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U.O Urbanistica U.O Ambiente e Protezione Civile COMUNE DI PERUGIA Settore Governo e Sviluppo del territorio e dell'Economia RELAZIONE GEOLOGICA MICROZONAZIONE SISMICA ED ASPETTI IDRAULICI Data: marzo 2014 Dott. Geol. Guendalina Antonini Variante al PRG- parte strutturale per l’adeguamento della viabilità di accesso al comparto D6 In località Lidarno ( ai sensi dell’art. 18,c. 3. della l.r n.11/2005)

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Variante PRG-Strutturale Relazione geologica e microzonazione sismica

Lidarno

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U.O Urbanistica

U.O Ambiente e Protezione Civile

COMUNE DI PERUGIA

Settore Governo e Sviluppo del territorio e dell'Economia

RELAZIONE GEOLOGICA

MICROZONAZIONE SISMICA ED ASPETTI IDRAULICI

Data: marzo 2014 Dott. Geol. Guendalina Antonini

Variante al PRG- parte strutturale per l’adeguamento della viabilità di accesso al comparto D6

In località Lidarno ( ai sensi dell’art. 18,c. 3. della l.r n.11/2005)

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Lidarno

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INDICE

Premessa ........................................................................................................................................................ 3

Cartografia di PRG ......................................................................................................................................... 4

Localizzazione ................................................................................................................................................ 4

Vincoli di PRG ................................................................................................................................................ 5

Unità di Paesaggio ......................................................................................................................................... 6

ANALISI DEGLI STRUMENTI SOVRAORDINATI .......................................................................................... 7

PUT- PIANO URBANISTICO TERRITORIALE DELL’UMBRIA ................................................................................7

PAI – PIANO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO ...............................................................................8

PIANO STRALCIO PER L’ASSETO IDROGEOLOGICO P.A.I. .................................................................................8

RERU – RETE ECOLOGICA REGIONALE UMBRIA .............................................................................................. 10

PPR – PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE DELL’UMBRIA ............................................................................. 11

PTCP – PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE .............................................................. 13

Caratteristiche geomorfologiche ................................................................................................................ 15

Caratteristiche geologiche .......................................................................................................................... 15

Aspetti Idraulici............................................................................................................................................ 17

Acque sotterranee ........................................................................................................................................ 18

Impermeabilizzazione Superficiale ............................................................................................................. 19

Ecomosaico dell’uso del suolo del territorio del comune di Perugia ...................................................... 21

Sismicità ........................................................................................................................................................ 22

CLASSIFICAZIONE SISMICA E CARATTERISTICHE SISMICHE LOCALI ............................................................ 22

CONCLUSIONI .............................................................................................................................................. 25

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Premessa

La variante in oggetto riguarda l’individuazione cartografica della viabilità di accesso al comparto di

proprietà comunale ubicato in loc. Lidarno classificato nel PRG come “zona per attività produttive

avanzate D6”, individuata nella Tavola 3/7 (Cartografia Generale) della Parte Strutturale e

disciplinata nell’articolo 117 del TUNA.

L’attuale viabilità di accesso all’area si presenta attualmente di limitate dimensioni e pertanto non

sufficiente a ricevere maggiori volumi di traffico del comparto D6.

La presente relazione è finalizzata alla verifica della fattibilità geologica relativa al progetto di

massima del tracciato viario e delle opere connesse e finalizzate alla realizzazione del progetto

stesso, redatto dalla U.O. Mobilità e Infrastrutture. La mappatura della nuova viabilità di accesso

al comparto, da inserire nella cartografica nel PRG - parte strutturale, è volta, anche, ad apporre il

vincolo preordinato all’esproprio dei terreni interessati.

Le modifiche alla viabilità riguardano sostanzialmente la previsione di due nuove rotatorie, delle

quali una in corrispondenza dello svincolo della E45 di Lidarno, con conseguente modifica degli

attuali tracciati stradali in prossimità delle immissioni (relativi alla strada Lidarno - Petrignano ed

alla strada Ponte Valleceppi - Sant’Egidio) e l’altra in corrispondenza dell’intersezione tra la strada

Ponte Valleceppi - Sant’Egidio e la strada Casella Palombai.

Per i tratti di strada compresi tra le due nuove rotatorie e tra la rotatoria posta più a Sud ed il

comparto “D6” è previsto l’adeguamento dell’attuale carreggiata, che sarà definito esattamente in

fase di progettazione definitiva; inoltre viene inserito nella cartografia del PRG il tracciato relativo

alla strada Casella Palombai, che costituisce il tratto di accesso diretto al comparto “D6”.

Con la variante in oggetto si procede inoltre all’adeguamento cartografico del tracciato dello

svincolo della E45 di Lidarno, al fine di renderlo aderente alla sua reale ubicazione.

Nella previsione di adeguamento della viabilità vengono inserite anche le relative fasce di

pertinenza, ai sensi dell’art. 139 BIS del TUNA, al fine di consentire la realizzazione delle opere

accessorie e di consentire limitate modifiche dei tracciati in fase di progettazione definitiva.

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Cartografia di PRG

Stato attuale Variante

Localizzazione

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L’area oggetto di variante è inserita in un contesto morfologicamente di tipo basso collinare,

prevalentemente pianeggiante e delimitata ad Ovest dalla E45, a Nord dalla Strada Casella

Palomba e nelle altre direzioni dalla strada Ranco. Per la destinazione urbanistica, il sito è inserito

in un ampio comparto agricolo caratterizzato da un agricoltura di tipo intensivo con predominanza

di seminativi semplici od irrigui. Nell’ambito dell’intero comparto si riscontra inoltre la presenza di

tratti di filari camporili nonché di sporadici esemplari arborei isolati. L’area in questione mostra una

trama insediativa derivante dall’utilizzo agricolo originario con la presenza di edifici a carattere

prevalentemente residenziale agricolo.

L’area si localizza a ridosso di un importante snodo della grande viabilità nazionale di

collegamento con l’Adriatico (Ancona) e con il nord e sud d’Italia (Cesena – Roma) e risulta

percepibile dai traffici veicolari che la percorrono.

L’area oggetto di variante evidenzia allo stato attuale un utilizzo agricolo intensivo caratterizzato

dalla presenza di campi ampi e regolari destinati alla coltivazione dei seminativi; nell’ambito del

contesto si evidenzia la presenza sporadica di edifici rurali a duplice funzione residenziale e

produttiva.

Vincoli di PRG

Il Comune di Perugia con delibera del Consiglio Comunale n. 10 del

30/01/2012, ha adottato la variante tematica di adeguamento del

PRG al PTCP e agli art. 9 e 10 del PUT. Gli unici vincoli riscontrati

sono riportati nelle seguenti cartografie:

paesaggistico-ambientale

Il comparto in questione sotto il profilo paesaggistico-

ambientale è sottoposto ai seguenti vincoli:

1. In parte “Fascia di rispetto dei corsi d’acqua” (Fiume

Tevere)ai sensi dell’art. 142, lett. c) del D.Lgs.

42/2004;(A)

2. Area sottoposta a “Vincolo aeroportuale ai sensi del

DPGR n. 581/91.(B)

Beni storico culturali locali

Nell’ambito interessato dalla Variante il Piano Regolatore

Generale la viabilità proposta interessa marginalmente la

viabilità rurale di origine storica.(C)

A

B

C

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Unità di Paesaggio

Carta delle unità di Paesaggio Udp

La viabilità di accesso al comparto

D6 è inserita nella più piccola Unità di

paesaggio (UdP 8S Colline in sinistra

Tevere sud) del contesto sud del

territorio comunale, caratterizzata da

rilievi collinari arrotondati e con

versanti dolci, condizione questa che

ha favorito l’utilizzo agricolo dei

terreni. La descrizione dell’UDP

riporta che “Le valli trasversali, ad

andamento stretto e sinuoso,

disegnano un paesaggio di elevata

qualità formale. Nell’insieme l’area si

presenta omogenea e rappresenta

uno dei migliori esempi di “bel

paesaggio” collinare, in ciò rafforzato

dalla presenza di filari e macchie di

querce utilizzate quali segni di

architettura del paesaggio e dalla

varietà di situazioni paesaggistiche.”

e descrive “Di rara bellezza appaiono

la vegetazione lungo il corso del Rio

del Bosco e le macchie di campo.”

La definizione di tale ambito

paesaggistico include anche il

versante a margine della zona sud-

est della valle del Tevere, ove la

predominanza del seminativo

semplice e dell’immagine di

agricoltura industriale è sicuramente

più forte.

La collina di Montescosso, che ha versanti maggiormente acclivi, in ragione della natura del

substrato geologico, presenta un’immagine segnata dalla presenza di oliveti e di terreni incolti e

dall’essere a ridosso di un vasto contesto urbano.

Tale ultima caratteristica ha anche prodotto una maggiore presenza di abitazioni.

La Btc media (2,08 Mcal/m2/anno) è tra le più alte del contesto Sud a riprova di un sistema

ambientale che, per quanto fortemente interessato dalla presenza dell’uomo (l’Hu è uguale al

78%), possiede ancora una buona riserva di energia seminaturale.

Il valore dell’habitat standard, calcolato in 245 m2 per abitante, conferma che l’apparato protettivo è

sufficiente e non necessita di interventi specifici di miglioramento.

Un “Elemento di pregio paesaggistico” è riscontrato nella presenza di valli trasversali e lo sviluppo

del sistema connettivo al loro interno, determinate dalla presenza del Torrente Rio del Bosco;

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“Elementi di degrado paesaggistico” sono rappresentati dallo sviluppo dell’agricoltura

meccanizzata anche lungo i versanti collinari, con la scomparsa delle campiture e delle siepi e dal

tratto iniziale della superstrada per Ancona, nonché per la presenza dell’E45.

Gli altri indicatori ambientali non mettono in risalto particolari situazioni di degrado: resta ancora

parzialmente irrisolto il problema della raccolta e della depurazione dei reflui civili.

Elementi di pregio paesaggistico Elementi di degrado paesaggistico

- la collina di Collestrada

- il bosco tra Brufa e Collestrada

- le valli trasversali e lo sviluppo del

sistema connettivo al loro interno

- il centro storico di Civitella d’Arna

- la linea dei campanili (Montescosso,

Civitella, Sant’Egidio, Collestrada)

- gli edifici rurali di particolare

interesse storico-architettonico

- lo sviluppo dell’agricoltura

meccanizzata anche lungo i versanti

collinari, con la scomparsa delle

campiture e delle siepi

- la parziale assenza di adeguati sistemi

di raccolta e depurazione degli scarichi

civili

- l’effetto visivo di annessi agricoli di

rilevanti dimensioni

- gli insediamenti zootecnici industriali

- il tratto iniziale della superstrada per

Ancona

ANALISI DEGLI STRUMENTI SOVRAORDINATI

PUT- PIANO URBANISTICO TERRITORIALE DELL’UMBRIA

Tutta la recente normativa regionale in materia di pianificazione urbanistica pone in risalto la

necessità di un costante rapporto tra i diversi momenti pianificatori ed operativi.

Il PUT evidenzia i seguenti obiettivi a cui occorre fare riferimento per garantire la tutela e lo

sviluppo del territorio regionale:

individuare le risorse ambientali, economico-sociali e storico-culturali che, per le specifiche

qualità, costituiscono un vero e proprio patrimonio d’interesse regionale;

definire i parametri conoscitivi ed i vincoli per la tutela preventiva e l’uso delle aree esposte

al rischio sismico, idraulico ed idrogeologico;

realizzare un sistema territoriale delle reti infrastrutturali integrato con quelle interregionali e

nazionale;

rendere le scelte insediative congruenti con i modelli della mobilità, alla scala regionale,

delle persone e delle merci;

garantire una funzionale distribuzione territoriale dei grandi insediamenti produttivi,

direzionali, commerciali e turistici.

Il PRG ha recepito questa impostazione confrontandosi con tutti gli elementi di conoscenza resi

disponibili a livello regionale e provinciale (PTCP).

In particolare, verranno trattati tutti gli aspetti legati all’individuazione delle possibili situazioni di di

tutela ambientale

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Gli elaborati allegati al Piano Urbanistico Territorale (PUT) evidenziano che “Zone di elevata

diversità floristica-vegetazionale e Siti di Interesse Comunitario (SIC)” non interessano il tratto di

area interessata da progetti viario. Le aree SIC più prossime, e comunque lontane dal sito oggetto

di variante, sono quella dell’Ansa degli Ornari e quella del bosco di Collestrada.

PAI – PIANO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO

PIANO STRALCIO PER L’ASSETO IDROGEOLOGICO P.A.I.

La Legge 183/89 ha definito le “Norme per il riassetto

organizzativo e funzionale della Difesa del Suolo” ed

ha istituito in Umbria tre Autorità di Bacino, all’interno

delle quali la Regione partecipa alla pianificazione

strutturale per la difesa dal rischio idrogeologico:

l’Autorità di Bacino nazionale del Fiume Tevere, che

ricopre il 95% del territorio;

- l’Autorità di Bacino nazionale del Fiume Arno, che

ricopre il 3% del territorio;

- l’Autorità di Bacino regionale delle Marche, che

ricopre il 2% del territorio.

Il D.Lgs. 180/98 ha accelerato il processo pianificatorio

permettendo di perimetrare le aree a più elevato rischio

idrogeologico (suddiviso in rischio idraulico - relativo

all’esondazione dei corsi d’acqua - e in rischio da frana),

introducendo misure normative finalizzate alla

salvaguardia e prevenzione, che si devono attuare

attraverso appositi piani. Sito oggetto di variante

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In Umbria la pianificazione regionale per la difesa dal rischio idrogeologico e stata impostata

individuando tre principali obiettivi:

garantire la manutenzione delle opere per la difesa idraulica al fine di evitare che il degrado

possa ridurre l’efficienza dell’attuale reticolo idrografico, rendendolo vulnerabile;

prevenire gli eventi, utilizzando sistemi di monitoraggio in tempo reale per rilevare il rischio nella

sua fase iniziale, in modo da allertare le autorità competenti (Prefetture, Vigili del Fuoco,

Protezione Civile Nazionale e Regionale, ecc.) con un preavviso tale da consentire l’attuazione

delle necessarie misure di salvaguardia.

attuare i piani di assetto idrogeologico e realizzare le opere per mettere in sicurezza le aree a

grave rischio di inondazione.

L’area in studio ricade all’interno del Bacino del Fiume Tevere; l’Autorità di bacino per il fiume

Tevere ha redatto il Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico, noto anche come P.A.I. e P.A.I bis.

Il P.A.I. si pone come obiettivo la ricerca di un assetto che, salvaguardando le attese di sviluppo

economico, minimizzi il danno connesso ai rischi idrogeologici e costituisca un quadro di

conoscenze e di regole atte a dare sicurezza alle popolazioni, agli insediamenti, alle infrastrutture

ed in generale agli investimenti nei territori che insistono sul bacino del Fiume Tevere.

Il P.A.I individua i meccanismi di azione, l’intensità e la localizzazione dei processi idrogeologici

estremi, la loro interazione con il territorio e quindi in definitiva la caratterizzazione di quest’ultimo

in termini di pericolosità e di rischio e si articola in “assetto geomorfologico” e in “assetto idraulico”:

l’assetto geomorfologico tratta le fenomenologie che si sviluppano prevalentemente nei

territori collinari e montani;

l’assetto idraulico riguarda principalmente le aree dove si sviluppano i principali processi di

esondazione dei corsi d’acqua.

Il piano stralcio individua tre fasce in cui la disciplina delle attività di trasformazione del suolo è

volta al raggiungimento degli obiettivi di assetto

Fascia A – obiettivi di assetto

- Garantire il libero deflusso della piena di riferimento Tr 50 anni

- Consentire la libera divagazione dell‘alveo inciso assecondando la naturalità delle

dinamiche fluviali.

- Garantire la tutela ed il recupero delle componenti naturali dell‘alveo funzionali al

contenimento di fenomeni di dissesto (vegetazione ripariale, morfologia)

Cosi come individuata la fascia A è caratterizzata dalla massima pericolosità ed è definita dal limite

delle aree di esondazione diretta della piena di riferimento con Tr 50. Per la sua vicinanza al corso

d‘acqua, per le evidenti interconnessioni di tipo idraulico e per la presenza di habitat faunistici e

vegetazionali, tipici dell‘ecosistema fluviale, la fascia A è considerata di pertinenza fluviale. Il Piano

Stralcio prevede tale fascia la possibilità di libere divagazioni del corso d‘acqua ed il libero deflusso

delle acque della piena di riferimento; in questo senso ulteriori insediamenti, rispetto a quelli già

esistenti e perimetrati come aree a rischio, non sono considerati compatibili con gli obiettivi di

assetto di questa.

Fascia B – obiettivi di assetto

- Garantire il mantenimento delle aree di espansione naturale della piena

- Controllare la pressione antropica

- Garantire il recupero e la tutela del patrimonio storico – ambientale

La fascia B è compresa tra il limite delle aree di esondazione diretta ed indiretta delle piene con Tr

50 e Tr 200. Detta delimitazione include le aree di esondazione indiretta (1) e le aree marginali (2)

della piena con Tr 50. Poiché uno degli obiettivi di assetto della fascia B è quello della

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conservazione delle capacita di invaso, le aree di esondazione indiretta della piena con Tr 200 vi

sono incluse. Il piano stralcio riconosce a queste aree la necessita di conservazione della capacità

di laminazione della piena e individua criteri ed indirizzi per la compatibilità delle attività antropiche.

Fascia C – obiettivi di assetto

- Assicurare un sufficiente livello di sicurezza alle popolazioni insediate, ai beni ed ai luoghi

attraverso la predisposizione di Piani di emergenza di cui alla L. 225/92.

La fascia C comprende le porzioni di territorio inondabili comprese tra le piene con Tr 200 e Tr 500

e le aree marginali della piena con Tr 200. Per la fascia C il piano stralcio persegue il

raggiungimento degli obiettivi di assetto attraverso indirizzi e linee guida, nell‘ambito delle proprie

competenze, per le Amministrazioni provinciali a cui, ai sensi della legge 225/1992 compete la

predisposizione dei Piani di protezione civile.

RERU – RETE ECOLOGICA REGIONALE UMBRIA

La Rete Ecologica Regionale, come richiesto dalle strategie comunitarie, è un sistema

interconnesso di habitat, di elementi paesistici e di unità territoriali di tutela ambientale finalizzato

alla salvaguardia ed al mantenimento della biodiversità; essa ricopre diverse funzioni di importanza

strategica per la tutela ambientale e per la qualità della vita, funzioni che spaziano dalla

conservazione della natura all’offerta di spazi più spiccatamente diretti alla fruizione umana.

Nel territorio del comune di Perugia la RERU individua le aree di habitat così definite:

- Frammenti: aree di habitat di estensione inferiore alla soglia critica, reciprocamente non

connesse e non collegate alle unità regionali di

coesione ecologica, ma circondate da una fascia

di matrice;

- Corridoi e Pietre di guado: aree di habitat di

estensione inferiore alla soglia critica ma

reciprocamente connesse e relativa fascia di

permeabilità ecologica in forma lineare o areale

collegate con le Unità Regionali di Connessione

Ecologica.

In particolare, la presenza della barriera

antropica (E45) determina lo sviluppo di

Frammenti, piccole aree di habitat, circondati

da una zona definita di connettività.

La “Rete Ecologica Regionale Umbria” (RERU)

colloca la strada di progetto, confinante con

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un habitat connesso alla “connettività” (vegetazione ripariale) espressa dalla presenza del Torrente

Rio del Bosco, anche se come espresso negli studi riferiti alla “Rete ecologica locale (RE PG) essa

è impedita anche in questo caso dalla superstrada; un’eccezione è rappresentata dalla risalita

della vegetazione ripariale in prossimità dei sottopassi con la superstrada Perugia-Ancona nel

punto di confluenza del Torrente Rio con il Fosso del Richiavo.

PPR – PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE DELL’UMBRIA

Un ulteriore strumento sovraordinato cui far riferimento è il Piano Paesaggistico Regionale (PPR)

che si attiva dalla concezione del paesaggio come una totalità contestuale, di natura trans-scalare,

che integra localmente in modo specifico le caratteristiche storicoculturali, ecologico-naturalistiche,

insediative, sociali e simboliche del territorio generando specifici profili identitari.

In questa prospettiva individua alle diverse scale (da quella regionale a quella di area vasta e

locale) i contesti che si configurano come paesaggi identitari dell’Umbria , con particolare

riferimento ai Beni e alle aree tutelate per legge. Ne ricostruisce le dinamiche di mutamento per

cogliere fattori di rischio e di vulnerabilità, tenuto conto anche degli atti di programmazione e

pianificazione esistenti o in previsione. Attribuisce i valori, considerando anche il punto di vista

delle popolazioni interessate. Infine definisce gli obiettivi di qualità di ciascun contesto, articolando

di conseguenza le previsioni strategiche, quelle di regolazione degli interventi di trasformazione, e

quelle di tutela dei Beni paesaggistici.

I principali criteri posti a base della redazione del Piano paesaggistico regionale dell’Umbria sono

così sintetizzabili:

- Il Piano è inteso come strumento unico e organico di governo delle tutele, nonché di compatibilità

e di indirizzo degli interventi di conservazione e trasformazione dl paesaggio, fermo restando che i

Beni paesaggistici di cui al D.Lgs. n. 42/2004 si avvalgono di specifici contenuti regolativi. Il Piano

assicura la certezza delle regole per la tutela e al tempo stesso promuove l’importanza del

paesaggio ai fini del miglioramento della qualità del governo del territorio a tutti i livelli: regionale,

provinciale,comunale.

- L’efficacia del Piano si misura non soltanto rispetto alla sua funzione di salvaguardia dei paesaggi

di maggior valore, ma anche rispetto alla sua capacità complessiva di orientare positivamente gli

interventi su tutto il territorio, indirizzando le trasformazioni e valutandone preventivamente gli esiti

sotto il profilo delle qualità del paesaggio. A questo scopo il piano prevede non solo di definire

obiettivi di qualità per i singoli paesaggi articolati alle diverse scale (regionale, di area vasta,

locale), ma anche di individuare specifici contesti di riferimento per le previsioni e i progetti, intesi

come ambiti di territorio a cui va consapevolmente rapportata la pianificazione e la progettazione

perché venga garantito il corretto inserimento paesaggistico dell’intervento; il piano è sussidiario

rispetto a questo scopo, fornendo il supporto di adeguate conoscenze, procedure e strumenti da

utilizzare, con l’obiettivo di evitare il ricorso alla produzione di onerose conoscenze aggiuntive da

parte dei progettisti.

Il Piano definisce in questa prospettiva gli indirizzi e l’insieme dei criteri e strumenti per la

valutazione delle trasformazioni, dettando misure per il corretto inserimento paesaggistico, ai sensi

dell’art. 142, comma 1, lettera h) del DLgs, delle previsioni urbanistiche e dei progetti di intervento;

definisce inoltre le attribuzioni.

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Le preliminari analisi e studi ricomprendono il comparto nella “struttura identitaria” (Atlante dei

Paesaggi, 1_SS_2), che individua “Il Tevere e l’insediamento antico di collina, gli insediamenti

produttivi storici, l’Ansa degli Ornari (isola di naturalità), il lanificio di Ponte Felcino, gli insediamenti

fortificati sulle colline, i nuclei rurali vicino ai ponti, i fortilizzi e le torri.”

A sua volta l’ambito insiste in uno dei

19 paesaggi regionali nei quali si

restituisce la rispettiva

“Caratterizzazione paesaggistica”.

Il “paesaggio del perugino” (1_SS)

caratterizzato da un contesto a

dominante “SOCIALE-SIMBOLICA”. In

questo contesto ancora privo di

adeguate procedure di tutela, nonché

di criteri e strumenti per la

valutazione delle trasformazioni è

necessario che comunque sia

garantito un corretto inserimento

paesaggistico dei nuovi interventi, al

fine di orientarli positivamente.

Paesaggio Perugino 1_SS

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A sua volta l’ambito 1_SS è ripartito in ulteriori strutture identitarie prevalenti.

La 1_SS_2 comprende l’area in oggetto, che individua “Il Tevere e l’insediamento antico di collina,

gli insediamenti produttivi storici, l’Ansa degli Ornari (isola di naturalità), il lanificio di Ponte Felcino,

gli insediamenti fortificati sulle colline, i nuclei rurali vicino ai ponti, i fortilizzi e le torri.”

In questo contesto il paesaggio si caratterizza per il significato che assume il Fiume Tevere lungo

la valle, insieme alle infrastrutture che si sviluppano parallelamente al suo corso, una

conformazione morfologico e insediativa che ha condizionato nella storia il paesaggio medesimo. Il

sistema dei castelli concentrato nei versanti collinari a presidio della valle e delle vie di

comunicazione, il sistema di ponti, di antica origine, che ha condizionato gli insediamenti limitrofi,

quali Ponte Valle Ceppi, Ponte Felcino, Ponte Pattoli. Il Fiume che ha condizionato le pratiche di

uso del suolo e in qualche caso le coperture vegetazionali, come l’Ansa degli Ornari, che si

caratterizza dalla presenza di un bosco, impiantato lungo l’argine fluviale, per consentirne un

efficace consolidamento, dopo che fu deviato il suo corso.

PTCP – PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE

Con l’approvazione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP 2002), la Provincia

di Perugia ha definito la pianificazione di area vasta come piano di struttura, fortemente orientato

per la sua valenza di indirizzo. Esso si pone cioè come strumento che compie scelte strutturali che

devono trovare riscontro in quelle, anch’esse strutturali, dei singoli comuni.

In sostanza, il PTCP s’ispira fortemente al principio della pratica della co-pianificazione, finalizzata

a coinvolgere tutti gli enti pubblici e le aziende che hanno un ruolo istituzionale nella

trasformazione e nella gestione del territorio.

Tale circostanza, tuttavia, non è vista come momento esaustivo del processo di co-pianificazione

che si intende promuovere; molto giustamente, il PTCP ha posto l’accento sull’avvio di un

approccio che impone la ricerca, nelle forme più idonee, di un costante dialogo tra i diversi livelli di

pianificazione.

Più, precisamente il PTCP costituisce:

il quadro di riferimento per l’attività di pianificazione territoriale ed urbanistica degli Enti

Locali che hanno competenza di intervento sul territorio;

lo strumento di verifica di compatibilità del PRG comunale –Parte strutturale riferita alla

programmazione e alla pianificazione di settore;

l’indirizzo e il coordinamento per la pianificazione urbanistica comunale, disciplinando

direttamente l’assetto del territorio limitatamente alla tutela di beni e valori di interesse

comunale e sovracomunale;

il riferimento paesaggistico ai sensi e per gli effetti del D.Lgs. 42/2004 (Codice dei beni

culturali e del Paesaggio), così che il PRG dovrà assorbirne integralmente i contenuti e la

disciplina; in questa veste il PTCP assume il ruolo di Piano Paesaggistico dettando direttive

e prescrizioni.

Il contenuto normativo del PTCP è suddiviso in criteri, indirizzi, direttive e prescrizioni.

I “criteri” riguardano disposizioni e modalità per la stesura del PRG Parte Strutturale e la sua

attuazione. Gli “indirizzi” sono disposizioni attraverso le quali il PTCP definisce gli obbiettivi per la

pianificazione urbanistica comunale, attraverso un significativo contributo per rinnovare gli

strumenti urbanistici. Essi trovano corrispondenza rispettivamente nell’ “Atlante del sistema

paesaggistico ambientale” e nell’ “Atlante del sistema infrastrutturale-insediativo” (studi allegati al

PTCP). Inoltre definiscono i requisiti per la pianificazione comunale, che devono garantire la

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Variante PRG-Strutturale Relazione geologica e microzonazione sismica

Lidarno

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sostenibilità dello sviluppo e la compatibilità e la coerenza con la programmazione regionale e

provinciale, allo scopo di un corretto uso del suolo e delle sue risorse volto alla tutela, salvaguardia

e valorizzazione dell’insieme delle risorse sia paesaggistiche sia ambientali.

Le “direttive” sono disposizioni attraverso le quali il PTCP specifica alcuni contenuti degli indirizzi e

disciplina l’assetto del territorio relativamente agli interessi sovracomunali. Tali disposizioni per la

loro natura devono essere osservate o motivati eventuali adattamenti alle peculiarità locali sulla

scorta di approfondimenti tematici e di indagini eseguite alla scala di dettaglio comunale.

Le “Prescrizioni” sono disposizioni inerenti le materie di competenza propria di competenza del

PTCP che danno allo strumento valenza di Piano Paesaggistico ai sensi del D.Lgs. 42/02.

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

(PTCP) nell’individuare gli “Ambiti della tutela

paesaggistica” pone il comparto nel confine nord-

est con la “Zona di salvaguardia paesaggistica dei

corsi d’acqua” di rilevanza locale.

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Variante PRG-Strutturale Relazione geologica e microzonazione sismica

Lidarno

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Caratteristiche geomorfologiche

L’area oggetto di variante si localizza a

valle dei centri abitati di S. Egidio e di

Lidarno e risulta delimitata ad Ovest

dalla E45 e dal fiume Tevere, entrambi

con direttrice Nord-Sud.

La superficie topografica si presenta

morfologicamente sub-pianeggiante,

caratterizzata da una pendenza media

del 4%. La scarsa inclinazione del

terreno garantisce una generale

stabilità idrogeologica dell’area; infatti,

dalla cartografia ufficiale delle carte

inventario dei movimenti franosi del

PAI, IFFI e zoning geologico del

Comune di Perugia, non si rilevano

forme di instabilità geomorfologica

legate a dissesti idrogeologici sia in

atto, sia latenti.

Il reticolo idrografico della zona è caratterizzato da piccoli fossetti e/o canalizzazioni agrarie in

grado di regimare le acque superficiali in direzione del Rio Bosco, affluente in sinistra idrografica

del Fiume Tevere.

Il Rio Bosco scorre, senza apportare fenomeni erosivi di rilievo, in direzione Sud oltre la

Superstrada E45.

La zona oggetto di variante è, in linea d’aria, ad una distanza di circa 1 km dal fiume Tevere;

questo importante corso d’acqua scorre entro la sua pianura alluvionale con andamento sinuoso,

solo nei pressi di Ponte San Giovanni, dove il meandro è denominato “Ansa degli Ornari”. Tale

conformazione fluviale risulta pressoché unica nel territorio perugino, mentre si rinviene con

maggiore frequenza nella zona compresa tra Torgiano, Deruta e Marsciano. Nell’ambito oggetto di

variante la regimazione superficiale è operata attualmente dalle canalizzazioni superficiali ai fini

irrigui e dalle opere di smaltimento delle acque piovane in corrispondenza della superstrada.

Il deflusso superficiale relativo allo smaltimento delle acque dovrà comunque essere garantito

anche a seguito della realizzazione della viabilità di accesso al comparto D6.

Caratteristiche geologiche

Come è facilmente intuibile l’assetto geologico dell’area di studio è stato regolato nel corso del

tempo dalla storia evolutiva della catena montuosa appenninica e più recentemente dall’azione

dinamica del fiume Tevere.

L’attività tettonica di natura distensiva, in atto nel Pliocene superiore, ha dato origine in Umbria a

numerosi bacini lacustri e palustri continentali intramontani tra i quali il Bacino Tiberino, il Bacino

Reatino, le piane di Norcia e Castelluccio. In particolare, l’area in oggetto si colloca all’interno del

Bacino Tiberino, in un ambiente lacustre, denominato Lago Tiberino.

Stralcio carta inventario movimenti franosi del PAI e dell’IFFI

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Variante PRG-Strutturale Relazione geologica e microzonazione sismica

Lidarno

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In questo ampio bacino, che interessa anche la zona di Perugia, scorreva il così detto paleo-

Tevere che ha dato origine a deposti di natura argilloso – sabbiosa di notevole spessore.

Stralcio carta geologica in scala 1:10.000 della Regione dell’Umbria

Il Fiume Tevere che ha successivamente rimodellato e sedimentato i depositi alluvionali ha dato

origine a diversi ordini di terrazzi, impostati a quote diverse rispetto all’attuale letto fluviale.

Come da cartografia geologica allegata, la zona si imposta prevalentemente sul terrazzo più

recente, individuato nella cartografia geologica come bn1 (rigato orizzontale) - depositi alluvionali

terrazzati del Pleistocene – Olocene, mentre la parte terminale della viabilità è caratterizzata dalla

presenza di sedimenti di trasposto fluviale (conoide alluvionale) da parte del corso d’acqua

denominato fosso del Richiavo. Infine sono presenti anche i depositi antropici che caratterizzano

le aree degli svincoli della superstrada E45.

Al di sotto dei sedimenti alluvionali recenti ed attuali, sono presenti le Unità Sintemiche

caratterizzate da depositi clastici del Sintema di Solfagnano - litofacies di Sant’Egidio.

Questa litofacies è costituita da limi e limi sabbiosi prevalenti, con sabbie talvolta cementate. Le

sabbie sono a luoghi gradate e con laminazioni incrociate (Pleistocene inferiore).

Sulla base delle indagini pregresse eseguite in passato nell’area, nella medesima unità

stratigrafica e dalle informazioni idrogeologiche relative a pozzi privati ad uso domestico, è stato

possibile individuare la successione stratigrafica tipica della zona.

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Variante PRG-Strutturale Relazione geologica e microzonazione sismica

Lidarno

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Aspetti Idraulici

Il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del fiume Tevere (PAI e PAI bis) ha

pubblicato le cartografie di pericolosità e di rischio idraulico ad opera del reticolo principale (fiume

Tevere) ed in parte del reticolo idrografico secondario.

Il PAI individua lungo tutta l’asta del fiume Tevere tre fasce di pericolosità idraulica; la pericolosità

viene definita sulla base dello scenario di alluvionamento dei terreni per portate al colmo

rispettivamente per tempi di ritorno di 50, 200 e 500 anni. Le norme del PAI disciplinano

conseguentemente le attività di trasformazione del suolo al fine del raggiungimento degli obiettivi

di assetto del Piano stesso.

Fascia A: è caratterizzata dalla massima pericolosità ed è definita dal limite delle aree di

esondazione diretta della piena di riferimento con Tr 50.

Fascia B: fascia è compresa tra il limite delle aree di esondazione diretta ed indiretta delle piene

con Tr 50 e Tr 200. Il piano stralcio riconosce a queste aree la necessita di conservazione della

capacità di laminazione della piena e individua criteri ed indirizzi per la compatibilità delle attività

antropiche.

Fascia C: in tale area, è necessario assicurare un sufficiente livello di sicurezza alle popolazioni

insediate, ai beni ed ai luoghi attraverso la predisposizione di Piani di emergenza di cui alla L.

225/92. La fascia C comprende le porzioni di territorio inondabili comprese tra le piene con Tr 200

e Tr 500.

Per quanto riguarda la pericolosità idraulica del sito oggetto di variante, la cartografia del PAI non

evidenzia alcuna criticità legata a fenomeni di alluvionamento da parte del fiume Tevere, né da

parte del Rio del Bosco o del fosso del Richiavo. Attualmente, la viabilità primaria (svincolo di

ingresso alla E45 Strada per Petrignano di Assisi) e secondaria (Strada Casella Palombai) sono

interessate da opere di attraversamento del fosso del Richiavo. Al momento non vi sono dati storici

in merito a fenomeni di alluvionamento delle aree contermini per esondazione del fosso Richiavo;

resta comunque necessaria, in fase di progettazione delle opere viarie, una verifica idraulica per

portate al colmo per tempi di ritorno di 200 anni. Tale verifica consentirà di valutare l’efficienza e la

capacità di smaltimento degli attraversamenti suddetti.

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Variante PRG-Strutturale Relazione geologica e microzonazione sismica

Lidarno

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Acque sotterranee

L’area di studio rientra all’interno dell’Acquifero Alluvionale della Media Valle del Tevere Nord

come illustrato nella cartografia del Piano di Tutela Acque della Regione dell’Umbria.

Nella zona di studio l’acquifero principale è rappresentato dai

sedimenti alluvionali terrazzati del fiume Tevere. Dal punto

di vista idrogeologico, esiste subordinatamente un altro

acquifero compreso entro il Sintema di S. Egidio costituito

da depositi fluviali e lacustri di età Plio-Pleistocenica.

Questi ultimi rappresentano generalmente il letto

dell’acquifero, in quanto costituiti da una granulometria

prevalentemente fine.

I dati piezometrici di pozzi privati presenti nell’area hanno

evidenziato che l'asse di drenaggio principale risulta in

direzione del fiume Tevere, principale collettore drenante

della zona, altre linee di flusso secondarie trasversali si

rinvengono in corrispondenza dei principali affluenti del

Tevere stesso.

La profondità della falda dal piano campagna è generalmente compresa entro i primi 10 metri ed il

livello piezometrico risulta nel tempo molto variabile in relazione all’andamento pluviometrico.

Per quanto riguarda l’acquifero più superficiale, dall’archivio dei pozzi ad uso domestico è stato

possibile estrapolare il livello di falda e la stratigrafia locale di una zona, indicata nell’ortofotocarta

e molto vicina alla traccia della strada di accesso al comparto D6.

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Variante PRG-Strutturale Relazione geologica e microzonazione sismica

Lidarno

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Impermeabilizzazione Superficiale

Nella relazione di PRG, Parte Strutturale, viene trattata la problematica relativa al grado di

impermeabilizzazione superficiale dei suoli nel caso in cui, a seguito di trasformazioni d’uso del

territorio, vengano modificati gli equilibri di infiltrazione, deflusso o scorrimento delle acque

superficiali. Gli studi preliminari di PRG hanno identificato varie Unità Urbanistiche Territoriali

(UUT) che tengono conto delle modifiche alle condizioni naturali, determinate dalle previste attività

antropiche (riferite a diverse forme d’uso del suolo).

La valutazione del grado di impermeabilizzazione deve tener conto di come la costruzione di

nuove strade, di piazzali pavimentati e di abitazioni contribuiscono alla riduzione dell’infiltrazione e

dei tempi di corrivazione. Generalmente le modificazioni antropiche, che comportano la

realizzazione di nuove impermeabilizzazioni, causano sensibili aumenti del deflusso superficiale

con conseguente aumento delle portate dei corsi d’acqua e la probabilità di piene improvvise. Tale

scenario ha luogo soprattutto nel caso in cui il substrato geologico sia particolarmente permeabile.

In tal caso, dovrà essere garantita la capacità di infiltrazione delle acque nel sottosuolo attraverso

accorgimenti tecnici finalizzati al mantenimento della permeabilità dei suoli (aree a verde e

pavimentazioni filtranti) ed attuato il corretto smaltimento delle acque superficiali attraverso

opportuni sistemi di regimazione e raccordo con il reticolo idrografico locale.

Al contrario, la presenza di un substrato caratterizzato da terreni impermeabili non modifica di fatto

in maniera sostanziale l’infiltrazione delle acque in profondità ed il deflusso superficiale delle acque

meteoriche dovrà comunque essere garantito.

In ogni caso, si dovrà assicurare il corretto smaltimento delle acque piovane al fine di non alterare

gli effetti erosivi del suolo e la stabilità morfologica del territorio.

VIA LIPPIAVIA LIPPIAVIA LIPPIAVIA LIPPIAVIA LIPPIACOLLEST RA DACOLLEST RA DACOLLEST RA DACOLLEST RA DACOLLEST RA DA

PODERE BORGIAPODERE BORGIAPODERE BORGIAPODERE BORGIAPODERE BORGIA

SA NT 'EGIDIOSA NT 'EGIDIOSA NT 'EGIDIOSA NT 'EGIDIOSA NT 'EGIDIO

LIDA RNOLIDA RNOLIDA RNOLIDA RNOLIDA RNO

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Variante PRG-Strutturale Relazione geologica e microzonazione sismica

Lidarno

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Per il sito in oggetto, l’allegato 8 al PRG (Verifica dei parametri ecologici) identifica la zona

ricadente nella UUT 41. Di seguito si riportano due delle cartografie di verifica dei parametri

ecologici che meglio identificano la situazione relativa all’impermeabilizzazione superficiale:

deflusso idrico superficiale e caratteri del reticolo idrografico.

In particolare, per la UUT 41 il deflusso idrico superficiale è stato considerato significativamente

modificato, prevalentemente a causa della presenza dell’area aeroportuale di S. Egidio; per quanto

riguarda l’efficienza del il reticolo idrografico, la UUT 41 è stata definita come zona con caratteri

sensibilmente modificati sempre a causa dell’ampia superficie dell’area aeroportuale.

In riferimento all’attuale condizione sopra esposta della UUT e considerato intervento previsto per

la realizzazione della strada di accesso alla D6, si ritiene verosimile attestate che le condizioni

della variante non vanno sostanzialmente a modificare l’attuale situazione di infiltrazione delle

acque nel sottosuolo.

Infatti, la diminuzione della superficie agricola a favore dello sviluppo areale della nuova viabilità,

non apporta di fatto rilevanti decrementi della copertura. La percentuale di superficie agricola resta

praticamente invariata anche per il fatto che la nuova viabilità ricalca sostanzialmente quella

esistente ad eccezione di due rotonde di raccordo.

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Variante PRG-Strutturale Relazione geologica e microzonazione sismica

Lidarno

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Ecomosaico dell’uso del suolo del territorio del comune di Perugia

La carta dell’uso del suolo costituisce uno degli strumenti di base per la conoscenza quali-

quantitativa delle risorse di un territorio, condizione preliminare e necessaria per la giusta

programmazione dello sviluppo locale. Essa consente di effettuare analisi ecologico-ambientali

nonché di valutare i potenziali effetti determinati dalle modifiche indotte dalle scelte di

pianificazione. La costruzione di una cartografia tematica dell’uso del suolo, eseguita in GIS, in

ambiente ArcView, è stata effettuata su ortofotocarta digitale. L’uso del suolo è stato mappato per

fotointerpretazione secondo 9 classi: aree urbane, aree agricole, colture specializzate, prati-

pascoli-incolti, aree boscate, corridoi e formazioni ripariali, attività agricola specializzata, acque e

aree nude.

Di seguito si riporta la cartografia e la legenda dell’uso del suolo realizzata nel 2008 con ortofoto

digitali del 2005, rappresentata in scala 1:10.000.

Per quanto riguarda la zona oggetto di studio, si

riscontra un uso del suolo ad arboricoltura a legno e

parzialmente a seminativo semplice con la presenza di un

edificato residenziale isolato classificato a tipologia

rurale.

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Variante PRG-Strutturale Relazione geologica e microzonazione sismica

Lidarno

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Sismicità

CLASSIFICAZIONE SISMICA E CARATTERISTICHE SISMICHE LOCALI

Il Comune di Perugia è stato definito a sismicità

media dalla D.G.R. 852/03 e s.m.i. e classificato in

zona sismica 2. Come previsto dalla normativa

vigente in materia di criteri per l’esecuzione di studi di

microzonazione sismica a corredo degli strumenti

pianificatori (D.G.R. 377/2010), si è provveduto a una

valutazione delle possibili amplificazioni o instabilità

dinamiche locali in funzione della specificità delle

situazioni geologiche e geomorfologiche oltre che di

microzonazione sismica locale. Attualmente, sono in

vigore le nuove Norme Tecniche sulle Costruzioni,

emanate con il D.M. 14.01.2008; queste definiscono

la scelta delle indagini geognostiche, geofisiche e di

laboratorio da effettuarsi nelle varie fasi progettuali.

Per quanto riguarda la pericolosità sismica di base di

tutto il territorio nazionale, l’INGV ha definito una

maglia di valori di accelerazione massima del suolo

con probabilità di eccedenza del sisma.

Per la determinazione della pericolosità di base ag(g), si consultano le mappe interattive che

utilizzano una ipotetica superficie topografica orizzontale, in cui il substrato geologico è

caratterizzato da una categoria di sottosuolo di tipo A e l’accelerazione massima del suolo con

probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni.

Dalla lettura delle mappe risulta un’accelerazione massima del suolo ag compresa tra 0,200 e

0,225 g.

In riferimento alla normativa vigente in materia di

costruzioni in zona sismica (D.M 14.01.08), la

categoria di sottosuolo nel luogo specifico, dovrà

essere determinata, in fase di progettazione

esecutiva delle opere, attraverso apposite prove

geofisiche finalizzate alla determinazione del

valore delle Vs30. Anche per gli aspetti

geotecnici, dovranno essere valutati i parametri

fisico meccanici attraverso specifiche indagini

geognostiche, prove di laboratorio su campioni

indisturbati e prove penetrometriche in sito.

La normativa in materia di costruzioni in zona

sismica classifica, infatti, i terreni di fondazione

in cinque principali categorie (A, B, C, D ed E),

che sono individuate dai valori:

- della velocità media delle onde di taglio nei

primi 30 m del sottosuolo (VS30);

- della resistenza penetrometrica (NSP30);

- della coesione non drenata (Cu30).

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Variante PRG-Strutturale Relazione geologica e microzonazione sismica

Lidarno

23

Per VS30 s’intende la media pesata delle velocità delle onde S (di taglio) lungo la verticale, fino a

30 metri di profondità dal piano di posa della fondazione.

La valutazione della suscettibilità dei terreni in fase sismica è definita anche a livello locale dalla

Regione dell’Umbria ed in scala di maggior dettaglio. Tali studi sono stati formalizzati attraverso la

rappresentazione cartografica di microzonazione sismica (M.S) di livello 1.

Questa è una carta derivata e realizzata per sovrapposizione della cartografia geologica e

geomorfologica e delle risultanze delle indagini geognostiche e geofisiche appositamente

realizzate al fine di caratterizzare i terreni anche dal punto di vista del comportamento fisico

meccanico dei terreni. Di fondamentale importanza è anche la definizione della stratigrafia tipo,

dello spessore della coltre clastica sul basamento roccioso e/o bedrock sismico e delle MOPS

(Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica). Tale studio più approfondito, come richiesto dalla

D.G.R 377/08, si attua in caso di studi M.S di livello 2 o 3 di approfondimento per varianti

operative e piani attuativi nel caso di complessità dei fenomeni attesi e per l’importanza dell’opera.

Nella carta di M.S di livello1 di approfondimento, l’area ricade interamente nella zona 7 “zona di

fondovalle con depositi alluvionali”.

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Variante PRG-Strutturale Relazione geologica e microzonazione sismica

Lidarno

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Nella zona 7 è possibile che in fase sismica si possa verificare un’amplificazione del moto sismico

legato, in primo luogo, alla diversità di impedenza sismica tra substrato e copertura e,

secondariamente, alla conformazione geometrica dei depositi alluvionali con conseguente

fenomeno di focalizzazione delle onde sismiche.

Le indagini geognostiche, geofisiche e di laboratorio, che dovranno essere effettuate nella fase di

progettazione esecutiva consentiranno di caratterizzare al meglio la situazione geologico

stratigrafica e litotecnica locale e definire la categoria di sottosuolo, così come richiesto dalla

normativa vigente in materia di costruzioni in zona sismica (NTC08).

Le nuove Norme Tecniche per le Costruzioni D.M 14/01/08 suddividono i terreni in n. 5 categorie

di suolo di fondazione (A,B,C,D,E) e n°.2 categorie speciali (S1-S2), ai fini dell’azione sismica di

progetto:

A: ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di Vs30 superiori a 800

m/s, eventualmente comprendenti eventuali strati di alterazione superficiale con spessore

massimo pari a 3m;

B: Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina

molto consistenti con spessori superiori a 30 metri, caratterizzati da un graduale miglioramento

delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s

(ovvero resistenza penetrometrica NSPT30>50 nei terreni a grana grossa e cu30>250 kPa nei

terreni a grana fina );

C: Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina consistenti

con spessori superiori a 30 metri, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà

meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 180 m/s e 360 m/s ( 15<NSPT30<50,

nei terreni a grana grossa 70<cu30<250 kPa nei terreni a grana fina);

D: Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a grana fina

scarsamente consistenti, con spessore superiori a 30 metri caratterizzati da un graduale

miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30<180 m/s

(NSPT30<15 nei terreni a grana grossa, cu30<70 kPa nei terreni a grana fina);

E: terreni dei sottosuolo C e D per spessori non superiore a 20m posti sul substrato di

riferimento con Vs30>800 m/s.

S1: Depositi di terreni caratterizzati da valori di Vs30 inferiori a 100 m/sec (ovvero 10 <cu30<20

kPa), che includono uno strato di almeno 8 metri di terreni a grana fina da bassa consistenza,

oppure che includono almeno 3 metri di torba o di argille altamente organiche

S2: Depositi di terreni suscettibili di liquefazione , di argille sensitive o qualsiasi altra categoria

di sottosuolo non classificabile nei tipi precedenti.

In questa fase di pianificazione,

consultando l’abaco definito dal PUT

relativamente alle categorie tipo di

sottosuolo e dei relativi spettri di risposta

sismica, è possibile ipotizzare in prima

approssimazione una stratigrafia tipo di

sottosuolo B. Tale successione

stratigrafica è comparabile con la

stratigrafia indicata dal pozzo ad uso

domestico presente nelle immediate

vicinanze dell’area oggetto di variante.

Abaco delle stratigrafie tipo (categorie di sottosuolo)

e degli spettri secondo le NTC08

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Variante PRG-Strutturale Relazione geologica e microzonazione sismica

Lidarno

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Zoning Geologico Tecnico

Nell’attuale cartografia dello zoning geologico tecnico l’area oggetto di variante ricade in una zona

definita “Area stabile” (4): area interessata da depositi alluvionali di spessore variabile con

substrato pianeggiante o poco inclinato. Terreni a comportamento geomeccanico differenziato in

relazione alla diversa composizione granulometrica. La cartografia dello zoning riporta quanto

segue:

Aree stabili ( zona 4) “Aree interessate da depositi alluvionali di spessore variabile con substrato

pianeggiante o poco inclinato. Terreni a comportamento geomeccanico differenziato in relazione

alla diversa composizione granulometrica. Il livello della falda idrica è normalmente compreso nei

primi 10 metri di profondità dal piano di campagna.”

La cartografia dello zoning geologico-

tecnico in via di realizzazione per

l’adeguamento all’art. 15 del PTCP

evidenzia come il sito oggetto presenta

unicamente una vulnerabilità degli

acquiferi da alta a media per la quale va

applicato l’art. 15.c del PTCP.

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Variante PRG-Strutturale Relazione geologica e microzonazione sismica

Lidarno

26

CONCLUSIONI

La presente variante alla parte strutturale, che si configura come variante puntuale allo strumento

urbanistico vigente, inserisce nella mappatura di PRG una nuova viabilità di accesso al comparto

D6 ed a tale riguardo l’ultimo comma dell’art. 117 del TUNA prevede che gli oneri, relativi alla

sistemazione ed all’adeguamento della viabilità di accesso al comparto, a partire dallo svincolo di

Lidarno, siano a carico dei soggetti attuatori.

L’area oggetto di variante si inserisce in un contesto già fortemente infrastrutturato ed adiacente ad

una grande arteria di viabilità regionale; pertanto quanto proposto non risulta apportare

modificazioni di rilievo all’ambiente, né tantomeno all’attuale morfologia.

La viabilità di progetto ricalca quella già esistente ad eccezione di due rotonde necessarie per

accedere al comparto D6. La viabilità preesistente, di limitate dimensioni, viene solamente

rimodulata al fine di adeguare la sezione stradale a ricevere maggiori volumi di traffico.

Come definito dalla Delibera della Giunta Regionale 3806/85 e s.m.i, nell’ambito di definizione del

PRG del Comune di Perugia, si sono stabiliti i termini e le procedure per la realizzazione degli

elaborati di carattere geologico - tecnico a corredo del Piano.

Alla luce dei riscontri effettuati per gli aspetti geologici, non sono emerse situazioni critiche dal

punto di vista della fattibilità; per tale verifica sono stati consultati molteplici lavori ed estrapolati i

risultati delle indagini geologiche e geofisiche sui terreni. Inoltre, sono stati esaminati i piani

sovraordinati ed i piani di settore, controllata la cartografia dei vincoli al PRG e dello zoning

geologico tecnico, sia quello attuale, sia quello oggetto di adeguamento all’art. 15 del PTCP.

Dallo studio “la microzonazione sismica della città di Perugia” pubblicato dalla Regione dell’Umbria

nel 2011 sono state inoltre ricavate, laddove disponibili, tutte le informazioni utili relative alla

microzonazione sismica.

L’analisi così condotta, ha permesso di definire in maniera puntuale le caratteristiche geo-

litologiche, geomorfologiche e sismiche dell’area oggetto di variante e per quanto attiene la stima

del rischio “geologico”, non emergono condizioni di criticità di tipo idrogeologico, idraulico e

sismico.

Si ritiene comunque necessario dare alcune disposizioni da prendere in considerazione in fase di

progettazione esecutiva:

-In relazione all’attuale viabilità secondaria (Strada Casella Palombai) che verrà in parte ampliata e

che interferisce con il fosso del Richiavo, sono da verificarsi, dal punto di vista idraulico, le opere

di attraversamento per portate al colmo per tempi di ritorno di 200. Tale verifica consentirà di

stabilire l’efficienza e la capacità di smaltimento del fosso e di rimodulare le sezioni di

attraversamento.

- In applicazione alla vigente normativa NTC08 e alla D.G.R 377/10, sempre in fase di

progettazione esecutiva, si ritiene che venga definito in dettaglio, sia il modello geologico, sia

quello geotecnico e la risposta sismica locale necessaria per la definizione della categoria di

sottosuolo. Tali informazioni sono indispensabili al fine di progettare le opere strutturali connesse

alla realizzazione della strada. Per la caratterizzazione geologico-geotecnica e sismica dovranno

essere eseguite specifiche indagini di dettaglio in linea con le norme vigenti in materia di

costruzioni in zone sismiche. In relazione a ciò, dovrà essere definita la velocità delle onde di taglio

Vs30, la parametrizzazione geotecnica dei vari livelli litostratigrafici che rappresentano il volume

significativo, la verifica a liquefazione.

Page 27: Variante al PRG- parte strutturale · 2019-07-23 · Variante PRG-Strutturale Relazione geologica e microzonazione sismica Lidarno 7 “Elementi di degrado paesaggistico” sono rappresentati

Variante PRG-Strutturale Relazione geologica e microzonazione sismica

Lidarno

27

- Per gli aspetti legati alla morfologia, si ritiene opportuno che il progetto miri a limitare al

massimo i movimenti terra, legati a scavi e riporti al fine di non creare squilibri di tipo idrogeologico.

Perugia, marzo 2014

Dott.ssa Geol. G.Antonini