Relazione conclusiva su attività commissione automotive

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RELAZIONE CONCLUSIVA DI MARCO MUZZARELLI, PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE SPECIALE DI ANALISI DEL MERCATO E INDIRIZZI PER IL SETTORE PRODUTTIVO DELL’AUTOMOTIVE A TORINO Parlare di vocazione manifatturiera a Torino significa parlare della propria storia, delle proprie radici, delle proprie appartenenze. Da sempre Torino è stata caratterizzata da un contesto produttivo che in qualche modo ne ha anche costituito il tessuto sociale e la cultura. Le fabbriche e la città sono legate a filo doppio e costituiscono l’eredità culturale sulla quale costruire il nostro futuro. La commissione ha perseguito l’obiettivo di analizzare la situazione e le interazioni esistenti e possibili tra le diverse istituzioni locali, nazionali ed il settore automotive con il fine ultimo di individuare strategie per incentivare il radicamento nel nostro territorio delle competenze relative a ricerca, sviluppo e produzione e nell'ottica di creare una positiva relazione tra il territorio, le sue imprese e le istituzioni. Nel nostro lavoro non sono stati approfonditi gli aspetti connessi alle implicazioni sociali di una crisi del mercato del lavoro che in qualche modo ha visto il territorio piemontese ed in particolare Torino, tra i più colpiti dell’ Italia del Nord. La scelta è stata ovviamente quella di perseguire l’obiettivo precedentemente riportato, tralasciando un importante aspetto che meriterebbe la stesura di una relazione a se stante. Il contesto riscontrato ha fatto emergere in modo evidente alcuni elementi cardine ed alcune domande alle quali abbiamo cercato di dare una risposta: - Il cambiamento di FCA / FIAT corrisponde al cambiamento avvenuto nell’industria italiana manifatturiera. Un cambiamento che porta con sé elementi di natura tecnologica ed elementi organizzativi in un doveroso rapporto con il mercato globale, ma all’interno di un nuovo presidio delle nicchie che l'industria italiana sta cercando di occupare. - E’ evidente la ripercussione che questo cambiamento sta determinando sul sistema e sull’economia locale, e sulle sue potenzialità. In questo contesto c'è da ricordare la volontà di questo territorio di rimanere aggrappato alla sua matrice, alla sua identità e specializzazione industriale, senza che questo pregiudichi altri cambiamenti in atto.

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RELAZIONE CONCLUSIVA DI MARCO MUZZARELLI, PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE SPECIALE DI ANALISI DEL MERCATO E INDIRIZZI PER IL SETTORE PRODUTTIVO DELL’AUTOMOTIVE A TORINO

Parlare di vocazione manifatturiera a Torino significa parlare della propria storia, delle proprie radici, delle proprie appartenenze. Da sempre Torino è stata caratterizzata da un contesto produttivo che in qualche modo ne ha anche costituito il tessuto sociale e la cultura. Le fabbriche e la città sono legate a filo doppio e costituiscono l’eredità culturale sulla quale costruire il nostro futuro.

La commissione ha perseguito l’obiettivo di analizzare la situazione e le interazioni esistenti e possibili tra le diverse istituzioni locali, nazionali ed il settore automotive con il fine ultimo di individuare strategie per incentivare il radicamento nel nostro territorio delle competenze relative a ricerca, sviluppo e produzione e nell'ottica di creare una positiva relazione tra il territorio, le sue imprese e le istituzioni.

Nel nostro lavoro non sono stati approfonditi gli aspetti connessi alle implicazioni sociali di una crisi del mercato del lavoro che in qualche modo ha visto il territorio piemontese ed in particolare Torino, tra i più colpiti dell’ Italia del Nord. La scelta è stata ovviamente quella di perseguire l’obiettivo precedentemente riportato, tralasciando un importante aspetto che meriterebbe la stesura di una relazione a se stante.

Il contesto riscontrato ha fatto emergere in modo evidente alcuni elementi cardine ed alcune domande alle quali abbiamo cercato di dare una risposta:

- Il cambiamento di FCA / FIAT corrisponde al cambiamento avvenuto nell’industria italiana manifatturiera. Un cambiamento che porta con sé elementi di natura tecnologica ed elementi organizzativi in un doveroso rapporto con il mercato globale, ma all’interno di un nuovo presidio delle nicchie che l'industria italiana sta cercando di occupare.

- E’ evidente la ripercussione che questo cambiamento sta determinando sul sistema e sull’economia locale, e sulle sue potenzialità. In questo contesto c'è da ricordare la volontà di questo territorio di rimanere aggrappato alla sua matrice, alla sua identità e specializzazione industriale, senza che questo pregiudichi altri cambiamenti in atto.

- Come conservare sul nostro territorio l’eredità culturale sulla quale costruire il nostro futuro? Come conservare il nostro “heritage”, quel “profumo di storia” che rende diversa la nostra città da ogni altra e che permette alle imprese manifatturiere, anche da un punto di vista economico, di ottenere migliori risultati sul nostro territorio piuttosto che su altri?

Non abbiamo ben chiaro quanto sarà possibile attuare delle proposte riportate, ma è evidente che uno degli obiettivi raggiunti dalla commissione (o si può parlare di “effetto collaterale” ?) è sicuramente stato quello di creare un luogo di ascolto nel quale, in modo semplice, l’istituzione e la politica si sono messi in dialogo ed in confronto con il tessuto delle imprese, delle organizzazioni sindacali, della ricerca e degli atenei presenti nel territorio della Città Metropolitana.

Alcuni interventi dalle audizioni

Associazione Piccole Imprese (API) e Confederazione Nazionale dell’Artigianato (CNA)Quali sono i dati delle vostre imprese? Dalle informazioni riportate emerge che il 95% delle imprese del territorio hanno meno di 10addetti e questo evidenzia la tipologia del tessuto imprenditoriale attualmente presente, è questo dato che risulta fondamentale per percepire che è necessaria una costante analisi dei fabbisogni per poter sensibilizzare ed orientare la formazione. Un nuovo patto tra i soggetti presenti nella filiera è indispensabile per costruire una nuova rete di rapporti e relazioni nell’ottica dell’innovazione e delle definizione di un tessuto produttivo locale.

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Confindustria, Unione Industriali, Aziende Meccaniche e Meccatroniche Associate (AMMA), Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica (ANFIA)Quali sono i dati salienti? L’automotive rimane il settore fondamentale del Piemonte e dell’Italia in quanto ¼ del PIL è in questo ambito. Siamo però in una situazione in cui il settore non è più “monoprodotto” o comunque legato ad una unica grande azienda. Il tessuto industriale è cambiato negli ultimi anni e sono sopravvissute solo le aziende che sono state in grado di diversificare, di esportare e di essere “trasversali”. Oggi solo il 20% delle aziende piemontesi fornisce FIAT, mentre 20anni fa eravamo in una condizione in cui l’80% delle nostre imprese forniva FIAT.

GM PowertrainLo stabilimento di GM Powertrain di Torino è uno dei centri di ricerca più avanzati nel settore dei motori diesel, nonostante le difficoltà successive al fallimento della Joint Venture con FIAT abbiamo deciso di restare a Torino in quanto sia le istituzioni che le università hanno cercato di creare le migliori condizioni per la nostra permanenza.

PirelliAbbiamo trovato un “humus” che ci ha permesso di supportare la volontà di investimento ed anche perché le competenze nel settore automotive presenti in questo territorio non sono replicabili in altri luoghi nel mondo. Nel nostro stabilimento torinese siamo riusciti a costruire, in costante rapporto con istituzioni e lavoratori, una forte condivisione delle sfide future e in questo ci ha aiutato molto la possibilità di definire accordi locali anche con il sindacato.

Politecnico di TorinoIl manufacturing e la fabbrica intelligente sono tra le tematiche di maggiore ricerca in questo periodo è sempre più importante riuscire a promuovere un “ecosistema” torinese sul tema della smart factory. In quest’ottica risulta sempre più strategico proporsi all’esterno come territorio più che come singolo soggetto eccellente. Chi ci osserva dall’esterno deve vederci come “soggetto unico” nel quale ognuno (istituzioni, atenei, imprese, ricerca, formazione,…) ha il suo ruolo di interlocuzione con i partner esteri di pari livello. In questo senso la politica può avere uno strategico ruolo di regia.

Rappresentanze dei lavoratoriIn un contesto dove la fabbrica diventa sempre più intelligente è necessario pensare in modo sempre più attento alla formazione continua dei lavoratori, perché le competenze delle persone faranno la differenza tra i territori, gli stabilimenti e le case costruttrici.

E’ sempre più necessario ragionare in modo collaborativo, la parte sindacale può diventare il collante tra il lavoratore e l’imprenditore. Tutti i sistemi volti a migliorare la qualità del lavoro e a creare una sempre maggiore partecipazione dei lavoratori nel raggiungimento del risultato sono da incentivare. Questo potrebbe essere il nuovo modello di impresa manifatturiera del futuro.

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Da quanto emerge risulta evidente la necessità di creare un nuovo innovativo e più forte asse tra le Istituzioni, la Politica, l’Industria e le parti sociali in un contesto dove non è più possibile far emergere un solo ed unico interlocutore industriale con il quale rapportarsi. L’attuale contesto richiama tutti, ed in particolare le istituzioni, a creare nuovi luoghi di ascolto e di confronto per far emergere anche all’esterno, un territorio che si propone in modo univoco agli interlocutori nazionali ed internazionali. Essendo venuto a

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mancare un riferimento industriale unico, è necessario ripensare alle nuove opportunità date da una rete di imprese e lavoratori interconnessi che costituiscono i nuovi nodi intorno ai quali si incomincia a disegnare un reticolo di attività che contano, oltre che per il loro valore economico, per la capacità d’innovazione che diffondono e per gli stili di lavoro che sollecitano.

Allo stato attuale, non si può prevedere se il sistema delle imprese saprà intraprendere un percorso di trasformazione cosí impegnativo, operando prevalentemente dal basso, in maniera spontanea e non coordinata, come è avvenuto nel passato. E’ in questi termini che dalle audizioni emerge forte la richiesta affinchè la politica del territorio possa accompagnare e sostenere un mutamento di tale portata, superando la condizione di impotenza di fronte ai grandi problemi dell’economia. Riteniamo altresì che la politica stessa possa essere contemporaneamente ispiratrice ed elaboratrice di nuovi modelli di sviluppo più attenti alle persone che agli aspetti finanziari. Il ripristino di un grado essenziale di coerenza e di integrazione sistemica sembra una condizione ‘sine qua non’ perché il nostro territorio possa provare a spezzare il blocco in cui è rimasta prigioniera. In quest’ottica la politica dovrebbe assumere un ruolo efficace, significativo, innovativo, concreto, capace di strategie coraggiose e di assumere il ruolo di comunicatore verso la comunità internazionale.

Le nuove fabbriche non sono l’avamposto del cambiamento sociale. Sono tuttavia i nodi intorno ai quali si incomincia a disegnare un reticolo di attività che contano, oltre che per il loro valore economico, per la capacità d’innovazione che diffondono e per gli stili di lavoro che sollecitano.

Le proposte per Torino e il territorioI rapporti tra il Comune di Torino ed FCA abbiano necessità di scrivere un nuovo libro, piuttosto che aprire un nuovo capitolo. La globalizzazione ed il progresso tecnologico, che oltre ad aver decimato le industrie manifatturiere hanno trasformato il territorio metropolitano, sono i due elementi che ci fanno pensare in modo nuovo ad un rapporto che per troppo tempo è stato rappresentato da una reciproca dipendenza. I soggetti che compongono l’eredità culturale del contesto metropolitano possono essere quel tessuto, quell’ecosistema che fa di Torino un luogo come nessun altro nel mondo ed è in quest’ottica che in modo paritario ci si deve proporre, ognuno con le proprie peculiarità valorizzando il capitale umano a disposizione di ognuno degli stakeholder. La globalizzazione ed il progresso tecnologico hanno trasformato molti beni materiali, tra cui le automobili, in prodotti a “buon mercato”, ma hanno anche innalzato il ritorno al capitale umano ed all’innovazione. Forse oggi a Torino si può avere la percezione più che in altre città italiane che per la prima volta nella storia, il fattore economico più prezioso non è il capitale fisico, o qualche materia prima, ma la creatività e l’innovazione.

A fronte delle analisi effettuate vengono riportate alcune proposte di indirizzo per il territorio torinese soprattutto nell’ottica della città metropolitana:

Una Piattaforma di Politiche integrate per l’innovazione: rapporti e relazioni costanti con gli stakeholder del territorio.La forte presenza di FIAT nel territorio torinese ha sempre costituito nel bene e nel male l’opportunità di un soggetto di riferimento in grado di coagulare e correlare tutte le piccole, medie e grandi imprese che avevano a che fare con FIAT stessa o comunque che erano riconducibili a quel che veniva definito “indotto” dell’auto. Gli approfondimenti svolti hanno dato evidenza del fatto che oggi il tessuto produttivo manifatturiero non è più coagulato attorno ad una grande impresa, ognuno dei soggetti gioca una partita a sé e a volte anche in forma concorrenziale con altri soggetti presenti sullo stesso territorio, sebbene buona parte dei clienti non appartengano più ad un mercato interno (regionale o nazionale). Se da una parte si è differenziata la tipologia dei clienti non più unici e non più in un mercato interno, dall’altra parte le scelte di

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FIAT in FCA e le esigenze del mercato dell’automobile, hanno caratterizzato la maggiore industria di automobili italiana in un soggetto che guarda più facilmente ai mercati internazionali piuttosto che ai mercati interni.

Il Sostegno alle impreseSupportare il lavoro delle imprese, anche attraverso i fondi strutturali previsti sul nostro territorio, con azioni di sostegno

Ricerca e attrazione di imprese, semplificazione e “riutilizzo”Sulla base delle queste affermazioni e dalle audizioni riteniamo che il soggetto in grado di ricercare ed attrarre imprese dovrebbe avere un ruolo attivo di ricerca di imprese, partendo da startup innovative per arrivare fino a grandi gruppi industriali. Il ruolo dovrebbe essere da un lato quello di “scouting” delle migliori imprese che varrebbe la pena ‘impiantare’ nel territorio torinese e dall’altro lato quello di creare le opportunità di semplificazione affinchè l’insediamento sia facilitato ed incentivato.

Un luogo di raccolta delle esperienze e delle conoscenze torinesi nel settore industrialeLa rete di relazioni, i rapporti, la storia e l’eredità culturale presente attorno a Torino sul tema manifatturiero ed automotive, ci fa pensare che sia giunto il tempo per costruire una memoria e nello stesso tempo un luogo di studio all’interno del quale depositare tutte le conoscenze e competenze presenti nel nostro territorio. Riteniamo che sia ora il momento di costruire un luogo che conservi tutte le conoscenze che sono state prodotte in questi anni sul sistema dell’auto. Sarebbe importante raccogliere sistematicamente i materiali, un luogo che faccia da centro permanente di formazione ed informazione. Un luogo di conoscenza industriale e del sistema dell’auto torinese.

Una Academy per proporre un nuovo modello di fabbrica intelligente Dall’intervento in commissione del sindaco Fassino “Ricerca e innovazione, formazione delle risorse umane, questi sono i temi che caratterizzeranno le fabbriche del futuro. Per stare a questa sfida bisogna pensare alla fabbrica in modo nuovo. Nelle scorse settimane abbiamo avuto alcuni incontri con CNR – Centro Ricerche Fiat – FIAT - Politecnico di Torino, per immaginare questo tipo di approccio. Come sosteniamo questo processo? Come costruire il percorso ponendosi il tema della fabbrica del futuro?”

Da quanto emerge nella commissione riteniamo importante per il Comune di Torino di agire nella direzione della definizione e nascita di una Academy che analizzi e progetti la fabbrica intelligente del futuro. Questo spazio, connesso con Università e Politecnico, Centri di Ricerca, Formazione professionale, imprese del settore e parti sociali potrà diventare il luogo dove formare i futuri manager aziendali, perché da Torino può nascere un nuovo modello di impresa e di approccio al lavoro, un nuovo modello di relazioni industriali e nuovi rapporti con i lavoratori.

Sperimentare nuovi spazi di collaborazione tra Comune di Torino e FCA: dalla Smart Factory alla Smart City Dalle caratteristiche peculiari evidenziati dal World Class Manufacturing è possibile mutuare alcune caratteristiche che possono diventare una occasione di miglioramento continuo anche per la Pubblica Amministrazione. Dal momento che il WCM è stato già verificato ed applicato in numerose aziende di servizi (ad es. Royal Mail, banche ed assicurazioni) riteniamo importante approfondire le opportunità proposte da questo modello organizzativo basato sulla “lean manufacturing” per evidenziare possibili applicazioni nell’ambito della pubblica amministrazione ed in particolare in qualche settore del Comune di Torino.

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Questa proposta avrebbe un duplice obiettivo in quanto, se da un lato può essere una occasione per mutuare ed applicare percorsi di eccellenza presenti in grandi gruppi industriali del nostro territorio, dall’altro lato potrebbe costituire una opportunità per creare nuovi legami con FCA che non si basino esclusivamente su rapporti istituzionali.

ConclusioniLe audizioni e gli approfondimenti ci hanno fatto percepire che le «forze della produzione» oggi sono un impasto di organizzazione, tecnologia, carattere e intelligenza che imprimono il movimento e il ritmo di una fabbrica.

Oggi la fabbrica contemporanea è una clinica più che un’officina meccanica, senza fumo, senza rumore, senza olio e sporcizia, con pavimenti lucidi, possibilmente bianchi. Un luogo dove l’automazione non sostituisce l’uomo, ma ne diventa complemento fondamentale. Il lavoro umano è diverso da quello alienante, ripetitivo e sempre uguale delle vecchie linee di montaggio. Anche gli operai non qualificati hanno un ruolo partecipativo e cognitivo e un coinvolgimento nei processi decisionali. La fabbrica contemporanea richiede regole che favoriscano la partecipazione e la flessibilità.

Si parla spesso di «manifattura intelligente» perché oggi, nelle nuove fabbriche e nella nuova industria, si produce conoscenza, insieme con i manufatti e con i servizi. Anzi, è evidente dalle analisi effettuate, che la produzione continua e cumulativa di conoscenza sia quanto può assicurare alle fabbriche e all’industria italiane e soprattutto piemontesi, un futuro. Questo futuro, sebbene su basi ridimensionate ed esigue rispetto al panorama completo, abbiamo avuto la possibilità di scorgerlo negli approfondimenti, nelle audizioni e nei sopralluoghi effettuati all’interno della commissione consigliare speciale sul settore manifatturiero ed automotive ed è questa osservazione che ci ha portato a pensare che il settore produttivo dell’automotive torinese rappresenta il punto di partenza tecnico e socio-culturale che può permettere al nostro territorio di mantenere e rilanciare la vocazione industriale del settore che rappresenta il nostro “heritage”, l’eredità culturale sulla quale costruire il nostro futuro.

La politica si deve assumere la responsabilità ed il ruolo di catalizzare, collegare ed alimentare la rete di tutti i soggetti coinvolti in grado di costruire l’ “ecosistema Torino” con l’obiettivo di offrire ai torinesi ed al territorio metropolitano un rinnovato periodo di crescita economica, culturale e di inclusione e coesione sociale.