RELAZIONE TECNICA Procedura rilascio autorizzazione...

27
Pagina 1 di 27 Azienda Agricola GIORGIO ROSA via Panarella 30 Papozze 45010 Rovigo RELAZIONE TECNICA Procedura rilascio autorizzazione ambientale integrata

Transcript of RELAZIONE TECNICA Procedura rilascio autorizzazione...

Pagina 1 di 27

Azienda Agricola GIORGIO ROSA via Panarella 30 Papozze 45010 Rovigo

RELAZIONE TECNICA Procedura rilascio autorizzazione ambientale integrata

Pagina 2 di 27

INDICE

INTRODUZIONE ................................................................................................................................ 4

CAP 1: IDENTIFICAZIONE DELL’IMPIANTO ...................................................................... 5

1.1 INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO ................................................................... 6

1.2 VINCOLI AMBIENTALI .................................................................................................... 7

1.3 INQUADRAMENTO PAESAGGISTICO .......................................................................... 10

CAP 2: CARATTERISTICHE TECNICO/PRODUTTIVE DELL’IMPIANTO ...................... 14

2.1. ANALISI DELL’IMPIANTO - CICLI PRODUTTIVI .................................................. 14

2.2 DESCRIZIONE STRUTTURE DI ALLEVAMENTO................................................... 15

2.3 TIPOLOGIA PRODUTTIVA E GESTIONE ALLEVAMENTO .................................. 17

2.4 GESTIONE DEL “VUOTO SANITARIO” E SISTEMI DI PULIZIA, DISINFEZIONE

E DISINFESTAZIONE ............................................................................................................. 18

2.5. BENESSERE ANIMALE ................................................................................................... 19

CAP 3. CONSUMI DI RISORSE E CARATTERISTICHE DELLE EMISSIONI IN

AMBIENTE ESTERNO ............................................................................................................ 20

3.1 MATERIE PRIME E AUSILIARIE E LORO DEPOSITI ................................................. 20

3.2 CONSUMI ENERGETICI .................................................................................................. 20

3.3 EMISSIONI IN ATMOSFERA .......................................................................................... 20

3.4 EMISSIONI ECCEZIONALI ............................................................................................. 21

3.5 CONSUMI IDRICI E SCARICHI IDRICI .......................................................................... 22

3.5.1. Consumi idrici .............................................................................................................. 22

3.5.2. Scarichi idrici ............................................................................................................... 22

3.6 EMISSIONI SONORE ....................................................................................................... 22

3.7 RIFIUTI E SPOGLIE DI ANIMALI .................................................................................. 22

3.8 BONIFICHE E PIANO DI DISMISSIONE ....................................................................... 22

CAP 4 VALUTAZIONE DELLA AZIENDA IN RELAZIONE ALLA APPLICAZIONE

DELLE MTD ............................................................................................................................. 23

Pagina 3 di 27

Nota al documento: Dove non espressamente riportato i dati si intendono derivanti da dichiarazioni del gestore dell’allevamento. Con il termine BRef Europei in uso nel presente documento si intende riferirsi al “Reference Document on Best Available Techniques for Intensive Rearing of Poultry and Pigs” emesso dall’ European Integrated Pollution Prevention and Control Bureau - EIPPCB - e disponibili sul sito http://eippcb.jrc.es Con il termine Linee Guida o LG in uso nel presente documento si intende riferirsi a “Linee guida per l’identificazione delle migliori tecniche disponibili: cat. IPPC 6.6” pubblicato sul supplemento ordinario alla gazzetta ufficiale n°125 del 31/05/07. . La presente relazione è stata predisposta da Anna Geotti Bianchini (Ambiente Italia srl) sulla base dei dati e delle informazioni fornite dal gestore .

Pagina 4 di 27

INTRODUZIONE

Alla data di redazione della presente domanda Az Agricola Rosa Giorgio ha terminato un ciclo con un numero di capi pari a circa 22000 unità, in un allevamento di galline ovaiole a terra; la presente domanda vien inoltrata al fine di permettere all’azienda di modificare l’allevamento in strutture con gabbie arricchite arrivando ad accasare fino a 59.292 capi, per una presenza media di 57810 capi. ll capannone esistente verrà mantenuto inserendo all’interno le gabbie e le concimaie saranno adeguate, mediante copertura. Tale modifica si configura come ampliamento in riferimento alla DGRV 856/2012, ma non comporta passaggio di classe ( classe seconda). Il gestore ha in programma di effettuare i seguenti interventi:

• copertura delle concimaie

• realizzazione di un servizio igienico a servizio dell’allevamento. Gli interventi sono soggetti a concessione edilizia e il Comune di Papozze al momento, ha bloccato temporaneamente queste procedure, essendo il PRG in fase di aggiornamento. La domanda Non appena le concessione saranno operative sarà cura del gestore inviarne copia alla autorità competente.

Pagina 5 di 27

CAP 1: IDENTIFICAZIONE DELL’IMPIANTO

L’azienda agricola Rosa Giorgio è sita in provincia di Rovigo, nel comune di Papozze, in via Panarella 30. L’area dell’azienda sulla quale insiste l’allevamento occupa una superficie di circa 18.000 mq, di cui 3420 coperti, 1280 scoperti pavimentati ( le piazzole davanti alle due entrate e una corsia che corre lungo i lati del capannone) e i rimanenti 13.300 mq scoperti non pavimentati. Nell’azienda vengono allevati galline ovaiole in gabbia per una capacità totale di c.a. 59.292 posti.

Figura 1: inquadramento urbanistico e territoriale dell’azienda (in rosso, intorno di 500 metri) Fonte: Google Earth 2013

L’azienda è a meno di 500 m di distanza a ovest del centro abitato di Panarella e a circa 3 km in linea d’aria a est dall’abitato di Papozze. La casa sparsa più vicina è a circa 300 metri in direzione sud est. A circa 1 km scorre il fiume Po (a est e a sud).

Pagina 6 di 27

Figura 2: Localizzazione dell’azienda Fonte: Google Earth 2013

1.1 INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO L’allevamento è situato in provincia di Rovigo, nel territorio comunale di Papozze. Dal punto di vista geografico l’azienda agricola è inserita in un contesto agricolo a breve distanza (circa 1 km) dall’area di particolare valenza ambientale-naturalistica costituita dal fiume Po, zona SIC e ZPS e Parco Regionale del Delta del Po. Sono stati analizzati i seguenti piani territoriali:

- Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Rovigo, adottato il 21/04/2009; - Piano Regolatore Generale vigente approvato con delibera della G.R.V. n. 522 del

22/02/2000 e ss. varianti; - Piano d’Area Delta del Po, approvato il 5/10/1994.

L’azienda agraria si trova in un’area senza particolari elementi naturalistici, a parte siepe, nella vicinanza di un area di colture legnose adiacente alla struttura. Secondo l’elaborato XVII del PTCP (Classificazione dei suoli) l’azienda è in una pianura alluvionale del Fiume Po, nella bassa pianura recente (olocenica) con suoli non decarbonatati, dossi fluviali ben espressi, costituita prevalentemente da sabbie e limi.

Pagina 7 di 27

Figura 3: elementi naturalistici Fonte: estratto PTCP Rovigo, tavola elementi naturalistici

1.2 VINCOLI AMBIENTALI

Dall’analisi del PTCT l’azienda agraria non risulta soggetta a nessun vincolo ambientale o paesaggistico. Il Parco Regionale Delta del Po dista circa 1 km dall’allevamento.

Pagina 8 di 27

Figura 4: vincoli e pianificazione territoriale Fonte: estratto PTCP Rovigo, tavola 1. 3

Pagina 9 di 27

Secondo il PTCP, elaborato 2.3, l’allevamento è in area di Scolo meccanico, in vicinanza di zone esondabili, come si vede dalla seguente figura.

Figura 5: Sicurezza idraulica e idrogeologica Fonte: estratto PTCP Rovigo, tavola 2.3a

Nel raggio di 500 metri dall’azienda sono presenti soltanto alcune unità abitative e un’area artigianale.

Az. Agr. Rosa

Pagina 10 di 27

Tabella 1: Elementi territoriali presenti in un intorno di 500 metri dal sito dell’azienda

Elementi territoriali entro un raggio di 500 m NO SI Note

Case di civile abitazione � �

Scuole, ospedali � � Impianti sportivi e/o ricreativi � �

Impianti industriali esistenti � �

Aree commerciali � �

Aree di pregio agricolo e silvopastorale � �

Corpi idrici di superficie � �

Discariche � �

Cave � �

Depuratori � �

Strade provinciale � �

Autostrada � �

Ferrovie � �

Aeroporti � �

Zone militari � �

Aree archeologiche � �

Allevamenti zootecnici intensivi � �

Pozzi di prelievo idropotabile � �

Aree soggette a vincolo paesaggistico � �

Aree naturali protette � �

Siti di Interesse comunitario (SIC) � �

Zone di Protezione Speciale (ZPS) � �

Aree archeologiche � �

Aree soggette a vincolo idrogeologico e forestale � �

Aree soggette a vincolo sismico � �

Zona 4 (PTCP elaborato II Geomorfologia – Zoniz. Sismica (O.P.C.M. 3274/2003))

1.3 INQUADRAMENTO PAESAGGISTICO L’azienda agricola rosa non è soggetta al vincolo paesaggistico D. Lgs. n. 42/2004, in osservanza di quanto disposto dalla precedente Legge n. 431/85, nota come Legge Galasso. Ci sono due aree protette a circa 1 km dall’azienda:

- SIC Delta del Po tratto terminale e delta veneto (IT3270017) - ZPS Delta del Po (IT3270023)

Pagina 11 di 27

Figura 6: Rete Natura 2000 nel territorio comunale di Papozze

Fonte: Regione Veneto – Rete Natura 2000

Nella foto che segue sono rappresentate le principali strutture dell’allevamento.

Figura 7: capannone appena realizzato nel 2003 ( lato sud con i ventilatori)

Pagina 12 di 27

Figura 8: parte centrale capannone all’interno della quale e’ presente lasala uova

figura 9: contenimento della concimaia lato nord del capannone.

Pagina 13 di 27

figura 10: rappresentazione schematica del capannone .

N

C A P A N N 1 C A P A N N 2

D

S1 S2

T

C1

M R

C

INGRESSO CAPANN

R = RIFIUTI

conciomaia

2

C1 = CELLA UOVA

S1 E S2 = SILOS

AREA PRESENZA VENTILATORI

M = CELLA CAPI DECEDUTI

D = DEPOSITO PRODOTTI PERICOLOSI

SPOGLIATOIO

T = DOSATORE

concimaia

1

INGRESSO DEDICATO

PER CONTROLLO NASTRI

NASTRI TRASPORT. POLLINA = = = =

Pagina 14 di 27

CAP 2: CARATTERISTICHE TECNICO/PRODUTTIVE DELL’IMPIANTO 2.1. ANALISI DELL’IMPIANTO - CICLI PRODUTTIVI Il ciclo produttivo consiste nell’allevamento di galline ovaiole per la produzione di uova da consumo. In media esso ha una durata di 13 mesi e a fine periodo i capi sono avviati a macellazione. L’allevamento Giorgio Rosa lavora in soccida con il gruppo Eurovo. Dopo lo svuotamento dei capannoni viene effettuata pulizia e igienizzazione dei locali di stabulazione, per una durata di vuoto sanitario di almeno 21 giorni che comprende pulizia e manutenzioni. Quindi vengono inseriti capi giovani di circa 16 settimane per iniziare un nuovo ciclo. Raccolta e confezionamento uova

Gli impianti di allevamento sono integrati da impianti per raccolta uova costituiti da 6 linee per circa 8600 mq di nastri. Le uova prodotte arrivano trasportate dai nastri nella sala dedicata e l’operatore seleziona le uova idonee da quelle non idonee e le sistema sui tris in plastica. Le uova non idonee in quanto hanno rotto il guscio, senza rottura della pellicina sottostante sono inviate ai centri di lavorazione, le uova rotte sono trasferite in cella frigo assieme ai capi deceduti, le uova idonee sono posizionate in frigo e ritirate ogni due – tre giorni dal soccidante.( frigo C1 figura 10) La raccolta delle uova avviene in una zona dedicata dell’allevamento dove vengono convogliate tramite un sistema ‘’LIFTER su macchina imballatrice tipo flexy 120 dove subiscono da parte dell’operatore una selezione in prima e seconda categoria. Le uova di prima categoria vengono delicatamente posizionate dalla macchina medesima in appositi ‘’TRIS ‘’di plastica mentre le uova sporche ,pallide o deformi vengono separate manualmente e deposte in eguali contenitori ma inbancate a parte. Le uova rotte vengono ammassate in idonee vasche di plastica e conservate in freezer per essere periodicamente conferite assieme alle carcasse a ditta autorizzata allo smaltimento dei SOA . le uova di prima e seconda categoria conservate in apposita cella a temperatura controllata <18°C vengono conferite ogni tre giorni lavorativi al soccidante.

Pagina 15 di 27

2.2 DESCRIZIONE STRUTTURE DI ALLEVAMENTO E’ presente 1 capannone all’interno del quale ci sono due unità produttive divise dal locale centrale dove si raccolgono le uova. (vedi figura 10 ). Il capannone é, una struttura d’acciaio con pareti in pannello sandwich contenente 5 cm di isolante polistirene e copertura con pannelli sandwich con 6 cm del medesimo isolante; lungo c.a. 214 metri e largo c.a.14 è diviso in due unità di allevamento , di cui una di1428 mq ed una di 1386 mq di superficie. La pavimentazione è in cemento, con un marciapiede perimetrale di m. 2,5 di larghezza. Ad oggi l’allevamento dei capi è a terra, con la possibilità di aprire le porte laterali per far uscire le galline nell’area di razzolamento. Ogni unità ha le seguenti caratteristiche :

SUA1 Mq

Pascolo ha

N° nidi

Lunghezza m

Larghezza m

Nastro m

Mangiatoia m

Abbeveratoi N°

1437,5 4,52 40 2,4 1,63 0,5 606 1280

Trespoli m

N° ventilatori

Portata Nmc/h

Apertura finestre mq

N° neon Potenza neon kw

1555 4+1 31000+ 16000

469 66 36

L’allevamento per cui si chiede l’autorizzazione non cambierà la struttura esterna del capannone, ma l’impiantistica interna, trasformando l’allevamento a terra in allevamento in gabbia (codice 4.1.3.); nelle figure che seguono è rappresentata l’impiantistica (fig 11) e la sezione trasversale (fig 12)

figura 11: tipologia delle strutture a gabbie che saranno installate (le foto sono fornite dall’installatore) .

1 Superficie utile di allevamento

Pagina 16 di 27

figura 12: sezione trasversale di gabbie

In ognuna delle due unità di allevamento saranno disposte 3 file di moduli come indicato in figura 12 , e nella tabella che segue è indicato il numero esatto di colonie e di capi accasati, per sezione :

capannone 2 capannone 1 totale

Superficie mq 1428 1386

capi/colonia N° 81 81 81

Superficie / capo cm2 750 750 750

totale colonie N° 372 360 732

Capacità totale N° 30132 29160 59292

Spazio mangiatoia / capo cm 12 12 12

nastri pollina N° 12 12 24

Abbeveratoi totali con tazze antigocciolamento

N° 3720 3600 7320

Ventilatori da 30.000 Nmc/h 12 12 24

Ventilatori da 12.000 Nmc/h 2 2 4

Tubi fluorescenti da 58 watt N° 64 64

128

Lampade ED 158 B N° 64 64 128

Pagina 17 di 27

figura 13: immagini dell’interno dell’allevamento

La raccolta delle uova avviene come descritta nel paragrafo 2.1. Le deiezioni raccolte dai nastri sotto le gabbie sono trasferite mediante verso le parti terminali dei due settori di allevamento dove sono presenti due concimaie, di adeguata capacità: il trasferimento della pollina dal capannone fino alla concimaia avviene con nastri trasportatori coperti (in figura 10 sono rappresentati i nastri che dal capannone portano la pollina in concimaia ). La copertura sarà fatta con telo. Il sistema adottato si configura come tipo 4.1.3., gabbie con nastri trasportatori sottostanti per la rimozione frequente della pollina umida verso uno stoccaggio esterno chiuso ( coeff di emissione di NH3 0.053 - 0.092 kg/capo/anno con una riduzione minima del 60% circa rispetto al sistema di riferimento 4.1.1. gabbie con fossa di stoccaggio prolungato non ventilata). Il sistema permette una parziale disidratazione della pollina grazie alla ventilazione interna. Il sistema adottato attualmente si configura come 4.2.2 sistema a terra con aerazione della pollina sotto il fessurato (coeff di emissione di NH3 0.125 kg/capo/anno). Nel complesso le emissioni di ammoniaca aumentano perché aumenta il numero di capi accasati, ma il coefficiente di emissione si riduce passando da 0.125 a 0.092 kg/capo/anno. Di seguito si riportano le caratteristiche delle concimaie:

concimaia 1 (lato nord) concimaia 2(lato sud)

Superficie 196 mq 196 mq

Copertura Con telo Con telo

Pareti Cemento armato Cemento armato

Altezza del

contenimento

1.5 m

1.5 m

spessore del muretto

di contenimento

20 cm 20 cm

Presenza alberature intorno

Si (pioppi cipressini) Si (pioppi cipressini)

2.3 TIPOLOGIA PRODUTTIVA E GESTIONE ALLEVAMENTO La consistenza massima calcolata in base al numero di batterie è di 59.292 capi. Per l’accasamento i capi sono portati dal soccidante con 10 camion rimorchio e motrice, in gabbie carrellate contenenti circa 100 capi ciascuna: le gabbie sono portate all’interno del capannone e lì aperte e le singole colonie sono riempite fino al raggiungimento del numero previsto di capi per

Pagina 18 di 27

colonia. L’accasamento dura circa 5 – 6 gg. Le pollastre arrivano in genere da allevamenti della Romagna. Di seguito si calcola la produzione di uova per ciclo. Il coefficiente 0.8 tiene già conto della mortalità.

Voce um quantità

Presenza prevista galline N° 59.292

produttività Uova/giorno 0,8

gg anno N° 365

produzione uova annuale

stimata

ML

17,31

La distribuzione del cibo nei capannoni è effettuata mediante linee di distribuzione comandate da centralina. L’acqua utilizzata deriva dall’acquedotto e non necessita di trattamento prima della distribuzione. non sono presenti vasche di accumulo per i capannoni, ma sono utilizzati dosatori (T in fig. 10) inseriti sulla condotta di distribuzione che permettono il dosaggio dei prodotti che si rendano via via necessari . I capi sono controllati giornalmente mediante visita nei locali di allevamento verificando il corretto funzionamento dei sistemi automatici; centraline garantiscono il controllo e mantenimento delle condizioni interne ottimali di temperatura e umidità. i capi deceduti sono estratti, registrati e portati in cella frigo (M fig 10). Lo spandimento avviene nei terreni a conduzione diretta e sui terreni con atti di assenso: si prevede una produzione di pollina pari a circa 1000 tonn/anno. Il rapporto quintali PV /ettaro è circa 26 e quindi inferiore alla soglia di cui al punto par. 1 lettera c, all IV parte seconda DLgs 152/2006 e smi ( elenco aziende soggette a verifica di assoggettabilità alla VIA), in quanto l’allevatore ha disponibili circa 42 ettari di terreno. Le concimaie hanno una capacità sufficiente a garantire la maturazione del materiale: infatti ogni concimaia è divisa in due settori la pollina viene accumulata nel primo settore e raggiunti dopo 90 gg trasferita nel secondo settore. Lo spandimento è fatto con carro spandiletame e interramento entro 24 ore. Tutti terreni interessati dallo spandimento sono in zona vulnerabile. L’azienda presenta il PUA ed esegue la gestione della pollina secondo le regole che qui vengono definite. A fine ciclo i capi vanno al macello: il carico vien fatto di notte, il personale entra nel capannone e i capi sono inseriti nelle gabbie che poi saranno caricate sui mezzi. Ultimato lo svuotamento si inizia la pulizia del capannone e delle altre strutture. 2.4 GESTIONE DEL “VUOTO SANITARIO” E SISTEMI DI PULIZIA, DISINFEZIONE E DISINFESTAZIONE Il vuoto sanitario dura almeno 30 gg, e comprende le attività di pulizia e attività di manutenzione e preparazione del ricovero Non viene effettuato il lavaggio delle superfici con acqua. Nella seguente tabella vengono descritte le operazioni di pulizia e disinfezione:

Pulizia Disinfezione

Luogo di applicazione

gabbie con aria compressa pulizia a secco per rimuovere le parti solide e polvere

gabbie, pavimenti e pareti

Agente di lavaggio

Non vien usata acqua Acqua con disinfettante

Mezzo utilizzato Aria compressa spazzole e raschini Nebulizzatore

Pagina 19 di 27

Reflui o residui Nessuno nessuno

Descrizione modalità

Con raschietti e spazzole si rimuovono eventuali residui e con l’aria compressa di convoglia la polvere e i residui di pollina in mucchi che poi sono aggiunti alla pollina che è depositata in concimaia.

Spruzzatura con atomizzatore a spalla della soluzione disinfettante fino a bagnatura completa di tutte le superfici. Quindi si aspetta che la soluzione si asciughi .

Le attività di disinfezione sono effettuate dal personale dell’azienda e vengono utilizzati diversi possibili prodotti al fine di limitare la resistenza dei microrganismi (Delegol e Environ D). Per la preparazione delle soluzioni di disinfezione viene consumato circa 1 mc/anno di acqua. I disinfettanti sono forniti dal soccidante e di norma non ne vien fatta scorta in allevamento. Tali operazioni di disinfezione non generano reflui, in quanto il liquido spruzzato è lasciato a contatto sulle superfici per espletare la sua azione disinfettante, fino a che tali superfici non sono asciugate. L’azienda effettua manutenzione programmata per tutto lo stabilimento alla fine di ogni ciclo di allevamento. La manutenzione riguarda:

• verifica funzionalità e pulizia dispositivi per l distribuzione di acqua e cibo

• verifica funzionalità e pulizia nastri pollina

• verifica delle centraline che monitorano le condizioni ambientali dell’allevamento

• verifica funzionalità punti di illuminazione

• generatori di emergenza (16,5 kw) attivato con attacco al trattore.

• pulizia dei condotti di ventilazione e dei ventilatori

• pulizia dei dispositivi di raffrescamento

• dispositivi trasporto uova La manutenzione viene effettuata da personale interno, a meno di interventi specifici. L’esecuzione delle manutenzioni viene fatta nel rispetto dei tempi del vuoto sanitario. I trattamenti di derattizzazione sono fatti in proprio utilizzando Mesurol e Rodimur. Viene tenuta la registrazione degli interventi di derattizzazione, con piantina di distribuzione e il registro che è tenuto in azienda. Trattamenti contro le mosche sono effettuati dal gestore secondo la seguente sequenza:

- cattura adulti mediante trappole con ormoni e prodotti per abbattimento (AGILA) - trattamento larvicida sul deposito intervenendo sugli strati successivi del deposito ( ogni 10

cm di deposito ) - trattamento adulticida se necessario.

Il deposito di prodotti pericolosi è fatto in un armadio dedicato chiuso a chiave (D). 2.5. BENESSERE ANIMALE Il sistema di stabulazione è allevamento in gabbia, sistema § 4.1.4. Linee guida MTD. E’ un sistema di allevamento che garantisce il rispetto della normativa sul benessere animale e costituisce una BAT. Il mangime è fornito dal soccidante ed è costituito da miscela di granturco, farina di semi di soia decorticati,carbonato di calcio granulare, sale e fosfati inorganici e aminoacidi (lisina e metionina) Nelle diversi fasi dell’allevamento vengono fornite da parte del soccidante due tipologie di mangimi, i cartellini di caratterizzazione sono disponibili in azienda. La temperatura è mantenuta compresa tra i 21 e i 23°C e l’umidità tra il 50% e il 60%.

Di seguito è riportato il programma luce

Pagina 20 di 27

Dall’accasamento per una settimana

Aumento fino al raggiungimento di 16 ore/gg

Fino a fine ciclo

14 ore/gg 0,5-1 ora/settimana

secondo il peso della pollastra 16 ore/gg

CAP 3. CONSUMI DI RISORSE E CARATTERISTICHE DELLE EMISSIONI IN AMBIENTE ESTERNO Di seguito a partire dai dati riportati nella scheda B si descriveranno le modalità di: - approvvigionamento e deposito delle materie prime e ausiliarie - consumo dell’energia - consumo di acqua - gestione dei flussi in uscita in aria, nell’acqua; - gestione del rumore - gestione dei rifiuti 3.1 MATERIE PRIME E AUSILIARIE E LORO DEPOSITI Le materie prime in ingresso oltre ai capi da allevare sono :

• mangimi,

• prodotti per la pulizia

• prodotti per i trattamenti contro ratti e mosche E’ previsto un consumo di mangime di circa 2500 tonnellate/anno: il mangime arriva dai mangimifici del gruppo Eurovo (ad esempio da Occhiobello). Il numero di viaggi per l’approvvigionamento si attesta in media intorno a 1 viaggio a settimana. Il mangime è tenuto in 2 silos in vetro-resina della capacità di 15 tonn ciascuno. Il caricamento dei silos vien fatto per caduta. La disinfezione delle ruote dei mezzi che entrano nell’allevamento con pompa a mano e Delegol in alternanza a Environ. Il trattamento di derattizzazione è fatto in proprio: il prodotto usato Mesurol o Rodimur viene tenuto in armadio chiuso; il trattamento preventivo per le mosche è fatto utilizzando diverso prodotti (Agila, Afalcrom, Tepore e Nurelle zootecnico). Sono tenute in azienda le schede di sicurezza dei prodotti di disinfestazione. Il deposito di questi prodotti è in armadio zincato con chiusura a chiave. I tris per le uova sono in plastica e sono tutti tenuti nel capannone del centro imballaggio. 3.2 CONSUMI ENERGETICI L’energia elettrica è utilizzata per

• l’illuminazione dell’area di stabulazione e dei locali,

• il funzionamento dei dispositivi per distribuzione acqua e cibo

• il funzionamento dei nastri per trasportare pollina e uova

• il funzionamento della ventilazione artificiale (N° 24 ventilatori) Per l’illuminazione dei locali di stabulazione sono usati dispositivi a basso consumo. Vien usata energia fornita dalla rete, si stima una necessità di circa 90 MW/anno . Non vien utilizzata energia termica per l’allevamento. Si terrà conto anche dei consumi di gasolio del generatore che al momento non sono prevedibili. 3.3 EMISSIONI IN ATMOSFERA

Pagina 21 di 27

In allevamento sono presenti emissioni diffuse derivanti da metabolismo animale e dai depositi di pollina, che comunque sono coperti; tali emissioni sono tenute sotto controllo mediante adozione delle migliori tecniche disponibili,

• adeguata ventilazione dei locali per ridurre il tenore di umidità della lettiera e limitare così l’insorgere di fenomeni di fermentazione;

• adeguati controlli giornalieri per verificare il corretto funzionamento dell’impiantistica

• adozione di una tecnologia BAT (rif 4.1.3) ;

• trasferimento pollina in deposito coperto

• spandimento con interramento immediato. Di seguito si riporta uno schema in cui si calcolano le emissioni di ammoniaca e metano alla massima capacità dell’allevamento, sulla base dei coefficienti di emissione

rif codice LG totale capi

fattore

emissione

ammoniaca

4.1.3.

stima

emissione

ammoniaca

Fattore

emissione

metano

stima

emissione

metano

- n° kg/posto/anno tonn/anno kg/posto/anno tonn/anno

4.1.3 59292 0.092 5,45 0.082 4,86

La situazione per cui si chiede l’autorizzazione comporta una emissione di NH3 da stabulazione pari a 5,45 tonn/anno di ammoniaca e 4,86 tonn/anno di metano (valori che non considerano la mortalità) . I fattori di emissione sono ricavati dalle linee guida ministeriali . La tecnica di allevamento è considerata MTD; Di seguito si valuta la riduzione di emissione di ammoniaca ottenuta con l’MTD adottata.

(*) il valore considerato per il calcolo è il massimo dell’intervallo ( 0.053 – 0.092)

3.4 EMISSIONI ECCEZIONALI Situazioni anomale che possono generare emissioni più consistenti della situazione a regime sono le seguenti : Situazione Impatto causato Azione correttiva/ preventiva Responsabili

Moria di capi

Possibile emissione di odori superiore alla norma Necessità di gestire un gran numero di decessi

Intervento immediato: chiamare il veterinario e individuare della causa della moria. Procedere come da indicazione del veterinario, e appena possibile provvedere al ritiro dei capi deceduti. Azione preventiva: attenta selezione dei capi in ingresso e attento controllo dei capi con visite in allevamento più volte al giorno, soprattutto nelle prime settimane.

Gestore

Interruzione della fornitura di corrente

Mancata ventilazione con

Si avvia il generatore e il gestore verifica le cause della mancata fornitura della corrente.

Gestore

tipo

allevamento

rif

codice

LG

Fattore

emissione

sistema

adottato

totale

capi

emissione

stima

ammoniaca

da

stabulazione

Fattore

emissione

sistema

riferimento

4.1.1.

emissione

con

sistema di

riferimento

riduzione

ottenuta rispetto

al sistema di

riferimento

- -

Kg NH3/

posto/anno

(*)

n° tonn/anno kg/posto/anno kg/anno %

In gabbia 4.1.3. 0,092 59292 5,45 0,220 13,1 -60%

Pagina 22 di 27

elettrica e quindi del funzionamento dei ventilatori

possibile malessere o moria di capi e mancato essiccamento della pollina

Azione preventiva mantenere in buona funzionalità il generatore di corrente di potenzialità adeguata a garantire il funzionamento dei ventilatori. Periodicamente effettuare le prove di funzionalità del generatore, al fine di garantire che sia efficace quando necessario

3.5 CONSUMI IDRICI E SCARICHI IDRICI

3.5.1. Consumi idrici

L’azienda consuma acqua derivante da acquedotto con contatore dedicato all’allevamento. I consumi di acqua stimati sono i seguenti

� abbeveraggio: 4300mc/anno (derivato dal fattore di consumo circa 2 l acqua / kg di mangime )

� pulizia e disinfezione: 1 mc/anno (derivato dal calcolo di diluizione del prodotto usato) � raffrescamento sistema Baumac: il sistema funziona mediante spruzzatura di acqua

nebulizzata e il consumo di acqua dipende dalla portata delle pompe e dalle specifiche condizioni climatiche stagionali. Si stima un possibile consumo intorno a 700 mc.

Il consumo totale di acqua è pertanto di circa 5000 mc/anno di cui 4300 per abbeveraggio. L’acqua non viene pretratta prima dell’uso. Non sono presenti vasche di accumulo dell’acqua per i trattamenti, ma è utilizzato un dosatore automatico (fig 10 , T) che, collegato al fusto contenete il prodotto da somministrare, lo immette direttamente nella condotta che arriva agli ugelli.

3.5.2. Scarichi idrici

Non sono presenti scarichi derivanti dalla attività produttiva. 3.6 EMISSIONI SONORE La specie allevata non è considerata rumorosa. In azienda sono presenti e funzionanti impianti che non alterano il clima acustico della zona. Il comune di Papozze non risulta abbia ancora approvato il regolamento di zonizzazione acustica del territorio. 3.7 RIFIUTI E SPOGLIE DI ANIMALI I rifiuti generati sono scarti costituiti dai capi deceduti e dalle uova rotte e imballaggi in plastica derivanti dai trattamenti. I rifiuti sono tenuti in area dedicata (vedi figura 10 R) e avviati con frequenza annuale al trattamento. Le quantità sono limitate a poche decine di chili e vengono affidate alla ditta Polaris nell’ambito del servizio di raccolta dei rifiuti agricoli. I capi deceduti sono tenuti in tre frigo a pozzetto (vedi figura 10 M), dopo lo svuotamento vengono puliti e disinfettati. Si stima una produzione di rifiuti intorno ai 40 kg/anno. I decessi dei capi sono dovuti a morti naturali in genere si attestano intorno al 5 – 6%, corrispondenti a circa 3 tonnellate/anno di scarti animali (gestiti secondo la normativa ex Regolamento 1774/2004) Lo svuotamento della cella è fatta con frequenza circa trimestrale.

3.8 BONIFICHE E PIANO DI DISMISSIONE La bonifica dell’area comporta :

• smantellamento delle strutture;

• rimozione delle aree pavimentate, compresa l’area di concimaia Non essendo presenti depositi di carburante né serbatoi interrati altro genere, non sarà necessario procedere ad analisi del terreno per verificare l’assenza di contaminazione. Eventuali materiali non recuperabili saranno destinato a rifiuto come previsto dalla normativa vigente. Non sono presenti coperture in cemento amianto.

Pagina 23 di 27

CAP 4 VALUTAZIONE DELLA AZIENDA IN RELAZIONE ALLA APPLICAZIONE DELLE MTD Di seguito è riportata una tabella con le migliori tecniche disponibili per il settore degli allevamenti intensivi.

MTD (migliori tecniche a disposizione)

Tecniche adottate dalla LG nazionali e regionali - Elenco MTD di

riferimento

Conformità della situazione della ditta con le MTD

INDIVIDUAZIONE DELLE BAT CON RIFERIMENTO ALLE CONCLUSIONI DEI BREF – cap. E

BUONE PRATICHE DI ALLEVAMENTO – par. 1.1 Programmi di formazione e informazione del personale

A Intervento di formazione che verrà effettuato in seguito al rilascio della autorizzazione

Registrazione dei consumi di energia e materia (acqua, mangimi, fertilizzanti minerali, ecc..)

A La registrazione è già effettuata per capi accasati e morti, mangime. Sarà avviata la

registrazione puntuale dei consumi di energia elettrica e acqua mediante letture al contatore, della produzione di pollina e del suo utilizzo .

Predisposizione di procedure di emergenza per emissioni non previste e incidenti (inquinamento acque superficiali o profonde e rischi di incendi)

A Sono previste le procedure di emergenza e la registrazione delle situazioni di emergenza

Messa a punto di un programma di manutenzione ordinaria e registri manutenzione straordinarie

A

Le manutenzioni ordinarie non saranno registrate, ma le straordinarie saranno

inserite in un apposito registro Interventi di pulizia e ordine sulle strutture di servizio (silos, caricamento, ecc).

A

Registrato nel registro manutenzioni Registrazione della pollina ceduta: quantità, destinatario, tipologia terreno ove viene effettuato spandimento.

A

Fatture di vendita come da contratti di assenso

Pianificazione delle attività nel sito di allevamento nel modo più appropriato: es. programmazione spandimento effluenti, acquisto e consegna combustibili, mangime, pollina ceduta a terzi.

A

Ove possibile la programmazione è già effettuata

RIDUZIONE DEI CONSUMI D’ACQUA – par. 1.2 Pulizia degli ambienti e delle attrezzature con acqua ad alta pressione o con pompe a spalla

La pulizia completa vien effettuata solo ogni 13 mesi, l’incidenza del consumo di acqua è pertanto minima “

Esecuzione periodica dei controlli sulla pressione di erogazione agli abbeveratoi per evitare sprechi eccessivi.

A

Installazione e mantenimento in efficienza dei

Pagina 24 di 27

contatori idrici in modo da avere una registrazione affidabile dei consumi che dovranno essere annotati almeno mensilmente per monitorare i consumi ed identificare le perdite.

NP Contatori non di proprietà“

Controllo frequente e interventi di riparazione nel caso di perdite da raccordi, rubinetti e abbeveratoi.

A

Isolare le tubazioni esposte fuori terra, o installare sistemi atti a ridurre il rischio di congelamento e quindi rotture.

NP assenti tubazioni fuori terra

Coprire le cisterne di raccolta dell’acqua. NP assenti cisterne “

RIDUZIONE DEI CONSUMI ENERGETICI – (CALORE) - par. 1.3

Separazione netta degli spazi riscaldati da quelli mantenuti a temperatura ambiente.

Corretta regolazione dei bruciatori e omogenea distribuzione dell’aria calda nei ricoveri.

Controllo e calibrazione frequente dei sensori termici.

Ricircolazione dell’aria calda che tende a salire verso il soffitto in modo da riportarla verso il pavimento.

Posizionamento in basso delle uscite aria laterale (meno calda).

Rafforzamento della coibentazione del pavimento laddove la falda freatica è molto alta.

Controllo accurato della tenuta delle giunture delle tubazioni e dell’assenza di fessure o altre possibili vie di fuga del calore.

Disposizione verso la parte inferiore delle pareti delle aperture di uscita dell’aria di ventilazione.

RIDUZIONE DEI CONSUMI ENERGETICI – (EN. ELETTRICA) - par. 1.3

Ricorso il più ampio possibile alla ventilazione naturale. Ciò richiede un’idonea progettazione degli edifici e dei box per gli animali e un orientamento che tenga conto della direzione della direzione dei venti prevalenti in modo da ottimizzare il flusso naturale dell’aria. Intervento limitato ai nuovi edifici.

A

Questo tipo di allevamento non permette la ventilazione naturale

I ventilatori sono avviati in modo controllato dalla centralina al fine di mantenere le

condizioni interne ottimali

Ottimizzazione dello schema progettuale dei ricoveri ventilati artificialmente, in modo da fornire un buon controllo termico ed ottenere portate di ventilazione minime nella stagione invernale/estiva. Intervento limitato ai nuovi

A

Adottata la struttura è relativamente nuova e ben coibentata

Pagina 25 di 27

edifici.

Prevenzione di fenomeni di resistenza nei sistemi di ventilazione con frequenti ispezioni e pulizia dei ventilatori.

A

Pulizia dei ventilatori nel piano di manutenzione

Impianto di idonee alberature perimetrali con funzione ombreggiante, per il miglioramento del microclima interno e conseguenti minori consumi energetici per il raffrescamento estivo.

A

Presenti alberature sul lato est del capannone e davanti alla concimaia

Utilizzo di lampade a fluorescenza in luogo di lampade a incandescenza, che consumano meno energia a parità di lux erogati.

A

Sono utilizzate lampade a fluorescenza e a luminosità variabile

BUONE PRATICHE NELL’USO AGRONOMICO DEGLI EFFLUENTI - par. 1.4

Riduzione al minimo delle emissioni dell’effluente al suolo e alle acque attraverso il bilancio dei nutrienti (in particolare azoto e fosforo).

A

Analisi fatte periodicamente

Esame della caratteristiche dei terreni nel pianificare lo spandimento.

A

Analisi fatte periodicamente

Astenersi dallo spargere gli effluenti sui terreni saturi d’acqua, inondati, gelati o ricoperti di neve.

A

Spargimento degli effluenti il più possibile alla fase di massima crescita colturale e asportazione dei nutrienti.

A

Come previsto dal piano utilizzo agronomico Le operazioni di spargimento devono essere condotte in modo da evitare le molestie provocate dalla diffusione di odori.

A

Spargimento delle polline e interramento entro 24 ore

Nello spandimento, rispetto della distanza di almeno m 5 dalle sponde dei corsi d’acqua naturali e di quelli non arginati del reticolo principale di drenaggio.

A

Rispettato

ALIMENTAZIONE – par. 2

Per galline ovaiole aggiustamento dei livelli di calcio e fosforo nei diversi stadi produttivi. Nei polli da carne dividere il periodo di accrescimento e finissaggio (tre fasi) con l’obiettivo di ottimizzazione dell’indice di conversione.

A

Sono previste due fasi di alimentazione I cartellini del mangime sono disponibili in

azienda

Alimentazione degli animali eliminando l’eccesso di proteine ingerite e fornendo appropriati livelli di aminoacidi limitanti (lisina, tecnica sperimentale).

A

Presenti aminoacidi limitanti lisina e metionina

Alimentazione degli animali con fitasi per aumentare la digeribilità del fosforo vegetale.

NA

Pagina 26 di 27

Introduzione nel mangime di fosforo inorganico altamente digeribile.

A“

Altri additivi alimentari (probiotici o ad azione probiotica).

NA

BAT PER LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DI NH3 DAGLI ALLEVAMENTI AVICOLI – par. 3 e 4

Descrizione del tipo di allevamento secondo la codifica utilizzata dalle BAT regionali.

A tecnica di allevamento 4.1.3. e deposizione della pollina in concimaia con copertura con

telo

BAT NEL CASO DI TRATTAMENTI AZIENDALI DEGLI EFFLUENTI – par. 5

5.1 Separazione meccanica del liquame suino.

5.2 Aerazione del liquame suino tal quale o della frazione chiarificata.

5.3 Trattamento biologico di frazioni chiarificate di liquame suino.

5.4 Compostaggio di frazioni palabili di effluenti suini o avicoli.

5.5 Trattamenti anaerobici con recupero di biogas.

5.6 Evaporazione e disidratazione di liquame suino.

5.7 Disidratazione di pollina di ovaiole in gabbia in tunnel esterni ai ricoveri.

STOCCAGGIO DI MATERIALI PALABILI – par. 6

6.1.1 Stoccaggio su piattaforme di cemento, con sistema di raccolta e un pozzo nero per lo stoccaggio del percolato, quando si tratti di materiali palabili di provenienza suinicola.

NA

6.1.2 stoccaggio effettuato in ricoveri coperti, con pavimento impermeabilizzato e adeguata ventilazione, quando si tratti di pollina essiccata di avicoli.

A

Platea coperta

6.1.3 Accumuli temporanei in campo con posizionamento del cumulo lontano da recettori come corsi d’acqua, in cui il percolato potrebbe entrare, e da abitazioni civili. Nel decreto interministeriale in fase di predisposizione al sensi dell’art. 38 del D.Lgs. 152/99 si afferma inoltre che gli accumuli devono essere di forma e dimensioni tali da garantire una buona aerazione della massa e, al fine di non generare liquidi di sgrondo, devono essere adottate le misure necessarie per effettuare il drenaggio completo del percolato prima del trasferimento in campo ed evitare infiltrazioni di acque meteoriche. Il

NA“

Pagina 27 di 27

terreno sul quale il cumulo verrà realizzato dovrà mostrare comunque buone condizioni di impermeabilità naturale.

STOCCAGGIO DI MATERIALI NON PALABILI – par. 6

6.2.1 Vasche che resistano a sollecitazioni meccaniche, termiche e chimiche.

6.2.2 Vasche con basamento e pareti impermeabilizzate.

6.2.3 Svuotamento periodico (preferibilmente annuale) per ispezioni e interventi di manutenzione.

6.2.4 Vasche con doppia valvola per ogni bocca di scarico/prelievo del liquame.

6.2.5 Vasche con miscelazione del liquame solo in occasione di prelievi per lo spandimento in campo.

6.2.6 Copertura delle vasche in struttura rigida o con materiale galleggiante.

BAT PER SPANDIMENTO AGRONOMICO – par. 7.2

7.2 BAT per lo spandimento di effluenti palabili (letami e materiali assimilati), è considerata BAT l’esecuzione dell’incorporazione attraverso l’aratura entro le 12 ore dallo spandimento. Nell’ambito del gruppo di lavoro che ha prodotto il BRef comunitario tuttavia due stati membri fra cui l’Italia hanno espresso un parere diverso messo a verbale secondo cui anche l’incorporazione entro le 24 ore dei materiali solidi è da considerare BAT. La tecnica ha infatti una potenzialità di riduzione delle emissioni del 50%, quindi molto significativa e l’ulteriore riduzione che può essere raggiunta con un’incorporazione più precoce non compensa gli extra-costi che comporta la logistica organizzativa più complessa che viene richiesta.

Adottata

IDENTIFICAZIONE DI EVENTUALI TECNICHE ALTERNATIVE E DEFINIZIONE, OVE POSSIBILE, DELL’INTERVALLO DI PRESTAZIONE – cap. G

BAT PER I TRATTAMENTI AZIENDALI DEGLI EFFLUENTI FINALIZZATI ALLO SCARICO IN CORPI IDRICI SUPERFICIALI O IN PUBBLICA FOGNATURA

Separazione solido-liquido. “

Equalizzazione (ed eventuale pre-aerazione). “

Sedimentazione primaria. “

Trattamento biologico (aerobico, anaerobico, sedimentazione secondaria).