RELAZIONI E BILANCIO al 31 DICEMBRE 2018 - Gruppo UBI Banca · looking sul rischio di default di...

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RELAZIONI E BILANCIO al 31 DICEMBRE 2018

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RELAZIONI E

BILANCIO

al 31 DICEMBRE 2018

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Relazioni e Bilancio

Al 31 Dicembre 2018

IW Bank

Società per Azioni

Capitale Sociale Euro 67.950.000

Codice Fiscale e numero di iscrizione al

Registro Imprese di Milano n. 00485260459

Sede Sociale e Direzione: Milano, Piazzale Fratelli Zavattari n. 12

Appartenente al “Gruppo UBI Banca”

Aderente al Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi e al Fondo Nazionale di Garanzia

Soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Unione di Banche Italiane S.p.A.

Durata della Società, come prevista da Statuto: 31.12.2050

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Indice Cariche Sociali e Direzione Generale .......................................................................... 4 Articolazione territoriale del Gruppo UBI Banca ......................................................... 5 Il Rating .................................................................................................................... 6 Principali dati e indicatori ....................................................................................... 11 Relazione sulla Gestione .......................................................................................... 12

Lo scenario di riferimento ............................................................................................... 13 L’attività della Banca nel 2018 ....................................................................................... 23 Il sistema di controllo interno ......................................................................................... 29 Prospetti di bilancio riclassificati .................................................................................... 31 L’attività di ricerca e sviluppo ......................................................................................... 47 Rapporti contrattuali con Società del Gruppo ................................................................. 49 Altre informazioni ........................................................................................................... 50 Fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio .................................................... 66 Evoluzione prevedibile della gestione .............................................................................. 66 Proposte all’assemblea .................................................................................................... 67

Prospetti Contabili ................................................................................................... 68 Stato Patrimoniale .......................................................................................................... 69 Conto Economico ........................................................................................................... 70 Prospetto della Redditività Complessiva .......................................................................... 71 Prospetto delle Variazioni del Patrimonio Netto ............................................................... 72 Rendiconto Finanziario ................................................................................................... 74

La Nota Integrativa .................................................................................................. 75 Parte A - Politiche Contabili ..................................................................................... 76

A.1 - Parte Generale .................................................................................................... 76 Sezione 1 Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali .............. 76 Sezione 2 Principi generali di redazione ................................................................. 76 Sezione 3 Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio ............................ 86 Sezione 4 Altri aspetti ........................................................................................... 86 Elenco dei principi IAS/IFRS omologati dalla Commissione Europea ..................... 108

A.2 - Parte relativa alle principali voci di bilancio ...................................................... 110 A.3 - Informativa sui trasferimenti tra portafogli di attività finanziarie ....................... 130 A.4 - Informativa sul fair value .................................................................................. 130 A.5 - Informativa sul c.d. “Day one profit/loss” .......................................................... 141

Parte B - Informazioni sullo stato patrimoniale ...................................................... 142 Parte C - Informazioni sul conto economico ........................................................... 178 Parte D - Redditività complessiva ........................................................................... 196 Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura ................... 197

Sezione 1 Rischio di credito ............................................................................... 197 Sezione 2 Rischi di mercato ................................................................................. 251 Sezione 3 Gli strumenti derivati e le politiche di copertura ................................. 260 Sezione 4 Rischio di liquidità .............................................................................. 261 Sezione 5 Rischi operativi .................................................................................... 263

Parte F - Informazioni sul patrimonio ..................................................................... 269 Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda ............. 276 Parte H - Operazioni con parti correlate ................................................................. 277 Parte I - Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali .................. 281 Parte L - Informativa di settore .............................................................................. 285 Allegati al Bilancio d’esercizio ................................................................................ 286 Glossario ................................................................................................................ 291 Relazione della Società di Revisione ....................................................................... 316 Relazione del Collegio Sindacale ............................................................................ 323

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Cariche Sociali e Direzione Generale CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Presidente Caio Massimo Capuano Vice Presidente Elvio Sonnino Consiglieri Andrea Giochetta

Frederik Herman Geertman Silvia Quilleri Giancesare Toffetti Renato Tassetti

COLLEGIO SINDACALE

Presidente Paolo Prandi Sindaci effettivi Maria Rachele Vigani, Sergio Comincioli Sindaci supplenti Francesco Fortina, Giorgio Luigi Guatri DIREZIONE GENERALE

Direttore Generale Dario Di Muro Vice Direttore Generale Cristian Fumagalli SOCIETÀ DI REVISIONE

Deloitte & Touche S.p.A. - Situazione aggiornata al 5 Febbraio 2019 -

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Articolazione territoriale del Gruppo UBI Banca

- Situazione aggiornata al 31 Dicembre 2018 –

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Il Rating Si riportano di seguito i giudizi di rating assegnati al Gruppo UBI Banca dalle principali agenzie internazionali.

(I) Capacità di rimborso dei depositi a lungo termine (scadenza originaria pari o superiore a 1 anno) (Aaa: miglior rating – C: default)

(II) Capacità di rimborso dei depositi a breve termine (scadenza originaria pari o inferiore a 13 mesi) (Prime-1: massima qualità – Not Prime: non classificabile fra le categorie Prime)

(III) Il BCA non è un rating ma un giudizio sulla solidità finanziaria intrinseca della banca in assenza di supporti esterni (aaa: miglior rating – c: default)

(IV) Giudizio sulla capacità dell’emittente di onorare il debito senior e le obbligazioni a lungo termine (Aaa: miglior rating – C: default)

(V) Il Counterparty Risk Rating è un giudizio sulla capacità di onorare la porzione non garantita di passività finanziarie di controparte diverse dal debito (escluse quelle che si generano nell’espletamento delle funzioni operative essenziali di banca) e riflette anche l’eventuale perdita attesa nel caso tali passività non siano onorate

(Aaa: miglior rating – C: default) (P-1: miglior rating – Not Prime: non classificabile fra le categorie Prime)

(VI) Il Counterparty Risk (CR) Assessment non è un rating, ma un giudizio sulla probabilità di default della banca negli impegni di pagamento generati dallo svolgimento di funzioni operative con la clientela

[Aaa (cr): miglior rating – C (cr): default] [P-1 (cr): miglior rating – Not Prime (cr): non classificabile fra le categorie Prime]

Il 14 maggio 2018, nell’ambito della periodica revisione, Moody’s ha confermato i rating assegnati a UBI Banca e l’Outlook Stabile sul Long-term Bank Deposits Rating. L’Outlook sul Long-term senior debt è invece divenuto Negativo da Stabile. La conferma dei rating e dell’Outlook sopra menzionata riflette la resilienza del profilo di credito della Banca nonostante le sfide derivanti dal persistente elevato livello di crediti deteriorati e dalla modesta redditività, ma anche l’aspettativa dell’Agenzia che i fondamentali finanziari potranno mostrare graduali miglioramenti man mano verranno conseguiti progressi nella realizzazione del Piano Industriale 2020, aggiornato dopo l’acquisizione delle Banche poste in risoluzione. La modifica dell’Outlook sul Long-term senior debt segnala invece l’aspettativa, nell’orizzonte di 12-18 mesi, di una riduzione dello stock di passività senior assoggettabili a bail-in in conseguenza dell’ammontare dei titoli obbligazionari retail in scadenza. Il 22 giugno l’Agenzia ha reso nota l’assegnazione a 18 banche italiane dei nuovi Counterparty Risk Rating: trattasi di giudizi sulla capacità di onorare la porzione non garantita di passività finanziarie diverse dal debito (escluse quelle generate dall’espletamento delle funzioni operative essenziali di banca) che riflettono anche l’eventuale perdita attesa nel caso tali passività non siano onorate. I rating assegnati ad UBI Banca sono i seguenti: Long-term Counterparty Risk Rating pari a “Baa2” (tre gradini sopra il BCA, massimo previsto) e Short-term Counterparty Risk Rating pari a “P-2”.

MOODY'S

Long-term Bank Deposits Rating (I) Baa2

Short-term Bank Deposits Rating (II) Prime-2

Baseline Credit Assessment (BCA) (III) ba2

Long-term Issuer Rating (IV) Baa3

Long-term Counterparty Risk Rating (V) Baa2

Short-term Counterparty Risk Rating (V) Prime-2

Long-term Counterparty Risk Assessment (VI) Baa2 (cr)

Short-term Counterparty Risk Assessment (VI) Prime-2 (cr)

Outlook (Long-term Bank Deposits Rating) Stabile

Outlook (Long-term Issuer Rating /Senior unsecured debt) Negativo

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Il 19 ottobre 2018, a conclusione della revisione iniziata il 25 maggio1, Moody’s ha ridotto di un notch, da “Baa2” a “Baa3”, sia l’issuer rating assegnato all’Italia, sia il senior unsecured rating dei titoli governativi. L’Outlook è divenuto Stabile. Parimenti, anche il rating a breve è peggiorato da “P-2” a “P-3”.

I fattori determinanti della rating action sono stati i seguenti: un significativo cambiamento nella strategia fiscale con previsione di deficit più alti nei prossimi anni che implicano

il permanere del rapporto debito/Pil su livelli elevati; le conseguenze nel medio-lungo termine della mancanza di un piano strutturale di riforme economiche e fiscali che

permetta all’Italia di uscire dall’attuale sentiero di crescita modesta. L’Outlook Stabile segnala un adeguato bilanciamento dei rischi associato al nuovo livello dei rating. All’Italia vengono infatti riconosciute importanti punti di forza, in grado di compensare l’indebolimento delle prospettive fiscali, quali: un’economia ampia e diversificata con alcune industrie altamente competitive; una solida posizione esterna grazie al surplus commerciale e alla pressoché bilanciata situazione in termini di investimenti internazionali; la ricchezza delle famiglie italiane, una potenziale fonte di funding per il governo.

La manovra non ha avuto impatti sui rating e gli Outlook assegnati ad UBI Banca2. Soltanto le emissioni del Primo Programma di Covered Bond di UBI Banca hanno subito le conseguenze del downgrade sovrano: con una rating action resa nota il 24 ottobre 2018 i rating attribuiti a nove programmi facenti capo a banche italiane, tra le quali UBI Banca, sono stati ridotti da “Aa2” ad “Aa3”.

(i) L’Issuer Credit Rating riflette il giudizio sulla capacità della banca di fronteggiare i propri impegni finanziari. Si basa su una valutazione del merito creditizio intrinseco integrata da una valutazione del potenziale supporto straordinario (proveniente dal governo o dal gruppo di appartenenza oppure derivante dalla sua stessa capacità addizionale di assorbire perdite) su cui la banca potrà contare in caso di difficoltà

Breve termine: capacità di ripagare il debito con durata inferiore ad un anno (A-1: miglior rating – D: default) Lungo termine: capacità di pagamento degli interessi e del capitale su debiti di durata superiore ad 1 anno (AAA: miglior rating – D: default)

(ii) Il Resolution Counterparty Rating rappresenta un’opinione forward-looking sul rischio di default di alcune passività senior che potrebbero essere protette dal default nell’ambito del processo di bail-in [Lungo termine AAA: miglior rating – D: default; breve termine A-1: miglior rating – D: default]

(iii) Il SACP rappresenta il giudizio sul merito creditizio intrinseco della banca, in assenza di supporto esterno (dal governo, dal gruppo di appartenenza oppure dalla capacità addizionale di assorbire perdite). Viene ottenuto partendo da un “Anchor SACP” che sintetizza la valutazione dei rischi economici e industriali propri del settore bancario italiano, poi rettificato per tenere conto di specifici fattori della banca quali la patrimonializzazione e i risultati reddituali, la posizione commerciale, l’esposizione al rischio, la raccolta e la situazione di liquidità, valutati anche in ottica comparativa

Il 16 aprile 2018, in sede di revisione annuale, S&P Global Ratings ha confermato i giudizi di UBI Banca con Outlook Stabile. La conferma rispecchia le attese dell’Agenzia che il rating della Banca continui a beneficiare del forte franchise (articolazione territoriale) e della strategia conservativa posta in essere dal management.

1 Il 25 maggio 2018, alla luce dei programmi della nuova coalizione di governo, Moody’s ha posto i rating

governativi italiani (Baa2/P-2/Negativo) in revisione per possibile downgrade. Il successivo 30 maggio l’Agenzia ha posto in revisione per possibile downgrade i rating di 12 Gruppi Bancari italiani: l’intervento non ha riguardato il Gruppo UBI Banca.

2 Il Macro Profile incorporato nella metodologia di valutazione del Baseline Credit Assessment – per catturare gli elementi di rischiosità insiti nel contesto economico e operativo delle banche italiane – è rimasto invariato a “Moderate+”: il peggioramento di fatto intervenuto ha trovato compensazione nella rimozione di uno dei due notch di aggiustamento negativo applicato dall’Agenzia sulle condizioni creditizie del sistema, per riflettere il trend di miglioramento in atto in termini di esposizioni deteriorate.

S&P GLOBAL RATINGS

Long-term Issuer Credit Rating (i) BBB-

Short-term Issuer Credit Rating (i) A-3

Long-term Resolution Counterparty Rating (ii) BBB

Short-term Resolution Counterparty Rating (ii) A-2

Stand Alone Credit Profile (SACP) (iii) bbb-

Outlook (Long-term Issuer Credit Rating) Stabile

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Il successivo 19 aprile l’Agenzia ha pubblicato la metodologia per l’attribuzione di una nuova tipologia di giudizio a quelle istituzioni finanziarie (principalmente banche) soggette, in caso di difficoltà, ad un efficace regime di risoluzione: il Long-term Resolution Counterparty Rating (LTRCR) e lo Short-term Resolution Counterparty Rating (STRCR), ovvero opinioni forward-looking sul rischio di default di alcune passività senior che potrebbero essere protette dal default nell’ambito del processo di bail-in. Il 12 giugno 2018 S&P ha assegnato tali nuovi rating a 31 Gruppi Bancari europei, tra i quali UBI Banca: i giudizi attribuiti sono stati “BBB” per il lungo termine e “A-2” per il breve, incorporando un notch di upgrade rispetto al Long-term Issuer Credit Rating. Il 26 ottobre 2018, in occasione della verifica semestrale, i rating assegnati all’Italia sono stati confermati a “BBB”/“A-2” ma l’Outlook è stato rivisto da Stabile a Negativo. La manovra riflette il rischio che le politiche di bilancio annunciate dal governo – con l’inversione del sentiero di consolidamento fiscale dell’Italia e il parziale annullamento della riforma del sistema pensionistico – possano indebolire la ripresa economica del nostro Paese, mettendo a rischio la traiettoria futura del rapporto debito/Pil.

Gli impatti per le banche italiane della rating action sul debito sovrano sono stati resi noti il 30 ottobre 2018: in tale ambito i rating di UBI Banca (“BBB-”/“A-3”) sono stati confermati con Outlook Stabile. In considerazione degli effetti che l'attuale contesto di volatilità potrà avere nel lungo termine sull'accesso al funding istituzionale e quindi sulla redditività delle banche italiane, l'Agenzia ha rivisto in termini negativi (da stabile) il trend associato al rischio settoriale nell’ambito del Banking Industry Country Assessment, dal quale deriva l’Anchor SACP, ovvero il punto di partenza della metodologia di assegnazione degli Issuer Credit Rating.

(1) Capacità di rimborso del debito a breve termine (scadenza originaria fino a 13 mesi) (F1+: miglior rating – D: default) (2) Capacità di fronteggiare puntualmente gli impegni finanziari nel lungo termine indipendentemente dalla scadenza delle

singole obbligazioni. Questo rating è un indicatore della vulnerabilità al default dell’emittente (AAA: miglior rating – D: default)

(3) Valutazione della solidità intrinseca della banca, vista nell’ipotesi in cui la stessa non possa fare affidamento su forme straordinarie di sostegno esterno

(aaa: miglior rating – f: default) (4) Giudizio sulla probabilità di un eventuale intervento esterno straordinario (da parte dello Stato o di azionisti di riferimento)

nel caso la banca si trovi in difficoltà nell’onorare le proprie obbligazioni senior [1: elevata probabilità di un supporto esterno – 5: non si può fare affidamento su un eventuale supporto (come nel caso delle

banche europee in regime di risoluzione BRRD)] (5) Questo rating costituisce un elemento informativo accessorio, strettamente correlato al Support Rating, in quanto identifica

il livello minimo che, in caso di eventi negativi, potrebbe raggiungere il Long-term Issuer Default Rating (No Floor per le banche europee in regime di risoluzione BRRD)

Il 2 febbraio 2018, in sede di revisione annuale, Fitch Ratings ha confermato i rating di UBI Banca, mantenendo l’Outlook Negativo. La conferma ha riflesso l’aspettativa dell’Agenzia che nel medio termine UBI Banca avrebbe accelerato la riduzione dello stock di crediti deteriorati rispetto agli obiettivi indicati nel Piano in essere. Il 31 agosto l’Agenzia ha modificato da Stabile a Negativo l’Outlook sul Long-term Issuer Default Rating assegnato all’Italia (rimasto invariato a “BBB”).

FITCH RATINGS

Short-term Issuer Default Rating (1) F3

Long-term Issuer Default Rating (2) BBB-

Viability Rating (3) bbb-

Support Rating (4) 5

Support Rating Floor (5) NF (No Floor)

Outlook (Long-term Issuer Default Rating) Negativo

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La manovra è stata motivata dalla considerazione dei rischi, non solo fiscali, del Paese, che si combinano con l’incertezza insita nella natura della coalizione e del contratto di governo: Fitch si attende pertanto un allentamento fiscale che rende l’elevato stock di debito pubblico più esposto a shock potenziali.

In conseguenza della manovra sul sovrano, il 5 settembre è stato rivisto da Stabile a Negativo l’Outlook sul Long-term Issuer Default Rating di 5 banche italiane. L’intervento non ha interessato UBI Banca. I rating di UBI Banca sono stati oggetto di revisione il 30 novembre 2018: prendendo atto dell’accelerazione impressa dalla Banca alla strategia di riduzione dei crediti deteriorati e degli effetti positivi sul capitale, l’Agenzia ha confermato tutti i rating in essere. L’Outlook sul Long-term Issuer Rating è rimasto Negativo in quanto riflette principalmente il rischio di possibili pressioni sul rating derivanti dal deterioramento del contesto economico italiano e del giudizio sul debito governativo. (I) L’Issuer Rating non è un rating sulle emissioni ma sull’emittente, in quanto riflette la valutazione sul suo merito di credito. Il

giudizio viene assegnato su un orizzonte di lungo periodo utilizzando la scala dei rating a lungo termine e su un orizzonte di breve periodo utilizzando la relativa scala. Nel settore bancario l’Issuer Rating rappresenta un giudizio finale sul merito creditizio di una banca che incorpora sia l’Intrinsic Assessment, sia eventuali considerazioni su supporti esterni

LTIR – AAA: miglior rating – D: default STIR – R-1 (high): miglior rating – D: default

(II) Capacità di rimborso del debito a lungo termine (scadenza superiore a 1 anno), oppure a breve termine LTSD – AAA: miglior rating – D: default STD – R-1 (high): miglior rating – D: default

(III) Capacità di rimborso dei depositi a lunga scadenza (superiore a 1 anno) e a breve termine LTD – AAA: miglior rating – D: default STD – R-1 (high): miglior rating – D: default

(IV) L’Intrinsic Assessment (IA) è un giudizio sulla solidità finanziaria intrinseca della banca in assenza di supporti esterni. Vengono valutati i fondamentali della banca in cinque ambiti: rete commerciale, redditività, liquidità e funding, profilo di rischio e capitalizzazione

AAA: miglior rating – CCC: peggior rating (V) Valutazione del supporto esterno (gruppo di appartenenza o governo) in caso di difficoltà.

SA1: supporto interno dal gruppo di appartenenza; SA2: supporto esterno (governativo); SA3: nessun supporto esterno; SA4: potenziale supporto al gruppo di appartenenza

(VI) Il Critical Obligations Rating (COR) è un giudizio sui rischi di default insiti in alcune categorie di obbligazioni/esposizioni con elevate probabilità di essere escluse dal bail-in (quali quelle rivenienti da derivati, servizi di pagamento, emissione di Covered Bond, ecc.)

LTCOR – AAA: miglior rating – D: default STCOR – R-1 (high): miglior rating – D: default

In seguito alla revisione completa del Programma, il 21 settembre 2018 DBRS ha migliorato da “AA (low)” ad “AA” il rating sulle emissioni di Covered Bond assistite da mutui residenziali. Il 26 novembre 2018, in occasione del riesame annuale, l’Agenzia ha confermato con Trend Stabile tutti i rating assegnati ad UBI Banca. Sono stati parimenti confermati anche l’Intrinsic Assessment (“BBB”) e il Support Assessment (“SA3”). La conferma rispecchia i progressi riconosciuti in termini di semplificazione della struttura organizzativa e di ulteriore riduzione degli stock di crediti deteriorati. Nonostante le sfide poste dal difficile contesto

DBRS

Long-term Issuer Rating (I) BBB

Short-term Issuer Rating (I) R-2 (high)

Long-term Senior Debt (II) BBB

Short-term Debt (II) R-2 (high)

Long-term Deposits (III) BBB (high)

Short-term Deposits (III) R-1 (low)

Intrinsic Assessment (IV) BBB

Support Assessment (V) SA3

Long-Term Critical Obligations Rating (VI) A (low)

Short-Term Critical Obligations Rating (VI) R-1 (low)

Trend (tutti i rating) Stabile

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economico italiano e dall’accresciuta volatilità dei mercati, il Trend Stabile riflette l’aspettativa di DBRS che gli indicatori di capitale e di liquidità, ed i relativi margini disponibili, si mantengano su livelli accettabili e che la Banca continui nel processo di miglioramento del profilo di rischiosità. In vista dell'entrata in vigore, dal 1° gennaio 2019, della “full depositor preference” nella gerarchia dei creditori in caso di insolvenza bancaria, il 14 dicembre 2018 sono stati innalzati di 1 notch i rating a lungo termine attribuiti ai depositi di alcune banche italiane, tra le quali UBI Banca, posizionandoli così 1 notch sopra l’Intrinsic Assessment (manovra accompagnatasi ad un innalzamento dei rating a breve sui depositi in coerenza con la mappa di correlazione prevista dalla metodologia dell’Agenzia). I rating sui depositi di UBI Banca sono pertanto migliorati da “BBB”/”R-2 (high)” a “BBB (high)”/”R-1 (low)”. L’11 gennaio 2019, infine, DBRS ha confermato con Trend Stabile i rating assegnati all’Italia [“BBB (high)”/”R-1 (low)”]. La conferma del Trend si è resa possibile alla luce di due fattori combinati: l’aver evitato la procedura della Commissione Europea per mancato rispetto dei criteri di debito e il trend di miglioramento della qualità degli attivi delle banche italiane, per quanto queste ultime siano ancora alle prese con le conseguenze di elevati spread governativi e di una debole crescita degli impieghi.

*** Si ricorda che S&P Global, Fitch e DBRS, il 23 marzo 2018, e Moody’s, il 26 marzo, hanno assegnato il rating alla nuova categoria di debito “senior non-preferred”, nell’ambito delle tipologie di emissioni previste a valere sul Programma EMTN di Gruppo. Come illustrato nella Relazione sulla gestione consolidata, alla quale si rimanda, la prima emissione dei nuovi strumenti è stata realizzata da UBI Banca il 5 aprile 2018.

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Principali dati e indicatori (in milioni di euro)

IW Bank S.p.A. 31/12/2018 01/01/2018

DATI PATRIMONIALI, ECONOMICI, OPERATIVI E DI STRUTTURA

Crediti verso clientela 528,7 595,6

di cui deteriorati 15,8 21,0

Raccolta diretta da clientela 2.807,6 2.822,2

Raccolta indiretta da clientela, compreso il risparmio assicurativo (al valore di mercato) 8.363,0 9.806,2

Totale ricchezza finanziaria 11.170,6 12.628,4

Patrimonio Netto (escluso utile/perdita di esercizio) 137,3 142,7

Utile/perdita della operatività corrente al lordo delle imposte 4,5 (6,6)

Utile/perdita dell'esercizio 4,5 (5,4)

Numero dei dipendenti effettivi 305 298

Numero dei consulenti finanziari 661 736

Numero dei wealth bankers 23 22

Commissioni passive per CF e WB 0,08 0,09

Numero sportelli bancari operativi 20 21

Numero degli Advice Center 40 40

INDICI DI STRUTTURA

Attività finanziarie/Totale attivo 73,97% 64,35%

Raccolta da clientela/(Passivo e Patrimonio Netto) 86,32% 87,76%

Raccolta da clientela/(Crediti verso clientela e Crediti verso Banche) 398,94% 279,99%

Raccolta da clientela/Crediti verso clientela 531,00% 473,81%

Raccolta gestita (compreso assicurazioni)/raccolta indiretta 71,22% 67,02%

INDICI DI REDDITIVITA', EFFICIENZA E PRODUTTIVITA'

ROE (Utile dell'esercizio/Patrimonio netto escluso utile dell'esercizio) 3,25% n.s.

COST/INCOME 1 (oneri operativi/proventi operativi) 89,16% 96,25%

COST/INCOME 1 al netto delle componenti non ricorrenti 87,85% 95,29%

Tax rate n.s. 17,32%

Tax rate normalizzato 15,64% 4,34%

Margine di interesse/proventi operativi 26,04% 22,51%

Commissioni nette/proventi operativi 73,57% 78,48%

Rettifiche nette su crediti/crediti verso clientela 0,23% 0,27%

INDICI DI RISCHIOSITA'

Sofferenze/crediti verso clientela 1,31% 1,66%

Crediti deteriorati/crediti verso clientela 2,99% 3,52%

% copertura sofferenze 57,64% 54,35%

% copertura sofferenze al lordo delle cancellazioni 57,64% 54,42%

% copertura totale crediti deteriorati 42,65% 39,79%

% copertura crediti in bonis 0,35% 0,50%

COEFFICIENTI PATRIMONIALI (*)

Capitale primario di Classe 1/Attività di rischio ponderate (CET1 capital ratio) 16,87% 18,09%

Capitale di Classe1/Attività di rischio ponderate (Tier1 capital ratio) 16,87% 18,09%

Totale fondi propri/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 18,67% 20,08%

(*) A partire dal 31 marzo 2018 le attività di rischio ponderate utilizzate per la determinazione dei coefficienti sopra esposti comprendono gli effetti derivanti dall’implementazione del “Model Change” e l’estensione modelli. Per ulteriori dettagli si rinvia a quanto indicato nella “Parte F – Informazioni sul patrimonio - Sezione 2 - I fondi propri e i coefficienti di vigilanza”.

Gli indicatori sono stati costruiti utilizzando i dati riclassificati riportati nel capitolo “Informazioni sullo Stato Patrimoniale e sul Conto Economico riclassificati”.

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Relazione sulla Gestione

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Lo scenario di riferimento Pur continuando ad evidenziare una buona tenuta, nel corso dell’anno l’espansione economica è divenuta più disomogenea, iniziando a manifestare i primi segnali di moderazione, maggiormente evidenti nell’Area euro. Le tensioni scaturite dalle misure protezionistiche introdotte dagli Stati Uniti e dalle minacce di ritorsioni provenienti dai partner commerciali3 hanno dato luogo ad una decelerazione degli scambi e ad una crescente volatilità dei mercati finanziari, con possibili ripercussioni negative sulla crescita globale. Il quadro generale di riferimento rimane inoltre condizionato da molteplici variabili di natura geopolitica:

i delicati rapporti diplomatici americani con la Corea del Nord4; gli altrettanto delicati rapporti tra Russia e Stati Uniti (nonostante il vertice tenutosi ad

Helsinki il 16 luglio, il Dipartimento di Stato statunitense ha avviato tra agosto e settembre nuove sanzioni contro la Russia);

l’uscita degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare stipulato con l’Iran nel 2015 e l’imposizione di nuove sanzioni nei confronti della Repubblica islamica5;

le difficili situazioni economiche e sociali in Argentina, Turchia e Venezuela6; il risultato delle elezioni statunitensi dì medio termine, che sta limitando i margini di

manovra del presidente Trump7; i dubbi sugli effettivi esiti delle trattative inerenti alla Brexit8;

3 L’inasprimento del protezionismo delle politiche commerciali degli Stati Uniti si è manifestato in primis nei

confronti della Cina, ma anche verso Canada, Messico ed Unione Europea. Gli Stati Uniti hanno introdotto una serie di dazi nei confronti delle importazioni cinesi determinando un’analoga reazione da parte del Paese asiatico. Dopo mesi di tensione elevata, le trattative sono riprese in dicembre, ma il raggiungimento di un accordo commerciale generalizzato entro il termine di 90 giorni – stabilito nell’incontro di fine novembre a Buenos Aires – appare ad oggi tutt’altro che scontato visto che alla base permangono divergenze strutturali (per esempio la questione della protezione della proprietà intellettuale). L’Unione europea, il Canada e il Messico, dopo aver imposto dazi su prodotti statunitensi in risposta a quelli USA su acciaio e alluminio, hanno avviato una fase negoziale; in particolare in ottobre il Canada e il Messico hanno sottoscritto un nuovo accordo di libero scambio con l’amministrazione statunitense che modificherà solo parzialmente il trattato già in vigore (North American Free Trade Agreement – NAFTA), rendendo però più restrittive le regole di origine e gli standard di produzione nel settore automobilistico. La Commissione UE ha presentato il 18 gennaio 2019 due proposte di mandato con l’obiettivo di negoziare con gli Stati Uniti un accordo di libero scambio limitato ai beni industriali, escluse le auto. Entrambe le proposte dovranno essere discusse dal Consiglio europeo.

4 Il 12 giugno sull’isola singaporiana di Sentosa il leader della Corea del Nord e il presidente degli Stati Uniti si sono incontrati con lo scopo di porre fine alla disputa sul nucleare nordcoreano, uno dei maggiori elementi di instabilità e tensione degli ultimi anni. L’incontro si è concluso con la firma di un documento ancora da considerarsi una dichiarazione di intenti; le sanzioni statunitensi verso la Corea del Nord resteranno in vigore fino a quando non sarà completato il processo di denuclearizzazione della penisola sulla cui esecuzione vigileranno organismi internazionali ed americani.

5 Dopo l’adozione in agosto di una prima serie di provvedimenti restrittivi, a novembre sono state imposte nuove sanzioni economiche nei confronti della Repubblica islamica sulle banche, sull’industria navale ed energetica. Da tali provvedimenti sono state esentate otto Nazioni, tra cui l’Italia, consentendo loro temporaneamente di acquistare petrolio prodotto dall’Iran.

6 Alla fine di giugno il Fondo Monetario Internazionale ha approvato l’erogazione di una linea di credito della durata di tre anni in favore dell’Argentina per un ammontare iniziale di 50 miliardi di dollari, elevato a 56,3 miliardi in ottobre. Nel corso del 2018 sono stati erogati circa 28,1 miliardi di dollari. Nel mese di agosto si sono innescate rilevanti tensioni tra Turchia e Stati Uniti; questi ultimi hanno introdotto dazi commerciali sulle esportazioni turche determinando una drastica caduta della valuta e dei corsi dei titoli governativi, parzialmente rientrata nelle settimane successive. In Venezuela la gravissima crisi economica – acuitasi nel 2018 con l’inflazione alle stelle e massicce ondate migratorie in fuga dal Paese – sta determinando nelle prime settimane del nuovo anno rilevanti ripercussioni anche in campo politico.

7 Nelle elezioni tenutesi il 6 novembre 2018 i repubblicani hanno incrementato la loro maggioranza in Senato, ma i democratici hanno ottenuto il controllo del Congresso. Tale esito sta di fatto ridimensionando le ambizioni legislative della Casa Bianca su temi importanti quali il nuovo pacchetto di tagli fiscali ed i conflitti commerciali internazionali oltre che su promesse elettorali legate al presidio del confine con il Messico.

8 Dopo 20 mesi di serrate trattative il 25 novembre 2018 è stato firmato a Bruxelles il trattato sulla Brexit sulla base dell’intesa raggiunta nei giorni precedenti tra i 27 leader dell’UE. L’accordo – che disciplina i termini dell’uscita del Regno Unito il 29 marzo 2019 ed i rapporti con l’UE dopo il 2020 – deve essere ratificato dal Parlamento di Londra nel quale si sta però manifestando una forte opposizione poiché l’intesa non viene considerata particolarmente favorevole per il Regno Unito. Il 15 gennaio 2019 l’intesa raggiunta è stata bocciata con 432 voti contrari e 202 a favore, imponendo alla premier britannica di sottoporsi ad un voto di fiducia il giorno successivo che si è concluso con un risicato sostegno al Governo. Theresa May ha comunque confermato l’intenzione di non abbandonare l’accordo concordato anche se ulteriori margini di trattativa con l’UE appaiono particolarmente ristretti.

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l’avvicinarsi delle elezioni di maggio 2019 per il rinnovo del Parlamento europeo, con il timore per un possibile successo dei partiti sovranisti che hanno ormai raggiunto ruoli di governo in diversi Paesi dell’Unione europea.

In Europa, alle incertezze legate alla Brexit ed alla gestione dei migranti9, si sono progressivamente aggiunte quelle inerenti al rallentamento economico, al cambio dell’esecutivo in Spagna10, alle tensioni in Germania11 e Francia12, nonché alle complesse trattative tra Unione europea e nuovo Governo italiano sulla legge di bilancio. In Italia i risultati delle elezioni del 4 marzo, conclusesi con la sconfitta delle forze politiche tradizionali, hanno aperto una fase di incertezza che si è risolta solo ad inizio giugno con l’insediamento del nuovo governo sostenuto da Movimento 5 Stelle e Lega. Pur confermando l’intenzione di non abbandonare la moneta unica, il nuovo Esecutivo ha predisposto una legge di bilancio difforme dagli obiettivi di finanza pubblica richiesti dal Patto di Stabilità. Dopo la bocciatura ufficiale in novembre da parte della Commissione europea, le tensioni emerse a partire dalla fine di maggio sono parzialmente rientrate solo grazie all’apertura del Governo alla revisione dei numeri della manovra che ha indotto la Commissione stessa a decidere formalmente in dicembre di non aprire la procedura per i disavanzi eccessivi. La legge di bilancio è stata approvata definitivamente il 30 dicembre 2018, appena in tempo utile per scongiurare l’esercizio provvisorio di bilancio. La Commissione europea si riserva comunque approfondimenti sul testo finale già a partire dal gennaio 2019.

Quale riflesso delle vicende che hanno caratterizzato il contesto politico italiano, il differenziale tra il BTP decennale e l’omologo Bund tedesco ha subito oscillazioni crescenti dalla seconda metà di maggio, stabilizzandosi nel corso dei mesi estivi su valori doppi rispetto a quelli precedenti alla formazione del Governo. Come si può notare dal grafico, la volatilità è tornata ad accentuarsi in autunno con lo spread giunto a sfiorare i 330 punti base, livello più elevato

9 A fine giugno si è tenuto un vertice europeo sul tema dell’immigrazione conclusosi con un’intesa nel complesso

piuttosto vaga. Dall’estate poi il nuovo governo italiano ha adottato un atteggiamento più restrittivo sull’accoglienza che si è tradotto nella conversione in Legge il 28 novembre del c.d. Decreto Sicurezza, provvedimento che incorpora una serie di articoli specificamente dedicati al tema dell’immigrazione.

10 La crisi politica interna alla Spagna ha portato agli inizi di giugno ad una mozione di sfiducia contro il premier Rajoy, sostituito dal socialista Pedro Sanchez. Il nuovo capo del governo ha formato un esecutivo sul modello portoghese, appoggiandosi all’estrema sinistra, con una prevalente presenza femminile nei dicasteri più importanti.

11 Dopo il fallimento di svariati tentativi di coalizione, nel gennaio 2018 è stato raggiunto l’accordo tra il partito socialdemocratico di Schulz e i cristianodemocratici della cancelliera Angela Merkel che ha permesso la formazione del governo in primavera, pur permanendo nei mesi successivi contrasti interni legati anche alla gestione dei flussi migratori. A fine ottobre la cancelliera ha annunciato che non si ricandiderà alle elezioni politiche del 2021: gli esiti delle tornate elettorali in Assia ed in Baviera, nei quali si sono registrati i peggiori risultati del dopoguerra per la CDU, hanno infatti riflesso le divisioni interne alla Grosse Koalition.

12 Dalla seconda metà di novembre sono scoppiate violente proteste in Francia che, partendo dalla contestazione verso un’accisa sui carburanti, si sono rapidamente trasformate in una dura e trasversale opposizione alle politiche sociali adottate dal Presidente Macron. La crescente violenza degli scontri ha obbligato Macron ad annunciare pubblicamente il 10 dicembre una serie di misure a favore delle categorie più deboli (per esempio aumento del salario minimo) i cui effetti si tradurranno in una revisione al rialzo degli obiettivi di finanza pubblica con il rapporto deficit/Pil che potrebbe arrivare a sfiorare il 3%.

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da aprile 2013, il 20 novembre dopo la bocciatura ufficiale della manovra di bilancio da parte della Commissione europea. La ripresa del dialogo e la successiva revisione dei numeri inseriti nel provvedimento hanno favorito una marginale riduzione dello spread che a fine anno si è attestato a 253 punti base (157 punti base a dicembre 2017), in virtù anche di un atteggiamento della BCE mantenutosi espansivo sino a fine anno. Sul fronte monetario, le principali Banche centrali hanno continuato a condurre politiche accomodanti, accompagnate però da molteplici segnali di depotenziamento degli stimoli. Per quanto attiene alla Banca Centrale Europea:

il Consiglio direttivo aveva stabilito a giugno il prolungamento della scadenza del Quantitative Easing da settembre a dicembre 2018, con una riduzione, a partire da ottobre, dell’importo mensile degli acquisti da 30 a 15 miliardi. Tale orientamento è stato confermato nelle riunioni successive determinandone pertanto la conclusione a fine anno13. Il Consiglio ha anche annunciato l’intenzione di continuare a reinvestire integralmente il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro dell’Asset Purchase Programme per un prolungato periodo successivamente alla data nella quale inizierà ad innalzare i tassi di interesse di riferimento ed in ogni caso finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario;

il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale è stato mantenuto al minimo storico dello 0%, mentre il tasso sui depositi delle banche presso la BCE è rimasto al -0,40%. Tali livelli rimarranno invariati almeno fino al termine dell’estate 2019 e in ogni caso fino a quando sarà necessario per assicurare il raggiungimento e il mantenimento del target di inflazione nel medio termine.

La Federal Reserve ha innalzato 4 volte (marzo, giugno, settembre e dicembre) di 25 punti base l’intervallo dei tassi di riferimento, ora pari al 2,25%-2,50%, a conferma della fiducia nel consolidamento dell’economia americana e nel rafforzamento del mercato del lavoro. Le più recenti dichiarazioni prefigurano però un più graduale innalzamento dei tassi nel corso del 2019. La Bank of Japan ha lasciato invariato il tasso di riferimento in territorio negativo (-0,10%), procedendo nella strategia espansiva focalizzata sul controllo dei tassi sulle diverse scadenze, anziché su un target di base monetaria che potrà variare in funzione del controllo della curva dei rendimenti (Qualitative and Quantitative Easing, QQE). Nella riunione di fine luglio, pur non modificando l’orientamento complessivo, ha introdotto indicazioni prospettiche sull’andamento dei tassi ufficiali e ha annunciato che questi ultimi saranno mantenuti sui bassi livelli attuali per un periodo prolungato. All’inizio di agosto anche la Bank of England, per contrastare le pressioni inflazionistiche derivanti dal deprezzamento del cambio, ha rialzato il tasso ufficiale di 25 punti base allo 0,75%. Nel primo semestre aveva inoltre cambiato le linee guida sui tempi di riduzione del suo attivo annunciando la possibilità di iniziare a vendere i titoli acquistati tramite QE quando il costo del denaro sarà pari all’1,5% (in precedenza 2%). Nei principali Paesi emergenti gli orientamenti di politica monetaria non hanno mostrato una tendenza univoca. Nel 2018 la Banca Centrale brasiliana ha diminuito per due volte il tasso ufficiale [25 punti base (p.b.) a febbraio e marzo], portandolo al 6,50%, mentre la Banca Centrale russa ha riportato il tasso di riferimento al 7,75% di fine 2017 quale effetto di due aumenti di 25 p.b. a settembre e dicembre intervenuti dopo due tagli di egual misura a febbraio e marzo. In India le autorità monetarie hanno riportato il Repo al 6,50% mediante due rialzi di 25 p.b. in giugno e agosto, mentre in Cina la People’s Bank of China, pur confermando l’attuale tasso di riferimento al 4,35%, ha allentato le condizioni monetarie, riducendo progressivamente il coefficiente di riserva obbligatoria sui depositi, ora al 13,50%.

13 Complessivamente all’11 gennaio 2019 risultavano acquistati 2.101 miliardi di titoli pubblici, 263 miliardi di

Covered Bond, 28 miliardi di ABS e 178 miliardi di obbligazioni societarie.

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Sul mercato dei cambi, a partire da marzo si è interrotto il rafforzamento dell’euro nei confronti delle principali valute internazionali. In particolare, il cambio euro/dollaro – che nel primo quarto si era apprezzato beneficiando di una dinamica ancora favorevole della crescita economica dell’Area e del protrarsi del supporto espansivo della BCE – nei mesi successivi è andato indebolendosi. Sul trend hanno inciso i segnali di moderazione della ripresa, i timori legati ad un’escalation del conflitto commerciale, le divergenze tra le politiche monetarie delle rispettive Banche Centrali, l’assenza di progressi significativi sulla governance dell’Unione e l’instabilità politica dell’UE, a partire dalla difficile situazione italiana.

Come si evince dalla tabella, dal secondo trimestre si è avviato anche un indebolimento dello yuan nei confronti del dollaro, che ha permesso di controbilanciare parzialmente l’effetto dei dazi USA, mentre l’andamento della sterlina è stato negativamente influenzato per buona parte dell’anno dal lento progresso dei negoziati sulla Brexit. Nei dodici mesi si segnala infine un tendenziale rafforzamento dello yen nei confronti del dollaro, ma soprattutto rispetto alla valuta europea.

Il quadro macroeconomico Secondo le più recenti stime del Fondo Monetario Internazionale14 l’economia mondiale è cresciuta del 3,7% nel 2018 (+3,8% del 2017), confermandosi disomogenea fra le diverse aree geografiche (+4,6% nelle Aree emergenti; +2,3% nei Paesi avanzati). Il ciclo mondiale continua ad essere sostenuto dalla solidità dell’economia statunitense e dei principali Paesi emergenti asiatici – nell’ambito dei quali al brillante andamento dell’India si unisce la sostanziale tenuta dell’economia cinese – mentre crescenti segnali di moderazione stanno interessando l’Europa. Le previsioni per il 201915 risultano condizionate dal deterioramento delle prospettive nell’Area euro, in Giappone e nelle economie emergenti (in particolare in Cina), a cui si accompagna il già atteso rallentamento negli Stati Uniti, anche per il progressivo venir meno degli effetti espansivi dello stimolo fiscale. Nei dodici mesi l’indice dei prezzi delle materie prime ha espresso una volatilità piuttosto elevata incorporando l’andamento delle quotazioni delle risorse energetiche. A partire dalla fine di agosto, il prezzo del petrolio di qualità Brent, che aveva già raggiunto livelli elevati in 14 Word Economic Outlook update, gennaio 2019. 15 +3,5%, di cui +4,5% per le Aree emergenti e +2% per i Paesi avanzati.

dic-18A

set-18B

giu-18C

mar-18D

dic-17E

Var. %A/E

Euro/Dollaro 1,1469 1,1608 1,1683 1,2301 1,1996 -4,4%

Euro/Yen 125,65 131,96 129,28 130,89 135,16 -7,0%

Euro/Yuan 7,886 7,9724 7,7308 7,7331 7,805 1,0%

Euro/Franco CH 1,1260 1,1398 1,1569 1,1763 1,1688 -3,7%

Euro/Sterlina 0,899 0,8907 0,8844 0,8772 0,8875 1,3%

Dollaro/Yen 109,56 113,68 110,66 106,42 112,67 -2,8%

Dollaro/Yuan 6,8760 6,8680 6,6171 6,2876 6,5063 5,7%

Futures - Brent (in $) 54,15 82,73 79,23 69,34 66,87 -19,0% Indice CRB (materie prime) 175,96 201 205 119,25 196,95 -10,7%

Fonte: Thomson Financial Reuters

Principali cambi, quotazioni del petrolio (Brent) e delle materie prime

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primavera, ha ripreso a salire sino ad un picco di 85 dollari al barile agli inizi di ottobre, prevalentemente per i timori di una riduzione dell’offerta globale dovuta all’applicazione di sanzioni al settore energetico iraniano da parte degli Stati Uniti. Nelle settimane successive però la revisione verso il basso delle prospettive di crescita dell’economia e dei consumi petroliferi mondiali, l’incremento della produzione petrolifera USA, nonché l’esenzione di alcuni Paesi (tra cui l’Italia) dal regime sanzionatorio statunitense diretto all’Iran hanno alimentato il ribasso più intenso dal 2015 che ha riportato le quotazioni intorno ai 50 dollari al barile. Dopo aver chiuso il 2018 a 54,15 dollari (66,87 dollari a fine 2017), il Brent si è rapidamente apprezzato nelle prime settimane del nuovo anno risalendo sopra i 60 dollari al barile, quale effetto anche dell’accordo raggiunto il 6 dicembre 2018 tra i Paesi OPEC e la Russia che ha previsto un taglio dell’offerta di 1,2 milioni di barili al giorno a partire dal 1° gennaio 2019.

Le dinamiche precedentemente descritte hanno alimentato fino a settembre l’inflazione nei principali Paesi industrializzati seppur su livelli contenuti e prossimi agli obiettivi delle rispettive Banche centrali, ad eccezione del Giappone. L’inversione di tendenza delle quotazioni petrolifere ha poi determinato un generalizzato rallentamento dei prezzi negli ultimi mesi dell’anno. Per contro, nelle economie emergenti dell’area BRIC - se si escludono la Cina e la Russia – i prezzi continuano a mostrare variazioni più accentuate.

Nel terzo trimestre il Pil statunitense è cresciuto su base congiunturale del 3,4% annualizzato, un ritmo sostenuto anche se inferiore rispetto al +4,2% dei tre mesi precedenti (+2,2% tra gennaio e marzo): prevalenti sono risultati il contributo dei consumi e l’incremento delle scorte, mentre gli investimenti fissi non residenziali hanno fornito un apporto positivo, ma modesto, a fronte di una flessione consistente nelle esportazioni nette (che ha interessato sia l’import che l’export). La solidità del mercato del lavoro, i consistenti utili societari e le condizioni finanziarie ancora favorevoli sembrano preludere ad un

Consuntivi e previsioni: Paesi industrializzati

Valori percentuali 2017 2018(2) 2019(2) 2017 2018(1) 2019(2) 2017 2018(1) 2019(2) 2017 2018(1) 2019(2) dic-17 dic-18

Stati Uniti 2,2 2,9 2,5 2,1 2,4 1,9 4,4 3,9 3,6 4,6 5,7 5,9 1,25-1,50 2,25-2,50

Giappone 1,7 0,9 1,1 0,7 0,9 1,2 2,7 2,5 2,7 3,5 3,4 2,6 -0,10-0 -0,10-0

Area Euro 2,5 1,8 1,6 1,5 1,7 1,5 9,1 8,3 8,0 1,0 0,6 0,9 0,00 0,00

Italia 1,6 0,9 0,6 1,3 1,2 1,0 11,3 10,5 10,3 2,4 1,9 2,0 - -

Germania 2,2 1,5 1,3 1,7 1,9 1,8 3,8 3,5 3,4 -1,0 -1,5 -1,0 - -

Francia 2,2 1,5 1,5 1,2 2,1 1,4 9,4 8,8 8,5 2,7 2,6 3,1 - -

Portogallo 2,7 2,2 1,7 1,6 1,5 1,2 8,9 7,0 6,7 3,0 0,7 0,3 - -

Irlanda 7,2 7,5 4,9 0,3 0,8 1,0 6,7 5,3 5,1 0,2 0,2 0,1 - -

Grecia 1,3 2,2 1,2 1,1 0,9 1,4 21,5 19,9 18,1 -0,8 -1,3 -1,4 - -

Spagna 3,0 2,5 2,2 2,0 1,8 1,6 17,2 15,6 14,7 3,1 2,7 2,0 - -

Regno Unito 1,7 1,4 1,5 2,7 2,4 2,1 4,4 4,1 4,0 1,8 1,1 0,9 0,50 0,75

(1) Statistiche uff iciali ovvero, in mancanza, previsioni Fonte: FMI, Prometeia e Statistiche uff iciali

(2) Previsioni

Prodotto Interno Lordo Prezzi al consumo(tasso medio annuo)

Disoccupazione(tasso medio annuo)

Disavanzo (+) Avanzo (-) Settore Pubblico

(% del PIL)Tassi di riferimento

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consolidamento dell’economia americana che potrebbe però risentire degli esiti delle elezioni di metà mandato tenutesi a novembre. Il mancato accordo fra la maggioranza democratica in Congresso ed il presidente Trump in merito allo stanziamento di un importo di oltre 5 miliardi di dollari per la costruzione del muro di confine con il Messico, ha causato il rinvio delle leggi di spesa (c.d. shutdown) con la conseguente parziale paralisi delle attività amministrative a partire dal 21 dicembre 201816.

In Cina l’attività economica è andata progressivamente rallentando – nei mesi autunnali la variazione su base annua del Pil è stata pari al +6,4% (+6,8%, +6,7% e +6,5% rispettivamente nei primi tre trimestri dell’anno) – sostenuta comunque dalla solidità dei consumi. Il vigore delle esportazioni – trainate nei mesi estivi anche dalla probabile anticipazione degli ordinativi in previsione dell’aumento dei dazi – negli ultimi mesi dell’anno ha risentito delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti con effetti solo in parte mitigati dalle misure di stimolo recentemente adottate in termini sia di politica fiscale che di politica monetaria. Nel terzo trimestre - caratterizzato dall’impatto negativo di una serie di disastri naturali – il Pil giapponese si è ridotto dello 0,6% su base congiunturale (+0,7% e -0,3% rispettivamente nel primo e secondo trimestre) incorporando un calo generalizzato di tutte le componenti della domanda, in particolare degli investimenti in macchinari e impianti. I primi dati riferibili al quarto trimestre evidenziano da un lato un significativo rimbalzo della produzione industriale da correlarsi alla ricostituzione dei livelli normali di attività e dall’altro una consistente crescita delle importazioni che, a fronte di esportazioni stabili, determinerà un contributo negativo delle esportazioni nette all’attività economica. La crescita nell’Area euro è divenuta più moderata nei mesi estivi dando luogo ad una variazione congiunturale del Pil del +0,2% (+0,4% sia nel primo che nel secondo trimestre) che sintetizza un incremento delle scorte e un contributo positivo, ma modesto, dei consumi, a fronte di un apporto nullo degli investimenti e negativo per l’interscambio commerciale17. Il rallentamento sperimentato nel terzo trimestre sembrerebbe riconducibile prevalentemente ad uno stallo temporaneo nella produzione di automobili18, principalmente in Germania. Le prime informazioni inerenti al quarto trimestre sembrano indicare un rallentamento dell’attività economica, in parte dovuto a fattori temporanei, ma anche ad un deterioramento delle attese delle imprese e alla debolezza della domanda estera. A novembre la produzione industriale è scesa significativamente in tutte le principali economie, evidenziando a livello globale una riduzione del 3,3% su base annua, peggior dato degli ultimi tre anni. L’indicatore €-coin elaborato dalla Banca d’Italia – che rappresenta una stima della dinamica di fondo del Pil europeo - è inoltre ulteriormente sceso in dicembre, posizionandosi sul livello più basso dal 2016. Nel terzo trimestre l’economia italiana ha evidenziato una variazione congiunturale negativa dello 0,1% interrompendo l’espansione in atto dal secondo trimestre 2014. La flessione, che segue una fase di progressivo rallentamento della crescita (+0,3% e +0,2% rispettivamente nel primo e secondo trimestre), deriva essenzialmente da una contrazione della domanda interna, marginale per i consumi e più consistente per gli investimenti, mentre l’incremento delle esportazioni, pur contenuto, ha favorito la tenuta dell’apporto della componente estera. 16 Secondo i consiglieri economici della Casa Bianca ogni settimana di prolungamento dello shutdown determina

una riduzione del Pil pari allo 0,13%. 17 In controtendenza rispetto all’isolazionismo americano, in luglio l’Unione europea e il Giappone hanno siglato un

accordo quadro di partenariato economico e strategico denominato EPA (Economic Partnership Agreement) che prevede da un lato l’eliminazione di dazi da parte del Giappone su oltre il 90% delle importazioni provenienti dall’UE (in particolare nel settore agroalimentare) e dall’altro la cancellazione da parte dell’UE delle imposte sulla quasi totalità delle merci giapponesi oltre a una maggiore apertura, tra 7 anni, al mercato automobilistico nipponico. Nella stessa sede è stato inoltre firmato anche un accordo strategico (Strategic Partnership Agreement) che stabilisce la cornice legale per una cooperazione a tutto campo tra i due partner nella promozione di strategie basate su valori comuni anche nei fori internazionali.

18 L’entrata in vigore della c.d. procedura di prova per veicoli leggeri armonizzata a livello mondiale, riguardante le emissioni nel settore automobilistico, ha causato uno stallo sia nella produzione sia nell’immatricolazione di autoveicoli.

Consuntivi e previsioni: principali Paesi emergenti

Valori percentuali 2017 2018(1) 2019(2) 2017 2018(1) 2019(2) 2017 2018(1) 2019(2) dic-17 dic-18

Cina 6,8 6,6 6,2 1,6 2,1 2,4 3,9 4,0 4,0 4,35 4,35

India 6,7 7,3 7,5 3,6 4,7 4,9 n.d. n.d. n.d. 6,00 6,50

Brasile 1,0 1,3 2,5 3,4 3,7 4,2 12,8 11,8 10,7 7,00 6,50

Russia 1,5 1,7 1,6 3,7 2,8 5,1 5,2 5,5 5,3 7,75 7,75

(1) Statistiche ufficiali ovvero, in mancanza, previsioni Fonte: FMI, Prometeia e Statistiche ufficiali

(2) Previsioni

Prodotto Interno Lordo Prezzi al consumo(tasso medio annuo)

Disoccupazione(tasso medio annuo)

Tassi di riferimento

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Sulla base delle informazioni più recenti, nei mesi autunnali l’attività economica pare aver ristagnato come sembra emergere dalla complessiva debolezza della produzione industriale. Dopo il +1% di ottobre, l’indice tendenziale corretto per gli effetti del calendario ha evidenziato in novembre una variazione annua pari al -2,6%, sintetizzando un andamento negativo pressoché generalizzato ancorché di diversa intensità. Gli unici incrementi hanno interessato i comparti “tessile” (+2,7%), “farmaceutico” (+1,3%) e “altre industrie manifatturiere” (+1,1%). Dopo il miglioramento dei mesi estivi (10,1% ad agosto), a novembre il tasso di disoccupazione si è riportato al 10,5% (10,9% a dicembre 2017), su livelli simili a quelli osservati alla fine della primavera, mentre il tasso relativo alla fascia di età 15-24 anni è sceso al 31,6% (32,9% a fine 2017)19. Il dato generale continua peraltro ad essere mitigato dalla presenza degli ammortizzatori sociali che nei dodici mesi hanno evidenziato una riduzione tendenziale della Cassa Integrazione Guadagni: 217,7 milioni le ore autorizzate a fronte dei 349,1 milioni del 2017 (-37,6%), quale conseguenza di una flessione più rilevante per la componente straordinaria (-44,2%) e per quella in deroga (-91,7%) e più contenuta per la cassa ordinaria (-8,7%). L’inflazione (misurata dall’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo) – costantemente su livelli inferiori a quelli dell’Area euro – ha chiuso l’anno all’1,2% (1% a dicembre 2017), in netto rallentamento rispetto al picco di luglio (1,9%), con una dinamica che in corso d’anno ha risentito largamente del trend dei prezzi dei beni energetici. Nel periodo gennaio-novembre il saldo positivo della bilancia commerciale ha totalizzato 36,1 miliardi di euro (42,6 miliardi nello stesso periodo del 2017) in virtù di un rilevante avanzo dell’interscambio dei prodotti non energetici, del quale circa il 60% stabilmente riferibile ai beni strumentali, che ha più che compensato il deficit energetico (-37,5 miliardi). Il surplus complessivo è stato alimentato da un volume di scambi più sostenuto, con le importazioni in crescita tendenziale del 5,7%, soprattutto da Paesi extra UE, e le esportazioni del 3,5%, con un progresso più accentuato nei mercati interni all’UE. Sul fronte della finanza pubblica, la manovra di bilancio approvata il 30 dicembre, dichiaratamente espansiva, punta ad un rilancio dell’economia anche attraverso l’introduzione di due misure cardine quali il reddito di cittadinanza e gli interventi in materia pensionistica. Nella sua formulazione definitiva accresce il disavanzo in media di oltre mezzo punto percentuale di Pil all’anno nel triennio 2019-2021, disattivando le clausole di salvaguardia per l’anno in corso, ma ampliando in misura significativa il loro importo nel prossimo biennio. Nel 2019 il rapporto deficit/Pil è atteso al 2,04% (1,9% nel 2018) mentre il rapporto debito/Pil dovrebbe attestarsi al 130,7% (131,7% nel 2018).

I mercati finanziari Dopo tre trimestri caratterizzati da una volatilità più contenuta, da inizio ottobre si sono registrate perdite significative per tutti i principali indici azionari e, a differenza delle precedenti fasi di calo osservate in corso d’anno, la flessione dei corsi ha interessato in misura rilevante anche il mercato statunitense, reduce dal conseguimento di nuovi massimi nelle settimane precedenti. La brusca correzione delle quotazioni – innescata dalle dichiarazioni del presidente della Federal Reserve in merito ad una possibile accelerazione della restrizione delle politiche monetarie statunitensi – è stata sostenuta anche dai timori di un rallentamento economico, dalle perduranti tensioni legate ai dazi commerciali e da diffuse motivazioni di carattere geopolitico. Sulla dinamica degli indici europei hanno inoltre inciso 19 Il dato esprime l’incidenza dei giovani disoccupati sul totale dei giovani occupati o in corso di occupazione.

Andamenti dei principali indici azionari espressi in valuta locale

dic-18A

set-18B

giu-18C

mar-18D

dic-17E

Var. %A/E

Ftse Mib (Milano) 18.324 20.712 21.626 22.411 21.853 -16,1%

Ftse Italia All Share (Milano) 20.148 22.918 23.827 24.661 24.192 -16,7%

Xetra Dax (Francoforte) 10.559 12.247 12.306 12.097 12.918 -18,3%

Cac 40 (Parigi) 4.731 5.493 5.324 5.167 5.313 -11,0%

Ftse 100 (Londra) 6.728 7.510 7.637 7.057 7.688 -12,5%

S&P 500 (New York) 2.507 2.914 2.718 2.641 2.674 -6,2%

DJ Industrial (New York) 23.327 26.458 24.271 24.103 24.719 -5,6%

Nasdaq Composite (New York) 6.635 8.046 7.510 7.063 6.903 -3,9%

Nikkei 225 (Tokyo) 20.015 24.246 21.812 21.159 22.765 -12,1%

Topix (Tokyo) 1.494 1.818 1.695 1.704 1.818 -17,8%

MSCI emerging markets 966 1.048 1.070 1.169 1.158 -16,6%

Fonte: Thomson Financial Reuters

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in negativo fattori locali quali le incertezze politiche legate a Brexit e alle complesse trattative sulla legge di bilancio tra il nuovo Governo italiano e l’Unione europea. Nel quarto trimestre i titoli italiani – in particolare quelli del settore bancario – hanno risentito dell’aumento dello spread BTP-Bund, su cui hanno pesato anche i giudizi delle agenzie di rating: a ottobre Moody’s ha declassato l’Italia a BBB- mentre S&P Global ha modificato l’outlook da stabile a negativo (Fitch era già intervenuta in tal senso alla fine di agosto). Nel contesto sopra descritto, anche l’indice MSCI – che sintetizza l’andamento dei Paesi emergenti – ha registrato un calo del 16,6% nei dodici mesi. Nelle prime settimane del 2019 si è assistito ad un generalizzato recupero delle quotazioni azionarie favorito dagli annunci di futura maggior cautela nel processo di restrizione della politica monetaria da parte della Federal Reserve, nonché dalle prospettive di un possibile accordo sui dazi commerciali tra Cina e Stati Uniti.

In coerenza con le performance negative degli altri listini europei, i mercati gestiti da Borsa Italiana hanno chiuso l’anno con una flessione di oltre il 16%. Il risultato – condizionato dalla dinamica del comparto bancario in quanto detentore di significativi investimenti in titoli pubblici – è stato accompagnato da una marginale flessione degli scambi in termini di controvalore (626,5 miliardi; -0,4%) e da un lieve aumento del loro numero (71,2 milioni; +1,4%). Borsa Italiana ha confermato la leadership europea per contratti scambiati sui sistemi telematici, sia su ETF Plus che sul MOT. Sull’ETF Plus20, in particolare, le masse gestite hanno raggiunto quota 66,6 miliardi di euro (+2,6% rispetto al 2017), mentre il controvalore degli scambi è aumentato nei dodici mesi a 109,1 miliardi; +11,7%). Sul Fixed Income (MOT ed ExtraMOT) il controvalore negoziato nell’anno si è ridotto a 170 miliardi (-17,9%), mentre gli scambi si sono incrementati a 3,7 milioni (+6,3%). In chiusura di esercizio a Piazza Affari risultavano quotate 452 società, in aumento rispetto alle 421 di fine 2017: nel corso dell’anno si sono registrati gli ingressi di 13 nuove società sul Global Equity Market (GEM) e di 18 sul mercato AIM Italia, dove gli scambi sono cresciuti sensibilmente in termini di controvalore (+23%), a fronte di una contrazione del loro numero (-8,8%). Risentendo della flessione degli indici azionari, la capitalizzazione si è attestata a 542,4 miliardi, dai 640 miliardi di fine 2017, equivalenti al 33,5% del Pil italiano (40% un anno prima). Quale riflesso della diversa intensità di variazione tra il controvalore degli scambi azionari e la capitalizzazione, la turnover velocity21 è aumentata dal 98,3% del 2017 al 115,5% del 2018.

Il sistema bancario Il progressivo peggioramento della congiuntura economica, unitamente all’accresciuta percezione del rischio Italia insita nell’andamento dello spread, si sono riflessi sul sistema bancario con un rallentamento dell’attività di impiego, pur consolidandosi il miglioramento della qualità del credito, ed un’aumentata onerosità dell’accesso al funding sui mercati internazionali.

20 Il 1° ottobre 2018 è nato il mercato ATFund dedicato agli OICR Aperti, prima negoziati in un segmento dedicato

di ETF Plus. 21 Indicatore che – rapportando il controvalore degli scambi alla capitalizzazione – segnala il tasso di rotazione delle

azioni.

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Sulla base delle prime stime pubblicate dall’ABI22, a fine dicembre la dinamica tendenziale della raccolta diretta delle banche in Italia (depositi di residenti e obbligazioni) è risultata leggermente negativa e pari al -0,6% (-0,01% a dicembre 2017), dopo aver registrato variazioni di segno positivo, ancorché modeste, per la maggior parte dell’anno (+2,1% il massimo raggiunto a giugno). Permane la divaricazione tra l’andamento positivo dei depositi (+2,2% dal +4,1% di dicembre 201723), ancorché in rallentamento rispetto ai tassi di crescita evidenziati in corso d’anno, e quello negativo della raccolta obbligazionaria (-15,3% dal -17% di fine 201724), che continua a riflettere maggiori rimborsi rispetto alle nuove emissioni. Come evidenziato dai dettagli di Banca d’Italia relativi al mese di novembre25, l’aggregato dei depositi sta beneficiando dell’incremento dei conti correnti (+5,9% nei dodici mesi; +2,2% rispetto a dicembre 2017) e dei pronti contro termine (+3,4% nei dodici mesi; +26,5% rispetto a fine 2017), a fronte di una riduzione dei depositi con durata prestabilita (-6,5% nei dodici mesi; -11% da dicembre 2017). Dalle prime informazioni relative a dicembre pubblicate dall’ABI26 i prestiti a residenti appartenenti al settore privato sono aumentati su base annua del 2% (+1,8% a dicembre 2017) evidenziando, in termini di destinatari, il proseguimento di un trend complessivamente positivo per le famiglie e le società non finanziarie (+2,2% dal +1,4% di fine 2017). Le informazioni di dettaglio fornite da Banca d’Italia e relative a novembre27 evidenziano che la crescita annua dei finanziamenti alle famiglie si è mantenuta solida (+2,7%) tanto per la componente dei mutui destinati all’acquisto di abitazioni quanto per quella del credito al consumo. Nel caso delle imprese – in presenza di condizioni di offerta che solo a partire dal terzo trimestre hanno evidenziato segnali di irrigidimento causati dalle tensioni sul mercato del debito sovrano – la dinamica annua appare in miglioramento (+1,1%), seppure condizionata dall’andamento degli investimenti e dalla situazione economica generale28. Sotto il profilo della rischiosità continua a migliorare la qualità degli attivi, favorita dalla riduzione dei flussi di nuovi crediti deteriorati. A novembre le sofferenze del settore privato al lordo delle svalutazioni24 erano scese a 117 miliardi di euro, evidenziando un importante calo su base tendenziale (-32,2%). Lo stock si presentava costituito per 35,4 miliardi dalle famiglie (-27,2%) e per 80 miliardi dalle imprese (-34,1%). Il rapporto sofferenze lorde del settore privato/impieghi al settore privato era così diminuito al 7,59% (10,60% a dicembre). Le sofferenze nette, pari a 37,5 miliardi, registravano una contrazione del 43% su base annua. Il rapporto sofferenze nette/impieghi totali si era conseguentemente portato al 2,18% (3,71% dodici mesi prima). Sulla base del “Rapporto sulla stabilità finanziaria”, pubblicato da Banca d’Italia in novembre, a giugno 2018 i crediti deteriorati lordi del sistema (sofferenze, inadempienze probabili e scaduti) totalizzavano a 225 miliardi di euro, equivalenti al 10,2% del totale dei finanziamenti lordi (2.197 miliardi29). Al netto delle rettifiche di valore la consistenza dei prestiti deteriorati risultava pari a 103 miliardi con un’incidenza del 5% sul totale delle esposizioni nette (2.064 miliardi). Il tasso di copertura - misurato dal rapporto tra le 22 ABI Monthly Outlook, Economia e Mercati Finanziari-Creditizi, gennaio 2019. 23 Le variazioni sono state calcolate escludendo dai depositi gli importi connessi con operazioni di cessioni di crediti

e con controparti centrali. 24 Le variazioni sono state calcolate escludendo dalla raccolta obbligazionaria la quota che figura tra gli investimenti

del portafoglio titoli. 25 Supplemento al Bollettino Statistico “Banche e moneta: serie nazionali”, gennaio 2019. 26 ABI Monthly Outlook, Economia e Mercati Finanziari-Creditizi, gennaio 2019. La variazione è stata calcolata

dall’ABI in coerenza con il criterio utilizzato da Banca d’Italia di cui alla successiva nota 26. 27 Supplemento al Bollettino Statistico “Banche e moneta: serie nazionali”, gennaio 2019. I tassi di crescita degli

impieghi sono corretti da Banca d’Italia per tenere conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari.

28 Un contributo positivo all’attività di erogazione potrà arrivare dal pacchetto bancario, l’insieme delle revisioni alla normativa sul settore bancario (CRD, CRR, BRDD) approvato a dicembre dall’Ecofin. Le norme più importanti per l’attività di erogazione del credito prevedono la possibilità di neutralizzare il maggior assorbimento di capitale determinato dall’aumento del parametro di perdita attesa (LGD) connesso alle cessioni di Non Performing Loans oltre a ridurre ulteriormente l’assorbimento di capitale per i prestiti fino a 2,5 milioni di euro erogati alle PMI e per i prestiti garantiti da cessione del quinto.

29 Per uniformare la modalità di calcolo dell’incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti a quella utilizzata dalla BCE il totale indicato include, oltre ai finanziamenti alla clientela, anche le esposizioni interbancarie e quelle verso banche centrali.

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rettifiche di valore e l’ammontare lordo dei crediti deteriorati – si attestava al 54,3%, mentre quello relativo alle sofferenze era pari al 67,7%, a fronte del 37,7% per le inadempienze probabili e del 22,4% per le esposizioni scadute/sconfinate. I titoli emessi da residenti in Italia nel portafoglio delle banche italiane ammontavano a novembre a 571,9 miliardi di euro, in riduzione del 14,7% nei dodici mesi (-98,6 miliardi), ma in crescita rispetto a dicembre 2017 (+9,2%). Il trend riflette principalmente l’andamento degli “Altri titoli” (185,6 miliardi), in flessione rispetto ad un anno prima in particolare nella componente delle obbligazioni bancarie (-154 miliardi), la cui incidenza si è più che dimezzata al 31,2%. Per contro gli investimenti in titoli di Stato italiani (378,9 miliardi) hanno evidenziato un progresso nei dodici mesi (+42,3 miliardi; +12,6%), riferibile per oltre due terzi ai titoli a più lunga scadenza che, dopo il temporaneo calo in agosto, sono tornati a mostrare un incremento dello stock nei mesi autunnali. Relativamente al comparto delle famiglie e società non finanziarie, a dicembre il tasso medio della raccolta bancaria da clientela calcolato dall’ABI21 (che include il rendimento dei depositi, delle obbligazioni e dei pronti contro termine in euro) risultava sceso allo 0,66% (0,76% a fine 2017), mentre il tasso medio ponderato sui prestiti in euro aveva raggiunto il minimo storico del 2,55% (2,69% a dicembre 2017).

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L’attività della Banca nel 2018 Nel corso del 2018, a tre anni dalla fusione per incorporazione della società IW Bank S.p.A. in UBI Banca Private Investment S.p.A. (rispettivamente la banca online e la banca dei Consulenti Finanziari del Gruppo UBI Banca), proseguono regolarmente le iniziative evolutive di carattere operativo, informatico e commerciale, in attuazione delle linee guida di sviluppo della Banca. Da inizio anno hanno trovato attuazione, in particolare, l’insieme delle progettualità specifiche inerenti l’adeguamento normativo, applicativo e di processo a Mifid2, con l’evoluzione delle procedure operative e l’aggiornamento, avviato già alla fine dell’esercizio 2017, del relativo impianto regolamentare. In parallelo, nel periodo, hanno trovato inoltre attuazione alcuni interventi finalizzati alla digitalizzazione operativa dei processi e all’evoluzione dell’offerta di consulenza tra i quali si evidenziano, in particolare: i) la manovra unilaterale per l’ampliamento dell’utilizzo della Firma Elettronica non solo sul canale on-line ma anche in offerta fuori sede, consentendo in tal modo ai Consulenti Finanziari di predisporre e far sottoscrivere le raccomandazioni real-time in modalità completamente digitalizzata, ii) lo sviluppo del processo “end-to-end” digitalizzato di raccomandazione (rilasciato a febbraio) e di esecuzione ordine in offerta fuori sede (attualmente in fase di collaudo), e iii) la definizione dei requisiti funzionali e l’avvio delle attività realizzative per l’evoluzione dei servizi di consulenza. La digitalizzazione dei processi aziendali ha visto anche l’avvio della realizzazione della vendita di “IW Conto” in Offerta Fuori Sede con riconoscimento della clientela tramite webcam, con conclusione delle attività e lancio commerciale entro fine anno. Sono altresì programmati, nei prossimi mesi, ulteriori interventi mirati allo sviluppo tecnologico che consentiranno un utilizzo sempre maggiore di strumenti di gestione digitale di processi operativi, incrementando pertanto il tempo dedicato alle attività di supporto alla clientela, con positivo impatto atteso in termini di livelli di servizio, capacità competitiva ed efficacia commerciale della rete. In ambito controlli sono proseguite le iniziative progettuali di continua evoluzione e di ulteriore potenziamento dei presidi organizzativi interni e dei sistemi applicativi di supporto nei principali ambiti di controllo della Banca, in particolare in ambito Antiriciclaggio, Antifrode, Market Abuse e Controlli a Distanza, con interventi attuati in coordinamento tra le strutture della banca e le strutture di controllo della Capogruppo. E’ inoltre è stato avviato un progetto volto all’evoluzione ed al rafforzamento dell’impianto di monitoraggio della clientela attiva sui servizi di trading evoluto. In tale progetto, la Banca è affiancata da una società di consulenza specializzata esterna per condurre un’analisi finalizzata in particolare all’evoluzione dei modelli di marginazione e all’ulteriore affinamento degli strumenti di monitoraggio già oggi operativi, in ottica di analisi di scenario. L’evoluzione della gamma di offerta è orientata allo sviluppo di prodotti e servizi a valore, in linea con il nuovo posizionamento di Banca specializzata nella gestione degli investimenti, tramite piattaforme di banking e trading online e tramite rete di Consulenti Finanziari abilitati all’offerta fuori sede. In riferimento allo sviluppo dei prodotti e servizi a valore sono state attivate nel corso dell’anno numerose iniziative in riferimento alle quali si rimanda a quanto descritto nella sezione “l’attività commerciale della banca” esposta di seguito nel presente capitolo. Lo sviluppo del modello di Consulenza Finanziaria è proseguito nel corso dell’esercizio con un positivo andamento del processo di reclutamento che si è concentrato su profili di consolidata esperienza e professionalità. L’attività di reclutamento rappresenta uno dei cardini della strategia di sviluppo per l’Area Consulenti Finanziari e Wealth Bankers, con l’obiettivo prioritario di proseguire con decisione nel percorso già avviato nel 2017 di incremento della qualità media dei portafogli e nella progressiva specializzazione e razionalizzazione dei Consulenti Finanziari. In relazione alla formazione dei Consulenti Finanziari, per il corrente esercizio, è stato avviato un importante progetto formativo di alto valore che consentirà

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l’accesso ad un programma esclusivo presso l’INSEAD in funzione dei risultati commerciali raggiunti. Come per gli anni precedenti, si darà ampio spazio alla formazione commerciale con un progetto specifico sul nuovo modello di Consulenza Evoluta. E’ stato altresì attivato anche un progetto di formazione per i manager focalizzato sul recruiting. Nel corso del 2018 è proseguita con successo l’attività della Banca nell’attivazione dei processi trasversali tra canale online e canale di promozione finanziaria, conseguendo un significativo consolidamento di tali nuovi processi grazie all’effetto esperienza maturato sul campo, e abilitando in tal modo l’ampliamento dello spettro di offerta nei confronti dei clienti e la conseguente valorizzazione progressiva delle sinergie cross canale a livello aziendale. Nel primo trimestre dell’anno si sono concluse tutte le attività, avviate nel secondo semestre 2015, in vista della realizzazione del progetto di transizione all’IFRS 9. Tale progetto ha comportato un notevole sforzo interpretativo, applicativo e gestionale che ha coinvolto le competenti strutture della Capogruppo e della Banca. Tenuto conto dell’attività economica esercitata dalla Banca, solo alcune delle voci dello Stato patrimoniale sono state interessate dalle nuove categorie contabili nelle quali le attività finanziarie sono classificate e valutate sulla base del business model relativo alla gestione delle medesime, nonché alle caratteristiche oggettive delle stesse. Gli impatti derivanti dalla prima applicazione del nuovo principio contabile hanno comportato un incremento dei fondi rettificativi dei crediti per cassa con un marginale impatto del CET1 ratio al 1 gennaio 2018. Alla fine del primo semestre la banca, su proposta della Capogruppo, ha modificato il proprio Statuto Sociale in materia della durata in carica del Consiglio di Amministrazione. La modifica consente all’assemblea una maggiore flessibilità nella determinazione della durata in carica del Consiglio di Amministrazione e di allineare il mandato dei Consiglieri a quello della Capogruppo al fine di prevedere che gli esponenti della banca siano sempre diretta espressione degli Organi Amministrativi in carica della Capogruppo. Con decorrenza15 ottobre 2018 il Consiglio di Amministrazione ha nominato il Dott. Dario di Muro nuovo Direttore Generale della Banca. Dopo aver completato con successo la fase di integrazione, riassetto e consolidamento organizzativo della Società si rende ora possibile l’accelerazione dello sviluppo commerciale della stessa orientato alla crescita ed alla redditività. La struttura territoriale

Al 31 dicembre 2018 la rete distributiva della Banca è di 20 Filiali aperte al pubblico, così dislocate: Arezzo, Bari, Caserta, Cremona, Firenze, Genova, Grosseto, L’Aquila, Livorno, Milano (3), Monza, Napoli, Pescara, Pomigliano d’Arco, Roma (2), Salerno, Torino. A Milano, sono presenti in Sede due strutture amministrative dedicate alla lavorazione di ordini sul risparmio gestito ed assicurativo finanziario provenienti dalla rete dei consulenti finanziari e Wealth Bankers (Middle Office Servizi di Investimento) e di apertura e manutenzione dei rapporti bancari (Middle Office Banking). In un contesto di Gruppo che prevede l’attivazione della procedura di chiusura di alcune filiali, la banca ha effettuato una valutazione in merito ai potenziali ambiti di razionalizzazione della rete, anche in funzione degli sviluppi commerciali previsti nell’esercizio in esame. A seguito di tali analisi, nel mese di ottobre sono state chiuse la filiale di Pisa, in considerazione della limitata operatività della clientela, e di Brescia, non aperta al pubblico e dedicata alla gestione della clientela istituzionale e dei rapporti di direzione con conseguente migrazione degli stessi alla “filiale accentrata” di Milano. In aggiunta alle filiali, vi sono i punti vendita della Banca rappresentati dagli Advice Center (n. 40) presenti nelle principali città italiane a supporto dei Consulenti finanziari e dalle Wealth Bankers Unit (n. 6) presenti nelle città di Milano, Firenze, Torino, Roma, Genova e Pescara a supporto dei Wealth Bankers.

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L’attività commerciale della banca

IW Bank offre una gamma di prodotti e servizi molto ampia che consente di soddisfare tutte le esigenze, anche le più evolute, della propria clientela e che si articola negli ambiti di business di investimento, risparmio, trading e banking. I prodotti e i servizi vengono distribuiti valorizzando le opportunità derivanti dalla multicanalità della Banca e quindi offerti a distanza (tramite sito web), fuori sede (tramite i Consulenti Finanziari) e in sede (presso le filiali sul territorio). Relativamente al comparto investimenti, IW Bank si caratterizza per un modello di offerta in “architettura aperta”, con una gamma prodotti tra le più estese nel mercato di riferimento, composta da prodotti di gestione collettiva del risparmio (vigenti accordi di collocamento con ca. 40 case d’investimento italiane ed internazionali), gestioni patrimoniali, prodotti assicurativi (principalmente Ramo III e Multiramo) e prodotti previdenziali. Nell’ambito dei servizi di gestione del risparmio, IW Bank offre alla clientela, per il tramite della propria rete in offerta fuori sede, il servizio di Consulenza in materia di investimenti, denominato UBI LIGHT PF, erogato tramite una piattaforma che consente ai gestori di effettuare la diagnosi, il monitoraggio e la manutenzione del portafoglio del cliente, anche tramite l’emissione di raccomandazioni personalizzate. In tale ambito si segnala che nel corso dell’anno, è proseguita l’attività di valorizzazione commerciale della piattaforma applicativa di “web collaboration” a disposizione dei Consulenti Finanziari a supporto della diffusione del servizio denominato IW Money, che prevede l’interazione a distanza con la clientela, sia per l’accettazione delle raccomandazioni personalizzate, sia per la disposizione elettronica “a distanza” degli ordini. Nell’ambito dei servizi evoluti del comparto investimenti, si segnala inoltre che i Consulenti Finanziari di IW Bank si avvalgono del distintivo “Servizio Web Paperless”, che consente di collocare Fondi e Sicav in un processo ottimizzato che non richiede l’utilizzo di documentazione cartacea. Come ulteriore evoluzione, al fine di favorire il processo di digitalizzazione dei servizi finanziari offerti dalla Banca, si sta lavorando per continuare ad allargare il perimetro di strumenti collocabili tramite il Servizio Web Paperless, con la progressiva inclusione di fondi di nuove case di investimento. Sempre in ambito investimenti nel corso dell’esercizio sono state attivate diverse soluzioni a valore con particolare riferimento alle seguenti aree:

innovazione volta alla digitalizzazione dei processi operativi di investimento in offerta fuori sede, ambito in cui si evidenzia l’attivazione di un nuovo servizio che, utilizzando la firma elettronica avanzata omnicanale – firma OTP, consente la gestione completamente digitale delle fasi di erogazione del servizio di Consulenza, di collocamento di prodotti di risparmio gestito, di amministrato, di collocamento sul primario di certificate e bond e dell’apertura del conto a pacchetto “IWConto”;

ampliamento della gamma dei prodotti di risparmio gestito distribuibili in offerta fuori sede con l’avvio del processo di omogeneizzazione del catalogo di risparmio gestito afferente alla commercializzazione di Fondi di Diritto Italiano e Sicav sui diversi canali di vendita: estensione del canale di collocamento di alcuni OICR all’Offerta Fuori Sede, Goldman Sachs, Candriam, DNCA e Pharus, con la contestuale attivazione del servizio Ordini web Paperless e Firma OTP; avvio di nuovi servizi abbinati all’offerta esistente (ad esempio, servizio PAC su Columbia Threadneedle e Carmignac e attivazione OWP e Firma OTP su tre OICR di Natixis);

attivazione di due prodotti di Bancassurance multi-ramo, (composte da Ramo I e Ramo III) che offrono alla clientela una soluzione di investimento in grado di ottimizzare la gestione del rischio e dell’orizzonte temporale di riferimento, una con possibilità di avere una percentuale di Gestione Separata fino al 50% e la rimanente componente in Fondi Esterni, l’altra fino al 80%, con l’investimento della rimanente componente in un fondo interno gestito da Pramerica;

attivazione di due nuove Gestioni di Portafogli di Pramerica dedicate alla Rete di Consulenti Finanziari, in linea con il benchmark di mercato e coerenti alle tendenze evolutive in atto (diffusione cosiddetti Wrap Product) e agli impatti rivenienti dall’entrata in vigore della normativa Mifid 2: la IW Top Selection che permette di scegliere di investire

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fra più di 50 indici e la GP Allocazione Attiva, con tre nuove linee di gestione dedicate alla clientela di alto standing con gestione del profilo di rischio-rendimento crescente;

lancio di nuovi collocamenti di Certificate studiati specificamente per la clientela dei Consulenti Finanziari;

Parallelamente la Banca ha avviato nuove progettualità, in fase di disegno funzionale e/o di avvio realizzativo, in riferimento allo sviluppo di nuovi prodotti / servizi tra i quali lo studio e la definizione dei requisiti di un nuovo servizio di Consulenza Finanziaria e Non Finanziaria (ad esempio immobiliare, successoria) evoluta, erogata tramite il supporto di una piattaforma applicativa a disposizione dei Consulenti Finanziari, caratterizzata da strumenti per il monitoraggio costante dei portafogli della clientela e da reportistica evoluta. È infine in corso un progetto volto all’evoluzione della piattaforma applicativa dedicata ai Consulenti Finanziari con l’obiettivo di realizzare nuove funzioni in grado di supportare la proposizione dell’offerta, incrementando l’efficacia commerciale della rete, in linea con le tendenze evolutive e i benchmark di mercato. Relativamente al comparto trading, IW Bank si caratterizza per l’offerta delle piattaforme più evolute e innovative, tra quelle disponibili sul mercato. Nel corso del 2018 sono state avviate iniziative commerciali volte all’acquisizione di nuovi clienti; sono state, in particolare, introdotte nuove fasce commissionali promozionali che consentono la migliore valorizzazione dei servizi offerti, in funzione dell’effettivo utilizzo delle piattaforme e di accesso ai mercati finanziari da parte della clientela. A testimonianza del rilevante posizionamento competitivo e del valore degli investimenti dedicati allo sviluppo di soluzioni innovative, la Banca nel corso del 2018 ha ricevuto il premio specialistico FintechAge Award per l’offerta Trading più completa. Parallelamente, nell’ottica di rispondere alle esigenze della clientela più evoluta, sono state finalizzate nuove iniziative per l’introduzione di nuovi servizi e prodotti abbinati alle piattaforme (ad esempio nuovo strumento di ricerca delle opzioni, riattivazione “Personal External Interface” sui mercati Eurex e Xetra), la definizione di “Zero fee agreement” per la negoziazione di strumenti finanziari emessi da due primarie controparti italiane ed internazionali senza commissioni alla clientela e avviate nuove progettualità volte ad estendere la gamma di prodotti (es. lancio nuovo pacchetto di offerta dedicato a clientela istituzionali) e di servizi (es. nuovi strumenti informativi su piattaforma Quick Trade, estensione del servizio Prestazioni alla clientela ex BPI dei Consulenti Finanziari) dedicati alla clientela trading. Per quanto riguarda il comparto banking, l’offerta di IW Bank prevede tutti i tradizionali prodotti / servizi in ambito di raccolta e impiego ai privati. Lato credito, è stata messa in offerta la possibilità di fornire credito non finalizzato. Parallelamente, in coordinamento con la Capogruppo e con particolare riferimento al comparto della monetica, sono state realizzate e/o avviate nuove iniziative progettuali finalizzate alla commercializzazione di nuove soluzioni innovative (es. nuova carta di credito Hybrid con possibilità di rateizzare gli addebiti, attivazione dei servizi Google Pay e Samsung Pay). Sempre in ambito Banking e innovazione digitale legata all’apertura dei rapporti si evidenzia la revisione integrale del processo di apertura del conto a pacchetto “IWConto” in Remote Selling con l’innovativo servizio di riconoscimento tramite Video ID e l’introduzione del nuovo processo di apertura dell’IWConto in offerta fuori sede, denominato WEB Selling, che, utilizzando la firma elettronica avanzata omnicanale – firma OTP e il riconoscimento tramite Video ID, consente la gestione completamente digitale dell’apertura del conto a pacchetto “IWConto” riducendo al massimo i tempi di attivazione dei nuovi clienti. A tutte queste attività sono state affiancate iniziative di lancio e supporto al fine di supportare i colleghi lato commerciale nello svolgimento della loro attività di vendita. La Banca ha anche realizzato nel corso dell’esercizio in esame, un intenso programma di iniziative di comunicazione a supporto delle diverse aree di business. In particolare, con riferimento alla Rete di Consulenti Finanziari, si evidenzia il Roadshow “Made in Italy excellence”, un programma di eventi esclusivi alla scoperta delle eccellenze italiane, dedicato ai più importanti Clienti e Prospect dei Consulenti Finanziari e Wealth Banker e finalizzati alla presentazione di temi di gestione degli investimenti e di andamento dei mercati mondiali,

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in contesti relazionali favorevoli sia all’approfondimento tecnico di tematiche finanziarie, sia al consolidamento di contenuti relazionali e commerciali. E’ stata inoltre realizzata una campagne out of home con affissioni sul territorio dedicate alla Consulenza Finanziaria e rivolte alla clientela ed agli Advice Center. Accanto alla presenza territoriale si sta sviluppando un percorso di posizionamento del Brand sulle principali riviste specialistiche attraverso strumenti redazionali, advertising e digitali anche in chiave recruitment; questo approccio è stato sostenuto nel secondo semestre grazie alla pubblicazione della Ricerca “il Futuro è oggi” dedicata a indagare l’attitudine degli investitori riguardo la programmazione finanziaria di lungo periodo e la consulenza finanziaria. Con riferimento alle iniziative a supporto del Trading, il 2018 si è concentrato sullo sviluppo di due filoni paralleli e complementari: ottimizzazione presenza digitale e educational. Relativamente alla presenza digitale si è rivista integralmente la sezione trading del sito pubblico allo scopo di puntare maggiormente sugli elementi di differenziazione rispetto alla concorrenza e di migliorare le performance in ottica di nuove acquisizioni supportate anche da un piano media digitale “always on” avente l’obiettivo di essere sempre presenti nel paniere di scelta dei potenziali clienti. Con riferimento all’educational ha preso il via nel primo semestre il road show territoriale “IWTradingMaster – Educational Tour”, un programma articolato in 5 tappe (visibili su tutto il territorio nazionale tramite Facebook Live), dedicato ad accrescere le competenze di chi sceglie di operare in autonomia sui mercati finanziari, con spunti formativi e operativi presentati tramite le piattaforme proprietarie IW QuickTrade da trader professionisti. Il programma si è avvalso della collaborazione di Borsa Italiana, Euro TLX, Eurex e della partnership con “Le Fonti TV” una delle principali community dedicata al trading. Nel secondo semestre, invece, è stato lanciato per la prima volta un ciclo di 7 webinar live “IWTradingMaster – Virtual Tour”: un programma formativo online per imparare a utilizzare le piattaforme 4Trader+ e IW QuickTrade. IWBANK è stata protagonista anche all’IT Forum di Rimini, il principale evento in Italia dedicato al trading, con una serie di conferenze educational e aggiudicandosi il prestigioso premio “FintechAge Award” per l’offerta trading più completa. La rete dei Consulenti Finanziari abilitati all’offerta fuori sede

I soggetti abilitati a prestare attività di offerta fuori sede di prodotti finanziari bancari ed assicurativi e servizi di investimento (art.31 c.2 del TUF) operano all’interno dell’Area Consulenza Finanziaria e Wealth Bankers e risultano iscritti all’Albo unico dei Consulenti Finanziari abilitati all’offerta fuori sede. Il numero complessivo dei Consulenti Finanziari è passato dalle 758 unità di inizio anno alle 684 unità al 31 dicembre 2018, segnando un decremento netto pari a 74 unità. In dettaglio, sono presenti 380 Consulenti Finanziari nell’Area Centro Nord, 281 Consulenti Finanziari nell’Area Centro Sud e 23 Consulenti Finanziari nell’Area Wealth Bankers. Il 3 gennaio 2018 è divenuta applicabile la nuova normativa MIFID II, recepita nel nostro ordinamento alla fine del passato esercizio. Se da una parte l’applicazione delle nuove norme, a tutela del’investitore, tende correttamente a rafforzare i principi della trasparenza e della correttezza dall’altra la declinazione delle nuove regole da luogo ad un maggior numero di adempimenti che rendono più stringente e complessa l’operatività del Consulente Finanziario. In tale contesto ed in presenza di un andamento di mercato non particolarmente favorevole che ha determinato, soprattutto nel secondo semestre 2018 un’accentuata avversione al rischio da parte della clientela, la raccolta totale netta (dati Assoreti) realizzata dalle reti di Consulenti Finanziari nel corso dell’esercizio 2018 è risultata in decremento (-23,4%) rispetto al dato dell’esercizio precedente. Nel periodo in esame, la rete dei Consulenti Finanziari e Wealth Bankers di IWBank ha registrato una raccolta netta (dati Assoreti) di 189 milioni di Euro, in deciso decremento rispetto alla raccolta netta dello scorso esercizio risultata pari a 793,2 milioni di Euro. La rete dei Consulenti Finanziari di IW Bank ha proseguito, nel corso dell’esercizio, l’impegno nello sviluppo sinergico basato sulla “promotazione” della clientela on-line che ha raggiunto

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alla fine del 2018 un tasso di successo cumulato, sulle masse oggetto di proposta, pari al 39% circa. Prosegue inoltre il forte impulso alla diffusione dell’operatività digitale dei Consulenti Finanziari con un incremento costante del numero medio mensile di nuovi contratti e di operazioni paperless. Nella tabella sotto esposta vengono evidenziati i dati relativi al saldo della raccolta netta al 31 dicembre 2018, al 31 dicembre 2017 ed al 30 giugno 2018 e riferiti alla rete dei Consulenti Finanziari e dei Wealth Bankers della Banca (dati Assoreti).

Raccolta netta ( Dati ASSORETI) 31/12/2018 Comp.% 31/12/2017 Comp.% 30/06/2018 Comp.%

Raccolta Diretta Clientela 195.529 103,44% 261.986 33,02% 157.653 91,49%

Raccolta Indiretta Clientela -6.504 -3,44% 531.311 66,98% 14,673 8,51%

di cui risparmio gestito -164.376 -86,96% 277.340 34,96% -11.228 -6,52%

di cui risparmio amministrato 104.521 55,30% 150.653 18,99% 8.465 4,91%

di cui Assicurativo 55.350 22,22% 103.318 13,03% 17.436 10,12%

Total Assets 189.024 100,00% 793.207 100,00% 172.326 100,00%

Le risorse umane

Al 31 dicembre 2018 l’organico di IW Bank è pari a 305 unità, di cui 214 a libro paga e 37 part time, rispetto alle 298 risorse presenti al 31 dicembre 2017. A seguito anche della riorganizzazione delle strutture nella Società, sono stati inseriti profili individuati sia sul mercato esterno sia interno, per mezzo della mobilità infragruppo. Nel corso del 2018 sono stati erogati 828 gg/uomo di formazione al personale dipendente sia in aula che a “distanza”, con particolare riferimento a tematiche di formazione a carattere normativo, in particolare MiFID II, Antiriciclaggio, L.81/08 Salute e Sicurezza, D.Lgs. 231 per citarne alcune. Hanno inoltre preso avvio sessioni focalizzate sugli ambiti della formazione manageriale/comportamentale e relazionale rivolte ai Manager e ai Team Leader di nuova nomina, nonché una iniziativa specifica rivolta alla gestione attiva della telefonata per il Customer Care.

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Il sistema di controllo interno Modello di governance amministrativo finanziario adottato ai sensi della Legge 262/05

La legge 262 del 28 dicembre 2005 (e successive modifiche) “Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari” con l’inserimento nel TUF dell’art. 154 bis ha introdotto nell’organizzazione aziendale delle Società quotate in Italia, la figura del Dirigente Preposto a cui è affidata la responsabilità di predisporre la redazione della documentazione contabile dell’impresa. La citata riforma si propone, fra gli altri obiettivi, quello di potenziare il sistema dei controlli interni in relazione alla comunicazione finanziaria prodotta dagli emittenti quotati. Il Gruppo UBI Banca è tenuto all’applicazione del disposto normativo e a tal fine si è dotato di un impianto organizzativo e metodologico (modello di governance amministrativo finanziaria) che, inserito in un contesto di compliance integrata, consente di regolare in via continuativa le attività inerenti alla verifica del livello di adeguatezza ed effettiva applicazione dei presidi relativi al rischio di informativa finanziaria e, conseguentemente, effettuare una corretta valutazione del sistema di controllo interno di riferimento. Il modello sviluppato è stato formalizzato in uno specifico Regolamento Aziendale, emanato con il Comunicato di Gruppo n. 166 dell’8 agosto 2008, che comprende anche il “Manuale metodologico per il presidio del rischio di informativa finanziaria di cui alla Legge 262/05” aggiornato e diramato con Circolare di Gruppo n. 6 del 13 gennaio 2016, con l’obiettivo di focalizzare maggiormente l’attenzione del Dirigente Preposto sulle aree più critiche mediante la pianificazione delle attività di verifica in ragione della rischiosità assegnata ai diversi processi rilevanti ai sensi della Legge 262/05 (c.d. approccio “Risk Driven”). Il modello citato muove prioritariamente dall’individuazione del perimetro rilevante costituito dalle società del Gruppo UBI Banca, dai conti e dai processi ritenuti significativi, ai fini della produzione dell’informativa finanziaria, sulla base di parametri sia quantitativi, in relazione alla rispettiva contribuzione alle grandezze economico - patrimoniali rappresentate nel bilancio consolidato, che qualitativi, in relazione alla complessità del business e alla tipologia dei rischi impliciti. Sulla base di quanto sopra, la Banca è inclusa nel perimetro rilevante. Individuato tale perimetro, si procede con la definizione dell’ambito di indagine del periodo di riferimento mediante programmazione delle attività di verifica annuali, pianificate semestralmente, in applicazione del citato modello “Risk driven” che prevede l’attribuzione di un ranking di rischiosità ai processi. In ragione di tale modello si definiscono approcci di analisi differenziati, pur garantendo sempre un adeguato livello di presidio sui processi ritenuti più significativi, anche in ragione di elementi qualitativi desunti da: anomalie riscontrate in analisi precedenti, livello di stabilità dei processi, analisi delle anomalie riscontrate da altre funzioni di controllo ed informazioni acquisite per il tramite di apposite interviste a Chief Risk Officer, Chief Audit Executive e Chief Operating Officer di Capogruppo. Le attività di verifica svolte sull’adeguatezza del sistema di controllo interno posto a presidio dell’informativa finanziaria prodotta sono sintetizzate in una apposita relazione, indirizzata alla Banca, redatta dalla struttura specialistica interna alla Capogruppo in staff al Dirigente Preposto; in tale relazione è espresso un giudizio in merito all’idoneità complessiva delle procedure amministrative e contabili a rappresentare in bilancio in modo corretto la situazione patrimoniale, economica e finanziaria della Banca. Tale relazione relativa all’esercizio 2018 riporta un giudizio di sostanziale adeguatezza ed effettiva applicazione delle predette procedure. Tale conclusione è supportata anche da specifiche attestazioni interne, prodotte dagli organi delegati delle singole Società/outsourcer del Gruppo UBI Banca come previsto dal “Sistema di attestazioni a cascata” contemplato nel modello di governance amministrativo finanziario definito. La Direzione Generale della Banca rilascia apposita attestazione, su delega del Consiglio di Amministrazione, alla Capogruppo mediante la quale si dichiara:

l’adeguatezza in relazione alle caratteristiche dell’impresa ed effettiva applicazione nel periodo delle procedure amministrative e contabili;

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la veridicità, completezza e rispondenza alle scritture contabili dei dati patrimoniali, economici e finanziari e delle informazioni aggiuntive del bilancio individuale fornite per l’elaborazione del bilancio consolidato e della relazione sulla gestione nonché per la descrizione dei principali rischi ed incertezze cui il Gruppo è esposto.

Per una descrizione del sistema dei controlli interni in termini di architettura, regole e strutture dello stesso si rimanda alla “Relazione sul governo societario e gli assetti proprietari di UBI Banca Spa” - consultabile nella sezione Corporate Governance del sito istituzionale www.ubibanca.it - in allegato alla quale sono riportate anche le specifiche informazioni richieste dall’art. 123 bis, comma 2, lettera b) del TUF (D.Lgs. 58/1998) in merito alle principali caratteristiche del sistema di gestione dei rischi e di controllo interno inerenti al processo di informativa finanziaria.

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Prospetti di bilancio riclassificati Informazioni sullo stato patrimoniale e sul conto economico A seguito dell’introduzione del nuovo principio contabile IFRS 9 a fare tempo dal 1° gennaio 2018, per consentire un commento gestionale delle grandezze patrimoniali ed economiche, sono stati predisposti i Prospetti riclassificati di Stato Patrimoniale e di Conto Economico, sulla base degli schemi di cui al 5° aggiornamento della Circolare Banca d’Italia n. 262/2005, emanato il 22 dicembre 2017. In dettaglio:

dal punto di vista patrimoniale le voci specificamente interessate dall’applicazione del principio contabile IFRS 9 sono state dettagliate per tipologia di strumento finanziario, coerentemente alla rappresentazione storicamente fornita. In termini di comparabilità con i periodi precedenti, il prospetto riclassificato al 31 dicembre 2018 dà informativa dei valori, determinati in applicazione del nuovo principio contabile, al 1° gennaio 2018 unico periodo pienamente comparabile. Ciò consente il commento gestionale omogeneo delle variazioni del 2018. Per maggiori dettagli sugli impatti derivanti dalla First Time Adoption del nuovo principio si rimanda alla Nota Integrativa.

dal punto di vista economico per consentire il commento gestionale dei valori 2018 con l’esercizio precedente, il prospetto fornisce informativa dei valori riferiti al 31 dicembre 2017; si specifica tuttavia che tali ultimi valori sono determinati in applicazione del principio contabile IAS 39 e pertanto, per consentire una miglior comparazione si è provveduto a riclassificarli come di seguito esposto:

Schemi riclassificati ex 4° agg.to Circ. Banca d’Italia 262/05 Schemi riclassificati ex 5° agg.to Circ. Banca d’Italia 262/05

[10-20] Margine di interesse [10-20] Margine di interesse

[80.+90.+100.+110.] "Risultato netto dell'attività di negoziazione e di copertura

[80.+90.+100.+110.] "Risultato netto dell'attività di negoziazione, copertura, cessione/riacquisto e delle attività/passività valutate al fair value con

impatto a conto economico

[130a.] “Rettifiche di valore nette per deterioramento di: crediti”

[130a.] “Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito relativo a: costo ammortizzato”:

- crediti verso banche

- crediti verso clientela

- titoli

[130b.] “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di: attività finanziarie disponibili per la vendita”

[130b.] “Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito relativo a: attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività

complessiva”

[130d.] “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di: altre operazioni finanziarie”

[170a.] “Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri: impegni e garanzie rilasciate”

Ciò premesso, il conto economico è stato redatto in applicazione delle seguenti ulteriori riclassifiche:

il margine di interesse al 31 dicembre 2018 include il risultato della voce “140. Utili/perdite da modifiche contrattuali senza cancellazioni” dello schema contabile (negativa per 451 migliaia di euro), per garantire coerenza con le future rendicontazioni posto che il rilascio dell’attualizzazione verrà rilevato nel margine di interesse;

i recuperi di imposta iscritti alla voce 200 “Altri oneri/proventi di gestione” (15.044 migliaia di euro al 31 dicembre 2018 e 15.689 migliaia di euro al 31 dicembre 2017) sono riclassificati a riduzione delle imposte indirette incluse tra le altre spese amministrative;

la voce rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali include le voci 180 e 190 dello schema contabile e le quote di ammortamento dei costi sostenuti per migliorie

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su beni di terzi (143 migliaia di euro al 31 dicembre 2018 e 106 migliaia di euro al 31 dicembre 2017) classificate alla voce 200 dello schema obbligatorio.

Inoltre si precisa che, con riferimento al margine di interesse, in ossequio al già citato principio, il dato al 31 dicembre 2018 relativamente alle esposizioni deteriorate include la rilevazione degli interessi maturati su base netta negativi per 178 migliaia di euro (ossia calcolati con riferimento al valore dell’esposizione al netto delle rettifiche di valore cumulate) nonché il riversamento dell’attualizzazione connessa alla valutazione delle esposizioni, positiva per 191 migliaia di euro. Tali componenti al 31 dicembre 2017 risultavano iscritte in conformità a quanto previsto dallo IAS 39 nell’ambito delle rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti. Infine, in ottemperanza alla Comunicazione Consob n. DEM/6064293 del 28 luglio 2006 ed al documento ESMA “Orientamenti - indicatori alternativi di performance (IAP)” del 5 ottobre 2015, sono stati rilevati i seguenti eventi ed operazioni non ricorrenti:

Anno 2018:

intervento FITD; oneri per incentivi all’esodo; impatto manovra finanziaria.

Anno 2017:

oneri per incentivi all’esodo; impairment AFS dello Schema Volontario FITD.

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Stato Patrimoniale riclassificato (in migliaia di euro)

ATTIVO 31/12/2018 01/01/2018 Variazione Variazione %

10. Cassa e disponibilità liquide 2.481 2.332 149 6,41

20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 2.209 1.748 461 26,38

3) Titoli e derivati 2.209 1.748 461 26,38

30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 62 87 (25) (29,20)

3) Titoli 62 87 (25) (29,20)

40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 3.110.536 3.072.058 38.478 1,25

1) Crediti verso Banche 175.029 412.324 (237.295) (57,55)

2) Crediti verso Clientela 528.744 595.643 (66.899) (11,23)

3) Titoli 2.406.764 2.064.091 342.673 16,60

70. Partecipazioni 2.306 2.306 - -

80. Attività materiali 1.331 1.547 (215) (13,91)

90. Attività immateriali 41.807 41.836 (29) (0,07)

di cui: avviamento 41.807 41.807 - -

100. Attività fiscali 21.952 21.620 331 1,53

120. Altre attività 74.295 66.854 7.441 11,13

Totale dell'attivo 3.256.979 3.210.387 46.592 1,45

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PASSIVO E PATRIMONIO NETTO 31/12/2018 01/01/2018 Variazione Variazione %

10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 3.058.685 3.016.304 42.381 1,41

1) Debiti verso Banche 251.038 194.103 56.935 29,33

2) Debiti verso Clientela 2.797.643 2.810.879 (13.236) (0,47)

3) Titoli in circolazione 10.004 11.322 (1.318) (11,64)

60. Passività fiscali 4.980 4.283 697 16,27

80. Altre passività 31.253 33.513 (2.260) (6,74)

90. Trattamento di fine rapporto del personale 1.192 1.376 (184) (13,37)

100. Fondi per rischi e oneri: 19.093 17.611 1.483 8,42

a) impegni e garanzie rilasciate 513 570 (56) (9,92)

c) altri fondi per rischi ed oneri 18.580 17.041 1.539 9,03

110.+120.+130.+140.+150.+160.+170.

Capitale, sovrapprezzi di emissione, riserve, riserve da valutazione e azioni proprie 137.317 142.734 (5.416) (3,79)

180. Utile (perdita) d'esercizio (+/-) 4.458 (5.434) 9.891 -

Totale del passivo e del patrimonio netto 3.256.979 3.210.387 46.592 1,45

I valori all’01.01.2018 recepiscono gli impatti derivanti dalla First Time Adoption in termini sia di Business Model identificato dal Gruppo sia di “misurazione” ed “impairment”, al fine di consentire il commento gestionale omogeneo delle variazioni dell’esercizio.

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Conto Economico riclassificato (in migliaia di euro)

CONTO ECONOMICO 31/12/2018 31/12/2017

Riesposto Variazione annua Variazione %

annua

10.-20.+140. Margine d'interesse 20.396 17.346 3.050 17,58

- di cui: componenti IFRS9 crediti 14 14 -

- di cui: componenti IFRS9 modifiche contrattuali senza cancellazioni (451) (451) -

70. Dividendi e proventi simili 15 13 2 16,70

40.-50. Commissioni nette 57.626 60.478 (2.851) (4,71)

80.+90.+100.+110. Risultato netto dell'attività di negoziazione, copertura, cessione/riacquisto e delle attività/passività valutate al fair value con impatto a conto economico

(697) 17 (714) n.s.

200. Altri oneri/proventi di gestione 993 (796) 1.788 n.s.

Proventi operativi 78.333 77.058 1.275 1,65

160.a Spese per il personale (21.577) (21.312) (265) 1,24

160.b Altre spese amministrative (47.778) (51.984) 4.206 (8,09)

180.+190. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali e immateriali (490) (869) 379 (43,64)

Oneri operativi (69.844) (74.165) 4.321 (5,83)

Risultato della gestione operativa 8.489 2.893 5.596 n.s.

130. Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito di: (1.220) (3.826) 2.605 (68,10)

a) att.fin. valutate al costo ammortizzato (1.220) (1.591) 371 (23,31)

130.a - att.fin. valutate al costo ammortizzato - banche 5 5 -

130.a - att.fin. valutate al costo ammortizzato - clientela (1.225) (1.591) 366 (23,00)

b) att.fin. valutate al fv con impatto sulla redditività complessiva - (2.234) 2.234 -

130.b - att.fin. valutate al fv con impatto sulla redditività complessiva - clientela - (2.234) 2.234 -

170.a Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri - impegni e garanzie rilasciate 56 (59) 116 -

170.b Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri - altri accantonamenti netti (2.873) (5.578) 2.705 (48,49)

220.+250. Utili (perdite) dalla cessione di investimenti e partecipazioni - (1) 1 -

260. Utile (perdita) dell'operatività corrente al lordo delle imposte 4.452 (6.572) 11.023 n.s.

270. Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente 6 1.138 (1.132) (99,46)

Utile (perdita) del periodo 4.458 (5.434) 9.891 -

Le voci al 31 dicembre 2017 sono state ricondotte ai nuovi schemi di cui al 5° aggiornamento della Circolare 262, in continuità di valori ex IAS39 sulla base delle regole precedentemente descritte. Pertanto i dati economici al 31 dicembre 2018 non sono pienamente comparabili con quelli riferibili all’esercizio di raffronto.

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Conto Economico riclassificato al netto delle principali componenti non ricorrenti (in migliaia di euro)

CONTO ECONOMICO 31/12/2018

Componenti non ricorrenti 31/12/2018

al netto delle

componenti non

ricorrenti

31/12/2017 Riesposto

Componenti non ricorrenti 31/12/2017

Riesposto

Variazione Variazione

% Intervento

F.I.T.D.

Oneri incentivi all'esodo

Impatto Manovra

Finanziaria

Oneri incentivi all'esodo

Impairment AFS

al netto delle

componenti non

ricorrenti

10.-20.+140. Margine d'interesse 20.396 20.396 17.346 17.346 3.050 17,58

- di cui: componenti IFRS9 crediti 14 14 - - 14 -

- di cui: componenti IFRS9 modifiche contrattuali senza cancellazioni (451) (451) - - (451) -

70. Dividendi e proventi simili 15 15 13 13 2 16,70

40.-50. Commissioni nette 57.626 57.626 60.478 60.478 (2.851) (4,71)

80.+90.+100.+110. Risultato netto dell'attività di negoziazione, copertura, cessione/riacquisto e delle attività/passività valutate al fair value con impatto a conto economico

(697) 908 211 17 17 194 n.s.

200. Altri oneri/proventi di gestione 993 993 (796) (796) 1.788 n.s.

Proventi operativi 78.333 908 - - 79.241 77.058 - - 77.058 2.183 2,83

160.a Spese per il personale (21.577) 233 (21.343) (21.312) 734 (20.578) (765) 3,72

160.b Altre spese amministrative (47.778) (47.778) (51.984) (51.984) 4.206 (8,09)

180.+190. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali e immateriali (490) (490) (869) (869) 379 (43,64)

Oneri operativi (69.844) - 233 - (69.611) (74.165) 734 - (73.431) 3.820 (5,20)

Risultato della gestione operativa 8.489 908 233 - 9.630 2.893 734 - 3.627 6.003 n.s.

130. Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito di: (1.220) - - - (1.220) (3.826) - 2.234 (1.591) 371 (23,31)

a) att.fin. valutate al costo ammortizzato (1.220) - - - (1.220) (1.591) 2.234 643 (1.864) n.s.

130.a - att.fin. valutate al costo ammortizzato - banche 5 5 - - 5 -

130.a - att.fin. valutate al costo ammortizzato - clientela (1.225) (1.225) (1.591) 2.234 643 (1.869) n.s.

b) att.fin. valutate al fv con impatto sulla redditività complessiva - - - - - (2.234) - - (2.234) 2.234 -

130.b - att.fin. valutate al fv con impatto sulla redditività complessiva - clientela - - (2.234) (2.234) 2.234 -

170.a Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri - impegni e garanzie rilasciate 56 56 (59) (59) 116 n.s.

170.b Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri - altri accantonamenti netti (2.873) (2.873) (5.578) (5.578) 2.705 (48,49)

220.+250. Utili (perdite) dalla cessione di investimenti e partecipazioni - - (1) (1) 1 -

260. Utile (perdita) dell'operatività corrente al lordo delle imposte 4.452 908 233 - 5.593 (6.572) 734 2.234 (3.603) 9.196 n.s.

270. Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente 6 (300) (77) (504) (875) 1.138 (243) (739) 156 (1.031) n.s.

Utile (perdita) del periodo 4.458 608 156 (504) 4.718 (5.434) 491 1.495 (3.447) 8.165 n.s.

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Informazioni sullo Stato Patrimoniale riclassificato Interbancario

La posizione interbancaria netta al 31 dicembre 2018 risulta debitoria ed ammonta a 76 milioni di euro. L’andamento dell’aggregato risulta influenzato dalla contrazione della liquidità legata in particolare alla sottoscrizione di nuove emissioni di prestiti obbligazionari, effettuate dalla Capogruppo nel corso dell’esercizio. Posizione interbancaria netta

Importi in migliaia di euro

31/12/2018 01/01/2018 Variazioni

in valore in %

Crediti verso banche [(voce 40. a) dell'Attivo Patrimoniale )]

175.029 412.324 (237.295) (57,55)

Debiti verso banche [Voce 10. a) dell'Attivo Patrimoniale )] 251.038 194.103 56.935 29,33

Posizione interbancaria netta (76.009) 218.221 (294.230) n.s.

Crediti verso clientela

A dicembre 2018, gli impieghi complessivi verso la clientela si attestano a 528,7 milioni di euro con una diminuzione di 66,9 milioni di euro (-11,2%). Il portafoglio in bonis evidenzia una riduzione del 10,7% conseguente alla contrazione del comparto “Mutui” (-57 milioni di euro), che rappresenta la componente più rilevante dell’aggregato stesso, essendo rappresentativo del 75,84% dello stesso, e degli “Altri finanziamenti” (-9,4 milioni di euro). Nella tabella seguente viene riportato il dettaglio dei crediti per forma tecnica. Ripartizione dei crediti verso clientela

31/12/2018 01/01/2018 Variazioni

Importi in migliaia di euro

Primo e secondo stadio

A

Terzo stadio

B

Totale A+B

Incid. %

Primo e secondo stadio

C

Terzo stadio

D

Totale C+D

Incid. %

in valore

in %

Conti correnti 61.500 860 62.360 11,79 59.187 389 59.576 10,00% 2.784 4,67

Pronti contro termine attivi - - - - - - - 0,00% - -

Mutui ipotecari e altri finanziamenti a medio/lungo termine 389.031 14.347 403.378 76,29 445.984 19.996 465.980 78,23% (62.602) (13,43)

Carte di credito, prestiti personali e cessioni del quinto

27.802 167 27.969 5,29 25.457 182 25.639 4,30% 2.330 9,09

Leasing finanziario - - - - - - - 0,00% - -

Factoring - - - - - - - 0,00% - -

Altri finanziamenti 34.611 426 35.037 6,63 44.021 427 44.448 7,46% (9.411) (21,17)

Totale Voce 40. b) dell'Attivo Patrimoniale Riclassificato

512.944 15.800 528.744 100,00 574.649 20.994 595.643 100,00% (66.899) (11,23)

Dal punto di vista della qualità degli impieghi, i crediti deteriorati netti della Banca si attestano a 15,8 milioni di euro, in diminuzione rispetto al consuntivo di raffronto, e la loro incidenza sul totale dei crediti netti si attesta al 2,99% (3,52% al 1° gennaio 2018). L’andamento dell’aggregato è influenzato in particolare dalla cessione di un portafoglio di crediti classificati a sofferenze, perfezionatasi nel terzo trimestre dell’esercizio. Per maggior

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dettagli si rinvia alla “Nota Integrativa - Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche contabili - Sezione 1 - Rischio di credito”.

Al 31 dicembre 2018 le esposizioni forborne30 lorde sono pari a circa 11,4 milioni di euro equivalenti a 90 rapporti (11,8 milioni di euro/94 rapporti a fine anno precedente) e così suddivise:

performing euro 6,2 milioni (5,8 milioni a dicembre 2017); non performing euro 5,2 milioni (5,9 milioni a dicembre 2017).

Situazione dei crediti per cassa al 31 dicembre 2018

Importi in migliaia di euro

Esposizione lorda Rettifiche di valore Valore di bilancio

Grado di copertura

Crediti deteriorati (Terzo stadio) 5,08% 27.551 11.751 2,99% 15.800 42,65%

- Sofferenze 3,01% 16.338 9.418 1,31% 6.920 57,64%

- Inadempienze probabili 2,00% 10.826 2.299 1,61% 8.527 21,24%

- Esposizioni scadute/sconfinate 0,07% 387 34 0,07% 353 8,88%

Crediti in bonis (Primo e Secondo stadio) 94,92% 514.768 1.824 97,01% 512.944 0,35%

Totale 542.319 13.576 528.744 2,50%

Situazione dei crediti per cassa al 1° gennaio 2018

Importi in migliaia di euro

Esposizione lorda Rettifiche di valore

Valore di bilancio Grado di copertura

Crediti deteriorati (Terzo stadio) 5,69% 34.870 13.876 3,52% 20.994 39,79%

- Sofferenze 3,53% 21.610 11.744 1,66% 9.866 54,35%

- Inadempienze probabili 2,10% 12.884 2.101 1,81% 10.783 16,31%

- Esposizioni scadute/sconfinate 0,06% 377 31 0,06% 346 8,14%

Crediti in bonis (Primo e Secondo stadio) 94,31% 577.521 2.873 96,48% 574.649 0,50%

Totale 612.392 16.748 595.643 2,73%

Nel dettaglio:

le sofferenze nette si attestano a 6,9 milioni di euro, in calo rispetto al dato di inizio anno; il loro rapporto rispetto agli impieghi netti è pari all’1,31%. Il calo è riconducibile principalmente alle operazioni di cessione di sofferenze perfezionatesi nell’esercizio;

le inadempienze probabili nette totalizzano 8,5 milioni di euro, la loro incidenza percentuale sugli impieghi netti è pari all’1,61%;

le esposizioni scadute deteriorate nette ammontano a 0,4 milioni di euro, sostanzialmente in linea con i dati di inizio anno.

Il livello di copertura dei crediti non performing risulta pari al 42,65% (39,79% l’indice dell’esercizio di confronto); più in dettaglio si rileva che:

il livello di copertura delle sofferenze si attesta al 57,64%, in aumento rispetto al 54,35% dell’esercizio di raffronto;

il livello di copertura delle inadempienze probabili risulta in crescita e passa al 21,24% dal 16,31%.

30 Si ricorda che a partire dal Bilancio al 31 dicembre 2015 è stata introdotta la forbearance, termine utilizzato per

indicare situazioni in cui il debitore non è considerato in grado di rispettare le scadenze e le condizioni contrattuali a causa di difficoltà finanziarie. Sulla scorta di tali difficoltà il creditore decide di modificare la scadenza e le condizioni del contratto per consentirgli di onorare il debito o di rifinanziarlo integralmente o parzialmente.

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Il processo di impairment collettivo dei crediti in bonis ha determinato una rettifica globale di 1,8 milioni di euro; il livello di copertura è pari allo 0,35%, in diminuzione rispetto allo 0,50% rilevato ad inizio 2018. Tale indice di rischiosità beneficia dell’applicazione di parametri di rischio modificati a seguito dell’approvazione del “Model change” da parte di BCE. Attività finanziarie

Al 31 dicembre 2018, le attività presentano le seguenti dinamiche:

• le attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico, ammontano a 2,2 milioni di euro e sono essenzialmente rappresentative della partecipazione in Visa INC Classe C9 la cui valutazione positiva di fine esercizio, pari a 360 migliaia di euro, ha avuto impatto nella voce 110 di conto economico “Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico”. La voce comprende inoltre un titolo di debito acquisito nel mese di dicembre a fronte dell’intervento a sostegno di Banca Carige nell’ambito dello Schema volontario del F.I.T.D., per 101 migliaia di euro, il cui impairment, pari a 908 migliaia di euro, è confluito nella sopra citata voce 110. Stante la natura di tale evento il citato effetto è stato oggetto di normalizzazione nell’ambito del conto economico;

• le attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva, sono pari a 62 migliaia di euro e comprendono i titoli di capitale acquisiti a fronte degli interventi di sostegno nell’ambito dello Schema volontario del F.I.T.D.;

• le attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - titoli, pari a 2.407 milioni di euro, evidenziano un aumento di circa 343 milioni di euro rispetto ad inizio anno da attribuirsi principalmente alla sottoscrizione di prestiti obbligazionari emessi dalla Capogruppo.

Partecipazioni

La voce è costituita dalle partecipazioni di minoranza detenute nelle seguenti Società del Gruppo:

UBI Sistemi e Servizi S.c.p.A., pari al 4,31% del capitale sociale; UBI Academy S.c.r.l., pari al 3% del capitale sociale.

Non sono intervenute variazioni rispetto all’esercizio di raffronto. Altre voci dell’attivo

Le immobilizzazioni materiali, rappresentate da mobili e arredi, macchine d’ufficio ed apparecchiature, ammontano a 1,3 milioni di euro in riduzione di 0,2 milioni di euro rispetto al 1° gennaio. La variazione dell’esercizio è attribuibile agli ammortamenti, pari a 0,3 milioni di euro, nonché all’acquisto di nuove immobilizzazioni per l’allestimento delle filiali, essenzialmente mobili e arredi. Si ricorda che la Banca non possiede immobili e terreni di proprietà. Le immobilizzazioni immateriali ammontano a 41,8 milioni di euro, in leggera diminuzione quale effetto dell’ammortamento delle attività a vita utile definita (software ed intangibles) pari a 29 migliaia di euro. A fine esercizio la voce risulta interamente costituita dall’avviamento originatosi dalle diverse operazioni di aggregazione aziendale, infragruppo e non. Per maggiori informazioni si rinvia a quanto specificato nella “Parte A – Politiche Contabili – Sezione 4- Altri aspetti – Impairment test degli avviamenti” ed alla “Nota Integrativa – Sezione 9 – Attività Immateriali”. Le altre attività ammontano a 74,3 milioni di euro rilevando una riduzione di 7,4 milioni di euro rispetto ai 66,9 milioni registrati ad inizio esercizio. Si ricorda che in tale voce trovano rappresentazione le partite connesse alle operazioni di Covered Bond che rappresentano il disallineamento temporale tra gli incassi dei mutui oggetto di cessione e l’ammortamento dei finanziamenti erogati alla Società Veicolo.

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Per dettagli si rimanda alla “Nota Integrativa - Sezione 12 - Altre attività” ed alle informative dedicate nella “Nota Integrativa - Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche contabili - Sezione 1 - Rischio di credito”. Raccolta da clientela

A dicembre 2018, i mezzi amministrati della clientela si attestano a 11.170,6 milioni di euro, evidenziando una flessione dell’11,5% rispetto alle risultanze di inizio anno. Massa amministrata

importi in migliaia di euro

31/12/2018 Incidenza % 01/01/2018 Incidenza %

Variazioni

in valore in %

Raccolta diretta bancaria 2.807.647 25,1% 2.822.201 22,3% (14.553) (0,52)

Raccolta indiretta 8.362.968 74,9% 9.806.194 77,7% (1.443.226) (14,72)

di cui: risparmio gestito 5.955.946 53,3% 6.571.753 52,0% (615.807) (9,37)

Raccolta bancaria totale 11.170.616 100,0% 12.628.395 100,0% (1.457.780) (11,54)

Raccolta diretta

La consistenza della raccolta diretta da clientela risulta pari a 2.807,6 milioni di euro, in calo dello 0,5% rispetto ai dati di raffronto, ed esprime un’incidenza percentuale dell’86,2% sul totale del passivo.

Importi in migliaia di euro

31/12/2018 Incidenza

% 01/01/2018

Incidenza %

Variazioni

in valore in %

Conti correnti e depositi a vista 2.731.949 97,3% 2.746.948 97,3% (15.000) (0,55)

Depositi a scadenza 14.776 0,5% 11.614 0,4% 3.162 27,23

Finanziamenti 30.685 1,1% 35.055 1,2% (4.370) (12,47)

- pronti contro termine passivi 23.613 0,8% 27.614 1,0% (4.001) (14,49)

- altri 7.072 0,3% 7.441 0,3% (369) (4,96)

Altri debiti 20.233 0,7% 17.261 0,6% 2.972 17,22

Totale debiti verso clientela [voce 10. b) Passivo patrimoniale ] 2.797.643 99,6% 2.810.878 99,6% (13.235) (0,47)

Obbligazioni 10.004 0,4% 11.322 0,4% (1.318) (11,64)

Totale titoli in circolazione (*) [voce 10. c) Passivo patrimoniale ] 10.004 0,4% 11.322 0,4% (1.318) (11,64)

Totale raccolta diretta 2.807.647 100,0% 2.822.201 100,0% (14.553) (0,52)

I debiti verso clientela ammontano a 2.797,6 milioni di euro rilevando una riduzione di 13,2 milioni di euro ascrivibile principalmente alla dinamica delle giacenze dei “Conti correnti e depositi a vista” (-15 milioni di euro). I titoli in circolazione, pari a 10 milioni di euro, sono costituiti da un prestito obbligazionario subordinato dal valore nominale di 10 milioni di euro, sottoscritto dalla Capogruppo nel marzo 2014.

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Raccolta indiretta

Importi in migliaia di euro

31/12/2018 Incidenza

% 01/01/2018

Incidenza %

Variazioni

in valore in %

In amministrazione 2.407.023 28,8% 3.234.441 33,0% (827.419) (25,58)

Risparmio gestito 5.955.946 71,2% 6.571.753 67,0% (615.807) (9,37)

Gestioni di Patrimoni Mobiliari 183.127 2,2% 222.519 2,3% (39.392) (17,70)

di cui: GPF 46.021 0,6% 51.819 0,5% (5.798) (11,19)

Fondi Comuni di Investimento e Sicav 4.618.172 55,2% 5.148.840 52,5% (530.668) (10,31)

Polizze assicurative e fondi pensione 1.154.647 13,8% 1.200.394 12,2% (45.747) (3,81)

di cui: Polizze assicurative 1.151.869 13,8% 1.197.673 12,2% (45.804) (3,82)

TOTALE RACCOLTA INDIRETTA 8.362.968 9.806.194 (1.443.226) (14,72)

La raccolta indiretta, ai valori di mercato, è pari a 8.363 milioni di euro, in flessione del 14,7% rispetto al consuntivo di raffronto, mostrando un decremento generalizzato di tutti i comparti che ne compongono l’aggregato. Il risparmio amministrato si attesta a 2.407 milioni di euro, in diminuzione del 25,6%, pari in termini assoluti a 827,4 milioni di euro, quale effetto negativo della volatilità dei mercati. Il risparmio gestito, pari a 5.955,9 milioni di euro, evidenzia un calo del 9,4%, pari a 615,8 milioni di euro. Nel dettaglio la variazione è imputabile per 530,7 milioni di euro ai Fondi comuni di investimento e Sicav, per 45,7 milioni di euro allo stock delle polizze assicurative e per 39,4 milioni di euro alle Gestioni di Patrimoni Mobiliari. A seguito degli effetti sovra menzionati l’incidenza percentuale del comparto gestito sul totale della raccolta indiretta, si attesta al 71,2%, risultando in aumento rispetto al 67% di inizio 2018. Altre voci del passivo

Le altre passività ammontano a 31,3 milioni di euro, in diminuzione con quanto rilevato ad inizio anno (33,5 milioni di euro). Per la composizione di dettaglio della voce si veda la Sezione 8 della Nota Integrativa, Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale – Passivo. I fondi per rischi ed oneri ammontano complessivamente a 19,1 milioni di euro. All’interno di tale aggregato trovano collocazione, per effetto dell’applicazione dell’IFRS9, i fondi rettificativi per rischio di credito, sia degli impegni a erogare fondi sia delle garanzie finanziarie rilasciate che ammontano complessivamente a 0,5 milioni di euro (0,6 al 1° gennaio 2018). La voce comprende inoltre gli accantonamenti agli altri fondi per rischi ed oneri (18,6 milioni di euro), che risultano composti da fondi posti a presidio delle controversie legali (7,9 milioni di euro) principalmente in materia di servizi di investimento prestati dalla Banca e contratti bancari, da fondi oneri per il personale (0,5 milioni di euro) nonché dall’indennità suppletiva di clientela e sistema di fidelizzazione legati alla rete dei consulenti finanziari, pari a circa 10,2 milioni di euro. Patrimonio netto

Il patrimonio netto della Banca, non considerando l’utile d’esercizio, che ammonta a 4,5 milioni, evidenzia un saldo di 137,3 milioni di euro. Si precisa che la perdita dell’esercizio 2017, pari a 5,4 milioni di euro, è stata coperta mediante l’utilizzo delle riserve a seguito dell’approvazione del Bilancio d’esercizio da parte dell’Assemblea dei soci avvenuta in data 28 febbraio 2018. Le riserve da valutazione hanno determinato, nell’esercizio, una riduzione di patrimonio pari a 25 migliaia di euro.

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Non sono intervenute variazioni nel capitale sociale che ammonta a 68 milioni, ripartito in n. 22.650.000 azioni ordinarie, del valore nominale di 3 euro ciascuna, totalmente detenute dalla Capogruppo. Per maggiori informazioni si rimanda ai “Prospetti contabili - Prospetti delle variazioni del patrimonio netto”, alla “Nota Integrativa - Informazioni sullo stato patrimoniale - Sezione 12 - Patrimonio dell’Impresa” nonché alla “Nota Integrativa - Parte F - Informazioni sul patrimonio”.

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Informazioni sul Conto Economico riclassificato Il margine di interesse si è attestato a 20,4 milioni di euro, in aumento del 17,6% rispetto ai 17,3 milioni registrati nell’esercizio di raffronto.

31/12/2018 31/12/2017

Riesposto

Var. dicembre ‘18 / dicembre ‘17

Assolute %

Margine Clientela 6.515 6.938 (423) (6,09)

di cui Comparti IW Special (390) (953) 562 (59,03)

Margine Tesoreria 15.903 12.003 3.900 32,49

Altri interessi (2.022) (1.595) (427) 26,79

TOTALE MARGINE D'INTERESSE 20.396 17.346 3.050 17,58

Il margine clientela ammonta a 6,5 milioni di euro contro i 6,9 milioni di euro rilevati a fine 2017. La flessione negativa è riconducibile principalmente alla contrazione dei crediti a medio e lungo termine, sia in termini di redditività che di volumi. Tale effetto risulta solo parzialmente mitigato dalla riduzione, sia in termini di stock che di tassi, della raccolta da clientela. Il margine di tesoreria ha dato luogo ad un flusso netto positivo pari a 15,9 milioni di euro, in crescita rispetto ai 12 milioni di euro registrati nell’esercizio di confronto. Nel dettaglio si rileva:

• una diminuzione dei depositi attivi con la Capogruppo, in quanto giunti a naturale scadenza, con un impatto in termini di minori interessi attivi per circa 0,5 milioni di euro;

• una ricomposizione degli investimenti con volumi in crescita verso la sottoscrizione di prestiti obbligazionari della Capogruppo.

La voce residuale “Altri interessi” è rappresentata sostanzialmente dall’impatto negativo derivante dal rilascio del Fair Value Adjustment residuo dei mutui chiusi per estinzione anticipata o passaggio a sofferenze, rientranti nel perimetro di revisione della strategia di copertura del rischio tasso. Relativamente al solo anno in commento trovano rappresentazione in tale aggregato, in linea con il principio IFRS9, gli interessi dovuti al trascorrere del tempo determinati nell’ambito della valutazione delle attività impaired (positivi per 192 migliaia di euro), la rettifica rilevata sulla quota parte degli interessi su posizioni deteriorate ritenuta non recuperabile (negativa per 178 migliaia di euro), nonché la riclassifica della voce “140. Utili/perdite da modifiche contrattuali senza cancellazioni” per un importo negativo pari a 451 migliaia di euro. Le commissioni nette, il cui ammontare è pari a 57,6 milioni di euro, risultano in flessione di circa 2,9 milioni di euro (-4,7% rispetto a dicembre 2017). In particolare, i “servizi di gestione, intermediazione e consulenza” al netto delle corrispondenti voci passive, evidenziano:

una diminuzione sia delle commissioni derivanti dal collocamento di fondi e Sicav, che delle provvigioni rivenienti dal collocamento assicurativo;

una leggera crescita in termini di performance delle commissioni di mantenimento derivanti dallo stock di fondi e Sicav, riscontrabile, anche nella redditività degli asset di raccolta assicurativa;

una riduzione delle commissioni nette da trading conseguente al contesto competitivo che ha inciso sui prezzi pur in presenza di volumi pressoché costanti rispetto all'esercizio precedente;

un incremento delle commissioni rivenienti dal collocamento di strumenti finanziari “Certificates” per circa 0,5 milioni di euro.

Per quanto attiene i flussi reddituali generati dall’attività bancaria tradizionale si rileva un incremento dei comparti “collocamento di prodotti e servizi di terzi” e “monetica”, mentre

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risultano in controtendenza i “conti correnti”, il “sistema dei pagamenti” e le “commissioni su altri finanziamenti”. Il risultato netto dell'attività di negoziazione, copertura, cessione/riacquisto e delle attività/passività valutate al fair value con impatto a conto economico registra un saldo negativo pari a 0,7 milioni di euro. Nell’esercizio in commento la voce contiene la valutazione positiva del titolo Visa pari a 0,4 milioni di euro, nonché l’impairment a valere sul titolo acquisito a fronte dell’intervento deliberato dal F.I.T.D. in favore di Banca Carige, per 0,9 milioni di euro. Posta la natura non ricorrente di tale evento, il suo effetto è stato oggetto di normalizzazione nell’ambito del conto economico. La voce comprende, inoltre, la perdita netta derivante dall’operazione di cessione di crediti in sofferenza (“GACS”) per circa 0,2 milioni di euro (per maggior dettagli si rinvia alla “Nota Integrativa – Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche contabili – Sezione 1 – Rischio di credito”).

Gli altri oneri/proventi di gestione, positivi per un milione di euro, rappresentano una voce residuale nella quale confluiscono costi e ricavi di varia natura, non classificabili nelle altre componenti del risultato operativo, ad esclusione dei recuperi di imposte che sono portati in diminuzione della corrispondente sottovoce delle altre spese amministrative. Il risultato dell’esercizio comprende un provento di circa 0,5 milioni di euro riconosciuto alla Banca dal Fondo Nazionale di Garanzia quale residuo attivo della “Gestione Speciale” del Fondo stesso. A seguito delle dinamiche sopra esposte, i proventi operativi si attestano a 78,3 milioni di euro, in aumento di 1,3 milioni (+1,7%) rispetto a fine 2017. Al netto degli eventi non ricorrenti, l’aggregato si attesta a 79,2 milioni di euro (+2,8%). Sul versante dei costi, le spese per il personale, pari a 21,6 milioni di euro, risultano in aumento di 0,3 milioni di euro rispetto a dicembre 2017. La voce recepisce in entrambi gli esercizi l’onere, pari a 0,2 milioni di euro per il 2018 e 0,7 milioni di euro nel 2017, quale incentivo all’esodo per le uscite volontarie di personale previste dal Piano Industriale di Gruppo. Al netto di tali impatti, qualificabili come non ricorrenti, le spese per il personale rilevano un incremento di 0,8 milioni rispetto al dicembre precedente, attestandosi a 21,3 milioni di euro, quale effetto dell’evoluzione delle retribuzioni e degli organici (+4 risorse medie). Le altre spese amministrative, sono pari complessivamente a 47,8 milioni di euro, in flessione di 4,2 milioni rispetto al 31 dicembre 2017. Dall’analisi dell’aggregato, i risparmi principali si evidenziano nelle voci “Canoni servizi resi da Società del Gruppo”, “Consulenze” e “Affitti passivi”; in controtendenza le spese “Telefoniche e trasmissione dati”, “Premi assicurativi”, “Servizi in outsourcing” ed i “Contributi associativi”. Relativamente a quest’ultimo aggregato si ricorda che comprende il contributo ordinario al DGS “Deposit Guarantee Schemes” per 1,6 milioni di euro, in linea con quanto rilevato nell’esercizio di raffronto. Nella tabella seguente vengono indicate composizione e variazioni delle macrovoci componenti l’aggregato.

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Altre spese amministrative: composizione (valori in migliaia di euro)

31/12/2018 31/12/2017

Riesposto

Var. dicembre ‘18 / dicembre ‘17

Assolute %

Affitti passivi (5.045) (5.354) 309 (5,77)

Servizi professionali (382) (607) 225 (37,05)

Consulenze (1.412) (1.830) 418 (22,83)

di cui Consulenze strategiche ed organizzative (146) (371) 225 (60,59)

Canoni di locazione hardware, software ed altri beni (237) (207) (30) 14,68

Manutenzioni hardware, software ed altri beni (392) (441) 49 (11,10)

Conduzione immobili (940) (1.032) 92 (8,93)

Manutenzione immobili e impianti (436) (500) 64 (12,71)

Contazione, trasporto e gestione valori (66) (81) 14 (17,84)

Contributi associativi (2.755) (2.583) (172) 6,66

Informazioni e visure (47) (54) 8 (13,94)

Periodici e volumi (7) (15) 8 (52,40)

Postali (239) (216) (23) 10,66

Premi assicurativi (970) (786) (184) 23,38

Pubblicità e promozione (1.708) (1.833) 125 (6,83)

Spese di rappresentanza (36) (26) (10) 39,27

Telefoniche e trasmissioni dati (5.632) (5.441) (190) 3,50

Servizi in outsourcing (1.413) (1.319) (94) 7,13

Spese di viaggio (238) (174) (64) 36,65

Spese per recupero crediti (131) (129) (3) 2,05

Stampati, cancelleria e materiale di consumo (261) (379) 118 (31,06)

Trasporti e traslochi (226) (267) 42 (15,56)

Vigilanza (143) (153) 10 (6,63)

Altre spese (10) (37) 27 (71,71)

Canoni servizi resi da Società del Gruppo (24.617) (28.072) 3.455 (12,31)

Imposte indirette (15.478) (16.137) 659 (4,08)

Totale (62.822) (67.674) 4.852 (7,17)

Riclassifica "recuperi di imposte" 15.044 15.689 (645) (4,11)

TOTALE ALTRE SPESE AMMINISTRATIVE (47.778) (51.984) 4.206 (8,09)

Le rettifiche di valore su attività materiali ed immateriali pari a 0,5 milioni di euro (0,9 milioni a fine 2017), sono costituite da ammortamenti su attività materiali di proprietà ad uso funzionale, immateriali e migliorie su beni di terzi. Complessivamente, gli oneri operativi ammontano a 69,8 milioni di euro, in calo del 5,8% rispetto al dicembre precedente pari a 74,2 milioni di euro. Al netto degli eventi non ricorrenti l’aggregato risulta pari a 69,6 milioni di euro con un decremento del 5,2%. Quale sintesi dell’evoluzione complessiva dell’attività della Banca, il risultato della gestione operativa, si attesta a 8,5 milioni di euro, contro 2,9 milioni di euro rilevato al 31 dicembre scorso. Escludendo le poste non ricorrenti l’esercizio in commento registra un risultato di 9,6 milioni di euro (3,6 milioni a dicembre 2017). Le rettifiche di valore nette per rischio di credito relativo ad attività finanziarie valutate al costo ammortizzato ammontano complessivamente a 1,2 milioni di euro. Comprendono, in ossequio alle previsioni di Banca d’Italia del 30 ottobre 2018, le componenti economiche, circa 66 migliaia di euro, delle attività finanziarie oggetto di cessione nel corso dell’esercizio. Relativamente ai soli crediti verso la clientela le rettifiche di valore su crediti non performing (2,1 milioni di euro) risultano composte da 1,6 milioni su crediti in sofferenza e 0,5 milioni su

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inadempienze probabili, trascurabili invece le rettifiche di valore su posizioni sconfinate; la valutazione sui crediti in bonis risulta positiva per 0,9 milioni di euro, impatto essenzialmente imputabile all’applicazione dei parametri di rischio modificati a seguito dell’approvazione, ad inizio anno, del “Model change” da parte di BCE. Complessivamente il costo del credito si attesta allo 0,23%, contro lo 0,27% del dicembre precedente. Gli accantonamenti netti a fondi rischi e oneri, impegni e garanzie rilasciate evidenziano un impatto positivo per 0,1 milioni di euro. Nel dettaglio comprendono la valutazione del rischio di credito sia delle garanzie finanziarie rilasciate, che ammontano ad un valore lordo di circa 37,7 milioni di euro con un livello di copertura dello 0,63%, sia degli impegni ad erogare fondi pari a 411,8 milioni di euro con un livello di copertura dello 0,07%. Gli accantonamenti netti al fondo per rischi e oneri - altri accantonamenti netti ammontano a circa 2,9 milioni di euro, rispetto ai 5,6 milioni di fine 2017. Il dato dell’esercizio è riferito agli accantonamenti posti a presidio di controversie sorte con la clientela, relativamente alle prestazioni connesse a contratti bancari ed a servizi di investimento, nonché al Sistema di Fidelizzazione dei Consulenti Finanziari ed alla valutazione attuariale dell’indennità suppletiva di clientela. L’operatività corrente al lordo delle imposte, in seguito alle dinamiche sopra descritte, evidenza un risultato positivo pari a 4,5 milioni di euro, contro una perdita pari a 6,6 milioni di euro rilevata a fine anno precedente. Al netto delle componenti non ricorrenti il risultato dell’esercizio si attesta a 5,6 milioni di euro (-3,6 milioni di euro il medesimo risultato al 31 dicembre 2017). Le imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente rilevano un saldo positivo di 6 migliaia di euro ed includono in particolare l’impatto derivante dalla manovra finanziaria (0,5 milioni di euro; per dettagli si rinvia alle “Altre informazioni – Aspetti fiscali”). Si ricorda che tale voce accoglie relativamente all’esercizio 2018, per un importo pari a circa 1,5 milioni di euro, l’effetto positivo dell’applicazione del regime della partecipation exemption alla plusvalenza emersa dalla cessione della partecipazione Visa Europe Ltd. avvenuta nel 2016. Nell’esercizio di imposta in cui è avvenuta la cessione, la Banca ha prudenzialmente tassato integralmente il provento realizzato e contestualmente presentato interpello all’Agenzia delle Entrate per richiedere conferma della spettanza del regime agevolativo. A fronte della risposta positiva ricevuta a febbraio 2018, si è provveduto a rilevare a conto economico l’effetto positivo IRES derivante dalla detassazione al 95% della suddetta plusvalenza. L’utile dell’esercizio risulta pari a 4,5 milioni di euro mentre al netto degli eventi non ricorrenti si attesta a 4,7 milioni di euro. Per effetto delle dinamiche sopra descritte e delle variazioni delle riserve da valutazione registrate nell’esercizio, la redditività complessiva si attesta ad un risultato positivo di circa 4,4 milioni di euro. Per ulteriori dettagli si rinvia ai “Prospetti contabili - Prospetto della Redditività Complessiva”.

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L’attività di ricerca e sviluppo Considerata la natura bancaria del Gruppo, le attività di Ricerca, Sviluppo e Innovazione sono prevalentemente indirizzate a studiare la possibile applicazione delle novità tecnologiche nei rapporti con la clientela, per migliorare e/o ampliare l’offerta di prodotti/servizi, così come nei processi interni aziendali, per semplificarli e renderli più efficienti. Tali attività sono gestite in modalità accentrata da UBI Sistemi e Servizi. All’interno della Società di servizi del Gruppo opera infatti un’unità organizzativa specificamente dedicata all’innovazione, con l’obiettivo di gestire i temi a maggior contenuto innovativo e garantire un’attività di ricognizione sui principali trend tecnologici, ispirandosi ai principi ed alle metodologie tipiche dell’Open Innovation. Nell’esercizio è stata consolidata l’attività di collaborazione con l’ecosistema delle Fintech. Il Gruppo ha confermato la partecipazione come sponsor a due iniziative di acceleratori di Fintech a Milano e a Londra ed ha ampliato il network di contatti con acceleratori, incubatori e broker a livello internazionale. Le principali tematiche innovative gestite sono state: l’intelligenza artificiale, l’open banking, la blockchain31, l’innovazione delle filiali (branch innovation) e l’evoluzione della customer experience digitale. La continua sperimentazione sull’intelligenza artificiale, ha permesso l’individuazione di partner per avviare lo sviluppo di soluzioni e casi d’uso. Sono proseguite le sperimentazioni volte a valutare la scalabilità della tecnologia delle interfacce conversazionali sia in forma di testo che vocale. In particolare, la tecnologia Chatbot è stata applicata per un progetto pilota interno di assistenza diretta e ticketing di supporto su anomalie e richieste. Le attività evolutive si confermano focalizzate su due linee di sviluppo: il supporto alla clientela della Banca e l’assistenza interna ai colleghi del Gruppo sulle attività operative. La conformità alla normativa PSD2 è solo l’elemento di partenza per una strategia di più ampio respiro che vede il Gruppo dotarsi di sistemi e di una governance che permetteranno di cogliere le opportunità che l’apertura dei dati da parte delle banche a terze parti può offrire. In corso d’anno l’attività si è focalizzata sull’implementazione della piattaforma applicativa per la gestione e monetizzazione dei servizi di scambio dei dati con l’esterno, le Application Programming Interface (API), e sullo scouting di partner con cui avviare eventuali collaborazioni in ottica di open banking. In tema blockchain, procedono le attività, iniziate nel 2017, per sviluppare casi d’uso con relazioni e transazioni con altri istituti bancari. Il Gruppo ha confermato la partecipazione ad iniziative di natura consortile con i principali istituti bancari italiani, volte a creare la prima blockchain di sistema tra banche italiane, entrate in una fase realizzativa nel corso del 2018. Per quanto concerne la branch innovation, sono proseguite le attività di innovazione con la ricerca di nuovi elementi tecnologici da utilizzare nelle filiali per fornire alla clientela una customer experience sempre più personalizzata, tra cui tecnologie per la gestione del branch journey cross canale. Sul canale digitale rimane sempre attivo lo scouting di nuove soluzioni e tecnologie in ambito Fintech per garantire una customer experience distintiva: sono state realizzate diverse prototipazioni in corso di esercizio che porteranno al rilascio in produzione di nuove funzionalità nel corso del 2019. 31 È la tecnologia emergente - su cui si basa Bitcoin - che permette di scambiare via internet, in modalità distribuita

e protetta, informazioni, pagamenti, beni e servizi. Blockchain è un database di transazioni sicuro, condiviso tra tutti i partecipanti all’interno di una rete definita di utilizzatori; registra ed archivia qualunque transazione che avviene nel network, eliminando la necessità di una terza parte centralizzata e “fidata”.

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Ambiente di lavoro

Per quanto riguarda le tematiche disciplinate dal D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 (Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro) si rinvia al capitolo “Principali rischi e incertezze cui è esposta la Banca”, mentre gli aspetti di responsabilità ambientale sono trattati nell’ambito dell’informativa sulla responsabilità sociale e ambientale contenuta nel capitolo “Altre informazioni”.

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Rapporti contrattuali con Società del Gruppo Conformemente alla Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 emanata dalla Banca d’Italia, V° aggiornamento del 22 dicembre 2017, ed ai sensi dello IAS 24, il commento e le informazioni relative ai rapporti patrimoniali ed economici con le imprese del Gruppo e parti correlate è stato inserito in Nota Integrativa, parte H, alla quale si rimanda.

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Altre informazioni Informativa su azioni proprie e di Controllanti art. 2428 cc.

Si rileva che la Banca non ha effettuato, a valere sul portafoglio titoli di proprietà, operazioni di acquisto e/o vendita di azioni proprie, né di quote della Controllante ed a fine esercizio non risultano in portafoglio né azioni proprie né azioni della Controllante. Aspetti fiscali

Sintesi delle novità intervenute nell’esercizio

Nel corso dell’anno 2018 vi sono state diverse novità in materia fiscale. Tra queste, quelle meritevoli di segnalazione sono le seguenti. Legge 30 dicembre 2018, n. 148 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021” (cd. “Legge di Bilancio 2019”)

Tra le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2019 devono essere segnalate le seguenti:

- aliquote IVA: sono stati rimodulati i previsti aumenti delle aliquote IVA ordinaria (22%) e ridotta (10%) e sono stati bloccati gli effetti per il solo anno 2019. In dipendenza della Legge di Bilancio 2019 l’aliquota IVA ordinaria passa al 25,2% nel 2020 e al 26,5% nel 2021. L’aliquota ridotta aumenta al 13% a far tempo dall’anno 2020;

- deducibilità prima iscrizione IFRS9: la deducibilità delle rettifiche sui crediti verso la clientela iscritte in bilancio in sede di prima adozione del principio contabile IFRS9 viene ripartita su 10 esercizi anziché essere integralmente imputata al reddito imponibile dell’anno 2018;

- deducibilità svalutazioni e perdite su crediti verso la clientela: viene differita all’anno 2026 la deduzione originariamente prevista per l’anno 2018 della quota delle svalutazioni e perdite su crediti verso la clientela iscritte antecedentemente al 2015;

- ammortamento dell’avviamento e di altre attività immateriali: la deducibilità delle quote non dedotte al 31 dicembre 2017 dell’avviamento e di altre attività immateriali che hanno dato luogo all’iscrizione di imposte differite attive qualificate viene rimodulata in base a specifiche percentuali (antecedentemente alle modifiche normative, la deduzione avveniva in misura di 1/18 o 1/10 - a seconda dei casi - del costo sostenuto);

- abrogazione dell’ACE: l’agevolazione denominata “aiuto alla crescita economica” viene abolita a far tempo dall’anno 2019;

- tributi locali: passa dal 20% al 40% la percentuale di deducibilità a fini IRES/IRPEF dell’IMU dovuta sugli immobili strumentali e vengono apportate alcune modifiche alla disciplina di taluni tributi locali (IMU, TASI e TARI);web tax: viene istituita l’imposta sui servizi digitali, riferita ai soggetti che prestano taluni servizi digitali e che hanno un ammontare complessivo di ricavi pari o superiore a 750 milioni di euro (di cui almeno 5,5 milioni di euro realizzati nel territorio italiano per prestazione dei suddetti servizi digitali). L’imposta si applica con aliquota del 3% sui ricavi (al lordo dei costi) e viene versata su base trimestrale. Le modalità attuative della nuova imposta saranno fissate da un decreto attuativo da emanarsi entro il 30 aprile 2019: la nuova imposta troverà applicazione a far tempo dal 60simo giorno dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto stesso;superammortamento e iperammortamento: la Legge di Bilancio 2019 non contiene alcuna proroga delle misure di incentivo per gli investimenti in beni strumentali (cd. “superammortamento”) mentre vengono rimodulate e prorogate le misure in favore dei processi di trasformazione tecnologica e digitale delle imprese in chiave Industria 4.0 (c.d. “iper ammortamento”);

- PIR: vengono modificati i criteri di asset allocation che i piani di risparmio a lungo termine costituiti a decorrere dal 1° gennaio 2019 devono rispettate per poter godere del particolare regime di esenzione fiscale. In particolare, sarà necessario investire almeno il 3,5% delle somme versate in strumenti finanziari emessi da piccole e medie imprese, ammessi alla negoziazione su sistemi multilaterali di negoziazione e almeno il 3,5% in azioni o quote di fondi italiani per il Venture Capital.

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- efficienza energetica e bonus verde: è stata confermata per tutto il 2018 la detrazione IRES/IRPEF delle spese sostenute per interventi di efficienza energetica degli edifici, ristrutturazione edilizia e per l’acquisto di mobili. Inoltre, viene prorogata la detrazione fiscale per gli interventi di sistemazione a verde;

- aumento IRES per il Terzo Settore: per alcuni enti che svolgono attività sociali, culturali e attività con fini solidaristici l’IRES passa dal 12% al 24% a far tempo dall’esercizio 2019. E’ stata annunciata l’intenzione del Governo di cancellare in via normativa l’aumento in questione con ritorno all’aliquota agevolata del 12%.

Legge 17 dicembre 2018, n. 136 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 23 ottobre 2018, n. 119, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria”

La Legge 17 dicembre 2018, n. 136 contiene diverse disposizioni di carattere fiscale. Tra queste devono essere segnalate le varie possibilità di definizione delle contestazioni in essere con l’Amministrazione Finanziaria, le semplificazioni apportate alla procedura di fatturazione elettronica e le semplificazioni in materia di fatturazione, registrazione delle fatture emesse e ricevute e di detrazione dell’IVA. Per quanto specificamente attiene la definizione delle contestazioni fiscali, è opportuno menzionare le seguenti possibilità:

- definizione dei processi verbali di constatazione notificati entro il 24 ottobre 2018 dietro pagamento della sola imposta senza corresponsione di interessi e sanzioni qualora alla data in questione non siano stati già notificati avvisi di accertamento o inviti al contraddittorio;

- definizione agevolata dei carichi affidati all’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017 con stralcio dei debiti fino a mille euro affidati agli agenti della riscossione dal 2000 al 2010;

- definizione agevolata delle controversie tributarie (in cui è parte l’Agenzia delle Entrate) pendenti in ogni stato e grado del giudizio che possono essere definite con il pagamento di un ammontare variabile tra il 5% ed il 100% del valore della controversia, a seconda dei gradi di giudizio e dell’esito. Nel caso di giudizi pendenti avanti la Corte di Cassazione alla data del 19 dicembre 2018 con vittoria del contribuente sia in primo sia in secondo grado, il costo della definizione agevolata è pari al 5% del valore della controversia.

Decreto Legislativo 29 novembre 2018, n. 142 “Attuazione della Direttiva (UE) 2016/1164 del Consiglio, del 12 luglio 2016, recante norme contro le pratiche di elusione fiscale che incidono direttamente sul funzionamento del mercato interno e come modificata dalla direttiva (UE) 2017/952 del Consiglio del 29 maggio 2017, recante modifica della Direttiva (UE) 2016/1164 relativamente ai disallineamenti da ibridi con i paesi terzi”

Il Decreto Legislativo 29 novembre 2018 n. 142 (in attuazione delle direttive ATAD 1 e 2), introduce diverse novità di carattere fiscale. Tra le misure più rilevanti devono essere segnalate:

- deducibilità degli interessi passivi per soggetti diversi da banche e intermediari finanziari: vengono modificate le norme in questione, basate sul 30% del reddito operativo lordo che dovrà essere determinato in base a criteri fiscali anziché contabili. Tra le altre novità, i limiti di deducibilità sono estesi anche agli interessi passivi capitalizzati ad incremento del costo del bene e agli interessi di natura commerciale. Rimangono in ogni caso integralmente deducibili gli interessi passivi sostenuti per specifici finanziamenti volti alla realizzazione di progetti infrastrutturali pubblici a lungo termine puntualmente individuati dalla norma;

- exit tax / entry tax: viene modificato il regime della tassazione dei trasferimenti transfrontalieri delle imprese e delle relative disposizioni che regolano la valorizzazione fiscale dei beni e diritti in entrata/uscita dall’ordinamento tributario italiano. La novità di assoluto rilievo è rappresentata dalla sostituzione del criterio del “valore normale” da utilizzare come riferimento con il concetto di “valore di mercato” da determinarsi secondo le linee guida emanate in materia di prezzi di trasferimento;

- CFC: viene modificato l’attuale regime CFC che, nell’ottica di contrastare i fenomeni di evasione ed elusione internazionale prevede la tassazione per “trasparenza” in capo al socio residente in Italia, dei redditi realizzati dalle sue controllate estere domiciliate in Stati con regime fiscale privilegiato, indipendentemente dalla effettiva percezione degli

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stessi. In base alle modifiche normative, viene superato l’approccio basato su “black list” e livello nominale di tassazione con conseguente introduzione di nuovi requisiti nonchè l’estensione delle disposizioni anche alle stabili organizzazioni;

- dividendi e plusvalenze: vengono introdotti nuovi criteri per l’individuazione dei Paesi a fiscalità privilegiata;

- disallineamenti da ibridi: viene introdotta ex novo una specifica disciplina volta a contrastare gli schemi di pianificazione fiscale aggressiva che sfruttano i disallineamenti esistenti tra le varie giurisdizioni transazionali in merito alla caratterizzazione/qualificazione di uno stesso fenomeno (strumento finanziario, entità o trasferimento ibrido);

- definizione di “intermediari finanziari” - vengono definite in maniera univoca le nozioni di “intermediari finanziari”, di “società di partecipazione finanziaria” e “società di partecipazione non finanziaria” richiamate in più occasioni nell’ordinamento tributario vigente.

Fatta salva l’applicazione di specifici regimi transitori le disposizioni in materi di interessi passivi, exit tax e entry tax, CFC, dividendi e plusvalenze nonché intermediari finanziari si applicano a decorre dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2018 e per dividendi e plusvalenze anche agli utili distribuiti nel medesimo periodo d’imposta. Le disposizioni in materia di disallineamenti da ibridi si applicheranno, invece, a decorrere dal periodo d’imposta 2020 salvo casi particolari. Decreto Legislativo n. 60 del 18 maggio 2018 in attuazione della Direttiva 2016/2258/UE

Il Decreto Legislativo n. 60 del 18 maggio 2018 (in attuazione della Direttiva 2016/2258/UE) prevede che in sede di verifica fiscale l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza possano avere accesso ai documenti, dati e informazioni raccolti dalle banche e dagli altri intermediari nell’espletamento dei propri obblighi di adeguata verifica della clientela a fini antiriciclaggio. Le nuove disposizioni si applicano agli accessi dell’autorità fiscale effettuati a far tempo dal 1° gennaio 2018. Direttiva Unione Europea n. 2018/822 (c.d. “DAC 6”)

In data 25 maggio 2018 il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato in via definitiva la Direttiva DAC 6 (Directive on Administrative Cooperation) sullo scambio automatico obbligatorio di informazioni nel settore fiscale. La Direttiva DAC 6 introduce un nuovo obbligo di segnalazione di informazioni alle autorità fiscali da parte di intermediari (tra cui le banche), qualora coinvolti in elaborazione, commercializzazione, organizzazione o gestione di schemi di pianificazione fiscale aggressiva transnazionale. Tra gli schemi in questione rientrano anche quelli volti ad aggirare gli obblighi di segnalazione previsti dalla normativa CRS (Common Reporting Standard) e l’utilizzo di strutture opache offshore per schermare i beneficiari effettivi di uno specifico provento. La mancata comunicazione da parte degli intermediari sarà passibile di sanzioni, che verranno stabilite dai singoli Stati Membri in sede di recepimento della Direttiva DAC 6. La Direttiva DAC 6 dovrà essere recepita dagli Stati Membri entro il 31 dicembre 2019 ed essere applicata a far tempo dal 1° luglio 2020. Vi è poi una particolarità che riguarda, inter alia, le banche: queste saranno soggette ad un obbligo di comunicazione entro il 31 agosto 2020 dei meccanismi transfrontalieri in essere a far tempo dal 25 giugno 2018. Sono in corso di valutazione gli impatti per il Gruppo UBI Banca derivanti dall’introduzione di tale Direttiva. Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 10 gennaio 2018 in tema di IFRS 9

In data 24 gennaio 2018 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana il Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 10 gennaio 2018 contenente disposizioni di coordinamento tra il principio contabile internazionale denominato International Financial Reporting Standard 9 e le regole di determinazione della base imponibile dell’imposta sul reddito delle società (IRES) e dell’imposta regionale sul valore della produzione (IRAP). Le disposizioni contenute nel Decreto sono state parzialmente modificate dalla Legge di Bilancio 2019.

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Le disposizioni del Decreto sono di grande interesse per le Società del Gruppo UBI Banca, le quali sono tenute a rappresentare nel proprio bilancio gli effetti dell’introduzione del nuovo principio contabile e fornire importanti indicazioni in tema di implicazioni fiscali connesse a crediti e strumenti finanziari. Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 6 aprile 2018 contenente le disposizioni attuative del c.d. “Gruppo IVA”

In data 18 aprile 2018 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il Decreto Ministeriale del 6 aprile 2018 con le disposizioni attuative in materia di Gruppo IVA, che è operativo a far tempo dal 1° gennaio 2019. Il Decreto disciplina i seguenti aspetti del Gruppo IVA:

- costituzione; - diritti e obblighi; - fatturazione e certificazione dei corrispettivi; - registrazioni, liquidazioni ed effettuazione dei versamenti; - comunicazioni periodiche e dichiarazione annuale; - rimborsi IVA.

Il Decreto prevede che al Gruppo IVA venga attribuito un proprio numero di partita IVA, che dovrà essere riportato in ogni dichiarazione, comunicazione o altro atto inerente il Gruppo. Per effetto del Gruppo IVA, sono irrilevanti ai fini IVA le operazioni infragruppo (sia le cessioni di beni che le prestazioni di servizi) che intercorrono tra i partecipanti al gruppo IVA, in quanto si tratta di operazioni interne all’unico soggetto passivo di nuova formazione (eccezione a questo principio è costituita dalle operazioni intercorse tra comparti diversi del gruppo IVA - cd. “attività separate” - per cui si applicano delle regole particolari). Di converso, le operazioni effettuate verso terzi da qualsiasi partecipante al gruppo si considerano effettuate ai fini IVA dal gruppo IVA e non dai singoli partecipanti, mentre le operazioni effettuate da terzi nei confronti di qualsiasi partecipante al gruppo si considerano effettuate ai fini IVA nei confronti del gruppo IVA e non dei singoli partecipanti. Il Decreto è di forte interesse per il Gruppo UBI, dato che dal 1° gennaio 2019 le seguenti società del gruppo UBI:

- UBI Banca S.p.A.; - UBI Sistemi e Servizi S.C.p.A.; - Prestitalia S.p.A.; - IW Bank S.p.A.; - Pramerica SGR S.p.A.; - UBI Leasing S.p.A.; - Unione di Banche Italiane per il Factoring – UBI Factor S.p.A.; - BPB Immobiliare S.r.l.; - Kedomus S.r.l.; - UBI Academy S.C. a r.l.; - BancAssurance Popolari S.p.A.; - BancAssurance Popolari Danni S.p.A.; - Mecenate S.r.l.; - Centrobanca Sviluppo Impresa S.p.A.; - UBI Finance S.r.l.; - UBI Finance CB 2 S.r.l.

compongono il “Gruppo IVA UBI” con partita IVA 04334690163. Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 14 maggio 2018 contenente le linee guida per l’applicazione delle disposizioni in tema di transfer pricing e Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 30 maggio 2018

In data 23 maggio 2018 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il Decreto Ministeriale del 14 maggio 2018 contenente le linee guida per l’applicazione delle disposizioni in tema di riconoscimento in Italia di una rettifica in diminuzione del reddito imponibile italiano a diretta conseguenza di una rettifica in aumento (definitiva e conforme al principio di libera concorrenza) effettuata da uno Stato in applicazione delle disposizioni

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relative all’accertamento sul transfer pricing. Le modalità attuative sono state successivamente precisate dal Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 30 maggio 2018. Le disposizioni in questione si applicano esclusivamente a rettifiche apportate da autorità fiscali di Stati con cui l’Italia ha in essere uno scambio di informazioni. Legge 9 agosto 2018 n. 96 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, recante disposizioni urgenti per la dignita' dei lavoratori e delle imprese” (c.d.“Decreto Dignità”)

La Legge 9 agosto n. 96 (c.d. “Decreto Dignità”) contiene prevalentemente misure riguardanti il lavoro. Tra le novità fiscali introdotte dal Decreto deve essere segnalata l’abolizione del regime dello split payment alle fatture emesse, tra l’altro, da professionisti.

*** Tra i documenti di prassi amministrativa emessi nel 2018 devono essere menzionati:

• Circolare n. 1/E/2018: l’Agenzia delle Entrate ha commentato le novità in tema di detrazione IVA a seguito delle modifiche introdotte dal Decreto Legge n. 50 del 24 aprile 2017;

• Circolare n. 3/E/2018: l’Agenzia delle Entrate ha illustrato le principali caratteristiche del regime dei Piani di Risparmio a lungo termine (c.d. “PIR”);

• Circolare n. 5/E/2018: il documento analizza le principali problematiche relative al regime fiscale dei premi di risultato e del welfare aziendale;

• Circolare n. 8/E/2018: l’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti in merito ai mezzi di pagamento ritenuti idonei per la deducibilità delle spese carburanti;

• Circolare n. 9/E/2018: l’Agenzia delle Entrate ha fornito ulteriori precisazioni sul regime IVA della scissione dei pagamenti (c.d. split payment) cui è soggetta UBI Banca;

• Risoluzione n. 26/E/2018: l’Agenzia delle Entrate esamina le conseguenze sul regime IVA delle prestazioni rese dalle banche depositarie derivanti dal recepimento in Italia della Direttiva 2014/91/UE;

• Risoluzione n. 54/E/2018: l’Agenzia delle Entrate fornisce le istruzioni sulla modalità di presentazione degli interpelli finalizzati all’esclusione o inclusione di soggetti passivi di imposta in un Gruppo IVA;

• Circolare n. 19/E/2018: l’Agenzia delle Entrate illustra il regime del Gruppo IVA, regime, cui dal 1° gennaio 2019, hanno aderito le società del gruppo UBI;

• Risposta interpello n. 954-914/2017: l’Agenzia delle Entrate esamina alcune specifiche problematiche connesse al regime IVA del servizio di consulenza in materia di investimenti.

Il contenzioso fiscale

IW Bank: sanzione per omesso parziale versamento saldo ritenute su interessi 2007

Nell’anno 2010 IW Bank procedeva a regolarizzare un parziale omesso versamento a saldo di ritenute su interessi da depositi e conti correnti corrisposti alla propria clientela sull’anno 2007- La regolarizzazione è avvenuta mediante versamento integrale delle ritenute omesse con i relativi interessi seguito dalla presentazione di una dichiarazione integrativa. IW Bank restava in attesa del provvedimento di irrogazione delle sanzioni amministrative posto che erano decorsi i termini per l’effettuazione del ravvedimento operoso. Nel 2011 l’Agenzia delle Entrate ha dapprima irrogato una sanzione amministrativa per infedele dichiarazione pari al 100% delle ritenute non dichiarate (sanzione versata da IW Bank in conformità alla legge vigente) e, successivamente, ha notificato ulteriore cartella di pagamento irrogando una sanzione per omesso versamento di ritenute alla fonte per circa 624 mila euro (pari al 30% delle ritenute non versate). IW Bank ha impugnato in giudizio la cartella, risultando vittoriosa in primo e secondo grado. Nel 2014 l’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso alla Corte di Cassazione e IW Bank si è costituita nei termini di legge. Si è in attesa della fissazione dell’udienza di trattazione.

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IW Bank: sanzione per omesso parziale versamento acconto ritenute su interessi 2007

Nel maggio 2011 l’Agenzia delle Entrate ha notificato a IW Bank una cartella di pagamento di circa 102mila euro, rilevando un presunto insufficiente versamento di acconto per ritenute su interessi da depositi e conti correnti corrisposti alla propria clientela ed irrogando una sanzione di 94mila euro oltre compenso di riscossione. La controversia si basa su fatto che IW Bank ha versato l’acconto su ritenute alla fonte in misura pari al 90% di quanto dovuto per l’anno precedente, mentre l’Agenzia delle Entrate riteneva che la base di commisurazione dell’ammontare da corrispondere fosse il 100% di quanto dovuto per l’anno precedente. IW Bank ha impugnato in giudizio la cartella, risultando vittoriosa in primo e secondo grado. Nel 2014 l’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso alla Corte di Cassazione e IW Bank si è costituita nei termini di legge. Si è in attesa della fissazione dell’udienza di trattazione Accertamenti ispettivi

Come già riportato nelle precedenti informative di Bilancio, il 3 dicembre 2015 è stato notificato ad alcuni consiglieri ed ex consiglieri e dirigenti ed ex dirigenti di IW Bank un “decreto di perquisizione locale e sequestro” contenente anche un “avviso di garanzia” in qualità di persone sottoposte ad indagini ai sensi degli artt. 369 e 369 bis C.P.P., emesso nei loro confronti dalla Procura della Repubblica di Milano. I reati dei quali viene supposta l’infrazione e quindi contestati sono l’associazione a delinquere ex art. 416 C.P., il riciclaggio e il concorso in riciclaggio ex artt. 110 e 648 bis C.P., l’autoriciclaggio e il concorso in autoriciclaggio ex artt. 110 e 648.1 ter C.P., nonché il reato penale tributario (e relativo concorso ai sensi dell’art. 110 C.P.) di “sottrazione fraudolenta dei beni al pagamento delle imposte” ex art. 11 D.Lgs. 74/2000. È infine anche contestata la supposta violazione degli obblighi, sanzionati penalmente, di adeguata verifica ex art. 55 D.Lgs. 231/2007. In relazione al procedimento in oggetto, il 20 luglio 2017 la Guardia di Finanza ha notificato alla Banca un avviso di garanzia, con contestuale avviso di chiusura delle indagini preliminari, nel quale la Procura ipotizza la responsabilità dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale di IW Bank, nel periodo maggio 2008 – maggio 2014, per il reato di ostacolo all’esercizio delle funzioni delle Autorità Pubbliche di Vigilanza (ex art. 2638 C.C.), in particolare per aver omesso di segnalare esaustivamente alla Banca d’Italia talune contestate carenze dei presidi e delle procedure antiriciclaggio. Nei confronti di IW Bank, in riferimento al medesimo reato presupposto di ostacolo all’esercizio delle funzioni delle Autorità Pubbliche di Vigilanza, la Procura ha formulato una ipotesi di responsabilità amministrativa ai sensi del D.Lgs. 231/2001 (ex art. 25 ter del predetto Decreto). Con esclusivo riferimento a tale ipotesi di reato, di ostacolo all’esercizio delle funzioni delle Autorità Pubbliche di Vigilanza (ex art. 2638 C.C.), il 26 ottobre 2017 l’Ufficio del Giudice per l’Udienza Preliminare presso il Tribunale di Milano ha notificato ad IW Bank, nella sua veste di ente responsabile ai sensi del D.Lgs. 231/2001, il decreto di fissazione dell’udienza preliminare, prevista per il giorno 12 aprile 2018, a seguito della richiesta di rinvio a giudizio depositata dal Pubblico Ministero in data 17 ottobre 2017. Si rileva che sia nell’avviso di chiusura delle indagini preliminari che nella successiva richiesta di rinvio a giudizio non vengono, allo stato, riproposte le più gravi ipotesi di reato richiamate nel decreto di perquisizione eseguito nel dicembre 2015. Nel contesto dell’udienza preliminare tutti gli imputati ed anche IW Bank, nella sua veste di ente responsabile ex D.Lgs. 231/2001, hanno fatto richiesta di definizione del procedimento mediante rito abbreviato. Il Giudice ha ammesso la richiesta ed ha rinviato per la discussione del giudizio abbreviato all’udienza del 26 novembre 2018. In seguito di ulteriore rinvio, l’udienza di inizio della discussione è attualmente prevista per il prossimo 25 marzo, con prosecuzione in data 26 e 28 marzo 2019. Covered Bond

Nel corso dei precedenti esercizi il Gruppo UBI ha proceduto a realizzare un’ulteriore diversificazione delle proprie fonti di funding istituzionale effettuando alcune emissioni di Obbligazioni Bancarie Garantite (Covered Bond) nell’ambito di un Programma di massimi 10 miliardi di euro pubblicato nel luglio 2008 ed il cui massimale di emissioni è stato poi

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innalzato, nell’esercizio 2014, a 15 miliardi di euro. Tale programma, “multioriginator”, prevede la partecipazione di tutte le Banche del Gruppo, fra cui IW Bank Private Investment. Garante delle emissioni è la società veicolo UBI Finance Srl, presso la quale è stato costituito un portafoglio di mutui residenziali ceduti dalle Banche del Gruppo aderenti al programma. In tale ambito la Banca ha apportato tempo per tempo un portafoglio complessivo che alla data di riferimento del presente bilancio ammonta a 153 milioni di euro, pari allo 0,98% del totale (debito residuo capitale al 31.12.2018), come rappresentato nella tabella sottostante:

Programma Residenziale Obbligazioni Bancarie Garantite UBI Banca (Programma da 15 miliardi di euro)

ORIGINATOR Partecipazione

banche orginator (*) % di partecipazione banche orginator (*)

UBI BANCA 15.519.740 99,02%

IW BANK 153.157 0,98%

PORTAFOGLIO COMPLESSIVO 15.672.897 100,00%

(*) Importo Debito residuo capitale al 31/12/2018 – (dati in migliaia di euro).

Nel corso dell’esercizio 2012 al programma da 10 miliardi è stato poi affiancato un secondo programma di Covered Bond, di massimi 5 miliardi di euro, finalizzato ad effettuare emissioni che saranno sottoscritte dalla stessa UBI Banca al fine di disporre di nuove poste stanziabili presso gli istituti centrali. Anche per questa seconda operazione è stata costituita una apposita Società Veicolo, denominata UBI Finance CB2 Srl, con funzione di garante delle emissioni della nuova serie di Covered Bond; ad UBI Finance CB2 Srl vengono ceduti principalmente mutui commerciali e, in aggiunta, mutui residenziali eleggibili ai fini di un’operazione di Covered Bond secondo la normativa nazionale. Nell’ambito di tale secondo programma la Banca ha apportato un portafoglio complessivo di 16,8 milioni di euro pari allo 0,65% del totale (debito residuo capitale al 31.12.2018), come rappresentato nella tabella sottostante:

Programma Retained Obbligazioni Bancarie Garantite UBI Banca (Programma da 5 miliardi di euro)

ORIGINATOR Partecipazione

banche orginator (*) % di partecipazione banche orginator (*)

UBI BANCA 2.565.591 99,35%

IWBANK 16.842 0,65%

PORTAFOGLIO COMPLESSIVO 2.582.433 100,00%

(*) Importo Debito residuo capitale al 31/12/2018 – (dati in migliaia di euro)

Riportiamo di seguito un prospetto riepilogativo delle emissioni di Covered Bond, relative ad entrambi i programmi, per l’ammontare in essere alla data della presente Relazione, e facciamo rimando per ulteriori dettagli sull’operazione e sul ruolo svolto dalla Banca in seno ai due Programmi Covered Bond, a quanto indicato in Nota Integrativa - Parte E - Sezione 1.1. Rischio di Credito - E. Operazioni di cessione– E.4 Operazioni di covered bond.

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Programma Residenziale Obbligazioni Bancarie Garantite UBI Banca

(Programma da 15 miliardi di euro) - Emissioni in essere al 31/12/2018

N. serie (*) ISIN Denominazione Data di emissione Data di

scadenza Capitale (**)

2 (pubblica) IT0004558794 UBI BANCA 4,000% CB due 16/12/2019 16/12/2009 16/12/2019 1.000.000.000,00

3 (privata) IT0004599491 UBI BANCA TV CB due 30/04/2022 30/04/2010 30/04/2022 79.545.460,00

6 (pubblica) IT0004682305 UBI BANCA 5,250% CB due 28/01/2021 28/01/2011 28/01/2021 1.000.000.000,00

12 (pubblica) IT0004966195 UBI BANCA 3,125% CB due 14/10/2020 14/10/2013 14/10/2020 1.500.000.000,00

14 (pubblica) IT0004992878 UBI BANCA 3,125% CB due 05/02/2024 05/02/2014 05/02/2024 1.000.000.000,00

17 (pubblica) IT0005067076 UBI BANCA 1,25% CB due 07/02/2025 07/11/2014 07/02/2025 1.000.000.000,00

18 (pubblica) IT0005140030 UBI BANCA 1% CB due 27/01/2023 27/10/2015 27/01/2023 1.250.000.000,00

19 (privata) IT0005155673 UBI BANCA TV CB due 14/12/2022 14/12/2015 14/12/2022 500.000.000,00

22 (pubblica) IT0005215147 UBI BANCA 0,375% CB due 14/09/2026 14/09/2016 14/09/2026 1.000.000.000,00

23 (pubblica) IT0005283491 UBI BANCA 1,125% CB due 04/10/2027 04/10/2017 04/10/2027 1.250.000.000,00

24 (pubblica) IT0005320673 UBI BANCA 0,50% CB due 15/07/2024 15/01/2018 15/07/2024 750.000.000,00

25 (pubblica) IT0005320665 UBI BANCA 1,25% CB due 15/01/2030 15/01/2018 15/01/2030 500.000.000,00

26 (pubblica) IT0005325151 UBI BANCA 1,780% CB due 23/02/2033 23/02/2018 23/02/2033 90.000.000,00

27 (pubblica) IT0005325334 UBI BANCA 1,750% CB due 25/02/2033 26/02/2018 25/02/2033 160.000.000,00

28 (privata) IT0005347973 UBI BANCA TV CB due 16/10/2028 16/10/2018 16/10/2028 700.000.000,00

29 (privata) IT0005355539 UBI BANCA TV CB due 10/12/2022 10/12/2018 10/12/2022 800.000.000,00

30 (privata) IT0005355547 UBI BANCA TV CB due 11/12/2023 10/12/2018 11/12/2023 500.000.000,00

Totale emissioni in essere al 31/12/2018 13.079.545.460

(**) per le obbligazioni in ammortamento si indica il valore nominale residuo alla data di riferimento del presente bilancio

Tutte le obbligazioni sopra indicate presentavano, alla data del 31 dicembre 2018, rating pari ad Aa2 da parte di Moody’s e ad AA da parte di DBRS.

Programma Retained Obbligazioni Bancarie Garantite UBI Banca (Programma da 5 miliardi di euro) - Emissioni in essere al 31/12/2018

N. serie (*) ISIN Denominazione Data di emissione

Data di scadenza

Capitale (**)

2 (privata) IT0004864663 UBI BANCA TV CB2 due 29/10/2022 29/10/2012 29/10/2022 400.000.000,00

3 (privata) IT0005002842 UBI BANCA TV CB2 due 05/03/2019 05/03/2014 05/03/2019 200.000.000,00

4 (privata) IT0005122418 UBI BANCA TV CB2 due 14/07/2021 14/07/2015 14/07/2021 650.000.000,00

5 (privata) IT0005202400 UBI BANCA TV CB2 due 24/06/2022 24/06/2016 24/06/2022 300.000.000,00

6 (privata) IT0005318560 UBI BANCA TV CB2 due 21/12/2023 21/12/2017 21/12/2023 300.000.000,00

7 (privata) IT0005355554 UBI BANCA TV CB2 due 10/12/2024 10/12/2018 10/12/2024 200.000.000,00

Totale emissioni in essere al 31/12/2018 2.050.000.000

Note: (*) si espongono solo le emissioni in essere alla data di riferimento del bilancio. Le serie che a tale data sono estinte sono pertanto state omesse dalla

tabella. (**) per le obbligazioni in ammortamento si indica il valore nominale residuo alla data di riferimento del presente bilancio. Tutte le obbligazioni sopra indicate presentavano, alla data del 31 dicembre 2018, rating pari ad A da parte di DBRS. La responsabilità sociale e ambientale

Il Gruppo UBI Banca orienta le proprie strategie alla creazione di valore sostenibile - in coerenza con i valori e i principi sanciti nella Carta dei Valori e nel Codice Etico, e con le aspettative etiche, sociali ed ambientali dei propri stakeholder - attraverso l’affermazione di un’identità aziendale forte e distintiva, il perseguimento di un clima di fiducia del personale, della base sociale e del mercato e un robusto controllo dei rischi, anche di natura reputazionale.

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Per maggiori dettagli su “La responsabilità sociale e ambientale” si rimanda alla “Dichiarazione consolidata di carattere non finanziario redatta ai sensi del D.Lgs. 30 dicembre 2016 n. 254 (Bilancio di Sostenibilità)” del Gruppo UBI Banca. Principali rischi e incertezze cui è esposta la Banca

Di seguito viene fornita l’informativa a livello di Gruppo.

Rischi

Il Gruppo UBI Banca, attribuendo valenza primaria alla misurazione, gestione e controllo dei rischi, quali attività necessarie a garantire una creazione di valore sostenibile nel tempo e a consolidarne la reputazione sui mercati di riferimento, si è dotato di un sistema di governo e presidio dei rischi che contempla gli ambiti organizzativo, regolamentare e metodologico al fine di garantire la coerenza dell’operatività alla propria propensione al rischio RAF (Risk Appetite Framework). Più in particolare, il Gruppo si è dotato di un framework di gestione dei rischi coerente con la regolamentazione e con le strategie del Gruppo, che si è evoluto nel corso degli anni in coerenza agli sviluppi della normativa di riferimento. Gli elementi principali del framework attuale riguardano:

Definizione della propensione al rischio (Risk Appetite Statement - RAS); Definizione del framework per la verifica di rischiosità prospettica quale elemento

integrante del processo di pianificazione strategica; Definizione del framework di stress test; Definizione delle politiche di governo dei rischi; Definizione delle metodologie funzionali al RAF; Definizione del framework di gestione del rischio di non viability cui è associato il

Recovery Plan di Gruppo; Declinazione e governo del RAF nelle Società del Gruppo; Definizione del framework e dei criteri di individuazione delle Operazioni di Maggior

Rilievo (OMR); Definizione del framework di monitoraggio dei rischi e di autovalutazione in ottica SREP.

Gli artt. 97 e seguenti della sezione III della Direttiva 2013/36/EU (c.d. CRD IV) disciplinano il “Processo di revisione e valutazione prudenziale” (Supervisory Review and Evaluation Process - SREP), ovvero il processo di controllo, revisione e valutazione prudenziale di competenza dell’Autorità di Vigilanza tramite il quale formula un giudizio complessivo sulla banca e attiva, ove necessario, misure correttive. A tal fine come previsto dall’art. 107 (3) della CRD IV, l’European Banking Autority (EBA) ha pubblicato delle “Guidelines”32 con l’obiettivo di promuovere procedure e metodologie comuni tra le Autorità Competenti per supportare il processo di revisione e valutazione prudenziale (SREP). Contribuiscono in maniera notevole alla determinazione dei requisiti di capitale e di liquidità nell’ambito del processo SREP di competenza dell’Autorità di Vigilanza i processi interni di determinazione e valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (Internal Capital Adequacy Assessment Process - ICAAP) e della liquidità (Internal Liquidity Adequacy Assessment Process - ILAAP), sulla base dei quali il Gruppo realizza annualmente “self assessment” focalizzati sull’identificazione dei rischi, sulle proprie condizioni di adeguatezza patrimoniale e di liquidità correnti, prospettiche e in condizioni di stress33. Entro la fine del mese di aprile, in ottemperanza alla normativa vigente, il Gruppo UBI Banca ha inviato all’Autorità di Vigilanza i Resoconti ICAAP e ILAAP 2017. In tale occasione i risultati delle valutazioni di adeguatezza patrimoniale e della liquidità hanno confermato la disponibilità di margini significativi per il mantenimento di una posizione patrimoniale e di liquidità, a livello corrente, prospettico e in condizioni di stress, superiore ai requisiti richiesti.

32 Cfr. “Guidelines on common procedures and methodologies for the supervisory review and evaluation process

(SREP)” EBA/GL/2014/13 19 dicembre 2014. Tali line-guida sono state finalizzate il 19 luglio 2018 con applicazione gennaio 2019.

33 Cfr. Final Report “Guidelines on ICAAP and ILAAP information collected for SREP purposes”, EBA/GL/2016/10 3 novembre 2016.

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Nell’ambito di tali processi, viene effettuata, in via continuativa, un’accurata identificazione dei rischi da sottoporre a valutazione. L’attività d’individuazione è finalizzata a verificare la rilevanza dei rischi già oggetto di valutazione e a cogliere i segnali del manifestarsi di eventuali altre categorie. L’identificazione prevede una precisa definizione concettuale dei rischi cui il Gruppo è esposto, l’analisi dei fattori che concorrono a generarli, nonché la descrizione delle relative modalità di manifestazione. Tale attività è realizzata attraverso un processo analitico centralizzato, integrato da un “self assessment” condotto con riferimento a tutte le entità del Gruppo. Una volta completata l’attività di individuazione dei rischi rilevanti, il processo ICAAP prevede la valutazione dei rischi per i quali è attribuito un capitale interno, e la determinazione delle risorse finanziarie disponibili AFR (Available Financial Resources)34 adatte a fronteggiarli (capital adequacy), in ottica corrente e prospettica. Per una migliore valutazione dell’esposizione ai rischi, dei sistemi di attenuazione e controllo e dell’adeguatezza di capitale, ci si avvale anche di prove di stress specifiche (mediante le quali si valutano gli impatti su di un singolo rischio) e globali (mediante le quali si valutano gli impatti su tutti i rischi contestualmente), anche in base a quanto previsto dai dettami forniti dalla Banca Centrale Europea nell’ambito dell’esercizio ufficiale di stress test promosso dall’EBA, conclusosi lo scorso novembre. A tal proposito si evidenzia che pur a fronte di un esercizio di stress particolarmente severo (sia in termini di scenario macro che di metodologia) svolto partendo da un anno straordinario per UBI, i ratio patrimoniali del Gruppo confermano buona resilienza, e registrano un impatto in ipotesi di scenario avverso migliore della media del campione europeo analizzato35. Considerate la mission e l’operatività, nonché il contesto di mercato in cui si trova a operare, sono stati individuati i rischi da sottoporre a valutazione nei processi di autovalutazione ICAAP e ILAAP, suddivisi nelle categorie: rischi di Primo Pilastro e Altri Rischi. I rischi di Primo Pilastro - già presidiati dal requisito regolamentare richiesto dalla Vigilanza - sono i seguenti:

rischio di credito: rischio di subire perdite derivanti dall’inadempienza di una controparte nei confronti della quale esiste un’esposizione creditizia. È compreso nella definizione anche il rischio di controparte, che ne costituisce una particolare fattispecie, rappresentando il rischio che la controparte di un’operazione risulti inadempiente prima del regolamento definitivo dei flussi finanziari di un’operazione36;

rischi di mercato: rischio di variazioni del valore di mercato degli strumenti finanziari detenuti per effetto di variazioni inattese delle condizioni di mercato e del merito creditizio dell’emittente37;

rischio operativo: rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni; rientrano in tale tipologia le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi

34 Per risorse finanziarie disponibili AFR (Available Financial Resources) o – in alternativa – “capitale complessivo”,

si intende la somma degli elementi patrimoniali che il Gruppo ritiene possano essere utilizzati a copertura del “capitale interno” e del “capitale interno complessivo”. Per “capitale interno” si intende il capitale a rischio, ovvero il fabbisogno di capitale relativo ad un determinato rischio che si ritiene necessario per coprire le perdite eccedenti un dato livello atteso. Con “capitale interno complessivo” si intende il capitale interno riferito a tutti i rischi rilevanti assunti dal Gruppo, incluse le eventuali esigenze di capitale interno dovute a considerazioni di carattere strategico.

35 Cfr. comunicato stampa del 2 novembre 2018 disponibile nella sezione “Investor relations” del sito internet istituzionale http://www.ubibanca.it/

36 Nell’ambito del rischio di credito viene altresì monitorata l’esposizione al rischio paese (rischio di perdite causate da eventi che si verificano in un Paese diverso dall’Italia), al rischio di trasferimento (rischio che una banca, esposta nei confronti di un soggetto che si finanzia in una valuta diversa da quella in cui percepisce le sue principali fonti di reddito, realizzi delle perdite dovute alle difficoltà del debitore di convertire la propria valuta nella valuta in cui è denominata l’esposizione e il rischio delle attività finanziarie di banking book

37 In quest’ambito vengono valutati anche il rischio cambio e rischio di posizioni in merci, il rischio base, che rappresenta il rischio di perdite causate da variazioni non allineate dei valori di posizioni di segno opposto simili ma non identiche, ed il rischio sovrano, che riguarda la capacità, o la volontà, del debitore sovrano di onorare i propri impegni di pagamento.

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naturali. In quest’ambito vengono valutati anche il rischio informatico38, il rischio legale, quello di condotta39, quello di non conformità e il rischio di riciclaggio e finanziamento al terrorismo che, con riferimento alla rilevazione delle perdite, confluiscono nei rischi operativi.

In aggiunta ai rischi di Primo Pilastro, sono stati identificati gli Altri Rischi che si dividono a loro volta in:

rischi misurabili, per i quali sono state identificate metodologie quantitative consolidate che conducono alla determinazione di un capitale interno e che consentono, unitamente a misure di natura qualitativa, la definizione di un processo di allocazione e di monitoraggio;

rischi soggetti a limiti quantitativi, per i quali sono definibili limiti operativi coerenti con la propensione al rischio - di natura quantitativa e ampiamente condivisi anche in letteratura, oppure oggetto di prescrizioni normative - per la loro misurazione, monitoraggio e attenuazione;

rischi non misurabili (o rischi soggetti a valutazione), per i quali si ritengono più appropriate policy, misure di controllo, attenuazione o mitigazione non esistendo approcci consolidati per la stima del capitale interno utili ai fini del processo di allocazione.

Gli Altri Rischi oggetto di analisi sono i seguenti40:

RISCHI MISURABILI

rischio di concentrazione: rischio derivante da esposizioni verso controparti, incluse le controparti centrali, gruppi di controparti connesse e controparti operanti nel medesimo settore economico, nella medesima regione geografica o che esercitano la stessa attività o trattano la stessa merce, nonché dall’applicazione di tecniche di attenuazione del rischio di credito, compresi, in particolare, i rischi derivanti da esposizioni indirette, come, ad esempio, nei confronti di singoli fornitori di garanzie;

rischio di tasso d’interesse derivante da attività diverse dalla negoziazione: rischio attuale o prospettico di una variazione del margine di interesse e del valore economico del Gruppo, a seguito di variazioni inattese dei tassi d’interesse che impattano il portafoglio bancario;

rischio di business legato alla volatilità del margine da commissioni: rischio di variazioni avverse e inattese del margine da commissioni rispetto ai dati previsti, legati alla volatilità dei volumi dovuta a pressioni competitive e situazioni di mercato;

rischio partecipativo: rischio di variazione del valore delle partecipazioni non consolidate integralmente;

rischio immobiliare: rischio di variazione di valore delle immobilizzazioni materiali del Gruppo.

rischio assicurativo: rischio connesso all’incertezza inerente l’ammontare e la tempistica degli impegni di natura assicurativa riferiti all’attività prodotta dalle società di assicurazioni;

38 Il ruolo sempre più determinante dei sistemi di Information and Communication Technology (ICT) nel

raggiungimento degli obiettivi di business e strategici di lungo periodo, ha fatto emergere in maniera evidente la necessità di avere controlli più stringenti e una gestione più efficace dei rischi ad essi associati. Tali necessità hanno spinto il Regulator a definire specifici aggiornamenti normativi in modo da rafforzare gli strumenti di presidio e governo del sistema ICT. Con riferimento agli aspetti relativi alla misurazione e gestione del rischio informatico, il nuovo contesto normativo ha definito specifici criteri basati sulla valutazione del rischio potenziale e sulla gestione del rischio residuo. In conformità a tali requisiti normativi il gruppo UBI ha definito il suo framewok di rischio informatico come il rischio di incorrere in perdite economiche, di reputazione e di quote di mercato in relazione all’utilizzo di tecnologia dell’informazione e della comunicazione. Tale definizione include anche i fenomeni di Cybercrime intesi come gli abusi della tecnologia informatica, sia hardware che software, finalizzati alla commissione di attività criminali. Nella rappresentazione integrata dei rischi aziendali tale tipologia di rischio è considerata secondo gli specifici aspetti dei rischi operativi, reputazionali e strategici.

39 Il rischio legale è definito come il rischio di perdite derivanti da violazioni di leggi o regolamenti, da responsabilità contrattuale o extra-contrattuale ovvero da altre controversie, mentre il rischio di condotta è definito come il rischio di incorrere in perdite economiche derivanti da violazione di leggi da azioni e/o omissioni intenzionali o negligenti.

40 Oltre ai rischi descritti nel presente paragrafo, si segnala che sono oggetto di regolamentazione nella normativa interna anche il rischio di emissione di obbligazioni bancarie garantite e verso soggetti collegati.

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rischio derivante da cartolarizzazioni: rischio che la sostanza economica dell’operazione di cartolarizzazione non sia pienamente rispecchiata nelle decisioni di valutazione e di gestione del rischio.

RISCHI SOGGETTI A LIMITI QUANTITATIVI

rischio di liquidità: rischio di inadempimento ai propri impegni di pagamento che può essere causato da incapacità di reperire fondi o di reperirli a costi superiori a quelli di mercato (funding liquidity risk) o dalla presenza di limiti allo smobilizzo delle attività (market liquidity risk) incorrendo in perdite in conto capitale41;

rischio di una leva finanziaria eccessiva: rischio che un livello di indebitamento particolarmente elevato rispetto alla dotazione di mezzi propri renda la banca vulnerabile, rendendo necessaria l’adozione di misure correttive al proprio piano industriale, compresa la vendita di attività con contabilizzazione di perdite che potrebbero comportare rettifiche di valore anche sulle restanti attività;

rischio di asset encumbrance: rischio connesso alla quota di attività vincolate, derivante dalla presenza di pretese sulla proprietà di un bene da una parte che non è proprietaria, che può avere impatto sulla trasferibilità e sull’uso del bene stesso.

RISCHI NON MISURABILI (O SOGGETTI A VALUTAZIONE)

rischio di compliance: rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, perdite finanziarie rilevanti o danni di reputazione in conseguenza di violazioni di norme imperative (di legge o di regolamenti) ovvero di autoregolamentazione (statuti, codici di condotta, codici di autodisciplina);

rischio di reputazione: rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell’immagine della banca da parte di clienti, controparti, azionisti della banca, investitori o autorità di vigilanza;

rischio residuo: rischio che le tecniche riconosciute per l’attenuazione del rischio di credito utilizzate dalla banca risultino meno efficaci del previsto;

rischio strategico: rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da cambiamenti del contesto operativo e/o decisioni aziendali errate, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa reattività a variazione del contesto competitivo. Il rischio strategico in senso stretto, o di posizionamento, si riferisce all’insuccesso associato a cambiamenti strutturali, cioè caratterizzati da discontinuità. Rientra nel rischio strategico la componente più specifica direttamente riconducibile al rischio di business, ovvero il rischio di potenziale flessione degli utili, derivante da inadeguata attuazione di decisioni aziendali e da cambiamenti del contesto operativo con riferimento al modello di business e alle scelte di business mix del Gruppo.

Di seguito vengono rappresentati i rischi con potenziali impatti significativi per il Gruppo UBI Banca e le azioni che sono state poste in essere per mitigarli. I rischi diversi da quelli di seguito citati, di marginale rilevanza all’interno del Gruppo, non si ritiene debbano subire variazioni significative nel corso dell’esercizio. Di seguito vengono rappresentati i rischi con potenziali impatti significativi per il Gruppo e le azioni che sono state poste in essere per mitigarli. Rischio di credito

L’evoluzione dei modelli di gestione, monitoraggio e recupero del credito ha determinato una profonda revisione organizzativa in termini di processi e strumenti di supporto e ha consentito al Gruppo UBI di misurarsi con il complesso contesto economico degli ultimi anni. Tra i principali punti di forza si evidenziano:

la definizione e l’attivazione di strategie di concessione del credito personalizzate per tipologia di clientela, in funzione del livello di rischio e degli Outlook settoriali, nonché tramite l’implementazione di strumenti ad hoc deputati al controllo della corretta attribuzione di politica creditizia;

41 All’interno del rischio di liquidità come sopra definito, viene considerato anche il rischio di liquidità a medio/lungo

termine (strutturale)derivante da uno squilibrio tra le fonti di finanziamento e gli impieghi.

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il supporto all’innovazione digitale in ambito crediti per sostenere la crescita degli impieghi con elevati standard di selezione della qualità del credito, attraverso, in particolare l’erogazione di prestiti personali a Privati a seguito di processi automatizzati di prevalutazione dei requisiti di affidabilità della controparte;

l’affinamento del nuovo modello organizzativo di Regolarizzazione Crediti (ex modello Gestione delle Morosità), in ottica di miglioramento dell'efficacia nella gestione e regolarizzazione delle posizioni irregolari mediante la riorganizzazione e il rafforzamento del modello operativo e organizzativo al fine di realizzare un contributo fattivo alla Rete nella regolarizzazione del credito;

forte presidio territoriale delle esposizioni creditizie attraverso ruoli qualificati/specializzati che operano sulle posizioni che presentano anomalie supportando le strutture di rete nella relativa regolarizzazione;

l’affinamento di indicatori di Early Warning volti ad ottenere importanti benefici in termini di focalizzazione nella rilevazione delle anomalie, anticipando maggiormente la rilevazione delle anomalie ed incrementando l’intercettamento del flusso a Non Performing, conformemente a quanto declinato dalla recente Normativa BCE (Guidance to Banks on Non Performing Loans);

il potenziamento della struttura di gestione accentrata delle controparti Non-Performing che prevede la specializzazione del trattamento delle posizioni per classi di appartenenza42 (c.d. cluster), in ottica di regolarizzazione delle posizioni e di presidio della qualità del credito e l'introduzione di una figura dedicata e specializzata (Gestore NPL);

l’introduzione di triggers di default detection – in coerenza con quanto previsto dalle Guidance BCE sui crediti Non-Performing e dalla disciplina in tema di Principio Contabile Internazionale IFRS9 – che rappresentano specifici indicatori di deterioramento della posizione al ricorrere dei quali la Banca è tenuta a valutare l’eventuale classificazione della controparte fra le Inadempienze Probabili o fra le Sofferenze ovvero a provvedervi direttamente in presenza di elevati livelli di gravità;

l’affinamento, a supporto del nuovo modello di governance creditizia (distinto fra Filiera Performing e Filiera Non Performing), della reportistica, nuova ed univoca, realizzata grazie al c.d. Quadro di Controllo Creditizio, caratterizzata da un elevato livello di automazione che permetta di rappresentare i dati in modo omogeneo, con un livello di dettaglio adeguato e con evidenza degli scostamenti rispetto al Budget, al NPL Strategic Plan e al Piano Industriale;

l’ottimizzazione del modello di recupero crediti attraverso la revisione della struttura dell’Area e l’affinamento delle regole di assegnazione della clientela classificata a Sofferenze al fine di rendere più rapida ed efficace la gestione delle posizioni da parte delle strutture dell’Area Recupero Crediti;

la finalizzazione di operazioni di cessione di Sofferenze, in ottica di massimizzazione del beneficio finale netto per il Gruppo in termini di derisking e posizione patrimoniale complessiva post cessione.

Per il primo semestre 2019 il Gruppo UBI intende sviluppare ulteriormente l'infrastruttura a supporto dell'attività di gestione del credito nelle diverse fasi del ciclo di vita dello stesso attraverso interventi specifici finalizzati a:

effettuare, a fronte dell’evoluzione normativa derivante dalle nuove linee guida emanate dalla BCE e dall’EBA, assessment specifici e gap analysis funzionali all’integrazione dei processi e delle procedure aziendali;

finalizzare le implementazioni dedicate al nuovo modello organizzativo di Regolarizzazione del Credito, attraverso la rivisitazione delle regole creditizie e il potenziamento degli strumenti IT a supporto a fronte dell’introduzione del nuovo modello;

sostenere ulteriormente la crescita degli impieghi con elevati standard di selezione della qualità del credito attraverso il monitoraggio delle strategie di concessione del credito personalizzate per tipologia di clientela, in funzione del livello di rischio e degli outlook settoriali di recente introduzione, nonché attraverso l’avvio dell’erogazione di prestiti

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personali a imprese del segmento POE mediante il supporto di processi automatizzati di prevalutazione dei requisiti di affidabilità della controparte;

potenziare ulteriormente la “macchina creditizia”, con particolare riferimento alla regolarizzazione delle posizioni a Inadempienza Probabile, anche tramite l’evoluzione del modello gestionale mediante la revisione e l’ampliamento del perimetro delle controparti da affidare a società esterne specializzate;

dare avvio all’applicazione delle regole definite dal Gruppo a fronte della nuova definizione di default, in linea con le previsioni normative europee (EBA Guidelines on the application of the definition of default – c.d. “DoD”) e adattare di conseguenza applicativi e procedure interessati;

adattare la normativa interna alle nuove “Guidelines on connected clients” in materia di Clienti Connessi, al fine di consentire la mappatura di più connessioni per singola controparte, in linea con le previsioni normative europee (EBA Guidelines on connected clients under Article 4(1)(39) of Regulation (EU) No 575/2013);

in tema di Sofferenze, ottimizzare ulteriormente il modello di recupero del credito attraverso la realizzazione di interventi informatici volti a efficientare le attività sia amministrative che di gestione dei processi.

Rischio di business

Lo scenario di graduale rallentamento che sta interessando l’economia mondiale desta ancora più preoccupazione alla luce del protezionismo americano. L’espansione, destinata ad estendersi anche nel 2019, dovrebbe accompagnarsi a pressioni inflazionistiche in lieve ripresa e a un ridimensionamento dello stimolo monetario oltre che al prosieguo delle tensioni commerciali fra Stati Uniti e Cina. Il commercio mondiale che al momento non ha risentito appieno dei dazi USA, potrebbe comunque accusarli con maggiore intensità nel 2019. Fra gli altri effetti si devono considerare anche quelli depressivi della domanda di importazioni e della svalutazione delle valute dei Paesi emergenti oltre che dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. La rimozione dello stimolo economico, già avanzata da parte della Federal Reserve, il prossimo anno dovrebbe manifestarsi ad un ritmo meno veloce. Le Banche centrali appaiono orientate a rimuovere lo stimolo monetario ma la gestione del processo è molto lenta e caratterizzata, comunque, da estrema prudenza. Alla Fed che continua il suo graduale percorso di rialzo dei tassi d’interesse e riduzione del bilancio si accompagnano le azioni della BCE e BoE dove il livello dei tassi resta comunque al minimo storico. In tale contesto risulta elevata la competizione in termini di prezzo sul fronte dell’erogazione di credito da parte degli operatori di sistema anche a seguito dell’accesso a forme di funding regolamentate dalla Banca Centrale Europea (leggasi Targeted Long Term Repo - TLTRO). Contesto macroeconomico, estrema volatilità dei mercati e le pressioni competitive conseguenti la rilevante liquidità sul mercato del credito determinano compressioni dei margini e della redditività degli operatori. Il Gruppo UBI Banca continua pertanto a proporre opportune manovre sulla rete commerciale atte al conseguimento degli obiettivi individuati in termini di volumi e pricing degli impieghi in coerenza con il livello di qualità del credito prefissato. Rischio sovrano

Pur rimanendo ancora prevalente l'esposizione sui titoli governativi, in particolare titoli di Stato italiani43, è da tempo in atto il piano di diversificazione e di graduale contenimento della concentrazione del portafoglio di banking book in coerenza con le linee strategiche fissate dal Piano Industriale. Il portafoglio titoli di proprietà del Gruppo bancario è quindi stato ridotto e diversificato proprio riducendo la concentrazione in titoli governativi italiani in arco piano. Rischio assicurativo

A seguito dell’acquisizione delle Nuove Banche il nuovo perimetro di Gruppo include anche le Società assicurative Vita BancAssurance Popolari Spa (ramo Vita) e BancAssurance Popolari

43 Per dettagli relativi al valore delle esposizioni al rischio sovrano si rimanda al capitolo “L’attività finanziaria”

paragrafo “L’esposizione al rischio sovrano” della presente Relazione.

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Danni Spa (ramo Danni). Limitatamente al perimetro assicurativo si segnala che le misurazioni gestionali del Solvency Ratio rispettano quanto previsto dalla normativa Solvency II.

***

L’informativa di dettaglio sugli obiettivi e le politiche in materia di gestione del rischio finanziario, nonché sull’esposizione del Gruppo al rischio di prezzo, al rischio di credito, al rischio di liquidità e al rischio di variazione dei flussi finanziari – prevista dall’art. 2428 C.C. - è riportata nella parte E della Nota Integrativa Consolidata, alla quale si rimanda. Incertezze

L’incertezza è definita come un evento possibile il cui potenziale impatto, riconducibile a una delle categorie di rischio identificate sopra, non è al momento determinabile e quindi quantificabile. Il Gruppo opera in uno scenario in cui le aspettative di crescita si confermano favorevoli, sul quale gravano tuttavia alcuni specifici fattori di rischio, potenzialmente negativi per la crescita medesima. Tali elementi di incertezza potrebbero manifestarsi con impatti riconducibili essenzialmente ai rischi di credito, pur senza intaccare la solidità patrimoniale del Gruppo UBI Banca. Inoltre, l’eventuale acutizzarsi e il perdurare di tensioni sui mercati finanziari - con la possibile chiusura dei mercati istituzionali – potrebbero determinare rallentamenti nella raccolta di liquidità necessaria per finanziare gli impieghi caratteristici della Banca a medio/lungo termine, oltre ad un aumento del costo del funding. In particolare, le principali incertezze individuate per il 2019 attengono ai seguenti aspetti:

l’evoluzione del quadro macroeconomico. In particolare, le principali incertezze individuate per il 2019 attengono ai seguenti aspetti:

l’andamento dello spread tra governativi Italiani e quelli tedeschi che nel corso del 2019 potrebbe ampliarsi in seguito alle incertezze derivanti dalla politica interna italiana in relazione alle elezioni europee che potrebbero portare a situazioni di instabilità dell’esecutivo;

la ripartenza seppur lenta dell’euribor che dopo anni di valori negativi, potrebbe riportarsi su valori prossimi allo zero dal 2020. Un aumento potrebbe già verificarsi nel corso del 2019 rimanendo tuttavia su valori negativi, mentre in relazione ai tassi Eurirs, si potrebbe verificare un incremento maggiore sospinto dalle aspettative di medio termine;

il rischio di un rallentamento dell’economia globale, infine, sembra palesarsi in maniera sempre più chiara sulla scorta di evidenze macro negli Stati Uniti e in Cina il cui livello di crescita potrebbe scendere al di sotto del 6% nell’anno in corso. Il rallentamento del ciclo, ormai prossimo al termine, appare inoltre ulteriormente frenato in un contesto di tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina e difficoltà di crescita di molti paesi Emergenti;

l’evoluzione del quadro politico. Alcuni specifici fattori di rischio che potrebbero compromettere un quadro che rimane relativamente favorevole sono: (i) questioni geopolitiche ancora irrisolte, (ii) incertezza legata all’esito delle elezioni politiche europee e nazionali del 2019 e alla tipologia di accordo di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea (cd “Brexit”); (iii) modifica degli equilibri commerciali tra i maggiori partner internazionali, (iv) impatto della progressiva eliminazione delle misure straordinarie di stimolo da parte di alcune delle principali Banche centrali, (v) elevato livello di indebitamento globale;

l’evoluzione del contesto normativo. Il contesto normativo è sottoposto a diverse dinamiche di mutamento a seguito sia dell'emanazione di vari provvedimenti normativi, a livello europeo e nazionale, con le relative disposizioni regolamentari di attuazione in materia di prestazione di servizi bancari, sia di correlati indirizzi giurisprudenziali. Tale scenario richiede un particolare sforzo sia interpretativo che attuativo e talvolta ha inciso direttamente sui profili di redditività delle banche e/o sui costi per la clientela. In particolare si segnalano:

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le proposte di adeguamento dei modelli interni relativi al rischio di credito, finalizzate a rendere omogenee e robuste le risultanze dei modelli stessi e maggiormente confrontabili a livello europeo i valori delle RWA (approccio IRB), potrebbero comportare adeguamenti nei modelli interni di rating e LGD e sulle svalutazioni dei crediti. A tal proposito si segnala l’iniziativa della BCE, avviata a fine 2015 e da concludersi entro il 2019, relativamente all’analisi mirata dei modelli interni (Targeted Review of Internal Models – TRIM) finalizzata a valutare la conformità ai requisiti regolamentari dei modelli interni attualmente utilizzati dalle banche, nonché la loro attendibilità e comparabilità;

la revisione del quadro regolamentare di Basilea III comporta modifiche nelle metodologie di calcolo delle attività ponderate per il rischio, per il rischio di credito, operativo e di mercato. La definizione di queste regole, che rientrano nel framework c.d. di Basilea IV, è volta ad allineare maggiormente a livello europeo alcuni ambiti applicativi della normativa stessa attraverso l’emanazione di specifici standard tecnici di implementazione che potrebbero richiedere alla Banca adeguamenti relativi alla gestione dei modelli e dei processi relativi al rischio di credito e all’adeguatezza patrimoniale;

Elementi di attenzione potrebbero essere inoltre determinati dall’entrata in vigore della nuova Direttiva sui Servizi di Pagamento (PSD2), che potrebbe comportare un innalzamento del livello di concorrenza in quanto introduce una nuova minaccia di disintermediazione anche in favore di nuove tipologie di competitor ammesse ad operare nel settore finanziario.

*** I rischi e le incertezze sopra illustrati sono stati oggetto di un processo di valutazione teso anche a evidenziare gli impatti di variazioni di parametri e condizioni di mercato sulla performance aziendale. Il Gruppo infatti è dotato di strumenti di misurazione dei possibili impatti di rischi e incertezze sulla propria operatività (in particolare attraverso analisi di sensitivity e prove di stress), che consentono, con tempestività e continuità, l’adeguamento delle proprie strategie – in termini di modello distributivo, organizzativo e di gestione/razionalizzazione dei costi – rispetto ai mutamenti del contesto di riferimento. I rischi e le incertezze sono altresì oggetto di costante osservazione attraverso il corpo normativo di policy di rischio adottate dal Gruppo: le policy vengono aggiornate in relazione a cambiamenti della strategia, del contesto e delle aspettative di mercato. L’attività di monitoraggio periodico delle stesse è finalizzata alla verifica del loro stato di attuazione e della loro adeguatezza. Le analisi svolte indicano che il Gruppo è in grado di fronteggiare i rischi e le incertezze a cui è esposto, confermando pertanto i presupposti della propria continuità.

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Fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio

Si rimanda a quanto indicato nella “Parte A - Politiche contabili - Sezione 3 - Eventi successivi alla data di riferimento del Bilancio”.

Evoluzione prevedibile della gestione

La dinamica dei proventi operativi per il prossimo esercizio è prevista in crescita, con una differenziazione delle dinamiche delle singole componenti. Il margine di interesse è previsto in forte crescita in particolare per effetto della ricomposizione interna del portafoglio di investimento sia per la positiva dinamica dei tassi di interesse già registrata nel corso del secondo semestre del 2018. Le commissioni nette, pur considerando gli effetti derivanti dall’introduzione delle nuove normative, sono previste in crescita per effetto combinato di diversi fattori di sviluppo, in particolare, l’evoluzione dei servizi di consulenza evoluta, il processo di ricomposizione della raccolta totale a favore del risparmio gestito e assicurativo, la progressiva messa in atto dei piani di sviluppo riguardanti la rete dei consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, il lancio di nuovi prodotti a valore sui canali fisico e on line, lo sviluppo dell’attività di trading grazie ad azioni commerciali mirate e dall’acquisizione di nuova clientela Istituzionale. Gli oneri operativi sono previsti in lieve incremento principalmente per effetto dell’evoluzione dell’organico e per i previsti investimenti relativi al piano di evoluzione dell’architettura informatica della Banca. La particolare prudenza che caratterizza il portafoglio in bonis e la costante riduzione del flusso di nuovi crediti deteriorati, dovrebbe consentire di mantenere invariato il costo del credito.

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Proposte all’assemblea Signori Azionisti, sottoponiamo alla Vostra approvazione il Bilancio per l’esercizio 2018 in tutte le sue componenti. Sottoponiamo altresì alla Vostra approvazione, il riparto dell’utile di esercizio di 4.457.688,17 euro come segue:

PROGETTO DI DESTINAZIONE DEGLI UTILI

Utile netto 2018 4.457.688

Utile da ripartire:

- a riserva legale 222.884

- a riserva straordinaria 4.234.804

Milano, 5 febbraio 2019.

Il Consiglio di Amministrazione

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Prospetti Contabili

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Stato Patrimoniale (in unità di euro)

Voci dell'attivo 31/12/2018 31/12/2017 Variazione

annua Variazione %

annua Riesposto

10. Cassa e disponibilità liquide 2.481.021 2.331.564 149.457 6,41

20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 2.208.785 1.747.694 461.091 26,38

a) Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2.460 2.356 105 4,44

c) Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 2.206.325 1.745.338 460.987 26,41

30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva

61.691 87.134 (25.443) (29,20)

40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 3.110.536.475 3.073.587.059 36.949.415 1,20

a) Crediti verso banche 2.581.792.651 2.476.421.048 105.371.603 4,25

b) Crediti verso clientela 528.743.824 597.166.011 (68.422.187) (11,46)

70. Partecipazioni 2.305.513 2.305.513 - -

80. Attività materiali 1.331.392 1.546.584 (215.192) (13,91)

90. Attività immateriali 41.807.484 41.836.060 (28.576) (0,07)

- avviamento 41.807.484 41.807.484 - -

100. Attività fiscali 21.951.701 21.620.291 331.410 1,53

a) correnti 12.013.402 11.953.662 59.740 0,50

b) anticipate 9.938.299 9.666.628 271.671 2,81

120. Altre attività 74.294.840 66.853.932 7.440.908 11,13

Totale dell'attivo 3.256.978.902 3.211.915.831 45.063.070 1,40

Voci del passivo e del patrimonio netto 31/12/2018 31/12/2017 Variazione

annua Variazione %

annua Riesposto

10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 3.058.685.127 3.016.303.675 42.381.452 1,41

a) Debiti verso banche 251.037.888 194.102.737 56.935.151 29,33

b) Debiti verso clientela 2.797.642.827 2.810.878.538 (13.235.711) (0,47)

c) Titoli in circolazione 10.004.412 11.322.400 (1.317.987) (11,64)

60. Passività fiscali 4.979.891 4.283.006 696.885 16,27

a) correnti 2.135.407 1.737.520 397.887 22,90

b) differite 2.844.483 2.545.486 298.998 11,75

80. Altre passività 31.253.302 33.513.259 (2.259.956) (6,74)

90. Trattamento di fine rapporto del personale 1.192.332 1.376.428 (184.096) (13,37)

100. Fondi per rischi e oneri 19.093.276 17.265.034 1.828.242 10,59

a) impegni e garanzie rilasciate 513.241 224.250 288.991 n.s.

c) altri fondi per rischi e oneri 18.580.035 17.040.784 1.539.251 9,03

110. Riserve da valutazione (642.752) (617.758) (24.994) 4,05

140. Riserve 70.010.037 77.275.758 (7.265.721) (9,40)

160. Capitale 67.950.000 67.950.000 - -

180. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) 4.457.688 (5.433.571) 9.891.259 n.s.

Totale del passivo e del patrimonio netto 3.256.978.902 3.211.915.831 45.063.071 1,40

Relativamente al 31 dicembre 2017 la riesposizione sopra rappresentata delle voci dello schema patrimoniale pubblicato nel Bilancio, al nuovo schema introdotto dal 5° aggiornamento della Circolare Banca d’Italia n. 262/2005 è stata effettuata, a parità di valori contabili ex IAS 39, nel rispetto del business model identificato dal Gruppo in applicazione del principio IFRS 9, escludendo l’impatto dell’applicazione delle previsioni del principio contabile IFRS 9, in termini di “misurazione” ed “impairment”.

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Conto Economico (in unità di euro)

Voci 31/12/2018 31/12/2017 Riesposto

Variazione annua

Variazione % annua

10. Interessi attivi e proventi assimilati 25.384.251 22.585.922 2.798.329 12,39

di cui: interessi attivi calcolati con il metodo dell'interesse effettivo 24.899.751 24.899.751 -

20. Interessi passivi e oneri assimilati (4.537.316) (5.239.694) 702.379 (13,40)

30. Margine di interesse 20.846.935 17.346.227 3.500.708 20,18

40. Commissioni attive 115.019.971 128.945.655 (13.925.684) (10,80)

50. Commissioni passive (57.393.718) (68.468.021) 11.074.303 (16,17)

60. Commissioni nette 57.626.253 60.477.634 (2.851.381) (4,71)

70. Dividendi e proventi simili 14.918 12.783 2.135 16,70

80. Risultato netto dell’attività di negoziazione 64.234 49.499 14.736 29,77

90. Risultato netto dell’attività di copertura - (32.506) 32.506 -

100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: (212.875) 476 (213.352) n.s.

a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato (212.895) (3) (212.892) n.s.

c) passività finanziarie 19 479 (460) (95,96)

110. Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico (548.094) - (548.094) -

b) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value (548.094) - (548.094) -

120. Margine di intermediazione 77.791.372 77.854.113 (62.742) (0,08)

130. Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito di: (1.220.359) (3.825.708) 2.605.349 (68,10)

a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato (1.220.359) (1.591.290) 370.931 (23,31)

b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva - (2.234.418) 2.234.418 -

140. Utili/perdite da modifiche contrattuali senza cancellazioni (450.896) - (450.896) -

150. Risultato netto della gestione finanziaria 76.120.117 74.028.406 2.091.711 2,83

160. Spese amministrative: (84.398.691) (88.985.694) 4.587.003 (5,15)

a) spese per il personale (21.576.641) (21.312.122) (264.520) 1,24

b) altre spese amministrative (62.822.050) (67.673.572) 4.851.522 (7,17)

170. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (2.816.906) (5.637.547) 2.820.641 (50,03)

a) impegni per garanzie rilasciate 56.497 (59.239) 115.736 n.s.

b) altri accantonamenti netti (2.873.403) (5.578.308) 2.704.905 (48,49)

180. Rettifiche/Riprese di valore nette su attività materiali (318.606) (384.969) 66.362 (17,24)

190. Rettifiche/Riprese di valore nette su attività immateriali (28.576) (377.957) 349.381 (92,44)

200. Altri oneri/proventi di gestione 15.894.201 14.787.413 1.106.789 7,48

210. Costi operativi (71.668.578) (80.598.754) 8.930.176 (11,08)

250. Utili (Perdite) da cessione di investimenti 3 (1.268) 1.271 n.s.

260. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 4.451.542 (6.571.617) 11.023.158 n.s.

270. Imposte sul reddito dell'esercizio dell’operatività corrente 6.146 1.138.046 (1.131.899) (99,46)

280. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 4.457.688 (5.433.571) 9.891.259 n.s.

300. Utile (Perdita) d'esercizio 4.457.688 (5.433.571) 9.891.259 n.s.

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Prospetto della Redditività Complessiva (in unità di euro)

Voci 31/12/2018 31/12/2017

Riesposto

10. Utile (Perdita) d'esercizio 4.457.688 (5.433.571)

Altre componenti reddituali al netto delle imposte senza rigiro a conto economico (24.994) (29.696)

20. Titoli di capitale designati al fair value con impatto sulla redditività complessiva (16.665)

70. Piani a benefici definiti (8.329) (29.696)

Altre componenti reddituali al netto delle imposte con rigiro a conto economico - 512.791

140. Attività finanziarie (diverse dai titoli di capitale) valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva - 512.791

170. Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte (24.994) 483.095

180. Redditività complessiva (Voce 10+170) 4.432.694 (4.950.476)

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Prospetto delle Variazioni del Patrimonio Netto Movimentazione al 31 Dicembre 2018 (in unità di euro)

Esistenze al Modifica

saldi di apertura

Esistenze al

Allocazione risultato esercizio precedente

Variazioni dell'esercizio

Patrimonio netto al

Variazioni di riserve

Operazioni sul patrimonio netto Redditività complessiva esercizio

2018

31/12/2017 01/01/2018

riserve dividendi e

altre destinazioni

Emissione nuove azioni

Acquisto azioni proprie

Acconti su

dividendi

Distribuzione straordinaria

dividendi

Variazione strumenti di capitale

Derivati su

proprie azioni

Stock options

31/12/2018

Capitale: 67.950.000 67.950.000 - - - - - 67.950.000

a) Azioni ordinarie 67.950.000 67.950.000 - - 67.950.000

b) altre azioni - -

Sovrapprezzi di emissione

- - -

Riserve: 76.751.784 - 75.401.304 (5.433.571) - 42.304 - - - 70.010.037

a) di utili 21.931.166 (1.350.480) 20.580.687 (5.433.571) (364) - - 15.146.752

b) altre 54.820.618 - 54.820.618 42.668 - 54.863.285

Riserve da valutazione

(93.784) (523.974) (617.758) (24.994) (642.752)

Strumenti di capitale - - - -

Acconti su dividendi - - - -

Azioni proprie - -

Utile (Perdita) di esercizio

(5.433.571) - (5.433.571) 5.433.571 4.457.688 4.457.688

Patrimonio Netto 139.174.430 - 137.299.976 - - 42.304 - - - - - - - 4.432.694 141.774.973

I valori esposti nella colonna “Modifica saldi di apertura” rappresentano gli impatti sul patrimonio netto derivanti dalla First Time Adoption del principio contabile IFRS9; per maggiori dettagli si rinvia alla “Parte A – Politiche contabili” della presente Nota Integrativa.

In data 28 febbraio 2018 l’Assemblea dei Soci ha deliberato la copertura della perdita dell’esercizio 2017, pari ad euro 5.433.571, mediante l’utilizzo delle Riserve.

Gli importi indicati nella colonna “Variazioni di Riserve” alla voce “b) altre” corrispondono alla rilevazione per l’esercizio in corso della riserva di stock granting connessa al sistema di incentivazione del Top Management.

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Prospetto delle Variazioni del Patrimonio Netto Movimentazione al 31 Dicembre 2017 (in unità di euro)

Esistenze al Modifica saldi di apertura

Esistenze al

Allocazione risultato esercizio precedente

Variazioni dell'esercizio

Patrimonio netto al

Variazioni di riserve

Operazioni sul patrimonio netto Redditività complessiva

esercizio 2017

31/12/2016 01/01/2017

riserve dividendi e

altre destinazioni

Emissione nuove azioni

Acquisto azioni proprie

Distribuzione straordinaria

dividendi

Variazione strumenti di capitale

Derivati su

proprie azioni

Stock options

31/12/2017

Capitale: 67.950.000 67.950.000 - - - - 67.950.000

a) Azioni ordinarie 67.950.000 67.950.000 - - 67.950.000

b) altre azioni - -

Sovrapprezzi di emissione - - - - -

Riserve: 83.611.788 - 83.611.788 (6.913.282) 53.279 - - 76.751.784

a) di utili 28.844.449 - 28.844.449 (6.913.282) - - - 21.931.166

b) altre 54.767.339 - 54.767.339 - 53.279 - - 54.820.618

Riserve da valutazione (576.879) - (576.879) - 483.095 (93.784)

Strumenti di capitale - - - -

Azioni proprie - - - - -

Utile (Perdita) di esercizio (6.913.282) - (6.913.282) 6.913.282 - (5.433.571) (5.433.571)

Patrimonio Netto 144.071.626 - 144.071.626 - - 53.279 - - - - - - (4.950.475) 139.174.430

In data 28 febbraio 2017 l’Assemblea dei Soci ha deliberato la copertura della perdita dell’esercizio 2016, pari ad euro 6.913.282, mediante l’utilizzo della Riserva Straordinaria. Gli importi indicati nella colonna “Variazioni di Riserve” alla voce “b) altre” corrispondono alla rilevazione per l’esercizio in corso della riserva di stock granting connessa al sistema di incentivazione del Top Management.

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Rendiconto Finanziario (in unità di euro)

A. ATTIVITA' OPERATIVA Importo Importo

31/12/2018 31/12/2017 Riesposto

1. Gestione 10.005.897 4.544.076

- risultato d'esercizio (+/-) 4.457.688 (5.433.571)

- plus/minusvalenze su attività finanziarie detenute per la negoziazione e sulle altre attività/passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico (-/+) 547.979 (1.189)

- plus/minusvalenze su attività di copertura (-/+) - 32.506

- rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento(+/-) 1.476.437 4.454.963

- rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/-) 347.183 762.926

- accantonamenti netti a fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi (+/-) 3.172.779 5.866.487

- imposte, tasse e crediti d’imposta non liquidati (+/-) (6.146) (1.138.046)

- rettifiche/riprese di valore nette delle attività operative cessate al netto dell'effetto fiscale (+/-) -

- altri aggiustamenti (+/-) 9.978

2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie (48.103.199) (38.201.327)

- attività finanziarie detenute per la negoziazione 28 3

- altre attività obbligatoriamente valutate al fair value (994.180)

- attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 544 (1.978.557)

- attività finanziarie valutate al costo ammortizzato (40.011.315) (34.992.816)

- altre attività (7.098.276) (1.229.956)

3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie 38.350.170 34.360.229

- passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 42.381.452 32.703.402

- altre passività (4.031.282) 1.656.827

Liquidità netta generata/assorbita dall'attività operativa 252.868 702.978

B. ATTIVITA' DI INVESTIMENTO

1. Liquidità generata da 3 13.937

- dividendi incassati su partecipazioni - 12.783

- vendite di attività materiali 3 1.154

2. Liquidità assorbita da (103.414) (321.327)

- acquisti di attività materiali (103.414) (321.327)

Liquidità netta generata/assorbita dall'attività d'investimento (103.411) (307.390)

LIQUIDITA' NETTA GENERATA/ASSORBITA NELL'ESERCIZIO 149.457 395.588

Legenda: (+) Generata (-) Assorbita Riconciliazione rendiconto finanziario

Voci di bilancio Importo Importo

31/12/2018 31/12/2017 Riesposto

Cassa e disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio 2.331.564 1.935.976

Liquidità totale netta generata/assorbita nell'esercizio 149.457 395.588

Cassa e disponibilità liquide alla chiusura dell'esercizio 2.481.021 2.331.564

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La Nota Integrativa

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La nota integrativa

La nota integrativa è suddivisa nelle seguenti parti:

1) Parte A - Politiche contabili 2) Parte B - Informazioni sullo stato patrimoniale 3) Parte C - Informazioni sul conto economico 4) Parte D - Redditività complessiva 5) Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura 6) Parte F - Informazioni sul patrimonio 7) Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti impresa o rami d’azienda 8) Parte H - Operazioni con parti correlate 9) Parte I - Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali

10) Parte L - Informativa di settore

Parte A - Politiche Contabili A.1 - Parte Generale Sezione 1 Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali

Il presente bilancio è redatto in conformità ai principi contabili internazionali IAS/IFRS44 emanati dall’International Accounting Standard Board (IASB) ed alle relative interpretazioni dell’International Financial Reporting Interpretation Committee (IFRIC) omologati dalla Commissione Europea ed in vigore al 31 dicembre 2018, recepiti dal nostro ordinamento dal D. Lgs. 38/2005 che ha esercitato l’opzione prevista dal Regolamento (CE) N. 1606/2002 in materia di principi contabili internazionali. Non sono state effettuate deroghe all’applicazione dei principi contabili IAS/IFRS. Il bilancio contiene Stato Patrimoniale, Conto Economico, Prospetto della Redditività Complessiva, Rendiconto Finanziario, Prospetto delle variazioni del Patrimonio Netto, Nota Integrativa e le relative informazioni comparative, ed è corredato dalla Relazione sull’andamento della gestione. Il progetto di bilancio, approvato dal Consiglio di Amministrazione del 5 febbraio 2019, è sottoposto a revisione contabile da parte della società di revisione Deloitte & Touche S.p.A., in esecuzione della delibera assembleare del 10 aprile 2017 che le ha conferito l’incarico fino alla redazione del Bilancio d’esercizio del 2025. Sezione 2 Principi generali di redazione La redazione del bilancio è avvenuta in base ai criteri di valutazione, adottati nell’ottica della continuità aziendale ed in ossequio ai principi di competenza, rilevanza dell’informazione, nonché di prevalenza della sostanza economica sulla forma giuridica. Il bilancio è redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, la situazione finanziaria, il risultato economico dell’esercizio, la variazione del patrimonio netto ed i flussi di cassa. Le informazioni riportate nel presente fascicolo di bilancio, se non diversamente specificato, sono espresse in euro quale moneta di conto e le situazioni finanziarie, patrimoniali,

44 Tali principi, nonché le relative Interpretazioni, sono applicati in funzione del verificarsi degli eventi da questi

disciplinati a far tempo dalla data di applicazione obbligatoria dei medesimi, se non diversamente specificato. Per completezza informativa si veda, in proposito, il successivo paragrafo “Elenco dei principi IAS/IFRS omologati dalla Commissione Europea”.

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economiche, le note informative di commento e le tabelle esplicative sono esposte in migliaia di euro. I relativi arrotondamenti sono stati effettuati tenendo conto delle disposizioni indicate da Banca d’Italia. Gli schemi di bilancio utilizzati nel presente bilancio sono conformi a quelli definiti dalla Circolare di Banca d’Italia n. 262/200545 e successive modifiche e integrazioni46; essi forniscono, oltre al dato contabile al 31 dicembre 2018 l’analoga informazione comparativa al 31 dicembre 2017 e non riportano le voci non valorizzate per l’esercizio corrente e precedente. In ossequio alle previsioni della Comunicazione Banca d’Italia del 30 ottobre 2018, contenente tra l’altro taluni chiarimenti in merito alle modalità di compilazione di alcune tabelle di nota integrativa47, relativamente al prospetto di Conto Economico, la Banca ha esposto le componenti economiche afferenti alla valutazione delle attività finanziarie, oggetto di cessione nel corso dell’esercizio, rilevate dall’inizio dell’esercizio sino alla data dell’eliminazione contabile, nella voce “130a. Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito di: attività finanziarie valutate al costo ammortizzato”. Conseguentemente, rispetto all’informativa finanziaria periodica già pubblicata nel corso del 2018, la Banca ha provveduto a riclassificare dalla sottovoce “100a. Utile (perdite) da cessione o riacquisto di: attività finanziarie valutate al costo ammortizzato” dove erano state in precedenza rilevate in linea con la prassi adottata dal sistema bancario, alla sottovoce “130a. Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito relativo a: attività finanziarie valutate al costo ammortizzato” le suddette componenti economiche afferenti alla valutazione di attività finanziarie che erano state oggetto di cessione nel corso dell’esercizio. Sono iscritte alla sottovoce “100a. Utile (perdite) da cessione o riacquisto di: attività finanziarie valutate al costo ammortizzatole eventuali sole componenti economiche afferenti alla differenza tra il valore contabile alla data di eliminazione contabile e il corrispettivo ricevuto per la cessione.

Come già avvenuto per le precedenti informative del 2018 gli Schemi in parola in conseguenza dell’adozione dell’IFRS 9 divergono da quelli utilizzati per il Bilancio al 31 dicembre 2017, redatti secondo le previsioni del 4° aggiornamento della Circolare di Banca d’Italia 262/2005. Ai sensi del principio contabile internazionale IAS 1 “Presentazione del bilancio”, i dati patrimoniali ed economici dei periodi di raffronto sono stati quindi ricondotti alle nuove voci di bilancio in applicazione della metodologia illustrata nel prosieguo. Si precisa inoltre che i dati patrimoniali ed economici al 31 dicembre 2018 non sono pienamente comparabili con quelli riferibili ai periodi di raffronto in quanto questi ultimi sono stati determinati in applicazione del principio contabile internazionale IAS 39, in vigore nel periodo oggetto di reporting. Ai sensi del par. 7.2.15 del principio IFRS 9, infatti, non è previsto l’obbligo di rideterminazione dei dati riportati ai fini comparativi. Per maggiore informativa relativamente alla riconciliazione dei dati patrimoniali ex IAS 39 pubblicati nel Bilancio al 31 dicembre 2017 con quelli determinati al 1° gennaio 2018 (in applicazione delle previsioni dell’IFRS 9 in termini di classificazione, misurazione e impairment) si rimanda alla sezione 4.

45 Lo Stato patrimoniale elenca le attività e le passività in ordine decrescente di liquidità ed il Conto economico

espone i costi secondo la natura degli stessi. 46 Più in dettaglio il riferimento è al 5° aggiornamento del 22 dicembre 2017. Per completezza informativa si segnala

che, in data 30 novembre 2018, è stato pubblicato il 6° aggiornamento della Circolare le cui previsioni sono obbligatoriamente applicabili dal Bilancio al 31 dicembre 2019.

47 Relative alla dinamica delle esposizioni creditizie lorde e delle rettifiche di valore complessive.

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Stato Patrimoniale

La riesposizione delle voci dell’attivo dello Schema patrimoniale pubblicato nel Bilancio al 31 dicembre 2017, secondo il nuovo Schema introdotto dal 5° aggiornamento della Circolare Banca d’Italia n. 262/2005, è stata effettuata, a parità di valori contabili ex IAS 39, nel rispetto dei Business Model identificati dal Gruppo in applicazione del principio IFRS 9. Nell’eseguire tale riesposizione si sono pertanto osservate le disposizioni del nuovo principio in termini di classificazione degli strumenti finanziari, tenendo anche in considerazione il risultato del c.d. “SPPI test” che costituisce parte integrante del processo di classificazione. Di seguito sono rappresentate le riesposizioni effettuate.

IA S 3 9 IF R S 9

S c he m i e x 4 ° a g g .to C irc . B a nc a d’Ita lia 2 6 2 / 0 5 S c he m i e x 5 ° a g g .to C irc . B a nc a d’Ita lia 2 6 2 / 0 5

20a . Attività finanziarie va luta te a l fa ir va lue co n impatto a co nto eco no mico : a ttività finanzia rie de tenute pe r la nego ziazio ne

20c . Attività finanziarie va luta te a l fa ir va lue co n impatto a co nto eco no mico : a ltre a ttività finanziarie o bbliga to riamente va luta te a l fa ir va lue

20b. Attività finanziarie va luta te a l fa ir va lue co n impatto a co nto eco no mico : a ttività finanzia rie des ignate a l fa ir va lue

20c . Attività finanziarie va luta te a l fa ir va lue co n impatto a co nto eco no mico : a ltre a ttività finanziarie o bbliga to riamente va luta te a l fa ir va lue

20c . Attività finanziarie va luta te a l fa ir va lue co n impatto a co nto eco no mico : a ltre a ttività finanziarie o bbliga to riamente va luta te a l fa ir va lue

30. Attività finanziarie va luta te a l fa ir va lue co n impatto s ulla redditività co mples s iva

40b. Attività finanziarie va luta te a l co s to ammo rtizza to : c rediti vers o c liente la

30. Attività finanziarie va luta te a l fa ir va lue co n impatto s ulla redditività co mples s iva

40b. Attività finanziarie va luta te a l co s to ammo rtizza to : c rediti vers o c liente la

20c . Attività finanziarie va luta te a l fa ir va lue co n impatto a co nto eco no mico – a ltre a ttività finanzia rie o bbliga to riamente va luta te a l fa ir va lue

40a . Attività finanziarie va luta te a l co s to ammo rtizza to : c rediti vers o banche

20c . Attività finanziarie va luta te a l fa ir va lue co n impatto a co nto eco no mico : a ltre a ttività finanziarie o bbliga to riamente va luta te a l fa ir va lue

40b. Attività finanziarie va luta te a l co s to ammo rtizza to : c rediti vers o c liente la

70. Crediti vers o c liente la

50. Attività finanziarie de tenute s ino a lla s cadenza

20. Attività finanzia rie de tenute per la nego ziazio ne

30. Attività finanziarie va luta te a l fa ir va lue

40. Attività finanzia rie dis po nibili per la vendita

60. Crediti vers o banche

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La riesposizione delle voci del passivo e del patrimonio netto dello Schema patrimoniale pubblicato nel Bilancio al 31 dicembre 2017, secondo il nuovo Schema introdotto dal 5° aggiornamento della Circolare Banca d’Italia n. 262/2005, è stata effettuata, in continuità di valori ex IAS 39, secondo le seguenti modalità con riguardo alle principali voci di bilancio interessate:

Conto Economico

La riesposizione delle voci di Conto economico dei periodi di raffronto secondo il nuovo Schema è avvenuta secondo la modalità rappresentata nella tabella che segue, con riguardo alle voci maggiormente interessate dal nuovo principio contabile IFRS 9:

Per completezza si segnala che nella redazione del presente fascicolo di bilancio si è inoltre preso atto, in particolare, dei seguenti documenti:

- documento congiunto Banca d’Italia/Consob/Isvap n. 4 del 3 marzo 2010, con particolare riferimento all’informativa in materia di impairment degli avviamenti;

IA S 3 9 IFR S 9

S c he m i e x 4 ° a g g .t o C irc . B a nc a d ’It a lia 2 6 2 / 0 5 S c he m i e x 5 ° a g g .t o C irc . B a nc a d ’It a lia 2 6 2 / 0 5

10. “Debiti vers o banche”10a .“P as s ività finanziarie va luta te a l co s to ammo rtizza to : debiti vers o banche”

20. “Debiti vers o c liente la”10b. “P as s ività finanziarie va luta te a l co s to ammo rtizza to : debiti vers o c liente la”

30. “Tito li in c irco lazio ne”10c . “P as s ività finanziarie va luta te a l co s to ammo rtizza to : tito li in c irco lazio ne”

100. “Altre pas s ività” – (per quanto rife rito agli impegni a e ro gare finanziamenti e a lle garanzie finanziarie rilas c ia te)

100a “Fo ndi per ris chi e o neri: impegni e garanzie rila s c ia te”

130. “Ris erve da Va lutazio ne – (pe r quanto rife rito a lle a ttività finanziarie dis po nibili per la vendita )

140. “Ris erve”

IA S 3 9 IFR S 9

S c he m i e x 4 ° a g g .t o C irc . B a nc a d ’It a lia 2 6 2 / 0 5 S c he m i e x 5 ° a g g .t o C irc . B a nc a d ’It a lia 2 6 2 / 0 5

100a. “Utili (perdite ) da ces s io ne o riacquis to di: c rediti”100a . “Utili (perdite ) da ces s io ne o riacquis to di: a ttività finanziarie va luta te a l co s to ammo rtizza to ”

100b. “Utili (perdite ) da ces s io ne o riacquis to di: a ttività finanziarie dis po nibili per la vendita”

100b. “Utili (perdite ) da ces s io ne o riacquis to di: a ttività finanziarie va luta te a l fa ir va lue co n impatto s ulla redditività co mples s iva”

100d. “Utili (perdite ) da ces s io ne o riacquis to di: pas s ività finanziarie”

100c . “Utili (perdite ) da ces s io ne o riacquis to di: pas s ività finanziarie”

110 “Ris ulta to ne tto de lle a ttività e pas s ività finanzia rie va luta te a l fa ir va lue”

110a “Ris ulta to ne tto de lle a ttività e pas s ività finanziarie va luta te a l fa ir va lue co n impa tto a co nto eco no mico : a ttività e pas s ività finanzia rie des ignate a l fa ir va lue”

130a . “Rettifiche /Ripres e di va lo re ne tte per de te rio ramento di: c rediti”

130a . “Rettifiche /Ripres e di va lo re ne tte per ris chio di c redito re la tivo a : co s to ammo rtizza to ”

130b. “Rettifiche /Ripres e di va lo re ne tte per de te rio ramento di: a ttività finanziarie dis po nibili per la vendita”

130b. “Rettifiche /Ripres e di va lo re ne tte per ris chio di c redito re la tivo a : a ttività finanziarie va luta te a l fa ir va lue co n impatto s ulla redditività co mples s iva”

130d. “Rettifiche /Ripres e di va lo re ne tte per de te rio ramento di: a ltre o perazio ni finanzia rie”

170a . “Accanto namenti ne tti a i fo ndi pe r ris chi e o neri:impegni e garanzie rilas c ia te”

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- documento ESMA48 del 5 ottobre 2015 “Orientamenti – Indicatori alternativi di performance” volto a promuovere l’utilità e la trasparenza degli Indicatori Alternativi di Performance49 inclusi nei prospetti informativi o nelle informazioni regolamentate;

- documento ESMA del 26 ottobre 2018, “European common enforcement priorities for 2018 annual financial reports” volto a promuovere un'applicazione omogenea dei principi contabili IAS/IFRS, per assicurare la trasparenza e il corretto funzionamento dei mercati finanziari, individuando talune tematiche ritenute particolarmente significative per i bilanci al 31 dicembre 2018 delle società quotate europee. Le priorità individuate per l’esercizio 2018 sono di seguito elencate:

a. informativa in merito agli impatti attesi dall’applicazione del principio contabile IFRS 16;

b. tematiche specifiche relative all’applicazione dei principi contabili IFRS 9 e IFRS 15; c. informativa in merito agli “Indicatori Alternativi di Performance” (IAP); d. informativa di natura non finanziaria, con particolare focus alle questioni di natura

climatica;

- Comunicazione Consob del 31 ottobre u.s., con la quale l’Organismo di Vigilanza richiama, principalmente, l’attenzione in merito alle informazioni da fornire al pubblico relativamente, in particolare, alle esposizioni al rischio sovrano. Richiamando la recente introduzione del principio contabile IFRS 9 “Strumenti Finanziari”, la Comunicazione in parola sottolinea come, in tale ambito, assumano rilievo le informazioni relative ad eventuali cambiamenti del modello di business ex IFRS 9 per la gestione dei titoli del debito sovrano, nonché ai connessi effetti contabili.

A tal proposito si specifica che nell’esercizio 2018 il Gruppo UBI e di conseguenza la Banca non ha modificato il proprio “business model” relativo alla gestione degli strumenti finanziari. Principi contabili

I principi contabili esposti nella Parte A.2, relativamente alle fasi di classificazione, valutazione e cancellazione, sono stati oggetto di aggiornamento al 1° gennaio 2018, rispetto a quanto applicato sino al 31 dicembre 201750, soprattutto in funzione dell’entrata in vigore delle previsioni dei principi contabili IFRS 9 “Strumenti Finanziari” e IFRS 15 “Ricavi provenienti da contratti con i clienti”. L’applicazione di tali principi, nell’impossibilità di valutare con precisione alcuni elementi di bilancio, comporta talora l’adozione di stime ed assunzioni in grado di incidere anche significativamente sui valori iscritti nello stato patrimoniale e nel conto economico. Nel ribadire che l’impiego di stime ragionevoli è parte essenziale della predisposizione del Bilancio, si segnalano qui di seguito le voci di bilancio in cui è più significativo l’utilizzo di stime ed assunzioni:

- determinazione della perdita attesa su crediti, titoli, garanzie rilasciate e impegni; - valutazione di attività finanziarie non quotate su mercati attivi; - valutazione di attività immateriali a vita utile indefinita e di partecipazioni; - quantificazione degli accantonamenti ai fondi rischi ed oneri; - quantificazione della fiscalità differita; - definizione della quota di ammortamento delle attività materiali ed immateriali a vita

utile definita; - valutazione del trattamento di fine rapporto e del fondo indennità suppletiva di clientela.

Si evidenzia come la rettifica di una stima possa avvenire a seguito dei mutamenti nelle circostanze sulle quali la stessa si era basata o in seguito a nuove informazioni o, ancora, di maggiore esperienza.

48 European Securities Market Authority. 49 Il documento in parola definisce un Indicatore Alternativo di Performance quale “un indicatore finanziario di

performance finanziaria, posizione finanziaria o flussi di cassa storici o futuri, diverso da un indicatore finanziario definito o specificato nella disciplina applicabile sull’informativa finanziaria”.

50 A tal proposito si rimanda alla successiva sezione A.2 “Principali voci di bilancio” della Nota Integrativa.

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Il mutamento della stima è applicato prospetticamente e genera quindi impatto sul conto economico dell’esercizio in cui avviene il cambiamento ed, eventualmente, su quello degli esercizi futuri. A tal proposito si segnala che l’esercizio 2018 non è stato caratterizzato da mutamenti nei criteri di stima già applicati per la redazione del Bilancio al 31 dicembre 2017 se non per quanto di seguito descritto. Con specifico riferimento alla determinazione della perdita attesa su crediti, titoli, garanzie rilasciate e impegni, rimandando a quanto dettagliato nella nota integrativa al Bilancio consolidato, Parte A.2 “Parte relativa alle principali voci di bilancio” e Parte E “Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura”, si precisa che, con l’entrata in vigore del principio IFRS 9, la stessa è funzione anche di informazioni di natura prospettica quali, in particolar modo, l’evoluzione degli scenari macroeconomici utilizzati nel calcolo delle rettifiche di valore51. L’evoluzione di tali scenari, nonché la ponderazione degli stessi, è oggetto di valutazione periodica con eventuale conseguente aggiornamento. Con riguardo alle posizioni creditizie per le quali è eventualmente ipotizzato il recupero anche tramite la loro possibile cessione a terzi, il Gruppo e di conseguenza la Banca provvede periodicamente, in funzione delle eventuali evoluzioni relative alla possibile operazione di cessione, ad aggiornare i parametri assunti ai fini valutativi in termini di:

- perimetro delle posizioni effettivamente cedibili; - probabilità di realizzo associate agli scenari in parola; nonché - prezzi di realizzo dello scenario di vendita.

L’impatto valutativo conseguente a tale aggiornamento è iscritto nella pertinente voce di conto economico.

***

Evoluzione normativa dei principi contabili internazionali IAS/IFRS.

Principi contabili internazionali in vigore dal 2018

Con specifico riferimento all’introduzione, a far tempo dal 1° gennaio 2018, delle previsioni dei principi contabili IFRS 9 “Strumenti Finanziari” e IFRS 15 “Ricavi provenienti da contratti con i clienti”, si rimanda a quanto illustrato nel capitolo “La transizione ai nuovi principi contabili IFRS 9 e IFRS 15” del presente Bilancio. Ulteriormente si segnala che, in data 9 novembre 2017, la Commissione Europea ha pubblicato i seguenti Regolamenti:

- Regolamento (UE) n. 2017/1987 che omologa le modifiche all’IFRS 15 “Ricavi provenienti da contratti con i clienti - Chiarimenti dell’IFRS 15”;

Le modifiche mirano a precisare alcuni requisiti e a fornire un’ulteriore agevolazione transitoria per le imprese che applicano il Principio52;

- Regolamento (UE) n. 2017/1988 che omologa le modifiche all’IFRS 4 “Applicazione congiunta dell’IFRS 9 Strumenti finanziari e dell’IFRS 4 Contratti assicurativi”53;

Le modifiche all’IFRS 4 mirano a rimediare alle conseguenze contabili temporanee dello sfasamento tra la data di entrata in vigore dell’IFRS 9 e la data di entrata in vigore del nuovo principio contabile sui contratti assicurativi (IFRS 17) che sostituirà l’IFRS 4 a far corso dal 1° gennaio 202154.

In particolare, i gruppi finanziari che si configurano come “conglomerati finanziari”55

possono optare perché nessuna delle proprie entità, operanti nel settore

51 Si rimanda a quanto dettagliato nel capitolo “La transizione ai nuovi principi contabili IFRS 9 e IFRS 15” del

presente Bilancio. 52 Applicazione obbligatoria a far tempo dal 1° gennaio 2018. 53 Applicazione obbligatoria a far tempo dal 1° gennaio 2018. 54 A tal proposito si segnala che, lo scorso mese di novembre, lo IASB ha deciso di proporre un ulteriore differimento

della data di prima applicazione dell’IFRS 17. 55 Ai sensi dell’art. 2 della Direttiva 2002/87/CE costituisce un conglomerato finanziario, un gruppo, o sottogruppo

di un gruppo, che soddisfi le seguenti condizioni:

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assicurativo, applichi l’IFRS 9 al bilancio consolidato – c.d. “deferral approach” – per gli esercizi aventi inizio prima del 1° gennaio 2021, qualora siano soddisfatte tutte le seguenti condizioni:

a) dopo il 29 novembre 2017 tra il settore assicurativo e gli altri settori del conglomerato finanziario non sono trasferiti strumenti finanziari diversi dagli strumenti finanziari valutati al fair value per i quali le variazioni del fair value sono rilevate nell’utile (perdita) d’esercizio da entrambi i settori coinvolti nei trasferimenti;

b) il conglomerato finanziario indica nel bilancio consolidato le entità assicurative del gruppo che applicano lo IAS 39;

c) le informazioni integrative richieste dall’IFRS 7 sono fornite separatamente per il settore assicurativo che applica lo IAS 39 e per il resto del gruppo che applica l’IFRS 9.

La facoltà in parola è inoltre concessa anche a società aventi attività prevalentemente connesse all’attività assicurativa. Per le società che emettono contratti assicurativi, tenute ad applicare l’IFRS 9, il Regolamento consente, allorquando le medesime applichino l’IFRS 9 per la prima volta, di avvalersi del c.d. “overlay approach”. Tale facoltà permette di riclassificare dal conto economico al prospetto OCI (leggasi nel patrimonio netto) l’importo necessario affinché, alla data di chiusura dell’esercizio, il risultato economico sia il medesimo che si sarebbe rilevato qualora la società avesse applicato le previsioni dello IAS 39 in luogo dell’IFRS 9. Sono designabili ai fini del citato approccio solo quelle attività finanziarie che:

sono valutate al fair value con impatto a conto economico, ma non sarebbero state valutate in tal modo ai sensi dello IAS 39;

non sono detenute in relazione ad attività prive di nesso (ad esempio l’attività bancaria) con contratti che rientrano nell’ambito di applicazione dell’IFRS 4.

Il Regolamento, infine, introduce un’esenzione temporanea di talune disposizioni dello IAS 28. In altri termini, per gli esercizi che iniziano prima del 1° gennaio 2021 è concesso alle entità controllanti che applicano l’IFRS 9 di mantenere, ai fini della contabilizzazione secondo il metodo del patrimonio netto, i principi contabili applicati da società collegate (e joint venture) se le medesime non applicano l’IFRS 9 avvalendosi del “deferral approach”. Le imprese applicano le modifiche all’IFRS 4 a decorrere dalla data di inizio del loro primo esercizio finanziario avente inizio il 1° gennaio 2018 o in data successiva. Tuttavia, fatte salve le condizioni di cui sopra, i conglomerati finanziari possono scegliere di applicare le modifiche all’ IFRS 4 a decorrere dalla data di inizio del loro primo esercizio finanziario avente inizio il 1° gennaio 2018 o in data successiva. In data 8 febbraio 2018 è stato pubblicato il Regolamento (UE) n. 2018/182 mediante il quale la Commissione Europea ha omologato gli “Annual improvements to IFRS Standards 2014-2016 Cycle” con talune marginali modifiche ai principi contabili: IFRS 1 “Prima adozione dei principi contabili internazionali”, IFRS 12 “Informativa sulle partecipazioni in altre entità”56 e IAS 28 “Partecipazioni in società collegate e joint venture”.

a) a capo del gruppo vi sia un’impresa regolamentata o almeno una delle imprese figlie del gruppo sia un’impresa regolamentata;

b) qualora a capo del gruppo vi sia un’impresa regolamentata, questa sia un’impresa madre di un’altra impresa del settore finanziario, ovvero un’impresa che detiene una partecipazione in altra impresa del settore finanziario, ovvero un’impresa legata a un’impresa del settore finanziario da una relazione che comporti l’assoggettamento a direzione unitaria in virtù di accordi o clausole statutarie o in cui gli organi di amministrazione, direzione e controllo sono costituiti in maggioranza dalle stesse persone;

c) qualora a capo del gruppo non vi sia un’impresa regolamentata, le attività del gruppo si svolgano principalmente nel settore finanziario;

d) almeno una delle imprese del gruppo operi nel settore assicurativo e almeno una operi nel settore bancario o nel settore dei servizi di investimento;

e) le attività consolidate o aggregate delle imprese del gruppo che operano nel settore assicurativo e le attività consolidate o aggregate delle imprese che operano nel settore bancario e nel settore dei servizi finanziari siano entrambe significative.

56 Tali modifiche sono applicabili già a far tempo dal Bilancio al 31 dicembre 2017.

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In data 27 febbraio è stato pubblicato il Regolamento (UE) n. 2018/289 con il quale la Commissione Europea ha omologato l’Amendment to IFRS 2 “Classification and Measurement of Share-based Payment Transactions” che apporta talune marginali modifiche al principio IFRS 2 “Pagamenti basati su azioni”. In data 15 marzo 2018 è stato pubblicato il Regolamento (UE) n. 2018/400 con il quale la Commissione Europea ha omologato l’Amendment to IAS 40 “Transfers of Investment Property” che apporta talune marginali modifiche al principio IAS 40 “Investimenti Immobiliari”. In data 3 aprile è stato pubblicato il Regolamento (UE) n. 2018/519 con il quale la Commissione Europea ha omologato l’IFRIC 22 “Foreign Currency Transactions and Advance Consideration”, interpretazione volta a chiarire le modalità per stabilire la data dell'operazione ai fini della determinazione del tasso di cambio da applicare alle operazioni che prevedono il versamento o dal ricevimento di un anticipo in una valuta estera. L’introduzione delle modifiche di cui ai Regolamenti comunitari n. 2018/182, n. 2018/289, n. 2018/400 e n. 2018/519 non ha comportato per il Gruppo UBI Banca impatti significativi. Principi contabili internazionali con applicazione successiva al 2018

Come già evidenziato nell’informativa della Nota Integrativa del Bilancio al 31 dicembre 2017, in data 9 novembre 2017 è stato pubblicato il Regolamento (UE) n. 2017/1986 con il quale la Commissione Europea ha omologato l’IFRS 16 Leasing57, inteso a migliorare la rendicontazione contabile dei contratti di leasing. Tale principio sostituirà, a far tempo dal 1° gennaio 2019, l’attuale IAS 17 “Leasing”58. Per ulteriori dettagli si rimanda al successivo punto “L’IFRS 16 ‘Leasing’ e il progetto del Gruppo UBI Banca”. Ulteriormente:

- in data 26 marzo 2018 è stato pubblicato il Regolamento (UE) n. 2018/498 mediante il quale la Commissione Europea ha omologato l’“Amendment to IFRS 9: Prepayment Features with Negative Compensation” che apporta talune marginali modifiche al principio IFRS 9 “Strumenti Finanziari” volte a specificare che gli strumenti che prevedono un rimborso anticipato potrebbero rispettare l’SPPI test anche nel caso in cui la ragionevole compensazione addizionale, da corrispondere in caso di rimborso anticipato, configuri una “compensazione negativa” per l’entità finanziatrice;

- in data 24 ottobre 2018 è stato pubblicato il Regolamento (UE) n. 2018/1595 mediante il quale la Commissione Europea ha omologato l’IFRIC 23 “Uncertainty over Income Tax Treatments” con l’obiettivo di precisare quali fattori considerare, a fronte di fenomeni di incertezza, nella contabilizzazione delle imposte sul reddito.

L’IFRS 16 ‘Leasing’ e il progetto del Gruppo UBI Banca

Nel prosieguo si fornisce, anche in ossequio alle previsioni del già citato documento ESMA “European common enforcement priorities for 2018 financial reports”, informativa di dettaglio in merito alle previsioni dell’IFRS 16, unitamente ad una overview delle risultanze del progetto IFRS 16 del Gruppo UBI Banca nonché all’indicazione della stima provvisoria degli impatti di natura quantitativa, questi ultimi con riguardo al patrimonio netto contabile nonché espressi in termini di punti base sul CET1 al 31 dicembre 2018. In occasione del Resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2019, prima situazione contabile consolidata redatta in ossequio alle previsioni dell’IFRS 16, verrà fornita l’informativa completa, di natura qualitativa e quantitativa, in merito agli impatti complessivamente definiti in sede di prima applicazione del Principio (c.d. FTA).

57 Pubblicato dallo IASB in data 13 gennaio 2016. 58 Unitamente alle interpretazioni IFRIC 4 “Determinare se un accordo contiene un leasing”, SIC 15 “Leasing

operativo – Incentivi” e SIC 27 “La valutazione della sostanza delle operazioni nella forma legale del leasing”.

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- Ambito di applicazione, principali novità e opzioni in FTA

L’IFRS 16 si applica a tutti i contratti di locazione (“leasing”) ad eccezione delle seguenti fattispecie:

a) leasing per l'esplorazione o per l'estrazione di minerali, petrolio, gas naturali e risorse non rigenerative simili (IFRS 6 “Esplorazione e valutazione di risorse minerarie”);

b) leasing di attività biologiche detenute dal locatario (IAS 41 “Agricoltura”); c) accordi per servizi in concessione (IFRIC 12 “Accordi per servizi in concessione”); d) licenze di proprietà intellettuali concesse dal locatore (IFRS 15 “Ricavi”); e) diritti detenuti dal locatario in forza di accordi di licenze per oggetti quali film,

registrazioni video, opere teatrali, opere letterarie, brevetti e diritti d’autore (IAS 38 “Attività immateriali”)59.

Il principio introduce nuove previsioni in materia di contabilizzazione dei contratti di leasing da parte dei locatari (leggasi gli utilizzatori dei beni oggetto di contratti di leasing) che si fondano sulla definizione di contratto di leasing inteso come un contratto che conferisce al locatario il diritto all’utilizzo di un bene identificato per un determinato periodo di tempo in cambio di un corrispettivo. Le nuove disposizioni prevedono un unico modello di rilevazione in bilancio dei contratti di leasing per i locatari richiedendo, quale regola generale, la rilevazione all’attivo patrimoniale del diritto d’utilizzo di un’attività (c.d. “right-of-use asset”) e al passivo patrimoniale di una passività finanziaria (c.d. “lease liability”) rappresentativa dell’obbligazione a pagare in futuro i canoni di leasing. Non è più consentito, tranne limitate eccezioni, adottare il trattamento contabile attualmente previsto per i leasing operativi (costituito dall’imputazione dei canoni di leasing a conto economico per competenza). Non sono, invece, particolarmente rilevanti le modifiche introdotte dal nuovo principio contabile con riferimento ai bilanci dei locatori. In sede di FTA sono date al locatario due opzioni riguardo all’applicazione del Principio. Il locatario può applicare il nuovo principio ai contratti di leasing:

a) retroattivamente applicando lo IAS 8 “Principi contabili, cambiamenti nelle stime ed errori" ed effettuando il re-statement dei dati comparativi; oppure

b) retroattivamente contabilizzando l’effetto cumulativo dell’applicazione del principio come rettifica del saldo di apertura degli utili portati a nuovo (o se opportuno di altra componente del patrimonio netto) alla data dell’applicazione iniziale (senza effettuare il re-statement dei dati comparativi) come di seguito illustrato.

Nel caso si avvalga dell’opzione di cui alla precedente lettera b), per i leasing in precedenza classificati come leasing operativo, il locatario:

− rileva una passività per il leasing, alla data di applicazione iniziale, data dal valore attuale dei pagamenti residui relativi al contratto di leasing, utilizzando quale tasso di attualizzazione il tasso di finanziamento marginale del locatario in essere alla data di prima applicazione;

− rileva un’attività consistente nel diritto di utilizzo del bene sottostante il contratto di leasing alternativamente:

i. al valore contabile determinato come se il principio fosse stato applicato sin dalla data di decorrenza del leasing, ma attualizzato utilizzando il tasso di interesse marginale del locatario in essere alla data di prima applicazione;

ii. ad un importo pari all’importo della passività per il leasing;

− valuta l’attività consistente nel diritto di utilizzo sulla base delle previsioni dello IAS 36.

59 Un locatario ha la facoltà, ma non l’obbligo, di applicare l’IFRS 16 ai contratti di leasing aventi per oggetto attività

immateriali diverse da quelle indicate nella precedente lettera e).

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- Il Progetto del Gruppo UBI Banca

Nel corso dell’esercizio 2018, il Gruppo UBI Banca ha dedicato una specifica progettualità all’analisi delle previsioni del principio in parola al fine di individuare gli impatti derivanti dall’introduzione dell’IFRS 16.

Il Gruppo ha preliminarmente operato un’analisi delle principali innovazioni introdotte dal principio, seguita da un’analisi di dettaglio dei contratti stipulati in qualità di locatore/locatario, che potessero configurare un “Lease”, ai sensi delle previsioni dell’IFRS 16. Successivamente al completamento di tale fase il Gruppo ha proceduto con una successiva fase di disegno e di implementazione principalmente focalizzate sulle tematiche di seguito esposte:

a. analisi impatti su processi: il Gruppo UBI ha effettuato un assessment interno ai fini della rilevazione degli impatti derivanti dall’introduzione del Principio sul portafoglio di contratti di leasing in essere alla FTA, provvedendo alla mappatura integrale dei cambiamenti nei processi aziendali derivanti dalla transizione dallo IAS 17 all’IFRS 16;

b. definizione delle regole e dei processi contabili: sono state svolte attività di definizione delle regole e dei processi contabili volti a disciplinare il nuovo trattamento, patrimoniale ed economico, delle operazioni di leasing in cui il Gruppo UBI è attore;

c. implementazione della soluzione IT: è stata individuata e implementata la soluzione IT che consentirà la gestione dei leasing nella contabilità del Gruppo UBI.

Le scelte applicative del Gruppo UBI Nell’ambito del Progetto di transizione all’IFRS 16 il Gruppo UBI ha assunto le seguenti scelte progettuali:

− non esercizio della facoltà di applicare il c.d. “grandfathering”, con conseguente rideterminazione del perimetro delle operazioni di locazione da assoggettare al nuovo Principio;

− riconoscimento degli effetti dell'applicazione iniziale del Principio secondo l’approccio “retrospettivo modificato”: senza quindi riconoscere retrospettivamente gli effetti dell’applicazione del medesimo in applicazione allo IAS 8;

− non assoggettamento dei contratti di locazione aventi per sottostante immobilizzazioni immateriali alle previsioni dell’IFRS 16.

Il Gruppo ha optato per l’utilizzo, in base alle facoltà concesse dall’IFRS 16, dei seguenti espedienti pratici in sede di transizione al nuovo principio “on a lease-by-lease basis”:

− esclusione della contabilizzazione di componenti patrimoniali relativa a contratti di leasing con durata residua non superiore a 12 mesi (indipendentemente dalla durata originaria del contratto);

− esclusione dei costi diretti iniziali dalla valutazione dell’attività consistente nel diritto di utilizzo;

− stima della durata del leasing sulla base delle esperienze acquisite e delle informazioni disponibili alla data di prima applicazione in merito all’esercizio delle opzioni di proroga o risoluzione anticipata.

Gli impatti derivanti dalla prima applicazione dell’IFRS 16 Le previsioni dell’IFRS 16 comporteranno la rilevazione patrimoniale di attività (diritto d’uso) afferenti le seguenti categorie di beni:

− beni immobili; − autoveicoli aziendali; − hardware.

Per le ultime due categorie di contratti è previsto lo scorporo delle “non-lease component” la cui rilevazione contabile sarà soggetta alle previsioni dell’IFRS 15. Ai fini della stima dell’impatto il tasso marginale di finanziamento utilizzato è stato costruito internamente: la curva dei tassi è costruita come sommatoria del tasso risk free (euribor 6 mesi) e del funding spread di UBI relativo alla nuova raccolta non garantita presso la clientela

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istituzionale, rettificato per tenere conto della tipologia di bene sottostante il contratto di locazione (autoveicoli, beni immobili e beni strumentali). Stante la scelta progettuale del Gruppo UBI e di conseguenza della Banca di utilizzare, alla data di applicazione iniziale del Principio, l’approccio “retrospettivo modificato”, rilevando attività consistenti nel diritto di utilizzo dei beni in locazione per un importo pari al valore delle passività per il leasing, l’impatto della FTA sul patrimonio netto contabile al 1° gennaio 2019 sarà nullo. Ulteriormente, stante gli effetti sugli attivi ponderati della rilevazione di “attività materiali”, l’impatto sul patrimonio della Banca in termini di punti base del Common Equity Tier 1 (CET1) è stimato in via preliminare in circa -103 b.p..

Principi contabili internazionali con applicazione successiva al 2018

Principio (IAS/IFRS)

Interpretazione (SIC/IFRIC)IFRS 14 30/01/2014

IFRS 10, IAS 28 11/09/2014

IFRS 17 18/05/2017

IAS 28 12/10/2017

IFRS 3, IFRS 11, IAS 12, IAS 23 12/12/2017

IAS 19 07/02/2018

Conceptual framework 29/03/2018

IFRS 3 22/10/2018

IAS 1, IAS 8 31/10/2018

Amendments to IAS 28: Long Term Interests in Associates

and Joint Ventures

Modifiche Data di pubblicazione

Regulatory deferral accounts

Sale contribution of assets between an investor and its

Associate or Joint Venture

Insurance Contracts

Amendment to IFRS 3 Business Combinations

AmendmentS to IAS 1 and IAS 8: Definition of Material

Annual improvements to IFRS Standards 2015-2017 Cycle

Amendments to IAS 19: Plan Amendment, Curtailment or

Settlement

Amendments to References to the Conceptual Framework in

IFRS Standards

I principi sopra elencati non rilevano ai fini della redazione del bilancio al 31 dicembre 2018 posto che la loro applicazione è subordinata all’omologazione, da parte della Commissione Europea, mediante emissione di appositi Regolamenti comunitari60. Sezione 3 Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio

In relazione a quanto previsto dallo IAS 10, si informa che successivamente al 31 dicembre 2018, data di riferimento del Bilancio d’esercizio, e fino al 5 febbraio 2019, data in cui il progetto di bilancio è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione della Banca, non sono intervenuti fatti tali da comportare una rettifica dei dati presenti in bilancio. Sezione 4 Altri aspetti

La transizione ai principi contabili IFRS 9 “Strumenti Finanziari” e IFRS 15 “Ricavi provenienti da contratti con i clienti”

Premessa

Il principio contabile IFRS 9 “Strumenti Finanziari” sostituisce, a far tempo dal 1° gennaio 2018, le previsioni dello IAS 39 Strumenti Finanziari: rilevazione e valutazione”. Il processo di sostituzione dello IAS 39 è stato promosso dallo IASB principalmente al fine di rispondere alle preoccupazioni emerse durante la crisi finanziaria in merito alla tempestività del riconoscimento delle perdite di valore su attività finanziarie. 60 Relativamente all’IFRS 14 si segnala che la Commissione Europea ha deciso di sospendere il processo di

omologazione del principio in attesa della definizione del nuovo principio relativo alle c.d. “rate regulated activities”.

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L’IFRS 9 è stato pubblicato dallo IASB in data 24 luglio 2014 e l’omologazione del medesimo, in sede comunitaria, è avvenuta attraverso la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea61 del Regolamento (UE) n. 2016/2067 del 22 novembre 2016. Il principio contabile IFRS 15 “Ricavi provenienti da contratti con i clienti” sostituisce, a far tempo dal 1° gennaio 2018, i principi IAS 18 “Ricavi” e IAS 11 “Lavori su ordinazione”, nonché le interpretazioni IFRIC 13 “Programmi di fidelizzazione della clientela”, IFRIC 15 “Accordi per la costruzione di immobili”, IFRIC 18 “Cessioni di attività da parte della clientela” e SIC 31 “Ricavi - Operazioni di baratto comprendenti attività pubblicitaria”. L’IFRS 15 è stato pubblicato dallo IASB in data 28 maggio 2014 e l’omologazione del medesimo, in sede comunitaria, è avvenuta attraverso la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea62 del Regolamento (UE) n. 2016/1905 del 22 settembre 2016. Il Resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2018 ha costituito la prima situazione contabile redatta in applicazione delle previsioni dell’IFRS 9 e dell’IFRS 15. In particolare, l’informativa è redatta per consentire la comprensione adeguata del processo di transizione dei principi contabili internazionali IAS 39 “Strumenti Finanziari: rilevazione e valutazione” e IAS 18 “Ricavi”, le cui previsioni sono state applicate sino al 31 dicembre 2017, rispettivamente al principio contabile internazionale IFRS 9 “Strumenti Finanziari” e al principio contabile internazionale IFRS 15 “Ricavi provenienti da contratti con i clienti”. Essa consta di un quadro riassuntivo degli aspetti di maggior rilevanza dei nuovi principi, unitamente ad una descrizione del processo di transizione presso il Gruppo UBI, nonché delle informazioni relative alla prima applicazione dell’IFRS 9 e dell’IFRS 15 in termini di impatti di natura qualitativa e quantitativa. Per completezza informativa si ricorda che, sul fronte nazionale, per espressa previsione del D.Lgs. 38/2005, la Banca d’Italia, avendo mantenuto i poteri in materia di definizione dei prospetti contabili e di definizione della Nota Integrativa del Bilancio, in data 22 dicembre 201763 ha emanato il 5° aggiornamento della Circolare n. 262/2005 “Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione”. L’IFRS 9 “Strumenti Finanziari”

1.1 Il progetto di transizione all’IFRS 9

In vista della prima applicazione del nuovo principio IFRS9, il Gruppo UBI ha quindi avviato nel secondo semestre del 2015 un progetto, sostanzialmente concluso nel corso del primo trimestre 2018, che ha comportato un notevole sforzo interpretativo, applicativo, amministrativo, organizzativo nonché gestionale, alla base del quale vi è stato il consolidamento di una profonda conoscenza delle previsioni del nuovo principio. In funzione della rilevanza dei cambiamenti di cui all’IFRS 9, il Gruppo UBI Banca ha preso parte alle attività progettuali sviluppatesi in sede di Associazione Bancaria Italiana (ABI). Le attività progettuali sono state oggetto di una specifica verifica, c.d. Thematic Review, promossa dalla BCE per il tramite del Joint Supervisory Team di riferimento, con l’obiettivo di valutare il corretto presidio ed indirizzo delle tematiche progettuali, stante la complessità delle stesse. La review si è conclusa il 31 marzo 2017 ed ha evidenziato un adeguato coinvolgimento del management nel progetto di implementazione ed una migliorabile formalizzazione delle scelte metodologiche e di implementazione, aspetto tenuto in attenta considerazione dal Gruppo nel prosieguo delle attività progettuali ed in particolare nell’ambito della declinazione della normativa aziendale. Si ricorda che le fasi del progetto, dettagliatamente descritto nelle precedenti informative contabili, si è articolato nei tre seguenti filoni di attività nel seguito sinteticamente richiamati:

61 Avvenuta in data 29 novembre 2016. 62 Avvenuta in data 29 ottobre 2016. 63 L’aggiornamento, che consiste in una revisione integrale della Circolare, si applica a partire dal presente Bilancio

chiuso al 31 dicembre 2018.

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a. Fase di Assessment

La fase di Assessment ha preso avvio nel secondo semestre del 2015 e si è conclusa nel primo trimestre 2016. Tale fase è stata principalmente finalizzata a:

identificare le modifiche regolamentari e contabili e, conseguentemente, definire i preliminari orientamenti contabili per gli aspetti necessari;

identificare gli impatti preliminari in termini di business, modelli di rischio, organizzazione e sistemi IT;

definire i criteri per l’iscrizione ed il trasferimento degli strumenti finanziari, in particolare dei crediti, tra i tre diversi stage previsti dall’IFRS 9 sulla base della qualità creditizia, con conseguente diversa stima dei rispettivi valori di bilancio (12 month expected credit loss vs. lifetime expected credit loss).

b. Fase di Design

L’attività di Design, che si è svolta durante tutto l’arco dell’esercizio 2016, è stata finalizzata allo sviluppo delle seguenti attività:

definizione di dettaglio delle policy contabili; predisposizione dei modelli di rischio; definizione delle specifiche tecniche per sistemi IT e processi; gestione degli aggiornamenti normativi e specifiche richieste dei Regulator; definizione delle specifiche di dettaglio in ambito organizzazione.

c. Fase di Implementation

L’architettura del Progetto ha previsto, quale ultima fase, l’attività di Implementation, avviata all’inizio del 2017 e conclusa nel primo trimestre 2018, finalizzata all’esecuzione degli interventi individuati e definiti nei precedenti step progettuali. Tale fase è stata volta a:

condividere, con l’insieme delle strutture operative coinvolte, le analisi e le risultanze emerse durante la fase di Design;

implementare nei processi e nelle procedure aziendali le scelte e le interpretazioni di principio operate nelle fasi di Assessment e Design;

consolidare le policy contabili di dettaglio in funzione delle evidenze emerse e dei chiarimenti normativi pervenuti dalle Autorità di Vigilanza;

attuare le attività per la realizzazione della First Time Adoption (FTA) del principio. 1.2 I tre pilastri dell’IFRS 9

L’IFRS 9 prevede i tre seguenti principali pilastri: Classificazione e Valutazione: le categorie contabili previste dallo IAS 39, relative alle attività finanziarie sono sostituite da nuove categorie nelle quali le attività finanziarie sono classificate (e valutate) sulla base del business model relativo alla gestione delle medesime nonché delle caratteristiche oggettive delle stesse.

Categorie ex IAS 39

Categorie ex IFRS 9

Fair Value Through Profit and Loss (FVTPL) Fair Value Through Profit and Loss (FVTPL)

Available For Sale (AFS) Fair Value Other Comprehensive Income (FVOCI)

Held To Maturity (HTM) Amortised Cost (AC)

Loans&Receivables (L&R)

Impairment; il modello di stima delle perdite c.d. “incurred loss” è sostituito da un

modello basato sulle c.d. “expected credit loss” (ECL); ciò rappresenta un cambiamento significativo nonché il razionale fondamentale sottostante all’emissione del nuovo principio contabile.

Hedge Accounting: il framework generale previsto dallo IAS 39 viene sostituito da un nuovo framework il cui obiettivo è volto a meglio riflettere nella reportistica finanziaria

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le politiche di gestione del rischio adottate dal management. I benefici di tale cambiamento si attende siano particolarmente utili per le istituzioni non finanziarie.

1.3 Sintesi impatti della prima applicazione al 1° gennaio 2018

Patrimonio netto contabile: l’impatto dell’introduzione del nuovo principio, sul patrimonio netto contabile alla data del 1° gennaio 2018, è risultato pari a -1,874 milioni di euro, totalmente riconducibile alle nuove previsioni in materia di impairment che hanno comportato un incremento dei fondi rettificativi come di seguito rappresentato. (importi in €/milioni)

31/12/2017 Impairment ex IAS 39

Stage 1 e 2 Stage 3 01/01/2018

ECL ex IFRS 9

Crediti per cassa 15.226 + 990 + 539 16.755

Garanzie e Impegni 224 + 346 - 570

CET 1 ratio: il Gruppo UBI ha optato per avvalersi delle regole transitorie di cui al Regolamento (UE) 2017/2395, volte ad attenuare l’impatto dell’introduzione dell’IFRS 9 sui fondi propri con particolare riguardo ai maggiori accantonamenti per perdite stimate su crediti, includendo pertanto una porzione dei medesimi nel capitale primario di classe 1 (CET1) per il periodo transitorio di cinque anni. Le regole transitorie riducono progressivamente, nei primi cinque anni dall’introduzione dell'IFRS 9, l'intero effetto di CET 1 del 95%, 85%, 70%, 50% e 25%.

L’introduzione dell’IFRS 9 ha condotto ad un decremento del CET1 ratio pari complessivamente a 2 bps applicando le disposizioni transitorie.

1.4 La transizione all’IFRS 9 nel Gruppo UBI Banca

1.4.1 Le scelte applicative

Nel presente capitolo sono descritte le scelte applicative adottate dal Gruppo in sede di FTA unitamente ad una sintetica preventiva contestualizzazione dei requisiti richiesti dal principio contabile. La quantificazione degli impatti relativi alla prima applicazione dell’IFRS 9 è avvenuta in funzione delle evidenze emerse in sede progettuale e delle scelte applicative operate dal Gruppo delle quali, nel prosieguo, si fornisce informativa di dettaglio. 1.4.1.1 Classificazione e valutazione

Le attività finanziarie

L’IFRS 9 prevede i seguenti criteri per determinare la classificazione delle attività finanziarie:

a) il business model adottato dalla società per gestire le attività finanziarie; e b) le caratteristiche dei flussi di cassa contrattuali delle attività finanziarie.

a) I business model ex IFRS 9

Il Gruppo ha definito i propri business model attraverso un’attività di analisi e censimento delle diverse modalità con cui, vengono gestiti gli strumenti finanziari al fine di generare flussi di cassa, confermando peraltro sostanzialmente la strategia di gestione dei portafogli condotta in vigenza dello IAS 39. Stante la rilevanza strategica dei business model ex IFRS 9, il Gruppo si è dotato di una specifica policy in materia di definizione dei medesimi. La strategia di gestione dei portafogli, in coerenza con le previsioni del Risk Appetite Framework di Gruppo e con le logiche aziendali di remunerazione del personale, ha determinato la loro associazione ai business model di seguito descritti.

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Hold to Collect (HTC)

L’obiettivo di tale modello di business è il possesso di un’attività finalizzato alla raccolta dei flussi di cassa contrattuali nell’arco della vita dello strumento. Data la strategia gestionale sottostante il business model HTC, le vendite di portafogli ad esso associate devono essere opportunamente valutate. A norma del principio possono risultare comunque coerenti con il business model HTC:

vendite di determinate attività derivanti da un aumento del rischio di credito di quelle attività;

vendite infrequenti (anche se di valore rilevante) o irrilevanti in valore sia individualmente che in aggregato (anche se frequenti);

vendite effettuate in prossimità della scadenza dell’attività finanziaria se i proventi derivanti dalla vendita approssimano l’incasso dei flussi di cassa contrattuali residui.

Il Gruppo ha definito, in apposito Regolamento interno, con specifico riferimento alla “significatività” delle vendite, criteri per ritenere ammissibili vendite eseguite per motivi diversi da quelli specificamente previsti dal principio, ovvero in caso di vendite di strumenti finanziari operate in prossimità della scadenza dei medesimi, ovvero in funzione del peggioramento del relativo rischio di credito ovvero per fronteggiare un fabbisogno di liquidità imprevisto. Il Gruppo UBI ha associato al business model HTC:

i titoli di debito che, tenendo conto delle dimensioni del banking book previste nel Piano Industriale 2017-2020 e delle caratteristiche dei titoli stessi (in termini, a titolo esemplificativo, di vita residua), possano essere assoggettati alle logiche gestionali di tale business model;

la quasi totalità del portafoglio dei crediti verso clientela e banche, considerato che il Gruppo UBI svolge principalmente attività di banca tradizionale e detiene un portafoglio impieghi originati con finalità di finanziare famiglie, privati e aziende nell’ambito della loro attività di impresa.

Hold to Collect and Sell (HTC&S)

L’obiettivo del modello di business HTC&S è perseguito sia mediante la raccolta di flussi finanziari contrattuali che con la vendita delle attività finanziarie. Per definizione, quindi, il business model prevede un numero di vendite, in maggiore significatività e frequenza rispetto ad un business model “HTC”, senza tuttavia prevedere limiti di frequenza o significatività delle medesime. Il Gruppo UBI ha associato al business model HTC&S:

i titoli di debito che possano essere assoggettati alle logiche gestionali di tale business model, quali a titolo esemplificativo, portafogli di titoli detenuti per:

• per la gestione delle esigenze di liquidità corrente; • per mantenere un particolare profilo di rendimento;

i prestiti sindacati, di futura erogazione, che il Gruppo intende cedere a terzi e per i quali la delibera di erogazione contempla tale modalità gestionale.

Others (FVTPL)

L’entità adotta questo business model quando assume decisioni sulla base dei fair value delle attività finanziarie e le gestisce al fine di realizzare i medesimi (tipicamente tramite un processo attivo di compravendita) oppure, in ogni caso, l’obiettivo del business model non rientra tra quelli precedentemente descritti (HTC&S e HTC). Le vendite associate a tale business model sono, di norma, più frequenti e maggiormente significative rispetto al business model HTC&S. Il Gruppo UBI ha associato al business model Others:

gli strumenti finanziari detenuti con finalità di negoziazione;

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le quote di fondi di investimento, siano essi aperti o chiusi, in funzione del fatto che il Gruppo gestisce tali attivi in un’ottica di valorizzazione dei medesimi sulla base del fair value;

i titoli di capitale, date le caratteristiche proprie di tali strumenti. Con riferimento alla valutazione dei titoli di capitale attribuiti al business model Others, il Gruppo ha deciso di avvalersi della c.d. “OCI election”, ovvero della possibilità di valutare i titoli di capitale al fair value con rilevazione delle variazioni di valore nel prospetto OCI (leggasi nel patrimonio netto64), per i titoli afferenti al portafoglio dei possessi azionari che configurano “partecipazioni strategiche durevoli”65, ritenendo che tale modalità di valutazione sia quella maggiormente adeguata per riflettere le finalità e le logiche per le quali lo strumento di equity è stato sottoscritto. b) Le caratteristiche oggettive delle attività finanziarie

Le previsioni dell’IFRS 9 prescrivono che solamente gli strumenti finanziari i cui termini contrattuali prevedono, a determinate date, flussi finanziari rappresentativi unicamente di pagamenti del capitale e dell’interesse (sull’importo del capitale da restituire) possono essere classificati tra le attività finanziarie valutate al Costo Ammortizzato oppure tra le attività finanziarie valutate al Fair value con impatto nel prospetto OCI. Al fine di verificare se gli strumenti finanziari siano connotati dalle caratteristiche di cui sopra, i medesimi sono testati tramite il c.d. Solely Payment Principal Interest Test (SPPI Test)66, nonché, al ricorrere di clausole che comportano il “modified time value of money”, tramite il “Benchmark Test”67. Solely Payment Principal Interest Test (SPPI Test) In sede di FTA, per l’esecuzione Test il Gruppo UBI ha seguito un approccio differenziato per le seguenti aggregazioni individuate:

per i prodotti creditizi “standard”, tipicamente commercializzati tramite la rete, l’esecuzione del test è avvenuta per tipologia omogenea di prodotto e di condizioni economiche applicate;

per i prodotti creditizi “non standard”, generalmente personalizzati sulla base delle esigenze specifiche della controparte, l’esecuzione del test è stata effettuata, di norma, sulla base di un campione significativo di rapporti selezionati rappresentativi degli specifici prodotti oggetto di analisi;

per i titoli di debito, l’esecuzione del test è avvenuta sulla base di appositi cluster individuati per strumenti aventi caratteristiche omogenee.

Per completezza informativa si specifica che, relativamente alle modalità di esecuzione del test a regime, il Gruppo UBI prevede:

per i prodotti creditizi “standard”, tipicamente commercializzati tramite la rete, l’esecuzione del test in sede di fabbrica prodotto con richiamo automatico dell’esito della verifica in sede di singola erogazione;

per i prodotti creditizi “non standard”, generalmente personalizzati sulla base delle esigenze specifiche della controparte, l’esecuzione del test per singolo rapporto;

per i titoli di debito, l’esecuzione del test per singolo titolo.

64 L’esercizio di tale opzione comporta la valutazione al fair value degli strumenti finanziari e la successiva

contabilizzazione nel prospetto della redditività complessiva (Other Comprehensive Income - OCI) di tutte le variazioni di fair value, senza alcuna rilevazione a conto economico (né per la rilevazione di impairment né per la rilevazione del risultato dell’eventuale vendita), se non per i dividendi afferenti a tali possessi azionari.

65 Oltre ad un numero limitato di strumenti finanziari partecipativi non rivenienti da operazioni di conversione di crediti.

66 Test di natura qualitativa. 67 Tale test, di natura quantitativa, è parte integrate del SPPI allorquando lo strumento finanziario presenti

caratteristiche c.d. di “Modified Time Value of Money” ovvero a fronte della presenza di un’imperfetta relazione tra il parametro di riferimento del tasso di interesse (es. Euribor a 3 mesi) e il passaggio del tempo (es. rata mensile). In tal caso, l’obiettivo del test è verificare la significatività in termini di differenti cash flow rispetto ai flussi di cassa di uno strumento “benchmark” non connotato da caratteristiche di “modified time value of money”. L’esito negativo di tale test comporta la classificazione dello strumento finanziario nella categoria “Fair Value Through Profit or Loss”.

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Tale ripartizione, peraltro, è funzionale all’individuazione della soluzione organizzativa e applicativa più efficiente. Le modalità di conduzione del test si basano sull’utilizzo del c.d. lending tool, ossia un questionario strutturato in termini di “albero decisionale” che, sulla base delle risposte attribuite, fornisce riscontro sulla possibilità di valutare al Costo Ammortizzato l’attività finanziaria detenuta secondo una logica HTC o di valutare a FVOCI l’attività finanziaria detenuta secondo una logica HTC&S. In merito al Benchmark Test, per tutte le attività finanziarie caratterizzate da clausole contrattuali che richiedono tale verifica, l’esecuzione del test è prevista con modalità sostanzialmente automatiche, tramite la costituzione di una griglia, che dia conto del risultato a fronte di ogni possibile caso di incoerenza/difformità tra il periodo di riprezzamento del tasso contrattuale e il periodo di pagamento dello stesso: tale griglia è soggetta a periodico aggiornamento ed è consultabile in sede di erogazione. Si segnala che solo una porzione estremamente limitata di titoli di debito e crediti non hanno superato in sede di FTA, in funzione delle caratteristiche oggettive degli stessi, il c.d. Solely Payment Principal Interest Test (SPPI Test)68 e sono stati pertanto classificati tra le attività FVTPL (valutati al fair value con impatto a conto economico). In funzione del business model e delle caratteristiche oggettive sopra richiamate, le attività finanziarie sono classificate e valutate come di seguito rappresentato.

Voce di Bilancio Ex Circ. Banca d’Italia 262/05

Categoria Caratteristiche soggettive/oggettive Tipologia di

Strumenti finanziari

“20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico”

attività finanziarie detenute per la negoziazione attività finanziarie designate al fair value altre attività finanziarie obbligatoriamente

valutate al fair value

Attività finanziarie valutate al “FVTPL"

Secondo tale criterio sono classificate e valutate le attività finanziarie che: - sono gestite con finalità di negoziazione; - la cui valutazione al fair value consente di eliminare “mismatching” contabile; - seppur associabili ai business model HTC e HTC&S prevedono flussi finanziari NON sono rappresentativi unicamente di pagamenti del capitale e dell’interesse; - sono gestite in un’ottica di valorizzazione del fair value.

In tale categoria possono essere iscritti tutti gli strumenti finanziari.

“30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva”.

Attività finanziarie valutate al “FVOCI"

Tale categoria è deputata ad accogliere: a) i titoli di debito e i finanziamenti: associati al business model HTC&S; e i cui flussi di cassa contrattuali sono rappresentati esclusivamente dal pagamento del capitale e degli interessi. b) i titoli di capitale per cui si adotta la c.d. “OCI election”

In tale categoria possono essere iscritti strumenti di

debito (titoli e crediti) e titoli di capitale.

“40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato”.

crediti verso banche crediti verso clientela

Attività finanziarie valutate al “Costo

Ammortizzato”

Secondo tale criterio sono classificate e valutate le attività finanziarie: associate al business model HTC; e i cui flussi di cassa contrattuali sono rappresentati esclusivamente dal pagamento del capitale e degli interessi, detenute al fine di incassarne i flussi di cassa contrattuali.

In tale categoria possono essere iscritti unicamente strumenti di debito (titoli e

crediti).

Le passività finanziarie

Per ciò che concerne le passività finanziarie le disposizioni dello IAS 39 sono state quasi interamente trasposte nell’IFRS 9. Il principio consente di optare, in continuità con le previsioni dello IAS 39, in presenza di determinate condizioni, per la valutazione delle passività finanziarie in base al criterio del "Fair value through profit or loss” (c.d. Fair Value Option-FVO), prevedendo tuttavia che le variazioni di fair value delle passività finanziarie dovute a variazioni del merito creditizio dell’emittente siano contabilizzate nel prospetto delle altre

68 Tale test, di natura qualitativa e volto a verificare se lo strumento finanziario preveda sostanzialmente pagamenti

che siano espressione unicamente del capitale e degli interessi, è propedeutico alla classificazione di crediti e titoli di debito nelle categorie contabili Costo Ammortizzato e FVOCI. In altri termini, l’esito negativo del test comporta la classificazione dello strumento finanziario nella categoria “Fair Value Through Profit of Loss”.

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componenti di conto economico complessivo (OCI) e non più a conto economico, a meno che trattamento contabile crei o amplifichi un’asimmetria contabile nel conto economico; in tale ultimo caso le variazioni in parola vengono rilevate nella succitata voce del conto economico. Strumenti finanziari derivati

In ultimo, per completezza, si segnala che l’IFRS 9 non comporta alcun effetto relativo alla classificazione degli strumenti finanziari derivati che, in linea con le previsioni dello IAS 39, continuano ad essere valutati al fair value con impatto a conto economico69. Modification

Come anticipato, in materia di cancellazione contabile (c.d. derecognition) le previsioni dell’IFRS 9 confermano quanto già disciplinato dallo IAS 39. Il nuovo principio però, in materia di modifica di flussi finanziari contrattuali derivanti da attività finanziarie, prevede il trattamento contabile sintetizzato in tabella.

Rinegoziazione/Modifica dei termini contrattuali Trattamento contabile

Modifica “SOSTANZIALE” L’entità deve eliminare contabilmente lo strumento finanziario oggetto di modifica e

procedere all’iscrizione di una nuova attività finanziaria sulla base delle nuove previsioni contrattuali.

Modifica “NON SOSTANZIALE”

Qualora la modifica non si configuri come “sostanziale, non determinando pertanto la cancellazione contabile dello strumento, l'entità deve calcolare il valore attuale dei flussi finanziari rinegoziati o modificati70 dell'attività finanziaria e rilevare nel conto economico

la differenza tra tale valore e il valore contabile lordo antecedente alla modifica.

In merito all’accezione del termine “sostanziale”, la prassi adottata dal Gruppo UBI è rappresentata nella tabella di sintesi sotto riportata.

Natura della modifica contrattuale Sostanzialità

qualitativa/quantitativa

Modifica verso controparti che presentano difficoltà finanziarie71

L’accezione data al termine “sostanziale” è essenzialmente qualitativa in termini dinatura della medesima posto che la stessa è volta a massimizzare il recupero

dell’esposizione originaria.

Modifica di natura “commerciale”72:

L’accezione data al termine “sostanziale” è di natura sia qualitativa che quantitativa posto che, di norma e anche in funzione delle attuali previsioni normative italiane (c.d.

“Bersani”) applicabili alla fattispecie dei mutui a privati, la modifica riguarda frequentemente la revisione del tasso di interesse al fine di riallinearlo a quello corrente di

mercato. Con specifico riguardo all’accezione quantitativa del termine, il Gruppo UBI valuta la sostanzialità della modifica contrattuale sulla base dello scostamento

percentuale nel valore attuale dei flussi di cassa dello strumento finanziario ante e post modifica.

1.4.1.2 Impairment

L’IFRS 9 prevede un modello, caratterizzato da una visione prospettica, che richiede la rilevazione immediata delle perdite su crediti anche se solo previste, contrariamente a quanto previsto dallo IAS 39, in base al quale la valutazione delle perdite su crediti considera solo quelle derivanti da eventi passati e condizioni attuali. Diversamente dallo IAS 39, l’IFRS 9 prevede un unico modello di impairment da applicare alle attività finanziarie valutate a costo ammortizzato e a quelle valutate a fair value through other comprehensive income73 nonché alle garanzie finanziarie e agli impegni ad erogare finanziamenti. Gli aspetti maggiormente interpretativi del principio, individuati durante le attività progettuali, relativamente alle modalità di calcolo dell’impairment degli strumenti finanziari (crediti e titoli di debito), classificati e valutati al Costo Ammortizzato o a FVOCI, sono relativi:

• alla stage allocation degli strumenti finanziari in funzione della determinazione del significativo incremento del rischio di credito; e

• all’inclusione di scenari c.d. forward looking nella definizione della stage allocation e nella determinazione dell’Expected Credit Loss (ECL)74.

69 Eccezion fatta per la valutazione di derivati di copertura in una copertura del tipo Cash Flow Hegde. 70 Tali flussi devono essere attualizzati al tasso di interesse effettivo originario dell'attività finanziaria. 71 Il riferimento è a misure di “forbearance”, sia rivolte a controparti performing che non perfoming. 72 Ovvero nei confronti di una controparte che non presenta difficoltà finanziarie. 73 Diverse dai titoli di capitale cui l’entità decide di applicare la c.d. OCI election. 74 Il principio definisce le perdite su crediti attese come “la media ponderata delle perdite su crediti sulla base delle

probabilità che si verifichi un default”. La stima della perdita attesa deve essere effettuata considerando gli scenari

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Stage allocation

Con riferimento alle attività finanziarie che non siano impaired al momento dell’acquisto (ovvero all’origine), in funzione delle previsioni in materia di impairment dell’IFRS 9, le medesime sono suddivise in tre stage e la rilevazione delle perdite attese è determinata, in funzione dello stage di assegnazione come sintetizzato in tabella.

Stage Performing/Non Performing Calcolo importo Perdita attesa

Stage 1

Attività finanziarie performing per le quali non si sia rilevato, rispetto all’iscrizione iniziale, un incremento significativo del rischio di credito oppure il cui rischio di credito sia ritenuto

basso.

Commisurata all’importo della perdita su creditiattesa nei successivi 12 mesi (perdita attesa che risulti da eventi di default sull’attività finanziaria che siano ritenuti possibili entro 12 mesi dalla

data del periodo di riferimento).

Stage 2 Attività finanziarie performing per cui si è rilevato,

successivamente all’iscrizione iniziale, un incremento significativo del rischio di credito

Commisurata all’importo della perdita su creditiattesa su tutta la vita dello strumento (perdita

attesa che risulti da eventi di default sull’attività finanziaria che siano ritenuti possibili lungo

l’intera vita dell’attività finanziaria).

Stage 3 Attività finanziarie non performing.

Commisurata all’importo della perdita su creditiattesa su tutta la vita dello strumento (perdita

attesa che risulti da eventi di default sull’attività finanziaria che siano ritenuti possibili lungo

l’intera vita dell’attività finanziaria).

Ciò premesso, si specifica che il modello di stage allocation del Gruppo, basato su una logica per singolo rapporto, o tranche se titolo di debito (vedasi quanto riportato nel seguito), ai fini della misurazione dell’incremento significativo del rischio di credito dalla data di prima iscrizione dello strumento finanziario a quella di valutazione, prevede l’utilizzo di criteri sia qualitativi che quantitativi. Più in dettaglio, il passaggio di uno strumento finanziario da stage 1 a stage 2 è determinato, a titolo esemplificativo, dal verificarsi di una delle seguenti variabili:

sconfino di controparte >30 giorni con soglia di rilevanza; concessione di una misura di forbearance; variazione della Probability of Default (PD) life time rispetto ad un valore soglia, specifico

per ogni rapporto, determinato in funzione delle caratteristiche rilevanti di rischiosità. Ulteriormente il Gruppo ha deciso di:

ribattere la presunzione secondo cui una posizione scaduta da almeno 30 giorni è da classificare automaticamente nello stage 2, solamente con riferimento a crediti afferenti a specifiche aree di business;

esercitare, in fase di FTA nonché a regime, e solo limitatamente al portafoglio Titoli Sovereign, in considerazione delle caratteristiche proprie dei titoli in portafoglio, la “Low Credit Risk Exemption”75;

utilizzare il metodo FIFO (First In-First Out), al fine di confrontare, per ogni singola tranche di titoli di debito acquistata, il merito creditizio originario della medesima con quello ad essa attribuito alla data di reporting.

Ai fini dell’allocazione delle esposizioni nei diversi stage alla data di prima applicazione del principio, le esposizioni performing sono classificate negli stage 1 e 2, diversamente dalle esposizioni non performing che sono allocate nello stage 3. Con riferimento a tali ultime esposizioni, si specifica che la Banca è allineata alla definizione di cui alla Circolare n. 262/2005 della Banca d’Italia, vale a dire che le medesime corrispondono alla somma di esposizioni scadute deteriorate, inadempienze probabili e sofferenze, così come definite dalle vigenti disposizioni in materia di Vigilanza.

possibili, tenendo pertanto in considerazione le migliori informazioni disponibili su: eventi passati, condizioni correnti, previsioni supportabili su event i futuri (cosiddetto “forward looking approach”).

75 In altri termini, gli strumenti, che alla data di FTA sono connotati da basso rischio di credito, nel caso di specie identificato con il livello di rating “investment grade”, sono classificati in stage 1. Successivamente, qualora tali titoli perdessero il livello di “investment grade” i medesimi saranno oggetto di trasferimento ad altro stage unicamente in funzione di un eventuale significativo incremento del rischio di credito rispetto alla data di iscrizione iniziale.

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Stima dell’Expected Credit Loss e inclusione degli scenari forward looking

Con specifico riferimento all’inclusione di scenari c.d. forward looking (leggasi prospettici) nella determinazione della perdita attesa, si specifica quanto rappresentato nella tabella sotto riportata:

Stage Scenari forward looking

Stage 1 e 2

Con particolare riguardo alla previsione del principio contabile di incorporare nella stima delle perdite attese scenari forward looking anche di tipo macroeconomico, il Gruppo UBI ha deciso di includere i medesimi, nonché le previsioni

relative agli andamenti geosettoriali (negli ambiti in cui opera la controparte), in modelli interni già disponibili sviluppati per le finalità di Stress Test sul rischio di credito che sono stati oggetto di necessari aggiustamenti al fine di

renderli compatibili con le specifiche previsioni del nuovo principio.

Tali modelli contemplano l’utilizzo di scenari “most likely”, ovvero l’utilizzo dello scenario ritenuto maggiormente probabile, unitamente a scenari “upside” e “downside”, ad ognuno dei quali viene associata una

percentuale di accadimento. Tali scenari sono coerenti con quelli assunti per finalità di budget e capital allocation.

Stage 3

Con specifico riferimento all’inclusione di elementi forward looking nella stima dell’expected credit loss si segnala, relativamente alle posizioni in “sofferenza” che le regole di valutazione analitica delle medesime, sviluppate in

ottica “gone concern”, includono elementi forward looking nella stima delle percentuali di abbattimento del valore dell’immobile posto a garanzia (stimate sulle perizie aggiornate o sulla relazione del Consulente Tecnico d’Ufficio -

CTU), nonché, in sede di applicazione dell’IFRS9, l’introduzione di specifici scenari alternativi di recupero delle esposizioni, in considerazione del fatto che il Gruppo prevede di vendere in un lasso di tempo ragionevole un determinato stock di crediti in sofferenza ad una terza parte sia al fine di massimizzare i flussi di cassa sia in

relazione ad una specifica strategia di gestione del credito deteriorato. Conseguentemente la stima della ECL riflette, oltre al recupero attraverso la gestione ordinaria del credito, anche la presenza dello scenario di vendita e, quindi, dei

flussi di cassa derivanti da tale vendita. La volontà di includere “scenari di vendita” nel modello di impairment IFRS9 è rappresentato in parte dalla strategia

aziendale di recupero storicamente osservata delle esposizioni, ma principalmente da quella futura, in coerenza con la “NPL strategy” del Gruppo UBI.

1.4.1.3 Hedge Accounting

L’IFRS 9 contiene le disposizioni relative al cosiddetto “General Hedge Accounting model” volte a meglio riflettere nella reportistica finanziaria le politiche di gestione del rischio adottate dal management. A titolo esemplificativo e non esaustivo il principio, pertanto, amplia il perimetro dei rischi per i quali può essere applicato l’hedge accounting di elementi non finanziari, elimina l’obbligatorietà del test d’efficacia di natura quantitativa, non richiede più la valutazione retrospettiva dell’efficacia della copertura e non prevede più la possibilità di revocare volontariamente l’applicazione dell’hedge accounting una volta designato. A fronte della maggior flessibilità introdotta, il nuovo principio prevede un’informativa ancor più dettagliata relativamente all’attività di gestione dei rischi da parte del Risk Management. Il principio non contempla il modello contabile previsto per le relazioni di copertura collettive di portafogli di crediti (c.d. Macro Hedging). A tal proposito nel mese di aprile 2014 lo IASB ha pubblicato il Discussion Paper “Accounting for Dynamic Risk Management: a Portfolio Revaluation Approach to Macro Hedging” che, in linea con le modalità di gestione dinamica del rischio di tasso adottate dalle banche, delinea un possibile approccio contabile (c.d. Portfolio Revaluation Approach) mirante a rispecchiare meglio, nel bilancio dell’entità, la natura dinamica di gestione del rischio da parte del Risk Management. A seguito delle osservazioni ricevute durante la fase di consultazione, nel mese di luglio 2015 il Board dello IASB ha deciso di destinare il progetto relativo al c.d. “Macrohedging” al programma di ricerca, rinviando la predisposizione dell’Exposure Draft solo successivamente all’elaborazione di un ulteriore Discussion Paper. In funzione di ciò, nelle more del completamento del principio contabile relativo al Macro Hedge, al redattore del bilancio l’IFRS 9 riconosce la possibilità di continuare ad applicare le disposizioni in materia di politiche di copertura dello IAS 39. Con specifico riguardo alle nuove previsioni in materia di General Hedge Accounting il Gruppo UBI Banca, nelle more del completamento da parte dello IASB delle nuove regole relative al Macrohedging, ha deciso di avvalersi dell’opzione “opt-out” ovvero della possibilità, in linea con quanto attualmente operato, di continuare ad applicare le previsioni dello IAS 39 (carve out)76. 76 Relativamente alle previsioni dello IAS 39 in materia di Macrohedging.

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In funzione di ciò, nonché delle nuove regole classificatorie dell’IFRS 9 che non prevedono più la categoria delle “Attività finanziarie detenute sino a scadenza” (HTM), il Gruppo ha preceduto a coprire in Hedge Accounting titoli di Stato precedentemente classificati tra le attività HTM che, in vigenza delle previsioni classificatorie dello IAS 39, non potevano essere oggetto di copertura relativamente al rischio di tasso. 1.5 Esenzioni e opzioni applicate in sede di Prima Applicazione (c.d. FTA)

Tematica Esenzioni/opzioni operate dal Gruppo UBI

Hedge Accounting

Il Gruppo UBI ha deciso di avvalersi dell’opzione “opt-out” prevista dall’IFRS 9 ovvero della possibilità di continuare ad applicare le previsioni dello IAS 39. Il Gruppo può continuare a confermare tale opzione sino all’entrata in vigore del

principio contabile relativo al c.d. Macro Hedge. A far tempo da tale futura data, il Gruppo dovrà obbligatoriamente applicare le previsioni in materia di General Hedge Accounting di cui all’IFRS 9.

Prospetti comparativi

In fase di prima applicazione l’IFRS 9 non richiede obbligatoriamente la riesposizione dei dati di confronto, su base omogenea, relativi dei periodi precedenti. In funzione di ciò il Gruppo UBI non ha proceduto alla predisposizione dei

medesimi. A tal riguardo, nell’atto di emanazione del 5° aggiornamento della Circolare Banca d’Italia 262/05 “Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione”, l’Organo di Vigilanza ha precisato che le banche che non producono dati omogenei di confronto devono includere, nel primo bilancio redatto in base al citato aggiornamento, un prospetto di raccordo che

evidenzi la metodologia utilizzata e fornisca una riconciliazione tra i dati dell’ultimo bilancio approvato e il primo bilancio redatto in base alle nuove disposizioni77.

A tal proposito si rimanda ai “Prospetti di riconciliazione”

Applicazione dell’IFRS 9 da parte delle

Compagnie assicurative

Le società assicurative controllate dalla Capogruppo UBI Banca, e pertanto consolidate con il metodo integrale, considerando che il Gruppo UBI non si configura come “conglomerato finanziario”78 ai sensi delle previsioni dell’IFRS 4 “Contratti Assicurativi”, nella redazione del loro bilancio non hanno optato per l’applicazione del c.d. “overlay approach”.

Tale metodo opzionale permette di riclassificare, dal conto economico al prospetto della redditività complessiva OCI79 l’importo necessario affinché, alla data di chiusura dell’esercizio, il risultato economico sia il medesimo che si sarebbe stato

rilevato qualora la società avesse applicato le previsioni dello IAS 39 in luogo dell’IFRS 9.

2. L’IFRS 15 “Ricavi provenienti da contratti con i clienti”

Il principio contabile IFRS 15 “Ricavi provenienti da contratti con i clienti” detta le regole di rilevazione di ricavi derivanti da obbligazioni contrattuali con la clientela. L’IFRS 15 deve essere applicato solo se la controparte è un cliente. Il cliente è la parte che ha stipulato il contratto con l’entità per ottenere, in cambio di un corrispettivo, beni o servizi che sono il risultato delle attività ordinarie dell’entità. 2.1 Ambito di applicazione

L'entità deve applicare l’IFRS 15 a tutti i contratti con i clienti, ad eccezione de:

i contratti di leasing rientranti nell'ambito di applicazione dello IAS 17 “Leasing”; i contratti assicurativi rientranti nell'ambito di applicazione dell'IFRS 4 “Contratti

assicurativi”; gli strumenti finanziari e altri diritti e obbligazioni contrattuali rientranti nell'ambito di

applicazione di: IFRS 9 “Strumenti finanziari”, IFRS 10 “Bilancio consolidato”, IFRS 11 “Accordi a controllo congiunto”, IAS 27 “Bilancio separato” e IAS 28 “Partecipazioni in società collegate e joint venture”; e

gli scambi non monetari tra entità dello stesso ramo di attività per agevolare le vendite a clienti o potenziali clienti.

77 All’autonomia dei competenti organi aziendali sono rimesse la forma e il contenuto di tale informativa. 78 Ai sensi dell’art. 2 della Direttiva 2002/87/CE costituisce un conglomerato finanziario, un gruppo, o sottogruppo

di un gruppo, che soddisfi le seguenti condizioni: a) a capo del gruppo vi sia un’impresa regolamentata o almeno una delle imprese figlie del gruppo sia

un’impresa regolamentata; b) qualora a capo del gruppo vi sia un’impresa regolamentata, questa sia un’impresa madre di un’altra impresa

del settore finanziario, ovvero un’impresa che detiene una partecipazione in altra impresa del settore finanziario, ovvero un’impresa legata a un’impresa del settore finanziario da una relazione che comporti l’assoggettamento a direzione unitaria in virtù di accordi o clausole statutarie o in cui gli organi di amministrazione, direzione e controllo sono costituiti in maggioranza dalle stesse persone;

c) qualora a capo del gruppo non vi sia un’impresa regolamentata, le attività del gruppo si svolgano principalmente nel settore finanziario;

d) almeno una delle imprese del gruppo operi nel settore assicurativo e almeno una operi nel settore bancario o nel settore dei servizi di investimento;

e) le attività consolidate o aggregate delle imprese del gruppo che operano nel settore assicurativo e le attività consolidate o aggregate delle imprese che operano nel settore bancario e nel settore dei servizi finanziari siano entrambe significative.

79 Leggasi nel Patrimonio Netto.

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2.2 I pilastri dell’IFRS 15

Il nuovo Principio contabile prevede che i ricavi devono essere riconosciuti adottando un approccio basato sui seguenti 5 step:

1) identificazione dei contratti con un cliente: il contratto è un accordo tra due o più parti che dà origine a diritti e obbligazioni esigibili. Il contratto può essere scritto, orale o derivare implicitamente dalle pratiche commerciali abituali dell'entità;

2) identificazione delle obbligazioni di fare presenti nel contratto: un singolo contratto può contenere la promessa di consegnare al cliente più di un bene o servizio. Al momento della rilevazione del contratto, l’entità stima i beni o servizi esplicitamente o implicitamente promessi nel contratto e identifica, quale obbligazione di fare, ciascun impegno a trasferire un distinto bene o servizio;

3) determinazione del prezzo della transazione: il prezzo è l'ammontare che si ci aspetta di ricevere in cambio del trasferimento di beni o servizi al cliente. Il prezzo previsto può essere un importo fisso, includere componenti variabili o componenti non monetarie. In merito a tale fattispecie il principio introduce, con riferimento alla componente variabile, dei potenziali elementi di stima nella determinazione del prezzo complessivo della transazione;

4) ripartizione del prezzo della transazione tra le obbligazioni di fare: la ripartizione avviene nel caso in cui il contratto include più obbligazioni di fare e il prezzo deve essere allocato ad ogni obbligazione, sulla base dei prezzi di vendita "stand-alone" di ogni singolo bene o servizio previsto dal contratto. Il prezzo di vendita a sé stante è il prezzo al quale l’entità venderebbe separatamente al cliente il bene o servizio promesso. La migliore indicazione del prezzo di vendita a sé stante è il prezzo del bene o servizio osservabile quando l’entità vende separatamente il bene o servizio in circostanze simili e a clienti analoghi;

5) esposizione del ricavo nel bilancio quando l’entità soddisfa le obbligazioni di fare: il ricavo è iscritto solo nel momento in cui il proprio cliente ottiene il controllo sul bene o servizio trasferito. L'ammontare del ricavo da rilevare è quello allocato sulla obbligazione di fare che è stata soddisfatta in un certo momento temporale (“at a point in time”) o durante un determinato arco temporale (anche “over time”). Nel caso di performance obligations soddisfatte “over time”, l’entità riconosce i ricavi durante tale arco temporale di riferimento, utilizzando un metodo adeguato per misurare gli stati di avanzamento compiuti rispetto al completo soddisfacimento dell'obbligazione.

2.3 Il progetto di transizione all’IFRS 15

Il Gruppo UBI Banca ha dedicato una specifica progettualità all’analisi delle previsioni del principio in parola nonché delle principali fattispecie di ricavi rivenienti da contratti con clienti al fine di individuare gli impatti derivanti dall’introduzione dell’IFRS 15. Coerentemente con le scelte adottate con riferimento all'IFRS 9, gli effetti dell'applicazione del principio saranno riconosciuti retrospetticamente. Sono stati oggetto di analisi i ricavi derivanti da contratti con i cliente rilevati nelle voci “Commissioni attive”, con particolare riferimento ai comparti “Risparmio gestito”, “Monetica” e servizi connessi all’operatività in conti correnti e “Altri proventi di gestione”. Dalle analisi effettuate è emerso che il trattamento contabile di tali fattispecie è già in linea con le previsioni del nuovo principio e, di conseguenza, non emergono impatti sul Patrimonio netto del Gruppo a seguito dell’introduzione dell’IFRS 15. A seguito dell’introduzione del nuovo principio sono stati individuati impatti, esclusivamente, sull’informativa da fornirsi in sede di bilancio, relativa ai ricavi sopra menzionati. Le analisi di impatto si sono focalizzate sulle tematiche di seguito esposte. Rilevazione delle commissioni di collocamento relative al comparto “Risparmio gestito”: considerata l’esistenza di una separata “obbligazione di fare” adempiuta nei confronti del Fondo e remunerata tramite tale tipologia di commissioni e stante che l’attività di collocamento si esaurisce in un momento determinato, si ritiene che l’ammontare delle

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commissioni di collocamento possa essere rilevato a conto economico “at a point in time”, conformemente alla prassi in vigore antecedentemente all’applicazione del Principio. Corrispettivi connessi all’operatività in conti correnti e monetica e trattamento delle relative obbligazioni: le analisi svolte hanno confermato che l’attuale modalità di rilevazione di tali ricavi è in linea con le previsione del principio IFRS 15; ai soli fini di soddisfare i requisiti informativi previsti dal Principio dovrà essere fornita separata indicazione, in Nota Integrativa, dei singoli prodotti o servizi costituenti il pacchetto e del prezzo stand-alone ad essi allocato. 3. Gli impatti derivanti dalla prima applicazione dell’IFRS 9 e dell’IFRS 15

Il 1º gennaio 2018 costituisce la data di prima applicazione dell’IFRS 9, pertanto, a tale data, si evidenziano gli effetti sul patrimonio netto contabile a tale principio, ciò in funzione del fatto che lo IAS 8 “Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed errori” prevede che gli effetti derivanti dalla transizione al Principio di tale transizione siano da rilevarsi in apposite riserve del patrimonio netto. Tale previsione è sostanzialmente volta a ricostruire gli effetti che si sarebbero ottenuti a livello patrimoniale qualora si fossero in via continuativa adottate le previsioni dei nuovi principi applicati. A tal proposito, considerato che la prima applicazione dell’IFRS 15 non ha comportato per la Banca impatti sul patrimonio netto contabile, quanto di seguito illustrato ai punti 3.1 e 3.2 afferisce unicamente agli impatti di cui alla prima applicazione dell’IFRS 9. Ciò detto, al fine di illustrare come il passaggio dalle previsioni dello IAS 39 al nuovo principio IFRS 9 influenzi la situazione patrimoniale e finanziaria, nonché ai sensi delle previsioni del principio contabile IFRS 7 “Strumenti finanziari: informazioni integrative”, il presente capitolo del Resoconto intermedio di gestione contiene i seguenti prospetti:

prospetto di riesposizione dei saldi patrimoniali al 31/12/2017 (ex IAS 39) nelle nuove voci di bilancio (ex IFRS 9) previste dal 5° aggiornamento della Circolare Banca d’Italia 262/05; Tale prospetto consente di evidenziare, sulla base dei valori contabili ex IAS 39, le riclassifiche operate in vigenza dell’IFRS 9 in funzione dei business model associati agli strumenti finanziari nonché delle caratteristiche oggettive dei medesimi. Rispetto all’informativa fornita nel Resoconto Intermedio di Gestione al 31 Marzo 2018, il prospetto prevede la suddivisione degli strumenti finanziari per classe di appartenenza: l’attributo di “classe” è stato declinato nella composizione merceologica delle attività e delle passività finanziarie;

prospetto di riconciliazione tra i saldi patrimoniali al 31/12/2017 (ex IAS 39) ed i saldi patrimoniali all’1/1/2018 (ex IFRS9). Tale prospetto consente di evidenziare gli impatti sulle voci patrimoniali derivanti dalle previsioni dell’IFRS 9 in materia di valutazione e impairment. Analogamente al prospetto di cui sopra, anche tale prospetto prevede la suddivisione degli strumenti finanziari per classe di appartenenza;

prospetto di riconciliazione tra patrimonio netto al 31/12/2017 (ex IAS 39) e patrimonio netto all’1/1/2018 (ex IFRS 9). Tale prospetto fornisce un dettaglio degli impatti di prima applicazione dell’IFRS 9 sul patrimonio netto contabile della Banca.

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3.1 Prospetti di riconciliazione

Prospetto di riesposizione dei saldi patrimoniali al 31/12/2017 (ex IAS 39) nelle nuove voci di bilancio (ex IFRS 9) previste dal 5° aggiornamento della Circolare Banca d’Italia 262/05

a) attività finanziarie detenute

per la negoziazione

b) attività finanziarie designate

al fair value

c) altre attività finanziarie

obbligatoriamente valutate al fair

value

a) crediti verso banche

b) crediti verso

clientelaa) correnti b) anticipate

10.Cassa e disponibilità liquide

2.332 2.332

20.Attività finanziarie detenute per la negoziazione

2.356 2.356

Titoli di debito 0 0

Titoli di capitale 2 2

30.Attività finanziarie valutate al fair value

-

40.Attività finanziarie disponibili per la vendita

1.832 1.745 87

Titoli di capitale 1.832 1.745 87

50.Attività finanziarie detenute fino alla scadenza

-

60. Crediti verso banche 2.476.421 2.476.421

Crediti verso banche: 2.476 2.476

Finanziamenti 412.330 412.330

Titoli di debito 2.064.091 2.064.091

70. Crediti verso clientela 597.166 597.166

Finanziamenti: 597 597

non deteriorati 575.633 575.633

deteriorati 21.533 21.533

100. Partecipazioni 2.306 2.306

110. Attività materiali 1.547 1.547

120. Attività immateriali 41.836 41.836

130. Attività fiscali 21.620 0 - - - - - - - - - - - 11.954 9.667 - -

a) correnti 11.954 11.954

b) anticipate 9.667 9.667

150. Altre attività 66.854 66.854

Totale dell'attivo 3.211.916

70. Partecipazioni

Importi in migliaia di euro

Circolare 262/2005 4° aggiornamento

ATTIVO

31.12.2017IAS 39

Circolare 262/2005 5° aggiornamento ATTIVO

80. Attività materiali

90. Attività immateriali

110. Attività non correnti e gruppi di

attività in via di

dismissione

120. Altre attività

20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico

10. Cassa e disponibilità

liquide

40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato

100. Attività fiscali30. Attività finanziarie

valutate al fair value con impatto

sulla redditività

complessiva

50. Derivati di copertura

60. Adeguamento di valore delle

attività finanziarie oggetto di copertura

generica (+/-)

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100

Prospetto di riesposizione dei saldi patrimoniali al 31/12/2017 (ex IAS 39) nelle nuove voci di bilancio (ex IFRS 9) previste dal 5° aggiornamento della Circolare Banca d’Italia 262/05

a) debiti verso

banche

b) debiti verso clientela

c) titoli in

circolazionea) correnti b) differite

a) impegni e garanzie rilasciate

b) quiescenza e obblighi

simili

c) altri fondi per rischi e oneri

10. Debiti verso banche 194.103 194.103

Debiti verso banche 194.103 194.103

20. Debiti verso clientela 2.810.879 2.810.879

Conti correnti e depositi liberi 2.746.948 2.746.948

Depositi vincolati 11.614 11.614

Finanziamenti 35.055 35.055

Altri debiti 17.261 17.261

30. Titoli in circolazione 11.322 11.322

Obbligazioni 11.322 11.322

40.Passività finanziarie di negoziazione

- -

50.Passività finanziarie valutate al fair value

- -

60. Derivati di copertura -

80. Passività fiscali 4.283 0 0 0 0 0 0 1.738 2.545 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

a) correnti 1.738 1.738

b) differite 2.545 2.545

100. Altre passività 33.738 33.513 224

110.Trattamento di fine rapporto del personale

1.376 1.376

120. Fondi per rischi e oneri 17.041 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 - 17.041 0 0 0 0 0 0 0

a) quiescenza e obblighi simili

- -

b) altri fondi 17.041 17.041

130. Riserve da valutazione (94) (618) 524

160. Riserve 76.752 76.752

170.Sovrapprezzi di emissione

-

180. Capitale 67.950 67.950

200.Utile (Perdita) d'esercizio (+/-)

(5.434) (5.434)

Totale del passivo e del patrimonio netto

3.211.916

120. Riserve da valutazione

140. Riserve

150. Sovrapprezzi

di emissione

160. Capitale170. Azioni

proprie (-)

Importi in migliaia di euro

Circolare 262/2005 5° aggiornamento PASSIVO

31.12.2017IAS 39

10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato

20. Passività finanziarie

di negoziazione

30. Passività finanziarie designate

al fair value

40. Derivati di

copertura

60. Passività fiscali

110. Riserve tecniche

Circolare 262/2005 4° aggiornamento

PASSIVO

180. Utile (Perdita)

d'esercizio (+/-)

80. Altre passività

90. Trattamento

di fine rapporto

del personale

100. Fondi per rischi e oneri

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Prospetto di riconciliazione tra i saldi patrimoniali al 31/12/2017 (ex IAS 39) ed i saldi patrimoniali all’1/1/2018 (ex IFRS9).

31.12.2017IAS 39

Misurazione Impairment1.1.2018IFRS 9

10. Cassa e disponibilità liquide 2.332 2.332

20.Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico

1.748 1.748

a) attività finanziarie detenute per la negoziazione 2 2

Titoli di debito 0 0

Titoli di capitale 2 2

c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 1.745 1.745

Titoli di capitale 1.745 1.745

30.Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva

87 87

Titoli di capitale 87 87

40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 3.073.587 (1.529) 3.072.058

a) crediti verso banche 2.476.421 (6) 2.476.415

Crediti verso banche: 2.476.421 - (6) 2.476.415

Finanziamenti 412.330 (6) 412.324

Titoli di debito 2.064.091 2.064.091

b) crediti verso clientela 597.166 (1.523) 595.643

Finanziamenti: 597.166 - (1.523) 595.643

Primo e secondo stadio 575.633 (984) 574.649

Terzo stadio 21.533 (539) 20.994

70. Partecipazioni 2.306 2.306

90. Attività materiali 1.547 1.547

100. Attività immateriali 41.836 41.836

110. Attività fiscali 21.620 21.620

a) correnti 11.954 11.954

b) anticipate 9.667 9.667

130. Altre attività 66.854 66.854

Totale dell'attivo 3.211.916 - (1.529) 3.210.387

31.12.2017IAS 39

Misurazione Impairment1.1.2018IFRS 9

10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 3.016.304 3.016.304

a) debiti verso banche 194.103 194.103

Debiti verso banche 194.103 194.103

b) debiti verso clientela 2.810.879 2.810.879

Conti correnti e depositi liberi 2.746.948 2.746.948

Depositi vincolati 11.614 11.614

Finanziamenti 35.055 35.055

Altri debiti 17.261 17.261

c) titoli in circolazione 11.322 11.322

Obbligazioni 11.322 11.322

60. Passività fiscali 4.283 - - 4.283

a) correnti 1.738 1.738

b) differite 2.545 2.545

80. Altre passività 33.513 33.513

90. Trattamento di fine rapporto del personale 1.376 1.376

100. Fondi per rischi e oneri 17.265 - 345 17.611

a) impegni e garanzie rilasciate 224 345 570

c) altri fondi per rischi e oneri 17.041 17.041

120. Riserve da valutazione (618) (618)

150. Riserve 77.276 (1.874) 75.401

170. Capitale 67.950 67.950

200. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) (5.434) (5.434)

Totale del passivo e del patrimonio netto 3.211.916 - (1.529) 3.210.387

Circolare 262/2005 5° aggiornamentoATTIVO

Circolare 262/2005 5° aggiornamentoPASSIVO

Importi in migliaia di euro

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Impairment - L’impatto complessivamente pari a 1.874 migliaia di euro è riferibile per: 1.529 migliaia di euro ad “attività finanziarie valutate al costo ammortizzato” di cui.

990 migliaia di euro per maggiori rettifiche di valore su posizioni performing convenzionalmente classificate a stage 1 e stage 2;

539 migliaia di euro per maggiori rettifiche di valore su posizioni non performing convenzionalmente classificate a stage 3;

345 migliaia di euro a garanzie e impegni per maggiori rettifiche di valore su posizioni performing convenzionalmente classificate a stage 1 e stage 2.

Per informazioni di maggior dettaglio, in particolare con specifico riferimento alla riconciliazione tra fondi rettificativi (ex IAS 39) al 31/12/2017 e fondi rettificativi (ex IFRS9) all’1/1/2018, si rimanda al paragrafo relativo. Nella tabella che segue, vengono in sintesi riportati gli effetti generati sul patrimonio netto al 31 dicembre 2017 dall’adozione, a far tempo dal 1° gennaio 2018, del nuovo principio contabile IFRS 9, quantificati complessivamente in 1,874 milioni di euro. Il patrimonio netto al 1° gennaio 2018 (ex IFRS 9) ammontava a 137,3 milioni di euro in riduzione rispetto al patrimonio netto al 31 dicembre 2017 (ex IAS 39). Prospetto di riconciliazione tra patrimonio netto al 31/12/2017 (ex IAS 39) e patrimonio netto all’1/01/2018 (ex IFRS 9).

Patrimonio netto al 31 dicembre 2017 ex IAS 39 139.174

Impatto Netto

Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico

-

MisurazioneMisurazione al fair value degli strumenti finanziari valutati al costo ammortizzato ex IAS 39

Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva

-

Misurazione

Misurazione al fair value degli strumenti finanziari valutati al costo ammortizzato ex IAS 39

Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato (1.529)

Misurazione -

Misurazione al costo ammortizzato degli strumenti finanziari valutati al fair value con impatto a patrimonio netto ex IAS 39Misurazione impatti derecognition accounting

Impairment (1.529)

Stage 1 e Stage 2 (990)

Stage 3 (539)

Garanzie finanziarie e impegni (345)

Impairment (345)

Stage 1 e Stage 2 (345)

Stage 3

Impatti relativi al patrimonio (1.874)

Patrimonio netto al 1° gennaio 2018 ex IFRS 9 137.300

Effetto transizione all'IFRS 9

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Prospetti di riconciliazione tra fondi rettificativi (ex IAS 39) e accantonamenti per garanzie e impegni (ex IAS37) al 31/12/2017 e ECL (ex IFRS9) all’1/1/2018

I prospetti evidenziano gli impatti dell’applicazione delle previsioni dell’IFRS9 in merito alla determinazione delle perdite attese stimate relative a:

• “attività finanziarie valutate al costo ammortizzato”; e • “garanzie finanziare e impegni a erogare finanziamenti”.

In particolare, si evidenziano, suddivisi per stage di allocazione, valori lordi e relativi fondi rettificativi delle attività finanziarie, delle garanzie finanziarie e degli impegni a erogare finanziamenti soggetti alle previsioni di impairment ex IFRS9.

Impairment test degli avviamenti

L’attenzione posta dai diversi enti di controllo e Vigilanza, nazionali ed internazionali, al tema impairment test del goodwill e degli intangibili a vita utile indefinita, permane alta anche in considerazione delle attuali condizioni di mercato. Infatti molteplici sono stati negli anni più recenti i documenti diffusi da tali enti con la finalità di sensibilizzare al pieno rispetto delle prescrizioni del principio IAS 36 “Riduzione di valore delle attività”, anche in tema di informativa resa in bilancio. In termini di riferimenti normativi, appaiono di particolare rilevanza, oltre al principio

Importi in migliaia di euro

VociEsposizione

lordaRettifichedi valore

Esposizione netta

Grado dicopertura

RiclassificheRettifiche

di FTA (fondi)Esposizione

lordaRettifichedi valore

Esposizione netta

Grado dicopertura

- Sofferenze 21.610 11.273 10.337 52,16% - 472 21.610 11.744 9.866 54,35%

- Inadempienze probabili 12.884 2.046 10.838 15,88% - 55 12.884 2.101 10.783 16,31%

- Esposizioni scadute/sconfinate 377 19 358 5,00% - 12 377 31 346 8,14%

Crediti deteriorati (Terzo stadio) 34.870 13.337 21.533 38,25% - 539 34.870 13.876 20.994 39,79%

Crediti in bonis (Primo e Secondo stadio) 577.521 1.889 575.633 0,33% - 984 577.521 2.873 574.649 0,50%

di cui: stage 1 492.180 854 491.326 0,17%

di cui: stage 2 85.341 2.018 83.323 2,36%

Crediti verso Clientela 612.392 15.226 597.166 - 1.523 612.392 16.748 595.643

Crediti verso Banche 412.330 412.330 - 6 412.330 6 412.324

di cui: stage 1 121.045 0 121.045

di cui: stage 2 291.285 6 291.279

Titoli (ex L&R) 2.064.091 2.064.091 - - 2.064.091 0 2.064.091

Crediti verso Banche 2.476.421 0 2.476.421 - 6 2.476.421 6 2.476.415

Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico - obbligatoriamente valutate al fair value

1.745 0 0 0 1.745

di cui ex AFS 1.745 1.745 0 1.745

Altre Attività finanziarie 1.835 1.835 -1.745 0 89 0 89

Att. Fin. detenute per la negoziazione 2 2 2 2

Att. Fin. disponibili per la vendita (ex AFS) 1.832 1.832 -1.832

Att. Fin. valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 87 87 87

01.01.201831.12.2017

Importi in migliaia di euro

VociEsposizione

lordaRettifichedi valore

Esposizione netta

Grado dicopertura

Rettifichedi FTA (lordi)

Rettifichedi FTA (fondi)

Rettifichedi FTA

Esposizione lorda

Rettifichedi valore

Esposizione netta

Grado dicopertura

Crediti di Firma deteriorati (Terzo stadio) - - - - - - - - -

- Garanzie rilasciate 50.785 224 50.560 0,44% 0 339 339 50.785 563 50.221 1,11%

- Impegni irrevocabili e altri 443 0 443 0,04% - 0 0 443 0 443 0,07%

- Impegni revocabili 437.988 6 437.995 437.988 6 437.982 0,00%

Crediti di Firma in bonis (Primo e Secondo stadio) 51.228 224 51.004 0,44% 437.988 345 438.334 489.216 570 488.647 0,12%

di cui: stage 1 453.520 197 453.323 0,04%

di cui: stage 2 35.696 373 35.323 1,04%

Totale Crediti di Firma verso la Clientela 51.228 224 51.004 437.988 345 438.334 489.216 570 488.647

31.12.2017 01.01.2018

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contabile internazionale già citato, i documenti di seguito elencati:

Documento congiunto Banca d’Italia/Consob/Isvap n. 4 del 3 marzo 201080

Nello scritto le autorità ribadiscono la necessità del pieno rispetto delle prescrizioni IAS 36 in merito sia alla procedura di impairment test adottata che alle informazioni fornite nelle note al bilancio. Con specifico riguardo all’impairment test sull’avviamento, viene specificato che: “(…) sopratutto in assenza di idonei piani aziendali, si ritiene necessario che la rispondenza della procedura di impairment test alle prescrizioni dello IAS 36 formi oggetto di formale e consapevole approvazione da parte dell’organo di amministrazione, responsabile della redazione dei bilanci della società. L’approvazione della procedura d’impairment da parte degli amministratori deve avvenire in via autonoma e anticipata rispetto al momento dell’approvazione delle relazioni finanziarie. Ulteriore aspetto che occorre sottolineare è la necessità che gli amministratori svolgano adeguate considerazioni in ordine all’esistenza di segnali esogeni di perdita di valore, quali, ad esempio, quelli espressi dal mercato finanziario, come la presenza di una capitalizzazione di mercato della società significativamente inferiore al patrimonio netto contabile”. Linee guida - Impairment test avviamenti in contesti di crisi finanziaria e reale - Organismo Italiano di Valutazione

In data 14 giugno 2012 è stato approvato dall’Organismo Italiano di Valutazione (OIV) il Discussion Paper “Impairment test avviamenti in contesti di crisi finanziaria e reale - linee guida”. Esso fornisce, in un contesto caratterizzato da segnali esogeni di perdita di valore, linee guida relativamente alle valutazioni compiute ai fini dell’impairment test dell’avviamento. Documento ESMA

In data 11 novembre 2013 l'ESMA ha emesso il Public Statement “European common enforcement priorities for 2013 financial statements” volto a promuovere un'applicazione omogenea degli IFRS ed individuando alcune tematiche ritenute particolarmente significative per i bilanci delle società quotate europee, anche in considerazione delle attuali condizioni di mercato, e invitando gli emittenti ed i loro revisori a prendere in considerazione, ai fini della predisposizione del bilancio, le indicazioni ivi fornite. L’ESMA in questa sede ha ribadito quanto espresso negli anni precedenti, chiedendo, relativamente al test di impairment del goodwill e degli intangibili specifici, di:

prestare particolare attenzione alla determinazione dei flussi di cassa futuri ai fini delle valutazioni raccomandando l’utilizzo di assunzioni che rappresentino aspettative future realistiche, e che muovano da una analisi degli scostamenti tra proiezioni utilizzate ai fini dei test di impairment precedenti e risultati a consuntivo;

fornire adeguata disclosure a bilancio per ogni Cash Generating Unit (CGU) cui è allocato goodwill, in relazione alle key assumptions utilizzate ai fini della stima del valore recuperabile (periodo di previsione dei flussi di cassa, tassi di crescita e tassi di sconto applicati e coerenza di tali assunzioni con l’esperienza passata);

fornire adeguata disclosure relativamente alle analisi di sensibilità dei valori recuperabili (sensitivity analysis) alla variazione degli input utilizzati ai fini della valutazione (tasso di crescita dei flussi, costo opportunità del capitale, marginalità).

La procedura di impairment test, le assunzioni sottostanti all’elaborazione dei dati prospettici ed i relativi risultati sono descritti in Nota Integrativa alla “Sezione 9 - Attività immateriali”. Schema Volontario istituito presso il FITD - Intervento a sostegno di Banca Carige

In data 30 novembre 2018 l’Assemblea delle banche aderenti allo Schema Volontario istituito presso il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD), cui il Gruppo UBI Banca aderisce a far tempo dal dicembre 2015, ha deliberato favorevolmente in merito all’intervento di sostegno nei confronti di Banca Carige.

80 Il documento fa seguito alla Comunicazione congiunta Banca d’Italia/Consob/Isvap n. 2 del 6 febbraio 2009.

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Detto che l’obiettivo dello Schema Volontario è quello di intervenire a sostegno di banche a esso aderenti, ai fini del risanamento delle stesse e per il perseguimento della stabilità finanziaria del settore bancario nel suo complesso, si segnala che l’operazione di rafforzamento di Banca Carige prevede le seguenti 2 fasi, collegate ma distinte:

1. l’emissione di obbligazioni subordinate (Tier 2) per un importo massimo pari a 400 milioni di euro, al tasso fisso nominale lordo del 13% annuo, di cui massimi 320 milioni offerti in sottoscrizione diretta allo Schema Volontario;

2. un aumento di capitale della Banca da realizzarsi mediante emissione di nuove azioni ordinarie, da offrire in opzione agli aventi diritto, per un importo massimo complessivo (comprensivo di eventuale sovrapprezzo) pari a 400 milioni di euro, che potrà essere sottoscritto dagli aventi diritto anche mediante compensazione del credito da rimborso delle obbligazioni subordinate di cui al punto 1.

Il Gruppo UBI Banca, la cui quota dello Schema Volontario è attualmente pari al 7,59%, in data 29 novembre 2018 ha deliberato favorevolmente in merito alla propria adesione all’operazione di sostegno promossa dallo Schema Volontario. In data 30 novembre u.s., a seguito della succitata delibera da parte dell’Assemblea dello Schema Volontario, lo stesso ha direttamente sottoscritto obbligazioni subordinate per complessivi 318,2 milioni di euro81. A fronte di ciò il Gruppo UBI Banca, sulla base della succitata quota, ha versato con valuta 4 dicembre u.s. un importo pari a 24,4 milioni di euro. A fronte del versamento effettuato, da un punto di vista contabile si é provveduto a iscrivere un’attività finanziaria connessa ai titoli di debito in parola alla voce “Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value”. Ulteriormente si segnala che:

- in data 22 dicembre 2018 l’Assemblea di Banca Carige non ha approvato la delega al Consiglio di Amministrazione relativa all’aumento di capitale sociale82;

- in data 2 gennaio 2019, a seguito dello scioglimento del Consiglio di Amministrazione dell’istituto, la Banca Centrale Europea ha disposto per Banca Carige l’amministrazione straordinaria;

- in data 7 gennaio 2019, il governo ha approvato un Decreto Legge volto ad offrire le più ampie garanzie di tutela dei diritti e degli interessi dei risparmiatori di Banca Carige, anche al fine di consentire all’Amministrazione Straordinaria di perseguire il processo di consolidamento patrimoniale e di rilancio dell’attività bancaria.

Al 31 dicembre 2018, in sede di valutazione successiva dell’investimento, lo Schema Volontario, con l’obiettivo di fornire a tutte le banche aderenti elementi da assumere a riferimento comune per la valutazione al fair value delle attività finanziarie acquisite a seguito dell’intervento, ha richiesto apposita perizia ad un valutatore terzo indipendente. Tale perizia è stata assunta quale elemento di valutazione di riferimento. Tuttavia il Gruppo UBI e di conseguenza la Banca, in applicazione delle proprie prassi valutative in materia di valutazione di attività finanziarie la cui controparte è soggetta a liquidazione coatta amministrativa, ha ritenuto opportuno rettificare il valore di carico dell’investimento per 0,9 milioni di euro iscritti alla voce 110b “Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value”. Il valore di carico dell’investimento post rettifica risulta pertanto pari, al 31 dicembre 2018, a 0,1 milioni di euro.

81 Quale parte integrante dell’impegno a sottoscrivere le obbligazioni subordinate, lo Schema Volontario si è

impegnato a prestare le stesse, per il mezzo di un contratto di prestito titoli, al soggetto incaricato dell’offerta dell’aumento di capitale, affinché possa eventualmente utilizzarle per sottoscrivere e liberare l’aumento di capitale stesso mediante compensazione.

82 Come da previsioni contrattuali relative al Prestito Obbligazionario Subordinato Tier 2, in funzione di ciò gli interessi sull’importo in linea capitale del medesimo maturano al tasso del 16%, con effetto retroattivo a decorrere dalla data di emissione delle obbligazioni.

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Informativa relativa alle esposizioni Sovrane

In conformità a quanto disposto dal principio contabile IFRS 7 e tenuto conto delle indicazioni contenute nella Comunicazione Consob n. DEM/11070007 del 5 agosto 2011 (che a propria volta riprende il documento ESMA N. 2011/266 del 28 luglio 2011) in materia di informazioni da rendere nelle relazioni finanziarie in merito al “debito Sovrano”83, si precisa quanto riportato nella tabella sottostante:

Valore di Bilancio

Italia 7.478

- Titoli di debito 0

- Crediti 7.478

Totale esposizione 7.478

Informativa per ESMA

Il 12 novembre 2012 l’European Securities and Markets Authority (ESMA) ha pubblicato il documento n. 725/2012 finalizzato a rafforzare l’informativa finanziaria richiesta alle società che adottano i principi contabili internazionali (IAS/IFRS). In tale ambito l’Autorità di Vigilanza europea ha sollecitato una maggior trasparenza sulle esposizioni di rischio di credito rappresentate da titoli diversi dal debito sovrano. Viene pertanto proposta una tabella riepilogativa dei titoli di debito complessivamente iscritti nell’attivo patrimoniale della Banca (Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico, Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva, Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato). Di seguito si espone la tabella con le informazioni richieste:

EMITTENTE Nazionalità

FVTPL Obbligatoriamente al FV AC Banche Totale Titoli di debito iscritti nell'attivo di bilancio esclusi i

Titoli di Stato

Valore di bilancio

Fair Value

Valore Nominale

Valore di bilancio

Fair Value

Valore Nominale

Valore di bilancio

Fair Value Valore Nominale

Corporate ITALIA 101 101 1.009 - - - 101 101 1.009

Totale Corporate 101 101 1.009 - - - 101 101 1.009

Bancario ITALIA - - - 2.406.764 2.346.820 2.400.000 2.406.764 2.346.820 2.400.000

Totale Bancario - - - 2.406.764 2.346.820 2.400.000 2.406.764 2.346.820 2.400.000

Totale Titoli di debito 101 101 1.009 2.406.764 2.346.820 2.400.000 2.406.865 2.346.921 2.401.009

Infine, a completamento dell’informativa richiesta dall’ESMA, si precisa che a dicembre 2018 (così come a dicembre 2017), la Banca non ha in essere contratti derivati su crediti (Credit Default Product), né tantomeno ha operato su tali strumenti nel corso dell’esercizio, per incrementare la propria esposizione ovvero per acquisire protezione. Opzione per il consolidato fiscale

Il Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) prevede la possibilità, per le società appartenenti ad uno stesso gruppo, di determinare un unico reddito complessivo globale corrispondente, in linea di principio, alla somma algebrica degli imponibili delle diverse società (controllante e società direttamente e/o indirettamente controllate in misura superiore al 50% secondo certi requisiti) e, conseguentemente, di determinare un’unica imposta sul reddito

83 Per “debito Sovrano” si intendono i titoli obbligazionari emessi dai governi centrali e locali e dagli enti governativi

nonché i prestiti erogati agli stessi.

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delle società del gruppo (c.d. “consolidato fiscale nazionale”, disciplinato dagli artt. 117-129 del TUIR). In virtù di questa opzione, la Banca ha aderito al consolidato fiscale nazionale della capogruppo UBI Banca e determina l’onere fiscale di propria pertinenza trasferendo il corrispondente reddito imponibile alla capogruppo.

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Elenco dei principi IAS/IFRS omologati dalla Commissione Europea

IAS/IFRS PRINCIPI CONTABILI REGOLAMENTI (UE)

IAS 1 Presentazione del bilancio

1274/08, 53/09, 70/09, 494/09, 243/10, 149/11, 475/12, 1254/12, 1255/12, 301/13,

2113/15, 2173/15, 2406/15, 1905/16, 2067/16, 1986/17

IAS 2 Rimanenze 1126/08, 1255/12, 1905/16, 2067/16, 1986/17

IAS 7 Rendiconto finanziario 1126/08, 1274/08, 70/09, 494/09, 243/10, 1254/12, 1174/13, 1986/17, 1990/17

IAS 8 Principi contabili, cambiamenti nelle stime ed errori 1126/08, 1274/08, 70/09, 1255/12, 2067/16

IAS 10 Fatti intervenuti dopo la data di riferimento del bilancio 1126/08, 1274/08, 70/09, 1142/09, 1255/12,

2067/16

IAS 12 Imposte sul reddito 1126/08, 1274/08, 495/09, 475/12, 1254/12,

1255/12, 1174/13, 1905/16, 2067/16, 1986/17, 1989/17

IAS 16 Immobili, impianti e macchinari 1126/08, 1274/08, 70/09, 495/09, 1255/12, 301/13, 28/15, 2113/15, 2231/15, 1905/16,

1986/17

IAS 17 Leasing 1126/08, 243/10, 1255/12, 2113/15

IAS 19 Benefici per i dipendenti 1126/08, 1274/08, 70/09, 475/12, 1255/12,

29/15, 2343/15

IAS 20 Contabilizzazione dei contributi pubblici e informativa sull’assistenza

pubblica 1126/08, 1274/08, 70/09, 475/12, 1255/12,

2067/16

IAS 21 Effetti delle variazioni dei cambi delle valute estere 1126/08, 1274/08, 69/09, 494/09, 149/11,

475/12, 1254/12, 1255/12, 2067/16, 1986/17

IAS 23 Oneri finanziari 1260/08, 70/09, 2113/15, 2067/16, 1986/17

IAS 24 Informativa di bilancio sulle operazioni con parti correlate 632/10, 475/12, 1254/12, 1174/13, 28/15

IAS 26 Fondi di previdenza 1126/08

IAS 27 Bilancio separato 1254/12, 1174/13, 2441/15

IAS 28 Partecipazioni in società collegate e joint venture 1254/12, 2441/15, 1703/16, 2067/16, 182/18

IAS 29 Informazioni contabili in economie iperinflazionate 1126/08, 1274/08, 70/09

IAS 32 Strumenti finanziari: esposizione nel bilancio

1126/08, 1274/08, 53/09, 70/2009, 495/09, 1293/09, 149/11, 475/12, 1254/12, 1255/12, 1256/12, 301/13, 1174/13, 1905/16,2067/16,

1986/17

IAS 33 Utile per azione 1126/08, 1274/08, 495/09, 475/12, 1254/12, 1255/12, 2067/16

IAS 34 Bilanci intermedi 1126/08, 1274/08, 70/09, 495/09, 149/11,

475/12, 1255/12, 301/13, 1174/13, 2343/15, 2406/15, 1905/16

IAS 36 Riduzione di valore delle attività 1126/08, 1274/08, 69/09, 70/09, 495/09,

243/10, 1254/12, 1255/12, 1374/13, 2113/15, 1905/16,2067/16

IAS 37 Accantonamenti, passività e attività potenziali 1126/08, 1274/08, 495/09, 28/15, 1905/16, 2067/16, 1986/17

IAS 38 Attività immateriali 1126/08, 1274/08, 70/09, 495/09, 243/10,

1254/12, 1255/12, 28/15, 2231/15, 1905/16, 1986/17

IAS 39 Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione

1126/08, 1274/08, 53/2009, 70/09, 494/09, 495/09, 824/09, 839/09, 1171/09, 243/10,

149/11, 1254/12, 1255/12, 1174/13, 1375/13, 28/15, 1905/16, 2067/16, 1986/17

IAS 40 Investimenti immobiliari 1126/08, 1274/08, 70/09, 1255/12, 1361/14,

2113/15, 1905/16, 1986/17, 400/18

IAS 41 Agricoltura 1126/08, 1274/08, 70/09, 1255/12, 2113/15,

1986/17

IFRS 1 Prima adozione dei principi contabili internazionali

1126/09, 1164/09, 550/10, 574/10, 662/10, 149/11, 475/12, 1254/12, 1255/12, 183/2013,

301/13, 313/13, 1174/13, 2343/15, 2441/15,1905/16, 2067/16, 1986/17, 182/18,

519/18

IFRS 2 Pagamenti basati sulle azioni 1126/08, 1261/08, 495/09, 243/10, 244/10, 1254/12, 1255/12, 28/15, 2067/16, 289/18

IFRS 3 Aggregazioni aziendali 495/09, 149/11, 1254/12, 1255/12, 1174/13, 1361/14, 28/15, 1905/16, 2067/16, 1986/17

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IFRS 4 Contratti assicurativi 1126/08, 1274/08, 1165/09, 1255/12, 1905/16,

2067/16, 1986/17, 1988/17

IFRS 5 Attività non correnti possedute per la vendita e attività operative cessate 1126/08, 1274/08, 70/09, 494/09, 1142/09, 243/10, 475/12, 1254/12, 1255/12, 2343/15,

2067/16

IFRS 6 Esplorazione e valutazione delle risorse minerarie 1126/08

IFRS 7 Strumenti finanziari: informazioni integrative

1126/08, 1274/08, 53/09, 70/2009, 495/09, 824/09, 1165/09, 574/10, 149/11, 1205/11,

475/12, 1254/12, 1255/12, 1256/12, 1174/13, 2343/15, 2406/15, 2067/16, 1986/17

IFRS 8 Settori operativi 1126/08, 1274/08, 243/10, 632/10, 475/12, 28/15

IFRS 9 Strumenti finanziari 2067/16, 1986/17, 498/18

IFRS 10 Bilancio Consolidato 1254/12, 313/13, 1174/13, 1703/16

IFRS 11 Accordi a controllo congiunto 1254/12, 313/13, 2173/15

IFRS 12 Informativa sulle partecipazioni in altre entità 1254/12, 313/13, 1174/13, 1703/16, 182/18

IFRS 13 Valutazione del fair value 1255/12, 1361/14,2067/16, 1986/17

IFRS 15 Ricavi provenienti dai contratti con i clienti 1905/16, 1986/17, 1987/17

IFRS 16 Leasing (*) 1986/17

(*) A far tempo dalla data di applicazione obbligatoria del principio, leggasi 1° gennaio 2019, non risulteranno più applicabili le previsioni di cui ai seguenti

principi e interpretazioni: IAS 17, IFRIC 4, SIC 15 e 27.

SIC/IFRIC DOCUMENTI INTERPRETATIVI REGOLAMENTI (UE)

IFRIC 1 Cambiamenti nelle passività iscritte per smantellamenti, ripristini e

passività similari 1126/08, 1274/08, 1986/17

IFRIC 2 Azioni dei Soci in entità cooperative e strumenti simili 1126/08, 53/09, 1255/12, 301/13, 2067/16

IFRIC 4 Determinare se un accordo contiene un leasing 1126/08, 70/09, 1255/12

IFRIC 5 Diritti derivanti da interessenze in fondi per smantellamenti, ripristini e

bonifiche ambientali 1126/08, 1254/12, 2067/16

IFRIC 6 Passività derivanti dalla partecipazione ad un mercato specifico – Rifiuti di

apparecchiature elettriche ed elettroniche 1126/08

IFRIC 7 Applicazione del metodo della rideterminazione ai sensi dello IAS 29

“Informazioni contabili in economie iperinflazionate” 1126/08, 1274/08

IFRIC 10 Bilanci intermedi e riduzione di valore 1126/08, 1274/08, 2067/16

IFRIC 12 Accordi per servizi in concessione 254/09, 1905/16, 2067/16, 1986/17

IFRIC 14 Pagamenti anticipati relativi a una previsione di contribuzione minima 1263/08, 1274/08, 633/10, 475/12

IFRIC 16 Coperture di un investimento netto in una gestione estera 460/09, 243/10, 1254/12, 2067/16

IFRIC 17 Distribuzioni ai soci di attività non rappresentate da disponibilità liquide 1142/09, 1254/12, 1255/12

IFRIC 19 Estinzione di passività finanziarie con strumenti rappresentativi di capitale

662/10, 1255/12, 2067/16

IFRIC 20 Costi di sbancamento nella fase di produzione di una miniera a cielo

aperto 1255/12

IFRIC 21 Tributi 634/14

IFRIC 22 Operazioni in valuta estera e anticipi 519/18

IFRIC 23 Incertezza sui trattamenti ai fini dell’imposta sul reddito 1595/18

SIC 7 Introduzione dell’Euro 1126/08, 1274/08, 494/09

SIC 10 Assistenza pubblica – Nessuna specifica relazione alle attività operative 1126/08, 1274/08

SIC 15 Leasing operativo – Incentivi 1126/08, 1274/08

SIC 25 Imposte sul reddito – Cambiamenti di condizione fiscale di un’impresa o

dei suoi azionisti 1126/08, 1274/08

SIC 27 La valutazione della sostanza delle operazioni nella forma legale del

leasing 1126/08, 1905/16, 2067/16

SIC 29 Informazioni integrative – Accordi per servizi di concessione 1126/08, 1274/08, 70/09, 1986/17

SIC 32 Attività immateriali – Costi connessi a siti web 1126/08, 1274/08, 1905/16, 1986/17

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A.2 - Parte relativa alle principali voci di bilancio Di seguito vengono indicati, per i principali aggregati di bilancio, i criteri di iscrizione, classificazione, valutazione e cancellazione. Attività valutate al fair value con impatto a conto economico (FVTPL)

Definizione e classificazione

Nella voce “20 Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico” sono classificate le attività finanziarie diverse da quelle classificate tra le “Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva” e tra le “Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato”. Nel dettaglio: Attività finanziarie detenute per la negoziazione

Un’attività finanziaria (titolo di debito, titolo di capitale, finanziamento, quota di O.I.C.R.) è iscritta nella voce “20. a) Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: attività finanziarie detenute per la negoziazione” se è:

gestita con l’obiettivo di realizzare flussi finanziari mediante la vendita della medesima, e pertanto associata al Business Model Others, in quanto:

- acquisita o sostenuta principalmente al fine di venderla o riacquistarla a breve; - parte di un portafoglio di identificati strumenti finanziari che sono gestiti

unitariamente e per i quali è provata l’esistenza di una recente ed effettiva strategia rivolta all’ottenimento di un profitto nel breve periodo;

oppure è un’attività finanziaria, quale un derivato84 (fatta eccezione per un derivato che configura un contratto di garanzia finanziaria o è uno strumento di copertura designato ed efficace).

Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value

Un’attività finanziaria (titolo di debito, titolo di capitale, quota di O.I.C.R. e finanziamento) è iscritta nella voce “20. c) Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value” se é:

uno strumento finanziario il cui rendimento è valutato in base al fair value, ed è pertanto associato al Business Model Others;

connotata da caratteristiche oggettive, leggasi termini contrattuali, che non prevedono, a determinate date, flussi finanziari rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell’interesse sul capitale da restituire ovvero nel caso in cui il Solely Payment of Principal and Interest test (c.d. SPPI test) risulti non superato85.

84 Si definisce “derivato” uno strumento finanziario o altro contratto con le seguenti caratteristiche:

il suo valore cambia in relazione al cambiamento di un tasso di interesse, del prezzo di uno strumento finanziario, del prezzo di una merce, del tasso di cambio in valuta estera, di un indice di prezzi o di tassi, del merito di credito o di indici di credito o di altra variabile prestabilita;

non richiede un investimento netto iniziale o richiede un investimento netto iniziale minore di quanto sarebbe richiesto per altri tipi di contratti da cui ci si aspetterebbe una risposta simile a cambiamenti di fattori di mercato;

è regolato a data futura. Relativamente agli strumenti finanziari derivati, sono oggetto di compensazione in bilancio i valori correnti positivi e negativi in essere con la medesima controparte, qualora si abbia correntemente il diritto legale a compensare tali valori e si proceda al regolamento dei medesimi su base netta. Fra i derivati sono inclusi anche quelli incorporati in contratti finanziari complessi, in cui il contratto primario non sia un’attività finanziaria che rientra nel perimetro di applicazione dell’IFRS9, che sono stati oggetto di rilevazione separata in quanto:

le loro caratteristiche economiche ed i rischi non sono strettamente correlati alle caratteristiche del contratto sottostante;

gli strumenti incorporati, anche se separati, soddisfano la definizione di derivato; gli strumenti ibridi cui appartengono non sono valutati al fair value con le relative variazioni di valore a

conto economico. 85 L’IFRS 9 prescrive, infatti, che la classificazione contabile delle attività finanziarie sia operata in funzione de:

il modello di business dell’entità per la gestione delle medesime; le caratteristiche relative ai flussi finanziari contrattuali delle stesse.

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Criteri di iscrizione

Le “Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico” sono iscritte inizialmente quando, e solo quando, l’azienda diventa parte nelle clausole contrattuali delle medesime, ossia:

al momento di regolamento se titoli di debito/capitale o crediti; o, alla data di sottoscrizione se contratti derivati.

Il valore di prima iscrizione è pari al fair value dello strumento (generalmente coincidente con il costo dello stesso), senza considerare eventuali costi o proventi di transazione direttamente attribuibili agli strumenti stessi. Criteri di valutazione

Successivamente all’iscrizione iniziale, tali attività finanziarie sono valutate al fair value86 con imputazione delle variazioni di valore a Conto economico, nelle seguenti voci:

nella voce “80. Risultato netto dell’attività di negoziazione” per le attività finanziarie iscritte nella voce “20. a) Attività finanziarie detenute per la negoziazione”;

nella voce “110. b) Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value” per le attività finanziarie iscritte nella voce “20. c) Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value”.

Tra gli interessi rilevati nella voce “10. Interessi attivi e proventi assimilati” sono ricompresi anche gli interessi maturati sugli strumenti finanziari configurati da crediti e titoli di debito classificati nella voce “20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione” dell’attivo patrimoniale. Criteri di cancellazione

Le “Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico” vengono cancellate dal Bilancio nel caso si verifichi una delle seguenti situazioni:

i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle medesime sono scaduti; o l’attività finanziaria è ceduta con trasferimento sostanziale di tutti i rischi ed i benefici

derivanti dalla proprietà della stessa; o l’attività finanziaria è oggetto di write-off87 ovvero quando non si hanno più ragionevoli

aspettative di recuperare l’attività finanziaria, inclusi i casi di rinuncia all’attività88 l’entità mantiene il diritto contrattuale a ricevere i flussi finanziari derivanti dalle stesse,

ma contestualmente assume l’obbligazione contrattuale a pagare i medesimi flussi ad un soggetto terzo; o

le modifiche contrattuali al contratto configurano modifiche “sostanziali”89.

Il risultato della cancellazione di tali attività finanziarie è imputato a Conto economico nelle seguenti voci:

“80. Risultato netto dell’attività di negoziazione” per le attività finanziarie iscritte nella voce “20. a) Attività finanziarie detenute per la negoziazione”;

“110. b) Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value” per le attività finanziarie iscritte nella voce “20. c) Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value”.

86 La determinazione del fair value delle attività finanziarie è basata su prezzi rilevati in mercati attivi o su modelli

interni di valutazione generalmente utilizzati nella pratica finanziaria come più dettagliatamente descritto nella Parte A.4 “Informativa sul Fair Value” della Nota Integrativa.

87 Si veda, inoltre, quanto riportato in proposito al successivo paragrafo “Altre informazioni”. 88 C.d. “debt forgiveness”. 89 Con riferimento all’identificazione delle casistiche di modifiche sostanziali si rimanda al paragrafo “Altre

informazioni”.

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Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva (FVOCI)

Definizione e classificazione

Nella voce “30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva” dell’attivo patrimoniale sono classificate le seguenti attività finanziarie (titoli di debito, titoli di capitale e finanziamenti):

strumenti finanziari (titoli di debito e finanziamenti) associati al Business Model Hold to Collect & Sell i cui termini contrattuali prevedono, a determinate date, flussi finanziari rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell’interesse sul capitale da restituire e che pertanto hanno superato il SPPI test;

titoli di capitale (interessenze azionarie non qualificabili di controllo, collegamento e controllo congiunto) per i quali si opta, in ossequio alla c.d. “OCI election”, per la presentazione delle variazioni di valore nel prospetto della redditività complessiva90.

Sono associabili al Business Model Hold to Collect & Sell gli strumenti finanziari posseduti nel quadro di un modello di business il cui obiettivo è conseguito sia mediante la raccolta dei flussi finanziari che mediante la vendita degli strumenti stessi. Criteri di iscrizione

Gli strumenti finanziari valutati al fair value con impatto sulla redditività complessiva sono iscritti inizialmente quando, e solo quando, l’azienda diventa parte nelle clausole contrattuali dello strumento, ossia al momento del regolamento, ad un valore pari al fair value generalmente coincidente con il costo degli stessi. Tale valore include i costi o i proventi direttamente connessi agli strumenti stessi. Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale tali attività continuano ad essere valutate al fair value91 con imputazione delle variazioni di valore alla voce “110. Riserve da valutazione”. Nel Conto economico, nella voce “10. Interessi attivi e proventi assimilati”, sono rilevati gli interessi maturati92 sugli strumenti finanziari configurati da crediti e titoli di debito classificati nella voce “30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva” dell’attivo patrimoniale. Ad ogni chiusura di Bilancio o di situazione infrannuale viene calcolata, per i soli strumenti associati al Business Model Hold to Collect & Sell, la stima delle perdite di valore di tali attività, determinata in ossequio alle regole di impairment dell’IFRS 993. Le rettifiche di valore sono iscritte immediatamente a Conto economico nella voce “130. Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito”, in contropartita contabile alla voce “110. Riserve da valutazione”, così come i recuperi di parte o tutti gli importi oggetto di precedenti svalutazioni. Le riprese di valore sono iscritte a fronte di una migliorata qualità dell’attività tale da comportare una diminuzione della svalutazione complessiva precedentemente rilevata. Nel Conto economico, alla voce “10. Interessi attivi e proventi assimilati”, è rilevato l’importo rappresentato dal progressivo rilascio dell’attualizzazione calcolata al momento dell’iscrizione della rettifica di valore.

90 In ossequio alle previsioni dell’IFRS 9, infatti, per particolari investimenti in strumenti rappresentativi di capitale,

che sarebbero altrimenti valutati al fair value con impatto delle variazioni di valore a Conto economico, al momento della rilevazione iniziale l’entità può compiere la scelta irrevocabile di presentare le variazioni successive del fair value nel prospetto delle altre componenti di Conto economico complessivo (c.d. Other Comprehensive Income - OCI).

91 La determinazione del fair value delle attività in parola è basata su prezzi rilevati in mercati attivi o su modelli interni di valutazione generalmente utilizzati nella pratica finanziaria come più dettagliatamente descritto nella Parte A.4 “Informativa sul Fair Value” della presente Nota Integrativa.

92 Tali interessi sono rilevati nel Conto economico mediante l’applicazione del tasso di interesse effettivo. 93 Per i cui dettagli si rimanda al paragrafo “Altre informazioni”.

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Ulteriormente, nel Conto economico, alla voce “70. Dividendi e proventi simili”, sono rilevati i dividendi afferenti ai titoli di capitale per i quali si è optato per la c.d. “OCI election”. Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva vengono cancellate dal Bilancio nel caso si verifichi una delle seguenti situazioni:

i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle medesime sono scaduti; o l’attività finanziaria è ceduta con trasferimento sostanziale di tutti i rischi ed i benefici

derivanti dalla proprietà della stessa; o l’attività finanziaria è oggetto di write-off94 ovvero quando non si hanno più ragionevoli

aspettative di recuperare l’attività finanziaria, inclusi i casi di rinuncia all’attività95; o l’entità mantiene il diritto contrattuale a ricevere i flussi finanziari derivanti dalle stesse,

ma contestualmente assume l’obbligazione contrattuale a pagare i medesimi flussi ad un soggetto terzo; o

le modifiche contrattuali al contratto configurano modifiche “sostanziali”.

Il risultato della cancellazione di tali attività è rilevato:

per gli strumenti finanziari associati al Business Model Hold to Collect & Sell a Conto economico alla voce “100. b) Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva” in caso di cessione. Diversamente, in tutti gli altri casi, é rilevato alla voce “130. Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito”;

per i titoli di capitale per i quali si opta per la c.d. “OCI election” a patrimonio netto, nella voce “110. Riserve da valutazione”. A seguito della cancellazione di tali attività, il saldo di quanto rilevato nella voce “110. Riserve da valutazione” è riclassificato nella voce “140. Riserve”.

Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato

Definizione e classificazione

Nella voce “40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato” sono classificate le attività finanziarie (i titoli di debito e i finanziamenti) associate al Business Model Hold to Collect i cui termini contrattuali prevedono, a determinate date, flussi finanziari rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell’interesse sul capitale da restituire e che pertanto hanno superato il SPPI test. Sono associabili al Business Model Hold to Collect gli strumenti finanziari posseduti nel quadro di un modello di business il cui obiettivo è il possesso dei medesimi finalizzato alla raccolta dei flussi finanziari. Più nel dettaglio, sono iscritti in tale voce:

i crediti verso banche (ad esempio: conti correnti, depositi cauzionali, titoli di debito); i crediti verso la clientela (ad esempio: mutui, operazioni di locazione finanziaria,

operazioni di factoring, titoli di debito). Criteri di iscrizione

Gli strumenti finanziari valutati al costo ammortizzato sono iscritti inizialmente quando, e solo quando, l’azienda diventa parte nelle clausole contrattuali dello strumento, ossia al momento del regolamento, ad un valore pari al fair value, inteso come il costo dello strumento, comprensivo degli eventuali costi e proventi direttamente attribuibili96. Le operazioni di pronti contro termine con obbligo di riacquisto o di rivendita a termine sono iscritte in Bilancio come operazioni di raccolta o impiego. In particolare, le operazioni di

94 Si veda, inoltre, quanto riportato in proposito al successivo paragrafo “Altre informazioni”. 95 C.d. “debt forgiveness”. 96 Nel caso di crediti e finanziamenti eventualmente erogati a condizioni non di mercato, il fair value iniziale è

calcolato mediante l’applicazione di apposite tecniche valutative descritte nel prosieguo; in tali circostanze, la differenza tra il fair value così determinato e l’importo erogato è imputata direttamente a Conto economico nella voce interessi.

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vendita a pronti e di riacquisto a termine sono rilevate in bilancio come debiti per l’importo percepito a pronti, mentre le operazioni di acquisto a pronti e di rivendita a termine sono rilevate come crediti per l’importo corrisposto a pronti. Criteri di valutazione

Tali strumenti finanziari sono valutati al costo ammortizzato97 mediante l’utilizzo del criterio del tasso di interesse effettivo. Il risultato derivante dall’applicazione di tale metodologia è imputato a Conto economico nella voce “10. Interessi attivi e proventi assimilati”. Il costo ammortizzato di un’attività finanziaria è il valore a cui la stessa è stata misurata al momento della rilevazione iniziale al netto dei rimborsi di capitale, aumentato o diminuito dall’ammortamento complessivo utilizzando il criterio dell’interesse effettivo su qualsiasi differenza tra il valore iniziale e quello a scadenza, e dedotta qualsiasi riduzione (a seguito di una riduzione di valore o di irrecuperabilità). Il criterio dell’interesse effettivo è il metodo di calcolo del costo ammortizzato di un’attività o passività finanziaria (o gruppo di attività e passività finanziarie) e di ripartizione degli interessi attivi o passivi lungo la relativa durata. Il tasso di interesse effettivo è il tasso che attualizza esattamente i pagamenti o incassi futuri stimati lungo la vita attesa dello strumento finanziario. Al fine della determinazione del tasso di interesse effettivo è necessario valutare i flussi finanziari tenendo in considerazione tutti i termini contrattuali dello strumento finanziario (per esempio, il pagamento anticipato, un’opzione all’acquisto o simili), ma non vanno considerate perdite future su crediti. Il calcolo include tutti gli oneri e punti base pagati o ricevuti tra le parti di un contratto che sono parte integrante del tasso di interesse effettivo, i costi di transazione, e tutti gli altri premi o sconti. Ad ogni chiusura di Bilancio o di situazione infrannuale viene calcolata la stima delle perdite di valore di tali attività, determinata in ossequio alle regole di impairment dell’IFRS 998. Le perdite di valore riscontrate sono iscritte immediatamente a Conto economico nella voce “130. Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito” così come i recuperi di parte o tutti gli importi oggetto di precedenti svalutazioni. Le riprese di valore sono iscritte a fronte di una migliorata qualità dell’esposizione tale da comportare una diminuzione della svalutazione complessiva precedentemente rilevata. Nel Conto economico, alla voce “10. Interessi attivi e proventi assimilati” è rilevato l’importo rappresentato dal progressivo rilascio dell’attualizzazione calcolata al momento dell’iscrizione della rettifica di valore. Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie valutate al costo ammortizzato vengono cancellate dal Bilancio nel caso si verifichi una delle seguenti situazioni:

i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle medesime sono scadute; o l’attività finanziaria è ceduta con trasferimento sostanziale di tutti i rischi ed i benefici

derivanti dalla proprietà della stessa; o l’attività finanziaria è oggetto di write-off99 ovvero quando non si hanno più ragionevoli

aspettative di recuperare l’attività finanziaria, inclusi i casi di rinuncia all’attività100; o l’entità mantiene il diritto contrattuale a ricevere i flussi finanziari derivanti dalle stesse,

ma contestualmente assume l’obbligazione contrattuale a pagare i medesimi flussi ad un soggetto terzo; o

le modifiche contrattuali al contratto configurano modifiche “sostanziali”.

Il risultato della cancellazione di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato è rilevato a Conto economico alla voce “100. a) Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: attività finanziarie valutate al costo ammortizzato” in caso di cessione. Diversamente, in tutti gli altri casi, è rilevato alla voce “130. Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito”.

97 Il fair value è determinato per tutte le attività iscritte in tale voce ai soli fini di informativa. Nel caso di attività

oggetto di coperture efficaci, viene calcolato il fair value in relazione al rischio oggetto di copertura per fini valutativi. Le modalità di determinazione del fair value delle attività valutate al costo ammortizzato sono descritte nella Parte A.4 “Informativa sul Fair Value” della presente Nota Integrativa.

98 Per i cui dettagli si rimanda al paragrafo “Altre informazioni”. 99 Si veda, inoltre, quanto riportato in proposito al successivo paragrafo “Altre informazioni”. 100 C.d. “debt forgiveness”.

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Partecipazioni

Definizione e classificazione

Partecipazione controllata

Si definisce “controllata” la società su cui la Capogruppo esercita il controllo. Tale condizione si configura quando quest’ultima è esposta ai rendimenti variabili, o detiene diritti su tali rendimenti, derivanti dal proprio rapporto con la controllata e nel contempo ha la capacità di incidere su tali rendimenti esercitando il proprio potere su tale entità. Per determinare la presenza del controllo è valutata anche la presenza di diritti di voto potenziali e diritti contrattuali che attribuiscono al possessore il potere di influenzare significativamente i rendimenti della controllata. Partecipazione controllata congiuntamente

Si definisce “controllata congiuntamente” la società regolata da un accordo contrattuale con il quale le parti che detengono il controllo congiunto vantano diritti sulle attività nette dell’accordo. Il controllo congiunto presuppone la condivisione, su base contrattuale, del controllo di un accordo, che esiste unicamente quando per le decisioni riguardanti le attività rilevanti è richiesto il consenso unanime di tutte le parti che condividono il controllo. Partecipazione collegata

Si definisce “collegata” la società in cui la partecipante esercita un’influenza notevole. L’influenza notevole è il potere di partecipare alla determinazione delle politiche finanziarie e gestionali della partecipata senza averne il controllo o il controllo congiunto. Criteri di iscrizione

Le partecipazioni in imprese collegate o controllate congiuntamente sono iscritte in Bilancio al costo d’acquisto maggiorato di eventuali oneri accessori. La voce include le partecipazioni in società direttamente controllare e/o collegate, nonché le partecipazioni di minoranza in società controllate e/o collegate da/a altre società appartenenti al Gruppo. Le partecipazioni di minoranza detenute dalla Banca sono incluse nelle “Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva (FVOCI)” il cui trattamento contabile è stato in precedenza descritto. Criteri di valutazione

Ad ogni data di Bilancio o situazione infrannuale viene accertata l’eventuale obiettiva evidenza che la partecipazione abbia subito una riduzione di valore. Si procede quindi al calcolo del valore recuperabile tenendo conto del valore attuale dei flussi finanziari futuri che la partecipazione potrà generare, incluso il valore di dismissione finale dell’investimento. L’eventuale minor valore, rispetto al valore contabile, così determinato viene imputato nell’esercizio stesso a Conto economico nella voce “220. Utili (Perdite) delle partecipazioni”. In tale voce confluiscono anche le eventuali future riprese di valore laddove siano venuti meno i motivi che hanno originato le precedenti svalutazioni. Criteri di cancellazione

Le partecipazioni vengono cancellate dal Bilancio quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle attività finanziarie o quando sono cedute con trasferimento sostanziale di tutti i rischi ed i benefici derivanti dalla loro proprietà. Il risultato della cessione di partecipazioni è imputato a Conto economico nella voce “220. Utili (Perdite) delle partecipazioni”.

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Attività Materiali

Definizione e classificazione

Le attività materiali comprendono gli immobili ad uso funzionale (leggasi strumentali)101, gli investimenti immobiliari102, i terreni, i mobili, gli arredi e le attrezzature di vario genere che si ritiene saranno utilizzate lungo un arco temporale maggiore dell’esercizio. In tale voce sono classificate anche le eventuali attività materiali, valutate ai sensi dello IAS 2 “Rimanenze”, derivanti sia dall’escussione di garanzie che dall’acquisto in asta. Sono ricomprese tra le attività materiali (ad uso funzionale e detenute a scopo di investimento) anche quelle iscritte a seguito di contratti di leasing finanziario sebbene la titolarità giuridica delle stesse rimanga in capo all’azienda locatrice. Criteri di iscrizione

Le attività materiali, strumentali e non, sono iscritte inizialmente ad un valore pari al costo (nella voce “80. Attività Materiali”), comprensivo di tutti i costi direttamente connessi alla messa in funzione del bene ed alle imposte e tasse di acquisto non recuperabili. Tale valore è successivamente incrementato delle spese sostenute da cui ci si aspetta di godere dei benefici futuri. I costi di manutenzione ordinaria effettuata sull’attività sono rilevati a Conto economico nel momento in cui si verificano di contro le spese di manutenzione straordinaria (migliorie) da cui sono attesi benefici economici futuri sono capitalizzate ad incremento del valore dei cespiti cui si riferiscono. Le migliorie e le spese incrementative sostenute su beni di terzi dalle quali si attendono benefici futuri sono iscritte:

se dotate di autonoma identificabilità e separabilità nella voce “80. Attività materiali”, nella categoria più idonea, sia che si riferiscano a beni di terzi utilizzati in forza di un contratto di locazione che a beni detenuti in forza di un contratto di leasing finanziario;

se non dotate di autonoma identificabilità e separabilità nella voce “80. Attività materiali”, ad incremento dell’attività cui si riferiscono, se utilizzate in forza di un contratto di leasing finanziario ovvero nella voce “120. Altre attività” qualora riferite a beni utilizzati per effetto di un contratto di locazione.

Il costo di un’attività materiale è rilevato come un’attività se, e soltanto se:

è probabile che i futuri benefici economici associati al bene affluiranno all’azienda; il costo del bene può essere attendibilmente determinato.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale le attività materiali strumentali sono iscritte al costo, come sopra definito, al netto degli ammortamenti cumulati e di qualsiasi perdita di valore cumulata. Il valore ammortizzabile, pari al costo meno il valore residuo (ossia l’ammontare previsto che si otterrebbe normalmente dalla dismissione, dedotti i costi attesi di dismissione, se l’attività fosse già nelle condizioni, anche di vecchiaia, previste alla fine della sua vita utile), è ripartito sistematicamente lungo la vita utile dell’attività materiale adottando come criterio di ammortamento il metodo a quote costanti. La vita utile, oggetto di periodica revisione al fine di rilevare eventuali stime significativamente difformi dalle precedenti, è definita come:

il periodo di tempo nel quale ci si attende che un’attività sia utilizzabile dall’azienda o, la quantità di prodotti o unità similari che l’impresa si aspetta di ottenere dall’utilizzo

dell’attività stessa.

In considerazione della circostanza che le attività materiali possono ricomprendere componenti di diversa vita utile, i terreni, siano essi a sé stanti o inclusi nel valore del fabbricato, non sono soggetti ad ammortamento in quanto immobilizzazioni a cui è associata vita utile indefinita. Lo scorporo del valore attribuibile al terreno dal valore complessivo 101 Sono definite “Attività ad uso funzionale” le attività tangibili possedute per essere utilizzate ai fini

dell’espletamento dell’attività sociale ed il cui utilizzo è ipotizzato su un arco temporale maggiore dell’esercizio. Sono ricompresi anche gli immobili concessi in locazione a dipendenti, ex dipendenti e loro eredi nonché le opere

d’arte. 102 Sono definite “Attività detenute a scopo di investimento” le proprietà possedute con la finalità di percepire canoni

di locazione o per l’apprezzamento del capitale investito. Di conseguenza, un investimento immobiliare si distingue dall’attività detenuta ad uso del proprietario per il fatto che origina flussi finanziari ampiamente differenziati dalle altre attività possedute dal Gruppo bancario.

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dell’immobile avviene, per tutti i fabbricati, in proporzione alla percentuale di possesso. I fabbricati sono per contro ammortizzati secondo i criteri sopra esposti. Le opere d’arte non sono soggette ad ammortamento in quanto il loro valore è generalmente destinato ad aumentare con il trascorrere del tempo. L’ammortamento di una attività ha inizio quando la stessa è disponibile per l’uso e cessa quando l’attività è eliminata contabilmente al momento corrispondente alla data più recente tra quella in cui l’attività è classificata per la vendita e la data di eliminazione contabile. Di conseguenza, l’ammortamento non cessa quando l’attività diventa inutilizzata o è ritirata dall’uso attivo, a meno che l’attività non sia completamente ammortizzata. Le migliorie e le spese incrementative sono ammortizzate:

se dotate di autonoma identificabilità e separabilità, secondo la vita utile presunta come sopra descritta;

se non dotate di autonoma identificabilità e separabilità, nel caso di beni utilizzati in forza di un contratto di locazione, secondo il periodo più breve tra quello in cui le migliorie e le spese possono essere utilizzate e quello di durata residua della locazione tenendo anche conto di un eventuale singolo rinnovo ovvero, nel caso di beni utilizzati in forza di un contratto di leasing finanziario, secondo la vita utile attesa dell’attività cui si riferiscono.

L’ammortamento delle migliorie e delle spese incrementative su beni di terzi rilevate alla voce “120. Altre Attività” è iscritto alla voce “200. Altri oneri/proventi di gestione”. Ad ogni chiusura di Bilancio o situazione infrannuale si procede alla verifica dell’eventuale esistenza di indicazioni che dimostrino la perdita di valore subita da un’attività. La perdita risulta dal confronto tra il valore di carico dell’attività materiale ed il minor valore di recupero. Quest’ultimo è il maggior valore tra il fair value103, al netto degli eventuali costi di vendita, ed il relativo valore d’uso inteso come il valore attuale dei flussi futuri originati dal cespite. La perdita viene iscritta immediatamente a Conto economico nella voce “180. Rettifiche/Riprese di valore nette su attività materiali”; in tale voce confluisce anche l’eventuale futura ripresa di valore qualora vengano meno i motivi che hanno originato la precedente svalutazione. Le attività materiali rilevate ai sensi dello IAS 2 sono valutate al minore tra il costo ed il valore netto di realizzo ovvero l’importo netto stimato104 che l’entità si aspetta di realizzare dalla vendita. Attività materiali acquisite in leasing finanziario

Il leasing finanziario è un contratto che trasferisce sostanzialmente tutti i rischi e i benefici derivanti dalla proprietà del bene. Il diritto di proprietà può essere trasferito o meno al termine del contratto. L’inizio della decorrenza del leasing è la data dalla quale il locatario è autorizzato all’esercizio del suo diritto all’utilizzo del bene locato e corrisponde quindi alla data di rilevazione iniziale del leasing. Al momento della decorrenza del contratto, il locatario rileva le operazioni di leasing finanziario come attività e passività nel proprio Bilancio a valori pari al fair value del bene locato o, se inferiore, al valore attuale dei pagamenti minimi dovuti. Nel determinare il valore attuale dei pagamenti minimi dovuti il tasso di attualizzazione utilizzato è il tasso di interesse contrattuale implicito, se determinabile; in caso contrario viene utilizzato il tasso di interesse del finanziamento marginale del locatario. Eventuali costi diretti iniziali sostenuti dal locatario sono aggiunti all’importo rilevato come attività. I pagamenti minimi dovuti sono suddivisi tra costi finanziari e riduzione del debito residuo. I primi sono ripartiti lungo la durata contrattuale in modo da determinare un tasso d’interesse costante sulla passività residua. Il contratto di leasing finanziario comporta l’iscrizione della quota di ammortamento delle attività oggetto di contratto e degli oneri finanziari per ciascun esercizio. Il criterio di

103 Le modalità di determinazione del fair value degli immobili sono descritte nella Parte A.4 “Informativa sul Fair

Value” della presente Nota Integrativa. 104 Leggasi al netto dei costi stimati di completamento nonché di quelli stimati necessari per realizzare la vendita.

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ammortamento utilizzato per i beni acquisiti in locazione è coerente con quello adottato per i beni di proprietà al cui paragrafo si rinvia per una descrizione più dettagliata. Criteri di cancellazione

L’attività materiale è eliminata dal Bilancio al momento della dismissione o quando la stessa è permanentemente ritirata dall’uso e dalla sua dismissione non sono attesi benefici economici futuri. Le eventuali plusvalenze o le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o dalla dismissione dell’attività materiale, pari alla differenza tra il corrispettivo netto di cessione ed il valore contabile dell’attività, sono rilevate a Conto economico nella voce “250. Utili (Perdite) da cessione di investimenti”. Attività immateriali

Definizione e classificazione

È definita immateriale un’attività non monetaria, identificabile, priva di consistenza fisica ed utilizzata nell’espletamento dell’attività sociale. L’attività è identificabile quando:

è separabile, ossia capace di essere separata o scorporata e venduta, trasferita, data in licenza, locata o scambiata;

deriva da diritti contrattuali o altri diritti legali indipendentemente dal fatto che tali diritti siano trasferibili o separabili da altri diritti e obbligazioni.

L’attività si caratterizza per la circostanza di essere controllata dall’impresa in conseguenza di eventi passati e nel presupposto che tramite il suo utilizzo affluiranno benefici economici all’impresa. L’impresa ha il controllo di un’attività se ha il potere di usufruire dei benefici economici futuri derivanti dalla risorsa in oggetto e può, inoltre, limitare l’accesso a tali benefici da parte di terzi. I benefici economici futuri derivanti da un’attività immateriale possono includere i proventi originati dalla vendita di prodotti o servizi, i risparmi di costo od altri benefici derivanti dall’utilizzo dell’attività da parte dell’impresa. Un’attività immateriale è rilevata come tale se, e solo se:

(a) è probabile che affluiranno all’impresa benefici economici futuri attesi attribuibili all’attività;

(b) il costo dell’attività può essere misurato attendibilmente.

La probabilità che si verifichino benefici economici futuri è valutata usando presupposti ragionevoli e sostenibili che rappresentano la migliore stima dell’insieme di condizioni economiche che esisteranno nel corso della vita utile dell’attività. Il grado di probabilità connesso al flusso di benefici economici attribuibili all’utilizzo dell’attività è valutato sulla base delle fonti d’informazione disponibili al tempo della rilevazione iniziale, dando un maggior peso alle fonti d’informazione esterne. La Banca considera attività immateriali l’avviamento, il software ad utilità pluriennale nonché il valore attribuito in sede di P.P.A. alla “Customer Relationship” relativo all’operazione di acquisizione dell’intera partecipazione in Twice Sim (operazione effettuata in nel 2009 in ex IW Bank). Attività immateriale a vita utile definita

È definita a vita utile definita l’attività per cui è possibile stimare il limite temporale entro il quale ci si attende la produzione dei correlati benefici economici. Tra le attività intangibili iscritte sono considerate a vita utile definita il software, gli intangibili legati al risparmio gestito (Asset Under Management - AUM) e al risparmio amministrato e i core deposit. Attività immateriale a vita utile indefinita

È definita a vita utile indefinita l’attività per cui non è possibile stimare un limite prevedibile al periodo durante il quale ci si attende che l’attività generi benefici economici per l’azienda. L’attribuzione di vita utile indefinita del bene non deriva dall’aver già programmato spese

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future che nel corso del tempo vadano a ripristinare il livello di performance standard dell’attività, prolungando la vita utile. Tra le attività intangibili iscritte sono considerate a vita utile indefinita gli avviamenti. Criteri di iscrizione

L’attività, esposta nella voce di Stato patrimoniale “90. Attività immateriali”, è iscritta al costo ed eventuali spese successive all’iscrizione iniziale sono capitalizzate solo se in grado di generare benefici economici futuri e solo se tali spese possono essere determinate ed attribuite all’attività in modo attendibile. Il costo di un’attività immateriale include:

il prezzo di acquisto incluse eventuali imposte e tasse su acquisti non recuperabili dopo aver dedotto sconti commerciali e abbuoni;

qualunque costo diretto per predisporre l’attività all’utilizzo. Criteri di valutazione

Successivamente all’iscrizione iniziale le attività immateriali a vita utile definita sono iscritte al costo al netto degli ammortamenti complessivi e delle perdite di valore eventualmente verificatesi. L’ammortamento è calcolato su base sistematica lungo la miglior stima della vita utile dell’immobilizzazione (vedasi definizione inclusa nel paragrafo “Attività Materiali”) utilizzando il metodo di ripartizione a quote costanti per tutte le attività immateriali ad eccezione delle attività immateriali legate ai rapporti con la clientela rilevate a seguito del processo di Purchase Price Allocation (PPA) conseguente ad operazioni di aggregazione aziendale. In tale caso l’ammortamento viene calcolato in funzione della vita media stimata dei rapporti con la clientela. Il processo di ammortamento inizia quando l’attività è disponibile all’uso e cessa alla data in cui l’attività è eliminata contabilmente. Le attività immateriali aventi vita utile indefinita (vedasi avviamento, così come definito nel paragrafo successivo qualora positivo) sono iscritte al costo al netto delle eventuali perdite di valore riscontrate periodicamente in applicazione del test condotto per la verifica dell’adeguatezza del valore di carico dell’attività (vedasi paragrafo successivo). Per tali attività, di conseguenza, non si procede al calcolo dell’ammortamento. Nessuna attività immateriale derivante da ricerca (o dalla fase di ricerca di un progetto interno) è oggetto di rilevazione. Le spese di ricerca (o della fase di ricerca di un progetto interno) sono rilevate come costo nel momento in cui sono sostenute. Un’attività immateriale derivante dallo sviluppo (o dalla fase di sviluppo di un progetto interno) è rilevata se, e solo se, può essere dimostrato quanto segue:

(a) la fattibilità tecnica di completare l’attività immateriale in modo da essere disponibile per l’uso o la vendita;

(b) l’intenzione aziendale di completare l’attività immateriale per usarla o venderla; (c) la capacità aziendale di usare o vendere l’attività immateriale.

Ad ogni chiusura di Bilancio o situazione infrannuale si procede alla verifica dell’esistenza eventuale di perdite di valore relative ad attività immateriali. Tali perdite risultano dalla differenza tra il valore d’iscrizione delle attività ed il valore recuperabile e sono iscritte, come le eventuali riprese di valore, nella voce “190. Rettifiche/Riprese di valore nette su attività immateriali” ad esclusione delle perdite di valore relative all’avviamento che sono iscritte nella voce “240. Rettifiche di valore dell’avviamento”. Avviamento

Si definisce avviamento la differenza tra il costo di acquisto ed il fair value delle attività e passività acquisite nell’ambito di una aggregazione aziendale che consiste nell’unione di imprese o attività aziendali distinte in un’unica impresa tenuta alla redazione del Bilancio. Il risultato di quasi tutte le aggregazioni aziendali è costituito dal fatto che una sola impresa, l’acquirente, ottiene il controllo di una o più attività aziendali distinte riferibili all’acquisito. Quando un’impresa acquisisce un gruppo di attività o di attivi netti che non costituiscono

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un’attività aziendale, questa alloca il costo dell’assieme alle singole attività e passività identificabili in base ai relativi fair value alla data di acquisizione. Un’aggregazione aziendale può dare luogo ad un legame partecipativo tra capogruppo e controllata nel quale l’acquirente è la controllante e l’acquisito una controllata dell’acquirente. Tutte le aggregazioni aziendali sono contabilizzate applicando il metodo dell’acquisto (c.d. Purchase Method). Il metodo dell’acquisto prevede le seguenti fasi:

(a) identificazione dell’acquirente (l’acquirente è l’impresa aggregante che ottiene il controllo delle altre imprese o attività aziendali aggregate);

(b) determinazione della data di acquisizione; (c) determinazione del costo dell’aggregazione aziendale inteso come il corrispettivo

trasferito dall’acquirente ai soci dell’acquisita; (d) allocazione, alla data di acquisizione, del costo dell’aggregazione aziendale mediante

rilevazione, classificazione e valutazione delle attività identificabili acquisite nonché delle passività identificabili assunte;

(e) rilevazione dell’eventuale avviamento.

Le operazioni di aggregazione realizzate con società controllate o appartenenti allo stesso gruppo sono contabilizzate in coerenza al riscontro della significativa sostanza economica delle stesse. In applicazione di tale principio, l’avviamento derivante da tali operazioni, nel Bilancio separato è iscritto:

(a) a voce 90 dell’attivo di Stato patrimoniale nell’ipotesi di riscontro della significativa sostanza economica;

(b) a deduzione del patrimonio netto in caso contrario.

Allocazione del costo di un’aggregazione aziendale alle attività acquisite e alle passività e passività potenziali assunte

L’acquirente:

(a) rileva l’avviamento acquisito in un’aggregazione aziendale come attività; (b) misura tale avviamento al relativo costo, in quanto costituisce l’eccedenza del costo

dell’aggregazione aziendale rispetto alla quota d’interessenza dell’acquirente nel fair value delle attività, passività e passività potenziali identificabili.

L’avviamento acquisito in un’aggregazione aziendale rappresenta un pagamento effettuato dall’acquirente in previsione di benefici economici futuri derivanti da attività che non possono essere identificate individualmente e rilevate separatamente. Dopo la rilevazione iniziale, l’acquirente valuta l’avviamento acquisito in un’aggregazione aziendale al relativo costo, al netto delle perdite di valore accumulate. L’avviamento acquisito in un’aggregazione aziendale non deve essere ammortizzato. L’acquirente, invece, verifica annualmente se abbia subìto riduzioni di valore, o più frequentemente se specifici eventi o modificate circostanze indicano la possibilità che potrebbe aver subito una riduzione di valore, secondo quanto previsto dall’apposito principio contabile. Il principio stabilisce che, un’attività (ivi incluso l’avviamento) ha subito una riduzione di valore quando il relativo valore contabile supera il valore recuperabile, quest’ultimo inteso come il maggiore tra il fair value, dedotti i costi di vendita, ed il valore d’uso, definito dal par. 6 dello IAS 36. Ai fini della verifica di impairment l’avviamento deve essere allocato ad unità generatrici di flussi finanziari, o a gruppi di unità, nel rispetto del vincolo massimo di aggregazione che non può superare il segmento di attività identificato ai sensi dell’IFRS 8. Avviamento negativo

Se la quota di interessenza dell’acquirente nel fair value (valore equo) netto delle attività, passività e passività potenziali identificabili eccede il costo dell’aggregazione aziendale, l’acquirente:

(a) rivede l’identificazione e la misurazione delle attività, passività e passività potenziali identificabili dell’acquisito e la determinazione del costo dell’aggregazione;

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(b) rileva immediatamente a Conto economico l’eventuale eccedenza residua dopo la nuova misurazione.

Criteri di cancellazione

L’attività immateriale è cancellata dal Bilancio a seguito di dismissione ovvero quando nessun beneficio economico futuro è atteso per il suo utilizzo o dismissione. Fiscalità corrente e differita

Le attività e le passività fiscali sono esposte nello Stato patrimoniale nelle voci “100. Attività fiscali” e “60. Passività fiscali”. Attività e passività fiscali correnti

Le imposte correnti dell’esercizio e di quelli precedenti, nella misura in cui esse non siano state pagate, sono rilevate come passività; l’eventuale eccedenza rispetto al dovuto è rilevata come attività. Le attività (passività) fiscali correnti, dell’esercizio in corso e di quelli precedenti, sono determinate al valore che si prevede di versare/recuperare nei confronti delle autorità fiscali, applicando le aliquote fiscali e la normativa fiscale vigenti. Le attività e passività fiscali correnti vengono cancellate nell’esercizio in cui le attività vengono realizzate o le passività risultano estinte. Attività e passività fiscali differite

Per tutte le differenze temporanee imponibili è rilevata una passività fiscale differita, a meno che la passività fiscale differita derivi:

da avviamento il cui ammortamento non sia fiscalmente deducibile o dalla rilevazione iniziale di un’attività o di una passività in un’operazione che:

- non sia un’aggregazione di imprese; e - al momento dell’operazione non influisca né sull’utile contabile né sul reddito

imponibile.

Non sono calcolate imposte differite con riguardo a maggiori valori dell’attivo in sospensione d’imposta relativi a partecipazioni e a riserve in sospensione d’imposta in quanto si ritiene, allo stato, ragionevole che non sussistano i presupposti per la loro futura tassazione. Le passività fiscali differite sono rilevate nella voce di Stato patrimoniale “60. Passività fiscali b) differite”. Per tutte le differenze temporanee deducibili è rilevata un’attività fiscale differita se sarà probabile che sarà utilizzato un reddito imponibile a fronte del quale potrà essere utilizzata la differenza temporanea deducibile, a meno che l’attività fiscale differita derivi da:

avviamento negativo che è trattato come ricavo differito; rilevazione iniziale di un’attività o di una passività in un’operazione che:

- non rappresenta una aggregazione di imprese; e - al momento dell’operazione non influenza né l’utile contabile né il reddito imponibile.

Le attività fiscali anticipate sono rilevate nella voce di Stato patrimoniale “100. Attività fiscali b) anticipate”. Le attività fiscali anticipate e le passività fiscali differite sono oggetto di costante monitoraggio e sono quantificate secondo le aliquote fiscali che si prevede saranno applicabili nell’esercizio nel quale sarà realizzata l’attività fiscale o sarà estinta la passività fiscale, tenuto conto della normativa fiscale derivante da provvedimenti attualmente in vigore. Le attività fiscali anticipate e le passività fiscali differite vengono cancellate nell’esercizio in cui:

la differenza temporanea che le ha originate diventa imponibile con riferimento alle passività fiscali differite o deducibile con riferimento alle attività fiscali anticipate;

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la differenza temporanea che le ha originate perde rilevanza fiscale.

Le attività fiscali anticipate e le passività fiscali differite non vengono attualizzate e neppure, di norma, tra loro compensate. Fondi per rischi ed oneri

Definizione

L’accantonamento è definito come una passività con scadenza o ammontare incerti. Per contro, si definisce passività potenziale:

un’obbligazione possibile che scaturisce da eventi passati e la cui esistenza sarà confermata solamente dal verificarsi o meno di uno o più eventi futuri non totalmente sotto il controllo dell’azienda;

un’obbligazione attuale che scaturisce da eventi passati, ma che non è rilevata perché:

- non è probabile che per estinguere l’obbligazione sarà necessario l’impiego di risorse finanziarie;

- l’ammontare dell’obbligazione non può essere determinata con sufficiente attendibilità.

Le passività potenziali non sono oggetto di rilevazione contabile, ma solo di informativa, a meno che siano giudicate remote. Criteri di iscrizione e valutazione

L’accantonamento è rilevato in contabilità se e solo se:

vi è un’obbligazione in corso (legale o implicita) quale risultato di un evento passato; e è probabile che per adempiere all’obbligazione si renderà necessario l’impiego di risorse

atte a produrre benefici economici; e può essere effettuata una stima attendibile dell’importo derivante dall’adempimento

dell’obbligazione.

L’importo rilevato come accantonamento rappresenta la migliore stima della spesa richiesta per adempiere all’obbligazione esistente alla data di riferimento del Bilancio e riflette rischi ed incertezze che inevitabilmente caratterizzano una pluralità di fatti e circostanze. L’importo dell’accantonamento è rappresentato dal valore attuale delle spese che si suppone saranno necessarie per estinguere l’obbligazione laddove l’effetto del valore attuale è un aspetto rilevante. I fatti futuri che possono condizionare l’ammontare richiesto per estinguere l’obbligazione sono tenuti in considerazione solo se vi è sufficiente evidenza oggettiva che gli stessi si verificheranno. Gli accantonamenti ai Fondi per Rischi e Oneri includono il rischio derivante dall’eventuale contenzioso tributario, nonché gli accantonamenti afferenti agli impegni e alle garanzie finanziarie rilasciate soggetti alle regole di impairment dell’IFRS 9105; Criteri di cancellazione

L’accantonamento viene stornato quando diviene improbabile l’impiego di risorse atte a produrre benefici economici per adempiere l’obbligazione. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato

Definizione e classificazione

Le varie forme di provvista interbancaria e con clientela sono rappresentate nelle voci di Bilancio:

“10. a) Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: Debiti verso banche”; “10. b) Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: Debiti verso clientela”; e “10. c) Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: Titoli in circolazione”.

In tali voci sono ricompresi anche i debiti iscritti dal locatario nell’ambito di operazioni di leasing finanziario. 105 Per i cui dettagli si rimanda al paragrafo “Altre informazioni”.

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Criteri di iscrizione

Le passività in questione sono iscritte in Bilancio nel momento corrispondente all’atto della ricezione delle somme raccolte o all’emissione dei titoli di debito. Il valore a cui sono inizialmente iscritte è pari al relativo fair value, di norma pari al corrispettivo ricevuto o al prezzo di emissione, comprensivo degli eventuali costi/proventi aggiuntivi direttamente attribuibili all’operazione e determinabili sin dall’origine, indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati. Non sono inclusi nel valore di iscrizione iniziale tutti gli oneri che sono oggetto di rimborso da parte della controparte creditrice o che sono riconducibili a costi interni di carattere amministrativo. Criteri di valutazione

Dopo la rilevazione iniziale le passività finanziarie a medio/lungo termine sono valutate al costo ammortizzato utilizzando il metodo del tasso di interesse effettivo così come definito nei paragrafi precedenti. Le passività a breve termine, per le quali il fattore temporale risulta non significativo, sono valutate al costo106. Criteri di cancellazione

Le passività finanziarie sono cancellate dal Bilancio quando estinte o scadute. Il riacquisto di titoli di propria emissione comporta la cancellazione contabile degli stessi con conseguente ridefinizione del debito per titoli in circolazione. L’eventuale differenza tra il valore di riacquisto dei titoli propri ed il corrispondente valore contabile della passività viene iscritto a Conto economico nella voce “100. c) Utili (Perdite) da cessione o riacquisto di: passività finanziarie”. L’eventuale successivo ricollocamento dei titoli propri, oggetto di precedente annullo contabile, costituisce, contabilmente, una nuova emissione con conseguente iscrizione al nuovo prezzo di collocamento, senza alcun effetto a Conto economico. Operazioni in valuta

Definizione

La valuta estera è una valuta differente dalla valuta funzionale dell’impresa, che a sua volta è la valuta dell’ambiente economico prevalente in cui l’impresa stessa opera. Criteri di iscrizione

Un’operazione in valuta estera è registrata, al momento della rilevazione iniziale, nella valuta funzionale applicando all’importo in valuta estera il tasso di cambio a pronti tra la valuta funzionale e la valuta estera in vigore alla data dell’operazione. Criteri di valutazione

A ogni data di riferimento del Bilancio:

(a) gli elementi monetari107 in valuta estera sono convertiti utilizzando il tasso di chiusura; (b) gli elementi non monetari108 che sono valutati al costo storico in valuta estera sono

convertiti usando il tasso di cambio in essere alla data dell’operazione; (c) gli elementi non monetari che sono valutati al fair value in una valuta estera sono

convertiti utilizzando i tassi di cambio alla data in cui il fair value è determinato.

Le differenze di cambio derivanti dall’estinzione di elementi monetari o dalla conversione di elementi monetari a tassi differenti da quelli ai quali erano stati convertiti al momento della

106 Le modalità di determinazione del fair value dei debiti e dei titoli in circolazione, operata per soli fini di informativa,

sono descritte nella Parte A.4 “Informativa sul Fair Value” della Nota Integrativa al Bilancio 2017. 107 Si definiscono “monetari” gli elementi rappresentati da importi determinati di valuta ovvero da attività e passività

che devono essere incassate o pagate per un importo determinato di valuta. La caratteristica di un elemento monetario è quindi il diritto a ricevere o un’obbligazione a pagare un numero fisso o determinabile di unità di valuta.

108 Vedasi, a contrario, quanto detto per gli elementi “monetari”.

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rilevazione iniziale durante l’esercizio o in bilanci precedenti, sono rilevate nel Conto economico dell’esercizio in cui hanno origine, ad eccezione delle differenze di cambio derivanti da un elemento monetario che fa parte di un investimento netto in una gestione estera. Le differenze di cambio derivanti da un elemento monetario che fa parte di un investimento netto in una gestione estera di un’impresa che redige il Bilancio sono rilevate nel Conto economico del Bilancio individuale dell’impresa che redige il Bilancio o del Bilancio individuale della gestione estera. Quando un utile o una perdita di un elemento non monetario viene rilevato direttamente nel patrimonio netto, ogni componente di cambio di tale utile o perdita è rilevato direttamente nel patrimonio netto. Viceversa, quando un utile o una perdita di un elemento non monetario è rilevato nel Conto economico, ciascuna componente di cambio di tale utile o perdita è rilevata nel Conto economico. Altre informazioni

Impairment degli strumenti finanziari

Ai sensi dell’IFRS 9, sono assoggettate alle relative previsioni in materia di impairment:

le “Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato”; le “Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva”

diverse dai titoli di capitale; gli impegni all’erogazione di finanziamenti e le garanzie rilasciate che non sono valutati

al fair value con impatto a Conto economico. Impostazione generale

La quantificazione delle c.d. “Expected Credit Losses” (ECL), leggasi le perdite attese da rilevare a Conto economico quali rettifiche di valore, è determinata in funzione della presenza o meno di un incremento significativo del rischio di credito dello strumento finanziario rispetto a quello determinato alla data di rilevazione iniziale del medesimo. A tal fine, gli strumenti sottoposti alle regole di impairment sono associati convenzionalmente a differenti stage, caratterizzati da diverse logiche di quantificazione delle rettifiche di valore109. In particolare:

in assenza di un incremento significativo del rischio di credito rispetto alla rilevazione iniziale, lo strumento finanziario è mantenuto a stage 1 e relativamente al medesimo viene rilevata in Bilancio una rettifica di valore pari alla perdita attesa a 12 mesi (ovvero la perdita attesa che risulti da eventi di default sull’attività finanziaria che siano ritenuti possibili entro 12 mesi dalla data del periodo di riferimento);

in caso di presenza di un incremento significativo del rischio di credito rispetto alla rilevazione iniziale, lo strumento viene associato allo stage 2, o allo stage 3 se lo strumento finanziario è deteriorato110, e viene rilevata in Bilancio una rettifica di valore pari alla perdita attesa lifetime (ovvero la perdita attesa che risulti da eventi di default sull’attività finanziaria che siano ritenuti possibili lungo l’intera vita dell’attività finanziaria).

Eccezione a quanto sopra è rappresentata dalle “Attività finanziarie impaired acquisite o originate” - c.d. POCI - e delle attività che sono valutate secondo le previsioni del c.d. “Metodo semplificato” per la cui trattazione si rimanda agli specifici punti del presente paragrafo.

Un miglioramento del rischio creditizio tale da far venir meno le condizioni che avevano condotto all’incremento significativo del medesimo oppure la perdita dello status di deteriorato comportano la riattribuzione dello strumento finanziario allo stage precedente. In tal caso

109 Gli stage risultano tra loro differenziati oltre che dalle modalità di quantificazione delle rettifiche su crediti anche

da quelle di quantificazione degli interessi per le quali si rimanda a quanto scritto nell’apposito punto del presente paragrafo.

110 A tal riguardo si sottolinea che la Banca è allineata alla definizione di cui al 5° aggiornamento della Circolare n. 262/2005 della Banca d’Italia, ovvero le esposizioni deteriorate corrispondono alla somma di: esposizioni scadute deteriorate, inadempienze probabili e sofferenze come definite dalle vigenti disposizioni in materia di Vigilanza.

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l’entità ridetermina la rettifica di valore precedentemente rilevata rilevando nel Conto economico una ripresa di valore. Le perdite attese sono una stima delle perdite (ossia il valore attuale di tutti i possibili futuri mancati incassi) ponderata in base alle probabilità di default lungo la vita attesa dello strumento finanziario. L’approccio generale alla stima delle perdite attese è determinato dall’applicazione dei parametri di rischio regolamentari, aggiustati in modo da renderli conformi con i requisiti del principio contabile IFRS 9. Le perdite attese nei 12 mesi successivi sono una frazione delle perdite attese lungo tutta la vita del credito, e rappresentano le perdite che si determineranno se un inadempimento si verificasse nei 12 mesi successivi alla data di riferimento del Bilancio, ponderati in base alle probabilità che si verifichi l’inadempimento. La valutazione delle posizioni non perfoming avviene, di norma, secondo modalità analitiche. I criteri per la stima delle svalutazioni da apportare ai crediti deteriorati si basano sull’attualizzazione dei flussi finanziari attesi tenendo conto delle eventuali garanzie che assistono le posizioni e di eventuali anticipi ricevuti. Ai fini della determinazione del valore attuale dei flussi, gli elementi fondamentali sono rappresentati dall’individuazione degli incassi stimati, delle relative scadenze e del tasso di attualizzazione da applicare. L’entità della rettifica risulta pari alla differenza tra il valore contabile dell’attività e il valore attuale dei futuri flussi finanziari attesi, scontati al tasso di interesse effettivo originario, opportunamente aggiornato in caso di strumento a tasso di interesse variabile, oppure, nel caso delle posizioni classificate a sofferenza, al tasso di interesse effettivo in essere alla data di passaggio a sofferenza. Metodo semplificato

La quantificazione delle perdite attese secondo le previsioni del metodo semplificato avviene sempre sulla base della ECL lifetime e non richiede pertanto la verifica della presenza del significativo incremento del rischio di credito rispetto a quello esistente alla data di rilevazione iniziale dell’attività. Il Gruppo UBI adotta tale metodo per i crediti commerciali e le attività derivanti da contratto in assenza di componenti finanziarie significative, ovvero per le sole casistiche per le quali l’adozione dell’approccio semplificato è obbligatoria ai sensi dell’IFRS 9. A tal riguardo infatti il Gruppo non ha optato per l’utilizzo di tale metodo per quelle casistiche in cui l’applicazione è facoltativa. Calcolo degli interessi attivi su attività finanziarie soggette ad impairment

Il calcolo degli interessi attivi avviene, come già anticipato nei precedenti paragrafi, mediante applicazione del “criterio del tasso di interesse effettivo”. La quantificazione degli interessi attivi differisce in funzione dello stage cui lo strumento finanziario è associato ai fini della determinazione delle rettifiche di valore. In particolare:

per le attività associate agli stage 1 e 2, ovvero le posizioni in bonis, il tasso di interesse effettivo viene applicato al valore contabile lordo dell’attività finanziaria, rappresentato dal costo ammortizzato dello strumento finanziario senza le rettifiche di valore complessivamente rilevate;

per le attività associate allo stage 3, ovvero le posizioni deteriorate, il tasso di interesse effettivo viene applicato al costo ammortizzato dello strumento finanziario, rappresentato dal valore contabile lordo diminuito per la rettifica di valore cumulata.

Modifiche contrattuali delle attività finanziarie

Le modifiche contrattuali apportate alle attività finanziarie sono suddivisibili nelle due seguenti tipologie:

1. modifiche contrattuali che, in funzione della loro “significatività”, portano alla cancellazione contabile dell’attività finanziaria e pertanto sono contabilizzate secondo il c.d. “derecognition accounting”.

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2. modifiche contrattuali che non portano alla cancellazione contabile dell’attività finanziaria e sono pertanto contabilizzate secondo il c.d. “modification accounting”.

“Derecognition Accounting”

Qualora le modifiche contrattuali comportino la cancellazione dell’attività finanziaria, lo strumento finanziario modificato è iscritto come una nuova attività finanziaria. La nuova attività modificata è sottoposta al c.d. SPPI test al fine di definirne la classificazione ed è iscritta al fair value. La differenza tra il valore di Bilancio dell’attività cancellata e quello di iscrizione è rilevata nella voce “130. Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito”. “Modification Accounting”

In caso di “modification accounting” il valore contabile lordo dello strumento finanziario è ricalcolato scontando i nuovi flussi di cassa previsti dal contratto modificato al tasso di interesse effettivo originario dell'attività finanziaria. Tutte le differenze fra l’ammontare così ricalcolato ed il valore contabile lordo vengono rilevate a Conto economico nella voce “140. Utile/perdita da modifiche contrattuali senza cancellazioni”. La Banca attribuisce la qualifica di “significatività” in funzione della natura della modifica richiesta dalla controparte. A tal riguardo sono identificate le due seguenti casistiche:

1. modifiche effettuate per difficoltà finanziarie della controparte (ovvero misure di forbearance);

2. modifiche effettuate per motivi di natura “commerciale”111. Modifiche effettuate per difficoltà finanziarie della controparte

Nel caso di modifiche verso controparti che presentano difficoltà finanziarie (sia performing che non performing) l’accezione data al termine “sostanziale” è essenzialmente qualitativa, poiché con tali modifiche il Gruppo intende massimizzare il recupero dell’esposizione originaria. Si considera pertanto irrilevante l’impatto quantitativo che le modifiche contrattuali possono determinare sul valore dello strumento finanziario le cui previsioni contrattuali sono oggetto di modifica. In funzione di ciò, si ritengono “sostanziali” le modifiche contrattuali dello strumento finanziario tali per cui il possessore dello stesso è esposto a nuove tipologie di rischi o a modifiche del medesimo che ne alterano in maniera sostanziale la natura quali, ad esempio, l’introduzione di clausole di conversione dello strumento di debito in strumento di capitale. Modifiche effettuate per motivi di natura “commerciale”

Nel caso di modifiche contrattuali effettuate per motivi esclusivamente commerciali, quali la revisione del tasso di interesse, la sostanzialità della modifica viene valutata, oltre che sulla base delle logiche qualitative di cui al precedente punto, anche sulla base della variazione percentuale dei flussi di cassa dello strumento finanziario ante e post modifica. A tal riguardo il Gruppo determina la significatività di tale variazione in funzione di un apposito parametro quantitativo la cui individuazione avviene sulla base dei tassi correnti di mercato, alla luce della considerazione che la sostanzialità di una rinegoziazione commerciale sia strettamente legata al livello dei tassi di mercato (ossia del parametro di tasso risk free di mercato), che influenza in modo determinante la redditività della banca in termini di margine di interesse. In particolare, il Gruppo UBI Banca definisce una pluralità di livelli di soglie di significatività in funzione del livello corrente dei tassi di interesse di mercato. Write-Off

Il valore contabile lordo di un’attività finanziaria è ridotto, ai sensi delle previsioni dell’IFRS 9, quando non vi sia alcuna aspettativa ragionevole di recupero. Il write-off, che costituisce un evento di eliminazione contabile (leggasi derecognition), può riguardare l’attività finanziaria nella sua totalità o parte di essa e può essere contabilizzato prima che le azioni legali attivate al fine di procedere al recupero dell’esposizione siano concluse.

111 Si intendono, con tale accezione, tutte le modifiche contrattuali effettuate per motivi diversi da quelli dettati da

difficoltà finanziaria della controparte.

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Il write-off non implica necessariamente la rinuncia da parte della banca al diritto giuridico di recuperare il credito; tale rinuncia, nota come “cancellazione del debito” (c.d. “debt forgiveness”), comporta in ogni caso cancellazione/stralcio della posizione deteriorata. Gli eventuali recuperi da incasso, successivi al write-off, sono oggetto di rilevazione tra le riprese di valore.

Benefici ai dipendenti

Definizione

Si definiscono benefici ai dipendenti tutti i tipi di remunerazione erogati dall’azienda in cambio dell’attività lavorativa svolta dai dipendenti. I benefici ai dipendenti si suddividono tra:

benefici a breve termine (diversi dai benefici dovuti ai dipendenti per la cessazione del rapporto di lavoro) che si prevede siano liquidati interamente entro dodici mesi dal termine dell’esercizio nel quale i dipendenti hanno prestato la relativa attività lavorativa;

benefici successivi alla fine del rapporto di lavoro dovuti dopo la conclusione del rapporto di lavoro;

benefici dovuti ai dipendenti per la cessazione del rapporto di lavoro; altri benefici a lungo termine, diversi dai precedenti, che non si prevede siano estinti

interamente entro i dodici mesi dal temine dell’esercizio in cui i dipendenti hanno svolto la relativa attività lavorativa.

Trattamento di Fine Rapporto

Criteri di iscrizione

A seguito della riforma della previdenza complementare, di cui al D.Lgs. 252/2005, le quote di Trattamento di Fine Rapporto del personale maturande a partire dal 1° gennaio 2007 configurano un “piano a contribuzione definita”. L’onere relativo alle quote è determinato sulla base dei contributi dovuti senza applicazione di alcuna metodologia di natura attuariale. Diversamente, il Trattamento di Fine Rapporto del personale maturato sino al 31 dicembre 2006 continua a configurare un “beneficio successivo al rapporto di lavoro” della serie “piano a benefici definiti” e, come tale, richiede la determinazione del valore dell’obbligazione sulla base di ipotesi attuariali e l’assoggettamento ad attualizzazione in quanto il debito può essere estinto significativamente dopo che i dipendenti hanno prestato l’attività lavorativa relativa. L’importo contabilizzato come passività è pari a:

(a) il valore attuale dell’obbligazione a benefici definiti alla data di riferimento del Bilancio; (b) più eventuali utili attuariali (meno eventuali perdite attuariali) contabilizzati in apposita

riserva di patrimonio netto; (c) meno il fair value alla data di riferimento del Bilancio delle eventuali attività poste a

servizio del piano. Criteri di valutazione

Gli “Utili/perdite attuariali”, rilevati in apposita riserva da valutazione del patrimonio netto, comprendono gli effetti di aggiustamenti derivanti dalla riformulazione di precedenti ipotesi attuariali per effetto di esperienze effettive o a causa di modificazioni delle stesse ipotesi. Ai fini dell’attualizzazione viene utilizzato il metodo della “Proiezione unitaria del credito” che considera ogni singolo periodo di servizio come dante luogo ad una unità addizionale di TFR misurando così ogni unità, separatamente, per costruire l’obbligazione finale. Tale unità addizionale si ottiene dividendo la prestazione totale attesa per il numero di anni trascorsi dal momento dell’assunzione alla data attesa della liquidazione. L’applicazione di tale metodo prevede la proiezione degli esborsi futuri sulla base di analisi storiche statistiche e della curva demografica e l’attualizzazione finanziaria di tali flussi sulla base di un tasso di interesse di mercato. Il tasso utilizzato ai fini dell’attualizzazione è determinato, con riferimento ai tassi di mercato rilevati alla data di Bilancio di “high quality corporate bonds” ovvero ai rendimenti di titoli caratterizzati da un profilo di rischio di credito contenuto.

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Stock Option/Stock granting

Si definiscono piani di stock option/stock granting i piani di remunerazione del personale ove la prestazione di un’attività da parte di un dipendente (o di un terzo) viene remunerata tramite strumenti rappresentativi di capitale (incluse opzioni su azioni). Il costo di tali operazioni è valutato al fair value degli strumenti rappresentativi di capitale assegnati ed è imputato nelle rispettive voci di Conto economico, “160. a) Spese Amministrative: spese per il personale” e “50 Commissioni passive,” in quote costanti lungo il periodo di cui alle condizioni di maturazione del piano. Il fair value determinato è riferito agli strumenti rappresentativi di capitale assegnati alla data di assegnazione e tiene conto dei prezzi di mercato, se disponibili, dei termini e delle condizioni in base ai quali tali strumenti sono stati assegnati. Ricavi

Definizione

I ricavi sono flussi lordi di benefici economici derivanti dallo svolgimento dell’attività ordinaria dell’impresa, quando tali flussi determinano incrementi del patrimonio netto diversi dagli incrementi derivanti dall’apporto degli azionisti. Criteri di iscrizione

I ricavi derivanti da obbligazioni contrattuali con la clientela sono rilevati in Bilancio solo se sono soddisfatti tutti i criteri seguenti:

a. le parti del contratto hanno approvato il contratto e si sono impegnate ad adempiere le rispettive obbligazioni;

b. l'entità può individuare i diritti di ciascuna delle parti per quanto riguarda i beni o servizi da trasferire;

c. l'entità può individuare le condizioni di pagamento dei beni o servizi da trasferire; d. il contratto ha sostanza commerciale (ossia il rischio, la tempistica o l'importo dei flussi

finanziari futuri dell'entità sono destinati a cambiare a seguito del contratto); e e. è probabile che l'entità riceverà il corrispettivo a cui avrà diritto in cambio dei beni o

servizi che saranno trasferiti al cliente. Nel valutare la probabilità di ricevere l'importo del corrispettivo, l'entità deve tener conto solo della capacità e dell'intenzione del cliente di pagare l'importo del corrispettivo quando sarà dovuto.

Rilevazione dei corrispettivi variabili

I ricavi configurati da corrispettivi variabili vengono rilevati a Conto economico se attendibilmente stimabili e unicamente se è altamente probabile che tale corrispettivo non debba essere, in periodi successivi, in tutto o in una sua parte significativa, stornato dal Conto economico. In caso di forte prevalenza di fattori di incertezza legati alla natura del corrispettivo o al fatto che la probabilità di incasso è soggetta a fattori, difficilmente prevedibili, estranei al controllo della Banca, il medesimo viene rilevato solo nel momento in cui tale incertezza viene risolta, momento che di norma, per i corrispettivi in parola, è identificato in prossimità o in concomitanza della chiusura dell’esercizio. Modalità e tempistica di rilevazione dei corrispettivi

Il corrispettivo del contratto, il cui incasso deve essere probabile, viene allocato alle singole obbligazioni derivanti dal medesimo. Taluni contratti con la clientela prevedono, a fronte di un canone annuo complessivo, l’erogazione al cliente di un pacchetto di servizi, tali servizi costituiscono, ai fini della rilevazione in Bilancio del corrispettivo, differenti “performance obligation”, tra le quali la Banca ripartisce il prezzo dell’operazione sulla base del relativo prezzo di vendita a sé stante. La rilevazione temporale dei ricavi avviene, in funzione delle tempistiche di adempimento delle obbligazioni in un’unica soluzione o, alternativamente, lungo la durata del periodo previsto per l’adempimento delle diverse obbligazioni.

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Ricavi da attività finanziarie

Gli interessi sono rilevati con un criterio temporale che consideri il rendimento effettivo del bene. Le componenti negative di reddito maturate su attività finanziarie sono rilevate alla voce “Interessi passivi e oneri assimilati”; le componenti economiche positive maturate su passività finanziarie sono rilevate alla voce “Interessi attivi e proventi assimilati”. Gli interessi di mora sono contabilizzati, nella voce “10. Interessi attivi e proventi assimilati”, al momento del loro effettivo incasso.

I dividendi sono iscritti contabilmente in corrispondenza del diritto degli azionisti a ricevere il pagamento.

I costi o ricavi derivanti dalla compravendita di strumenti finanziari, determinati dalla differenza tra corrispettivo pagato o incassato della transazione ed il fair value dello strumento sono iscritti a Conto economico in sede di iscrizione dello strumento finanziario solamente quanto il fair value è determinato:

facendo riferimento a transazioni di mercato correnti e osservabili del medesimo strumento;

attraverso tecniche di valutazione che utilizzano, quali variabili, solamente dati derivanti da mercati osservabili.

Costi

I costi sono iscritti contabilmente nel momento in cui sono sostenuti nel rispetto del criterio della correlazione tra costi e ricavi che derivano direttamente e congiuntamente dalle medesime operazioni o eventi. I costi che non possono essere associati ai ricavi sono rilevati immediatamente nel Conto economico. I costi direttamente riconducibili agli strumenti finanziari valutati a costo ammortizzato e determinabili sin dall’origine, indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati, affluiscono a Conto economico mediante applicazione del tasso di interesse effettivo. Le perdite di valore sono iscritte a Conto economico nell’esercizio in cui sono rilevate.

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A.3 - Informativa sui trasferimenti tra portafogli di attività finanziarie A.3.1 Attività finanziarie riclassificate: cambiamento di modello di business, valore di bilancio e interessi attivi La Banca non ha modificato il proprio “business model” relativo alla gestione degli strumenti finanziari definito in sede di FTA dell’IFRS 9 il 1° gennaio 2018112; conseguentemente non sono state riclassificate attività finanziarie nel corso dell’esercizio. Si segnala per completezza che la Banca non aveva effettuato nell’esercizio precedente riclassifiche di portafoglio delle attività finanziarie da categorie valutate al fair value verso categorie valutate al costo ammortizzato con riguardo alle possibilità introdotte dal regolamento CE n. 1004/2008 della Commissione Europea. A.3.2 Attività finanziarie riclassificate: cambiamento di modello di business, fair value ed effetti sulla redditività complessiva La Banca non ha modificato il proprio “business model” relativo alla gestione degli strumenti finanziari definito in sede di FTA dell’IFRS 9 il 1° gennaio 2018; conseguentemente non sono state riclassificate attività finanziarie nel corso dell’esercizio. A.3.3 Attività finanziarie riclassificate: cambiamento di modello di business e tasso di interesse effettivo La Banca non ha modificato il proprio “business model” relativo alla gestione degli strumenti finanziari definito in sede di FTA dell’IFRS 9 il 1° gennaio 2018; conseguentemente non sono state riclassificate attività finanziarie nel corso dell’esercizio. A.4 - Informativa sul fair value

Informativa di natura qualitativa

L’IFRS 13 - “Fair Value Measurement” definisce il fair value come il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di valutazione. Tale valore si configura quindi come un c.d. “exit price” che riflette le caratteristiche proprie dell’attività o della passività oggetto di valutazione che sarebbero considerate da un operatore terzo di mercato (c.d. market participant view). La valutazione al fair value si riferisce ad una transazione ordinaria eseguita o eseguibile tra i partecipanti al mercato, dove, per mercato si intende:

• il mercato principale, cioè il mercato con il maggior volume e livello di transazioni per l’attività o la passività in questione al quale la Banca ha accesso;

• o, in assenza di un mercato principale, il mercato più vantaggioso, cioè quello nel quale è possibile ottenere il prezzo più alto per la vendita di un’attività o il prezzo di acquisto più basso per una passività, tenendo in considerazione anche i costi di transazione e i costi di trasporto.

Con l’intento di massimizzare la coerenza e la comparabilità delle misurazioni dei fair value e della relativa informativa, l’IFRS 13 statuisce una gerarchia del fair value che suddivide in tre livelli i parametri utilizzati per misurare il fair value.

112 Per i cui dettagli si rimanda al capitolo “La transizione ai nuovi principi contabili IFRS 9 e IFRS 15”.

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Tale classificazione ha l’obiettivo di stabilire una gerarchia in termini di oggettività del fair value in funzione del grado di discrezionalità adottato, dando la precedenza all’utilizzo di parametri osservabili sul mercato che riflettono le assunzioni che i partecipanti al mercato utilizzerebbero nella valutazione delle attività e passività. La gerarchia del fair value è definita in base ai dati di input (con riferimento alla loro origine, tipologia e qualità) utilizzati nei modelli di determinazione del fair value e non in base ai modelli valutativi stessi; in tale ottica viene data massima priorità agli input di livello 1. Fair value determinato sulla base di input di livello1

Il fair value è determinato in base ad input osservabili, ossia prezzi quotati in mercati attivi per lo strumento finanziario, ai quali l’entità può accedere alla data di valutazione dello strumento. L’esistenza di quotazioni in un mercato attivo costituisce la migliore evidenza del fair value e pertanto tali quotazioni rappresentano gli input da utilizzare in via prioritaria nel processo valutativo. Ai sensi dell’IFRS 13 il mercato è definito attivo quando la frequenza ed il volume delle transazioni per un’attività/passività è tale da garantire, su base continuativa, le informazioni necessarie per la sua valutazione. In particolare sono considerati quotati in un mercato attivo i titoli azionari e obbligazionari quotati su mercati regolamentati (es. MOT/MTS) e quelli non quotati su mercati regolamentati per i quali sono disponibili con continuità, dalle principali piattaforme di contribuzione, prezzi che rappresentano effettive e regolari operazioni di mercato. Il fair value dei titoli quotati su mercati regolamentati è rappresentato, di norma, dal prezzo di riferimento rilevato all’ultimo giorno lavorativo del periodo di reporting sui rispettivi mercati di quotazione; per quelli non quotati su mercati regolamentati il fair value è rappresentato dal prezzo dell’ultimo giorno di transazione ritenuto rappresentativo sulla base delle policy interne. Con riferimento agli altri strumenti finanziari con input di livello 1, quali ad esempio, derivati, exchange trade fund, fondi immobiliari quotati, il fair value è rappresentato dal prezzo di chiusura rilevato il giorno cui si riferisce la valutazione oppure, nel caso di quote di OICR, Fondi Comuni, SICAV e Hedge Funds, dal NAV (Net Asset Value) ufficiale se ritenuto rappresentativo secondo policy interne. Fair value determinato sulla base di input di livello 2

Qualora non si riscontrino prezzi rilevabili su mercati attivi, il fair value è determinato mediante l’utilizzo di prezzi rilevati su mercati non attivi oppure tramite modelli valutativi che adottano input di mercato. La valutazione viene effettuata attraverso l’utilizzo di parametri che siano osservabili, direttamente o indirettamente, quali ad esempio:

• prezzi quotati su mercati attivi per attività o passività similari; • parametri osservabili quali tassi di interesse o curve di rendimento, volatilità implicite,

rischio di pagamento anticipato, tassi di default e fattori di illiquidità. In funzione di quanto sopra, la valutazione risultante dalla tecnica adottata prevede un’incidenza marginale di input non osservabili in quanto i più rilevanti parametri utilizzati per la sua determinazione risultano attinti dal mercato e i risultati delle metodologie di calcolo utilizzate replicano quotazioni presenti su mercati attivi. Sono inclusi nel livello 2:

• derivati OTC; • titoli di capitale; • titoli obbligazionari; • quote di fondi.

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Le attività e passività valutate al costo o al costo ammortizzato per cui il fair value viene fornito in nota integrativa solo ai fini di informativa, sono classificate nel livello 2 solo se gli input non osservabili non influenzano in maniera significativa gli esiti valutativi. Diversamente sono classificate nel livello 3. Fair value determinato sulla base di input di livello 3

La valutazione viene determinata attraverso l’impiego di input significativi non desumibili dal mercato che pertanto comportano l’adozione di stime ed assunzioni interne. Sono compresi nel livello 3 della gerarchia del fair value:

• derivati OTC • titoli di capitale valutati:

a. con utilizzo di significativi input non osservabili; b. attraverso metodi basati sull’analisi dei fondamentali della società partecipata; c. al costo.

• gli Hedge Funds, per i quali si è tenuto in considerazione oltre ai NAV ufficiali il rischio di liquidità e/o di controparte;

• opzioni con sottostante partecipazioni finanziarie; • titoli obbligazionari rivenienti da conversione crediti.

Si precisa infine che il fair value è classificato nel livello 3 laddove risultante dall’utilizzo di parametri di mercato significativamente rettificati per riflettere aspetti valutativi propri dello strumento oggetto di valutazione. A.4.1 Livelli di fair value 2 e 3: tecniche di valutazione e input utilizzati

Nel presente paragrafo vengono fornite informazioni relative alle tecniche di valutazione e agli input utilizzati ai fini della determinazione del fair value per quanto riguarda le attività e passività oggetto di valutazione al fair value in bilancio e quelle per le quali il fair value viene fornito solo ai fini di informativa. Attività e Passività oggetto di valutazione al fair value

Derivati OTC

La metodologia adottata per il calcolo del fair value dei derivati OTC prevede l’utilizzo di modelli a formula chiusa. In particolare, i principali modelli di pricing utilizzati per i derivati OTC sono: Black Yield, Black Fwd, Black Swap Yield, Cox Fwd, Trinomial, Lnormal, Normal e CMS Convexity Analytical. Gli strumenti derivati non gestiti negli applicativi target, riferibili a strumenti posti a copertura di alcune tipologie di opzioni implicite nei prestiti obbligazionari strutturati emessi, vengono valutati con modelli interni (modelli stocastici con simulazioni MonteCarlo). I modelli di pricing implementati per i derivati sono utilizzati con continuità temporale e sono soggetti a verifiche periodiche volte a valutarne la consistenza nel tempo. I dati di mercato utilizzati per il calcolo del fair value dei derivati sono classificati, secondo la loro disponibilità, in:

• prezzi di strumenti quotati: tutti i prodotti quotati dalle principali borse internazionali o sulle principali piattaforme di data providing;

• parametri di mercato disponibili su piattaforme di info providing: tutti gli strumenti che, pur non quotati su un mercato ufficiale, sono prontamente disponibili presso circuiti di info providing, attraverso la contribuzione, garantita nel continuo, da parte di diversi broker/market maker.

Sono compresi tra gli input utilizzati per il calcolo del fair value dei derivati OTC le curve di tasso e le volatilità dei Cap&Floor delle principali divise (Euro, dollaro US, GBP, YEN, CHF), i principali tassi di cambio con le relative volatilità e gli FX swap point. Come successivamente meglio dettagliato, il fair value di alcune tipologie di derivati OTC tiene conto della rischiosità della controparte; il calcolo di questa componente avviene tramite l’utilizzo delle probabilità di default e della percentuale di recupero dei crediti della controparte.

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Con riferimento al rischio di credito, si segnala che la prassi di mercato si è orientata verso l’adozione di due misure in grado di cogliere e imputare a fair value gli impatti generati da eventuali variazioni nel merito creditizio delle controparti: il Credit Value Adjustment (non-performance risk della controparte) e il Debt Value Adjustment (non-performance risk proprio). La metodologia attualmente adottata dal Gruppo UBI per la determinazione del CVA e DVA è basata su simulazioni Monte Carlo per stimare il valore futuro dei derivati Over The Counter (OTC). Questa metodologia prevede i seguenti step implementativi:

• si determinano i parametri per il calcolo mediante approccio Monte Carlo; • ad ogni controparte corporate è associata, in base alla combinazione di settore/rating,

la relativa curva di PD e la LGD di riferimento; • per le controparti per le quali non esistono curve di PD interne, sono utilizzati i CDS di

mercato; • per ciascun derivato rientrante nel perimetro di calcolo, si calcola l’esposizione futura.

In assenza di collateral, l’esposizione futura al tempo t è definita come il valore atteso del MtM al tempo t.

CVA e DVA vengono calcolati per i derivati OTC stipulati con controparti di esterne al gruppo per cui non siano presenti accordi di CSA con marginazione giornaliera o settimanale completa. Viceversa, per i derivati OTC assistiti da CSA con marginazione completa giornaliera o settimanale il rischio di credito della controparte e proprio è ritenuto non significativo rendendo quindi ragionevolmente nulli anche il CVA e DVA che di conseguenza non vengono calcolati per tale tipologia di strumenti. Analoghe considerazioni sono applicabili anche per i derivati infragruppo per le considerazioni riportate precedentemente. Stante il preponderante utilizzo di input osservabili, il fair value dei derivati OTC viene classificato nel livello 2 della gerarchia fatta eccezione per quei derivati dove il CVA (stimato internamente) risulti rilevante ai fini della determinazione del fair value; per tali strumenti il fair value è classificato nel livello 3 della gerarchia. La policy del Gruppo UBI Banca prevede, per le opzioni su partecipazione, la valorizzazione del fair value tenendo conto della probabilità di esercizio stante la natura peculiare delle opzioni in parola. Il fair value così determinato risulta classificato nel livello 3 della gerarchia. Titoli di capitale

Per quanto concerne i metodi di valutazione da utilizzare per la determinazione del fair value dei titoli di capitale non quotati su un mercato attivo, il Gruppo UBI ha individuato il seguente ordine gerarchico di tecniche di valutazione:

1) Metodo delle transazioni dirette; 2) Metodo delle transazioni comparabili; 3) Metodo dei multipli di borsa; 4) Metodi finanziari e reddituali; 5) Metodi patrimoniali.

Per la valutazione dei titoli di capitale si procede valutando l’applicabilità dei metodi nell’ordine sopra esposto. In ultima istanza, nell’impossibilità di utilizzare le predette tecniche, tali titoli sono valutati al costo. Metodo delle transazioni dirette

L’applicazione del metodo delle transazioni dirette comporta l’applicazione della valorizzazione implicita derivante dalla più recente transazione significativa registrata su quote del capitale sociale della partecipata. Utilizzando input osservabili, il fair value così ottenuto viene classificato nel livello 2 della gerarchia. Qualora la transazione verificatasi sul mercato abbia avuto ad oggetto una quota che comporti il controllo ovvero che comporti influenza significativa sulla partecipata da parte

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dell’acquirente, è possibile che il prezzo pagato incorpori un premio per il controllo; tale aspetto viene considerato attraverso l’eventuale rettifica del valore della partecipazione; pertanto il valore pro quota del capitale economico aziendale viene abbattuto in misura variabile tra il 25% e il 35%. Tale rettifica, derivando dall’utilizzo di input non osservabili e significativi, comporta la classificazione del fair value nel livello 3 della gerarchia. Metodo delle transazioni comparabili

L’applicazione del metodo delle transazioni comparabili comporta l’analisi delle operazioni di acquisto di quote di aziende con caratteristiche economico-patrimoniali omogenee a quelle della partecipata e successivamente la determinazione del multiplo implicito espresso dal prezzo della transazione. Utilizzando input osservabili, il fair value così ottenuto viene classificato nel livello 2 della gerarchia. Qualora la transazione verificatasi sul mercato abbia avuto ad oggetto una quota che comporti il controllo ovvero che comporti influenza significativa sulla partecipata da parte dell’acquirente, è possibile che il prezzo pagato incorpori un premio per il controllo; tale aspetto viene considerato attraverso l’eventuale rettifica del valore della partecipazione; pertanto il valore pro quota del capitale economico aziendale viene abbattuto in misura variabile tra il 25% e il 35% per riflettere la mancanza di poteri all’interno della partecipata. Tale rettifica, derivando dall’utilizzo di input non osservabili e significativi, comporta la classificazione del fair value nel livello 3 della gerarchia. Metodo dei multipli di Borsa

Tale metodo consente di valutare una società in base ai dati derivanti dalle quotazioni di società comparabili (in termini di fatturato, patrimonio netto, leverage), rilevate, sul mercato azionario di riferimento, in periodo compreso tra gli ultimi 30 giorni e l’ultimo anno a partire dalla data di riferimento della valutazione, attraverso l’elaborazione dei moltiplicatori più significativi (multipli di Borsa) risultanti dal rapporto esistente tra il valore che il mercato azionario attribuisce a queste società ed i loro indicatori economico-patrimoniali ritenuti maggiormente significativi. Utilizzando input osservabili, il fair value così ottenuto viene classificato nel livello 2 della gerarchia. Nel caso, non infrequente, in cui si presenti la necessità di rettificare le valutazioni ottenute applicando il metodo dei multipli di Borsa per considerare possibili differenze nella comparabilità delle società utilizzate e nelle liquidità dei titoli oggetto di valutazione, il valore pro quota del capitale economico aziendale viene abbattuto in misura variabile tra il 10% e il 40% per riflettere la limitata liquidabilità dell’investimento e/o le significative differenze dimensionali tra la partecipata e le società inserite nel campione. Tale rettifica, derivando dall’utilizzo di input non osservabili e significativi, comporta la classificazione del fair value nel livello 3 della gerarchia. Metodi finanziari e reddituali

I metodi finanziari e reddituali forniscono una stima del fair value della partecipata attraverso la sommatoria di una serie di flussi finanziari ovvero reddituali, opportunamente attualizzati sulla base di un tasso che incorpori tutti gli elementi che un operatore di mercato includerebbe nella valutazione di tale investimento inclusa, ad esempio, la remunerazione del capitale di rischio e di debito e basati sul piano industriale/finanziario della società partecipata. Posto che tali metodi presuppongono l’utilizzo di input non osservabili il conseguente fair value è classificato nel livello 3 della gerarchia. Metodi patrimoniali

I metodi patrimoniali forniscono una determinazione del fair value della partecipata a partire dal dato patrimoniale di bilancio, rettificato alla luce delle plusvalenze e minusvalenze implicite nell’attivo e nel passivo della partecipata e dell’eventuale valorizzazione delle componenti immateriali. Il fair value determinato dall’utilizzo di tali metodi, basandosi su input non osservabili, è classificato nel livello 3 della gerarchia.

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Titoli obbligazionari

La procedura di stima del fair value adottata dal Gruppo UBI Banca per i titoli obbligazionari prevede l’utilizzo di un modello valutativo specifico, il discounted cash flow model. Il processo di valutazione in oggetto è sintetizzabile nei seguenti step operativi:

• stima dei flussi di cassa pagati dal titolo, sia per quanto riguarda la parte interessi che il rimborso del capitale;

• stima di uno spread rappresentativo del merito creditizio dell'emittente del titolo; • stima di uno spread rappresentativo dell'illiquidità del titolo al fine di tener conto della

scarsa liquidità che caratterizza il pricing di un titolo non contribuito. Stante il preponderante utilizzo di input osservabili, il fair value così determinato viene classificato nel livello 2 della gerarchia fatta eccezione per quei titoli dove la componente dello spread rappresentativo dell’illiquidità risulti essere rilevante ai fini della determinazione del fair value e per alcuni titoli obbligazionari rivenienti da conversione crediti che sono classificati nel livello 3 della gerarchia. Sono compresi tra gli input utilizzati per il calcolo del fair value dei titoli obbligazionari le curve di tasso delle principali divise (Euro, dollaro US, GBP, YEN, CHF), gli spread di credito degli emittenti di cui si sta valutando il titolo (desunti da titoli quotati su mercati considerati attivi) e uno spread rappresentativo dell’illiquidità del titolo valutato, calcolato in ragione dello spread di credito dell’emittente.

Crediti

Sono oggetto di valutazione al fair value crediti verso la clientela o crediti verso banche che sono stati rilevati nella voce 20.c “Attività finanziarie valutate al fair value: altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value” a seguito del non superamento del c.d. “SPPI Test”. La determinazione del fair value per i crediti verso la clientela avviene di norma mediante l’utilizzo di tecniche valutative. In particolare, la metodologia adottata dal Gruppo UBI per la stima del fair value dei crediti performing prevede l'attualizzazione dei cash flow, intesi come somma di capitale e interessi derivanti dalle diverse scadenze del piano di ammortamento, ridotti per la componente di perdita attesa e scontati a un tasso che incorpora la componente risk free e uno spread rappresentativo del costo del capitale e del funding.

Sono in particolare utilizzati i seguenti input:

• discount rate base, riconducibile alla curva dei tassi Euribor; • rischio di default e della potenziale perdita, attesa e inattesa, riscontrabile sullo specifico

credito durante l’intera vita del finanziamento. Tali dimensioni vengono rappresentate dai parametri interni di misurazione del rischio di credito quali il Rating, la PD e la LGD differenziati per segmento di clientela. La PD associata a ciascun rating è su base pluriennale e, così come per la LGD, considera i correttivi Point in Time e Forward Looking. Infine, per la componente di perdita inattesa si tiene conto del costo del capitale del Gruppo;

• il funding spread è determinato attraverso l’utilizzo della curva Blended. Tale curva rappresenta, per ciascuna scadenza, il costo della raccolta marginale calcolato come media ponderata tra le curve di mercato relative al costo della raccolta della Banca presso la clientela (Curva Retail) e sui mercati istituzionali (Curva Wholesale Commerciale). I pesi utilizzati per ciascuna curva di Funding sono determinati almeno annualmente in occasione dell’aggiornamento del Regolamento Tassi di Trasferimento, sulla base dei nuovi flussi previsti dal Funding Plan.

Ai fini dell’individuazione del corretto livello gerarchico del fair value ottenuto tramite la predetta tecnica di valutazione, deve essere opportunamente valutato il livello di significatività degli input non osservabili utilizzati. A tal proposito, il fair value risultante dall’applicazione della metodologia sopra descritta viene confrontato con un’elaborazione “benchmark” che adotta una curva di sconto composta da dati osservabili di mercato.

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Se dal confronto il fair value si discosta in maniera significativa dalla succitata elaborazione “benchmark” il fair value viene classificato nel livello 3; diversamente si provvede a classificare il fair value nel livello 2. Tale stima è sviluppata tenendo conto degli elementi contrattuali che caratterizzano il credito e può comportare, ad esempio, la valutazione dei flussi di cassa rivenienti della vendita degli immobili posti a garanzia oppure la valutazione di eventuali strumenti di capitale acquisibili a seguito dell’introduzione di una clausola di conversione di equity della posizione. Il fair value dei crediti verso banche, viene di norma determinato sulla base del Net Present Value dei flussi finanziari di tali strumenti. Quote di fondi di Private Equity

Il fair value delle quote di Fondi di Private Equity è determinato partendo dall'ultimo NAV disponibile e considerando le varie comunicazioni ricevute dal Fondo (es. rimborsi, distribuzioni di dividendi), dalla data dell’ultimo NAV disponibile alla data di valutazione ed eventualmente rettificando il NAV per tenere in considerazione situazioni di particolare rischio e non performance associato all’investimento.

Quote di Hedge Funds

Il fair value delle quote di Hedge Funds classificate nel livello 3 della gerarchia viene determinato partendo dal NAV ufficiale ed è rettificato per tenere conto dei rischi di liquidità e/o di controparte.

Attività e Passività il cui fair value viene fornito ai fini dell’informativa integrativa

Crediti

La determinazione del fair value per i crediti verso la clientela e verso banche, iscritti tra le attività finanziarie valutate al costo ammortizzato, elaborato ai fini della presentazione dell’informativa nella nota integrativa è effettuata con le medesime modalità descritte nella sezione dedicata ai “Crediti” presente nel precedente paragrafo riguardante le” Attività e Passività oggetto di valutazione al fair value”.

Nel rimandare pertanto, per dettagli a tale paragrafo, si precisa peraltro che il valore contabile è assunto convenzionalmente pari al fair value per:

tutte le operazioni non rateali (Conti Correnti e Crediti di Firma); le operazioni con scadenza inferiore all’anno; le posizioni non performing;

che sono pertanto classificati nel livello 3 della gerarchia. Relativamente alle posizioni non performing il valore contabile è stato assunto quale approssimazione del fair value in quanto, sebbene nel corso del 2018 si sia manifestato anche in Italia un mercato attivo nell’acquisto di portafogli di credito deteriorato, i valori riscontrati hanno assunto - data anche la natura delle attività finanziarie in oggetto ovvero la specificità di ogni singolo portafoglio - un livello di variabilità particolarmente elevato con riferimento ai tassi di attualizzazione impliciti nei prezzi e quindi ai rendimenti attesi. Stante tale situazione si è ritenuto arbitraria/eccessivamente soggettiva l’individuazione di un diverso fattore di sconto, rispetto a quello adottato nell’ambito del costo ammortizzato, ai fini della determinazione del fair value delle posizioni non performing. Attività materiali detenute a scopo di investimento

Ai fini della determinazione del fair value degli immobili detenuti a scopo di investimento viene fatto riferimento al valore di mercato, prevalentemente determinato attraverso perizie esterne, inteso come il miglior prezzo al quale la vendita di un bene immobile potrà ragionevolmente ritenersi come incondizionatamente conclusa contro corrispettivo in denaro, alla data della valutazione, tra controparti indipendenti. Le metodologie adottate ai fini della determinazione del valore di mercato si rifanno ai seguenti metodi:

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• metodo comparativo diretto o del mercato, basato sul confronto fra il bene in oggetto ed altri simili oggetto di compravendita o correntemente offerti sullo stesso mercato o su piazze concorrenziali. Le quotazioni ricavate sono sottoposte a rettifiche volte a recepire le particolari caratteristiche del cespite; in particolare il valore attribuito al bene tiene conto dell’ubicazione, dell’accessibilità, della qualità e dell’eventuale presenza di elementi di unicità;

• metodo reddituale basato sul valore attuale dei redditi potenziali di mercato di una proprietà simile, ottenuto capitalizzando il reddito ad un tasso di mercato; tale metodo si basa sull’esistenza di una relazione diretta tra il valore di un bene e il reddito che il bene stesso è in grado di generare. Ai fini dell’individuazione del reddito, viene fatto generalmente riferimento al reddito medio lordo annuo calcolato riferendosi alla complessiva superficie lorda commerciale.

I metodi di cui sopra vengono eseguiti singolarmente ed i valori ottenuti tra loro opportunamente mediati. Con riferimento ai terreni, la metodologia utilizzata per l’individuazione della percentuale del valore di mercato attribuibile ai medesimi è basata sull’analisi della localizzazione dell’immobile, tenuto conto della tipologia costruttiva, dello stato di conservazione e del costo di ricostruzione a nuovo dell’intero immobile. I fair value così determinati vengono classificati nel livello 3 della gerarchia per l’assenza nel mercato italiano di indici di riferimento che possano confortare l’affidabilità della valutazione, aspetto che non consente di considerare gli input utilizzati come di livello 2. Debiti

Il fair value dei debiti verso banche e clientela viene di norma calcolato ai fini della presentazione dell’informativa in nota integrativa per le passività con scadenza superiore all’anno. La valutazione viene effettuata attraverso l’attualizzazione dei flussi di cassa futuri scontati con un tasso di interesse che incorpora la componente relativa al proprio rischio di credito; basandosi su input rilevabili sul mercato di riferimento tale metodologia comporta la classificazione del fair value nel livello 2 della gerarchia. Nel caso di passività con scadenza inferiore all’anno o indeterminata, il valore contabile di iscrizione può essere considerato un’adeguata approssimazione del fair value, aspetto che comporta la classificazione nel livello 3 della gerarchia. Tale classificazione viene adottata anche per l’indebitamento con la Banca Centrale Europea. Titoli emessi

Trattandosi di passività emesse detenute nell’attivo di soggetti terzi, le tecniche valutative utilizzate sono sviluppate dal punto di vista del market participant che detiene i titoli di debito nel proprio attivo. Nel caso specifico le componenti di cui si tiene conto sono le seguenti:

• il valore temporale del denaro, misurato dalla curva dei tassi risk free; • il rischio di inadempimento alle proprie obbligazioni, misurato dal proprio spread di

credito. Gli input utilizzati ai fini della misurazione del fair value includono le curve di tasso delle principali divise (Euro, dollaro US, GBP, YEN, CHF) e gli spread di emissione di UBI Banca, rilevabili dalle condizioni di raccolta riscontrabili alla data di reporting, distinti per tipologia di controparte cui il titolo emesso è destinato. Gli input utilizzati sono osservabili e comportano la classificazione nel livello 2 della gerarchia ad eccezione dei titoli obbligazionari emessi dalla banca collegati a finanziamenti concessi alla clientela. In tali casi la determinazione del Fair Value del titolo è effettuata con gli stessi parametri del credito ed entrambi gli strumenti sono classificati nel livello 3 della gerarchia.

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A.4.2 Processi e sensibilità delle valutazioni

Il Gruppo UBI si è dotato di specifiche policy per la determinazione delle valutazioni al fair value che hanno trovato formalizzazione in appositi regolamenti oggetto di approvazione da parte dei compenti Organi aziendali. Tali policy hanno la finalità di garantire un’applicazione corretta e coerente nel tempo delle previsioni dell’IFRS 13. Con riferimento alle esposizioni creditizie, classificate tra le “Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico – altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value”, la cui valutazione al fair value è classificata nel livello 3 della gerarchia, non viene prodotta l’analisi di sensitività perché, nel caso delle esposizioni performing gli impatti non sono ritenuti rilevanti mentre nel caso delle esposizioni non performing, posta la modalità di determinazione del fair value e stante la volatilità delle stime dei flussi di cassa attesi, l’analisi di sensitività non si ritiene significativa. Con riferimento agli altri strumenti finanziari oggetto di valutazione al fair value e classificati nel livello 3 della gerarchia del fair value (derivati OTC, hedge funds, titoli obbligazionari rivenienti da conversione crediti e opzioni su partecipazioni), non viene prodotta l’analisi di sensitività perché le modalità di quantificazione del fair value non permettono di sviluppare ipotesi alternative in merito agli input non osservabili utilizzati ai fini della valutazione oppure perché gli effetti derivanti dal cambiamento di tali input non sono ritenuti rilevanti. A.4.3 Gerarchia del fair value

Con riferimento alle attività e passività oggetto di valutazione al fair value su base ricorrente, la classificazione nel corretto livello di gerarchia del fair value viene effettuata facendo riferimento alle regole e metodologie previste nei regolamenti aziendali. Eventuali trasferimenti ad un diverso livello di gerarchia sono identificati con periodicità mensile. Si rileva, a titolo esemplificativo, come tali trasferimenti possono derivare dalla “scomparsa” del mercato attivo di quotazione o dall’utilizzo di un diverso metodo di valutazione in precedenza non applicabile. A.4.4 Altre informazioni

Non sono presenti all’interno del Gruppo UBI situazioni in cui il massimo e migliore utilizzo di un’attività non finanziaria differisce dal suo utilizzo corrente. Non si riscontrano inoltre situazioni in cui attività e passività finanziarie gestite su base netta relativamente ai rischi di mercato o al rischio di credito sono oggetto di valutazioni al fair value sulla base del prezzo che si percepirebbe dalla vendita di una posizione netta lunga o dal trasferimento di una posizione netta corta.

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Informativa di natura quantitativa

A.4.5 Gerarchia del fair value A.4.5.1 Attività e passività valutate al fair value su base ricorrente: ripartizione per livelli di fair value

31/12/2018 31/12/2017

Attività/Passività finanziarie misurate al fair value L1 L2 L3 L1 L2 L3

1. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico

2 - 2.206 2 - 1.745

a) attività finanziarie detenute per la negoziazione 2 - - 2 - -

b) attività finanziarie designate al fair value - - - - - -

c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value - - 2.206 - - 1.745

2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva

- - 62 - - 87

3. Derivati di copertura - - - - - -

4. Attività materiali - - - - - -

5. Attività immateriali - - - - - -

Totale 2 - 2.268 2 - 1.832

1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione - - - - - -

2. Passività finanziarie designate al fair value - - - - - -

3. Derivati di copertura - - - - - -

Totale - - - - - -

Legenda:

L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3

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A.4.5.2 Variazioni annue delle attività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3)

Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico Attività

finanziarie valutate al fair value

con impatto sulla

redditività complessiva

Derivati di

copertura

Attività materiali

Attività immateriali

Totale

di cui: a) attività

finanziarie detenute per

la negoziazione

di cui: b) attività

finanziarie designate

al fair value

di cui: c) altre attività finanziarie obbligatoria

mente valutate al fair value

1. Esistenze iniziali 1.745 - - 1.745 87 - - -

2. Aumenti 1.369 - - 1.369 - - - -

2.1. Acquisti 1.009 - - 1.009 - - - -

2.2. Profitti imputati a: 277 - - 277 - - - -

2.2.1. Conto Economico 277 - - 277 - - - -

- di cui plusvalenze 277 - - 277 - - - -

2.2.2. Patrimonio netto - X X - - - - -

2.3. Trasferimenti da altri livelli - - - - - - - -

2.4. Altre variazioni in aumento 83 - - 83 - - - -

3. Diminuzioni 908 - - 908 25 - - -

3.1. Vendite - - - - - - - -

3.2. Rimborsi - - - - - - - -

3.3. Perdite imputate a: 908 - - 908 25 - - -

3.3.1. Conto Economico 908 - - 908 - - - -

- di cui minusvalenze 908 - - 908 - - - -

3.3.2. Patrimonio netto - X X - 25 - - -

3.4. Trasferimenti da altri livelli - - - - - - - -

3.5. Altre variazioni in diminuzione

- - - - - - - -

4. Rimanenze finali 2.206 - - 2.206 62 - - -

A.4.5.3 Variazioni annue delle passività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3) Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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141

A.4.5.4 Attività e passività non valutate al fair value o valutate al fair value su base non ricorrente: ripartizione per livelli di fair value

Attività/Passività non misurate al fair value

o misurate al fair value su base non ricorrente

31/12/2018 31/12/2017

VB L1 L2 L3 VB L1 L2 L3

1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 3.110.536 2.413.676 668.595 3.073.587 2.181.330 951.076

2. Attività materiali detenute a scopo di investimento

3. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione

Totale 3.110.536 - 2.413.676 668.595 3.073.587 - 2.181.330 951.076

1. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato

3.058.685 9.967 3.049.070 3.016.304 11.342 3.006.829

2. Passività associate ad attività in via di dismissione

Totale 3.058.685 - 9.967 3.049.070 3.016.304 - 11.342 3.006.829

Legenda:

VB = Valore di bilancio L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3 A.5 - Informativa sul c.d. “Day one profit/loss”

L’informativa fa riferimento alle eventuali differenze tra il prezzo della transazione ed il valore ottenuto attraverso l’utilizzo di tecniche di valutazione, che emergono al momento della prima iscrizione di uno strumento finanziario e non sono rilevate immediatamente a Conto economico, in base a quanto previsto dal paragrafo B5.1.2 A dell’IFRS 9. Posto quanto sopra, si segnala che nell’esercizio il Gruppo UBI Banca non ha realizzato operazioni per le quali emerge, al momento della prima iscrizione di uno strumento finanziario, una differenza tra il prezzo di acquisto ed il valore dello strumento ottenuto attraverso tecniche di valutazione interna.

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Parte B - Informazioni sullo stato patrimoniale ATTIVO Sezione 1 Cassa e disponibilità liquide - Voce 10 - 1.1 Cassa e disponibilità liquide: composizione

Totale 31/12/2018

Totale

31/12/2017

Riesposto

a) Cassa 2.481 2.332

b) Depositi a vista presso Banche Centrali - -

Totale 2.481 2.332

Sezione 2 Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico - Voce 20 - 2.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica

Voci/Valori

Totale 31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

L1 L2 L3 L1 L2 L3

A. Attività per cassa

1. Titoli di debito - - - - - -

1.1 Titoli strutturati - - - - - -

1.2 Altri titoli di debito - - - - - -

2. Titoli di capitale 2 - - 2 - -

3. Quote di O.I.C.R. - - - - - -

4. Finanziamenti - - - - - -

4.1 Pronti contro termine - - - - - -

4.2 Altri - - - - - -

Totale (A) 2 - - 2 - -

B. Strumenti derivati

1. Derivati finanziari - - - - - -

1.1 di negoziazione - - - - - -

1.2 connessi con la fair value option - - - - - -

1.3 altri - - - - - -

2. Derivati creditizi - - - - - -

2.1 di negoziazione - - - - - -

2.2 connessi con la fair value option - - - - - -

2.3 altri - - - - - -

Totale (B) - - - - - -

Totale (A+B) 2 - - 2 - -

Legenda:

L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3 I dati esposti sono comprensivi dei ratei maturati.

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2.2 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione per debitori/emittenti/controparti

Voci/Valori Totale

31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

A. ATTIVITA' PER CASSA

1. Titoli di debito - -

a) Banche Centrali - -

b) Amministrazioni pubbliche - -

c) Banche - -

d) Altre società finanziarie - -

di cui: imprese di assicurazione - -

e) Società non finanziarie - -

2. Titoli di capitale 2 2

a) Banche - -

b) Altre società finanziarie - -

di cui: imprese di assicurazione - -

c) Società non finanziarie 2 2

d) Altri emittenti - -

3. Quote di OICR - -

4. Finanziamenti - -

a) Banche Centrali - -

b) Amministrazioni pubbliche - -

c) Banche - -

d) Altre società finanziarie - -

di cui: imprese di assicurazione - -

e) Società non finanziarie - -

f) Famiglie - -

Totale (A) 2 2

B. STRUMENTI DERIVATI - -

a) Controparti centrali - -

b) Altre - -

Totale (B) - -

Totale (A+B) 2 2

2.3 Attività finanziarie designate al fair value: composizione merceologica

Per la Banca non esiste tale fattispecie. 2.4 Attività finanziarie designate al fair value: composizione per debitori/emittenti

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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2.5 Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value: composizione merceologica

Voci/Valori

Totale 31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

L1 L2 L3 L1 L2 L3

1. Titoli di debito - - 101 - - -

1.1. Titoli strutturati - - 101 - - -

1.2. Altri titoli di debito - - - - - -

2. Titoli di capitale - - 2.105 - - 1.745

3. Quote di O.I.C.R. - - - - - -

4. Finanziamenti - - - - - -

4.1. Pronti contro termine - - - - - -

4.2. Altri - - - - - -

Totale - - 2.206 - - 1.745

Legenda:

L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3 La voce “Titoli di debito - 1.1 Titoli strutturati” rappresenta un titolo di debito acquisito a fronte dell’intervento a sostegno di Banca Carige nell’ambito dello Schema volontario del F.I.T.D., la svalutazione del titolo, pari a 908 migliaia di euro, ha avuto impatto nella voce 110 di conto economico “Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico”; stante la natura non ricorrente di tale evento tale impatto è stato oggetto di normalizzazione nell’ambito del conto economico. Per maggiori dettagli si rimanda alla “Parte A - Politiche Contabili - Sezione 4 - Altri aspetti”. La voce “Titoli di capitale” rappresenta il valore della partecipazione detenuta in Visa INC Classe C9, la valutazione di fine esercizio del titolo, pari a 360 migliaia di euro comprensiva dell’effetto cambio, ha avuto impatto nella voce 110 di conto economico “Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico”. Relativamente al 31 dicembre 2017 tale titolo trovava classificazione nel portafoglio “Attività finanziarie disponibili per la vendita” ai sensi dello IAS 39.

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2.6 Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value: composizione per debitori/emittenti

Totale 31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

1.Titoli di capitale 2.105 1.745

di cui: banche - -

di cui: altre società finanziarie 2.105 1.745

di cui: società non finanziarie - -

2. Titoli di debito 101 -

a) Banche Centrali - -

b) Amministrazioni pubbliche - -

c) Banche - -

d) Altre società finanziarie 101 -

di cui: imprese di assicurazione - -

e) Società non finanziarie - -

3. Quote di O.I.C.R. - -

4. Finanziamenti - -

a) Banche Centrali - -

b) Amministrazioni pubbliche - -

c) Banche - -

d) Altre società finanziarie - -

di cui: imprese di assicurazione - -

e) Società non finanziarie - -

f) Famiglie - -

Totale 2.206 1.745

Sezione 3 Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva - Voce 30 - 3.1 Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva: composizione merceologica

Voci/Valori

Totale 31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

L1 L2 L3 L1 L2 L3

1. Titoli di debito - - - - - -

1.1. Titoli strutturati - - - - - -

1.2. Altri titoli di debito - - - - - -

2. Titoli di capitale - - 62 - - 87

3. Finanziamenti - - - - - -

Totale - - 62 - - 87

Legenda:

L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3 I Titoli di capitale sopra esposti comprendono gli strumenti finanziari acquisiti nell’ambito degli interventi dello Schema volontario del F.I.T.D.. Al 31 dicembre 2017 tali titoli trovavano classificazione nel portafoglio “Attività finanziarie disponibili per la vendita” ai sensi dello IAS 39.

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3.2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva: composizione per debitori/emittenti

Voci/Valori Totale

31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

1. Titoli di debito - -

a) Banche Centrali - -

b) Amministrazioni pubbliche - -

c) Banche - -

d) Altre società finanziarie - -

di cui: imprese di assicurazione - -

e) Società non finanziarie - -

2. Titoli di capitale 62 87

a) Banche - -

b) Altri emittenti: 62 87

- altre società finanziarie 62 87

di cui: imprese di assicurazione - -

- società non finanziarie - 1

- altri - -

3. Finanziamenti - -

a) Banche Centrali - -

b) Amministrazioni pubbliche - -

c) Banche - -

d) Altre società finanziarie - -

di cui: imprese di assicurazione - -

e) Società non finanziarie - -

f) Famiglie - -

Totale 62 87

3.3 Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva: valore lordo e rettifiche di valore complessive

Stante l’assenza di Titoli di debito e Finanziamenti nel portafoglio “Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva” si omette la pubblicazione della tabella.

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Sezione 4 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato

- Voce 40 - 4.1 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei crediti verso banche

Tipologia operazioni/Valori

Totale 31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

Valore di bilancio Fair value Valore di bilancio Fair value

Primo e secondo stadio

Terzo stadio

di cui: impaired acquisite

o originate

L1 L2 L3 Primo e secondo stadio

Terzo stadio

di cui: impaired acquisite

o originate

L1 L2 L3

A. Crediti verso Banche Centrali - - - - - - - - - - - -

1. Depositi a scadenza

- - - X X X - - - X X X

2. Riserva obbligatoria

- - - X X X - - - X X X

3. Pronti contro termine

- - - X X X - - - X X X

4. Altri - - - X X X - - - X X X

B. Crediti verso banche

2.581.793 - - - 2.346.820 175.029 2.476.421 - - - 2.085.583 412.330

1. Finanziamenti 175.029 - - - - 175.029 412.330 - - - - 412.330

1.1. Conti correnti e depositi a vista

74.978 - - X X X 343.089 - - X X X

1.2. Depositi a scadenza

78.182 - - X X X 57.922 - - X X X

1.3. Altri finanziamenti:

21.869 - - X X X 11.319 - - X X X

- Pronti contro termine attivi

12 - - X X X - - - X X X

- Leasing finanziario

- - - X X X - - - X X X

- Altri 21.857 - - X X X 11.319 - - X X X

2. Titoli di debito 2.406.764 - - - 2.346.820 - 2.064.091 - - - 2.085.583 -

2.1. Titoli strutturati

- - - - - - - - - - - -

2.2. Altri titoli di debito

2.406.764 - - - 2.346.820 - 2.064.091 - - - 2.085.583 -

Totale 2.581.793 - - - 2.346.820 175.029 2.476.421 - - - 2.085.583 412.330

Legenda:

L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3 Le Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato comprendono 5,2 milioni di euro di crediti verso Banche rientranti nell’ambito di applicazione dell’IFRS 15. Le voci “Conti correnti e depositi a vista” e “Depositi a scadenza” sono essenzialmente rappresentative dei rapporti interbancari intrattenuti principalmente con la Capogruppo. In particolare la voce “Conti correnti e depositi a vista” accoglie la liquidità necessaria per l’operatività corrente della Banca (regolamento delle operazioni in titoli, derivati e banking per conto della clientela). Si specifica, come da normativa, che non sono presenti crediti verso Banche Centrali in quanto la Banca è stata autorizzata ad assolvere gli obblighi di riserva in via indiretta per il tramite della Capogruppo. Il deposito all’uopo costituito è compreso al punto “B.1.2 Depositi a

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148

scadenza” ed ammonta a 28.182 migliaia di euro (27.903 migliaia di euro al 31 dicembre 2017). La voce “Titoli di debito - 2.2 Altri titoli di debito” rappresenta quindici prestiti obbligazionari emessi dalla Capogruppo e sottoscritti dalla Banca con scadenze nel 2019 (per un valore nominale pari a 850 milioni di euro), nel 2020 (per un valore nominale pari a 670 milioni di euro), nel 2021 (per un valore nominale pari a 280 milioni di euro), nel 2024 (per un valore nominale pari a 210 milioni di euro) e nel 2025 (per un valore nominale pari a 390 milioni di euro). 4.2 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei crediti verso clientela

Tipologia operazioni/Valori

Totale 31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

Valore di bilancio Fair value Valore di bilancio Fair value

Primo e secondo stadio

Terzo stadio

di cui: impaired acquisite

o originate

L1 L2 L3 Primo e secondo stadio

Terzo stadio

di cui: impaired acquisite

o originate

L1 L2 L3

1. Finanziamenti 512.944 15.800 - - 66.856 493.567 575.633 21.533 - - 95.747 538.746

1.1. Conti correnti 61.500 860 - X X X 59.277 426 - X X X

1.2. Pronti contro termine attivi

- - - X X X - - - X X X

1.3. Mutui 389.031 14.347 - X X X 446.815 20.488 - X X X

1.4. Carte di credito, prestiti personali e cessioni del quinto

27.802 167 - X X X 25.519 192 - X X X

1.5. Leasing finanziario

- - - X X X - - - X X X

1.6. Factoring - - - X X X - - - X X X

1.7. Altri finanziamenti

34.611 426 - X X X 44.021 428 - X X X

2. Titoli di debito - - - - - - - - - - - -

2.1. Titoli strutturati

- - - - - - - - - - - -

2.2. Altri titoli di debito

- - - - - - - - - - - -

Totale 512.944 15.800 - - 66.856 493.567 575.633 21.533 - - 95.747 538.746

Legenda:

L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3 Le Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato comprendono 26 milioni di euro di crediti verso Clientela rientranti nell’ambito di applicazione dell’IFRS 15. La voce “mutui” comprende:

euro 169.313 migliaia, di cui 6.207 migliaia di euro deteriorati, a garanzia delle emissioni di Covered Bond effettuate dalla Capogruppo. Per maggiori dettagli si rimanda alle “Altre informazioni - Covered Bond”;

i finanziamenti agevolati finalizzati al recupero degli immobili danneggiati dal terremoto dell’Abruzzo così come previsto dall’adesione della Banca alla Convenzione stipulata tra ABI e Cassa Depositi e Prestiti (CDP).

Per ulteriori informazioni relative all’andamento dell’aggregato si rimanda a quanto in commento nella “Relazione sulla Gestione - Informazioni sullo Stato Patrimoniale riclassificato” paragrafo “Crediti verso Clientela” e nella “Parte E - Informazioni sui rischi e sulle politiche di copertura - Sezione 1 - Rischio di credito”.

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4.3 Leasing finanziario

Non vi sono crediti per locazioni finanziarie. I costi rilevati nel corso dell’esercizio per spese relative a contratti di leasing operativo aventi per oggetto beni immobili, autoveicoli aziendali, hardware sono allocati nelle voci appropriate in base alla natura del bene. Le quote di canoni potenziali di locazione ivi incluse ammontano a circa 41,3 milioni di euro. 4.4 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione per debitori/emittenti dei crediti verso clientela

Tipologia operazioni/Valori

Totale 31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

Primo e secondo stadio

Terzo stadio

di cui: attività deteriorate acquisite o originate

Primo e secondo stadio

Terzo stadio

di cui: attività deteriorate acquisite o originate

1. Titoli di debito - - - - - -

a) Amministrazioni pubbliche - - - - - -

b) Altre società finanziarie - - - - - -

di cui: imprese di assicurazioni - - - - - -

c) Società non finanziarie - - - - - -

2. Finanziamenti verso: 512.944 15.800 - 575.633 21.533 -

a) Amministrazioni pubbliche 7.488 1 - 7.873 - -

b) Altre società finanziarie 4.937 403 - 5.586 413 -

di cui: imprese di assicurazioni 6 - - 13 - -

c) Società non finanziarie 33.278 176 - 32.905 752 -

d) Famiglie 467.240 15.221 - 529.270 20.369 -

Totale 512.944 15.800 - 575.633 21.533 -

4.5 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: valore lordo e rettifiche di valore complessive

Valore lordo Rettifiche di valore complessivo

Write-off parziali

complessivi Primo stadio

Secondo stadio

Terzo stadio

Primo stadio

Secondo stadio

Terzo stadio

di cui: Strumenti con basso rischio di credito

Titoli di debito 2.406.764 - - - - - - -

Finanziamenti 524.251 - 165.547 27.551 465 1.360 11.751 2

Totale 31/12/2018 2.931.015 - 165.547 27.551 465 1.360 11.751 2

Totale 31/12/2017 Riesposto - - - - - - - X

di cui: attività finanziarie impaired acquisite o originate X X - - X - - -

La presente tabella non riporta il dato dell’esercizio precedente poiché, a seguito delle modifiche introdotte dalla Normativa, il dato al 31 dicembre 2017 riesposto non risulterebbe utili ai fini della comparabilità.

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Sezione 5 Derivati di copertura - Voce 50 - Per la Banca non esiste tale fattispecie. Sezione 6 Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica - Voce 60 - Per la Banca non esiste tale fattispecie. Sezione 7 Le partecipazioni - Voce 70 -

La presente sezione viene redatta parzialmente in quanto l’obbligo di informativa è assolto a livello di bilancio consolidato dalla Capogruppo UBI Banca, così come previsto dalla circolare di Banca d’Italia n. 262, 5° aggiornamento del 22 dicembre 2017. 7.1 Partecipazioni: informazioni sui rapporti partecipativi

Denominazioni Sede Legale Sede Operativa Quota di

partecipazione %

A. Imprese controllate in via esclusiva

UBI SISTEMI E SERVIZI ScpA Brescia 4,31%

UBI ACADEMY Scrl Bergamo 3,00%

B. Imprese controllate in modo congiunto

C. Imprese sottoposte a influenza notevole

Il punto “A. Imprese controllate in via esclusiva” comprende le partecipazioni in società del Gruppo ancorché di minoranza. 7.5 Partecipazioni: variazioni annue

Nel corso dell’esercizio il portafoglio partecipazioni non è stato oggetto di movimentazione pertanto si omette la pubblicazione della tabella.

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Sezione 8 Attività materiali - Voce 80 -

Le attività materiali della banca sono valutate al costo, al netto degli ammortamenti, come precisato nella parte A della presente Nota Integrativa; si omette pertanto la trattazione del paragrafo relativo alle attività valutate al fair value. 8.1 Attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività valutate al costo

Attività/Valori Totale

31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

1. Attività di proprietà 1.331 1.547

a) terreni - -

b) fabbricati - -

c) mobili 1.064 1.168

d) impianti elettronici 11 28

e) altre 255 350

2. Attività acquisite in leasing finanziario - -

a) terreni - -

b) fabbricati - -

c) mobili - -

d) impianti elettronici - -

e) altre - -

Totale 1.331 1.547

di cui: ottenute tramite l’escussione delle garanzie ricevute - -

La Banca non possiede immobili di proprietà o acquisiti in leasing finanziario. 8.2 Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al costo

Per la Banca non esiste tale fattispecie. 8.5 Rimanenze di attività materiali disciplinate dallo IAS 2: composizione

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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8.6 Attività materiali ad uso funzionale: variazioni annue

Terreni Fabbricati Mobili Impianti elettronici Altre Totale

A. Esistenze iniziali lorde - - 9.893 22.174 5.935 38.002

A.1 Riduzioni di valore totali nette - - (8.724) (22.146) (5.585) (36.455)

A.2 Esistenze iniziali nette - - 1.168 28 350 1.547

B. Aumenti: - - 88 - 16 103

B.1 Acquisti - - 88 - 16 103

- di cui operazioni di aggregazione aziendale - - - - - -

B.2 Spese per migliorie capitalizzate - - - - - -

B.3 Riprese di valore - - - - - -

B.4 Variazioni positive di fair value imputate a - - - - - -

a) patrimonio netto - - - - - -

b) conto economico - - - - - -

B.5 Differenze positive di cambio - - - - - -

B.6 Trasferimenti da immobili detenuti a scopo di investimento - - - - - -

B.7 Altre variazioni - - - - - -

C. Diminuzioni: - - 192 17 110 319

C.1 Vendite - - - - - -

- di cui operazioni di aggregazione aziendale - - - - - -

C.2 Ammortamenti - - 192 17 110 319

C.3 Rettifiche di valore da deterioramento imputate a - - - - - -

a) patrimonio netto - - - - - -

b) conto economico - - - - - -

C.4 Variazioni negative di fair value imputate a - - - - - -

a) patrimonio netto - - - - - -

b) conto economico - - - - - -

C.5 Differenze negative di cambio - - - - - -

C.6 Trasferimenti a: - - - - - -

a) attività materiali detenute a scopo di investimento - - - - - -

b) attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione - - - - - -

C.7 Altre variazioni - - - - - -

D. Rimanenze finali nette - - 1.064 11 255 1.331

D.1 Riduzioni di valore totali nette - - (8.914) (22.132) (5.695) (36.741)

D.2 Rimanenze finali lorde - - 9.978 22.143 5.951 38.073

E. Valutazione al costo - - - - - -

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Gli ammortamenti sono calcolati sulla base della vita utile stimata del bene a partire dalla data di entrata in funzione. La vita utile stimata in mesi per le principali classi di cespiti è sotto riportata.

Descrizione Ammortamento Vita Utile

Quadri e tappeti (mobili di pregio) NO Indefinita

Terreni relativi ad immobili NO Indefinita

Immobili - Immobili in Leasing SI Sulla base di perizia

Impianti fotovoltaici SI 180 mesi

Impianti di sollevamento e pesatura SI 160 mesi

Costruzioni leggere e scaffalature SI 120 mesi

Mobili e arredi diversi SI 120 mesi

Mobili e macchine ordinarie d’ufficio SI 100 mesi

Porte scorrevoli SI 100 mesi

Beni non strum. n.a. NO Indefinita

Apparecchiature ATM SI 96 mesi

Mezzi forti e blindature prefabbricate SI 80 mesi

Macchinari, apparecchi e attrezzature varie SI 80 mesi

Macchinari vari, mobili e arredi SI 80 mesi

Banconi blindati o con cristalli blindati SI 60 mesi

Personal Computer SI 60 mesi

Tablet SI 60 mesi

Attrezzature mensa SI 48 mesi

Impianti interni speciali di comunicazione SI 48 mesi

Piattaforme Tecnologiche Centrali SI 48 mesi

Impianti di allarme SI 40 mesi

Impianti antincendio SI 40 mesi

Macchine Ufficio elettriche-elettroniche SI 30 mesi

Autoveicoli da trasporto SI 30 mesi

Autovetture SI 24 mesi

Autovetture in leasing SI Sulla base della durate del contratto

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8.7 Attività materiali detenute a scopo di investimento: variazioni annue

Per la Banca non esiste tale fattispecie. 8.8 Rimanenze di attività materiali disciplinate dallo IAS 2: variazioni annue

Per la Banca non esiste tale fattispecie. 8.9 Impegni per acquisto di attività materiali

Alla data di redazione del presente bilancio, così come rilevato anche nell’esercizio di raffronto, non risultano presenti impegni per acquisti di attività materiali; si omette pertanto la pubblicazione della tabella.

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Sezione 9 Attività immateriali - Voce 90 - 9.1 Attività immateriali: composizione per tipologia di attività

Attività/Valori

Totale 31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

Durata definita

Durata indefinita

Durata definita

Durata indefinita

A.1 Avviamento 41.807 41.807

A.2 Altre attività immateriali - - 29 -

A.2.1 Attività valutate al costo: - - 29 -

a) attività immateriali generate internamente - - - -

b) altre attività - - 29 -

A.2.2 Attività valutate al fair value: - - - -

a) attività immateriali generate internamente - - - -

b) altre attività - - - -

Totale - 41.807 29 41.807

L’avviamento iscritto rappresenta quanto pagato dalla Banca a fronte della capacità dell’unità oggetto di aggregazione, di produrre benefici economici futuri per la Società “aggregante”. Il saldo al 31 dicembre 2017 delle “Altre Attività Immateriali” a vita definita è rappresentativo del valore residuo del software attribuibile al sistema di strong authentication (Token); tali attività a vita utile definita sono valutate al costo al netto degli ammortamenti come precisato nella parte A della presente nota integrativa. Procedura impairment test

L’impairment test dell’avviamento ai sensi del citato principio contabile richiede di verificare che il valore recuperabile dell’avviamento sia superiore al suo valore di iscrizione a bilancio. L’avviamento è stato allocato ad una unica CGU rappresentata dall’intera Banca (escluse le partecipazioni). Poiché nello specifico caso l’avviamento non costituisce un’attività separabile dal resto dell’impresa il test di impairment consiste nel verificare che il valore dell’intera impresa (escluse le attività non direttamente funzionali allo svolgimento dell’attività, c.d. surplus assets) sia superiore al valore contabile complessivo. Per le aziende operanti nel settore bancario ciò significa confrontare che il valore stimato dell’equity (escluse le partecipazioni) sia superiore al patrimonio netto (escluse le partecipazioni). Il principio contabile IAS 36 al § 18 definisce il “Valore Recuperabile” come “il maggiore tra il fair value (valore equo) di un’attività o di un’unità generatrice di flussi finanziari dedotti i costi di vendita e il proprio valore d’uso”. Al § 19 specifica inoltre che “Non è sempre necessario determinare sia il fair value (valore equo) dedotti i costi di vendita che il suo valore d’uso. Se uno dei due valori risulta superiore al valore contabile, l’attività non ha subito una riduzione di valore e non è necessario stimare l’altro importo”. Nello specifico l’impairment test è stato condotto dal consulente incaricato facendo riferimento al “Valore d’uso” fondato sul budget 2019 e le previsioni 2020–2023 e facendo uso di un modello di valutazione fondato sul Dividend Discount Model. Ai fini di impairment test è stato poi stimato il fair value less cost to sell ottenuto dai multipli di società comparabili europee che operano nel business dei conti correnti e del trading on line, che è risultato di poco inferiore alla stima del valore d’uso. Ai fini della stima del valore in uso il costo opportunità del capitale è stato calcolato facendo riferimento alle linee guida in tema di impairment test riportate nel documento “Impairment test dell’avviamento in contesti di crisi finanziaria e reale. Linee Guida” emanato dall’Organismo Italiano di Valutazione (OIV). Il tasso di crescita “g” nel terminal value è stato assunto pari allo 0%, ed è inferiore al tasso di inflazione attesa dell’1,8% di lungo termine

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(Consensus Forecast - ottobre 2018 stima riferita agli anni successivi al 2023 per l’Italia). Questo tasso di crescita è allineato a quello utilizzato lo scorso anno sempre ai fini dell’impairment test. Per la determinazione del valore d’uso sono state utilizzate le proiezioni basate sul budget 2019 e sulle estrapolazioni per il periodo 2020-2023 che recepiscono le migliori stime effettuabili dal management in coerenza con gli scenari macroeconomici e macrofinanziari assunti dalla Capogruppo e utilizzate dal perito per la stima del valore della Banca. Le previsioni recepiscono le più recenti dinamiche societarie, che dovrebbero portare ad una crescita del margine di intermediazione, grazie all’incremento del margine d’interesse, in larga parte attribuibile ad una revisione della modalità di remunerazione della raccolta effettuata da IW Bank (remunerata dalla Capogruppo) coerente con una maggiore duration della raccolta stessa, ed in misura minore del margine da commissioni. A livello di margine d’interesse il saggio di crescita annuo è pari al 24,4% a fronte di una dinamica di crescita delle masse di raccolta diretta pari al 3,8%. Di contro, la crescita delle commissioni nette, ad un saggio di crescita medio annuo del 4,1%, è inferiore al saggio di crescita medio annuo della raccolta indiretta pari all’11,4%. Gli oneri operativi sono previsti in crescita ad un saggio medio annuo dello 0,8%. Per effetto delle dinamiche descritte il Return on Equity è previsto in crescita sino a pervenire ad un livello sensibilmente superiore al costo opportunità del capitale (assunto pari al 7,84% nel Terminal Value) per l’ultimo anno di previsione esplicita. Il valutatore, per ragioni di prudenza e coerentemente con quanto effettuato il precedente anno, ha optato per correggere le proiezioni di risultato. In particolare ha:

(1) rettificato la proiezione di commissioni nette correlate all’andamento della raccolta indiretta (risparmio gestito e amministrato), principale causa dello scostamento tra budget e forecast. I nuovi valori sono stati definiti:

a) confrontando le stime di crescita dei volumi di raccolta formulate dal management con quelle di mercato (nel caso in specie sono state assunte le proiezioni Prometeia);

b) una volta verificato che le proiezioni di crescita di volumi formulate da Prometeia sono più contenute, si sono ristimati i volumi target per gli anni 2019 - 2023 sulla base dello stock di raccolta indiretta di IW Bank al 2018 e dei saggi di crescita di fonte Prometeia;

c) disponendo delle stime di volumi «adjusted» 2019 - 2023 si è proceduto a stimare la redditività della raccolta indiretta sulla base della redditività delle masse di raccolta indiretta proiettate nel piano e dell’asset mix (ripartizione della raccolta indiretta in risparmio amministrato e risparmio gestito) implicito nelle stime di volumi effettuate al punto precedente;

d) sulla base delle differenti redditività della raccolta indiretta stimate per il periodo 2019 - 2023, sono state calcolate le commissioni nette target;

(2) rettificato al ribasso il margine di interesse; il management ha valorizzato la raccolta di IW Bank, coerentemente con l’attuale scenario di difficoltà di emissioni di obbligazioni da parte delle banche commerciali italiane sul mercato istituzionale. La raccolta della Banca è reinvestita in emissioni della Capogruppo UBI a tassi interni di trasferimento (TIT) di mercato ed allineati alla duration della raccolta. Il valutatore ha verificato i saggi di remunerazione impliciti della raccolta, confrontandoli con quelli impliciti nelle previsioni degli equity analysts per banche comparabili ad IW Bank: Fineco, Banca Generali e Banca Mediolanum. Tali saggi risultano inferiori, in quanto probabilmente le durate della raccolta di queste banche sono stimate inferiori a quelle di IW Bank.

(3) Rettificato al ribasso gli oneri operativi impliciti nelle proiezioni, conseguenti ad una variazione dell’ammontare di commissioni nette e di margine di interesse sulla base del rapporto tra oneri operativi e proventi operativi del piano originario formulato dal management.

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Infine, disponendo del nuovo ammontare di commissioni nette, di margine di interesse e di oneri operativi si è proceduto a calcolare la rettifica all’utile netto (aliquota d’imposta del 33,07%). La stima del terminal value avviene capitalizzando il dividendo generabile in perpetuity dal 2023 ad un saggio espressivo del differenziale tra il costo opportunità del capitale ed il saggio di crescita dei redditi sostenibile nel lungo termine. In un contesto, dal 2023 in poi, di tassi di interesse flat e di crescita pari a zero delle masse, si è optato poi per l’ipotesi di distribuzione integrale degli utili oltre il periodo di previsione esplicita. Tale ipotesi ha comportato, coerentemente con l’assumption di assenza di reinvestimento dell’utile e quindi di nuovi investimenti, un saggio di crescita dei dividendi oltre il periodo di previsione esplicita nullo. Ai fini della stima del costo opportunità del capitale è stato utilizzato il modello del Capital Asset Pricing Model per cui:

Coe = Risk Free + Beta x (Equity Risk Premium) Risk Free = rendimento a scadenza del tasso interbancario, specifico per ogni anno di previsione, ai sensi del paragrafo A21 dello IAS 36, maggiorato dello spread tra il corrispondente rendimento a scadenza dei benchmark sui titoli di stato italiani e lo stesso tasso interbancario; il saggio risk free assunto per la stima di costo del capitale è coerente con i tassi futuri previsti dal management ed assunti per la stima dei flussi futuri utilizzati nella valutazione; nel terminal value il tasso risk free assunto è pari al 2,95% (dato dalla somma di un tasso interbancario dello 0,86% ed uno spread del 2,08% desunto dal differenziale giornaliero osservato, nel corso del mese di dicembre 2018, tra il tasso governativo decennale ed il tasso interbancario) ed è coerente con le stime di saggi risk free assunti dal management ai fini delle previsioni di lungo termine del margine di interesse (Euribor medio annuo a 3 mesi previsto per il 2023 = 0,951%). Beta = Beta desunto da società comparabili quotate europee e fondato nei loro rendimenti storici mensili a 5 anni e quelli dell’indice di borsa ove sono quotati alla data del 31.12.2018. Il beta storico (c.d. Unadjusted) delle società comparabili è stato aggiustato secondo la formula di Blume, in maniera tale da renderne una misura prospettica. Equity Risk Premium = premio per il rischio di mercato, che incorpora il rischio paese Italia, pari al 5,0%. Nel Terminal Value il Cost of Equity (Coe) risulta pari al 7,84%. Ai fini della stima del cost of equity specifico per ogni anno, è stata utilizzata la struttura a termine dei tassi (Euribor). Il valore in uso stimato, comprensivo del valore di carico delle partecipazioni risulta superiore al patrimonio netto al 31 dicembre 2018, pertanto non si rileva l’esigenza di procedere a impairment. Il fair value è risultato di poco inferiore alla stima del valore in uso. Ai sensi dello IAS 36 è stata effettuata una analisi di sensitività volta ad identificare la variazione delle variabili chiave (cost of equity, costo del rischio, saggio di crescita dei redditi nel terminal value, cost income ratio) che rende il valore recuperabile eguale al valore di carico (pari al patrimonio netto). Tale analisi evidenzia come una variazione in aumento del 1,76% del costo del rischio, un rialzo del cost of equity del 3,37%, un abbassamento del saggio di crescita dei redditi nel terminal value a -4,97% ed infine un rialzo del 5,80% del cost income ratio (=oneri operativi/proventi operativi) porterebbe ad allineare il valore recuperabile al valore di carico.

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Esiti impairment test

Il test di impairment effettuato in applicazione della metodologia sopra riportata evidenzia che il valore recuperabile è superiore al patrimonio netto contabile, al netto delle partecipazioni, e pertanto, ai sensi dello IAS 36, non si riscontrano impairment losses.

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9.2 Attività immateriali: variazioni annue

Avviamento

Altre attività immateriali: generate internamente Altre attività immateriali: altre

Totale

DEF INDEF DEF INDEF

A. Esistenze iniziali 41.807 - - 3.304 - 45.112

A.1 Riduzioni di valore totali nette - - - (3.276) - (3.276)

A.2 Esistenze iniziali nette 41.807 - - 29 - 41.836

B. Aumenti - - - - - -

B.1 Acquisti - - - - - -

B.2 Incrementi di attività immateriali interne X - - - - -

B.3 Riprese di valore X - - - - -

B.4 Variazioni positive di fair value - - - - - -

- a patrimonio netto X - - - - -

- a conto economico X - - - - -

B.5 Differenze di cambio positive - - - - - -

B.6 Altre variazioni - - - - - -

C. Diminuzioni - - - 29 - 29

C.1 Vendite - - - - - -

C.2 Rettifiche di valore - - - 29 - 29

- Ammortamenti X - - 29 - 29

- Svalutazioni - - - - - -

+ patrimonio netto X - - - - -

+ conto economico - - - - - -

C.3 Variazioni negative di fair value - - - - - -

- a patrimonio netto X - - - - -

- a conto economico X - - - - -

C.4 Trasferimenti alle attività non correnti in via di dismissione - - - - - -

C.5 Differenze di cambio negative - - - - - -

C.6 Altre variazioni - - - - - -

D. Rimanenze finali nette 41.807 - - - - 41.807

D.1 Rettifiche di valori totali nette - - - (3.304) - (3.304)

E. Rimanenze finali lorde 41.807 - - 3.304 - 45.111

F. Valutazione al costo - - - - - -

Legenda:

DEF = a durata definita INDEF = a durata indefinita

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9.3 Attività immateriali: altre informazioni

Si forniscono le seguenti ulteriori informazioni:

a) non vi sono impedimenti alla distribuzione agli azionisti delle plusvalenze relative alle attività immateriali rivalutate;

b) non vi sono attività immateriali acquisite per concessione governativa; c) non vi sono attività immateriali costituite a garanzia di propri debiti; d) non vi sono impegni per l’acquisto di attività immateriali; e) non vi sono attività immateriali oggetto di operazioni di locazione.

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Sezione 10 Attività fiscali e passività fiscali - Voce 100 dell’attivo e

Voce 60 del passivo - I criteri di iscrizione e cancellazione delle attività e passività fiscali, correnti e differite, sono indicati nella parte A.2 della presente Nota Integrativa. Nelle tabelle seguenti sono riportate indicazioni analitiche delle differenze temporanee, con il relativo effetto fiscale. 10.1 Attività per imposte anticipate: composizione

Totale 31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

Ammontare delle differenze

temporanee

Effetto fiscale (aliquota

IRES 27,50%, 5,57% IRAP)

Ammontare delle differenze

temporanee

Effetto fiscale (aliquota

IRES 27,50%, 5,57% IRAP)

Imposte anticipate con contropartita a conto economico 45.232 9.672 41.706 9.395

- Attività materiali 1.565 440 1.561 439

- Avviamento 5.608 1.491 5.608 1.800

- Costi del Personale 384 105 400 110

- Svalutazione crediti 6.927 2.174 6.927 2.342

- Fondi per rischi ed oneri 14.514 3.987 13.561 3.725

- Altre minori 77 21 80 22

- 1.371 453 - -

- Dta perdita fiscale e ACE 14.787 999 13.569 957

Imposte anticipate con contropartita a patrimonio netto 994 267 1.014 272

- Costi del Personale 994 267 1.014 272

Totale imposte anticipate iscritte 46.226 9.938 42.720 9.667

Totale imposte anticipate iscrivibili 46.226 9.938 42.720 9.667

10.2 Passività per imposte differite: composizione

Totale 31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

Ammontare delle differenze

temporanee

Effetto fiscale (aliquota

IRES 27,50%, 5,57% IRAP)

Ammontare delle differenze

temporanee

Effetto fiscale (aliquota

IRES 27,50%, 5,57% IRAP)

Imposte differite con contropartita a conto economico 8.099 2.671 7.256 2.393

- Altre minori - - 87 29

- Attività materiali 10 3 10 3

- Avviamento 7.948 2.628 7.032 2.326

- Costi del Personale 127 35 127 35

- Strumenti finanziari 14 5 - -

Imposte differite con contropartita a patrimonio netto 1.041 174 979 153

- Valutazione titoli disponibili per la vendita 625 60 563 39

- Costi del personale 416 114 416 114

Totale imposte differite iscritte 9.139 2.844 8.235 2.546

Totale imposte differite iscrivibili 9.139 2.844 8.235 2.546

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10.3 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del conto economico)

Totale 31/12/2018

Totale

31/12/2017 Riesposto

1. Importo iniziale 9.394 8.600

2. Aumenti 1.800 3.126

2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 1.757 1.836

a) relative a precedenti esercizi - 88

b) dovute al mutamento di criteri contabili - -

c) riprese di valore - -

d) altre 1.757 1.749

2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - -

2.3 Altri aumenti 43 1.290

3. Diminuzioni (1.522) (2.332)

3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio (1.046) (1.817)

a) rigiri (1.046) (1.817)

b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità - -

c) mutamento di criteri contabili - -

d) altre - -

3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - -

3.3 Altre diminuzioni: (476) (515)

a) trasformazione in crediti d'imposta di cui alla L. 214/2011 (476) (515)

b) altre - -

4. Importo finale 9.672 9.394

10.3bis Variazioni delle imposte anticipate di cui alla L. 214/2011

Totale

31/12/2018

Totale

31/12/2017 Riesposto

1. Importo iniziale 4.141 4.610

2. Aumenti - 434

- di cui operazioni di aggregazione aziendale - -

3. Diminuzioni (476) (903)

3.1 Rigiri - (388)

3.2 Trasformazione in crediti d'imposta (476) (515)

a) derivante da perdite di esercizio (476) (515)

b) derivante da perdite fiscali - -

3.3 Altre diminuzioni - -

4. Importo finale 3.665 4.141

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10.4 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del conto economico)

Totale 31/12/2018

Totale

31/12/2017 Riesposto

1. Importo iniziale 2.392 2.261

2. Aumenti 307 534

2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio 307 534

a) relative a precedenti esercizi - 54

b) dovute al mutamento di criteri contabili - -

c) altre 307 480

2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - -

2.3 Altri aumenti - -

3. Diminuzioni (29) (403)

3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio (29) (403)

a) rigiri - (403)

b) dovute al mutamento di criteri contabili - -

c) altre (29) -

3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - -

3.3 Altre diminuzioni - -

4. Importo finale 2.671 2.392

10.5 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del patrimonio netto)

Totale 31/12/2018

Totale

31/12/2017 Riesposto

1. Importo iniziale 272 276

2. Aumenti - 3

2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio - 3

a) relative a precedenti esercizi - -

b) dovute al mutamento di criteri contabili - -

c) altre - 3

2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - -

2.3 Altri aumenti - -

3. Diminuzioni (6) (7)

3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio (6) (7)

a) rigiri (6) -

b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità - -

c) dovute al mutamento di criteri contabili - -

d) altre - (7)

3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - -

3.3 Altre diminuzioni - -

4. Importo finale 267 272

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10.6 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del patrimonio netto)

Totale 31/12/2018

Totale

31/12/2017 Riesposto

1. Importo iniziale 153 115

2. Aumenti 29 38

2.1 Imposte differite rilevate nell’esercizio - 38

a) relative a precedenti esercizi - -

b) dovute al mutamento di criteri contabili - -

c) altre - 38

2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - -

2.3 Altri aumenti 29 -

3. Diminuzioni (8) -

3.1 Imposte differite annullate nell’esercizio (8) -

a) rigiri (8) -

b) dovute al mutamento di criteri contabili - -

c) altre - -

3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - -

3.3 Altre diminuzioni - -

4. Importo finale 174 153

10.7 Altre informazioni

Totale 31/12/2018

Totale

31/12/2017 Riesposto

Acconti versati al Fisco 393 205

Credito d'imposta 11.620 11.748

Ritenute alla fonte 1 1

Totale 12.013 11.954

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Sezione 11 Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione e passività associate - Voce 110 dell’attivo e Voce 70 del passivo - Per la Banca non esiste tale fattispecie. Sezione 12 Altre attività - Voce 120 - 12.1 Altre attività: composizione

Totale 31/12/2018

Totale

31/12/2017 Riesposto

Assegni tratti su terzi 2 2

Competenze da incassare 4.721 3.528

Crediti per consolidato fiscale 3.552 3.166

Crediti verso l'Erario 39.065 39.620

Migliorie su beni di terzi in locazione 1.067 1.209

Partite connesse alle operazioni in Covered Bond 14.506 6.086

Partite in corso di lavorazione 5.504 4.698

Partite viaggianti con le filiali 1.643 2.039

Scarti valuta su operazioni in cambi 14 53

Scarti valuta su operazioni di portafoglio 2.629 5.020

Ratei attivi 19 48

Risconti attivi 352 235

Altre partite 1.222 1.149

Totale 74.295 66.854

I “Crediti per consolidato fiscale” rappresentano gli acconti e i crediti di imposte dirette trasferiti alla Capogruppo in ossequio alla normativa del consolidato fiscale nazionale. I “Crediti verso l’Erario” sono costituiti da acconti di imposte indirette (imposta di bollo assolta in modo virtuale e imposta sostitutiva su finanziamenti ai sensi dell’art. 15 del D.P.R. 601/73) in riversamento nei primi mesi del 2019. L’impostazione contabile adottata in osservanza dei principi contabili internazionali IAS/IFRS, comporta la non cancellazione dall’attivo di bilancio delle Banche Originator dei finanziamenti ceduti alla società veicolo nelle operazioni di Covered Bond qualora - come avviene per IW Bank, la Banca Cedente assume anche il ruolo di Banca Finanziatrice della società veicolo. In virtù di tale impostazione (c.d. “non derecognition” degli attivi) gli effetti delle cessioni non impattano sulle voci “Crediti” dello Stato Patrimoniale, mentre la voce “120 Altre Attività” nell’attivo di Stato Patrimoniale” accoglie, per sbilancio, gli altri rapporti attivi/passivi fra la Banca e la società veicolo. Le voci di Partite connesse alle Operazioni di Covered Bond sopra esposte rappresentano quindi le componenti nette di credito/debito che la Banca vanta nei confronti della società veicolo, a fronte di somme che - in ottemperanza delle regole contrattuali e di garanzia di tali operazioni - vengono temporaneamente trattenute presso la società veicolo. Per una informativa più dettagliata sulle operazioni di Covered Bond cui partecipa IW Bank, si rimanda alla “Relazione sulla Gestione - Altre informazioni - Covered Bond” ed alla specifica sezione “Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura - Sezione 1 Rischio di Credito - Parte C. Operazioni di Cartolarizzazione e Parte E.4 Operazioni di Covered Bond”.

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PASSIVO Sezione 1 Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Voce 10 - 1.1 Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei debiti verso banche

Tipologia operazioni/Valori

Totale 31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

VB Fair Value

VB Fair Value

L1 L2 L3 L1 L2 L3

1. Debiti verso banche centrali - X X X - X X X

2. Debiti verso banche 251.038 X X X 194.103 X X X

2.1 Conti correnti e depositi a vista 57.312 X X X 89.501 X X X

2.2 Depositi a scadenza 13.372 X X X 13.358 X X X

2.3 Finanziamenti 177.123 X X X 88.518 X X X

2.3.1. Pronti contro termine passivi 177.123 X X X 88.518 X X X

2.3.2. Altri - X X X - X X X

2.4 Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali

- X X X - X X X

2.5 Altri debiti 3.231 X X X 2.726 X X X

Totale 251.038 - - 251.038 194.103 - - 194.103

Legenda:

VB = Valore di bilancio L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3 La voce “Finanziamenti - Pronti contro termine passivi” rappresenta i depositi per operatività su prestito titoli. La voce “Altri debiti” rappresenta i debiti di funzionamento ed è costituita principalmente da passività nei confronti delle società bancarie del Gruppo quali fornitori di servizi.

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1.2 Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei debiti verso clientela

Tipologia operazioni/Valori

Totale 31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

VB Fair Value

VB Fair Value

L1 L2 L3 L1 L2 L3

1. Conti correnti e depositi a vista 2.731.949 X X X 2.746.948 X X X

2. Depositi a scadenza 14.776 X X X 11.614 X X X

3. Finanziamenti 30.685 X X X 35.055 X X X

3.1. Pronti contro termine passivi 23.613 X X X 27.614 X X X

3.2. Altri 7.072 X X X 7.441 X X X

4. Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali

- X X X - X X X

5. Altri debiti 20.233 X X X 17.261 X X X

Totale 2.797.643 - - 2.798.032 2.810.878 - - 2.812.725

Legenda:

VB = Valore di bilancio L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3 La voce “Finanziamenti - Pronti contro termine passivi” è relativa ai depositi per operatività su prestito titoli. La voce “Finanziamenti - Altri” rappresenta la provvista alla quale ha fatto ricorso la Banca per effetto dell’adesione, avvenuta a fine febbraio 2010, alla Convenzione stipulata tra ABI e Cassa Depositi e Prestiti (CDP) per la concessione di finanziamenti agevolati finalizzati al recupero degli immobili danneggiati dal terremoto dell’Abruzzo. All’interno della voce “Altri debiti” trovano anche rappresentazione i debiti verso i consulenti finanziari sorti per le prestazioni erogate nel mese di dicembre ed oggetto di liquidazione nei mesi successivi.

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1.3 Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei titoli in circolazione

Tipologia titoli/Valori

Totale 31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

VB

Fair Value

VB

Fair Value

L1 L2 L3 L1 L2 L3

A. Titoli

1. obbligazioni 10.004 - 9.967 - 11.322 - 11.342 1

1.1 strutturate 10.004 - 9.967 - 10.005 - 10.026 -

1.2 altre - - - - 1.318 - 1.316 1

2. altri titoli - - - - - - - -

2.1 strutturate - - - - - - - -

2.2 altre - - - - - - - -

Totale 10.004 - 9.967 - 11.322 - 11.342 1

Legenda:

VB = Valore di bilancio L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3 Al 31 dicembre 2018 la Banca ha in essere un prestito subordinato Lower Tier II da nominali 10 milioni di euro emesso in data 27 marzo 2014, denominato “IW Bank S.p.A. subordinato Tier II”, con tasso variabile e rimborso anticipato. L’obbligazione con scadenza a dieci anni (27 marzo 2024) è stata interamente sottoscritta dalla Capogruppo. 1.4 Dettaglio dei debiti/titoli subordinati

31/12/2018 31/12/2017

Riesposto

A.1 Debiti subordinati - -

- banche - -

- clientela - -

A.2 Debiti non subordinati 3.048.681 3.004.981

- banche 251.038 194.103

- clientela 2.797.643 2.810.879

B.1 Titoli subordinati 10.004 10.005

- banche 10.004 10.005

- clientela - -

B.2 Titoli non subordinati - 1.318

- banche - 1.318

- clientela - -

Totale 3.058.685 3.016.304

1.5 Dettaglio dei debiti strutturati

Non sono presenti debiti strutturati. 1.6 Debiti per leasing finanziario

Non sono presenti debiti per operazioni di leasing finanziario.

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Sezione 2 Passività finanziarie di negoziazione - Voce 20 - Per la Banca non esiste tale fattispecie. Sezione 3 Passività finanziarie designate al fair value - Voce 30 - Per la Banca non esiste tale fattispecie. Sezione 4 Derivati di copertura - Voce 40 - Per la Banca non esiste tale fattispecie. Sezione 5 Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica - Voce 50 - Per la Banca non esiste tale fattispecie. Sezione 6 Passività fiscali - Voce 60 -

Fondo imposte dirette

Saldo 31/12/2017 Riesposto 1.738

Accantonamento 724

Utilizzi per pagamento imposte (265)

Altre variazioni (-) (61)

Saldo 31/12/2018 2.135

La tabella sopra riportata rappresenta la movimentazione delle passività fiscali correnti avvenuta nell’esercizio. Si specifica che la Banca aderisce al c.d. “Consolidato fiscale nazionale”, ai sensi dell’art. 117 e seguenti del D.P.R. 917 del 22 dicembre 1986 e successive modifiche ed integrazioni, pertanto crediti e debiti relativi all’IRES sono stati trasferiti alla Capogruppo e vengono iscritti in bilancio tra le altre attività e passività; le movimentazioni della tabella si riferiscono all’IRAP. La composizione e la movimentazione delle passività fiscali differite sono esposte con le attività fiscali anticipate, alla sezione 10 dell’attivo della presente Nota integrativa. Sezione 7 Passività associate ad attività in via di dismissione - Voce 70 - Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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Sezione 8 Altre passività - Voce 80 - 8.1 Altre passività: composizione

Totale 31/12/2018

Totale

31/12/2017 Riesposto

Competenze e contributi relativi al personale 1.361 1.991

Debiti verso l'erario per ritenute da versare 4.634 3.889

Fornitori 5.332 4.748

Partite in corso di lavorazione 11.786 12.545

Partite viaggianti con le filiali 1.701 2.031

Ratei passivi 397 594

Risconti passivi 28 33

Altre partite 6.015 7.683

Totale 31.253 33.513

La voce “Competenze e contributi relativi al personale” include il debito residuo verso l’INPS per oneri relativi ai piani di esodi incentivati, che ammonta a 1.041 migliaia di euro (1.781 migliaia di euro al 31 dicembre 2017), nonché debiti verso dipendenti per altre componenti retributive ad erogazione differita.

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Sezione 9 Trattamento di fine rapporto del personale - Voce 90 - 9.1 Trattamento di fine rapporto del personale: variazioni annue

Totale 31/12/2018

Totale

31/12/2017 Riesposto

A. Esistenze iniziali 1.376 1.547

B. Aumenti 12 41

B.1 Accantonamento dell'esercizio - -

B.2 Altre variazioni 12 41

C. Diminuzioni (196) (212)

C.1 Liquidazioni effettuate (118) (159)

C.2 Altre variazioni (78) (53)

D. Rimanenze finali 1.192 1.376

Totale 1.192 1.376

Al 31 dicembre 2018, le “Altre variazioni” in aumento comprendono le perdite attuariali per 11 migliaia di euro contabilizzate, al netto del relativo effetto fiscale pari a 3 migliaia di euro, a “Riserve da valutazione”. 9.2 Altre informazioni

Prospetto di sintesi delle Basi Tecniche adottate per la valutazione del Fondo TFR

31.12.2018

Tasso di mortalità Sono state utilizzate le tavole SI 2017.

Tasso di turn over È stata utilizzata apposita tavola ricavata da opportune perequazioni dei dati storici aziendali degli ultimi anni aggiornati con i dati del 2014.

Anticipazioni di TFR La probabilità di anticipazione è stata posta pari al 2%, mentre l’importo medio richiesto, determinato sulla base della norma civilistica introdotta con la Legge Finanziaria 2007, è stato stimato pari al 100%.

Tassi di inflazione Lo scenario inflazionistico che si prevede si possa attestare nel lungo periodo ha portato ad utilizzare un tasso pari all’1,50% annuale.

Tassi di attualizzazione Per la valutazione al 31.12.2018 è stata utilizzata la curva dei tassi EUR composite AA al 20 dicembre 2018.

31.12.2017

Tasso di mortalità Sono state utilizzate le tavole SIM e SIF 2016.

Tasso di turn over È stata utilizzata apposita tavola ricavata da opportune perequazioni dei dati storici aziendali degli ultimi anni aggiornati con i dati del 2014.

Anticipazioni di TFR La probabilità di anticipazione è stata posta pari al 2%, mentre l’importo medio richiesto, determinato sulla base della norma civilistica introdotta con la Legge Finanziaria 2007, è stato stimato pari al 100%.

Tassi di inflazione Lo scenario inflazionistico che si prevede si possa attestare nel lungo periodo ha portato ad utilizzare un tasso pari all’1,50% annuale.

Tassi di attualizzazione Per la valutazione al 31.12.2017 è stata utilizzata la curva dei tassi EUR composite AA al 31 dicembre 2017.

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Sezione 10 Fondi per rischi e oneri - Voce 100 - 10.1 Fondi per rischi e oneri: composizione

Voci/Valori Totale 31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

1. Fondi per rischio di credito relativo a impegni e garanzie finanziarie rilasciate 513 224

2. Fondi su altri impegni e altre garanzie rilasciate - -

3. Fondi di quiescenza aziendali - -

4. Altri fondi per rischi ed oneri 18.580 17.041

4.1 controversie legali e fiscali 7.876 7.470

4.2 oneri per il personale 454 384

4.3 altri 10.250 9.188

Totale 19.093 17.265

I fondi rischi e oneri per controversie legali riguardano principalmente contestazioni su contratti bancari e sui servizi di investimento prestati dalla Banca nello svolgimento della propria attività. I fondi oneri per il personale sono costituiti principalmente dall’accantonamento per premio aziendale e sistema incentivante, passività ancora incerte nell’ammontare. Gli altri fondi comprendono essenzialmente il Fondo indennità suppletiva di clientela legato all’attività dei consulenti finanziari e il fondo collegato al sistema di fidelizzazione dei Consulenti Finanziari. Relativamente al 31 dicembre 2017 l’importo indicato al punto 1 rappresenta il rischio di credito relativo ad impegni e garanzie rilasciate che trovava rappresentazione alla voce “Altre passività”, riclassificato a voce “Fondi per rischi ed oneri” in ossequio al 5° aggiornamento della Circolare 262 di Banca d’Italia. 10.2 Fondi per rischi e oneri: variazioni annue

Fondi su altri impegni e altre

garanzie rilasciate

Fondi di quiescenza

Altri fondi per rischi ed oneri

Totale

A. Esistenze iniziali - - 17.041 17.041

B. Aumenti - - 5.650 5.650

B.1 Accantonamento dell'esercizio - - 5.311 5.311

B.2 Variazioni dovute al passare del tempo - - - -

B.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto - - 4 4

B.4 Altre variazioni - - 334 334

C. Diminuzioni - - 4.111 4.111

C.1 Utilizzo nell'esercizio - - 1.685 1.685

C.2 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto - - - -

C.3 Altre variazioni - - 2.426 2.426

D. Rimanenze finali - - 18.580 18.580

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10.3 Fondi per rischio di credito relativo a impegni e garanzie finanziarie rilasciate

Fondi per rischio di credito relativo a impegni e garanzie finanziarie rilasciate

Primo stadio Secondo stadio Terzo stadio Totale

1. Impegni a erogare fondi 260 16 - 276

2. Garanzie finanziarie rilasciate 43 189 5 237

Totale 302 205 5 513

10.4 Fondi su altri impegni e altre garanzie rilasciate

Per la Banca non esiste tale fattispecie. 10.5 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti

Non sono presenti fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti. 10.6 Fondi per rischi e oneri - altri fondi

31/12/2017 Riesposto

Aumenti Diminuzioni

31/12/2018

Accantonamenti Altre

variazioni Utilizzi Altre

variazioni

Controversie legali 7.470 2.081 284 (978) (979) 7.876

Oneri per il personale 384 403 55 (281) (107) 454

Altri fondi 9.188 2.828 - (426) (1.339) 10.250

-di cui per indennità suppletiva di clientela 3.674 843 - (260) (216) 4.042

Totale 17.041 5.311 339 (1.685) (2.426) 18.580

Le stime sono state effettuate analiticamente sulle singole posizioni nel caso in cui la controparte abbia già intrapreso un’azione giudiziaria e sulla base del rischio stimato su serie storico-statistiche in caso di presenza di elementi oggettivi di rischio (es. presenza di reclami), non ancora concretizzatisi in azioni giudiziarie. I fondi rischi sono stati iscritti in bilancio al valore attuale, determinato in via analitica sulla singola controversia, tenendo conto delle differenti date in cui si prevede l’esborso finanziario. Si specifica che le somme stanziate a fronte degli oneri del personale hanno trovato contropartita nella voce di conto economico relativa alle spese per il personale. In particolare, in relazione ai rischi legali si veda quanto riportato nella “Parte E - Sezione 4 - Rischi operativi” della presente Nota Integrativa.

Passività potenziali

La Banca è coinvolta in una pluralità di procedimenti giudiziari di varia natura e di procedimenti legali originati dall’ordinario svolgimento della propria attività. Per quanto non sia possibile prevederne con certezza l’esito finale, si ritiene che l’eventuale risultato sfavorevole di detti procedimenti non avrebbe, sia singolarmente che complessivamente, un effetto negativo rilevante sulla situazione finanziaria ed economica della Banca. Le passività potenziali al 31 dicembre 2018 ammontano a circa 2,9 milioni di euro, e sono relative a controversie legali per circa 2,1 milioni di euro, riferibili principalmente a cause in materia di servizi d’investimento e a contestazioni inerenti a presunte attività non autorizzate

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da parte di soggetti terzi e/o consulenti finanziari, nonché contenziosi fiscali in corso con l’Agenzia delle Entrate per circa 0,8 milioni di euro. Sezione 11 Azioni rimborsabili - Voce 120 - Per la Banca non esiste tale fattispecie. Sezione 12 Patrimonio dell’impresa

- Voci 110, 130, 140, 150, 160, 170 e 180 - 12.1 “Capitale” e “Azioni proprie”: composizione

Totale

31/12/2018

Totale

31/12/2017 Riesposto

Nr azioni ORDINARIE 22.650.000 22.650.000

da nominale Euro cadauna 3,00 3,00

La Banca non detiene azioni proprie in portafoglio. 12.2 Capitale - Numero azioni: variazioni annue Nel corso dell’esercizio non è stata rilevata alcuna variazione in merito al numero delle azioni. 12.3 Capitale: altre informazioni

Valore nominale delle azioni

Il capitale sociale è interamente sottoscritto e versato ed è costituito da n. 22.650.000 azioni ordinarie del valore nominale di 3 euro cadauna. Diritti, privilegi e vincoli sulle azioni

Sulle azioni della banca non vi sono né privilegi né pegni e, per quanto riguarda i vincoli alla distribuzione dei dividendi e nel rimborso del capitale si rimanda al prospetto di riepilogo delle voci di patrimonio netto distinte secondo l’origine e con l’indicazione della possibilità di utilizzo e distribuibilità ai sensi dell’art. 2427 comma 1, n. 7 bis c.c. riportato al termine della successiva voce. 12.4 Riserve di utili: altre informazioni

Le “Riserve di utili” ammontano a 15.147 migliaia di euro e sono così composte:

Riserva legale euro 1.437 migliaia; Riserva riforma previdenza complementare negativa per euro 259 migliaia; Altre riserve di utili euro 13.970 derivanti essenzialmente dall’operazione di

incorporazione avvenuta a maggio 2015 e comprensive delle riserve di First Time Adoptions.

Le “Riserve altre” pari a 54.863 migliaia di euro rappresentano nel dettaglio:

Altre riserve di capitale per 60.125 migliaia di euro derivanti dall’operazione di fusione per incorporazione di ex IWBank;

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Altre riserve OPI -5.431 migliaia di euro: Riserva da operazioni under common control (fusione per incorporazione di Investnet International S.p.A. in ex IW Bank nel gennaio 2012)

Riserva da stock granting connessa al sistema di incentivazione del Top Management per 169 migliaia di euro.

Composizione del Patrimonio netto secondo origine, disponibilità e distribuibilità al 31.12.2018

IMPORTO POSSIBILITA' DI UTILIZZAZIONE

QUOTA DISPONIBILE

VINCOLO FISCALE (1)

Riepilogo delle utilizzazioni effettuate nei tre

precedenti esercizi

per copertura perdite

per altre ragioni

A) CAPITALE 67.950

- Capitale sociale 67.950

C) RISERVE DI UTILI 15.147

- Riserva legale (2) 1.437 B

- Riserva TFR Riforma previd. Compl. D.Lgs. 252/2005 (3) (259) n.d.

- Altre riserve 15.320 A B C 15.320

- Riserve FTA IFRS9 (1.350) A B C (1.350)

D) RISERVA DI ALTRA NATURA 54.863

- Riserva stock granting 169 n.d.

- Altre riserve 54.695 A B

E) RISERVE DA VALUTAZIONE (643)

- Riserva da valutazione Utili/Perdite attuariali TFR (626) n.d.

- Riserva da valutazione Titoli FVOCI (17) n.d.

TOTALE 137.317

13.969

Quota non distribuibile 123.348

Quota distribuibile 13.969

Utile dell'esercizio 2018 4.458

TOTALE PATRIMONIO 141.775 13.969

142417,725

Legenda: A: per aumento di capitale B: per copertura perdite C: per distribuzione ai soci n.d.: non disponibile Note:

(1) Importi in sospensione di imposta. (2) Utilizzabile secondo quanto previsto dall’art. 2430 Codice Civile (3) Riserva negativa di utili/perdite attuariali su debiti per TFR conseguenti alla riforma previdenziale

ex DLgs 252/2005 12.5 Strumenti di capitale: composizione e variazioni annue

Non sono presenti strumenti rappresentativi del capitale. 12.6 Altre informazioni

Per la Banca non viene data alcuna informativa prevista dallo IAS1, paragrafo 136A, 137 e 80A in quanto la stessa non presenta tali fattispecie. Relativamente alla destinazione del risultato d’esercizio si rinvia alla proposta riportata nella Relazione sulla Gestione.

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Altre informazioni 1. Impegni e garanzie finanziarie rilasciate (diversi da quelli designati al fair value)

Valore nominale su impegni e garanzie finanziarie rilasciate

Totale Totale 31/12/2018 31/12/2017

Riesposto

Primo stadio Secondo stadio Terzo stadio

1. Impegni a erogare fondi 411.850 3.410 519 415.779 -

a) Banche Centrali - - - - -

b) Amministrazioni pubbliche 11 - - 11 -

c) Banche 17.116 65 - 17.181 -

d) Altre società finanziarie 7.068 49 - 7.117 -

e) Società non finanziarie 7.992 15 - 8.008 -

f) Famiglie 379.663 3.281 519 383.463 -

2. Garanzie finanziarie rilasciate 207.501 16.025 18 223.544 -

a) Banche Centrali - - - - -

b) Amministrazioni pubbliche - - - - -

c) Banche 194.776 - - 194.776 -

d) Altre società finanziarie - - - - -

e) Società non finanziarie 30 430 - 460 -

f) Famiglie 12.694 15.595 18 28.308 -

La presente tabella non riporta il dato dell’esercizio precedente poiché, a seguito delle modifiche introdotte dalla Normativa, il dato al 31 dicembre 2017 riesposto non risulterebbe utili ai fini della comparabilità. 2. Altri impegni e altre garanzie rilasciate

Per la Banca non esiste tale fattispecie. 3. Attività costituite a garanzia di proprie passività e impegni

Non sono presenti attività costituite a garanzia di proprie passività o impegni 4. Informazioni sul leasing operativo

Non sono presenti operazioni di leasing operativo.

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5. Gestione e intermediazione per conto terzi

Tipologia servizi Importo

31/12/2018

1. Esecuzione di ordini per conto della clientela 49.791.641

a) acquisti 25.033.951

1. regolati 25.033.951

2. non regolati -

b) vendite 24.757.690

1. regolate 24.757.690

2. non regolate -

2. Gestione individuale di portafogli -

3. Custodia e amministrazione di titoli 3.642.107

a) titoli di terzi in deposito: connessi con lo svolgimento di banca depositaria (escluse le gestioni di portafogli) -

1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio -

2. altri titoli -

b) titoli di terzi in deposito (escluse gestioni di portafogli): altri 1.238.970

1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio -

2. altri titoli 1.238.970

c) titoli di terzi depositati presso terzi 1.213.333

d) titoli di proprietà depositati presso terzi 2.403.137

4. Altre operazioni 186.309.531

6. Attività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi-quadro di compensazione o ad accordi similari

Per la Banca non esiste tale fattispecie. 7. Passività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi-quadro di compensazione o ad accordi similari

Per la Banca non esiste tale fattispecie. 8. Operazioni di prestito titoli

Si fa presente che la Banca offre, fra gli altri, il servizio di prestito titoli sia a controparti istituzionali sia a controparti retail. Per quanto attiene alle controparti retail si precisa che tale servizio consiste nella possibilità del cliente sia di poter ricevere in prestito titoli (a fronte del pagamento di una commissione), sia di poter prestare titoli (a fronte della ricezione di un corrispettivo della Banca). Per quanto attiene invece alle controparti istituzionali, si precisa che la Banca provvede a prestare titoli a tali controparti a fronte della corresponsione di una commissione. Per l’impatto commissionale di tale operatività si rimanda alle tabelle esplicative relative alle commissioni attive e passive presenti nella “Nota Integrativa - Parte C - Informazioni sul conto economico”. 9. Informativa sulle attività a controllo congiunto

La Banca non è tenuta a fornire l’informativa sulle attività a controllo congiunto. La stessa viene redatta a livello di bilancio consolidato dalla Capogruppo UBI Banca.

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Parte C - Informazioni sul conto economico Sezione 1 Gli interessi - Voci 10 e 20 - 1.1 Interessi attivi e proventi assimilati: composizione

Voci/Forme tecniche Titoli di debito

Finanziamenti Altre

operazioni Totale

31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

1. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 5 - - 5 -

1.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione 5 - - 5 -

1.2 Attività finanziarie designate al fair value - - - - -

1.3 Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value

- - - - -

2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva - - X - -

3. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: 16.983 7.916 X 24.900 22.151

3.1 Crediti verso banche 16.983 21 X 17.004 13.179

3.2 Crediti verso clientela - 7.896 X 7.896 8.972

4. Derivati di copertura X X - - -

5. Altre attività X X - - -

6. Passività finanziarie X X X 479 435

Totale 16.988 7.916 - 25.384 22.586

di cui: interessi attivi su attività finanziarie impaired - 375 - 375 -

Nella voce “Passività finanziarie” figurano gli interessi positivi maturati sulle passività finanziarie quale effetto dei tassi negativi. Relativamente al 31 dicembre 2017 tale componente è stata riclassificata dalla voce “Crediti verso banche” in ossequio al 5° aggiornamento della Circolare 262 di Banca d’Italia. La voce “Crediti verso clientela - Finanziamenti” al 31 dicembre 2018 comprende interessi per 2.103 migliaia di euro maturati sui crediti ceduti a garanzia delle emissioni di Covered Bond (euro 2.442 migliaia nell’esercizio di raffronto). 1.2 Interessi attivi e proventi assimilati: altre informazioni 1.2.1 Interessi attivi su attività finanziarie in valuta

Voci/Forme tecniche Totale 31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

Interessi attivi su attività finanziarie in valuta 388 165

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1.3 Interessi passivi e oneri assimilati: composizione

Voci/Forme tecniche Debiti Titoli Altre

operazioni Totale

31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

1. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato (3.433) (323) X (3.755) (4.308)

1.1 Debiti verso banche centrali - X X - -

1.2 Debiti verso banche (404) X X (404) (399)

1.3 Debiti verso clientela (3.028) X X (3.028) (3.586)

1.4 Titoli in circolazione X (323) X (323) (323)

2. Passività finanziarie di negoziazione - - - - -

3. Passività finanziarie designate al fair value - - - - -

4. Altre passività e fondi X X - - -

5. Derivati di copertura X X - - (15)

6. Attività finanziarie X X X (782) (917)

Totale (3.433) (323) - (4.537) (5.240)

Nella voce “Attività finanziarie” figurano gli interessi negativi maturati sulle attività finanziarie quale effetto dei tassi negativi. Relativamente al 31 dicembre 2017 tale componente è stata riclassificata dalla voce “Debiti verso banche” in ossequio al 5° aggiornamento della Circolare 262 di Banca d’Italia. 1.4 Interessi passivi e oneri assimilati: altre informazioni 1.4.1 Interessi passivi su passività in valuta

Voci/Forme tecniche Totale

31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

Interessi passivi su passività finanziarie in valuta (151) (37)

1.5 Differenziali relativi alle operazioni di copertura

Voci Totale

31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

A. Differenziali positivi relativi a operazioni di copertura - -

B. Differenziali negativi relativi a operazioni di copertura - (15)

C. Saldo (A-B) - (15)

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Sezione 2 Le commissioni - Voci 40 e 50 - 2.1 Commissioni attive: composizione

Tipologia servizi/Valori Totale

31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

a) garanzie rilasciate 86 69

b) derivati su crediti - -

c) servizi di gestione, intermediazione e consulenza: 110.251 124.133

1. negoziazione di strumenti finanziari 11.780 11.476

2. negoziazione di valute 71 62

3. gestioni individuali di portafogli - -

4. custodia e amministrazione titoli 293 265

5. banca depositaria - -

6. collocamento di titoli 68.092 77.180

7. attività di ricezione e trasmissione di ordini 8.248 10.855

8. attività di consulenza - -

8.1 in materia di investimenti - -

8.2 in materia di struttura finanziaria - -

9. distribuzione di servizi di terzi 21.768 24.295

9.1 gestioni di portafogli 1.694 1.854

9.1.1 individuali 1.694 1.854

9.1.2 collettive - -

9.2 prodotti assicurativi 17.330 20.375

9.3 altri prodotti 2.743 2.066

d) servizi di incasso e pagamento 1.310 1.401

e) servizi di servicing per operazioni di cartolarizzazione - -

f) servizi per operazioni di factoring - -

g) esercizio di esattorie e ricevitorie - -

h) attività di gestione di sistemi multilaterali di scambio - -

i) tenuta e gestione dei conti correnti 759 773

j) altri servizi 1.418 1.306

k) operazioni di prestito titoli 1.196 1.263

Totale 115.020 128.946

La voce “Collocamento titoli” è costituita da commissioni per il collocamento ed il mantenimento di Fondi e Sicav per 65.073 migliaia di euro e da commissioni per il collocamento di certificates per 3.018 migliaia di euro. La voce “Altri servizi” comprende la Commissione di messa a Disposizione Fondi per complessivi 210 migliaia di euro. Il dettaglio delle commissioni conseguite su altri servizi è riportato nella tabella sottostante.

Dettaglio commissioni altri servizi Totale

31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

- estero 150 145

- finanziamenti, mutui e CDF 278 335

- altre 989 826

Totale 1.418 1.306

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2.2 Commissioni attive: canali distributivi dei prodotti e servizi

Canali/Valori Totale

31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

a) presso propri sportelli: 910 1.162

1. gestioni di portafogli - -

2. collocamento di titoli 905 1.154

3. servizi e prodotti di terzi 5 7

b) offerta fuori sede: 88.831 100.157

1. gestioni di portafogli - -

2. collocamento di titoli 67.068 75.870

3. servizi e prodotti di terzi 21.762 24.287

c) altri canali distributivi: 119 156

1. gestioni di portafogli - -

2. collocamento di titoli 119 155

3. servizi e prodotti di terzi 1 1

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2.3 Commissioni passive: composizione

Servizi/Valori Totale

31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

a) garanzie ricevute (1) (2)

b) derivati su crediti - -

c) servizi di gestione e intermediazione: (55.993) (67.279)

1. negoziazione di strumenti finanziari (1.936) (2.073)

2. negoziazione di valute - -

3. gestione di portafogli: - -

3.1 proprie - -

3.2 delegate a terzi - -

4. custodia e amministrazione di titoli - -

5. collocamento di strumenti finanziari (10) (13)

6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi (54.047) (65.193)

d) servizi di incasso e pagamento (972) (1.181)

e) altri servizi (125) 319

f) operazioni di prestito titoli (304) (325)

Totale (57.394) (68.468)

Nella voce “c)” sottopunto “6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi” trovano rappresentazione le provvigioni riconosciute alla rete di consulenti finanziari. Sezione 3 Dividendi e proventi simili - Voce 70 - 3.1 Dividendi e proventi simili: composizione

Voci/Proventi

Totale 31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

Dividendi Proventi

simili Dividendi

Proventi simili

A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione - - - -

B. Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 15 - 13 -

C. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva - - - -

D. Partecipazioni - - - -

Totale 15 - 13 -

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Sezione 4 Risultato netto dell’attività di negoziazione - Voce 80 - 4.1 Risultato netto dell’attività di negoziazione: composizione

Operazioni/Componenti reddituali Plusvalenze (A)Utili da

negoziazione (B)

Minusvalenze (C)

Perdite da negoziazione

(D)

Risultato netto [(A+B) -

(C+D)]

1. Attività finanziarie di negoziazione - 120 - (95) 25

1.1 Titoli di debito - 4 - (2) 2

1.2 Titoli di capitale - - - (12) (12)

1.3 Quote di O.I.C.R. - - - - -

1.4 Finanziamenti - - - - -

1.5 Altre - 116 - (81) 35

2. Passività finanziarie di negoziazione - - - - -

2.1 Titoli di debito - - - - -

2.2 Debiti - - - - -

2.3 Altre - - - - -

3. Attività e passività finanziarie: differenze di cambio X X X X -

4. Strumenti derivati - 42 - (3) 39

4.1 Derivati finanziari: - 42 - (3) 39

- Su titoli di debito e tassi di interesse - - - - -

- Su titoli di capitale e indici azionari - 42 - (3) 39

- Su valute e oro X X X X -

- Altri - - - - -

4.2 Derivati su crediti - - - - -

di cui: coperture naturali connesse con la fair value option

X X X X -

Totale - 162 - (98) 64

Sezione 5 Il risultato netto dell’attività di copertura - Voce 90 - 5.1 Il risultato netto dell’attività di copertura: composizione

Componenti reddituali/Valori Totale

31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

A. Proventi relativi a:

A.1 Derivati di copertura del fair value - 1.062

A.2 Attività finanziarie coperte (fair value) - 927

A.3 Passività finanziarie coperte (fair value) - -

A.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari - -

A.5 Attività e passività in valuta - -

Totale proventi dell'attività di copertura (A) - 1.989

B. Oneri relativi a:

B.1 Derivati di copertura del fair value - (1.062)

B.2 Attività finanziarie coperte (fair value) - (960)

B.3 Passività finanziarie coperte (fair value) - -

B.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari - -

B.5 Attività e passività in valuta - -

Totale oneri dell'attività di copertura (B) - (2.022)

C. Risultato netto dell'attività di copertura (A - B) - (33)

di cui: risultato delle coperture su posizioni nette - -

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Sezione 6 Utili (Perdite) da cessione/riacquisto - Voce 100 - 6.1 Utili (Perdite) da cessione/riacquisto: composizione

Voci/Componenti reddituali

Totale 31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

Utili Perdite Risultato netto

Utili Perdite Risultato netto

A. Attività finanziarie

1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 1.360 (1.573) (213) - - -

1.1 Crediti verso banche 1.193 (1.191) 2 - - -

1.2 Crediti verso clientela 167 (382) (215) - - -

2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva

- - - - - -

2.1 Titoli di debito - - - - - -

2.2 Finanziamenti - - - - - -

Totale attività (A) 1.360 (1.573) (213) - - -

B. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato

1. Debiti verso banche - - - - - -

2. Debiti verso clientela - - - - - -

3. Titoli in circolazione - - - - - -

Totale passività (B) - - - - - -

Relativamente all’esercizio in commento il risultato netto della voce “1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - 1.2 Crediti verso clientela” contiene l’impatto negativo, pari a 275 migliaia di euro comprensivo dei costi accessori di 15 migliaia di euro, derivante dall’operazione di cessione crediti in sofferenza (cd “GACS”); contiene inoltre l’impatto positivo di un ulteriore cessione massiva di crediti per 89 migliaia di euro. Relativamente alla c.d. GACS per dettagli si rinvia alla Sezione E della presente Nota Integrativa.

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Sezione 7 Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico – Voce 110 - 7.1 Variazione netta di valore delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: composizione delle attività e passività finanziare designate al fair value Per la Banca non esiste tale fattispecie. 7.2 Variazione netta di valore delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: composizione delle altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value

Operazioni/Componenti reddituali Plusvalenze (A) Utili da realizzo (B) Minusvalenze (C) Perdite da realizzo (D) Risultato netto [(A+B) -

(C+D)]

1. Attività finanziarie 277 - (908) - (631)

1.1 Titoli di debito - - (908) - (908)

1.2 Titoli di capitale 277 - - - 277

1.3 Quote di O.I.C.R. - - - - -

1.4 Finanziamenti - - - - -

2. Attività finanziarie in valuta: differenze di cambio X X X X 83

Totale 277 - (908) - (548)

L’importo indicato in tabella al punto “1.2 - Titoli di capitale” si riferisce al titolo azionario Visa INC Classe 9 detenuto in portafoglio. L’importo rilevato al punto “1.1 - Titoli di debito” rappresenta la svalutazione rilevata sullo strumento finanziario acquisito a fronte dell’intervento a sostegno di Banca Carige nell’ambito dello Schema volontario del F.I.T.D.. Per ulteriori informazioni si rimanda alla “Parte A - Politiche contabili - Sezione 4 - Altri aspetti”.

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Sezione 8 Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito - Voce 130 - 8.1 Rettifiche di valore nette per rischio di credito relativo ad attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione

Operazioni/Componenti reddituali

Rettifiche di valore (1) Riprese di valore (2)

Totale 31/12/2018

Totale

Primo e secondo stadio

Terzo stadio Primo e secondo stadio

Terzo stadio

31/12/2017 Riesposto

Write-off Altre

A. Crediti verso banche - - - 5 - 5 -

- Finanziamenti - - - 5 - 5 -

- Titoli di debito - - - - - - -

di cui: crediti impaired acquisiti o originati - - - - - - -

B. Crediti verso clientela - (82) (2.485) 908 434 (1.225) (1.591)

- Finanziamenti - (82) (2.485) 908 434 (1.225) (1.591)

- Titoli di debito - - - - - - -

di cui: crediti impaired acquisiti o originati - - - - - - -

Totale - (82) (2.485) 913 434 (1.220) (1.591)

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8.2 Rettifiche di valore nette per rischio di credito relativo ad attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva: composizione

Operazioni/Componenti reddituali

Rettifiche di valore (1) Riprese di valore (2)

Totale 31/12/2018

Totale

Primo e secondo stadio

Terzo stadio Primo e secondo

stadio Terzo stadio

31/12/2017 Riesposto

Write-off Altre

A. Titoli di debito - - - - - - (2.234)

B Finanziamenti - - - - - - -

- Verso clientela - - - - - - -

- Verso banche - - - - - - -

di cui: attività finanziarie impaired acquisite o originate - - - - - - -

Totale - - - - - - (2.234)

Il dato riferito al Bilancio al 31 dicembre 2017, redatto nel rispetto dello IAS 39 e secondo la Circolare di Banca d’Italia n. 262/2005 4° aggiornamento, è stato riesposto in ossequio a quanto contenuto nel 5° aggiornamento della Circolare e previsto dal principio IFRS 9. In particolare, le rettifiche di valore per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita (ex AFS) sono state allocate all’interno della presente tabella che accoglie le rettifiche/riprese su attività finanziarie valutate con impatto sulla redditività complessiva; si precisa in tal senso che non essendo più prevista la categoria merceologica dei titoli di capitale il dato ad essi riferito è stato allocato in corrispondenza della voce “A. Titoli di debito”. Nel dettaglio si ricorda che l’importo rappresenta le rettifiche di valore durevoli rilevate sugli strumenti finanziari acquisiti a fronte degli interventi a sostegno della Cassa di Risparmio di Cesena, Cassa Risparmio di Rimini e Cassa di Risparmio di San Miniato deliberati dallo Schema Volontario del F.I.T.D.. Posta la natura non ricorrente di tali eventi, i citati effetti sono stati oggetto di normalizzazione nell’ambito del conto economico.

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Sezione 9 Utili/perdite da modifiche contrattuali senza cancellazioni

- Voce 140 - 9.1 Utili (perdite) da modifiche contrattuali: composizione

La voce, negativa per 451 migliaia di euro al 31 dicembre 2018, accoglie gli impatti connessi alle modifiche contrattuali su impieghi a medio lungo termine con la clientela che, non configurando modifiche di natura sostanziale, secondo le previsioni dell’IFRS 9, nonché della normativa contabile di Gruppo, non comportano la cancellazione contabile (leggasi derecognition) delle attività in parola bensì la rilevazione a conto economico delle modifiche apportate ai flussi di cassa contrattuali. Sezione 10 Spese amministrative - Voce 160 - 10.1 Spese per il personale: composizione

Tipologia di spese/Valori Totale

31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

1) Personale dipendente (17.439) (18.920)

a) salari e stipendi (12.369) (13.044)

b) oneri sociali (3.292) (3.481)

c) indennità di fine rapporto (734) (785)

d) spese previdenziali - -

e) accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale 3 3

f) accantonamento al fondo trattamento di quiescenza e obblighi simili: - -

- a contribuzione definita - -

- a benefici definiti - -

g) versamenti ai fondi di previdenza complementare esterni: (498) (515)

- a contribuzione definita (498) (515)

- a benefici definiti - -

h) costi derivanti da accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali - -

i) altri benefici a favore dei dipendenti (549) (1.098)

2) Altro personale in attività - -

3) Amministratori e sindaci (319) (316)

4) Personale collocato a riposo - -

5) Recuperi di spese per dipendenti distaccati presso altre aziende 3.161 4.647

6) Rimborsi di spese per dipendenti di terzi distaccati presso la società (6.980) (6.723)

Totale (21.577) (21.312)

La voce di spesa “Altri benefici a favore dei dipendenti” comprende l’onere, pari a 233 migliaia di euro, quale incentivo all’esodo per le uscite volontarie di personale previste dal Piano Industriale di Gruppo. Posta la natura non ricorrente dell’evento, il citato effetto è stato oggetto di normalizzazione nell’ambito del conto economico.

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10.2 Numero medio dei dipendenti per categoria

Totale

31/12/2018 Totale

31/12/2017

Riesposto

1) Personale dipendente 290 289

a) dirigenti 13 12

b) quadri direttivi 97 99

c) restante personale dipendente 180 178

2) Altro personale 10 10

Totale 300 299

Il numero dei dipendenti include il personale di altre società distaccato presso l’azienda ed esclude i dipendenti dell’azienda distaccati presso altre società. Nella voce altro personale sono compresi gli amministratori, i sindaci, i lavoratori con contratto interinale e gli altri collaboratori. 10.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti: costi e ricavi

Non sono presenti fondi di quiescenza a benefici definiti. 10.4 Altri benefici a favore dei dipendenti

Totale 31/12/2018

Totale

31/12/2017 Riesposto

- Incentivi all'esodo e fondi a sostegno al reddito (241) (732)

- Recupero formazione personale 30 4

- Spese assicurative (80) (47)

- Spese per partecipazione a corsi e formazione del personale (18) (35)

- Spese relative ai buoni pasto (246) (258)

- Altre spese 6 (29)

Totale (549) (1.098)

Si precisa che non sono presenti componenti di costo di cui allo IAS 19, paragrafi 131, 141 e 142.

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190

10.5 Altre spese amministrative: composizione

Tipologia servizi/Valori Totale

31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

A. Altre spese amministrative (47.344) (51.536)

Affitti passivi (5.045) (5.354)

Servizi professionali e consulenze (1.794) (2.437)

Canoni di locazione hardware, software ed altri beni (237) (207)

Manutenzioni hardware, software ed altri beni (392) (441)

Conduzione immobili (940) (1.032)

Manutenzione immobili e impianti (436) (500)

Contazione, trasporto e gestione valori (66) (81)

Contributi associativi (2.755) (2.583)

Informazioni e visure (47) (54)

Periodici e volumi (7) (15)

Postali (239) (216)

Premi assicurativi (970) (786)

Pubblicità e promozione (1.708) (1.833)

Rappresentanza (36) (26)

Telefoniche e trasmissioni dati (5.632) (5.441)

Servizi in outsourcing (1.413) (1.319)

Spese di viaggio (238) (174)

Canoni service resi da società del Gruppo (24.617) (28.072)

Spese per recupero crediti (131) (129)

Stampati, cancelleria e materiale di consumo (261) (379)

Trasporti e traslochi (226) (267)

Vigilanza (143) (153)

Altre spese (10) (37)

B. Imposte indirette (15.478) (16.137)

Imposte indirette e tasse (111) (61)

Imposte di bollo (15.158) (15.848)

Imposte sugli immobili (5) (5)

Altre imposte (205) (223)

Totale (62.822) (67.674)

La voce “Contributi associativi” include il contributo ordinario al DGS “Deposit Guarantee Schemes” per 1.599 migliaia di euro (1.597 nell’esercizio di raffronto).

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Sezione 11 Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri

- Voce 170 - 11.1 Accantonamenti netti per rischio di credito relativi a impegni a erogare fondi e garanzie finanziarie rilasciate: composizione

Rettifiche di valore Riprese di valore

Totale 31/12/2018

Totale Operazioni/Componenti

reddituali

Specifiche Di

portafoglio

Specifiche Di portafoglio

Cancellazioni Altre Da

interessi Altre

riprese Da

interessi Altre

riprese

31/12/2017Riesposto

Garanzie rilasciate - (5) - - - - 332 326 -

Impegni ad erogare fondi - - (270) - - - - (270) -

Altre operazioni - - - - - - - - -

Totale - (5) (270) - - - 332 56 -

11.2 Accantonamenti netti relativi ad altri impegni e altre garanzie rilasciate: composizione

Per la Banca non esiste tale fattispecie. 11.3 Accantonamenti netti agli altri fondi per rischi e oneri: composizione

Accantonamenti Riattribuzioni Accantonamenti

netti

Totale 31/12/2018

Riesposto

Controversie legali (2.074) 968 (1.105) (1.105)

Altri fondi (2.828) 1.060 (1.768) (1.768)

Totale (4.902) 2.028 (2.873) (2.873)

La voce “Altri fondi” comprende gli accantonamenti netti sia al sistema di fidelizzazione dei Consulenti Finanziari, per un ammontare pari a 1.487 migliaia di euro, sia all’indennità suppletiva di clientela per 627 migliaia di euro.

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Sezione 12 Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali

- Voce 180 - 12.1. Rettifiche di valore nette su attività materiali: composizione

Attività/Componenti reddituali Ammortamento

(a)

Rettifiche di valore per deterioramento

(b)

Riprese di valore (c)

Risultato netto (a + b - c)

A. Attività materiali

A.1 Di proprietà (319) - - (319)

- Ad uso funzionale (319) - - (319)

- Per investimento - - - -

- Rimanenze X - - -

A.2 Acquisite in leasing finanziario - - - -

- Ad uso funzionale - - - -

- Per investimento - - - -

Totale (319) - - (319)

Sezione 13 Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali

- Voce 190 - 13.1. Rettifiche di valore nette su attività immateriali: composizione

Attività/Componenti reddituali Ammortamento (a)

Rettifiche di valore per deterioramento

(b)

Riprese di valore (c)

Risultato netto (a + b - c)

A. Attività immateriali

A.1 Di proprietà (29) - - (29)

- Generate internamente dall'azienda - - - -

- Altre (29) - - (29)

A.2 Acquisite in leasing finanziario - - - -

Totale (29) - - (29)

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Sezione 14 Altri oneri e proventi di gestione - Voce 200 - 14.1 Altri oneri di gestione: composizione

Dettaglio Altri oneri di gestione Totale 31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

Altri oneri di gestione - Ammortamento migliorie su beni di terzi (143) (106)

Oneri da operazioni Cartolarizzazione/Covered Bond (64) (68)

Altri oneri (464) (2.313)

Totale (670) (2.487)

14.2 Altri proventi di gestione: composizione

Dettaglio Altri proventi di gestione Totale

31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

Fitti attivi su immobili 13 9

Recupero di costi da Società del Gruppo 28 4

Recupero imposta di bollo e imposta sostitutiva 15.044 15.689

Recupero pratiche estinte - 10

Recupero spese ed altri ricavi su depositi, finanziamenti e conti corrente 151 169

Altri proventi e recuperi di spesa 1.329 1.393

Totale 16.564 17.274

Sbilancio oneri/proventi di gestione 15.894 14.787

Come previsto dalla normativa IAS, le operazioni di Covered Bond poste in essere dalla Banca non consentono lo stralcio dal bilancio delle poste cedute quando la Banca Originator- come avviene per i Programmi Covered Bond del Gruppo UBI - assume anche il ruolo di Banca Finanziatrice della società veicolo. I crediti ceduti sottostanti le operazioni di Covered Bond vengono quindi rappresentati nell’attivo dello Stato Patrimoniale insieme ai crediti propri della Banca, ed i relativi proventi sono rappresentati tra gli interessi attivi; conseguentemente, i rapporti con la società veicolo sono rappresentati, per sbilancio, tra le Altre Attività e, simmetricamente, i relativi effetti economici vengono rappresentati tra gli Altri Oneri / Proventi di Gestione. Per una informativa più dettagliata sulle operazioni di Covered Bond cui partecipa IW Bank, si rimanda alla “Relazione sulla Gestione - Altre informazioni - Covered Bond” ed alla specifica sezione “Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura -Sezione 1 Rischio di Credito - Parte C. Operazioni di Cartolarizzazione e Parte E.4 Operazioni di Covered Bond”. La variazione dei recuperi d’imposta è strettamente correlata all’andamento del costo per imposte indirette, per le quali la Banca funge da sostituto, iscritto tra le “Altre spese amministrative”. La voce “Altri proventi e recuperi di spesa” comprende la Commissione di Istruttoria Veloce (C.I.V.) pari a 39 migliaia di euro, nonché i recuperi di spesa da clientela connessi all’utilizzo delle piattaforme, sia proprie che di terzi, correlate al trading online per 249 migliaia di euro.

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Sezione 18 Utili (Perdite) da cessione di investimenti - Voce 250 - 18.1 Utili (perdite) da cessione di investimenti: composizione

Componente reddituale/Valori Totale

31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

A. Immobili - -

- Utili da cessione - -

- Perdite da cessione - -

B. Altre attività - (1)

- Utili da cessione - 1

- Perdite da cessione - (2)

Risultato netto - (1)

Sezione 19 Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente -

Voce 270 - 19.1 Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente: composizione

Componenti reddituali/Valori Totale

31/12/2018

Totale 31/12/2017

Riesposto

1. Imposte correnti (-) (1.930) 1.237

2. Variazioni delle imposte correnti dei precedenti esercizi (+/-) 1.532 -

3. Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio (+) - -

3.bis Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio per crediti d'imposta di cui alla Legge n. 214/2011 (+)

476 515

4. Variazione delle imposte anticipate (+/-) 235 (483)

5. Variazione delle imposte differite (+/-) (307) (131)

6. Imposte di competenza dell'esercizio (-) (-1+/-2+3+3bis+/-4+/-5) 6 1.138

Relativamente all’importo indicato al punto “Variazioni delle imposte correnti dei precedenti esercizi” si rimanda alle “Informazioni sul conto economico riclassificato” paragrafo “Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente”.

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19.2 Riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio

IRES Imponibile IRES %

Onere fiscale IRES teorico 4.452 (1.224) 27,50

Variazione in aumento permanenti

- spese per mezzi di trasporto non deducibili 85 (23) 0,52

- altre variazioni 917 (252) 5,67

- spese telefoniche 72 (20) 0,45

Variazione in diminuzione permanenti -

- dividendi non tassati (14) 4 (0,09)

- altre variazioni (981) 270 (6,06)

- IFRS9 crediti (Manovra finanziaria) (1.523) 419 (9,41)

- variazione interpello VISA (5.572) 1.532 (34,42)

Onere fiscale IRES effettivo (2.565) 705 (15,84)

IRAP Imponibile IRAP %

Onere fiscale IRAP teorico 4.452 (248) 5,57

Variazioni in aumento permanenti -

- costi del personale non deducibili ai fini IRAP 21.577 (1.202) 27,00

- rettifiche di valore su crediti non deducibili ai fini IRAP 451 (25) 0,56

- accantonamenti netti a fondo rischi e oneri 2.817 (157) 3,52

- spese amministrative 6.282 (350) 7,86

- ammortamenti indeducibili 35 (2) 0,04

- recupero a tassazione proventi di gestione 14.835 (826) 18,56

- altri oneri indeducibili 614 (34) 0,77

Variazioni in diminuzioni permanenti -

- dividendi (7) - (0,01)

- deduzioni Cuneo fiscale (20.778) 1.157 (26,00)

- altre variazioni (16.201) 902 (20,27)

- IFRS9 crediti (Manovra finanziaria) (1.523) 85 (1,91)

Onere fiscale IRAP effettivo 12.552 (699) 15,71

Totale onere fiscale effettivo IRES e IRAP 4.452 6 0,14

La tabella sopra riportata espone analiticamente le variazioni in aumento ed in diminuzione che concorrono alla determinazione dell’onere fiscale effettivo di bilancio. Sezione 22 Utile per azione

Le azioni della Banca non sono negoziate sui mercati finanziari, pertanto non viene fornita l’informativa relativa all’utile per azione.

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Parte D - Redditività complessiva

Prospetto analitico della redditività complessiva

Voci 31/12/2018 31/12/2017

Riesposto

10. Utile (Perdita) d'esercizio 4.458 (5.434) Altre componenti reddituali senza rigiro a conto economico (25) (30)

20. Titoli di capitale designati al fair value con impatto sulla redditività complessiva: (25)

a) variazione di fair value (25)

b) trasferimenti ad altre componenti di patrimonio netto -

30. Passività finanziarie designate al fair value con impatto a conto economico (variazioni del proprio merito creditizio):

-

a) variazione del fair value -

b) trasferimenti ad altre componenti di patrimonio netto -

40. Coperture di titoli di capitale designati al fair value con impatto sulla redditività complessiva: -

a) variazione di fair value (strumento coperto) -

b) variazione di fair value (strumento di copertura) -

50. Attività materiali -

60. Attività immateriali -

70. Piani a benefici definiti (11) (41)

80. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione -

90. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto -

100. Imposte sul reddito relative alle altre componenti reddituali senza rigiro a conto economico 11 11 Altre componenti reddituali con rigiro a conto economico - 513

110. Copertura di investimenti esteri: - a) variazioni di fair value - b) rigiro a conto economico - c) altre variazioni -

120. Differenze di cambio: - a) variazione di valore - b) rigiro a conto economico - c) altre variazioni -

130. Copertura dei flussi finanziari: - a) variazioni di fair value - b) rigiro a conto economico - c) altre variazioni - di cui: risultato delle posizioni nette -

140. Strumenti di copertura (elementi non designati): - a) variazione di valore - b) rigiro a conto economico - c) altre variazioni -

150. Attività finanziarie (diverse dai titoli di capitale) valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva:

-

a) variazioni di fair value - 551 b) rigiro a conto economico - - rettifiche per rischio di credito - - utili/perdite da realizzo - c) altre variazioni -

160. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione: - a) variazioni di fair value - b) rigiro a conto economico - c) altre variazioni -

170. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto: - a) variazioni di fair value - b) rigiro a conto economico - - rettifiche da deterioramento - - utili/perdite da realizzo - c) altre variazioni -

180. Imposte sul reddito relative alle altre componenti reddituali con rigiro a conto economico - (38)

190. Totale altre componenti reddituali (25) 483

200. Redditività complessiva (Voce 10+190) 4.433 (4.950)

Al 31 dicembre 2017 l’importo di 513 migliaia di euro si riferisce alla valutazione del titolo Visa classificato, IAS 39, nel portafoglio “Attività Finanziarie disponibili per la vendita”.

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Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura

Nel rispetto delle vigenti previsioni normative, il Gruppo UBI si è dotato di un sistema di controllo dei rischi che regola in modo integrato le linee guida del Sistema dei Controlli Interni, da intendersi come ambito organizzativo, regolamentare e metodologico a cui tutte le Società del Gruppo devono attenersi al fine di consentire alla Capogruppo di poter esercitare, in modo efficace ed economico, le attività d’indirizzo e di controllo strategico, gestionale e tecnicooperativo. La Banca collabora pro-attivamente all’individuazione dei rischi cui è soggetta e alla definizione dei relativi criteri di misurazione, gestione e controllo. I principi cardine ai quali fanno riferimento l’analisi e la gestione dei rischi del Gruppo, al fine di perseguire una sempre più consapevole ed efficiente allocazione del capitale economico e regolamentare, sono:

rigoroso contenimento dei rischi finanziari e creditizi e forte presidio su tutte le tipologie di rischio;

utilizzo di logiche di sostenibile creazione del valore nel processo di definizione della propensione al rischio ed allocazione del capitale;

declinazione della propensione al rischio del Gruppo con riferimento alle specifiche fattispecie di rischio e/o specifiche attività in un corpo normativo di policy a livello di Gruppo e di singola entità.

Nella presente Parte sono fornite le informazioni riguardanti i profili di rischio di seguito indicati, le relative politiche di gestione e copertura messe in atto dalla Banca, l’operatività in strumenti finanziari derivati:

a) rischio di credito; b) rischi di mercato:

di tasso di interesse, di prezzo, di cambio,

c) rischio di liquidità; d) rischi operativi.

Per un quadro complessivo dei rischi e delle incertezze che gravano sulla Banca, si rimanda allo specifico paragrafo della Relazione sulla Gestione, redatto in ottemperanza a quanto previsto dal Decreto Legislativo n. 32 del 2 febbraio 2007, di attuazione della direttiva 2003/51/CE. Sezione 1 Rischio di credito

Informazioni di natura qualitativa

1. Aspetti generali

Nella realtà del Gruppo UBI, la Capogruppo UBI Banca S.p.A. assume un ruolo di governance e formalizza le direttrici strategiche anche con riferimento all’assunzione e gestione del rischio di credito, connesso alla concessione di affidamento a favore della clientela ordinaria, delle controparti istituzionali e dei soggetti esteri (rischi per singolo Paese). UBI Banca elabora, inoltre, le linee guida che informano le politiche commerciali del portafoglio consolidato degli impieghi, ne indirizza i processi e le metodologie di istruttoria, delibera, erogazione, monitoraggio e recupero delle posizioni deteriorate. Nell’elaborazione delle politiche a presidio dei rischi creditizi viene posta particolare attenzione al mantenimento di un adeguato profilo di rischio-rendimento e all’assunzione dei rischi coerenti con la mission del Gruppo UBI.

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La fidelizzazione dei clienti costituisce un punto di forza della Banca, la quale intende rafforzare la propria posizione istituzionale a servizio dello sviluppo economico del Paese. Le relazioni con la clientela sono tese a costruire legami duraturi, che favoriscano una sostenibile generazione di ricchezza, secondo percorsi sensibili alle istanze sociali ed ambientali dei territori d’insediamento. Anche in passaggi congiunturali complessi, quali quelli attraversati durante le recenti recessioni, il Gruppo ha assicurato un’appropriata disponibilità di credito, aderendo fra l’altro agli “Accordi” fra l’Associazione Bancaria Italiana, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e le Associazioni di categoria, tempo per tempo stipulati. La Banca predilige comportamenti improntati alla trasparenza, e la clientela prenditrice è sollecitata a rafforzare l’attitudine alla disclosure informativa, considerata un requisito imprescindibile per il progresso della relazione creditizia: una maggiore visibilità sulla situazione economico-finanziaria della controparte da un lato consente di personalizzare le linee di offerta, dall’altro permette una più puntuale valutazione del merito di credito a vantaggio dei progetti a maggior valore aggiunto. L’innovazione delle linee di offerta è tesa ad assecondare l’evoluzione della domanda attraverso proposte bilanciate, in cui i livelli di tasso d’interesse sono commisurati al rating e vengono modulati in presenza di fattori di mitigazione del rischio, come le garanzie reali e di firma. In occasione dell’ideazione dei nuovi prodotti, viene elaborata una puntuale informativa destinata ai vertici aziendali per illustrarne le coordinate di rischio-rendimento, al fine di una piena e trasparente consonanza rispetto agli indirizzi strategici in materia di assunzione del rischio di credito. In particolare, con riferimento al segmento delle famiglie, l’aggiornamento dei prodotti e servizi proposti è stato orientato ad ottimizzare la flessibilità delle opzioni d’offerta ed a garantire nel contempo un’equilibrata composizione del portafoglio impieghi tra le principali tipologie di operazioni creditizie: finanziamenti assistiti da ipoteca, forme chirografarie, prestiti personali, crediti di firma, misure agevolate di tipo istituzionale o interno, aperture di credito per cassa, carte di credito/debito. In prevalenza sono, comunque, privilegiate le operazioni garantite in via reale rispetto a quelle chirografarie. 2. Politiche di gestione del rischio di credito

Nello svolgimento dell’attività tradizionale d’intermediazione creditizia, la Banca è esposta al rischio che i crediti erogati non vengano rimborsati dai prenditori alla scadenza e debbano essere parzialmente o integralmente svalutati. Più in dettaglio, il profilo di rischio degli impieghi è sensibile all’andamento dell’economia nel suo complesso, al deteriorarsi delle condizioni finanziarie delle controparti (mancanza di liquidità, insolvenza, etc…) o ad altri fattori esterni (modifiche normative, deterioramento del valore delle garanzie finanziarie e ipotecarie legato all’andamento dei mercati). Un ulteriore elemento di rischio cui la Banca presta particolare attenzione è rappresentato dal grado di concentrazione del portafoglio impieghi rispetto alle controparti prenditrici. 2.1 Aspetti organizzativi

Il modello organizzativo di Gruppo in base al quale sono state strutturate le unità che presiedono all’attività creditizia, presenta la seguente articolazione:

Strutture della Capogruppo di controllo accentrato e coordinamento della Banca e delle Società Prodotto;

Strutture centrali preposte alla concessione e al Monitoraggio del Credito di UBI Banca; Filiere di business specializzate su segmenti di clientela specifici (Top Private Banking,

Corporate & Investment Banking, Remote Channels, Global Transaction Banking, etc); Macroaree Territoriali (di seguito MAT) e Direzioni Generali delle Società controllate,

dalle quali dipendono le Direzioni Crediti delle Società Prodotto.

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Nell’ambito della Capogruppo, le strutture del Chief Lending Officer, Chief Risk Officer, Chief Financial Officer, Chief Audit Executive presiedono alla gestione delle politiche creditizie, al monitoraggio complessivo del portafoglio impieghi, all’affinamento dei sistemi di valutazione, alla gestione del credito problematico ed al rispetto delle norme. All’interno di IWBank, la Direzione Crediti gestisce l’attività di erogazione del credito nel rispetto delle policy di Gruppo e sotto il monitoraggio delle strutture Chief Lending Officer e Chief Risk Officer di UBI Banca. Gli Organi deliberanti gli affidamenti creditizi agiscono secondo i criteri fissati dai Regolamenti interni ed in particolare trova generalizzata applicazione il principio di separatezza tra organo proponente e deliberante. Le facoltà delegate tengono inoltre conto del livello di rischio determinato dalla procedura di Internal Rating. Per tutti i soggetti (singoli o gruppi economici) a rischio basso con affidamenti in essere presso la Banca o le altre Banche e Società del Gruppo complessivamente superiori a 50 milioni di euro, ovvero superiori a 35 milioni di euro (rischio medio), ovvero oltre i 25 milioni di euro (rischio alto), la Capogruppo deve deliberare un Limite Operativo da intendersi come limite massimo di fido concedibile alla controparte a livello di Gruppo UBI. La competenza per la delibera di concessione / variazione / rinnovo / revoca dei Limiti Operativi è attribuita, sulla base di specifiche soglie, al Consiglio di Amministrazione o alla Direzione Crediti con obbligo di informativa alla Capogruppo in caso di delibera rilevante ai sensi della vigente policy a presidio dei rischi creditizi. La Banca, inoltre, deve richiedere alla Capogruppo un parere preventivo consultivo non vincolante a fronte di combinazioni di specifici importi di affidamento e determinate classi di rating interno. È compito della Capogruppo valutarne la coerenza con gli indirizzi di Gruppo in materia creditizia, secondo i criteri ed i parametri fissati nel Regolamento Fidi. Non è necessaria l’espressione del parere preventivo per gli affidamenti relativi a controparti singole o gruppi economici rientranti nell’applicazione delle disposizioni inerenti i Limiti Operativi. Le strutture attraverso le quali si articola IWBank assumono competenze di ordine creditizio e commerciale, nonché responsabilità di controllo sull’attività svolta direttamente e su quella posta in essere dalle unità gerarchicamente dipendenti. Nella Capogruppo il Chief Lending Officer è coadiuvato al suo interno dall’Area Politiche e Monitoraggio Crediti nella definizione delle regole e delle linee guida di riferimento per la gestione ed il presidio del portafoglio crediti del Gruppo monitorandone la qualità. La suddetta Area gestisce, inoltre, il sistema di reporting crediti unico a livello di Gruppo. Essa assicura il coordinamento della governance creditizia ed è inoltre dotata di un’unità centralizzata dedicata alla regolarizzazione dei crediti che supporta il Gestore di Relazione al fine di una tempestiva soluzione delle irregolarità creditizie (rate in mora/sconfini) rilevate sulla clientela performing, Privati e POE. La suddetta unità si avvale: i) di attività di phone collection che consistono nel sollecito telefonico finalizzato al rientro dello sconfino e all’assegnazione delle posizioni stesse a Società di Recupero Esterno per il rintraccio in caso di irreperibilità del cliente; ii) di attività di negoziazione accentrata, per analizzare le cause che hanno generato l’irregolarità e valutare la sostenibilità per il cliente di eventuali concessioni, al fine di individuare le soluzioni più idonee per la regolarizzazione della posizione. A riporto del Chief Lending Officer della Capogruppo UBI Banca, sono inserite due distinte strutture organizzative per la gestione del credito deteriorato, rispettivamente l’Area Recupero Crediti, che cura le posizioni a Sofferenza, nonché l’Area Credito Anomalo che gestisce le esposizioni classificate ad Inadempienza Probabile. L’Area Credito Anomalo di UBI Banca è costituita, da servizi e funzioni specializzate:

la Funzione Supporto Credito Anomalo deputata al monitoraggio del portafoglio di credito anomalo (escluse le Sofferenze) e al supporto al responsabile dell’Area Credito Anomalo;

il Servizio Ristrutturazioni ed Esposizioni Rilevanti per la gestione delle controparti in corso di ristrutturazione o classificate ad Inadempienze Probabili Ristrutturate di UBI Banca e delle Banche o Società Prodotto che hanno conferito mandato;

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il Servizio Credito Anomalo Privati, Aziende e Piccoli Tagli dedicato al presidio delle altre controparti deteriorate (con esclusione delle Sofferenze).

In forza di specifico mandato, l’Area Recupero Crediti di UBI Banca gestisce le posizione a sofferenza di IWBank. Nel corso degli ultimi anni la suddetta Area è stata oggetto di un importante intervento organizzativo e la sua attività è caratterizzata da: logiche di segmentazione e portafogliazione delle pratiche a Sofferenza, in funzione della dimensione e della complessità del credito; specializzazione dei processi di recupero e delle strutture preposte, coerentemente con i segmenti ed i portafogli individuati; monitoraggio dei processi di gestione delle pratiche; assegnazione di obiettivi di recupero ai gestori e la valutazione dei risultati conseguiti; attivazione di strategie mirate ad ottimizzare il recupero su specifici portafogli, quali, per esempio, il ricorso a operatori immobiliari per la valorizzazione degli immobili a garanzia dei finanziamenti ipotecari. La suddetta Area è organizzata al suo interno attraverso servizi dedicati a segmenti specifici:

il Servizio Supporto Credito Anomalo preposto al monitoraggio complessivo sia delle posizioni ad Inadempienza Probabile di Gruppo sia delle Società di Recupero Esterne (SRE);

il Servizio Recupero Piccoli Tagli, preposto alla gestione crediti in Sofferenza chirografari relativi a privati di importo inferiore ai 25.000 euro;

il Servizio Recupero Crediti Rilevanti, specializzato nella gestione dei crediti in Sofferenza sia privati che imprese, di importo superiore a 1 milione di euro, o con valore netto di bilancio superiore a 500.000 euro. Sono ricondotte a tale servizio anche specifiche tipologie di pratiche di particolare complessità;

i Servizi Recupero Crediti Privati e Aziende rispettivamente Nord e Sud, preposti alla gestione delle altre tipologie di crediti che non risultano incluse nel perimetro dei Piccoli Tagli e Crediti Rilevanti.

Nella struttura riferita al Chief Risk Officer, si collocano le Aree: Capital & Liquidity Risk Management e Credit Risk Management, che, nell’ambito dei rischi di credito, attraverso le specifiche funzioni a loro riporto e ciascuna per le proprie competenze:

definiscono criteri e metodologie di Gruppo per lo sviluppo di modelli interni di rating - probabilità di default (PD), perdita in caso di default (LGD) ed esposizione al default (EAD) - in linea con i requisiti normativi e le best practices;

definiscono le metodologie aziendali per l’attribuzione del rating di controparte; producono le analisi periodiche che illustrano il profilo di rischio del complessivo

portafoglio crediti e dei sottoportafogli commerciali, a livello di Gruppo e di singole legal entity, in termini di distribuzione per classi di rating, LGD e Perdita Attesa, tassi di decadimento degli impieghi e di concentrazione dei Clienti maggiormente esposti;

sviluppano, in collaborazione con la struttura riferita al Chief Financial Officer coerentemente con il principio contabile IFRS9 introdotto a partire dal 01/01/2018, le metodologie per la determinazione degli accantonamenti collettivi di bilancio nonché per la definizione della staging allocation;

elaborano i tassi di decadimento del Gruppo e ne definiscono le modalità di calcolo per singole legal entities;

forniscono i parametri di input (PD e LGD) al pricing dei prodotti. Nell’ambito del rischio di credito è previsto anche uno specifico presidio riguardante i crediti non performing anche alla luce delle nuove “Linee guida per le banche sui crediti deteriorati (NPL)”113 emanate a marzo 2017 dalla Banca Centrale Europea le quali prevedono per le Banche la definizione di una strategia per i Non Performing Loans114 con l’obiettivo di definire una governance per la loro gestione e di ridurne l’ammontare. Con riferimento alla funzione di controllo dei rischi, in particolare, le summenzionate linee guida disegnano uno specifico ruolo di controllo di secondo livello sia con riferimento al presidio del complessivo portafoglio NPL, sia con riferimento alla predisposizione del piano di remediation posto in essere dalle banche, sia riguardo la coerenza dei livelli di svalutazione

113 Linee guidfa per le banche sui crediti deteriorati (NPL), Banca Centrale Europea, Banking Supervision, marzo

2017 114 Non Performing Loans includono Past Due, Inadempienze Probabili e Sofferenze

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applicati. In linea con le indicazioni normative, la funzione di controllo rischi ha avviato i processi di backtesting richiesti e i controlli di Quality Assurance sulle perizie prodotte a supporto delle valutazioni. Inoltre nell’ambito della normativa sui controlli115, alla funzione di controllo dei rischi è anche attribuito il compito di monitorare il portafoglio complessivo, sia tramite verifiche massive che mediante analisi su singole posizioni in merito ai processi creditizi di monitoraggio, classificazione, svalutazione e recupero del credito. Al fine di porre in essere quanto richiesto dalla normativa il Gruppo, nell’ambito del Chief Risk Officer, si è dotato di una struttura volta ad effettuare i controlli di secondo livello. Inoltre, all’interno del Progetto Basilea 2, alla struttura riferita al Chief Risk Officer è attribuito un ruolo chiave nel:

fornire le linee guida in tema rischi di credito; definire il piano di roll-out dei modelli implementati in Capogruppo; monitorare il livello di copertura regolamentare con i modelli di rating interno; coordinare le attività relative allo sviluppo e mantenimento dei processi e sistemi di

rating interni; definire le policy di assunzione e gestione dei rischi creditizi.

L’Area Credit Risk Management, in particolare, declina operativamente le policy attraverso la predisposizione dei regolamenti attuativi e dei documenti di dettaglio, sia per la Capogruppo che per le singole legal entities, che illustrano gli aspetti relativi alla definizione, utilizzo, monitoraggio e informativa circa il rispetto delle linee guida e degli indicatori definiti. Tali documenti vengono recepiti dagli organi aziendali delle varie legal entities del Gruppo, che devono essere consapevoli del profilo di rischio e delle politiche di gestione definiti dagli organi di vertice della Capogruppo e contribuire, ciascuno secondo le proprie competenze, all’attuazione, in modo coerente con la propria realtà aziendale, delle strategie e politiche di gestione del rischio decise dagli organi di vertice della Capogruppo. L’Area, inoltre:

fornisce supporto specialistico con riferimento alla implementazione operativa delle policy e dei regolamenti attuativi relativi all’assunzione e la gestione del rischio di credito e monitora periodicamente la coerenza delle medesime con l’operatività del Gruppo, proponendo eventuali azioni correttive;

monitora l’avanzamento delle leve strategiche oggetto dell’Operational Plan della NPL Strategy di Gruppo;

supervisiona gli indicatori di monitoraggio della strategia di gestione dei crediti deteriorati al fine di verificare l’effettiva attuazione delle azioni volte al raggiungimento degli obiettivi stabiliti in fase di formulazione della strategia NPL.

Le strutture riferite al Chief Risk Officer, infine, declinano nel dettaglio e curano l’esecuzione di azioni di active credit portfolio management, finalizzate ad iniziative di mitigazione/controllo/trasferimento del rischio di credito, valutandone l’impatto sul capitale economico e sul requisito regolamentare. 2.2 Sistemi di gestione, misurazione e controllo

L’Area Credit Risk Management è responsabile della produzione della informativa di IW Bank sui rischi di credito, volta a monitorare l’andamento della rischiosità degli impieghi per forme tecniche/portafogli regolamentari. Il report della Società viene sottoposto trimestralmente all’attenzione del Consiglio di Amministrazione e descrive le distribuzioni per portafoglio regolamentare, per classi di rating interno e parametri di rischiosità. Vengono inoltre elaborati report “ad hoc” su temi specifici che riguardano le principali componenti del rischio di credito. Il complesso dei modelli che costituisce il Sistema di Rating Interni del Gruppo è gestito dalla struttura riferita al Chief Risk Officer con il supporto dell’Area Crediti.

115 Cfr. Circolare 263/2006 (15° aggiornamento) e Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013.

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Il rating viene calcolato secondo un approccio per controparte; coerentemente con quanto indicato nelle policy interne, con cadenza di norma annuale, viene monitorato al fine di valutarne la “ricalibrazione” tramite aggiornamento delle serie storiche. Per il portafoglio regolamentare “esposizioni verso Imprese”, i modelli di PD sviluppati dal Gruppo UBI esprimono una valutazione complessiva del rischio delle controparti attraverso la combinazione di una componente quantitativa e di una qualitativa. La componente quantitativa è sviluppata e integrata statisticamente: la tecnica scelta è quella della regressione logistica, tipicamente utilizzata per valutare i casi in cui la variabile dipendente (target) risulta essere di tipo dicotomico default/in bonis. La componente qualitativa del modello di rating, basata su informazioni raccolte dal Gestore della relazione o da una struttura centrale116 di UBI Banca per le posizioni Large Corporate, risponde all’esigenza di incorporare nello stesso aspetti qualitativi e informazioni sulla clientela, non standardizzabili automaticamente, che affianchino e completino le analisi quantitative per meglio intercettare le tendenze evolutive e la solidità creditizia delle controparti. Per le classi di Esposizioni al Dettaglio (per Imprese Retail e Privati), valgono le stesse considerazioni di cui sopra, fatto salvo che non viene considerata la componente qualitativa. La componente quantitativa di erogazione e monitoraggio valuta il merito creditizio delle imprese di minori dimensioni integrando valutazioni di tipo geo-settoriale, economico-finanziarie, andamentali esterne ed interne; la componente quantitativa di erogazione dei mutui ai privati valuta la rischiosità della controparte integrando informazioni di tipo anagrafico e di prodotto mentre la componente quantitativa di monitoraggio dei mutui ai privati valuta il merito creditizio integrando informazioni di tipo anagrafico e andamentale esterne ed interne. L’output dei modelli è rappresentato da 9 classi di rating a cui corrispondono le relative PD, calibrate comprendendo i default fino a dicembre 2016. Con riferimento alla LGD i parametri determinanti sono: 1) LGD Sofferenza e tempo medio di recupero (ATR), 2) LGD Downturn, 3) Danger Rate. LGD SOFFERENZA, per il calcolo dei valori di LGD relativi ai rapporti in stato di Sofferenza è stato sviluppato un modello che stima i valori di LGD Contabile relativi a tutto il processo di recupero (modello “Lifetime Contabile”) ed un modello che ricalibra questi valori in funzione dell’anzianità della sofferenza (modello “Defaulted Assets Contabile”). Per il calcolo dei valori di LGD relativi ai rapporti in stato diverso da Sofferenza è stato sviluppato un modello che stima i valori di LGD Economica relativi a tutto il processo di recupero (modello “Lifetime Economica”). La profondità storica di osservazione dei dati per la stima della LGD Sofferenza ex Banche Rete e UBI Banca garantisce sempre almeno otto anni di sofferenze chiuse. La data ultima di chiusura delle sofferenze è il 31/12/2016. TEMPO MEDIO DI RECUPERO (ATR), per i rapporti in stato di sofferenza i valori di LGD Contabile ottenuti dai modelli (Lifetime e Defaulted Assets) sono attualizzati ad un tempo medio di recupero; questo parametro è ottenuto tramite un modello ad hoc. LGD DOWNTURN, è la stima, per i modelli econometrici regolamentari, della perdita economica realizzata sulle sofferenze in periodo di recessione, individuata mediante calcolo di un fattore correttivo della LGD Sofferenza rappresentativo della maggiore rischiosità attesa rispetto alla media di lungo periodo. Tale fattore correttivo viene applicato in misura moltiplicativa ai tassi di recupero. DANGER RATE, è il parametro che è necessario applicare alla LGD stimata (ovvero, LGD Sofferenza * LGD Downturn) per le controparti performing e non performing (relativamente agli stati di default Past Due e Inadempienza Probabile). Tale parametro definisce il possibile percorso di una controparte bonis o non performing (diverso da sofferenza) verso lo stato assorbente di sofferenza. Per la sua stima è necessario calcolare tre specifiche componenti:

- Probabilità di migrazione tra stati di default che misura la probabilità di classificazione a sofferenza rispettivamente dagli stati bonis, past due e inadempienza probabile;

- Delta Esposizione che misura la variazione di esposizione osservata dalla data di classificazione a default alla data di migrazione a sofferenza;

116 Tale soluzione è stata adottata per garantire un presidio accentrato da parte di specialisti nella valutazione di

posizioni di grandi dimensioni, con uniformità di valutazioni all’interno del Gruppo.

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- Costi indiretti relativi al processo di gestione del credito anomalo. La profondità storica di osservazione dei dati per la stima del Danger Rate corrisponde al periodo gennaio 2007 - dicembre 2016 per il segmento regolamentare Corporate e al periodo gennaio 2009 - dicembre 2016 per il segmento regolamentare Retail. All’interno del Gruppo, i processi del credito si articolano sulle informazioni veicolate dal sistema di rating, come sotto dettagliato. Le unità operative coinvolte nel processo di erogazione e rinnovo del credito utilizzano i rating interni, che costituiscono elementi essenziali e imprescindibili delle valutazioni formulate in sede di istruttoria e revisione dei fidi; l’articolazione delle deleghe, definita tenendo conto del profilo di rischio del cliente e della transazione rappresentata dal rating e dalla Perdita Attesa, è gestita tramite l’applicativo della Pratica Elettronica di Fido (PEF). I rating sono utilizzati anche nel monitoraggio del credito e nell’ambito sia del sistema di reporting direzionale, sia dei flussi informativi resi disponibili alle strutture coinvolte nel processo del credito. L'attribuzione di una classe di rating diversa da quella calcolata dal Sistema di Rating Interno in base ai modelli adottati avviene attraverso la proposta di un override sul rating che presenta modalità di presentazione, di esame e di validazione diversificate nei casi di:

override migliorativo; override peggiorativo.

Tali variazioni sono motivate dalla valutazione di informazioni non già considerate dal modello di rating, non adeguatamente pesate dal modello o la cui influenza futura si intende anticipare. Oltre al processo di erogazione, rinnovo, e monitoraggio del credito ed al processo di reporting direzionale, sopra descritti, i processi direttamente impattati dai rating interni o nei quali vengono utilizzate le stime interne di PD ed LGD sono: Calcolo dell’impairment collettivo sui crediti in bonis

Con riferimento al tema si rimanda a quanto scritto a riguardo nel successivo paragrafo 2.3 “Metodi di misurazione delle perdite attese”. Calcolo dei livelli di prezzo minimo teorico relativi a impieghi verso clientela

Il prezzo minimo teorico è il prezzo di break-even che assicura la remunerazione della rischiosità degli impieghi quali la Perdita Attesa e la Perdita Inattesa, ossia il costo del capitale assorbito secondo quanto previsto dalla Normativa di Vigilanza prudenziale. Il prezzo minimo teorico esprime il livello di redditività aggiustata per il rischio coerente con le logiche di creazione di valore in essere nel Gruppo UBI Banca. Creazione di valore, capital allocation e sistema incentivante

Il Gruppo UBI nell’ambito dei processi di capital allocation applica metodologie di valutazione delle performance aggiustate per il rischio, tese a rilevare e sintetizzare gli effetti delle variabili economiche, patrimoniali, di rischio (rettifiche di valore) e capitale (attività ponderate per il rischio e la perdita attesa al netto dei fondi di accantonamento su crediti) che influenzano e impattano la creazione di valore per l’azionista. La creazione di valore è pienamente recepita dal sistema incentivante in quanto elemento determinante di attivazione dello stesso. Prove di stress

Il Gruppo UBI Banca, al fine di valutare le proprie vulnerabilità a livello di gestione del capitale e della liquidità ha sviluppato delle tecniche quantitative e qualitative con le quali valuta la propria esposizione a eventi eccezionali ma plausibili. IW Bank, quale società del Gruppo UBI, partecipa alle prove di stress effettuate a livello consolidato. Nel corso del 2018 inoltre, è proseguita l’attività di revisione, aggiornamento e adozione di policy e di regolamenti per la gestione del rischio di credito. Di seguito vengono elencate le policy in essere, con un cenno ai principali contenuti.

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Policy a presidio dei Rischi Creditizi

All’interno del Gruppo UBI sono presenti la “Policy a presidio dei rischi creditizi del Gruppo UBI”, i relativi regolamenti attuativi e documenti di declinazione dei limiti, sia a livello di Gruppo che a livello di singole Banche e Società. Tale disciplina permette di mettere a fattor comune le logiche di assunzione del rischio e le modalità di gestione dello stesso sull’intero perimetro di Gruppo e di uniformare gli indicatori di rischio, tenendo conto delle specificità di ogni categoria di rischio. In particolare, la policy declina i limiti e definisce le modalità di assunzione delle seguenti categorie di rischio:

- rischio di credito: rischio di subire perdite derivanti dall’inadempienza di una controparte nei confronti della quale esiste un’esposizione creditizia. Il rischio di credito viene distinto nelle seguenti fattispecie:

- rischio di credito relativo alla operatività con la clientela ordinaria, con uno specifico focus relativamente al rischio di credito per operatività in finanza strutturata;

- rischi di credito relativo alla operatività con la clientela istituzionale e con la clientela ordinaria residente in Paesi a rischio;

- rischio di concentrazione: rischio derivante dall’esistenza di esposizioni di importo rilevante verso singole controparti o gruppi economici.

Clientela ordinaria

Con riferimento alla clientela ordinaria vengono stabiliti norme, principi e limiti per la gestione del rischio di credito, sulla base della disponibilità dei risk drivers prodotti dal modello di rating interno (classe di rating, probabilità di default e loss given default). L’articolazione dei limiti si sostanzia in una serie di indicatori espressi in termini di: allocazione di capitale, valori massimi di rischiosità (intesa come perdita attesa massima (early warning) e target e come costo del credito), limiti di assunzione dei rischi in termini di distribuzione delle esposizioni per classi di rating e in presidi qualitativi. L’Area Credit Risk Management produce informativa trimestrale circa il rispetto degli indicatori posti per tutte le Aree interessate e per gli organi societari. Finanza strutturata

E’ stato posto uno specifico focus con riferimento alla operatività in finanza strutturata (specialised lending e leveraged transaction117). Per operazioni di finanza strutturata si intendono operazioni di finanziamento non standard, definite in base a esigenze particolari di clienti, solitamente effettuate per investimenti, industriali o infrastrutturali, ovvero caratterizzate da un elevato livello di leva finanziaria. Relativamente alla clientela Finanza Strutturata i limiti per ciascuna controparte sono definiti sulla base di un’analisi effettuata mediante un modello di portafoglio che considera la rischiosità e le caratteristiche del portafoglio di Finanza Strutturata, il capitale early warning ad esso attribuito e l’assorbimento di Primo Pilastro (relativo ai rischi di credito) e di Secondo Pilastro (a copertura del rischio di concentrazione single name). In particolare sono definiti: limiti di rischiosità complessiva derivante dall’assorbimento patrimoniale in funzione dei target di ratio patrimoniali; limiti per singola esposizione sia a livello individuale sia consolidato, sulla base del rating della controparte in aggiunta ai criteri fissati dalla vigilanza; limiti di rischiosità del portafoglio sulla base della perdita attesa target e massima (sul solo sottoportafoglio delle esposizioni per cassa leveraged transaction performing118).

117 Finanziamenti che evidenziano le caratteristiche previste dalle Guidance on Leveraged Transactions emanate

dalla Banca Centrale Europea nel maggio 2017. Rientrano in questa categoria le operazioni committed verso controparti con un rapporto tra debito e EBITDA post finanziamento superiore a 4 e/o controparti di proprietà di uno o più sponsor finanziario, ovvero società d’investimento in private equity o LBO con orizzonte temporale dell’investimento oltre i sei mesi

118 Per il sottoportafoglio specialised lending non sono definiti valori di perdita attesa regolamentare target ed early warning in quanto il Gruppo UBI è stato autorizzato su tali esposizioni ad applicare, per fini regolamentari, la metodologia Slotting Criteria.

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Controparti Istituzionali e Paese

Con riferimento alla clientela istituzionale e ordinaria residente in Paesi a rischio, la policy a presidio dei rischi e i relativi regolamenti attuativi e documenti di declinazione limiti stabiliscono le norme, i principi e i limiti finalizzati a garantire un adeguato presidio dell’intero processo di assunzione, gestione e monitoraggio del rischio di credito in questo comparto. Rischio di concentrazione

Il rischio di concentrazione viene trattato all’interno dei cosiddetti rischi di secondo pilastro. Per tener conto della maggiore sensibilità di un portafoglio più concentrato, la policy pone uno specifico requisito patrimoniale. Il rischio di concentrazione single name viene trattato attraverso la definizione di limiti massimi di esposizione per la singola controparte, al fine di limitare i rischi di instabilità che deriverebbero da elevati tassi di concentrazione degli impieghi nei confronti di grandi prenditori nel caso di un eventuale default degli stessi. I limiti definiti sono declinati in funzione del rating della controparte e della tipologia di operazione. I contenuti dalla policy sono declinati in un Regolamento attuativo e in un Documento di declinazione dei limiti, quest’ultimo approvato dal Consiglio di Gestione. Policy di offerta di mutui tramite intermediari

La Policy disciplina le modalità di ricorso a reti esterne per l’offerta di mutui a clientela non captive, al fine di contenere potenziali rischi di credito, rischi operativi e rischi reputazionali. Più in dettaglio, il documento di Policy definisce:

vincoli minimi di capitalizzazione delle società di intermediazione e divieto di accordi diretti con mediatori creditizi ed agenti immobiliari;

contenuti minimi della convenzione tra rete di intermediazione e Società del Gruppo UBI, tra i quali si ricorda, ad esempio, la previsione di una lista minima di indicatori di rischio da monitorare, per i quali deve essere previsto in convenzione il mantenimento all’interno di valori soglia, superati i quali si attivano meccanismi di penalizzazione (nel caso in cui si siano superati i valori soglia massimi di rischio) o di premio economico (nel caso di conseguimento di livelli di rischio particolarmente bassi) della rete;

obbligo in capo alla banca stipulante la convenzione di avviare un processo che garantisca il monitoraggio dell’andamento degli indicatori di rischio di cui sopra, con un supporto da parte della Capogruppo.

Policy sul rischio derivante da cartolarizzazioni

La “Policy sul rischio derivante da cartolarizzazioni”119 definisce le linee guida che il Gruppo si pone con riferimento alla gestione del rischio derivante dalle attività di cartolarizzazione, inteso come “il rischio che la sostanza economica dell’operazione di cartolarizzazione non sia pienamente rispecchiata nelle decisioni di valutazione e di gestione del rischio”. Tale rischio è riferito alle operazioni di cartolarizzazione sia di tipo tradizionale che sintetico, riguardo alle quali il Gruppo si pone come originator, che comportano la cessione, almeno parziale, del rischio relativo agli attivi oggetto di cartolarizzazione. Il processo di realizzazione di una cartolarizzazione prevedee la formalizzazione dell’obiettivo dell’operazione e del ruolo svolto dal Gruppo UBI nell’ambito della medesima, la quantificazione degli impatti sul bilancio e gli aspetti fiscali, la coerenza con gli indirizzi di sviluppo del portafoglio crediti nonché la verifica circa il pieno soddisfacimento dei requisiti prescritti dalla Normativa di Vigilanza e dalle altre disposizioni normative interne ed esterne. Per l’assegnazione del rating delle obbligazioni emesse e/o delle tranche, il Gruppo UBI fa riferimento alle sole Agenzie di rating riconosciute da Banca d’Italia (ECAI – External Credit Assessment Institution).

119 Con l’aggiornamento del Risk Appetite Framework 2018 si è provveduto ad integrare la presente Policy in uno

specifico capitolo della “Policy a presidio dei rischi creditizi”.

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Policy a presidio delle garanzie acquisite ai fini della Credit Risk Mitigation

Nel corso del 2018, l’Area Credit Risk Managemet ha introdotto una nuova “Policy a presidio delle garanzie acquisite ai fini della Credit Risk Mitigation“, in sostituzione della precedente policy sul “rischio residuo” che, con riferimento ai rischi individuati nei documenti “RAF - Propensione al rischio” e “RAF - I rischi nel Gruppo UBI Banca”, ha stabilito le linee guida relative al governo delle garanzie acquisite sia in fase iniziale, sia in fase di gestione e monitoraggio. La policy, inoltre, stabilisce sia il processo di monitoraggio sia gli indicatori di riferimento per il rischio “residuo” (ovvero le garanzie legate alla Credit Risk Mitigation); tale rischio rientra tra quelli non misurabili previsti dalla Normativa di Vigilanza con riferimento al Secondo Pilastro e, pertanto, non oggetto di allocazione di capitale interno. In ambito di Credit Risk Mitigation, la policy verifica la coerenza di quanto previsto nella normativa sul presidio degli strumenti di Credit Risk Mitigation, nel rispetto delle linee guida definite dagli Organi Aziendali e verifica “ex post” l’effettiva applicazione della normativa interna e l’efficacia/efficienza del modello di gestione delle garanzie nell’ambito dell’attività di controllo crediti di secondo livello. In tale contesto sono stati definiti gli orientamenti strategici relativi al rispetto dei criteri prudenziali di ammissibilità e ai requisiti minimi di gestione delle garanzie acquisite e gli indicatori oggetto di monitoraggio se rilevanti per il corretto presidio dell’attività di CRM. Policy in materia di controlli interni a presidio delle attività di rischio e dei conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati

La “Policy in materia di controlli interni a presidio delle attività di rischio e dei conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati” recepisce le disposizioni emanate da Banca d’Italia in materia di “Attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti dei soggetti collegati”. Il rischio controparti collegate origina dal fatto che “la vicinanza di taluni soggetti ai centri decisionali della banca possa compromettere l’oggettività e l’imparzialità delle decisioni relative alla concessione di finanziamenti e ad altre transazioni nei confronti dei medesimi soggetti, con possibili distorsioni nel processo di allocazione delle risorse, esposizione della banca a rischi non adeguatamente misurati o presidiati, potenziali danni per depositanti e azionisti”. La policy definisce le linee guida e i criteri per l’adozione da parte del Gruppo nel suo complesso di opportuni assetti organizzativi, sistemi di controlli interni e specifiche politiche interne a presidio di tale rischio nei due ambiti definiti dalla normativa: limiti prudenziali e procedure deliberative. Infine, per tener conto di potenziali rischi di conflitti di interesse determinati da controparti che non rientrano, in senso stretto, tra i soggetti collegati ma la cui attività professionale potrebbe avere comunque un impatto rilevante sul profilo di rischio della banca (es. c.d. “Persona rilevante”120, ovvero il dipendente o il collaboratore di Società del Gruppo che non sia parte correlata e che sia ascrivibile al perimetro del “personale più rilevante”) il Gruppo UBI si dota, in coerenza con quanto stabilito per le controparti collegate, di opportuni presidi per la gestione delle operazioni in cui tali soggetti potrebbero avere direttamente o indirettamente un proprio e diverso interesse. Policy a presidio del rischio partecipativo

La “Policy a presidio del rischio partecipativo” completa l’adozione di policy a presidio dei vari rischi a cui è esposto il Gruppo UBI in relazione alle proprie caratteristiche operative ed organizzative e recepisce le disposizioni emanate da Banca d’Italia in materia di “Partecipazioni detenibili”.

120 crf. anche “Policy Unica in materia di operazioni con Parti Correlate ai sensi del Regolamento Consob n.

17221/2010, Soggetti Collegati ai sensi delle Disposizioni di Vigilanza 263 di Banca d’Italia, Personale Rilevante del Gruppo UBI, Soggetti Rilevanti ai sensi dell’Articolo 136 TUB e Altri Soggetti Rilevanti”, c.d. “Policy Unica” e “Regolamento per la disciplina delle operazioni con soggetti collegati del Gruppo UBI”) che contiene la disciplina, in termini di principi e linee guida, da adottare con riferimento a tutte le situazioni di effettivo o potenziale conflitto di interesse.

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Per Rischio Partecipativo si intendono le “Esposizioni in strumenti di capitale”121 assunte dal Gruppo, con esclusione delle partecipazioni consolidate integralmente, relativamente a:

partecipazioni detenute direttamente sia in società finanziarie che non finanziarie e partecipazioni detenute indirettamente in Fondi di Private Equity (non vengono considerate le partecipazioni in Banca Assurance in quanto ricomprese nel Rischio Assicurativo);

altri strumenti di capitale che non abbiano una liquidabilità giornaliera (equity, OICR, fondi immobiliari, hedge fund, esposizioni debitorie e non debitorie, compresi i titoli di debito rappresentanti passività subordinate, che conferiscono un credito residuale subordinato, impegni residui, etc.) rientranti nei portafogli di Banking Book;

partecipazioni acquisite in imprese in temporanea difficoltà finanziaria e per recupero crediti.

Con l’adozione della policy il gruppo adotta opportuni presidi diretti a:

contenere il rischio di un eccessivo immobilizzo dell’attivo derivante da investimenti partecipativi in imprese finanziarie e non finanziarie;

con specifico riferimento alle imprese non finanziarie, promuovere una gestione dei rischi e dei conflitti di interesse conforme al criterio della sana e prudente gestione.

E’ stato, infine, posto uno specifico focus con riferimento alla operatività in private equity, che consiste nella assunzione di quote di una società target sia acquisendo azioni esistenti da terzi sia sottoscrivendo azioni di nuova emissione apportando nuovi capitali all'interno della società target. In particolare, vengono definiti la mission e le strategie di riferimento distinguendo tra l’attività di acquisizione di partecipazioni dirette e di sottoscrizione di quote di fondi di private equity promossi da entità del Gruppo e da terzi. 2.3 Metodi di misurazione delle perdite attese

L’IFRS 9 prevede un unico modello di impairment, da applicare alle attività finanziarie valutate al costo ammortizzato e a quelle valutate al fair value con contropartita a OCI (Other Comprehensive Income122, leggasi patrimonio netto) nonché alle garanzie finanziarie e agli impegni ad erogare finanziamenti, caratterizzato da una visione prospettica, che richiede la rilevazione immediata delle perdite su crediti anche se solo previste. Gli aspetti maggiormente interpretativi del principio, relativamente alle modalità di calcolo dell’impairment degli strumenti finanziari (crediti e titoli di debito), classificati e valutati al costo ammortizzato o a FVOCI, sono relativi:

alla stage allocation degli strumenti finanziari in funzione della determinazione del significativo incremento del rischio di credito; e

all’inclusione di scenari c.d. forward looking nella definizione della stage allocation e nella determinazione dell’Expected Credit Loss (ECL)123.

Stage allocation

Con riferimento alle attività finanziarie che non siano impaired al momento dell’acquisto (ovvero all’origine), in funzione delle previsioni in materia di impairment dell’IFRS 9, le medesime sono suddivise in tre stage e la rilevazione delle perdite attese é determinata, in funzione dello stage di assegnazione come sintetizzato in tabella. 121 Cfr. “Regolamento UE n.575/2013” art. 133 ad eccezione delle posizoni con liquidabilità giornaliera e/o già

ricomprese in altri rischi definiti nel “RAF – Propensione al Rischio”. 122 Diverse dai titoli di capitale cui l’entità decide di applicare la c.d. OCI election. 123 Il principio definisce le perdite su crediti attese come “la media ponderata delle perdite su crediti sulla base delle

probabilità che si verifichi un default”. La stima della perdita attesa deve essere effettuata considerando gli scenari possibili, tenendo pertanto in considerazione le migliori informazioni disponibili su: eventi passati, condizioni correnti, previsioni supportabili su eventi futuri (cosiddetto “forward looking approach”).

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Stage Performing/Non Performing Calcolo importo Perdita attesa

Stage 1

Attività finanziarie performing per le quali non si sia rilevato, rispetto all’iscrizione iniziale, un incremento significativo del rischio di credito

oppure il cui rischio di credito sia ritenuto basso.

Commisurata all’importo della perdita su crediti attesa nei successivi 12 mesi

(perdita attesa che risulti da eventi di default sull’attività finanziaria che siano ritenuti possibili entro 12 mesi dalla data

del periodo di riferimento).

Stage 2

Attività finanziarie performing per cui si è rilevato, successivamente all’iscrizione iniziale, un incremento significativo del rischio di credito.

Commisurata all’importo della perdita su crediti attesa su tutta la vita dello

strumento (perdita attesa che risulti da eventi di default sull’attività finanziaria che siano ritenuti possibili lungo l’intera

vita dell’attività finanziaria).

Stage 3 Attività finanziarie non performing.

Commisurata all’importo della perdita su crediti attesa su tutta la vita dello

strumento (perdita attesa che risulti da eventi di default sull’attività finanziaria che siano ritenuti possibili lungo l’intera

vita dell’attività finanziaria).

Ciò premesso, si specifica che il modello di stage allocation del Gruppo, basato su una logica per singolo rapporto, o tranche se titolo di debito (vedasi quanto riportato nel seguito), ai fini della misurazione dell’incremento significativo del rischio di credito dalla data di prima iscrizione dello strumento finanziario a quella di valutazione, prevede l’utilizzo di criteri sia qualitativi che quantitativi. Più in dettaglio, il passaggio di uno strumento finanziario da stage 1 a stage 2 è determinato dal verificarsi di una delle seguenti variabili:

variazione della Probability of Default (PD) life time rispetto ad un valore soglia, specifico per ogni rapporto, determinato in funzione delle caratteristiche rilevanti di rischiosità;

presenza di uno scaduto / sconfino continuativo a livello di controparte di almeno 30 giorni, se superiore a soglia di rilevanza alla normativa di vigilanza in tema di classificazione a deteriorato;

concessione di una misura di forbearance; In particolare, in relazione all’indicatore quantitativo (variazione della PD lifetime), il significativo incremento del rischio di credito (SICR) è determinato di norma mettendo a confronto la variazione relativa della PD lifetime, registrata tra la data di prima iscrizione del rapporto, o tranche se titolo di debito, e quella di osservazione, con dei valori soglia specifici per ogni rapporto che considerino le caratteristiche rilevanti di rischiosità. L’attribuzione della PD lifetime ai singoli rapporti viene effettuata in funzione del segmento e della classe di rating assegnati al debitore, o emittente titoli di debito, sia alla data di prima iscrizione sia all’osservazione. Le PD utilizzate nella valutazione del SICR sono le medesime utilizzate per il calcolo dell’Expected Credit Loss, che includono la previsione dei fattori macro-economici futuri tramite l’applicazione di appositi modelli satellite (vedasi quanto riportato di seguito). La sopradescritta variazione relativa di PD life time rappresenta l’indicatore quantitativo della variazione del rischio di credito riscontrata nel periodo di riferimento. Al fine di stabilire se un incremento sia da ritenersi significativo, e pertanto comportare una differente allocazione negli stage, sono definite apposite soglie:

qualora la variazione relativa di PD life time osservata sulla posizione sia inferiore alla soglia di significatività, allora l’incremento del rischio di credito viene ritenuto non significativo e la posizione è classificate in stage 1 con valutazione della perdita attesa nei successivi 12 mesi;

qualora la variazione relativa di PD life time osservata sulla posizione sia superiore alla soglia di significatività, allora l’incremento del rischio di credito viene ritenuto significativo e la posizione è classificata in stage 2 con valutazione delle perdita attesa su tutta la vita residua dello strumento.

Tale valore soglia è determinato mediante modelli statistici derivanti dall’analisi della distribuzione delle variazioni di PD life time nel portafoglio. La calibrazione della soglia è definita ad un livello per il quale l’incremento significativo del rischio di credito è posto almeno

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pari al livello di deterioramento di lungo termine del portafoglio, il quale viene osservato dalle matrici di migrazione storiche dei rating. Le soglie sono differenziate per segmento di controparte e tipologia di esposizione e sono condizionate alle caratteristiche rilevanti di rischiosità:

al rischio che il default si verifichi su uno strumento finanziario alla data di iscrizione; alla permanenza dello strumento nel portafoglio; alla scadenza residua dello strumento.

Ulteriormente il Gruppo ha deciso di:

ribattere la presunzione secondo cui una posizione scaduta da almeno 30 giorni è da classificare automaticamente nello stage 2, solamente con riferimento a crediti afferenti a specifiche aree di business comportando pertanto, in assenza di altri indicatori, il mantenimento del rapporto nello stage 1;

esercitare, in fase di FTA nonché a regime, e solo limitatamente al portafoglio Titoli Sovereign in considerazione delle caratteristiche proprie dei titoli in portafoglio, la “Low Credit Risk Exemption”. In funzione di ciò, gli strumenti, che sono connotati da basso rischio di credito, nel caso di specie identificato con il livello di rating “investment grade” (ovvero un perimetro caratterizzato da basso rischio anche alla luce delle statistiche dei default rate pubblicate da “External Credit Assessment Institution” - c.d. “Agenzie ECAI”), sono classificati in stage 1. Successivamente, qualora tali titoli perdessero il livello di “Investment grade” i medesimi saranno oggetto di trasferimento ad altro stage unicamente in funzione di un eventuale significativo incremento del rischio di credito rispetto alla data di iscrizione iniziale;

utilizzare il metodo FIFO (First In-First Out), al fine di confrontare, per ogni singola tranche di titoli di debito acquistata, il merito creditizio originario della medesima con quello ad essa attribuito alla data di reporting.

Il modello di Stage Allocation è un modello simmetrico ossia prevede il passaggio da Stage 1 a Stage 2 e viceversa. In particolare, se nella precedente data di bilancio uno strumento finanziario era stato classificato in Stage 2, ma all’attuale data di bilancio questo non soddisfa più i requisiti per la rilevazione di un fondo pari alle perdite attese lungo tutta la vita dello strumento, tale posizione viene riclassificata in Stage 1. Non sono pertanto applicati specifici criteri di permanenza in Stage 2, se non quelli propri dei parametri quantitativi e qualitativi che determinano lo staging (ad esempio con riferimento alle esposizioni forborne). In funzione di quanto sopra, a seguito del modificarsi di tali parametri e della conseguente riallocazione in stage 1, non si ritiene necessario considerare ulteriori tempi di permanenza in stage 2, poiché la sostenibilità del miglioramento del merito creditizio del cliente è già valutata durante i processi trattati dalla normativa di riferimento di ciascun parametro di staging. Ai fini dell’allocazione delle esposizioni nei diversi stage alla data di prima applicazione del principio, le esposizioni performing sono state classificate negli stage 1 e 2, diversamente dalle esposizioni non performing che sono state allocate nello stage 3. Con riferimento a tali ultime esposizioni, si specifica che il Gruppo UBI Banca è allineato alla definizione di cui alla Circolare n. 262/2005 della Banca d’Italia, vale a dire che le medesime corrispondono alla somma di esposizioni scadute deteriorate, inadempienze probabili e sofferenze, così come definite dalle vigenti disposizioni in materia di Vigilanza. Stima dell’Expected Credit Loss e inclusione degli scenari forward looking

La quantificazione delle c.d. “Expected Credit Losses” (ECL), leggasi le perdite attese da rilevare a Conto economico quali rettifiche di valore, è determinata in funzione della presenza o meno di un incremento significativo del rischio di credito dello strumento finanziario rispetto a quello determinato alla data di rilevazione iniziale del medesimo. Tali svalutazioni sono effettuate sulla base di parametri di rischio stimati per cluster omogenei differenziati sulla base della tipologia e della rischiosità di controparte (segmento di rischio e rating interno/esterno) e per le caratteristiche della forma tecnica della singola esposizione.

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L’approccio generale adottato dal Gruppo ai fini della quantificazione delle perdite attese su crediti è di garantire raccordabilità con i parametri di rischio regolamentari. Stage 1 e 2

Le perdite attese sono una stima delle perdite (ossia il valore attuale di tutti i possibili futuri mancati incassi) definite sulla base delle probabilità di default lungo la vita attesa dello strumento finanziario. In dettaglio, la stima delle perdite attese scaturisce dall’applicazione al debito residuo, ad ogni data di pagamento, della stima della perdita in caso di default (Loss Given Default - LGD) e della probabilità marginale di default (Marginal PD). Le perdite attese nei 12 mesi successivi sono una frazione delle perdite attese lungo tutta la vita del credito, e rappresentano le perdite che si determineranno se un inadempimento si verificasse nei 12 mesi successivi alla data di riferimento del bilancio. Le perdite attese, lifetime o nei 12 mesi, sono attualizzate alla data di riferimento del bilancio, utilizzando il tasso di interesse effettivo dello strumento finanziario determinato in sede di rilevazione iniziale opportunamente aggiornato in caso di strumento a tasso di interesse variabile; in sua assenza, viene utilizzato il tasso contrattuale o una media dei tassi di portafoglio per fattispecie residuali (principalmente riconducibili ad esposizioni fuori Bilancio). Con riferimento al modello di calcolo dell’Expected Credit Loss (ECL) per la misurazione della perdita attesa degli strumenti classificati in stage 1 e 2 sono stati apportati specifici adeguamenti ai parametri di rischio stimati a fini regolamentari per assicurare la piena coerenza, al netto delle differenti previsioni normative, fra trattamento contabile e regolamentare. I principali adeguamenti sviluppati sono volti a:

introdurre componenti point-in-time (di seguito PIT) ai parametri stimati in ottica through-the-cycle124 secondo le previsioni regolamentari;

introdurre scenari c.d. forward looking (leggasi prospettici); estendere i parametri di rischio di credito ad un orizzonte pluriennale.

I parametri di rischio (PD, LGD e CCF - Fattore di conversione Creditizia) sono attribuiti agli strumenti secondo una gerarchia di regole per cui vengono applicati prioritariamente modelli calibrati su dati interni del Gruppo, e modelli calibrati su dati di “Agenzie ECAI” su portafogli per cui non sono disponibili osservazioni interne. Ad ogni strumento è associata una curva di probabilità di default in funzione del segmento di appartenenza della controparte e del rating, secondo un processo di attribuzione del rating che tiene conto della disponibilità di una valutazione interna a livello di Gruppo o di una valutazione ECAI. In assenza di tali valutazioni viene assegnata, per le esposizioni tendenzialmente riconducibili ai segmenti di clientela non coperti da modelli interni di rating, la curva benchmark di PD lifetime AIRB che meglio approssima la rischiosità dell’esposizione e, solo in casi residuali, è attribuito il rating dello Stato di appartenenza della controparte peggiorato di un notch. La base di partenza per la stima delle PD è rappresentata dai parametri dei modelli interni AIRB, tali parametri vengono aggiustati, laddove necessario, al fine di renderli conformi con i requisiti del Principio Contabile. In particolare con riferimento a:

le curve di PD Multi-periodali Through the cycle; l’aggiustamento PIT, che viene fattorizzato attraverso la ri-calibrazione ad un anno

dell’orizzonte temporale storico di stima; l’integrazione delle variabili macroeconomiche e forward-looking, effettuate mediante

l’ausilio dei modelli satellite sviluppati ai fini di stress test sul rischio di credito. La determinazione della perdita attesa in caso di default - LGD IFRS 9 compliant - avviene mediante l’applicazione di specifici correttivi apportati alle LGD regolamentari interne in continuità con le logiche IAS 39.

124 Secondo tale approccio sono rimossi i fattori ciclici dalla stima dei parametri di rischio, cogliendo la componente

di lungo periodo nel merito di credito dei soggetti debitori indipendentemente dallo stato dell'economia al momento della valutazione. Diversamente, un approccio “point-in-time” produce parametri di rischio sensibili alle variazioni macroeconomiche di breve periodo del ciclo economico.

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Rispetto alle LGD regolamentari, la LGD IFRS 9 ha le seguenti differenze:

considerazione di garanzie non ammissibili secondo le regole di Credit Risk Mitigation contenute nelle Disposizioni di Vigilanza;

esclusione dei costi indiretti, in quanto già imputati a Conto Economico; esclusione dell’effetto downturn.

Laddove non siano applicabili modelli interni di LGD gestionale stimati su dati interni del Gruppo, sono applicati modelli a partire dai recovery rate empirici delle agenzie ECAI; oppure è assegnato il valore di LGD previsto per le posizioni senior unsecured nel metodo FIRB nelle disposizioni prudenziali per i portafogli marginali per cui non sono disponibili serie storiche interne o esterne (e. g. Crediti verso Banche). Con particolare riguardo alla previsione del principio contabile di incorporare nella stima delle perdite attese scenari forward looking anche di tipo macroeconomico, il Gruppo UBI Banca ha deciso di includere i medesimi, nonché le previsioni relative agli andamenti geosettoriali (negli ambiti in cui opera la controparte), in modelli interni già disponibili sviluppati per le finalità di Stress Test sul rischio di credito che sono stati oggetto di necessari aggiustamenti al fine di renderli compatibili con le specifiche previsioni del nuovo principio. Nel rispetto delle previsioni dell’IFRS 9, per cui la stima dell’ECL deve essere il risultato della ponderazione di una serie di possibili scenari prospettici (c.d. “probability weighted”), tali modelli contemplano l’utilizzo di scenari “most likely”, ovvero l’utilizzo dello scenario ritenuto maggiormente probabile, unitamente a scenari “best” e “worst”, ad ognuno dei quali viene associata una percentuale di accadimento. Tali scenari macroeconomici sono coerenti con quelli assunti per le diverse finalità, quali ad esempio di budget e di capital allocation. La definizione delle probabilità di accadimento degli scenari e della ponderazione suddetta influenza il livello dell’ECL. A tal proposito si precisa che il Gruppo ha associato una probabilità pari al 70% allo scenario “most likely” e del 15% agli scenari “best” e “worst”. Ai fini dell’elaborazione di scenari macroeconomici che includono proiezioni su indicatori macroeconomici e finanziari nazionali ed internazionali, il Gruppo UBI Banca utilizza un “Modello Previsionale Integrato” le cui previsioni sono oggetto di periodico aggiornamento. Il Modello è impiegato nella costruzione dello scenario baseline (Most-Likely) di norma basato esclusivamente sull’output delle equazioni dello stesso. Viene successivamente effettuata sia un’analisi di benchmarking prendendo come riferimento i principali istituti internazionali (quali, a titolo esemplificativo, FMI, BCE ed OCSE) sia una verifica dell'eventuale presenza di elementi esterni, tipicamente di politica internazionale e monetaria, esogeni al modello, solitamente non prevedibili né analizzabili con modelli statistici, ma che possono essere tali da avere un effetto non trascurabile sulle previsioni. Con riferimento alle principali variabili (es. PIL Italia, inflazione Italia, tasso di disoccupazione Italia, prezzi degli immobili residenziali e di quelli non residenziali nazionali, cambio euro/dollaro, Euribor a 3 mesi, rendimento del BTP decennale) e ai principali Stati europei e mondiali è prevista l’elaborazione di scenari alternativi (Add-On) utilizzando i programmi di calcolo predisposti. Tali scenari, migliorativi (best) e peggiorativi (worst) sono ottenuti grazie a tecniche statistiche di simulazione e alla successiva selezione della coppia di scenari "estremi" con uguali probabilità di realizzazione. È inoltre previsto l’utilizzo di scenari esterni che recepiscono ipotesi date o simulano l’impatto di shock. Per tutte le variabili del modello sono di norma costruite delle “soglie di accettabilità” delle stime, in funzione delle previsioni fornite da un benchmark di almeno due istituti internazionali specializzati. Al di fuori della soglia di accettabilità, il valore generato dal modello è sostituito dal valore del benchmark. Si riportano di seguito le informazioni relative ai principali indicatori macroeconomici e finanziari utilizzati negli scenari “most likely”, “best” e “worst”, relative al triennio 2019-2021, la cui stima è stata sviluppata nello scorso mese di dicembre:

lo scenario “most likely” risulta caratterizzato da una crescita annuale del PIL Italia prevista in un range di valori compreso tra +0,6% e +0,8%. Il livello dell’inflazione Italia

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è atteso in un intervallo compreso tra +1,4% e +1,5%. Una crescita progressiva caratterizza il tasso Euribor a 3 mesi, atteso negativo sino al 2020, per un importo pari a -0,1% in tale anno e previsto a +0,2% per il 2021. Tale crescita progressiva qualifica anche l’andamento del prezzo degli immobili in Italia stimato, rispettivamente, in un range compreso tra -0,4% e +0,3%, con riferimento agli immobili residenziali e tra -0,7% e +0,1%, per quanto riguarda gli immobili non residenziali;

nello scenario “best” la crescita annuale del PIL Italia è prevista in un range di valori compreso tra +1,4% e +1,6%. L’inflazione Italia è stimata all’interno di un intervallo compreso tra +2,8% e +2,9%. Una crescita progressiva caratterizza il tasso Euribor a 3 mesi, stimato nel triennio in un range compreso tra +0,4% e +0,9%. Nel caso del prezzo degli immobili Italia le scenario “best” include un’aspettativa di una crescita nel triennio in un range compreso tra +1,3% e +2% nel caso degli immobili residenziali e tra +1,2% e + 2%, nel caso degli immobili non residenziali;

nel caso dello scenario “worst” il Pil Italia è stimato, in diminuzione, all’interno di un range di prossimo allo zero al pari del tasso di inflazione Italia. Il tasso Euribor a 3 mesi è previsto stabile nel triennio ad un importo pari a -0,3%. L’andamento del prezzo degli immobili Italia è atteso negativo, seppure in progressivo miglioramento nel triennio, all’interno di un range di valori compreso tra -2,2% e -1,5%, nel caso degli immobili residenziali e -2,6% e -1,8%, nel caso degli immobili non residenziali.

Si segnala infine che nel corso dell’esercizio di bilancio 2018 sono intervenute una serie di aggiornamenti al framework metodologico di primo impianto, in particolare:

aggiornamento dei parametri di rischio interni ed esterni (ECAI Fitch & Moody’s) Point in Time e Through the cycle tenuto conto anche dell’esercizio di Stress Test EBA 2018;

ricalibrazione, conseguente alle nuove serie storiche, dei parametri utilizzati per la staging allocation.

Stage 3

Con riferimento alle posizioni non perfoming, la valutazione avviene, di norma, secondo modalità analitiche. I criteri per la stima delle svalutazioni da apportare ai crediti deteriorati si basano sull’attualizzazione dei flussi finanziari attesi tenendo conto delle eventuali garanzie che assistono le posizioni e di eventuali anticipi ricevuti. Ai fini della determinazione del valore attuale dei flussi, gli elementi fondamentali sono rappresentati dall’individuazione degli incassi stimati, delle relative scadenze e del tasso di attualizzazione da applicare. L’entità della rettifica risulta pari alla differenza tra il valore contabile dell’attività e il valore attuale dei futuri flussi finanziari attesi, scontati al tasso di interesse effettivo originario, opportunamente aggiornato in caso di strumento a tasso di interesse variabile, oppure, nel caso delle posizioni classificate a sofferenza, al tasso di interesse effettivo in essere alla data di passaggio a sofferenza. In funzione della gravità dello stato di deterioramento e della significatività dell’esposizione, le stime del valore di recupero considerano un approccio c.d. going concern, che presuppone la continuità aziendale della controparte e la generazione continuativa di flussi di cassa operativi, o un approccio c.d. gone concern. Quest’ultimo si basa sul presupposto della cessazione dell’attività aziendale da cui discende che gli unici flussi di cassa, utili al recupero dell’esposizione, scaturiscono dall’escussione delle garanzie sottostanti. Le stime del valore di recupero del credito, espresse in coerenza alla situazione in cui versano le esposizioni, includono gli elementi forward looking disponibili. A tal proposito e con specifico riferimento alle posizioni in “sofferenza”, le regole di valutazione analitica includono elementi forward looking:

nella stima delle percentuali di abbattimento del valore dell’immobile posto a garanzia (stimate sulle perizie aggiornate o sulla relazione del Consulente Tecnico d’Ufficio - CTU);

attraverso l’introduzione di specifici scenari di recupero di specifiche esposizioni, in considerazione del fatto che il Gruppo preveda di venderle, in un lasso di tempo ragionevole, ad una terza parte, sia al fine di massimizzare i flussi di cassa nel breve periodo, sia in relazione ad una specifica strategia di gestione del credito deteriorato. Conseguentemente, la stima delle perdite attese di tali posizioni riflette, oltre che il recupero attraverso la gestione ordinaria del credito, anche la presenza,

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opportunamente calibrata, dello scenario di vendita e quindi dei flussi di cassa derivanti da tale operazione.

2.4 Tecniche di mitigazione del rischio di credito

Il Gruppo impiega tecniche di mitigazione del rischio tipiche dell’attività bancaria acquisendo dalla controparte, per talune tipologie di affidamenti, garanzie reali, immobiliari e finanziarie, e garanzie personali. La determinazione dell’ammontare complessivo degli affidamenti concedibili allo stesso cliente e/o gruppo giuridico ed economico tiene conto di appositi criteri per la ponderazione delle diverse categorie di rischio e delle garanzie. In particolare, al valore di stima delle garanzie reali vengono applicati “scarti” prudenziali, differenziati per tipologia di garanzia. Le principali tipologie di garanzie reali accettate dal Gruppo sono rappresentate da:

ipoteca reale; pegno.

Nel caso di garanzia ipotecaria, si attua la distinzione tra credito fondiario e credito ipotecario ordinario con riferimento all’ammontare del finanziamento che, nel primo caso, deve rispettare limiti stabiliti in rapporto al valore o al costo dei beni cauzionali. Il pegno rappresenta la seconda macro-categoria di garanzia reale utilizzata e all’interno del Gruppo esistono diverse possibili tipologie di pegno in funzione dello strumento che viene costituito in garanzia. Si distinguono:

pegno su strumenti finanziari dematerializzati quali, ad esempio, titoli di Stato, obbligazioni e azioni di società quotate, Gestioni Patrimoniali Mobiliari (GPM), prestiti obbligazionari del Gruppo, etc.;

pegno di titoli materiali, quali, ad esempio, valori e/o somme depositate in conto corrente o su libretto di risparmio nominativo o al portatore, certificati di deposito, quote di fondi comuni di investimento, azioni e obbligazioni di società non quotate;

pegno su polizze assicurative; pegno di quote di partecipazione di società a responsabilità limitata, che per legge deve

essere costituito con atto notarile soggetto a registrazione. L’atto di pegno costituito sul valore dell’insieme degli strumenti finanziari viene effettuato utilizzando criteri di valorizzazione definiti e appositi scarti che riflettano la variabilità del valore del titolo oggetto di pegno. Nel caso di strumenti finanziari espressi in divisa, lo scarto previsto per la volatilità del cambio deve essere sommato a quello della volatilità del titolo. Si evidenzia che per ciò che concerne il pegno su diritti derivanti da polizze assicurative, esso può essere costituito solo su tipologie di polizze vita il cui regolamento preveda espressamente la possibilità di vincolo a favore della Banca e se ricorrono determinate condizioni (es. decorso del termine per poter esercitare il diritto di riscatto, devono essere escluse le polizze che prevedano il solo “caso morte”, e così via). Anche per le polizze assicurative sono definiti appositi criteri di valorizzazione e con appositi scarti. Al fine di assicurare la sussistenza dei requisiti generali e specifici richiesti per il riconoscimento a fini prudenziali delle garanzie reali, annoverate fra le tecniche di Credit Risk Mitigation (CRM) - secondo quanto previsto dalla Normativa di Vigilanza - il Gruppo UBI ha:

ridefinito i processi del credito relativi alla raccolta e gestione delle garanzie. Con particolare riferimento alle garanzie ipotecarie, è previsto l’obbligo di inserimento, nell’apposito applicativo informatico a disposizione dei gestori, di tutti i dati relativi all’immobile necessari a rendere la garanzia eligible. Particolare attenzione è stata posta all’obbligatorietà della perizia ed alla tempestività di recupero delle informazioni ad essa inerenti, ivi comprese quelle notarili (estremi di registrazione notarili), elementi determinanti per il perfezionamento della garanzia.

recuperato per le garanzie ipotecarie in essere tutte le informazioni necessarie ad assicurarne l’ammissibilità in linea con le normative in termini di requisiti specifici.

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3. Esposizioni creditizie deteriorate

3.1 Strategie e politiche di gestione

La classificazione di stato delle esposizioni non performing recepisce i disposti normativi che nel 2015 hanno introdotto la seguente ripartizione:

• “Esposizioni Scadute e/o Sconfinanti Deteriorate”, • “Inadempienze Probabili”, • “Sofferenze”.

Nella categoria delle Inadempienze Probabili sono confluiti i precedenti stati di classificazione “Incagli” e “Crediti Ristrutturati”. Oltre alle suddette tre classi è contemplata anche la fattispecie dei crediti problematici relativi al “Rischio Paese” per esposizioni non garantite verso la clientela, istituzionale ed ordinaria, appartenente a Paesi definiti “a rischio” come disposto dall’Organo di Vigilanza. La gestione dei crediti problematici è presidiata in funzione del relativo livello di rischiosità ed è in carico alle strutture organizzative preposte alla gestione del credito anomalo di IW Bank e della Capogruppo UBI Banca in forza di specifici mandati. In particolare rientrano in questo secondo caso le posizioni a Sofferenza di IWBank gestite dall’Area Recupero Crediti di UBI Banca. Il ripristino da parte della clientela non performing della capacità di ottemperare regolarmente alle obbligazioni finanziarie assunte costituisce la condizione determinante per il rientro in stato performing. Tale evento è sostanzialmente concentrato nei crediti classificati a Esposizioni Scadute e/o Sconfinanti Deteriorate o Inadempienza Probabile. La valutazione dell’adeguatezza delle rettifiche di valore avviene di norma analiticamente, per singola posizione non performing. L’analisi delle esposizioni deteriorate viene costantemente effettuata dalle singole strutture organizzative di IWBank che ne presidiano i rischi e dalla Capogruppo.

L’aggiornamento annuale del Piano strategico relativo alla riduzione degli NPL (Non Performing Loans), previsto dalle Linee Guida in materia di crediti deteriorati (Non Performing Loans – NPL) pubblicate dalla Banca Centrale Europea nel marzo 2017, è stato presentato all’Autorità di Vigilanza nel mese di aprile 2018.

Il Nuovo Piano ha confermato la priorità della strategia di gestione interna del recupero crediti, prevedendo però anche possibili operazioni di cessione di posizioni deteriorate ritenute opportune, con l’obiettivo di imprimere un’importante accelerazione rispetto agli obiettivi contenuti nel Piano Industriale 2017-2020. Per il conseguimento dei risultati pianificati sono state individuate le seguenti leve strategiche:

rafforzamento del carattere proattivo della gestione e del monitoraggio dei crediti, attraverso il potenziamento del sistema di early warning, la messa a regime della nuova struttura di “Regolarizzazione Crediti” con gestione accentrata e tempestiva delle rinegoziazioni a partire dalle prime irregolarità, la revisione del catalogo delle misure di forbearance con completamento delle soluzioni a disposizione del gestore ed evoluzione delle procedure e degli strumenti di supporto;

messa a regime del modello di gestione degli NPL attraverso l’inserimento di nuovi gestori delle Inadempienze Probabili, l’incremento della capacità operativa delle strutture del Credito Anomalo grazie all’ampliamento del perimetro di outsourcing, inserimento di nuovi Gestori delle Sofferenze e creazione di una task force accentrata dedicata ad attività amministrative per le Sofferenze;

gestione proattiva dei collateral attraverso la società specializzata del Gruppo UBI, Kedomus, la quale potrà attivare attività di repossess, con acquisto in asta degli immobili costituenti garanzia delle esposizioni di IW Bank e incassi da attività collateral liquidation in caso di animazione di aste con acquisizione del collateral da parte di terzi;

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piano di cessioni straordinarie riguardanti sia le esposizioni a Sofferenze che compongono specifici portafogli di minor rilevanza strategica per il Gruppo sia posizioni ad Inadempienze Probabili singolarmente selezionate ("single name").

Il monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi di riduzione degli NPL viene effettuato con cadenza trimestrale dalle strutture della Capogruppo rispettivamente Chief Financial Officer per gli aspetti economico-finanziari, e Chief Lending Officer con riferimento ai fenomeni di natura gestionale ed agli scostamenti rispetto ai target, esame quest’ultimo finalizzato ad approntare gli opportuni interventi correttivi. Al riguardo si precisa che il livello dei crediti NPL lordi si attesta al 31 dicembre 2018 a livelli inferiori rispetto agli obiettivi 2018 ipotizzati dal Piano grazie all’efficace attività di recupero (sia tramite cessione che tramite gestione ordinaria) e i diminuiti flussi in entrata da bonis. L’aggiornamento del piano strategico NPL ha, come anticipato, cadenza annuale e la prossima release verrà presentata alla BCE entro marzo 2019. 3.2 Write-off

Il write-off costituisce, come specificato dall’IFRS 9, un evento di cancellazione contabile parziale o integrale dell’esposizione creditizia e può comportare o meno la rinuncia legale al recupero del credito (c.d. debt forgiveness). Il Gruppo UBI procede, previa apposita delibera degli Organi interni competenti, allo stralcio delle esposizioni creditizie qualora siano identificati elementi validi e oggettivi a supporto della valutazione o dell’irrecuperabilità del credito e/o della non convenienza economica ad esperire gli atti di recupero. Lo stralcio parziale può essere giustificato nel caso in cui vi siano elementi per dimostrare l’incapacità del debitore di rimborsare l’intero ammontare del debito. In dettaglio, il Gruppo UBI effettua il write-off, previa delibera, nelle seguenti circostanze:

per le posizioni sottoposte a proceduta concorsuale, in un momento eventualmente anche antecedente al termine della procedura;

per le posizioni che non sono sottoposte a procedura concorsuale in caso di: • assenza di convenienza economica al recupero, ovvero in situazione in cui gli oneri

da sostenere per la mera gestione della posizione non giustificano l’attivazione delle azioni di recupero, stante il valore dell’esposizione creditizia;

• oggettiva impossibilità del recupero, ovvero in situazione in cui alternativamente siano state esperite senza esito molteplici azioni di natura stragiudiziale per il recupero della posizione oppure provvedimenti dell’autorità giudiziaria siano stati disattesi dal debitore;

In caso di assoggettamento a procedura concorsuale il Gruppo procede al write-off in funzione della specifica procedura concorsuale alla quale l’esposizione creditizia è assoggettata nonché delle caratteristiche delle esposizioni, pur riservandosi il diritto a esperire tutte le possibili azioni per il recupero del credito. Nei casi di mancata convenienza economica e oggettiva impossibilità di recupero, il Gruppo procede, mediante assunzione di apposita delibera da parte dell’organo competente, al write-off totale della posizione, con contestuale rinuncia a ulteriori azioni di recupero. 3.3 Attività finanziarie impaired acquisite o originate

Per la Banca non esiste tale fattispecie. 4. Attività finanziarie oggetto di rinegoziazioni commerciali e esposizioni oggetto di concessioni

La regolamentazione adottata dal Gruppo UBI prevede chiare linee di demarcazione tra le di rinegoziazione di natura commerciale e gli interventi di concessione su rapporti creditizi in essere (c.d. misure di forbearance). Il carattere delle rinegoziazioni commerciali consiste nella finalità di consolidare la relazione con la controparte prenditrice la quale, a un’approfondita verifica, risulta comunque capace

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di adempiere puntualmente alle obbligazioni finanziarie originariamente assunte. Una misura di forbearance è invece rappresentata da una variazione dei termini contrattuali a favore di clienti debitori che, anche per eventi di natura temporanea, non risultino più in grado di rispettare le obbligazioni finanziarie inizialmente concordate. L’accertata difficoltà finanziaria configura pertanto un requisito decisivo per qualificare, come intervento di forbearance, le modifiche di valore, tempi e termini di rimborso del debito. Eventuali elementi oggettivi di anomalia dell’esposizione creditizia rilevati dal sistema supportano il gestore nella valutazione soggettiva (judgemental) del cliente. La difficoltà finanziaria oggettiva è sempre sottoposta ad una successiva valutazione soggettiva, con conseguente possibile conferma oppure esclusione della difficoltà finanziaria del cliente. La valutazione soggettiva viene comunque effettuata, indipendentemente dalla rilevazione di effettive anomalie oggettive. La situazione di difficoltà finanziaria è assunta come comprovata nel caso in cui la controparte sia classificata a Non-Performing. Ai fini della classificazione di un rapporto come “Forborne”, la misura di concessione accordata deve rientrare in un apposito perimetro di concessioni definito, nel rispetto della normativa comunitaria, nell’ambito della regolamentazione aziendale. A seguito di una richiesta di concessione da parte del cliente viene individuata la misura più congrua e sostenibile, considerando le caratteristiche presenti e future della controparte e la convenienza economica della soluzione individuata. Nell’ambito dell’identificazione della misura più idonea vengono altresì valutati: la natura della possibile difficoltà finanziaria del cliente e le relative cause, il tipo di rapporto creditizio sul quale opera la concessione; lo stato amministrativo della controparte. L’approvazione di una concessione:

• contempla l’espletamento di iter strutturati che implicano una rigorosa valutazione finalizzata a verificare se la concessione possa essere efficace al fine di ristabilire un’autonoma condotta regolare del debitore, senza la necessità di ulteriori successivi supporti riportando l’esposizione in una situazione di rimborso sostenibile e, nel caso di esposizioni Non-Performing, con l’obiettivo chiave di porre le basi per il rientro in bonis. L’analisi effettuata si compone di diverse fasi che processano informazioni di natura sia oggettiva sia soggettiva;

• comporta l’attribuzione della qualifica di Forborne al rapporto interessato dalla suddetta misura. Una controparte Performing che riceva una concessione può conservare tale stato amministrativo. Tuttavia, il suo rating non potrà essere migliore del livello “medio” ed il vincolo dovrà essere rispettato per tutto il periodo in cui il rapporto creditizio interessato dalla concessione conserverà l’attributo Forborne.

Al perfezionamento della concessione si avvia un periodo di osservazione denominato, a seconda dei casi, Probation Period (due anni per le esposizioni Forborne Performing) e Cure Period (un anno per le esposizioni Forborne Non-Performing). Al termine di tali lassi temporali, solo nel caso in cui il comportamento del debitore risulti effettivamente regolare e siano soddisfatte le condizioni previste dalla normativa di riferimento, potrà essere valutata la possibilità di un miglioramento della classificazione di stato o in caso di rapporti Performing potrà essere considerata la rimozione dell’attributo Forborne. Premesso quanto sopra, si specifica che le caratteristiche delle modifiche contrattuali accordate alla clientela laddove siano ritenute “sostanziali”, sulla base di policy aziendali differenziate per modifiche di natura commerciale e modifiche derivanti da misure di forberance, possono determinare la cancellazione dell’attività finanziaria dal bilancio e la re-iscrizione di una nuova attività (c.d. “derocognition accounting”). In tale situazione e con specifico riferimento a quelle posizioni che superano il test SPPI, il Gruppo UBI ai fini dell’impairment, considera come data di prima iscrizione quella in cui avviene la modifica dell’attività. Diversamente nel caso di modifiche contrattuali ritenute “non sostanziali” e pertanto non oggetto di “derocognition accounting”, ai fini delle previsioni dell’impairment si considera come data di prima iscrizione quella in cui lo strumento è stato originato.

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Informazioni di natura quantitativa

A. Qualità del credito

A.1 Esposizioni creditizie deteriorate e non deteriorate: consistenze, rettifiche di valore, dinamica e distribuzione economica

A.1.1 Distribuzione delle attività finanziarie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio)

Portafogli/qualità Sofferenze Inadempienze probabili

Esposizioni scadute

deteriorate

Esposizioni scadute non deteriorate

Altre esposizioni non

deteriorate Totale

1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 6.920 8.527 353 34.696 3.060.040 3.110.536

2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva - - - - - -

3. Attività finanziarie designate al fair value - - - - - -

4. Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value - - - - 101 101

5. Attività finanziarie in corso di dismissione - - - - - -

Totale 31/12/2018 6.920 8.527 353 34.696 3.060.141 3.110.637

Totale 31/12/2017 Riesposto 10.337 10.838 358 65.111 2.986.942 3.073.587

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A.1.2 Distribuzione delle attività finanziarie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e

netti)

Portafogli/qualità

Deteriorate Non deteriorate

Totale (esposizione

netta) Esposizione lorda

Rettifiche di valore

complessive

Esposizione netta

Write-off parziali complessivi*

Esposizione lorda

Rettifiche di valore

complessive

Esposizione netta

1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 27.551 (11.751) 15.800 2 3.096.562 (1.826) 3.094.736 3.110.536

2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva

- - - - - - - -

3. Attività finanziarie designate al fair value - - - - X X - -

4. Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value - - - - X X 101 101

5. Attività finanziarie in corso di dismissione - - - - - - - -

Totale 31/12/2018 27.551 (11.751) 15.800 2 3.096.562 (1.826) 3.094.837 3.110.637

Totale 31/12/2017 Riesposto 34.870 (13.337) 21.533 - 3.053.942 (1.889) 3.052.054 3.073.587

Per la Banca la voce “Attività finanziarie detenute per la negoziazione” è scarsamente significativa in entrambi i periodi di raffronto, pertanto si omette la pubblicazione della tabella contenente sia le esposizioni nette sia le minusvalenze cumulate, così come previsto dalla Circolare n. 262, 5° aggiornamento.

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A.1.3 Distribuzione delle attività finanziarie per fasce di scaduto (valori di bilancio)

Portafogli/stadi di rischio

Primo stadio Secondo stadio Terzo stadio

Da 1 giorno a 30 giorni

Da oltre 30 giorni fino a

90 giorni

Oltre 90 giorni

Da 1 giorno a 30 giorni

Da oltre 30 giorni fino a 90

giorni

Oltre 90 giorni

Da 1 giorno a 30 giorni

Da oltre 30 giorni fino a

90 giorni

Oltre 90 giorni

1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 19.060 2.238 177 7.601 4.049 1.571 446 739 12.622

2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva - - - - - - - - -

Totale 31/12/2018 19.060 2.238 177 7.601 4.049 1.571 446 739 12.622

Totale 31/12/2017 Riesposto - - - - - - - - -

Si precisa che la tabella sopra esposta comprende relativamente al Terzo stadio le esposizioni deteriorate con un numero di giorni di scaduto pari o superiore a uno, pertanto le esposizioni deteriorate non scadute non sono rappresentate. La presente tabella non riporta il dato dell’esercizio precedente poiché, a seguito delle modifiche introdotte dalla Normativa, il dato al 31 dicembre 2017 riesposto non risulterebbe utili ai fini della comparabilità.

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A.1.4 Attività finanziarie, impegni a erogare fondi e garanzie finanziarie rilasciate: dinamica delle rettifiche di valore complessive e degli accantonamenti complessivi

Causali/ stadi di rischio

Rettifiche di valore complessive

Accantonamenti complessivi su impegni a erogare fondi e

garanzie finanziarie rilasciate

Totale

Attività rientranti nel primo stadio Attività rientranti nel secondo stadio Attività rientranti nel terzo stadio

Di cui:attività finanziarie deteriorate acquisite o originate

Attività finanziarie valutate al

costo ammortizzato

Attività finanziarie valutate al fair value

con impatto sulla

redditività complessiva

di cui: svalutazioni individuali

di cui: svalutazioni

collettive

Attività finanziarie valutate al

costo ammortizzato

Attività finanziarie valutate al fair value

con impatto sulla

redditività complessiva

di cui: svalutazioni individuali

di cui: svalutazioni

collettive

Attività finanziarie valutate al

costo ammortizzato

Attività finanziarie valutate al fair value

con impatto sulla

redditività complessiva

di cui: svalutazioni individuali

di cui: svalutazioni

collettive

Primo stadio

Secondo stadio

Terzo stadio

Esistenze iniziali (854) - - (854) (2.020) - - (2.020) (13.876) - (13.876) - - (197) (373) - (17.320)

Variazioni in aumento da attività finanziarie acquisite o originate

- - - - - - - - - - - - - - - - -

Cancellazioni diverse dai write-off

- - - - - - - - 3.868 - 3.868 - - - - - 3.868

Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito (+/-)

389 - - 389 660 - - 660 (2.518) - (2.518) - - (106) 168 (5) (1.413)

Modifiche contrattuali senza cancellazioni

- - - - - - - - - - - - - - - - -

Cambiamenti della metodologia di stima

- - - - - - - - - - - - - - - - -

Write-off - - - - - - - - 775 - 775 - - - - - 775

Altre variazioni - - - - - - - - - - - - - - - - -

Rimanenze finali (46)5 - - (465) (1.360) - - (1.360) (11.751) - (11.751) - - (302) (205) (5) (14.090)

Recuperi da incasso su attività finanziarie oggetto di write-off

- - - - - - - - - - - - - - - - -

Write-off rilevati direttamente a conto economico

- - - - - - - - 82 - 82 - - - - - 82

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A.1.5 Attività finanziarie, impegni a erogare fondi e garanzie finanziarie rilasciate: trasferimenti tra i diversi stadi di rischio di credito (valori lordi e nominali)

Portafogli/stadi di rischio

Esposizione lorda/valore nominale

Trasferimenti tra primo stadio e secondo stadio

Trasferimenti tra secondo stadio e terzo

Trasferimenti tra primo stadio e terzo stadio

Da primo a secondo stadio

Da secondo stadio a primo stadio

Da secondo stadio a

terzo stadio

Da terzo stadio a secondo stadio

Da primo stadio a

terzo stadio

Da terzo stadio a primo stadio

1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 24.444 33.873 3.290 1.701 693 192

2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva

- - - - - -

3. Impegni a erogare fondi e garanzie finanziarie rilasciate 1.637 22.697 90 - 18 3.483

Totale 31/12/2018 26.081 56.570 3.381 1.701 711 3.675

Totale 31/12/2017 Riesposto - - - - - -

La presente tabella non riporta il dato dell’esercizio precedente poiché, a seguito delle modifiche introdotte dalla Normativa, il dato al 31 dicembre 2017 riesposto non risulterebbe utili ai fini della comparabilità. A.1.6 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi e netti

Tipologie esposizioni/valori

Esposizione lorda Rettifiche di

valore complessive e

accantonamenti complessivi

Esposizione Netta

Write-off parziali

complessivi* Deteriorate Non

deteriorate

A. Esposizioni creditizie per cassa

a) Sofferenze - X - - -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - X - - -

b) Inadempienze probabili - X - - -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - X - - -

c) Esposizioni scadute deteriorate - X - - -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - X - - -

d) Esposizioni scadute non deteriorate X - - - -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni X - - - -

e) Altre esposizioni non deteriorate X 2.581.794 (1) 2.581.793 -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni X - - - -

Totale (A) - 2.581.794 (1) 2.581.793 -

B. Esposizioni creditizie fuori bilancio

a) Deteriorate - X - - -

b) Non deteriorate X 231.114 - 231.114 -

Totale (B) - 231.114 - 231.114 -

Totale (A+B) - 2.812.908 (1) 2.812.907 -

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A.1.7 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi e netti

Tipologie esposizioni/valori

Esposizione lorda Rettifiche di

valore complessive e

accantonamenti complessivi

Esposizione netta

Write-off parziali

complessivi* Deteriorate Non

deteriorate

A. Esposizioni creditizie per cassa

a) Sofferenze 16.338 X (9.418) 6.920 2

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni 1.660 X (754) 906 -

b) Inadempienze probabili 10.826 X (2.299) 8.527 -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni 3.584 X (415) 3.168 -

c) Esposizioni scadute deteriorate 387 X (34) 353 -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - X - - -

d) Esposizioni scadute non deteriorate X 35.264 (568) 34.696 -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni X 1.238 (45) 1.194 -

e) Altre esposizioni non deteriorate X 479.605 (1.256) 478.349 -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni X 4.915 (128) 4.786 -

Totale (A) 27.551 514.869 (13.576) 528.845 2

B. Esposizioni creditizie fuori bilancio

a) Deteriorate 537 X (5) 531 -

b) Non deteriorate X 428.590 (508) 428.083 -

Totale (B) 537 428.590 (513) 428.614 -

Totale (A+B) 28.088 943.459 (14.089) 957.459 2

A.1.8 Esposizioni creditizie per cassa verso banche: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde

Per la Banca non esiste tale fattispecie. A.1.8bis Esposizioni creditizie per cassa verso banche: dinamica delle esposizioni lorde oggetto di concessioni distinte per qualità creditizia

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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A.1.9 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde

Causali/Categorie Sofferenze Inadempienze

probabili

Esposizioni scadute

deteriorate

A. Esposizione lorda iniziale 21.610 12.884 377

- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - -

B. Variazioni in aumento 3.103 3.499 389

B.1 ingressi da esposizioni non deteriorate 404 3.198 387

B.2 ingressi da attività finanziarie impaired acquisite o originate - - -

B.3 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 2.668 203 2

B.4 modifiche contrattuali senza cancellazioni - - -

B.5 altre variazioni in aumento 30 98 -

C. Variazioni in diminuzione (8.375) (5.557) (378)

C.1 uscite verso esposizioni non deteriorate - (2.012) (4)

C.2 write-off (853) (27) -

C.3 incassi (793) (1.003) (15)

C.4 realizzi per cessioni (3.047) - -

C.5 perdite da cessione (366) - -

C.6 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate - (2.514) (359)

C.7 modifiche contrattuali senza cancellazioni - - -

C.8 altre variazioni in diminuzione (3.315) - -

D. Esposizione lorda finale 16.338 10.826 387

- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - -

A.1.9bis Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni lorde oggetto di concessioni distinte per qualità creditizia

Causali/Qualità

Esposizioni oggetto di

concessioni: deteriorate

Esposizioni oggetto di

concessioni: non deteriorate

A. Esposizione lorda iniziale 5.921 5.841

- di cui: esposizioni cedute non cancellate - -

B. Variazioni in aumento 1.202 3.341

B.1 ingressi da esposizioni non deteriorate non oggetto di concessioni 130 2.376

B.2 ingressi da esposizioni non deteriorate oggetto di concessioni 773 X

B.3 ingressi da esposizioni oggetto di concessioni deteriorate X 958

B.4 altre variazioni in aumento 299 6

C. Variazioni in diminuzione (1.879) (3.029)

C.1 uscite verso esposizioni non deteriorate non oggetto di concessioni - (2.089)

C.2 uscite verso esposizioni non deteriorate oggetto di concessioni (958) -

C.3 uscite verso esposizioni oggetto di concessioni deteriorate - (773)

C.4 write-off (36) -

C.5 incassi (601) (168)

C.6 realizzi per cessioni (139) -

C.7 perdite da cessione (59) -

C.8 altre variazioni in diminuzione (86) -

D. Esposizione lorda finale 5.244 6.153

- di cui: esposizioni cedute non cancellate - -

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A.1.10 Esposizioni creditizie per cassa deteriorate verso banche: dinamica delle rettifiche di valore complessive

Per la Banca non esiste tale fattispecie. A.1.11 Esposizioni creditizie per cassa deteriorate verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessive

Causali/Categorie

Sofferenze Inadempienze probabili Esposizioni scadute deteriorate

Totale

di cui: esposizioni oggetto di

concessioni

Totale

di cui: esposizioni oggetto di

concessioni

Totale

di cui: esposizioni oggetto di

concessioni

A. Rettifiche complessive iniziali (11.744) (389) (2.101) (474) (31) -

- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - - - - -

B. Variazioni in aumento (2.756) (448) (1.127) (153) (37) -

B.1 rettifiche di valore di attività impaired acquisite o originate - X - X - X

B.2 altre rettifiche di valore (1.685) (375) (1.028) (113) (33) -

B.3 perdite da cessione (366) - - - - -

B.4 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate (509) (63) (19) (1) - -

B.5 modifiche contrattuali senza cancellazioni

- X - X - X

B.6 altre variazioni in aumento (196) (9) (80) (39) (4) -

C. Variazioni in diminuzione 5.083 83 929 213 33 -

C.1 riprese di valore da valutazione 155 83 102 135 2 -

C.2 riprese di valore da incasso 64 - 300 14 3 -

C.3 utili da cessione 167 - - - - -

C.4 write-off 853 - 27 - - -

C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate - - 500 63 28 -

C.6 modifiche contrattuali senza cancellazioni

- X - X - X

C.7 altre variazioni in diminuzione 3.844 - - - - -

D. Rettifiche complessive finali (9.418) (754) (2.299) (415) (34) -

- di cui: esposizioni cedute non cancellate

- - - - - -

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A.2 Classificazione attività finanziarie, degli impegni a erogare fondi e delle garanzie finanziarie rilasciate in base ai rating esterni e interni

A.2.1 Distribuzione delle attività finanziarie, degli impegni a erogare fondi e delle garanzie finanziarie rilasciate: per classi di rating esterni (valori lordi)

Esposizioni

Classi di rating esterni

Senza rating Totale Classe 1 classe 2 classe 3 classe 4 classe 5 classe 6

A. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - - 2.566.754 - - - 557.360 3.124.113

- Primo stadio - - 2.464.201 - - - 466.814 2.931.015

- Secondo stadio - - 102.553 - - - 62.994 165.547

- Terzo stadio - - - - - - 27.551 27.551

B. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva

- - - - - - - -

- Primo stadio - - - - - - - -

- Secondo stadio - - - - - - - -

- Terzo stadio - - - - - - - -

Totale (A+B) - - 2.566.754 - - - 557.360 3.124.113

di cui: attività finanziarie impaired acquisite o originate - - - - - - - -

C. Impegni a erogare fondi e garanzie finanziarie rilasciate

- Primo stadio - - 211.890 - - - 407.461 619.351

- Secondo stadio - - 65 - - - 19.371 19.436

- Terzo stadio - - - - - - 537 537

Totale (C) - - 211.955 - - - 427.369 639.323

Totale (A+B+C) - - 2.778.708 - - - 984.728 3.763.437

Nella seguente legenda si espone la corrispondenza tra le classi di rating esterne indicate in tabella e le classi dalla società di riferimento Moody’s.

Classe di rating Rating Moody’s

1 Aaa, Aa, Aa1, Aa2, Aa3

2 A1, A2, A3

3 Baa1, Baa2, Baa3

4 Ba1, Ba2; Ba3

5 B1, B2, B3

6 Caa1 e inferiori

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A.2.2 Distribuzione delle attività finanziarie, degli impegni a erogare fondi e delle garanzie finanziarie rilasciate: per classi di rating interni (valori lordi)

Esposizioni

Classi di rating interni

Totale (A+B+C)

Rating 1 Rating 2 Rating 3 Rating 4 Rating 5 Rating 6 Rating 7 Rating 8 Rating 9 Rating 10 Rating 11 Rating 12 Rating 13 Rating 14 Senza rating

A. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato

12.932 79.212 193.302 11.359 98.266 2.168 3.058 35.544 4.602 14.420 9.951 3.486 1.896 - 2.653.917 3.124.113

- Primo stadio 12.930 79.209 186.695 11.011 87.849 2.168 2.933 20.164 1.262 3.618 3 - - - 2.523.174 2.931.015

- Secondo stadio 2 3 6.608 348 10.417 - 126 15.379 3.340 10.802 9.948 3.486 1.896 - 103.192 165.547

- Terzo stadio - - - - - - - - - - - - - - 27.551 27.551

B. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva

- - - - - - - - - - - - - - - -

- Primo stadio - - - - - - - - - - - - - - - -

- Secondo stadio - - - - - - - - - - - - - - - -

- Terzo stadio - - - - - - - - - - - - - - - -

Totale (A+B) 12.932 79.212 193.302 11.359 98.266 2.168 3.058 35.544 4.602 14.420 9.951 3.486 1.896 - 2.653.917 3.124.113

di cui: attività finanziarie impaired acquisite o originate

- - - - - - - - - - - - - - - -

C. Impegni a erogare fondi e garanzie finanziarie rilasciate

1. Primo stadio 15.351 66.823 207.679 10.665 70.267 12 606 32.924 189 2.407 - - - - 212.429 619.351

2. Secondo stadio - - 3 1 1.128 - 400 218 73 17.062 206 210 68 - 65 19.436

3. Terzo stadio - - - - - - - - - - - - - - 537 537

Totale (C) 15.351 66.823 207.682 10.666 71.395 12 1.006 33.142 262 19.469 206 210 68 - 213.030 639.323

Totale (A+B+C) 28.283 146.035 400.985 22.026 169.661 2.180 4.064 68.685 4.865 33.889 10.158 3.696 1.963 - 2.866.947 3.763.437

Le classi di Scala Maestra sono costituite da intervalli di PD (Probabilità di Default) all’interno dei quali sono mappate le PD puntuali corrispondenti alle singole classi dei diversi modelli di rating interno. Tale rappresentazione garantisce la confrontabilità delle esposizioni relative a controparti valutate con diversi modelli di rating interno. Le cinque classi di Scala Maestra meno rischiose presentano una concentrazione pari al 84,02% del totale delle esposizioni per cassa dotate di rating interno, mentre lo 0,40% è concentrato nelle 2 classi più rischiose. La classe 3 e la classe 5 risultano le maggiori in termini di esposizioni. La classe “Senza rating” comprende anche le esposizioni deteriorate. Non sono presenti esposizioni cartolarizzate.

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A.3 Distribuzione delle esposizioni creditizie garantite per tipologia di garanzia A.3.1 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche garantite

Esposizione lorda

Esposizione netta

Garanzie reali (1)

Garanzie personali (2)

Totale

Derivati su crediti Crediti di firma

Immobili -

ipoteche

Immobili - leasing

finanziarioTitoli

Altre garanzie

reali CLN

Altri derivati

Amministrazioni pubbliche Banche

Altre società

finanziarie

Altri soggetti Controparti

centrali Banche

Altre società

finanziarie

Altri soggetti

(1)+(2)

1. Esposizioni creditizie per cassa garantite:

12 12 - - 12 - - - - - - - - - - 12

1.1. totalmente garantite 12 12 - - 12 - - - - - - - - - - 12

- di cui deteriorate - - - - - - - - - - - - - - - -

1.2. parzialmente garantite - - - - - - - - - - - - - - - -

- di cui deteriorate - - - - - - - - - - - - - - - -

2. Esposizioni creditizie fuori bilancio garantite: - - - - - - - - - - - - - - - -

2.1. totalmente garantite - - - - - - - - - - - - - - - -

- di cui deteriorate - - - - - - - - - - - - - - - -

2.2. parzialmente garantite - - - - - - - - - - - - - - - -

- di cui deteriorate - - - - - - - - - - - - - - - -

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A.3.2 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela garantite

Esposizione lorda

Esposizione netta

Garanzie reali (1)

Garanzie personali (2)

Totale

Derivati su crediti Crediti di firma

Immobili

- Ipoteche

Immobili - leasing

finanziarioTitoli

Altre garanzie

reali CLN

Altri derivati

Amministrazioni pubbliche

BancheAltre

società finanziarie

Altri soggetti

(1)+(2)

Controparti centrali

Banche Altre

società finanziarie

Altri soggetti

1. Esposizioni creditizie per cassa garantite:

455.314 444.351 377.336 - 57.778 486 - - - - - - - - 3.159 438.758

1.1. totalmente garantite 448.938 438.055 377.334 - 52.918 486 - - - - - - - - 3.159 433.897

- di cui deteriorate 23.523 14.259 13.872 - 49 - - - - - - - - - 196 14.117

1.2. parzialmente garantite 6.376 6.295 2 - 4.859 - - - - - - - - - - 4.861

- di cui deteriorate 122 103 - - - - - - - - - - - - - -

2. Esposizioni creditizie fuori bilancio garantite: 20.110 20.090 240 - 15.082 1.310 - - - - - - - - 1.808 18.440

2.1. totalmente garantite 13.215 13.200 240 - 10.740 - - - - - - - - - 1.704 12.684

- di cui deteriorate 27 22 - - 22 - - - - - - - - - - 22

2.2. parzialmente garantite 6.895 6.890 - - 4.342 1.310 - - - - - - - - 104 5.756

- di cui deteriorate - - - - - - - - - - - - - - - -

A.4 Attività finanziarie e non finanziarie ottenute tramite l’escussione di garanzie ricevute

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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B. Distribuzione e concentrazione delle esposizioni creditizie

B.1 Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela

Esposizioni/Controparti

Amministrazioni pubbliche Società finanziarie Società finanziarie (di cui: imprese di assicurazione)

Società non finanziarie Famiglie

Esposizione netta

Rettifiche valore

complessive

Esposizione netta

Rettifiche valore

complessive

Esposizione netta

Rettifiche valore

complessive

Esposizione netta

Rettifiche valore

complessive

Esposizione netta

Rettifiche valore

complessive

A. Esposizioni creditizie per cassa

A.1 Sofferenze - - - - - - 170 (403) 6.750 (9.015)

- di cui esposizioni oggetto di concessioni - - - - - - - - 906 (754)

A.2 Inadempienze probabili 1 - 402 (77) - - 5 (12) 8.119 (2.208)

- di cui esposizioni oggetto di concessioni - - - - - - - - 3.168 (415)

A.3 Esposizioni scadute deteriorate - - - - - - 1 - 352 (34)

- di cui esposizioni oggetto di concessioni - - - - - - - - - -

A.4 Esposizioni non deteriorate 7.488 - 5.032 (50) 6 - 33.278 (153) 467.240 (1.621)

- di cui esposizioni oggetto di concessioni - - - - - - 536 (37) 5.444 (136)

Totale (A) 7.489 - 5.434 (128) 7 - 33.454 (569) 482.461 (12.878)

B. Esposizioni creditizie fuori bilancio

B.1 Esposizioni deteriorate - - - - - - - - 531 (5)

B.2 Esposizioni non deteriorate 76 - 7.116 (1) - - 8.465 (3) 410.730 (504)

Totale (B) 76 - 7.116 (1) - - 8.465 (3) 411.261 (510)

Totale (A+B) 31/12/2018 7.565 - 12.551 (128) 7 - 41.918 (572) 893.722 (13.388)

Totale (A+B) 31/12/2017 Riesposto - - - - - - - - - -

La presente tabella non riporta il dato dell’esercizio precedente poiché, a seguito delle modifiche introdotte dalla Normativa, il dato al 31 dicembre 2017 riesposto non risulterebbe utili ai fini della comparabilità.

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B.2 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela

Esposizioni/Aree geografiche

Italia Altri paesi europei America Asia Resto del mondo

Esposizioni netta

Rettifiche valore

complessive

Esposizioni netta

Rettifiche valore

complessive

Esposizioni netta

Rettifiche valore

complessive

Esposizioni netta

Rettifiche valore

complessive

Esposizioni netta

Rettifiche valore

complessive

A. Esposizioni creditizie per cassa

A.1 Sofferenze 6.920 (9.413) - (5) - - - - - -

A.2 Inadempienze probabili 8.285 (2.247) 238 (49) 3 (2) - - - 2

A.3 Esposizioni scadute deteriorate 349 (34) 4 (1) - - - - - -

A.4 Esposizioni non deteriorate 507.447 (1.810) 4.392 (10) 1.071 (4) 134 - 2 -

Totale (A) 523.001 (13.503) 4.634 (64) 1.074 (6) 134 - 2 (2)

B. Esposizioni creditizie fuori bilancio

B.1 Esposizioni deteriorate 531 (5) - - - - - - - -

B.2 Esposizioni non deteriorate 405.200 (492) 16.734 (13) 3.947 (3) 501 - 3 -

Totale (B) 405.732 (498) 16.734 (13) 3.947 (3) 501 - 3 -

Totale (A+B) 31/12/2018 928.732 (14.001) 21.368 (77) 5.021 (9) 635 (1) 5 (2)

Totale (A+B) 31/12/2017 Riesposta - - - - - - - - - -

La presente tabella non riporta il dato dell’esercizio precedente poiché, a seguito delle modifiche introdotte dalla Normativa, il dato al 31 dicembre 2017 riesposto non risulterebbe utili ai fini della comparabilità.

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B.3 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche

Esposizioni/Aree geografiche

Italia Altri paesi europei America Asia Resto del mondo

Esposizioni netta

Rettifiche di valore

complessive

Esposizioni netta

Rettifiche di valore

complessive

Esposizioni netta

Rettifiche di valore

complessive

Esposizioni netta

Rettifiche di valore

complessive

Esposizioni netta

Rettifiche di valore

complessive

A. Esposizioni creditizie per cassa

A.1 Sofferenze - - - - - - - - - -

A.2 Inadempienze probabili - - - - - - - - - -

A.3 Esposizioni scadute deteriorate - - - - - - - - - -

A.4 Esposizioni non deteriorate 2.581.787 (1) 6 - - - - - - -

Totale (A) 2.581.787 (1) 6 - - - - - - -

B. Esposizioni creditizie fuori bilancio

B.1 Esposizioni deteriorate - - - - - - - - - -

B.2 Esposizioni non deteriorate 211.893 - - - - - - - - -

Totale (B) 211.893 - - - - - - - - -

Totale (A+B) 31/12/2018 2.793.680 (1) 6 - - - - - - -

Totale (A+B) 31/12/2017 Riesposto - - - - - - - - - -

La presente tabella non riporta il dato dell’esercizio precedente poiché, a seguito delle modifiche introdotte dalla Normativa, il dato al 31 dicembre 2017 riesposto non risulterebbe utili ai fini della comparabilità.

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B.4 Grandi esposizioni

Voci/Forme tecniche Totale

31/12/2018 Totale

31/12/2017

a) Ammontare (valore di bilancio) 2.903.657 2.702.207

b) Ammontare (valore ponderato) 19.700 10.946

c) Numero 7 7

Sono definite “Grandi esposizioni” le posizioni d’importo nominale pari o superiori al 10% del Patrimonio di Vigilanza. Le singole Banche appartenenti a Gruppi Bancari sono sottoposte ad un limite individuale pari al 25% del proprio Patrimonio di Vigilanza. Quest’ultimo limite è riferito alla “posizione di rischio” ovvero l’esposizione ponderata secondo le regole previste dalla normativa vigente. Nelle posizioni di rischio sono inclusi i rapporti in essere con la Capogruppo che rappresentano il 90,61% dell’esposizione di rischio complessiva.

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C. OPERAZIONI DI CARTOLARIZZAZIONE INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

Operazioni di cartolarizzazione proprie

Nel corso del terzo trimestre 2018, coerentemente con la NPL strategy di Gruppo, è stata perfezionata dal Gruppo UBI Banca un’operazione di cartolarizzazione con garanzia statale per le sofferenze di cui al decreto legge n. 18 del 14 febbraio 2016 (“GACS”), finalizzata al deconsolidamento di crediti del Gruppo classificati a sofferenza per un controvalore lordo complessivo in termini di gross book value125 (“GBV”) pari a circa 2,7 miliardi di euro, e di valore lordo contabile di circa 1,6 miliardi di euro126. IWBank ha partecipato all’operazione in qualità di Originator, assieme ad UBI Banca, contribuendo alla cessione di crediti con un portafoglio di circa 4 milioni di euro (gross book value e valore lordo contabile), mentre la restante parte del portafoglio è stata ceduta da UBI Banca. Il Portafoglio è composto da crediti in sofferenza rivenienti da contratti di finanziamento ipotecari o chirografari “secured”, ovvero con rapporti garantiti da ipoteche in misura pari al 46,6% del totale ed “unsecured”, ovvero con rapporti privi di garanzie reali per il restante 53,4%127. L’operazione è stata strutturata al fine di realizzare il trasferimento significativo del rischio di credito associato ai crediti cartolarizzati ai sensi degli artt. 243 e ss. del Regolamento (UE) n. 575/2013 (“CRR”), e raggiungere già nel corrente esercizio i connessi obiettivi patrimoniali di Gruppo in termini di riduzione del rapporto “crediti deteriorati lordi / impieghi lordi” e “crediti deteriorati netti / impieghi netti” al di sotto dei target previsti al termine del Piano Industriale 2018-2020. Nelle tabelle seguenti si espone, complessivamente e per ciascun originator, la distribuzione del portafoglio ceduto per tipologia dei crediti ceduti, ripartizione territoriale e settore di attività economica delle controparti128.

Ripartizione degli attivi ceduti per Banca cedente e qualità del credito (in termini di Gross Book Value)

Importi in migliaia di euro Importi in percentuale

Operazione Maior S.r.l. Totale UBI Banca IWBank Totale UBI Banca IWBank

sofferenze 2.748.769 2.744.735 4.034 100,00% 99,85% 0,15%

Totale 2.748.769 2.744.735 4.034 100,00% 99,85% 0,15%

Ripartizione percentuale degli attivi ceduti per tipologia di finanziamento

Operazione Maior S.r.l. Portafoglio Totale Portafoglio UBI Banca Portafoglio IWBank

mutui ipotecari 32,10% 32,01% 95,84%

mutui chirografari 11,84% 11,85% 4,03%

mutui in divisa 0,70% 0,70% 0,00%

finanziamenti in pool 1,45% 1,45% 0,00%

conti correnti 40,89% 40,95% 0,13%

portafoglio e altri anticipi 12,32% 12,34% 0,00%

altte operazioni 0,70% 0,70% 0,00%

Totale 100,00% 100,00% 100,00%

125 Per “Gross Book Value” o GBV si intende indicare il valore dei diritti, ovvero l’esposizione lorda contabile

incrementata dell’ammontare dei passaggi a perdita e degli interessi di mora maturati alla data di riferimento del 31 dicembre 2017 (c.d. “data di individuazione dei crediti”).

126 Dati riferiti al 1 gennaio 2018, data di efficacia economica dell’operazione. 127 In percentuale sul GBV. 128 In percentuale sul GBV.

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Ripartizione percentuale degli attivi ceduti per ripartizione territoriale

Operazione Maior S.r.l. Portafoglio

Totale Portafoglio UBI Banca

Portafoglio IWBank

Nord 64,48% 64,57% 2,80%

Centro 19,26% 19,18% 73,97%

Sud e Isole 16,16% 16,15% 23,23%

Altri Paesi 0,10% 0,10% 0,00%

Totale 100,00% 100,00% 100,00%

Ripartizione percentuale degli attivi ceduti per settore economico

Operazione Maior S.r.l. Portafoglio Totale Portafoglio UBI Banca Portafoglio IWBank

Società Finanziarie 1,53% 1,53% 0,00%

Società non Finanziarie 76,98% 77,09% 0,00%

Altri Soggetti 21,49% 21,38% 100,00%

Totale 100,00% 100,00% 100,00%

L’operazione è stata strutturata, tramite una società veicolo per la cartolarizzazione appositamente costituita, Maior SPV S.r.l. (“SPV”), nella quale il Gruppo UBI non ha interessenze, ed è stata perfezionata secondo l’iter di seguito descritto:

in data 20 luglio 2018, ma con data di efficacia economica 1 gennaio 2018, è stata perfezionata da ciascuna banca cedente la cessione pro soluto alla SPV dei rispettivi portafogli di crediti in sofferenza. Il prezzo di acquisto dei crediti è stato finanziato dalla SPV tramite la successiva emissione dei titoli. La quota di prezzo relativa al portafoglio ceduto da IWBank ammonta a 2,36 milioni di euro; l’operazione ha comportato per IWBank un impatto a conto economico, come perdita netta da cessione, pari a 260 mila euro;

in data 1 agosto 2018 sono stati emessi i titoli da parte della SPV. L’emissione è strutturata in tre tranches: Junior, Mezzanine e Senior. Ai titoli Senior è stato assegnato un rating da parte delle agenzie specializzate Scope Ratings GmbH e DBRS Ratings Ltd, corrispondente rispettivamente a BBBsf e BBB (low)(sf). I titoli Junior e Mezzanine risultano, invece, privi di rating. Si riporta di seguito una tabella con le principali caratteristiche dei titoli cartolarizzati emessi (dati in milioni di euro):

Classe Tipo Notes

Totale Notes Senior Mezzanine Junior

Rating BBB(low)(sf)/BBB(sf) n.d. n.d.

Tasso Euribor 6M + 0,5% Euribor 6M + 6,0% Variable Return

Nozionale emesso 628,5 60,0 26,9 715,4

dal momento che nell’operazione sono coinvolte in qualità di cedenti sia la capogruppo

UBI, sia IWBank, ed in considerazione della ridotta incidenza dei crediti erogati da quest’ultima rispetto al Portafoglio complessivamente ceduto, in ottica di semplificazione i titoli cartolarizzati emessi dalla SPV sono stati interamente sottoscritti dalla sola UBI Banca, che ha contestualmente provveduto a regolare per cassa la quota di prezzo di cessione di competenza di IWBank.

In considerazione di ciò, non detenendo alcuna quota dei titoli cartolarizzati né alcuna altra forma di interessenza nell’operazione, con il completamento dell’iter di cui sopra, in conformità ai vigenti principi contabili, per IWBank si sono verificati i presupposti per l’eliminazione contabile dei crediti ceduti. Pertanto, si è provveduto a cancellare contabilmente

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dall’attivo di Bilancio i crediti ceduti, rilevando contestualmente a conto economico la perdita da cessione, iscritta alla voce “100. a)” di bilancio “Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato” ,per l’importo complessivo di 275 mila euro, che include le componenti di costi direttamente riferibili all’operazione, per ca. 15 mila euro. Per completezza di informativa, si riportano di seguito le fasi di perfezionamento della garanzia GACS, rilasciata sui titoli Senior detenuti dalla Capogruppo UBI Banca:

in data 1 agosto 2018 è stato effettuato il deposito della richiesta della garanzia GACS; in data 27 settembre 2018 è stato registrato dalla Corte dei Conti il Decreto di

concessione della GACS sui titoli senior detenuti da UBI, emesso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze il precedente 5 settembre;

in data 28 settembre 2018 è stata perfezionata da UBI Banca la cessione ad investitori di mercato del 95% dei titoli Mezzanine e Junior. Al fine di adempiere all’obbligo di retention di cui (i) all’art. 405, par. 1, del Regolamento EU 575/2013 (“CRR e della normativa correlata, il Gruppo ha deciso infatti di mantenere un interesse economico netto del 5% del valore nominale di ciascuna tranche Junior e Mezzanine trasferita a investitori terzi, oltre a mantenere il 100% della tranche Senior.

Riportiamo di seguito le principali informazioni relative alla struttura dell’operazione, con evidenza dei diversi attori coinvolti. 1. Schema riepilogativo della cartolarizzazione (diagramma dell’operazione)

Di seguito viene evidenziato graficamente lo schema dell’Operazione.

2. Parti dell’Operazione

La cartolarizzazione prevede il coinvolgimento, per la gestione di tutte le attività necessarie al corretto funzionamento dell’operazione, di alcuni soggetti esterni al Gruppo, elencati di seguito:

Prelios Credit Servicing S.p.a.: in qualità di Servicer e Special Servicer curerà la gestione di tutte le attività di recupero degli NPL ceduti a partire dalla data di cessione degli attivi (20 luglio 2018);

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Securitisation Services S.p.A.: svolgerà le attività di Corporate Servicer, Calculation Agent, Back-Up Servicer, Representative of Noteholders e Monitoring Agent;

Bank of New York Mellon SA, Milan Branch: è stata nominata per le attività tipiche di Agent Bank e Principal Paying Agent.

Coerentemente con quanto previsto dalla normativa GACS, il Gruppo UBI non ha e non avrà alcun rapporto di tipo partecipativo con i soggetti sopra indicati né altri rapporti che possano comunque configurare su questi delle forme di controllo da parte di alcuna entità del Gruppo UBI o di controllo congiunto o ancora di influenza notevole ai sensi della vigente normativa. Eventuali possibili rapporti intrattenuti con tali soggetti sono pertanto riconducibili a soli rapporti di natura commerciale, regolati a condizioni di mercato, relativi a prestazione di servizi in favore del Gruppo UBI come ad esempio nel caso di analoghe operazioni di cartolarizzazione, effettuate ai sensi della Legge 130/1999, attualmente in essere. In tale ambito UBI Banca fornirà, in qualità di Account Bank, tutti i servizi bancari ordinari a favore della SPV mediante l’apertura di conti dedicati alla gestione della liquidità riveniente dai flussi di incasso e dei pagamenti dei servizi e delle spese sostenute per le attività di recupero. Nel contesto dell’operazione, inoltre, l’originator UBI Banca ha concesso alla cessionaria un mutuo a ricorso limitato per un importo complessivo di circa 25,1 milioni di euro, finalizzato alla costituzione di una riserva di cassa a disposizione della SPV, da utilizzarsi come parte dei fondi disponibili per effettuare i pagamenti degli importi dovuti a titolo di interessi rispetto ai titoli senior, in base all’ordine dei pagamenti applicabile. Infine, si segnala che nel contratto di cessione dei crediti alla SPV non sussiste alcun impegno al riacquisto dei crediti in capo alle Banche Cedenti, così come non sono previste opzioni call a favore delle stesse sui crediti oggetto di cessione129. L’operazione inoltre non contempla forme di credit enhancement da parte delle Banche Cedenti: non sono infatti previste né garanzie di over-collateralisation130, né altre tipologie di garanzia, contratti o polizze di assicurazione del credito prestate dagli Originator sulle tranche Mezzanine e Junior. Per completezza, si ricorda che la SPV ha stipulato con Société Générale un contratto derivato “Cap” finalizzato a coprire il rischio derivante da un eventuale aumento dei tassi d’interesse. Per quanto riguarda la presenza di strumenti derivati nell’operazione in esame, si precisa inoltre che nessuna entità del Gruppo UBI risulta controparte “diretta” o “indiretta” di strumenti derivati della fattispecie cosiddetta “back to back”, volti a ricondurre parte dei rischi associati alla copertura del tasso di interesse in capo ad alcuna delle Banche Cedenti.

129 Sono previsti casi particolari in cui – in specifiche situazioni e con la finalità di rendere più efficace l’attività di

gestione e recupero dei portafogli ceduti – è concesso agli Originator di ricomprare singole pratiche cartolarizzate. 130 Si ha over-collateralisation quando il valore aggregato delle attività cedute eccede il prezzo pagato dalla SPV ovvero

il valore delle Notes cedute sul mercato e sottoscritte da terzi

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D. INFORMATIVA SULLE ENTITA’ STRUTTURATE NON CONSOLIDATE

CONTABILMENTE (DIVERSE DALLE SOCIETA’ VEICOLO PER LA CARTOLARIZZAZIONE)

La Banca non è tenuta a fornire l’informativa sulle entità strutturate non consolidate contabilmente. La stessa viene redatta a livello di bilancio consolidato dalla Capogruppo UBI Banca. E. OPERAZIONI DI CESSIONE Per la Banca non si rileva tale fattispecie per quanto riguarda le operazioni di cartolarizzazione. E.4 Operazioni di Covered Bond

Programma di Obbligazioni Bancarie Garantite da 15 miliardi - “Programma Residenziale”

Gli Obiettivi

Nell’esercizio 2008 il Consiglio di Gestione di UBI Banca ha deliberato di procedere nella realizzazione di un programma di emissione di obbligazioni bancarie garantite strutturato, finalizzato al beneficio in termini di funding contestualmente al contenimento del costo della raccolta. In particolare, il Consiglio di Gestione ha:

individuato gli obiettivi del programma; individuato la struttura base di un’operazione di emissione di obbligazioni bancarie

garantite alla luce della normativa, enucleando ed esaminando i principali elementi, tra cui il portafoglio iniziale di crediti e i criteri di selezione dello stesso nonché la struttura finanziaria dell’operazione ed i test;

valutato ed approvato gli impatti ed i necessari adeguamenti collegati di natura organizzativa, informatica e contabile. Tali adeguamenti sono stati realizzati per garantire il corretto presidio dei rischi anche sulle singole banche partecipanti. Nella predisposizione delle relative procedure si è altresì tenuto conto dei requisiti fissati dalla normativa emanata dalla Banca d’Italia;

valutato i rischi connessi con l’operazione di emissione di obbligazioni bancarie garantite;

valutato gli assetti organizzativi e gestionali della società veicolo al fine di verificare che i documenti contrattuali dell’operazione contenessero clausole atte ad assicurare un regolare ed efficiente svolgimento delle proprie funzioni da parte della società veicolo stessa;

valutato i profili giuridici, attraverso un’approfondita disamina delle strutture e degli schemi contrattuali impiegati, con particolare attenzione alle caratteristiche della garanzia prestata dalla società veicolo e al complesso dei rapporti intercorrenti tra la banca emittente, le banche cedenti e la società veicolo.

L’obiettivo del programma consiste principalmente nel permettere al Gruppo UBI di facilitare la raccolta a medio lungo termine, sia in termini di allungamento delle scadenze che in termini di contenimento del costo pagato. L’emissione di Obbligazioni Bancarie Garantite infatti permette:

la raccolta a costi maggiormente competitivi rispetto alla raccolta effettuata con strumenti a medio/lungo termine alternativi quali i programmi EMTN o le operazioni di cartolarizzazione;

l’accesso a tipologie di investitori specializzati che attualmente non investono negli altri strumenti di raccolta utilizzati e utilizzabili dal Gruppo UBI Banca.

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La struttura

La struttura base dell’operazione di emissione di obbligazioni bancarie garantite prevede che vengano realizzate le seguenti attività:

Una banca (la Banca Cedente o Originator) trasferisce un insieme di asset aventi determinate caratteristiche (c.d. attivi idonei) ad un veicolo, formando un patrimonio segregato (cover pool); tale patrimonio, in virtù dei vigenti principi contabili internazionali, non viene però cancellato dal bilancio della banca cedente;

La stessa banca cedente (qui come Banca Finanziatrice) eroga al veicolo un prestito subordinato finalizzato a finanziare il pagamento del prezzo di acquisto degli asset da parte del veicolo;

La banca (la Banca Emittente) emette obbligazioni bancarie garantite supportate da una garanzia primaria, non condizionata e irrevocabile emessa dalla società veicolo ad esclusivo beneficio degli investitori detentori delle obbligazioni bancarie garantite e delle controparti di hedging coinvolte nella transazione. La garanzia è supportata da tutti gli asset ceduti al veicolo e che fanno parte del cover pool.

Nell’ambito del modello sopra descritto, il Gruppo UBI Banca ha avviato un programma di Obbligazioni Bancarie Garantite (di seguito anche OBG o “covered bond”) da dieci miliardi di euro di emissioni, massimale che nell’esercizio 2014 è stato aumentato a quindici miliardi di euro. La struttura che è stata adottata prevede peraltro che i portafogli che costituiscono il patrimonio separato della Società Veicolo siano ceduti da più Banche Originator (le Banche Cedenti). A tal fine è stata costituita, ai sensi della legge 130/1999, un’apposita Società Veicolo, UBI Finance S.r.l., partecipata al 60% da UBI Banca131, che in qualità di garante delle emissioni fatte da UBI Banca ha assunto un portafoglio di mutui ipotecari residenziali132 ceduti dalle banche rete del Gruppo, partecipanti al programma sia come Banche Originator, che come Banche Finanziatrici. Ad esse nell’esercizio 2013 si è aggiunta come Banca Cedente e Finanziatrice anche UBI Banca, che in qualità di Capogruppo, riveste inoltre il ruolo di Master Servicer, Calculation Agent e Cash Manager dell’operazione. UBI Banca ha poi delegato alle Banche Originator, in qualità di Sub-Servicer, le attività di servicing correlate alla gestione degli incassi e dei rapporti con la clientela relativi al portafoglio ceduto da ciascun Originator (con esclusione della gestione dei portafogli di propria pertinenza e dei rapporti passati a sofferenza, presi in carico dall’Area Recupero Crediti della Capogruppo). A partire dal mese di maggio 2018, inoltre, UBI Banca è subentrata a Bank of New York nel ruolo di Account Bank dell’operazione. The Bank of New York Mellon (Luxembourg) S.A., ricopre adesso il ruolo di Back-up Account Bank e di Paying Agent, mentre il Rappresentante degli Obbligazionisti è BNY Mellon Corporate Trustee Services Limited. Il ruolo di Asset Monitor, esplicitamente previsto dalla normativa per questo tipo di operazioni, è svolto da BDO Italia S.p.A. Il Programma da 15 miliardi è inoltre valutato da parte di due agenzie di rating: Moody’s, presente fin dalla prima emissione nell’ambito del programma, e DBRS, che ha sostituito Fitch nel corso dell’ultimo trimestre del 2015. Gli adeguamenti organizzativi e le procedure di controllo

Il testo che segue fornisce un’informativa di sintesi sulla nuova struttura organizzativa ed i processi di gestione del Programma di Obbligazione Bancarie Garantite approvati nell’esercizio 2013. Il testo è stato redatto sulla base di quanto presentato nella Relazione Programma 131 La società viene consolidata da UBI Banca nel Bilancio Consolidato di Gruppo, secondo le norme contabili vigenti. 132 I principali criteri di identificazione dei mutui ceduti a garanzia da parte delle Banche Cedenti sono i seguenti:

- mutui residenziali in bonis il cui debito residuo non eccede l’80% del valore della proprietà posta a garanzia, in accordo con quanto indicato nel Decreto MEF;

- garantiti da ipoteca di primo grado economico; - non agevolati; - erogati a persone fisiche o cointestazioni di persone fisiche.

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presentata al Consiglio di Gestione il 15/1/2013, del 28/1/2014 e del 24/2/2015, nonché quanto indicato nella circolare di Gruppo 415/2013 “Revisione dei processi relativi al Primo Programma di Covered Bond”. Il sistema organizzativo attualmente adottato nel Gruppo UBI per la strutturazione e gestione dei Programmi di obbligazioni bancarie garantite è il risultato di una generale revisione organizzativa attuata nell’esercizio 2013 come frutto della evoluzione dei processi di emissione e gestione sperimentati nel corso dei primi anni di vita del Programma. Si distinguono, in tale sistema, due ambiti di attività:

1) il primo ambito riguarda le attività necessarie per l’allestimento del Programma, che vengono attuate una tantum nella fase propedeutica all’emissione dei titoli, di cui si fornisce di seguito una descrizione sintetica: le ipotesi di strutturazione di un nuovo Programma vengono valutate dai competenti Comitati interni di UBI Banca ed approvate nelle loro linee di indirizzo dal Consiglio di Gestione; segue l’individuazione dei soggetti esterni che dovranno assistere la Capogruppo nella strutturazione e l’emissione del Programma (Studi Legali, Arranger, Asset Monitor, Agenzie di Rating); la definizione degli asset che dovranno far parte del portafoglio e la definizione della contrattualistica relativa all’operazione da parte di strutture interne ed esterne alla banca. Successivamente si procede a:

- la costituzione della Società Veicolo e le attività necessarie alla cessione degli attivi al veicolo ed alla corretta segregazione patrimoniale del portafoglio a garanzia;

- l’attribuzione del Rating al Programma, inclusa la site visit da parte delle Agenzie di Rating;

- la presentazione della Relazione di Compliance del Programma.

2) il secondo ambito riguarda invece le attività ricorrenti per la gestione, monitoraggio e controllo, che sono organizzate nei quattro macro processi che si descrivono di seguito:

A. Pianificazione annuale: la definizione delle emissioni di covered bond da effettuarsi nell’anno viene fatta dalle competenti strutture di UBI Banca nell’ambito della più generale definizione delle modalità di copertura delle esigenze di liquidità, sulla base degli indirizzi strategici e con gli obiettivi di crescita e di rischio espressi dai competenti Organi Aziendali. Alla definizione del planning annuale sulle emissioni segue la fase di analisi annuale volta a definire l’ammontare del collateral che il Gruppo dovrà essere in grado prospetticamente di assicurare per garantire le emissioni in essere e quelle future previste. Il Consiglio di Gestione della Capogruppo, previa verifica da parte dei competenti Comitati interni, è quindi chiamato a deliberare annualmente in merito a:

- cessioni di nuovi mutui da parte delle Banche Originator partecipanti al Programma ed eventuali riacquisti;

- nuove emissioni di covered bond.

B. Cessioni periodiche di attivi alla Società Veicolo: in base alle linee guida definite come da punto precedente, vengono identificati in dettaglio i portafogli di attivi da cedere. Le competenti strutture della Capogruppo, con il supporto degli Studi Legali e degli Arranger ove necessario, predispongono quindi la documentazione contrattuale, effettuano i controlli preventivi e procedono agli adempimenti tecnici necessari per la segregazione e corretta gestione dei portafogli da parte dei Servicer e Sub-Servicer. Le Banche Originator inoltre, provvedono ad integrare i Finanziamenti Subordinati per quanto necessario in relazione all’ammontare dei nuovi portafogli ceduti.

C. Emissione di nuove obbligazioni bancarie garantite: nell’ambito delle emissioni pianificate secondo quanto descritto ai punti precedenti, le competenti strutture di UBI Banca definiscono le caratteristiche dell’emissione e costituiscono il Sindacato di Banche dealers partecipanti all’emissione; quindi si dà l’avvio all’emissione con raccolte degli ordini dagli investitori istituzionali al termine della quale vengono formalizzati quantità e prezzo di emissione. A seguire si predispone, con il supporto degli Studi Legali e degli Arranger, la documentazione legale che sarà oggetto di firma fra le parti entro la valuta di decorrenza dell’emissione.

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D. Gestione on going del Programma di emissione: questo macro processo regola le attività necessarie alla gestione nel quotidiano dei portafogli ceduti alla SPV, al regolamento dei flussi finanziari, all’espletamento dei controlli previsti dalla normativa ed alla produzione dell’informativa obbligatoria e per i mercati133. Questi i principali sottoprocessi, attuati dalle competenti strutture della Capogruppo (che agisce in qualità di Master Servicer, Calculation Agent e Cash Manager del Programma), o delle Banche Rete (in qualità di Sub-Servicer):

- Regolamento giornaliero dei flussi finanziari rivenienti dal portafoglio a garanzia;

- Determinazione mensile dei Test di Efficacia; - Determinazione della cascata dei pagamenti mensile e gestione della liquidità; - Produzione dell’informativa periodica alle varie controparti, agli investitori (nel

rispetto dei requisiti di disclosure richiesti dalla normativa di vigilanza ai fini del trattamento prudenziale delle OBG) ed alle Agenzie di Rating;

- Regolamento delle cedole delle emissioni in essere (con cadenza annuale o infra-annuale a seconda dell’emissione);

- Determinazione (con cadenza semestrale) dei controlli previsti dalla normativa per monitorare i requisiti atti a garantire la qualità e l’integrità degli attivi ceduti a garanzia e valutazione dell’eventuale riacquisto di attivi non più eligible.

I regolamenti e le normative interne di Gruppo disciplinano in dettaglio gli attori e le singole attività dei processi sopra delineati.

I rischi connessi con l’operazione:

Nel corso degli esercizi 2012 e 2013 la Banca ha provveduto ad una revisione dell’analisi dei rischi individuati in sede di approvazione del Programma nel giugno 2008, e ha elaborato una nuova mappatura degli stessi; con cadenza annuale, successivamente, la Banca procede ad una verifica ed aggiornamento dell’analisi dei rischi, in considerazione anche dell’evoluzione normativa in materia. L’elenco di rischi qui di seguito individuati è derivato dell’attuale framework regolamentare (comunitario ed italiano) e fa riferimento alle attuali metodologie delle agenzie di rating. Le diverse tipologie di rischio sono ricondotte alle 4 seguenti macro categorie:

1. Rischio downgrade di UBI Banca, che comprende rischio relativo alle attività di Account Bank svolte da UBI Banca, e -se presenti- il rischio relativo ai contratti swap, in cui UBI Banca è controparte, in quanto in entrambi i casi un eventuale downgrade potrebbe comportare per UBI Banca la perdita della qualità di controparte “eligible” nei ruoli sopra indicati. In particolare, per quanto riguarda il ruolo di Account Bank, in caso di downgrade che comporti il trasferimento dei conti correnti della SPV ad una società terza, il mancato trasferimento immediato su tali conti delle somme incassate rappresenta il c.d. “commingling risk” di cui si tiene conto, secondo quanto indicato, nelle valutazioni delle Agenzie di Rating e, ad alcune condizioni, in sede di calcolo dei Test Normativi134.

2. Rischio legato ai mutui sottostanti (Collateral): L’emissione di obbligazioni bancarie garantite poggia le basi del suo rating sul credit enhancement fornito dal portafoglio di mutui ceduto a garanzia alla Società Veicolo. I criteri delle agenzie di rating prevedono infatti che l’ammontare del portafoglio mutui a garanzia si mantenga su livelli più alti rispetto al valore delle obbligazioni emesse (c.d. over collateralization). Il livello di over collateralisation può essere influenzato, fra gli altri, dal possibile deterioramento della qualità dei crediti sottostanti, così come da un ammortamento del portafoglio più veloce di quanto atteso in sede di strutturazione (c.d. Rischio di prepayment), e dalla capacità degli Originator di cedere in sostituzione delle quota di portafoglio ammortizzata la necessaria quantità di nuovi attivi di analoga qualità (c.d. Rischio di sostituzione). Una

133 In merito, ricordiamo che le recenti modifiche delle Disposizioni di Vigilanza (Circolare Banca d’Italia 285/2013

citata) hanno esteso i compiti di controllo, oltre che alle competenti strutture interne di Controllo Rischi dell’Emittente, anche all’Asset Monitor, in termini di verifica della completezza, veridicità e correttezza delle informazioni messe a disposizione degli investitori e di rispetto dei limiti di Loan to Value alla cessione e all’atto dell’aggiornamento dei valori immobiliari (vedi infra Rischi Garanzie Immobiliari).

134 Vedi supra paragrafo “I Test di Efficacia”

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diminuzione del livello di over collateralization potrebbe portare in primis a un downgrade dell’operazione e, nei casi più gravi, al default dell’emittente, nel caso in cui non fosse garantito il livello minimo previsto contrattualmente e/o non fossero superati i test regolamentari. Per fronteggiare questi rischi sono previsti diversi meccanismi all’interno del Programma, quali: il Nominal Value Test e vari gradi di over-collateralisation, che mirano ad assicurare che la Società Veicolo sia in grado di garantire integralmente le obbligazioni bancarie garantite emesse anche a fronte di alcuni default sugli asset sottostanti; la possibilità di apportare denaro liquido a garanzia delle emissioni (nei limiti del 15% dell’importo complessivo degli attivi detenuti dalla Società Veicolo); la possibilità di inserire nel Portafoglio anche asset diversi dai mutui, quali i titoli emessi o garantiti da enti pubblici. Infine, per quanto riguarda il rimborso del capitale a scadenza da parte della Società Veicolo (in caso di default di UBI Banca), è stata prevista la possibilità di estendere la scadenza delle obbligazioni bancarie garantite di un anno (c.d. soft bullet maturity). In ogni caso è previsto che, con cadenza periodica, le strutture preposte di UBI Banca procedano alla verifica dell’adeguata disponibilità di mutui negli attivi delle banche del Gruppo per garantire la dovuta overcollateralisation a fronte delle obbligazioni bancarie garantite già emesse e di quelle che saranno emesse negli anni a venire.

3. Rischi connessi con la gestione del Programma nel continuo: il Programma coinvolge alcuni soggetti terzi (l’Asset Monitor, i Bank Account Providers, i Trustees, eventuali Swap Providers), per ciascuno dei quali sussiste il rischio che possa divenire inadempiente; al fine di limitare tale rischio sono state previste regole di sostituzione delle controparti al ricorrere di determinati eventi. Il Programma richiede poi una gestione nel continuo di tematiche quali l’attività di servicing, l’attività di investimento, la gestione degli eventuali contratti swap, il calcolo dei test regolamentari e la produzione di reportistica. L’adozione del modello organizzativo di cui si è dato conto nelle pagine precedenti ha permesso un ulteriore miglioramento nella gestione dei processi e dei rischi operativi correlati ed ha incrementato i punti di presidio e controllo grazie ad una più dettagliata attribuzione di responsabilità formalizzate in capo alle competenti strutture di Capogruppo.

4. Rischi legali, fra i quali si segnala, per la particolare struttura multi-originator del Programma UBI Banca, il Rischio di cross-collateralization: la partecipazione al Programma di più Banche Originator fa sì infatti che tutte le Banche Cedenti concorrano, pari passu tra loro, quali creditori subordinati della Società Veicolo e, soprattutto, assumano l’obbligo di ripristinare il portafoglio ai livelli previsti dai test in caso di violazione degli stessi, anche qualora la violazione non sia dovuta ad asset di propria pertinenza. Per mitigare tale rischio, la documentazione contrattuale prevede che, qualora la Banca Cedente tenuta a reintegrare gli attivi non adempia a tale obbligo, sarà tenuta, in suo luogo, in prima istanza la Capogruppo ad integrare il portafoglio fino al raggiungimento del livello di over-collateralization richiesto, mentre le altre Banche Cedenti (al momento quindi solo IWBank) si troveranno a dover integrare il portafoglio solo qualora anche la Capogruppo non vi provveda.

In sede di Relazione al Programma 2015, tenuto conto anche delle evoluzioni normative intercorse, sono state formalizzate le due ulteriori categorie di rischio di seguito descritte:

5. Rischi Fiscali - impatti fiscali da cessione di asset: la legge istitutiva delle Obbligazioni Bancarie Garantite (L.130/1999, art. 7 bis) sancisce che le cessioni di asset alla Società Veicolo si considerano come non effettuate dal punto di vista fiscale laddove si verifichi, fra le altre, la condizione dell’identità fra il prezzo di cessione e l’ultimo valore di iscrizione degli attivi ceduti nel bilancio della Banca Cedente. Dal momento che le cessioni di attivi hanno luogo generalmente in un momento successivo alla data di riferimento dell’ultimo bilancio approvato delle Banche Cedenti, si è adottata l’interpretazione prevalente secondo cui, per la determinazione del prezzo di cessione, occorre riferirsi al valore di bilancio, ridotto delle quote capitale medio tempore incassate ed aumentato dei ratei di interessi maturati alla data di cessione, per tener conto della naturale dinamica finanziaria degli asset ceduti135.

135 Cfr. Disposizioni di Vigilanza delle Banche - Circ. 285/2013 - Parte Terza - Cap. 3

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6. Rischio Garanzie Immobiliari: come previsto normativamente, la banca provvede all’aggiornamento su base semestrale del valore dei beni a garanzia degli asset ceduti. Il rischio in esame risiede nel possibile decremento del valore delle garanzie, che può portare ad una esclusione totale o parziale del finanziamento dal calcolo dei Test. Il valore aggiornato delle garanzie determina infatti il calcolo del loan to value corrente (current loan to value: debito residuo in essere rapportato al valore corrente della garanzia) e qualora tale indicatore superi la soglia dell’80%, la parte di finanziamento eccedente tale soglia non può essere ammessa nel calcolo dei Test. Inoltre, nel caso in cui il rapporto fra valore aggiornato della garanzia e quello della perizia immobiliare più recente sia inferiore al 70%, e, contestualmente, il current loan to value superi il 100%, il finanziamento deve essere escluso totalmente dal calcolo dei Test, a meno che non venga effettuata una nuova perizia tecnica entro tre mesi. In merito si segnala che, oltre ai controlli periodici attribuiti normativamente all’Asset Monitor, le strutture di Controllo di Rischi del Gruppo UBI procedono ad una verifica con cadenza mensile dei valori di loan to value, ed i processi organizzativi prevedono che le situazioni anomale rilevate vengano tempestivamente segnalate alle strutture competenti per attuare i necessari interventi correttivi.

L’evoluzione del Programma Residenziale di Covered Bond UBI Banca

Nell’ambito del modello sopra descritto, il Gruppo UBI Banca ha avviato il programma da dieci miliardi di emissioni di obbligazioni bancarie garantite nel luglio 2008 effettuando le prime cessioni di mutui da parte di due banche del Gruppo, Banco di Brescia e Banca Regionale Europea, per un valore complessivo, a tale data, di 2 miliardi di euro. Successivamente, nel corso degli esercizi 2008 – 2010, tutte le banche rete del Gruppo sono entrate a far parte del programma cedendo progressivamente quote dei propri attivi; ulteriori cessioni di attivi sono state poi concluse in ciascuno degli esercizi successivi. In particolare, per quanto riguarda l’esercizio 2018, segnaliamo che sono state perfezionate due nuove cessioni di crediti: la prima in data 30 aprile 2018, con efficacia contabile ed economica dal successivo 1 maggio, per un ammontare di 2,241 miliardi di euro; la seconda in data 30 novembre 2018 con efficacia contabile ed economica dal 1 dicembre, che ha interessato 1,293 miliardi di euro di attivi, comprendenti crediti originati dalle banche incorporate in UBI Banca a fine 2017. Si segnala inoltre che nel corso del mese di maggio 2018, è stata effettuata dagli Originator un’operazione di riacquisto di crediti in sofferenza, di cui 13 posizioni, pari a 1,38 milioni di euro, da parte di IWBank e 1.585 posizioni, pari a 116,9 milioni di euro, da parte di UBI Banca. Le posizioni riacquistate dai due Originator sono state successivamente cedute da questi nell’ambito dell’operazione di cartolarizzazione Major, assistita da garanzia GACS, per la quale si fa rimando alla specifica sezione della presente Nota. Nella tabelle seguenti si riportano il dettaglio degli importi ceduti e di quelli retrocessi nel 2018.

CESSIONI DI ATTIVI A UBI FINANCE – ANNO 2018 (dati in migliaia di euro) CESSIONE TOTALE DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK

cessione del 01/05/2018 2.241.192 2.241.192 0

cessione del 01/12/2018 1.292.856 1.292.856 0

totale cessioni 2018 3.534.047 3.534.047 0

RETROCESSIONI DI CREDITI

(dati in migliaia di euro) TOTALE DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK

retrocessione del 28/05/2018 118.265 116.885 1.380

totale 2018 118.265 116.885 1.380

Alla data del 31 dicembre 2018 il portafoglio di mutui ceduto a garanzia delle emissioni, che contabilmente è rimasto iscritto negli attivi di ciascuna banca cedente, ammontava a 15,672 miliardi di euro complessivi in termini di debito residuo capitale.

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La tabella seguente espone, la distribuzione del portafoglio (debito residuo capitale) per classe qualitativa dei crediti al 31 dicembre 2018, secondo la classificazione utilizzata nella documentazione dell’operazione OBG:

TIPOLOGIA DI CREDITI - dati al 31/12/2018 (Debito residuo capitale - in migliaia di euro)

PORTAFOGLIO COMPLESSIVO DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK

Performing loans 14.148.782 14.022.381 126.401

Arrears loans 906.777 889.650 17.127

Collateral Portfolio 15.055.559 14.912.031 143.528

Defaulted Loans 617.338 607.708 9.630

Totale portafoglio UBI Finance 15.672.897 15.519.739 153.158

Nel corso dell’esercizio 2018 tale portafoglio ha generato incassi complessivi per 2 miliardi di euro, così ripartiti fra UBI Banca e IWBank:

INCASSI (dati in migliaia di euro)

PORTAFOGLIO COMPLESSIVO DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK

incassi esercizio 2018 2.070.882 2.045.505 25.377

Nell’ambito del plafond di emissioni previste dal Programma, che come già ricordato è stato innalzato dai dieci miliardi iniziali a quindici miliardi, UBI Banca ha emesso Obbligazioni bancarie garantite per complessivi 13,079 miliardi di euro (titoli in essere al 31 dicembre 2018); nella tabella seguente si riportano le caratteristiche delle singole emissioni:

N. serie

(*) ISIN Denominazione

Data di emissione

Data di scadenza

Capitale (**) Mercato

2 IT0004558794 UBI BANCA 4,000% CB due 16/12/2019 16/12/2009 16/12/2019 1.000.000.000,00 Investitori istituzionali

3 IT0004599491 UBI BANCA TV CB due 30/04/2022 30/04/2010 30/04/2022 79.545.460,00 privata - BEI

6 IT0004682305 UBI BANCA 5,250% CB due 28/01/2021 28/01/2011 28/01/2021 1.000.000.000,00 Investitori istituzionali

12 IT0004966195 UBI BANCA 3,125% CB due 14/10/2020 14/10/2013 14/10/2020 1.500.000.000,00 Investitori istituzionali

14 IT0004992878 UBI BANCA 3,125% CB due 05/02/2024 05/02/2014 05/02/2024 1.000.000.000,00 Investitori istituzionali

17 IT0005067076 UBI BANCA 1,25% CB due 07/02/2025 07/11/2014 07/02/2025 1.000.000.000,00 Investitori istituzionali

18 IT0005140030 UBI BANCA 1% CB due 27/01/2023 27/10/2015 27/01/2023 1.250.000.000,00 Investitori istituzionali

19 IT0005155673 UBI BANCA TV CB due 14/12/2022 14/12/2015 14/12/2022 500.000.000,00 Retained

22 IT0005215147 UBI BANCA 0,375% CB due 14/09/2026 14/09/2016 14/09/2026 1.000.000.000,00 Investitori istituzionali

23 IT0005283491 UBI BANCA 1,125% CB due 04/10/2027 04/10/2017 04/10/2027 1.250.000.000,00 Investitori istituzionali

24 IT0005320673 UBI BANCA 0,50% CB due 15/07/2024 15/01/2018 15/07/2024 750.000.000,00 Investitori istituzionali

25 IT0005320665 UBI BANCA 1,25% CB due 15/01/2030 15/01/2018 15/01/2030 500.000.000,00 Investitori istituzionali

26 IT0005325151 UBI BANCA 1,780% CB due 23/02/2033 23/02/2018 23/02/2033 90.000.000,00 Investitori istituzionali

27 IT0005325334 UBI BANCA 1,750% CB due 25/02/2033 26/02/2018 25/02/2033 160.000.000,00 Investitori istituzionali

28 IT0005347973 UBI BANCA TV CB due 16/10/2018 16/10/2018 16/10/2028 700.000.000,00 Retained

29 IT0005355539 UBI BANCA TV CB due 10/12/2022 10/12/2018 10/12/2022 800.000.000,00 Retained

30 IT0005355547 UBI BANCA TV CB due 11/12/2023 10/12/2018 11/12/2023 500.000.000,00 Retained

Totale emissioni in essere al 31/12/2018 13.079.545.460,00

Note: (*) si espongono solo le emissioni in essere alla data di riferimento del bilancio. Le serie che a tale data sono estinte sono pertanto state omesse dalla

tabella. (**) per le obbligazioni in ammortamento si indica il valore nominale residuo alla data di riferimento del presente bilancio.

Tutte le obbligazioni sopra indicate presentavano, alla data del 31 dicembre 2018, rating pari ad Aa2 da parte di Moody’s e ad AA (da parte di DBRS. I rapporti con la società veicolo UBI Finance

Come già ricordato più sopra, l’impostazione contabile adottata in osservanza dei principi contabili internazionali IAS/IFRS, comporta la non cancellazione dall’attivo di bilancio delle Banche Originator dei finanziamenti ceduti alla Società Veicolo (c.d. “non derecognition” degli

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attivi). Parimenti, le componenti economiche e valutative relative ai finanziamenti ceduti ma non cancellati continuano a figurare nelle specifiche voci di costo e ricavo del conto economico, come se l’operazione di cessione non fosse stata effettuata. Coerentemente con tale impostazione contabile, gli altri rapporti attivi/passivi ed economici fra la Banca e la Società Veicolo vengono esposti, per sbilancio, nelle voci “residuali” di Stato Patrimoniale e Conto Economico (“120 Altre Attività” nell’attivo di Stato Patrimoniale” e “200 Altri oneri/proventi di gestione” di Conto Economico), ed il relativo saldo va a rappresentare le componenti nette di credito/debito e costo/ricavo che la Banca vanta nei confronti della Società Veicolo, ulteriori rispetto a quanto già rappresentato dai valori relativi ai finanziamenti ceduti e non cancellati, esposti a voce propria. Si fa rimando alle apposite sezioni della Nota Integrativa per l’ammontare delle poste di cui sopra, iscritte fra le Altre Attività e fra gli Altri oneri / proventi di gestione; nelle pagine seguenti, in ottemperanza a quanto previsto dalla normativa, si riporta l’informativa di dettaglio sulle principali interessenze della Banca con la Società Veicolo UBI Finance in relazione al Programma di Covered Bond da 15 miliardi. Attivi ceduti - valore di bilancio

Si riporta nella tabella seguente l’ammontare del portafoglio cartolarizzato ceduto ad UBI Finance dalle Banche Originator secondo il valore di bilancio esposto nelle pertinenti voci dell’attivo dello Stato Patrimoniale; la classificazione segue la distribuzione del portafoglio ceduto in base alla classificazione di bilancio da ciascun originator.

TIPOLOGIA DI CREDITI Valore di bilancio al 31/12/2018 (migliaia di euro)

TOTALE UBI BANCA IW BANK

Esposizioni non deteriorate 14.178.786 14.050.183 128.603

Esposizioni scadute non deteriorate 901.128 883.530 17.598

Esposizioni scadute deteriorate 8.237 8.059 178

Inadempienze probabili 284.543 280.885 3.658

Sofferenze 177.702 175.334 2.368

TOTALE Attività cedute ad UBI Finance 15.550.396 15.397.991 152.405

di cui a voce 40 "Attività finanziarie al costo amm.to" 15.550.240 15.397.835 152.405

di cui a voce 20c "Attività finanziarie obbligatoriamente al fair value" 156 156 0

Per l’ammontare delle attività trasferite nell’esercizio, si fa rimando a quanto indicato nei paragrafi precedenti. Finanziamento Subordinato

Come indicato più sopra, ciascuna Banca Cedente – in qualità di Banca Finanziatrice – eroga alla Società Veicolo, in occasione di ogni cessione di attivi, una quota del prestito subordinato finalizzato a finanziare il pagamento da parte della stessa SPV del prezzo di acquisto degli asset ceduti in qualità di Banca Originator. Si riporta nella tabella seguente l’ammontare dei finanziamenti erogati dalle banche originator ad UBI Finance a fronte delle cessioni dell’esercizio 2018:

Finanziamenti Subordinati erogati nell'esercizio 2018 (dati in migliaia di euro) CESSIONE TOTALE DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK

Finanziamento erogato per cessione del 01/05/2018 2.233.739 2.233.739 0

Finanziamento erogato per cessione del 01/12/2018 1.290.979 1.290.979 0

Totale erogazioni esercizio 2018 3.524.718 3.524.718 0

L’ammontare complessivo dei Finanziamenti Subordinati vantati al 31 dicembre 2018 da ciascun Originator nei confronti di UBI Finance è pari a 16,075 miliardi di euro (in termini di Debito Residuo Capitale):

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Ammontare Finanziamenti subordinati al 31/12/2018

(dati in migliaia di euro) TOTALE DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK

Debito residuo capitale 16.075.745 15.910.284 165.461

Il valore contabile dei Finanziamenti Subordinati al 31 dicembre 2018 confluisce nel saldo netto delle poste iscritte a voce “120 Altre Attività” nell’attivo di Stato Patrimoniale, e rappresenta la massima esposizione alla perdita derivante dalla partecipazione delle Banche (Originator e Finanziatrici) al Programma di Covered Bond, nel caso in cui si attivasse la garanzia prestata dalla Società Veicolo e i flussi finanziari derivanti dai portafogli ceduti a garanzia venissero utilizzati per rimborsare gli investitori, e non fossero quindi disponibili, in tutto o in parte, per la restituzione agli Originator dei Finanziamenti Subordinati. La capacità di rimborso di tale finanziamento dipende dall’incasso dei crediti del portafoglio segregato ceduti alla Società Veicolo da ciascuna banca; coerentemente con l’impostazione contabile adottata, nel bilancio delle Banche Originator si è proceduto a valutare direttamente il portafoglio sottostante, iscritto a voce propria nell’attivo dello Stato Patrimoniale, come più sopra indicato. Allo stato attuale, in considerazione dell’andamento dei rimborsi da parte dell’emittente UBI Banca non esiste alcun rischio in merito. Su tali Finanziamenti Subordinati gli interessi di competenza dell’esercizio 2018, che come indicato, sono ricompresi nel saldo della voce “200 Altri oneri /proventi di gestione” di Conto Economico, ammontano a 239,3 milioni di euro, mentre l’ammontare dei Finanziamenti rimborsati nell’anno, a valere sugli incassi capitale a disposizione della Società Veicolo, ammonta complessivamente a 1,64 miliardi di euro. Nelle tabelle seguenti si riportano le somme sopra indicate distinte per banca finanziatrice:

Finanziamenti Subordinati - interessi pagati e maturati anno 2018 (dati in migliaia di euro)

TOTALE DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK

Totale interessi esercizio 2018 239.338 236.637 2.701

Finanziamenti Subordinati - somme rimborsate nell'esercizio 2018

(dati in migliaia di euro) TOTALE DI CUI UBI BANCA (*) DI CUI IW BANK

Totale rimborsi esercizio 2018 1.642.500 1.626.500 16.000

Attività di Servicing - Sub-servicing

Per le attività di servicing correlate alla gestione degli incassi e dei rapporti con la clientela relativi al portafoglio ceduto e per la gestione dei rapporti passati a sofferenza, la Capogruppo ha percepito dalla Società Veicolo UBI Finance, per quanto di competenza dell’esercizio 2018, compensi pari a 6,6 milioni di euro complessivi, mentre i compensi spettanti in qualità di Master Servicer e Calculation Agent ammontano a mila 687 mila euro. Contestualmente, IWBank, per le attività di sub-servicing correlate alla gestione degli incassi e dei rapporti con la clientela relativi ai rispettivi portafogli ceduti, per quanto di competenza dell’esercizio 2018, ha percepito dalla Società Veicolo UBI Finance compensi complessivi pari a circa 62 mila euro. Il valore contabile dei compensi di competenza per le attività di Servicing e Sub-Servicing è iscritto alla voce “200 Altri oneri / proventi di gestione” di Conto Economico. Programma di Obbligazioni Bancarie Garantite da 5 miliardi - “Programma Retained”

Nel corso del primo semestre 2012 è stata perfezionata la strutturazione di un nuovo programma di obbligazioni bancarie garantite, con l’obiettivo di utilizzare attivi presenti nel bilancio del Gruppo UBI, e non ancora utilizzati per operazioni di cartolarizzazione o per il Programma Residenziale, al fine di emettere nuovi titoli obbligazionari che saranno “retained”, ovvero saranno sottoscritti dalla stessa UBI Banca e saranno utilizzati per la stanziabilità in

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Banca Centrale Europea andando a rafforzare il pool di attivi rifinanziabili a disposizione del Gruppo. A tal fine è stata appositamente costituita una nuova Società Veicolo denominata UBI Finance CB2 S.r.l., anch’essa partecipata al 60% da UBI Banca136, che riveste la funzione di garante delle emissioni della nuova serie di covered bond. Ad UBI Finance CB2 S.r.l. vengono ceduti dalle banche del Gruppo principalmente mutui commerciali e, in aggiunta, mutui residenziali eleggibili per la normativa nazionale ma non contemplati nelle metodologie delle Agenzie di rating per il primo programma137. Infatti, diversamente da quanto effettuato in relazione al Programma Residenziale, il Programma Retained è stato inizialmente strutturato senza prevedere una valutazione da parte delle Agenzie di Rating e pertanto ha beneficiato soltanto dei rating senior della Capogruppo UBI Banca. L’agenzia Fitch ha attribuito, a fine 2013, un rating anche al Programma da 5 miliardi; il rating era pari a BBB+. Nel corso dell’esercizio 2015 si è proceduto alla sostituzione dell’agenzia Fitch con l’agenzia DBRS, la quale ha attribuito un rating pari ad “A (low)”, innalzato poi nel corso del 2016 al valore “A”. A valere su tale programma, UBI Banca potrà emettere Obbligazioni Bancarie Garantite per un importo complessivo di tempo in tempo in essere non superiore ad Euro 5 miliardi. Anche per questo secondo programma, il Consiglio di Gestione ha:

individuato gli obiettivi del programma e della prima emissione; individuato la struttura base dell’operazione, esaminando il portafoglio iniziale di crediti

e i criteri di selezione dello stesso nonché la struttura finanziaria dell’operazione ed i test;

valutato ed approvato gli impatti ed i necessari adeguamenti di natura organizzativa, informatica, considerando che tali interventi erano già stati realizzati per garantire il corretto presidio dei rischi relativi al primo programma;

valutato i rischi connessi con l’operazione di emissione di obbligazioni bancarie garantite;

valutato gli assetti organizzativi e gestionali della società veicolo; valutato i profili giuridici del Programma.

Si fa rimando a quanto indicato più sopra in merito al Programma Residenziale per quanto riguarda gli aspetti strutturali, organizzativi ed i rischi dell’operazione138, mentre ci si limita a segnalare di seguito i soli punti per i quali il programma da 5 miliardi differisce da quanto indicato in precedenza:

A. Liability Swap: al momento non sono state fatte emissioni a tasso fisso e pertanto non sono mai stati stipulati contratti di liability swap tra la Società Veicolo e controparti terze.

B. Conti correnti: per il secondo programma i conti Interest e Principal Collection sono stati inizialmente aperti presso UBI Banca International ed a partire dal mese di agosto 2015 sono stati trasferiti su BNP Paribas Securities Services – London Branch. Come per il primo programma, nel mese di giugno 2018, UBI Banca è subentrata nel ruolo di Account Bank dell’operazione al posto di BNP Paribas Securities La liquidità generata dal Programma: in considerazione della tipologia di operazione posta in essere dal Gruppo con il Programma Retained, funzionale ad aumentare la quantità di attivi

136 La società viene consolidata da UBI Banca nel Bilancio Consolidato di Gruppo, secondo le norme contabili vigenti. 137 I principali criteri di identificazione dei mutui ceduti ad UBI Finance CB2 da parte delle Banche Cedenti a garanzia

dell’operazione sono i seguenti: - mutui in bonis il cui debito residuo non eccede il 60% del valore della proprietà commerciale posta a garanzia

e/o l'80% della proprietà residenziale posta a garanzia, in accordo con quanto indicato nel Decreto MEF; - garantiti da ipoteca di primo grado; - erogati a una persona fisica (incluse persone fisiche che sono o erano, alla relativa data di erogazione ,

dipendenti di società appartenenti al Gruppo Bancario), a una persona giuridica (ad esclusione degli enti del settore pubblico, enti territoriali e amministrazioni centrali e banche centrali) o a più persone fisiche, o giuridiche, cointestatarie;

- non agevolati. 138 Per completezza si ricorda che il limite di Loan to Value per l’amissibilità delle garanzie è, per i mutui commerciali,

pari al 60%.

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disponibili per operazioni di rifinanziamento con l’Eurosistema, non è stata prevista in questo caso l’emissione di prestiti obbligazionari per la retrocessione del funding alle banche cedenti.

L’evoluzione del Programma Retained di Covered Bond UBI Banca

Il portafoglio iniziale a garanzia delle emissioni del Programma Retained è stato ceduto in due tranches nel corso del primo semestre 2012, ed ha interessato attivi per complessivi 3 miliardi di euro. Hanno ceduto i propri attivi Banca Regionale Europea, Banca Popolare di Ancona, Banca Popolare Commercio e Industria, Banca di Valle Camonica Banca Popolare di Bergamo, Banco di Brescia, Banco di San Giorgio (poi incorporato in Banca Regionale Europea) e Banca CARIME, mentre UBI Banca ed IWBank hanno effettuato la prima cessione di propri attivi nel mese di dicembre 2015. Nel corso dell’esercizio 2018 si è dato luogo ad una cessione di nuovi portafogli, perfezionata alla fine del mese di maggio (con efficacia contabile 1 giugno). Tale cessione ha interessato attivi per 323 milioni di euro complessivi ceduti esclusivamente da UBI Banca. Inoltre, sempre nel corso del primo semestre 2018, sono state effettuate due operazioni di riacquisto di crediti: la prima ha interessato 1.520 crediti non deteriorati, ed eleggibili per il Programma Residenziali, per un ammontare complessivo pari a 93,8 milioni di euro; la seconda ha avuto ad oggetto 401 crediti in sofferenza, per un importo totale di 53,08 milioni di euro; come già per il Programma Residenziale, le posizioni a sofferenza riacquistate sono state successivamente cedute da UBI Banca nell’ambito dell’operazione di cartolarizzazione Major, assistita da garanzia GACS, per la quale si fa rimando alla specifica sezione della presente Nota. Inoltre, nel corso, del mese di settembre 2018, sono stati retrocessi da UBI Finance Cb2 all’originator UBI Banca alcuni finanziamenti, ceduti a giugno, che non rispettavano i criteri per l’eleggibilità nel cover pool dell’operazione, per un ammontare complessivo pari a 54,25 milioni di euro. La fattispecie non ha interessato il portafoglio ceduto da IWBank. Nella tabelle seguenti si riportano il dettaglio degli importi ceduti e di quelli retrocessi nel 2018.

CESSIONI DI ATTIVI A UBI FINANCE CB2 – ANNO 2018 (dati in migliaia di euro)

CESSIONE TOTALE

DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK

cessione del 01/06/2018 323.112 323.112 0

totale cessioni 2018 323.112 323.112 0

RETROCESSIONI DI ATTIVI A BANCHE ORIGINATOR – ANNO 2018 (dati in migliaia di euro)

RETROCESSIONE TOTALE

DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK

retrocessione del 28/03/2018 93.805 93.805 0

retrocessione del 21/05/2018 53.087 53.087 0

retrocessione del 10/09/2018 54.247 54.247 0

totale retrocessioni 2018 201.139 201.139 0

Il portafoglio ceduto, che - come già per il primo programma - è rimasto contabilmente iscritto nell’attivo di bilancio delle Banche Originator ammontava al 31 dicembre 2018 a 2,58 miliardi di euro complessivi. Nella tabella seguente si riporta, nel totale e per ciascuna Banca Originator, la distribuzione del portafoglio (debito residuo capitale) per classe qualitativa dei crediti al 31 dicembre 2018:

TIPOLOGIA DI CREDITI - dati al 31/12/2018 Debito residuo capitale - in migliaia di euro)

PORTAFOGLIO COMPLESSIVO

DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK

Performing loans 2.153.097 2.136.673 16.424

Arrears loans 126.297 125.885 412

Collateral Portfolio 2.279.394 2.262.558 16.836

Defaulted Loans 303.038 303.033 5

Totale portafoglio UBI Finance Cb 2 2.582.432 2.565.591 16.841

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Anche per il portafoglio ceduto a UBI Finance CB2, il Master Servicer UBI Banca ha delegato alle Banche Originator, in qualità di Sub-Servicer, le attività di servicing correlate alla gestione degli incassi e dei rapporti con la clientela relativi al portafoglio ceduto da ciascun Originator, con esclusione dei crediti del portafoglio di propria pertinenza e dei rapporti passati a sofferenza, presi in carico dall’Area Recupero Crediti della Capogruppo. Nel corso dell’esercizio 2018, tale portafoglio ha generato incassi per 470,6 milioni di euro così ripartiti tra Ubi Banca ed Iw Bank:

INCASSI (dati in migliaia di euro)

PORTAFOGLIO COMPLESSIVO

DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK

incassi esercizio 2018 470.608 467.914 2.694

Nell’ambito del Programma sono state fatte due emissioni di Covered Bond nell’esercizio 2012, una nell’esercizio 2014, a cui si è aggiunta una quarta emissione nel secondo semestre del 2015; nel 2016 si è proceduta ad una quinta emissione, perfezionata nel mese di giugno, mentre nel 2017 è stata effettuata una sesta emissione nel mese di dicembre. Nell’ultimo trimestre del 2018 è stata emessa un’ulteriore obbligazione, pertanto, alla data di riferimento della presente nota, l’ammontare dei titoli complessivamente emessi è pari 2,05 miliardi di euro (valore nominale residuo al 31 dicembre 2018). Non sono state fatte, fino ad ora, emissioni pubbliche, pertanto tutte le emissioni in essere ad oggi sono “retained” nel portafoglio di UBI Banca. Si riportano di seguito le caratteristiche delle singole emissioni:

N. serie (*) ISIN Denominazione Data di emissione

Data di scadenza

Capitale (**) Mercato

2 IT0004864663 UBI BANCA TV CB2 due 29/10/2022 29/10/2012 29/10/2022 400.000.000 Retained

3 IT0005002842 UBI BANCA TV CB2 due 05/03/2019 05/03/2014 05/03/2019 200.000.000 Retained

4 IT0005122418 UBI BANCA TV CB2 due 14/07/2021 14/07/2015 14/07/2021 650.000.000 Retained

5 IT0005202400 UBI BANCA TV CB2 due 24/06/2022 24/06/2016 24/06/2022 300.000.000 Retained

6 IT0005318560 UBI BANCA TV CB2 due 21/12/2023 21/12/2017 21/12/2023 300.000.000 Retained

7 IT0005355554 UBI BANCA TV CB2 due 10/12/2024 10/12/2018 10/12/2024 200.000.000 Retained

Totale emissioni in essere al 31/12/2018 2.050.000.000

Nota: (*) per le obbligazioni in ammortamento si indica il valore nominale residuo alla data di riferimento del presente bilancio. (**) per le obbligazioni in ammortamento si indica il valore nominale residuo alla data di riferimento del presente bilancio.

Tutte le obbligazioni sopra indicate presentavano, alla data del 31 dicembre 2018, rating pari ad A da parte di DBRS.

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I rapporti con la società veicolo UBI Finance CB2

Analogamente a quanto fatto per il Primo Programma di Covered Bond, si redige la presente sezione - per quanto non già indicato nei paragrafi precedenti - relativamente alla Società Veicolo UBI Finance CB2 S.r.l., in ottemperanza a quanto richiesto dall’IFRS12 come informativa sui rapporti con le società strutturate non consolidate, in considerazione del fatto che il relativo consolidamento viene effettuato nell’ambito del Bilancio Consolidato della Capogruppo. I rapporti con la società veicolo UBI Finance CB2

Attivi ceduti - valore di bilancio

Si riporta nella tabella seguente l’ammontare del portafoglio cartolarizzato ceduto dall’insieme delle Banche Originator alla Società Veicolo UBI Finance CB2 Srl, secondo il valore di bilancio esposto a voce propria nelle pertinenti voci dell’attivo dello Stato Patrimoniale di ciascun originator; la classificazione segue la distribuzione del portafoglio ceduto in base alla classificazione di bilancio dell’originator.

TIPOLOGIA DI CREDITI Valore di bilancio al 31/12/2018 (migliaia di euro)

TOTALE UBI BANCA IWBANK

Esposizioni non deteriorate 2.145.869 2.129.370 16.499

Esposizioni scadute non deteriorate 123.559 123.154 405

Esposizioni scadute deteriorate 3.293 3.293 0

Inadempienze probabili 129.741 129.737 4

Sofferenze 117.793 117.793 0

TOTALE Portafoglio Cartolarizzato UBI Finance CB2 2.520.255 2.503.347 16.908

di cui a voce 40 "Attività finanziarie al costo amm.to" 2.519.076 2.502.168 16.908

di cui a voce 20c "Attività finanziarie obblig. al fair value" 1.179 1.179 0

Per l’ammontare delle attività trasferite nell’esercizio, si fa rimando a quanto indicato più sopra. Finanziamento Subordinato

Si riporta nella tabella seguente l’ammontare dei finanziamenti erogati dalle Banche Originator ad UBI Finance CB 2 a fronte delle cessioni dell’esercizio 2018:

Finanziamenti Subordinati erogati nell'esercizio 2018 (dati in migliaia di euro)

CESSIONE TOTALE DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK

cessione del 01/06/2018 323.274 323.274 0

totale erogazioni esercizio 2018 323.274 323.274 0

L’ammontare complessivo dei finanziamenti subordinati vantati al 31 dicembre 2018 da ciascun Originator nei confronti di UBI Finance CB2 Srl è pari a (in termini di Debito Residuo Capitale):

Ammontare Finanziamenti subordinati al 31/12/2018 (dati in migliaia di euro)

TOTALE DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK

Debito residuo capitale 2.722.139 2.703.407 18.732

Come per il Programma da 15 miliardi, il valore contabile dei Finanziamenti Subordinati al 31 dicembre 2018 confluisce nel saldo netto delle poste iscritte a voce “120 Altre Attività” nell’attivo di Stato Patrimoniale, e rappresenta la massima esposizione alla perdita derivante dalla partecipazione delle Banche (Originator e Finanziatrici) al Programma di Covered Bond, nel caso in cui si attivasse la garanzia prestata dalla Società Veicolo e i flussi finanziari derivanti dai portafogli ceduti a garanzia venissero utilizzati per rimborsare gli investitori, e

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non fossero quindi disponibili, in tutto o in parte, per la restituzione agli Originator dei Finanziamenti Subordinati. La capacità di rimborso di tale finanziamento dipende dall’incasso dei crediti del portafoglio segregato ceduti alla Società Veicolo da ciascuna banca; coerentemente con l’impostazione contabile adottata, nel bilancio delle banche originator, si è proceduto a valutare direttamente il portafoglio sottostante, iscritto a voce propria nell’attivo dello Stato Patrimoniale, come più sopra indicato. Anche per il Programma “retained”, allo stato attuale, in considerazione dell’andamento dei rimborsi da parte dell’emittente UBI Banca, non esiste alcun rischio in merito. Su tali Finanziamenti Subordinati gli interessi di competenza dell’esercizio 2018, che come indicato, sono ricompresi nel saldo della voce “200 Altri oneri / proventi di gestione” di Conto Economico, ammontano a 41,12 milioni di euro complessivi per tutte le Banche del Gruppo partecipanti al Programma, mentre l’ammontare dei Finanziamenti rimborsati nell’anno, a valere sugli incassi capitale a disposizione della Società Veicolo, ammonta complessivamente a 554 milioni di euro. Nelle tabelle seguenti si riportano le somme sopra indicate, distinte per singola Banca Originator:

Finanziamenti Subordinati - interessi pagati e maturati anno 2018 (dati in migliaia di euro)

TOTALE DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK

Totale interessi esercizio 2018 41.122 40.903 220

Finanziamenti Subordinati - somme rimborsate nell'esercizio 2018 (dati in migliaia di euro)

TOTALE DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK

Totale rimborsi esercizio 2018 554.000 552.000 2.000

Attività di Servicing - Sub-servicing

Per le attività di servicing correlate alla gestione degli incassi e dei rapporti con la clientela relativi al portafoglio ceduto e per la gestione dei rapporti passati a sofferenza, la Capogruppo ha percepito dalla Società Veicolo UBI Finance CB2 Srl, per quanto di competenza dell’esercizio 2018, compensi pari a 1,42 milioni di euro complessivi, mentre i compensi spettanti in qualità di Master Servicer e Calculation Agent ammontano 452 mila euro. Contestualmente, IWBank, per le attività di sub-servicing correlate alla gestione degli incassi e dei rapporti con la clientela relativi ai rispettivi portafogli ceduti, per quanto di competenza dell’esercizio 2018, ha percepito dalla Società Veicolo UBI Finance CB2 compensi complessivi pari a circa 7 mila euro. Il valore contabile dei compensi di competenza per le attività di Servicing e Sub-Servicing è iscritto alla voce “200 Altri oneri / proventi di gestione” di Conto Economico.

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F. MODELLI PER LA MISURAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO Sezione 2 Rischi di mercato 2.1 Rischio di tasso di interesse e rischio di prezzo – portafoglio di negoziazione di vigilanza Informazioni di natura qualitativa A. Aspetti generali

Ai fini della compilazione della presente sezione si considerano esclusivamente gli strumenti finanziari rientranti nel “portafoglio di negoziazione di vigilanza”, come definito nella disciplina relativa alle segnalazioni di vigilanza sui rischi di mercato. Conseguentemente, sono escluse eventuali operazioni allocate in bilancio nel portafoglio di negoziazione ma non rientranti nell’anzidetta definizione di vigilanza. Queste operazioni sono comprese nell’informativa relativa al “portafoglio bancario”. B. Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo

Si veda il successivo paragrafo A. “Aspetti generali, procedure di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse”.

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Informazioni di natura quantitativa 1. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie per cassa e derivati finanziari

Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3 mesi Da oltre 3 mesi fino a 6 mesi

Da oltre 6 mesi fino a 1 anno

Da oltre 1 anno fino a 5 anni

Da oltre 5 anni fino a 10 anni

Oltre 10 anni Durata indeterminata

1. Attività per cassa - - - - - - - -

1.1 Titoli di debito - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

1.2 Altre attività - - - - - - - -

2. Passività per cassa - - - - - - - -

2.1 P.C.T. passivi - - - - - - - -

2.2 Altre passività - - - - - - - -

3. Derivati finanziari - 1 - - - - - -

3.1 Con titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

+ Posizioni lunghe - - - - - - - -

+ Posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

+ Posizioni lunghe - 65 65 - - - - -

+ Posizioni corte - 65 65 - - - - -

3.2 Senza titolo sottostante - 1 - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

+ Posizioni lunghe - - - - - - - -

+ Posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - 1 - - - - - -

+ Posizioni lunghe - 8.988 - - - - - -

+ Posizioni corte - 8.987 - - - - - -

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2. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione delle esposizioni in titoli di

capitale e indici azionari per i principali Paesi del mercato di quotazione

Atteso l’importo irrilevante delle esposizioni in titoli di capitale e indici azionari si omette la trattazione della tabella. 3. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: modelli interni e altre metodologie per

l’analisi della sensitività

Si segnala che IW Bank Private Investment non possiede posizioni significative negli strumenti elencati.

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2.2 Rischio di tasso di interesse e di prezzo - portafoglio bancario

Il portafoglio bancario è costituito da tutti gli strumenti finanziari attivi e passivi non compresi nel portafoglio di negoziazione di cui alla sezione 2.1. Informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali, procedure di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo

Il rischio di tasso di interesse consiste nelle variazioni dei tassi di interesse che si riflettono:

• sulla formazione del margine di interesse e, conseguentemente, sugli utili della banca (cash flow risk);

• sul valore attuale netto degli assets e delle liabilities, impattando sul valore attuale dei cash flows futuri (fair value risk).

Il controllo e la gestione del rischio di tasso di interesse strutturale - da fair value e da cash flow - vengono effettuati in modo accentrato dalla Capogruppo, all’interno del framework definito annualmente della Policy a presidio dei Rischi Finanziari del Gruppo UBI Banca che individua metodologie e modelli di misurazione e limiti o soglie di attenzione, riguardo al margine di interesse e alla sensitivity del valore economico del Gruppo. La misurazione, il monitoraggio ed il reporting dell’esposizione al rischio tasso di interesse sono effettuati a livello consolidato ed individuale dall’Area Capital & Liquidity Risk Management della Capogruppo, che provvede a effettuare su base mensile:

• un’analisi di sensitività finalizzata alla misurazione della variazione del valore del patrimonio;

• una simulazione di impatto sul margine di interesse dell’esercizio in corso, attraverso un’analisi di gap statico (assumendo cioè che le posizioni siano costanti nel corso del periodo).

Sulla base dell’informativa periodicamente prodotta, il servizio ALM della Capogruppo provvede a porre in essere le opportune manovre al fine di evitare lo sconfinamento dei limiti ed eventualmente delle soglie di early warning. L’esposizione al rischio di tasso viene misurata, attraverso modelli di Gap analysis e Sensitivity analysis, su tutti gli strumenti finanziari, attivi e passivi, non inclusi nel portafoglio di negoziazione ai sensi della normativa di vigilanza. L’analisi di sensitivity del valore economico include una stima degli impatti derivanti dal fenomeno di estinzione anticipata di mutui e prestiti, indipendentemente dalla presenza di opzioni di rimborso anticipato definite contrattualmente. Ad essa è affiancata una stima della variazione del margine di interesse. L’analisi di impatto sul margine di interesse viene sviluppata su un orizzonte temporale di 12 mesi, tenendo in considerazione sia la variazione del margine sulle poste a vista (comprensiva del fenomeno della vischiosità) sia quella sulle poste a scadenza. In tale analisi viene inoltre inclusa una stima dell’effetto reinvestimento/rifinanziamento dei flussi in scadenza. La Policy a presidio dei Rischi Finanziari del Gruppo UBI Banca 2018 stabilisce, per la Sensitivity delle poste a scadenza e delle poste a vista rappresentate mediante il modello comportamentale, un Early Warning pari al 10% del totale dei Fondi Propri individuali. Il valore da confrontare con la soglia di attenzione è dato dal valore assoluto della Sensitivity negativa che deriva dalla applicazione di due scenari distinti di tasso (shock parallelo di +/-100 b.p. della curva dei tassi). Nello scenario di riduzione dei tassi di interesse, è stato posto un vincolo alla negatività degli stessi pari a -75 bps. Nella medesima Policy, inoltre, è stato previsto un limite all’esposizione complessiva, valutata nello scenario standard pro-tempore vigente definito dalla normativa prudenziale. L’attuale scenario di riferimento è dato da uno shock istantaneo e parallelo di +/- 200 bps sull’intero perimetro delle poste di banking book, ipotizzando un vincolo di non negatività sul livello dei tassi di interesse. Nel caso in cui si determini una riduzione del valore economico della banca superiore al 20% dei fondi propri, la Banca Centrale Europea e la Banca d’Italia

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approfondiscono i risultati, riservandosi di adottare opportuni interventi. Il rispetto dei limiti individuali è perseguito dalle Società del Gruppo tramite contratti derivati di copertura conclusi con la Capogruppo. UBI Banca procede eventualmente alla chiusura delle posizioni con controparti esterne al Gruppo, operando coerentemente con gli indirizzi strategici e nell’ambito dei limiti consolidati definiti dagli Organi di Governo societario. B. Attività di copertura del fair value

Nel bilancio di IW Bank Private Investment non sono presenti relazioni di copertura del fair value. C. Attività di copertura dei flussi finanziari

Nel bilancio di IW Bank Private Investment non sono presenti relazioni di copertura di flussi finanziari.

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Informazioni di natura quantitativa

1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie

Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3 mesi Da oltre 3 mesi fino a 6 mesi

Da oltre 6 mesi a fino a 1 anno

Da oltre 1 anno fino a 5 anni

Da oltre 5 anni fino a 10 anni

Oltre 10 anni Durata indeterminata

1. Attività per cassa 237.750 1.320.682 318.704 105.210 840.785 249.587 37.919 -

1.1 Titoli di debito 6.783 965.109 309.999 100.000 809.992 214.983 - -

- con opzione di rimborso anticipato - 101 - - - - - -

- altri 6.783 965.008 309.999 100.000 809.992 214.983 - -

1.2 Finanziamenti a banche 130.799 42.889 1.341 - - - - -

1.3 Finanziamenti a clientela 100.167 312.685 7.364 5.210 30.794 34.604 37.919 -

- c/c 62.304 - - - - 56 - -

- altri finanziamenti 37.863 312.685 7.364 5.210 30.794 34.549 37.919 -

- con opzione di rimborso anticipato 2.827 312.685 7.364 5.210 30.794 27.684 37.919 -

- altri 35.036 - - - - 6.865 - -

2. Passività per cassa 2.826.132 217.459 8.208 196 1.756 2.742 2.186 -

2.1 Debiti verso clientela 2.752.214 30.335 8.208 196 1.756 2.742 2.186 -

- c/c 2.731.617 - - - - - - -

- altri debiti 20.597 30.335 8.208 196 1.756 2.742 2.186 -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri 20.597 30.335 8.208 196 1.756 2.742 2.186 -

2.2 Debiti verso banche 73.915 177.123 - - - - - -

- c/c 6.069 - - - - - - -

- altri debiti 67.846 177.123 - - - - - -

2.3 Titoli di debito 4 10.001 - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato 4 10.001 - - - - - -

- altri - - - - - - - -

2.4 Altre passività - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

3. Derivati finanziari (3.460) 3.056 42 118 245 - - -

3.1 Con titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

+ Posizioni lunghe - - - - - - - -

+ Posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

+ Posizioni lunghe - - - - - - - -

+ Posizioni corte - - - - - - - -

3.2 Senza titolo sottostante (3.460) 3.056 42 118 245 - - -

- Opzioni (3.460) 3.056 42 118 245 - - -

+ Posizioni lunghe 230 3.286 42 118 245 - - -

+ Posizioni corte 3.690 230 - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

+ Posizioni lunghe - - - - - - - -

+ Posizioni corte - - - - - - - -

4. Altre operazioni fuori bilancio - - - - - - - -

+ Posizioni lunghe - - - - - - - -

+ Posizioni corte - - - - - - - -

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2. Portafoglio bancario: modelli interni e altre metodologie per l'analisi di sensitività Per IW Bank Private Investment, al 31 dicembre 2018 sono stati rilevati i seguenti livelli di sensitivity:

nello scenario di variazione positiva della curva dei tassi (+100 bps), l’esposizione registrata in termini di sensitivity risulta pari a -2,25 milioni.

nello scenario di variazione negativa della curva dei tassi (-100 bps), invece, si evidenzia un livello di sensitivity pari a -0,33 milioni di euro.

Entrambi i livelli presentati includono, coerentemente con quanto previsto dai documenti di Policy, l’effetto del modello sulle estinzioni anticipate dei mutui a tasso fisso, la modellizzazione del profilo comportamentale delle poste a vista e delle poste a sofferenza. Con riferimento allo scenario standard definito dalla normativa prudenziale, le rilevazioni puntuali al 31 dicembre 2018 evidenziano:

nello scenario di +200 bps un’ esposizione in termini di sensitivity pari a -4,78 milioni. nello scenario di -200 bps un’ esposizione in termini di sensitivity pari -1,92 milioni di

euro. L’esposizione registrata in tale scenario risulta fortemente influenzata dal vincolo di non negatività imposto ai tassi, coerentemente con quanto definito dalle disposizioni di vigilanza.

Al 31 dicembre 2018, l’impatto sul margine di interesse, in ipotesi di shift della curva dei tassi di riferimento pari a +100 bps, è pari a +0,67 milioni di euro, mentre in ipotesi di riduzione degli stessi (-100 bps) l’impatto sul margine di interesse è stimato in -5,44 milioni di euro. Di seguito è riportato il profilo dei flussi di cassa per data di repricing in input al modello interno per il calcolo dell’esposizione al rischio tasso di interesse.

(1,500.0)

(1,000.0)

(500.0)

500.0

1,000.0

VISTA 1M 3M 6M 1Y 3Y 5Y 7Y 10Y 15Y 20Y Oltre

Sbilancio Attivo/Passivo

Derivati di copertura

Gap Complessivo (inclusa stima estinzioni anticipate)

Dati in mln di euroDati in mln di euro

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2.3 Rischio di cambio

Il rischio di cambio rappresenta il rischio di subire perdite per effetto di avverse variazioni dei corsi delle divise estere su tutte le posizioni detenute dalla banca indipendentemente dal portafoglio di allocazione. Informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di cambio L’esposizione al rischio cambio viene determinata sulla base della metodologia proposta da Banca Italia ed è quantificata nell’8% della “posizione netta aperta in cambi”, nel caso in cui quest’ultima sia superiore al 2 per cento del totale Fondi Propri. La “posizione netta aperta in cambi” è determinata:

1. calcolando la posizione netta in ciascuna valuta e in oro; 2. convertendo in euro le posizioni nette sulla base del tasso di cambio o del prezzo per

l’oro; 3. sommando, separatamente, tutte le posizioni nette lunghe e tutte le posizioni nette

corte. Il maggiore fra il totale delle posizioni nette lunghe e il totale delle posizioni nette corte costituisce la “posizione netta aperta in cambi”. B. Attività di copertura del rischio di cambio

L’operatività sui mercati dei cambi è svolta dalla Tesoreria di Gruppo che opera attraverso strumenti quali operazioni in cambio a termine, forex swap, domestic currency swap e opzioni in cambi, ottimizzando il profilo dei rischi rivenienti dalle posizioni in valuta del Gruppo.

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Informazioni di natura quantitativa

1. Distribuzione per valuta di denominazione delle attività, delle passività e dei derivati

Voci

Valute

DOLLARO USASTERLINA GRAN

BRETAGNA YEN

GIAPPONESEDOLLARO CANADESE

FRANCO SVIZZERO

ALTRE VALUTE

A. Attività finanziarie 18.141 172 - 1 132 55

A.1 Titoli di debito

A.2 Titoli di capitale 2.105

A.3 Finanziamenti a banche 16.035 172 1 132 55

A.4 Finanziamenti a clientela 1 - - -

A.5 Altre attività finanziarie

B. Altre attività 3 2 - 1 2 -

C. Passività finanziarie 17.644 174 - 1 145 54

C.1 Debiti verso banche 5.975 - 44

C.2 Debiti verso clientela 11.669 174 1 145 10

C.3 Titoli di debito

C.4 Altre passività finanziarie

D. Altre passività 1 1

E. Derivati finanziari

- Opzioni - - - - - -

+ Posizioni lunghe

+ Posizioni corte

- Altri derivati 62 - - - - -

+ Posizioni lunghe 4.350 97 1 5 68

+ Posizioni corte 4.288 97 1 5 68

Totale attività 22.494 272 - 3 139 123

Totale passività 21.933 272 - 3 151 123

Sbilancio (+/-) 562 - - - (12) -

2. Modelli interni e altre metodologie per l'analisi di sensitività

L’esposizione al rischio di cambio risulta nulla alla data del 31 dicembre 2018.

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Sezione 3 Gli strumenti derivati e le politiche di copertura Si precisa che nel portafoglio della Banca non sono presenti strumenti derivati, pertanto si omettono le tabelle con le relative informazioni quantitative.

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Sezione 4 Rischio di liquidità Informazioni di natura qualitativa A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di liquidità

Il rischio di liquidità si riferisce al grado di capacità della Banca di far fronte alle proprie obbligazioni di pagamento e/o di raccogliere sul mercato fondi addizionali (funding liquidity risk), oppure alla possibilità che il valore di una eventuale liquidazione di alcune attività differisca significativamente dai correnti valori di mercato (asset liquidity risk). A livello consolidato ed individuale il rischio di liquidità è regolato nell’ambito della Policy a presidio dei Rischi Finanziari che, oltre alla definizione dei limiti di esposizione e delle relative soglie di early warning, declina anche le regole volte al perseguimento ed al mantenimento, mediante politiche di raccolta e impiego coordinate ed efficienti, dell’equilibrio strutturale per le Società Prodotto. La Policy ha infine l’obiettivo di rendere omogenee, per tutte le società del Gruppo, sia le modalità di intervento che i criteri di identificazione delle condizioni economiche, individuando eventualmente a priori le specifiche eccezioni. I presidi del rischio di liquidità per conto delle Società del Gruppo sono accentrati presso la Capogruppo e competono:

• alle strutture del Chief Wealth And Welfare Officer (presidio di 1° livello) che provvede al monitoraggio giornaliero della liquidità e alla gestione del rischio nell’ambito dei limiti definiti;

• all’Area Capital & Liquidity Risk Management (presidio di 2° livello), cui compete la misurazione degli indicatori sintetici di rischio e la verifica periodica del rispetto dei limiti

Con particolare riferimento alla posizione in termini di equilibrio strutturale, il rischio di liquidità è monitorato principalmente attraverso un modello di liquidity gap in cui viene determinata l’evoluzione temporale dei flussi di cassa netti, allo scopo di evidenziare eventuali criticità nelle condizioni di liquidità attesa. A livello individuale è stabilito un livello target di sostanziale equilibrio tra raccolta, valutata in base al grado di stabilità, e impieghi, valutati in base al grado di liquidabilità.

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Informazioni di natura quantitativa 1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie

Voci/ Scaglioni temporali A vista Da oltre 1 giorno a 7

giorni

Da oltre 7 giorni a 15

giorni

Da oltre 15 giorni a 1

mese

Da oltre 1 mese fino 3

mesi

Da oltre 3 mesi fino a

6 mesi

Da oltre 6 mesi fino a

1 anno

Da oltre 1 anno fino a 5

anni Oltre 5 anni

Durata Indeterminata

A. Attività per cassa 184.689 1.070 1.999 334.852 218.530 18.339 404.473 1.077.402 858.069 28.182

A.1 Titoli di Stato - - - - - - - - - -

A.2 Altri titoli di debito 2.089 - - 330.000 151.193 3.772 381.203 950.000 601.009 -

A.3 Quote OICR - - - - - - - - - -

A.4 Finanziamenti 182.600 1.070 1.999 4.852 67.337 14.567 23.270 127.402 257.060 28.182

- Banche 80.801 862 1.488 1.879 60.475 1.341 - - - 28.182

- Clientela 101.798 208 511 2.972 6.862 13.226 23.270 127.402 257.060 -

B. Passività per cassa 2.812.771 201.114 201 2.320 3.904 21.828 530 1.756 14.928 -

B.1 Depositi e conti correnti 2.789.308 378 201 2.320 3.823 21.379 - - - -

- Banche 57.321 - - - - 13.363 - - - -

- Clientela 2.731.987 378 201 2.320 3.823 8.016 - - - -

B.2 Titoli di debito - - - - 81 81 162 - 10.000 -

B.3 Altre passività 23.464 200.736 - - - 368 368 1.756 4.928 -

C. Operazioni fuori bilancio - 1 - - - - - - - -

C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - 1 - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - 9.053 - - - 65 - - - -

- Posizioni corte - 9.052 - - - 65 - - - -

C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.4 Impegni a erogare fondi - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe 3 - - - - - - - - -

- Posizioni corte 3 - - - - - - - - -

C.5 Garanzie finanziarie rilasciate - - - - - - - - - -

C.6 Garanzie finanziarie ricevute - - - - - - - - - -

C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

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Sezione 5 Rischi operativi Informazioni di natura qualitativa A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio operativo

Si definisce rischio operativo il rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di processi, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Vi rientrano ad esempio le perdite derivanti da frodi139, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. Con riferimento alla loro manifestazione monetaria, tale definizione include il rischio legale140, il rischio modello141, le perdite operative in sovrapposizione con il rischio di mercato142 e le perdite operative in sovrapposizione con il rischio di credito143. Dalla definizione di rischio operativo sono esclusi il rischio reputazionale144 ed il rischio strategico145. Con il fine di garantire un profilo di rischio coerente con la propensione definita dall’Organo di supervisione strategica, il Gruppo ha definito un Modello Organizzativo basato sulla combinazione di diverse componenti individuate in funzione del ruolo ricoperto e della responsabilità assegnata dall’organigramma aziendale. Le diverse componenti sono individuate centralmente, presso la Capogruppo, e localmente, presso le singole entità giuridiche. Il modello prevede l’accentramento presso la Capogruppo delle funzioni di indirizzo e del sistema dei controlli di secondo e terzo livello. In ciascuna entità giuridica sono stati individuati più livelli di responsabilità, di seguito elencati, attribuiti in funzione dell’ambito di operatività:

Referente Rischi Operativi (RRO): individuato nella figura dell’Amministratore Delegato o del Direttore Generale o nella figura aziendale equivalente secondo il proprio regolamento aziendale. Il Referente Rischi Operativi è il responsabile, nell’ambito della propria entità giuridica, dell’intero sistema di gestione dei rischi operativi definito dalla Policy di Gruppo;

Supporto Rischi Operativi Locale (SROL): tale ruolo è individuato nella figura del responsabile della struttura preposta al controllo rischi o nella figura aziendale equivalente secondo proprio regolamento aziendale. Nell’ambito della propria entità giuridica supporta il Referente Rischi Operativi nella realizzazione e nel coordinamento del sistema di gestione dei rischi operativi definito dalla Policy di Gruppo;

139 In fase di accertamento dei fatti e delle responsabilità le presunte frodi devono essere equiparate alle frodi

accertate. 140 Definito come il rischio di incorrere in perdite e/o sostenere costi aggiuntivi a causa di violazioni normative,

procedimenti legali o azioni volontarie assunte per evitare il manifestarsi di un rischio legale (la definizione di rischio legale include anche le perdite derivanti da rischi di riciclaggio, misconduct events ed i rischi di non conformità). Sono esclusi dalla definizione di rischio legale: i rimborsi e/o pagamenti effettuati per opportunità di business, in assenza di violazioni normative e/o mancati adempimenti ad obblighi contrattuali e/o extra contrattuali; tutte le spese legali esterne sostenute per ragioni non riconducibili ad un rischio operativo

141 Definito come il rischio di incorrere in perdite e/o sostenere costi aggiuntivi a causa dei modelli utilizzati nei processi decisionali (ad esempio, modelli di pricing, modelli per la valutazione degli strumenti finanziari e/o di copertura, modelli utilizzati per il monitoraggio del controllo dei limiti dei rischi, ecc.). Sono escluse dalla definizione di rischio modello le perdite sostenute a causa di sottovalutazioni dei requisiti patrimoniali calcolati utilizzando modelli interni sottoposti all’approvazione delle Autorità di Vigilanza.

142 Definite come le perdite e/o i costi aggiuntivi legati alle transazioni finanziarie, incluse quelle relative alla gestione del rischio di mercato, causate da inadeguatezza e/o disfunzioni delle procedure, da errori operativi e/o di data entry, carenze dei sistemi di controllo interno, inadeguatezza dei processi di Data Quality, indisponibilità dei sistemi ICT, comportamenti non autorizzati, colposi e/o dolosi delle persone e/o da altri eventi esterni.

143 Definite come perdite economiche generatesi in fase di collocamento di un prodotto creditizio e/o nell’ambito del processo del credito, causate prevalentemente da un rischio operativo.

144 Definito come il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell’immagine della Banca/Società da parte di clienti, controparti, azionisti, investitori o autorità di vigilanza.

145 Definito come il rischio connesso ad errate decisioni in materia di strategie di business o ad intempestività nel processo decisionale di adeguamento al mercato.

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Risk Champion (RC): tale ruolo è attribuito ai Responsabili delle strutture a diretto riporto del Consigliere Delegato della Direzione Generale, ai Responsabili delle Direzioni146. Il ruolo di Risk Champion è altresì attribuito, anche in assenza di specifica struttura organizzativa, ai soggetti cui spettano le responsabilità di attività specialistiche. I Risk Champion riferiscono direttamente al Referente Rischi Operativi (RRO) tramite il Supporto Rischi Operativi Locale (SROL). Ad essi è demandata la responsabilità di presidiare operativamente il corretto svolgimento del processo di gestione dei rischi operativi in relazione all’attività di competenza e del coordinamento dei Risk Owner di riferimento;

Risk Owner (RO): tale ruolo è attribuito ai responsabili delle strutture con riporto gerarchico a un Risk Champion. Ad essi è demandato il compito di riconoscere e segnalare gli eventi di perdita anche potenziali riconducibili a fattori di rischio operativo che si manifestano nel corso delle attività quotidiane;

Addetto Contabile: tale ruolo è attribuito a specifiche figure di riferimento individuate nell’ambito delle strutture a cui è demandata l’attività di contabilità operativa. Ad essi è demandata la responsabilità di assicurare la corretta e completa contabilizzazione delle perdite operative;

Funzione Assicurazioni: tale ruolo è attribuito a specifiche figure di riferimento individuate nell’ambito delle strutture a cui è demandata l’attività di gestione dei sinistri per i quali è prevista una copertura assicurativa. Ad essi è demandata la responsabilità del corretto e completo censimento dei rimborsi assicurativi e di tutte le informazioni di supporto.

Il sistema di misurazione

Il sistema di misurazione tiene conto dei dati di perdita operativa interni, esterni, dei fattori del contesto operativo e del sistema dei controlli interni, in modo da cogliere le principali determinanti di rischio (in particolar modo quelle che influiscono sulla coda delle distribuzioni) e da incorporare i cambiamenti intervenuti nel profilo di rischio. Per ulteriori dettagli sul funzionamento del modello di calcolo si rimanda al paragrafo dedicato al requisito patrimoniale. Il sistema di reporting

Il monitoraggio dei rischi operativi assunti è realizzato mediante un sistema di reporting standard articolato sui medesimi livelli di responsabilità previsti dal modello organizzativo. L’attività di reporting direzionale è svolta in service dalla funzione di controllo dei rischi operativi della Capogruppo che periodicamente predispone:

l’analisi andamentale delle perdite operative rilevate dal sistema di Loss Data Collection e dei relativi recuperi realizzati;

le analisi di benchmark con i dati di Sistema; la sintesi delle valutazioni dell’esposizione ai rischi potenziali; il dettaglio delle aree di vulnerabilità individuate e degli interventi di mitigazione

intrapresi. In virtù delle funzioni attribuite dal Regolamento Generale Aziendale, il monitoraggio del profilo di rischio assunto da ciascuna società del Gruppo, la sua coerenza con gli obiettivi di rischio, nonché il rispetto dei limiti operativi sono demandati alla struttura di controllo dei rischi della Capogruppo. A conclusione dell’attività di monitoraggio del profilo di rischio, sono identificati i più opportuni interventi correttivi, che confluiranno nel Portafoglio Progetti annuale.

146 In considerazione della complessità operativa sottostante agli ambiti di attività da essi presidiati, con il fine di

agevolare l'attività di rilevazione ed aggiornamento del sistema di Loss Data Collection, sono esclusi dall’attribuzione del ruolo di Risk Champion i Condirettori Generali e Vicedirettori (ove previsti), i quali saranno periodicamente informati dai Risk Champion a proprio riporto gerarchico.

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Rischio legale

La Banca è coinvolta in una pluralità di procedimenti legali originati dall’ordinario svolgimento della propria attività. A fronte delle richieste ricevute, la Banca ha ritenuto di appostare congrui accantonamenti a bilancio in base alla ricostruzione degli importi potenzialmente a rischio, alla valutazione della rischiosità effettuata in funzione del grado di “probabilità” e/o “possibilità” così come definiti dai Principi Contabili-IAS 37 e tenendo conto della più consolidata giurisprudenza in merito. Pertanto, per quanto non sia possibile prevederne con certezza l’esito finale, si ritiene che l’eventuale risultato sfavorevole di detti procedimenti non avrebbe, sia singolarmente che complessivamente, un effetto negativo rilevante sulla situazione finanziaria ed economica della Banca. Per quanto attiene al contenzioso societario, non direttamente riconducibile allo svolgimento dell’ordinaria attività, e al contenzioso fiscale si rimanda agli specifici paragrafi.

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Informazioni di natura quantitativa

Dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2018 le principali fonti di manifestazione del rischio operativo per la Società sono state “Processi” (46% delle frequenze e 49% del totale impatti rilevati), “Persone (Fattore umano)” (10% delle frequenze e 32% del totale impatti rilevati) e “Cause Esterne” (33% delle frequenze e 17% del totale impatti rilevati). Il risk driver “Processi”, tra le altre cose, include gli errori non intenzionali di esecuzione dei processi e la non corretta applicazione della normativa. Il risk driver “Persone (Fattore umano)”, tra le altre cose, include i comportamenti fraudolenti dei dipendenti e violazione della normativa sul lavoro. Il risk driver “Cause esterne”, tra le altre cose, include gli atti umani provocati da terzi e non direttamente controllabili dalla Società.

Incidenza delle perdite operative per Risk Driver

(rilevazione 01 gennaio 2014 - 31 dicembre 2018)

Le tipologie di evento147 che nel periodo oggetto di analisi hanno evidenziato una maggiore concentrazione delle perdite operative sono “Clientela, prodotti e prassi professionali” (10% delle frequenze e 24% del totale impatti rilevati), “Esecuzione, consegna e gestione dei processi (36% delle frequenze e 22% del totale impatti rilevati), “Frode interna” (5% delle frequenze e 21% del totale impatti rilevati) e “Frode esterna” (30% delle frequenze e 17% degli impatti rilevati).

147 Ci si riferisce alle tipologie di evento regolamentari previste dal Regolamento UE n 575/2013 di seguito riepilogate:

Frode interna: perdite dovute ad atti di frode, appropriazione indebita, aggiramento di statuti, leggi, regolamenti o politiche aziendali (esclusi gli episodi di discriminazione o mancata applicazione di condizioni paritarie), che coinvolgono almeno un membro interno dell’azienda; Frode esterna: perdite dovute ad atti di frode, appropriazione indebita, aggiramento di statuti, leggi o politiche aziendali (esclusi gli episodi di discriminazione) perpetrati da parte di terzi; Rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro: perdite dovute ad azioni in contrasto con le leggi o i contratti in materia di lavoro, salute e sicurezza sul posto di lavoro, e al risarcimento per infortunio, per episodi di discriminazione o per mancata applicazione di condizioni paritarie; Clientela, prodotti e prassi professionali: perdite dovute all’incapacità di realizzare gli impegni professionali con specifici clienti (compresi i requisiti fiduciari e di adeguata informazione sugli investimenti), oppure alla natura o alle caratteristiche tecniche del prodotto; Danni da eventi esterni: perdite dovute al danneggiamento, distruzione o smarrimento di beni materiali, perdite umane ed altre perdite dovute a disastri naturali o altri eventi; Interruzioni dell’operatività e disfunzioni dei sistemi: perdite dovute ad avarie e guasti nei sistemi e/o conseguenti interruzioni dell’operatività; Esecuzione, consegna e gestione dei processi: perdite dovute a problemi nel perfezionamento delle transazioni o nella gestione del processo, e nelle relazioni con controparti commerciali e fornitori.

Impatto economico Numerosità degli eventi

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Incidenza delle perdite operative per tipologia di evento

(rilevazione 01 gennaio 2014 - 31 dicembre 2018)

Nell’ultimo esercizio le perdite operative risultano concentrate nei fattori di rischio “Persone” (18% delle frequenze e 52% del totale impatti rilevati), “Cause esterne (Contesto Esterno)” (37% delle frequenze e 25% del totale impatti rilevati) e “Processi” (41% delle frequenze e 23% del totale impatti rilevati).

Incidenza delle perdite operative per Risk Driver

(rilevazione 01 gennaio 2018 – 31 dicembre 2018)

Nell’ultimo esercizio le perdite operative risultano prevalentemente concentrate nelle tipologie di evento “Frode Interna” (12% delle frequenze e 30% del totale impatti rilevati), “Frode esterna” (33% delle frequenze e 24% del totale impatti rilevati), “Rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro” (10% delle frequenze e 23% del totale impatti rilevati) ed “Esecuzione, consegna e gestione dei processi” (29% delle frequenze e 19% del totale impatti rilevati).

Incidenza delle perdite operative per tipologia di evento (rilevazione 01 gennaio 2018 - 31 dicembre 2018)

Impatto economico Numerosità degli eventi

Numerosità degli eventi Impatto economico

Impatto economico Numerosità degli eventi

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Requisito patrimoniale

Con provvedimento di Banca d’Italia la Banca è stata autorizzata all’utilizzo del modello interno di tipo Avanzato (AMA). La misurazione del rischio è effettuata con un approccio di tipo Extreme Value Theory (EVT) in funzione delle perdite operative rilevate internamente (LDC - “Loss Data Collection”), delle evidenze empiriche rilevate esternamente al Gruppo (DIPO - “Database Italiano delle Perdite Operative”) e delle perdite potenziali valutate tramite scenari di self risk assessment (SRA - “Self Risk Assessment”). Le prime due fonti informative rappresentano la componente quantitativa del modello di misurazione e forniscono una prospettiva storica del profilo di rischio interno e del sistema bancario italiano. Le analisi di scenario sono invece una componente informativa di tipo quali-quantitativa, poiché derivano dalle valutazioni di rischiosità fornite nell’ambito del processo interno di Self Risk Assessment, e hanno lo scopo di fornire una visione prospettica del profilo di rischio interno, dei fattori di contesto operativo e del sistema dei controlli interni. Il modello sviluppato è di tipo Loss Distribution Approach e prevede che per ciascuna classe di rischio la stima delle distribuzioni di severity sia eseguita secondo due componenti distinte: una Generalized Pareto Distribution (GPD) per la coda e una distribuzione empirica per il corpo. Le stime di severity ottenute sulle code sono successivamente integrate con le informazioni di rischiosità valutate dal processo di Self Risk Assessment (SRA) e con quelle relative al sistema bancario italiano (DIPO). Le probabilità di accadimento degli eventi sono descritte utilizzando curve Poissoniane. La stima del capitale a rischio è determinata al 99.9-esimo percentile della curva delle perdite annue risultante dal processo di convoluzione tra le probabilità di accadimento degli eventi e la curva di severity integrata. Il requisito patrimoniale consolidato è determinato come somma del capitale a rischio stimato su ciascuna classe di rischio. La robustezza del modello, e delle ipotesi sottostanti, è verificata mediante un processo di stress testing che fornisce una stima degli impatti sulle misure di perdita attesa e di VaR al verificarsi di particolari condizioni di stress. Il Capitale a Rischio calcolato su base consolidata per ciascuna classe di rischio è allocato alle diverse entità giuridiche in funzione di un indicatore di sintesi determinato dalla rischiosità storica e prospettica rilevata e dal valore del requisito patrimoniale determinato tramite metodologia Standardizzata. Al 31 dicembre 2018 il requisito patrimoniale al netto delle perdite attese coperte da accantonamenti a Fondo Rischi e Oneri è pari a 26 milioni/€ (+14% rispetto ai 22,87 milioni/€ del semestre precedente). Tale incremento è riconducibile alla maggiore incidenza delle perdite interne registrate dalla società rispetto al perimetro societario coperto da modelli avanzati. Come forma di mitigazione del rischio, il Gruppo UBI Banca ha stipulato adeguate polizze assicurative a copertura dei principali rischi operativi trasferibili, tenendo conto dei requisiti richiesti dalla normativa di vigilanza prudenziale. Si precisa che il Gruppo UBI non si avvale delle facoltà, previste dalla normativa vigente, di detrarre dal requisito patrimoniale gli effetti delle polizze assicurative e di altri meccanismi di trasferimento del rischio.

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Parte F - Informazioni sul patrimonio Sezione 1 Il patrimonio dell’impresa A - Informazioni di natura qualitativa

Il Patrimonio aziendale è costituito dal capitale sociale e dalle riserve, a qualunque titolo costituite. L’aggregato (i cui valori sono indicati nelle tabelle successive) risulta a presidio di tutti i rischi aziendali in precedenza commentati. Le politiche ed i processi adottati nella gestione del patrimonio riguardano l’insieme delle scelte volte a definire la dimensione e la combinazione ottimale tra diversi strumenti di capitalizzazione, affinché la dotazione patrimoniale sia coerente con gli obiettivi di propensione al rischio della Banca, nel rispetto dei requisiti di vigilanza. B - Informazioni di natura quantitativa

B 1 Patrimonio dell’impresa: composizione

Voci/Valori Importo Importo

31/12/2018 31/12/2017 Riesposto

1. Capitale 67.950 67.950

2. Sovrapprezzi di emissione - -

3. Riserve 70.010 77.276

- di utili 15.147 22.546

a) legale 1.437 1.437

b) statutaria - -

c) azioni proprie - -

d) altre 13.710 21.019

- altre 54.863 54.821

4. Strumenti di capitale - -

5. (Azioni proprie) - -

6. Riserve da valutazione: (643) (618)

- Titoli di capitale designati al fair value con impatto sulla redditività complessiva (17)

- Coperture su titoli di capitale designati al fair value con impatto sulla redditività complessiva - -

- Attività finanziarie (diverse da titoli di capitale) valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva

- -

- Attività materiali - -

- Attività immateriali - -

- Copertura di investimenti esteri - -

- Copertura dei flussi finanziari - -

- Strumenti di copertura [elementi non designati] - -

- Differenze di cambio - -

- Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione - -

- Passività finanziarie designate al fair value con impatto a conto economico (variazioni del proprio merito creditizio)

- -

- Utili (perdite) attuariali relativi a piani previdenziali a benefici definiti (626) (618)

- Quote delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate al patrimonio netto - -

- Leggi speciali di rivalutazione - -

7. Utile (perdita) d'esercizio 4.458 (5.434)

Totale 141.775 139.174

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B.2 Riserve da valutazione delle attività finanziarie valutate al fair value con impatto

sulla redditività complessiva: composizione

Attività/Valori

Totale Totale 31/12/2018 31/12/2017

Riesposto

Riserva positiva Riserva negativa Riserva positiva Riserva negativa

1. Titoli di debito - - - -

2. Titoli di capitale - (17) - -

3. Finanziamenti - - - -

Totale - (17) - -

B.3 Riserve da valutazione delle attività finanziarie valutate al fair value con impatto

sulla redditività complessiva: variazioni annue

Titoli di debito Titoli di capitale

Finanziamenti

1. Esistenze iniziali - - -

2. Variazioni positive - - -

2.1 Incrementi di fair value - - -

2.2 Rettifiche di valore per rischio di credito - X -

2.3 Rigiro a conto economico di riserve negative da realizzo - X -

2.4 Trasferimenti ad altre componenti di patrimonio netto (titoli di capitale) - - -

2.5 Altre variazioni - - -

- di cui operazioni di aggregazione aziendale - - -

3. Variazioni negative - (17) -

3.1 Riduzioni di fair value - (17) -

3.2 Riprese di valore per rischio di credito - - -

3.3 Rigiro a conto economico da riserve positive: - da realizzo - X -

3.4 Trasferimenti ad altre componenti di patrimonio netto (titoli di capitale) - - -

3.5 Altre variazioni - - -

- di cui operazioni di aggregazione aziendale - - -

4. Rimanenze finali - (17) -

B.4 Riserve da valutazione relative a piani a benefici definiti: variazioni annue

Le variazioni dell’esercizio delle riserve da valutazione relative a piani a benefici definiti sono rappresentate dai guadagni/perdite attuariali netti pari a 8 migliaia di euro.

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Sezione 2 I fondi propri e i coefficienti di vigilanza 2.1 FONDI PROPRI A. Informazioni di natura qualitativa

I fondi propri sono calcolati come somma algebrica di una serie di elementi positivi e negativi, la cui computabilità viene ammessa - con o senza limitazioni – in relazione alla loro “qualità” patrimoniale. L’importo di tali elementi è depurato degli eventuali oneri di natura fiscale. Le componenti positive dei fondi propri devono essere nella piena disponibilità della banca, così da poter essere utilizzate senza restrizioni per la copertura dei rischi cui l’intermediario è esposto. In dettaglio, i fondi propri sono costituiti dai seguenti aggregati:

1. Capitale di classe 1 (Tier 1 – T1), a sua volta costituito da: a. Capitale primario di classe 1 (Common equity Tier 1 – CET1); b. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1);

2. Capitale di classe 2 (Tier 2 – T2). 1. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1)

L’aggregato è costituito principalmente dal capitale sociale (di fatto le sole azioni ordinarie), dalle riserve sovrapprezzo azioni, dalle riserve di utili e dall’utile patrimonializzato di periodo, al netto delle attività immateriali; non sono presenti strumenti innovativi di capitale né strumenti non innovativi di capitale. Dall’aggregato viene dedotta l’eccedenza delle perdite attese rispetto alle rettifiche di valore complessive, riferita ai portafogli regolamentari Corporate e Retail validati. 2. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 - AT1)

Non sono presenti elementi aggiuntivi nella determinazione del capitale di classe1. 3. Capitale di classe 2 (Tier 2 - T2)

Non sono presenti prestiti subordinati computabili nel T2.

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B - Informazioni di natura quantitativa

Totale Totale

31/12/2018 31/12/2017

A. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) prima dell’applicazione dei filtri prudenziali

137.317 139.174

di cui strumenti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie - -

B. Filtri prudenziali del CET1 (+/-) (2) (2)

C. CET1 al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio (A +/- B) 137.315 139.173

D. Elementi da dedurre dal CET1 44.027 44.380

E. Regime transitorio – Impatto su CET1 (+/-) 586 1.264

F. Totale Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) (C – D +/-E) 93.874 96.057

G. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio

- -

di cui strumenti di AT1 oggetto di disposizioni transitorie - -

H. Elementi da dedurre dall’AT1 - (1.132)

I. Regime transitorio – Impatto su AT1 (+/-) - (1.132)

L. Totale Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) (G - H +/- I) - -

M. Capitale di classe 2 (Tier 2 –T2) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio 10.040 10.509

di cui strumenti di T2 oggetto di disposizioni transitorie - -

N. Elementi da dedurre dal T2 - -

O. Regime transitorio – Impatto su T2 (+/-) - 7

P. Totale Capitale di classe 2 (Tier 2 –T2) (M - N +/- O) 10.040 10.516

Q. Totale fondi propri (F + L + P) 103.913 106.573

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2.2 Adeguatezza patrimoniale

A. Informazioni di natura qualitativa

Il presidio dell’adeguatezza patrimoniale della Banca è accentrato presso la Capogruppo UBI Banca. Quest’ultima - esercitando un’attività di indirizzo e coordinamento delle Società appartenenti al Gruppo - valuta le esigenze di capitalizzazione, sia in senso stretto, sia attraverso l’emissione di passività subordinate o altri strumenti di capitale delle Società controllate. L’Alta Direzione della Capogruppo formula le proposte d’intervento ai propri Organi Aziendali i quali deliberano in merito. La proposta, una volta approvata dagli Organi della Capogruppo, viene quindi sottoposta agli Organi competenti delle Società controllate. Sulla base del Piano industriale e del Budget e dei profili di rischio correlati - nel rispetto dei vincoli regolamentari e degli obiettivi interni - la Capogruppo analizza e coordina le esigenze di patrimonializzazione, prestandosi come controparte privilegiata nell’accesso ai mercati dei capitali, in un’ottica integrata di dimensionamento ottimale del patrimonio. L’approccio adottato per la valutazione dell’adeguatezza patrimoniale si basa su due presupposti:

sostenere adeguatamente l’operatività della Banca, tenuto conto - innanzitutto - dei fabbisogni patrimoniali correlati agli obiettivi del Piano industriale e del Budget;

rispettare tempo per tempo le indicazioni dell’Organo di Vigilanza per quanto concerne i livelli di patrimonializzazione.

A tal fine, le principali leve gestionali utilizzate sono costituite dalla politica dei dividendi, da operazioni di carattere straordinario (emissione di strumenti di capitale, dismissione di attività, etc.) e dall’ottimizzazione delle attività ponderate per il rischio (RWA). Viene inoltre monitorato il rispetto degli obiettivi di patrimonializzazione, allo scostarsi dei quali vengono immediatamente attivati degli interventi correttivi tesi a riportare i diversi business sul profilo di rischio/redditività ritenuti ottimali. Ulteriori analisi vengono altresì svolte in occasione di operazioni straordinarie (acquisizioni, fusioni, etc.) per la verifica preventiva dell’adeguatezza della dotazione patrimoniale.

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B. Informazioni di natura quantitativa

Categorie/Valori Importi non ponderati Importi ponderati / requisiti

31/12/2018 31/12/2017 31/12/2018 31/12/2017

A. ATTIVITA' DI RISCHIO

A.1 Rischio di credito e di controparte 3.272.422 3.206.395 230.467 252.846

1. Metodologia standardizzata 2.862.678 2.765.019 164.127 167.987

2. Metodologia basata su rating interni 409.744 441.376 66.340 84.859

2.1 Base - - - -

2.2 Avanzata 409.744 441.376 66.340 84.859

3. Cartolarizzazioni - - - -

B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA

B.1 Rischio di credito e di controparte 18.437 20.228

B.2 Rischio di aggiustamento della valutazione del credito - -

B.3 Rischio di Regolamento - -

B.4 Rischi di mercato - -

1. Metodologia standard - -

2. Modelli interni - -

3. Rischio di concentrazione - -

B.5 Rischio operativo 26.085 22.242

1. Metodo base - -

2. Metodo standardizzato - -

3. Metodo avanzato 26.085 22.242

B.6 Altri elementi di calcolo - -

B.7 Totale requisiti prudenziali 44.523 42.470

C. ATTIVITA' DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA

C.1 Attività di rischio ponderate 556.537 530.873

C.2 Capitale primario di classe1/Attività di rischio ponderate (CET 1 capital ratio)

16,87% 18,09%

C.3 Capitale di classe 1/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 16,87% 18,09%

C.4 Totale fondi propri//Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 18,67% 20,08%

(*) Nelle voci C.1, C.2, C.3 e C.4 l’ammontare delle attività di rischio ponderate è determinato come prodotto fra il totale dei requisiti prudenziali (voce B.7) e 12,5 (inverso del coefficiente minimo obbligatorio pari all’8%).

Il patrimonio e i coefficienti di vigilanza indicati sono calcolati applicando la normativa Basilea 3 entrata in vigore a gennaio 2014. La Banca, a seguito di autorizzazione da parte dell’Autorità di vigilanza148, utilizza i modelli interni per il calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito - segmento “Esposizioni verso imprese” (“Corporate”) - e dei rischi operativi, a far data dalla segnalazione al 30 giugno 2012. In seguito al provvedimento di autorizzazione della Banca d’Italia n. 689988 del 19 luglio 2013, dalla segnalazione al 30 giugno 2013 la Banca utilizza i modelli interni per il calcolo dei requisiti patrimoniali anche a fronte del rischio di credito relativo al segmento Retail regolamentare (sotto-classi “Altre esposizioni al dettaglio” (“SME Retail”) ed “Esposizioni garantite da immobili residenziali”). In data 20 marzo 2018 è stata ricevuta l’autorizzazione da parte della BCE all’implementazione del Model Change che adegua al nuovo contesto normativo i modelli interni della Banca per il rischio di credito e l’estensione dei modelli interni al segmento Retail afferente le esposizioni garantite da immobili non residenziali - persone fisiche.

*** Il 1° gennaio 2014 è entrata in vigore la nuova disciplina prudenziale per le banche e per le imprese di investimento contenuta nel Regolamento (UE) n. 575/2013 (Capital Requirements

148 Provvedimento della Banca d’Italia n. 423940 del 16 maggio 2012.

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Regulation, c.d. CRR) e nella Direttiva 2013/36/UE (Capital Requirements Directive, c.d. CRD IV), che traspongono nell’Unione Europea gli standard definiti dal Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria (c.d. framework Basilea 3). Il quadro normativo si completa con le misure di esecuzione, contenute in norme tecniche di regolamentazione o di attuazione (Regulatory Technical Standard - RTS e Implementing Technical Standard - ITS) adottate dalla Commissione Europea su proposta delle Autorità europee di vigilanza. Il CRR ha avuto diretta efficacia negli Stati membri, mentre la disciplina contenuta nella CRD IV è stata recepita nell’ordinamento nazionale dalla Banca d’Italia il 17 dicembre 2013 con la pubblicazione della Circolare 285 «Disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche» (successivamente aggiornata più volte), che ha dato attuazione alla nuova disciplina comunitaria, unitamente alle Circolari n. 286 («Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni prudenziali per le banche e le società di intermediazione mobiliare») e all’aggiornamento della Circolare 154 («Segnalazioni di vigilanza delle istituzioni creditizie e finanziarie. Schemi di rilevazione e istruzioni per l'inoltro dei flussi informativi»). Il nuovo framework introduce diversi elementi di novità rispetto alla precedente normativa prudenziale prevedendo, in particolare: una ricomposizione del capitale delle banche a favore di azioni ordinarie e riserve di utili (c.d. common equity), al fine di accrescerne la qualità; l’adozione di criteri più stringenti per la computabilità di altri strumenti di capitale (gli attuali strumenti innovativi di capitale e le passività subordinate callable); una maggiore armonizzazione degli elementi da dedurre (con riferimento a talune categorie di attività per imposte anticipate149 e alle partecipazioni rilevanti in società bancarie, finanziarie e assicurative); l’inclusione parziale nel common equity degli interessi di minoranza. Disciplina delle riserve di capitale

A partire dal 1° gennaio 2014 i gruppi bancari a livello consolidato e le banche non appartenenti a gruppi bancari devono avere un livello di capitale di migliore qualità (Common Equity Tier 1) pari al 7% delle attività ponderate per il rischio, di cui il 4,5% a titolo di requisito minimo e il 2,5% come riserva di conservazione del capitale. Alle banche appartenenti a gruppi bancari si applica a livello individuale un coefficiente di riserva di conservazione dello 0,625%, in graduale aumento a partire dal 1° gennaio 2017 (al 31 dicembre 2018 pari all’1,875%) fino a raggiungere il 2,5% dal 1° gennaio 2019. A partire dal 1° gennaio 2016 si applica anche la riserva di capitale anticiclica (per il 2018 pari allo 0%). Sono state previste, già a partire dal 1° gennaio 2014, misure di conservazione che prevedono, nel caso di mancato rispetto del requisito combinato di riserva di capitale (pari alla somma delle varie riserve di capitale applicabili), l’applicazione di limiti alle distribuzioni (dividendi, remunerazioni variabili, acquisto azioni proprie, ecc.) e l’obbligo di dotarsi di un piano di conservazione del capitale che indichi le misure che si intendono adottare per ripristinare il livello di capitale necessario a mantenere le riserve di capitale richieste. Come sopra evidenziato, la Banca con i ratios patrimoniali rispetta ampiamente le soglie minime regolamentari.

149 Attività fiscali differite che dipendono dalla redditività futura e derivano da differenza temporanee (ad eccezione

di quelle trasformate o trasformabili in crediti d’imposta).

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Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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Parte H - Operazioni con parti correlate 1. Informazione sui compensi dei dirigenti con responsabilità strategica Compensi a Dirigenti (1)

0,00 Totale

43.465,00

31/12/2018

Benefici a breve termine per i dipendenti (2) 1.871

Benefici successivi alla cessazione del rapporto di lavoro (3) 112

Altri benefici a lungo termine 4

Pagamenti in azioni 1

(1) Per “Dirigenti” si intendono i “dirigenti con responsabilità strategiche dell’entità ivi inclusi gli amministratori

dell’entità”. (2) A titolo esemplificativo: salari, stipendi e relativi contributi sociali, pagamenti di indennità sostitutive di ferie

e di assenza per malattia, benefici in natura. Nell’importo sono compresi i compensi fissi e variabili corrisposti agli Amministratori in quanto assimilabili al costo del lavoro e agli oneri sociali a carico dell’azienda per i dipendenti.

(3) A titolo esemplificativo: pensioni, altri benefici previdenziali, assicurazioni sulla vita e assistenza sanitaria successive al rapporto di lavoro.

In ordine ai compensi sopra indicati si precisa che, in aggiunta alla componente fissa della retribuzione, è presente anche una componente variabile legata al raggiungimento di obiettivi economico-patrimoniali stabiliti a livello aziendale. Con riferimento alla retribuzione fissa si evidenzia la presenza, oltre che della consueta erogazione in forma monetaria, di benefit a completamento del pacchetto remunerativo quali il fondo di previdenza integrativa, la polizza sanitaria e la polizza infortuni. In particolare, si evidenziano i seguenti istituti retributivi (per le cui definizioni si rinvia all’apposito principio contabile):

a) Benefici a breve termine

Nei benefici a breve termine sono ricompresi stipendi, contributi per oneri sociali, indennità sostitutive per ferie non godute, assenze per malattia, permessi retribuiti, benefici quali assistenza medica, abitazione.

b) Benefici successivi al rapporto di lavoro

Nei benefici successivi al rapporto di lavoro sono ricompresi piani previdenziali, pensionistici, assicurativi nonché il trattamento di fine rapporto. Nei confronti dei dirigenti in questione sono attive forme di assicurazione sulla vita e di previdenza complementare con orizzonte temporale anche successivo alla cessazione del rapporto di lavoro dipendente.

2. Informazioni sulle transazioni con parti correlate

Conformemente a quanto disposto dalle vigenti disposizioni, si precisa che tutte le operazioni svolte dalla Banca e dalla Capogruppo con le proprie parti correlate sono state effettuate nel rispetto di criteri di correttezza sostanziale e procedurale, a condizioni analoghe a quelle applicate per operazioni concluse con soggetti terzi indipendenti. Ai fini della redazione della presente Relazione, per parte correlata dell’emittente si intende, ai sensi del principio contabile internazionale (International Accounting Standard - IAS) n. 24, una persona o un’entità che è correlata all’entità che redige il bilancio.

a) Una persona o uno stretto familiare di quella persona sono correlati a un’entità che redige il bilancio se tale persona:

i. ha il controllo o il controllo congiunto dell’entità che redige il bilancio;

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ii. ha un’influenza notevole sull’entità che redige il bilancio; o iii. è uno dei dirigenti con responsabilità strategiche dell’entità che redige il

bilancio o di una sua controllante.

b) Un’entità è correlata a un’entità che redige il bilancio se si applica una qualsiasi delle seguenti condizioni:

i. l’entità e l’entità che redige il bilancio fanno parte dello stesso gruppo (il che significa che ciascuna controllante, controllata e società del gruppo è correlata alle altre);

ii. un’entità è una collegata o una joint venture dell’altra entità (o una collegata o una joint venture facente parte di un gruppo di cui fa parte l’altra entità);

iii. entrambe le entità sono joint venture di una stessa terza controparte; iv. un’entità è una joint venture di una terza entità e l’altra entità è una collegata

della terza entità; v. l’entità è rappresentata da una piano per benefici successivi alla fine del

rapporto di lavoro a favore dei dipendenti dell’entità che redige il bilancio o di un’entità ad essa correlata. Se l’entità che redige il bilancio è essa stessa un piano di questo tipo, anche i datori di lavoro che la sponsorizzano sono correlati all’entità che redige il bilancio;

vi. l’entità è controllata o controllata congiuntamente da una persona identificata al punto a);

vii. una persona identificata al punto a) i. ha un’influenza significativa sull’entità o è uno dei dirigenti con responsabilità strategiche dell’entità (o di una sua controllante).

Per quanto concerne l’effetto prodotto dall’attività di direzione e coordinamento della Capogruppo, così come previsto dall’art. 2497 bis del Codice Civile, si segnala che coerentemente con il modello organizzativo adottato che prevede l’accentramento presso UBI Banca delle attività di indirizzo strategico e gestionale, presso UBI Sistemi e Servizi S.c.p.A. delle attività di tipo tecnico-operativo, e presso UBI Academy S.c.r.l. delle attività di formazione e sviluppo manageriale del personale; la Capogruppo e le sue controllate forniscono alle diverse Società del Gruppo una serie di servizi, regolati da appositi contratti infragruppo redatti sulla base dei criteri di congruità, trasparenza ed omogeneità; i corrispettivi pattuiti per i servizi resi a norma di tali contratti sono stati determinati in conformità a condizioni di mercato o, laddove non siano rinvenibili sul mercato idonei parametri di riferimento anche in relazione alle caratteristiche peculiari dei servizi resi, sulla base del costo sostenuto. Tra i principali contratti infragruppo in corso di validità alla data di redazione della presente relazione si segnalano quelli che attuano l’accentramento presso la Capogruppo delle attività nelle Aree di Governo, di Business e che coinvolgono la Capogruppo e le principali banche del Gruppo come pure i contratti attuativi del c.d. consolidato fiscale nazionale (di cui gli articoli da 117 a 129 del D.P.R. n 917/1986 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi) conclusi dalla Capogruppo. Sono inoltre da segnalarsi tutti i contratti infragruppo che attuano l’accentramento presso UBI Sistemi e Servizi delle attività di supporto di tutte le principali Società del Gruppo UBI. Ulteriori informazioni in merito alle operazioni con parti correlate sono riportate nelle successive tabelle.

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Rapporti verso le imprese del Gruppo e con le imprese sottoposte ad influenza notevole

Parte correlata

31/12/2018

Attività finanziarie

valutate al fair value con

impatto a conto economico

Attività finanziarie

valutate al fair value con

impatto sulla redditività

complessiva

Attività finanziarie valutate al

costo ammortizzato - A) Crediti verso

banche

Attività finanziarie

valutate al costo ammortizzato - B)

Crediti verso clientela

Passività finanziarie

valutate al costo ammortizzato - A) Debiti verso

banche

Passività finanziarie

valutate al costo ammortizzato - B)

Debiti verso clientela

Passività finanziarie

valutate al costo ammortizzato C)

titoli in circolazione

Passività finanziarie

di negoziazione

Garanzie rilasciate Impegni

Controllante 2.563.772 22.575 10.004 194.776 17.178

Controllate

Collegate

Join venture

Controllate/Collegate dal/al Gruppo 8.020 1.863

Dirigenti 142 72 7

Altre parti correlate 115 1.065 -

I rapporti indicati nella riga “Imprese collegate” sono relativi a UBI Sistemi e Servizi ed UBI Academy, mentre nella riga “Controllate/Collegate dal/al Gruppo” sono indicate tutte le altre aziende del Gruppo consolidate sia integralmente che con il metodo del patrimonio netto.

Parte correlata

31/12/2018

Interessi attivi e proventi assimilati

Dividendi e proventi simili

Commissioni attive

Altri proventi di gestione

Interessi passivi e oneri assimilati

Spese amministrative

Commissioni passive

Altri oneri di gestione

Controllante 17.022 5.286 229 (1.246) (11.595) (460)

Controllate

Collegate 13 (20.381)

Join venture

Controllate/Collegate dal/al Gruppo 19.638 - - 820 - 70

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Rapporti verso altre parti correlate

Parte correlata

31/12/2018

Interessi netti Commissioni nette Proventi e oneri da

operazioni finanziarie Altri proventi ed oneri

di gestione Spese amministrative

Dirigenti 2 - - (26)

Altre parti correlate 1 1 - - (4)

Incidenza dei rapporti con parti correlate

Parte correlata

31/12/2018

Attività finanziarie

valutate al fair value con

impatto a conto economico

Attività finanziarie

valutate al fair value con

impatto sulla redditività

complessiva

Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - A)

Crediti verso banche

Attività finanziarie

valutate al costo ammortizzato - B) Crediti verso

clientela

Passività finanziarie

valutate al costo ammortizzato - A)

Debiti verso banche

Passività finanziarie

valutate al costo ammortizzato - B)

Debiti verso clientela

Passività finanziarie

valutate al costo ammortizzato C)

titoli in circolazione

Passività finanziarie di negoziazione

Garanzie rilasciate

Impegni

Con parti correlate - - 2.563.772 8.277 22.575 3.000 10.004 - 194.776 17.186

Totale 2.209 62 2.581.793 528.744 251.038 2.797.643 10.004 415.779 223.544

Incidenza - - 99,30% 1,57% 8,99% 0,11% 100,00% - 46,85% 7,69%

Parte correlata

31/12/2018

Interessi netti Dividendi e proventi simili Commissioni nette Proventi e oneri di

operazioni finanziarie Altri proventi ed oneri di

gestione Spese amministrative

Con parti correlate 15.779 - 24.465 - 312 (31.186)

Totale 20.847 15 57.626 (697) 15.894 (84.399)

Incidenza 75,69% - 42,45% 0,00% 1,96% 36,95%

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Parte I - Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali

A. Informazioni di natura qualitativa

In attuazione delle Disposizioni di Vigilanza per le Banche, dal 2011 l’Assemblea degli Azionisti di UBI Banca ha approvato, per le risorse ricomprese nel perimetro del “Personale più rilevante”, ad eccezione degli Amministratori, l’erogazione di quote di premio maturate nell’ambito dei sistemi di incentivazione di breve e lungo termine in strumenti finanziari, nello specifico azioni ordinarie UBI Banca. I sistemi di incentivazione, descritti di volta in volta nella Relazione sulla Remunerazione, sono sottoposti a condizioni di attivazione (“gate”) fissati a livello di Gruppo, che garantiscano il rispetto degli indici di stabilità patrimoniale e di liquidità definiti nell’ambito del documento “RAF Gruppo UBI Banca - Propensione al rischio - Risk Appetite Statement 2018”, in particolare, gli indicatori individuati per il 2018 sono:

il Common Equity Tier 1 (“CET 1”) > 11%; il Net Stable Funding Ratio (“NSFR”) ≥ 100%; il Liquidity Coverage Ratio (“LCR”) ≥ 120%; il Leverage Ratio (“LR”) > 3,75%.

Gli indicatori sono verificati alla fine del periodo di misurazione di riferimento, al 31dicembre di ogni anno per il sistema incentivante di breve termine e fine periodo di riferimento per i sistemi incentivanti di lungo termine, in coerenza con il “Risk Appetite Framework”. Sistema Incentivante di breve termine

Lo stanziamento economico (cd. “bonus pool”) al servizio dei sistemi incentivanti potrà incrementarsi, senza pregiudicare la corretta remunerazione del capitale e della liquidità, fino ad un massimo prestabilito o ridursi fino all’azzeramento (cd. “malus”) - sia a livello complessivo che di singola entità legale - secondo soglie prestabilite, in funzione della performance rispetto al budget annualmente approvato dai Consigli di Gestione e di Sorveglianza - calcolata a livello di Gruppo sull’indicatore di “RORAC” e a livello di singola entità legale e business unit sull’indicatore di “Utile Netto rettificato per il delta tra il costo del capitale allocato e del capitale assorbito150”. In caso di superamento dello stanziamento disponibile, è previsto un criterio di ri-proporzionamento dei premi, sino a capienza dello stanziamento medesimo. In linea con i principi espressi nelle regolamentazioni normative, la struttura della corresponsione dei premi (cd “pay-out”) nell’ambito del “Personale più rilevante” prevede che151:

una quota pari al 50% del premio é commutata in azioni ordinarie UBI Banca e viene assoggettata a clausole di retention che allineino gli incentivi con gli interessi di lungo termine della Banca;

una quota pari al 50%/40% del premio è differita a tre anni. In conseguenza di quanto precede, la prima quota di premio commutato in azioni verrebbe assegnata nel corso del terzo anno successivo a quello di riferimento, mentre la seconda quota verrebbe assegnata nel corso del quinto anno successivo a quello di riferimento. Al fine di assicurare nel tempo la stabilità patrimoniale e la liquidità, coerentemente con gli obiettivi strategici di lungo termine, la quota differita viene erogata a condizione che siano rispettati a livello di Gruppo adeguati livelli di stabilità patrimoniale (“Common Equity Tier 1”) e di liquidità (“Net Stable Funding Ratio”) coerentemente al “Risk Appetite Framework” definito nelle policy interne al termine del periodo di differimento. Il mancato soddisfacimento di dette condizioni comporta l’azzeramento della quota di premio differita (cd. “malus”).

150 Per l’Asset Management,a basso assorbimento di capitale, e per le Compagnie Assicurative l’indicatore di

riferimento è l’Utile Netto Normalizzato. 151 Per il sistema incentivante 2015 le risorse appartenenti al perimetro “Altro Personale più Rilevante” le regole di

pagamento prevedevano il differimento di una quota pari al 30% del premio per due anni ad escludendo l’utilizzo di strumenti finanziari.

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A partire dal 2015, in caso di maturazione di premi inferiori a 50.000 euro lordi e qualora il premio maturato individualmente sia inferiore al 15% della retribuzione fissa, la corresponsione avviene in modalità esclusivamente “up-front”, di cui il 50% “cash” al momento della maturazione e il restante 50% in azioni ordinarie UBI con una “retention” di 2 anni152. Negli anni precedenti il trattamento precedentemente descritto veniva applicato non considerando l’incidenza sulla retribuzione, ma qualora il premio maturato fosse stato inferiore ai 50.000 Euro. Sistemi di incentivazione di lungo termine

Nel 2017, a sostegno del Piano Industriale, è stato avviato un nuovo piano di incentivazione a lungo termine per il periodo 2017-2019/2020 con l’obiettivo di allineare gli interessi del management con quelli di tutti gli stakeholder, oltre che nel breve, anche in una prospettiva di creazione di valore a lungo termine. Il Piano è mirato, tra l’altro, a rendere più competitivi i livelli target di remunerazione, valorizzando la componente variabile ed orientando il “pay-mix” verso la performance, anche al fine di favorire la fidelizzazione delle risorse strategiche. Destinatario di tale piano è il “Personale più rilevante”, ad eccezione degli Amministratori e dei Consulenti Finanziari non legati da rapporto di lavoro dipendente, delle Funzioni Aziendali di Controllo e di alcune specifiche posizioni, tenuto conto del relativo “pay-mix” e dei livelli di responsabilità. Nel corso del 2018 è stata prevista la partecipazione del “Personale più rilevante” di nuova identificazione, fatte salve le eccezioni di cui sopra. La valorizzazione dei bonus è prevista in azioni UBI (“Performance share”), considerate tra gli strumenti più appropriati per allineare gli interessi dei principali stakeholder con quelli del management. Ferme restando le condizioni preliminari di accesso (“gate”), sono previsti specifici obiettivi di creazione di valore per ciascun piano riportati nella Relazione sulla Remunerazione, a cui si rimanda per maggriori dettagli. La struttura della corresponsione dei premi (cd “pay-out”) prevede che l’erogazione avvenga:

una quota pari al 60% in azioni “up-front”, al termine del periodo di misurazione della performance (“accrual”), con una retention di due anni;

una quota pari al 40% in azioni, differita di due anni e con una retention di 1 anno. In ottica di adeguatezza alla normativa vigente, la quota è maturata prima del termine del periodo di differimento, ma sottoposta ad un ulteriore anno di retention per verificarne le effettive condizioni per il pagamento.

Al fine di assicurare nel tempo la stabilità patrimoniale e la liquidità, coerentemente con gli obiettivi strategici di lungo termine, la quota differita viene erogata qualora siano rispettati adeguati livelli di stabilità patrimoniale (“Common Equity Tier 1”) e di liquidità (“Net Stable Funding Ratio”) coerentemente al “Risk Appetite Framework” definito nelle policy interne al termine del periodo di differimento. Il mancato soddisfacimento di dette condizioni comporta l’azzeramento della quota di premio differita (cd. “malus”). Tempistiche assegnazione delle quote di premio da erogare in strumenti finanziari relative ai sistemi di incentivazione

Per quanto sopra, di seguito si riportano le tempistiche con le quali verranno erogate le quote di premio da erogare in strumenti finanziari:

● nell’ anno 2018 è stata assegnata la seconda quota di azioni riferita ai premi maturati per il sistema incentivante di breve termine del 2013 e la prima quota di azioni riferita al sistema incentivante di breve termine del 2015;

● nell’ anno 2019 è prevista l’assegnazione della seconda quota di azioni riferita ai premi maturati per il sistema incentivante di breve termine del 2014 e della prima quota di azioni riferita ai premi maturati per il sistema incentivante di breve termine del 2016;

152 In relazione agli specifici mercati di riferimento e della composizione del pacchetto retributivo, per le posizioni

ricomprese nell’Asset Managementil pagamento avviene in modalità “up-front cash” qualora il premio maturato individualmente sia inferiore a 80.000 euro e per i Consulenti Finanziari, qualora il premio maturato individualmente sia inferiore a 50.000 euro e al 33% della remunerazione ricorrente.

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● nell’ anno 2020 è prevista l’assegnazione della seconda quota di azioni riferita ai premi maturati per il sistema incentivante di breve termine del 2015 e della prima quota di azioni riferita al sistema incentivante di breve termine del 2017;

● nell’ anno 2021 è prevista l’assegnazione della seconda quota di azioni riferita ai premi maturati per il sistema incentivante di breve termine del 2016 e della prima quota di azioni riferita al sistema incentivante di breve termine del 2018;

● nell’ anno 2022 è prevista l’assegnazione della seconda quota di azioni riferita ai premi maturati dal Consigliere Delegato per il sistema incentivante di breve termine del 2015, della seconda quota di azioni riferita ai premi maturati per il sistema incentivante di breve termine del 2017 e della prima quota di azioni riferita ai premi maturati per i sistemi incentivanti di lungo termine 2017-2019;

● nell’ anno 2023 è prevista l’assegnazione della seconda quota di azioni riferita ai premi maturati per il sistema incentivante di breve termine del 2018, della seconda quota di azioni riferita ai premi maturati per i sistemi incentivanti di lungo termine 2017-2019,e della prima quota di azioni riferita ai premi maturati per i sistemi incentivanti di lungo termine 2017-2020;

● nell’ anno 2024 è prevista l’assegnazione della seconda quota di azioni riferita ai premi maturati per i sistemi incentivanti di lungo termine 2017-2020;

● nell’ anno 2025 è prevista l’assegnazione della seconda quota di azioni riferita ai premi maturati dal Consigliere Delegato per il sistema incentivante di breve termine del 2018.

B. Informazioni di natura quantitativa

Sistemi di incentivazione di breve e lungo termine

Ai sensi delle previsioni dell’IFRS 2 “Pagamenti basati su azioni” i piani in parola configurano un’operazione c.d. “equity settled”, ovvero un pagamento basato su azioni regolato con strumenti rappresentativi di capitale. In funzione di ciò, poiché l’IFRS 2 si pone l’obiettivo di riconoscere nel conto economico, sotto forma di spese per il Personale, l’impatto economico della remunerazione corrisposta mediante elementi del patrimonio netto, UBI Banca, nonché le società controllate coinvolte nei piani, hanno rilevato il costo di competenza dell’esercizio alla voce 150a “Spese amministrative: spese per il Personale” in contropartita ad un incremento del patrimonio netto mediante valorizzazione di un’apposita riserva data la circostanza che l’obbligazione in capo all’azienda verrà estinta mediante consegna di strumenti di patrimonio netto e tale obbligazione sarà in ogni caso regolata dalla Capogruppo. Con particolare riguardo alla quantificazione del costo dei piani si specifica che, in ossequio alle previsioni dell’IFRS 2, nell’impossibilità di quantificare con precisione il valore dei servizi offerti dai dipendenti, il medesimo è calcolato in funzione del fair value dell’azione UBI alla data di assegnazione moltiplicato per il numero di azioni che si stima matureranno. Nel dettaglio, il fair value degli strumenti di patrimonio netto assegnati, è determinato tenendo in considerazione che la consegna dei medesimi é prevista, in un arco temporale dal 2018 e sino al 2025; tali stime muovono dal prezzo di mercato delle azioni, dedotto il valore attuale dei dividendi distribuibili dal Gruppo UBI nel periodo immediatamente antecedente l’assegnazione delle azioni, e, in generale, ponderano adeguatamente i termini e le condizioni in base ai quali gli strumenti sono assegnati. Il costo complessivo stimato dei sistemi incentivanti di breve termine relativo alle azioni che verranno assegnate dal 2018 è pari a 82 migliaia di euro, e risulta così ripartito:

● quote up-front, valorizzate in:

- n. 5.905 azioni da assegnare nel 2019, equivalente a 17 migliaia di euro; - n. 8.591 azioni da assegnare nel 2020, equivalente a 23 migliaia di euro;

● quote differite, valorizzate (fatta salva la verifica delle condizioni cui è subordinato il differimento) in:

- n. 2.693 azioni assegnate nel 2018, equivalente a 12 migliaia di euro; - n. 1.687 azioni da assegnare nel 2019, equivalente a 9 migliaia di euro; - n. 3.937 azioni da assegnare nel 2021, equivalente a 10 migliaia di euro; - n. 4.770 azioni da assegnare nel 2022, equivalente a 12 migliaia di euro;

In funzione delle condizioni di maturazione ipotizzate, il predetto costo del piano è ripartito lungo tutto il periodo di maturazione previsto dal medesimo, imputando a conto economico la

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quota parte di competenza che, per l’esercizio in corso, è pari a 18 migliaia di euro. Si segnala inoltre che l’eventuale variazione del costo avverrà solamente in funzione della non maturazione dei requisiti e conseguente mancata consegna di azioni, per non soddisfacimento delle condizioni di risultato previste dal piano o in caso di non permanenza in servizio, e non anche in funzione delle variazioni di fair value delle azioni UBI. Il costo complessivo stimato del sistema di incentivazione di lungo termine attivato nel 2017 è pari a 394 migliaia di euro e è ripartito lungo tutto il periodo di maturazione previsto dal medesimo, imputando a conto economico la quota parte di competenza che, per l’esercizio in corso, è pari a 64 migliaia di euro, in particolare risulta così ripartito:

● n. 44.181 azioni da assegnare nel 2022, equivalente a 125 migliaia di euro; ● n. 73.635 azioni da assegnare nel 2023, equivalente a 196 migliaia di euro; ● n. 29.454 azioni da assegnare nel 2024, equivalente a 73 migliaia di euro.

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Parte L - Informativa di settore La Banca non è tenuta a fornire l’informativa di settore. La stessa viene fornita a livello di Bilancio Consolidato dalla Capogruppo UBI Banca.

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Allegati al Bilancio d’esercizio

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Prospetti riepilogativi dei dati essenziali della società controllante UBI Banca S.c.p.A. (ex art. 2497 bis del c.c.)

STATO PATRIMONIALE (in migliaia di euro)

31/12/2017

ATTIVITA'

Cassa e disponibilità liquide 687.323

Attività finanziarie detenute per la negoziazione 866.146

Attività finanziarie valutate al fair value 52.253

Attività finanziarie disponibili per la vendita 7.994.129

Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 5.937.872

Crediti verso banche 7.387.337

Crediti verso clientela 90.499.872

Derivati di copertura 169.907

Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) (2.035)

Partecipazioni 1.435.674

Immobilizzazioni 2.873.948

Attività fiscali 3.744.182

Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 333

Altre attività 1.653.898

TOTALE DELL’ATTIVO 123.300.839

31/12/2017

PASSIVITA'

Debiti verso banche 17.142.746

Debiti verso clientela e titoli in circolazione 92.808.856

Passività finanziarie di negoziazione 411.931

Derivati di copertura 99.171

Passività fiscali 173.881

Altre passività 2.492.840

Trattamento di fine rapporto del personale 319.346

Fondi per rischi e oneri 400.670

Patrimonio netto 9.463.421

Utile d’esercizio (12.023)

TOTALE DEL PASSIVO 123.300.839

I prospetti sopra riportati, approvati dall’Assemblea dei Soci in data 6 Aprile 2018, non recepiscono le modifiche dovute all’entrata in vigore del Principio Contabile IFRS9.

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CONTO ECONOMICO

(in migliaia di euro)

31/12/2017

Margine di interesse 1.281.339

Commissioni nette 1.247.925

Margine di intermediazione 2.871.579

Risultato netto della gestione finanziaria 2.053.784

Costi operativi (1.986.432)

Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte (1.111)

Imposte sul reddito (10.912)

UTILE (PERDITA) D’ESERCIZIO (12.023)

I prospetti sopra riportati, approvati dall’Assemblea dei Soci in data 6 Aprile 2018, non recepiscono le modifiche dovute all’entrata in vigore del Principio Contabile IFRS9.

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Pubblicità dei corrispettivi di revisione contabile e dei servizi diversi dalla revisione a norma del Regolamento Emittenti Consob art. 149 duodecies. Ai sensi di quanto disposto dall’art. 149 duodecies del Regolamento Emittenti Consob si riportano, nella tabella che segue, le informazioni riguardanti i corrispettivi erogati a favore della società di revisione Deloitte & Touche SpA ed alle società appartenenti alla stessa rete per i seguenti servizi:

1) Servizi di revisione che comprendono:

l’attività di controllo dei conti annuali, finalizzata all'espressione di un giudizio professionale;

l’attività di controllo dei conti infrannuali. 2) Servizi di attestazione che comprendono incarichi con cui il revisore valuta uno specifico

elemento, la cui determinazione è effettuata da un altro soggetto che ne è responsabile, attraverso opportuni criteri, al fine di esprimere una conclusione che fornisca al destinatario un grado di affidabilità in relazione a tale specifico elemento.

I corrispettivi esposti in tabella, di competenza dell’esercizio 2018, sono quelli contrattualizzati, comprensivi di eventuali indicizzazioni (ma non anche di spese vive, dell’eventuale contributo di vigilanza ed IVA).

Tipologia di servizio Soggetto che ha

erogato il servizio Destinatario del servizio Compensi

(€/migliaia)

Revisione contabile Deloitte & Touche Spa IW Private Investment Bank SpA 167

Servizi di attestazione Deloitte & Touche Spa IW Private Investment Bank SpA 11

Totale 178

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Informazioni di cui all’Allegato A della Parte Prima, Titolo III, Capitolo 2 della Circolare Banca d’Italia n. 285 del 17 dicembre 2013 Lettera F) - Contributi Pubblici Ricevuti

A tal proposito si segnala, anche ai sensi di quanto disposto dalla c.d. “Legge annuale per il mercato e la concorrenza” (Legge n. 124/2017), che la Banca non ha ricevuto contributi dalle Amministrazioni Pubbliche nell’esercizio 2018 o in precedenti esercizi. Si segnala inoltre che, in ottemperanza alle disposizioni previste per la compilazione dell’informativa in oggetto, sono escluse le operazioni poste in essere con le Banche Centrali per finalità di stabilità finanziaria oppure le operazioni aventi l’obiettivo di facilitare il meccanismo di trasmissione della politica monetaria.

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Glossario

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ABF (Arbitro Bancario Finanziario)

L’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) è un organismo per la risoluzione stragiudiziale delle controversie (ADR dall’inglese: Alternative Dispute Resolution – cfr. definizione) previsto dall’art. 128-bis del TUB (Testo Unico Bancario), introdotto dalla Legge sul Risparmio (Legge n. 262/2005). L’organizzazione ed il funzionamento dell’ABF sono disciplinati dalle “Disposizioni sui sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari” emanate dalla Banca d’Italia il 18 giugno 2009 e successive modifiche ed integrazioni. L’adesione è obbligatoria da parte di tutte le banche e degli altri intermediari finanziari. All’ABF, operativo dal 15 ottobre 2009, possono essere sottoposte tutte le controversie, relative a operazioni o comportamenti non anteriori al 1° gennaio 2009, aventi ad oggetto l’accertamento di diritti, obblighi e facoltà, indipendentemente dal valore del rapporto al quale si riferiscono. Se la richiesta del ricorrente ha ad oggetto la corresponsione di una somma di denaro a qualunque titolo, la controversia rientra nella cognizione dell’ABF a condizione che l’importo richiesto non sia superiore a 100.000 euro. Sono escluse le controversie attinenti a servizi/attività di investimento e al collocamento di prodotti finanziari nonché alle operazioni e servizi che siano componenti di prodotti finanziari. Il ricorso all’ABF soddisfa la condizione di procedibilità per un’eventuale successiva domanda giudiziale, a norma dell’art. 5, comma 1-bis del D.Lgs. 4 marzo 2010, n. 28 e successive modifiche ed integrazioni (cfr. definizione di Mediazione). Ad eccezione dei casi in cui la procedura di ricorso all’ABF è avviata dal Prefetto153, e di risposta negativa a una richiesta di rimborso di un’operazione di pagamento eseguita su iniziativa del beneficiario154, l’espletamento della fase di reclamo (cfr. definizione) presso l’intermediario costituisce condizione preliminare e necessaria per adire l’ABF155, al quale si può ricorrere nei casi di esito insoddisfacente del reclamo ovvero di mancato esito del reclamo nel termine dei trenta giorni dalla ricezione da parte della banca. Il ricorso è gratuito per il cliente, salvo il versamento di un importo pari a 20 euro per contributo alle spese della procedura che deve essere rimborsato dalla banca al ricorrente qualora il collegio accolga il ricorso in tutto o in parte. Tale contributo non è dovuto se la procedura è stata attivata dal Prefetto. A differenza dello strumento della conciliazione, che mira a favorire il raggiungimento di un accordo fra le parti, l’ABF esprime una decisione sui ricorsi ricevuti attraverso un apposito collegio giudicante, ferma restando la facoltà delle parti di ricorrere all’Autorità Giudiziaria o ad ogni altro mezzo previsto dall’ordinamento a tutela dei propri interessi. L’ABF è costituito da un organo decidente articolato in sette collegi (Milano, Torino, Bologna, Roma, Bari, Napoli e Palermo) ognuno con una segreteria tecnica presso la Banca d’Italia. In ciascun collegio l’organo decidente è composto da cinque membri, tre dei quali (compreso il Presidente) designati dalla Banca d’Italia, uno dalle associazioni degli intermediari e uno dalle associazioni che rappresentano i clienti. ABS (Asset Backed Securities)

Strumenti finanziari emessi a fronte di operazioni di cartolarizzazione (cfr. definizione) il cui rendimento e rimborso sono garantiti da attivi (crediti) di proprietà della Società Veicolo ai sensi della Legge n. 130/99 (SPV – cfr. definizione), destinati in via esclusiva al soddisfacimento dei diritti incorporati negli strumenti finanziari stessi. Tecnicamente i titoli di debito vengono emessi dalla SPV. Il portafoglio sottostante l'operazione di cartolarizzazione

153 Con Provvedimento del 13 novembre 2012, Banca d’Italia – in attuazione di quanto previsto dall’art. 27-bis,

comma 1 quinquies, del D.L. n. 1/2012, convertito con modificazioni dalla Legge n. 27/2012 – ha previsto che la procedura di ricorso all’ABF possa essere avviata, su istanza del cliente, dai Prefetti, in relazione a contestazioni inerenti alla mancata erogazione, al mancato incremento o alla revoca di un finanziamento, all’inasprimento delle condizioni applicate ad un contratto di finanziamento o ad altri comportamenti della banca conseguenti alla valutazione del merito creditizio.

154 Si veda il paragrafo 5.2 della Sezione IV delle Disposizioni di Banca d’Italia denominate “Attuazione del Titolo II del D.Lgs. n. 11 del 27 gennaio 2010 relativo ai servizi di pagamento (Diritti e Obblighi delle Parti)”.

155 A norma delle “Disposizioni sui sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari” (Sez. VI, par. 1, nota 1) sono tuttavia ammissibili i ricorsi proposti in assenza di reclamo all’intermediario relativi alle controversie pendenti davanti all’autorità giudiziaria per le quali il giudice abbia rilevato il mancato esperimento della condizione di procedibilità di cui all’art. 5, comma 1, del D.Lgs. 4 marzo 2010, n. 28 e successive modifiche ed integrazioni.

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può essere costituito, a titolo esemplificativo e non esaustivo, da mutui ipotecari (MBS – Mortgage Backed Security). ACF (Arbitro per le Controversie Finanziarie)

L’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF) è un organismo per la risoluzione stragiudiziale delle controversie (ADR dall’inglese: Alternative Dispute Resolution – cfr. definizione) istituito in forza della Delibera Consob n. 19602 del 4 maggio 2016, nell’ambito della quale la Consob ha adottato anche il relativo Regolamento concernente i criteri di svolgimento delle procedure di risoluzione extragiudiziale delle controversie presso l’ACF. L’adesione è obbligatoria da parte di tutti gli intermediari, comprese le banche italiane. All’ACF possono essere sottoposte tutte le controversie fra investitori e intermediari, relative alla violazione degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza cui gli intermediari sono tenuti nei loro rapporti con gli investitori nell’esercizio delle attività disciplinate nella parte II del TUF, incluse le controversie transfrontaliere e le controversie oggetto del Regolamento (UE) n. 524/2013. Sono esclusi dalla competenza dell’ACF i danni che non sono conseguenza immediata e diretta dell’inadempimento o della violazione da parte dell’intermediario degli obblighi di cui sopra e quelli che non hanno natura patrimoniale. L’ACF è tenuto a collaborare con gli altri organismi di risoluzione stragiudiziale delle controversie, anche al fine di delimitare le reciproche competenze. Non rientrano nell’ambito di operatività dell’ACF le controversie che implicano la richiesta di somme di denaro per un importo superiore a 500.000 euro. Il ricorso all’ACF soddisfa la condizione di procedibilità per un’eventuale successiva domanda giudiziale, a norma dell’art. 5, comma 1-bis del D.Lgs. 4 marzo 2010, n. 28 e successive modifiche ed integrazioni (cfr. definizione di Mediazione). La previa presentazione di un reclamo (cfr. definizione) all’intermediario sui medesimi fatti oggetto del ricorso all’ACF costituisce condizione preliminare e necessaria per adire l’ACF, al quale si può ricorrere nei casi di esito insoddisfacente del reclamo ovvero di mancato esito del reclamo nel termine dei sessanta giorni dalla sua presentazione, senza che l’intermediario abbia comunicato all’investitore le proprie determinazioni (il ricorso deve essere proposto entro un anno dalla presentazione del reclamo). Il ricorso all’ACF non può essere proposto quando, sui medesimi fatti oggetto dello stesso, sono pendenti, anche su iniziativa dell’intermediario a cui l’investitore ha aderito, altre procedure di risoluzione extragiudiziale delle controversie, mentre non costituisce impedimento la preventiva pendenza di un giudizio dinanzi all’Autorità Giudiziaria Ordinaria. Il ricorso all’ACF può essere proposto esclusivamente dall’investitore, personalmente o per il tramite di un’associazione rappresentativa degli interessi dei consumatori ovvero di un procuratore. Il ricorso è gratuito per il cliente. Le spese per l’avvio del procedimento sono poste a carico del fondo di cui all’articolo 8 del Decreto Legislativo n. 179 dell’8 ottobre 2007 e successive modificazioni, nei limiti di capienza del medesimo. L’ACF è costituito da un collegio decidente e da una segreteria tecnica. Il collegio è composto da cinque membri, tre dei quali (compreso il Presidente) designati dalla Consob, uno dalle associazioni degli intermediari e uno dalle associazioni che rappresentano i consumatori. Acquisition finance

Finanziamenti al servizio di operazioni di acquisizione aziendale. Additional Tier 1 – AT1 (Capitale aggiuntivo di classe 1)

Il capitale aggiuntivo di classe 1 – o Additionale Tier 1 – è costituito dagli strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 e relativi sovrapprezzi di emissione, dagli strumenti ammissibili nell’AT1 ai sensi della precedente regolamentazione prudenziale e oggetto di disposizioni transitorie (grandfathering) e, quali elementi negativi, delle detrazioni (investimenti in propri strumenti di AT1, investimenti in strumenti di AT1 di altri intermediari, eventuali detrazioni eccedenti la capienza del capitale di classe 2). I principali requisiti per la computabilità degli strumenti AT1 sono i seguenti:

sono emessi e versati; sono perpetui e le disposizioni che li governano non prevedono alcun incentivo al

rimborso;

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eventuali opzioni call possono essere esercitate unicamente a discrezione dell’emittente e comunque non prima di 5 anni, salvo autorizzazione dell’autorità di vigilanza ammessa in particolari circostanze;

le disposizioni che governano gli strumenti conferiscono all’emittente piena discrezionalità in qualsiasi momento, di annullare le distribuzioni relative agli strumenti medesimi per un periodo illimitato e su base non cumulativa;

la cancellazione degli interessi non costituisce un caso di default dell’emittente; in caso di trigger event il valore nominale viene ridotto in modo permanente o

temporaneo, ovvero gli strumenti sono convertiti in strumenti del Capitale primario di classe 1.

ADR (Alternative Dispute Resolution)

In italiano, “risoluzione alternativa delle controversie”. La sigla indica l’insieme dei metodi, strumenti, tecniche stragiudiziali di risoluzione delle controversie: una o entrambe le parti si affidano a un terzo imparziale per porre fine a una lite, senza rivolgersi all’autorità giudiziaria. Le procedure più diffuse sono la conciliazione e l’arbitrato. ALM (Asset & Liability Management)

Gestione integrata dell’attivo e del passivo finalizzata ad allocare le risorse in un’ottica di ottimizzazione del rapporto rischio-rendimento. Alternative Investment

Forme di investimento alternative rispetto alle azioni, alle obbligazioni e alla liquidità, fra le quali sono compresi, tra gli altri, gli investimenti di Private Equity (cfr. definizione) e gli investimenti in hedge fund (cfr. definizione). Asset Management

Attività di gestione e amministrazione degli investimenti finanziari di terzi. Ateco

Versione nazionale, sviluppata dall’Istat, della classificazione delle attività economiche definita in ambito europeo e approvata con Regolamento comunitario. L’ultima classificazione è Ateco 2007, che ha sostituito la precedente Ateco 2002. Attivo tangibile

Valore contabile degli attivi della Banca calcolato escludendo le attività immateriali. ATM (Automated Teller Machine)

Apparecchiatura automatica per l’effettuazione da parte della clientela di operazioni quali ad esempio il prelievo di contante, il versamento di contante o assegni, la richiesta di informazioni sul conto, il pagamento di utenze, le ricariche telefoniche, ecc.. Il cliente attiva il terminale introducendo una carta e digitando il codice personale di identificazione. Attività intangibile o immateriale

Attività non monetaria identificabile priva di consistenza fisica. Attività di rischio ponderate (Risk Weighted Assets - RWA)

Attività per cassa e fuori bilancio classificate e ponderate in base a diversi coefficienti legati ai rischi, ai sensi delle normative bancarie emanate dagli Organi di Vigilanza per il calcolo dei coefficienti patrimoniali. Audit

Processo di controllo sull’attività e sulla contabilità societaria che viene svolto sia da strutture interne (internal audit - cfr. definizione) che da società terze (external audit).

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Autorità di Vigilanza

Le Autorità di Vigilanza - Banca d’Italia, Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa), IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni), COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione), AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) – sono individuate dalla Legge 28 dicembre 2005, n. 262 “Disposizioni a tutela del risparmio e disciplina dei mercati finanziari” c.d. “Legge sul Risparmio”. La Consob svolge funzioni di controllo sui mercati mobiliari e con la Banca d’Italia attività di vigilanza sugli intermediari che svolgono attività di intermediazione mobiliare: banche, SIM, SGR e altri soggetti abilitati. Con riferimento a tali intermediari è competente per quanto riguarda la trasparenza e la correttezza dei comportamenti. L’IVASS è una autorità indipendente dotata di autonomia patrimoniale, contabile, organizzativa e gestionale. L'Istituto opera per garantire la stabilità del mercato e delle imprese di assicurazione nell'interesse degli assicurati e degli utenti in generale. La COVIP è l‘autorità amministrativa che ha il compito di vigilare sul funzionamento dei fondi pensione complementari. L’AGCM, detta “Autorità Antitrust”, è un’autorità indipendente che ha competenze in materia di tutela della concorrenza, in particolare concentrazioni, intese e abusi di posizione dominante; inoltre ha competenza in materia di pubblicità ingannevole e comparativa e di conflitto di interessi. Backtesting

Analisi retrospettiva volta a verificare l’affidabilità delle misurazioni di rischio associate alle posizioni di portafogli di attività. Banca Centrale Europea (BCE)

La Banca Centrale Europea, nata nel giugno 1998, assicura – direttamente o per il tramite delle Banche Centrali nazionali – lo svolgimento dei compiti assegnati all’Eurosistema e al Sistema europeo di Banche Centrali. Nell’ambito del Meccanismo di vigilanza unico, che comprende anche le autorità nazionali competenti, la Banca Centrale Europea è inoltre preposta alla vigilanza prudenziale sugli enti creditizi insediati nell’Area dell’euro e negli Stati membri partecipanti non appartenenti all’Area. Gli organi decisionali sono il Comitato esecutivo, il Consiglio direttivo, il Consiglio generale ed il Consiglio di Vigilanza. Il primo è costituito dal Presidente e dal Vicepresidente della BCE e da quattro membri, nominati dal Consiglio europeo. Il Consiglio direttivo, principale organo decisionale, è composto dai membri del Comitato esecutivo e dai governatori delle Banche Centrali nazionali dei Paesi dell’Area euro. Il Consiglio generale comprende il Presidente e il Vicepresidente della BCE e i governatori delle Banche Centrali nazionali dei Paesi della UE. Il Consiglio di Vigilanza annovera un Presidente, un Vicepresidente, quattro rappresentanti della BCE e cinque rappresentanti delle Autorità di Vigilanza nazionali. La Banca d’Italia, come le altre Banche Centrali nazionali, detiene una quota del capitale sociale della BCE. Bancassurance

Espressione che indica l’offerta di prodotti tipicamente assicurativi attraverso la rete operativa delle aziende di credito. Banking book

Solitamente identifica la parte di un portafoglio titoli, o comunque di strumenti finanziari in genere, destinata all’attività “proprietaria”. Basilea 3

Disciplina prudenziale per le banche e le imprese di investimento in vigore nell’Unione Europea dal 1° gennaio 2014. Basis point (punto base)

Corrisponde a un centesimo di punto percentuale (0,01%).

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Basis swap

Contratto che prevede lo scambio, tra due controparti, di pagamenti legati a tassi variabili basati su un diverso indice. Benchmark

Parametro di riferimento degli investimenti finanziari: può essere rappresentato dagli indici di mercato più noti ovvero da altri ritenuti meglio rappresentativi del profilo rischio/rendimento. Best practice

Comportamento commisurato alle esperienze più significative e/o al miglior livello raggiunto dalle conoscenze riferite ad un certo ambito tecnico/professionale. CAGR – Compound Annual Growth Rate (tasso di crescita annuo composto)

Tasso di crescita annuale applicato ad un investimento o ad altre attività per un periodo pluriennale. La formula per calcolare il CAGR è [(valore attuale/valore base)^(1/n° anni)-1]. Capital allocation

Processo che porta alla decisione di come distribuire l’investimento tra le diverse categorie di attività finanziarie (in particolare obbligazioni, azioni e liquidità). Le scelte di capital allocation sono determinate dalla necessità di ottimizzare il rapporto rendimento/rischio in relazione all’orizzonte temporale e alle aspettative dell’investitore. Captive

Termine genericamente riferito a “reti” o società che operano esclusivamente con clientela dell’azienda o del gruppo. Cartolarizzazione

Operazione mediante la quale una Società (detta Originator, cfr. definizione) trasforma un’attività finanziaria o reale non negoziabile in strumenti finanziari negoziabili. L’operazione viene effettuata mediante la cessione delle attività a una Società Veicolo (SPV, cfr. definizione) o mediante l’utilizzo di strumenti finanziari derivati. Il corrispettivo che la Società Veicolo è tenuta a pagare all’Originator è ottenuto mediante l’emissione di titoli (cfr. ABS). Le attività di proprietà della Società Veicolo (ad esempio, i crediti acquisiti dall’Originator) sono destinati esclusivamente alla realizzazione dei diritti e degli interessi dei portatori dei titoli. In Italia la materia è regolata principalmente dalla Legge n. 130 del 30 aprile 1999, la quale prevede che le emissioni di titoli che vengono collocate in Italia presso il pubblico devono obbligatoriamente avere un rating (cfr. rating). Cassa Depositi e Prestiti (CDP)

Istituto fondato nel 1863 alle dipendenze del Ministero delle Finanze e dotato, per effetto della L. 197/1983, di autonomia amministrativa e organizzativa. Esso è stato trasformato in società per azioni nel dicembre 2003. Dal settembre 2006 la Cassa Depositi e Prestiti Spa è inclusa tra le Istituzioni finanziarie monetarie. Dalla stessa data è soggetta al regime di riserva obbligatoria dell’Eurosistema. Dall’ottobre 2007 i dati di bilancio della Cassa Depositi e Prestiti sono inclusi nelle statistiche, compilate secondo i principi armonizzati del SEBC (cfr. definizione), sulla situazione dei conti delle banche e dei fondi comuni monetari residenti in Italia. Si occupa del finanziamento degli investimenti pubblici e dello sviluppo delle infrastrutture del Paese. Supporta le imprese italiane, favorendo l’innovazione e la crescita, promuovendo l’export e l’internazionalizzazione e sostenendo la cooperazione internazionale. Contribuisce allo sviluppo del mercato immobiliare italiano come principale operatore del social and affordable housing. Cassa di Compensazione e Garanzia (CCG)

Società per azioni che svolge la funzione di controparte centrale sui mercati azionari a pronti e dei derivati gestiti da Borsa Italiana nonché sul Mercato Telematico dei titoli di Stato.

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Cessione del Quinto dello Stipendio o della Pensione

La cessione del quinto è una particolare tipologia di prestito personale destinata a lavoratori dipendenti e a pensionati. In tale forma tecnica il rimborso delle rate avviene tramite cessione di una quota dello stipendio o della pensione a favore del soggetto finanziatore. Tale quota, trattenuta direttamente in busta paga, non può eccedere la quinta parte dell’emolumento netto mensile. La materia è stata originariamente disciplinata dal D.P.R. 5 gennaio 1950, n. 180, integrato e modificato da successivi interventi normativi. Common Equity Tier 1 – CET 1 (Capitale Primario di classe 1)

Si veda in proposito la Sezione 2 della Parte F – Informazioni sul patrimonio, contenuta nella Nota Integrativa. Conciliatore BancarioFinanziario

Il “Conciliatore BancarioFinanziario – Associazione per la soluzione delle controversie bancarie, finanziarie e societarie ADR” è un’iniziativa promossa con il patrocinio dell’ABI dai primi dieci gruppi bancari, fra i quali il Gruppo UBI Banca, per dare alla clientela servizi per la soluzione delle controversie rapidi ed efficienti, alternativi alla procedura giudiziaria (ADR dall’inglese: Alternative Dispute Resolution – cfr. definizione). I servizi offerti sono:

Mediazione (cfr. definizione): la procedura di mediazione presso il Conciliatore BancarioFinanziario è disciplinata oltre che dal D.Lgs. 4 marzo 2010, n. 28 e successive modifiche ed integrazioni, dal “Regolamento di procedura per la mediazione” del relativo organismo depositato presso il Ministero della Giustizia. In relazione all’obbligo del preventivo esperimento della procedura di mediazione, quale condizione di procedibilità dell’eventuale domanda giudiziale relativa a controversie in materia di contratti bancari e finanziari, i contratti con la clientela individuano l’organismo di mediazione presso il Conciliatore BancarioFinanziario, quale organismo a cui sottoporre le citate controversie, in quanto specializzato in tali materie e presente con una propria rete di mediatori diffusa sul territorio nazionale;

Arbitrato: procedura in cui le parti – sulla base di una specifica clausola contenuta nel contratto oggetto di contestazione o, comunque, di comune accordo – sottopongono una controversia ad un arbitro o ad un collegio di arbitri, esperti in materia bancaria, finanziaria e societaria, riconoscendo loro il potere di decidere in merito.

Conduit

Si veda in proposito la voce SPE/SPV. Confidi (Consorzi di garanzia collettiva fidi)

Sono soggetti a natura cooperativa o consortile che rilasciano garanzie collettive a fronte di finanziamenti erogati a favore delle imprese socie o consorziate. Nell’attività di concessione del credito da parte delle banche alle Piccole e Medie Imprese, l’intervento dei confidi consente di ridurre i costi dell’informazione sui soggetti da affidare ed i rischi per i casi di inadempimento. Consumer finance

Finanziamenti concessi alle famiglie consumatrici per fini personali collegati al consumo di beni e di servizi. Corporate

Tipologia di clientela riconducibile alle imprese di medie e grandi dimensioni (Mid-Corporate, Large Corporate). Corporate governance

Attraverso la composizione ed il funzionamento degli organi societari interni ed esterni, la struttura della corporate governance definisce la distribuzione dei diritti e delle responsabilità tra i partecipanti alla vita di una società, in riferimento alla ripartizione dei compiti, all’assunzione di responsabilità e al potere decisionale.

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Cost Income Ratio

Indicatore economico definito dal rapporto tra i costi operativi ed il margine di intermediazione. Covered Bond

Speciale obbligazione bancaria che, oltre alla garanzia della banca emittente, può usufruire anche della garanzia di un portafoglio di mutui ipotecari o di altri prestiti di alta qualità ceduti, per tale scopo, ad un’apposita società veicolo (fattispecie disciplinata dall’art. 7 bis della Legge 130 del 30 aprile 1999). Le banche che intendono emettere Covered Bond devono disporre di Fondi Propri non inferiori a 250 milioni di euro e di un Total Capital ratio a livello consolidato non inferiore al 9%. Degli attivi potenzialmente utilizzabili a garanzia, la quota ceduta non potrà superare i seguenti limiti, graduati in funzione del Tier 1 ratio e del Common Equity Tier 1 ratio a livello consolidato:

25% nei casi in cui congiuntamente Tier 1 ratio 7% e CET 1 6%; 60% nei casi in cui congiuntamente Tier 1 ratio 8% e CET 1 7%; nessun limite nei casi in cui congiuntamente Tier 1 ratio 9% e CET 1 8%.

CPI (Credit Protection Insurance)

Polizze assicurative di protezione del credito che possono essere sottoscritte dai debitori di prestiti finanziari (prestiti personali, mutui e carte di credito) per garantire loro (in qualità di assicurati) di far fronte al pagamento del debito residuo o di un certo numero di rate nel caso di eventi negativi temporanei o definitivi (perdita involontaria del posto di lavoro, malattia, infortuni, invalidità permanente o morte). Tali polizze possono essere abbinate anche ai finanziamenti alle imprese, con una copertura assicurativa degli eventi che possono colpire i soci, gli amministratori o le figure chiave dell’azienda. Credito al consumo

Il credito al consumo è il contratto con il quale viene dilazionato il pagamento del prezzo ovvero concesso un prestito o altra analoga facilitazione finanziaria al consumatore per l’acquisto di beni e di servizi. Credit Default Swap

Contratto col quale un soggetto, dietro pagamento di un premio periodico, trasferisce ad un altro soggetto il rischio creditizio insito in un prestito o in un titolo, al verificarsi di un determinato evento legato al deterioramento del grado di solvibilità del debitore. Crediti deteriorati

Sofferenze, inadempienze probabili (cfr. definizione), esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate (cfr. definizione). Il complesso delle esposizioni deteriorate corrisponde alla categoria dei "non-performing" come definita nel Regolamento di esecuzione UE/2014/680 della Commissione Europea e successive modificazioni e integrazioni. Nell’ambito delle partite deteriorate rientrano anche le esposizioni oggetto di concessioni deteriorate che corrispondono alle “non-performing exposures with forbearance measures” come definite nel Regolamento sopra menzionato. Tali esposizioni sono classificate, a seconda dei casi, tra le sofferenze, le inadempienze probabili, oppure tra le esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate. Cross selling

Fidelizzazione della clientela tramite la vendita di prodotti e servizi tra loro integrati. Default

Identifica la condizione di dichiarata impossibilità ad onorare i propri debiti e/o il pagamento dei relativi interessi.

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Derivati OTC negoziati con la clientela

Attività di supporto alla clientela nella gestione dei rischi finanziari, in particolare di quelli derivanti dall’oscillazione dei tassi di cambio, dei tassi d’interesse e del prezzo delle commodity (materie prime). Disaster recovery geografico

Insieme di procedure tecniche ed organizzative attivate a fronte di un evento catastrofico che provochi l’indisponibilità completa del sito di elaborazione dati. L’obiettivo è riattivare le applicazioni vitali per l’azienda in un sito secondario (detto di recovery). Il sistema di disaster recovery si definisce “geografico” quando è locato ad almeno 50 km dal sistema di origine. L’obiettivo primario è quello di attenuare i rischi derivanti da eventi disastrosi con possibile impatto su di un’intera area metropolitana (terremoti, inondazioni, eventi bellici, ecc.) come prescritto dagli standard di sicurezza internazionali. Duration

Riferita ad un titolo ovvero ad un portafoglio obbligazionario, è un indicatore solitamente calcolato come media ponderata delle scadenze dei pagamenti per interessi e capitale associati al titolo stesso. EAD (Exposure At Default)

Stima del valore futuro di un’esposizione al momento del default (cfr. definizione) del relativo debitore. EBA (European Banking Authority) – Autorità bancaria europea

Costituita dai rappresentanti delle Autorità di Vigilanza bancaria degli Stati membri dell’Unione Europea, l’EBA ha iniziato la sua operatività il 1° gennaio 2011, subentrando nei compiti e nelle responsabilità del Comitato delle Autorità europee di Vigilanza bancaria (Committee of European Banking Supervisors – CEBS) che è stato contestualmente soppresso. L’EBA tutela la stabilità del sistema bancario, la trasparenza dei mercati e dei prodotti finanziari e la protezione dei depositanti e degli investitori. EFSF (European Financial Stability Facility)

Strumento per l’assistenza finanziaria temporanea ai Paesi dell’Area euro in difficoltà istituito in seguito alla decisione del Consiglio della UE del 9 maggio 2010 e giuridicamente costituito in forma di società per azioni con sede legale in Lussemburgo. Dal 1° luglio 2013 è stato sostituito dallo European Stability Mechanism (cfr. ESM) nel fornire nuovo sostegno ai Paesi dell’Area dell’euro in difficoltà. Rimane in attività per la gestione dei programmi ai quali ha già preso parte (a favore di Irlanda, Portogallo e Grecia). EFSM (European Financial Stabilisation Mechanism)

Strumento per l’assistenza finanziaria temporanea ai Paesi dell’Area euro in difficoltà istituito in seguito alla decisione del Consiglio della UE dell’11 maggio 2010. Amministrato dalla Commissione Europea per conto della UE, l’EFSM può erogare prestiti fino a un massimo di 60 miliardi di euro. Le operazioni di provvista sono garantite dal bilancio dell’Unione. L’EFSM è stato finora attivato per programmi di sostegno a Irlanda e Portogallo (entrambi conclusi nel 2014) nonché per la Grecia (finanziamento pienamente ripagato nell’agosto 2015). Eligible assets (attività stanziabili o rifinanziabili)

Titoli posti a garanzia di operazioni con l'Eurosistema a fronte sia di operazioni di politica monetaria (finalizzate a immettere liquidità sul mercato) che dell'operatività infragiornaliera. Ai sensi dell’articolo 18.1 del Sistema Europeo di Banche Centrali (SEBC – cfr. definizione), tutte le operazioni di credito dell’Eurosistema devono infatti essere effettuate in presenza di adeguate garanzie. Per definire tali garanzie l’Eurosistema ha elaborato un quadro unico (denominato anche “lista unica”) che descrive le singole attività idonee alle operazioni di finanziamento ed i relativi haircut (cfr. definizione). La lista distingue attualmente gli strumenti eligibili fra: attività negoziabili (titoli quotati con adeguati livelli di rating) e attività non negoziabili (prestiti bancari).

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e-MID (Mercato Interbancario dei Depositi)

Mercato per la negoziazione di depositi interbancari, garantiti e non, attraverso il circuito telematico gestito da e-MID SIM Spa. Eonia (Euro overnight index average)

Tasso di interesse calcolato come media ponderata dei tassi overnight applicati su tutte le operazioni di finanziamento non garantite concluse sul mercato interbancario dalle banche di riferimento (reference banks). ESM (European Stability Mechanism)

Meccanismo permanente per la gestione delle crisi la cui costituzione è stata decisa dal Consiglio Europeo a fine 2010. Il 2 febbraio 2012 gli Stati membri dell’Unione Europea hanno emendato il trattato intergovernativo sottoscritto nel luglio 2011 che aveva istituito l’ESM. Operativo da ottobre 2012 e ubicato in Lussemburgo, si occupa del finanziamento degli Stati membri attraverso gli strumenti di intervento già a disposizione dell’EFSF (cfr. definizione) ed ha una capacità di credito massima pari a 500 miliardi di euro. L’8 dicembre 2014 il Consiglio dei Governatori dell’ESM ha adottato lo strumento di ricapitalizzazione diretta per le banche dell’Eurozona che consente all’istituzione di ricapitalizzare direttamente una banca a rilevanza sistemica dell’Eurozona solo però se si è già provveduto al coinvolgimento degli investitori privati. ESMA (European Securities and Markets Authority) – Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati

Composta dai rappresentanti delle Autorità di Vigilanza dei partecipanti ai mercati finanziari degli Stati membri dell’Unione Europea, l’ESMA ha iniziato la sua operatività il 1° gennaio 2011 subentrando nei compiti e nelle responsabilità del Comitato delle Autorità europee di regolamentazione dei valori mobiliari (Committee of European Securities Regulators – CESR) che è stato contestualmente soppresso. L’ESMA tutela la stabilità del sistema finanziario, la trasparenza dei mercati e dei prodotti finanziari e la protezione degli investitori. Esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate

Vi rientrano le esposizioni per le quali risultano soddisfatte entrambe le seguenti condizioni: il debitore risulta in ritardo su un’obbligazione creditizia rilevante verso la banca o il

gruppo bancario da oltre 90 giorni consecutivi; la soglia di rilevanza è pari al 5% dell’esposizione, intendendosi per soglia di rilevanza il

maggiore fra i due seguenti valori: media delle quote scadute e/o sconfinanti sull’intera esposizione rilevate su base giornaliera nel trimestre precedente; quote scadute e/o sconfinanti sull’intera esposizione riferita alla data della segnalazione.

ETC (Exchange Traded Commodity)

Titoli di debito senza scadenza, emessi da una società veicolo a fronte dell’investimento diretto da parte dell’emittente in materie prime o in contratti future su materie prime. ETF (Exchange Traded Fund)

Fondi comuni di investimento che replicano l’andamento di un determinato indice di Borsa; i certificati rappresentativi delle quote sono ammessi alla negoziazione in un mercato regolamentato. Euribor (Euro interbank offered rate)

Tasso di interesse interbancario al quale banche primarie si scambiano depositi in euro a varie scadenze. Viene calcolato giornalmente come media semplice delle quotazioni rilevate alle ore undici su un campione di banche con elevato merito creditizio selezionato periodicamente dalla European Banking Federation. All’Euribor sono legati vari contratti di prestito a tasso variabile (ad esempio i mutui casa).

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ES (Expected Shortfall)

Misura la perdita potenziale attesa, relativa ad uno strumento finanziario ovvero ad un portafoglio, che eccede il VaR (cfr. definizione). Factoring

Contratto di cessione, pro soluto (con rischio di credito a carico del cessionario) o pro solvendo (con rischio di credito a carico del cedente), di crediti commerciali a banche o a società specializzate, ai fini di gestione e di incasso, al quale può essere associato un finanziamento a favore del cedente. Fair value

Corrispettivo al quale, in un regime di libera concorrenza, un bene può essere scambiato o una passività estinta, tra parti consapevoli e disponibili. Spesso è identico al prezzo di mercato. In base ai principi contabili IAS/IFRS (cfr. definizione) le banche applicano il fair value nella valutazione degli strumenti finanziari (attività e passività), nonché dei derivati, e possono altresì usarlo per la valorizzazione delle partecipazioni e delle immobilizzazioni materiali e immateriali (con diverse modalità di impatto sul conto economico per le differenti attività considerate). Finanziamenti in pool (prestiti sindacati)

Prestiti organizzati e garantiti da un consorzio di banche ed altre istituzioni finanziarie. Fintech

La tecnofinanza o tecnologia finanziaria (in inglese Financial Technology o FinTech) è la fornitura di servizi e prodotti finanziari attraverso le più avanzate tecnologie dell'informazione (ICT). Vista la loro natura altamente tecnologica, le imprese tecnofinanziarie sono generalmente nuove imprese che fondano la loro stessa filosofia di affari sulle ICT, contrapponendosi a quello più tradizionale delle aziende già esistenti. I servizi a cui può applicarsi la tecnofinanza sono, sostanzialmente, tutte quelle della finanza tradizionale, dalle transazioni e pagamenti all'intermediazione finanziaria, fino alla gestione del rischio finanziario e alle valute elettroniche. Fiscal compact

Parte del Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell’Unione monetaria europea, sottoscritto il 2 marzo 2012 da tutti i Paesi della UE con l’eccezione del Regno Unito e della Repubblica Ceca ed entrato in vigore, a partire dal 1° gennaio 2013, per i Paesi della UE che l’hanno già ratificato (l’Italia lo ha ratificato con la Legge n. 114 del 23 luglio 2012). Il Fiscal compact impegna gli Stati firmatari ad inserire nella legislazione nazionale, preferibilmente a livello costituzionale, una norma che preveda il raggiungimento e mantenimento del pareggio o di un avanzo di bilancio in termini strutturali e un meccanismo automatico di correzione in caso di scostamento, elaborato sulla base di principi comuni proposti dalla Commissione. Il disavanzo in termini strutturali non può essere superiore allo 0,5% del Pil; può raggiungere l’1% solo se il rapporto tra il debito ed il prodotto è ampiamente inferiore al 60% e se i rischi per la sostenibilità di lungo periodo dei conti pubblici sono limitati. Floor

Contratto derivato su tasso d’interesse, negoziato al di fuori dei mercati regolamentati, con il quale viene fissato un limite minimo alla diminuzione del tasso creditore. Fondi Propri

Si veda in proposito la Sezione 2 della Parte F – Informazioni sul patrimonio, contenuta nella Nota Integrativa. Forbearance

Termine utilizzato per indicare situazioni in cui il debitore non è considerato in grado di rispettare le scadenze e le condizioni contrattuali a causa di difficoltà finanziarie. Sulla scorta

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di tali difficoltà il creditore decide di modificare la scadenza e le condizioni del contratto per consentirgli di onorare il debito o di rifinanziarlo, integralmente o parzialmente. FRA (Forward Rate Agreement)

Contratto con cui le parti si accordano per ricevere (pagare) alla scadenza la differenza fra il valore calcolato applicando all’ammontare dell’operazione un tasso d’interesse predeterminato e il valore ottenuto sulla base del livello assunto da un tasso di riferimento prescelto dalle parti. Funding

Approvvigionamento, sotto varie forme, dei fondi necessari al finanziamento dell’attività aziendale o di particolari operazioni finanziarie. Future

Contratti a termine standardizzati, con cui le parti si impegnano a scambiarsi, a un prezzo predefinito e a una data futura, valori mobiliari o merci. Tali contratti di norma sono negoziati su mercati organizzati dove viene garantita la loro esecuzione. A differenza delle opzioni (cfr. definizione) che conferiscono il diritto, ma non l’obbligo di comprare, i future obbligano i due contraenti a vendere o a comprare. Goodwill/Badwill

Identifica l’avviamento pagato per l’acquisizione di una quota partecipativa, pari alla differenza tra il costo e la corrispondente quota di patrimonio netto, per la parte non attribuibile ad elementi dell’attivo della società acquisita (Badwill nel caso di avviamento negativo). Haircut (Scarto di garanzia)

Misura per il controllo dei rischi applicata alle attività stanziabili utilizzate nelle operazioni temporanee di rifinanziamento. La Banca Centrale determina infatti il valore delle attività costituite in garanzia deducendo dal valore di mercato del titolo una certa percentuale (scarto di garanzia). L’Eurosistema applica scarti di garanzia sulla base di caratteristiche specifiche delle attività. Hedge fund

Fondo comune di investimento che ha la possibilità – negata ai gestori tradizionali – di usare strumenti o strategie di investimento sofisticati quali lo “short selling” (vendita allo scoperto), i derivati (opzioni o future, anche oltre il 100% del patrimonio), l’hedging (copertura del portafoglio dalla volatilità di mercato attraverso vendite allo scoperto ed uso di derivati) e la leva finanziaria (l’indebitamento allo scopo di investire denaro preso a prestito). IAS/IFRS

Principi contabili internazionali (International Accounting Standards – IAS) emanati dall’International Accounting Standard Board (IASB), organismo responsabile dell'emanazione dei principi contabili internazionali. I principi emanati successivamente al luglio 2002 sono denominati IFRS “International Financial Reporting Standards” (IFRS). A livello internazionale è in corso uno sforzo di armonizzazione degli IAS/IFRS con gli US GAAP (cfr. definizione). IBAN (International Bank Account Number)

Standard internazionale utilizzato per identificare l’utenza bancaria. Dal 1° luglio 2008 l’uso del codice IBAN –composto da 27 caratteri – è obbligatorio non solo per i pagamenti esteri, ma anche per quelli fatti in Italia. Identity access management

Soluzione tecnico-organizzativa che permette di gestire e controllare l’intero ciclo di vita di assegnazione, gestione e revoca dei privilegi di accesso alle risorse informatiche e quindi alle informazioni aziendali da parte di ciascun utente.

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Inadempienze probabili

Esposizioni creditizie deteriorate, diverse da quelle classificate tra le sofferenze, per le quali la banca giudichi improbabile che il debitore adempia integralmente (in linea capitale e/o interessi) alle proprie obbligazioni creditizie, senza che vi sia la necessità di porre in essere azioni volte a preservare le ragioni di credito quali, ad esempio, l’escussione delle garanzie. Tale valutazione è effettuata dalla banca indipendentemente dalla presenza di eventuali insoluti laddove sussistano elementi che prefigurano una situazione di potenziale inadempienza del debitore. Index linked

Polizza vita la cui prestazione a scadenza dipende dall’andamento di un parametro di riferimento che può essere un indice azionario, un paniere di titoli o un altro indicatore. Indicatori Alternativi di Performance (IAP)

Ai sensi degli orientamenti ESMA del 5 ottobre 2015 (entrati in vigore il 3 luglio 2016), per Indicatori Alternativi di Performance devono intendersi quegli indicatori di performance finanziaria, posizione finanziaria o flussi di cassa storici o futuri, diversi da quelli definiti o specificati nella disciplina applicabile sull’informativa finanziaria. Sono solitamente ricavati o basati sul bilancio redatto conformemente alla disciplina applicabile sull’informativa finanziaria, il più delle volte mediante l’aggiunta o la sottrazione di importi dai dati presenti nel bilancio. Esempi di IAP sono: gli utili operativi, gli utili di cassa, gli utili al lordo degli oneri una tantum, etc.. Indice Tankan

Indicatore dell’economia giapponese costruito sulla base dei risultati di un’inchiesta condotta dalla Banca del Giappone l’ultimo mese di ogni trimestre. Oggetto dell’inchiesta sono sia il settore manifatturiero che quello dei servizi, con una segmentazione in funzione della grandezza delle imprese (grandi, medie, piccole imprese). Internal audit

Funzione alla quale è istituzionalmente attribuita l’attività interna di audit (cfr. definizione). Investimento immobiliare

Immobile detenuto con lo scopo di ricavarne reddito o di beneficiare del relativo incremento di valore. Investitori istituzionali

Comprendono: le compagnie di assicurazione, i Fondi pensione, gli OICVM (cfr. definizione) e le Gestioni di patrimoni mobiliari. Investment banking

L’investment banking costituisce un segmento altamente specializzato della finanza che si occupa in particolare di assistere società e governi nell’emissione di titoli e più in generale nel reperimento di fondi sul mercato dei capitali. In tale ambito sono ricomprese anche altre attività quali, ad esempio, la consulenza in operazioni di fusione, scissione, incorporazione, acquisizione o ristrutturazioni societarie. Investment grade

Titoli obbligazionari di alta qualità che hanno ricevuto un rating (cfr. definizione) medio-alto (ad esempio non inferiore a BBB- nella scala di S&P Global). Investor

Soggetto, diverso dall’Originator (cfr. definizione) e dallo Sponsor (cfr. definizione), che detiene un’esposizione verso una cartolarizzazione (cfr. definizione).

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IRB (Internal Rating Based) Approach

Approccio dei rating interni: prevede che tutte le stime dei parametri di rischio necessari per il calcolo del rischio di credito (PD, LGD, EAD, Maturity - cfr. definizioni) vengano realizzate internamente in via progressiva secondo un piano di roll-out definito con le Autorità di Vigilanza. Joint venture

Accordo tra due o più imprese per lo svolgimento di una determinata attività economica attraverso, solitamente, la costituzione di una società per azioni. Junior

In un’operazione di cartolarizzazione (cfr. definizione), è la tranche più subordinata dei titoli emessi, che sopporta per prima le perdite che possono verificarsi nel corso del recupero delle attività sottostanti. Leasing

Contratto con il quale una parte (locatore) concede all’altra (locatario) per un tempo determinato il godimento di un bene, acquistato o fatto costruire dal locatore su scelta e indicazione del locatario, con facoltà per quest’ultimo di acquistare la proprietà del bene a condizioni prefissate al termine del contratto di locazione. LCR (Liquidity Coverage Ratio)

Il requisito di copertura della liquidità (LCR) è pari al rapporto tra la riserva di liquidità dell’ente creditizio e i deflussi netti di liquidità dello stesso, nell’arco di un periodo di stress di 30 giorni di calendario ed è espresso in percentuale. Il valore del rapporto non deve essere inferiore al 100%. Esso mira ad assicurare che una banca mantenga un livello adeguato di attività liquide di elevata qualità, non vincolate, che possano essere convertite in contanti per fronteggiare il proprio fabbisogno di liquidità nell’arco di 30 giorni di calendario, in uno scenario di stress. In base all’accordo raggiunto dal Comitato di Basilea per la supervisione bancaria il 6 gennaio 2013, tale indicatore è stato introdotto a partire dal 2015 con un livello minimo richiesto inizialmente pari al 60%, in progressivo incremento fino a raggiungere il 100% il 1° gennaio 2018. LGD (Loss Given Default)

Tasso di perdita stimato in caso di default (cfr. definizione) del debitore. Libor (London interbank offered rate)

Tasso d’interesse calcolato, per ogni scadenza prevista, come media aritmetica delle rilevazioni comprese fra i due quartili centrali dei tassi ai quali un gruppo di banche aderenti alla British Bankers Association (BBA) sono disposte a concedere depositi nelle principali divise alla clientela primaria. LTV (Loan To Value)

Rapporto tra l’ammontare del mutuo ed il valore del bene per il quale viene richiesto il finanziamento o il prezzo pagato dal debitore per acquisirne la proprietà. Il ratio LTV misura il peso dei mezzi propri impiegati dal debitore per l’acquisto del bene rispetto al valore del bene posto a garanzia del finanziamento. Maggiore è il valore del ratio LTV, minori sono i mezzi propri del debitore impiegati, minore conseguentemente è la protezione di cui gode il creditore. Mark to market

Valutazione di un portafoglio titoli e di altri strumenti finanziari sulla base dei prezzi espressi dal mercato. Mark down

Differenza fra il tasso passivo medio delle forme tecniche di raccolta diretta considerate e l’Euribor.

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Mark up

Differenza fra il tasso attivo medio delle forme tecniche di impiego considerate e l’Euribor. Maturity

Vita residua di un’esposizione, calcolata secondo regole prudenziali. Mediazione

La procedura di mediazione consiste nel tentativo di risolvere una controversia affidando ad un organismo di mediazione iscritto nell’apposito registro tenuto presso il Ministero della Giustizia il compito di agevolare il raggiungimento di un accordo tra le parti in tempi brevi, al massimo entro 3 mesi. La mediazione è disciplinata dal D.Lgs. 4 marzo 2010, n. 28 e successive modifiche ed integrazioni e richiede per determinate controversie, tra cui quelle in materia bancaria e finanziaria, l’assistenza di un avvocato. L’esperimento del procedimento di mediazione o, in alternativa, il ricorso, nell’ambito delle rispettive competenze, all’Arbitro Bancario Finanziario (cfr. definizione), all’Arbitro per le Controversie Finanziarie (cfr. definizione) è condizione di procedibilità per un’eventuale successiva domanda giudiziale relativa a controversie in materia di contratti bancari e finanziari, oltre che negli altri casi previsti dal citato Decreto. L’eventuale accordo raggiunto tra le parti, se sottoscritto dalle stesse e dai rispettivi avvocati o omologato, su istanza di parte dal presidente del Tribunale, costituisce titolo esecutivo. Mezzanine

In un’operazione di cartolarizzazione (cfr. definizione), è la tranche con grado di subordinazione intermedio tra quello della tranche junior (cfr. definizione) e quello della tranche senior (cfr. definizione). Monoline

Compagnie di assicurazione la cui unica linea di business è l’assicurazione finanziaria, ovvero l’assicurazione di obbligazioni (del tipo ABS e MBS) aventi come sottostante debiti di privati e mutui immobiliari. In cambio di una commissione, l’assicurazione garantisce il rimborso dell’obbligazione assumendosi direttamente il rischio di insolvenza del debitore. Mutui subprime

Il concetto di subprime non è riferibile all’operazione di mutuo in sé, quanto piuttosto al prenditore (il mutuatario). Tecnicamente per subprime si intende un mutuatario che non dispone di una “credit history” pienamente positiva, in quanto caratterizzata da eventi creditizi negativi quali, ad esempio, la presenza di rate non rimborsate su precedenti prestiti, di assegni impagati e/o protestati e così via. Tali eventi passati sono sintomatici di una maggiore rischiosità intrinseca della controparte, cui corrisponde una maggiore remunerazione richiesta dall’intermediario che concede il mutuo. L’operatività con clientela subprime si è sviluppata nel mercato finanziario americano dove, a fronte della stipulazione di detti prestiti, solitamente faceva riscontro un’attività di cartolarizzazione ed emissione di titoli. Vengono definiti mutui ipotecari Alt-A quelli erogati sulla base di documentazione incompleta o inadeguata. New MIC (Nuovo Mercato Interbancario Collateralizzato)

Segmento di mercato della piattaforma e-MID (cfr. definizione) nel quale vengono scambiati depositi interbancari su base anonima e garantiti dai rischi di credito, avviato l’11 ottobre 2010 come evoluzione del MIC (Mercato Interbancario Collateralizzato) che ha contestualmente cessato di operare. Il MIC era stato attivato il 2 febbraio 2009 dalla Banca d’Italia al fine di favorire una ripresa delle contrattazioni sui circuiti interbancari e una più ampia articolazione delle scadenze dei contratti. Rispetto al MIC, il New MIC si caratterizza – oltre che per il passaggio della gestione dello schema di garanzia dalla Banca d’Italia alla Cassa di Compensazione e Garanzia (cfr. definizione) – per un’estensione delle scadenze

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negoziate, un prolungamento degli orari di contrattazione ed una limitazione dei titoli accettati in garanzia. NFC (Near Field Communication)

La tecnologia NFC consente l’accettazione di pagamenti in modalità contactless ossia senza contatto fisico (lettura della banda magnetica o del microchip) tra la carta ed il terminale. Con tale tecnologia i pagamenti possono essere effettuati oltreché con carte contactless, anche con altri strumenti – quali smartphone NFC – e per movimenti di piccolo importo non viene emesso lo scontrino del POS e non è richiesta la digitazione del PIN o l’apposizione di firma a conferma della transazione. NSFR (Net Stable Funding Ratio)

L’indicatore esprime il rapporto tra l’ammontare disponibile di provvista stabile e l’ammontare obbligatorio di provvista stabile. Il coefficiente, una volta entrato in vigore, dovrà essere superiore al 100%. L'indicatore stabilisce un ammontare minimo accettabile di raccolta stabile basato sulle caratteristiche di liquidità delle attività e delle operazioni di un’istituzione su un orizzonte temporale di un anno. Non performing

Termine generalmente riferito ai crediti aventi un andamento non regolare. NUTS (Nomenclatura delle Unità Territoriali per le Statistiche dell’Italia)

Nomenclatura usata per fini statistici a livello europeo (Eurostat), che prevede la seguente suddivisione: Italia settentrionale: Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna; Italia centrale: Toscana, Umbria, Marche, Lazio; Italia meridionale: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna. Obbligazioni strutturate

Obbligazioni che comprendono una componente derivativa che consente al sottoscrittore di percepire un rendimento aleatorio legato all’andamento di una o più attività sottostanti (come azioni, indici azionari, merci, valute). OICR (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio)

Organismi il cui patrimonio è raccolto tra una pluralità di investitori mediante l’emissione e l’offerta di quote o azioni, gestito in monte nell’interesse degli investitori stessi e in autonomia dai medesimi, in base a una politica di investimento predeterminata. La voce comprende gli OICVM (cfr. definizione) e gli altri Fondi comuni di investimento (fondi comuni di investimento immobiliare, fondi comuni di investimento chiusi). OICVM (Organismi di Investimento Collettivo in Valori Mobiliari)

La voce comprende i fondi comuni di investimento mobiliare aperti, italiani ed esteri, e le società di investimento a capitale variabile (Sicav). Option

Rappresenta il diritto, ma non l’impegno, acquisito col pagamento di un premio, di acquistare (call option) o di vendere (put option) uno strumento finanziario a un prezzo determinato (strike price) entro (american option) oppure ad una data futura (european option) determinata. Originator

Soggetto che cede il proprio portafoglio di attività a liquidità differita allo SPV (cfr. definizione) affinché venga cartolarizzato.

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OTC (Over The Counter)

Operazioni concluse direttamente fra le parti, senza utilizzare un mercato regolamentato. Outsourcing

Ricorso ad attività di supporto operativo effettuate da società esterne. Patrimonio tangibile

Valore contabile del patrimonio netto calcolato escludendo le attività immateriali e gli strumenti di patrimonializzazione diversi dalle azioni ordinarie. Patto di Stabilità e Crescita (PSC)

Originariamente varato dal Consiglio Europeo nel 1997, il Patto è stato modificato dal pacchetto di provvedimenti entrato in vigore il 13 dicembre 2011, noto con il nome di six-pack, volto a rafforzare i meccanismi di sorveglianza multilaterale e ad aumentare gli incentivi alla disciplina di bilancio rafforzando l’automaticità del meccanismo sanzionatorio. In dettaglio:

i Paesi dell’Unione Europea si impegnano a convergere verso l’obiettivo del pareggio di bilancio con un miglioramento annuale del saldo strutturale di almeno lo 0,5% del Pil;

qualora il rapporto debito/Pil superi il 60%, l’eccedenza deve diminuire di un ventesimo all’anno nei 3 anni che terminano con quello di valutazione.

Nel 2013 sono state approvate nuove disposizioni, note come two-pack, atte a potenziare il coordinamento economico tra gli Stati membri e ad introdurre nuovi strumenti di monitoraggio. Nel novembre 2014 un riesame delle norme six-pack e two-pack, previsto dalla normativa, ha stabilito che esse hanno contribuito al progresso del consolidamento di bilancio nell’UE. La Commissione Europea ha emanato all’inizio del 2015 delle linee guida relative alle modalità di applicazione delle norme del PSC, introducendo alcune clausole di flessibilità (in considerazione, ad esempio, delle riforme strutturali e degli investimenti attuati a sostegno dell’occupazione e della crescita). Payout ratio

Identifica la percentuale dell’utile netto distribuita dalla società ai propri azionisti. PD (Probability of Default)

Probabilità che il debitore raggiunga la condizione di default (cfr. definizione) nell’ambito di un orizzonte temporale annuale. PIR (Piani Individuali di Risparmio a lungo termine)

La Legge di Stabilità 2017 (Legge 11 dicembre 2016, art.1, commi da 100 a 114), sul modello di analoghi prodotti esistenti in altri Paesi (quali Francia e Inghilterra), ha introdotto nell’ordinamento italiano i Piani Individuali di Risparmio a lungo termine (PIR) allo scopo di favorire la canalizzazione del risparmio delle persone fisiche verso gli investimenti nelle imprese, anche di medie dimensioni, residenti in Italia o in altri Stati membri dell’Unione Europea (ovvero in Stati aderenti all’Accordo sullo Spazio Economico Europeo). Il PIR è uno strumento di risparmio che trova espressione in un rapporto giuridico ad hoc (con particolari caratteristiche e soggetto ad uno speciale regime fiscale di esenzione condizionata) all’interno del quale i risparmiatori possono destinare somme di denaro o valori rispettando i vincoli previsti dalla norma. La Legge di Bilancio 2019 (Legge n. 145 del 30 dicembre 2018) ha introdotto alcune modifiche in termini di vincoli di portafoglio allo scopo di incentivare gli investimenti verso fondi di Venture Capital (cfr. definizione), nonché verso strumenti finanziari emessi da PMI (cfr. definizione) negoziati in sistemi multilaterali di negoziazione. Plain vanilla swap

Interest rate swap (cfr. definizione), in cui una controparte riceve un pagamento variabile legato al LIBOR (in genere il tasso LIBOR a sei mesi) e corrisponde all’altra controparte un

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tasso di interesse fisso, ottenuto aggiungendo uno spread al rendimento di una tipologia definita di titoli di Stato. PMI (Piccole e Medie Imprese)

Secondo la definizione della normativa comunitaria (Raccomandazione 2003/361/CE del 6 maggio 2003), sono considerate piccole e medie imprese le entità che esercitano un’attività economica, a prescindere dalla forma giuridica, impiegando meno di 250 persone, con fatturato annuo non superiore ai 50 milioni di euro o con totale di bilancio inferiore ai 43 milioni di euro. POS (Point Of Sale)

Apparecchiatura automatica mediante la quale è possibile effettuare, con carta di debito, di credito o prepagata, il pagamento di beni o servizi presso il fornitore. Premio per il rischio Paese (Country Risk Premium)

Rappresenta la componente del costo del capitale destinata a remunerare specificamente il rischio connesso all’instabilità economico-finanziaria, politica e valutaria di uno specifico Paese. Prestiti subordinati

Strumenti di finanziamento il cui schema negoziale prevede che i portatori dei documenti rappresentativi del prestito siano soddisfatti successivamente agli altri creditori in caso di liquidazione dell’ente emittente. La Direttiva BRRD, all’art. 34 cita “i creditori dell’ente soggetto a risoluzione sostengono le perdite dopo gli azionisti, secondo l’ordine di priorità delle loro pretese con procedura ordinaria di insolvenza, salvo espresse disposizioni contrarie a norma della presente Direttiva”. Gli obbligazionisti subordinati, nell’ordine di priorità (depositor preference) previsto dal bail-in in relazione all’assorbimento delle perdite degli enti creditizi soggetti a piano di risoluzione, ricoprono un ranking di terzo livello, dopo azionisti e detentori di altri strumenti di capitale. Price sensitive

Termine che viene riferito generalmente ad informazioni o dati non di pubblico dominio, idonei, se resi pubblici, ad influenzare sensibilmente la quotazione di un titolo. Pricing

Si riferisce generalmente alle modalità di determinazione dei rendimenti e/o dei costi dei prodotti e servizi offerti dalla banca. Private Equity

Attività mirata all’acquisizione di interessenze partecipative ed alla loro successiva cessione a controparti specifiche, senza collocamento pubblico. Procedura per i disavanzi eccessivi

In base all’articolo 126 del Trattato di funzionamento dell’Unione Europea, i Paesi dell’Unione Europea devono evitare disavanzi eccessivi. A tal fine sono chiamati a rispettare due regole di bilancio: il disavanzo deve essere inferiore al 3% del Pil e il debito deve risultare inferiore al 60% del Pil o, se superiore, deve ridursi ad una velocità adeguata. Qualora un Paese non rispetti una o entrambe le suddette regole, la Commissione Europea avvia una procedura – denominata Procedura per i disavanzi eccessivi – volta a far riportare i conti pubblici del Paese in esame in una situazione coerente con le regole di bilancio del Trattato. La Procedura, i cui tempi e modalità di applicazione sono precisati dal Patto di stabilità e crescita (cfr. definizione), si articola in varie fasi e prende avvio con un rapporto della Commissione Europea. Project finance

Finanziamento di progetti sulla base di una previsione dei flussi di cassa generati dagli stessi. Diversamente da quanto avviene nell’analisi dei rischi creditizi ordinari, la tecnica di project finance prevede, oltre all’analisi dei flussi di cassa attesi, l’esame di specifici elementi quali le

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caratteristiche tecniche del progetto, l’idoneità degli sponsor a realizzarlo, i mercati di collocamento del prodotto. Rating

Valutazione della qualità di una società o delle sue emissioni di titoli di debito sulla base della solidità finanziaria della società stessa e delle sue prospettive. Formulata da un’agenzia privata specializzata, tale valutazione riguarda il merito di credito di un soggetto emittente obbligazioni sui mercati finanziari internazionali, ovvero definisce la probabilità che questi faccia fronte puntualmente al servizio del debito. Il rating fornisce agli operatori finanziari un’informazione omogenea sul grado di rischio degli emittenti e riveste una grande importanza per gli investitori che non sono in grado di effettuare autonomamente l’analisi del rischio di credito. L’assegnazione di un rating agevola per gli emittenti il processo di fissazione del prezzo e di collocamento dei titoli emessi. Le agenzie definiscono una graduatoria, a seconda della tipologia di strumenti emessi, in funzione del grado di solvibilità dell’emittente; questa graduatoria prevede, per il debito a lungo termine, un massimo di affidabilità AAA (assenza di rischio); sotto tale livello sono previsti vari tipi di classificazione. Reclamo

Ogni atto con cui un cliente chiaramente identificabile contesta in forma scritta all’intermediario un suo comportamento o un’omissione. Requisiti patrimoniali

Risorse patrimoniali minime richieste a banche, SIM, intermediari finanziari vigilati e SGR, commisurate al tipo di attività svolta e ai rischi finanziari sottostanti. Retail

Tipologia di clientela che include principalmente i privati, i professionisti, gli esercenti e gli artigiani. Reti d’impresa

Imprese che stipulano un contratto di rete con il quale più imprenditori possono perseguire lo scopo di accrescere la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato (articolo 42, D.L. 78/2010, convertito con modificazioni dalla L. 30 luglio 2010, n. 122). Rischio assicurativo

Il rischio assicurativo può essere definito come l’insieme delle tipologie di rischio cui sono sottoposte le compagnie assicurative del Gruppo nell’esercizio della loro attività e che possono incidere sulla solvibilità delle stesse. Rischio derivante da cartolarizzazioni

Rischio che la sostanza economica dell’operazione di cartolarizzazione non sia pienamente rispecchiata nelle decisioni di valutazione e di gestione del rischio. Rischio di compliance

Rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, perdite finanziarie rilevanti o danni di reputazione in conseguenza di violazioni di norme imperative (di legge o di regolamenti) ovvero di autoregolamentazione (statuti, codici di condotta, codici di autodisciplina). Rischio di concentrazione

Rischio derivante da esposizioni verso controparti, incluse le controparti centrali, gruppi di controparti connesse e controparti operanti nel medesimo settore economico, nella medesima regione geografica o che esercitano la stessa attività o trattano la stessa merce, nonché dall’applicazione di tecniche di attenuazione del rischio di credito, compresi, in particolare, i rischi derivanti da esposizioni indirette, come, ad esempio, nei confronti di singoli fornitori di

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garanzie. Il rischio di concentrazione può essere distinto in due sottotipi: rischio di concentrazione per singole controparti o gruppi di clienti connessi (single name concentration risk) e rischio di concentrazione settoriale (sector concentration risk). Rischio di credito

Rischio di subire perdite derivanti dall’inadempienza di una controparte verso la quale esiste un’esposizione creditizia. Rischio immobiliare

Rischio di variazione di valore delle immobilizzazioni materiali del Gruppo. Rischio di liquidità

Rischio di inadempimento dei propri impegni di pagamento che può essere causato da incapacità di reperire fondi o di reperirli a costi superiori a quelli di mercato (funding liquidity risk) o dalla presenza di limiti allo smobilizzo delle attività (market liquidity risk) incorrendo in perdite in conto capitale. In particolare, viene definito rischio di liquidità strutturale il rischio derivante da uno squilibrio tra le fonti di finanziamento ed impiego. Rischio di mercato

Rischio di variazioni del valore di mercato delle posizioni nel portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza per variazioni inattese delle condizioni di mercato e del merito creditizio dell’emittente. In esso sono inclusi anche i rischi derivanti da variazioni inattese dei tassi di cambio e dei prezzi delle merci che si riferiscono alle posizioni nell’intero bilancio. Rischio operativo

Rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Rientrano in tale tipologia le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. Sono altresì compresi, con riferimento alla loro manifestazione monetaria, il rischio di non conformità, il rischio legale, rischio di riciclaggio e il rischio informatico. Rischio partecipativo

Rischio di variazione del valore delle partecipazioni e degli strumenti di capitale detenuti direttamente, indirettamente, sinteticamente e non consolidati integralmente. Rischio di reputazione

Rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell’immagine della banca da parte di clienti, controparti, azionisti della banca, investitori o Autorità di Vigilanza. Rischio residuo

Rischio che le tecniche riconosciute per l’attenuazione del rischio di credito utilizzate dalla banca (es. garanzie) risultino meno efficaci del previsto. Rischio strategico

Rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da: cambiamenti del contesto operativo; decisioni aziendali errate; attuazione inadeguata di decisioni; scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo.

Il rischio strategico in senso stretto, o di posizionamento, si riferisce all’insuccesso associato a cambiamenti strutturali, cioè caratterizzati da discontinuità. Rientra nel rischio strategico la componente più specifica direttamente riconducibile al rischio di business, ovvero il rischio di potenziale flessione degli utili, derivante da inadeguata attuazione di decisioni aziendali e

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da cambiamenti del contesto operativo con riferimento al modello di business e alle scelte di business mix del Gruppo. Rischio di tasso di interesse derivante da attività diverse dalla negoziazione

Rischio attuale o prospettico di una variazione del valore economico e del margine di interesse della società, a seguito di variazioni inattese dei tassi d’interesse che impattano il portafoglio bancario. Riserva Obbligatoria

La Riserva Obbligatoria nell’Area dell’euro è disciplinata dal Trattato sull’UE e da alcuni articoli dello Statuto del SEBC/BCE, dai regolamenti CE/1998/2531, CE/1998/2532, CE/1998/2533 e dal Regolamento CE/2003/1745 e successive modifiche/integrazioni. Il Regolamento della BCE ha stabilito che l’aggregato soggetto agli obblighi di riserva comprende le seguenti passività delle banche denominate in qualsiasi valuta: depositi, titoli di debito, strumenti di raccolta a breve termine. Sono escluse le passività nei confronti della BCE e delle Banche Centrali dei paesi che hanno adottato l’euro nonché delle altre banche soggette alla Riserva Obbligatoria dell’Eurosistema. In conformità all’art. 12 del Regolamento BCE, le istituzioni creditizie comunicano l’ammontare delle voci componenti l’aggregato soggetto a riserva attraverso le segnalazioni di vigilanza. Viene applicata un’aliquota di riserva pari all’1% a:

depositi a vista e overnight; depositi con scadenza predeterminata fino a 2 anni; depositi rimborsabili con preavviso fino a 2 anni; titoli di debito in circolazione con scadenza predeterminata fino a 2 anni.

Alle medesime tipologie di passività con scadenza predeterminata o preavviso oltre i 2 anni, nonché ai p/t passivi, è applicata un’aliquota dello 0%. Per il calcolo dell’obbligo di riserva di un determinato periodo di mantenimento, si fa riferimento alle segnalazioni statistiche relative alla fine del secondo mese precedente l’inizio del periodo di mantenimento stesso (l’Eurosistema ha adottato il meccanismo della mobilizzazione della Riserva Obbligatoria, che prevede un rispetto dell’obbligo nella media dei singoli periodi di mantenimento indicati nel calendario pubblicato da BCE). ROE (Return On Equity)

Esprime la redditività del capitale proprio in termini di utile netto. Unitamente al ROTE (cfr. definizione) rappresenta l’indicatore di maggior interesse per gli azionisti in quanto consente di valutare la redditività del capitale di rischio. ROTE (Return On Tangible Equity)

Esprime la redditività del patrimonio tangibile (cfr. definizione). SCT (SEPA Credit Transfer)

Strumento europeo che consente ad un ordinante di trasferire fondi in euro ad un beneficiario nell’ambito dell’Area SEPA (cfr. definizione). Il completamento della migrazione verso l’SCT è divenuto obbligatorio dal 1° febbraio 2014. SDD (SEPA Direct Debit)

Strumento europeo che consente ai creditori di disporre addebiti diretti in euro sul conto dei propri debitori presso banche di tutti i Paesi SEPA (cfr. definizione). Il completamento della migrazione verso l’SDD è divenuto obbligatorio dal 1° febbraio 2014. SEBC (Sistema Europeo di Banche Centrali)

Il Sistema Europeo di Banche Centrali (SEBC), istituito dal Trattato di Maastricht, è costituito dalla Banca Centrale Europea (BCE) e dalle Banche Centrali Nazionali (BCN) di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea (UE), indipendentemente dal fatto che abbiano adottato l’euro. Il SEBC comprende quindi anche le banche centrali nazionali degli Stati membri dell’UE che non hanno ancora adottato l’euro perché godono di uno status speciale o in virtù di una

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deroga. Questi Stati membri continuano a utilizzare le valute nazionali, per le quali gestiscono la politica monetaria, mentre le rispettive banche centrali mantengono per il momento la sovranità in tale ambito. Naturalmente non sono coinvolti nello svolgimento delle attività essenziali dell’unione monetaria, quali la conduzione della politica monetaria per l’Area euro. Le BCN dei Paesi non appartenenti all’Area euro si impegnano, tuttavia, a rispettare i principi di una politica monetaria volta alla stabilità dei prezzi. L’adesione al SEBC comporta, inoltre, diversi gradi di collaborazione attiva con l’Eurosistema in vari settori. Senior

In un’operazione di cartolarizzazione (cfr. definizione) è la tranche con il maggior grado di privilegio in termini di priorità di remunerazione e rimborso. Senior non preferred notes (Strumenti di debito chirografario di secondo livello)

Nell’ambito dell’adeguamento della normativa nazionale alla direttiva UE/2017/2399, è stata introdotta una nuova categoria di titoli bancari, denominati strumenti di debito chirografario di secondo livello (L. 205/2017). Queste passività, destinate ad assorbire le perdite dopo il debito subordinato ma prima di quello chirografario, potranno essere computate nella componente subordinata del requisito MREL. In ragione della loro rischiosità, tali strumenti possono essere collocati solo presso investitori istituzionali con tagli minimi unitari di 250.000 euro. Sensitivity analysis

Sistema di analisi che ha lo scopo di individuare la sensibilità di determinate attività o passività a variazioni dei tassi o di altri parametri di riferimento. SEPA (Single European Payments Area)

Area Unica dei Pagamenti in Euro entrata in vigore dal gennaio 2008 all’interno della quale dal 1° febbraio 2014 si possono effettuare e ricevere pagamenti in euro con condizioni di base, diritti e obblighi uniformi. Ad essa hanno aderito 34 Paesi europei: oltre ai 28 Paesi dell’Unione Europea anche Svizzera, Norvegia, Islanda, Liechtenstein, Principato di Monaco, la Repubblica di San Marino e le Dipendenze della Corona Britannica (dal 1° marzo 2019 anche Andorra e la Città del Vaticano). Il codice unico bancario IBAN (cfr. definizione), l’SCT (cfr. definizione) e l’SDD (cfr. definizione) rientrano tra gli strumenti utilizzati per standardizzare le transazioni bancarie. Servicer

Nelle operazioni di cartolarizzazione (cfr. definizione) è il soggetto che – sulla base di un apposito contratto di servicing – continua a gestire i crediti o le attività oggetto di cartolarizzazione dopo che sono state cedute alla Società Veicolo incaricata dell’emissione dei titoli. SGR (Società di Gestione del Risparmio)

Società per azioni alle quali è riservata la possibilità di prestare congiuntamente il servizio di gestione collettiva e individuale di patrimoni. In particolare, tali società sono autorizzate a istituire fondi comuni di investimento, a gestire fondi comuni di propria o altrui istituzione, nonché patrimoni di Sicav, e a prestare il servizio di gestione su base individuale di portafogli di investimento. Shortfall

Differenza positiva tra perdita attesa e rettifiche di valore iscritte a bilancio, relativamente alle posizioni che rientrano nel perimetro IRB (cfr. definizione). Sofferenze

Crediti nei confronti dei soggetti in stato d’insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dalla banca.

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Sponsor

Soggetto, diverso dall’Originator (cfr. definizione), che istituisce e gestisce una struttura di conduit (cfr. definizione) nell’ambito di un’operazione di cartolarizzazione (cfr. definizione). Spread

Con questo termine di norma si indica: la differenza tra due tassi di interesse; lo scarto tra le quotazioni denaro e lettera nelle contrattazioni in titoli; la maggiorazione che l’emittente di valori mobiliari riconosce in aggiunta a un tasso di

riferimento. SPE/SPV

Special Purpose Entity (SPE) o Special Purpose Vehicle (SPV) – detti anche “conduit” – sono soggetti (società, “trust” o altra entità) che vengono appositamente costituiti per il raggiungimento di un determinato obiettivo, ben definito e delimitato, o per lo svolgimento di una specifica operazione. Le SPE/SPV hanno una struttura giuridica indipendente dagli altri soggetti coinvolti nell’operazione e, generalmente, non hanno strutture operative e gestionali proprie. Stand-Still

Accordi volti a consentire alla clientela affidata che si trova in situazione di temporanea difficoltà economico-finanziaria il congelamento transitorio delle linee di credito in essere, nelle more del superamento dell’originaria condizione di difficoltà ovvero in attesa di definire la complessiva ristrutturazione del debito e la predisposizione di un nuovo piano industriale. Stakeholder

Individui o gruppi, portatori di interessi specifici nei confronti di un’impresa o perché dipendono da questa per la realizzazione di loro obiettivi o perché subiscono in modo rilevante gli effetti positivi o negativi della sua attività. Stock option

Termine utilizzato per indicare le opzioni offerte a manager di una società, che consentono di acquistare azioni della società stessa sulla base di un prezzo di esercizio predeterminato. Stress test

Le tecniche quantitative e qualitative con le quali le banche valutano la propria vulnerabilità ad eventi eccezionali ma plausibili; esse consistono nel valutare gli effetti sui rischi della banca di eventi specifici (analisi di sensibilità) o di movimenti congiunti di un insieme di variabili economico-finanziarie in ipotesi di scenari avversi (analisi di scenario). Surroga

Procedura mediante la quale il mutuatario (cioè chi ha stipulato un mutuo) contrae con un’altra banca un nuovo mutuo per estinguere il mutuo originario trasferendo alla nuova banca finanziatrice le medesime garanzie (in particolare l’ipoteca) che già assistevano la banca “originaria”. Swap (interest rate swap e currency swap)

Operazione consistente nello scambio di flussi finanziari tra operatori secondo determinate modalità contrattuali. Nel caso di uno swap sui tassi d’interesse (interest rate swap), le controparti si scambiano flussi di pagamento di interessi calcolati su un capitale nozionale di riferimento in base a criteri differenziati (ad es. una controparte corrisponde un flusso a tasso fisso, l’altra a tasso variabile). Nel caso di uno swap sulle valute (currency swap), le controparti si scambiano specifici ammontari di due diverse valute, restituendoli nel tempo secondo modalità predefinite che riguardano sia il capitale sia gli interessi.

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Tasso risk free - Risk free rate

Tasso di interesse di un’attività priva di rischio. Si usa nella pratica per indicare il tasso dei titoli di Stato a breve termine, che pure non possono essere considerati risk free. Tax rate

Aliquota fiscale effettiva, ottenuta rapportando le imposte sul reddito all’utile ante imposte. Test d’impairment

Il test d’impairment consiste nella stima del valore recuperabile (che è il maggiore fra il suo fair value dedotti i costi di vendita e il suo valore d’uso) di un’attività o di un gruppo di attività. Ai sensi dello IAS 36, debbono essere sottoposte annualmente ad impairment test:

le attività immateriali a vita utile indefinita; l’avviamento acquisito in un’operazione di aggregazione aziendale; qualsiasi attività, se esiste un’indicazione che possa aver subito una riduzione durevole

del valore. Texas ratio

Indicatore che mette in rapporto i “prestiti non performanti” (i crediti deteriorati considerati al netto delle rettifiche di valore che nel tempo le banche hanno effettuato per tenere conto dei rischi connessi a eventuali insolvenze) al patrimonio netto tangibile di una banca (cfr. definizione). L’obiettivo è quello di verificare se il patrimonio ha una consistenza adeguata per permettere alla banca di far fronte alle eventuali perdite su questi crediti: più basso è il valore di questo indicatore, tanto maggiore sarà il capitale a disposizione. Tier 2 – T2 (Capitale di classe 2)

Il capitale di classe 2 - o Tier 2 - è costituito dai prestiti subordinati; dalle eccedenze sulle perdite attese delle rettifiche di valore contabilizzate, nel limite dello 0,60% delle esposizioni ponderate per il rischio di credito; dagli strumenti ammissibili nel T2 ai sensi della precedente regolamentazione prudenziale e oggetto di disposizioni transitorie (grandfathering) e, quali elementi negativi, delle detrazioni (investimenti in propri strumenti di T2, investimenti in strumenti di T2 di altri intermediari). Fra i principali requisiti per la computabilità degli strumenti T2 sono:

durata originari ai almeno 5 anni; nessun incentivo al rimborso anticipato; eventuali opzioni call esercitate unicamente a discrezione dell’emittente e comunque

non prima di 5 anni, salvo autorizzazione delle autorità di vigilanza ammessa in particolari circostanze;

ammortamento degli strumenti ai fini della computabilità nel T2 negli ultimi cinque anni, calcolato su base giornaliera.

Per il dettaglio e le caratteristiche delle passività subordinate computate nel Tier 2 si rimanda alla parte B della presente Nota Integrativa, Passivo, Sezione 3, Titoli in circolazione –voce 30. Titoli di Stato

Titoli obbligazionari del Tesoro italiano. Attualmente comprendono i Prestiti della Repubblica, emessi sui mercati esteri, e le seguenti tipologie di titoli emessi sul mercato interno: BOT, BTP, Certificati del Tesoro - CCT, CCTeu e CTZ. TLTRO

“Operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine” (con scadenza quadriennale) volte a migliorare il funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria, sostenendo il processo di erogazione del credito bancario all’economia reale. Dopo una prima serie introdotta dal Consiglio Direttivo della BCE nella riunione del 5 giugno 2014, nel marzo 2016 è stato deciso di lanciare un secondo blocco, TLTRO II, con partenza nel giugno 2016 e scadenze nel 2020/2021.

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Trading book

Identifica la parte di un portafoglio titoli, o comunque di strumenti finanziari in genere, destinata all’attività di negoziazione. Trading on line

Sistema di compravendita di attività finanziarie in Borsa, attuato in via telematica. Trigger event

Evento contrattualmente predefinito al verificarsi del quale scattano determinate facoltà in capo ai contraenti. Unione Bancaria

Disegno europeo integrato per la supervisione, la ristrutturazione e la risoluzione delle crisi degli enti creditizi che si compone di tre pilastri: il Single Supervisory Mechanism (SSM), il Single Resolution Mechanism (SRM) e uno schema integrato di assicurazione dei depositi. Unit-linked

Polizze vita con prestazioni collegate al valore di fondi di investimento. US GAAP (Generally Accepted Accounting Principles)

Principi contabili emessi dal FASB (Financial Accounting Statement Board), generalmente accettati negli USA. VaR (Value at Risk)

Misura la massima perdita potenziale che uno strumento finanziario ovvero un portafoglio può subire, per effetto dell’andamento del mercato, con una probabilità definita (livello di confidenza) in un determinato orizzonte temporale (periodo di riferimento o holding period). Venture Capital

Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio che destinano almeno il 70% dei capitali raccolti in investimenti a favore di PMI (cfr. definizione) non quotate ad alto potenziale di sviluppo e crescita che si trovano nella fase di startup. Vita media residua

Per ciascun comparto di titoli, è la media dei tempi mancanti alla scadenza di ciascun titolo ponderata per il valore nominale degli importi di ciascun titolo in circolazione. Warrant

Strumento negoziabile che conferisce al detentore il diritto di acquistare dall’emittente o di vendere a quest’ultimo titoli a reddito fisso o azioni secondo precise modalità. Zero-coupon

Obbligazione priva di cedola, il cui rendimento è determinato dalla differenza tra il prezzo di emissione (o di acquisto) ed il valore di rimborso.

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Relazione della Società di Revisione

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Relazione del Collegio Sindacale

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