Renzo Piano visita il suo Politecnico «Vorrei riempire Milano di … · 2019-04-02 · Renzo Piano...

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38 SOCIETÀ SABATO 2 MARZO 2019 IL SECOLO XIX SOPRALLUOGO AL CANTIERE Renzo Piano visita il suo Politecnico «Vorrei riempire Milano di alberi» Partiti i lavori di costruzione del centro di ricerca e innovazione in architettura nato da una sua idea L’edificio del Trifoglio firmato da Gio Ponti «potrebbe diventare l’aula magna più bella del mondo» Francesco Rigatelli /MILANO Si sente un romantico a Mila- no Renzo Piano, ieri in visita al suo Politecnico. Prima di presentare il progetto per quello che definisce «il ram- mendo» del campus, e di un pezzo di Città Studi, va a visi- tare l’aula dove studiava «e facevo occupazione», e al ret- tore Ferruccio Resta che lo ac- compagna propone: «Se mi trova un casco andiamo subi- to a vedere il cantiere». I lavori sono già iniziati e se ne prevede la fine a primave- ra 2020. L’architetto genove- se e senatore a vita, 81 anni, li vuole seguire da vicino e li ha affidati nelle mani del suo storico collaboratore Ottavio Di Blasi. «Il campus» ricorda Piano «nasce da una serie di interventi, da Gio Ponti a Vit- toriano Viganò, allora quello che mi è venuto in mente è di valorizzarli liberandoli dal superfluo». Secondo l’archi- tetto, in particolare, l’edificio del Trifoglio progettato da Ponti «potrebbe diventare l’aula magna più bella del mondo». Da tante costruzioni sepa- rate, oltre a dedicarne tre nuove a un centro di ricerca sull’architettura, ad aule per studenti e all’aula magna (se non venisse realizzata nel Tri- foglio), Piano intende dare l’idea di un continuo in cui a fare da collante sono percorsi pedonali, panchine cablate per studiare anche all’aperto e soprattutto 130 alberi. «Non sono mai riuscito a portare il verde a Milano» confessa l’alumnus eccellen- te del Politecnico «Ci provam- mo pure con Claudio Abba- do, ma il progetto fallì». Anche per questo le ambi- zioni sono grandi: «Mi piace- rebbe accompagnare questo progetto con la pedonalizza- zione della via di fianco al Po- litecnico, dove potrebbe pas- sare solo il tram». Pierfrance- sco Maran, assessore a Urba- nistica, verde e agricoltura, assicura: «L’impostazione di Piano è utile anche per ripen- sare il quartiere, collegare la sede della Statale in zona con il Politecnico, con cui tra l’al- tro stiamo elaborando un pia- no per far crescere del 30 per cento il verde a Milano». Per questo l’architetto met- te in guardia dai profeti di sventura: «Non bisogna esa- gerare con la negatività, mol- ti progetti si realizzano anche in questo Paese. I cantieri so- no luoghi di speranza, di pa- ce. Si costruisce quando non c’è la guerra». Vale anche per il tanto discusso cantiere del- la Tav? «Su questo ho un’idea molto precisa, ma non me la chieda. Per carità di patria». L’impegno di senatore a vi- ta Piano lo svolge nel suo uffi- cio al Senato a Roma, il nu- mero 24 al primo piano di Pa- lazzo Giustiniani, da cui il no- me del progetto G124 per rammendare le città italiane. Quest’anno, Milano, Pado- va, Roma e Siracusa sono sta- te coinvolte con le rispettive università, una serie di do- centi e dodici giovani borsi- sti: «Alla mia età cerco di tra- sferire loro la mia ansia etica. Anche questo campus spero serva a questo. I politici ate- niesi quando prendevano in consegna una città assicura- vano di renderla più bella di quando gli era stata affidata. E bella in senso greco, cioè anche buona e giusta». Nei corridoi del Politecni- co Piano, mentre scherza con uno studente che gli chiede l’autografo sul progetto - «Tu questo te lo vendi...», gli dice - ricorda il ’68, «anzi, come vanto con i miei amici parigi- ni, lo anticipai al ’64, quando mi laureai. Nasce in quegli anni la mia ansia sociale, che non mi manca, perché la va- do a cercare in giro per il mon- do, in luoghi dove ci si incon- tra con gli altri. In questo sen- so, la mia attività è politica. Ora per esempio sto co- struendo per Emergency un nuovo ospedale a Entebbe, in Uganda: un centro di eccel- lenza in chirurgia pediatrica che sorge sul Lago Vittoria, a 30 chilometri dalla capitale Kampala». Tra le recenti iniziative be- nefiche dell’architetto, c’è anche il nuovo hospice pedia- trico che sarà pronto nel 2020 a Bologna, in un’area di otto- mila metri quadrati di pro- prietà della Fondazione Ho- spice Seràgnoli, che finanzia l’iniziativa. Nel caso del campus del Po- litecnico, l’investimento è di 40 milioni di euro, di cui 5 ar- rivati ieri dalla Regione Lom- bardia e 550mila dalla Fon- dazione Cariplo, mentre il re- sto, su suggerimento di Pia- no, si basa su una raccolta fondi come è avvenuto per il suo progetto della nuova Co- lumbia University di New York. Così già 227 ex studenti hanno donato oltre mezzo milione di euro e con 1 milio- ne ci si può far intitolare l’aula magna, con 350mila un’aula, con 25mila un albero e con 15mila un mattone del cam- pus. — c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI In alto, uno schizzo progettuale dell’architetto Renzo Piano del nuovo Campus di architettura del Politecnico di Milano A sinistra, una vista di assieme del Campus, il cui progetto è stato sviluppato dallo studio Ottavio Di Blasi & Partners Sopra, l’area di cantiere OTTAVIO DI BLASI & PARTNERS / ENRICO CANO RENZO PIANO ARCHITETTO E SENATORE A VITA «Non bisogna esagerare con la negatività, molte opere si realizzano anche in questo Paese» «Alla mia età cerco di trasferire agli studenti la mia ansia etica. Spero che anche questo Campus serva allo scopo» Il progettista Ottavio Di Blasi con alcuni collaboratori dello studio LA RACCOLTA FONDI Il nuovo centro di eccellenza per ricerca e innovazione in architet- tura del Politecnico di Milano è stato ideato da Renzo Piano, il cui progetto è stato poi sviluppato dallo studio Ottavio Di Blasi & Partners. Il nuovo campus ospi- terà un ambiente adeguato agli standard internazionali e un la- boratorio unico di 750 metri qua- drati che combina modellistica tradizionale e tecnologie digitali. Sono previsti spazi verdi come le terrazze, adatte per ospitare eventi, e un bosco di oltre 130 al- beri che collegheranno gli storici edifici Trifoglio e Nave, firmati da Gio Ponti, anch’essi ristrutturati e valorizzati. I lavori sono iniziati nell’agosto del 2018 con le de- molizioni e adesso comincia la fase costruttiva. Per ridurre i co- sti a carico dell’ateneo è stata lanciata una raccolta fondi. Obiettivo, 10 milioni di euro: www.sostienicampus.polimi.it

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38 SOCIETÀ SABATO 2 MARZO 2019IL SECOLO XIX

SOPRALLUOGO AL CANTIERE

Renzo Piano visita il suo Politecnico «Vorrei riempire Milano di alberi»Partiti i lavori di costruzione del centro di ricerca e innovazione in architettura nato da una sua ideaL’edificio del Trifoglio firmato da Gio Ponti «potrebbe diventare l’aula magna più bella del mondo»

Francesco Rigatelli /MILANO

Si sente un romantico a Mila-no Renzo Piano, ieri in visita al suo Politecnico. Prima di presentare il progetto perquello che definisce «il ram-mendo» del campus, e di unpezzo di Città Studi, va a visi-tare l’aula dove studiava «e facevo occupazione», e al ret-tore Ferruccio Resta che lo ac-compagna propone: «Se mi trova un casco andiamo subi-to a vedere il cantiere».

I lavori sono già iniziati e sene prevede la fine a primave-ra 2020. L’architetto genove-se e senatore a vita, 81 anni, livuole seguire da vicino e li haaffidati nelle mani del suostorico collaboratore Ottavio Di Blasi. «Il campus» ricorda Piano «nasce da una serie di interventi, da Gio Ponti a Vit-toriano Viganò, allora quelloche mi è venuto in mente è divalorizzarli liberandoli dal superfluo». Secondo l’archi-tetto, in particolare, l’edificiodel Trifoglio progettato daPonti «potrebbe diventare l’aula magna più bella del mondo».

Da tante costruzioni sepa-rate, oltre a dedicarne tre nuove a un centro di ricercasull’architettura, ad aule per studenti e all’aula magna (se non venisse realizzata nel Tri-foglio), Piano intende dare l’idea di un continuo in cui a fare da collante sono percorsipedonali, panchine cablate per studiare anche all’aperto e soprattutto 130 alberi.

«Non sono mai riuscito aportare il verde a Milano» confessa l’alumnus eccellen-te del Politecnico «Ci provam-mo pure con Claudio Abba-do, ma il progetto fallì».

Anche per questo le ambi-zioni sono grandi: «Mi piace-rebbe accompagnare questo

progetto con la pedonalizza-zione della via di fianco al Po-litecnico, dove potrebbe pas-sare solo il tram». Pierfrance-sco Maran, assessore a Urba-nistica, verde e agricoltura,assicura: «L’impostazione diPiano è utile anche per ripen-sare il quartiere, collegare la sede della Statale in zona conil Politecnico, con cui tra l’al-tro stiamo elaborando un pia-no per far crescere del 30 percento il verde a Milano».

Per questo l’architetto met-te in guardia dai profeti disventura: «Non bisogna esa-gerare con la negatività, mol-ti progetti si realizzano anchein questo Paese. I cantieri so-no luoghi di speranza, di pa-ce. Si costruisce quando non c’è la guerra». Vale anche peril tanto discusso cantiere del-la Tav? «Su questo ho un’ideamolto precisa, ma non me la chieda. Per carità di patria».

L’impegno di senatore a vi-ta Piano lo svolge nel suo uffi-cio al Senato a Roma, il nu-mero 24 al primo piano di Pa-lazzo Giustiniani, da cui il no-me del progetto G124 perrammendare le città italiane.

Quest’anno, Milano, Pado-va, Roma e Siracusa sono sta-te coinvolte con le rispettiveuniversità, una serie di do-centi e dodici giovani borsi-sti: «Alla mia età cerco di tra-sferire loro la mia ansia etica.Anche questo campus speroserva a questo. I politici ate-

niesi quando prendevano inconsegna una città assicura-vano di renderla più bella di quando gli era stata affidata. E bella in senso greco, cioèanche buona e giusta».

Nei corridoi del Politecni-co Piano, mentre scherza conuno studente che gli chiede l’autografo sul progetto - «Tuquesto te lo vendi...», gli dice -ricorda il ’68, «anzi, come vanto con i miei amici parigi-ni, lo anticipai al ’64, quandomi laureai. Nasce in queglianni la mia ansia sociale, chenon mi manca, perché la va-do a cercare in giro per il mon-do, in luoghi dove ci si incon-tra con gli altri. In questo sen-so, la mia attività è politica.Ora per esempio sto co-struendo per Emergency unnuovo ospedale a Entebbe, inUganda: un centro di eccel-lenza in chirurgia pediatrica che sorge sul Lago Vittoria, a30 chilometri dalla capitaleKampala».

Tra le recenti iniziative be-nefiche dell’architetto, c’èanche il nuovo hospice pedia-trico che sarà pronto nel 2020a Bologna, in un’area di otto-mila metri quadrati di pro-prietà della Fondazione Ho-spice Seràgnoli, che finanzial’iniziativa.

Nel caso del campus del Po-litecnico, l’investimento è di 40 milioni di euro, di cui 5 ar-rivati ieri dalla Regione Lom-bardia e 550mila dalla Fon-dazione Cariplo, mentre il re-sto, su suggerimento di Pia-no, si basa su una raccolta fondi come è avvenuto per il suo progetto della nuova Co-lumbia University di NewYork. Così già 227 ex studentihanno donato oltre mezzomilione di euro e con 1 milio-ne ci si può far intitolare l’aulamagna, con 350mila un’aula,con 25mila un albero e con 15mila un mattone del cam-pus. —

c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

In alto, uno schizzo progettuale dell’architetto Renzo Pianodel nuovo Campus di architettura del Politecnico di MilanoA sinistra, una vista di assieme del Campus, il cui progetto è stato sviluppato dallo studio Ottavio Di Blasi & PartnersSopra, l’area di cantiere OTTAVIO DI BLASI & PARTNERS / ENRICO CANO

RENZO PIANOARCHITETTO E SENATORE A VITA

«Non bisogna esagerare con la negatività, molte opere si realizzano anche in questo Paese»

«Alla mia età cerco di trasferire agli studenti la mia ansia etica. Spero che anche questo Campus serva allo scopo»

Il progettista Ottavio Di Blasi con alcuni collaboratori dello studio

LA RACCOLTA FONDI

Il nuovo centro di eccellenza per ricerca e innovazione in architet-tura del Politecnico di Milano è stato ideato da Renzo Piano, il cuiprogetto è stato poi sviluppato dallo studio Ottavio Di Blasi &Partners. Il nuovo campus ospi-terà un ambiente adeguato aglistandard internazionali e un la-boratorio unico di 750 metri qua-drati che combina modellisticatradizionale e tecnologie digitali.Sono previsti spazi verdi come leterrazze, adatte per ospitare eventi, e un bosco di oltre 130 al-beri che collegheranno gli storici edifici Trifoglio e Nave, firmati daGio Ponti, anch’essi ristrutturati e valorizzati. I lavori sono iniziatinell’agosto del 2018 con le de-molizioni e adesso comincia la fase costruttiva. Per ridurre i co-sti a carico dell’ateneo è stata lanciata una raccolta fondi. Obiettivo, 10 milioni di euro:www.sostienicampus.polimi.it