Matteo Carcassi Op. 60 25 Studi Melodici e Progressvi Chitarra Classica
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Anno scolastico 2001-2002Relazione sull’anno in prova
Presentazione personale
Sono nato nel 1962, anni in cui Beatles, Rolling Stones, Who e altri mitici gruppi iniziavano
a creare la nuova musica, che avrebbe poi cambiato e guidato le sorti di intere generazioni...
Ignaro di tutto ma armato di passione e di genitori pazienti e comprensivi, inizio a studiare
chitarra al Conservatorio di Cuneo dove, ormai “maturo” e anche un pò corrotto “dall’altra
musica” mi diplomo con il massimo dei voti. Frequento corsi di perfezionamento in Italia e
Francia e, nel 1988, inizio la “carriera” di insegnante di chitarra nella scuola media a
indirizzo musicale di Mondovì. Essendola mia una materia nuova, ai tempi ancora
sperimentale, anche dal punto di vista didattico, ho organizzato inizialmente la mia didattica
sulla scia di ciò che avevo appreso in conservatorio. Dopo poco tempo però mi sono
accorto della necessità di creare qualcosa di alternativo al metodo di insegnamento
“tradizionale”, e ho iniziato un cammino, assieme a tanti colleghi, che mi ha portato ad avere
delle basi sicure e personali su cui basare le mie scelte di insegnamento. Svincolandomi dai
programmi di Conservatorio ho dovuto personalizzare più approfonditamente la mia azione
didattica, nel senso che ho cercato un repertorio alternativo su cui lavorarare con i ragazzi.
Con l’apporto collegiale di altri colleghi di strumento abbiamo costruito questo repertorio,
fatto sì anche di brani della tradizione chitarristica, ma soprattutto basato sulle aspettative
dell’alunno, partendo proprio dal suo mondo musicale per giungere agli obiettivi didattici ed
educativi preposti.
Con l’anno scolastico appena terminato ho assistito a una progressiva conferma del ruolo
che la materia “strumento musicale”da anni cercava di assumere: non più corso di musica
pomeridiano, troppo spesso svincolato dagli oneri e onori delle materie mattutine ma
materia integrata nel curricolo complessivo, in grado di dialogare e interagire con le altre
realtà scolastiche. Questo processo di crescita ha avuto come tappe fondamentali la
creazione della cattedra di “strumento musicale”, sperimentale dal 1978, le abilitazioni
riservate degli insegnanti nel 2000 e il loro conseguente passaggio in ruolo con decorrenza
giuridica dal 1999-2000.
Vista l’importanza di tale trasformazione riporto alcune righe tratte dall’o.m 201 del 6
agosto 1999, relativa ai programmi d’insegnamento della materia: L'insegnamento
strumentale costituisce integrazione interdisciplinare ed arricchimento dell'insegnamento
obbligatorio dell'educazione musicale nel più ampio quadro delle finalità della scuola
media e del progetto complessivo di formazione della persona.
Esso concorre, pertanto, alla più consapevole appropriazione del linguaggio musicale, di
cui fornisce all'alunno preadolescente una piena conoscenza, integrando i suoi aspetti
tecnico-pratici con quelli teorici, lessicali, storici e culturali che insieme costituiscono la
complessiva valenza dell'educazione musicale; orienta quindi le finalità di quest'ultima
anche in funzione di un più adeguato apporto alle specifiche finalità dell'insegnamento
strumentale stesso.
La musica e la sua evoluzione linguistica hanno avuto, e continuano ad avere, nel loro
divenire, frequenti momenti di incontro con le discipline letterarie, scientifiche e storiche.
L'indirizzo musicale richiede quindi che l'ambito in cui si realizza offra un'adeguata
condizione metodologica di interdisciplinarità: l'educazione musicale e la pratica
strumentale vengono così posti in costante rapporto con l'insieme dei campi del sapere. La
musica viene in tal modo liberata da quell'aspetto di separatezza che l'ha spesso
penalizzata e viene resa esplicita la dimensione sociale e culturale dell'evento musicale.
Sviluppare l'insegnamento musicale significa fornire agli alunni, destinati a crescere in un
mondo fortemente segnato dalla presenza della musica come veicolo di comunicazione,
spesso soltanto subita, una maggiore capacità di lettura attiva e critica del reale, una
ulteriore possibilità di conoscenza, espressione e coscienza, razionale ed emotiva, di sé.
Date queste premesse entriamo più specificatamente nella mia materia con uno
sguardo alle indicazioni programmatiche generali.
CLASSE PRIMA
Il lavoro con gli alunni della classe prima riguarda, nei primi due mesi circa, l’impostazione
dello strumento, la postura e il movimento della due mani.
Generalmente divido la lezione in due momenti fondamentali: il primo di apprendimento
tecnico e il secondo di applicazione pratica, anche in forma di “gioco musicale”
La lezione a coppie permette all’alunno di “specchiarsi” nel compagno di studio,
migliorando sicuramente l’impostazione e inoltre consente di suonare subito brevi sequenze
ritmico-melodiche, anche a corde a vuoto, in forma di canone, a diverse altezze, ecc.,
facilitando il lavoro di apprendimento e “divertendo” di più l’alunno.
E’ importante, già dalle prime lezioni, impostare il lavoro riguardante la musica d’assieme,
coinvolgendo i ragazzi con apposite musiche, scelte da libri o composte per l’occasione,
anche in funzione di eventuali saggi, concorsi e altre manifestazioni esterne della scuola,
grandi fonti di soddisfazione e stimolo per gli alunni.
Obiettivi
Conoscenza ed applicazione della tecnica strumentale di base
Saper usare consapevolmente le due mani con scioltezza e spontaneità
Padronanza del tocco libero e appoggiato
Capacità di eseguire semplici arpeggi
Padronanza delle note doppie
Conoscenza della prima e seconda posizione
Uso di semplici accordi
Capacità di lettura, comprensione e interpretazione del linguaggio musicale
Lettura e memorizzazione delle note, anche alterate, in prima posizione
Lettura nei tempi semplici delle figure musicali di base organizzate aritmicamente
Conoscenza e usi del punto semplice e della legatura di valore
Uso dei più semplici segni dinamici ed agonici
Conoscenza ed uso delle simbologie strumentali specifiche
Saper eseguire semplici brani a due e tre voci
Capacità di integrazione in un insieme strumentale
Suonare una melodia mantenendo la pulsazione data dall’insegnante
Eseguire brani a più parti monodiche inserendosi correttamente nel discorso musicale
Capacità di costruzione e rielaborazione di materiali sonori
Eseguire suoni, ritmi e semplici melodie per imitazione
Saper improvvisare e costruire semplici melodie su materiali dati (tre, quattro suoni)
CLASSE SECONDA
Il lavoro impostato nella classe prima dovrà essere acquisito e consolidato nelle prime
lezioni, attraverso un’attenta verifica della corretta impostazione delle mani e di appositi
esercizi e brani di ripasso.
Contemporaneamente ritengo importante iniziare l’apprendimento degli accordi ed il loro
uso grazie all’accompagnamento di brevi melodie e canzoni conosciute dai ragazzi.
Per quanto riguarda il repertorio di studio do la preferenza ad autori moderni, a brani di mia
composizione (scritti in funzione di alcuni problemi tecnici) e compendio questo materiale
con degli studi dei autori classici come Carulli, Carcassi, Giuliani, importanti nel panorama
didattico della chitarra.
Il lavoro sulla musica d’assieme è svolto sia all’interno del gruppo classe sia nell’ambiti
dell’orchestra, dove gli alunni di seconda sovente si trovano a suonare con quelli di terza,
anche in previsione delle manifestazioni esterne della scuola.
Verso la fine dell’anno cerco di insegnare, in conformità con i gusti dell’alunno, alcune
canzoni, in modo da dare a tutti la possibilità di continuare a suonare divertendosi durante le
vacanze estive.
Obiettivi
Conoscenza ed applicazione della tecnica strumentale di base
Saper elaborare ed applicare autonomamente la diteggiatura delle due mani
Sviluppo della tecnica dell’arpeggio
Sviluppo delle note simultanee, anche con i bassi pieni
Uso di scale a due ottave
Sviluppo degli accordi senza e con il barrè
Uso più specifico della seconda posizione e impostazione delle posiz. più avanzate
Iniziale uso dei legati più semplici
Capacità di lettura, comprensione e interpretazione del linguaggio musicale
Sviluppo della conoscenza delle note nelle posizioni più avanzate
Lettura musicale nei tempi semplici e composti con figurazioni ritmiche più complesse
Iniziale capacità di analisi formale ed uso del fraseggio
Saper eseguire brani a due e tre parti
Capacità di integrazione in un insieme strumentale
Sviluppo delle capacità evidenziate in prima
Uso della chitarra anche in funzione ritmica di accompagnamento
Capacità di costruzione e rielaborazione di materiali sonori.
Saper improvvisare sulla scala pentatonica completa (tutte le corde) nelle tonalità più
semplici, come mi m. e sol M.
Saper sviluppare una costruzione melodica su materiale armonico dato
CLASSE TERZA
Durante lo svolgimento del terzo anno scolastico comincia ad apparire evidente il divario di
conoscenze e aspettative tra chi vorrà continuare lo studio dello strumento anche dopo la
terza media e chi invece considererà terminato lo studio dopo l’esame di licenza.
Per chi continua il lavoro dovrà estendersi a comprendere esercizi di tecnica pura, scale di
Segovia, arpeggi ecc., studi del periodi classico come Sor, Aguado, Giuliani, Carcassi, in
modo da offrire all’alunno i mezzi più idonei per sostenere un eventuale esame di
ammissione in un Istituto Musicale o in Conservatorio. Con i ragazzi che non intendono
continuare in modo “professionale” si privilegerà la pratica dell’accompagnamento,
cercando di far capire quali sono io criteri che permettono di crare un ritmo, una melodia,
un’armonia, in modo da renderli il più possibile autonomi nel suonare e cantare le canzoni.
Obiettivi
Conoscenza ed applicazione della tecnica strumentale di base
Sviluppo ed applicazione autonoma della diteggiatura delle due mani
Ulteriore sviluppo della tecnica dell’arpeggio
Conoscenza ed uso delle scale nelle tonalità più agevoli
Sviluppo della conoscenza delle varie posizioni
Uso degli accordi completi, arpeggiati e con il plettro
Saper eseguire legature più complesse
Capacità di lettura, comprensione e interpretazione del linguaggio musicale
Conoscenza delle note su tutta la tastiera
Letture musicali con figurazioni più complesse
Sviluppo della conoscenza delle tonalità di base, accordi e loro concatenazione
Saper eseguire brani a più parti
Sviluppo delle capacità di analisi formale di base e uso corretto del fraseggio
Capacità di operare scelte interpretative
Capacità di integrazione in un insieme strumentale
Sviluppo delle capacità evidenziate nella classe seconda
Capacità di costruzione e rielaborazione di materiali sonori.
Sviluppo degli obiettivi evidenziati nella classe seconda
Libri usati nel corso del triennio: R.Chiesa-Guitar Gradus, B.Giuffredi-A scuola con la
chitarra,V.Paradiso-La chitarra volante, V.Paradiso-La chitarra volante, H.Teuchert-
Musiche rinascimentali e barocche, F.Carulli, F.Sor, D.Aguado, M.Giuliani-estratti dai
metodi e dai volumi di studi semplici, G.Signorile-Composizioni per chitarra sola e
d’assieme
UNA LEZIONE IN PRIMA…(esemplificazione metodologica)
Dopo alcuni anni di sperimentazioni didattiche relative a metodi di approccio alla chitarra ho
elaborato alcune idee che mi hanno permesso di raggiungere gli obiettivi prefissati.
Innanzitutto l’individualizzazione del programma: ogni alunno è un caso a sé, dal punto di
vista comportamentale, cognitivo, fisico e difficilmente le tappe dell’apprendimento saranno
comuni a tutti. Di qui l’esigenza di formare gruppi di due allievi che durante la lezione
possano interagire sia praticamente che emozionalmente, suonando ed osservando, anche
per poterli utilizzare contemporaneamente per piccole improvvisazioni estemporanee o brevi
melodie con l’aggiunta di un semplice accompagnamento. I brani da studiare a volte li
improvviso anch’io, seguendo naturalmente dei criteri precisi, nel senso che in basa al
momento che si sta vivendo insieme in classe mi oriento su una sequenza di note anziché su
un’altra. Es.:Federica mi chiede dove ho trascorso le vacanze. Io le rispondo che sono stato
in Oriente. Parlo un po’ di quest’argomento, mi accorgo che la cosa interessa, parlo degli
strumenti musicali che usano i ragazzi in Cina, improvviso una sequenza di note di
ispirazione orientale, la scrivo alla lavagna, la suoniamo insieme. Scrivo una piccola parte
d’accompagnamento sulle corde basse, la propongo all’altra alunna, ed ecco un brano su cui
lavorare, non solo a livello strumentale, ma anche a livello culturale più ampio.
Questo tipo di lezione è un piccolo esempio di ciò che significa per me educare alla musica
ed educare con las musica, ma non voglio tralasciare del tutto gli aspetti tradizionali del mio
insegnamento. E’ importante che un allievo sappia riconoscere una nota, un simbolo, una
frase e sappia suonare correttamente lo spartito proposto, ma ciò che mi preme è che il
cammino che porta a ciò abbia un connotato di attività e volontà e non di succube passività.
Trovo quindi giusto compendiare questo lavoro con lo studio di alcuni brani scelti fra i i
classici metodi di Carulli, Giuliani, Sagraras, Storti ecc., tenendo presente che se al posto di
“esercizio n.3” o “Moderato” intitoliamo gli stessi brani “Passeggiata nel bosco” o “A
caccia delle note”, otterremo che gli allievi saranno più incuriositi e stimolati nello studio,
pensando di suonare una “canzone”, e non un esercizio!
ATTIVITA’ EXTRA-DIDATTICA 2000-2001
Per parlare di questa parte importante della mia vita scolastica desidero premettere alcune
considerazioni. Vi sono attività che non fanno parte strettamente della vita didattica del
corso a indirizzo musicale ma possono essere di grande aiuto nella gestione dello stesso e
nel motivare maggiormente i ragazzi che lo frequentano. Faccio riferimento in particolar
modo a saggi, concorsi musicali, rassegne ecc…
Con la classe a ind.mus. quest’anno abbiamo partecipano ai concorsi di Rivoli, Città di
Castello, Casarza Ligure e abbiamo contribuito alla riuscita dello spettacolo “La città in
classe”. Come sempre, ho notato che queste manifestazioni sono di grande stimolo per i
ragazzi che riescono a finalizzare meglio alcuni obiettivi del proprio studio e a trarre
soddisfazioni meritate in relazione all’impegno. Cosa importante da sottolineare è che
queste attività sono state vissute bene non solo dal punto di vista strumentale ma anche e
soprattutto da quello comportamentale, dimostrando che la musica è una disciplina che
educa e contribuisce a migliorare le relazioni interpersonali ed il proprio autocontrollo.
TEORIA E SOLFEGGIO
A partire dall’anno scolastico 2000-2001 si è deciso (come suggerito dal d.m.) di affidare
agli insegnanti di strumento l’insegnamento di teoria e solfeggio. Questa nuova materia ha
innanzitutto creato un po’ di disagio, dato che i docenti probabilmente non l’avevano mai
insegnata, ed ha costretto gli stessi a diminuire leggermente il monte ore dedicato allo
strumento, portando le lezioni da 50 minuti (strumento)o un’ora (musica d’assieme)a 45
minuti. Il corso si è sviluppato in modo orizzontale: ogni insegnante ha gestito la propria
classe strumentale (prima, seconda e terza) programmando con i colleghi una traccia di
lavoro comune e verifiche collegiali dell’attività svolta. Si è dato particolare rilievo
all’attività ritmica, specialmente nella classe prima, data l’importanza che tale materia riveste
nell’applicazione pratica strumentale. Le lezioni si sono avvalse di dispense, tratte da libri
in uso nelle scuole di musica, e di appunti dettati dall’insegnante.
MUSICA D’ASSIEME
Da molti anni ormai il corso a indirizzo musicale della nostra scuola ha uno spazio orario
dedicato alla musica d’assieme (una lezione per settimana), ritenendo la stessa un veicolo
privilegiato per l’educazione alla musica, al rispetto delle regole, alla socializzazione, e
contribuendo a creare entusiasmo e impegno attorno al corso stesso. Le lezioni sono iniziate
nel mese di novembre, con la preparazione del saggio di Natale, che ha coinvolto l’orchestra
di seconda e terza e il gruppo di prima come parte del coro. Successivamente si sono scritte,
arrangiate e studiate partiture sia come orchestra che come gruppi strumentali e alcuni
lavori sono stati portati a importanti concorsi dedicati agli allievi delle scuole medie a
indirizzo musicale. Mi sembra giusto far notare che il risultato di tale lavoro è stato
eccellente e i nostri ragazzi hanno avuto la soddisfazione di vincere anche alcuni primi
premi, sia come piccoli gruppi che come orchestra.
Il lavoro finale si è concretizzato attraverso la realizzazione del progetto “La città in classe”,
mostra-spettacolo che ha coinvolto l’intera scuola, con installazioni riguardanti la cultura, la
storia, la natura di Busca e un’azione teatrale-musicale avente come soggetto la storia della
città. Al progetto hanno partecipato tutte le componenti della scuola e il corso a indirizzo
musicale si è naturalmente occupato della scrittura e della realizzazione delle musiche di
scena.
RELAZIONE FINALE
Classe prima: è sicuramente una delle migliori classi che ho avuto negli ultimi anni, per cui
il risultato raggiunto è notevole. Alcune individualità spiccano particolarmente e grazie alla
loro azione anche i meno dotati hanno trovato motivazioni ed esempi a cui attingere. E’
servita molto in questo caso la lezione a coppie, sia come confronto che come stimolo. Il
programma ha riguardato gli aspetti fondamentali della tecnica e dell’impostazione
strumentale per giungere infine a studi e brani polifonici a due parti.
Classe seconda: in questa classe si avverte molto la diversità di mentalità, di stimoli ed
aspettative dei singolo allievi. Alcuni di loro hanno affrontato il programma con serietà e
sono giunti ad un ottimo livello di conoscenze e di padronanza dello strumento, mentre altri
presentano ancora problemi di impostazione, diteggiatura, lettura ecc…
Parlo di aspettative perché è chiaro che per qualcuno di loro lo studio dello strumento è
molto secondario a qualsiasi altra attività per cui non possono pensare di ottenere risultati
apprezzabili senza impegno. Il programma affrontato riguarda la continuazione di studi e
brani anche polifonici a tre parti e l’inizio della pratica dell’accompagnamento.
Classe terza: l’ottimo livello medio del gruppo ha permesso il raggiungimento di tutti gli
obiettivi proposti a inizio anno; in più l’affiatamento creatosi tra i ragazzi anche nei miei
confronti mi ha consentito di affrontare argomenti tecnici che raramente avevo affrontato
prima. Ad esempio, nel corso dell’esame di licenza un allievo ha eseguito un preludio di
Bach, altri allievi dei blues, collegandoli alla storia della musica e della società americana…
Per finire, tutti gli allievi della classe di chitarra continueranno a studiare lo strumento, chi
all’Istituo Musicale, chi al Liceo a ind.mus., chi privatamente, cosa che ritengo importante
indice di interesse, volontà e maturità.
Busca, 15 giugno 2001 EMBED MS_ClipArt_Gallery