RELAZIONE PAESAGGISTICA - Comune di San Vito paesaggistica def.pdf · La relazione paesaggistica,...

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RELAZIONE PAESAGGISTICA ai sensi del DPCM del 12-12-2005 1. FINALITA' II presente allegato ha lo scopo di definire la "Relazione paesaggistica" che correda il Piano Particolareggiato del Centro Matrice del Comune di San Vito. I contenuti della relazione paesaggistica qui definiti costituiscono per l'Amministrazione competente la base di riferimento essenziale per la verifica della compatibilita' paesaggistica degli interventi che verranno presentati dai cittadini per la trasformazione, in base alle norme di attuazione, delle proprie abitazione site all'interno del centro stesso, ai sensi dell'art. 146, comma 5 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 recante "Codice dei beni culturali e del paesaggio", di seguito denominato Codice. La Relazione paesaggistica contiene tutti gli elementi necessari alla verifica della compatibilita' paesaggistica delle trasformazioni urbane proposte, con riferimento ai contenuti e alle indicazioni del piano paesaggistico con specifica considerazione dei valori paesaggistici. La relazione paesaggistica, mediante opportuna documentazione, darà conto sia dello stato dei luoghi (contesto paesaggistico) prima dell'esecuzione delle opere previste, sia delle caratteristiche finali dell'intervento, nonche' rappresentare nel modo piu' chiaro ed esaustivo possibile lo stato dei luoghi dopo l'intervento. A tal fine, ai sensi dell'art. 146, commi 4 e 5 del Codice la documentazione contenuta nella domanda di autorizzazione paesaggistica indica: lo stato attuale del bene paesaggistico interessato; gli elementi di valore paesaggistico in esso presenti, nonche' le eventuali presenze di beni culturali tutelati dalla parte II del Codice; gli impatti sul paesaggio delle trasformazioni proposte; gli elementi di mitigazione e compensazione necessari; la compatibilità rispetto ai valori paesaggistici riconosciuti dal vincolo; la congruità con i criteri di gestione dell'immobile o dell'area; la coerenza con gli obiettivi di qualità paesaggistica. 1 di 35

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RELAZIONE PAESAGGISTICAai sensi del DPCM del 12-12-2005

1. FINALITA'II presente allegato ha lo scopo di definire la "Relazione

paesaggistica" che correda il Piano Particolareggiato del Centro Matrice del

Comune di San Vito. I contenuti della relazione paesaggistica qui definiti

costituiscono per l'Amministrazione competente la base di riferimento essenziale

per la verifica della compatibilita' paesaggistica degli interventi che verranno

presentati dai cittadini per la trasformazione, in base alle norme di attuazione,

delle proprie abitazione site all'interno del centro stesso, ai sensi dell'art. 146,

comma 5 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 recante "Codice dei

beni culturali e del paesaggio", di seguito denominato Codice.

La Relazione paesaggistica contiene tutti gli elementi necessari alla

verifica della compatibilita' paesaggistica delle trasformazioni urbane

proposte, con riferimento ai contenuti e alle indicazioni del piano

paesaggistico con specifica considerazione dei valori paesaggistici.

La relazione paesaggistica, mediante opportuna documentazione, darà

conto sia dello stato dei luoghi (contesto paesaggistico) prima dell'esecuzione

delle opere previste, sia delle caratteristiche finali dell'intervento, nonche'

rappresentare nel modo piu' chiaro ed esaustivo possibile lo stato dei luoghi

dopo l'intervento.

A tal fine, ai sensi dell'art. 146, commi 4 e 5 del Codice la

documentazione contenuta nella domanda di autorizzazione

paesaggistica indica:

• lo stato attuale del bene paesaggistico interessato;

• gli elementi di valore paesaggistico in esso presenti, nonche' le eventuali

presenze di beni culturali tutelati dalla parte II del Codice;

• gli impatti sul paesaggio delle trasformazioni proposte;

• gli elementi di mitigazione e compensazione necessari;

• la compatibilità rispetto ai valori paesaggistici riconosciuti dal vincolo;

• la congruità con i criteri di gestione dell'immobile o dell'area;

• la coerenza con gli obiettivi di qualità paesaggistica.

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2. STATO ATTUALE DEL BENE PAESAGGISTICO INTERESSATO

2.1 CONTESTO PAESAGGISTICO DELL’INTERVENTO

2.1.1 AREA DELL’INTERVENTO

Adagiato fra i monti del Sarrabus sorge il paese di San Vito, in un

paesaggio ricoperto da foreste di lecci, querceti, roveri ed irrorato dal corso

d'acqua Flumini Uri e dal Flumendosa. Il toponimo deriva dal santo protettore a

cui è intitolata la chiesa parrocchiale.

San Vito è inserito in un territorio frequentato fin dall'epoca preistorica,

protostorica ed in periodo punico e romano, come dimostrano gli insediamenti in

località Santa Maria e i nuraghi Asoru e Santa Suia. Ma l'attuale centro urbano

venne fondato alla fine del XV secolo; successivamente entrò nel sistema

politico e amministrativo spagnolo per poi passare sotto il marchesato di Quirra.

L'articolazione urbana si compone di abitazioni costruite secondo gli schemi

propri dell'edilizia della Sardegna meridionale, comprendenti ampi cortili interni

e grandi portali lignei.

Con la confinante Muravera, San Vito condivide un territorio costellato di

miniere d'argento, come quella di Monte Arba, un tempo ricchissima ed oggi

dimessa.

Non distante da San Vito sorge la frazione di San Priamo, vicino allo

stagno di Colostrai, importante specchio d'acqua della Sardegna meridionale,

frequentato da rare specie avifaunistiche.

San Vito è ubicato nella parte sud-orientale della Sardegna prospiciente il

Mar Mediterraneo chiamata “Sarrabus”.

I limiti geografici della regione del Sarrabus e del Gerrei trovano i primi

fondamenti storici fin dalla più lontana epoca mediovale, per poi trovare un

prima sommaria individuazione geografica verso il 900 D.C.

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Area di ubicazione del comune di San Vito

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Tutta l’area di pertinenza del Comune, una delle più vaste della Sardegna,

ha un’importante valenza paesaggistica grazie anche alla presenza di numerosi

corsi d’acqua, tra cui i più importanti risultano il Flumendosa, l’Uri e il Pibilia che

insieme al sistema torrentizio di approvvigionamento ha contribuito a realizzare

nel tempo un sistema di importanti sistemi fluviali che hanno dato vita ad

ecosistemi ad elevata valenza naturalistica e paesaggistica, favoriti da una

bassissima pressione antropica.

L’entroterra è caratterizzato da fitti boschi del complesso di monti calcarei

del Sarrabus intervallati da anse, gole, cavità ipogee e laghi dovute alla fortissima

attività carsica. La copertura vegetale dai sistemi montani però è anche a tratti

degradata a causa dei numerosi incendi boschivi durante le stagioni estive.

Le principali colture arboree che si possono trovare nell’area del Sarrabus

sono quelle da frutto, in particolare agrumeti, ma è frequente trovare anche il

corbezzolo, il lentisco, il mirto, il leccio e querce in virtù dell’estrema

produttività del suolo nelle fasce alluvionali recenti. Infatti, mentre i suoli sulle

alluvioni e glacis più antichi (formati da sedimenti quaternari) sono caratterizzati

da una elevata alterazione, bassa permeabilità e da una fertilità modesta, nei

terreni più giovani l’alterazione è minore e i suoli risultano più fertili e

permeabili. In queste aree il rischio d’inondazione è particolarmente alto e

favorito anche dall’eccessivo emungimento delle acque sotterranee.

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2.1.2 ATMOSFERA: QUALITÀ DELL’ARIA E CARATTERIZZAZIONE METEO CLIMATICA

La qualità dell’aria ascrivibile all’intero settore del Sarrabus non può che

essere quella riservata ad aree caratterizzate dall’assenza di impianti industriali e

aziende con attività comunque connesse alla produzione di sostanze che

derivano da cicli produttivi con immissioni aeree, liquide e solide. Infatti in tutto

il territorio di Muravera, San Vito, Villaputzu (centri più prossimi al sito) non vi

sono attività connesse all’industria, ma solo attività collegabili a:

• turismo;

• edilizia

• commercio;

• pesca;

• pastorizia – allevamento;

• agricoltura.

I dati pluviometrici confermano che l’andamento medio delle

precipitazioni non subisce particolari variazioni confermando che ci si trova di

fronte ad un settore del Sarrabus che presenta un clima sub-umido e che negli

ultimi 70 anni lo stesso viene investito da periodi siccitosi e/o estremamente

piovosi.

Le temperature medie calcolate sui dati del SIR riferiti al periodo

1924/1992 (storico: medie mensili e annuali) riferiscono che la temperatura

media annua è prossima ai 17.5°C con media massima di 18.7° e minima di

15.9°.

I venti predominanti (fig. 1) in questo settore della Sardegna sono la

tramontana, il maestrale e il levante, mentre, nel periodo estivo aumentano la

frequenza sia il grecale che lo scirocco. La velocità di questi venti supera i 10

m/s.

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2.1.3. AMBIENTE IDRICO: ACQUE SOTTERRANEE E SUPERFICIALI, AMBIENTI E RISORSE

Il sito che ospita la struttura si trova all’interno di un bacino idrografico

molto esteso che si sviluppa fino alle pendici del Gennargentu. In esso si

raccolgono tutta una serie di corsi d’acqua a carattere torrentizio che

contribuiscono alla ricarica delle falde ospitate all’interno del bacino

idrogeologico

La formazione metamorfica è pressoché impermeabile e i caratteri

idrogeologici di porosità e trasmissività vengono acquisiti da lineamenti tettonici

a marcata fatturazione.

I piccoli bacini idrografici nei quali si raccolgono le acque provenienti dai

versanti dei rilievi ad ovest dell’area in esame ospitano torrenti che per la

maggior parte dell’anno hanno una portata pressoché nulla, ma allo stesso tempo

sono caratterizzati da improvvise piene determinate da precipitazioni intense e di

breve durata. In realtà l’acqua non è quasi mai presente, ad eccezione di episodi

alluvionali che seguono ad eventi precipitativi di breve durata ed elevata

intensità.

In questi casi la portata di massima piena viene smaltita dalle opere di

urbanizzazione e di imbrigliamento e tombinamento dei vari rii a monte

dell’abitato..

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3. SVILUPPO DELL'INSEDIAMENTO URBANO

San Vito, grazie al suo territorio vicino agli antichi approdi marittimi ma

protetto allo sguardo dei predoni, è stato da lungo tempo il luogo privilegiato per

lo stanziamento dei popoli più antichi.

Carta della Sardegna del 1692

I primi insediamenti urbani sono sorti attorno alla chiesa di San Vito,

risalente al XVI secolo e tra la chiesa di San Lussorio caratterizzata da un

impianto molto semplice formato da una sola navata e da una volta a botte e la

chiesa di Santa Maria, risalente al XVII secolo. Sono giunti a noi quasi

completamente intatti nella loro struttura originaria caratterizzata da strette

stradine, viottoli e edifici privati formati generalmente da due piani e da una

corte interna.

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Tali centri, andarono ad ampliarsi velocemente soprattutto a seguito

dell’apertura delle miniere di piombo e argento di Monte Narba nel 1880,

saturando in breve tempo il territorio rimasto tra i due nuclei iniziali così come

cartografato dal De Candia nel 1850.

Carta del De Candia del 1850

I 20 anni successivi furono strategici per lo sviluppo economico e quindi

urbano dell’insediamento Sanvitese. Gli edifici costruiti in quel periodo, grazie

anche alla presenza di nuove maestranze specializzate richiamate dall’apertura

delle miniere, rivelano il nuovo benessere economico. Sono case di tipo

campidanese (a corte) con affaccio sulla strada o costruite sul fondo del lotto,

quasi tutte in pietra di granito faccia-a-vista, con fregi e parapetti in ferro battuto,

oppure case contadine di un certo pregio sia estetico che dei materiali utilizzati,

con murature con fondazione in pietra e fango per un'altezza variabile tra 80 cm e

un intero piano e muratura di sopraelevazione in ladiri, completamente intonacate

a calce.

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Veduta su Monte Narba

La struttura antica dell’urbano si esprime, attualmente, in uno stretto

rapporto tra spazi pubblici (vie e piazze) e spazi privati le “corti”, queste

attraverso ampi portoni, determinano un affascinante gioco di trasparenze e

visuali, che costituisce un indubbio valore storico-architettonico dell’impianto

originario.

L’impianto urbano conserva ancora le vecchie linee e le forme tipiche della

passata tradizione edilizia rurale, caratterizzati da ampi cortili interni, accessibili

tramite grandi portali in legno con arcata in pietra, su cui si affacciano l’edificio

principale e le varie strutture d’appoggio alle residenze e alle attività lavorative

che svolgevano gli occupanti.

In questo contesto si colloca il presente Piano Particolareggiato, avente

come principale obbiettivo quello del risanamento urbanistico edilizio, senza

tuttavia escludere la possibilità del rinnovamento compatibile sia con i caratteri

morfologici dell’abitato e sia con le funzioni in esso previste.

La valutazione del patrimonio edilizio esistente, estrapolata da un’attenta

analisi storica del costruito, ha consentito di proporre il presente Piano

Particolareggiato orientato alla valorizzazione dinamica, dove conservazione e

rinnovamento partecipano al rilancio urbanistico, edilizio, ambientale e funzionale

del Centro Matrice.

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Planimetria catastale – foglio 28 risalente al 1940

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Planimetria catastale – foglio 28 risalente al 1940

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669

643

644

578579

550

577

642

667

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739

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666665

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664

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846

361 362

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445

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408

356

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289

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442485

486

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898

287

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892

251

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189

247246

245244

243

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240

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183

355

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438

1

3

4

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109

8

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7

6

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2019 25

17

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16

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2118

29 30

69

68 7053

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4546

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48

2639

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34

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58 59 60

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72

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75x

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182

107

177

179178

875

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175

236237

281

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331

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156157

1637163

165167

158160

162169

170168

231

270 271272

273

173

172171

232

275274

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63

336389

89

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886234

278

277

276

340

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394392

393

391

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476475

562 563

390

608 609

610

611

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527526

530 531

566

614

613

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649

650

567

615

616

854

617

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850x

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280

352

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433

432

431 434 435436

437

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354

282

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479

540

480

481

541

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693

858

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692903

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697

656 657

631626627

628629

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754 859x 755

775776

756

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773

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778

757

904811

731732

733 734

698696

658 701699

700736

735

758

759

780

781 782

861760

860

737 738

704

703

482

543

542

573544

652633 634

574

545546

483

483484

547

636635661

660

662663

783784

785786

761 762

797

817

818

159

796

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129833832

761

752

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659

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174

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118

117

250

190

Via

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Casa Fanni

Piazza del Municipio

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Via Lamarmora

Foglio 34

Foglio 35

Foglio 26

Foglio 30

815

816

721

154

787

334

335

333

388

385

328

383

332

385

384

386

899 876

Planimetria catastale attuale – foglio 28 e 29con la perimetrazione del centro matrice suddiviso in 4 settori

12 di 35

La comparazione tra gli estratti catastali storici e quello attuale mostra

come il centro abitato di San Vito si sia espanso dagli anni ’40 ad oggi

privilegiano l’asse viario principale, la Via Nazionale, verso il Fiume Uri.

Inoltre dalle aerofotogrammetrie attuali si può notare come in effetti il

centro urbano abbia avuto una notevole espansione urbana, nonostante lo

spopolamento dovuto fondamentalmente all’abbandono del centro storico.

Foto aerea 2008.

13 di 35

4. LIMITI DEL CENTRO MATRICE – SISTEMA VINCOLISTICOIl comune di San Vito è ricompreso parzialmente nella cartografia tecnica

del Piano Paesaggistico Regionale all’interno dell’ambito 25: Bassa Valle del

Flumendosa. Il centro matrice individuato dalla cartografia e successivamente

ridelimitato con delibera di Consiglio Comunale n.12 del 24.04.2009 risulta

alquanto esteso in quanto riguarda una superficie di circa 23 ha.

Perimetrazione del Centro Matrice secondo il PPR.

14 di 35

Perimetrazione del Centro Matrice a seguito della delibera di C.C. 12 del 24.04.2009

La situazione urbanistica del Centro Matrice è alquanto complessa in

quanto al suo interno sussistono 3 diverse zone omogenee: La zona “A”

suddivisa in “zona chiesa” e “centro antico”, la zona “B” e la zona “B*” con

norme attuative e metà tra quelle di zona “A” e quelle di zona “B”.

Per questo motivo al suo interno sono stati individuati 4 settori. Il primo

comprendente la zona “B” di Orrea, il secondo settore è costituito dalla vecchia

zona “centro antico”, il terzo è costituito dalla zona “B*” e da parte di zona “B”,

mentre il 4° è la zona chiesa, cioè l’insediamento sorto a corredo della

parrocchia dedicata al santo patrono.

All’interno dei vari settori sono stati definiti i comparti corrispondenti agli

isolati, costituiti dalle Unità Minime di Intervento per ogniuna delle quali è stata

redatta apposita scheda.

15 di 35

4.1. PRESENZA DI AREE TUTELATE PER LEGGE

Il Centro di antica e prima formazione oltre ad essere un vincolo

paesaggistico in se stesso così come definito dal PPR è anche ricompreso

all’interno di altri vincoli quali: la fascia costiera e il Parco Geominerario

ambientale e storico.

Stralcio del PPR – individuazione della fascia costiera

Il centro abitato di San Vito risulta, inoltre, compreso all’interno del

Parco Geominerario ambientale e storico, indicato con la linea tratteggiata

nella mappa sottosante. Tutta l’area circostante al paese inoltre è classificata

come area della organizzazione mineraria e pertanto come tale è tutelata dal

PPR.

▬▬▬▬ Area della organizzazione mineraria▬ ▬ ▬ Parco Geominerario storico ambientale

16 di 35

5. ANALISI DELL'IMPIANTO URBANISTICO EDILIZIO

Il centro abitato di San Vito ha un Centro Matrice nel quale i caratteri

tipologici principali si sono mantenuti quasi completamente intatti in molte parti

grazie allo spopolamento avvenuto negli anni 50 dovuto all’emigrazione per la

ricerca di lavoro.

Il Consiglio Comunale ha, così, individuato un centro matrice che per le

differenti valenze storico-ambientali ed urbanistiche è stato a sua volta suddiviso

in quattro aree.

SETTORE 1 Mq 38.214,02SETTORE 2 Mq 57.158,09SETTORE 3 Mq 73.422,54SETTORE 4 Mq 62.738,64

L’impianto urbano è suddiviso in 23 isolati per una superficie totale di

231.533,29 mq.

17 di 35

18 di 35

Gli edifici non superano, se non in particolari casi, i tre piani di altezza e

solo un numero minimo di questi presenta caratteri architettonici che

richiamano la tradizione costruttiva locale. Questi ultimi, per quanto di un

certo interesse, presentano talvolta interventi di ristrutturazione effettuati nel

tempo con materiali e tecniche edilizie non appartenenti all’architettura storica.

Gli edifici sono principalmente a carattere residenziale ma soprattutto

lungo la Via Nazionale si possono trovare anche attività ricettive e commerciali

al dettaglio e servizi di pubblica utilità.

Il tessuto viario è costituito da una strada principale, la via Nazionale,

lungo la quale si sviluppa il Centro Matrice e dalla quale si diramano le vie

secondarie tra le quali le più importanti nell’intero assetto urbano sono la Via

Lamarmora, la Via Chiesa, la Via Roma, la Via Garibaldi e la Via Spano.

Tutta la viabilità presenta una pavimentazione in bitume o asfalto in

condizioni generali sconnesse. Poiché non sono state circoscritte aree

interamente pedonali tutte le strade del centro matrice sono carrabili, senza

la presenza di marciapiedi o zone pedonali. Nella tavola di seguito è possibile

osservare lo stato della pavimentazione dei vicoli meno trafficati e delle vie

Lamarmora e Chiesa allo stato attuale e nelle successive ipotesi di intervento

relativamente ai finanziamenti del bando CIVIS.

19 di 35

5.1 TIPOLOGIE ARCHITETTONICHE

La tipologia edilizia storica del Sarrabus, riscontrabile nel centro

abitato di San Vito, è essenzialmente a corte singola antistante o posteriore al

corpo di fabbrica. Tale tipologia è caratterizzata da tutti i principali elementi che

caratterizzano la casa a corte, come: il loggiato, il portale e l’organizzazione

distributiva prevalentemente orizzontale con uno o due livelli in elevazione.

La casa tipica generalmente è orientata a sud, sud-ovest e più

frequentemente a sud-est. Nel cortile interno è frequente trovare il pozzo

ed il loggiato il cui profilo è definito da archi a tre centri realizzati con

elementi in laterizio intonacato. Sulla strada pubblica si affaccia il portale in

legno che garantisce l’accesso al cortile e le cui caratteristiche sono spesso di

notevole pregio. Tali portali caratterizzano notevolmente il centro matrice di

San Vito, sono molto numerosi e di notevole pregio costituendo un particolare

predominante sul tessuto urbano.

Il tessuto edilizio di San Vito presenta un’organizzazione urbanistica poco

strutturata e di difficile lettura nella quale i lotti e gli edifici variano

notevolmente per forma e dimensione. Inoltre la parcellizzazione di

moltissimi lotti dovuta a processi di successione ereditaria ha portato ad

un’ulteriore complessità della maglia urbana ed alla notevole prossimità

dei portali sul fronte stradale.

20 di 35

L’attuale edificato storico presenta caratteristiche comuni anche

relativamente all’utilizzo dei materiali da costruzione. La muratura portante

è in pietra e in mattoni in terra cruda intonacata; i solai intermedi sono

orditi con travi di legno così come i solai di copertura, generalmente a

doppia falda e rifiniti con coppi sardi.

Lo stato di conservazione delle strutture portanti è in generale

buono, mentre si presentano in condizioni peggiori gli infissi, gli elementi

decorativi e le rifiniture.

Per una valutazione più approfondita della tipologia edilizia si rimanda alle

schede di rilevamento delle unità edilizie, dove sono riportate oltre alla

planimetria anche il rilievo fotografico, gli abachi, la scheda struttura ed uso

materiali.

6. FINALITA' DEL PIANOObiettivo strategico del Piano è quello di preservare gli elementi di

riconoscibilità tipologica all’interno del Centro Matrice, attraverso

l’individuazione e valorizzazione delle caratteristiche peculiari nell’impianto

urbanistico ed edilizio sia con azioni dirette e sia attraverso il rinnovo

edilizio ed urbanistico. Infatti quest’ultime iniziative non solo non devono

ritenersi pregiudizievoli in riferimento ai caratteri storici, ma anzi dovranno

valorizzare le tracce del passato coniugandosi con le esigenze abitative e di

servizi. A fronte di tali valutazioni e dall’analisi e della distribuzione morfo-

tipologica dell’abitato e dall’obiettivo strategico del Piano Particolareggiato in

questione è stato possibile definire la densità edilizia urbanistica.

Dallo studio tipologico e della distribuzione morfologica dell’abitato è

scaturita l’individuazione e l’analisi dei singoli edifici di interesse storico,

mettendo in rilievo tutti gli elementi di pregio che devono essere

conservati e valorizzati, nonché i corpi aggiunti e le integrazioni

volumetriche incoerenti che alterano la riconoscibilità della tipologia.

In questo senso si colloca anche la definizione degli interventi ammessi,

orientati principalmente a preservare e migliorare i caratteri architettonici

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aventi valore di testimonianza storica ed all’eliminazione delle superfetazioni

incongrue.

Sono invece ammessi interventi di maggiore entità, sia nei singoli

fabbricati che negli spazi di fruizione collettiva, in quelle aree che, pur

situate all’interno del Centro Matrice, presentano di fatto caratteristiche

costruttive e insediative recenti (riqualificazione – ristrutturazione edilizia,

urbanistica e ambientale).

In questo senso, con tali azioni si intende raggiungere i seguenti obiettivi

specifici:

1. Consolidare e potenziare la residenzialità nell’urbano anche

attraverso l’inserimento dei servizi connessi di vicinato e delle dotazioni

tecnologiche performanti la qualità abitativa;

2. Favorire la mobilità ciclo–pedonale;

3. Attribuire ruoli di centralità agli spazi pubblici, anche attraverso il

connubio cultura-commercio naturale;

4. Migliorare l’efficienza amministrativa e garantire la trasparenza delle

procedure.

22 di 35

6.1. IMPOSTAZIONE DEL LAVORO

Nella stesura del Piano ad ogni isolato è stato associato un numero ed è

stato specificato in quale settore ricade.

Successivamente si possono trovare indicati gli edifici storici censiti dal

Comune, per ognuno dei quali è precisato l’isolato di appartenenza associato

ad un numero identificativo dell’edificio.

All'interno del comparto ogni singola unità minima di intervento è definita

con un cartiglio in cui viene indicato il numero della scheda e il tipo di

intervento che è possibile realizzare sulla base di quanto specificato dalle norme

di attuazione.

In ogni scheda di rilevamento delle unità edilizie redatta dal Comune di

San Vito sono richiamati:

il codice identificativo dell’isolato e dell’edificio, l’indirizzo, il numero

civico, il foglio e mappale, lo stralcio aerofotogrammetrico e catastale e di

dati urbanistici. Ciascuna scheda è inoltre corredata da un rilievo fotografico e

da schede riassuntive riguardanti:

- i dati descrittivi dell’edificio: la destinazione d’uso, le condizioni

statiche complessive, il numero di piani, la tipologia delle strutture

verticali, orizzontali, della copertura e delle finiture, il materiale costitutivo.

- Lo la tipologia edilizia di riferimento.

- Le prescrizioni da attuare per conformare l’edificio alle previsioni delle

norme di attuazione;

- Il tipo di intervento che è possibile applicare all’edificio;

– Le eventuali concessioni o autorizzazioni già rilasciate sull’edificio

stesso;

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Non è stato possibile individuare e descrivere in modo puntuale ed esaustivo i

materiali da costruzione in quanto quasi tutti gli edifici presentano interventi

stratificati nel tempo per cui in una stessa parete si può trovare ladiri e pietra così

come blocchi di cemento o addirittura cls armato. Per questo nelle norme di

attuazione tra le tavole da presentare si è richiesta una tavola indicante i

materiali da costruzione.

Nelle norme tecniche di attuazione si è poi definito quali azioni di

recupero sono previste con l’obiettivo di preservare gli elementi di

riconoscibilità storica esistenti e ristrutturare quelli compromessi.

Nell’articolato delle norme di attuazione le prescrizioni e le forme di

attuazione sono strutturate con il preciso obiettivo di facilitarne la

consultazione e ridurne l’interpretabilità.

Particolare cura è stata dedicata alla definizione dei profili

regolatori e al registro dei beni identitari a supporto dei futuri interventi

sull'edificato.

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I beni Identitari sono stati suddivisi in beni pubblici, privati e civici, di

particolare interesse sono i pozzi civici sparsi per l'intero Centro Matrice

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Di estrema utilità risultano le linee guida a supporto della

progettazione degli spazi pubblici, dell’edificato e del colore, che

utilizzando un linguaggio informale consentirà un accesso agevole a tutta la

collettività interessata.

La cartografia tende a mettere in evidenza tutto ciò che attraverso, schede,

linee guida e norme di attuazione non è stato possibile esplicitare in modo

esaustivo.

Di notevole importanza sono le carte indicanti la datazione degli edifici.

Dalle carte sulla datazione degli edifici, prodotte attraverso la sovrapposizione

delle ortofoto e dei catastali storici si può notare come il centro urbano di San

Vito sia sorto in epoca antecedente al 1940, tra il 1940 e il 1967 a causa della

crisi economica del dopoguerra si è perlopiù ristrutturato l'esistente, in alcuni

casi fino a completa saturazione del lotto, mentre si è ricominciato a costruire

dopo il 1970 anche se questa nuova espansione si è registrata maggiormente al di

fuori del Centro Matrice che è stato in gran parte abbandonato.

26 di 35

27 di 35

Dallo studio approfondito dei fattori di mutamento storico-ambientale

dell'edificato storico di San Vito si è arrivati allo studio dei caratteri tipologico-

costruttivi esplicitati nei vari abachi ai quali occorrerà fare riferimento

soprattutto nelle ricostruzioni o costruzioni guidate.

28 di 35

Infine è stata prodotta la carta degli interventi all’interno della quale per

ogni singolo lotto si è inserito il numero della scheda di riferimento e la sigla

dell’intervento permesso, tale carta consentirà all’ufficio edilizia e urbanistica di

consultare velocemente gli allegati di piano e rispondere in modo veloce ed

efficace agli utenti.

29 di 35

7. RILIEVO FOTOGRAFICO

FOTO STORICHE

Foto Via Nazionale in prossimità di Casa Camboni La pavimentazione stradale era in acciotolato

30 di 35

Foto Via Nazionale in prossimità di Casa Camboni La pavimentazione stradale era in massi di granito squadrato

Piazza Sant’Antonio negli anni ‘30

31 di 35

Visuali sul centro storico dal tetto della torretta di Casa Camboni

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Visuali sul centro storico in alto in lontananza l’edificio sede del MunicipioIn basso in lontananza la Chiesa Parrocchiale di San Vito

Visuali sul centro storico, in lontananza l’edificio sede dell’ex panificio

33 di 35

34 di 35

Indice generale1. FINALITA'.......................................................................................................................................12. STATO ATTUALE DEL BENE PAESAGGISTICO INTERESSATO............................................2

2.1 CONTESTO PAESAGGISTICO DELL’INTERVENTO...........................................2 2.1.1 AREA DELL’INTERVENTO..................................................................................22.1.2 ATMOSFERA: QUALITÀ DELL’ARIA E CARATTERIZZAZIONE METEO CLIMATICA.....................................................................................................................52.1.3. AMBIENTE IDRICO: ACQUE SOTTERRANEE E SUPERFICIALI, AMBIENTI E RISORSE...........................................................................................................................6

3. SVILUPPO DELL'INSEDIAMENTO URBANO..........................................................................74. LIMITI DEL CENTRO MATRICE – SISTEMA VINCOLISTICO..............................................14

4.1. PRESENZA DI AREE TUTELATE PER LEGGE.................................................165. ANALISI DELL'IMPIANTO URBANISTICO EDILIZIO...........................................................17

5.1 TIPOLOGIE ARCHITETTONICHE.......................................................................206. FINALITA' DEL PIANO...............................................................................................................21

6.1. IMPOSTAZIONE DEL LAVORO...........................................................................237. RILIEVO FOTOGRAFICO...........................................................................................................30

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