Relazione Variante Luglio 2012

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DR. ANDREA BRUNI GEOLOGO Via Monte Grappa, 13 - 63100 ASCOLI PICENO : 0736 240264 - : 328 9772847 e-mail: [email protected] COMUNE DI ROCCAFLUVIONE (AP) Provincia di Ascoli Piceno VARIANTE AL PRG VIGENTE RIGUARDANTE ZONA DI ESPANSIONE "C2" DENOMINATA MARSICA 1 RELAZIONE GEOLOGICA SUL PROGETTO DI VARIANTE il geologo dr. Andrea Bruni ASCOLI PICENO, LUGLIO 2012 C. F. : BRN NDR 68L26 A462 I - P. I. 01573400445

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D R . AN D R E A B R U N I G E O L O G OVia Monte Grappa, 13 - 63100 ASCOLI PICENO

�: 0736 240264 - �: 328 9772847e-mai l : and reabru@io l . i t

COMUNE DI ROCCAFLUVIONE (AP)

Provincia di Ascoli Piceno

VARIANTE AL PRG VIGENTE RIGUARDANTE

ZONA DI ESPANSIONE "C2" DENOMINATA

MARSICA 1

RELAZIONE GEOLOGICASUL PROGETTO DI VARIANTE

il geologodr. Andrea Bruni

ASCOLI PICENO, LUGLIO 2012

C. F. : BRN NDR 68L26 A462 I - P. I. 01573400445

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INDICE

NORMATIVA DI RIFERIMENTO__________________________________________ 3

PREMESSA _________________________________________________________ 3

Mezzi e metodi di indagine _____________________________________________ 4

Ubicazione topografica ________________________________________________ 5

LITOLOGIA E TETTONICA______________________________________________ 6

CARATTERISTICHE GEOMORFOLOGICHE _______________________________ 6

CARATTERI IDROGEOLOGICI __________________________________________ 8

CONDIZIONI DI EQILIBRIO _____________________________________________ 9

RISULTATI INDAGINI IN SITO ___________________________________________ 9

Caratteristiche litostratigrafiche_________________________________________ 10

Caratteristiche meccaniche____________________________________________ 11

NORMATIVE E VINCOLI URBANISTICI __________________________________ 12

SISMICITÀ _________________________________________________________ 13

Analisi sismica del terreno di fondazione _________________________________ 14

Stima della pericolosità sismica del sito __________________________________ 15

Parametri sismici____________________________________________________ 16

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NORMATIVA DI RIFERIMENTO

� Decreto Ministeriale 14.01.2008Testo Unitario - Norme Tecniche per le Costruzioni

� Consiglio Superiore dei Lavori PubbliciIstruzioni per l’applicazione delle “Norme tecniche per le costruzioni” di cui al D.M.14/1/2008. - Circolare 2 febbraio 2009.

� Consiglio Superiore dei Lavori PubbliciPericolosità sismica e Criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale.Allegato al voto n. 36 del 27.07.2007

� Eurocodice 8 (1998)Indicazioni progettuali per la resistenza fisica delle struttureParte 5: Fondazioni, strutture di contenimento ed aspetti geotecnici (stesura finale 2003)

� Eurocodice 7.1 (1997)Progettazione geotecnica – Parte I : Regole Generali . - UNI

� Eurocodice 7.2 (2002)Progettazione geotecnica – Parte II : Progettazione assistita da prove (2002). UNI

� Eurocodice 7.3 (2002)Progettazione geotecnica – Parte II : Progettazione assistita con prove in sito (2002). UNI

� Leggi regionali e normative provinciali in materia di pianificazione territoriale e disussistenza di Vincolo Idrogeologico

� Piano Regolatore Comunale di Roccafluvione (Ap)

� Ordinanze e Norme Tecniche d’Attuazione del Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico(PAI) dell’Autorità di Bacino Interregionale del fiume Tronto

PREMESSA

La presente relazione geologica è stata redatta in ottemperanza ai dettami della norma vigente e

dello stato dell’arte. Essa è finalizzata alla costruzione del modello geologico che è imprescindibile

per la redazione del successivo modello geotecnico, facente parte della relazione d’opera

geotecnica. Lo studio realizzato fa riferimento ad un’area dell’abitato di Roccafluvione ubicata in Zona

di Espansione C2 interessata alla realizzazione di una Lottizzazione denominata "Marsica 1". Sulla

stessa area è stata già redatta dal sottoscritto una relazione geologica avente come oggetto la prima

fase della stessa Lottizzazione, realizzata negli anni 2002 e 2006, e la sua nuova edizione si è resa

necessaria in seguito all’esigenza di rivedere alcune scelte iniziali del progetto originario mediante lo

strumento urbanistico della variante al PRG, e per meglio valutare le caratteristiche sismiche dei terreni

di fondazione interessati, anche alla luce dell’introduzione delle recenti orme tecniche NTC 2008.

Per la redazione del presente rapporto sono state quindi eseguite nuove e più accurate osservazioni su

scavi e sbancamenti eseguiti per la realizzazione del primo stralcio della Lottizzazione, nonché indagini

geofisiche per la determinazione della categoria del suolo di fondazione. I risultati così ottenuti hanno

permesso soprattutto di chiarire meglio le caratteristiche stratigrafiche e litologiche dell'area edificabile

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in oggetto, e di verificare meglio le condizioni litostratigrafiche e geotecniche esistenti in relazione alle

nuove ipotesi progettuali, oltre ad aver offerto ulteriori elementi utili alla valutazione delle condizioni

generali di equilibrio della zona.

Dal confronto con i dati stratigrafici e geotecnici esposti nella relazione geologica precedentemente

redatta dal sottoscritto è stato possibile confermare in maniera sostanziale la situazione generale già

descritta, pur permettendo di predisporre una, seppur parziale, modifica delle valutazioni geotecniche.

Poiché trattasi di una costruzione il cui uso preveda un affollamento normale di persone, con

assenza di funzioni pubbliche e sociali, sulla scorta del D.M. 14.01.2008 la Classe d’Uso è la Classe II

(NTC 2008 – 2.4.2). Il corrispondente coefficiente d’uso CU è 1,0 e pertanto, per una vita nominale VN

delle opere strutturali prevista > 50 anni (NTC 08 – 2.4.1), si ottiene un periodo di riferimento VR di 50

anni (NTC 08 – 2.4.3).

Mezzi e metodi di indagine

Al fine di evidenziare al meglio le caratteristiche geomorfologiche, litologiche e stratigrafiche della

zona, nonché le condizioni di equilibrio dell'area di sedime dove sarà realizzato il manufatto a

servizio del fabbricato, si è proceduto eseguendo innanzitutto un accurato rilevamento geologico e

geomorfologico dell'area in oggetto e di un suo intorno significativo.

Le caratteristiche stratigrafiche e meccaniche dei terreni presenti sono state poi desunte dalla

documentazione ottenuta mediante indagini in sito, costituite n.4 saggi geognostici con escavatore

meccanico e 1 indagine geofisica tramite sismica a rifrazione per la determinazione della VS30. I dati

raccolti hanno permesso di ottenere un’esauriente ricostruzione stratigrafica dell’immediato

sottosuolo e un’attendibile parametrizzazione del terreno di fondazione destinato ad ospitare la

struttura in progetto.

Al presente elaborato si allegano:

� N°1 carta geologica - geomorfologica scala 1 : 25’0 00

� N°1 planimetria catastale scala 1 : 2’000

� N°1 sezione litostratigrafica interpretativa scala 1 : 1'000

� Relazione sulle indagini e Relazione Geofisica

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UBICAZIONE TOPOGRAFICA

L'area di sedime dell'edificio in oggetto è ubicata all’interno dell’abitato di Roccafluvione, sul lato

valle ad est della S.P. 237 “Picena”.

Catastalmente tale area insiste sulle particelle n. 1238 a, 1276, 1463, 1464, 1470, 1491 a,b,c del

foglio n.22 del Comune di Roccafluvione, mentre tutta la zona è individuabile nella tavoletta I.G.M.

"Ascoli Piceno Ovest", IV° quadrante Sud Ovest del foglio n°133 della Carta d’Italia, ed alla sezione

n. 326100 della Nuova CTR Regione Marche.

Le coordinate geografiche del sito sono le seguenti:

Coordinate WGS84: Latitudine 42,860575 (N) - Longitudine 13,476544 (E)

Coordinate ED-50 : Latitudine 42,861535 (N) - Longitudine 13,477462 (E)

Ubicazione (O ) del l ’area in teressata(stralcio Carta Tecnica Regionale delle Marche sez. 326100, scala 1:10000).

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LITOLOGIA E TETTONICA

Il substrato litico di base sul quale si imposta tutta la zona considerata e le sue adiacenze si rinviene

al di sotto della coltre continentale e del deposito alluvionale sopra descritti, ad una quota variabile

da -1 a -5 metri da piano campagna. Esso è costituito, in accordo con i dati noti dalla letteratura,

dalla “Formazione della Laga” del miocene superiore. Tale formazione è litologicamente costituita da

alternanze di arenarie ben stratificate a spessore metrico e livelli di marnoso argillosi a spessore

decimetrico; essa è stata interessata dai movimenti plicativi che hanno caratterizzato la catena

appenninica con una serie di anticlinali e sinclinali aventi direzione circa Nord - Sud e vergenza

orientale.

Di questa situazione strutturale ha risentito in particolar modo la giacitura dei piani di strato che

risulta piuttosto variabile nell'abitato di Marsia di Roccafluvione e nei suoi dintorni., mentre ad Ovest

dell’abitato si rileva la presenza di strati verticalizzati in corrispondenza di una grande struttura

tettonica individuata come un sovrascorrimento avente direzione Nord-Sud e vergenza orientale

(vedi carta geologica). Nonostante la situazione strutturale appena descritta, dal rilevamento

geologico effettuato è risultato che all’interno dell'area indagata non sono presenti dislocazioni

tettoniche significative (faglie, joints) che la interessino direttamente.

Le misurazioni compiute sugli affioramenti presenti hanno rilevato giaciture degli strati immergenti

verso Nord Ovest, con inclinazione compresa fra 15° e 20°.

La formazione di base è ricoperta, in tutta l’area indagata, da un livello di coperture detritiche dallo

spessore variabile. Esso risulta costituito da sedimenti recenti di origine mista, risultando costituito

da detriti sabbioso-limosi di origine eluvio-colluviale, mentre nella gran parte dell’area si rileva la

presenza di materiale ghiaioso di origine alluvionale interposto tra le coperture detritiche e l’attacco

del basamento della “Formazione della Laga” che può raggiungere, in alcuni punti, spessori di alcuni

metri.

CARATTERISTICHE GEOMORFOLOGICHE

Dal punto di vista geomorfologico l’area interessata dalla realizzazione dell’opera in oggetto è

compresa all’interno di un terrazzo alluvionale del IV° ordine posto in sinistra idrografica della val le

del Torrente Fluvione. In particolare si tratta di una zona intensamente urbanizzata situata in

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prossimità del centro di Marsia di Roccafluvione, ad una quota altimetrica di circa 293 metri s.l.m.

L’andamento morfologico è caratterizzato, conformemente a quello tipico degli ambienti di terrazzi

fluviali, da una superficie topografica pressoché pianeggiante con lievissima pendenza verso l’asta

fluviale.

Questo ripiano si estende più o meno regolarmente verso Ovest con pendenze via via crescenti, per

poi raccordarsi con i rilievi collinari che sorgono in sinistra orografica della valle del Fluvione. Poco più

a Sud esso è invece delimitato da una alta scarpata fluviale, risultato dell’intensa attività erosiva

operata nel pleistocene e nel quaternario dall’incisione del Torrente Fluvione, il quale scorre

attualmente incassato nel suo alveo scavato sul substrato litico ad una quota inferiore di circa 25-30

metri rispetto all’area in oggetto.

Alla luce dei sondaggi e della indagine geofisica eseguiti nel sito in esame si è potuto ricostruire con

chiarezza l’andamento stratigrafico generale della zona: in particolare, è emerso che il basamento

arenaceo – marnoso risulta ricoperto da un livello detritico sciolto avente uno spessore medio di circa

5-6 metri. La campagna di sondaggi qui eseguita ha messo in luce come la suddetta coltre di materiali

sciolti risulti essere alquanto eterogenea dal punto di vista sia litologico che granulometrico. Infatti,

dopo i primi 30-40 centimetri di riporto e suolo vegetale superficiale bioturbato, si incontra un livello

spesso circa 2,5 metri di limo argilloso-sabbioso avana, plastico e poco compatto. Al di sotto di tale

strato si rinviene invece, con una discontinuità netta ed evidente messa chiaramente in luce dalle

indagini in sito, un livello di ghiaie eterometriche grigie in matrice sabbiosa avente uno spessore di circa

2,5-3,0 metri. Le caratteristiche del livello ghiaioso sono state ben messe a giorno in particolare per

mezzo dei saggi geognostici effettuati direttamente sull’area per mezzo di escavatore meccanico. Si è

constatato che le ghiaie sono immerse in una matrice sabbiosa grigio chiara non molto abbondante, e

si presentano ben “ripulite” da intrusioni limoso-argillose, a conferma del fatto che lo stacco con il livello

di copertura superiore non è affatto graduale ma piuttosto netto. Inoltre le ghiaie sono ben classate a

granulometria crescente verso il basso.

La superficie topografica del sito interessato risulta come detto praticamente orizzontale. La

categoria topografica del sito, sulla base della tab. 3.2.IV NTC 2008 risulta pertanto “T1” (Superficie

pianeggiante, pendii e rilievi isolati con inclinazione media i ≤ 15°) .

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CARATTERI IDROGEOLOGICI

La circolazione idrogeologica di superficie della zona è regolata da una rete di canalizzazioni,

attualmente molto modificati od obliterati da attività antropica, che raccolgono le acque di precipitazione

meteorica diretta e di ruscellamento provenienti dalle aree circostanti e dai rilievi collinari presenti a

Nord e ad Ovest. Queste acque vanno poi a confluire direttamente nel Torrente Fluvione, collettore

principale della zona che scorre a circa 80 m di distanza dall’area in oggetto nel suo alveo

profondamente incassato, per poi convogliarsi al reticolo idrografico del Bacino del Fiume Tronto.

Il modello idrogeologico sotterraneo del sito in esame è caratterizzato dalla presenza del livello delle

ghiaie alluvionali, il cui livello è ubicato a profondità medie tra –3,5 e –6 m dal p.c., il quale costituisce

un potenziale serbatoio acquifero di buona capacità (permeabilità media K=10-2 m/s) tamponato

inferiormente dall’acquiclude costituito dal substrato impermeabile delle arenarie e marne di base. La

circolazione idrologica di profondità si svolge pertanto essenzialmente all’interno del suddetto livello

ghiaioso, ma va detto che essa non risulta di entità rilevante a causa dei limitati apporti idrici, siano essi

di superficie che sotterranei. Infatti gli apporti meteorici e di scorrimento superficiale sono limitati dal

fatto che, trovandoci in zona intensamente urbanizzata, le acque provenienti da altre zone sono

convogliate nella rete di smaltimento urbano delle acque chiare. Inoltre l’area non risente degli apporti

delle acque sotterranee provenienti dalla falda del vicino Fluvione in quanto questo scorre nel suo

alveo profondamente incassato e quindi ad una quota di troppo inferiore per influire sull’area in oggetto.

L’andamento pressoché pianeggiante dell’area in oggetto contribuisce d’altronde al fatto che la velocità

della circolazione idrica generale, sia superficiale che profonda, risulti abbastanza ridotta.

Per tali motivi, e conformemente ai risultati delle indagini svolte, nell’area si riscontra la presenza di una

falda freatica di portata ridotta e andamento discontinuo sia nello spazio che nel tempo, con battente

massimo stimabile a circa 4,5 –5 metri di profondità dal p.c. attuale e quindi con spessore del livello

saturo di 0,80 m. In occasione di periodi di precipitazioni particolarmente intense e prolungate è

possibile inoltre che si vengano a creare zone sotterranee di aumento locale di contenuto idrico del tipo

assimilabile a piccole falde sospese, ubicate sia nel livello ghiaioso che nei primi metri di coperture.

La situazione idrologica sopra descritta non costituisce tuttavia alcun impedimento alla realizzazione

delle opere in progetto. La possibilità che si vengano a creare zone di saturazione e di infiltrazione a

ridosso dei fronti di scavo e poi dei manufatti da realizzare deve comunque essere necessariamente

valutata con particolare accuratezza durante l’esecuzione dei lavori in progetto,

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CONDIZIONI DI EQILIBRIO

La zona studiata presenta localmente una superficie topografica pressoché orizzontale, con una

lievissima inclinazione in direzione Est. Circa 80 metri più a Sud è presente una scarpata

subverticale di origine fluviale alta circa 25 metri generata dall’attività erosiva del Fluvione in tempi

ormai remoti. La scarpata risulta scavata quasi interamente all’interno di banchi di arenaria litica

stratificata e compatta, pochissimo o per nulla fratturata, e si trova attualmente in condizioni

sicuramente stabili e quiescenti. Inoltre essa è posta ad una distanza tale da non poter arrivare ad

interessare direttamente la zona interessata con eventuali fenomeni gravitativi o erosivi. Dal

rilevamento geologico e geomorfologico compiuto e dalla consultazione dei dati bibliografici

disponibili è risultato che nell’area e nelle sue adiacenze non si evidenzia alcun segnale di dissesto,

subsidenza o cedimento gravitativo, siano essi antichi o recenti. In base alle considerazioni sopra

esposte è possibile affermare che l’area studiata non presenta alcun problema che possa riguardare

la sua stabilità generale, ed in conseguenza risulta possibile affermare, senza ricorrere a verifiche

numeriche, che essa si trova in condizioni di equilibrio più che buone.

A conferma di quanto esposto è utile ricordare come dalla consultazione del Piano d’Assetto

Idrogeologico dell’Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Tronto si evidenzia che la zona non è

interessata da alcun rischio gravitativo, né ovviamente da esondazione data la sua posizione

topografica. Non si rilevano infine pericoli di fenomeni di liquefazione in conseguenza di rapide

variazioni di carico (coefficiente di conformità Cc << 1).

Stralci topografici da CTR Marche e da cartografia PAI 2007 estratto dal Piano di Assetto Idrogeologicodell’Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Tronto, “Carta del dissesto e delle aree esondabili”,

Comune di Roccafluvione (Ap). Nel cerchietto rosso ( O) si individua la zona in oggetto.

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RISULTATI INDAGINI IN SITO

L'andamento litostratigrafico generale caratteristico della zona studiata è stato ricostruito dapprima

consultando dati d’archivio riferiti a sondaggi eseguiti su dei terreni in aree limitrofe. Le proprietà

stratigrafiche, litologiche e geotecniche dei terreni interessati dai lavori in oggetto sono state meglio

specificate ricorrendo a 5 sondaggi geognostici a rotazione con carotiere semplice, a 2saggi con

escavatore e a prove sismiche MASW, eseguiti direttamente sull'area interessata.

Caratteristiche litostratigrafiche

Dalle indagini compiute è stato ricostruito l’andamento litostratigrafico “tipo” per i terreni di

fondazione del fabbricato, così riassunto:

Suolo vegetale - terreno di riporto(dal piano campagna a –1,0 m di profondità)terreno superficiale argilloso rimaneggiato con abbondante materialeorganico di colore bruno scuro, alterato, bioturbato; presenza nei primi dmdi detriti e materiale di risulta (ciottoli, laterizi, cemento, ecc.).

Limo sabbioso(spessore variabile da m 1,0 a m 2,5):deposito costituito da limo sabbioso di colore marrone, molto plastico e pococompattato, alternato a livelli più francamente argillosi.

Ghiaie alluvionali in matrice sabbiosa(spessore variabile da m 2,5 a m 5,0):deposito di copertura costituito da ghiaie grossolane e ciottoli alluvionali dicolore grigio chiaro con presenza di scarsa matrice sabbiosa, quasi sciolto(lembo residuo di terrazzo del IV ordine).

Formazione arenaceo-marnosa della Laga(da m 5,0 in poi di profondità dal p.c.):arenaria stratificata e compatta, colore grigio scuro, in banchi di spessoremetrico, intercalata a livelletti marnoso – argillosi, di spessore inferiore a 20cm, compatti ma alterati in superficie, grigio-avana(basamento litico indisturbato).

Durante le prove eseguite è stata riscontrata la presenza di una limitata falda freatica alla quota di–4,0 m dal piano campagna, spessore zona di saturazione d≈1,0 m, ubicata all’interno delle ghiaiealluvionali e limitata verso il basso dall’attacco del basamento litico impermeabile (acquiclude).

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Caratteristiche meccaniche

Dai risultati dei sondaggi, prove sismiche e saggi geognostici in sito, poi confrontati con prove di

laboratorio effettuate su campioni litologicamente simili prelevati in zone limitrofe, è stata definita la

seguente parametrizzazione meccanica tipo, valida per l'area studiata:

Terreno di riporto e/o suolo vegetale:

Questo livello si presenta molto rimaneggiato, eterogeneo, alterato e bioturbato. Pertanto, oltre a

risultare non classificabile meccanicamente, deve essere verificato che sia superato in ogni punto

dalla quota di base della struttura in progetto.

Limo sabbioso:

γ = peso di volume = 1800 Kg/m3 = 17,65 KN /m3;

φ = angolo di attrito interno = 19°;

C = coesione drenata = 0,01 Kg/cm2 = 0,98 KPa;

Cu= coesione non drenata = 0,02 Kg/cm2 = 1,96 KPa;

Qu= resistenza alla compressione semplice = 0,4 Kg/cm2 = 39,2 KPa;

K = modulo di sottofondo di Winkler = 39,23 N /cm3;

Dr = densità relativa = 25%;

E = Modulo di Young = 2,5 MPa;

G0= Modulo di Taglio = 0,8 Mpa;

ν = coefficiente di Poisson = 0,358.

Ghiaie alluvionali in matrice sabbiosa:

γ = 2000 Kg/m3 = 19,61 KN /m3;

γ’ = peso di volume immerso = 1000 Kg/m3 = 9,80 KN /m3;

φ = 30°;

C = 0,0 Kg/cm2 = 0,0 Kpa (nulla);

Cu= 0,0 Kg/cm2 = 0,0 Kpa (nulla);

Dr = 50%;

K = modulo di sottofondo di Winkler = 78,45 N/cm3;

E = 15,0 Mpa;

G0= 5,8 Mpa;

ν = 0,379.

Formazione della Laga (bed-rock):

γ = 2100 Kg/m3 = 20,60 KN /m3;

φ = 35°;

C (=Cu) = 2,2 Kg/cm2 = 216,0 KPa;

Dr = 85%;

K = 294,2 N /cm3;

E = 35,0 Mpa;

G0= 19,0 Mpa;

ν = 0,410.

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NORMATIVE E VINCOLI URBANISTICI

L’area in oggetto si trova nel territorio del Comune di Roccafluvione, ed è soggetta alle norme dettate dal

locale Piano Regolatore Generale Comunale. In particolare essa è situata in zona di espansione C2 e

pertanto nel caso in oggetto non si rilevano particolari controindicazioni di ordine idro-geo-morfologico che

si possano opporre alla realizzazione degli interventi in progetto.

Per ciò che riguarda i vincoli imposti dal Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico (PAI) dell’Autorità di

Bacino Interregionale del Fiume Tronto, dalla consultazione degli elaborati approvati si evince, come

già chiarito, che l’area non ricade in alcuna una zona indicata come a rischio gravitativo od

idrogeologico della stessa Autorità di Bacino.

Risulta invece da valutare la sussistenza di vincolo idrogeologico per la zona, in quanto l’area dista

80 metri dalle sponde del Fluvione, per verificare se sia necessario per il progetto il parere

preventivo sui progetti relativi ad interventi edilizi nelle zone sottoposte a vincolo idrogeologico da

parte della Provincia di Ascoli Piceno.

Estratto Carta dei Vincoli della zona interessata [O] (da Map Info)

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SISMICITÀ

L'area in esame è compresa nel territorio comunale Roccafluvione (Ap), classificato sismicamente

come appartenente alla III° categoria con grado di sismicità S = 2 ai sensi del D.M. 19.03.1982.

L'Ordinanza P.C.M. n. 3274 del 23.03.2003 ha poi riclassificato l’intero territorio nazionale,

confermando comunque la pericolosità preesistente in quanto il Comune di Roccafluvione ricade in

zona sismica 2.

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Si riporta di seguito la tabella ove ciascuna zona sismica è individuata secondo valori di

accelerazione di picco orizzontale del suolo ag, con probabilità di superamento del 10% in 50 anni.

NOTA: Con l'entrata in vigore del D.M. 14 gennaio 2008 la stima della pericolosità sismica vienedefinita mediante un approccio “sito dipendente” e non più tramite un criterio “zona dipendente”.L’azione sismica di progetto in base alla quale valutare il rispetto dei diversi stati limite presi inconsiderazione viene definita partendo dalla “pericolosità di base“ del sito di costruzione, che èl’elemento essenziale di conoscenza per la determinazione dell’azione sismica.

Analisi sismica del terreno di fondazione

I terreni di fondazione del sito in esame sono costituiti, congruentemente con la descrizione

stratigrafica già illustrata nella presente relazione, da livelli rocciosi abbastanza compatti, talora

alterati, e ricoperti da un livello di coperture detritiche di origine mista con spessore di ≅ 6 metri.

Per la definizione delle caratteristiche sismologiche del sito si è scelto di eseguire misurazioni di

sismica a rifrazione multicanale MASW (Multichannel Analysis of Surface Waves) con il metodo di

analisi spettrale delle onde di superficie (onde di Rayleigh).

Le indagini, i cui risultati sono riportati nella relazione allegata, hanno consentito di ottenere il valore

caratteristico di velocità delle onde di tipo S per spessore superiore a 30 m (coperture e basamento)

valevole per la caratterizzazione dei terreni di fondazione interessati. Per quello che concerne la

categoria di suolo secondo la normativa (D.M. Infrastrutt. del 14/01/2008, pubbl. G.U. Suppl. ord. n.29

del 04/02/2008) i terreni interessati risultano ricadere nella categoria di sottosuolo “B”.

zonasismica

Accelerazione orizzontale conprobabilità di superamento pari

al 10% in 50 anni [a g/g]

Accelerazione orizzontale diancoraggio dello spettro di

risposta elastico [a g/g]

1 > 0.25 0.352 0.15 – 0.25 0.253 0.05 – 0.15 0.154 < 0.05 0.05

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Stima della pericolosità sismica del sito

Per la determinazione dell’accelerazione orizzontale massima attesa su sito di riferimento rigido (ag)

è stato utilizzato il software GeoStru PS Parametri sismici .

Sono stati inseriti i seguenti dati:

� Le coordinate WGS84 del sito (Lat. 42,8587 – Long. 13,5690)� La Classe d’Uso (II)� La Vita Nominale delle opere strutturali (50 anni)� La categoria di sottosuolo (= B nel nostro caso)� La categoria topografica Tn (T1 nel nostro caso)

GeoStru PS Parametri sismici

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Si sono ottenuti così i seguenti

Parametri sismici:

Parametri sismiciParametri sismiciParametri sismiciParametri sismici

Tipo di elaborazione:Tipo di elaborazione:Tipo di elaborazione:Tipo di elaborazione:Fondazioni − Stabilità dei pendiiFondazioni − Stabilità dei pendiiFondazioni − Stabilità dei pendiiFondazioni − Stabilità dei pendii

Sito in esame.latitudine: 42,8615longitudine: 13,4774Classe: 2Vita nominale: 50

Parametri sismiciCategoria sottosuolo: BCategoria topografica: T1Periodo di riferimento: 50 anniCoefficiente cu: 1,0

Operatività (SLO):

Probabilità di superamento: 81 %Tr: 30 [anni]ag: 0,061 gFo: 2,476 Tc*: 0,280 [s]

Danno (SLD): Probabilità di superamento: 63 %Tr: 50 [anni]ag: 0,076 gFo: 2,460 Tc*: 0,292

Salvaguardia della vita (SLV): Probabilità di superamento: 10 %Tr: 475 [anni]ag: 0,186 gFo: 2,503 Tc*: 0,345

Prevenzione dal collasso (SLC): Probabilità di superamento: 5 %Tr: 975 [anni]ag: 0,240 gFo: 2,537 Tc*: 0,357 [s]

Siti di riferimento

Sito 1 ID: 24086 Lat: 42,8849 Lon: 13,4219Distanza: 5224,682Sito 2 ID: 24087 Lat: 42,8850 Lon: 13,4901Distanza: 2800,468Sito 3 ID: 24309 Lat: 42,8350 Lon: 13,4901Distanza: 3129,512Sito 4 ID: 24308 Lat: 42,8349 Lon: 13,4219Distanza: 5410,121

Coefficienti Sismici

SLO: Ss: 1,200Cc: 1,420St: 1,000Kh: 0,015Kv: 0,007Amax: 0,717Beta: 0,200

SLD: Ss: 1,200Cc: 1,410St: 1,000Kh: 0,018Kv: 0,009Amax: 0,899Beta: 0,200

SLV: Ss: 1,200Cc: 1,360St: 1,000Kh: 0,054Kv: 0,027Amax: 2,192Beta: 0,240

SLC: Ss: 1,160Cc: 1,350St: 1,000Kh: 0,078Kv: 0,039Amax: 2,731Beta: 0,280

Il geologodott. Andrea Bruni

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RELAZIONE SULLE INDAGINI E PROVE GEOTECNICHE - GEOF ISICHE

PREMESSA

Come già illustrato nella relazione geologica di cui il presente studio costituisce

appendice, nel sito in oggetto sono state eseguite indagini geognostiche e geofisiche

mirate alla costruzione di un quanto più dettagliato modello geologico-geotecnico.

Si è eseguito, innanzitutto, un accurato rilevamento geologico e geomorfologico

dell'area e di un suo intorno significativo, facendo riferimento alla Carta Geologica della

Regione Marche alla scala 1:10.000. Sono state eseguite un’indagine di sismica a

rifrazione con onde di volume di tipo P ed un’indagine MASW con il metodo di analisi

spettrale delle onde di superficie (onde di Rayleigh). Nel particolare, le indagine

geofisiche di superficie hanno avuto come obiettivo sia quello di definire lo scenario

presente nel sottosuolo, e quindi di appurare, con un migliore grado di

approssimazione, spessori e geometrie dei litotipi, sia quello di procedere alla

caratterizzazione sismica dei terreni per la definizione della categoria di suolo di

fondazione alla luce della nuova normativa sismica NTC 2008.

Il rilevamento di superficie e le esplorazioni sismiche (anch’esse di superficie) non

consentono comunque di definire da sole un modello geologico-tecnico di sottosuolo;

quindi, si è ritenuto indispensabile procedere all'esecuzione di indagini dirette in sito,

analizzando la stratigrafia della zona e la natura del terreno su cui poggia la struttura di

fondazione del fabbricato in oggetto attraverso l’esecuzione di n.5 saggi geognostici

mediante scavo con escavatore meccanico, opportunamente ubicati, per esaminare

direttamente le caratteristiche dei primi metri di sottosuolo.

CARATTERIZZAZIONE FISICA E MECCANICA DI TERRENI E D ELLE ROCCE

E DEFINIZIONE DI VALORI CARATTERISTICI DEI PARAMET RI GEOTECNICI

Dai risultati delle indagini e prove in sito eseguite è stato possibile ricostruire

l'andamento stratigrafico caratteristico dell'area, nonché definire i parametri geotecnici

caratteristici da adottare nel presente caso. I terreni sono costituiti da un primo livello

superficiale di suolo e/o terreno di riporto rimaneggiato e inaffidabile, sovrapposto ad

un deposito di materiali sedimentari alluvionali sciolti di natura variabile tra il sabbioso

ghiaioso e il ghiaioso, che nella zona raggiungere spessori di circa 3 metri. A letto del

deposito di ghiaie alluvionali, ed a profondità di circa –5 metri dal p.c., si intercetta

quindi la formazione rocciosa arenaceo-marnosa di base, stratificata e consolidata. Dai

fori di sondaggio eseguiti e da misurazioni eseguite su pozzi presenti nelle adiacenze è

stato determinato che nell’area studiata si rileva uniformemente la presenza di acqua

nel sottosuolo ad una profondità media di –4,0 metri dal p.c. .

Page 21: Relazione Variante Luglio 2012

18

Nell’ambito della campagna di indagini geognostiche era stato Inizialmente previsto il

prelievo, ove possibile, di campioni indisturbati a varie profondità dai fori di sondaggio,

su cui poi eseguire prove di laboratorio per individuare con esattezza la natura

granulometrica dei terreni attraversati e per la determinazione accurata dei parametri

geomeccanici dei vari livelli geotecnici individuati. Tuttavia il prelievo di campioni si è

reso impossibile per diverse motivazioni, di seguito riportate:

1. il primo consiste nel fatto che, attraversando una coltre di depositi alluvionali di

natura ghiaiosa grossolana, l’esecuzione dei sondaggi ha richiesto un carotaggio con

uso pressoché continuo di acqua per l’attraversamento di ciottoli di grandi dimensioni,

e pertanto l’eventuale campione sarebbe risultato disturbato, con particolare riferimento

al dilavamento delle frazioni granulometriche più fini;

2. la natura stessa dei terreni alluvionali, costituiti in gran parte da materiale ciottoloso

di dimensioni spesso superiori a 5-10 centimetri ed anche oltre, non avrebbe permesso

l’infissione con la sola pressione delle fustelle campionatrici standard in alluminio;

3. anche se si fosse riusciti ad infiggere le fustelle per il prelievo di almeno 10 cm di

materiale la natura granulare del deposito alluvionale, completamente sciolto e privo di

coesione, avrebbe fatto si che il campione sarebbe andato perso prima di venire a giorno;

4. il prelievo di campioni nel basamento argilloso marnoso, possibile e anche agevole

per l’assenza degli impedimenti di cui sopra, è stato invece ritenuto non necessario.

L’analisi granulometrica e geomeccanica di laboratorio avrebbe infatti riferito valori e

dati sulla formazione pliocenica sostanzialmente già noti in letteratura e pressoché

identici a risultati di altre prove eseguite su terreni di base analoghi. Si è ritenuto quindi

opportuno soprassedere al prelievo di campioni, ritenendo ampiamente sufficiente il

novero dei dati acquisiti per poter procedere alla classificazione dei terreni interessati.

Per la determinazione dei valori caratteristici non è stato possibile procedere al

trattamento analitico dei dati in quanto il numero delle misurazioni, seppur ritenuto

esauriente ed esaustivo per una compiuta determinazione del modello geotecnico del

sottosuolo, non è risultato adeguato all'applicazione di metodologie statistiche.

Pertanto nel presente caso si è ritenuto opportuno adottare un metodo probabilistico

“mediato” basato anche sull’esperienza personale del sottoscritto Professionista.

Il lavoro di rilevamento ed interpretazione dei dati rilevati ha quindi portato

all'identificazione di diversi livelli geotecnici sovrapposti e disposti in successione

dall'alto verso il basso, riassunti nello schema stratigrafico riportato nella pagina

seguente, nel quale sono anche riferiti i valori caratteristici dei parametri geotecnici

ricavati per ciascuno dei livelli individuati nei terreni interessati.

Page 22: Relazione Variante Luglio 2012

19

Tabella Parametri geotecnici caratteristici

Terreno Parametri geotecnici caratteristici

� LIVELLO O

(Terreno di riporto o suolo vegetale)

Non classificabile meccanicamente poiché molto eterogeneo ed alterato.Dato il suo esiguo spessore va comunque trascurato in sede di calcoloe superato in ogni punto dalla struttura interrata in progetto.

� LIVELLO 1

(Limo sabbioso)

γ = peso di volume = 1800 Kg/m3 = 17,65 KN/m3; φ = angolo di attrito interno = 19°; C = coesione drenata = 0,01 Kg/cm2 = 0,98 KPa;Cu = coesione non drenata = 0,02 Kg/cm2 = 1,96 KPa;Qu= resistenza alla compressione semplice = 0,4 Kg/cm2 = 39,2 KPa; K = modulo di sottofondo di Winkler = 39,23 N/cm3;Dr = densità relativa = 25%; E = Modulo di Young = 2,5 MPa;G0 = Modulo di Taglio = 0,8 Mpa;

� LIVELLO 2

(Ghiaie alluvionali in matrice sabbiosa)

γ = 2000 Kg/m3 = 19,61 KN /m3;

γ’ = peso di volume immerso = 1000 Kg/m3 = 9,80 KN /m3;

φ = 30°;

C = 0,0 Kg/cm2 = 0,0 Kpa (nulla);

Cu = 0,0 Kg/cm2 = 0,0 Kpa (nulla);

Dr = 50%;

K = modulo di sottofondo di Winkler = 78,45 N/cm3;

E = 15,0 Mpa;

G0 = 5,8 Mpa;

ν = 0,379.

� LIVELLO 3

(Formazione della

Laga - basamento)

γ = 2100 Kg/m3 = 20,60 KN /m3;

φ = 35°;

C (=Cu) = 2,2 Kg/cm2 = 216,0 KPa;

Dr = 85%;

K = 294,2 N /cm3;

E = 35,0 Mpa;

G0= 19,0 Mpa;

ν = 0,410.

La categoria del suolo di fondazione, così come meglio specificato nella relazione

geologica del dott. Bruni di cui il presente elaborato costituisce allegato ed appendice, è

stata individuata nella CATEGORIA B .

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Dr. Geologo Andrea Bruni Via Monte Grappa, 13 63100 Ascoli Piceno (AP)

Comune di Roccafluvione

(Provinc ia d i Ascol i p iceno)

Oggetto:

Indagine geofisica tramite sismica a rifrazione e prova sismica

multicanale masw per la definizione della categoria del suolo di fonda-

zione di un'area sita in Roccafluvione, via Pietro Nenni, interessata da

un progetto di realizzazione della "Lottizzazione Marsica Uno" - variante

Committente: Stud io de l Geom. F rancesco S i l v i

V ia le de l l a Repubb l i ca , Rocca f luv ione (Ap)

Ascoli Piceno, lì 26 luglio 2012

Geologo

Andrea Bruni

Page 24: Relazione Variante Luglio 2012

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Dr. Geologo Andrea Bruni Via Monte Grappa, 13 63100 Ascoli Piceno (AP)

PREMESSA

La presente prospezione geofisica è realizzata per la ricostruzione dei sismostrati e per la

caratterizzazione dei suoli attraverso la velocità di propagazione delle onde di compressione e

tramite prova sismica multicanale MASW, nell’ambito di una indagine geologica per il progetto di

realizzazione della Lottizzazione "Marsica Uno" in via P. Nenni nel Comune di Roccafluvione (AP).

L’acquisizione sismica, attraverso n. 1 base a rifrazione, è stata eseguita nell’area in cui è previ-

sta la realizzazione dei fabbricati abitativi in progetto.

PRINCIPI GENERALI

Le indagini geosismiche vengono realizzate utilizzando il metodo sismico a rifrazione, che utilizza

la determinazione della velocità di propagazione delle onde longitudinali (onde P) Tali onde sono

generate, e si propagano nel terreno, ogni qualvolta quest’ ultimo è sottoposto a sollecitazioni

meccaniche sia di tipo naturale, sia di tipo artificiale (esplosioni, mazze battenti, vibratori ecc.).

La tecnica di prospezione sismica a rifrazione consiste nella misura dei tempi di primo arrivo delle

onde sismiche generate in un punto in superficie (punto di sparo o scoppio), in corrispondenza di

una molteplicità di sensori disposti allineati sulla superficie topografica (geofoni).

Lo studio della propagazione delle onde sismiche consente di valutare le proprietà meccaniche e

fisiche dei terreni, la compattezza dei materiali e la loro stratificazione da queste attraversati.

Mediante questo tipo di indagine si può risalire alla probabile composizione litologica dei terreni al

loro grado di fratturazione, alla geometria delle prime unità sottostanti la coltre superficiale, alla

profondità in cui si trova la roccia di fondo ("bedrock"), alla sua forma e talora, in terreni

alluvionali, alla profondità della falda freatica.

L’elaborazione dei dati sismici con un modello matematico bidimensionale attraverso procedure

iterative, consente di massimizzare la risoluzione e il dettaglio di ricostruzione del modello di

velocità attribuito al terreno in esame.

Utilizzando quindi le distanze tra il punto di scoppio e quello di ricezione e i tempi di primo arrivo

dei segnali sismici, sono ricavate le dromocrone (curve tempi-distanze – vedi allegato), dalle quali

si risale, tramite opportuno programma di calcolo, alle velocità reali nei singoli strati, al loro

spessore, profondità, forma ed inclinazione.

Per questa parte di procedura interpretativa l’algoritmo utilizzato dal programma di calcolo è stato

pubblicato nel 1986 da Dereck Palmer in un articolo dal titolo “The Generalized Reciprocal Method

of Seismic Refraction Interpretation (Society of Exploration Geophysicists).

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ELABORAZIONE - METODO GRM

Il metodo G.R.M. (Palmer, 1980), consente di ricostruire morfologie del substrato piane o

irregolari, anche nel caso di variazioni laterali di velocità.

Per ricostruire l’andamento dell’interfaccia di strato lungo tutto lo stendimento, è necessario che i

segnali provenienti dal singolo rifrattore siano ricevuti da tutti i geofoni messi in opera.

Il grafico distanza-tempi che si ottiene è considerevolmente più complesso rispetto al caso del

metodo convenzionale.

L’interpretazione del grafico distanza-tempi prevede due passaggi:

- la ricostruzione delle dromocrone relative ai singoli strati;

- la stima delle velocità e delle profondità di ogni singolo rifrattore.

La fase essenziale quella di ricostruire la dromocrona relativa ad ogni strato, seguendola, se

possibile, da un estremo all’altro dello stendimento, assemblando quindi insieme tratti di

dromocrone relative a sorgenti differenti, ma i cui segnali provengono dallo stesso rifrattore.

Ciò è stato eseguito sia per il tiro diretto che per quello coniugato.

Con il metodo reciproco generalizzato si parte dall’ipotesi che esista una distanza intergeofonica

XY ottimale, distanza che fornisce il maggior dettaglio possibile nella ricostruzione della morfologia

del rifrattore.

Per determinare la distanza XY ottimale in pratica si è proceduto come indicato di seguito:

• Si fa variare XY da un valore minimo corrispondente alla spaziatura reale fra i geofoni fino a un

valore massimo di 9-10 volte tale distanza;

quindi se, come nel nostro caso, i geofoni sono spaziati di 3 m, si dovranno prendere in

considerazione intervalli di XY uguali a 3 e sui multipli.

• Per ogni valore di XY scelto si stima, con un passo di calcolo uguale a XY, la funzione velocità.

PROVA SISMICA MULTICANALE MASW (Multichannel Analysis of Surface Waves)

Il metodo MASW è una tecnica di indagine non invasiva che consente la definizione del profilo di

velocità delle onde di taglio verticali Vs, basandosi sulla misura delle onde superficiali fatta in

corrispondenza di diversi sensori posti sulla superficie del suolo. Il contributo predominante alle

onde superficiali è dato dalle onde di Rayleigh, che si trasmettono con una velocità correlata alla

rigidezza della porzione di terreno interessata dalla propagazione delle onde. In un mezzo

stratificato le onde di Rayleigh sono dispersive, cioè onde con diverse lunghezze d’onda si

propagano con diverse velocità di fase e velocità di gruppo o detto in maniera equivalente la

velocità di fase (o di gruppo) apparente delle onde di Rayleigh dipende dalla frequenza di

propagazione, cioè sono onde la cui velocità dipende dalla frequenza.

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Strumentazione e configurazione geometrica utilizzata

L’analisi MASW può essere ricondotta in quattro fasi :

• la prima fase prevede la trasformazione delle serie temporali nel dominio frequenza f

numero d’onda K;

• la seconda fase consiste nella individuazione delle coppie f-k cui corrispondono i massimi

spettrali d’energia (densità spettrale) consentono di risalire alla curva di dispersione delle

onde di Rayleigh nel piano Vfase (m/sec) – frequenza;

• la terza fase consiste nel calcolo della curva di dispersione teorica attraverso la

formulazione del profilo di velocità delle onde di taglio verticali Vs, modificando

opportunamente lo spessore h, le velocità delle onde di taglio Vs (Fig.1);

Distribuzione delle Vs

0

200

400

600

800

1000

1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29

Profondità (metri)

Vs (m

/s)

(Fig.1 – Distribuzione delle Vs);

• la quarta ed ultima fase consiste nella modifica della curva teorica fino a raggiungere una

sovrapposizione ottimale tra la velocità di fase (o curva di dispersione) sperimentale e la

velocità di fase (o curva di dispersione) numerica corrispondente al modello di suolo

(Fig.2).

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(Fig. 2 - curva di dispersione)

ATTREZZATURE

Per la presente indagine sismica è stata utilizzata un’attrezzatura ad acquisizione digitale

costituita da: acquisitore digitale per prospezione sismica MAE A3000S, avente le seguenti

caratteristiche; risoluzione scheda di acquisizione: 12 bit; numero canali da 1 a 16; CPU chipset

VIA 500 Mhz; monitor colori LCD tranflettivo 6.4” touch-screen; salvataggio dati su disk on

module interno allo stato solido e/o su memoria USB; interfaccia LAN 10/100 per controllo e

diagnosi da remoto; interfaccia USB per periferiche esterne; Interfaccia VGA, monitor esterno, e

PS2, mouse e tastiera; Alimentazione: 12 Volt tramite BOX batteria esterno; Temperatura di

funzionamento da 0 a 60°C; Dimensioni e peso L280 X H220 X P170 mm, 3 Kg; visualizzazione

fenomeno intero o parziale per ogni canale; funzione di analisi del rumore ambientale pre-

acquisizione; funzione test geofoni automatico; funzioni grafiche limita ed evidenzia onda; funzioni

lettura velocità e picking primi arrivi in tempo reale; filtri settabili e parzializzabili da software.

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MODALITA' OPERATIVE

E’ stato eseguito uno stendimento con distanza intergeofonica 3 m. per una lunghezza dello

stendimento di 39 metri con scoppi esterni posti a 3 metri rispetto ai geofoni estremi della linea.

Sono quindi stati eseguiti n. 5 scoppi di cui n. 2 esterni e tre centrali allo stendimento (v.d.r.

report allegato).

CLASSIFICAZIONE SECONDO LA NORMATIVA SISMICA VIGENTE

Nella sezione elaborata, sono stati riscontrati quattro strati o sismostrati a differente velocità, il

primo con velocità da 467,50 m/s con spessore di circa 3,5 m.

Il secondo sismostrato, con velocità di 1199,10 m/s, con spessore di circa 3,5 metri.

Lo strato di base presenta velocità 2299,70 m/s è caratteristico di un substrato competente,è

stato messo in evidenza anche dal profilo MASW.

Di seguito vengono ricapitolate le medie delle velocità e degli spessori:

N. Strato Vs [m/s] Vp [m/s] Spessore fino a 30 m. [m]

1 220.00 467.50 3.50 2 530.00 1199.10 3.50 3 900.00 2299.70 23.00

Ai fini della definizione delle azioni sismiche di progetto in base al D.M. 14.01.2008, si determina

la categoria di riferimento del sito in funzione della velocità media di propagazione delle onde di

taglio entro 30 m. di profondità, secondo la seguente equazione:

sm

Vh

V

Ni i

iS /11,62430

,1

30 ⋅==

∑=

Possiamo a questo punto valutare la categoria e l’effetto della risposta sismica locale in base alla

Tabella 3.2.II – Categorie di sottosuolo del D.M. 14.01.2008.

B Depositi di terreni a grana grossolana caratterizzati da un graduale

miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità Vs30

comprese tra 360 e 800 m/s

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Di seguito si riporta per completezza la Tabella 3.2.II:

VALUTAZIONE MODULI ELASTICI DEI MEZZI ATTRAVERSATI

L’attenuazione delle onde sismiche dipende direttamente dalle caratteristiche elasto-meccaniche

delle diverse parti che costituiscono il mezzo materiale che esse attraversano, i parametri che

intervengono nella modificazione del segnale sismico sono:

• γdin – densità geofisica; • ρ – coefficiente di Poisson; • E – Modulo di Young;

• G0 – Modulo di taglio.

DENSITÀ GEOFISICA (γdin)

Esprime la concentrazione volumetrica di un corpo. Può essere calcolata indirettamente in

condizioni dinamiche in relazione alla velocità Vp. La densità geofisica è espressa dalla seguente

relazione:

19,051,0 pdin V×=γ => Possiamo determinarci il suo valore per ogni sismostrato

N. Strato γdin Vp [m/s] 1 1.6399 467.502 1.9613 1199.103 2.2197 2299.70

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COEFFICIENTE DI POISSON (ν) Indica la misura di cambiamento geometrico di un corpo. Può presentare un intervallo di

variazione tra 0.1 e 0.5. Viene definito dalla seguente relazione:

( )22

22

22

sp

sp

VVVV

−×

⋅−=ν

N. Strato Vs [m/s] Vp [m/s] ν_Poisson 1 220.00 467.50 0.357778 2 530.00 1199.10 0.378602 3 900.00 2299.70 0.409570

MODULO DI YOUNG (E)

Esprime la resistenza alla deformazione lineare di un corpo ad uno sforzo di trazione o di

compressione.

( ) ( )ν

ννγ−

−×+×=

12112

pVE (espresso in MPa)

N. Strato E_Young Vp [m/s] ν_Poisson γdin 1 2.239725 467.50 0.357778 1.6399 2 15.784666 1199.10 0.378602 1.9613 3 52.668562 2299.70 0.409570 2.2197

Page 31: Relazione Variante Luglio 2012

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MODULO DI TAGLIO (G0)

Misura il rapporto sforzo-deformazione nel caso di una spinta tangenziale; è funzione della

velocità Vs ed esprime quindi la capacità del materiale a resistere cambiando di forma e non di

volume.

( )gVG s

2

(espresso in MPa)

N. Strato Vs [m/s] G0_Taglio γdin 1 220.00 0.82478 1.6399 2 530.00 5.72488 1.9613 3 900.00 18.68249 2.2197

Dott. Geologo

Andrea Bruni