo.it

“OK”, ceramica metallo vetro luci led, 50x50x14 cm

MAURIZIO MELIS ROMAN

Maurizio Melis Roman è nato a Santiago del Cile nel 1957. La sua formazione artistica nasce e si perfeziona sotto la guida del padre Amerigo, anch’egli pittore. Si trasferisce in Italia, a Genova, nel 1975, e continua gli studi con la pittrice Renata Soro. La sua arte recupera il segno, soprattutto arcaico, in cui la tecnica mista con l’ocra della terra, evoca mondi primordiali e lontani. Vive e lavora a Genova.

“Le mie terre…” dice Melis. Così queste terre che non abbandonano la sua giovinezza, pongono in essere la struttu-ra portante della sua capacità creativa. Superfici, campiture, lembi di tela sono gli spazi semantici dove si delineano variegazioni policrome entro le quali nasce il messaggio: la traccia, il simbolo, l’archetipo che si impossessano del tempo, in un alternarsi di manifestazioni a volte rituali, a volte evocative, fino a pannelli e strutture dove la mente trova respiro nel puro colore. Ma la sua terra non è rimasta ai confini della memoria. Sotto questa sabbia simbolicamente illuminata, lungo arse distese goffrate dal vento, l’animo dell’artista non sa trattenere quell’anelito che porta la vita, questo sogno-realtà che non vuole soggiacere al silenzio e all’oblio. Nasce e si intensifica da questa attrattiva pittorica un abbraccio tra poesia e storia della scienza tra le quali primeggiano pittografia, etnografia, archeologia, ed è in questo intreccio, come spalmato, che l’afflato personalissimo dell’artista va alla ricerca di se stesso, ma anche del mondo: conoscen-ze, analogie tra mappe e percorsi, segni e segnali, dove viene da ricordare quanto sostenuto nelle sue teorie sull’ar-te da Gyorgy Lukacs, “dal particolare all’universale”.

Giuseppe Mortara

info: www.melisroman.eu

“Pettirosso”, tecnica mista, 50x40

SARA BOERIO

Sara Boerio mostra sin da piccola una travolgente inclinazione per la pittura. Nella più tenera età scopre la bel-lezza dei colori, che unita al fascino dei pennelli non l’abbandonerà più. Si diploma all’Istituto d’Arte di S.Leucio dove costruisce le basi per la sua formazione artistica,confermata dall’Accademia delle Belle Arti a Napoli dove ha conseguito la laurea in pittura. In tutte le sue opere mostra una spiccata sensibilità per l’animo femminile, cogliendone gli aspetti più vari,dall’erotismo alla maternità,fino al punto in cui si fondono insieme. Le sue figure femminili spesso senza volto,hanno una straordinaria espressività. Sembrano risolversi in se stesse in un atteggiamento di difesa verso il mondo. Per poi riscoprirle in tutta la loro sensualità così prorompente che sembra voler estendersi oltre la tela. L’uso sapiente del colore regala all’osservatore una grande energia e la figura sembra quasi unirsi con lo sfondo in un’esta-si suprema con il Tutto. Allo stesso tempo il contrasto cromatico conferisce alla donna una sua unicità rispetto alla realtà circostante. Questa dualità così forte,la timidezza e l’erotismo allo stato puro sembrano indicare un percorso temporale o più semplicemente il binomio assoluto presente nell’essenza delle donne. ‘’ Ora blu’’ incarna perfettamente questa dualità. Il colore blu predominante crea un perfetto equilibrio di calma apparente. All’osservatore viene donato un momentaneo assaggio di tranquillità,per poi scoprire la malinconia e fissarsi sulle zone d’ombra,dove il tono si fa più scuro,creando quasi degli squarci su tela con un’inquietudine sottile e serpeggiante. Sara Boerio ci regala un’occhiata alla sua anima che invade come una scarica, tra lampi di luminosità e zone buie in un’unione mistica col colore blu e le sue sfumature più variegate. L’opera è frutto di una studiata spe-rimentazione tecnica, dall’uso del pennello a quello di un semplice straccio, dando a vita ad accurate imperfezioni che rendono l’opera più che mai vera ed espressiva.

Adele Marino

info: saradanae@hotmail.it

“ Ora Blu, part. “, tecnica mista su tela ,150 x 50 cm

JULIAN T

Julian T. nasce a Savona nel 1985 e si diploma presso il Liceo Artistico Arturo Martini di Savona.Affianca alla sua carriera artistica esperienze lavorative legate al mondo dell’arte e del mercato.Dal 2005 al Marzo del 2009 fa parte del direttivo artistico dell’associazione culturale occhionellarte.org che si occu-pa di promuovere giovani artisti e di organizzare eventi e manifestazioni, tra le quali fonda e cura il progetto Celle Arte Giovani. Dal 2006 cura la galleria Arteelite di Milano occupandosi, in particolar modo, di arte contemporanea.Attualmente porta avanti il suo progetto Impact. L’Impact è la trasposizione visiva della nostra realtà. L’artista è interprete e lettore attento della società nella quale ciò che conta davvero è la “valutazione d’impatto”. In un mondo globale come il nostro, si assiste ad una progressiva omologazione dei linguaggi e ad un appiattimento visivo, in cui ciò che riesce ancora a suscitare l’attenzione e la curiosità è lo shock. Julian T presa coscienza di questa realtà la fa sua, trasformandola in linguaggio artistico meta-forico e simbolico: l’impatto di una sfera di colore su una tela. L’opera è in realtà solo la traccia conclusiva dell’atto performativo, vero cuore della ricerca artistica.

Alessio Cotena

info: www.juliant.it

“Impact Gold”, acrilico su foglia d’oro, 80x80 cm

GIULIA VASTA

Nata nel 1984 a Genova dove vive e lavora. Specializzata in Pittura presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti di Ge-nova, partecipa a numerose collettive di prestigio in italia e all’estero tra le quali “Et verbum caro factum est” presso la Reggia di Venaria Reale di Torino, “Erba e fior che la gonna” e “ON YOUR FEET!” presso la galleria UnimediaModern Contemporary Art di Genova e “Lost & Found” Tranzit, Bratislava. Nel 2010 vince il premio della critica al “First european Art Slam” e viene selezionata come finalista del Premio Na-zionale delle Arti nel 2010 e nel 2011. Vanta collaborazioni con artisti del calibro di Ben Patterson e Eric Andersen.Dal 2009 collabora, come performer, con il Festival dell’Eccellenza al Femminile .Nel 2012 partecipa al progetto di residenza per artisti “Aperto Uno” presso l’Atelier A di Apricale (IM).

“L’esistenza intima, interiore, le emozioni semplici, ma non per questo meno sofferte o facilmente comunicabili sia a se stessi che agli altri, indagare sul senso delle cose, delle azioni, della vita.Sono questi i temi di ricerca principali della giovane artista genovese Giulia Vasta che esprimeattraverso diversi linguaggi artistici: pittura, fotografia, performance, video. Dai suoi lavori spicca una forte nostalgia e malinconia per il tempo che passa, il fascino del vecchioe usato. Fotografa e crea muri sulla tela, carichi di materia e segni; muri che hanno vissuto, visto eassorbito tutto quello di cui erano i diretti testimoni.”

Marie Honzikova

info: www.giuliavasta.it

“senza titolo”, carta succo e acrilico su tela, 60x80 cm

ALFREDO ZAMORICA

Dalla fine degli anni ‘60, parallelamente all’interesse per la fotografia e dopo un breve periodo dedicato alla pittura, l’attività prevalente è rivolta alla scultura (legno, pietra, ferro) e all’assemblaggio di materiali eterogenei (plastica,vetro,gomma, ecc.). Da allora seguono esposizioni in mostre personali e collettive . Dal 1970 Alfredo Zamorica (Genova 1947) lavora su diversi materiali, alcuni tipici della scultura tradizionale come marmo, legno, ferro, altri raccolti e assemblati; in queste composizioni l’artista interviene con fuoco, aria calda, chio-di ed altri strumenti. Una ricerca volta a ricondurre il contemporaneo alla sua cellula generatrice, unità fra l’antico, il primitivo e il moderno, impulso a elaborare e ricomporre reperti urbani e naturali. Promiscuità fra materiali arcaici e industriali che nasce spesso da oggetti diventati rifiuti, frammenti scartati e apparentemente morti, ai quali il lavoro di Zamorica ridona dignità.

Luca Bochicchio

info: piero.rivioli@libero.it

“s.t.”, legno compensato + bitume, 35x56 cm

La storia del Castello di Casapozzano

Casapozzano o Casapuzzano è un antichissimo borgo nato a ridosso del castello medioevale. Il nome deriva dal fatto che il territorio era ricco di pozzi dai quali la gens atellana attingeva facilmente acqua, poiché la falda si tro-vava a non più di 7 metri di profondità. L’odierna struttura nacque come torre di guardia, in epoca longobarda e si sviluppò nella successiva epoca normanna. Il primo nucleo del futuro castello fu eretto nel secolo XI dai fratelli Mosca, nell’ambito del sistema difensivo del-la Baronia, posto a guardia dei possedimenti terrieri. In epoca Angioina il feudo di Casapuzzano fu di proprietà di Isabella Filangieri della Berlingeria de Sangro e, successivamente, vide avvicendarsi, quali Signori di Casapuzzano, i Capece Minutolo, i Magliulo e la famiglia Bozzuti. Nel 1378 il sito, ritornato in eredità ai Capece Minutolo, fu restaurato a cura del Cardinale Enrico Capece Minuto-lo, Arcivescovo di Napoli. La memoria di tale evento è preservata da una lapide marmorea che ne riproduce le fattezze, posta dopo il pon-te levatoio che permette di oltrepassare il fossato. Alla fine del secolo XVIII, Vincenzo Capece Minutolo, rompendo ogni tradizione, sposò una discendente di un nobile casato irlandese, Alicia Higgins. La giovane sposa modificò l’antico maniero medioevale trasformandolo nell’attuale palazzo, arricchendolo con cornici, stemmi e con i comi-gnoli, tipici dell’architettura inglese del ‘700. Alicia Higgins, pur contaminando lo stile del Castello con il gusto artistico della sua terra, non eliminò i segni caratteristici di origine medioevale, quali il fossato e la cinta muraria. Ferdinando Capece Minutolo, figlio della coppia che ha reso il Castello così come oggi lo ammiriamo, completò definitivamente il complesso nobiliare e urbanizzò l’ambiente circostante. Il complesso nobiliare è stato acquistato dagli eredi della famiglia Del Balzo, i quali ne divennero proprietari a seguito del matrimonio fra Clotilde Capece Minutolo di Bugnano dei Duchi di Miranda e Giovanni Battista Del Balzo, Duca di Caprigliano. Di particolare interesse storico è la lapide che tuttora si trova nell’ingresso principale, che ricorda il pedaggio imposto ai passanti in epoca longobarda.

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