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Ambito Territoriale Sociale di Gioia del Colle, Casamassima, Turi e Sammichele di Bari Ufficio di Piano RELAZIONE SOCIALE Anno 2012

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Ambito Territoriale Socialedi Gioia del Colle, Casamassima, Turi e Sammichele di Bari

Ufficio di Piano

RELAZIONE SOCIALEAnno 2012

Indice della Relazione Sociale di Ambito

1. L’Ambito come comunità: un profilo

1.1 Le caratteristiche del territorio, la struttura demografica, le dinamiche della popolazione

1.2 I principali indicatori della domanda di servizi e prestazioni sociali (indicatori su accessi a segretariati sociali e PUA, indicatori su liste di attesa, indicatori su domande per le principali prestazioni)

2. La mappa locale dell’offerta di servizi socio-sanitari

2.1 I servizi e le prestazioni nell’ambito del Piano Sociale di Zona ( risultati conseguiti al 31/12/2011)

2.2 La dotazione infrastrutturale dell’ambito territoriale

2.3 L’integrazione con le politiche sanitarie, della casa, le politiche attive del lavoro e dell’istruzione.

3. Mappe del capitale sociale

3.1 Le risorse solidaristiche e fiduciarie del territorio: Terzo Settore, Volontariato, Associazioni di Promozione Sociale – Le altre forme associative (culturali, di tempo libero, civiche, religiose, sportive…)

4. Esercizi di costruzione della governance del Piano Sociale di Zona

4.1 Punti di forza e di debolezza del livello raggiunto di governance del territorio

5. L’attuazione del Piano sociale di Zona e l’utilizzo delle risorse finanziarie

5.1 Rendicontazione al 31.12.2012

1. L’Ambito come comunità: un profilo

1.1 Le caratteristiche del territorio, la struttura demografica, le dinamiche della popolazione La rilevazione censuaria ha definito la “popolazione legale” e ha descritto la consistenza numerica, le caratteristiche strutturali della popolazione e del territorio su cui la stessa insiste; i dati, a seguito della conclusione del 15° censimento, sono stati diffusi dall’ISTAT a dicembre 2012.L'analisi dei dati della popolazione è di particolare interesse poiché tesa ad evidenziare le caratteristiche salienti di un territorio. La disponibilità di statistiche di qualità è un elemento importante nei processi di programmazione e di valutazione, i dati e gli indicatori disaggreganti, a livello territoriale, aiutano a comprendere meglio le peculiarità del territorio di riferimento, ad interpretare anche i comportamenti e la realtà, ad accrescere la consapevolezza di chi è chiamato a scelte poste dalle politiche di sviluppo.Il Presidente dell’Eurispes, Prof. Gian Maria Fara nel Rapporto “Italia 2013” presentato presso la Sala Conferenze della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma a gennaio 2013, richiama l’attenzione sui diversi problemi, sulle urgenze, sulle fragilità strutturali del Paese ed insieme sulle attese, sulle aspirazioni e sui bisogni , esso rappresenta uno strumento utile per leggere l’Italia che cambia e delinea gli orientamenti presenti nella società.L’Italia è al centro di una crisi politica, economica e sociale, ed è costretta a fare i conti con le proprie contraddizioni, con i propri ritardi; si riteneva che la crisi fosse una condizione passeggera invece si è di fronte ad un doloroso e veloce declino che non è più una tesi, ma un dato di fatto; si è, di fronte, secondo Fara, “ad una insoddisfazione che non ha precedenti nella storia recente italiana, una pressione fiscale insopportabile e iniqua, la disoccupazione alle stelle, la perdita del potere d’acquisto, i ceti medi sulla via della proletarizzazione, l’aumento della povertà e del disagio, la precarietà globale di un’intera generazione sono emergenze che chiedono risposte concrete ed efficaci.”L’indagine condotta dall’Eurispes ha delineato il quadro degli orientamenti presenti nella compagine della nostra società, ha coinvolto n. 1500 cittadini ed è stata effettuata nel periodo 21 dicembre 2012– 04 gennaio 2013 Secondo la rilevazione Il 70% delle famiglie italiane vive una condizione di disagio economico, il 79,2% dichiara che è impossibile risparmiare, il 35,7% ha dovuto far ricorso ad un prestito bancario mentre il 14% ammette di aver chiesto denaro in prestito a privati (non parenti o amici) per cui il rischio di cadere nelle maglie dell’usura diventa molto alto, la vita quotidiana e le abitudini si sono modificate: il 91,8% ha limitato le uscite fuori casa, l’ 82,2% ha rinunciato ad andare al cinema e ha scelto di guardare i film in dvd o in streaming, il 77,2% ha scelto di sostituire la pizzeria/ristorante con cene a casa tra amici, il 54,9%, ha preso l’abitudine di portarsi il pranzo da casa nei giorni lavorativi, mentre il 44,1% va più spesso a pranzo/cena da parenti/genitori Quanto su specificato fotografa, in modo puntuale e preciso, la situazione italiana e la precitata fotografia rappresenta uno strumento prezioso al fine di poter aggiornare e leggere la realtà dell’Ambito territoriale di Gioia del Colle.Al fine di rappresentare il contesto in cui l’Ambito interessato dovrà sviluppare azioni e interventi è necessario presentare le dinamiche sociali relativamente all’intero ambito territoriale illustrando la situazione demografica.Pertanto, il primo aspetto su cui si pone l'attenzione riguarda la consistenza, in termini di popolazione, dei comuni costituenti l'Ambito territoriale di Gioia del Colle comprendente i Comuni

di Gioia del Colle, Casamassima, Sammichele di Bari e Turi, al fine di fornire un quadro d'insieme della struttura demografica. Il periodo di riferimento dei dati è il 2010/2012 e le informazioni statistiche presenti in questa sezione sono ricavate dalle rilevazioni del Programma Statistico Nazionale. Si tratta, in particolare, delle seguenti: movimento e calcolo della popolazione residente, iscrizioni e cancellazioni anagrafiche, movimento naturale della popolazione presente, indice di dipendenza, cittadini stranieri iscritti in anagrafe.

Tav.1 Popolazione residente 2010/ 2012 distinta per sesso. Comuni 2010 2011 2012

M F Totale M F Totale M F Totale

Gioia del Colle 13695 14405 28100 13533 14324 27857 13588 14333 27921

Casamassima 9405 9779 19184 9439 9797 19236 9542 9929 19471

Sammichele di Bari 3216 3442 6658 3255 3452 6707 3225 3431 6656

Turi 5982 6431 12413 6238 6502 12740 6337 6626 12963

Ambito 32298 34057 66355 32465 34075 66540 32692 34319 67011

La popolazione residente nell’ambito di Gioia del Colle comprendente i Comuni di Gioia del Colle, Casamassima, Sammichele di Bari e Turi, nel triennio 2010/2012 è di 67011; dall’osservazione del trend dei dati emerge, con chiarezza, che la popolazione è in costante crescita nel Comune di Casamassima per la presenza di importanti strutture commerciali e per l’insediamento di abitanti provenienti dal capoluogo e dai paesi limitrofi; una leggera flessione si nota nel Comune di Gioia del Colle; nel Comune di Turi l’aumento nel triennio è costante dovuto all’insediamento di cittadini stranieri; nel Comune di Sammichele di Bari si registra un leggero movimento di residenti; la popolazione femminile è, per ciascun anno considerato, maggiore di quella maschile anche se l’aumento generale negli anni riguarda sia le femmine che i maschi.

Tav.2 Nuclei familiari -Convivenze - Numero medio di componenti per famigliaComuni 2010 2011 2012

Nuclei Familiari

Convivenze N.Medio Componenti

Nuclei Familiari

Convivenze

N. Medio Componenti

Nuclei Familiari

Convivenze

N.Medio Componenti

Gioia del Colle 11081 7 2,53 11547 7 2,41 11528 7 2,4

Casamassima 7151 2 2,68 7239 2 2,66 7341 2 2,7

Sammichele di Bari

2659 - 2,5 2667 - 2,51 2919 - 2,3

Turi 4967 7 2,49 5050 8 2,51 5158 7 2,5

Ambito 25858 16 10,20 26503 17 10,09 26946 16 9,9

Dalla tabella si osserva in maniera immediata che il numero delle famiglie residenti in ciascun Comune nel corso del triennio ha rilevato un generale aumento tranne che per il Comune di Gioia del Colle che nell’ultimo anno, preso in esame, fa registrare un lieve calo. Il dato relativo al numero medio dei componenti per nucleo familiare rileva che la famiglia media di ciascun Comune è formata da un numero limitato di componenti e che tale numero rimane sostanzialmente costante nel triennio.

Tav.3 Movimento anagrafico al 31 dicembre 2010Comuni Popola

z. 1° gennaio

Nati vivi

Mor Saldonaturale

Iscrittida altri comuni

Iscrittidall’estero

Altri iscritti

CancellaTi per altri comun

Cancel

lati per ester

Altri cancellati

Saldo migratorio

PopolazResidente in famiglia

PopolazResidente in

Pop. A fine anno

i convivenza

Gioia del Colle 28017 214 263 - 49 380 128 16 350 22 20 132 28041 59 28100

Casamassima 18838 227 155 72 668 54 8 438 7 11 274 19179 5 19184

Sammichele di Bari

6700 47 64 -17 76 16 -- 111 2 4 -25 6658 -- 6658

Turi 12141 108 107 1 431 77 2 213 19 7 271 12364 49 12413

Ambito 65696 596 589 7 1555 275 26 1112 50 36 652 66242 113 66355

Tav.4 Movimento anagrafico al 31 dicembre 2011Comuni Popola

z. 1°gennaio

Nati vivi

Morti Saldonaturale

Iscrittida altri comuni

Iscrittidall’estero

Altri iscri

CancellaTi per Altri comuni

Cancellati per estero

Altri cancellati

Saldo migratorio

PopolazResidente in famiglia

PopolazResidente in convivenza

Pop. A fine anno

Gioia del Colle 27889 40 61 -21 81 23 3 110 3 5 -11 27805 52 27857

Casamassima 19246 44 36 8 131 9 2 112 2 46 -18 19227 9 19236

Sammichele di Bari

6715 9 25 -16 25 2 -- 16 1 2 8 6707 -- 6707

Turi 12748 33 30 3 116 12 3 55 3 84 -11 12690 50 12740

Ambito 66598 126 152 -48 353 46 8 293 9 137 -32 66429 111 66540

Tav.5 Movimento anagrafico al 31 dicembre 2012Comuni Popola

z. 1° gennaio

Nati vivi

Morti Saldonaturale

Iscrittida altri comuni

Iscrittidall’ester

Altri iscri

Cancellati per altri com

Cancellati per estero

Altri cancellati

Saldo migratorio

PopolazResidenIn fam.

PopolazResident in conv

Pop. A fine anno

Gioia del Colle 27857 241 268 -27 294 129 23 337 14 4 91 27843 78 27921

Casamassima 19236 229 146 83 651 33 11 514 17 12 152 19455 16 19471

Sammichele di Bari

6707 40 64 -24 86 13 1 115 7 5 -27 6656 -- 6656

Turi 12740 100 104 -4 562 55 78 245 11 212 227 12815 148 12963

Ambito 66540 610 582 -28 1593 230 113 1211 49 233 443 66769 242 67011

Il bilancio demografico nel triennio considerato registra un saldo naturale negativo (-69) mentre il saldo migratorio si attesta su 1063 residenti, quest’ultimo dato compensa il saldo naturale negativo della popolazione. Tav.6 Indice di dipendenza al 1° gennaio 2010

Comuni Popolazione Non Attiva Popolazione Attiva0-14 anni Tot. 65 anni e più 15 – 64 anni

M F M F Tot. M F Tot.Gioia del Colle 1957 1793 3750 2421 3260 5681 9277 9309 18586Casamassima 1554 1485 3039 1294 1609 2903 6399 6497 12896Sammichele di Bari 404 377 781 757 929 1686 2068 2165 4233Tuti 852 820 1672 1074 1370 2444 3954 4071 8025Ambito 4767 4475 9242 5546 7168 12714 21698 22042 43740

Tav.7 Indice di dipendenza al 1° gennaio 2011Comuni Popolazione Non Attiva Popolazione Attiva

0-14 anni Tot. 65 anni e più 15 – 64 anniM F M F Tot. M F Tot.

Gioia del Colle 1939 1792 3731 2461 3301 5762 9295 9312 18607Casamassima 1562 1518 3080 1340 1639 2979 6503 6622 13125Sammichele di Bari 404 378 782 774 936 1710 2038 2128 4166Tuti 846 837 1683 1115 1385 2500 4021 4209 8230Ambito 4751 4525 9276 5690 7261 12951 21857 22271 44128

Tav.8 Indice di dipendenza al 1° gennaio 2012Comuni Popolazione Non Attiva Popolazione Attiva

0-14 anni Tot. 65 anni e più 15 – 64 anniM F M F Tot. M F Tot.

Gioia del Colle 1911 1775 3686 2497 3323 5820 9125 9226 18351Casamassima 1560 1551 3111 1388 1683 3071 6491 6563 13054Sammichele di Bari 398 376 774 781 952 1733 2076 2124 4200Tuti 856 831 1687 1128 1416 2544 4254 4255 8509Ambito 4725 4533 9258 5794 7374 13168 21946 22168 44114

Le su specificate tabelle evidenziano che il rapporto tra la popolazione non attiva (0-14 anni e 65 anni e più, 66609) e quella in età attiva (15-64 anni, 131982) è di 5,06%, il dato sta a significare che 100 soggetti indipendenti si fanno carico delle persone che per l’età non possono lavorare. La classe che incide maggiormente è quella ultrasessantacinquenne che è quasi il doppio della classe 0 – 14. E’ lampante che la popolazione dell’intero ambito territoriale è affetta da un forte invecchiamento che non è bilanciato a sufficienza né dall’insediamento di giovani famiglie, né dall’afflusso di popolazione straniera.

Tav.9 Popolazione minorile al 1° gennaio 2010 Comuni

0-3 anni 4 – 6 anni 7- 11 anni 12-14 anni 15-17 anniM F Tot M F Tot. M F Tot. M F Tot M F Tot

Gioia del Colle 137 458 963 394 338 732 647 641 1288 411 356 767 438 387 825Casamassima 424 410 834 296 290 586 528 496 1025 306 289 595 315 281 596Sammichele di Bari 94 94 188 78 68 146 143 134 277 89 81 170 104 91 195Tuti 204 201 405 164 177 341 290 263 553 194 179 373 190 170 360Ambito 859 1163 2390 932 873 1805 1608 1534 3143 1000 905 1905 1047 929 1976Tav.10 Popolazione minorile al 1° gennaio 2011Comuni

0-3 anni 4 – 6 anni 7- 11 anni 12-14 anni 15-17 anniM F Tot M F Tot. M F Tot. M F Tot M F Tot

Gioia del Colle 480 460 940 411 330 741 636 628 1264 412 374 786 438 381 819Casamassima 423 443 866 309 273 582 511 500 1011 319 302 621 295 288 583Sammichele di Bari 96 92 188 75 68 143 146 129 275 87 89 176 97 80 177Tuti 208 215 423 162 168 330 291 277 568 185 177 362 200 168 368Ambito 1207 12010 2417 957 839 1796 1584 1534 3118 1003 942 1945 1030 917 1947Tav.11 Popolazione minorile al 1° gennaio 2012 Comuni

0-3 anni 4 – 6 anni 7- 11 anni 12-14 anni 15-17 anni

M F T Tot. M F Tot. M F Tot. M F Tot M F TotGioia del Colle 468 464 932 415 302 717 614 635 1249 414 374 788 416 358 774Casamassima 439 439 878 279 314 593 510 484 994 510 484 994 285 267 552Sammichele di Bari 96 94 190 76 66 142 135 131 266 91 85 176 89 85 174Tuti 208 221 429 177 167 344 289 284 573 182 159 341 216 185 401Ambito 1211 1218 2429 947 849 1796 1259 1534 3082 1197 1102 2299 1006 895 1901

Le tavole 9, 10 e 11 illustrano la popolazione minorile dell’ambito che è di n. 5824, sono considerate le fasce d’età verso le quali sono destinati servizi e strutture scolastiche. L’incidenza della popolazione minorile è di 0,09%

Tav.12 Popolazione straniera residente al 1 Gennaio Comuni 2010 2011 2012

M F Totale M F Totale M F TotaleGioia del Colle 499 443 942 532 514 1046 553 556 1109Casamassima 92 168 260 110 211 321 318 219 337Sammichele di 58 60 118 64 67 131 72 72 144

BariTuti 121 156 277 139 219 358 149 224 373Ambito 770 827 1597 845 1011 1856 1092 1071 1963

La popolazione straniera è in crescita, 0,3% della popolazione d’ambito è costituita da cittadini stranieri; è un dato che tende ad aumentare poiché la maggior parte degli immigrati si sta facendo raggiungere dalla famiglia ed è, generalmente, dislocata in abitazioni private situate in varie zone dei paesi. Il trend è in aumento, ciò significa che l’impatto sul territorio è positivo.Molti sono i cittadini albanesi occupati nel settore agricolo, mentre molti maghrebini lavorano nel settore del commercio per lo più ambulante e i cinesi nella produzione di capi di abbigliamento.Per quanto riguarda la situazione abitativa, a Gioia del Colle c’è una discreta disponibilità di alloggi, anche se non sempre le condizioni delle abitazioni disponibili ed economicamente accessibili sono buone.La maggior parte dei cittadini extra comunitari residenti già da diversi anni parla discretamente l’italiano, maggiori difficoltà si rilevano nelle donne e nei bambini che hanno raggiunto gli uomini in un secondo momento.A livello nazionale (fonte Ministero dell'Interno) si evidenzia che il bisogno di preservare la propria identità culturale originaria, insieme alle tradizioni e al proprio patrimonio linguistico, é ritenuto dagli immigrati assolutamente primario. E’, pertanto, necessario che le politiche sociali per gli stranieri incrocino le politiche di promozione culturale ed educative.La struttura del sistema occupazionale presenta significative differenze tra i Comuni dell’ambito territoriale, a fronte di una preponderanza del settore agricolo nei Comuni di Sammichele e di Turi, si osserva che una parte notevole dell’occupazione totale del Comune di Gioia è legata al settore manifatturiero rappresentato da industrie operanti nel settore meccanico, oltre che da piccole e medie imprese locali, nel Comune di Casamassima, si osserva la prevalenza dell’impiego nel commercio, legato alla presenza di importanti strutture commerciali come il Baricentro e il centro commerciale Auchan.I dati riportati nella tavole seguenti evidenziano le criticità strutturali del mondo del lavoro dovute sia alla debolezza del sistema economico, legato al mondo agricolo e affiancato da una debole struttura industriale.Tav. 13 Occupati per settore economico(valori assoluti)

Comuni Agricoltura Manifatturiero Costruzioni Commercio Altro

Gioia del Colle 400 1266 211 780 439

Casamassima 693 323 80 1148 486

Sammichele di Bari 175 99 52 101 81

Turi 316 199 115 171 116

Tav. 14 Tasso di occupazione

Comuni Occupati totali% Popolazione attiva

Gioia del Colle 8611 38,8

Casamassima 5365 38,8

Sammichele 2043 36,3

Turi 3529 36,4

Fonte: P.I.S.T. “Lame di Peucetia” Documento Programmatico Preliminare – febbraio 2011

Le profonde trasformazioni sociali ed economiche hanno creato dinamiche di esclusione e di povertà i cui effetti sono visibili nella crescente disoccupazione, nell‘aumento della vulnerabilità sociale e nella comparsa di nuove povertà. Il disagio sociale si connota principalmente per un tasso elevato di soggetti esclusi dal mondo del lavoro come i disoccupati di lunga durata o in cassa integrazione, i giovani inoccupati, un‘alta percentuale di disoccupazione femminile e inserimento nel mercato del lavoro illegale e informale. Nasce, quindi, la necessità di perseguire una più efficace integrazione tra politiche di riqualificazione urbana, politiche di pianificazione del territorio, politiche sociali, politiche abitative, politiche di contrasto alle nuove povertà, capaci di promuovere inclusione. Le positive esperienze maturate nell‘ambito della progettazione integrata, i percorsi di programmazione sociale avviati con i Piani Sociali di Zona, non possono conseguire i risultati attesi se i servizi e le attività sociali vengono pensati a prescindere dalla realtà del territorio, dalla crescente preoccupazione della situazione sociale, economica, ambientale. E’,pertanto, necessario che, si affrontino le varie situazioni con consapevolezza e sinergicamente, con tutti gli attori pubblici, privati e associazioni al fine di dare risposte adeguate e durature.

Indicatori socio-economiciAnalisi dati statistici – Gennaio 2012 (Fonte ISTAT)

L’analisi dei dati è uno strumento conoscitivo in grado di rispondere alla crescente domanda di informazioni certe per supportare l'attività politica e di governance sui temi del lavoro, del capitale umano, della conciliazione tra lavoro e famiglia, della salute, dell'assistenza e previdenza, della povertà e dell'esclusione sociale. Analizzare i dati statistici che riguardano il mercato del lavoro, in un’ottica di genere e nella loro completezza è di fondamentale importanza al fine di poter definire i soggetti interessati ad un dato fenomeno, di poter individuare e costruire progetti e programmi mirati.“A gennaio 2012 il numero di occupati registra una variazione dello 0,1% (+18 mila unità) rispetto a dicembre 2011. Il risultato positivo interessa sia la componente maschile sia quella femminile. Nel confronto con l’anno precedente l’occupazione segnala una variazione pari allo 0,2% (+40 mila unità). Il tasso di occupazione è pari al 57,0%, in aumento nel confronto congiunturale di 0,1 punti percentuali e di 0,2 punti in termini tendenziali. Il numero dei disoccupati, pari a 2.312 mila, aumenta del 2,8% rispetto a dicembre (64 mila unità). Su base annua si registra una crescita del 14,1% (286 mila unità). L’allargamento dell’area della disoccupazione riguarda sia gli uomini sia le donne. Il tasso di disoccupazione si attesta al 9,2%, in aumento di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e di un punto rispetto all’anno precedente. Il tasso di disoccupazione giovanile, ovvero l’incidenza dei 15- 24enni disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca di lavoro, è pari al 31,1%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a dicembre 2011. Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,4% (-63 mila unità) rispetto al mese precedente. Il tasso di inattività si posiziona al 37,3%, con una flessione di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,8 punti su base annua”. I su specificati dati inducono ad una riflessione: in Italia la ricerca di un lavoro che soddisfi le esigenze, che sia conforme alle proprie competenze e abilità, è diventato difficile; mantenere il posto di lavoro risulta complicato, tanti lavorano senza contratto e in nero. La riflessione mette in

evidenza che la disoccupazione, l’inoccupazione, la cassa integrazione ha raggiunto livelli allarmanti e frustanti sia dal punto di vista personale che economico”(Istat)In base ai dati statistici la situazione è la seguente: Uomini: occupati al 67,1%, disoccupati all'8,4% e inattivi al 26,7%;Donne: occupate al 46,8%, disoccupate al 9,6% e inattive al 48,2%;Donne del Mezzogiorno: disoccupate 30,3%I dati statistici per il protrarsi della crisi economica-finanziaria delineano un quadro in cui proprio i giovani e le donne risultano i più penalizzati. E’ necessario che si incominci a pensare e a considerare la donna come una risorsa, un valore aggiunto che con la propria intelligenza e peculiarità può contribuire alla rinascita dell’economia, è solo opportuno che si attui un percorso di conciliabilità lavoro-famiglia.L’Ambito territoriale di Gioia del Colle con 67011 di popolazione, è composto da quattro città diverse ma con tratti storici, culturali, economici e sociali simili, basti pensare alle zone rurali, alla“Lama San Giorgio”, ai beni ambientali e culturali; pertanto, i quattro Comuni dell’Ambito sono impegnati in una programmazione di welfare partecipata, condivisa ed integrata, in una visione del “territorio comune”, con la consapevolezza che bisogna unire le forze e le qualità di ciascuna comunità per affrontare, efficacemente, le problematiche, per costruire servizi e percorsi durevoli ed essenziali per le persone.Camminare insieme per generare conoscenze è la forza che deve spingere i Comuni per pianificare e realizzare strategie e servizi attuabili e durevoli, con contenimento di risorse economiche e umane.

1.2 I principali indicatori della domanda di servizi e prestazioni sociali (indicatori su accessi a segretariati sociali e PUA, indicatori su liste di attesa, indicatori su domande per le principali prestazioni)

L’esigenza di organizzare e raccogliere in modo sistematico e univoco tutte le informazioni e i dati relativi ai servizi e alle prestazioni sociali erogate su tutto il territorio dell’Ambito per realizzare un sistema di monitoraggio e di valutazione degli stessi oggettivamente valido, ha sempre costituito una priorità per l’Ambito di Gioia del Colle come emerge dalla lettura del secondo Piano Sociale di Zona e più precisamente dalla Scheda di dettaglio n.26 relativa al Funzionamento dell’Ufficio di Piano e Azioni di supporto in cui viene espressamente indicata tra le principali attività previste la realizzazione di una piattaforma informatica.Questi i principali obiettivi da raggiungere:-permettere la raccolta in rete dei dati di tutti i servizi e dei diversi soggetti che a vario titolo lavorano nel sociale, rappresentando uno strumento a sevizio dell’intero contesto : socio-assistenziale pubblico e privato dell’Ambito;-favorire la collaborazione di tutti gli operatori del settore integrando l’area dei servizi sociali di Ambito( PUA –Porta Unica di Accesso )con quelli socio-sanitari ( Unità di Valutazione Multidimensionale), fornendo in tal modo la possibilità di usufruire di interventi mirati ed interdisciplinari per soddisfare i bisogni dei cittadini;-creare una Banca Dati unica ed univoca per tutto il territorio dell’Ambito, contenente i dati relativi agli utenti-cittadini( anagrafica assistiti, scheda unica dell’utente ad uso della PUA, del servizio sociale e dell’UVM) e ai servizi ( denominazione, servizi svolti, modalità di accesso, disponibilità di posti);-consentire l’accesso ai cittadini da punti diversi;-integrare la gestione della rendicontazione regionale e delle statistiche utili per il monitoraggio e la redazione dei Piani Sociali di Zona;

Nell’anno 2012 l’Ufficio di Piano, accolta la proposta presentata dalla Ditta CLE ( Computering, Levante Engineering) di una piattaforma per la gestione dei Piani Sociali di Zona denominata RESETTAMI , rispondente alle necessità già espresse, con Determinazione del Responsabile del Settore n.312 del 12.04.2012 , ha approvato la piattaforma informatica per la gestione dei Piani Sociali di Zona e dei Servizi socio-assistenziali e socio-sanitari dell’Ambito ma, sebbene si siano realizzati diversi incontri illustrativi con la Ditta affidataria del Servizio, allargati a tutti gli operatori sociali coinvolti nei Servizi: UdP, ASL, Comuni dell’Ambito, non è stato possibile realizzare per intero l’immissione dati nel sistema che avrebbe consentito una lettura più precisa del lavoro svolto.Nel contempo, a completamento del piano di consolidamento e di potenziamento del welfare di accesso l’Ambito di Gioia del Colle stabiliva di dotarsi di n. 5 Assistenti Sociali per l’attuazione del Segretariato sociale di Ambito e della Porta Unica di Accesso , in continuità con quanto assicurato per gli anni precedenti e con Deliberazione n.83 del 7.11.2012 il Coordinamento Istituzionale esprimeva il proprio parere favorevole per l’esternalizzazione del welfare di accesso dando mandato al Coordinatore dell’Ufficio di Piano di porre in essere la procedura utile allo scopo. Tuttavia da un’analisi completa del lavoro svolto nell’anno 2012 e dalla lettura dei dati compresi nelle schede di monitoraggio dei servizi comunali, oltre che dalla scheda di ambito, si evince che i Servizi Sociali Comunali hanno svolto la funzione di Segretariato Sociale per n. 15.845 cittadini di cui n. 14.266 si sono presentati spontaneamente per acquisire informazioni, orientamento rispetto alla domanda e ai Servizi presenti sul territorio mentre n. 507 sono stati inviati da altri Servizi.Il Servizio Sociale professionale nel 2012 ha lavorato su n. 830 , curandone la presa in carico , la predisposizione di piani di intervento individualizzati confidando in un ventaglio di opportunità e di risorse più ricco e variegato per la presenza su tutto il territorio di progetti a valenza d’Ambito.In tal modo si è rafforzato uno degli obiettivi indicati dal Piano Sociale regionale potenziando il welfare d’accesso, con il ruolo fondamentale riconosciuto al servizio sociale professionale, che ricomprende il servizio di segretariato sociale (che deve riappropriarsi delle funzioni di “ascolto” e di prevenzione e non svolgere semplicemente compiti di “orientamento” e di informazione), le attività di presa in carico e gestione sociale del caso (case management).

E’ stato garantito per l’intero anno l’apporto professionale di n. 5 Assistenti Sociali di cui quattro hanno svolto la propria attività presso i Comuni dell’Ambito mentre una è stata assegnata alla Porta Unica di Accesso.Questo Servizio, quale punto di accesso privilegiato della domanda per l’integrazione socio-sanitaria, ha registrato n. 159 domande delle quali solo n. 27 hanno richiesto l’invio a Servizi diversi, più pertinenti, mentre le restanti contenevano soprattutto una richiesta di accesso a strutture residenziali, semiresidenziali compresi i Centri Diurni socio riabilitativi per disabili e il Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata. In gran parte, dunque, sono domande che provengono direttamente dai cittadini che sono presi in carico dal servizio PUA integrato e iscritti nell’agenda di lavoro della Unità di valutazione multimensionale al fine di elaborare il Piano Assistenziale Individualizzato di intervento.L’attività della orta Unica di Accesso è stata assicurata dall’Assistente Sociale assegnata a tutti i territori dell’Ambito con modalità itinerante, così da garantire l’accesso ai cittadini in ogni Comune per un giorno a settimana, oltre ad assicurare la propria presenza presso il Distretto socio-sanitario territoriale. Ciò ha consentito alla A. S. della PUA di interfacciarsi con tutti gli operatori dei singoli territori e raccordare questa attività con quella sanitaria propria del Distretto.Il percorso realizzato in questi anni non è stato semplice, ma certamente ha consentito di avere un unico front-office della PUA pienamente integrato con l’insieme dei servizi del back-office, sia

dei Comuni che del Distretto sociosanitario, elementi che hanno prodotto, in una fase di avvio, benefici reali per l’utente finale, semplificazione, miglior governo del caso e dunque appropriatezza della presa in carico del caso. Per front-office unico, deve intendersi una medesima proceduralizzazione del percorso di accesso, la possibilità di condividere in rete i dati dell’utente e la sua storia assistenziale, il medesimo percorso per l’attivazione del back-office (Servizio Sociale Professionale, servizi distrettuali, UVM ove richiesta).

Lo sportello per l’integrazione Socio-sanitaria culturale nel 2012 ha registrato un incremento della domanda : da n. 28 domande pervenute da parte di cittadini immigrati nel 2011 si è passati a n. 191 complessive per l’anno 2012, di cui 70 da Servizi.Sicuramente le iniziative svolte in favore dei cittadini stranieri, il passaparola di informazioni ,il funzionamento degli sportelli territoriali ha favorito i contatti di questa fascia di popolazione che ha riconosciuto nel luogo e negli operatori il proprio riferimento.

Nel 2012 si sono potenziati i servizi atti a garantire la domiciliarità di cittadini “a rischio” per patologie di tipo sociale o sanitario. All’interno di questa area il più richiesto è il SAD anziani/disabili con n. 88 domande delle quali n. 8 sono evolute in rinunce Nell’anno 2012 il Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD ) è stato realizzato a livello di Ambito, attraverso la gestione associata dei Comuni. Il Servizio ha registrato un numero complessivo di 135 utenti dei quali n. 46 privi di ogni riferimento familiare, mentre n. 117 con età superiore a 65 anni. Sono stati realizzati anche interventi di educativa domiciliare per n. 16 nuclei familiari e n. 25 minori attraverso la predisposizione di piani di interventi educativi individuali con obiettivi di miglioramento delle condizioni di vita degli stessi e delle loro famiglie.Il Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata per anziani non autosufficienti e disabili , già avviato nell’anno 2011 , nell’anno 2012 ha registrato n. 37 domande di cui 6 sfociate in rinunce.Gli utenti in carico sono stati 32 di cui 31 di età superiore ai 65 anni e n. 2 utenti privi di alcun riferimento familiare.

Nell’area dei servizi comunitari a Casamassima continua ad essere presente un Centro socio-educativo per minori, a titolarità privata che ha garantito la frequenza di n. 30 minori inviati dal Servizio Sociale comunale per i quali è previsto il pagamento di una retta giornaliera. Sempre a Casamassima è attivo il Centro Aperto Polivalente per Anziani, a titolarità pubblica che ha consentito l’aggregazione di n. 80 anziani per attività ricreative, culturali gite e soggiorni termali.Nell’area disabili, nel 2012 , è aperto un nuovo scenario quale quello della frequenza di persone diversamente abili a Centri Diurni socio-educativi riabilitativi che rappresentano una valida risorsa sia per i soggetti interessati, che hanno possibilità di sviluppare e potenziare capacità residue proprie che per le loro famiglie quale strumento di sollievo nella cura e presa in carico dei familiari.Nello stesso anno sono state presentate n.29 domande ; al 31.12. 2012 risultavano n. 16 istanze non accolte e n.9 utenti in lista di attesa , una sola rinuncia.Le persone inserite nei Centri di cui sopra erano complessivamente 8 e per le stesse si interveniva con il pagamento di una retta quale quota sociale di compartecipazione alla spesa .Sempre per i disabili il numero degli alunni che ha beneficiato di prestazioni specialistiche nelle scuole, nell’anno 2012, è pari a 66 unità mentre il trasporto sociale è stato assicurato a n.96 persone.L’unico asilo nido a titolarità pubblica rimane quello di Gioia del Colle che nell’anno 2012 ha accolto n. 48 bambini , raggiungendo la capienza massima prevista .

Relativamente agli inserimenti in strutture residenziali attraverso il pagamento di rette, si registra la seguente situazione: n.2 persone disabili presso struttura residenziale protetta; n. 2 disabili presso la Casa per la Vita; n.2 persone in Case famiglia con servizi per l’autonomia; n. 3 persone inserite in Case rifugio; n.19 ragazzi/bambini inseriti in strutture residenziali , di cui 17 a seguito di provvedimento da parte dell’Autorità Giudiziaria e n. 16 persone anziane presso RSSA e Case di Riposo.Gli interventi monetari erogati nell’anno 2012 sono:Contributi economici diretti, erogati dai singoli Comuni a n.626 beneficiari, per un totale di n. 899 contributi a sostegno del reddito, contributi economici indiretti per n. 189 utenti; inserimenti lavorativi per soggetti svantaggiati realizzati per n. 17 beneficiari; contributi per pagamento mensa per n.16 utenti, abbattimento barriere architettoniche per n. 15 persone.Per quanto attiene l’area Responsabilità familiari, mentre si rinvia ai successivi paragrafi una descrizione più analitica dei Servizi e degli interventi attuati, si riportano di seguito i dati relativi allo sportello di sostegno alla genitorialità con 158 percorsi da Gennaio 2011 a Febbraio 2013, con il 78% utenti donne, il 70% dei percorsi indirizzati dai servizi sociali. Il 76% degli incontri sono stati in seduta individuale, il 10% di coppia e il 14% familiare.Solo il 18,5% degli utenti ha chiesto aiuto su una problematica individuale.L’ 81,5% degli utenti ha richiesto un sostegno alla risoluzione, comprensione di problematiche relative alla coppia e alla famiglia. Lo sportello di mediazione familiare ha attivato nello stesso periodo n.68 percorsi di mediazione familiare ; n.40% individuali, 40% di coppia. Sono stati realizzati 194 LaboratoriIl 38% sulla mediazione dei conflitti di natura familiare, sociale, organizzativa;il 14% sul sostegno alla genitorialità;33% sul tema dell’affidamento familiare;11% di laboratori di formazione agli operatori sociali nei servizi pubblici e privati del territorio. affidi realizzati e alla frequenza registrata per gli sportelli attivati nell’anno 2012:n. 26 affidi realizzati di cui n. 14 part-time .In conclusione aumentano le famiglie con scarso capitale sociale, i nuclei monoparentali o nuclei allargati con gestione della genitorialità complessa, aumenta il numero di nuove famiglie con difficoltà economiche per assenza, scarsità o discontinuità lavorativa.

2. La mappa locale dell’offerta di servizi socio-sanitari

2.1 I servizi e le prestazioni nell’ambito del Piano Sociale di Zona ( risultati conseguiti al 31/12/2012)

Politiche familiariProgetto “Famiglie Accoglienti” II Triennio di programmazione-

Piano di Zona 2010-2012

Il progetto “Famiglie Accoglienti” è al compimento dei quattro anni e sette mesi di attività , realizzati senza soluzione di continuità, avviato il 12 dicembre 2008, è alle soglie della realizzazione del terzo triennio di programmazione, alla luce della nuova riprogrammazione 2013.Per le famiglie e i minori le priorità strategiche nella programmazione dell’Ambito per il triennio 2010/2012 sono stati i servizi di mediazione familiare e sostegno alla genitorialità, la realizzazione di soluzioni di accoglienza diurna per minori (famiglia educante e amica) in ossequio alle linee guida regionali per l’affido familiare dei minori , l’istituzione di equipes multidisciplinari, per la gestione integrata e multi professionale dell’affido/adozione e dei casi di abuso e in genere dei

fenomeni di violenza , interventi di accoglienza nelle situazioni di emergenza presso strutture idonee (Case Rifugio, Centri Antiviolenza) delle vittime di abusi,violenza e maltrattamenti, il potenziamento e la qualificazione dell’assistenza domiciliare educativa. Il sistema famiglia è stata la scelta di campo a cui l’Ambito Sociale di Gioia del Colle ha prestato particolare attenzione già nella programmazione del primo triennio. Il principio ispiratore fondamentale della pianificazione sociale è individuato nella centralità dei bisogni degli utenti e delle famiglie. La strategia perseguita con l’azione “Famiglie Accoglienti” è partita dalla valorizzazione e dalla centralità della famiglia quale risorsa sociale. Per prevenire situazioni di disagio, già nel primo triennio, sono state attivate azioni educative, formative di prevenzione e di promozione che hanno individuato la famiglia come soggetto di politiche specifiche, in quanto ambito primario delle relazioni, degli affetti, ma anche delle problematiche e dei conflitti e quindi sede privilegiata nella definizione di azioni di aiuto, sostegno, sostituzione ed integrazione. La progettazione di tale percorso ha preso avvio dalla riflessione condivisa secondo cui anche la crisi socio-economica che sta attraversando il nostro Paese ci sollecita a ripensare i nostri interventi di sostegno alle famiglie, nell'ottica di favorire sempre di più una loro concreta attivazione nell'affrontare e superare le difficoltà, permettendo loro di esprimere potenzialità e risorse accanto alle fragilità, nonché a promuovere forme di collaborazione che intercettino e valorizzino le realtà informali.Da Novembre 2008 Al 31/12/2012 le risorse economiche investite nel progetto ammontano complessivamente a € 1.135.680,36 per :

n. 1.931 ore dedicate al coordinamento dell’intero progetto, alla cura della rete territoriale, alla verifica bimestrale dell’andamento complessivo del progetto con l’Ufficio di piano , al monitoraggio attraverso incontri territoriali con i referenti dei servizi per una somma complessiva relativa ai 4 anni di attività pari a € 40.551;

n. 2.288 ore dedicate al coordinamento e organizzazione del servizio di educativa domiciliare, con verifiche dei piani di intervento personalizzati effettuati con i servizi territoriali, incontri di supervisione con gli educatori per una somma complessiva relativa ai 4 anni di attività pari a € 48.048;

n. 20.831 ore erogate da n. 9 educatori professionali per il servizio di Educativa domiciliare che al 31/12/2012 registrava in carico n. 16 nuclei familiari , per n. 25 minori per una somma complessiva relativa ai 4 anni di attività pari a € 374.546,19 ;

n.24.761 ore lavorate da n. 8 unità professionali (Ed. Profes.) x per il servizio Home Maker che al 31/12/2013 registrava in carico n. 11 nuclei familiari per n.17 minori per una somma complessiva relativa ai 4 anni di attività pari a € 405.351,67;

n 6.345 ore di servizio per lo Sportello genitoriale effettuate da n.2 Counsellor per n. 59 nuclei familiari al 31/12/2012 (all’avvio del servizio si registravano. N.23 utenti) per una somma complessiva relativa ai 4 anni di attività pari a € 125.151 ;n.5.293,5 ore di servizio per lo sportello di mediazione effettuate da n. 2 counsellor per n 68 percorsi di mediazione familiare al 31/12/2012 per una somma complessiva relativa ai 4 anni di attività pari a € 106.422,5 ;

n. 1778 ore dedicate all’attività di promozione dell’affidamento familiare attraverso dei percorsi laboratoriali destinati agli operatori e alle famiglie per una somma complessiva relativa ai 4 anni di attività pari a € 35.610In questi anni il progetto ha realizzato una serie di servizi e attività che hanno costituito una rete di protezione attorno alla famiglie con particolari difficoltà, in particolare stato di emarginazione sociale ed economica, rappresentando un sostegno per le stesse nella gestione delle proprie risorse economiche, nel raggiungimento della consapevolezza genitoriale ed educativa. L’azione progettuale mirata a strutturare una proposta di intervento complessiva in grado di rispondere ai differenti bisogni espressi dai minori e dalle loro famiglie, per intervenire attivamente e in ottica di prevenzione su fenomeni quali la dispersione scolastica, i conflitti genitori-figli, le condizioni di fragilità dei nuclei familiari, la gestione di disturbi psichici dell’età evolutiva, al compimento di tre anni di attività sul territorio, ha centrato diversi degli obiettivi posti come base della sua esistenza e ne citiamo solo alcuni:

Coordinare ed uniformare i servizi dedicati ai minori e alle loro famiglie in un’ottica di integrazione costante con la rete dei servizi e con le risorse del territorio;

Sviluppare la reciprocità e la solidarietà delle reti familiari Creare canali di comunicazione tra famiglie – bambino istituzioni e società Garantire uno spazio di relazione positiva, di affiancamento e di aiuto ai nuclei familiari in

stato di fragilità sociale Attivare la generatività delle famiglie;

I diversi servizi e interventi attivati hanno creato i presupposti per attivare processi di sviluppo che hanno spinto e sollecitato la capacità generativa delle famiglie che in questi anni hanno risposto in modo anche inusitato rispetto alle prospettive iniziali. Il sistema famiglia, con le azioni messe in campo, si è rafforzato mettendosi nelle condizioni di comprendere le proprie fragilità, scoprire e valorizzare risorse e competenze, in un atteggiamento attivo , senza deleghe, che ha consentito molti passi verso l’autonomia. In questi anni il potenziamento dell’assistenza domiciliare educativa, efficace forma di intervento sia dei bisogni di crescita dei soggetti minori d’età, e sia per le opportunità di intervento sull’intero sistema familiare attraverso percorsi e processi condivisi ha determinato sicuramente crescita e maturazione di tutti i membri del nucleo familiare. Non meno importante appare inoltre la possibilità data dall’ADE di osservare le eventuali disfunzioni dall’interno del nucleo e dunque l’opportunità per gli operatori di poterle gestire e regolare con maggiore approfondimento e riscontro; Il sostegno attivato attraverso l’educativa domiciliare , dopo un momento iniziale di disorientamento, dovuto anche alla delicatezza dell’intervento, in quanto l’operatore educativo è fortemente esposto nella relazione, che si realizza nei “luoghi dell’abitare”, nello spazio privato delle famiglie, ed implica una capacità di mettersi in gioco nella relazione diretta con le famiglie, ha cominciato a dare i primi risultati in termini di fiducia, le famiglie a poco a poco si sono affidati all’aiuto e al sostegno educativo fornito dagli educatori. Peraltro l’ADE non si svolge all’interno di un servizio ma sul terreno dell’utente, nell’ambiente domestico quotidiano e privato delle famiglie in che fa sentire l’educatore esposto in prima linea. L’educatore è un estraneo che pur con tutta la delicatezza ed il rispetto possibili, entra nello spazio privato, pensando, in fondo, cosa deve dire e come deve far per cambiare il comportamento di quel genitore con il figlio e tutto ciò non viene accettato serenamente e “sic et simpliciter” poiché qualunque sistema relazionale per quanto possa essere disfunzionale, tende a mantenere l’equilibrio creato in tanti momenti, in tante situazioni.

Non è automatico tutto ciò anche in virtù dell’approccio assolutamente assistenzialistico dell’utenza verso i servizi , quindi è anche normale la difficoltà delle famiglie che non accettano di buon grado la presenza di un operatore, che sono stati forzati ad accettare, in alcuni casi, addirittura, da un decreto del Tribunale per i Minori. Peraltro nel nostro contesto siamo stati abituati , per cultura e per abitudine, ad andare più facilmente e senza problemi al medico curante per riferire di questo o quel sintomo fisico, fare una serie infinita di accertamenti diagnostici , minacciati da mille patologie e “mali incurabili” e non è certo cosa di tutti i giorni andare da un counsellor allo sportello di sostegno alla genitorialità per chiedere aiuto rispetto a quale atteggiamento sarebbe corretto nei confronti del figlio che si dimostra particolarmente ribelle e aggressivo, o per essere aiutati a concludere, un matrimonio sbagliato in uno spazio dove anche i figli possano sentirsi ascoltati e compresi.Quindi “stare” in una famiglia , nel senso più intrinseco del termine, con la condivisione di un percorso di sostegno e di vicinanza, ha alle spalle un lavoro faticosissimo da fare, “il consenso” rispetto all’offerta relazionale dell’operatore.Faticosissimo per i servizi sociali è stato anche il lavoro di riappropriazione di uno spazio di lavoro dedicato alla elaborazione, verifica, e valutazione dei piani di intervento personalizzati, un tempo racchiusi in una cartella sociale che rimaneva nell’esclusivo possesso dell’Assistente Sociale. Stanno cambiando anche le metodologie e le tecniche di lavoro, sempre più condivise con altri operatori, che pur nella loro innegabile efficacia, fanno i conti con la capacità di confronto di ognuno, fanno i conti con la capacità di essere una parte di un gruppo di lavoro.

Il secondo triennio di gestione del progetto “ Famiglie Accoglienti” si è concluso il 15 Febbraio 2013 e al fine di dare continuità al progetto si è proceduto a prorogare l’affidamento del progetto “Famiglie Accoglienti” per la durata di 5 (cinque) mesi a partire dal 15 Febbraio 2013 , nelle more dell’espletamento delle procedure di gara del progetto terza triennalità, procedure che si sono concluse il 4 Luglio 2013 .

Uno degli obiettivi di servizio indicati dalla Regione Puglia e puntualmente confermato nella programmazione del primo e secondo Piano di Zona dell’Ambito di Gioia del Colle era l’attivazione nei Comuni dell’Ambito di strutture comunitarie a ciclo diurno al fine di consentire l’aggregazione degli adolescenti offrendo opportunità educative e socializzanti, consentire efficaci e tempestive prese in carico da parte dei servizi territoriali e l’attivazione di progetti individualizzati capaci di rispondere sia ai bisogni dei minori interessati sia a quelli della famiglia d’origine.

Tale decisione era stata sinora procrastinata, per le difficoltà delle Amministrazioni Comunali associate, in merito alla individuazione di sedi adeguate per tale servizio. Nel frattempo ha preso corpo la necessità di individuare uno spazio che potesse rappresentare un punto di riferimento per le famiglie oltre a uno spazio di aggregazione per la fascia preadolescenziale e adolescenziale. Detti interventi e servizi , sollecitati più volte in sede concertativa, vengono richiesti : prima dalla famiglia, che chiede per il figlio adolescente che comincia a "girare da solo" fuori casa, un contesto sicuro che sia in grado di educare (tenere lontano dai rischi) e che proponga con costanza attività e sollecitazioni rassicuranti come, ad esempio, un aiuto e sostegno alle attività di studio; poi dalla scuola che chiede strumenti per supportare la propria attività didattica, ma chiede talvolta anche iniziative orientate all'integrazione dei programmi, oppure sostegno organizzativo per le iniziative culturali, più raramente, interventi volti alla socializzazione ed al recupero del divario delle condizioni culturali di partenza; poi dai servizi sociali impegnati quotidianamente nella prevalente ricerca di ambiti idonei all'inserimento dei ragazzi che attraversano un particolare momento di disagio familiare, alla ricerca di sostegno per evitare soprattutto l’abbandono scolastico; infine dagli adolescenti che chiedono attività ad alto

contenuto emotivo-affettivo e per un rapporto con figure adulte alla pari, piuttosto che per attività di tipo corsuale centrate sullo sviluppo di interessi ed abilità.

La famiglia, inoltre, per se stessa chiede uno spazio, non istituzionale, dove trovare persone e competenze in grado di raccogliere i bisogni di ascolto, informazione consulenza etc. Tutto ciò ha portato a decidere per I Centri aperti polivalenti per le famiglie e i minori, di cui è stata conclusa la procedura di affidamento per gli anni 2013/2014 , con spazi adeguatamente attrezzati, con orari flessibili e attività organizzate e strutturate in modo da rispondere alle diverse esigenze che si ritiene possa rappresentare una opportunità di continuità dei servizi indicati nelle priorità strategiche del Piano di Zona per i territori interessati, uno spazio, un luogo, che sia punto di riferimento per le famiglie dell’Ambito. Le risorse aggiuntive destinate per tali servizi ammontano a € 870.000,00.Peraltro le pressioni cui sono sottoposti oggi i Servizi Sociali, il quadro generale di incertezza e la contrazione delle risorse rendono evidente che i servizi stessi non possono fronteggiare da soli questo cambiamento; la complessità della situazione richiede un ampio coinvolgimento di più attori. Riconoscere e individuare nel territorio soggetti diversi, formali e informali, con cui confrontarsi, negoziare e definire le priorità per attivare i processi necessari per sviluppare nuovi modelli di intervento sociale sarà un investimento del prossimo triennio. Spetta al soggetto pubblico, infatti, porsi sempre più come attivatore di processi sociali volti a costruire convergenze sui problemi, sulle ipotesi di intervento e sulle risorse da reperire e utilizzare. Nel prossimo triennio del Piano di Zona sarà pertanto necessario intensificare il ruolo del livello interistituzionale a presidio e a garanzia sia del modello di integrazione socio-sanitaria già avviato, sia per lo sviluppo di una nuova cultura professionale che promuova il protagonismo delle famiglie. In tale ottica dovranno essere previsti dei momenti formativi e di auto-formazione per gli operatori dei servizi dell'Ambito con l'obiettivo di favorire una cultura condivisa che riconosce la centralità del ruolo della famiglia nel superamento delle proprie fragilità e la comunità locale come luogo che contiene risorse utilizzabili a favore dei cittadini.Si ritiene di dover concludere la relazione del progetto con la sintesi tratta dalle relazioni a consuntivo dell’attività svolta presentate dalla Cooperativa Itaca, affidataria del progetto e curate dall’équipe di coordinamento del progetto .

COORDINAMENTO GENERALE a cura di Rosanna Santoro

Il progetto è stato avviato a novembre 2010 e si è concluso il 15 febbraio 2013. Riuscire in sintesi a ripercorrere quanto sia successo in questi anni è opera faticosa a tratti dolorosa, sicuramente piena di vissuti, incontri e costruzione di senso. Il progetto Famiglie accoglienti, non è stato solo un progetto. È stato un incontro di persone che hanno creduto nell’importanza del lavoro sociale, un lavoro costante fatto da professionisti capaci. Quando parlo di professionisti, non intendo solo i consulenti e gli operatori tutti del privato sociale. Intendo anche gli operatori dei servizi sociali. Siamo cresciuti insieme attraverso l’attivazione di un ingrediente fondamentale:la fiducia. Credo che questa sia stata la parola d’ordine di Famiglie Accoglienti, la fiducia. Abbiamo costruito giorno dopo giorno le basi perché potessimo fidarci tra noi operatori e far sì che anche le persone, che a vario titolo abbiamo incontrato, si potessero fidare di noi. Senza la fiducia non si va da nessuna parte!Noi di strada ne abbiamo fatta davvero tanta. Il progetto Famiglie Accoglienti si è rivelato negli anni una risorsa del territorio. Siamo riusciti ad attivare varie realtà territoriali e a far emergere bisogni e problematiche sommerse. Molto c’è ancora da fare! Quello che ritengo sia stato vincente per il progetto è l’aver colto l’importanza di

tenere insieme il sociale e il culturale: due facce della stessa medaglia. Molto di ciò che abbiamo pensato, progettato e poi realizzato non sarebbe stato possibile senza la fiducia del committente, nelle nostre capacità e professionalità e l’aspetto economico. Siamo riusciti al di là, delle economie di progetto ad avere a nostra disposizione i soldi del premio amico della famiglia e i soldi raccolti con la giornata in ricordo di Mimmo Bianco. Questi soldi ci hanno permesso di poter potenziare le risorse di famiglie accoglienti, di progettare in corso d’opera azioni e momenti necessari al progetto. Crediamo infatti che la ricerca e la raccolta attraverso forme di found raising, sia la sfida che ogni progetto dovrebbe darsi. Continueremo su questa strada se ce ne sarà data la possibilità.L’appuntamento pubblico, con il quale abbiamo chiuso ufficialmente il progetto, è stata per noi un’altra sfida! Ci siamo riusciti ancora una volta a realizzare dei momenti di riflessione e di senso, oltre che di approfondimento e di studio: 30 novembre, 1 e 2 dicembre alter ego,alter nos, alter azioni. Sono state giornate complicate sul piano dell’organizzazione ma fortemente significative per noi e per il territorio. Tra le cose messe in cantiere in tutta la progettualità di famiglie accoglienti, solo una cosa non siamo riusciti ancora a realizzare: il documentario sulle storie di vita delle famiglie dell’educativa. Non abbiamo rinunciato all’idea e attendiamo fiduciosi di trovare i soldi per poterlo realizzare.Con i fondi Mimmo Bianco, abbiamo attivato dei laboratori per i minori seguiti in educativa e non solo. Con una parte del ricavato stiamo progettando anche un video laboratorio che ci permetta di mettere insieme le famiglie seguite dall’educativa e le famiglie disponibili all’affido. Ancora un’altra sfida! Vorremmo che queste persone si conoscessero, si annusassero e si rendessero reciprocamente disponibili. L’idea è quella di promuovere una comunità accogliente, dove le persone ritrovino lo spirito di solidarietà e accoglienza. Infine due appuntamenti per i prossimi mesi:il 16 maggio “Io me l’affido”II edizione. Raccolta fondi in ricordo di Mimmo Bianco e il 31 maggio III edizione del concorso di disegno. La seconda progettualità è stata avviata a novembre 2010 e si concluderà il 15 luglio 2013 dopo 5 mesi di proroga al naturale conclusione del progetto. Sono 5 anni di lavoro in continuità che ci hanno dato modo di tracciare un percorso interessante e di costruzione di legami e relazioni. Abbiamo assistito a “un contagio sociale”, un contagio che non ha distrutto le piante ma che le ha rese più forti.Riuscire in sintesi a ripercorrere quanto sia successo in questi anni è opera faticosa a tratti dolorosa, per la scomparsa di Mimmo.Mimmo è sempre con noi, nella nostra memoria. Mimmo è nelle cose che ci ha insegnato, nei suoi pensieri da finire di pensare, nei suoi gesti che ripetiamo ogni giorno quando prepariamo il pranzo e curiamo i fiori, nella capacità di dire di no quando serve e di restare integri anche in suo nome.Mimmo era un amico vero, un collega prezioso, un socio convinto, una persona speciale che abbiamo avuto la fortuna e il dono di conoscere nella nostra vita.Il progetto Famiglie accoglienti, non è stato solo un progetto, è stato un percorso pieno di vissuti, incontri e costruzione di senso. È stato un incontro di persone che hanno creduto nell’importanza del lavoro sociale, un lavoro costante fatto da professionisti capaci. Quando parlo di professionisti, non intendo solo i consulenti e gli operatori tutti del privato sociale. Intendo anche gli operatori dei servizi sociali. Siamo cresciuti insieme attraverso l’attivazione di un ingrediente fondamentale:la fiducia, il patrimonio di fiducia che abbiamo accumulato. Credo che questa sia stata la parola d’ordine di Famiglie Accoglienti, la fiducia. Abbiamo costruito giorno dopo giorno le basi perché potessimo fidarci tra noi operatori e far sì che anche le persone, che a vario titolo abbiamo incontrato, si potessero fidare di noi. Senza la fiducia non si va da nessuna parte!Noi di strada ne abbiamo fatta davvero tanta.Il progetto Famiglie Accoglienti si è rivelato negli anni una risorsa del territorio. Siamo riusciti ad attivare varie realtà territoriali e a far emergere bisogni e problematiche sommerse. Tre

associazioni di volontariato si sono costituite e dopo la visione del video si presenteranno e avrete modo di conoscere.Molto c’è ancora da fare! Quello che riteniamo sia stato vincente per il progetto è l’aver colto l’importanza di tenere insieme il sociale e il culturale: due facce della stessa medaglia. Molto di ciò che abbiamo pensato, progettato e poi realizzato non sarebbe stato possibile senza la fiducia del committente, nelle nostre capacità e professionalità e l’aspetto economico. Siamo riusciti al di là, delle economie di progetto ad avere a nostra disposizione altri fondi: Premio Amico della famiglia 2010 ( 30.000 euro) abbiamo organizzato delle gite per le famiglie seguite dall’educativa domiciliare e una vacanza lo scorso giugno in una masseria di Ostuni con visite guidate e momenti conviviali ( qui abbiamo intensificato legami, relazioni significative); i soldi raccolti con la giornata del 16 maggio 2012 “Io me l’affido in ricordo” di Mimmo Bianco.Questi soldi ci hanno permesso di poter potenziare le risorse di famiglie accoglienti, di progettare in corso d’opera azioni e momenti necessari al progetto. Crediamo infatti che la ricerca e la raccolta attraverso forme di found raising, sia la sfida che ogni progetto dovrebbe darsi. Continueremo su questa strada se ce ne sarà data la possibilità.Con i fondi Mimmo Bianco, 6.812 euro:10 ragazzi corso di inglese 2 laboratori di inglese uno a Casamassima presso la scuola “Victoria College” ,prof.ssa Mumolo e uno a Gioia del Colle presso la scuola “Language Project” prof.ssa Sara Ventura. 2 ragazzi hanno sostenuto l’esame per la certificazione Trinity11 ragazzi corso di fumetto con il fumettista ed illustratore Valerio Pastore5 ragazzi corso di informatica hanno già superato l’esame dei primi 2 moduli della patente europea del computer. Entro il 15 luglio sosterranno l’esame comprendente gli ultimi 2 moduli e conseguiranno il certificato “eipass basic”.1 Minore un corso per riparazione delle biciclette1 Minore un corso di nuoto.Infine il laboratorio Film Family Maker : 65 persone tra adulti e bambiniUn laboratorio sperimentale di socializzazione ed empowerment comunitarioTre domeniche intensive con l’intento di fare comunità: costruire legami di senso tra famiglie. Costruire legami per prevenire solitudini.Tutti assieme attorno ad uno strumento, “la produzione cinematografica”: famiglie seguite dal servizio ADE, famiglie solidali incontrate e in-formate, gli operatori (educatori, consulenti), la OZ Film.Il nostro obiettivo è stato quello di fare famiglie attraverso un’occasione, un’esperienza con uno scopo condiviso: il fare film.Tutti siamo stati attori e destinatari del laboratorio.Il fare cinema come esplorazioni di legami. Come racconto di sé. Questa è stata la nostra sfida.L’output finale è stato video una sorta di story bord dell’esperienza.Siamo partiti dall’assunto che fare entrare qualcuno in famiglia, accogliere, non è un’azione semplice, immediata, naturale eppure è la premessa per un buon “fare/stare sociale” è a maggior ragione premessa ad un buon esito di un intervento sociale.La OZ/Film FA l’ha incontrata in occasione della creazione dello spot “Io me l’afFido” (PubblicitàProgresso). Per la produzione dello spot si è lavorato in équipe integrata e si è condiviso profondamente il senso dell’affido per FA: fuori dalle retoriche. Questo nuovo intervento condiviso con la OZ, si avvale dello stesso spirito: descrittivo, non retorico.Un esempio. Il testimonial dello spot è il figlio di una famiglia affidataria ormai adulto che ricorda. Non è stata rappresentata la retorica della “famiglia eroe” ma sono stati volutamente

rappresentati i sentimenti ambivalenti che l’affido com/porta: il testimonial riporta la diffidenza con la quale accolse il nuovo arrivato.Il tempo è servito affinché ci fosse un contatto e infine un ricordo di felicità. Il beneficiario dell’affido è certamente il minore affidato che è rientrato in famiglia, ma con quell’esperienza tutta la comunità coinvolta cresce.Dunque fatta nostra la consapevolezza che l’accoglienza è un atteggiamento pro-sociale e pro-attivo, ci siamo soffermati sulle criticità dell’accogliere.Accogliere un assistente sociale, un educatore, una nuova famiglia è un passaggio delicato e sensibile seppure incorniciato in un’azione d’aiuto.Accogliere l’idea di non farcela da soli a proteggere i propri figli.Accogliere l‘idea che qualcun altro possa fare quello che tu dovresti fare.Accogliere la frustrazione che non sarai mai il genitore naturale.Accogliere la frustrazione della relazione con fredde pratiche.Accogliere la diffidenza con la quale si viene accolti nelle case come operatori del sociale o come famiglia risorsa.Accogliere il dolore, il disagio dell’altro.Accogliere il rifiuto di un intervento.Accogliere.Tutta la comunità che ha ruotato attorno al progetto FA non ha potuto non partire dall’esplorazione dell’accoglienza e da una domanda che ritorna: “Te la fidi?”. Attivare fiducia per attivare accoglienza, attivare accoglienza per attivare fiducia.Il laboratorio quindi è stato un percorso con un doppio movimento Fare famiglie mentre si fa film, fare film mentre si fanno famiglie.Il terzo movimento lo abbiamo con l’evento del 25 giugno 2013. Il gruppo si è guardato nel prodotto finale, dove i due movimenti si sono fatti sintesi. Il patto a monte era se il video ci convince, ci piace, racconta di noi lo mostriamo agli altri. Il video ci ha convinti e abbiamo deciso di donare questa esperienza alla comunità.In questo video c’è tutta la complessità dell’esperienza vissuta da tutti gli attori in campo e si mette in evidenza la fenomenologia delle relazioni. Il miglior modo per fare lavoro sociale è produrre buone prassi.Riteniamo che il lavoro di promozione e facilitazione delle relazioni sia essenziale. Riteniamo che sia però pericolosa la deriva che vede la promozione dell’approccio relazionale come mero strumento di riduzione dei costi del welfare. Il lavoro sulla relazione, in un contesto di progressiva desertificazione ed essiccazione delle relazioni, necessita, al contrario, di investimenti seri con intenzionalità forti e allo stesso tempo dinamiche cioè capaci di modificarsi in base alle necessità, toppa acqua, o poca acqua, toppo sole, o poco sole.Bisognerebbe essere capaci di trasgredire, di rompere gli schemi, stare nella crisi sostenendo le realtà territoriali, la cittadinanza attiva con percorsi nuovi e nuove forme di pensiero.

COORDINAMENTO TECNICO a cura di Gianvito Schiavone

Attraverso la realizzazione del servizio di Educativa Domiciliare, si è cercato di rispondere alla complessità dei bisogni della persona in un’ottica di promozione sociale e di rispetto e miglioramento della qualità della vita, ridefinendo le procedure operative sia per quanto riguarda la presa in carico/avvio di un nuovo progetto educativo, sia per quanto riguarda la gestione degli interventi.

Per ogni minore sono stati perseguiti obiettivi in relazione alla tipologia di difficoltà, età, area d’intervento (comportamentale, cognitiva, affettiva, di relazione) tenuto conto del P.E.I. concordato con le professionalità competenti (assistenti sociali, NPI, Riabilitazione, Consultorio). Nel periodo oggetto di relazione sono state svolte attività di coordinamento/formazione: coordinamenti collettivi, di norma una volta al mese con la partecipazione di tutti i Referenti di Aree; coordinamenti individuali di verifica/valutazione sul progetto educativo, di norma almeno uno al bimestre fra l'educatore e il Referente Tecnico per il caso; coordinamenti interni tecnico-organizzativi, condotti dal Coordinamento Tecnico dell’Ade, la coordinatrice del progetto, con la presenza di tutti gli operatori per valutazione e pianificazione delle attività di gestione del servizio.In merito a quanto previsto nel progetto sono stati effettuati incontri individuali con gli educatori impegnati nel Servizio.Tali incontri hanno avuto come obiettivo quello di acquisire consapevolezza circa le dinamiche interne al nucleo familiare e prendere coscienza delle problematiche che possono emergere nel lavoro con il bambino e la famiglia. Si è cercato inoltre di rendere esplicita e consapevole la prassi educativa, cercando costantemente di migliorarla, anche grazie alla discussione dei modelli teorici di riferimento e degli strumenti di lavoro.Altrettanto importante è stata l’analisi delle modalità e strategie comunicative adottate da ciascuno di loro. Si è altresì cercato di rendere esplicita l’emotività dei singoli ed i propri vissuti, in riferimento al proprio ruolo educativo. La consapevolezza inoltre dell’ esistenza di uno spazio per l’ascolto ha reso questi interventi opportuni in funzione di eventuali burn out con conseguente turn over del personale.Grazie al progetto “Famiglie Accoglienti”, l’educativa domiciliare si è caratterizzata sempre più in un servizio dal volto mutevole e dalle potenzialità enormi. L’ampio spettro di possibilità che ha messo a disposizione (dall’attivazione mirata alla prevenzione, all’intervento di riduzione del danno), e il ventaglio delle articolazioni dell’offerta (dal sostegno scolastico, all’accompagnamento al territorio, dal sostegno alla genitorialità, al sostegno domestico per l’organizzazione ed il governo della casa, dal sostegno alla resilienza alle azioni mirate alla scoperta o ricostruzione di reti); ciò ha permesso di definire l’ intervento camaleontico, mutevole, variopinto ma anche coerente e generoso.In questi anni, si è assistito ad un importante cambiamento di ottica rispetto alla presa in carico nell’area delle problematiche minorili, che può essere brevemente riassunto con l’espressione dalla tutela del minore al ben trattamento delle famiglie.‐La trasformazione è stata radicale e ha richiesto di iniziare a guardare il bambino non più solo come monade da tutelare bensì come soggetto in relazione con i suoi genitori e con i suoi mondi vitali, relazioni. Come dice la Milani P., “per aiutare un bambino, occorre aiutare i suoi genitori ad avere un buon legame di cura e affetto nei suoi confronti”. Abbiamo considerato famiglia come centro dell'intervento, riconoscendo che il sistema familiare è influenzato dall'interdipendenza dei suoi membri e che attraverso il rafforzamento e il sostegno dell'intera famiglia e non solo del bambino, aumentano notevolmente le possibilità di apportare significativi cambiamenti per tutti i membri che compongono il nucleo familiare.Infatti, nell'espressione anglofona “family focus in child welfare”, si riconosce che la salute dei bambini e il supporto ai genitori sono due facce della stessa medaglia, in quanto è rafforzando le famiglie che, quasi sempre, si può promuovere ben essere per i bambini.‐Secondo Marco Tuggia (2009), la difficoltà del passaggio dalla tutela del bambino alla protezione dei legami, è correlata alla presenza tra gli operatori che lavorano nel sociale, del mito del buon genitore. “Il mito del buon genitore racconta di un figlio che gettato nel mondo sarà un buon figlio

se fortunatamente gli capiteranno dei buoni genitori, altrimenti la sua vita sarà un inferno”. Il mito racconta dunque un determinismo sociale secondo il quale buoni genitori producono buoni figli; buoni figli sono il prodotto di buoni genitori, e viceversa. Una lettura delle relazioni della famiglia che usa come riferimento un modello ideale rischia di evidenziare solo gli elementi di mancanza rispetto a tale modello, che confermano le ipotesi iniziali, i pre giudizi, degli operatori sui “cattivi‐ genitori”, senza considerare adeguatamente tutti quegli elementi che fanno sì che un bambino o un ragazzo riconosca il proprio universo di senso a partire dalle proprie relazioni familiari.I progetti di ADE realizzati in questi anni, non avrebbero colto pienamente le esigenze di cambiamento di quelle famiglie, se ci fossimo fermati ad interventi di tipo riparativo/assistenziale, in grado di rispondere a esigenze costruite solo sul qui e ora, ripiegando su ciò che l’operatore poteva fare per rispondere a disgrazie che erano già capitate. Certo, in alcune famiglie che seguiamo il processo di cambiamento è molto lento, ma avere un “pensiero evolutivo” dell’individuo ci fa sempre sperare che “si può fare”. Altrimenti, il rischio è che utilizzeremo l’educativa domiciliare per tamponare situazioni di emergenza, senza incidere sui fattori che provocano il maltrattamento (psicologico o fisico che sia) del bambino e senza promuovere le competenze e i punti di forza delle relazioni familiari.Molto spesso, in questi mesi ci siamo resi conto che l’assenza di cambiamenti significativi tra gli esiti degli interventi, è correlata alle modalità di implementazione del programma: in assenza di protocolli e linee guida che consentano di strutturare le attività sulla base di una teoria chiara, tutto è rimesso alla responsabilità del singolo operatore/i, e spesso gli obiettivi sono generici e non ben collegati ai fattori per i quali è stato pensato l’intervento. In questi anni abbiamo cercato di applicare un programma strutturato che individuasse chiaramente le tipologie di intervento (presentazione del progetto, colloqui motivazionali, strategie di rafforzamento dei comportamenti dei genitori, consulenze individuali e di sostegno alla genitorialità) sulla base di una teoria chiara dei cambiamenti attesi.I progetti di educativa attuati in questi mesi, hanno fatto riferimento ad un modello teorico: il modello ecologico dello sviluppo umano di Bronfenbrenner, dove prioritario nell’intervento è la relazione genitore figlio‐ , non il singolo bambino. Ciò, permettendo al genitore la possibilità di acquisire e rafforzare le competenze in modo da poter far fronte in modo sempre più autonomo e empowered alle proprie difficoltà (Milani, 2004). Per esempio, è capitato spesso che inizialmente, l’educatore domiciliare è stato utilizzato per il supporto nei compiti scolastici. Se questa funzione l’avessimo intesa in sostituzione al genitore, è probabile che l’effetto dell’intervento si sarebbe visto solo nei momenti in cui l’operatore era presente e che non avrebbe portato alcun cambiamento nell’organizzazione del sistema familiare. All’operatore/educatore è stato chiesto, anche attraverso momenti di supervisione e formazione, di affiancarsi al genitore in un percorso di co educazione‐ , perché “è più probabile che un bambino acquisisca capacità,conoscenze e valori da una persona con la quale ha costituito una relazione significativa, piuttosto che da una persona che esiste per lui solo quando è presente di fatto nella sua stessa situazione ambientale”. (Bronfenbrenner, 1986).Stiamo cercando di valorizzare l’apporto che i genitori possono dare all’educazione dei figli, non sostituendoci, ma accettando di entrare a far parte di una costellazione relazionale in cui le stelle principali (figlio e genitore) vanno accompagnate, guidate, sostenute per trovare i propri modi di stare bene insieme. Lavorare con i genitori in un percorso di co educazione è stato innanzitutto‐ coinvolgerli in attività ludico ricreative (vedi attività laboratoriali).Noi l’ADE l’abbiamo intesa non come chiusura in se stessi e ritorno al privato, ma apertura agli altri, alle reti informali, ai saperi delle famiglie, alla comunità, alla persona e alla sua storia, al suo mondo vissuto e alle sue relazioni. Pertanto, in questi giorni attraverso il FondoMimmoBianco stiamo realizzando dei progetti professionalizzanti (inglese, fumetto, informatica, apprendista

riparatore di biciclette) per 32 minori, di cui 13 seguiti nei progetti di educativa domiciliare, 15 segnalati dai servizi sociali territoriali e 4 minori collegati a progetti di affido.Vorrei sottolineare come l’importanza dell’ADE, in questo periodo di forte restringimento della spesa, per le istituzioni, non è un costo bensì un investimento. La valutazione fatta in questi mesi, infatti, mette a disposizione risultati e pratiche visibili, che dimostrano come tali interventi sono uno snodo importante che consente di stabilizzare i conflitti, evitando di andare incontro a continui interventi riparativi, che, in realtà, hanno un costo economico e umano molto elevato.I servizi, tutti, sembrano faticare nel tradurre in pratica quotidiana ciò che a livello teorico e giuridico sembra acquisito: la consapevolezza che “è rafforzando le famiglie che, quasi sempre, è possibile promuovere ben essere per i bambini” (Milani, 2001).‐Per il futuro, ci auguriamo che gli interventi nelle case di queste famiglie significhino: muoversi per progettare interventi di rete che sappiano promuovere occasioni di incontro, di scambio di esperienza, nella consapevolezza che le relazioni con l’ambiente diventino centrali per produrre cambiamenti. Significherà impegnarsi nell’accompagnare i bambini e le famiglie nel costruire collegamenti tra i diversi microsistemi di vita, per esempio, tra casa e scuola, tra casa e amici del bambino, tra genitori e genitori del vicinato, ecc. Tali collegamenti, che costituiscono il mesosistema di vita del bambino, sono molto importanti perché daranno la possibilità alla famiglia di non sentirsi abbandonata, e di fornire appoggi concreti, occasioni preziose, che favoriranno l’autonomia della famiglia valorizzandola e, ricostruendo i suoi legami con il territorio. Consentiranno insomma, la creazione di una rete sociale e solidale positiva che sarà di sostegno anche a conclusione dell’intervento di Ade.

SERVIZIO DI MEDIAZIONE FAMILIARE E SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA’ a cura di Angela Lacitignola

A conclusione della seconda progettualità possiamo affermare che quasi tutti gli obiettivi del progetto sono stati realizzati, ma vediamo in dettaglio rispetto al servizio di mediazione familiare e sostegno alla genitorialità. Uno degli obiettivi era promuovere e sostenere in maniera forte servizi e interventi che insistono sull’attuazione del diritto di partecipazione degli adulti e dei minori e sullo scambio intergenerazionale anche attraverso un patto di sviluppo relazionale, familiare e non, in funzione di sostegno e riconoscimento reciproco. E questo è stato fatto provando ad uscire dalla logica dell’assistenzialismo economico (del puro contributo) connotando il patto come una serie di interventi integrati e imprescindibili. Così che lo stesso nucleo destinatario dell’educativa, ha poi usufruito dello sportello di sostegno alla genitorialità, eventualmente anche di mediazione ecc.,Difficile invece è stata ed è la realizzazione di collegamenti tra servizi non appartenenti al progetto, operatori appartenenti a sistemi diversi, saperi, esperienze, professionalità. Molto è stato fatto in tal senso con incontri e confronti e qualche pregiudizio è venuto meno.L’empowerment reso possibile dal percorso agli sportelli ha favorito lo sviluppo di forme di reciprocità e solidarietà orizzontale e verticale tra le famiglie dell’ambito, attivando la generatività delle famiglie. Accompagnare le persone a inserirsi in un flusso, in cui possano circolare in sicurezza e possano condividere fatiche e risorse dedicando loro spazi e tempi per le relazioni positive ha un valore sociale in termini di benessere e di risparmio economico notevoli.Accanto a questo effetto positivo si avverte la necessità di collaborare al più presto con i servizi preposti in merito ai casi di violenza e maltrattamento che sempre più numerosi si palesano durante i percorsi di mediazione e di sostegno alla genitorialità.

Quattro anni fa, al momento dell’avvio dello sportello, una caratteristica che ha fortemente inciso sul Servizio di Mediazione Familiare è stata quella di essere un servizio pubblico collocato nella sede dei Servizi Sociali territoriali, rivolto in particolare a famiglie che venivano inviate dai servizi Sociali e Sociosanitari. Questa caratteristica ha determinato la scelta di sperimentare sul campo, l’efficacia e la rispondenza della mediazione familiare a fronte di richieste dei cittadini che “entrando nel circuito dei Servizi Sociali Sanitari di tutela e controllo” portano una domanda non sempre esplicita e chiara e spesso intrecciata fortemente con prescrizioni dei Tribunali e con altri interventi di tutela. I genitori e le coppie che pervenivano al servizio, inviate dai Tribunali o dal Servizio sociale o socio-sanitario, erano per lo più famiglie “ingabbiate” nel conflitto esasperato; la proposta ai genitori” di riprendersi responsabilità e competenza” metteva in forte difficoltà la coppia separata in quanto “il transito” nel circuito dei Servizi sociali aveva alimentato in loro una posizione passiva e di delega, ove qualcuno oltre al Tribunale e agli Avvocati poteva “scrivere e decidere di loro e dei loro figli”. Il lavoro di questi anni si è sviluppato su questo filo di pensiero e di azione, mettendo a disposizione l’etica e gli strumenti della mediazione in “contesti coatti” (ove i genitori separati sottoposti a percorsi di valutazione e giudizio possono perdere di vista le loro competenze e responsabilità) nell’obiettivo di far diventare questo incontro con la Mediazione familiare una occasione evolutiva per la coppia genitoriale e per il conflitto da loro sperimentato fino ad allora, offrendo la Mediazione familiare come occasione per entrare in contatto con un modo diverso e più costruttivo di comunicare e di agire l’evento separativo. Solo oggi possiamo dire invece che soprattutto nei comuni di Turi e Sammichele sono quasi la totalità le coppie o ex coppie che giungono allo sportello per accesso diretto. Altra riflessione di questi ultimi 4 anni è che la domanda sociale pervenuta ai Servizi pubblici ha registrato un aumento di : - richieste di indagini sociali da parte dei Tribunali Ordinari e del Tribunale Minori a fronte di separazioni conflittuali; - organizzazione e la gestione dei luoghi neutri in situazione di separazione/divorzio.L’analisi delle problematiche che afferiscono al Servizio Sociale ha portato allora ad alcune considerazioni:1. le trasformazioni intervenute nella società e nelle famiglie negli ultimi decenni ci portano a considerare che così come è necessario parlare di famiglie al plurale intendendo le diverse forme del fare famiglia, allo stesso modo si sono aggiunte nuove forme del disagio dei minori e delle famiglie e che il “disagio” non è più solo caratteristico di alcune categorie di famiglie più fragili ed emarginate ma investe trasversalmente tutte le categorie sociali in quanto si accompagna a eventi critici del ciclo di vita della famiglia tra i quali anche la separazione e il divorzio; 2. il lavoro con le famiglie separate molto conflittuali che generano disagio/patologie in presenza di figli minori si colloca nel mandato istituzionale dei Servizi Sociali che indica tra gli obiettivi prioritari la tutela e la cura dei minori; 3. la crescita della domanda nei servizi ha generato in termini di quantità e “qualità” delle situazioni, un grosso carico professionale ed emotivo negli operatori –assistenti sociali ed educatori professionali - dei servizi territoriali; 4. il mandato professionale dei Servizi socio-educativi a fronte del disagio o di patologie che insorgono nella vita dei bambini è di lavorare con i genitori in quanto a loro va riconosciuta la responsabilità e la competenza nel percorso di crescita dei loro figli, portandoli a diventare consapevoli del malessere dei figli e a sostenere le loro scelte e responsabilità nel superare le condizioni di malessere;

per questi motivi è necessario dare continuità allo sportello di Mediazione Familiare il cui metodo ed etica si inseriscono perfettamente nell’ambito del lavoro professionale con le famiglie separate.

Denominazione servizio: Ufficio Tempo e Spazio dell’Ambito (Scheda progettuale di riferimento n.35 - Pdz 2010-2012

Rispetto a quanto realizzato nell’anno 2011 e descritto nella relazione sociale del Giugno 2012, in merito allo Studio di fattibilità per la progettazione dei Piani dei tempi e degli Spazi delle città, l’obiettivo generale e strategico che l’Ambito si è posto è stato quello di garantire ai cittadini maggiori opportunità di scelta in merito alla gestione del proprio tempo aumentando l’efficienza complessiva del sistema urbano e migliorando le compatibilità tra diversi regimi di orario.L’Ambito Sociale di Gioia del Colle è stato costretto a segnare il passo e chiedere la proroga alla Regione Puglia del termine fissato per la presentazione dello Studio di fattibilità, fissato al 31 Marzo 2012. Tale richiesta scaturiva dalla imminenza delle elezioni amministrative che interessavano gran parte dei Comuni dell’Ambito e dalla impossibilità, quindi, di indire la convocazione dei Tavoli di concertazione. Ciò nondimeno si procedeva ad avviare il percorso formativo “verso il piano territoriale dei tempi e degli spazi”, propedeutico alla costituzione dell’Ufficio Tempi e Spazi, finalizzato proprio a favorire lo sviluppo e la valorizzazione di professionalità dedicate alla promozione e attuazione del piano dei Tempi e degli Spazi .Negli incontri di formazione proposti dall’Associazione Sud-Est Donne, tenutisi nei mesi di marzo-Aprile 2012 sono stati presentati e illustrati i dati della indagine di studio effettuato sui territori dell’Ambito.Il lavoro di indagine condotto presso la popolazione dell’Ambito, attraverso l’utilizzo di questionari e interviste, ha consentito di individuare il fabbisogno specifico dei cittadini in relazione tanto alla fruizione degli uffici comunali quanto al mondo della scuola, con specifico riferimento sia alle abitudini legate alla mobilità che alla richiesta di servizi di conciliazione.La Ricerca sui bisogni di conciliazione delle famiglie in relazione agli orari di apertura degli uffici comunali ha permesso di evidenziare alcuni fattori di particolare criticità, a cominciare dal il livello di soddisfazione degli utenti su aspetti concernenti l’organizzazione spaziale e temporale degli Uffici e Servizi Pubblici. Una prima valutazione espressa dagli intervistati e dalle intervistate riguarda l’orario giornaliero di apertura/chiusura degli Uffici pubblici. La media di Ambito Territoriale evidenzia un’elevata concentrazione delle risposte su ‘abbastanza soddisfatto’ (56,9%), seguito tuttavia da un significativo 28,6% di risposte su ‘poco soddisfatto’ (valore che nel caso di Sammichele sale al 36,3%, superando il 44% se si considerano anche gli intervistati totalmente insoddisfatti). Complessivamente circa 2/3 dei rispondenti esprimono soddisfazione (molto o abbastanza), attestandosi su un 65,6%.Rispetto alle giornate di apertura, la soddisfazione scende, seppur di poco, attestandosi su un 64,7%, con un 35,3% di risposte negative da non sottovalutare (30,4% poco soddisfatto, 4,9% per niente). Anche in questo caso, gli intervistati che esprimono le posizioni più critiche fanno riferimento a Sammichele (33,6% poco soddisfatto e 7,6% per niente, per un complessivo 41,2%).I tempi d’attesa risultano abbastanza critici, poiché complessivamente insoddisfacenti per il 52,7% degli intervistati e delle intervistate(con un 17,4% di ‘per niente soddisfatti’). Questo disagio tocca in particolare i Comuni di Casamassima, con il 56,5% di valutazioni negative, e il Comune di Turi con il 54,9%.Più critica l’area dell’accessibilità relativa a collegamenti e parcheggi, che evidenzia complessivamente un 39,2% di risposte positive, a fronte di un 36,5% di utenti poco soddisfatti e

un preoccupante 24,2% di utenti totalmente insoddisfatti. Tali percentuali si mostrano particolarmente critiche per il territorio di Gioia del Colle con il 38,4% di ‘poco soddisfatti’ e il 34,9% di ‘per niente soddisfatti’; una situazione molto simile si riscontra a Casamassima, con il 40,7% di ‘poco soddisfatti’ e il 32,6% di ‘per niente soddisfatti’, per un grado di complessiva insoddisfazione che supera il 73%. Dalla valutazione combinata di questi dati con le proposte avanzate dagli intervistati per migliorare l’erogazione dei servizi comunali (in proposito si evidenzia un’elevata concentrazione di risposte attinenti l’«informatizzazione degli uffici e disponibilità di servizi on-line»).La Ricerca sui bisogni di conciliazione delle famiglie dei bambini che frequentano le scuole dell’infanzia, elementari e medie del territorio, ha evidenziato con grande chiarezza un utilizzo smodato e per certi versi immotivato dell’automobile come mezzo di trasporto utilizzato tanto per andare al lavoro quanto per accompagnare il proprio figlio a scuola. In riferimento al tragitto casa-lavoro, infatti, l’automobile è utilizzata dal 75,4% degli intervistati, per tragitti minimi sia come tempo di percorrenza (nel 52,7% dei casi si tratta di un tempo inferiore ai 10 minuti) che come distanza dall’abitazione (inferiore ai 3 Km per il 48,7% degli intervistati. Circa il percorso casa-scuola, invece, a fronte di distanze dell’abitazione da scuola inferiori ai 3 km e di tempi di percorrenza compresi nei 10 minuti per il 90% degli intervistati, l’auto privata risulta essere comunque il mezzo di trasporto più utilizzato, con una percentuale del 67%. Anche nel questionario di indagine relativo a questa ricerca era stata inserita una domanda aperta utile a raccogliere le osservazioni dei genitori sulle difficoltà e le eventuali proposte per la conciliazione dei tempi. Molteplici contributi dei genitori si sono soffermati sull’importanza del tempo pieno a scuola, come strumento per conciliare i tempi del lavoro con le esigenze di studio dei bambini. I genitori hanno chiesto, in particolare, una coerente ed efficace organizzazione del tempo pieno, proponendo di inserire accanto allo studio ed allo svolgimento dei compiti (nella forma di un servizio di vero e proprio doposcuola), anche attività motorie, sportive e creative. In tanti si sono soffermati, inoltre, sull’orario di ingresso e di uscita dei bambini da scuola che spesso difficilmente si coniuga con le esigenze di lavoro dei genitori. Tra le proposte di conciliazione dei tempi suggerite dai genitori si riscontra un potenziamento del servizio pre-post scuola, un avvio dell’anno scolastico con l’orario definitivo e in taluni casi anche una richiesta esplicita di modifica dell’orario scolastico.In data 19 Giugno 2012 si è riunito il Coordinamento interassessorile dell’Ambito di Gioia del Colle al fine di valutare lo studio di fattibilità del progetto” Il tempo Liberato per il Piano Territoriale dei tempi e degli Spazi” presentato dalla Cooperativa Sud-Est Donne con sede legale in Conversano, affidataria delle azioni previste nello stesso. In tale sede l’obiettivo generale è stato, quindi, declinato nei seguenti obiettivi specifici, quali obiettivi prioritari delle sperimentazioni da attuare: OBIETTIVO 1: il miglioramento dell’accessibilità fisica e/o virtuale ai servizi pubblici, con prioritaria attenzione rivolta agli uffici pubblici comunali;OBIETTIVO 2: una maggiore fruibilità della città, anche sotto il profilo di una mobilità sostenibile e sicura, nell’ambito della quale privilegiare, in fase sperimentale, i percorsi pedonali casa-scuola sicuri, di concerto con una maggiore flessibilità degli orari di ingresso e uscita da scuola, da realizzarsi mediante l’attivazione del servizio di pre e post scuola;OBIETTIVO 3: la messa a punto di metodi di co-progettazione dei tempi e degli spazi, animati e coordinati dal costituendo gruppo di lavoro sui Tempi e gli Spazi, al fine di agevolare proposte di miglioramento dei livelli di vivibilità delle città e stimolare esperienze di progettazione partecipata di spazi, servizi ed interventi.

Con atto deliberativo del Coordinamento Istituzionale n.77 del 29/05/2012 si procedeva all’approvazione bozza dello studio di fattibilità per il Piano Tempi e Spazi mentre con atto n.81 del

29/06/2012 il Coordinamento Istituzionale procedeva alla definitiva approvazione dello Studio di Fattibilità per il Piano dei Tempi e degli Spazi.

Denominazione servizio: Equipe multidisciplinare integrata per Affido e AdozioneNumero progressivo scheda progettuale Pdz II Triennio 2010/2012: n. 37

L’anno 2012 è stato un anno di grande fermento per l ‘Area Affido Familiare e ha rappresentato un periodo di intenso lavoro per la neonata Equipe di Ambito che si è trovata con la necessità immediata di attivare nuovi processi di azione che mirassero ad una reale integrazione tra gli operatori e i Servizi impegnati da diverso tempo e a vario titolo nel settore e che portasse ad un’omogeneità di modelli operativi, di procedure, di strumenti contrastando il rischio del ”fallimento dell’affido”, della frammentazione o della discontinuità degli interventi che avevano sempre contrassegnato nel passato il campo di applicazione della materia .Il disciplinare Tecnico per il funzionamento del Servizio Integrato territoriale per l’affido familiare, redatto dall’equipe di Ambito quale strumento operativo di riferimento da adottare nello svolgimento del proprio lavoro da parte di tutti gli operatori sociali e dei diversi Servizi ( sociali-sanitari e terzo settore) presenti sull’intero territorio dell’Ambito, ha rappresentato un valido elemento di discussione intorno al quale è stato possibile aprire uno spazio di riflessione sull’argomento Affido che ha messo in luce criticità, dubbi, esigenze; attraverso l’approfondimento di una materia così complessa e delicata , perché diversi sono gli attori, i linguaggi, la percezione dei bisogni e la lettura che di essi viene data, gli interventi e le esperienze dei singoli operatori , si è arrivati, attraverso un lavoro processuale costante, faticoso ma costruttivo, alla realizzazione dell’elaborato finale. Nel corso dell’anno l’equipe di Ambito si è riunita in modo regolare, quasi sistematico, soprattutto nei primi mesi dell’anno, stante la necessità di dover impiantare l’Ufficio identificato presso la sede dell’Ufficio di Piano e pensato come luogo stabile e facilmente individuabile per informazioni sui servizi per l’Affido, quale luogo di incontro per le famiglie coinvolte in percorsi di accoglienza e per Associazioni o Organismi del privato sociale impegnati nel campo. Occorreva organizzare il programma di attività a breve e medio termine, promuovere incontri integrati tra tutti i servizi ; molto del lavoro è stato svolto in collaborazione e sinergia con gli operatori di “Famiglie Accoglienti “ che nel campo dell’Affido curano la promozione e la sensibilizzazione .In uno di questi primissimi incontri è stata assicurata la partecipazione del Dott. Marco Giordano, Presidente Nazionale delle Reti di famiglie affidatarie della Federazione Progetto Famiglia, già noto all’Ufficio di Piano per aver presenziato alla tavola rotonda promossa dall’equipe di Ambito in data 14.10.2011 in occasione del proprio insediamento , che ha dato un valido contributo al lavoro avviato dal gruppo per la stesura del disciplinare, evidenziando nodi critici e orientando gli addetti al lavoro verso nuovi contenuti, alla luce delle linee guida nazionali in fase di discussione.Nel frattempo, l’attività di promozione condotta sui territori dell’Ambito dagli operatori designati allo scopo ha prodotto i suoi frutti consentendo l’intercettazione , il ri- conoscimento e la cura di gruppi di famiglie, potenziali risorse per i bambini e le famiglie in difficoltà .Infatti non va dimenticato che l’Affidamento familiare va considerato uno strumento di aiuto per le famiglie che supera la logica del controllo , supportando la famiglia nell’esercizio delle sue competenze e responsabilità.Già nel trimestre Giugno/ Agosto 2012, come documentato dagli operatori del privato sociale referenti per l’Area, si assisteva alla nascita di Associazioni di famiglie solidali sui territori dei Comuni di Casamassima e di Gioia del Colle .

Sono stati promossi incontri di presentazione e di conoscenza tra l’equipe integrata di Ambito e le neo- associazioni.A seguito di un intenso lavoro di promozione, in-formazione e sensibilizzazione sulla tematica da parte di Famiglie Accoglienti che ha portato alla realizzazione di un concerto in data 16 Maggio 2012 , di uno spot e un concorso di disegno realizzato all’interno delle scuole, l’equipe di ambito ha iniziato a raccogliere le prime disponibilità all’accoglienza da parte di famiglie .Nell’ultimo periodo dell’anno si è verificata una battuta di arresto nello svolgimento dell’ attività dell’equipe Affido per difficoltà insorte tra i vari Servizi ruotanti intorno all’Area e scaturite dal recepimento e condivisione dei contenuti del Disciplinare Tecnico per il funzionamento del Servizio Integrato per l’Affido Familiare.In particolare si contestava l’art.5) dello stesso documento nel quale si delineava la struttura organizzativa del Servizio con la definizione dei compiti e dei ruoli dei singoli Servizi nel processo dell’Affidamento familiare sul quale si è argomentato a lungo, richiedendo la necessità di incontri e approfondimenti .Il superamento delle divergenze di opinioni non è stato un lavoro semplice, ma è stato possibile grazie all’impegno di tutti, anche del Terzo Settore che in questo ha dato un notevole contributo e alla fine è stato possibile ricomporre un quadro condiviso dal quale ripartire.L’equipe si è dotata di una banca dati famiglie affidatarie e di una banca dati minori .Al 31.12.2012 si registravano n.7 richieste di famiglie disponibili all’affido . Le stesse sono state contattate e valutate dall’equipe di ambito secondo quanto previsto dal Disciplinare Tecnico.Nel contempo è’ stata avanzata richiesta ai servizi territoriali di acquisizione dati rispetto agli affidi in corso e alle famiglie affidatarie conosciute dai Servizi per una mappatura dell’esistente.

Denominazione servizio:”Famiglie Accoglienti” –Servizi di affidamento familiareAzioni: “FAMIGLIA EDUCANTE” “FAMIGLIA AMICA”Scheda progettuale Pdz 2010/2012 : n. 4

Nell’anno 2012 è proseguita l’azione Famiglia Amica e Famiglia Educante inserita nelle attività progettuali di Famiglie Accoglienti , mirata a valorizzare sul territorio dell’Ambito l’affidamento familiare come intervento particolarmente efficace a tutela del minore e del la sua famiglia .Esso viene considerato come strumento consensuale, come patto educativo relazionale tra le famiglie, sostenuto dai Servizi territoriali, dall’associazionismo, volto ad integrare, senza mai sostituire, il ruolo delle figure genitoriali, assicurando ai minori adeguate cure, mantenimento, istruzione e relazioni affettive, nell’ottica di garantire nel medio periodo una tutela piena del diritto del minore a crescere nella propria famiglia.Grazie all’attività di promozione svolta dagli operatori di Famiglie accoglienti che ha realizzato, accanto alle iniziative tradizionali, sempre molto stimolanti e coinvolgenti : spot, segnalibri, laboratori, convegni, anche attività di sostegno a gruppi di famiglie solidali immettendo le persone disponibili in circuiti di crescita e di riflessione sull’accoglienza, è stato possibile favorire sui territori la nascita di Associazioni di Famiglie che riportano nel proprio Statuto finalità proprie dell’accoglienza di minori e delle loro famiglie in difficoltà. Questo lavoro condotto in modo sistematico e competente da Famiglie accoglienti ha originato un approccio all’esperienza dell’affido più consapevole, più comunitaria e più integrata con i servizi territoriali contrastando quel sentimento di solitudine e di abbandono che è comune a tutti gli attori dell’affido familiare.

Il veicolo più efficace per la promozione dell’affido è risultato essere la testimonianza , il potersi raccontare all’interno di un gruppo e ri- conoscersi nell’esperienza dell’altro, esperienza che unifica e fortifica .Gli affidi leggeri avviati nel precedente anno sono proseguiti e ricalcano più o meno la situazione illustrata per l’anno 2011 così come di seguito evidenziata:COMUNE Famiglia Educante Famiglia amicaGioia del Colle 0 4Casamassima 0 2Turi 5 1Sammichele di Bari 0 2

Mentre gli affidi realizzati sono stati in tutto 14, le famiglie coinvolte sono complessivamente 10.La prassi seguita per la realizzazione delle esperienze di affido è quella già adottata in precedenza, perché diventata procedura unica per tutto l’Ambito.Per ogni bambino è stato formulato un progetto mirato a cura del Servizio Sociale territoriale ( Servizio Comunale e Consultorio Familiare), coadiuvato da un esperto psicologo del Terzo Settore incaricato dell’esecutività dell’Azione progettuale , nel quale si è tenuto conto della storia del bambino e della sua famiglia, sono stati individuati gli obiettivi, sia pure minimi del progetto, le modalità e i tempi di attuazione.L’affido leggero inteso quale strumento preventivo, a sostegno di minori e di famiglie temporaneamente in difficoltà, mira a valorizzare e far emergere le risorse e le competenze genitoriali presenti nelle famiglie naturali attraverso l’affiancamento di famiglie affidatarie, di realtà associative includenti e per questo stimolanti, di un equipe integrata e competente che offra il giusto sostegno per motivare e favorire le condizioni di rientro del minore nella propria famiglia.

Denominazione servizio “Qual è il tuo nome…….nessuno”Equipe multidisciplinare abuso e maltrattamentoScheda progettuale n.14 Pdz 2010/2012

Nell’anno 2012 un piccolo passo avanti è stato realizzato nel difficile cammino dell’integrazione socio-sanitaria relativamente al tema dell’abuso e maltrattamento e purtroppo troppi elementi hanno frenato questo cammino; a cominciare dall’avvicendamento politico di gran parte delle Amministrazioni territoriali dell’Ambito di Gioia del Colle per finire alla mancata sinergia con l’Amministrazione Provinciale di bari rispetto al Piano di intervento provinciale per l’abuso e il maltrattamento. Nel Gennaio 2012 si invitava la direzione sanitaria della ASL a individuare le altre figure specialistiche al fine di realizzare la dimensione multidisciplinare del gruppo di lavoro. Con atto n.509 del 18/06/2012 si procedeva alla costituzione dell’èquipe multidisciplinare maltrattamento e abuso, ma si evidenzia che in tale materia il lavoro di condivisione appare di estrema importanza a partire dal primo livello di intervento (servizi sociali comunali e consultori familiari) dove le realtà operativa ancora oggi sono debolmente strutturate e i rapporti di collaborazione non possono avvalersi di esperienze e prassi operative consolidate.Inoltre la complessità delle situazioni oggi in carico ai servizi socio sanitari richiede, la necessità di garantire risposte efficaci, raggiungibili attraverso la collaborazione tra organi di pubblica sicurezza e servizi socio sanitari e richiama tutte le istituzioni che operano con i nuclei familiari problematici a elaborare metodologie di lavoro sperimentali volte a migliorare la qualità degli interventi L'incremento significativo e documentato di situazioni di abuso e maltrattamento verso i minori e

l'alto rischio di recidività, deriva da situazioni che hanno caratteristiche di particolare complessità che toccano le sfere sociale, psicologica e giuridica e che richiede la garanzia di un'adeguata presa in carico realizzabile solo attraverso la costituzione di una rete tra servizi e istituzioni, che condividano metodologie e strategie di interventoAl fine di integrare e migliorare il lavoro dei due servizi ( Comuni e ASL) appare imprescindibile una conoscenza reciproca delle competenze, delle attività e dell'utenza trattata. E' cruciale che i sistemi si dotino di meccanismi adatti ad apprendere dall'esperienza mentre la stanno conducendo, per poterla riaggiustare progressivamente, riconoscendo gli errori e i punti di forza. E' sufficientemente riconosciuta, almeno a livello teorico, che per avere dei sistemi in grado di apprendere da se stessi non basta raccogliere dati sulle caratteristiche dell'utenza e sulle attività svolte ma sono necessari luoghi in cui si confrontano ipotesi interpretative e si attribuiscono significati e valori condivisi ai dati raccolti.Pertanto appare cruciale per l’avvio del lavoro congiunto realizzare degli incontri di formazione durante i quali si costruirà il gruppo di lavoro e si definirà un linguaggio comune al fine di condividere i principali riferimenti teorici e metodologici, relativi alla tutela dei minori, per passare poi alla costruzione condivisa di suggerimenti metodologici sugli interventi dei servizi dedicati alla tutela dei minori e delle loro famiglie, che possano essere usati come utile riferimento nell’operatività quotidiana, ponendo particolare attenzione agli elementi operativi e alle fasi del processo di presa in carico delle situazioni: l’accesso, la valutazione, la progettazione, il trattamento e le dimissioni sino all’elaborazione di un protocollo che individui linee-guida metodologiche e professionali e strumenti di lavoro condivisi utili a trovare prassi operative uniformi. Un protocollo che sarà l’espressione della volontà e disponibilità dei soggetti ad attuare gli interventi e i miglioramenti messi a fuoco nel gruppo di lavoro. In particolare andranno definite le titolarità nelle varie fasi dell’intervento di presa in carico e descritte le prassi operative che rendano fattibile l’integrazione del lavoro dei due servizi. Sulla base dell’esperienza per la costituzione del gruppo di lavoro che si occupa di affidamento familiare si ritiene necessaria la presenza di un supervisore esterno che avrà il compito di favorire lo scambio e costruire linguaggi e punti di vista comuni, che costruisca l’integrazione e sostenga una cultura della valutazione partecipata.

Area Disabilità SAD e ADI ( vedi area anziani)Scheda progettuale Piano Sociale di Zona 2010/1012 n7 e 6

Il progetto “Pegaso in volo” che si è concluso nei primi mesi dell’anno 2012 non ha avuto continuità nello stesso anno per una serie di difficoltà dovute sia alle poche risorse economiche allocate sul progetto, che alla difficoltà di programmare tutti i servizi che riguardano la disabilità; sia per l’incapacità ad intendersi con la Asl, che per i tempi necessari al completamento delle strutture( centri diurni , centri aperti polivalenti , dopo di noi ecc…) ed infine per i carichi di lavoro che crescono sempre più e che creano ritardi non voluti .

Politiche di inclusione sociale e contrasto alla povertà.

Denominazione servizio: INSERIMENTI LAVORATIVI SALUTE MENTALEDenominazione servizio:” SINERGICA-MENTE “- INCLUSIONE SOCIALE E CONTRASTO ALLA

POVERTA’.Numero progressivo schede progettuali Pdz 2010/2012: 20- 33

L’anno 2012 si è aperto con un importante evento pubblico realizzato in data 26.01.2012 e promosso dalla Cooperativa Sociale Ogechi di Gioia del Colle in collaborazione con l’Ambito Territoriale , a conclusione del Progetto ” Viva-mente. Differenziamoci”.Il Seminario dal tema: “ Le Buone Pratiche dell’inserimento lavorativo” riportava alla cittadinanza e alle Istituzioni del territorio, nonché agli addetti al lavoro, le risultanze del percorso progettuale sperimentale, volto all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate incardinato sulla raccolta differenziata “porta a porta”, realizzato dall’Ambito territoriale di riferimento nell’Area dell’Inclusione Sociale e di contrasto alla povertà , illustrato nella precedente Relazione Sociale- Anno 2011, a cui si rimanda.Il workshop, organizzato presso il Chiostro Palazzo S. Domenico di Gioia del Colle, che ha visto la partecipazione di funzionari regionali, dirigenti delle Aziende Smaltimento Rifiuti, Sindaci e Amministratori dei Comuni dell’Ambito, ha avuto una buona rispondenza di pubblico e ha consentito un confronto proficuo e stimolante tra gli intervenuti .Tra i presenti vi erano anche i soggetti lavoratori, beneficiari dell’iniziativa, che hanno testimoniato la propria esperienza evidenziando l’importanza che essa aveva rivestito per loro e ne chiedevano la prosecuzione.Il successo dell’azione è stata riscontrato anche dal territorio che non solo ha espresso gratitudine e apprezzamento ma ha addirittura chiesto l’ ampliamento dell’area interessata.I consensi raccolti hanno fatto maturare l’ipotesi di non disperdere le abilità acquisite dai lavoratori ma di valorizzarle attraverso nuove esperienze di inserimento lavorativo.La stessa Regione Puglia stimolava l’Ufficio di Piano a procedere in tal senso attingendo dalle risorse di cui alla Progettazione del secondo Piano di Zona.Accogliendo favorevolmente le proposte pervenute dalle stesse Cooperative Sociali affidatarie del precedente appalto, ovvero dalle Cooperative “Nuove Prospettive” e” L’Obiettivo” del Comune di Casamassima e” l’Ogechi” del Comune di Gioia del Colle, l’Ufficio di Piano ha affidato loro , a completamento dell’attività svolta in precedenza, per l’acquisizione di abilità specifiche da parte dei soggetti beneficiari in vista di inserimenti lavorativi presso Ditte specifiche del settore, la realizzazione dei Progetti di inclusione sociale denominati “Sinergica –mente” e “Viva-mente”, secondo quanto contenuto nelle schede di progettazione di dettaglio del secondo Piano Sociale di Zona, per la durata di mesi otto, a far tempo dalla data di sottoscrizione dei contratti, impegnando allo scopo una tranche dei finanziamenti assegnati all’Area. L’avvio attività, mentre per i territori di Casamassima, Sammichele di Bari e Gioia del Colle ha avuto inizio nel Maggio 2012 nel Comune di Turi è slittato a Luglio 2012 per difficoltà emerse in seno alla Cooperativa sociale L’Obiettivo” , affidataria del Servizio per quel territorio. La realizzazione dell’iniziativa ha, tuttavia , seguito una linea progettuale identica con obiettivi, finalità e modalità operative uniformate e ben definite su tutti i territori dell’Ambito. Il settore di intervento è rimasto quello della raccolta differenziata dei rifiuti con il sistema del “ porta a porta “ su aree territoriali individuate e servite nella precedente programmazione ed è stato costantemente monitorato con il coinvolgimento di tutti gli Attori Sociali interessati .

Politiche di inclusione sociale - Avviso Pubblico n.6/2011” Progetti innovativi integrati per l’inclusione sociale di persone svantaggiate” per la presentazione di attività cofinanziate dal FSE, dallo Stato e dalla Regione Puglia nell’Ambito del P.O. PUGLIA per il Fondo Sociale Europeo 2007/2013

Con Determinazione del Dirigente del Servizio Formazione Professionale n.1936 del 15 Novembre 2011, la Regione Puglia approvava l’Avviso Pubblico n.6/2011” Progetti innovativi integrati per l’inclusione sociale di persone svantaggiate” per la presentazione di attività cofinanziate dal FSE, dallo Stato e dalla Regione Puglia nell’Ambito del P.O. PUGLIA per il Fondo Sociale Europeo 2007/2013 rivolto a cooperative sociali, associazioni di promozione sociale, organismi di formazione professionale accreditati dalla Regione Puglia, soggetti abilitati nell’attività i intermediazione, altre organizzazioni sociali e prevedeva che fossero gli Ambiti territoriali Sociali ad individuare gli obiettivi specifici e i destinatari degli interventi, in coerenza con quanto programmato nei Piani di Zona e tenuto conto delle emergenze sociali territoriali.In considerazione di questo, dovendo dare attuazione alle direttive regionali, l’Ambito di Gioia del Colle in data 24 gennaio 2012 indiceva un incontro con tutte le realtà istituzionali del territorio a vario titolo impegnate nell’Area di riferimento: Ser.T UEPE, CSM, UdP, Servizi Sociali Territoriali , per condividere i contenuti del Bando Regionale, accogliere proposte innovative e funzionali e individuare attraverso un confronto e uno scambio di opinioni il target dei destinatari tra quelli indicati dallo stesso.Pertanto, garantendo la continuità, l’implementazione ed il sostegno allo sviluppo di esperienze già avviate dalla programmazione sociale triennale, valutato il complesso delle risorse disponibili nella programmazione di Ambito, considerate le priorità espresse dall’Avviso 6/2011 e alla luce delle intese raggiunte nella stessa sede, si stabiliva di promuovere inserimenti lavorativi personalizzati individuati all’interno di proposte progettuali di sviluppo sostenibile nell’ambito della tutela e del miglioramento dell’ambiente che presentassero un elevato grado di coerenza e di complementarietà con quanto programmato per l’inclusione sociale e contrasto alla povertà per persone svantaggiate nel Piano Sociale di Zona 2010/2012 attraverso le Azioni di :

Viva-mente, inserimenti lavorativi per persone con patologie psichiatriche, in carico ai Centri territoriali di Salute Mentale

Sinergica-mente – Inclusione Sociale e Contrasto alla Povertà per persone svantaggiate.Venivano individuati i destinatari degli interventi, tra quelli previsti dall’Avviso 6/2011, così elencati:

pazienti psichiatrici stabilizzati ovvero in trattamento riabilitativo presso le strutture pubbliche e del privato sociale

disabili fisici, psichici, sensoriali qualsiasi persona che non risulti regolarmente occupata da quando è stata sottoposta ad

una pena detentiva adulti che vivono soli con una o più persone minori o non autosufficienti a carico.

Poiché all’Ambito territoriale veniva riconosciuto un ruolo di regia della governance locale per favorire il più ampio coinvolgimento dei potenziali soggetti attuatori e l’articolazione delle proposte di intervento più innovative, efficaci e coerenti rispetto ai bisogni emergenti nel contesto locale in materia di inclusione sociale di persone svantaggiate, l’ufficio di Piano pubblicava un proprio Avviso a manifestare interesse che era approvato con Determinazione del Responsabile del Settore n.103 del 31.01.2012 insieme alla relativa domanda e scheda di progetto e fissava il temine ultimo a presentare interesse per il giorno 17 Febbraio 2012.

Successivamente l’Ufficio di Piano è stato impegnato nella procedura pubblica di selezione delle offerte pervenute per l’individuazione di quelle a cui concedere il partenariato del Coordinamento Istituzionale , così come previsto dall’Avviso di che trattasi.Tra le proposte progettuali, la più coerente, adeguata e innovativa rispetto ai bisogni del territorio è risultata essere: “I@L: Inclusione-@mbiente- Lavoro” della Cooperativa Sociale Ogechi di Gioia del Colle presentata in rete con la Cooperativa sociale L’Obiettivo di Bari e la Cooperativa Sociale Nuove Prospettive di Casamassima e alla stessa con Delibera del Coordinamento Istituzionale n.74 del 23. 02. 2012 è stato concesso formalmente il partenariato.Rimaneva compito dell’Ufficio di Piano e dei competenti Servizi Sociali dei Comuni dell’Ambito, individuare i soggetti svantaggiati da ammettere alle attività, a seguito della presa in carico del progetto assistenziale individuale, al fine di garantire la piena integrazione degli interventi descritti con le politiche sociali già programmate e attivate con il Piano Sociale di Zona.

Denominazione serviziDipendenze patologiche - Inserimenti lavorativi.

Tra le priorità dell’Ufficio di Piano dell’Ambito territoriale di Gioia del Colle per l’Anno 2012 vi era sicuramente la realizzazione di inserimenti lavorativi in favore di persone transitate nel circuito delle dipendenze patologiche, già programmate con il primo Piano Sociale di Zona.Venivano quindi promossi diversi incontri di rete tra gli operatori e i Servizi interessati, coinvolgendo i Centri Territoriali per l’Impiego, il Ser.T ,le Comunità Terapeutiche presenti sul territorio, per individuare la linea di intervento da seguire e sviluppare, che fosse il più possibile condivisa, che tenesse conto di quanto già stato esplicitato nei tavoli di concertazione, facendo tesoro di quanto riportato dalle realtà territoriali impegnate sul campo.L’idea che si è andata via via strutturando è stata l’attivazione di tirocini formativi che attraverso percorsi di inserimento mirati ed individualizzati, garantissero ai soggetti interessati oltre ad un’autonomia economica anche opportunità di crescita e di sviluppo personale.In un’ottica innovativa e sperimentale, il settore di investimento sul quale si è deciso di operare è stato quello dell’agricoltura/zootecnia in considerazione che questo costituisce una buona risorsa del nostro territorio spendibile per il target dei destinatari .Esso esprime un modello di sviluppo che punta a coniugare competitività, anche attraverso la diversificazione produttiva, con sostenibilità economica ed ambientale ed è pertanto, un modello che proprio per la sua trasversalità, si pone da protagonista sia a livello regionale che nazionale e comunitario. Il progetto prevede diverse fasi di realizzazione quali:

Individuazione di aziende agricole del territorio disponibili ad avviare tirocini formativi Sottoscrizione di un protocollo operativo tra le parti Presentazione del progetto alla Comunità locale Predisposizione di un elenco di beneficiari a cura del Ser.T del territorio Definizione di un progetto personalizzato e del tutor Predisposizione di momenti di verifica trimestrale e finale Stesura di un report finale

Un Comitato Tecnico di Coordinamento, composto da Rappresentanti di Imprese Agricole e da referenti dei Servizi interessati: Ser.t, Ufficio di Piano, Centro Territoriale per l’Impiego, Comunità Terapeutiche territoriali ,UEPE, ecc., avrà compiti di coordinamento, verifica e monitoraggio del Progetto.

Prevedendo una prima fase di formazione dei soggetti inseriti, prodromica dell’attività operativa, propria dei tirocini formativi, sono stati presi i primi contatti con Enti Pubblici di Formazione quali la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Bari e l’Istituto Superiore Professionale di Agraria di Locorotondo per conoscere i contenuti della stessa , la durata, i costi presumibili.Sono stati contattati gli Uffici Coldiretti e altre Organizzazioni territoriali di lavoro di ogni singolo Comune dell’Ambito con l’intento specifico di un loro coinvolgimento diretto nell’individuazione e partecipazione delle Imprese locali riconoscendo loro un’importante ruolo sociale e di responsabilità all’interno di processi di sviluppo del territorio.Nel contempo l’Ambito ha iniziato a predisporre uno schema di Avviso a Manifestare Interesse per raccogliere le adesioni da parte delle Aziende interessate e il relativo modello di Domanda.

Politiche per l’integrazione dei cittadini immigratiDenominazione servizio: Sportello per l’Integrazione socio-sanitaria-culturale

Scheda progettuale Pdz 2010/2012: n. 18.

La realizzazione dell’obiettivo di servizio dell’istituzione e consolidamento nell’Ambito territoriale di uno Sportello per l’integrazione socio-sanitaria –culturale, ai sensi dell’art. 108 R.R. 4/2007, da raggiungere nel periodo di attuazione del PdZ 2010-2012 , ha arricchito in questo Ambito l’offerta del welfare di accesso. L’attività di informazione sui diritti, di formazione e affiancamento degli operatori sociali e sanitari per la promozione della cultura dell’integrazione organizzativa e professionale in favore degli immigrati e loro nuclei alla rete dei servizi sociali, sanitari, dell’istruzione, di consulenza tecnica specialistica per supportare i servizi nella costruzione e nella gestione dei progetti personalizzati di intervento, è stato l’obiettivo primario del servizio nell’anno 2012.Il fatto, poi, che il Piano Sociale di Zona 2010-2012 abbia previsto la realizzazione di questo obiettivo di servizio all’interno di un Centro Interculturale ha rappresentato un valore aggiunto. Il progetto denominato “Incontrarsi a…Sud” mira, infatti, a strutturare un servizio innovativo, con più valenze, articolato in un Centro di documentazione, uno Sportello per l’integrazione socio-sanitaria-culturale e un Laboratorio per attività multiculturali, finalizzato a realizzare l’integrazione e favorire la pacifica convivenza fra cittadini stranieri presenti sul territorio dell’Ambito e cittadini autoctoni. L’ambizione è stata quella di poter perseguire percorsi di governance del fenomeno migratorio in un’ottica strategica impiegando al meglio le limitate risorse disponibili e valorizzando il capitale sociale presente nel territorio.Il graduale aumento della domanda, pervenuta alla Sportello nei giorni di apertura nei Comuni dell’Ambito conferma la validità di un servizio specifico per l’immigrazione. Lo sportello per l’integrazione socio-sanitaria-culturale, infatti, assolve al bisogno di supporto informativo ed orientativo dei cittadini stranieri presenti sul territorio, fornendo informazioni/ consulenza in materia di servizi sul territorio e di mediazione linguistico culturaleLo sportello informativo vuole garantire ai cittadini stranieri l’esigibilità dei diritti di cittadinanza, offrire ai cittadini italiani (imprenditori, datori di lavoro, insegnanti, operatori sociali) consulenza in materia di immigrazione, consentendo la conoscenza della normativa, promuovendo il superamento delle barriere (culturali, informative, logistiche, organizzative, burocratiche tra i bisogni dei cittadini stranieri e servizi di varia natura (pubblici, del terzo settore, del volontariato) presenti sul territorio. Ciò viene realizzato garantendo funzioni di ascolto, informazione, orientamento e accompagnamento, accesso –anche diretto- ai servizi, collaborazione con gli operatori dei servizi nell’affrontare casi specifici (nuove dipendenze, separazioni, adolescenti in contrasto con le famiglie, ecc.), di promozione sociale e di osservatorio, di informazione e di orientamento dei

cittadini stranieri nel sistema dei servizi del territorio e nel panorama normativo con l’obiettivo di abbattere le numerose barriere che possono ostacolare la realizzazione dei diritti di cittadinanza sociale.A tanto si aggiunge la consulenza sulla normativa che disciplina la posizione giuridica dello straniero e sulle procedure amministrative attualmente vigenti. La stessa “vision” dell’integrazione tra le politiche sociali del territorio, siano esse pensate e strutturate per cittadini autoctoni o immigrati, nonché la convergente integrazione tra le risorse tutte del territorio, ha intessuto l’attività dello sportello. L’attività di Sportello è stata resa più efficace con l’accreditamento degli operatori presso l’Ufficio di cittadinanza e lo Sportello Unico Immigrazione della Prefettura di Bari che consente agli stessi di accedere per consulenze specifiche dei casi registrati presso i Comuni dell’Ambito. Sotto il profilo operativo, si aggiunge l’adesione alla rete ANCItel di assistenza dei Comuni al cittadino straniero o italiano che permette la compilazione elettronica delle istanze di rilascio e rinnovo dei titoli di soggiorno con un sistema informatizzato. La procedura, attivata in Puglia solo da sei Comuni, è un servizio che viene offerto gratuitamente agli utenti che intendono compilare elettronicamente il kit, attraverso il programma software ELI2, utilizzato dagli operatori abilitati tramite un Corso di Formazione a distanza (FAD).Nell’anno lo Sportello ha offerto la sua funzione di informazione e orientamento e di concreto supporto per la “sanatoria 2012” (D.L.vo n. 109 del 16 luglio 2012) che ha consentito a cittadini stranieri presenti nel territorio di regolarizzare la propria posizione. Presso lo Sportello è, infatti, stato possibile effettuare tutte le procedure necessarie per la sanatoria. La strategia di comunicazione è stata attuata con l’ideazione e realizzazione di supporti informativi pubblicitari (manifesti –anche in lingua – affissi in tutti i Comuni dell’Ambito, brochure 3 colonne riportanti la descrizione dei servizi, depliant tradotti in merito al servizio sportello), letter informative inviate a tutti i cittadini stranieri iscritti all’anagrafe comunale, manifesti e locandine dedicati ad eventi. I depliant in lingua sono stati inviati a tutti i cittadini stranieri residenti nel territorio dell’Ambito in modo da far conoscere il servizio; un’azione informativa diretta è proseguita con l’Ufficio per l’Impiego e con le scuole.Il rapporto utenza/operatori è caratterizzato dalla costante interrelazione tra operatori del progetto e operatori (in particolare assistenti sociali) dei servizi “in primis” comunali, ma anche della ASL, della scuola e del progetto “Famiglie accoglienti” realizzato nell’Ambito per l’area minori e famiglie.ObiettiviA tanto si aggiunge la consulenza sulla normativa che disciplina la posizione giuridica dello straniero e sulle procedure amministrative attualmente vigenti. Le attività:

Ascolto e decodifica della domanda ( conoscenze dei bisogni, raccolta ed elaborazione delle richieste);

Orientamento all’accesso al sistema locale degli interventi socio-sanitari e ai servizi essenziali;

Consulenza di natura giuridica ed amministrativa; Informazioni sui diritti e sui doveri di riferimenti al fine di creare una piena autonomia

sociale; “Ruolo di ponte” fra i bisogni dei cittadini non italiani e le istituzioni coinvolte finalizzato

anche a limitare i fenomeni di marginalità; Formazione specifica di aggiornamento in merito alle norme che regolano il soggiorno e

degli immigrati sul territorio. Lo Sportello ha funzionato secondo la seguente tempistica:

COMUNE SEDE ORARIGioia del Colle Via A.Gatta 33 Lunedi : 15,30 / 18,00

Giovedi: 9,30/12,30Casamassima Via Pacinotti Giovedi: 15,30/ 18,00

(1° e 3° del mese)Sammichele di Bari P.zza della Vittoria 2 Mercoledi: 9,30/12,30

(2° e 4° del mese)Turi Via Sedile 1 Giovedi:15,30/18,00

( 1° e 3° del mese).

Centro di documentazione.Il Centro di documentazione oltre ad offrire una raccolta di leggi in materia di immigrazione e di guide pratiche e la disponibilità di una banca dati per il monitoraggio della popolazione immigrata e dei suoi bisogni, ha avviato l’allestimento dello scaffale multiculturale.Lo scaffale multiculturale è un insieme ed un contenitore di testi e materiali utili nella dimensione dell’educazione interculturale. E’ funzionale ai bisogni cognitivo-educativi di bambini e genitori immigrati, di comunità d’immigrazione, di insegnanti, studenti universitari, operatori del settore. Lo scaffale multiculturale può essere lo strumento che consente di costruire «attività interculturali comuni» come indica la legge n. 40, 6 marzo 1998, Disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero. Ciò è in linea con il Manifesto Unesco sulle Biblioteche Pubbliche che sottolinea, tra gli obiettivi prioritari, la necessità di incoraggiare il dialogo interculturale, proteggere, rispettare e valorizzare le diversità.La raccolta, fin ad oggi, comprende saggi-romanzi-narrativa e strumenti con i seguenti temi ed argomenti: Fiabe africane, Fiabe albanesi, fiabe dal Marocco, filastrocche dal mondo, la scuola multietnica, Didattica interculturale e attività di Laboratorio interculturale, le seconde generazioni, saggi sulla mediazione interculturale, educazione dentro e fuori la scuola. Inoltre sono presenti lavori sulla formazione interculturale degli operatori dell’educazione.Immigrazione: politiche e culture in Europa. Manuali di “Cucina Araba”. La collana completa di Alfabetando: Vocabolario per immagini.Abbonamenti a quotidiani e riviste estere.Quindi lo scaffale comprende: testi finalizzati alla conoscenza e alla «tutela della cultura e della lingua d’origine» con particolare attenzione a testi e materiali prodotti dai paesi d’origine degli immigrati, tradotti in italiano o nella loro lingua d’appartenenza;testi finalizzati a fornire attraverso la lettura opportunità di scambio, di reciproco arricchimento tra le culture, che è la qualità specifica dell’educazione interculturale.Lo Scaffale Multiculturale è pure Scaffale Virtuale: accanto alle risorse in biblioteca trovano posto, infatti, anche quelle in rete con siti consigliati sulle diverse culture ed una edicola virtuale con numerosi siti di giornali stranieri. L’allestimento non è esaustivo, ma consta di un “work in progress” che si arricchirà in base alle proposte culturali che saranno avanzate .Lo scaffale è stato allestito con la collaborazione della dott.ssa Angela Martiradonna già consulente della casa editrice Stilo.

LABORATORICosì come esplicitato nella fase di programmazione nel Piano di Zona, il Centro Interculturale nel suo complesso è stato attivato nel Comune capofila, ma oltre alla garanzia dell’attività di Sportello presso tutte le sedi comunali, sono state realizzate iniziative in tutti i Comuni dell’Ambito che hanno reso visibile la presenza del servizio. Naturalmente le attività hanno avuto un crescendo nell’anno 2012 man mano che, dopo una fase di lettura di ogni singolo territorio, il servizio si è radicato ed è stato in grado di definire un’offerta di attività confacente ai bisogni di ogni Comune. Da febbraio a marzo 2012 a Gioia del Colle è stato realizzato un Laboratorio teatrale “Teatro come territorio” a cura di Daniele La Sorsa con lo scopo di promuovere la socializzazione, favorendo l’incontro e l’integrazione fra più culture. Nel mese di maggio e giugno 2012 si è tenuto a Gioia del Colle un corso di madre lingua e cultura araba, in collaborazione con il CRIT del territorio che insiste presso l’Istituto Comprensivo “S. Filippo Neri” di Gioia del Colle.Da aprile a luglio 2012 si è svolto a Casamassima un Corso di italiano per stranieri della durata di 44 ore. Hanno partecipato 23 donne straniere, georgiane e una ucraina, di età compresa tra i 25 e i 50 anni.Sempre a Casamassima si è svolto un corso di cinese richiesto dalle famiglie di dieci bambini cinesi ivi residenti con l’obiettivo di perfezionare e conservare l’uso della lingua e delle usanze del paese di origine. Il corso si è svolto presso il II° Circolo Rodari di Casamassima con il quale è stato sottoscritto un protocollo di collaborazione.Da aprile a giugno 2012, il venerdì pomeriggio è stato aperto uno spazio per le donne di varia nazionalità nel Centro di documentazione per la consultazione di libri e giornali che fanno parte dello scaffale multiculturale.Sempre a Gioia del Colle, da marzo a maggio 2012, si è svolto il progetto di sostegno scolastico con la frequenza di tre giorni settimanali di due ore ciascuno. Il progetto nasce dall’esigenza di creare uno spazio educativo socio-culturale, offrendo la possibilità di socializzazione dentro i percorsi scolastici ed extrascolastici, stimolando la costruzione di una rete educativa fra famiglia, scuola, territorio e servizi.Un importante evento è stato rappresentato dalla prima edizione a Gioia del Colle della FESTA DEI POPOLI che si è svolta il 9 giugno 2012, un’opportunità di incontro e contaminazione interculturale che si svolge già a Bari da diversi anni. La Festa persegue la finalità di aprirsi alle diverse culture attraverso lo strumento dell’arte, della musica, dell’artigianato e del teatro, esprimendo la tensione verso il multiculturalismo di saperi, tradizioni ed esperienze. La realizzazione della Festa ha perseguito nello specifico l’obiettivo di sollecitare e avvicinare, in un momento culturale, l’intera cittadinanza e di coinvolgere le associazioni locali. Il Progetto ha varcato i confini dell’Ambito territoriale, creando così contatti con altre realtà impegnate sul campo, partecipando con un proprio stand alla Festa dei popoli che si svolta a Bari il 23 e 24 giugno 2012. Contemporaneamente alle attività rivolte alla cittadinanza tutta, si è curato l’aspetto dello aggiornamento sui temi dell’immigrazione , nonché la definizione di percorsi congiunti per l’attuazione di buone prassi, con tutte le assistenti sociali che operano nel territorio dell’Ambito. Un’altra azione a cui è stato dato rilievo nella fase di avvio e di prima attuazione del Progetto è stata l’opera di coinvolgimento dell’Associazionismo territoriale.

AREA IMMIGRAZIONEProgetto: “Incontrarsi a sud”

Risorse impegnate: € 106.685,68Azioni previste: Istituzione del Centro Interculturale denominato “Incontrarsi a…Sud”.Sportello informativoServizio di documentazione Laboratori di interculturaStato dell’arte: il servizio è stato affidato alla ATS composta dalla Cooperativa CSISE e dall’Associazione di promozione sociale ETNIE che hanno maturato una consistente esperienza nell’area delle politiche dell’immigrazione. Il Centro Interculturale è stato avviato a maggio 2011 e ha proseguito nel funzionamento per tutto l’anno 2012.

Denominazione servizio: Porta Unica di Accesso e Unità di Valutazione Multidimensionale Scheda progettuale Pdz 2010/2012 n. 19

Nel 2012 è proseguita per l’Ufficio di Piano l’attività di coordinamento e supervisione dell’azione di sistema volta alla strutturazione di un percorso di integrazione socio-sanitaria di cui la Porta Unica di Accesso e l’UVM costituiscono un cardine fondamentale. Nel 2012 la Porta Unica di accesso, quale servizio di integrazione per la domanda di interventi e servizi di natura socio-sanitaria del territorio dell’Ambito, ha risposto alle richieste di n. 130 anziani principalmente per l’accesso alle strutture residenziali, alle domande per l’accesso al servizio di Assistenza Domiciliare Integrata accogliendo n. 49 domande di cittadini anziani e disabili e alle istanze per l’accesso alle strutture semiresidenziali, in particolare Centro diurno socio-educativo e riabilitativo per persone disabili che ha visto un ampliamento delle richieste nell’anno 2012.

Si deve rammentare che la Porta Unica di Accesso è stata prevista e avviata in questo Ambito dal primo ciclo di programmazione del Piano di Zona, unitamente alla Unità di Valutazione Multimensionale, garantendo la presa in carico di situazioni di bisogno che richiedono interventi e servizi di natura socio-sanitari. Va, in ogni caso evidenziato che attraverso l’accesso allo sportello, l’utenza ha potuto fruire di un servizio di orientamento specifico nell’area socio-sanitaria a volte avendo la possibilità di individuare risposte alternative all’inserimento in struttura che, all’inizio dell’anno, ha rappresentato il motivo principale di accesso alla PUA. La Porta Unica di Accesso, ha mantenuto anche nel 2012 il suo carattere itinerante garantendo il front-office sia presso la sede del Distretto sociosanitario, che presso i quattro Comuni dell’Ambito integrandosi con gli sportelli del segretariato sociale e anche in raccordo con i diversi punti di accesso della rete dei servizi sociosanitari territoriali Dipartimentali (CSM, Ser.T., ecc.) e quelli del Distretto Sociosanitario (M.M.G., P.L.S., Servizio si riabilitazione) al fine di consentire percorsi di accesso ma anche di valutazione omogenei e integrati (PAI).La PUA è composta da:- un assistente sociale con funzioni di front-office messa a disposizione dall’Ambito - un amministrativo con funzioni di back-office messo a disposizione dal Distretto.La PUA svolge anche la funzione di “agenda” e di attivazione dell’Unità di Valutazione Multidimensionale al fine della presa in carico dell’utente/cittadino e dell’effettuazione della valutazione. La PUA, quindi, individua quei cittadini/utenti che hanno bisogno di prestazioni socio-assistenziali e socio-sanitarie integrate e ne promuove una valutazione adeguata da parte dell’UVM. Viene riportato il dato relativo ad istanze formalmente presentate da sottoporre alla Unità di Valutazione per l’erogazione di un servizio socio-sanitario.

RICHIESTE DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE COMPLESSIVE PERVENUTE ALLA PUA.

COMUNITIPOLOGIA INTERVENTI

RSSA RSA CENTRIDIURNI

ADI TOTALI

GIOIA 13 11 6 22 52

CASAMASSIMA 5 2 3 10 20

SAMMICHELE 3 2 9 9 23

TURI 16 9 2 8 35

TOTALE 37 24 20 49 130

RICHIESTE DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE PER ADI

COMUNE

TIPOLOGIAIN

CARICO AL

SERVIZIO

NON AMMESSE

SOSPESE RINUNCE DIMISSIONI DECESSI TOTALI

GIOIA 8 2 8 2 1 1 22

CASAMASSIMA 5 / / / / 5 10

SAMMICHELE 3 1 3 / 1 1 9

TURI 6 1 / / / 1 8

TOTALI 23 4 11 3 1 8 49

ISTANZE INVIATE ALLA PUA DA ALTRI SERVIZI

COMUNITIPOLOGIA SERVIZI

RSAMMG

SERVIZIO SOCIALE

TERRITORIALETOTALE

GIOIA 12 1 13

CASAMASSIMA 2 / 2

SAMMICHELE 2 1 3

TURI 6 / 9

TOTALE 22 3 25

INVII DALLA PUA AD ALTRI SERVIZI

COMUNITIPOLOGIA SERVIZI

SERVIZIO SOCIALE TERRITORIALE

SOLO INTREVENTO ECONOMICO

SAD TOTALE

4 1 5

2 / 2

7/

7

2 / 2

15 1 16

ADIDISTRETTO 13

RIABILITAZIONE

TOTALE

GIOIA (1) (1) 5+2

CASAMASSIMA / / 2

SAMMICHELE (1) / 7+1

TURI / / 2

TOTALE / / 16+3

L’attività dell’Unità di Valutazione Multidimensionale nell’anno 2012 è stata continuativa e particolarmente intensa: Si sono tenute n.138 sedute dell’ Unità di Valutazione Multidimensionale a fronte delle 108 tenute nell’anno 2011.Sono stati valutati complessivamente n. 447 casi di cui n. 260 relativi a istanze di Assegno di cura e Assistenza Indiretta Personalizzata e 34 relativi a istanze di Assistenza Domiciliare Integrata.Forse la stessa numerosità e varietà dei casi trattati ha consentito di sviluppare in UVM una cultura della valutazione sempre più integrata, avviando una collaborazione con i Medici di Medicina Generale che ha consentito la realizzazione di Progetti di Assistenza Individualizzati appropriati. La partecipazione dell’Ambito alle attività dell’UVM è continuativa, essendo prevista la figura dell’A.S. dell’Ambito (referente dell’UdP per l’integrazione socio sanitaria) nella composizione minima dell’UVM che svolge ordinariamente la sua attività, con una cadenza a volte diventata trisettimanale con le valutazioni delle richieste di Assegno di Cura e di AIP.

L’unità minima dell’UVM di questo Ambito Territoriale è costituita da :- un coordinatore sociosanitario individuato dal Direttore del Distretto sociosanitario;- un assistente sociale individuato dall’Ambito Territoriale all’interno dell’Ufficio di Piano;- un medico di medicina generale o pediatra di libera scelta di riferimento dell’assistito.L’UVM, in base al Regolamento di funzionamento proprio, è costituita da un’equipe integrata e multiprofessionale che, in base a una calendarizzazione certa e stabilita dalla PUA:- effettua la valutazione multidimensionale utilizzando la scheda SVAMA;- verifica la presenza delle condizioni socio-economiche, abitative, familiari al fine dell’ammissibilità al percorso di assistenza e cura;- elabora il progetto socio-assistenziale e socio-sanitario personalizzato da condividere con il cittadino/utente e i suoi familiari che prevede l’accesso a servizi domiciliari, semiresidenziali e residenziali a gestione integrata e compartecipata;- monitorizza l’andamento dell’attuazione del progetto e ne integra eventualmente le attività al fine di migliorarne efficienza, efficacia, esiti complessivi;- procede alle dimissioni concordate.Per tutto l’anno 2012 è stata persistente la criticità relativa alla mancata realizzazione del servizio ADI effettivamente integrato rispetto ai bisogni socio-sanitari complessi e coesistenti

Denominazione servizio: ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA E SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE.Scheda progettuale Pdz 2010/2012 n.4

Il servizio di Assistenza Domiciliare Integrata, previsto nella programmazione del Piano di Zona 2010-2012 è stato avviato in questo Ambito territoriale a maggio 2011. Nell’arco dei primi otto mesi di erogazione del servizio e cioè fino alla fine del 2011, è stata attivata solo la parte sociale di competenza dell’Ambito territoriale. Tale situazione ha determinato una oggettiva difficoltà a soddisfare i bisogni sanitari individuati nella fase di valutazione del bisogno che ha comportato alcune rinunce al servizio in quei casi in cui le prestazioni di natura sanitaria (soprattutto infermieristiche) risultavano necessarie per la cura del paziente a domicilio.In ogni caso, la scelta di sottoporre comunque, le istanze di interventi domiciliari pervenute da persone in condizioni di non autosufficienza, alla valutazione multidimensionale, ha determinato il coinvolgimento dei Medici di Medicina Generale anche nell’attribuzione di figure che garantiscono prestazioni di natura socio-assistenziale, sviluppando pertanto prassi di “lettura” multiprofessionale che hanno determinato interventi più efficaci, soprattutto nel casi di pazienti che fruiscono di Assistenza Domiciliare Programmata. Inoltre, la disponibilità del servizio domiciliare socio-assistenziale ha dato la possibilità di attuare dimissioni protette soprattutto nei casi di pazienti in condizioni di fragilità che possono rientrare nel proprio ambiente di vita in un’idonea situazione igienico-sanitaria e con una minima rete di sostegno che viene così supportata nella cura dalla figura dell’operatore socio-sanitario e dal monitoraggio clinico del Medico di Medicina Generale.Si è cominciato a ragionare sull’agevolare i processi di deospedalizzazione.Un’altra caratteristica positiva, utile per l’intervento soprattutto di pazienti allettati, è stata la garanzia del servizio a domicilio dell’operatore per l’intera settimana compresi i festivi.I cittadini che hanno fruito del servizio di assistenza domiciliare integrata socio-assistenziale fino al 31.12.2012 sono 35 anziani non autosufficienti in tutto il territorio dell’Ambito.

Le istanze sono state presentate prevalentemente alla PUA che ha potuto svolgere la funzione di decodifica del bisogno orientando, anche iniziali domande di inserimento in strutture residenziali, verso l’assistenza domiciliare integrata, potendo offrire un numero significativo di ore di assistenza dell’operatore socio-sanitario anche per le festività. Tale offerta ha rappresentato un valido sostegno al carico di cura delle famiglie garantendo la possibilità della permanenza al domicilio con tutti i benefici psicologici e relazionali che questo comporta. Nella fase di avvio del servizio sono stati valutati i casi già in carico ai SAD comunali che avevano le caratteristiche per passare in ADI.Tali valutazioni sono state effettuate dal servizi sociali comunali unitamente al referente dell’area socio-sanitaria dell’Ufficio di Piano. L’istruttoria delle istanze che in seguito sono state presentate è stata curata nel 2011 dall’Assistente Sociale della Porta Unica di Accesso e la valutazione è stata effettuata dall’Unità di Valutazione Multidimensionale.La valutazione multidimensionale è stato l’elemento nuovo della domiciliarità in favore di anziani e disabili in questo Ambito ed in particolare il coinvolgimento dei Medici di Medicina Generale.

Si è, infatti potuto sperimentare che la documentazione professionale di natura sociale rende conoscibili e osservabili aspetti della realtà che consentono di individuare bisogni emergenti sui quali intervenire e nel contempo capacità esistenti nel contesto di vita che si possono valorizzare al fine di determinare Piani di Assistenza Individualizzati efficaci.

Appare importante richiamare il fatto che in questi anni molte famiglie hanno mantenuto a casa i loro parenti anziani non più autosufficienti grazie all’organizzazione dell’assistenza domiciliare, che nel 2009, in Puglia ha comunque garantito la copertura del 1,3% , dato che sicuramente raggiungerà un indice più alto nel secondo triennio di attuazione del piano di Zona, quando il servizio domiciliare andrà a regime in quasi tutti i Comuni della Regione.L’analisi dei bisogni su questo territorio conferma che uno dei bisogni principali della popolazione anziana rimane quello dell’assistenza domiciliare e non si può prescindere dall’obiettivo di raggiungere standard qualitativi adeguati alla complessità di tale funzione. Il Piano Sociale di Zona 2010-2012 delinea un welfare locale particolarmente orientato all’implementazione e al potenziamento dell’area della domiciliarità, prevedendo, tra l’altro, il trasferimento delle risorse economiche finalizzate all’esecuzione del Servizio di Assistenza Domiciliare in ciascun Comune (con l’esclusione di Sammichele di Bari che non eroga il SAD), all’Ambito al fine di garantire l’uniformità e l’omogeneità del servizio in tutti i Comuni appartenenti all’Ambito territoriale. La stessa Convenzione stipulata in data 16 /02/2010 fra i Comuni dell’Ambito ha stabilito che si realizzino modalità omogenee di erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali su base di Ambito, nonché conformi alle indicazioni programmatiche e la razionalizzazione ed ottimizzazione delle risorse a disposizione per le attività definite nel Piano Sociale di Zona 2010-2012.Pertanto, per l’attivazione della sperimentazione di gestione associata del SAD, l’Ambito dispone di risorse che i Comuni già impegnavano per la realizzazione del Servizio nei propri territori e delle risorse finanziarie assegnate per la programmazione del 2° Piano Sociale di Zona al Servizio di Assistenza Domiciliare per anziani e diversamente abili. L’anno 2012 è stato dunque avviato il Servizio di Assistenza Domiciliare a gestione associata della durata di due anniOgni Comune ha continuato a garantire il servizio agli utenti già in carico ed ha potuto subito incrementarne il numero grazie alla disponibilità delle risorse messe in campo con il SAD di Ambito: Pertanto il comune di Gioia è partito con l’erogazione del 60 SAD per 60 persone

anziane e/o disabili, il Comune di Turi con l’erogazione del SAD per circa 30 anziani, il Comune di Casamassima con n. 20 persone anziane. Proprio il quadro variegato nei quattro Comuni dell’Ambito ha orientato i programmatori verso la necessità di dare omogeneità e presenza capillare al servizio domiciliare per anziani che viene considerato uno dei servizi prioritari , anche in considerazione delle analisi demografiche rispetto a questa fascia di popolazione.Il servizio a gestione associata è stato avviato a partire dal 1° febbraio 2012 con il coordinamento da parte dell’Ambito con l’obiettivo di garantire l’uniformità e l’omogeneità delle prestazioni in tutti i territori locali anche quelli sinora sprovvisti del servizio consentendo in tal mondo di raggiungere nell’Ambito il valore target proposto nel Piano di Zona . Complessivamente gli utenti del servizio di Assistenza Domiciliare, a gestione associata, ha raggiunto il numero di 135 utenti.

2.2 La dotazione infrastrutturale dell’ambito territoriale

Il Coordinamento Istituzionale, In linea con i documenti di programmazione regionale, a seguito dell’opportunità data dai fondi PO FESR PUGLIA 2007-2013 - Asse III “INCLUSIONE SOCIALE E SERVIZI PER LA QUALITA’ DELLA VITA E L’ATTRATTIVITA’ TERRITORIALE” - Linea 3.2 “Programma di interventi per l’infrastrutturazione sociale e sociosanitaria territoriale” Azione 3.2.1 – e dai fondi PO FESR 2007-2013 Asse III Linea 3.4 Azione 3.4.1 DGR 765/2011 Interventi per il potenziamento della rete di strutture e servizi per la prevenzione ed il contrasto dello sfruttamento, della tratta e della violenza di donne, minori e cittadini stranieri immigrati, ha superato l’ottica campanilistica e ha trovato ampia e significativa intesa sulla dotazione delle infrastrutture sociali dell’Ambito. Le proposte progettuali presentate e parzialmente finanziate sono le seguenti:

Strutture Stato dell’arteComune titolare

Centro Sociale polifunzionale per minori art. 104 Reg. Reg. 4/2007

I lavori relativi alla costruzione del Centro Aperto Polivalente per minori a Gioia del Colle sono proseguiti speditamente, tanto che si prevede l’avvio delle attività intorno a Settembre 2013.La struttura di Sammichele di Bari non è stata realizzata perchè non ha presentato la progettazione esecutiva entro i termini previsti. Nel 2012 , però, ha partecipato alla riapertura dei termini , per lo stesso finanziamento.

Gioia del Colle e Sammichele di Bari

Centro aperto polivalente per anziani Come sopra

Gioia del Colle e Sammichele di Bari

CENTRO POLIFUNZIONALE SOCIOASSISTENZIALE consistente in: TURI

Alloggio sociale per adulti in difficoltà (art. 76 del reg.reg.4/2007)

La progettazione dell’anno 2011 non ha avuto buon esito, infatti la Regione Puglia ha comunicato la revoca del finanziamento e la possibilità di ricandidare il progetto. Cosa che è stata puntualmente fatta con la presentazione del progetto in data 05.12.2012 Turi

Centro di pronta Come sopra Turi

accoglienza per adulti (art.77 del reg.Reg. 4/2007)Centro di accoglienza per persone sottoposte a provvedimenti limitativi della libertà personale Come sopra TuriRestauro e recupero del palazzo Zella-Milillo confiscato alla mafia per il riuso sociale

A Casamassima sono stati portati ultimati i lavori di ristrutturazione dell’immobile il cui utilizzo è previsto per il 2013 Casamassima

Sportello per l’integrazione socio-sanitaria-culturale per gli immigrati e Centro Interculturale “ Incontrarsi a Sud “

Il progetto è stato ammesso al finanziamento con determinazione dirigenziale n.940 di settembre 2012 Gioia del Colle

Politiche per disabili e infrastrutture sociali

In merito poi alla dotazione dei territori dell’Ambito di infrastrutture sociali per le persone disabili:a Gioia del Colle sono stati ultimati i lavori di ristrutturazione di un Centro Aperto Polivalente per disabili (art.105 del reg.Reg. n.4/2007) e di una struttura residenziale “Dopo di Noi” ( art. 57 del Reg. Reg. n.4 ). Il Coordinamento ha stabilito di affidare in concessione tali servizi e strutture, entro il 2013. Si rammenta che è stata modificata la tipologia dell’intervento da realizzare rispetto all’originaria ; infatti la previsione iniziale era quella di realizzare 4 Centri Diurni e una struttura “Dopo di Noi” a seguito delle indicazione del piano Sociale Regionale 2010/2012 , si è pensato di realizzare almeno un centro Diurno e 2 Centri Sociali polivalenti ( 1 a Gioia e 1 a Casamassima) considerata la rinuncia del comune di Sammichele di Bari a realizzare nel proprio territorio l’opera prevista.In corso d’opera, il Coordinamento Istituzionale, ha stabilito di modificare anche la tipologia di intervento prevista nel Comune di Turi. Ciò, a seguito del sorgere, nel Comune di Gioia del Colle, di un Centro Diurno privato al fine di evitare il pullulare di numerosi centri che poi non sono in grado di sostenersi.La scarsa chiarezza da parte della ASL circa la possibilità di far sorgere un centro diurno per persone diversamente abili, a gestione pubblica e nell’ottica della integrazione socio-sanitaria, ha procurato non poche incertezze dal punto di vista operativo tanto da consentire al privato di occupare uno spazio lasciato vuoto dal pubblico. Si sono stati tenuti diversi incontri con la Dirigente del Distretto socio-sanitario e con la dott.ssa Melli, ma non si è mai giunti ad una conclusione chiara e certa.Alla luce di questo, gli amministratori del Comune di Turi hanno ritenuto che fosse più appropriato realizzare anche a Turi, così come nei comuni di Gioia del Colle e Casamassima un Centro Aperto Polivalente per persone diversamente abili, dal momento che la maggioranza delle persone disabili non è in una condizione di grave disabilità.

La dotazione infrastrutturale dell’Ambito di Gioia del Colle, dalla valutazione del quadro complessivo delle strutture e servizi sociali presenti sul territorio, appare in equilibrio con le caratteristiche sociali e demografiche del territorio. Più volte infatti è stato rimarcato il dato relativo all’invecchiamento della popolazione e la dotazione di servizi e strutture per questa fascia di età, appare sufficientemente adeguata. Il percorso avviato dalla Regione Puglia con il regolamento regionale n.4/2007 ha permesso di ricostruire la mappa delle strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale presenti sul territorio, di natura pubblica e privata , nella tabella di seguito riportata:

Strutture residenziali Strutture semiresidenziali

Comuni Tipologia

n. posti autorizzati Tipologia

n. posti autorizzati

GIO

IA D

EL C

OLL

E

Casa di Riposo “ Padre G. Semeria” con sede in Via G. Di Vittorio 90 ( n. 531/2005 di iscrizione al registro Regionale),proroga autorizzazione provvis. 29.04.2013 25

Asilo Nido Comunale “G. Eramo” con sede in Via Mascagni ( n.1038/11 di iscrizione al registro regionale) 48

RSSA “ Padre G. Semeria” con sede in Via G. Di Vittorio 90 ( n. 541/2005 di iscrizione al registro regionale) proroga autorizzazione provvis. 29.04.2013 24

MicroNido “ La Gang nel Bosco” con sede in Via Federico II di Svevia ( n. 397/2007 di iscrizione al registro regionale ) 19

Casa Alloggio per Anziani “ Domus Serena” con sede in Via dei Francescani Riformati n.121 (n. 0775/2011 di iscrizione al registro regionale 7

Asilo Nido “ Magicabula” con sede in Via Trav. Giuseppe Di Vittorio 4/d ( n. 756/2011 di iscrizione al registro regionale 27

Centro Diurno socio-riabilitativo ed educativo “ Santa Caterina 2” con sede in Via Canonico Indellicati 41 ( n. 475/2011 di iscrizione al registro regionale( ha preannunciato un cambio di gestione nel 2013) 30

Ludoteca “ Patatrac” con sede in Via Federico II di Svevia (n.755/2011 di iscrizione al registro regionale 30

Ludoteca “ Ludo&Tek” con sede in Via Aldo Moro 15/17 ( n.754/2001 di iscrizione al registro regionale

25

Centro Ludico Prima infanzia “ Ludo&Tek” con sede in Via Aldo Moro 15/17 ( n.752/2011 di iscrizione al registro regionale 20

Ludoteca “ AmeMipiace” con sede in via G. Carducci 143/D( n.0903/2011 di iscrizione al registro regionale) 29

Cento Ludico per la Prima Infanzia “ I colori dell’incontro” con sede in Via G. Argento 89 (n.753/2011 di iscrizione al registro regionale) 23

Servizio Educativo per il tempo Libero “ PiErreLandia” con sede in Via G: Di Vittorio 172 ( n.353/2009 di iscrizione al registro regionale)

Servizio Educativo per il tempo Libero “ Centro Estivo Patatrac” con sede in Complanare 6 ( n.352/2009 di iscrizione al registro regionale)

CASA

MAS

SIM

A

R.S.S.A. “ Domus maxima Valori di Cura” con sede in Via Don Domenico Parente 12 (n. 29/2006 di iscrizione al registro regionale) 90

Centro diurno socio-educativo “ Istituto Pia Domus Cristo RE” con sede legale in Via Napoli 30

Ludoteca “ L’Albero Magico” con sede in Via Don Minzoni 48/d (n. 398/2009 di iscrizione al registro regionale) 30

Ludoteca “ Villaggio nella Fantasia” con sede in Viale Libertà 9 30

Asilo Nido “ Le Mille e una Fiaba” con sede in Via Strada Statale 172 dei trulli Km 1,5 Strda Vicinale San Lorenzo 20

Centro Polivalente per Anziani con sede in Via Pacinotti 4

T U

R I

"Istituto Gonnelli" Casa di Riposo con sede in Via Sedile 4 (iscritta in via provvisoria al n.641/2008 del registro regionale 20

Asilo Nido " Il Bosco dei Cento Acri" con sede in Via Indro Montanelli (iscritta al n.413/2012 del registro regionale) 30

R.S.S.A- Mamma Rosa" con sede in Via Cisterna 14 (iscritta al n.639/2010 del registro regionale)

64

Ludoteca " Il bosco dei Cento Acri" con sede in Via Indro Montanelli (iscritta al n. 593/2012 del Registro reg.) 30

R.S.S.A " Villa Eden" con sede in Via Altiero Spinelli 49 iscritta al n. 8/2009 del registro Regionale 52Comunità riabilitativa "Minerva" con sede in Via Sammichele

14Centro Diurno "Non più soli" con sede in Via Garibaldi 65/a 20

Comunità riabilitativa Psichiatrica"Apollo"con sede in Via Dott. D.co resta 18 Comunità Educativa " Maria Montessori" con sede in Via Gioia Canale n.14-4° piano scala B (iscritta al n.420/2011 del registro regionale) 5

Sezione Primavera iscritta al registro regionale ( sez. minori )giusta determina dirigenziale regionale n420 del 19.04.2012

Sezione Primavera, presso la scuola per l’infanzia “ DeCurtis” 24

SAM

MIC

HELE

DI

BARI

2.3. L’integrazione con le politiche sanitarie, della casa, le politiche attive del lavoro e dell’istruzione.

Il concetto d’integrazione coinvolge ambiti e livelli istituzionali differenziati ed è finalizzato a rispondere in modo coerente alle molteplici problematiche delle fragilità sociali, innanzitutto a livello strategico, tenuto conto che, nel senso più ampio, l’integrazione include vari settori: sociale, sanità, istruzione, lavoro, casa. L‘assunto di fondo dell’integrazione con le politiche sanitarie è che è necessario garantire continuità di assistenza e cura ricercando forme di integrazione/coordinamento fra i servizi sociali offerti dalle Amministrazioni comunali e i servizi sanitari garantiti dalle Aziende Sanitarie Locali. Il sistema dei servizi sociali e sanitari in Italia è impegnato da tempo in una complessa azione di riorganizzazione della propria offerta di servizi, dettata in larga parte dall’esigenza di far fronte alla crescente domanda di salute e benessere della popolazione.

Sappiamo che ci sono aree di bisogno che richiedono continuità assistenziale anche con passaggi guidati tra forme diverse di assistenza. E’ il caso dell’assistenza agli anziani o ai disabili ed alle famiglie con minori. In almeno questi tre casi, ma potremmo ampliare la considerazione alle tossicodipendenze e alla salute mentale, è importante che non siano gli utenti a dover ricomporre il sistema di offerta dei servizi ma che quest’ultimo sia strutturato per poter accogliere gli utenti a seconda del mutare delle loro condizioni di bisogno. La programmazione regionale in materia di salute e benessere sociale, in coerenza con gli orientamenti della programmazione nazionale, indica chiaramente l’ambito specifico d’intervento nel quale sviluppare prioritariamente l’integrazione sociosanitaria: il welfare d’accesso e la valutazione multidimensionale.Ciò si traduce concretamente nell’implementazione di due strumenti operativi, la Porta Unica di Accesso (PUA) e l’Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM), con la finalità di:· semplificare l’accesso al sistema dei servizi;· ricondurre ad unità il percorso di cura della persona;· migliorare l’appropriatezza della risposta assistenziale e garantire la continuità delle cure.L’unitarietà delle fasi di accesso e presa in carico della persona deve essere governata opportunamente in modo da ridurre il rischio di frammentazione e dispersione delle risposte ai bisogni assistenziali complessi.Pertanto l’integrazione si deve realizzare innanzitutto a livello istituzionale al fine di definire politiche comuni che stabiliscono indirizzi, priorità, strategie che le Amministrazioni (Comuni e ASL) intendono perseguire.

Una valutazione del livello di integrazione con le politiche sanitarie in questo Ambito richiede una considerazione dei vari livelli in cui si realizza. A livello professionale e operativo la collaborazione con il Distretto socio-sanitario è buona e continuativa sia relativamente al funzionamento di UVM e PUA che rispetto alla collaborazione per il raggiungimento delle finalità di servizio nell’area di intervento per i minori e le famiglie. A livello istituzionale il sistema ASL presenta ancora aspetti molto problematici legati ad importanti questioni di carattere organizzativo e gestionale che riguardano la indeterminatezza delle risorse finanziarie ancora “figurative” a fronte di quanto riportato nell’Accordo di programma per la programmazione e la realizzazione dei servizi socio-sanitari integrati con il Piano di Zona 2010-2012, sottoscritto con l’Ambito territoriale sociale.

E’ il caso del servizio di Assistenza Domiciliare Integrata che non fa i conti solo con aspetti problematici legati alla scarsità delle risorse, ma anche con forti criticità di natura organizzativa che si frappongono alla realizzazione di un servizio ADI che garantisca prestazioni domiciliari integrate sanitarie e sociali per persone non autosufficienti con un’unica “cabina di regia”.

Inoltre, a fronte della definizione del quadro regolamentare realizzato con l’emanazione delle “Linee guida per l’accesso ai servizi sanitari territoriali e alla rete integrata dei servizi sociosanitari”, non vi sono state ancora a livello istituzionale iniziative volte alla verifica dello stato dell’integrazione socio-sanitaria a livello locale e all’eventuale revisione e aggiornamento degli strumenti operativi attualmente in vigore. Quindi, se le politiche sociali, fanno riferimento alla programmazione contenuta nei Piani di Zona, le politiche educative, di istruzione e formazione, oltre al Piano dell’Offerta Formativa di Istituto dovrebbero dotarsi di un nuovo strumento programmatorio a livello delle politiche scolastiche locali, che si vada ad integrare con la programmazione zonale esistente.Per attuare ciò, occorre concretizzare un modello di governance delle politiche educative, seppur in via sperimentale, definendo un Piano dell’Offerta Formativa territoriale, con valenza in ambito comunale e nell’ambito sovra-comunale coincidente con il Distretto socio-sanitario e, perciò, con quello già individuato per la programmazione del piano di zona. A tutt’oggi, all’interno delle

politiche scolastiche non è stato costituito un organismo che consenta momenti di confronto e di decisione per i soggetti ricompresi nell’ambito del Distretto, così come nel sistema del welfare esistono l’Assemblea dei Sindaci, il Piano di Zona (come strumento di programmazione) e l’Ufficio di Piano (che cura l’attuazione degli interventi), pertanto è utile che queste buone prassi possano divenire un modello sul quale costruire la governance delle politiche scolastiche territoriali. Tutto questo, rafforzato dalla coincidenza degli Ambiti territoriali sociale e scolastico, faciliterà l’integrazione di piani e programmi e conseguentemente delle politiche stesse.Le politiche di promozione e d’inclusione sociale devono essere intese come politiche di sviluppo locale, in cui grande attenzione viene rivolta alla valorizzazione delle risorse di un territorio, in primis quelle umane. Ciò si traduce innanzitutto in investimenti nelle competenze del “fattore produttivo” essere umano, attraverso la scuola, la formazione, la formazione continua e l’aggiornamento, al fine di facilitarne l’accesso al mercato del lavoro, del credito e della casa.Rispetto alle politiche del lavoro, bisognerebbe puntare a un tavolo di confronto e collegamento tra Centro per l’impiego, Rappresentanze OO.SS. e Associazioni di Categoria, Agenzie di formazione professionale, Rappresentanze Terzo Settore . Su tale aspetto le previsioni non appaiono positive infatti, è di questi giorni un processo di razionalizzazione degli ambiti dei Centri per l’Impiego della Provincia di Bari che prevede la chiusura di 18 Sportelli polifunzionali nonché di quattro Policentri, ad esempio il Centro per l’Impiego di Gioia fa capo all’Ambito Territoriale di Sammichele di Bari, Turi e Santeramo in Colle, tenendo fuori il Comune di Casamassima. Per gli interventi già in essere nell’ambito del supporto all’inserimento lavorativo , il confronto potrebbe sviluppare e attivare percorsi fra loro correlati, favorendo relazioni e scambi virtuosi, che promuovano l’autonomia dei cittadini con riferimento, in particolare, alle strategie di inserimento lavorativo per fasce a rischio.L’integrazione tra le politiche sociali e le politiche abitative è forse la più complessa da realizzare, eppure il problema delle famiglie che non riescono a pagare la casa o che hanno subito un’ingiunzione di sfratto è molto sentito dai servizi. Lo sfratto è un evento che ha un forte impatto sulla condizione di vita delle famiglie aggravata molto spesso dalla presenza di soggetti deboli nei nuclei familiari (bambini, anziani ammalati terminali) e comporta una serie di cambiamenti che non sempre gli individui o le famiglie sono pronti a vivere al punto che spesso, l'unica soluzione a loro disposizione, è il rifiuto a lasciare l'alloggio in cui vivono, contravvenendo alle disposizioni di legge. Peraltro anche le politiche regionali non rispondono pienamente ai bisogni del territorio anzi anche in questo Settore si assiste una contrazione delle risorse messe a disposizione oltre al fatto che gli investimenti per la costruzione di alloggi popolari sono molto sporadici.

3. Mappe del capitale sociale

3.1 Le risorse solidaristiche e fiduciarie del territorio: Terzo Settore, Volontariato, Associazioni di Promozione Sociale – Le altre forme associative (culturali, di tempo libero, civiche, religiose, sportive…)

COMUNI Associazioni di Volontariato

Associazioni di Promozione Sociale Associazioni culturali Associazioni sportive Altre forme

GIO

IA D

EL C

OLL

E

E.C.O: Ente per la comunicazione Umana con sede in Via della Fiera 16 iscritta al n. 5758/93 del registro regionale

“Agapè” con sede legale in Via Verdi 63

“Università della terza Età e del tempo Libero” con sede legale in Via Verdi [email protected]

Associazione “Amici del Volley” con sede in Via G.B. Vico [email protected]

C.R.I. Croce Rossa Italiana con sede in Via Giovanni XXIII 104

LA VOCE DEL SILENZIO con sede in Via Paolo VI 49( non iscritta nel registro regionale)

Ass.Cul. “Orizzonti-AAfaK onlus” con sede in Via Enrico fermi 5

A.S.D.New Volley Gioia con sede in Via Santeramo 332

Associazione Autonoma di Solidarietà con sede in Via Mazzini 54associazione [email protected]

Associazione Culturale “ POLIFONIE” con sede in Via Jan Palach 4

Centro Dilettantistico “ Olimpia Center con sede in Via Goito [email protected]

A.SO.TU.DIS. con sede legale in Via L. Da Vinci 23 iscritta al n.493 del Registro regionale

Ass. Arma Aereonautica con sede in Via G. Carducci 79 [email protected]

Ass. Sor. “Pasquale Martucci” con sede in Via Verdi [email protected]

A.D.M.O. con sede in Via G Via pantera 18.

Associazione musicale e Culturale “Daniele Lobefaro” Via F.lli Rosselli 1 [email protected]

A.S.D. Pro Gioia con sede in via regina Elena 60 [email protected]

A.I.D.O con sede legale in Via G Via pantera 18.

Comitato PRO MONTURSI con sede in Via Vic. Montursi 8291

A.S.D.JUVE CLUB “G: Boniperti” con sede in via Cairoli 132 [email protected]

FRATRES con sede legale in Via pantera 18 iscritta al n. del registro regionale

Associazione CAPPELLA Gruppi6Associati” con sede in Via Persico 27

“New Arabesque” con sede in Via Trav. Guido Dorso 17

Gruppo di Volontariato Vincenziano con sede presso la Chiesa [email protected]

Associazione “Officine Musicali” con sede in P.zza Pinto 21

Circolo Oratorio ANSPI con sede in Via Spazzacamino 14

Ass. “ La Fenice” con sede in Via Giovanni XXIII 100/B

A.S.D. Armony Liscio con sede in Via A. De Gasperi [email protected]

Lega Italiana per la Lotta ai Tumori con sede in Via R.Canudo 42

Ass. Cul. “ Petali di pietra” con sede in Via Fontana- Largo Le Grazie 44

A.S.D. Volley Club “A.Kouznetsov” con sede in Via Bovio 7

FPDS Federazione pugliese Donatori di Sangue con sede in via Montecitorio 4/B [email protected]

A.S.D. Pallavolo Gioia del colle con sede in Via Dante [email protected]

Associazione Nazionale Tumori con sede in Via Cavour 116

A.S.Caribou con sede in Via Garibaldi 97

GRUPPO SCOUT GIOIA AGESCI con sede in Via E. De Nicola

Associazione ZONTA INTERNAZIONAL CLUB con sede legale in Via Sforza 24

Ass. “JHOA” con sede in Via Meucci 5 [email protected]

CENTRO PHILOS Associazione per l’Integrazione Sociale con sede in G. Di Vittorio 107

A.S.D. Junior Basket “P. Mignozzi” con sede in Via Diana 36/B [email protected]

Associazione Mano a Mano onlus con sede in Via Leonardo da Vinci 23

A.S.MTB Gioia con sede in Via Bacco 12 [email protected]

Associazione “ Un ponte… per un sorriso “ con sede in Via Dante 15

Ass.Polisp Padre Semeria A.S.C.O.O. 2000 con sede in Via G. Di Vittorio 100

A.N.T.E.A.S. Associazione Nazionale Terza Età Attiva di Solidarietà con sede legale in Via Giotto

Ass.S.D. CHEYENNE con sede in Via Ciccotonno 315

Associazione “Dal Silenzio….alla Parola” con sede in Via Iacopo Sannazzaro 15 Associazione “Verbum Carum” con sede legale in via Paolo cassano

A.S.D. Motoclub Ala D’Oro” con sede in via G. Di Vittorio 57 [email protected]

“Pubblica Assistenza GIOIA SOCCORSO-Onlus” con sede legale in Via Luigi Einaudi 1055

Ass. juve Club Azzurro “G. Scirea” con sede in Via Fratelli cervi 16

Ass. Sport: Tennis con sede in Via Milano Km 1.600

A.S.D. PArtizan Gioia con sede in Via Regina Elena [email protected]

Ass.S.D. Polisportiva GRIFo con sede in Via Trav. Prov.Casamassima 10/B

A.S.D. “ Pattaya fight school” con sede in Via Garibaldi 42

Unione Nazionale Veterani dello Sport con sede in Via Santa Candida 2 [email protected]

A.S.D. Skating Club Le Aquile” con sede in Via S.S.100 per Taranto Km 1533 Pal 144/14

A.S.D. “ Pippo Staff –Carpe Diem” con sede in Via paolo cassano 328A.S.D. pallavolo jhoa con sede in Via Giotto 2

A.S.D. Basket Mission con sede in Via Giovanni XXIII [email protected]

A.S.D. Real Gioia con sede in Via Ricciotto canudo 30

A.S.D. Federiciana Rugby con sede in Via Palmiro Togliatti 5federiciana [email protected]

A.S.D. Calcio padre Semeria con sede in Via Stella Polare 13

CASA

MAS

SIM

A

ANT con sede in C.so Vitt. Emanuele 89 (n.1218 di iscrizione al registro regionale)

Social maxima con sede in Via pascoli 3/b n.204 di iscrizione al registro [email protected] A.C.C.A. con sede in Via Pietà 4

A.S.D. Casamassima con sede in Viale Pende

AGESCI Casamassima 1 con sede in Vico palmira 15

AMADEUS con sede in C.so Vittorio Emanuele 69 [email protected]

A.S.D. Karate Club con sede legale in Via S.D’Acquisto 2/b

AGESCI Casamassima II con sede in Via Campania 21

Amici dell’astronomia con sede in Via G. Mazzini 15 [email protected]

Jitakyoei con sede in Via Don Minzoni 48

Archeoclub d’Italia con sede in Via leonardo da Vinci 85 [email protected]

Polisportiva De Cataldo con sede legale in Via de Giosa 34

Comunione è Vita con sede in Via Turi 64

Arma Aereonautica con sede in Via Dante 38 [email protected]

ASD Sport Time Casamassima con sede in P.zza Aldo Moro 19

Emmaus con sede in Via Ten. D’ADDETTA 34 (n.1219/2010 di iscrizione al Registro regionale)

A.D.D. Ass. Cartapestai casamassimesi con sede in Via Marconi [email protected]

Sportiva basket Casamassima con sede in Via Conte Torino 93

Fratres Donatori Sangue con sede in Via Ten. Galluzzi 18

Ass. Filatelico Numismatica con sede in Via Turi 94 [email protected]

A.S.D. Maximabari pinnuoto con sede in Via F.sco lapenna74

Baobab con sede in Via g. Di Vagno 26 [email protected]

A.S.D. Maximabike MTB con sede in Viale D’Acquisto 8

Maxima Soccorso con sede in Via Turi 7 (n.1220 di iscrizione al registro regionale

Casamassima futura con sede in Via Taranto [email protected]

Acli con sede in P.zza Moro 19 Cieli Blu con sede in Via Di Vagno [email protected] Word con sede in via Stazione 29

Associazione “ Insieme per il Futuro” con sede in Via Campania n.18 (n.1221 di iscrizione al registro regionale)

Cigno Bianco con sede in Via Leonardo da Vinci 4 [email protected]

Scarpette Rosa con sede in Via Puccini 6/8

Euroorchestra con sede in Via Eroi di Dogali 6/[email protected]

A.D.P. Atletico Casamassima con sede in Via Pirandello

Gruppo natura con sede in P.zza della Repubblica [email protected]

Il Cigno con sede in Via degli Alberi 31 [email protected]

Il Sipario con sede in Via Marconi 7 [email protected] Com con sede in Via Bari 21 [email protected]

Rete Sud Due Sicilie con sede in Via Don Minzoni 2/brete [email protected]

Scarpette Rosa con sede in Viale Libertà [email protected]

UNITRE Università della Terza Età con sede in C.so sabino [email protected]

Sequenze con sede in Via A.Gentile associazione [email protected]

Terra di puglia nel Mondo con sede in Via De Bellis [email protected]

Pro Loco C.so Vittorio [email protected]

FOTOCLUB “R.VERROCA” con sede in Via Virgilio 1/[email protected]

SAM

MIC

HELE

DI

BAR

I

Pubblica Assistenza Sammichele con sede in Via Luigi Sturzo 26 iscritta al n.72 del registro Regionale [email protected]

Centro Laboratoriale interattivo con sede in Via Moschetti 1 iscritta al n. 261/BA del registro regionale

Coordinamento dei Festini del carnevale di Sammichele di bari con sede in Via dei martiri [email protected]

Ass.FUATA’ con sede in Via E. De Nicola 16 [email protected]

Associazione CLIO con sede in Via Firenze 52 [email protected]

Associazione Frates con sede legale in Via Cavour 35 iscritta al n.1322 del registro regionale

Associazione Unione Pugliese Emigrati con sede in Via Diaz 21 non iscritta al registro regionale

Legambiente- Circolo Quattromiglia con sede in Via C.Alberti 5

ASD GYM TONIC CLUB con sede in Via verga [email protected]

CIRCOLO CACCIATORI con sede in P.zza Garibaldi

Associazione PROMETEO Via Conte Vaaz 27 non iscritta al registro regionale

Associazione “ IL Filo d’Arianna “ con sede in Via Roma

AGESCI con sede in Via Pio XII 6 [email protected]

SPORTING CLUB SAMMICHELE P.zza XXIV Maggio

Circolo Ricreativo Indipendente di Sinistra Via Principessa Mafalda 9

Associazione AMOPUGLIA con sede in C.so Emanuele

Associazione PRO LOCO “ Dino Bianco”Con sede in Largo Di Vagno [email protected]

POL DILETTANTISTICA SAMMICHELE P.zza V.Veneto 23 [email protected]

Associazione METROPOLIS Via Rossini 18/A

Ass. Pro.Ti. Qua con sede in via Emilio Salgari( non iscritta al registro regionale)

Associazione Apula Flava con sede in Via Manzoni 57

ASD G.S.ATLETICO con sede in P.zza XXIV Maggio 9

Assoc. “Cattolica” P.zza Vittorio veneto

Associazione per il recupero dei mestieri e delle tradizioni popolari “ U Farnal(E)” con sede in Via Roma 18

ASD FESTA DEL YOLLEY con sede in Via Cairoli 16 [email protected]

CARITAS P.zza Vittorio veneto

Ass. Cul. Nuova Movida con sede in Via della resistenza 64 [email protected]

Atletica giovanile con sede in Via Buonarroti 34

Ass. Magholia” Via Minghetti 9 [email protected]

Associazione Sottosopra con sede in Via Pirandello [email protected]

Associazione Bocciofila Via Giuseppe Losurbo

Ass. EDUFORMA [email protected]

Ass. PAN – Idee in Movimento Via Thaon de Revel 14

Bari club con sede in Largo Aldo Moro 13

Ass. ANT P.zza XXIV Maggio

Associazione “Sammichele d’amare” con sede in Via C.so Vittorio Emanuele

Associazione “IRIS” con sede in Via M.SS. del carmelo 1 info.cooperativairis.net

Associazione “IDEA” con sede alla Via D. ManinAssociazione “Amici” con sede in Via Diaz 19

Associazione Giovanni Trizio Circolo peuceta Largo Imbriani 69

ACR –Chiesa Madre P.zza Vittorio veneto

“Athena” Via Granatieri di Sardegna

“CITTA NUOVA” con sede in P.zza della Vittoria

Associazione “ La Piazza “ Via Quasimodo 3 [email protected]

Associazione PLUR@LE con sede in Largo S. Antonio 8 [email protected]

Associazione “L’ARATRO” con sede in P.zza Garibaldi 19

TURI

Associazione "Turi Soccorso" con sede legale in Largo Pozzi (iscritta al reg.Reg.n.

Associazione " Turesi nel Mondo" Via Vecchia Rutigliano n.1/D (iscritta al reg.Reg.n.83/BA)

Associazione " Il Poliedro" con sede legale in P.zza XXV Luglio

A.S.D. Amatori con sede legale in Via Fanelli n.19

Nuova pro-loco con sede in Via XX Settembre 3 [email protected]

Associazione "Croce Blu" con sede legale in Via Rutigliano (iscritta al Reg. reg. n.

Associazione" Orpheo" con sede legale in (iscritta al reg.Reg.n.

Associazione "Scrineum" con sede legale in Via Putignano 40

Associazione A.S.D. Thuriae" con sede legale in Via G. Orlandi 4

Turisti in Tour con sede in Via Tav Monopoli 6 [email protected]

Associazione " Umanità Solidale Glocal" con sede legale in (iscritta al reg.Reg.n.

Associazione "Counselor.it" con sede legale in Via Cisterna(iscritta al Reg. reg. n. 101/BA)

Centro Studi di Storia e Cultura con sede in Via G.Massari n.21 [email protected]

A.S.D.Pindaro a.r.l. con sede legale in P.zza G.Falcone [email protected]

"Mule del carro di Sant'Oronzo" con sede in Via Vecchia Sammichele 60

FIDAS-FPDS TURI con sede legale alla Via Dogali 1( non iscritta nel Registro regionale)

"Presidio del libro di Turi" con sede legale in Via G.Leopardi 8 [email protected]

A.S.D.VOLLEY TURI con sede in Via XX Settembre 44 [email protected]

" Mule del Tiro del carro di Sant'Oronzo" con sede in Via L.Lerede 6

CO.ME.DA con sede legale in Vico Caracciolo n.3 ( non iscritta nel Registro regionale)

Circolo Unione con sede legale in Via G.ppe Orlandi 5

I MOTURI con sede legale in Via Maggiore Orlandi 22

"Girasole" con sede in Via Giorgio La Pira 6 [email protected]

C.P.A. Sport- Gruppo Cinofilo "Thuriae"con sede legale in Via Gioia Canale 3 ( non iscritta nel Registro regionale)

Centro Studi "Aldo Moro" con sede legale in Via G.Cisternino n.8

"Milan Club Turi" Via G.Cisternino n.10

"FIAT 500 MONCHERRI" con sede in Via Vincenzo Orlandi 18 [email protected]

Associazione " Fuori dal Silenzio" con sede legale in Via Domenico Elefante n.8 ( non iscritta nel Registro regionale)

Associazione "Artemista" con sede legale in Via Tito Aceto n.8 [email protected]

A.M.T. Associazione Modellismo Turese con sede in Via G.Orlandi n25

"TURIWEB" con sede in Via Padova

Associazione " Quelli che….il Cane" con sede legale in Via Principe di napoli 79 ( non iscritta nel Registro regionale)

Università della terza Età con sede in Via Dott. D.co resta

A.S.D. Show Dance Turi con sede in P.zza G.Falcone n.c.

"A.N. Bersaglieri A.Pedrizzi Sez. di Turi con sede legale in Via Maggiore Orlandi n.8 [email protected]( non iscritta nel Registro regionale)

"Associazione Genitori Turesi" con sede in Via V. Sammichele 16 [email protected]

A.S.D. Revolution Turi con sede in Via Cisterna

"A.N. Finanzieri d'Italia " Sez. di Turi con sede legale in Turi alla Via Maggiore Orlandi n.38 ( non iscritta nel Registro regionale)

" Maria SS Ausiliatrice" con sede in Via Ten. Notarnicola 56

A.S.D. Cinque&nove Bikers Turi con sede in Via Santa Maria Assunta [email protected]

Ass. Arma Aereonautica con sede legale in Via XX Settembre 16 ( non iscritta nel Registro regionale)

"Giovanni Maria Sabino" con sede in Trav,.Cisterna 43 [email protected]

A.S.D. SportTuri con sede in Via Casamassima 79

U.I.T.A.L.S.I. con sede legale in Via Santa Chiara 22 [email protected] ( non iscritta nel Registro regionale)

"Magia Sonora" con sede in P.zza della SS. Annunziata [email protected]

A.S.D. Club Okinawa con sede in Strada Sammichele 36 [email protected]

Gruppo Scout Agesci Turi 1 con sede legale inVia Ten. Notarniciola n.58 [email protected] ( non iscritta nel Registro regionale)

"Chi è di scena" con sede in Via dott. D.co Resta 17

"Conturband" con sede in Via De Donato Giannini n.20

I dati, dunque, confermano la numerosità delle associazioni e dunque la vitalità della vita associativa dell’Ambito, non solo a livello sportivo, ma anche culturale, sociale e socio-sanitaria.

I Comuni di Casamassima, Gioia del Colle, Sammichele e Turi hanno sostenuto e promosso la presenza e il ruolo dei soggetti del terzo settore, riconoscendo ad essi di assolvere alla funzione pubblica allargata e in applicazione del principio di sussidiarietà “orizzontale” previsto dall’art. 118 della Costituzione, e ripreso anche dall’art. 2 della L.r. 19/2006 dedicato ai principi ispiratori.

Tutti i Comuni hanno istituito registri comunali dell’associazionismo con appositi regolamenti

L’obiettivo, in generale, dei Comuni e dell’Ambito territoriale è quello di attivare circoli virtuosi per attuare il principio di sussidiarietà e le sue applicazioni previste nella legge regionale 19/2006 (artt. 2, 19 e 56) dando rilievo al ruolo delle organizzazioni del terzo settore, valorizzando il contributo alla crescita della comunità e alla manutenzione dei “beni comuni” da parte delle organizzazioni di volontariato, sostenendo le attività delle associazioni di promozione sociale, fondamentali per consolidare il processo partecipativo e la diffusione di una cultura di un “pubblico sociale”.

Il processo attivato dalla Regione Puglia, anche con la diffusione del sistema delle iscrizioni ai Registri Regionali delle Associazioni, ha, peraltro, permesso la definizione e implementazione delle organizzazioni sociali sul territorio, legittimandone il percorso di autonomia, le azioni e la strutturazione operativa.

E’ necessario, inoltre, mettere a sistema le modalità e gli strumenti per assicurare la partecipazione dei cittadini in vari modi organizzati in modo da assicurarne il ruolo attivo nelle varie fasi del processo: quello della programmazione, quello della progettazione e realizzazione dei servizi e quello della valutazione dell’efficacia degli interventi e della qualità delle prestazioni erogate.L’efficace funzionamento del Tavolo di Concertazione permanente è obiettivo da perseguire ai fini della partecipazione alla realizzazione del PdZ.

Nel corso del 2012 sono state realizzate forme di promozione di cittadinanza attiva nell’ambito del progetto relativo all’area famiglia e minori “Famiglie accoglienti” ,nell’ambito del progetto relativo all’area integrazione “Incontrarsi a… Sud”, nell’area relativa agli anziani “A casa con cura” – ADI e SAD ), all’area delle dipendenze patologiche “Partecipattivazione”, all’area della inclusione sociale “Sinergicamente “ e “Vivamente”, ecc… 4. Esercizi di costruzione della governance del Piano Sociale di Zona

Punti di forza e di debolezza del livello raggiunto di governance del territorio

I processi avviati in questo Ambito, in termini di governance, in due cicli di programmazione sociale sono numerosi, innovativi, ma non privi di resistenze e ambivalenze.Per ciò che riguarda la dimensione politica si rammenta che questo Ambito ha individuato la Convenzione quale strumento per la gestione associata dei servizi sociali per dare attuazione al principio di sussidiarietà fra Enti Locali e al principio di pari opportunità di accesso ai servizi per tutti i cittadini residenti nello stesso ambito territoriale. Inoltre, nel definire il sistema di attribuzione delle competenze, ha scelto di dare una delega “forte” delle funzioni

amministrative e gestionali al Comune capofila al fine di introdurre elementi di semplificazione nel processo di gestione e rendere più “fluido” il percorso di adozione degli atti, delle procedure e dei provvedimenti necessari all’operatività dei servizi e degli interventi previsti nel Piano di Zona.Tale scelta non ha trovato nel tempo opposizioni tra i componenti del Coordinamento Istituzionale che si sono avvicendati: fino ad oggi quest’organo politico ha fondamentalmente operato in una logica di cooperazione istituzionale.Il Coordinamento Istituzionale di questo Ambito ha mantenuto anche nell’anno 2011 una frequenza di incontri di una volta al mese circa e, per quanto formalmente composto dal Sindaco del Comune capofila con funzioni di Presidente del Coordinamento Istituzionale e dai Sindaci o Assessori delegati di tutti i Comuni dell’Ambito, ha sempre visto la partecipazione degli Assessori delegati, quando in carica.Un elemento di criticità è stato, infatti, rappresentato dal Commissariamento nel 2011 di tre su quattro Comuni dell’Ambito. Il Comune di Casamassima è stato commissariato per la prima metà dell’anno, mentre il Comune di Sammichele di Bari da settembre 2011 e il Comune di Gioia del Colle negli ultimi mesi dell’anno. Questo dato ha rappresentato un elemento di discontinuità nell’operatività del Coordinamento Istituzionale non consentendo al gruppo di lavoro di consolidarsi e di esprimere un forte legame con il territorio.Va, inoltre, evidenziato che la maggior parte dei referenti politici che si sono avvicendati nel 2011 non aveva partecipato alla fase della concertazione per la stesura del PdZ e dunque la funzione strategica di indirizzo e programmazione ne è risultata indebolita in quanto è stato necessario per ciascuno un tempo fisiologico per conoscere la realtà dell’Ambito e fare propri i contenuti progettuali del PdZ. Ha in ogni caso svolto la funzione di valutazione e verifica della gestione del PdZ svolgendo incontri con una cadenza mensile. Per quanto riguarda la dimensione tecnico-programmatoria e gestionale nell’anno 2011 all’Ufficio di Piano è stata data una strutturazione più congrua rispetto alle competenze attribuite. Tale previsione era già presente nella programmazione del Piano di Zona 2010-2012 e nella Convenzione tra i Comuni siglata in data 16.02.2010, pertanto la dotazione era già stata riportata nella “scheda governance” dello scorso anno con la previsione della figura del Coordinatore, nella persona del Dirigente dei Servizi Sociali del Comune Capofila, di quattro Assistenti Sociali - Istruttori Direttivi e un Istruttore Amministrativo provenienti dai Comuni dell’Ambito.La deliberazione del Coordinamento Istituzionale n. 59 del 15.12.2010 ha, pertanto, previsto che a partire dal 3 gennaio 2011, ciascun Comune dell’Ambito territoriale assegnasse all’ Ufficio di Piano le medesime unità in passato impegnate in qualità di referenti dei Comuni, al fine di presidiare le funzioni di programmazione e progettazione, comprensive delle attività di monitoraggio e valutazione, di gestione tecnica e amministrativa, contabile e finanziaria, secondo la previsione del PRPS e del PdZ. Lo stesso atto ha previsto che contestualmente, in sostituzione del personale trasferito presso l’Ufficio di Piano, il Servizio Sociale professionale e il Segretariato Sociale fosse potenziato, presso i quattro Comuni dell’Ambito e presso la Porta Unica di Accesso, da n. 5 Assistenti Sociali assunti dall’Ambito con la finalità di raggiungere l’obiettivo di servizio regionale (1 Assistente Sociale/5.000 ab) e nello stesso tempo consentire l’azione di consolidamento dell’Ufficio di Piano, quale struttura tecnica di programmazione, gestione, e monitoraggio del Piano di Zona.

Nonostante le previsioni formali, gli ultimi mesi dell’anno 2010 e gli inizi dell’anno 2011 hanno registrato un rallentamento dell’attività del gruppo tecnico di Piano presidiato, in questi mesi, solo dalle referenti del Comune di Gioia del Colle poiché sono emerse difficoltà da parte degli altri Comuni dell’Ambito nell’assegnazione delle unità individuate. La Giunta Comunale del Comune di Turi con atto n. 36 del 18/03/2011 stabiliva di destinare l’unità professionale (Assistente Sociale, già referente dell’Udp,) presso il Comune di Gioia del Colle e a tale scopo veniva sottoscritta una Convenzione, in data 16 Febbraio che disponeva l’assegnazione di detta unità per 4 giorni alla settimana, per n. 27 ore lavorative. La stessa Convenzione veniva sottoscritta dal Comune di Sammichele di Bari in data 7 Marzo con il distacco di una unita operativa (Istruttore Amministrativo, già referente dell’Udp), pertanto per i primi mesi dell’anno l’UdP è stato costituito dal Coordinatore e da tre Assistenti Sociali dell’Istruttore Amministrativo. Il Comune di Casamassima ha assegnato la propria referente presso l’UdP da giugno 2011..La prima metà dell’anno è stata caratterizzata da un ampio confronto politico –istituzionale circa la dimensione tecnico-programmatoria e gestionale della governance che ha impegnato risorse di tempo e di lavoro.Certo, non è del tutto acquisito il principio di condivisione dei servizi,anche per una assenza di chiarezza circa la precisa definizione delle competenze, dei luoghi e degli strumenti per una armonica cooperazione interistituzionale.Anche nel 2011 si è continuato ad osservare, nel caso di interventi non portati a gestione associata, il persistere di modalità difformi, nonostante l’adozione di un Regolamento Unico di Ambito per l’erogazione di servizi e nonostante la Convenzione stipulata in data 16 /02/2010 ha stabilito che si realizzino modalità omogenee di erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali su base di Ambito, nonché conformi alle indicazioni programmatiche e la razionalizzazione ed ottimizzazione delle risorse a disposizione per le attività definite nel Piano Sociale di Zona 2010-2012.Per quanto riguarda l’elemento della governance nell’area socio-sanitaria relativamente alle modalità operative e/o strumenti specifici per promuovere l’integrazione socio-sanitaria sono stati siglati fra Comuni dell’Ambito e ASL l’Accordo di Programma per la programmazione e la realizzazione dei servizi socio-sanitari integrati con il PdZ 2010-2012, Regolamento per il funzionamento PUA e UVM e il relativo Protocollo operativo. Il Protocollo affido è stato approvato con atto n.64 del 19/04/2011 mentre l’atto dirigenziale n.715 del 10/08/2011 ha riguardato e approvato la costituzione dell’Equipe Unica di Ambito. Con l’Accordo di Programma sono state definiti il ruolo e gli impegni di ciascun Ente per il raggiungimento delle finalità dell’integrazione socio-sanitaria nell’Ambito di riferimento e contestualmente fissare i sistemi di regolazione interna delle relazioni, le risorse, i tempi e gli adempimenti necessari per il raggiungimento dei risultati prefissati. Sono stati, tra l’altro, definiti gli indirizzi che le parti si impegnano ad attuare: favorire la domiciliarità delle prestazioni; individuare criteri e modalità condivisi per la valutazione congiunta dei casi; favorire la definizione di progetti personalizzati di cura che si avvalgano di prestazioni sociali, sociosanitarie in modo integrato, in coerenza con l’esito della valutazione del caso; verificare l’appropriatezza della presa in carico relativamente ai casi già in carico al fine di rilevare la necessità di una ridefinizione del PAI; qualificare con la piena integrazione sociosanitaria le attività dei Consultori materno-infantili operanti nel Distretto; collaborare alla attivazione e alla realizzazione dei percorsi di prevenzione e di inserimento e reinserimento sociale di persone affette da dipendenze patologiche e di pazienti psichiatrici o disabili psichici, per i quali siano da considerare conclusi i percorsi riabilitativi.

Nel Regolamento per il funzionamento della PUA e dell’UVM e nel relativo Protocollo, oltre a fissare le intese circa la costruzione dei percorsi di accesso e di valutazione multidimensionale, è stato dato particolare rilievo alla definizione dell’apporto organizzativo e professionale di ciascuna delle parti e sono stati delineati modelli di intervento sul bisogno socio-sanitario che favoriscono lo sviluppo di un sistema a rete dei servizi socio-sanitari nell’ambito territoriale di riferimento con il vantaggio di aumentare l’appropriatezza delle scelte assistenziali e la qualità degli interventi.

5. L’attuazione del Piano sociale di Zona e l’utilizzo delle risorse finanziarie

5.1 Rendicontazione al 31.12.2012

Alla data del 31.12.2012 risultano impegnate, a valenza d’Ambito, le risorse relative alla realizzazione del servizio di Segretariato Sociale per un importo di € 362.905,46 , del Servizio Porta Unica di Accesso , per un importo di € 102.580,28 e per il Servizio Sociale Professionale nella misura di € 59.842,17; le risorse per l’abbattimento delle barriere architettoniche pari ad € 9.653,09 ; le risorse per supportare la gestione dell’Asilo Nido di Gioia del Colle , che, al momento è l’unico funzionante, per € 55.000,00; € 77.000,00 per lo Sportello per l’integrazione socio-sanitaria e culturale “Incontrarsi a Sud “; € 68.667,44 per il progetto per l’inclusione sociale “ Sinergicamente ed € 69.085,10“la realizzazione del progetto per l’inclusione sociale rivolto alle persone affette da problemi di salute mentale, denominato “ Viva mente “, € 23.640,00 per il Funzionamento Ufficio di Piano, per l’acquisto della piattaforma informatica “ Resettami”. A tal proposito, si precisa, che tutte le spese relative al funzionamento dell’ ufficio di piano, ( beni di consumo, attrezzature, spese per utenze telefoniche, per formazione, per eventuali compartecipazioni a progetti d’Ambito, ecc ) sono state effettuate con il fondo istituito per convenzione , che prevede il versamento , al comune capofila , da parte di ciascun comune, di un euro per abitante.La spesa complessiva impegnata risulta pertanto, esclusa quella appena menzionata, relativa al funzionamento Ufficio di Piano, pari ad € 943.390,88, mentre quella liquidata è pari a € 1.327.573,40. ( Si intende che alcune liquidazioni sono relative ad impegni presi nell’anno precedente ).La spesa impegnata al 31/12/2012 per i servizi a valenza comunale, invece, è stata pari ad € 3.702.712,04 e quella liquidata pari ad € 2.697.685,15.

A tal proposito si precisa che la differenza tra l’impegnato e liquidato sta nel fatto che alcune liquidazioni ricadono nell’anno 2013 mentre altre risorse vengono accantonate dai Comuni per far fronte ai pagamenti per il servizio di trasporto presso i centri di riabilitazione effettuato dalla ASL, verso la quale è in atto un contenzioso.Per quanto riguarda, poi, la spesa dei comuni, ( scheda com) si evidenzia che, rispetto alla previsione 2010/2013, pari ad € 14.392.860,94, l’incidenza della spesa impegnata su quella prevista è del 74,9%, mentre l’incidenza delle risorse liquidate, rispetto a quelle impegnate è dell’84,8%.

Alcuni interventi sono ad esclusiva valenza comunale ( contributi economici, interventi indifferibili, rette di ricovero per anziani, servizi educativi per minori ecc.. ) e resteranno tali anche per il 2013, mentre il SAD nel 2012 è stato avviato con la gestione associata; altri servizi,

invece, si integrano con quelli del PdZ ( vedi contributi alle famiglie affidatarie), che vedono interventi sia del singolo Comune, con fondi propri, che dell’Ambito.