Relazione di fine tirocinio -...

51
1 Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria delle Infrastrutture Viarie e Traporti Relazione di fine tirocinio Modellizzazione delle operazioni del LSCT La Spezia Container Terminal Anno Accademico: 2015-2016 Tutor universitario: Prof. Ing. Marco Petrelli Tirocinante: Mario Andrea Simoni Tutor aziendale: Dott. Francesco Lupi

Transcript of Relazione di fine tirocinio -...

Page 1: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

1

Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria delle

Infrastrutture Viarie e Traporti

Relazione di fine tirocinio

Modellizzazione delle operazioni del LSCT

La Spezia Container Terminal

Anno Accademico: 2015-2016

Tutor universitario: Prof. Ing. Marco Petrelli Tirocinante: Mario Andrea Simoni

Tutor aziendale: Dott. Francesco Lupi

Page 2: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

2

INDICE

Premessa…………………………………………………………………………………….............……………………………………………………3

1. Obiettivo del tirocinio ............................................................................................................................... 3

2. Oggetto dello studio ................................................................................................................................. 3

2.1 Il golfo e il porto della Spezia ............................................................................................................. 3

2.2 LSCT e Contship ................................................................................................................................. 6

3. Analisi del funzionamento del terminal ................................................................................................. 11

3.1 Acquisizione dei dati ........................................................................................................................ 11

3.2 Descrizione delle operazioni ............................................................................................................ 13

3.2.1 La fase di ormeggio e di preparazione delle operazioni di scarico .......................................... 14

3.2.2 L’operazione di scarico nave.................................................................................................... 20

3.2.3 Il trasporto del container per lo stoccaggio in piazzale ........................................................... 22

3.2.4 Il posizionamento del container nel piazzale .......................................................................... 29

3.2.5 La giacenza del container nel piazzale ..................................................................................... 31

3.2.6 La movimentazione del container per il trasferimento finale ................................................. 32

3.2.7 Il trasferimento del container fuori dal terminal..................................................................... 33

3.3 Descrizione delle operazioni in export ............................................................................................ 36

3.4 Diagramma delle operazioni del terminal LSCT ............................................................................... 38

4. Le innovazioni adottate da LSCT ............................................................................................................... 42

4.1 L’integrazione dei servizi e S. Stefano Magra ...................................................................................... 42

4.2 L'automazione…………………………………………………………………………………………………………………………………43

4.3 L'automazione nel piazzale………………………………………………………………………………………………………………44

5. Le criticità e le soluzioni trovate .............................................................................................................. 46

6. Conclusioni ............................................................................................................................................... 49

7. Ringraziamenti ......................................................................................................................................... 50

Page 3: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

3

PREMESSA

Il progetto formativo del tirocinio è stato organizzato per un lavoro complessivo di 150 ore pari a

6CFU, presso un’azienda esterna all’università. L’azienda ospitante è la BK s.r.l. che ha sede in

Viale XXIV Maggio 331, La Spezia; essa è presente nel settore dell’Information Technology dal 2002

e si rivolge principalmente ai settori di mercato della difesa, dell’industria, dei trasporti e logistica

proponendosi come fornitore di sistemi software ad alto valore tecnologico. L’attività di tirocinio è

stata svolta in 3 mesi, dal 17 ottobre 2016 al 17 gennaio 2017 sia presso l’azienda ospitante sia

presso il terminal container di La Spezia, dove è stato possibile raccogliere i dati necessari a

perseguire gli obiettivi. Durante questo periodo si è lavorato con la supervisione del dott.

Francesco Lupi presso l’azienda ospitante e dell’ing. Morlando presso LSCT - La Spezia Container

Terminal con sede in Viale San Bartolomeo 20, La Spezia.

1. OBIETTIVO DEL TIROCINIO

Lo scopo primario è quello di avere consapevolezza completa di tutto quello che si verifica a livello

operativo all’interno di un terminal container, ricostruendo nel dettaglio tutte le operazioni,

osservando e ricavando la concatenazione tra di esse e individuando eventuali problematiche e

soluzioni al fine di sapere se le esemplificazioni che si utilizzano negli strumenti standard legati ai

terminal container siano corrette e quanto in realtà si possa arricchire il bagaglio di informazioni a

riguardo.

2. OGGETTO DELLO STUDIO

Il terminal container oggetto dello studio è quello di La Spezia: LSCT, La Spezia Container Terminal,

il quale si inserisce all’interno del porto della Spezia, la cui ubicazione e caratteristiche sono

descritte nel paragrafo successivo.

2.1 Il golfo e il porto della Spezia

Il golfo della Spezia (detto anche golfo dei Poeti) è un'ampia e profonda insenatura della

costa del Mar Ligure, situata all'estremità orientale della regione Liguria. Il golfo prende il

nome dalla città della Spezia, ubicata in posizione centrale in fondo al golfo stesso che

ospita uno dei principali arsenali della Marina Militare. Alle due estremità del golfo

(occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano i borghi di Porto Venere e Lerici,

entrambe località di grande interesse turistico. Il golfo dei Poeti rappresenta una delle

quattro partizioni in cui è possibile suddividere la provincia della Spezia, insieme alla

Riviera spezzina con le Cinque Terre, alla Val di Vara e alla Val di Magra.

Page 4: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

4

Il porto della Spezia è uno dei maggiori scali mercantili del Mar Ligure e si trova nella parte

più settentrionale del Golfo della Spezia in Liguria. Il suo sviluppo risale alla fine del XIX

secolo e da allora è cresciuto fino a diventare uno degli scali principali del Mar

Mediterraneo, particolarmente specializzato nella movimentazione dei container.

All'interno di una rada di circa 1500 ettari protetta da una diga foranea di circa 2,2 km che

ne assicura l'operatività tutti i giorni dell'anno, il porto della Spezia dispone di 5,1 km di

banchine e 575.000 m² di aree disponibili servite da una rete di 17 km di binari ferroviari e

3,500 km di strade. I pescaggi arrivano fino a 14 m consentendo l'accosto alle navi

portacontainer di ultima generazione. I terminali dispongono di gru con capacità di

sollevamento fino a 100 t e magazzini coperti per un totale di 13.000 m². Rimorchiatori,

piloti e ormeggiatori garantiscono i movimenti delle navi 24 ore su 24 per 365 giorni

all'anno. Sono operativi, con relative attrezzature specializzate, due terminal container e

multipurpose, due terminal petroliferi, un terminal carbonifero, un terminal per GNL, un

terminal per cemento.

Dentro lo specchio acqueo del golfo le isobate rivelano fondali che, per lo spazio

interessato alle attività portuali, non scendono, in generale, sotto i sette metri, mentre

nelle zone escavate per l'accesso e la manovra delle petroliere, due canali ed un'area di

evoluzione, raggiungono una profondità di 15 m. In connessione allo sviluppo futuro del

porto è previsto un ulteriore approfondimento dei fondali nei bacini di nuova costruzione

(fino a 15 m in testa ai moli).

Le strutture operative presenti all’interno del porto della Spezia sono:

1. Calata Paita: si sviluppa per una lunghezza di circa 550 m con tre ormeggi operativi. Le gru

mobili presenti hanno portate che arrivano a 100 t. I magazzini presenti hanno una superficie

totale di circa 4.500 m².

2. Calata Malaspina: si estende per una lunghezza di 200 m. È presente anche un magazzino

coperto di 1.600 m². Viene utilizzata per i servizi portuali.

3. Molo Garibaldi: la sua operatività è garantita da tre ormeggi sul lato ovest lungo 510 m e da due

ormeggi su quello est che misura 360 m. Sono disponibili 4 gru mobili per portate che vanno fino a

150 t. È presente un magazzino coperto di oltre 4.300 m², un silo per cereali di 30.000 t di capacità

ed un silo per cemento con 5.500 t di capacità.

4. Calata Artom: si estende per 306 m con due gru con portate fino a 100 t.

5.-6. Molo Fornelli: destinato al traffico di container, insieme alla calata Ravano e parte della

calata Artom, ha una superficie totale di oltre 260.000 m². È il primo terminal nel Mediterraneo ad

aver ottenuto la certificazione ISO 9002 Standard dal Lloyd's Register. È in grado di movimentare

un numero superiore a 1.100.000 TEU all'anno, un terzo dei quali per ferrovia. Si tratta del primo

esempio in Italia di gestione privata di un terminal portuale pubblico.

Page 5: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

5

7. Terminal del Golfo: nell'area collocata nella zona a levante del porto mercantile sono operativi

un terminal specializzato in container per navi Lo-Lo e Ro-Ro ed il terminal della società Tarros per

il transito di passeggeri per complessivi 100.000 m². In particolare vi sono 5 ormeggi Ro-Ro e 2 Lo-

Lo con una gru da banchina per container con una portata fino a 42 t ed una gru Fantuzzi Reggiane

con portata sino a 100 t. La capacità di stoccaggio è di circa 7.500 TEU.

8. Terminale Enel: si tratta di un molo di 250 m nel quale ENEL gestisce lo scarico del carbone ed

olio combustibile destinati alla Centrale Termoelettrica Eugenio Montale con la quale il terminal è

collegato tramite nastro trasportatore. La capacità giornaliera di scarico è di 18.000/20.000 t.

9. Terminale di rigassificazione: situato a Portovenere in località Panigaglia, nella parte

occidentale del golfo della Spezia, è il terminale per la rigassificazione del gas naturale liquefatto,

gestito dalla società Gnl Italia del gruppo Snam.

il porto della Spezia e le sue strutture operative

Page 6: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

6

2.2 LSCT e Contship

la posizione di LCST nel golfo della Spezia

Destinato al traffico di container, è composto da:

1. Molo Fornelli

2. Calata Ravano

3. Una parte della calata Artom

Ha una superficie totale di oltre 260.000 m². Può movimentare più di 1.100.000 TEU all'anno. Si

tratta del primo esempio in Italia di gestione privata di un terminal portuale pubblico. È operativo

con 1,5 km di ormeggi con pescaggi fino a 14 metri.

Page 7: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

7

Vi operano le seguenti unità operative:

11 gru di banchina per container con portata superiore a 44 tonnellate e sbraccio fino a 44

m presenti sul molo Fornelli;

8 gru di piazzale su ferro per lo stoccaggio in piazzale con portata fino a 45 tonnellate su

molo Fornelli;

2 gru semi-moventi con portata fino a 100 tonnellate su calata Artom;

5 gru di piazzale su gomma su molo Fornelli;

7 gru di piazzale su gomma su calata Ravano;

24 reach staker che lavorano su tutti e 3 i moli;

80/90 ralle che lavorano su tutti e 3 i moli.

le 11 gru di banchina su molo Fornelli le 8 gru di piazzale su ferro su molo Fornelli

le 12 gru di piazzale su gomma distribuite tra molo Fornelli e molo Ravano

Page 8: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

8

La capacità di stoccaggio contenitori del terminal è di 24.000 TEU compresi 464 punti reefer.

Le aree di stoccaggio sono descritte da coppie di lettere e cosi distribuite all’interno dei moli:

Molo Fornelli: FC, CA, CB, ZU, ZV, R1, CC, RC, RA, RB, R2, BP, RD, TC, TB, TA, TS, FO;

Calata Ravano: SA, SB, SC, SD, SE, SF, SG, SZ, MX, WD, MG, MF;

Calata Artom: AA, AB, WA, WB, WD, WE, WG;

Molo Garibaldi: GH, GR, GG, GI, GL, GM, GA, GC;

Calata Paita: YE, YF, YX, YA, YB, YC, YD, YG, YH, YI, YL.

Ognuna di esse è caratterizzata da un’area e un numero di slot. Per quanto concerne l’altezza si

arriva al quinto tiro per lo stoccaggio dei container dato lo spazio ridotto.

Sono presenti nel terminal LSCT delle linee ferroviarie che collegano il terminal stesso alla rete

nazionale per il trasporto dei container su ferro e che quindi permettono l’intermodalità.

Ci sono:

1. 4 binari nel molo Fornelli;

2. 3 binari in calata Ravano;

3. La stazione marittima dove i treni vengono composti presso la calata Paita.

in ciano la rappresentazione della rete dei binari presenti in LSCT

Page 9: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

9

vista del molo Fornelli

A Santo Stefano Magra, situato a solo 8 km da La Spezia, LSCT si avvale di un prezioso “distripark”

dove si effettua arrivo e consegna del container e carico e scarico dei treni, estendendo in questo

modo le attività del terminal marittimo e creando un sistema di porto integrato attraverso un

servizio di collegamenti ferroviario. I porti nazionali sono sempre più protagonisti nell’intercettare

e smistare il traffico contenitori destinato al mercato italiano ed europeo solo se saranno in grado

di creare sotto-sistemi efficienti ed integrati di infrastrutture e servizi “lato terra”, soprattutto

nell’ambito ferroviario. Il porto della Spezia già oggi smista circa il 32% dei propri traffici via

ferrovia. Si sta progettando una modalità in grado di incrementare i traffici portuali e la

competitività del sistema “porto” nel rispetto dell’ambiente e delle aree urbane prevedendo la

realizzazione, nelle aree retro portuali di S. Stefano Magra, di una piattaforma intermodale

attrezzata, che ridurrà il traffico su gomma utilizzando le aree a servizio diretto del porto. L’opera

consentirà la connessione diretta con servizio shuttle tra porto della Spezia, S. Stefano Magra e

l’interporto CEPIM riducendo in modo significativo i tempi ed i costi del trasporto ferroviario e

sviluppando nel contempo anche le connessioni infrastrutturali e le attività logistiche fino ai

territori della provincia di Verona.

vista del distripark di S.Stefano Magra

Page 10: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

10

LSCT appartiene al Gruppo Contship Italia ed è uno dei terminal container più importanti e

all’avanguardia tra tutte le strutture presenti nel vastissimo panorama portuale europeo.

Il terminal sorge sul lato est del Golfo della Spezia ed è protetto dall’esposizione ai venti grazie alle

montagne circostanti: la sua posizione consente alle navi portacontenitori un facile e sicuro

approccio alle banchine. L’attività del terminal si svolge sul Molo Fornelli dagli anni ’80

estendendosi nel 1998 in calata Ravano. LSCT gestisce la movimentazione di contenitori da/per le

navi portacontenitori in modo efficiente, fornisce una vasta gamma di servizi logistici integrati ed

un’efficace rete di connessioni intermodali (stradale e ferroviaria) distanti pochi chilometri dalle

sue banchine, che lo collegano alle maggiori aree industrializzate del Nord Italia e del Nord Europa.

Contship ha un network molto sviluppato e gestisce il traffico container in molti porti italiani

(Spezia, Cagliari, Ravenna, Salerno, Gioia Tauro, La Spezia) e uno straniero (Tangeri). Lavorano con

interporti di importanza assoluta come Bologna e Verona e a Melzo, vicino Milano, ha posto il

centro del network intermodale, componente chiave dell'opzione "Southern Gateway", il corridoio

logistico che collega i terminal marittimi e terrestri con i principali mercati Italiani e dell'Europa

Centrale e Meridionale.

LSCT, dal 1987, è il Terminal Container Gateway del Gruppo Contship a La Spezia: dotato di

infrastrutture moderne e forte di una lunga tradizione di successo, LSCT può accogliere le navi

portacontainer di ultima generazione. Oltre il 35% dei volumi del terminal sono movimentati su

rotaia; un record in Italia e un dato in continuo aumento. La Spezia Container Terminal è il

gateway ideale per il centro e il nord Italia e un'opzione sempre più interessante per il Sud Europa,

perché offre accesso diretto ai mercati domestici e internazionali. Grazie ai rilanci sul network

ferroviario Hannibal, e alla piattaforma intermodale del Rail Hub Milano, LSCT è in grado di

assicurare un trasferimento veloce della merce, su strada e/o su rotaia. LSCT sostiene continui

programmi di investimento in infrastrutture, mezzi, nuove tecnologie e risorse umane, offrendo

soluzioni all'avanguardia, al servizio 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

i commerci di Contship da La Spezia nel mondo

Page 11: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

11

3. ANALISI DEL FUNZIONAMENTO DEL TERMINAL

Come per ogni lavoro accuratamente svolto ci sono state varie fasi necessarie per andare a

perseguire l’obiettivo di questo tirocinio.

La prima fase è stata quella di acquisizione dei dati, successivamente è sopraggiunta una

elaborazione finalizzata al raggiungimento di risultati ordinati e di facile comprensione.

I luoghi:

BK s.r.l. Viale XXIV Maggio 331, La Spezia; LSCT La Spezia Container Terminal, Viale San Bartolomeo 20, La Spezia.

Le figure:

Tutor universitario: prof ing. Marco Petrelli presso UniRomaTre;

Tutor aziendale: dott. Francesco Lupi, Amministratore Unico di BK s.r.l.;

Accompagnatore: ing. Francesco Pellegrino;

Referente Contship: ing. Danilo Morlando, project manager presso LSCT.

3.1 Acquisizione dei dati

Prima di poter acquisire i dati relativi sia al funzionamento operativo sia a valori quantitativi legati

a tali procedure è stato necessario creare un background di conoscenze di base sul terminal

container.

Dati acquisiti:

informazioni dettagliate riguardanti un inquadramento del terminal portuale della Spezia

con attenzione particolare nei confronti dei moli adibiti ai contenitori e quindi del layout,

delle unità di movimentazione e di trasporto presenti di cui parla nel paragrafo 2.2 “LSCT e

Contship” fornite dal tutor aziendale e dal referente Contship.

file excel contente tutti gli accosti dell’anno 2015 e i relativi tempi legati ad essi e alle

operazioni effettuate fornite dal referente Contship.

interviste video agli operatori delle unità di movimentazione concernenti il funzionamento

di quest’ ultime e dettagli operativi fornite dal tutor aziendale;

informazioni sulla Contship ottenute tramite una presentazione power point, il suo ruolo e

il suo obiettivo all’interno di LSCT descritte nel paragrafo 2.2 “LSCT e Contship” fornite dal

referente Contship.

documentazione di come è realizzato un diagramma BPM (business process model) in

lingua inglese sulle varie fasi operative e di business riguardanti LSCT ottenute grazie al

referente Contship;

file excel contenente i traffici container del 2015, i valori operativi ricavati da dati statistici

delle unità di movimentazione e trasporto ottenute tramite il referente Contship;

file excel contente i percorsi delle unità di trasporto pesati e mediati sulla numerosità degli

slot per lo stoccaggio ottenute tramite il referente Contship;

Page 12: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

12

file CAD con il layout dettagliato e tutti i percorsi andata/ritorno delle unità di trasporto

presenti in LSCT ottenute tramite il referente Contship;

file excel con i tempi legati alle unità di trasporto mediati nell’anno 2015 ottenuti grazie al

referente Contship;

file excel sulle gru di banchina e la loro produttività distinta per unità nell’anno 2015 e

altro file con la produttività osservata nell’ottobre 2016 ottenute mediante il referente

Contship;

documento in lingua inglese sul gigantismo navale fornito dal referente Contship;

ulteriori informazioni su dettagli tecnici e operativi non presenti in documenti.

Molti di questi dati richiesti sono frutto di domande che si sono via via rese necessarie al fine di

entrare nel dettaglio operativo del terminal e raggiungere l’obiettivo.

Tutte queste informazioni e documentazioni fornite dal referente Contship presso LSCT sono state

possibili mediante l’ausilio e la disponibilità dell’accompagnatore.

Per entrare nel terminal e quindi poter acquisire i dati necessari è obbligatorio seguire delle

procedure burocratiche necessarie per controllare le figure che accedono e mantenere standard di

sicurezza elevati. La procedura impone di:

superare la prima sbarra (varco) della autorità portuale della Spezia mediante

l’acquisizione del badge rilasciato solo se si ha un appuntamento all’interno e per il quale è

necessario rilasciare documento, codice fiscale e firmare una lista di ingresso;

superare la seconda sbarra (varco) di entrata e entrare nel vivo del terminal gestito dalla

società Contship mediante l’acquisizione del badge rilasciato successivamente alla

registrazione dell’identità e della firma su un registro. Al termine di questa seconda

procedura viene inoltre rilasciato oltre al badge un documento informativo contenente una

mappa del terminal e un sunto della politica e delle norme comportamentali da seguire al

suo interno.

Una volta entrati a nord del molo Fornelli lo si attraversa e supera per recarsi a nord della calata

Ravano dove sono posizionati gli uffici tecnici di Contship. In questi ha avuto luogo l’incontro con il

referente Contship. Una volta descritto quindi l’obiettivo del tirocinio l’ingegnere ha sostenuto

l’acquisizione di dati inizialmente preliminari legati al terminal e alle operazioni; via via nei

successivi incontri che si sono svolti sono state formulate domande e si è scesi sempre più nel

dettaglio per capire i particolari delle varie operazioni, eventuali problematiche, soluzioni,

curiosità, in modo da avere un quadro completo del funzionamento del terminale e portare a

compimento gli obiettivi richiesti dallo studio. I dati forniti sono frutti di misurazioni effettuate da

parte della Contship e sono calcolati nell’anno 2015, nel quale il traffico container è stato

superiore a 1.100.000 TEU e l’elenco di tutte le informazioni ottenute mediante gli incontri è

presente all’inizio del paragrafo.

Negli incontri successivi la procedura di accesso è diventata veloce e non c’è stato bisogno di

essere accompagnato all’interno del terminal nel quale si aveva dimestichezza nell’orientarsi. Via

via che i dati venivano raccolti, le operazioni ricostruite e le domande ricevevano risposta è stato

giusto comprendere come questi dati potessero essere utilizzati, quali fossero fondamentali e

quali no, piuttosto che ragionare su come impiegarli per il perseguimento degli obiettivi.

Page 13: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

13

3.2 Descrizione delle operazioni

Successivamente all’acquisizione dei dati si è raggiunta una consapevolezza e ci si è addentrati

nelle operazioni e nella loro concatenazione.

Presso la BK s.r.l e LSCT ha preso inizio la fase di comprensione del dato e c’è stato quindi un

costante confronto su come procedere con l’analisi dei dati acquisiti e le informazioni necessarie,

nonché la discussione su come pianificare l’agenda dei successivi incontri presso LSCT sia con il

tutor aziendale che con il referente Contship. Gli appuntamenti per il ricevimento presi a Roma

presso lo studio del tutor universitario sono stati altrettanto utili per raggiungere degli obiettivi

data la conoscenza della materia e l’esperienza nel settore; si sono osservati via via i dati raccolti e

la loro elaborazione, c’è stato un processo di confronto e di un indirizzamento verso tematiche

particolari che potrebbero essere interessanti per la realizzazione della tesi incentrata sul tirocinio.

Sempre presso gli uffici della società BK s.r.l. si sono elaborati i dati raccolti e si è raggiunto un

risultato finale di descrizione dettagliata delle operazioni. Per il processo di elaborazione è stato

necessario avere una consapevolezza dei dati acquisiti in modo da dare ordine a tutti i processi e

le operazioni che avvengono all’interno del terminal LSCT. Le elaborazioni sono state effettuate

operazione per operazione in modo da avere una sorta di “scaletta” e poi sono state concatenate

tra di loro in sequenza per osservare il rapporto tra esse e comprendere come alcuni processi

potessero influenzare altri.

Tutto ciò ha permesso il raggiungimento di risultati chiari e schematizzabili delle varie operazioni, i

dettagli operativi, le innovazioni tecnologiche adottate dall’LSCT, le criticità presenti e le soluzioni

adottate/adottabili in futuro da Contship. Mediante l’aver organizzato e strutturato i dati si è

quindi reso possibile delineare chiaramente quelle che sono le macro operazioni che avvengono e

per ciascuna di esse definirne il flusso di attività che si conseguono e il peso che ciascuna ha

rispetto al tempo e lo spazio.

Le operazioni che saranno descritte comprendono tutte le fasi a partire da quella di ormeggio della

nave fino al momento in cui il container lascia il terminal per essere portato verso la destinazione

finale, quindi sono relative alla fase di import; per quanto concerne la fase di export (simile nella

maggior parte degli aspetti) si potrà osservare il paragrafo 3.3 “Descrizione delle operazioni in

export”.

Page 14: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

14

3.2.1 La fase di ormeggio e di preparazione delle operazioni di scarico

I servizi tecnico nautici principali del LSCT che si occupano di tale fase sono:

a) piloti. Nel momento in cui la nave giunge fuori dalla diga foranea realizzata a protezione

del golfo essa si ferma momentaneamente e si fa salire a bordo il pilota che detta

istruzioni al comandante della portacontainer per quanto riguarda la manovra di accosto

all’ interno del porto, su come seguire il cerchio di evoluzione, gli angoli esatti da utilizzare

e in generale dare supporto sulle manovre. Importante è sottolineare che egli non prende

il comando, ma è sempre il comandante ad eseguire le manovre.

b) rimorchiatori. Sono imbarcazioni a motore di piccole dimensioni impiegate per agevolare

le navi nelle operazioni di attracco in vista della scarsa manovrabilità attaccandosi con le

cime alla nave e tenendole in tiro a seconda delle direzioni che deve intraprendere.

c) ormeggiatori. Sono operatori che si trovano in banchina e hanno il compito di prendere le

cime e assicurarle alle bitte.

Tutto questo è gestito dal nostromo, figura della capitaneria di porto. Egli ha a disposizione tutta la

programmazione di arrivi e partenze e concede le precedenze/impone le attese per l’entrata in

porto in base a un piano prestabilito.

Contship registra tutti i traffici annuali e le navi che hanno attraccato presso il terminal; il database

contiene tutti i servizi fatti durante l’anno che nel 2015. Vengono registrati:

i moves movimenti totali della gru sulla nave compreso lo spostamento dei

portelloni, (quindi di valore superiore alle units);

le units, i quali sono i container movimentati;

l’equivalente numero di TEU movimentati;

un fattore “CI” che sta per “crane intensity”, ovvero quante gru hanno lavorato su

una nave; esso è un numero decimale, perché per esempio non è detto che su una

nave abbiano lavorato sempre lo stesso numero di gru, ma in certi momenti ci può

essere stata una intensificazione delle gru utilizzate per

caricare/scaricare/movimentare i container, quindi il calcolo è pesato sulle gru che

hanno lavorato;

“ETA”, “estimated time of arrival”;

“arrival road”, ovvero il momento in cui la nave è arrivata fuori dalla diga foranea;

“contractual berthing window”, cioè la finestra entro la quale la nave doveva arrivare

che, rispetto all’arrival road, è spesso differente in quanto quasi tutte le navi sono

fuori schedula;

“waiting berth reason” che identifica il motivo del ritardo;

“berthed”, ovvero l’orario effettivo di attracco.

Ogni giorno per tutte le navi viene aggiornato l’orario di arrivo. Per esempio se una nave deve

arrivare entro martedì alle 19 (contractual berting window) può accadere che arrivi la

comunicazione che in realtà giunga mercoledì alle 17 (ETA), ma è pervenuta definitivamente

mercoledì alle 19.15 (arrival road) ed è stata attraccata alle 19:30 (berthed).

Page 15: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

15

Dal momento in cui la nave è ormeggiata vengo registrati i seguenti valori:

“vls readiness”, ovvero l’orario in cui la nave è pronta per essere lavorata;

“start gantry”, ovvero l’orario del primo movimento. Esso è differente dal “vls

readiness” e rappresenta il tempo medio per abbassare il braccio della gru;

Quindi nel momento in cui la nave attracca, le operazioni sono pronte istantaneamente o iniziano

poco dopo, questo perché in fase di ormeggio le operazioni vengono preparate, quindi gli

operatori come il gruista, il checker, il deck man si organizzano per essere efficienti.

Al termine delle operazioni vengono poi registrati:

“finish gantry”, cioè l’orario dell’ultimo movimento.

“sailed”, ovvero l’orario di ripartenza finale, che può essere abbastanza diverso dal

“finish gantry” ed è legato al tempo che impiegano gli ormeggiatori e rimorchiatori a

preparare le manovre.

In generale quindi si può dire che le informazioni che LSCT ha nei confronti delle posizioni delle

navi sono continue, poiché le navi sono monitorate costantemente e quindi giornalmente LSCT

aggiorna il valore dell’ETA. I piani di cui si parlava sopra si programmano annualmente, definiscono

una berth window e gestiscono i servizi, ovvero quando far entrare e uscire le navi dal terminal in

maniera teorica, ma la pratica sarà molto differente. Gli orari di accoglienza e questo programma

sono condivise con le compagnie di navigazione. Se una nave giunge al di fuori di un orario

programmato bisogna adeguarsi: o si fanno attendere le navi fuori dalla diga foranea o vengono

trovate istantaneamente soluzioni efficienti da parte del terminal come ad esempio consentire

l’accosto in una banchina differente da quella prevista al fine di ovviare al problema.

Di seguito vi sono una serie di considerazioni sui valori estrapolati dal file presente nell’elenco dei

dati acquisiti per quanto concerne gli accosti del 2015 espressi in forma percentuale.

molo di attracco numero accosto

% di navi attraccate nel 2015

Garibaldi est 9 0,6%

Garibaldi ovest 10 0,4%

Artom 11 9,4%

Artom 12 5,7%

Fornelli ovest 13 12,5%

Fornelli ovest 14 33%

Fornelli ovest 15 3,2%

Fornelli est 17-18 35,2%

totale 100%

Come si evince dalla tabella sovrastante la maggior parte degli accosti avviene presso il molo

Fornelli est nella posizione 17-18; segue per numerosità di accosti il molo Fornelli ovest nella

posizione 14. Il molo dove invece avvengono un numero minimo di accosti è Garibaldi ovest,

presso l’accosto 10, con un valore percentuale di 0,4% rispetto al totale. Ovviamente quindi si

Page 16: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

16

utilizzano maggiormente i moli che hanno il quantitativo maggiore di gru di banchina ovvero

Fornelli est e ovest, equipaggiati con gru ship to shore.

mese di attracco

% di navi attraccate nel 2015

gennaio 8%

febbraio 8,4%

marzo 8,3%

aprile 8,7%

maggio 8,3%

giugno 8,6%

luglio 8,8%

agosto 8,5%

settembre 8%

ottobre 8,3%

novembre 7,7%

dicembre 8,4%

totale 100%

Per quanto concerne i mesi riferiti agli attracchi, si può osservare nella tabella sovrastante come la

distribuzione risulti uniforme e intorno a un valore dell’8% all’interno dell’anno 2015. Non vi è

quindi alcuna preferenza per gli accosti all’interno dei mesi dell’anno.

giorno settimanale di attracco

% di navi attraccate nel 2015

Monday 12,3%

Tuesday 14,2%

Wednesday 18,8%

Thursday 17,5%

Friday 14,2%

Saturday 9,4%

Sunday 13,6%

totale 100%

Come osservabile invece dalla tabella sovrastante il giorno della settimana nel quale attraccano

più navi risulta essere il mercoledì col valore percentuale del 18,8%, seguito dal giovedì con un

valore che si attesta al 17,5%; il giorno con meno arrivi invece è il sabato con un valore del 9,4%. Il

valore massimo del mercoledì non si discosta molto dal valor medio su tutti i giorni della settimana

che è del 14,2%. In generale però si può osservare che dal martedì al venerdì arrivano la maggior

parte delle navi.

Page 17: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

17

orario di attracco

% di navi attraccate nel 2015

00:00-00:59 3% 13:00-13:59 7,5%

01:00-01:59 2,8% 14:00-14:59 3,6%

02:00-02:59 2,2% 15:00-15:59 3,1%

03:00-03:59 2% 16:00-16:59 3,4%

04:00-04:59 1,2% 17:00-17:59 5,8%

05:00-05:59 1,4% 18:00-18:59 6,9%

06:00-06:59 2% 19:00-19:59 6%

07:00-07:59 13,4% 20:00-20:59 3,4%

08:00-08:59 4,4% 21:00-21:59 3,3%

09:00-09:59 6,2% 22:00-22:59 2,5%

10:00-10:59 3,9% 23:00-23:59 2,4%

11:00-11:59 2,4% totale 100%

12:00-12:59 7,1%

Si può invece osservare dalla tabella sovrastante che l’orario di attracco avviene principalmente

dalle 7:00 alle 8:00 del mattino. Il valore del 13,4% si discosta molto dal valor medio calcolato su

tutte le ore che risulta essere il 4%.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Dalle statistiche risulta che la differenza tra il contractual berthing window (l’orario entro il quale

la nave era attesa) e l’ETA (tempo di arrivo aggiornato giornalmente e comunicato a LSCT) è quasi

nel 50% dei casi dell’anno 2015 superiore alle 12 ore.

Come si può osservare dal grafico, una gran parte delle navi risulta essere in anticipo rispetto la

finestra temporale nella quale era previsto l’arrivo.

Page 18: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

18

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Come già preannunciato vi è differenza tra l’ETA “estimated time of arrival” e “arrival road” ovvero

l’effettivo arrivo della nave alla diga foranea del golfo della Spezia. Si può calcolare sul 100% delle

navi attraccate il valore del delta temporale che intercorre tra i due valori e ne risulta che

mediamente esso è pari a un valore di 12 ore. L’1,1% degli accosti hanno valori di delta superiori

alle 24 ore. Il 61% degli arrival road sono avvenuti prima dell’ETA, il restante 39% di essi sono

avvenuti in ritardo rispetto l’ETA.

Δ medio tra ETA e arrival road 12 h

navi in anticipo 61%

navi in ritardo 39%

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

È anche noto che trascorre un determinato periodo di tempo tra “arrival road” e “berthed”,

ovvero l’effettivo attracco in banchina. Sul 100% degli ormeggi del 2015 è risultato che

mediamente il tempo che intercorre tra queste fasi è di 66 min.

Δ medio tra arrival road e berthed 66 min

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Si può calcolare ai fini dello studio anche il delta tra la fase di berthed e l’effettivo momento in cui

tutto è pronto per intraprendere le operazioni “vls readiness”. Il suo valor medio sul 100% degli

ormeggi del 2015 è di 29 minuti. Il valore minimo è 0 minuti, ovvero contemporaneità tra

ormeggio e potenziale inizio delle operazioni, il massimo è 23,6 ore dato che la nave è giunta il 31

dicembre e il terminal il primo gennaio è chiuso per festività.

Δ medio tra berthed e vls readiness 29 min

Δ max 23,6 h

Δ min 0 h

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Analizzabile è anche il delta tra il momento in cui le operazioni sono potenzialmente pronte a

iniziare e il momento effettivo della prima operazione ovvero tra “vls readiness” e “start gantry”.

Questo è mediamente di 33 minuti. I valori sono molto bassi in generale, infatti il 94,4% delle navi

hanno un delta inferiore all’ora, il 60% delle navi lo hanno inferiore a 10 minuti.

Δ medio tra vls readiness e start gantry 33 min

Page 19: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

19

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Altra differenza da osservare è quella tra la prima operazione “start gantry” e l’ultima operazione

o “finish gantry”. Il valore medio è di 10,3 ore, ma bisogna osservare se esso possa essere

correlato al numero di unità movimentate. Questo calcolo del delta è stato effettuato mediante

una media pesata sulle units movimentate su ogni nave.

Δ medio tra start gantry e finish gantry 10,3 h

Prende valore quindi l’ipotesi per cui il tempo per le operazioni aumenta con il numero dei

movimenti da effettuare

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Ulteriore confronto può essere fatto tra la fine dell’ultima operazione “finish gantry” e la chiusura

di tutte le operazioni “end operation”, il cui delta medio risulta essere solamente 1,7 minuti,

quindi ciò avviene in contemporanea.

Δ medio tra finish gantry e end operation 1,7 min

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Ultimo confronto tra “end operation” e “sailed”, ovvero il tempo tra la fine delle operazioni e la

ripartenza della nave dal molo. Come annunciato precedentemente questo non è indifferente e

risulta essere di 1,48 ore.

Δ medio tra end operation e sailed 1,48 h

-500

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

3500

4000

4500

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90

un

its

mo

vim

enta

te

tempo operazioni

units e tempo delle operazioni

Page 20: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

20

3.2.2 L’operazione di scarico nave

Lo scarico del container dalla nave avviene, all’interno dell’LSCT, da parte delle gru di banchina

(quay crane) posizionate presso il molo Fornelli e da gru mobili presenti sul molo Garibaldi e in

calata Artom (per la descrizione del terminal container si può vedere il paragrafo 2.2 “LSCT e

Contship”). Tutto ciò di cui si sta parlando avviene quindi in banchina (quay).

Ci sono dei piani chiamati “bay plan” che identificano sulla nave in ogni posizione quale container

si trova e dunque, nel momento in cui si va a prendere o posizionare un container, si conosce

l’ubicazione esatta all’interno della nave. Per quanto riguarda il bay plan è possibile che nei porti

precedenti sono stati fatti errori di posizionamento e in LSCT si trovano a far movimenti extra su

dei container che non sono destinati a LSCT.

Sono quattro le principali figure legate a una gru:

1. colui che si trova nella cabina principale che deve comandare la gru;

2. il check man, un operatore che si trova nella cabina posta alla base della gru e ha il compito di guidare le manovre di colui che si trova in quota al fine di evitare incidenti (quando ad esempio la gru si trova a spostarsi lungo il portale il check man nel caso in cui il gruista non abbia visuale lo agevola e gli conferma che dietro non ci sia un'altra gru con la quale possa andare in collisione).

3. il deck man, un operatore che si trova sulla nave e ha nel ciclo di carico/scarico dei contenitori il compito di tenere attenzione alla struttura della nave in modo da non pregiudicarne l’integrità per una eventuale collisione con la gru.

4. l’operatore che controlla i twist, ovvero un addetto che ha il preciso compito di controllare che i sistemi di aggancio tra container siano perfettamente funzionanti.

Viene definita “mano” questa serie di figure che intervengono nella fase di scarico nave.

Si osserverà nel paragrafo 3.3 “descrizione delle operazioni in export”, che ogni volta che un

container entra in tale fase all’interno di LSCT avviene la technical inspection, in fase di import è

fondamentale sottolineare che vi è comunque un controllo del container, ma viene fatto dal

checker sotto la gru.

A partire file excel citato nel paragrafo 3.1 “acquisizione dei dati” si riporta il valore della

produttività media annua di una mano che è pari a 16,8 movimenti/h; da questo valore è stato

ottenuto il tempo medio impiegato nel 2015 da una mano per svolgere una singola

movimentazione: 3,57 minuti. Questo dato è stato preso come rappresentativo valore medio della

produttività e del tempo per svolgere la movimentazione di un singolo container.

unità di movimentazione produttività media [h] minuti per movimento

mano (gru) 16,8 3,57

Page 21: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

21

Sono stati forniti anche i valori riferiti al mese di ottobre del 2016 riferiti ad ogni singola gru come

mostrato nella seguente tabella.

produttività delle gru mese di ottobre 2016

1 17,93

2 17,45

3 17,33

4 17,17

5 17,43

6 17,76

7 17,81

8 16,66

9 18,23

10 18,63

11 18,91

È stata calcolata la media delle produttività orarie e ricalcolato con questo dato il valore dei minuti

necessari per svolgere ogni singola movimentazione.

produttività media [h] minuti per movimento

17,76 3,38

Risulta quindi che il valore mediato annuale del 2015 di 3,57 minuti per lo svolgimento di una

movimentazione è confrontabile con quello necessario per effettuare la stessa operazione

considerato solo il mese di ottobre 2016 e il dato è valido al fine della descrizione dell’operazione

di scarico. Si può fare una nota per quanto riguarda la produttività delle ultime tre gru che risulta

superiore alle altre: la loro produttività è superiore, perché lavorano navi di maggiori dimensioni e

quindi scaricano i container ed effettuano movimentazioni per tempi più estesi senza interruzioni

o tempi morti; altro motivo alla base di questa elevata produttività risiede nel fatto che navi di

dimensioni maggiori hanno molte file di container sopra il ponte e la distanza per la

movimentazione verticale del carrello per prendere/posizionare il container risulta minore così da

permettere di ottenere un valore di produttività maggiore.

Page 22: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

22

3.2.3 Il trasporto del container per lo stoccaggio in piazzale

Successivamente all’operazione di scarico tramite gru avviene quasi in contemporanea il

caricamento del container su di una ralla che lo trasporterà nell’area di stoccaggio destinata.

È fondamentale però effettuare due considerazioni non cosi ovvie:

1. Il container non viene consegnato mai direttamente dalla nave al mezzo (truck) che lo

porterà fuori dal terminal al destinatario, non esiste nessun movimento diretto dalla fase di

scaricamento all’esterno del terminal, ma tutti i movimenti passano per il piazzale (yard).

2. Si distingue anche tra “ciclo camion interno” e “ciclo camion esterno”: il primo è effettuato

dalle ralle che non hanno una targa ed è quello che si sta trattando in questo sotto

paragrafo, il secondo è effettuato da truck o tir dotati di targa e intervengono in un'altra

fase: quella di trasferimento del container fuori dal terminale.

Un calcolo della produttività di banchina più dettagliato di cui si è parlato nel paragrafo

precedente legato questa volta a una determinata nave (a seconda della nave cambia il valore

della produttività) serve per poter assegnare una squadra ovvero un numero di ralle che devono

servire una determinata gru; in realtà nell’operativo tutto ciò non si verifica in LSCT, ma vengono

assegnate in media sei ralle a gru. Il modo in cui le squadre lavorano è il basato sul così detto

“pooling”, ovvero assegnare un gruppo di unità di trasporto a due o più gru adiacenti che

eseguono operazioni differenti (carico e scarico). Infatti, avendo due gru e due gruppi di unità di

trasporto associati tra loro, una gru può scaricare e essere servita da alcuni mezzi e l’altra scaricare

essendo servita da altri; nel caso in cui effettuassero la stessa attività (carico o scarico), se una

delle due gru avesse un calo di produttività per qualunque motivo i due gruppi di unità di

movimentazione possono servire una sola gru velocizzando le operazioni e cercando di mantenere

i rendimenti più possibilmente costanti.

Il trasferimento dei container tramite le ralle è basato su dei percorsi e dei giri che vengono più o

meno sistematicamente effettuate da queste unità di trasporto. Sono stati estrapolati 33 percorsi

dal file cad citato nel paragrafo 3.1 “acquisizione dei dati”; essi sono di andata e ritorno tra le varie

origini e destinazioni. Fondamentale è il dato di lunghezza media dei percorsi presenti tra tutte le

origini e destinazioni ottenuto da una matrice somma prodotto fornita come dato (vedi paragrafo

3.1 “acquisizione dei dati”); il tutto è calcolato in base agli slot che ha ogni area di stoccaggio

moltiplicato per le distanze, è stata quindi fatta una media pesata sugli slot. Avendo aree di

dimensioni differenti, tendenzialmente i container che vengono scaricati da un determinato molo

si dirigono verso l’area di stoccaggio con più slots, quindi il percorso medio che fanno è la media

pesata dei percorsi per andare dalla banchina alle aree in funzione di quanti container ci si

possono trovare e quindi sulla probabilità maggiore di servirle con quei percorsi e percorrere

quelle distanze.

Alla luce di queste considerazioni si può semplificare il processo di trasporto del container in

questo modo:

tre origini: molo Fornelli ovest, molo Fornelli est, calata Artom;

cinque destinazioni: molo Fornelli, calata Ravano, Artom, Paita, molo Garibaldi.

Page 23: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

23

Per il calcolo delle tempistiche con le quali si effettuano tali percorsi è stata considerata una

velocità media della ralla all’interno del terminal di 6 km/h, ovvero 100 m/min.

Di seguito la tabella con i valori:

unità di movimentazione origine destinazione tempo [min] distanza [m]

ralla

quay ovest Fornelli

terminal container

Fornelli 6,90 690

Ravano 12,77 1277

area multipurpose

Artom 6,53 653

Garibaldi 13,18 1318

Paita 17,91 1791

quay est Fornelli

terminal container

Fornelli 5,19 519

Ravano 11,96 1196

area multipurpose

Artom 8,09 809

Garibaldi 14,65 1465

Paita 19,38 1938

Artom

terminal container

Fornelli 8,18 818

Ravano 13,15 1315

area multipurpose

Artom 4,85 485

Garibaldi 7,12 712

Paita 11,85 1185

Tramite il file cad di cui si parla nel paragrafo 3.1 “acquisizione dei dati” contente tutti i percorsi, si

sono individuati un totale di 33 percorsi che sono alla base del calcolo basato sulla media degli slot

di cui si parla precedentemente. Sono stati individuati graficamente e rappresentati in modo

tabellare e riportati qui sotto.

da a percorso direzione lunghezza [m] L tot [m] descrizione

FO

RN

ELLI

OV

EST

OV

EST-

FOR

NEL

LI

1 a 562

1165 giro completo di andata e ritorno intorno a CA r 603

2 a 624

1489 giro completo di andata e ritorno intorno a CB r 865

3 a 717

1426 giro completo di andata e ritorno intorno a CC r 709

OVEST-RAVANO

12 a 1045

2098 percorso andata/ritorno di collegamento tra

FORNELLI OVEST e RAVANO r 1053

OVEST-ARTOM

24 a 733

1139 da Fornelli ovest a Artom r 406

OVEST- GARIBALDI

31 a 1169

2763 andata da Fornelli ovest a Garibaldi, ritorno da Garibaldi a Fornelli ovest servendo la zona G r 1594

32 a 1263

2415 andata da Fornelli ovest a Garibaldi, ritorno da Garibaldi a Fornelli ovest servendo la zona G r 1152

OVEST-PAITA 33 a 1490

3572 andata da Fornelli ovest a Paita, ritorno da

Paita a Fornelli ovest servendo la zona Y r 2082

Page 24: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

24

da a percorso direzione lunghezza [m] L tot [m] descrizione

FO

RN

ELLI

EST

EST-

FOR

NEL

LI

4 a 873

1416 giro completo collegando FORNELLI EST passando

sopra TC intorno a tutte le aree a destra di CA r 543

6 a 306

983 giro completo collegando FORNELLI EST passando sotto TC intorno a tutte le aree a destra di CA e CB r 677

8 a 158

671 giro completo collegando FORNELLI EST

accerchiando RA, RB, RC r 513

11 a 466

1086 giro intorno a TC partendo da FORNELLI EST r 620

EST-RAVANO

13 a 824

1665 percorso andata/ritorno di collegamento tra

FORNELLI EST e RAVANO r 841

EST-ARTOM

23 a 757

1503 da Fornelli est a Artom aggirando TC r 746

EST- GARIBALDI

28 a 1324

3064 andata da Fornelli est a Garibaldi, ritorno da

Garibaldi a Fornelli est servendo zona G r 1740

29 a 1418

2717 andata da Fornelli est a Garibaldi, ritorno da

Garibaldi a Fornelli est servendo zona G r 1299

EST-PAITA 30 a 1644

3874 andata da Fornelli est a Paita, ritorno da Paita a

Fornelli est servendo zona Y r 2230

da a percorso direzione lunghezza [m] L tot [m] descrizione

dA

AR

TOM

ARTOM- FORNELLI

23 a 757

1503 da Artom a Fornelli est aggirando TC r 746

24 a 733

1139 da Artom a Fornelli ovest r 406

ARTOM-RAVANO

22 a 986

1901 percorso andata/ritorno di collegamento

tra ARTOM e RAVANO r 915

ARTOM-ARTOM

21 a 564

970 giro completo di andata e ritorno intorno a

AB r 406

ARTOM- GARIBALDI

25 a 565

1559 andata da Artom a Garibaldi, ritorno da Garibaldi a Artom servendo la zona G r 994

26 a 659

1211 andata da Artom a Garibaldi, ritorno da Garibaldi a Artom servendo la zona G r 552

ARTOM-PAITA

27 a 885

2368 andata da Artom a Paita, ritorno da Paita a

Artom servendo la zona Y r 1483

percorso direzione lunghezza [m] L tot [m] descrizione

FOR

NEL

LI IN

TER

NO

5 a 282

1341 giro completo di CB E TCsx r 1059

7 a 841

1343 giro completo di CB e TCsx r 502

9 a 951

1297 giro intorno CB, CC e TCsx r 346

10 a 1036

1325 giro completo esclusi CA e CB congiungendosi

in Fodx r 289

Page 25: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

25

percorso direzione lunghezza [m] L tot [m] descrizione R

AV

AN

O I

NTE

RN

O

14 a 130

351 percorso andata/ritorno interno a RAVANO per

servire SG/F r 221

15 a 214

358 percorso andata/ritorno interno a RAVANO per

servire SE/D r 144

16 a 221

387 percorso andata/ritorno interno a RAVANO per

servire WD r 166

17 a 272

479 percorso andata/ritorno interno a RAVANO per

servire SC/B r 207

18 a 377

736 percorso andata/ritorno interno a RAVANO per

servire SA/Z r 359

19 a 306

841 percorso andata/ritorno interno a RAVANO per

servire MG r 535

20 a 368

856 percorso andata/ritorno interno a RAVANO per

servire MF r 488

I percorsi di andata e ritorno individuati possono essere rappresentati anche graficamente:

1,2,3,4 - percorsi interni a molo Fornelli

5,6,7,8 - percorsi interni a molo Fornelli

Page 26: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

26

9,10,11 - percorsi interni a molo Fornelli

12,13 - percorsi tra molo Fornelli e calata Ravano

14,15,16 - percorsi interni a calata Ravano

17,18,19,20 - percorsi interni a calata Ravano

Page 27: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

27

21 - percorso interno a calata Artom 22 - percorso da calata Artom a calata Ravano

23,24 percorsi da calata Artom a molo Fornelli

25,26 - percorsi da calata Artom a molo Garibaldi 27 - percorso da calata Artom a calata Paita

Page 28: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

28

28,29 - percorsi da molo Garibaldi a molo Fornelli

30 - percorso da calata Paita a molo Fornelli 31 - percorso da molo Garibaldi a molo Fornelli

32 - percorso da molo Garibaldi a molo Fornelli 33 - percorso da calata Paita a molo Fornelli

Page 29: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

29

3.2.4 Il posizionamento del container nel piazzale

Una volta trasportato, il container deve essere stoccato in una delle aree del piazzale distribuite

tra il molo Fornelli e la calata Ravano (che sono adibite esclusivamente ai container); sono presenti

anche molo Garibaldi e calata Paita che però sono aree multipurpose.

Per quanto concerne la destinazione d’uso delle aree di stoccaggio, essa cambia in continuazione

in quanto vengono fatte spesso modifiche e pianificazioni (si cerca comunque di tenere i container

da imbarcare il più vicino possibile alla banchina, ma è possibile in un determinato momento che

in quella stessa area ci si possano trovare altri container che non sono stati prelevati e si è costretti

a occupare un'altra area). Possono comunque essere distinte due macro zone:

nella parte nord di molo Fornelli e nella calata Ravano si effettua l’import dato che

tendenzialmente dove ci sono le RTG si preferisce effettuare tale attività considerato il loro

rendimento inferiore e la non necessità di espletare l’attività velocemente;

nella parte centro-sud di molo Fornelli si effettua l’export dato che sono presenti gru di

piazzale (staking) e reach staker che sono mezzi veloci ed efficienti per effettuare tali

operazioni.

Concetto fondamentale è che il cliente di Contship è la linea di navigazione, gli obblighi di LSCT

sono nei suoi rispetti, quindi si cerca di servire la nave nel tempo più veloce possibile considerati i

vincoli commerciali per cui bisogna dare dei resi: meno tempo la nave si trova in banchina e

maggiore è il vantaggio per la linea di navigazione (se la nave è ormeggiata per poco tempo in

porto vuol dire che in navigazione può andare più piano e si può risparmiare).

Lo stoccaggio dei container è affidato a tre unità di movimentazione (come descritto nel paragrafo

2.2 “LSCT e Contship”)

gru di piazzale su ferro – RMG – staking

reach staker

gru di piazzale su gomma – RTG

Le prime servono il molo Fornelli ovest e sono occupate nella movimentazione di quasi tutta la

parte centro-sud del molo, le seconde si occupano di servire una piccola area adiacente al molo

Fornelli est, ma vengono comunque utilizzate all’interno di tutta l’area compresa calata Ravano, le

terze invece sono posizionate nell’area nord di Fornelli e in tutta la calata Ravano (vedi par. 2.2

“LSCT e Contship”.

La velocità e quindi il tempo con il quale il container viene posizionato nell’area di stoccaggio dopo

il trasporto su ralla è univocamente definito dalla produttività di tali mezzi. Nella tabella

sottostante si possono osservare i valori delle produttività (ricavate dal file excel citato nel

paragrafo 3.1 “acquisizione dei dati”) e sono stati estrapolati i tempi impiegati per tale operazione

distinguendo tra le tre unità di movimentazione sopra citate; in tabella sono presenti anche le aree

servite dai mezzi e nominate con due lettere alfabetiche (per le aree e la loro posizione vedi par.

2.2 “LSCT e Contship”).

Page 30: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

30

unità di movimentazione

produttività [h] minuti per

movimento molo area di stoccaggio

STK 16,7 3,5 Fornelli CA,CB,CC

RS 13,5 4,4 Fornelli RA,RB,RC,AB

Ravano SA,SB,SC,SD,SE,SF,SG,SZ,MG,MF,WD

RTG 11,9 5,04 Fornelli AA,TB,TC

Ravano SA,SB,SC,SD,SE,SF,SG,SZ,MG,MF,WD

Page 31: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

31

3.2.5 La giacenza del container nel piazzale

Dopo essere stato posizionato nel piazzale, il container resta in giacenza fino a quando non sarà

richiesto il suo trasferimento verso:

l’entroterra, quindi import;

il mare per destinazioni lontane, quindi export;

il mare per destinazioni vicine, quindi transhipment.

Presso LSCT il transhipment ha un ruolo marginale intorno al 5%, sono presenti invece import e

export più o meno a pari livello, lo sbilanciamento è minimo a favore dell’export che è composto

quasi al 100% da container pieni, l’import è 30% container vuoti e quindi si importano i container

vuoti per riempirli nuovamente ed esportarli. Nella logistica il fatto di avere a disposizione tanti

vuoti è un punto di forza, se in un porto non ci sono vuoti non si può caricare molta merce per

l’export; Contship per esempio ha molti vuoti a S.Stefano Magra, ma anche all’interno di LSCT.

Di seguito si allega la tabella con i tempi medi di giacenza calcolati nel 2015.

molo direzione giacenza [gg]

Fornelli

import 4,3

export 3,9

trashipment 5,4

Ravano import 4,3

export 3,9

Il piazzale di stazionamento dei container è definito da Contship come un “magazzino di

temporanea custodia”; il concetto è esprimibile in questo modo: una merce che arriva da uno

stato estero extra UE può entrare nel magazzino di LSCT e risulta ancora come se non fosse ancora

nel nostro territorio nazionale. Nel momento in cui si vuol far uscire la merce dal magazzino di

temporanea custodia e portarla in territorio italiano è necessario pagare dei dazi e solo a quel

punto si può portare fuori la merce. Si può esplicare il concetto mediante l’utilizzo di un semplice

esempio. Ammettiamo un’azienda compri un container da un paese extra europeo e arrivi due

mesi dopo a La Spezia, ma nel frattempo la ditta sia fallita quindi non ci sia nessuno a pagare i dazi.

Ciò che consegue è quindi che il container rimane in giacenza dato che non c’è nessuno

autorizzato a portalo in territorio italiano.

LSCT fa pagare l’attività di carico/scarico e giacenza in magazzino e tale merce può rimanere

presso il magazzino da un minimo di qualche ora a un massimo di 45 giorni, dopodiché deve

necessariamente essere sdoganata e si attivano delle pratiche con due possibilità: se la ditta che

doveva avere questa merce non è del tutto fallita è obbligata al pagamento, se non è presente

nessuno che reclama il container (come nel precedente esempio) partono le procedure per il

sequestro e la dogana confisca e mette all’asta per recuperare i costi di giacenza e ridare il danaro

delle spese a LSCT.

Page 32: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

32

3.2.6 La movimentazione del container per il trasferimento finale

Una volta richiesto dal cliente, il container deve essere nuovamente movimentato dal piazzale per

raggiungere la destinazione finale. È necessaria dunque la sua movimentazione da parte delle

unità di movimentazione di piazzale: staking, RTG o reach staker; tempistiche e luoghi di tali

operazioni sono ovviamente le stesse di cui si è trattato nel paragrafo 3.2.4 “il posizionamento del

container nel piazzale” dato che i mezzi utilizzati sono i medesimi, quindi si può far riferimento alla

tabella allegata in esso. L’unica differenza è che questa movimentazione sarà finalizzata a un

trasferimento finale del container verso la sua destinazione.

Bisogna però far riferimento alla procedura di sdoganamento, necessaria affinché il container

possa lasciare definitivamente il terminal. Lo sdoganamento è un’autorizzazione, il motivo per il

quale il container non può direttamente essere portato dalla nave al truck/treno verso la

destinazione finale è legato anche a questo processo dove molti attori sono collegati e

comunicano con dei sistemi informativi. Esiste il così detto preclearing che consiste nella

procedura dello “sdoganamento in mare”, il quale consente, ancor prima dell’arrivo nave e

dell’attracco in banchina, di effettuare non solo tutti i controlli di safety & security del carico della

nave, ma anche di anticipare il complesso iter amministrativo dello sdoganamento delle merci e

del conseguente pagamento dei diritti doganali. Il tutto avviene tramite dialogo telematico, in

base a precisi protocolli informatici, tra l’Autorità Doganale, l’Autorità Marittima, le compagnie di

navigazione, LSCT e gli operatori, ovvero le aziende importatrici, gli spedizionieri e gli agenti

doganali. Importante è sottolineare che il suo utilizzo è stato effettuato in via sperimentale

dall’Agenzia Delle Dogane nei porti di Genova e La Spezia già nel 2013 e presto verrà esteso anche

a tutti gli altri porti nazionali e tutte le compagnie marittime che ne faranno richiesta.

La dogana è a conoscenza della presenza del container nel terminal esattamente nel momento in

cui esso viene scaricato dalla nave; non è detto poi che la dogana controlli, è comunque un’attività

opzionale (quella di aprire il container). Una volta terminata tale attività il container può essere

trasferito, ma ciò non accade nell’immediato dato che prima di movimentarlo si attende il

pagamento della giacenza da parte del cliente che, una volta saldata, permette l’apertura di una

finestra temporale nella quale si può venire a ritirare il container. Nel caso in cui il ritiro subisca

ritardi e quindi aumenti il tempo di giacenza ad esempio di un giorno, Contship si aspetta il

pagamento di quest’ultimo, altrimenti il container non viene consegnato. Una volta sdoganato

quindi lo spedizioniere deve chiamare un truck (trasportatore) che si occupi del trasporto e

organizzare il viaggio, mentre nel caso si utilizzi un treno è necessario aspettare il primo utile che

vada a destinazione.

Page 33: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

33

3.2.7 Il trasferimento del container fuori dal terminal

Quando un container è stato sdoganato e si hanno tutte le documentazioni in regola è possibile trasferirlo al di fuori dell’area, dove raggiungerà la sua destinazione finale.

Il trasferimento verso l’esterno del container può avvenire mediante l’utilizzo 2 unità di trasporto:

1. truck

2. treno

Truck l’operazione di carico di un container su truck è abbastanza semplice. Esso è caricato da una

staking, un RTG o un reach staker. Ciò che deve seguire una procedura prestabilita è l’ingresso del

truck nel terminal.

Di seguito viene fornita una schematizzazione delle fasi di entrata in porto per un truck:

si arriva col truck al parcheggio destinato;

si verifica di avere tutta la documentazione adeguata in una specie di preaccettazione e in

seguito a tale operazione viene rilasciato un documento con i dati principali e altre

operazioni da seguire;

si attraversa un’infrastruttura dedicata ai truck realizzata per agevolare l’entrata in LSCT;

ci si identifica per entrare nel LSCT;

si entra e si arriva a un ulteriore gate di LSCT dove viene consegnato la documentazione

ottenuta in preaccettazione;

si viene indirizzanti verso la destinazione a seconda di ciò che si evince dal documento;

si giunge sotto la staking o comunque in piazzale e, dato che il container deve essere

portato a destinazione, viene dato all’autista del truck una tabellina con un codice da far

vedere al gruista che lo legge e in automatico sa quale container deve consegnare.

Gli orari di accesso al gate per i truck sono dalle ore 6:00 a l’1:00 di notte dal lunedì al venerdì, il

sabato dalle 6:00 alle 13:00.

Nella tabella sottostante si riportano i luoghi dove avviene il caricamento dei container sui truck

unità di trasporto luogo di caricamento

truck

molo Fornelli

calata Ravano

S.Stefano Magra

È importante sottolineare gli enti che effettuano i controlli che vengono effettuati ai truck che si

recano il LSCT.

Il primo controllo è effettuato dall’autorità portuale, il secondo controllo da un soggetto chiamato

“sistema porto” che è una società degli spedizionieri e rappresenta il punto di contatto tra il

terminal e gli spedizionieri e i camionisti; i camionisti si rivolgono quindi a tale società che verifica

l’idoneità della documentazione dato che ha modo di accedere direttamente al database di LSCT e

Contship. Proprio questa sinergia tra i vari enti permette l’efficienza del processo.

Page 34: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

34

Treno L’operazione di carico di un container su treno è ugualmente semplice dato che i vagoni sono

caricati dalle stesse unità di movimentazioni che servono il truck (ad eccezione delle RTG che

possono servire solo truck per ovvi motivi).

Anche per il trasferimento via treno ci sono varie considerazioni da fare. Si distingue tra i luoghi

dove vengono caricati i container sui convogli e quello in cui viene composto il treno completo che

dovrà andare alla destinazione finale. Nella tabella sono rappresentate le informazioni sui tempi e

le distanze tra il luogo in cui vengono caricati i container e quello dove viene composto il treno. Si

è assunta per il calcolo del tempo per quanto concerne il treno una velocità media di 3,5 km/h

ovvero 58,3 m/min. In totale è stato osservato, considerando anche la movimentazione della

locomotiva diesel, che il tempo completo delle manovre è di circa 45 minuti.

unità di trasporto caricamento vagoni composizione treno tempo [min] distanza [m]

treno

molo Fornelli stazione Marittima 24,1 1407

molo Ravano stazione Migliarina 26,7 1556

S.Stefano Magra S.Stefano Magra 0 0

il 50% dei convogli provengono (caricati e scaricati) da molo Fornelli e vengono portati alla

stazione marittima e da lì partono per la destinazione;

il 40% dei convogli provengono (caricati e scaricati) da calata Ravano e vengono portati a

stazione Migliarina dove viene composto il treno che poi da lì parte per la sua destinazione;

il 10% dei convogli provengono (caricati e scaricati) da S. Stefano Magra e li viene

composto il treno.

Operativamente, facendo l’esempio del trasporto su ferro nel Molo Fornelli, il processo di

composizione dei treni funziona nel seguente modo:

Come descritto nel par. 2.2 “LSCT e Contship”, per quanto concerne il trasporto ferroviario, ci sono

quattro binari a molo Fornelli e tre in calata Ravano. Per quanto riguarda il molo Fornelli il

processo può essere articolato nelle seguenti fasi:

il treno giunge in stazione marittima presso la calata Paita, ma esso è più lungo dei binari

che si hanno internamente a Fornelli quindi viene fatta una prima operazione finalizzata a

“spezzettare” il treno; di questo si occupa una società che quindi suddivide il treno in

gruppi di convogli occupando una serie di binari all’interno della staziona marittima a

seconda della disponibilità che ne si ha;

un locomotore diesel, che ovviamente non è quello con cui il treno è arrivato in stazione (è

elettrico), prende i singoli convogli e li porta a spinta dentro il molo Fornelli e appena

conclusa l’operazione lascia il molo;

avvengono quindi le operazioni di caricamento dei convogli da parte delle unità di

movimentazione già citate;

una volta concluse le operazioni viene richiamato il locomotore diesel che questa volta

traina i convogli riportandoli in stazione marittima;

in stazione marittima si ricompone il treno e il locomotore elettrico con il quale esso era

giunto in stazione lo conduce all’esterno verso la destinazione.

Page 35: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

35

La velocità di caricamento dei container sui convogli dipende come già detto dalla produttività del

mezzo che carica (STK o RS) e ogni treno che lascia il terminal una volta ricomposto mediamente

trasporta 44 TEU. In un vagone singolo possono viaggiare massimo 3 TEU (un container da 40 piedi

e uno da 20 o 3 da 20). Statisticamente però non vengono caricati tutti e 3 i TEU, ma circa 2,5 TEU

a vagone. Mediamente deriva da tutto questo che un convoglio è composto da 17/18 vagoni.

Page 36: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

36

3.3 Descrizione delle operazioni in export

Le operazioni per quanto concerne l’export sono pressoché identiche a quelle in import solamente

che vanno osservate in direzione opposta. Se prima si seguiva quindi il flusso del container dalla

nave all’entroterra verso la sua destinazione finale, in questo paragrafo sarà descritto il percorso

che esso compie dalla zona di origine nell’entroterra verso la nave che lo porterà da LSCT al porto

di destinazione. Quando il container giunge al terminal viene effettuata la così detta “technical

inspection” (che avviene al gate di LSCT) durante la quale un operatore individua e segna il codice

del contenitore. All’interno della technical inspection c’è una fase di controllo con le telecamere

dove si verifica non ci siano danni al container oppure se un container è per merce pericolosa si

verifica che ci siano gli adesivi e i sigilli corretti che identificano tali carichi.

Il trasferimento verso l’interno del container può avvenire mediante l’utilizzo di unità di trasporto,

come nella fase di import:

1. truck

2. treno

Truck

Le fasi sono le stesse descritte per quanto concerne la fase di import:

si arriva col truck al parcheggio destinato;

si verifica di avere tutta la documentazione adeguata in una specie di preaccettazione e in

seguito a tale operazione viene rilasciato un documento con i dati principali e altre

operazioni da seguire;

ci si identifica per entrare nel LSCT;

si attraversa un’infrastruttura dedicata ai truck realizzata per agevolare l’entrata in LSCT;

si entra e si arriva a un ulteriore gate di LSCT dove viene consegnato la documentazione

ottenuta in preaccettazione;

si viene indirizzanti verso la destinazione a seconda di ciò che si evince dal documento;

cambia l’ultima fase:

si giunge sotto la staking o comunque in piazzale e, dato che il container deve essere consegnato,

il gruista legge il codice del container e conosce immediatamente le informazioni necessarie su

esso in modo da star certo che tutta la procedura sia stata svolta in modo corretto.

Tutte le altre fasi sono esattamente speculari rispetto la fase di import.

Piccola nota può essere fatta per quanto concerne la fase di trasferimento del container dalle aree

di stoccaggio alle gru presenti su Fornelli est e ovest che caricheranno tali container sulle navi. Se

nella fase di import si era schematizzato con 3 zone di origine e 5 di destinazione (vedi par. 3.2.3 “il

trasferimento del container per lo stoccaggio in piazzale”), in fase di export le origini sono 5 e le

destinazioni sono solamente 2, Fornelli est e ovest.

Page 37: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

37

Treno

Le fasi sono identiche a quelle in fase di import:

il treno giunge in stazione marittima presso la calata Paita, ma esso è più lungo dei binari

che ho internamente a Fornelli quindi viene fatta una prima operazione finalizzata a

“spezzettare” il treno; di questo si occupa una società che quindi suddivide il treno in

gruppi di convogli occupando una serie di binari all’interno della staziona marittima a

seconda della disponibilità di binari che si ha;

un locomotore diesel, che ovviamente non è quello con cui il treno è arrivato in stazione

che è elettrico, prende i singoli convogli e li porta a spinta dentro il molo Fornelli e appena

conclusa l’operazione lascia il molo;

avvengono quindi le operazioni di scaricamento dei convogli dato che siamo in fase di

import, ma successivamente avviene un immediato caricamento da parte delle unità di

movimentazione già citate;

una volta concluse le operazioni viene richiamato il locomotore diesel che questa volta

traina i convogli riportandoli in stazione marittima;

in stazione marittima si ricompone il treno e il locomotore elettrico con il quale esso era

giunto in stazione lo conduce all’esterno verso la destinazione.

Tutte le altre fasi sono esattamente speculari rispetto la fase di import.

Page 38: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

38

3.4 Diagramma delle operazioni del terminal LSCT

La rappresentazione dei processi con il BPM (business process model) è realizzata utilizzando un

Enterprise Architecture. La tabella sottostante rappresenta gli elementi, descrizioni e notazioni

usate.

Con questi tipi di diagramma è possibile nell’immediato andare a descrivere le operazioni presenti

nel terminal e la loro concatenazione, nonché tutte le possibili scelte che possono esserci

all’interno delle fasi operative.

Si può osservare il diagramma BPM delle operazioni del terminal LSCT nella pagina seguente.

Page 39: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

39

Diagramma delle operazioni in import

Page 40: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

40

Diagramma delle operazioni in export

Page 41: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

41

Page 42: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

42

4. LE INNOVAZIONI ADOTTATE DA LSCT

Contship negli anni ha raccolto sempre più e registrato in database una serie di misurazioni su cui

lavora al fine di un miglioramento continuo.

A proposito di innovazione si può parlare del modo con cui Contship affronta la pianificazione:

Nel momento in cui si deve realizzare un business plan si parte dalle previsioni di traffico con dati

storici e avendo le produttività e parametri di disponibilità dei singoli mezzi vengono calcolati i

carichi di lavoro destinati ai mezzi in possesso.

Ad esempio avendo un dato numero di RMG con un’ipotesi di distribuzione del traffico si può

osservare quanti contenitori possono essere movimentati, che produttività avranno i mezzi e

quindi osservare quante ore/anno saranno impegnati. Tutto questo è finalizzato a un

dimensionamento.

Si possono effettuare due tipi di simulazione.

SIMULAZIONE STATICA: sui volumi complessivi partendo da quelle che sono le statistiche di

cicli interni osservando quante ore di lavoro saranno impiegate per una determinata

operazione. Questo è il modo in cui è costituito il terminal. Si parte da questo tipo di

simulazione basandosi ad esempio su dati di produttività dei mezzi etc.

SIMULAZIONE DINAMICA: se invece si vuole capire dove ci sono colli di bottiglia e problemi

che possono creare danni ci vogliono simulazioni dinamiche che comportano un altro lavoro.

Contship si limita a dimensionare in modo statico.

4.1 L’integrazione dei servizi e S. Stefano Magra

Fondamentale parlando d’innovazione è il modo in cui l’azienda si sta spostando, sempre più

rivolta all’integrazione del servizio, dove il porto è considerato un nodo di una catena logistica

gestita completamente dal gruppo Contship Italia che si propone come gestore della catena

intermodale di trasporto del container.

In questo sistema integrato il ruolo del distripark di S. Stefano Magra è fondamentale, in quanto a

breve deve essere ulteriormente infrastrutturizzato al fine di creare un unico sportello unico

doganale. Questo è uno dei motivi legati all’efficienza di LSCT, una profonda innovazione a livello

gestionale, un’integrazione completa tra Contship e altri enti; quello che si sta pensando in LSCT è

la realizzazione fisica di quello che già avviene in maniera documentale: creare un unico punto che

colletti tutte le informazioni per quello che riguarda le verifiche sulla merce in arrivo e in partenza

la cui funzione viene demandata alla dogana; quindi la dogana diviene il centro di tutte quelle che

sono le attività di verifica e gli operatori che vi lavorano governeranno tutto il processo rispetto

alle richieste che vengono da altri enti andando a centralizzare tutto quanto in un unico step di

controllo.

Page 43: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

43

Attualmente infatti succede spesso che a un contenitore venga fatta una richiesta per motivi

documentali e quindi venga bloccato una prima volta dove si richiede tutta la documentazione

legata alla merce traportata, poi è possibile che nel processo intervenga un'altra figura che vuole

assicurarsi di altro e il container viene bloccato più volte. Se tutti questi stop vengono unicamente

delegati alla dogana che deve fare tutta queste serie di controlli, il container viene fermato una

volta risparmiando molto in termini di tempo.

L’integrazione è proprio questa ed è ottenuta con la collaborazione e il dialogo di tutti quanti gli

enti coinvolti sfociando nella realizzazione fisica di questo punto di collegamento. Il risultato

lampante di questo processo è visibile nell’import: LSCT ha dei tempi permanenza del container

davvero bassi e in tutto questo la dogana che negli ultimi anni ha attuato un forte processo di

digitalizzazione delle procedure ha contribuito moltissimo.

4.2 L’automazione

Contship ha fatto uno studio di automazione. Attualmente non c’è un sistema vero e proprio,

quindi quello che si verifica sussiste in ciò:

al gate il container viene identificato fisicamente ed è presente l’operatore che legge il

codice del container e lo inserisce nel sistema;

quando il camion arriva al gate col container viene effettuata la “technical inspection” e

l’operatore inserisce a sistema il numero del container che legge e il codice di esso;

all’interno della technical inspection c’è una fase di controllo con le telecamere dove si

verifica non ci siano danni al container oppure se è un contenitore per merce pericolosa si

verifica che ci siano attaccati gli adesivi corretti che identificano tali carichi.

In un sistema manuale il fatto di dover inserire il numero del contenitore non porta via molto

tempo, ma solo una piccola fase all’interno della technical inspection. Quello che si cerca di fare

con l’automazione è proprio invece velocizzare tutto il processo, quindi quello che si sta cercando

di sviluppare in LSCT è:

il camion attraversa un portale dove viene fatto il riconoscimento automatico dei dati;

quando il camion arriva al gate si ferma velocemente (tutti i dati sono già inseriti);

quindi il sistema informatico fa già una verifica in anticipo che tutto sia regolare, che tutti i

dati che ha letto sono quelli che ci si aspettava e che l’operazione può andare a buon fine

e non c’è bisogno di aspettare l’operatore che inserisca tutti i dati e il sistema faccia la

verifica attendendo risposta, perché quando si arriva al gate la risposta c’è già istantanea.

Questo permette di ridurre notevolmente i tempi di attraversamento del gate.

Page 44: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

44

4.3 L’automazione nel piazzale

1. attualmente quindi i sistemi di automazione vera e propria non sono così sviluppati, ma si

riesce comunque ad ottenere ottimi livelli di performance. Il riferimento è sempre il

numero del container e quando lo si movimenta nel piazzale la staking è indicizzata, quindi

si sa dove lo si sta posizionando e ciò vuol dire che in automatico quando si fa qualunque

movimento di un container la sua posizione è unicamente definita; questo dato va a

alimentare il database nel quale si hanno le informazioni delle posizioni di tutti i container

ed esso si aggiorna istantaneamente. Tutto ciò è fondamentalmente automazione da parte

di un software, dato che i piani non vengono tenuti manualmente. Il software, quando

viene richiesta l’informazione, comunica che si è collocato il container in un determinato

alloggiamento e quindi ci si aspetta che il container si trovi in quella posizione. A sostegno

del sistema le aree di stoccaggio sono identificate da tre coordinate: bay (num dispari), row

(num continuo), tiri (verticalmente). Con queste tre coordinate il software tiene dentro sé

le informazioni necessarie.

2. Per quanto riguarda i giri effettuati dalle ralle, essi non sono sempre gli stessi, non ci sono

cicli precisi seguiti dalla stessa ralla. La logica di gestione è questa: Contship ha un software

di dispaccio degli ordini alle ralle basato su un algoritmo che assegna una serie di penalità

in base a tutta una serie di condizioni; di ciascun lavoro di trasferimento il software calcola

la ralla che ha la probabilità di arrivare per prima in un dato punto. La pianificazione di

Contship è basata su un grafo di archi e nodi e il software richiede di individuare la

lunghezza di ciascun arco, come gli archi collegano i nodi e infine la direzione (verso di

percorrenza unico o doppio). In base ad esso le ralle si muovono. Tutti i percorsi hanno un

costo e viene calcolato quello minimo in modo da individuare la ralla che impiega meno ad

arrivare all’ordine richiesto; come già detto la base di tutto è un algoritmo ungherese che

assegna delle penalità alle ralle per calcolare la probabilità di ognuna di arrivare all’ordine.

In base ai percorsi si calcola probabilisticamente la ralla che impiega meno tempo. Le

penalità sono differenti: la direzione opposta o concorde, se si carica o si scarica. Quindi è

possibile che la ralla che abbia intrapreso un giro di andata non effettui lo stesso ritorno (o

comunque il ritorno prestabilito per ogni giro individuato e osservabile nel paragrafo 3.2.3

“Il trasporto del container per lo stoccaggio in piazzale”) in funzione dell’assegnazione di un

nuovo incarico da parte del software. Tutto questo sistema è comunque molto efficiente.

3. Dal file excel con i valori delle produttività e dei movimenti secondari effettuati dalle varie

unità di movimentazione in piazzale (vedi paragrafo 3.1 “Acquisizione dei dati”) si evince

che questi possono essere in percentuale di grande entità. Possono però essere osservati

con un’ottica differente. Per le staking ad esempio gli extramoves sono elevati non perché

vengono effettuati movimenti inutili, ma perché è noto che mediamente quando viene

richiesto un container quello più probabile su 5 tiri è esattamente a metà. Su grandi numeri

quindi vengono effettuati tanti extramoves, ma non è inefficienza. Una grande

automazione è legata a un software in possesso di Contship denominato “expert decking”

che fa ruotare lo stoccaggio dei container nel piazzale.

Page 45: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

45

Come agisce: esso conosce il tempo di giacenza di ciascun container e ci si aspetta che lo si

venga prendere da lì a poco dato che questo valore è di 4 giorni (considerato la giacenza

media di 4,2 giorni come descritto nel paragrafo 3.2.5 “la giacenza del container nel

piazzale”); quindi il software consiglia di spostarlo e effettua una ridistribuzione dei

container per agevolare le operazioni. Questa operazione la si fa quando non ci sono navi

da caricare e scaricare o non ci sono camion da servire e consiste in determinate

movimentazioni denominate:

Housekeeping: riorganizzazione delle aree interne, ad esempio si possono avere le

aree di Fornelli con volumi troppo elevati di container e le aree di Ravano vuote,

quindi si effettua una ridistribuzione;

Shift: movimento all’interno di un’area di stoccaggio (CA per esempio) in

corrispondenza della medesima baia;

Shuffle: movimento all’interno di un’area di stoccaggio (CA per esempio), ma in

baie diverse.

Page 46: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

46

5 . Le criticità e le soluzioni trovate

All’interno del terminal ci sono ovviamente un numero cospicuo di difficoltà tecniche.

Per quanto concerne la fase di ormeggio può accadere che una volta giunta alla diga foranea una

nave debba aspettare del tempo e non le sia possibile entrare in porto dato che vi sono altre navi

presenti e quindi risulta inevitabile la formazione di code. Un terminal efficiente è un terminal con

la coda, poiché è saturo e si sta lavorando al massimo della potenzialità, bisogna però contenere il

malcontento del cliente ovvero la compagnia di navigazione, la quale non vede la sua nave

ormeggiata e scaricata/caricata da LSCT. Quindi se ci sono problemi di questo tipo (raramente), si

cerca di ovviare al problema trovando soluzioni di ormeggio sostitutive in modo da diminuire

questo tempo. Altra situazione problematica potrebbe essere rappresentata da due navi che

giungono all’incirca nello stesso momento dato che una delle due è in ritardo: se non sono

entrambe della stessa compagnia sarebbe complesso far capire ad esempio alla nave giunta per

prima che in base al programma è la nave giunta successivamente a dover entrare in porto. Nel

caso in cui la compagnia fosse unica sarebbe ovviamente più semplice. Comunque è presente un

reparto che gestisce tutto questo.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Per quanto concerne la fase di scaricamento possono essere presenti molte situazioni che si

distaccano dall’operazione ideale:

è possibile che i blocchi dei container sulla nave siano rovinati e si abbia la stiva che non è

stata sganciata e dunque, quando si va a sollevare il container, si tenta di innalzare tutta la

stiva con conseguente blocco della macchina;

potrebbe esserci pioggia insistente che ostruisce la vista de gruista con conseguente blocco

del processo di scaricamento;

si deve scaricare un container che si trova dietro a una fila di altri che non permettono al

gruista di vedere bene e quindi vanno spostati precedentemente (extramoves) oppure ci si

potrebbe alzare di più con la gru (se possibile);

una volta che il container deve essere posizionato sulla ralla esso ha un moto di

pendolamento molto accentuato;

ci sono dei sistemi che lo limitano: ABB, società che nel corso degli ultimi decenni ha trasformato il

modo in cui i contenitori ed il carico sono gestiti automatizzando le gru e le operazioni

permettendo alle merci di essere spostate in modo rapido abbassando notevolmente i costi di

gestione, ha svolto attività a riguardo per la crane automation in particolare per le ship to shore.

Se si ha un carico che pendola, riuscendo a intervenire sulle funi si può controbilanciare; ci sono

dei sistemi sviluppati che lo fanno.

la ralla non è presente sotto la gru quando deve scaricare il container;

è una situazione altamente critica dato che il processo si blocca totalmente fino a quando non sarà

presente una ralla che possa prendere il container e trasportarlo nel piazzale. Il container non

viene mai in nessun caso appoggiato sulla pavimentazione e preso da un’altra unità di

Page 47: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

47

movimentazione (ad esempio reach staker). Il RS non può essere mandato sotto la gru per

problemi di sicurezza in quanto non può passare sui binari.

la ralla che deve prelevare il container sotto la gru è storta e si è posizionata in modo

errato o non riesce a mettersi nella giusta posizione;

per il problema di allineamento alla gru ci sono sistemi di guida che riescono a raddrizzare la gru

rispetto alla ralla, ma anche questo discorso è insito nella crane automation.

il checker di terra è assente e le operazioni si bloccano;

c’è necessità di chiamare un meccanico con la fiamma per tagliare un twist, perché è

bloccato e non si riesce in altro modo.

Come già detto nel paragrafo 3.2.2. “l’operazione di scarico nave”, ci sono dei piani chiamati “bay

plan” che identificano sulla nave in ogni posizione che container si trova, quindi quando si va a

prendere o posizionare un container si conosce l’ubicazione esatta all’interno della nave. In

funzione di una sua errata interpretazione è possibile che il bay plan non sia stato rispettato e in

LSCT si trovano a far movimenti extra su dei container che non sono destinati a loro.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Per quanto concerne la fase di trasferimento del container possono essere presenti molte

situazioni che si distaccano dall’operazione ideale:

Ricordiamo a proposito il principale problema di LSCT: lo spazio. A La Spezia c’è disponibilità di

un’area è di piccola estensione data la presenza delle vicine montagne retrostanti l’area urbana e

ci sono molti studi in atto legati alle previsioni del traffico nonché un sistema già altamente

ottimizzato che permette una gestione efficace, ma non efficiente di tutte le attività logistiche

connesse al terminal.

Come descritto nel paragrafo 3.2.7 “il trasferimento del container fuori dal terminal” tale

operazione può avvenire tramite truck o treno. I problemi eventuali e le soluzioni possono essere

distinte quindi a seconda dell’unità di trasporto utilizzata.

Truck Per quanto concerne il truck sussiste nel momento in cui deve entrare in LSCT il fondamentale

problema delle code.

Riguardo quindi l’arrivo e la formazione di code provenienti dalla vicina autostrada A15 è stato

realizzato un piazzale di sosta per l’attesa dei truck i quali, una volta ricevuto il via libera mediante

comunicazioni informatizzate e collegate telematicamente, attraversano la vicina dogana di

recente realizzazione e percorrono un’infrastruttura a loro dedicata che li conduce al terminal

container. Essi si recano all’interno dell’LSCT sia per caricare che per scaricare. Le code ci sono

comunque nonostante tutte le sinergie tra i vari enti e la digitalizzazione delle procedure in quanto

i camion che LSCT riceve ogni giorno sono all’incirca 1000, a volte 1200/1300. Le infrastrutture

sono limitate dagli spazi, ma quello che funziona è sempre l’integrazione tra gli attori. Per esempio

prima dell’ingresso in porto è effettuata una verifica sulla persona (registrazioni etc), poi una

verifica sulla merce, sia per l’import sia per l’export.

Page 48: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

48

Treno

Riguardo al treno le problematiche risultano differenti:

Nel caso di Spezia, risulta problematico il collegamento ferroviario da S.Stefano Magra nella tratta

verso Parma che porta poi le merci provenienti da LSCT ai principali interporti del nord Italia; i

carichi destinati all’Emilia Romagna per la maggior parte transitano via Firenze (max 20 vagoni).

Nei piani di RFI non si prevede nulla a riguardo almeno nei prossimi 10 anni che possa andare a

risolvere questo problema, è presente invece negli ultimi piani il potenziamento della tratta verso

Firenze (Firenze - Bologna è già stato realizzato).

Altro fattore che identifica una perdita di tempo abbastanza rilevante è il fatto che per ovvi motivi

legati alla movimentazione verticale dei container il treno viaggi su binari alimentati da energia

elettrica fino a un certo punto, ma una volta all’interno dell’area portuale la locomotiva non è più

elettrica bensì diesel in modo da non avere cavi di tensione che possano in qualche modo rendere

più complesse le operazioni; tutto ciò si traduce, ogni qual volta ci si sposti dal/al terminal

container, in una perdita di tempo nel dover sostituire la locomotiva tra queste due tecnologie.

Come descritto nel paragrafo 3.2.7 “il trasferimento del container fuori dal terminal” il treno deve

essere scomposto, affinché possa entrare in porto e i vagoni caricati di container al fine di essere

successivamente riuniti componendo un treno completo. Si perde del tempo, perché non si ha

un’infrastruttura adeguata tale da inserire un treno intero dentro molo Fornelli o calata Ravano,

ma sempre dividerlo in gruppi di vagoni. Dal punto di vista del terminal il fatto che il treno venga

scomposto non è un tempo morto dato che è un’attività che si svolge al di fuori di esso, ma il fatto

di non poter accogliere un treno intero fa perdere del tempo, perché prima di poter iniziare a

lavorare bisogna attendere che vengano portati i convogli dentro il molo. La scomposizione del

treno a Stazione Marittima presso calata Paita ha un problema non di tempo, ma di capacità, dato

che l’operazione implica un’occupazione di binari di stazione; se si hanno ad esempio già 3 binari

occupati la capacità dell’impianto scende del 50%.

Può capitare a volte che i treni arrivino tutti nello stesso momento. Purtroppo non è immediato il

fatto che appena arrivi un treno in Stazione Marittima lo si scomponga e lo si porti nel molo,

perché potrebbe essere programmato per il giorno successivo. I treni lungo la linea seguono un

loro orario che non è detto coincida poi con le programmazioni di lavoro del terminal; ciò accade

principalmente in uscita (ovviamente si cerca di far coincidere) ed è probabile che succeda che il

treno venga lavorato e sia pronto per uscire, ma rimanga in stazione un giorno o due dato che il

suo orario di partenza programmato era un altro successivo. Come già detto per quanto concerne

le navi, anche il treno può essere in ritardo e tutto il processo si blocca: se un treno arriva in

ritardo potrebbe sovrapporsi ad altri e tutta la serie delle operazioni concatenate subisce ritardi e

slittamenti consistenti. I treni non giungono mai vuoti a Stazione Marittima (esistono casi ma sono

rari), poiché far viaggiare un treno vuoto sulla linea è sconveniente, si cerca sempre di farlo

spostare pieno dato che non vengono lasciati i carri vuoti se non per un trasferimento di carico. Di

solito quindi il treno giunge carico a Stazione Marittima, poi viene svuotato, ricaricato e infine

rimandato in Stazione Marittima. Quando invece è necessario portare i vuoti e portarli a S.

Stefano, a meno che non si abbiano li dei pieni da riportare con lo stesso treno a molo Fornelli, il

trasferimento viene fatto via truck dato che risulta più conveniente. I traffici ferroviari quindi sono

sempre bilanciati.

Page 49: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

49

6. Conclusioni

Scopo di questo tirocinio era quello di identificare cosa si verifica a livello operativo all’interno di

un terminal container, ricostruendo nel dettaglio tutte le operazioni, osservando e ricavando la

concatenazione tra di esse a livello spaziale e temporale, nonché individuare eventuali

problematiche e soluzioni al fine di sapere se le esemplificazioni che si utilizzano negli strumenti

standard legati ai terminal container siano corretti e quanto in realtà si possa arricchire il bagaglio

di informazioni a riguardo.

L’obiettivo è stato quindi raggiunto ed ora è possibile conoscere il terminal LSCT e il percorso

compiuto dal singolo container nell’ambito di esso attraverso un susseguirsi di macro fasi

all’interno di alcune delle quali si possono individuare svariate scelte di tipo spaziale e che quindi

influenzano il livello temporale (come ad esempio tutti i possibili percorsi che possono effettuare

le unità di trasporto o le 11 possibili unità di movimentazione presenti in molo Fornelli).

Al termine quindi di questo studio si può affermare che nonostante le svariate problematiche

elencate nel paragrafo precedente il terminal container riesca a funzionare in modo efficace e

senza particolari intoppi anche grazie ai grandi investimenti fatti:

in termini di mezzi:

le ultime due gru presenti su molo Fornelli est sono state acquistate nel 2015 e si

possono occupare di navi post-panamax;

le 8 gru di piazzale su ferro presenti sono efficienti in termini di velocità e il loro

posizionamento strategico copre quasi l’intera superficie di molo Fornelli;

i 24 reach staker servono in modo efficace le aree di banchina dove non sono

presenti delle gru di piazzale;

le 80/90 ralle e il loro utilizzo intenso sono fondamentali per il terminal.

in termini di infrastrutture:

il collegamento prioritario dedicato ai truck che giungono al terminal e sistemi di

controllo sinergici tra i vari enti hanno in parte diminuito il problema di formazione di

code nell’entrata al terminal;

l’area di sosta dedicata ai truck in attesa di entrare al terminal costituisce un ruolo

importante per la diminuzione delle code in entrata;

il ruolo del distripark di S. Stefano Magra e la sua infrastutturazione al fine di creare

un unico sportello unico doganale aumenta l’efficienza del porto e rappresenta una

profonda innovazione.

in termini di gestione:

la sinergia tra i vari enti di controllo per l’accesso in porto ha portato a un aumento di

velocità nello svolgere le operazioni di entrata;

il compiere movimentazioni extra in piazzale nei momenti in cui non si devono

lavorare dei container ha portato un aumento di velocità nel servire i clienti;

Page 50: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

50

la raccolta dei dati e la definizione di business plan basati su simulazione statica

riesce a garantire al terminal di poter dimensionare i mezzi e le risorse in modo

efficace e poter aumentare di anno in anno la capacità del terminal stesso in termini

di TEU presenti;

l’utilizzo di sistemi di IT, infomation technology, ovvero l'utilizzo di elaboratori e

attrezzature di telecomunicazione per memorizzare, recuperare, trasmettere e

manipolare dati in tempo reale e creare una connessione continua tra tutte le figure

presenti all’interno del terminal è sicuramente un punto di forza non indifferente;

probabilmente la presenza di un ufficio e un’equipe di persone che si occupino di

studiare la situazione attuale per cercare un miglioramento avrebbe come risultato

finale un raggiungimento di efficienza sotto moltissimi aspetti.

A livello personale e professionale vorrei dire che questo tirocinio mi è servito molto e ne sono

stato positivamente colpito sotto molteplici aspetti:

la realtà operativa di un terminal container è estremamente affascinante e il vedere da così vicino

tutta questa efficienza e il mondo dei terminalisti, la grandezza delle unità presenti e tutte le

operazioni che si muovono come gli ingranaggi di un orologio pensato per essere il migliore sono

cose che quando ti trovi a lezione all’università non riesci nemmeno a immaginare.

Interfacciarsi con una realtà lavorativa come in BK (anche se per soltanto 2 mesi) è stato proficuo a

livello personale al fine di imparare come comportarsi in un mondo che fino a poco tempo fa non

avevo nemmeno immaginato; ho compreso come le persone possano essere disponibili, ma

giustamente allo stesso tempo molto impegnate e concentrate sul proprio lavoro e ho imparato a

definire degli obiettivi e a perseguirli nelle tempistiche programmate.

Le conoscenze universitarie riguardo tali tematiche sono state più che sufficienti al fine di sapere

ciò che mi si prospettava, ma ovviamente la realtà operativa è molto differente; ciò nonostante

tramite l’osservazione accurata, la raccolta dei dati e un supporto da parte delle figure che mi

hanno accompagnato in questa esperienza, sono riuscito a trasferire e organizzare il tutto

razionalmente mediante un linguaggio scientifico al fine di perseguire gli obiettivi prefissati.

Trovarsi da solo in una città dove non si conosce nessuno non è semplice a primo impatto, ma

posso fermamente affermare che mi è servito per crescere interiormente, gestire me stesso e

apprezzare le persone care e i pochi amici che da lontano mi hanno cercato e si sono interessati a

questa ricca esperienza che di certo non dimenticherò.

7. Ringraziamenti

Vorrei sentitamente ringraziare l’ing. Lavinio Gualdesi che mi ha permesso di mettermi in contatto

con le figure professionali di riferimento a La Spezia: il dott. Francesco Lupi per avermi sostenuto e

spronato costantemente a livello professionale e morale nello svolgere questo lavoro, l’ing.

Morlando che mi ha dedicato parte del suo prezioso tempo per fornirmi i dati necessari ed essere

stato così disponibile e flessibile nel farlo, l’ing. Pellegrino per la sua cortesia e disponibilità

nell’accompagnarmi più volte all’interno del terminal per conoscere ed osservare da vicino la sua

realtà operativa. Un caro abbraccio alle altre bellissime persone di BK che ho frequentato

maggiormente: Fabrizio, Dario e Greta.

Page 51: Relazione di fine tirocinio - didaingcivile.altervista.orgdidaingcivile.altervista.org/files/Mario-Andrea-Simoni-LM-IVT.pdf · (occidentale ed orientale, rispettivamente) si trovano

51