Looking Into You - Ird · pianoforte Fazioli e Fender Rhodes, tastiera Attilio Zanchi contrabbasso...

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Certamente fra i cantautori statunitensi più influenti, Jackson Browne ha scolpito, in 40 anni di attività una carriera di successi, talento indiscutibile e impegno civile schietto - riscuotendo consenso popolare e favore di critica ancora oggi . "Looking into You" raccoglie in un doppio cd un notevole tributo alla sua musica e alla sua poetica, da parte di una nutrita schiera di musicisti, alcuni più giovani, altri di lunga esperienza e di lunga fama:  Ben Harper, Don Henley con i Blind Pilot, Lyle Lovett, Keb’ Mo’, Bonnie Raitt, Bruce Springsteen & Patti Scialfa, Indigo Girls, Jimmy Lafave, Lucinda Williams e molti altri.  Questa schiera di talenti ci offre 23 brani, scelti tra hits e canzoni meno note, che riconoscono e valorizzano l'influenza e la caratura di una vera autorità della musica cantautorale.

Looking Into You:A Tribute to Jackson Browne

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Torna a far parte della grande famiglia IRD una delle personalità di spicco del jazz contemporaneo. Per la sua etichetta Greenleaf Music, Dave Douglas pubblica Time Travel, nuova tappa di un lungo viaggio musicale che ha via via portato il trombettista a contatto con stili diversi. In Time Travel troviamo il Dave Douglas più legato alla tradizione del jazz, in ottima compagnia del sassofonista Jon Irabagon, del pianista Matt Mitchell, della contrabbassista Linda Oh e del batterista Rudy Royston. Segnaliamo inoltre che sabato 22 marzo Dave Douglas sarà ospite al Teatro Donizetti del festival “Bergamo Jazz 2014” per uno straordinario incontro con il collega trombettista TOM HARRELL, altro grande artista distribuito da IRD.

Dave Douglas QuintetTime Travel M U S I C I S T I

Dave Douglas trombaJon Irabagon sax tenoreMatt Mitchell pianoforteLinda Oh contrabbassoRudy Royston batteriaJ

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La tradizione della famiglia Diabaté narra di ben 71 generazioni di eccellenti suonatori di kora, l’arpa a 21 corde della tradizione dell’Africa occidentale. Il primo di loro ad incidere un disco fu Sidiki, nel 1970. Lo seguì il figlio Toumani nel 1987, e da allora i Diabaté si sono distinti come i migliori suonatori di kora di tutto il mondo, oltre che come musicisti autenticamente talentuosi e innovativi, che hanno composto, registrato e suonato live con decine di grandi nomi della musica, da Björk a Damon Albarn, da Taj Mahal ad Ali Farka Toure (collaborazione premiata con un Grammy per Best Traditional World Music Album). “Toumani & Sidiki” testimonia in modo affascinante l’armonia degli opposti: padre e figlio, passato e futuro, forza ed equilibrio - attraverso il loro strumento, la kora, dalle sonorità quiete ma suonata dai Diabaté con verve, vivacia, swing, eccitazione. Le collaborazioni padre-figlio sono abbastanza rare, ma il legame tra Toumani e Sidiki Diabaté è speciale - la lunga discendenza griot che condividono, da custodi della tradizione orale del popolo Mandé, li rende esecutori straordinari di un genere di musica strumentale che non finisce mai di incantare.

Toumani & Sidiki DiabatéToumani & Sidiki

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Il quintetto di PAOLO FRESU nasce nel 1984 per volontà di Paolo Fresu e Roberto Cipelli e oggi fa a pieno diritto parte della storia del moderno jazz italiano, festeggiando - con la stessa originale formazione - i trent'anni di vita, cosa assai rara nell'intera storia della musica afroamericana. Dopo decine di registrazioni e centinaia di concerti in tutto il mondo, con “¡30!” si raggiunge la perfezione. Ogni brano (tutti originali scritti da tutti i membri del quintetto), ogni assolo, ogni singola nota cade nel posto giusto che è quello in cui l’arte incontra l’anima.

Paolo Fresu Quintet¡30!

M U S I C I S T IPaolo Fresu tromba, filicorno, multieffetti, clapsTino Tracanna sax tenore e soprano paperellaRoberto Cipelli pianoforte Fazioli e Fender Rhodes, tastieraAttilio Zanchi contrabbassoEttore Fioravanti batteria e pecussioniJ

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Diamo il bentornato tra le label distribuite l’etichetta tedesca RUF Records, di cui segnaliamo il rientro in stock di tutto il catalogo e ripartiamo subito alla grande. Kim Simmonds & Savoy Brown continuano a scrivere un pezzo di storia del blues: a quasi 50 anni dagli esordi della band, Simmonds e i suoi veleggiano con il vento in poppa, forti di un amore per il blues americano che non sembra conoscere requie e di una concezione della musica che ha permesso alla band di evolversi durante il corso degli anni. “Goin' To The Delta”, ci offre 12 brani che sono autentiche lettere d’amore al blues americano. Il contributo di Pat DeSalvo (basso) e Garnet Grimm (batteria) mostra la statura di questi ottimi musicisti, il cui amore per il blues rasenta la devozione. Ma anche i testi di Kim Simmonds fanno la differenza, da grande cronista delle relazioni umane quale è sempre stato, e in questo album non è da meno.

Kim Simmonds and Savoy BrownGoin’ To The Delta

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Dalla sua etichetta autoprodotta, presentiamo il nuovo lavoro del cantante, violinista, storyteller bresciano è, probabilmente, il suo capolavoro. Un disco che racconta la storia del nucleo famigliare di Gazich, dei suoi avi. Una storia tribolata della sua famiglia d'origine, in un arco di tempo che va dal 1870 al 2005. Folk acustico universale, perchè incrocia oriente ed occidente, mostrando tratti veneti, slavi, americani, propri dei luoghi dove i suoi protagonisti hanno vissuto alla ricerca di una vita meno dura. Un concept album tutto da scoprire, ricco di pathos, di umanità.

T R A C K L I S T

Una storia di mare e di sangueIl mare oltre il giardinoOci bei, oci de bissaPreghiera de la zente zaratinaUn sogno americanoFinisterreIl valzer dei trent’anniVenezia 1948Perché non siamo rimasti a bere il latte sotto gli ulivi?La casa nella neve

Michele GazichUna Storia di Mare e di Sangue

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Registrazione del live del 22 Giugno 2013 al noto Berklee College of Music di Boston, McLaughlin ha deciso di catturare questo momento speciale: atmosfera unica, pubblico preparato e che gradisce. Il chitarrista è accompagnato dai 4th Dimension: Gary Husband alle tastiere alla batteria, Etienne Mbappe al basso, e Ranjit Baroton alla batteria. Nella tracklist spicca, tra le altre, una rivisitazione di “You Know, You Know” della Mahavishnu Orchestra.

John McLaughlinand the 4th DimensionThe Boston Record

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John McLaughlin chitarraGary Husband tastiere e batteriaDonald Edwards batteriaEtienne Mbappe bassoRanjit Barot batteriaJA

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l sound di Bucky Pizzarelli riassume i suoi settant’anni di carriera (e non accenna a fermarsi!). Senza sacrificare la propria voce, Bucky onora benevolmente i suoi antenati musicali e i suoi contemporanei, così come ‘i nuovi ragazzi’, inclusi i suoi. Con l'eccezione della title track, tutti i brani sono dei veri standard di genere. “Three for All” è un gran album di jazz che suona come un album - una serie organica e coerente di performances - costruito artigianalmente ma traboccante di swing. Il disco fa parte della serie Binaural+ di Chesky Records, che cattura la complessità e la profondità del sound del trio, e ricrea la meraviglia di questa performance live ad ogni ascolto.

Buck Pizzarelli trio feat Ed LaubThree For All

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Who Do Call the ShotsShake Off My BluesWhere Has My Easy GoneLove is WickedWhen I Get To New YorkLone Freighter's WailSo Lonesome I Could CrySouth Little OneMile Marker 41Two Bends In the Road

Splendida nuova uscita del cantautore e chitarrista canadese Ray Bonneville, autentico mashup di funk, blues e storytelling, che gli assicura un posto al sole fra i più interessanti artisti del genere Americana del panorama odierno. Il suo album precedente "Bad Man’s Blood "è stato un vero successo nelle radio blues e folk e questo nuovo album, splendidamente prodotto, alza ulteriormente l’asticella. La voce grintosa di Ray, la sua chitarra ridotta all’osso, sono accompagnate dal bassista Gurf Morlix, dal chitarrista Will Sexton, dal batterista Geoff Arsenault e dalla cantante e college Red House Eliza Gilkyson.

Ray BonnevilleEasy Gone

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“New Whirled Order” segna il ritorno di Claudia Schmidt su etichetta Red House, per il suo primo album in studio dopo 14 anni. Supportata dal chitarrista jazz Dean Magraw e da un ensemble di grandi musicisti, l’album è zeppo di brani straordinari, esaltati dalla stupenda voce multi-ottave della Schmidt, che riesce a fondere il linguaggio jazz e folk in maniera straordinaria in un genere tutto suo, ricordando Nina Simone. Nell’album la Schmidt suona anche la chitarra a 12 corde e il dulcimer, regalando un sound pregiato a questo album bello e ben prodotto. I testi segnano la rinascita creativa e spirituale dell’artista, nel segno di un’ispirazione tratta dalle poesie di Michael Leunig dedicate all’amore.

Claudia SchmidtNew Whirled Order Already

Sea of ForgivenessNothingDawn StarCoward in the Face of LoveLongingThe Likes of YouMy Defenses Are DownStrong Woman Has a Bad Day PolkaOut HereSometime AgoJane's GoneJane's a-RoundS

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Ritorno di John Gorka a distanza di quattro anni dall’ultimo disco per il songwriter, considerato uno dei maggiori talenti della musica folk contemporanea. Il disco conta 12 brani, 11 originali e una cover di "She's That Kind of Mystery" di Bill Morrissey, e vede la partecipazione dei colleghi Red House Eliza Gilkyson e Claudia Schmidt, e di un cast di grandi musicisti: Jeff Victor (tastiere), JT Bates (batteria), Enrique Toussaint (basso elettrico), mentre la produzione è stata affidata a Rob Genedak. In "Bright Side of Down" Gorka offre un ascolto completo, con arrangiamenti costruiti attorno a voce e chitarra, e brani variegati per genere, tempo e feeling, sempre mantenendo quelle sonorità tipiche che lo contraddistinguono e che gli hanno fatto conquistare uno zoccolo duro di fans, che ama la scintilla umana e la verve del cantautore. "Bright Side of Down" è una ricca esperienza di ascolto, un album in cui sentire qualcosa di nuovo ogni volta. E’ personale e universale al tempo stesso, una qualità che è diventata la firma di Gorka.

John GorkaBright Side of Down

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Ritorna dopo tre anni Eliza Gilkyson, già nominata ai Grammy e membro della Austin Music Hall of Fame, sulla scena da più di 40 anni e già leggenda della musica folk, le cui canzoni fanno ormai parte del repertorio tradizionale. “The Nocturne Diaries” è il suo nuovo album, registrato ad Austin insieme al figlio Cisco Ryder, e secondo la Gilkyson stessa è “un'opera contemplativa inquieta, ispirata dalle forze convergenti delle mie più grandi speranze e delle paure più oscure”. Le canzoni spaziano dal roots rock al folk classico “Fast Freight" del padre Terry Gilkyson. Le tematiche sociali e politiche non mancano, così come riflessioni sulla mortalità, lo stato del mondo, la condizione dell’ umanità, i fallimenti e i successi di ognuno, la forza e la paura, che fanno di Eliza Gilkyson la meravigliosa cantautrice che è, e di “The Nocturne Diaries” un album musicalmente ricco e che fa pensare.

Eliza GilkysonThe Nocturne Diaries

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Debutto su Alligator del cantautore e chitarristadel Mississippi Jarekus Singleton,con un album di gran potenza, grande musica,grande voce e tanto blues.“Refuse to Lose” è ricco di brani sorprendenti e originaliche vanno dal funky più feroce ai lenti più sensualiconditi dai ri� sanguigni di Jarekus e dalle sue canzoniricche di storie schiette, riferimenti pope colpi di scena musicali.

Tracklist:I Refuse To LosePurposelyGonna Let GoCrime SceneKeep PushinSuspicionHellHeroHigh MindedSorryBlame GameCome Wit Me

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Maria Pia De Vito, napoletana come lo è Luigi Ruberti, dice che “fare jazz è aprire cornici, mutare forme, approfondire e variare” tutto ciò che dà forma e sostanza ad un brano. E’ per questo che un jazzista non può essere solo un esecutore ma anche un segugio. Annusa le tracce, ragiona sull’istinto e ciò che lascia dietro sé è un aroma caratteristico di musica nuova. Ruberti, che della napoletanità ne fa una scuola in questa sua quarta prova discografica condensa le precedenti esperienze di “Mosaico”, “Sud a Levante” e “Dedicated to Bill Evans” in una celebrazione del buonumore e del raffinato mestiere dell’inventore. Senza concedere troppo, per personale predisposizione musicale, agli ammiccamenti latini più facili e commerciali. E’ questo il jazz che “diverte e intrattiene” di cui parla il contrabbassista. Arrangiamento, struttura, canto e cadenza divengono gli elementi sui quali costruire una scaletta trascinante di colori, sprint solistici, improvvisazioni a rotta di collo ed eleganza d’altri tempi.

Luigi RubertiMediterraneo

Echi di voce e strumenti, sgocciolii e tonfi. Parole e fonemi che percuotono facendosi pieghe, asole, cuciture di suoni. Evoca, questa “Gabbia”, la costrizione e la libertà degli uomini. Imbriglia, eppure spezza catene e lacci, con un linguaggio nostro, moderno, che sa raccontare seducendo. Massimo Barbiero e Marta Raviglia immettono, in questa loro profondità musicale, quella gentilezza che rabbrividisce e compiace. Nel ‘500 di ieri, nel Novecento appena passato e nel XXI secolo che stiamo vivendo, l’arte dei due musicisti si pone come linea di demarcazione di angelica bellezza. Con una musica che fissa il passato negli occhi, per dargli sguardi nuovi. Lontana da qualsivoglia definizione.

Massimo Barbiero& Marta RavagliaGabbia

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Per alcuni la semplicità è una conquista. Per altri una vocazione. Per altri ancora - come nel caso di Pino Russo - un processo evolutivo. Nell’arco dell’apprendimento di un artista, solitamente, all’acquisizione di stili e tecniche segue la maturazione espressiva e la saggezza che conduce alla personalizzazione del proprio linguaggio. È qui, al limite estremo e ultimo dell’essere lettore delle proprie opere e di quelle degli altri, che Pino Russo si può dire musicista completo. Perché pone, fra gli obiettivi prioritari del proprio lavoro, il decifrare ciò che è complesso, articolato e annodato attraverso una comunicazi-one sensoriale che permette a chiunque di elaborare una propria visione della musica. Un compositore, o un interprete, non ha l’obbligo di assecondare il pubblico ma il dovere di spiegare - suonando - le ragioni delle sue scelte e perché le ritiene così importanti per l’arricchimento proprio e degli altri. Pino Russo ha raggiunto la propria semplicità attraverso un atto seduttivo che lega il forte carattere dell’esecutore all’esemplare autenticità dell’improvvisazione.

Pino RussoNovecento

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La prima immediata riflessione ascoltando l'album è a quanto si perda senza il contributo visivo, senza cioè la performance danzata di Giulia Ceolin, parte integrante di questa registrazione live che mantiene comunque una invidiabile coerenza espressiva ed una godibilità fresca ed istantanea anche se ci si "limita" alla parte musicale. I 48 minuti circa di Danza Pagana trascorrono veloci, tanto che viene naturale pigiare e ripigiare il tasto play alla ricerca di ogni essenza e di ogni fragranza rilasciata dal duo. E’ difficile immaginare ad esempio che la lirica e sognante Improvisation sia una composizione estemporanea, non studiata e levigata con cura, tanto è perfetta nella parte melodica ed armonica. La confluenza in Nausicaa è emozionante, nemmeno si trattasse di un passaggio a lungo elaborato e calibrato a tavolino. Le percussioni di Barbiero, melodiche, a volte cantabili, dialoganti ed essenziali, si intersecano alla perfezione con la espressività rarefatta e concreta del pianista friuliano. Un vero duo naturale dalle notevoli possibilità. La musica passa con facilità dalle atmosfere più sperimentali a quelle apertamente liriche, dando l'impressione all'ascoltatore di un corpo unico abbondantemente preparato anche quando invece i titoli esplicitano la felice improvvisazione del momento.

Barbiero - CojanizDanza Pagana

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Kekko Fornarelli, artista che sta disegnando una parabola nuova della musica made in Italy. Un mix sorprendente di minimalismo tipicamente nordeuropeo e lirismo mediterraneo. Potenza compositiva, arrangiamenti curatissimi, acustica di registrazione d’eccellenza, interplay e intensità espressiva. A quasi tre anni di distanza da Room of mirrors (2011), ecco Outrush, il nuovo lavoro di Kekko Fornarelli. Forte del tour che in due anni lo ha portato a girare più di venticinque paesi tra Australia, Asia e tutta Europa, delle entusiastiche recensioni da parte di istituzioni del settore quali il The Guardian e il Financial Times, nonché delle migliaia tra copie vendute e download in tutto il mondo, Kekko Fornarelli torna a casa con questo nuovo lavoro: “Outrush”. La fuga all’interno del suo mondo. Complessità che arriva in maniera semplice, per colpire il pubblico al cuore, allo stomaco, prima che alla mente. Intesa alchemica di un trio che porta il jazz oltre i suoi confini. Un'idea di musica quasi universale, da vivere e percepire a tutto tondo.

Kekko Fornarelli trioOutrush

Horo è il nuovo album (doppio CD) di Alessandro Giachero (pianoforte, piano preparato), Stefano Risso (contrabbasso) e Marco Zanoli (batteria), ovvero T.R.E., formazione che frequenta abitualmente i territori del jazz contemporaneo più avventuroso. Per Horo il trio si è a allargato a un musicista importante come Stefano Battaglia, dando così vita a un singolare quartetto con due pianisti. “Da tempo pensavamo di realizzare un lavoro aggiungendo un elemento al trio, sorpassando la scelta dell’ospite, a volte abusata e, a nostro avviso, non sempre appropriata ed esteticamente centrata. L’idea è stata quella di raddoppiare uno strumento del trio”, si legge nelle note di copertina. “La scelta del quarto elemento è ricaduta unanimemente su Stefano Battaglia, musicista al quale ognuno di noi, per motivi differenti, è riconoscente e che consideriamo, esteticamente e stilisticamente, affine alla poetica della nostra musica”. Una poetica che combina rigore delle forme e la più immaginifica improvvisazione.

T.R.E. + Stefano Battagliahoro

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L'idea artistica che sottende “sweet soul mood” viaggia attraverso mondi sonori che si sono sempre contaminati tra loro nel tempo. In questa operazione Pepe Ragonese, che firma tutte le composizioni, non è solo: si avvale dell’aiuto, dell'energia e dell'amore degli amici e straordinari musicisti presenti, che hanno sempre avuto, al centro della loro visione artistica, la ricercatezza sonora e l’attenzione per ogni dettaglio. Il risultato è un disco eterogeneo e al tempo stesso vario: dalla ballad jazz al brano soul e funk o blues attraversando epoche e stili qui rirproposti con freschezza e nuova vitalità. Un disco mirabile per espressività e di grande impatto per la dimensione groovy che si alterna ai momenti di estrema eleganza e raffinatezza.

Pepe RagoneseSweet Soul Mood

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Pepe Ragonese trumpetAlberto Gurrisi hammond B3, Synth bassAlessandro Minetto drumsPancho Ragonese wurlitzer, synthHeggy Vezzano - el, guitarAlessandro Usai el, guitarSergio Cocchi - vocalsMassimiliano Ionata - saxJ

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Fabio Giachino, da molti considerato come uno dei più grandi talenti apparsi sulla scena negli ultimissimi anni. In poco tempo si è conquistato la fama di eccellente pianista e ottimo composi-tore. Il suo trio sembra un perfetto manifesto della scena jazz contemporanea: Il titolo del disco, “Jumbe up”, letteralmente significa “mettere a soqquadro”, sta ad indicare la volontà di uscire dagli schemi pur rimanendo ancorati alla tradizione afroamericana. Tutti i component del trio hanno fatto studi accademici (conservatorio), amano il rock ed il pop e suonano jazz proponendo standard e tradizione americana in generale ma allo stesso tempo inserendo elementi come R&B, hip hop e altre sonorità più urbane senza perdere di vista il groove e il senso dello swing, anzi mantenendoli come tracce principali .

Fabio Giachino trioJumble Up

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Una sintesi davvero straordinaria, il settetto di estrazione classica, riesce in una operazione apparentemente impossibile di superamento dei generi, accostando atmosfere sudamericane, folklore mitteleuropeo, sonorità popolari, minimalismo e un linguaggio elettivamente jazz. Il tutto con una classe sopraffina, eleganza e una buona dose di autoironia. Questo nuovo lavoro (Volume II) presenta brani originali e rivisitazioni di autori come Kurt Weill - al quale si lega l’assonanza propria al nome dell’Orchestra - Heitor Villa Lobos o il catalano Xavier Montsalvatge. L’organico attivo è attivo dal 2002 ed ha partecipato ad alcune tra le principali rassegne musicali nazionali e internazionali. Il primo CD dell’Orchestra (“Orchestra da Tre Soldi” del 2007) è stato nominato Miglior Disco del 2008 nella classifica Best Jazz della rivista specializzata Jazz Magazine.

Orchestra da Tre SoldiVolume II

Michele Franzini ritorna, in veste di leader, alla classica formula del trio pianistico, con un nuovo progetto che si avvale ora della preziosa collaborazione di una sezione ritmica affiatatissima e ormai molto richiesta, composta da Alex Orciari al contrabbasso e da Roberto Paglieri alla batteria. Anche questa volta, fulcro del lavoro sono le nuove composizioni originali del pianista, a volte sottilmente complesse, ma invitanti all'ascolto perché sempre ricche di diverse atmosfere e sfumature, essendo strutturate in funzione dello sviluppo naturale di improvvisazioni che vedano un dialogo reale tra i musicisti. Al lavoro su materiale originale si affianca come sempre, qualche incursione nel mondo dei tanto amati "standard", con interpretazioni personali e profonde. Pur nel solco della grande tradizione jazzistica, della quale non viene mai persa la matrice, la musica del trio si apre alle molteplici suggestioni del mondo contemporaneo, musicale e non solo, "come in una lettura distratta" dal flusso dei propri pensieri o dal mutare di un paesaggio in continuo movimento.

Michele Franzini in trioUn Lettore Distratto

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Tino Tracanna (sax tenore e soprano), Massimo Colombo (pianoforte e Fender Rhodes), Attilio Zanchi (contrabbasso) e Tommaso Bradascio (batteria), tutti musicisti dalla vasta esperienza, costituiscono l’Inside Jazz Quartet, protagonista di Portraits. Nell’occasione l’Inside Jazz Quartet intrepreta brani fuoriusciti dalle penne illustri di Thelonious Monk, Steve Swallow, Wayne Shorter, Carla Bley e Yousef Lateef. L’interplay fra i componenti del gruppo è naturale, favorendo un contributo paritario da parte di ogni musicista coinvolto. Scrive nelle note di copertina lo stesso Steve Swallow: “Scrivere canzoni è un po’ come generare figli: speri che possano avere una vita serena una volta soli e a contatto con il mondo reale. È molto gratificante vedere come i miei brani siano sati eseguiti con tale cura e rispetto dall’Inside Jazz Quartet. Hanno chiaramente prestato molta attenzione alla mia scrittura ma, nel contempo, hanno saputo anche aggiungere una loro fresca visione e alcune prospettive che io non avrei mai immaginato. Cosa si può chiedere di più?”.

Inside Jazz QuartetPortraits

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Paolo Alderighi è pianista di grande talento che ha già trovato una ribalta ed un successo notevole di pubblico e critica al di fuori dei confini nazionali. Si esibisce nei teatri e nelle rassegne più importanti soprattutto laddove è richiesto un pianismo di impronta tradizionale. Suono morbido, grandissimo swing, arrangiamenti arguti ed eleganti. Con questo nuovo progetto, “Around Broadway”, Alderighi ci riporta ai tempi in cui jazz e musica leggera erano compagni di viaggio. Una vera e propria ricostruzione della storia del jazz e del teatro musicale americano della New York, nella prima metà del novecento. Un susseguirsi incessanti di grandi firme : da Berlin a McHugh, da Waller a Porter, da Gerswin a Lowe e Bernstein. Un caleidoscopio straordinario che riporta ai fasti del jazz delle origini rivisitati con un tocco ed una maestria che oggi gli vale il ruolo riconosciuto di uno dei performers più ricercati al mondo nella riproposta di tali repertori.

Paolo Alderighi TrioAround Brodway

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Jesus & Johnny WalkerHangman’s TreeThe Peace Of DarknessMama’s BabyThe Same ColorThe Road Back HomeBefore DaylightGoin’ Down The RoadAmerican DreamDead By Now

Originale e innovativo, Neal Black continua a sfidare lo stereotipo del chitarrista slinger texano, ma è più simile a una versione blues di Bukowski con tanti anni di esperienza. Giunto al nono album su Dixiefrog, il chitarrista è accompagnato dalla sua fedele band The Healers, con Mike Lattrell e Kris Jefferson, entrambe ex-Popa Chubby. Il sound di Black è una fusione SPECIALE di Blues, Rock, Jazz e Country, la voce cruda e sporca, i testi pervasi dal tema, onnipresente, della luce alla fine del tunnel e del riscatto.

Neal Black& The HealersBefore Daylight

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Da cinque anni i Blues Power Band mettono a ferro e fuoco il mondo della musica, esibendosi in diversi locali parigini, così come nei principali festival rock e blues, a fianco dei grandi del genere. Con oltre 500 concerti al loro attivo, i BPB sono diventati punto di riferimento in Francia, famosi per la loro creatività ed energia, capaci di passare da uno stile più radicale a qualcosa di più orchestrato con arrangiamenti per cori, ottoni e archi. Questo approccio ha permesso loro di forgiare il proprio sound e la propria personalità, sia in studio che sul palco. I Beeps hanno un enorme seguito di fan, sia fedelissimi che recenti, e sono supportati ed incoraggiati dalle stazioni radio di blues e dalla stampa.

Blues Power BandInvasion

T R A C K L I S TStandGooooooo!Seek And You’ll FindThe Harder The FallOut Of SightMiss Grim ReaperSomebody’s At The Door1 2 3 4RainBorn To Be BadDesertIt’s A BreezeAnd Now

Figlia di Eric Bibb e nipote di Leon, con un tale pedigree è stato naturale per lei diventare una cantante jazz, e portare avanti la ricca eredità di famiglia. Sia che canti standard del genere o una delle sue delicate composizioni, Yana Bibb trasuda una personalità attraente, al servizio di una voce gentile e di una musicalità senza pari. In “Not a Minute Too Late” Yana raggiunge e supera le aspettative, sia in composizioni originali come “Oceans”, supportata dal padre, sia in standard come “Save Your Love for Me” e “You Don’t Know What Love Is”. Personalità attraente e maestria musicale, lontana dai toni affettati, il suo istinto musicale la orienta verso lo swing più puro come verso sonorità più intime, a suo agio tra jazz, soul, folk e blues e con una voce toccante, sincera e semplice.

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Greg Trooper · LUCIANO FEDERIGHI · Bocephus King · Jono Manson

NovitàAppaloosa

DISTRIBUZIONE: I.R.D.International Record Distribution

www.ird.it • facebook: ird.it/mipiace.htm

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Il pianista e compositore Olegario Diaz, laureato della Manhattan School of Music, si divide fra la sua patria, il Venezuela, e New York, dove si esibisce con il suo gruppo. Terzo album per lui, “Basquiat By Night /Day" è dedicato all artista haitiano Jean Michel Basquiat. La tracklist vede sette inediti e altri due brani, ‘They Say It's Wonderful’ di Irving Berlin, e ‘Alone At Last’ di Victor Young. Diaz è accompagnato da Alex Sipiagin alla tromba, Seamus Blake al sax tenore, Scott Colley al basso e Jeff Tain Watts alla batteria.

Olegario DiazBasquiat by Night

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J. M. BasquiatDance StepsWayne And JoeBy Night / DayThey Say It's WonderfulAstoria YearsTrane StationTry Not To Lose ItAlone At Last

John Tchicai (1936 - 2012), a cui il disco è dedicato, è la fonte principale di ispirazione per Pierre Dørge, il quale ammette che la sua New Jungle Orchestra è ampiamente influenzata dal grande musicista danese. ”Tjak Tjaka Tchicai” prevede undici brani, con l’accompagnamento di Gunnar Halle alla tromba, Morten Carlsen al taragot e al sax tenore, Jakob Mygind al sax tenore e soprano, Anders Banke al sax tenore e al clarinetto, Kenneth Agerholm al trombone, Irene Becker al piano e al sintetizzatore, Thommy Andersson al basso, Ayi Solomon alle percussioni e Martin Andersen alla batteria.

Pierre Dorge& New Jungle OrchestraTjak Tjak Tchicai

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Settima uscita su Steeplechase per Gregory Tardy, dopo un periodo ‘sabbatico’ di tre anni durante il quale il sassofonista ha ricaricato le batterie per tornare con “Hope”, un album inteso ad esprimere un forte messaggio musicale e spirituale indirizzato a tutti, e confermare Tardy come uno dei più importanti sassofonisti della sua generazione. Tardy è accompagnato nelle sue improvvisazioni originali da Helen Sung al piano, Sean Conly al basso e Jaimeo Brown alla batteria.

Gregory TardyHope

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JinrikishaA Tree and Its FruitEvery Life Is PreciousO Come O Come EmmanuelThat's AllThe Cost of DiscipleshipBe Thou My VisionAstralCome Thou Fount of Every BlessingMedia IndoctrinationMy Jesus I Love Thee

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Autumn NocturneCherokeeNever Let Me GoOld FolksI've Never Been In Love BeforeMy Little Suede ShoesYou'd Be So Nice To Come Home ToLotus Blossom

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Il sassofonista Rich Perry vanta una carriera ormai ventennale, un successo continuato e decine di collaborazioni di gran pregio. Con “Nocturne” cambia formula, e assembla un quartetto con chitarra (Nat Ridley) anziché piano, confermandosi un talento anticonformis-ta dal sound ricco e melodico. Perry e Ridley sono accompagnati da John Hebert al basso e Jeff Hirshfield alla batteria.

Rich PerryNocturne

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BARBER SHOP

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Franco CerriDado MoroniRiccardo FioravantiStefano Bagnoli

Un disco che si preannuncia tra i più importanti della stagione. Atteso e finalmente arrivato. Franco Cerri, il mito che incarna  la storia del jazz Italiano,   in compagnia di alcuni giganti del panorama jazzistico italiano ed internazionale: Dado Moroni al pianoforte, Riccardo Fioravanti al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria; il suo personale “barber shop”. Un disco in cui ogni singola nota sembra avere un peso specifico davvero speciale,  dove si condensa tutta una vita dedicata alla musica. Un background fatto di incontri, collaborazioni ed esperienze che in qualche modo si riversa in ogni singolo fraseggio, composto a volte da note apparentemente flebili che descrivono unicità di linguaggio,  carisma, e swing. Senz’altro, in un ipotetico gotha di artisti Italiani che hanno dato lustro e fama alla musica jazz made in Italy, troveremmo al vertice Franco Cerri  e non può essere considerato un caso   tre pesi massimi del jazz contemporaneo (Dado, Riccardo e Stefano) si siano messi  a disposizione, con spirito anche di generosa stima e riconoscimento, scolpendo un magistrale ed inimitabile sostegno armonico e ritmico dedicandolo al Maestro dei Maestri. Il risultato: è  una operazione discografica  ed artistica che probabilmente  non  ha precedenti in Italia, che trasuda amore per la musica e pulsante di umanità.

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Franco Cerri Dado Moroni Stefano BagnoliRiccardo Fioravanti

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Da oltre vent’anni il clarinettista di fama mondiale David Krakauer reinventa e remixa la musica ebraica dei suoi antenati con la sensibilità di un musicista contemporaneo, fortemente influenzato dal funk, dal jazz e dall’hip-hop. Krakauer ha forgiato un percorso musicale incomparabile, che include collaborazioni di pregio, con la leggenda funkFred Wesley, il Kronos Quartet, il mago del beat Socalled, orchestre sinfoniche, rapper, compositori e musicisti di ogni genere. "Ancestral Groove" rappresenta il passo successivo di questo percorso musicale unico: Krakauer remixa Krakauer, con nuovi arrangiamenti dei suoi brani classici. Il disco include anche inediti dal precedente “Pruflas, una raccolta di canzoni scritto da Zorn e arrangiate da Krakauer per la serie Book Of Angels.

David KrakauerAncestral Groove T R A C K L I S T

Kickin' It for YouKrakowsky BoulevardTribe Number ThirteenCheckpoint LoungeElijah Walks InMoldavina VoyageSynagogue WailBorder Town Pinball MachineTandal

Il miglior jazz europeo trova voce nelle corde del magistrale contrabbasso di Henri Texier, sin dagli anni Sessanta colonna portante del jazz transalpino. Il suo nuovo CD, registrato dal vivo nel 2012 e dato alle stampe dalla rinata Label Bleu, fotografa al meglio il sessantanovenne musicista parigino insieme al figlio Sebastien (sassofonista e clarinettista di valore), a Francois Corneloup (sax baritono) e al batterista Louis Moutin.

Henri Texier Hope QuartetAt l’improviste T R A C K L I S T

Ô Elvin

Blues d'eau

La fin du voyage

Desaparecido

Song for Paul Motian

Sacrifice

Roots

S.O.S. MirJA

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Con un nome che è tutto un programma (in dialetto Esan ‘rispettami’), Iyeoka è una giovane cantante americana di origini nigeriane che desidera “cambiare il mondo, una poesia alla volta”. Vere e proprie poesie messe in musica, le canzoni di Iyeoka rivelano una donna forte e sicura di sé, nel racconto di storie di amore e di relazioni, e della lotta quotidiana della vita, scavando profondamente e personalmente nelle sue radici africane. Il brano ‘Simply Falling’ è diventanto un vero fenomeno su YouTube, con 17 milioni di visualizzazioni, proiettando Iyeoka verso collaborazioni con Chuck D dei Public Enemy, Musiq Soulchild, Vivian Green, Sonia Sanchez, Amiri Baraka. Musicalmente, Iyeoka si muove sapientemente tra una grande varietà di stili, dal soul elettronico, ai groove ballabili, al soft rock melodico, con un’eleganza e una disinvoltura che ricordano la prima Sadé. Il progetto “Say Yes Evolved” prevede l’accesso, per ogni copia del cd, alle tracce aggiuntive ai remix realizzati fino ad ora 

IyeokaSay Yes Evolved

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Ritorno di un chitarrista straordinario su etichetta Qrious, che con il nuovo disco "Ad Hoc" ha aggiunto un altro tassello alla sua discografia solista. Realizzato nello stesso studio usato per "5th House" a Colonia, Miller si è circondato di musicisti di fama internazionale, scelti grazie ai loro istinti musicali speciali e variegati. Lo scopo del progetto è ‘conservare la spontaneità del processo creativo musicale durante la sua produzione, mantenendo l'energia e la libertà di dei momenti di pura creativita’ . Il risultato non manchera’ di deliziare i fans dell’atrista che ricordiamo ha creato negli anni un proprio sound personale   basato su un mix   di jazz moderno, folk acustico, electro e musica classica. Miller collabora con artisti molto diversi fra loro,  dai The Chieftains a Eddi Reader, da Manu Dibango a Tina Turner, e dal 1991 in poi ad ogni album di Sting, con il quale ha co-scritto (“Shape Of My Heart") e suonato in un migliaio di concerti.

Dominic MillerAd Hoc

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Segnalatasi artisticamente all’interno del talent show American Idol dove ha sfiorato la vittoria finale nel 2010, Crystal Bowersox, pur con una carriera da singer sonwriter ancora agli inizi ha già dimostrato di avere personalità da vendere. Bene ha fatto la Shanachie Records a metterla sotto contratto per questo suo secondo album che evidenzia tutta la sua classe e la bellissima voce. La guida, in questo nuovo capitolo del suo percorso artistico, Steve Berlin (Los Lobos) alla produzione ed un gruppo di ottimi musicisti al quale si aggiunge Jakob Dylan per un bel duetto in “Stitches”. Folk-rock d’autore visto che 11 delle 12 tracce che compongono il cd portano la sua firma. Crystal Bowersox è senza dubbio più di una semplice promessa.

Crystal BowersoxAll That for This

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Jennifer Holliday, la Dreamgirl originale, ha visto evolvere la sua eccezionale carriera grazie a numerosi collaborazioni e ad una lunga attività live, esibendosi di recente anche con orchestre sinfoniche. “The Song Is You” è il primo album di Jennifer Holliday in molti anni e, come tale, è già di per sé un evento. Il disco offre una miscela di pop, jazz, standard R & B e due nuove canzoni, con orchestrazioni splendide e la voce unica e insuperabile della Holliday, veramente inarrivabile per estensione, potenza e grazia.

Jennifer HollydayThe Song is You

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Autentico virtuoso dello smooth-jazz, e ampiamente riconosciuto come il più romantico di tutti i sassofonisti, Kim Waters  raccoglie le sue migliori  ballate romantiche e le più belle canzoni d'amore in “Sweet and Sexy: The Ultimate Collection”. L’album comprende una rivisitazione del classico di Freddie Jackson "You Are My Lady" e il Donell Jones Smash  di "You Know that I Love You", più una serie di originali freschi e vivaci come "One More ..." featuring Kenny Lattimore.

Kim WatersSweet and Sexy T R A C K L I S T

You Know That I Love YouI Want You TonightA Love Like ThisOne More...Hudson River NightsAll I Wanna Do (Is Please You)You Are My LadyEasy GoingCome With MeAll For LoveSlow RoleHeart SeekerF

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Chuck Loeb è un pioniere e un'icona del genere smooth jazz, e lo dimostra nel nuovo "Silhouette", un album di dieci inediti con ospiti molto speciali: Nathan East dei Fourplay, Will Lee dalla CBS Orchestra del Letterman Show, Steve Gadd (ex-Steely Dan) alla batteria, il sassofonista Andy Snitzer, già in tour con gli Stones negli anni '90. La voce voluttuosa di Carmen Cuesta completa il quadro, regalando all'album un appeal sensuale e magnetico, che riconferma Loeb maestro nel genere.

Chuck LoebSilhouette

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SilhouetteSilver LiningPresent SenseAppreciationJTLockdownStompin'Esta Tarde Vi LloverMy One and Only LoveLas Eras

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Il primo disco da leader del batterista Donald Edwards offre dieci tracce ben originali ben congegnate, che abbracciano le complesse armonie e i ritmi del jazz del 21° secolo, regalando forti valori melodici e e una dimensione soulful costante. L’atmosfera speciale del disco è creata insieme ad un gruppo di signori musicisti:  il pianista Orrin Evans, il bassista Eric Revis, il sassofonista tenore Walter Smith III, e il chitarrista di fama mondiale David Gilmore.

Donald EdwardsEvolution of an Influenced Mind

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American Drum Call To MamaHistory Of The FutureNieceeThe DreamThe Essential PassionDock's HouseNightmare Of FunWhenCulmination For NowNot Really GumboTruth Or Consequence

La coppia di sassofonisti formata da Seamus Blake e Chris Cheek ha ampiamente prosperato negli ultimi anni, sia come leader, sideman, solisti in big band,  contribuendo alla vivacità creativa della scena jazz negli ultimi 20 anni. Con "Reeds Ramble", Blake e Cheek si riuniscono in un impostazione acustica, anche grazie allo straordinario apporto di Ethan Iverson dei Bad Plus al pianoforte, del batterista Jochen Rueckert, e del bassista Matt Penman. I due tenori fanno mostra delle loro particolarissime, sia su materiale da loro prodotto, sia su brani di Elmo Hope, Jim Beard, Chico Buarque, Brian Wilson. Le loro orchestrazioni sottili, la comunicativa audace  imprevedibile, e un feeling che oscilla tra swing e blues, fanno di questo album una grande prova creativa, affermando un sound tutto personale.

Seamus Blake Chris Cheek Reeds Ramble

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Il pianista Misha Tsiganov in “The Artistry Of The Standard “presenta un programma di dieci brani rielaborati, in parte di genere Great American Songbook, in parte ispirati al lessicohardcore jazz post-bop. Tsiganov anima il disco insieme ad un gruppo di virtuosi: il trombettista  Alex Sipiagin e il bassista Boris Kozlov, anch’essi di origina russa, il sassofonista Seamus Blake e il batterista Donald Edwards.

Misha TsiganovThe Artistry of the Standard

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Fall (Wayne Shorter)Get Out Of Town (Cole Porter)The Song Is You (Jerome Kern)Ah-Leu-Cha (Charlie Parker)This Is For Albert (Wayne Shorter)Four On Six (Wes Montgomery)Falling In Love With Love (Richard Rodgers)Mr. Day (John Coltrane) Make Sure You're Sure (Stevie Wonder)J

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Il violinista Zach Brock fa seguito al suo debutto 'Almost Never Was' con il notevole “Purple Sounds” omaggio accorato e virtuosistico alle grandi partnership violino-chitarra della storia del jazz . Brock opta per il chitarrista Lage Lund, il cui approccio contrappuntistico agevole eleva la sessione sin dalle primissime note. La sezione ritmica non è da meno, con il bassista Matt Penman e il batterista Obed Calvaire. Il set inizia e termina con brani originali di Brock , la cui intenzione rimane quella di rielaborare e trasformare un ricco repertorio associato ai maestri di violino, in particolare a quelli il cui lavoro con i chitarristi ha permesso di alterare il paesaggio jazz, passando da Charlie Parker a Frank Zappa, da  Jean-Luc Ponty a Zbigniew Seifert.

Zach BrockPurple Sound

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Molti di voi avranno visto questo album consigliato Buscadero. Il motivo è semplice. Formatisi alla fine del 1965 a Ottawa dal poeta-cantautore William Hawkins, i The Children delle origini  sono un gruppo stellare che comprende  giovani del calibro di Bruce Cockburn, Sandy Crawley, Peter Hodgson, Neville Wells e il batterista Chris Anderson. In seguito si unì il cantante David Wiffen, e il batterista Richard Patterson. La maggior parte dei membri ha continuato ad avere una carriera di successo nel corso degli anni '70 e '80. Durante i due anni della loro esistenza, i The Children non hanno mai pubblicato un disco. Le loro registrazioni in studio e dal vivo sono state a lungo ricercate dai collezionisti di tutto il mondo, e questa release è la primissima uscita mai realizzata a rendere disponibile la loro musica. Il cd contiene 26 brani di vari spettacoli dal vivo e registrazioni in studio degli anni ‘60 e dalla reunion del 1997 a Ottawa.

The ChildrenTime Capsule

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Mentre stava nascendo il quartetto di Francesco Ponticelli, nel 2011, con Enrico Zanisi, Enrico Morello e Dan Kinzelman, da Gianluca Petrella giunse l’input di lavorare sulla fusione tra il suono acustico e l'elettronica. Così, con in una mano qualche spartito appena scritto e nell'altra un AKAI appena acquistato, il progetto ha cominciato a prendere forma, essenzialmente come ricerca di un suono. La scelta di chiamare vari ospiti e dare un suono diverso ad ogni brano è venuta per l'esigenza di integrare in modo strutturalel'elettronica. Per questo la cura del suono è il leitmotif del disco, predominante sull'improvvisazione più aperta che è invece il fulcro della musica del gruppo in concerto.Solo alcune sovrincisioni di elettronica sono state fatte da john arnold (loop ed effetti digitali), mentre Francesco ha suonato "live" gran parte dei campioni, lavorato con i synth, e curato l'editing.Sono tutte composizioni del leader, eccetto gli ultimi due minuti dell'ultima traccia, in cui ha orchestrato l'inizio del primo concerto per violino di Shostakovich.

Francesco PonticelliEllipses

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Antonio Castrignanò, musicista salentino, voce e tamburo de La Notte della Taranta, ha suonato e collaborato con artisti come Stewart Copeland, Mauro Pagani, Giuliano Sangiorgi, Negrama-ro, The Chieftains, Goran Bregovic, Ballakè Sissoko, Ludovico Einaudi, Mercan Dede…. Con l’orecchio attento agli stilemi del passato e la curiosità di chi vuole vivere la contemporaneità accettandone le sfide, Antonio sfrutta la tensione espressiva che si muove tra queste due direttive per costruire un repertorio del tutto personale, spesso connotato da composizione autografe. Fomenta, il suo nuovo progetto discografico, è un’ulteriore svolta nella sua già eclettica proposta artistica e lo vede coinvolto nelle incursioni elettroniche maturate con il dj e polistrumentista turco Mercan Dede: un corto circuito in cui il musicista, ancora una volta, trova la chiave di volta tra la sua espressione personale fortemente legata alla tradizione e quella, tutta da ascoltare, che s’ispira ai suoni della contemporaneità.

Antonio Castrignano’Fomenta

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Vincitore sia  dell’ European Blues Award nel 2013  che  del   Best Solo Performer al Memphis Blues challenge  e con oltre due milioni  di visualizzazioni su YouTube  sembra che il mondo intero stia scoprendo Matt Andersen , giovane cantautore  soul blues canadese .   Dopo essersi  costruito un seguito considerevole in Canada e in tutto il mondo grazie al passaparola  creatosi a seguito dei suoi spettacoli dal vivo siamo sicuri che  il  2014  sara’  l’ anno della consacrazi-one definitiva    con centinaia di date confermate in tutto il mondo.  Il suo  nuovo album “Weightless” sta a coronare questo periodo di grazia. Realizzato insieme al produttore premio Grammy  Steve Berlin (Los Lobos, Great Big Sea, Tragically Hip)  l’album si fa apprezzare per l’ abilità di Andersen alla chitarra e per  la voce inconfondibile e profondamente soul.

Matt AndresenWeightless

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Chitarrista membro della Nils Landgren Funk Unit, Andy Pfeiler si lancia in un nuovo progetto solitario dal gusto funky e soul con “Futureman”. Il sound si distingue dal mucchio per la grande pulizia, niente fronzoli, e scrittura essenziale ma potente, magnificamente minimalista, sulla scia del primo Marvin Gaye: Soul classico, funk un po’ retrò, afrobeat. Pfeiler è accompagnato da un gruppo di musicisti affiatati e capaci, ed ha invitato alcuni ospiti speciali: la brasiliana Simone Moreno, il virtuoso del flauto Magnus Lindgren, e la trombonista Karin Hammar.

Andy PfeilerFutureman

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Da casa Compass, presentiamo il nuovo album di questo talentuoso musicista. Dopo un inizio di carriera brillante, ha perso un pò di smalto. Ma, ultimamente, ha mostrato segni di ripresa. Siccome buon sangue non mente (è figlio del grande Jim Croce), A.J. torna a brillare con un disco decisamente originale. 12 canzoni, ognuna registrata con un produttore diverso. Ed ogni produttore dà un suono, il suo suono, alle canzoni di Croce. E non sono produttori da niente, bensì alcuni dei migliori: Allen Toussaint, Kevin Killen, Jack Clement, Tony Berg, Mitchell Froom, Greg Cohen, per citarne alcuni.

A. J. Croce12 Tales

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Right on TimeAlways and EvermoreRollin' OnWhat is LoveTarnished and ShiningMake it WorkCall of LoveEasy MoneyMomentary Lapse of JudgementKeep the ChangeVenus and AdonisThe Time is UpR

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Max Meazza, fondatore dei Pueblo con Claudio Bazzari, è stato il primo country-rocker italiano nei ‘70s. Poi una carriera solista, al fianco dei migliori musicisti che hanno fatto la storia del cantautorato e del rock italiano, proseguita attraverso gli anni con una quindicina di album all'attivo. Nel 2007, assistiamo al suo ritorno con il notevole “West Coast Hotel”, album che ha avuto il riscontro di ottime recensioni non solo nel nostro Paese ma anche in USA e Giappone e con ospiti di prestigio come Tolo Marton, Paolo Fresu, Susy Wong. Nel 2009 si riunisce ai Pueblo e pubblica il cd “Race Against Destiny” con la partecipazione di Rob Tognoni, Gigi Cifarelli nel brano "Solid Air" scritta dallo scompar-so cantautore scozzese John Martyn. In questo nuovo album “In Cold Blood”, lo ritroviamo con i Pueblo e partecipa nel disco alla voce e tastiere il grande Tony O’Malley (Arrival, Kokomo, 10 CC) e Frank Collins (Arrival, Kokomo, Bryan Ferry, Bob Dylan). 10 nuovi brani inclusa “Black And White Generation” scritto in memoria dell’amico musicista e giornalista Ernesto De Pascale.

Max Meazza & PuebloIn Cold Blood

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RISTAMPAcon

Paolo Fresu

Max Meazza, fondatore dei Pueblo con Claudio Bazzari, è stato il primo country-rocker italiano nei ‘70s. Poi una carriera solista, al fianco dei migliori musicisti che hanno fatto la storia del cantautorato e del rock italiano, proseguita attraverso gli anni con una quindicina di album all'attivo. Nel 2007, assistiamo al suo ritorno con il notevole “West Coast Hotel”, album che ha avuto il riscontro di ottime recensioni non solo nel nostro Paese ma anche in USA e Giappone. “Stormy Noir” è il suo penultimo album, 14 brani inediti tra cui le due hit “Two Weeks in Rio” e “Nightime Call” scritta e suonata insieme a Paolo Fresu.

Max MeazzaStormy Noir

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Novità

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Livornese, classe 1966, dopo essersi diplomato in pianoforte classico Stefano Onorati si è perfezionato ai seminari di Siena Jazz con Enrico Pieranunzi. E’ arrivata quest’anno, inattesa e per questo ancora più gradita, la prima prova come leader del più classico dei trii jazzistici, grazie ad uno splendido concerto realizzato proprio nell’auditorium che è uno dei suoi abituali luoghi di lavoro, quello del Conservatorio Venezze di Rovigo. Sei brani per meno di quaranta minuti di musica intensa e altamente suggestiva, dalla splendida Heyoke, di Kenny Wheeler – originale la scelta del repertorio, che dà ancora spazio al Wheeler compositore con l’altrettanto riuscita Smatter – al sentito omaggio a Bill Evans (Remembering the rain), fino all’inaspettato e conclusivo blues colemaniano, passando attraverso L’aurea, sognante ballad di sua composizione, l’unica dell’album. Stefano Senni forma con Walter Paoli una coppia ritmica raffinata ma anche di grande concretezza, capace di dialogare alla pari con il leader, confermando così la piena adesione a quell’idea di trio paritetico che proprio Evans ha disvelato al mondo del jazz.

Stefano OnoratiLive at Venezze Festival 2013

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Dopo due anni di tour ritornano  in studio uno dei piu’ importanti  gruppi folk inglesi in circolazione: gli Oysterband. Accompagnati in questa nuova avventura dalla leggendaria June Tabor   Diamonds On the Water  sta gia’ ottenendo particolare attenzione dalla stampa di settore come  Mojo, ROOTS Critics,   BBC Radio 2  . “Diamonds on the water” è il primo disco in studio dopo sette anni, e dopo  l’uscita dal gruppo  di Ray "Chopper" Cooper.   Il risultato è un album che emana calore, sia musicale che personale, in 12 canzoni che prendono vita e slancio ad ogni ascolto.

OysterbandDiamonds on the Water A Clown's Heart

A River RunsSpirit of DustLay Your Dreams Down GentlyDiamonds On the WaterThe WildernessPalace of MemoryOnce I Had a SweetheartNo Ordinary GirlCall You FriendSteal AwayLike a Swimmer In the OceanF

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Dopo cinque anni di silenzio ritorna con il nuovo album di Eddi Reader, folk singer scozzese di lungo corso e immutato successo, sulle scene da oltre venti anni. In 14 tracce, l’artista fa’ il punto della sua vita, la sua famiglia, la sua musica e la sua carriera, dimostrando maturità personale e musicale, grazie a testi coinvolgenti e profondamente personali, e ad arrangiamenti splendidi. La title track, ‘Vagabond’, prende le mosse da una poesia di John Masefield, che spiega la natura del vagabondare caro ad Eddi, libero e spensierato. “Vagabond” è stato registrato a Glasgow, città natale di Eddi, con un cast di musicisti e amici ben scelti: John Douglas (Trashcan Sinatras), Alan Kelly, Ian Carr, Ewen Vernal, Roy Dodds (Fairground Attraction), John McCusker, Boo Hewerdine.

Eddi ReaderVagabond

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Da casa Caligola presentiamo il progetto dedicato alla musica del pianista jazz Bill Evans, ideato dal musicista Francesco Branciamore per sestetto classico (flauto, clarinetto, violino, violoncello, pianoforte,contrabbasso), dal titolo "Remembering B.E.", prende spunto da un'attenta analisi di tutto ciò che è stato tributato al grande pianista. Fino ad oggi nessun gruppo e nessuna formazione di questo tipo è stata mai ideata da un organico come quello che eseguirà le musiche del musicista americano. L'ultimo esperimento è stato fatto dal Kronos Quartet con Eddy Gomes circa 20 anni fa. Per questo progetto il compositore Francesco Branciamore ha lavorato sull'anima classica di Bill Evans esaltando le sue influenze di pianisti quali Chopin, Ravel, Debussy e Satie, evidenziando le varie sfumature, ecco perché il suono del sestetto di musica da camera che ha scelto è assolutamente appropriato e originale.

Francesco BranciamoreRemembering Bill Evans

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Dopo il debutto nei primi ’90 con i Miami Blues Authority, Albert Castiglia viene scoperto da Junior Wells e inizia una carriera in discreta ascesa, suonando a supporto di Sandra Hall, e scegliendo poi la strada solista, dividendo il palco con tanti, da Pinetop Perkins a John Primer. Seguono quattro dischi e fortune alterne. “Solid Ground” è il disco del ritorno, in cui Castiglia mette sangue, sudore e lacrime, accordi appassionati e testi pieni di speranza e paure, trascorsi di vita dolceamari, alti e bassi di una vita vissuta davvero. Albert è accompagnato da Matt Schuler al basso, Bob Amsel alla batteria, Jeremy Baum B3/piano/wurlitzer, Lou Bevere e Debbie Davies.

Con il suo secondo album “Temptation”, il bandleader britannico Laurence Jones ha trasformato il suo potenziale di inizio carriera, ed è ufficialmente passato da giovane promessa a vero bluesman. “Temptation' segue “Thunder In The Sky”, l’album di debutto del 2012, acclamato dalla critica. I secondi album sono un passo difficile per ogni artista, ma Jones tiene le redini con facilità, affiancato da un ottimo team: i suoi compagni della Royal Southern Brotherhood, Yonrico Scott (batteria) e Charlie Wooton (basso) forniscono la base, Johnny Sansone, Lewis Stephens, Walter Trout e Aynsley Lister. Il fretwork pungente di Laurence e la sua voce suggestiva sono impressionanti, ma in ultima analisi sono i testi che rendono “Temptation” il trampolino di lancio di Jones. Mentre molti giovani artisti blues si perdono nello scrivere cover, Laurence Jones propone dodici tracce originali ed eclettiche, scrivendo una canzone per ogni stato d'animo.

Albert CastigliaSolid Ground

Album di debutto della norvegese Christina Skjolberg, ultima “scoperta” di Thomas Ruf. “Come And Get It” non è solo un titolo sfacciato (“vieni a prendertelo!”), ma soprattutto un’esortazione ad ogni amante della musica rock. In undici brani inediti, Christina rivela le sue profonde radici blues, rock e funk anni ’70: riff graffianti, testi incisivi, un sound che scoppia di vita, grazie all’accompagnamento azzeccato del bassista Tori Slattsveen, del batterista Miri Miettinen, e di Harri Taittonen alle tastiere.

Christina SkjolbergCome And Get It T R A C K L I S T

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Sull'onda dell'emozione suscitata dal golpe che l'11 settembre 1973 stroncò il governo di Salvador Allende, nell'aprile 1974 un giovane pianista di jazz, Gaetano Liguori, metteva al centro del suo primo album una suite ispirata dai drammatici avvenimenti cileni, e inoltre un brano dedicato a Roberto Franceschi, studente della Bocconi assassinato dalla polizia all'inizio del '73. Come titolo uno slogan scritto sui muri e scandito nei cortei: Cile Libero, Cile rosso. Una presa di posizione politica all'epoca ancora del tutto irrituale per un disco di jazz. In occasione del quarantennale del golpe cileno, Cile libero, Cile rosso, mai ristampato prima, torna per iniziativa di Radio Popolare e Bull Records: un classico del jazz d'avanguardia italiano e dell'impegno politico nell'arte degli anni settanta, e una musica fresca oggi quanto lo era allora, per la prima volta in Cd.

Gaetano Liguori Idea TrioCile Libero, Cile Rosso

Il progetto “Chutzpah” nasce dall'incontro di tre musicisti accomunati dal desiderio di sperimentare nuovi canali espressivi. Guidati da un’intesa immediata, allestiscono un progetto che esprima la loro idea musicale attraverso composizioni originali: il risultato è musica ricca di suggestioni, che porta l'ascoltatore in una dimensione intimamente emotiva, misteriosa, sognante e fresca. Il punto di partenza di questa ricerca è l'ambito del jazz moderno e della musica contemporanea, linguaggi musicali che hanno aperto le porte alla sperimentazione e alla contaminazione. I brani, tutti pensati e composti appositamente per questo ensemble, si avvalgono di tecniche esecutive inusuali, nella continua ricerca di un linguaggio comunicativo personale. La parola Chutzpah proviene dalla lingua Yiddish, e il significato descrive bene le caratteristiche della musica di questo disco: insolente, impertinente, audace.

Tiraboschi, Zambelli,Prando Chutzpah

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A due anni di distanza dal suo esordio discografico, Giuliano Vozella, giovane chitarrista, songwriter, realizza “Ordinary Miles”, il secondo disco a suo nome pubblicato dall’etichetta Workin' Label. Il disco contiene 10 Tracce in lingua anglosassone che spaziano dal folk, blues, jazz, composte scritte e arrangiate da Giuliano per un organico che alla base presenta una sezione in Trio, Giuliano chitarra e voce, Alessandro Grasso al basso e contrabbasso Michele Ciccimarra alla batteria. Hanno arricchito il sound dell’intero lavoro discografico, archi, fiati, strumenti a percussione, pianoforte e hammond. grazie alla collaborazione con vari musicisti che Giuliano ha avuto modo di conoscere durante il suo percorso: Carolina Bubbico, Matteo Terzi, in arte “Soltanto”, Sebastiano Lillo, Vincenzo Guerra, Eliana De Candia, Benito Turturro. Ordinary Miles, un disco carico di riflessioni su ciò che ogni giorno ci circonda. Un disco che invoglia alla continua ricerca di un proprio percorso da seguire, superando gli ostacoli che s’interpongono tra noi e il nostro cammino, apprezzandone ogni momento.

Giuliano VozellaOrdinary Miles

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Primo lavoro solista del chitarrista, cantante e compositore dei Mojo Filter, il gruppo bergamasco con il quale ha già pubblicato tre album e ottenuto riscontri molto positivi da pubblico e critica. L’album è una decisa sterzata nello stile dell’artista: è il lato acustico della sua vena compositiva ad essere in evidenza. I dieci brani del disco, dal sound diretto e graffiante, sono folk oriented, pervasi da intense vibrazioni psichedeliche e suonati come in una ispirata jam session dai toni sixties per dare libero sfogo alla loro indole hippie e rilassata. Alessandro Battistini compie una brillante prova d’autore: le sue “Cosmic Sessions”, dagli intrecci acustici di “Nothing more to say” alla ballad bluesy “Staring at your splendor”, dalle declinazioni country di “Fill my soul” e “Home” alla pschidelia acida di “The Wise Rabbit” e “The inner side”, si impongono all’ascolto con ricche trame strumentali e ricercate armonie vocali, rese con originalità e freschezza in un’emozionante atmosfera vintage. Unica cover il classico di Rufus Thomas “Walking the dog”, un blues ruvido e scarnificato interpretato con personalità.

Alessandro BattistiniCosmic Sessions

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Originale progetto di Mosè Chiavoni (clarinetto e soprano sax) e Francesco Ciarfuglia (piano), si basa sulla rielaborazione di alcune composizioni del musicista ungherese Bela Bartok. I musicisti, di varia formazione (classica, etnica, jazz) dopo numerose esperienze artistiche hanno pensato di rileggere questo grande compositore, pianista ed etnomusicologo ungherese, che meglio di altri rappresenta le multiformi evoluzioni musicali del '900. Le improvvisazioni del duo rendono ancora più attuale la musica di Bartok, ampiamente ispirata dai canti popolari e dalla musica dell'est Europa, un prezioso tesoro di melodie e ritmi, in gran parte ancora da scoprire. Musica di grande intensità espressiva.

MikrokosmosImpro Duo

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Da casa Giottomusic presentiamo un live concert, una vera e propria jam session con un dj tra i più affermati al mondo e un gruppo di percussionisti. Dj Ralph lancia spunti musicali di ogni genere (etnico, classico, jazz, rock, minimale etc) sminuzzando e ricreando collages inediti e sorprendenti. Il tutto è colorato dal lavoro di cinque percussionisti che rispondono istantaneamente agli stimoli proposti da Dj Ralph e si lasciano trasportare in mondi sonori anche a loro ignoti creando soluzioni ritmiche e timbriche avvincenti e trascinanti. Originalissimo da non perdere.

DJ Ralf TetraktisPiazzarama

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R I E P I L O G O N U O V E U S C I T E

Dopo il cd Piazzarama con l'icona della housemusic DJ Ralph (lm123), una nuova incursione per l'etichetta Giottomusic in generi musicali apparentemente lontani dal jazz o dalla musica classica, ma in realtà molto vicini tra loro e profondi e stimolanti se gli artisti decidono di "giocare" con i suoni attraverso l'improvvisazione. E’ il caso di questo bel cd contenente una serie di cover degli anni 80' o giù di lì prodotte da artisti come: Nick Cave, Robert Wyatt, R.E.M., David Sylvian, Penguin Cafè orchestra e così via, che vengono ripresentate in versioni originalissime da Umbria Ensemble, un organico cameristico classico (violino, viola, violoncello, pianoforte e contrabbasso). Il cd ha già riscosso notevole successo di pubblico e di critica. Sound piacevolissimo e ben registrato. Disco del mese per la rivista “SUONO” di Febbraio.

Umbria EnsambleHeaven

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Prima uscita discografica del clarinettista Mosè Chiavoni a suo nome, (ma non per la Giottomusic in quanto membro del Paolo Silvestri Wind Ensemble con il quale ha inciso lo storico cd per questo tipo di organico con Javier Girotto e Luciano Biondini come solisti). Il lavoro si avvale della preziosa collaborazione di due musicisti ormai accreditati a livello europeo: il fisarmonicista Luciano Biondini, che cura anche gli arrangiamenti, ed il tamburellista Andrea Piccioni. Un ensemble dalla fisionomia “popolare”, il clarinetto, la fisarmonica, i tamburi a cornice, ma in cui tali caratteristiche sono solo accennate per sviluppare invece una musica dalla forte matrice espressiva che non rinuncia mai alla cantabilità ed alla pulsione ritmica. Il musicista umbro impiega calibratamente l’intera famiglia del clarinetto, dal piccolo al contrabbasso, ed il sax soprano. Mosè Chiavoni e Luciano Biondini, che hanno condiviso un lungo percorso artistico e d'amicizia, si ritrovano discograficamente dopo l'esordio di “Nigun”, come Duo Malastrana. Il cd è stato presentato nel mese di gennaio a Radio 3 Suite, trasmissione radiofonica condotta dal critico musicale Guido Zaccagnini.

Chiavoni, Biondini, PiccioniRosso

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