RELAZIONE MARCO GAY 02 - giovanimprenditori.org · Chiamateci sognatori, ma credo che siamo...

15
FORTI. progetti, non poteri 31° CONVEGNO DI CAPRI GRAND HOTEL QUISISANA 21 | 22 OTTOBRE 2016 visione 3D #PROGETTIFORTI #CAPRI16 RELAZIONE DEL PRESIDENTE MARCO GAY

Transcript of RELAZIONE MARCO GAY 02 - giovanimprenditori.org · Chiamateci sognatori, ma credo che siamo...

Page 1: RELAZIONE MARCO GAY 02 - giovanimprenditori.org · Chiamateci sognatori, ma credo che siamo semplicemente giovani e determinati! Non ci stiamo a chi, invece di dare corpo a progetti

FORTI.progetti, non poteri31° CONVEGNO DI CAPRIGRAND HOTEL QUISISANA21 | 22 OTTOBRE 2016

visio

ne 3

D

#PROGETTIFORTI#CAPRI16

RELAZIONE DEL PRESIDENTEMARCO GAY

Page 2: RELAZIONE MARCO GAY 02 - giovanimprenditori.org · Chiamateci sognatori, ma credo che siamo semplicemente giovani e determinati! Non ci stiamo a chi, invece di dare corpo a progetti

31° CONVEGNO DI CAPRI21 | 22 OTTOBRE 2016

RELAZIONE DEL PRESIDENTEMARCO GAY

2

Che cosa accomuna un Paese e un’impresa? Nessuno dei due può permettersi di stare fermo. Lo diciamo spesso tra imprenditori: “o cresci o fallisci”.

Se siamo qua è perché, nella crisi, nessuno di noi si è accontentato di fare qualche taglio al bilancio sperando di tirare avanti per un trimestre in più.

Se siamo qua è perché siamo quelli che ci provano ogni giorno, in tutti i campi. An-che commettendo errori, anche fallendo. Sì, anche fallendo, come può accadere a chiunque provi a cambiare le cose. Lo abbiamo fatto perché sapevamo che questo non è il tempo della paura ma della possibilità.

Siamo quelli che non si tirano indietro: forse può essere più semplice, ma per noi è semplicemente irresponsabile.

Vale per una singola impresa, vale per un Paese. Perché un Paese che non innova, non progetta le sue infrastrutture, non crea oppor-tunità per i propri giovani...non è un Paese che sta fermo: va indietro!Perde centralità nella politica internazionale, competivitità nelle dinamiche del mer-cato mondiale, attrattività verso investimenti e talenti e riduce le possibilità di svilup-po per le proprie imprese.

Il problema non è di status o di rating. È molto più di quanto possa raccontare qual-siasi dato sul PIL perché si tratta di storie concrete, di realtà.Sono i 40mila ragazzi emigrati quest’anno che finiranno nelle liste dei lavoratori stra-nieri in UK, sono le persone che continuano a cadere sotto la soglia di povertà assoluta. Lo ripeto: di povertà assoluta, in un Paese del G7.

Se siamo qua è perché vogliamo essere coraggiosi, orgogliosi, vogliamo guardare il mondo all’altezza dei nostri occhi, criticissimi verso i nostri difetti, ma anche coscienti dei nostri pregi e, per questo, determinati a giocarci al meglio le nostre possibilità.

Come fece Ondina Valla nel 1936, prima donna italiana a vincere un oro alle Olim-piadi. È il suo salto che abbiamo scelto come immagine di questo Convegno. Il suo slancio, la sua grinta nel raggiungere nuovi traguardi, sono i simboli della tenacia e della voglia di vincere dei tanti giovani e dei tanti imprenditori, i simboli dell’Italia che siamo e che vogliamo raccontare.

Page 3: RELAZIONE MARCO GAY 02 - giovanimprenditori.org · Chiamateci sognatori, ma credo che siamo semplicemente giovani e determinati! Non ci stiamo a chi, invece di dare corpo a progetti

31° CONVEGNO DI CAPRI21 | 22 OTTOBRE 2016

RELAZIONE DEL PRESIDENTEMARCO GAY

3

A chi si sta per laureare, a chi sta per avere un figlio, a chi sta per chiedere un fi-nanziamento per un nuovo impianto o un mutuo per comprare casa. È a tutti loro che diciamo: c’è un’Italia della possibilità, della fiducia, dell’innovazione, a cui dobbia-mo dare forza.

Dobbiamo dare strumenti “forti”: scuole che non crollano e università che si piazza-no nei ranking mondiali, infrastrutture che connettono velocemente merci e persone, pensioni non per sopravvivere ma per vivere. Ma anche idee “forti”, perchè è su queste che si costruisce il futuro di una nazione: sulla capacità di progettare.

Chiamateci sognatori, ma credo che siamo semplicemente giovani e determinati!

Non ci stiamo a chi, invece di dare corpo a progetti forti ed ambiziosi, si aggrappa all’alibi dei poteri forti e ne agita lo spauracchio.

Non ci stiamo a quelli che diffondono il virus del populismo, inventano i complotti internazionali, alimentano il risentimento sociale non come presupposto per chiedere una più equa distribuzione della ricchezza ma come una clava per distruggere la ricchezza stessa.

La decrescita felice è il nuovo “spettro che si aggira per l’Europa”: è l’idea che ci dob-biamo arrendere alla stagnazione, che un certo numero di disoccupati è endemico, che l’unica soluzione è impoverire il proprio stile di vita e non avviare più grandi progetti. Che l’Unione Europea conterà sempre meno a livello globale e l’Italia sempre meno in Europa.

Noi a questa decrescita “infelice”, a questa Italia piccola, povera, rattrappita su se stessa, affascinata dalla prospettiva del “baratto” più che da quella dei big data, non ci stiamo

È sbagliato, è insensato ed è, soprattutto, paradossale.

Perché avviene in un tempo che, mai come oggi, è pieno di possibilità di conoscen-za, di formazione, di relazioni commerciali e umane una volta impensabili.

Coglierle non spetta altro che alla nostra generazione. A chi sta in questa sala, a chi fa impresa, a chi lavora ogni giorno orgoglioso di quel-

Page 4: RELAZIONE MARCO GAY 02 - giovanimprenditori.org · Chiamateci sognatori, ma credo che siamo semplicemente giovani e determinati! Non ci stiamo a chi, invece di dare corpo a progetti

31° CONVEGNO DI CAPRI21 | 22 OTTOBRE 2016

RELAZIONE DEL PRESIDENTEMARCO GAY

4

lo che fa. A chi, come noi, ama sporcarsi le mani in azienda, facendo, costruendo e progettando il miglior prodotto possibile senza mai tirarsi indietro.

Spetta anche a chi deve prendere scelte strategiche, che riguardano tutti. Come quel-la delle Olimpiadi.

Diciamolo chiaramente. Quello che ci preoccupa non è la scelta di un’amministrazione di dire “sì” o “no” a un grande evento.Quello che ci preoccupa è la reazione che questa scelta ha suscitato in chi ha la nostra età e ha detto - a colpi di tweet e post sui social network - “menomale, così nessuno ruberà più, nè i palazzinari nè i politici”.

Certo, nei grandi eventi del passato non abbiamo sempre meritato il podio, poteva-mo fare meglio, potevamo fare di più. Ma la domanda è: che generazione è quella che non ha l’ambizione di fare meglio di chi è venuto prima?

Che generazione è quella disgustata dalla politica, che non ha l’ambizione rivoluzio-naria di cambiare tutto, dicendo “un giorno farò il Sindaco e trasformerò questa città”? Che generazione è quella spaventata dagli imprenditori, che non ambisce a dire “voglio mettere su un’azienda anche io, assumere persone, costruire le case più belle d’Europa?”

È una generazione disillusa, che di forte non ha nè il potere nè le idee, e che diventa facile preda per chi specula sul suo risentimento. È più facile rinunciare che accettare la sfida di ridurre gli sprechi, eliminare le infiltra-zioni mafiose, aumentare la trasparenza, evitare speculazioni sulle tasche dei cittadini.

Ma noi siamo convinti che, a Roma come altrove, dobbiamo essere protagonisti di grandi progetti di sviluppo. E queste Olimpiadi le volevamo proprio perché eravamo pronti a renderle le prime della sharing economy e dell’economia circolare, con trasporti integrati, autosuffi-cienza energetica, digitalizzazione dei servizi.

Creando occasioni non per i poteri forti ma per quelli considerati deboli: per l’ope-raio edile, l’ingegnere ambientale e lo studente di cinese, che non vedono l’ora di avere l’occasione di dimostrare al mondo chi sono.

Page 5: RELAZIONE MARCO GAY 02 - giovanimprenditori.org · Chiamateci sognatori, ma credo che siamo semplicemente giovani e determinati! Non ci stiamo a chi, invece di dare corpo a progetti

31° CONVEGNO DI CAPRI21 | 22 OTTOBRE 2016

RELAZIONE DEL PRESIDENTEMARCO GAY

5

Perché quando si entra nella stanza dei bottoni non è per spegnere la luce. Ma per accendere una speranza - far sentire ciascuno più forte, insieme, di quanto lo sarebbe da solo - e di trasformare la speranza in fatti concreti.

Se noi imprenditori vogliamo far vedere che le nostre aziende hanno un nuovo pas-so, partecipiamo a gare pubbliche, zaino in spalla andiamo alla conquista di nuovi mercati, facciamo investimenti, ci quotiamo in borsa, non chiudiamo certo la porta agli investitori.

L’Italia ha troppi capitoli aperti per potersi permettere di non affrontare scelte, magari impopolari per le prossime elezioni, ma necessarie per garantire il benessere alle prossime generazioni.

Pensiamo all’Ilva: salvaguardare il primo impianto siderurgico di Europa deve esse-re una priorità del Paese. Ma possiamo e dobbiamo farlo bene, mettendo insieme salute e occupazione, investendo su nuove fonti di approvvigionamento energetico e sulla riqualificazione del porto.

Pensiamo a tutte le aree di crisi complessa, da Trieste a Termini Imerese, nelle quali va creato sviluppo non con l’assistenzialismo ma con nuove iniziative imprenditoriali.

Pensiamo al ponte sullo Stretto: può essere un investimento se e solo se verrà inserito in un piano di opere integrato in cui l’alta velocità non si ferma a Salerno e in cui il binario unico sia veramente storia per tutto il Sud.Allora sì il Ponte potrà creare lavoro, valorizzare la nostra eccellenza ingegneristica e semplificare la viabilità folle che penalizza il Sud e le sue imprese. E, quindi, pe-nalizza tutta l’Italia.

Mettere in contrapposizione le risorse che servono per costruire il ponte con quelle necessarie per ricostruire le case alle vittime del sisma, è una operazione ingiusta e demagogica: la politica non deve porre alternative paradossali, fra sicurezza e sviluppo, ma tra opzioni realizzabili, con tempi e costi certi.

Il 24 agosto, la notte del terremoto nel centro Italia, l’orologio del campanile di Ama-trice si è fermato alle 3.36, ma in quel momento la campana suonava per ciascuno di noi. Perchè se i terremoti non si possono purtroppo prevedere con certezza, le conseguenze più tragiche sì.

Page 6: RELAZIONE MARCO GAY 02 - giovanimprenditori.org · Chiamateci sognatori, ma credo che siamo semplicemente giovani e determinati! Non ci stiamo a chi, invece di dare corpo a progetti

31° CONVEGNO DI CAPRI21 | 22 OTTOBRE 2016

RELAZIONE DEL PRESIDENTEMARCO GAY

6

Per questo, dobbiamo puntare su una vasta campagna di cultura della prevenzione e su puntuali interventi di messa in sicurezza del nostro patrimonio immobiliare, pub-blico e privato, anche grazie alle competenze delle nostre imprese.

Non dobbiamo disperdere il suono di quella campana a cui l’Italia - come sempre - ha risposto in una gara di solidarietà, dai volontari, ai soccorritori, ai cittadini che hanno donato quel che potevano. Alla Confindustria ed a noi Giovani Imprenditori, che abbiamo messo a disposizione i prodotti e i servizi delle nostre imprese per far fronte ai bisogni concreti e abbiamo dato vita al progetto “Adotta una scuola”.

Non lasciamo che si disperda il suono di quella campana L’Italia è una terra fortemente sismica e non ha bisogno di retorica ma di azioni. Per questo, lo ripeto, vogliamo che siano poste le alternative giuste: non fra sicurezza e sviluppo, non fra il presente di Amatrice e il futuro di Messina, ma su quali risorse possono invece finanziare l’una e l’altra necessità.

È sulle grandi visioni economiche, sul modello di progresso, sul sistema industriale, sul ruolo dello Stato nell’economia, sull’accesso ai servizi pubblici che dobbiamo confrontarci. Pretendiamo una politica, a sinistra come a destra, capace di progetti forti.

Lo vogliamo non perché ci interessa scegliere questo o quel partito, ma perché vo-gliamo poter scegliere tra visioni di politica industriale alternative, optando per quel-la che può meglio creare le condizioni per crescita, occupazione e sviluppo.

Se manca chi, con credibilità, si batte per più concorrenza, più mercato, più merito-crazia, non è un bene. Noi non vogliamo scegliere “chi”, ma scegliere il “come”. E amiamo la competizione, in politica e in economia.

La politica deve saper guardare oltre i nostri confini.E quando parlo di “nostri confini” non intendo certo il Brennero, ma i confini europei. L’Unione europea è casa nostra, l’Unione europea siamo noi.

C’è ancora bisogno di ricordare che il mercato unico non è altro che il nostro merca-to domestico e la politica europea non è politica estera ma interna?

Page 7: RELAZIONE MARCO GAY 02 - giovanimprenditori.org · Chiamateci sognatori, ma credo che siamo semplicemente giovani e determinati! Non ci stiamo a chi, invece di dare corpo a progetti

31° CONVEGNO DI CAPRI21 | 22 OTTOBRE 2016

RELAZIONE DEL PRESIDENTEMARCO GAY

7

Evidentemente sì, perché oggi la maggiore minaccia all’economia globale non è la frenata dei BRICS, la svalutazione del Giappone o l’economia di mercato cinese.Ma la minaccia del protezionismo negli USA, i muri che rinascono a Est, la Brexit, le presidenziali in Francia, il ballottaggio-bis in Austria, la Vallonia che blocca il trattato con il Canada.

La soluzione non è ripetere che la globalizzazione ha fatto uscire interi continenti dalla povertà, che le democrazie sono per la prima volta di più che i regimi auto-ritari, che il prezzo delle materie prime scende e il commercio internazionale ne guadagnerà. Non ci basterà ripetere queste parole perché, nelle periferie abbandonate delle città, “Europa”, “globalizzazione”, “commercio”, “libero scambio” sono spesso sinonimi di minaccia e non di opportunità. Ma la verità è che la globalizzazione non può essere bloccata, fortunatamente: non quel-la scientifica e tecnologica, non quella della libera circolazione delle idee e degli uomini.

Però può essere governata. Meglio di come è stato fatto oggi: dobbiamo creare una politica economica e fiscale unica a livello europeo Così da evitare di trovarci in nuovi casi Apple, in cui gli Stati membri sono sempre più impegnati in una competizione fiscale aggressiva che, a lungo andare, nuoce a tutti i cittadini ed alle aziende europee.Dobbiamo rilanciare l’Unione con una timeline precisa, che guardi all’appuntamento di marzo 2017 di Roma come al restart del sogno e del progetto europeo.

Insomma, altro che no global, noi vogliamo essere neo-global.

Certo, ci vuole coraggio in una fase in cui tutti sembrano preda del fascino miope del protezionismo, dell’austerity o peggio del secessionismo.Ma l’Italia, quando vuole, può contare.

Credibilità, visione della società, capacità di risolvere le contraddizioni del presente e di immaginare il futuro.

Questo si chiede all’Italia. Questo si merita l’Italia. Ed è questa la battaglia che il Paese sta per giocare: tra coraggio e rancore. Tra interesse nazionale e ricatti di parte.

Page 8: RELAZIONE MARCO GAY 02 - giovanimprenditori.org · Chiamateci sognatori, ma credo che siamo semplicemente giovani e determinati! Non ci stiamo a chi, invece di dare corpo a progetti

31° CONVEGNO DI CAPRI21 | 22 OTTOBRE 2016

RELAZIONE DEL PRESIDENTEMARCO GAY

8

Per tanti il dire “no” a tutto non è solo l’opzione politica di un voto al prossimo re-ferendum, è una vera e propria cultura. Fondata sul fascino incontenibile dell’istinto alla conservazione, dell’opporsi senza proporre alternative.

La posizione di Confindustria è chiara, noi voteremo “sì” il 4 dicembre perché sap-piamo cosa c’è dopo: un Paese più stabile, più semplice.L’industria moderna deve essere supportata da istituzioni moderne.

Votare “no” perché si è contrari al merito della riforma o si sollevano obiezioni tec-niche è sicuramente una scelta rispettabile, ma non possiamo accettare quelli che voteranno “no” solo per antipatia dell’attuale Governo o perchè sperano di poter lucrare dalla bocciatura della riforma.

Quelli che ambiscono - con il “no” - a dare l’assalto alla Bastiglia, a trasformare il referendum in una sorta di elezioni politiche anticipate, a formare accordicchi per trovare una poltrona con un Governo di scopo o, ancora più banalmente, a sostituire il proprio Segretario di partito.

Ci piace il confronto su progetti ambiziosi e realizzabili, ci piacerebbe parlare della prossima riforma di politica economica e non nuovamente della prossima riforma della legge elettorale: di questo, la nostra generazione, ne sente parlare da troppi anni. Andiamo oltre!

Una democrazia che decide e dà risposte assicura prima di tutto un futuro a se stes-sa. E alla sua economia.

Siamo un Paese che negli ultimi 20 anni è cresciuto a un tasso medio dello 0,5 per cento, mentre tutta l’Europa andava a una velocità di tre volte tanto. Noi siamo la seconda manifattura europea ma dal primo scalino del podio - la Germania - ci separa tre volte il nostro valore aggiunto, mentre dal terzo posto - la Francia – solo uno zero virgola.

Abbiamo bisogno di fiducia, certo non basta solo questa, ma è essenziale.Perché chi fa impresa sa che il mercato si basa sulle aspettative.Sono queste che muovono i consumi, gli investimenti, il lavoro.

Se manca la fiducia si ricomincia a risparmiare, non come scelta, non come voce del benessere ma della paura: crea un circolo vizioso che deprime domanda e offerta,

Page 9: RELAZIONE MARCO GAY 02 - giovanimprenditori.org · Chiamateci sognatori, ma credo che siamo semplicemente giovani e determinati! Non ci stiamo a chi, invece di dare corpo a progetti

31° CONVEGNO DI CAPRI21 | 22 OTTOBRE 2016

RELAZIONE DEL PRESIDENTEMARCO GAY

9

perché “quando si risparmiano cinque scellini, si lascia senza lavoro un uomo per una giornata” diceva Keynes.

Quel che serve allora è pragmatismo, verità e semplicità: una fiducia della ragione oltre che del cuore.E questa si costruisce a partire dall’economia reale, da chi fa impresa e lavora, dai tanti che si rimboccano le maniche per fare del proprio talento il proprio mestiere.

Siamo in piena legge di bilancio.Quella che fino allo scorso anno si chiamava legge di stabilità, oggi ha tutte le pre-messe per chiamarsi “legge di sviluppo”.

Parlo di premesse perché ancora non abbiamo un testo consolidato da leggere, an-cora non sappiamo se Bruxelles darà il via libera e se in Parlamento ci sarà l’assalto alla diligenza.

Ma premesse a parte, a chi dice che in questa manovra non c’è un piano chiaro, noi rispondiamo che il piano lo vediamo eccome: si chiama innovazione.Perché aiuta le imprese a fare un salto in avanti di dieci anni, grazie a strumenti con-creti per investire in nuovi macchinari, digitalizzazione e, soprattutto, nelle persone.Oggi innovare è fare industria. Investire è fare innovazione.

Per questo, non possiamo che essere soddisfatti di vedere finalmente un disegno di po-litica industriale, ampio e organico, che sicuramente contribuirà a cambiare il Paese. E la vita di tutti i giorni delle imprese, sostenendone gli investimenti.

In pratica, se investo un milione di euro: • con le detrazioni fiscali al 30% per investimenti in startup e PMI innovative:

pago 300 mila euro in meno di tasse in 5 anni;• con il nuovo credito di imposta per ricerca e sviluppo con aliquota al 50%:

500mila euro in meno;• con il superammortamento al 140% e il nuovo iperammortamento per i beni

digitali al 250%: 360 mila euro in meno.

Insomma, più metto i soldi in economia reale, più ho risorse per investire.

Una strategia essenziale non per consentire agli imprenditori di “rifarsi la macchi-na”, come è stato banalmente detto, ma per “rifarsi la competitività”.

Page 10: RELAZIONE MARCO GAY 02 - giovanimprenditori.org · Chiamateci sognatori, ma credo che siamo semplicemente giovani e determinati! Non ci stiamo a chi, invece di dare corpo a progetti

31° CONVEGNO DI CAPRI21 | 22 OTTOBRE 2016

RELAZIONE DEL PRESIDENTEMARCO GAY

10

La direttrice è chiara: nuove tecnologie e Industria 4.0, digitale e beni innovativi per le imprese. Non parliamo di smartphone o tablet ma di macchinari avanzati, di sensoristica, di reattoristica, magazzini automatizzati, robot collaborativi, flexible manufacturing e sistemi cyber fisici.

Ovvero l’industria di domani, quella che darà a tanti giovani il terreno per confrontarsi e competere, quell’industria che proprio noi giovani vogliamo per dimostrare dove sia-mo in grado di portare il Made in Italy, ricco di tradizione ma affamato di innovazione.

E se tutte queste misure si associano alla socializzazione delle perdite con la società sponsor, all’Ires che si abbatte di 3,5 punti, alla detassazione del capital gain su investimenti a medio/lungo termine, al rifinanziamento del fondo di garanzia per le PMI, agli incentivi per assumere i ragazzi che hanno fatto alternanza scuola-lavoro, possiamo tornare ad essere competitivi.

Siamo imprenditori, non “prenditori”, ma siamo anche concreti e sappiamo c’è an-cora molto da fare.Rimangono una corporate tax media tra le più alte d’Europa, i tempi sempre troppo lunghi dei pagamenti dei debiti della PA, infiniti adempimenti burocratici, l’inefficien-za della giustizia civile, il nodo dell’accesso al credito, complicato e spesso unica alternativa ad un mercato dei capitali di rischio troppo povero.

A chi ci dice che non ci accontentiamo, l’unica risposta è che un imprenditore non si accontenta mai, perché chi si accontenta non cresce.Anche perché, se non cresciamo nel 2017, rischiamo di sforare ogni limite di deficit o di dover fare, a breve, una manovra correttiva lacrime e sangue.

Se, infatti, sul piano delle spese c’è una direzione chiara, sul lato delle entrate no, dal momento che le coperture sono per lo più basate su misure una-tantum, come la rottamazione delle cartelle esattoriali o una nuova voluntary disclosure.

Più che semplicemente cambiare nome a Equitalia, andrebbe resa equa l’Italia nel rapporto contribuente - accertamento – riscossore, che oggi sconta il meccanismo perverso di onere della prova ribaltato. Quanti di voi si sono trovati a dover dimostrare la propria “innocenza fiscale” di fronte a finanza, agenzia delle entrate, ufficio imposte, dogana, forestale? Troppo... Chi sbaglia deve sicuramente pagare, ma le tante persone per bene vanno aiutate, non vessate!

Page 11: RELAZIONE MARCO GAY 02 - giovanimprenditori.org · Chiamateci sognatori, ma credo che siamo semplicemente giovani e determinati! Non ci stiamo a chi, invece di dare corpo a progetti

31° CONVEGNO DI CAPRI21 | 22 OTTOBRE 2016

RELAZIONE DEL PRESIDENTEMARCO GAY

11

Misure una tantum e, invece, pochissimi risparmi strutturali di spesa pubblica: in una Italia con duemila e duecentocinquanta miliardi di debito che ci trasciniamo come un fardello, cresciuti di ulteriori 77 negli ultimi sei mesi, la spending review è rimasta un miraggio intravisto da tanti Commissari ad hoc ma mai applicata.

L’ultimo piano strutturale elaborato – quello di Cottarelli – prevedeva 34 miliardi di risparmi. Si può fare? Facciamolo. Un esempio banale? Solo dalla riduzione dell’inquinamento luminoso si potrebbero rispar-miare 300 milioni, e magari raddoppiare i 300 destinati al Sud nel piano Industria 4.0.

Peccato non essere andati avanti: una profonda spending review avrebbe aperto la strada ad un taglio immediato del cuneo contributivo e dell’Irpef.

Eppure - al di là del timore sulle coperture – l’Italia dell’Industria 4.0 immaginata dal Governo è un’Italia forte, che torna a progettare: in cui la banda ultralarga copre il 100% delle aziende, in cui ci sono 200mila studenti coinvolti nel programma Scuola digitale, 1400 dottorati di ricerca sul tema industria innovativa.

Un’Italia che non ha bisogno di incentivi a pioggia ma di quei germogli che faranno rinascere l’industria italiana.

Un’Italia in cui la mancata produttività, che da anni cresce meno che negli altri Paesi Ue, diventa una nuova opportunità: quella di trasformare il valore del Made in Italy in valore aggiunto.

Sappiamo che sulla performance del sistema produttivo incide fortemente il lavoro.

La produttività per addetto è infatti scesa del 7,5% dall’inizio della crisi, ma il declino è iniziato da ben prima. Eppure non è solo la componente del lavoro a determinare i risultati aziendali: a dividere chi ce la fa e chi viene fatto fuori dal mercato è il totale dei fattori produttivi. Ovvero capitale investito, sistemi tecnologici, competenze manageriali, livello di istruzione della forza lavoro.

Per questo, non possiamo pensare di risolvere il “problema produttività” solo con un nuovo modello di contratti. Un modello contrattuale che premi merito e produttività è la base, è il presupposto per la crescita, ma accanto serve un salto dell’intero sistema industriale.

Page 12: RELAZIONE MARCO GAY 02 - giovanimprenditori.org · Chiamateci sognatori, ma credo che siamo semplicemente giovani e determinati! Non ci stiamo a chi, invece di dare corpo a progetti

31° CONVEGNO DI CAPRI21 | 22 OTTOBRE 2016

RELAZIONE DEL PRESIDENTEMARCO GAY

12

Dobbiamo crescere, puntare alle grandi economie di scala o ai grandi progetti in rete. Ma crescere non è automatico nè gratis: significa anche gestire complessità maggio-ri, significa dover delegare, significa dover investire in nuovo capitale umano quali-ficato e in nuove tecnologie.

Lo diciamo al nostro interno: dobbiamo assumere persone con alte competenze tecni-che - non è possibile che il 48% delle aziende che si dichiarano innovative abbiano zero dipendenti con la laurea – e formare meglio i collaboratori: il nostro futuro sono le persone, i nostri lavoratori, i nostri giovani.

Lo diciamo ai sindacati: discutiamo non su quale sia la quota di salario decisa in base a scatti fissi e quale in base ai risultati aziendali, ma piuttosto su come far crescere i profitti. Perché se aumentano quelli, i guadagni per chi lavora sono maggiori di qualsiasi aumento strappato ai tavoli delle trattative.

Lo diciamo al Governo: continuate sulla strada di incentivare il salario di produttività, perché è la vera voce retributiva dell’Italia che ce la fa.

C’è una rivoluzione che ci sta passando accanto e non vogliamo guardarla scorrere dallo specchietto retrovisore. La rivoluzione che si basa sull’integrazione dell’informazione nella catena produttiva. Quella che oggi già vede 14 miliardi di sensori collegati a magazzini, sistemi stra-dali, linee di produzione, rete di energia elettrica, uffici, abitazioni. E che nel 2030, si stima, saranno più di 100 miliardi.

Quella che produce una accelerazione della produzione mai vista, che riduce fino al 50% il time to market, abbatte i costi del 30% e dimezza i tempi di fermo macchine.

Una rivoluzione industriale ma - come ogni vera rivoluzione - anche sociale: perché, con una produzione automatizzata, non conta il costo del lavoro a prezzi stracciati ma conta essere vicino al consumatore, valorizzare la customizzazione dei prodotti e il brand Made in Italy.

Una rivoluzione che ha impatti ambientali molto più profondi di qualsiasi pista pedo-nale, perché incentiva l’economia circolare.

Una rivoluzione che creerà vinti e vincitori, e sta solo a noi scegliere da che parte stare. Se da quella che dice “no” a tutto o da quella che si mette in gioco.

Page 13: RELAZIONE MARCO GAY 02 - giovanimprenditori.org · Chiamateci sognatori, ma credo che siamo semplicemente giovani e determinati! Non ci stiamo a chi, invece di dare corpo a progetti

31° CONVEGNO DI CAPRI21 | 22 OTTOBRE 2016

RELAZIONE DEL PRESIDENTEMARCO GAY

13

Scegliere non per un tornaconto personale ma perché è l’Italia che diventa più forte.

Non per un tornaconto personale, anzi, per il contrario. Perchè - e lo dico a 13mila Giovani Imprenditori - se da domani avremo più opportu-nità a disposizione, avremo anche meno scuse per tirarci indietro, per non fare delle nostre aziende le più avanzate in Europa, per non essere i migliori.

Oggi in Italia il 65% delle imprese che fattura più di 20 milioni di euro è costituito da imprese familiari. Di queste, una su quattro ha un leader con più di 70 anni. E le aziende guidate da ultrasettantenni mostrano performance reddituali inferiori rispetto alle altre.

Si tratta spesso di imprenditori che hanno costruito con la propria fatica il miracolo economico italiano, che hanno messo patrimoni e tempo per salvare le loro aziende.

E per questo dobbiamo avere verso di loro tutto il rispetto e la gratitudine. E sapere, allo stesso tempo, che la maniera migliore per rendere loro merito è avere lo stesso coraggio e la stessa ambizione.

Vuol dire che è arrivato il nostro tempo? Sì, sicuramente. E infatti un quinto delle im-prese familiari prevede un passaggio generazionale nei prossimi 5 anni.

È una grande sfida per tutti noi. Perchè se poche aziende sopravvivono al proprio fondatore, vuol dire che fino ad oggi questa sfida non l’abbiamo giocata al meglio. A causa di errori ancora troppo comuni come confondere i ruoli di proprietà, go-verno e direzione o considerare la successione un obbligo verso il passato e non un’opportunità per il futuro.

L’italia che dice “no” a tutto non è solo quella della decrescita felice, è anche quella inesperta, quella che rinuncia a prendere le redini del comando quando ce n’è bisogno.

E quindi, se a nessun imprenditore è sconosciuto il concetto di meritocrazia, prati-chiamola prima di tutto in casa nostra, anche quando può essere dolorosa.

Vogliamo, e possiamo, essere i più preparati e soprattutto i più ambiziosi.

Noi non saremo i custodi prudenti del capitalismo italiano, ma i custodi lungimiranti.

Page 14: RELAZIONE MARCO GAY 02 - giovanimprenditori.org · Chiamateci sognatori, ma credo che siamo semplicemente giovani e determinati! Non ci stiamo a chi, invece di dare corpo a progetti

31° CONVEGNO DI CAPRI21 | 22 OTTOBRE 2016

RELAZIONE DEL PRESIDENTEMARCO GAY

14

Lo vogliamo innovare, trasformare, svecchiare questo capitalismo. Perchè l’Italia e ciascuno di noi ha tutto da guadagnare dall’avere visioni forti, anche dentro le mura di una fabbrica.

Abbiamo voglia e capacità di rialzarci, ripartire e ricostruire quello che troppo a lungo abbiamo visto cadere: l’occupazione, la fiducia nel futuro e, persino, le case delle nostre città. Perché l’Italia fragile nelle proprie infrastrutture è anche l’Italia forte nella propria determinazione.

È questa l’Italia che ha orgoglio. Non per la forza del proprio potere ma per quella delle proprie idee.

È questa l’Italia che ha coraggio. Di affrontare le sfide, di non tirarsi indietro.

L’Italia che ha ambizione. Di essere un Paese moderno nelle proprie istituzioni e nelle proprie imprese.

In questi tre anni è stato questo il Paese che abbiamo cercato di aiutare a superare le proprie ansie, a crescere, a essere felice. Più semplicemente, a sentirsi forte.

Il prossimo anno su questo palco ci sarà un nuovo Presidente a parlare. È significativo perchè vuol dire che ci sarà una nuova pagina nell’impegno e nelle ambizioni dei Giovani Imprenditori. Ed è emozionante perchè vorrà dire che qualcuno avrà voglia di diventarne l’interprete.

È questo quello che mi è stato più a cuore in questi tre anni. Portare avanti con coraggio le nostre idee, senza paura. Essere autorevoli ed indi-pendenti nelle scelte e nella nostra rappresentanza tra interessi ed influenze esterne.

Sperare, che ogni imprenditore che ho incontrato, volesse unirsi a noi.Sperare, che ogni giovane che ho incontrato, volesse fare l’imprenditore.

O se anche il suo sogno non sarà quello dell’impresa, ho sperato e spero ogni volta che incontro un giovane, che qualunque sia la posizione che assumerà nella vita, voglia far qualcosa per l’Italia.

Page 15: RELAZIONE MARCO GAY 02 - giovanimprenditori.org · Chiamateci sognatori, ma credo che siamo semplicemente giovani e determinati! Non ci stiamo a chi, invece di dare corpo a progetti

31° CONVEGNO DI CAPRI21 | 22 OTTOBRE 2016

RELAZIONE DEL PRESIDENTEMARCO GAY

15

Che gli voglia bene, a questo Paese, in qualunque angolo del mondo sia, qualunque professione svolga.Che faccia il medico, l’operaio o il Ministro. Per contribuire, insieme, a creare valore.

Perchè una comunità necessita di valori per esistere, ma ha bisogno di valore per crescere. In fin dei conti, il valore di uno Stato è il valore degli individui che lo compongono.

Siamo noi che creiamo valore. Siamo noi che diamo sostanza ai valori.

Non perché si sia detentori di un potere forte ma perchè siamo interpreti di una vi-sione forte.

Perché merita il potere solo chi ogni giorno lo rende giusto.