REGIONE SICILIANA - fondazionepuglisicosentino.it · CAPITOLO 2 La metodologia di ......
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INDICE
CAPITOLO 1
L’impatto economico degli eventi culturali, una nuova prospettiva di analisi pag. 3
1.1 Premessa pag. 4
1.2 La diffusione degli studi sull’impatto economico delle manifestazioni
culturali in Italia e all’estero pag. 6
1.3 Le finalità dello studio pag. 8
1.4 Che cos’è e che cosa non è un’analisi d’impatto economico pag. 11
1.5 Perché realizzare un’analisi d’impatto pag. 15
1.5.1 Valutazione pag. 18
1.5.2 Marketing e Comunicazione pag. 18
1.5.3 Controllo pag. 19
1.6 Gli strumenti di misurazione dell’impatto economico: gli effetti diretti,
indiretti e indotti pag. 20
CAPITOLO 2
La metodologia di analisi pag. 23
2.1 I passaggi fondamentali per condurre un’analisi d’impatto pag. 24
2.2 La definizione del problema e l’identificazione degli usi e dei destinatari
dei risultati pag. 26
2.3 Definire l’area di studio pag. 28
2.4 Raccogliere i dati sull’oggetto di studio pag. 30
CAPITOLO 3
La stima dell’impatto economico della mostra “Burri e Fontana - Materia e Spazio” pag. 32
3.1 Descrizione della mostra pag. 33
3.2 Le caratteristiche socio-demografiche dei visitatori pag. 35
3.3 Impatto sociologico della mostra pag. 50
3.4 L’analisi dell’impatto economico pag. 56
3.4.1 Il contesto economico di riferimento pag. 56
3.4.2 L’andamento del settore turistico pag. 60
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3.4.3 L’impatto della mostra sulla competitività turistica del territorio pag. 74
3.4.4 Il coinvolgimento del tessuto imprenditoriale pag. 76
3.4.5 La stima dell’impatto economico pag. 81
3.4.6 Le ricadute della comunicazione sull’immagine della destinazione pag. 86
3.5 Conclusioni pag. 88
Bibliografia pag. 90
Ringraziamenti pag. 92
Allegato: Questionario Research on visitor satisfaction pag. 93
Lo studio su “L’impatto socio-economico della Mostra Burri e Fontana – Materia e Spazio” è un’iniziativa della Fondazione Puglisi Cosentino nell’ambito dell’APQ Azioni di sistema per il turismo. Ideazione, progettazione e coordinamento dello studio Marco Giudice Realizzazione studio Virginia Pappalardo
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1.1 PREMESSA
Il presente lavoro ha come oggetto la mostra “Burri e Fontana - Materia e Spazio”, organizzata dalla
Fondazione Puglisi Cosentino, e svoltasi a Catania dal 15 novembre 2009 al 16 maggio 2010.
Il presente studio ha l’obiettivo di comprendere se tale manifestazione abbia avuto un qualche
impatto sul sistema socio-economico del territorio siciliano, e, in tal caso, di determinarne i
principali aspetti e le specifiche ricadute.
Va a tal proposito sottolineato come, ad oggi, in Italia siano ancora scarsamente diffusi gli studi
d’impatto economico degli eventi di natura culturale, i quali sono invece ampiamente utilizzati
all’estero, in particolar modo nel mondo anglosassone.
Sebbene negli ultimi anni anche nel nostro Paese si sia presa parzialmente coscienza
dell’importanza che questi studi possono avere per diversi scopi (tra cui la valutazione, ex-ante ed
ex-post, dei singoli eventi da realizzare sul territorio, l’impiego quali strumenti di comunicazione
delle peculiarità del singolo evento, il controllo in merito al raggiungimento degli obiettivi
prefissati), essi sono ancora poco utilizzati. Diventa dunque fondamentale non soltanto diffondere
l’impiego di tali strumenti di analisi, ma anche affinare la metodologia d’indagine, rendendo il più
possibile accurati gli studi futuri.
In merito a quanto appena affermato, il presente lavoro s’impone dunque di effettuare un’accurata
disamina degli specifici dati relativi alla mostra “Burri e Fontana” ed al rapporto creatosi tra questa
ed il territorio siciliano, per comprendere se la sua organizzazione sia stata d’aiuto a quest’ultimo,
quali siano stati gli effetti, positivi o negativi, che questa ha generato, e se vi sono spazi di
miglioramento per la futura attività del soggetto che l’ha organizzata, ovvero la Fondazione Puglisi
Cosentino.
In particolar modo, in considerazione anche dei vari studi effettuati sulle manifestazioni culturali, ci
si prefigge di comprendere, tra i vari aspetti, l’eventuale capacità della mostra di agire
sull’attrattività turistica della destinazione catanese, nonché sulla stagionalità e sulla permanenza
media della domanda ad essa rivolta.
Inoltre, ci s’impone di capire quali possano essere stati gli effetti di tale manifestazione sul generale
sistema economico territoriale, analizzando i legami che la Fondazione Puglisi Cosentino ha stretto
con il tessuto imprenditoriale siciliano, al fine di realizzare la mostra in questione.
Un ulteriore aspetto vagliato risiede poi nel possibile impatto sociologico dell’evento; si cerca
infatti di analizzare l’importanza che esso può aver avuto nel facilitare alcuni effetti di tipo sociale,
quali l’avvicinamento all’arte e la socializzazione.
5
Il presente studio s’impone dunque di esaminare nel modo più rigoroso possibile gli aspetti sopra
delineati, al fine di realizzare uno strumento di valutazione dell’evento utile sotto diversi profili; tra
questi spicca la definizione di possibili elementi di miglioramento dell’attività della Fondazione, in
modo che questa possa, nel tempo, contribuire in modo sostanziale al benessere socio-economico
della città di Catania in particolare, e del territorio siciliano in quanto tale.
Al contempo, senza pretendere di costituire una pietra miliare nell’ambito degli studi d’impatto
economico degli eventi culturali, si spera di contribuire, anche limitatamente, alla diffusione in
Italia, ed in particolar modo nell’Italia meridionale, di questo importante strumento d’indagine.
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1.2 LA DIFFUSIONE DEGLI STUDI SULL’IMPATTO ECONOMIC O
DELLE MANIFESTAZIONI CULTURALI IN ITALIA E ALL’ESTE RO
In Italia, la diffusione degli studi sull’impatto economico ha manifestato un notevole ritardo rispetto
a quanto avvenuto all’estero, ed in particolar modo nel mondo anglosassone. In esso, infatti, oramai
ogni progetto culturale, sebbene di modesta entità, viene analizzato anche sotto il profilo del suo
impatto economico sul territorio.
Al di fuori dell’Italia, in effetti, gli studi d’impatto economico degli eventi culturali sembrano aver
preso piede già da qualche decennio, come parrebbe dimostrare uno studio effettuato nel 1976 da
Vaughan in merito agli effetti economici del Festival di Edimburgo.
Diversi altri sono stati, nel corso del tempo, le analisi effettuate in relazione all’impatto economico
dei differenti festival di matrice culturale che si sono svolti a livello internazionale. Tra questi
vanno citati, a titolo d’esempio, gli studi sui Festival di: Salisburgo (Frey 1986), Stratford (Mitchell
e Wall 1989), Spoleto (Galeotti 1992), Wexford Opera (O’Hagan, Barret e Purdy 1989, e O’Hagan
1992), Locarno (Maggi e Zeolla 2004). Anche gli organizzatori dei festival considerati “di nicchia”
hanno spesso portato avanti, direttamente o tramite terzi, degli studi d’impatto economico, che il più
delle volte hanno evidenziato degli effetti positivi correlati alla loro realizzazione; tra questi studi
vanno ricordati quelli relativi al Sundance Film Festival, svoltosi a Salt Lake City nel 2006, al
Sonar di Barcellona tenutosi lo stesso anno, ed allo Spoleto Festival USA.
Non sono stati ad ogni modo esclusivamente gli enti organizzatori di festival ad avere nel tempo
commissionato o condotto direttamente degli studi d’impatto economico. Tale abitudine si è, infatti,
nel tempo consolidata anche presso le istituzioni museali, con riferimento a specifici eventi, od in
generale all’attività da esse condotta in un dato periodo di tempo.
A tal proposito andrebbero quantomeno citati, lo studio commissionato nel 1999 dal Museo
Guggenheim di Bilbao, che ha evidenziato il notevole impatto dell’Istituzione sul turismo, ed in
generale sul PIL di Bilbao e dell’intera Regione Basca; l’analisi svolta dalla Tate Modern nel 2005;
lo studio commissionato dal MOMA nel 2006.
A dispetto di una vasta letteratura internazionale in materia, in Italia gli studi d’impatto economico
si sono finora prevalentemente concentrati sulle valutazioni concernenti i settori turistici o gli eventi
sportivi ed universitari.
In ambito culturale, invece, tali analisi sono state, fino ad oggi, sostanzialmente trascurate.
Costituiscono delle rare eccezioni i commenti metodologici di Solima (1999) e Farina (2003) e le
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ricerche di Rispoli, Di Cesare, Stocchetti e Quattromani (2001) sulla Biennale di Venezia, ed inoltre
lo studio coordinato da Re su Torino. 1
Tuttavia, negli ultimi anni il ritardo italiano in materia di studi d’impatto economico delle
manifestazioni culturali sembra essersi parzialmente ridotto, anche se la strada per allinearsi agli
altri Paesi è ancora lunga.
Tra gli studi effettuati negli ultimi anni, in Italia, possono essere citati, tra gli altri, quelli relativi
all’impatto del Festival Internazionale del Film di Roma e del Salone Internazionale del Libro di
Torino. Inoltre, per la varietà degli aspetti considerati e la metodologia d’indagine utilizzata, non
possono non essere considerate due indagini effettuate dal Centro Studi Turistici di Firenze e
promosse dalla Provincia di Arezzo e dall’Apt, e aventi come oggetto le mostre “Piero della
Francesca e le corti italiane” e “I Della Robbia. Il dialogo tra le Arti nel Rinascimento”, svoltesi sul
territorio aretino rispettivamente nel 2007 e nel 2009.
Se dunque, soprattutto, negli ultimissimi anni si sta cominciando, anche nel nostro Paese, ad
attribuire un maggior peso alle valutazioni degli eventi culturali sotto un profilo economico
complessivo, che tenga conto anche degli effetti prodotti dall’evento sul territorio, è pur vero che
sono ancora troppo pochi gli studi effettuati in materia.
Inoltre, anche gli studi svolti finora non sempre si sono distinti per completezza e rigore
metodologico, aspetti questi che bisognerebbe notevolmente implementare, al fine di equipararsi al
contesto internazionale e di costruire degli strumenti d’indagine utili sotto molteplici aspetti.
Va infine rimarcato come tutti gli studi finora effettuati nel nostro Paese abbiano avuto ad oggetto
eventi svoltisi in Italia centro-settentrionale, mentre sono ancora del tutto assenti le indagini di tal
genere riferite ad eventi cha abbiano avuto luogo al Sud.
1 Effetto festival. L’effetto economico dei festival di approfondimento culturale, di Guido Guerzoni
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1.3 LE FINALITA’ DELLO STUDIO
Il presente studio si prefigge l’obiettivo di verificare se la Mostra “Burri e Fontana - Materia e
Spazio” abbia determinato un impatto sul sistema economico e sociale del territorio catanese, e, in
tal caso, di comprendere in che misura ed a quali livelli tale impatto si sia sviluppato, e quali ne
siano stati gli effetti, siano essi positivi o negativi.
Tra le considerazioni che hanno portato alla definizione di tale obiettivo, vi è la convinzione,
sempre più diffusa in Italia così come all’estero, che gli eventi di natura culturale, se ben strutturati
ed organizzati, tenendo conto anche delle peculiarità del territorio nel quale essi hanno luogo, siano
in grado di migliorare l’attratività turistica del territorio stesso. Tale possibilità aumenta qualora,
all’interno del territorio considerato, si definisca una politica di sviluppo che contempli la
predisposizione di un vero e proprio sistema di eventi culturali, tra loro integrabili e compatibili con
la vocazione turistica dell’area.
A tal proposito va sottolineato come, nel tempo, il concetto di turismo culturale abbia modificato la
propria connotazione; esso ha infatti cessato di essere un semplice fenomeno di nicchia, collegato
quasi esclusivamente ai cosiddetti siti culturali tangibili (siti archeologici, musei, monumenti,
ecc…), diventando un fenomeno di massa, caratterizzato da un numero elevato di segmenti
specifici. Si può quasi affermare che il turismo culturale abbia oggigiorno come contenuto
principale l’esperienza della cultura, ed anche il desiderio di sperimentare stili di vita diversi dal
proprio.2
Partendo da questa nuova concezione di turismo culturale, si può osservare come siano numerose le
realtà urbane che, in particolare nel corso dell’ultimo trentennio, hanno attribuito alla cultura un
ruolo piuttosto rilevante nella definizione delle proprie strategie di sviluppo. In molti contesti,
inoltre, il legame con particolari eventi e manifestazioni di natura culturale e non, è servito come
catalizzatore per interventi di rigenerazione urbana, che in taluni casi hanno portato ad una vera e
propria trasformazione del territorio di riferimento (si pensi, a solo titolo di esempio, ai casi di
Glasgow, Bilbao, Torino, ecc…).
Se dunque la cultura, nell’ampio senso sopra delineato, è divenuta in molti casi uno degli elementi
cardine dello sviluppo turistico, ed in generale economico, del territorio, va evidenziato come, in tal
senso, il territorio catanese si trovi, allo stato attuale, ancora in una fase per così dire embrionale.
2 Turismo, creatività, cultura. Un “memorandum” geografico-economico per Roma di Roberta Gemmiti, Conferenza Internazionale “Tourism and Urban Spaces”, Roma 29-30 novembre 2007.
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Per quanto concerne il patrimonio culturale in senso stretto (ovvero quello relativo alle risorse
“tangibili”), sebbene il territorio afferente al comune di Catania presenti un patrimonio culturale
estremamente ricco ed eterogeneo, la gestione di questo non sembra potersi ritenere, quantomeno
finora, ottimale. La ridotta fruibilità di buona parte delle risorse dislocate sul territorio, nonché la
mancanza di una gestione integrata delle stesse, rappresentano un primo ostacolo per un reale
sviluppo del turismo culturale sul territorio catanese. La stessa promozione di tali risorse appare
piuttosto inadeguata, non consentendo di sfruttare appieno il potenziale di attrazione turistica delle
stesse.
Per quanto riguarda la cultura nella sua più ampia definizione, con riferimento in particolare ai
cosiddetti eventi culturali, si può dire che la città di Catania stia solo recentemente cercando di
ampliare la propria offerta, creando un calendario di iniziative abbastanza variegato e ben
distribuito nel corso dell’anno. Eventi quali Etnafest, organizzato dalla Provincia di Catania e
giunto nel 2010 alla sua settima edizione, o il fitto calendario d’iniziative realizzato dalla Provincia
stessa e dal Comune di Catania in occasione della XII settimana della cultura (che ha avuto luogo
dal 16 al 25 aprile 2010) fanno sperare in un sia pur tardivo risveglio della destinazione in relazione
alle attività culturali, importanti in primo luogo per i residenti, ma interessanti anche sotto il profilo
dell’attrattività turistica. Tuttavia, la strada da percorrere è ancora lunga, e ciò che è necessario è la
creazione di un insieme di attività ed eventi, ampio ma caratterizzato da un’elevata compatibilità, in
grado di far affermare la città quale destinazione di elevato livello per il turismo culturale.
In relazione a quanto precedentemente affermato, lo studio da noi elaborato si ripropone di
comprendere se ed in che misura la mostra “Burri e Fontana - Materia e Spazio” sia stata in grado di
migliorare in qualche modo l’attrattività turistica di Catania, e se essa abbia in qualche misura
contribuito ad obiettivi quali la destagionalizzazione della domanda turistica o l’incremento della
permanenza media dei visitatori. Quest’ultima allo stato attuale risulta essere piuttosto ridotta
(inferiore nel 2009 ai 2,5 giorni sia per i turisti italiani che per quelli stranieri3), in parte perché il
territorio è particolarmente interessato dal turismo business-congressuale 4. Tuttavia questa non può
essere considerata l’unica spiegazione per un valore tanto ridotto, per cui è facile ipotizzare che
Catania, quale destinazione turistica, sia considerata dai più quasi come un punto di passaggio per
accedere ad altre realtà turistiche siciliane. Diventa dunque necessario ampliare l’offerta turistica ed
in particolar modo culturale della destinazione, creando un prodotto omogeneo ed integrato che sia
in grado di incrementarne l’attrattività, ma anche di trattenere più a lungo i visitatori sul territorio. 3 Fonte: Provincia Regionale di Catania, Servizio Turismo. 4 Fonte: Report sull’Economia della Provincia di Catania 2009, a cura dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Catania.
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Se dunque l’eventuale impatto della mostra sulla competitività del territorio catanese sotto il profilo
turistico risulta essere un elemento molto importante, che va tenuto in forte considerazione, questo
non è tuttavia l’unico aspetto che s’intende analizzare attraverso il presente studio. Ciò in quanto,
oltre agli indubbi effetti sotto il profilo dei flussi turistici, l’organizzazione di eventi quali festival e
mostre d’arte può avere dei riflessi anche sotto il profilo sociale, culturale ed ambientale. Inoltre,
anche il potenziale impatto economico va vagliato al di fuori di quanto concerne il settore turistico.
L’organizzazione di un evento quale la mostra “Burri e Fontana” presuppone, infatti, l’utilizzo di un
gran numero di beni e servizi, coinvolgendo in tal modo diverse imprese fornitrici. Se tale
coinvolgimento riguardasse principalmente le imprese aventi sede nello stesso territorio nel quale
l’evento si sviluppa, è indubbio che ciò rappresenterebbe un ulteriore elemento d’impatto
sull’economia del territorio stesso, comportando un incremento dell’attività delle singole imprese
coinvolte, con conseguenti effetti sul fattore occupazionale, e consentendo alle stesse di acquisire ed
implementare il proprio know-how (ciò in particolare se si dovesse determinare un rapporto di
continuità tra tali imprese e l’ente che organizza l’evento in questione).
La disamina del rapporto che s’instaura tra un dato territorio ed uno specifico evento culturale (sia
esso un festival, una mostra d’arte o altro) che in esso abbia luogo non deve tuttavia cogliere
esclusivamente i benefici finanziari che tale evento tende a generare. È, infatti, necessario tenere in
forte considerazione anche i benefici di carattere materiale (relativi in primo luogo alla qualità della
vita urbana) ed intangibile, tra i quali spiccano il senso di appartenenza, la socializzazione,
l’accrescimento dell’alfabetizzazione culturale. Questi aspetti, all’interno di un dato contesto
territoriale ed in un’ottica di lungo periodo possono essere creati soltanto attraverso la produzione
culturale e di spettacolo, e sono molto importanti ai fini della crescita nel tempo del benessere
economico della comunità locale. 5
Alla luce di quanto finora affermato, va dunque detto che il presente studio s’impone di vagliare i
possibili effetti avuti dalla mostra “Burri e Fontana” sul territorio catanese, con riferimento ai
diversi aspetti sopra delineati (turistico, economico, sociale, …), evidenziando in tal modo se ed in
che misura essa abbia contribuito al benessere di tale contesto urbano.
5 L’impatto economico della cultura: lo spettacolo dal vivo, a cura dell’Osservatorio Regionale dello spettacolo dell’Emilia Romagna.
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1.4 CHE COSA E’ E CHE COSA NON E’ UN’ANALISI D’IMPA TTO
ECONOMICO
“Un’analisi d’impatto economico produce un’istantanea del quadro economico di un territorio ben
definito, rivelandone le correlazioni interne e fornendo una stima dei risultati, ovvero dei
cambiamenti, già realizzatisi o attesi nell’area selezionata, a seguito di una determinata decisione”6
Se si applica tale definizione agli eventi culturali, si può affermare che le analisi d’impatto
economico rappresentano un valido strumento per verificare se ognuno di questi abbia apportato dei
cambiamenti all’interno del territorio presso il quale ha avuto luogo, visualizzando le eventuali
mutazioni del sistema socio-economico generatesi a seguito dell’evento in questione.
L’impatto economico che un evento culturale è potenzialmente in grado di generare su un dato
territorio afferisce a diversi aspetti, tra loro correlati. Gli elementi da considerare non dovrebbero,
infatti, concernere esclusivamente le ricadute reddituali direttamente collegate alla partecipazione
all’evento da parte del pubblico, le quali destano in particolare l’interesse dei soggetti strettamente
coinvolti nell’organizzazione e nel finanziamento dell’evento stesso.
Le valutazioni in merito all’impatto economico di un evento culturale devono al contrario
necessariamente estendersi ad altri aspetti, concernenti tra gli altri le ricadute in termini
occupazionali, il sostegno allo sviluppo di imprese e attività locali, il possibile contributo
all’incremento della visibilità, e successivamente della competitività turistica del territorio, e così
via.
Diversi sono i pregi che un’analisi d’impatto può avere; tra i quali sono stati individuati i seguenti:
• Fornire una panoramica precisa e comprensibile di una data economia;
• Coprire, ove siano disponibili i dati, un’ampia varietà di settori;
• Sottolineare l’importanza delle interdipendenze settoriali;
• Mantenere una struttura flessibile, che si adatta consentendo ai ricercatori di procedere per
aggregazioni successive;
• Ridurre la soggettività delle analisi attraverso un uniforme trattamento dei dati relativi ai
vari settori coinvolti;
• Misurare gli impatti su tre diversi livelli (diretti, indiretti, indotti)
• Stimolare il miglioramento delle tecniche di raccolta dei dati;
6 Effetto festival. L’effetto economico dei festival di approfondimento culturale, di Guido Guerzoni
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• Incrementare la disponibilità di dati comparativi;
• Offrire un ampio ventaglio di strumenti a supporto delle decisioni dei finanziatori pubblici e
privati;
• Agevolare il lavoro dei decisori e dei manager pubblici e privati;
• Sostenere ed agevolare le decisioni degli operatori del settore;
• Responsabilizzare gli operatori dei settori artistici e culturali circa la centralità del loro ruolo
economico;
• Divenire un efficace strumento di comunicazione interna ed esterna;
• Incentivare la cooperazione tra i soggetti pubblici e privati e tra le aziende del medesimo
comparto;
• Facilitare il monitoraggio di dinamiche altrimenti irriconoscibili (ad esempio la nascita di
nuove imprese o lo sviluppo di nuove figure professionali, possibilmente legati ad attività di
formazione correlate alla realizzazione dell’evento);
• Offrire un’ampia gamma di indici e strumenti di controllo delle attività e di raggiungimento
degli obiettivi prefissati in sede di lancio delle iniziative;
• Assistere la formulazione di un’efficace legislazione settoriale.
A fronte degli effetti positivi sopra delineati, vanno tuttavia tenuti in considerazione i possibili
effetti negativi correlati alla realizzazione di un’analisi d’impatto economico, alcuni dei quali sono
stati evidenziati dall’impiego di tali strumenti nei settori più disparati:
• Essere condizionati dalla necessità di ottenere un ritorno “politico”; tale rischio è maggiore
quando sono analizzati eventi di natura artistica socialmente meritori. In tali situazioni molti
studi sovrastimano i benefici e l’effettiva consistenza dell’impatto;
• Essere basati su modelli economici incompleti;
• Essere metodologicamente scorretti;
• Essere fondati su modelli economici di riferimento statici e irreali;
• Generare confusione tra i non economisti;
• Essere privi di standard metodologici di riferimento che consentano la comparazione dei dati
ottenuti;
• Diminuire o escludere dal computo finale i costi;
• Non calcolare i costi opportunità;
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• Ignorare i costi di displacement, laddove la saturazione delle capacità ricettive imputabile
alla presenza di un evento induce i potenziali visitatori motivati da ragioni diverse a evitare
la visita dell’area;
• Non includere i costi sostenuti nel breve e nel lungo periodo dalle comunità locali;
• Considerare la spesa lorda invece dei cambiamenti netti;
• Non considerare o sottostimare i cosiddetti substitution effect, ossia le riduzioni di spesa in
altri settori, spesso difficili da misurare;
• Non tenere conto degli effetti fiscali imputabili a eventuali indebitamenti nel lungo periodo;
• Definire erroneamente i confini dell’area di studio;
• Includere le spese dei residenti;
• Includere le spese dei visitatori casuali, sebbene non siano attratti dallo specifico evento;
• Includere il surplus dei consumatori;
• Sovradimensionare i moltiplicatori;
• Applicare moltiplicatori ricavati (e validi) in altri studi e contesti, inficiando la qualità e la
significatività delle stime ottenute;
• Porre eccessiva enfasi sui moltiplicatori delle vendite;
• Non essere capaci di stimare l’impatto sulle vendite delle spese nei settori marginali;
• Utilizzare in modo improprio i moltiplicatori occupazionali, con un mancato computo degli
effetti ULA;7
• Prestare scarsa attenzione alle tipologie dei posti di lavoro creati;
• Non considerare che i redditi aggiuntivi potrebbero essere risparmiati, non determinando
alcun effetto;
• Non distinguere tra gli impatti di breve, di medio e di lungo periodo;
• Includere le tasse riscosse dagli enti locali, che di norma vengono totalmente reimmesse nel
territorio;
• Basarsi su stime esagerate dei flussi di visitatori;
• Essere metodi costosi, non alla portata di tutti i possibili committenti. 8
7 Unità Lavorative Annue (ULA). Si tratta di un metodo usato frequentemente sia per misurare in maniera univoca il numero dei dipendenti di un’azienda, sia per il loro dimensionamento in fase di pianificazione del personale. Un’ULA equivale ad una persona che lavora per 8 ore al giorno. Eventuali dipendenti con orario diverso vengono riparametrati a questa quantità. 8 Effetto festival. L’effetto economico dei festival di approfondimento culturale, di Guido Guerzoni
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Alla luce di quanto appena evidenziato, va dunque sottolineato come gli studi d’impatto economico
siano potenzialmente degli utili strumenti di indagine, flessibili ed oggettivi al tempo stesso.
Tuttavia, l’interesse ad essi rivolto può essere in qualche modo ridotto dall’insorgere di alcuni
elementi negativi, principalmente correlati alle metodologie d’indagine applicate, che possono
essere a tratti incomplete ed imprecise, od ai rischi di strumentalizzazione dei risultati.
È dunque necessario, se s’intende elaborare uno studio d’impatto economico relativo ad uno
specifico evento culturale, definire preventivamente ed in modo preciso la metodologia d’indagine
da utilizzare, seguendola poi scrupolosamente per evitare i problemi sopra evidenziati, e
determinando così dei risultati quanto più accurati e corretti possibile.
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1.5 PERCHE’ REALIZZARE UN’ANALISI D’IMPATTO
I motivi che spingono alla realizzazione di un’analisi d’impatto degli eventi culturali risiedono
principalmente nella creazione di un valido strumento per la misurazione, ex-ante ed ex-post, degli
specifici progetti culturali. Ciò risulta essere particolarmente importante alla luce della crescente
diffusione in Italia di manifestazioni di natura culturale; si pensi che nel nostro Paese, secondo le
fonti più accreditate, si svolgono circa 1.600 mostre all’anno (escludendo quelle allestite presso
gallerie e spazi commerciali) e più di 1.200 festival di carattere culturale, cui andrebbero sommati
anche le fiere e i saloni di settore, le rassegne, i concorsi, i premi, la convegnistica di settore, ecc…9
Se gli eventi culturali, qualora organizzati in modo adeguato e validi dal punto di vista dei
contenuti, sono in grado, almeno potenzialmente, di avere degli effetti positivi sul territorio presso il
quale vengono realizzati, è pur vero che risulta necessario effettuare una cernita all’interno di una
così vasta gamma di manifestazioni di diverso tipo, al fine di concentrare gli investimenti (pubblici
o privati che siano) solo su quelli veramente “meritevoli”.
Un contesto territoriale che intenda investire tempo e denaro nella cultura ha effettivamente la
necessità di distinguere quali progetti siano realmente in grado di rappresentare una possibile fonte
di sviluppo socio-economico, da quelli che invece non possiedono tale capacità. In questo modo
non soltanto è possibile evitare di sprecare risorse scarse per finanziare eventi che non sono
potenzialmente “utili” per il territorio, ma si può anche preventivamente bloccare la realizzazione di
quei progetti culturali che possono al contrario avere un’influenza negativa sul territorio stesso.
Gli eventi culturali generalmente considerati non sono, infatti, solo dei possibili produttori di effetti
positivi sul territorio, ma possono ugualmente dar vita ad effetti negativi altrettanto rilevanti.
Diventa quindi fondamentale comprendere l’esistenza e l’eventuale portata di ognuno di essi,
metterli a confronto e stabilire così verso quali eventi è opportuno investire.
Tra i principali effetti positivi potenzialmente collegati alla realizzazione di un evento culturale si
possono considerare:
• La crescita dei redditi e degli standard di vita;
• Il miglioramento delle condizioni dell’economia locale;
• La crescita quantitativa ed il miglioramento delle prospettive occupazionali;
• La crescita degli investimenti, lo sviluppo territoriale, il rinnovamento urbano ed il
potenziamento infrastrutturale; 9 Libro Bianco sulla creatività, a cura della Commissione sulla creatività e Produzione di Cultura in Italia.
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• La crescita dei gettiti fiscali;
• Il miglioramento delle infrastrutture;
• La crescita delle opportunità di acquisto nelle reti al dettaglio;
• La crescita dell’attrattività turistica della zona negli anni successivi.10
Ognuno di questi effetti può o meno derivare dalla realizzazione di un evento culturale, in
dipendenza anche della natura e della portata della manifestazione in questione. In particolare, per
le loro dimensioni e peculiarità, i grandi eventi (culturali, sportivi, religiosi, ecc…) possono
rappresentare un elemento cardine nei processi di sviluppo di determinati contesti territoriali. In
effetti, numerosi sono stati, negli ultimi anni, gli esempi di collegamento tra la realizzazione di un
grande evento e l’avvio di processi di rigenerazione urbana, che hanno contribuito ad incrementare
il benessere socio-economico del territorio nel lungo periodo, ben oltre la conclusione dello
specifico evento.
In tal senso, forse l’esempio più interessante di come la realizzazione di un grande evento possa
collegarsi, ed in taluni casi dare avvio ad un processo di rigenerazione urbana ad ampio spettro è
rappresentato dalla Spagna. In questo Paese, a partire dagli anni Novanta, diverse città hanno legato
il proprio nome ad eventi di grande portata, avviando, più o meno contestualmente, dei processi di
rinnovamento del sistema urbano che ne hanno completamente modificato l’aspetto. Tra gli eventi
sopra citati vanno ricordati i Giochi Olimpici di Barcellona e L’Esposizione Universale di Siviglia
del 1992, la Coppa America svoltasi a Valencia nel 2007 e l’Expo di Saragozza del 2008. Un’altra
città spagnola ha poi legato il proprio nome non alla realizzazione di un evento specifico, bensì alla
costituzione di una realtà museale che, nel giro di poco tempo, ha incrementato notevolmente
l’attrattività turistica dell’area. Si fa riferimento alla città di Bilbao, dove nel 1997 è stato
inaugurato il Museo Guggenheim il quale, solo nel primo anno di attività, ha avuto oltre 1.360.000
visitatori. Ognuno di questi eventi è stato accompagnato, e spesso anche preceduto, da un’attenta
pianificazione strategica, che ha comportato un insieme di interventi di diversa natura
(infrastrutturale, di sostegno alle imprese, di sviluppo delle attività culturali…) fortemente integrati
gli uni con gli altri. Va dunque sottolineato, come, nella maggior parte dei casi, i grandi eventi sopra
citati siano stati in grado di generare molteplici effetti positivi all’interno del contesto territoriale in
cui si sono inseriti, anche grazie al sostegno che essi hanno ricevuto dall’elaborazione di un’attenta
politica di sviluppo urbano.
10 Le metodologie di valutazione dell’impatto economico degli eventi culturali, lezione a cura di Guido Guerzoni, Università Bocconi e Iuav Venezia, Bari, 16 aprile 2009.
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A fronte delle positività finora vagliate, diversi sono però anche gli effetti negativi, conseguenti
all’implementazione di manifestazioni culturali, che ad esse si possono contrapporre; tra questi:
• Crescita dei prezzi, scarsità dei beni e dei servizi, interruzione delle normali attività
economiche;
• Crescita del valore delle proprietà immobiliari e dei canoni di locazione;
• Danni alle proprietà, crescita della microcriminalità, aumento dei costi della sicurezza, fuga
dei residenti;
• Crescita del costo della vita e delle tasse di proprietà.11
Con riferimento a quanto appena esposto, emerge dunque il ruolo che le analisi d’impatto
economico possono avere nella valutazione dei singoli progetti culturali. Tali analisi sono spesso
utilizzate ex-ante, oltre che ex-post, in quanto, se correttamente eseguite, possono fornire dati
previsionali molto più completi e confrontabili tra loro di quelli derivanti dalla reportistica
tradizionale.12
Se dunque lo strumento dell’analisi d’impatto può essere impiegato dai potenziali finanziatori di un
progetto culturale, per valutarne a priori (ed anche a posteriori) la validità, e porlo quindi a
confronto con le possibili alternative, esso diviene un elemento molto interessante anche per lo
svolgimento dell’attività delle singole istituzioni culturali.
Tramite tale strumento, infatti, esse sono in grado di dimostrare l’utilità dei finanziamenti ricevuti
da enti pubblici, no profit e privati, e, di conseguenza, di porre in essere in determinati casi dei
rapporti duraturi con le stesse, che consentano loro di portare avanti la propria attività, a beneficio
proprio e del territorio sul quale esse si collocano.
Con riferimento all’utilità ed alle possibili modalità d’impiego degli studi d’impatto economico, e
dei risultati da questi evidenziati, vanno considerati tre differenti scopi particolarmente interessanti:
valutazione, marketing e comunicazione, controllo.
11 Le metodologie di valutazione dell’impatto economico degli eventi culturali, lezione a cura di Guido Guerzoni, Università Bocconi e Iuav Venezia, Bari, 16 aprile 2009. 12 Effetto festival. L’effetto economico dei festival di approfondimento culturale, di Guido Guerzoni.
18
1.5.1 VALUTAZIONE
Un primo fondamentale obiettivo per la realizzazione di un’indagine sull’impatto economico di un
evento culturale risiede nella valutazione dello stesso. Ciò emerge in modo evidente dalle
affermazioni precedentemente fatte in merito alla notevole diffusione di questa categoria di eventi,
la quale comporta la necessità di disporre di un insieme di elementi validi, al fine di stabilire verso
quali, tra tali eventi, convogliare le risorse economiche del territorio.
Attraverso uno studio d’impatto economico, se questo viene condotto in modo corretto, è
effettivamente possibile valutare le diverse implicazioni che ogni evento può avere su un dato
contesto territoriale, agevolando in tal modo le decisioni in materia di pianificazione e di
definizione delle politiche culturali.
Se ci si limitasse a valutare soltanto gli aspetti di carattere economico strettamente correlati al
singolo evento, senza tenere in considerazione le più ampie ricadute che questo può generare sul
territorio, si arriverebbe, in effetti, a soluzioni fuorvianti, che potrebbero comportare una politica
culturale inadatta alle peculiarità del contesto, ed in ultimo non strumentale al suo sviluppo.
Le analisi d’impatto rappresentano dunque un valido strumento di valutazione dei possibili
interventi, poiché mettono in luce tutti i potenziali effetti che essi possono generare, nel breve così
come nel medio-lungo termine.
Applicando a più livelli le analisi d’impatto economico si incrementa inoltre il grado di
comparabilità tra le diverse strategie d’investimento implementabili all’interno di un determinato
ambito territoriale, e diventa dunque più semplice assumere le decisioni concernenti la sua
complessiva gestione.
1.5.2 MARKETING E COMUNICAZIONE
Un altro fondamentale obiettivo collegabile alla realizzazione di uno studio d’impatto economico
riguarda l’utilizzo dei risultati da questo derivanti come un vero e proprio strumento di marketing,
capace di attirare l’attenzione di soggetti differenti sull’evento stesso, nonché sull’attività svolta
dall’istituzione che lo organizza.
È indubbio che la qualità e l’importanza artistica e culturale dello specifico evento siano elementi di
notevole interesse per la sua valutazione; tuttavia, questi non possono essere gli unici fattori da
tenere in considerazione. La totale mancanza di valutazioni di natura economica può, infatti,
19
divenire un problema qualora si avessero degli interlocutori business – oriented, o comunque più
attenti alle eventuali ricadute dell’evento sul territorio, di natura prettamente economica (tra cui lo
sviluppo e la nascita d’imprese e l’incremento dell’occupazione).
In tal caso, riuscire ad evidenziare gli effetti economici positivi correlati alla realizzazione
dell’evento diventa necessario per la ricerca di possibili partner istituzionali e finanziari, nonché di
eventuali promotori e sponsor, la cui presenza è spesso fondamentale per la realizzazione e la buona
riuscita dell’evento stesso.
Lo studio d’impatto economico diventa così uno strumento di natura comunicazionale, atto ad
attrarre sull’evento, e sulla sua virtuosità sia culturale che economica, l’attenzione di quei soggetti
che ne possano in diverso modo (anche finanziariamente) sostenere lo svolgimento.
1.5.3 CONTROLLO
Infine, tra le finalità più rilevanti di un’analisi d’impatto economico va indicata la capacità di
controllo degli obiettivi posti ex – ante la realizzazione dello specifico evento.
Prima che un dato evento abbia luogo, è opportuno definire quali obiettivi s’intendano ottenere in
seguito al suo svolgimento. Tali obiettivi possono riguardare diversi aspetti, tra cui, come più volte
sottolineato, l’incremento del livello di occupazione, lo sviluppo dell’attività imprenditoriale, e così
via…
Una volta che tali obiettivi siano stati opportunamente definiti, è possibile verificare se ed in che
misura essi siano stati raggiunti, e quali effetti ciò abbia comportato. È così anche possibile
determinare se gli investimenti effettuati siano risultati o meno sufficienti agli scopi prefissati, e si
possono evidenziare eventuali errori di natura gestionale.
In questo modo, gli studi d’impatto economico diventano un importante strumento di controllo dei
risultati, che, se correttamente applicato, può consentire alle istituzioni culturali di migliorare di
volta in volta la proprio attività, incrementando di conseguenza la loro incisività sul territorio in cui
esse operano.13
13 Effetto festival. L’effetto economico dei festival di approfondimento culturale, di Guido Guerzoni.
20
1.6 GLI STRUMENTI DI MISURAZIONE DELL’IMPATTO ECONO MICO:
GLI EFFETTI DIRETTI, INDIRETTI E INDOTTI
La maggior parte dei metodi utilizzati per stimare il “valore” di un progetto culturale, come un
nuovo museo, una mostra o un festival, manca, almeno in Italia, di rigore matematico, ricorrendo
solitamente a una sintesi intuitiva dei dati. Il più delle volte ci si accontenta, infatti, di definire il
valore del bene sulla base della disponibilità a pagare (ovvero il prezzo che il potenziale
consumatore è disposto a pagare per possederlo) o della disponibilità ad accettare (ovvero il
prezzo che il proprietario del bene è disposto ad accettare per cederlo).
Le due misure sopra indicate non possono essere stimate direttamente quando non sono disponibili i
prezzi di riferimento; in tali casi si ricorre pertanto a criteri di stima indiretti, come quello dei prezzi
edonici, del costo del viaggio o quelli utilizzati nelle contingent valuation. Tuttavia, ciascuno di
questi metodi è parziale e difficilmente verificabile, e non consente di ricavare una puntuale
misurazione delle ricadute economiche.
Va inoltre rimarcato come esistano diverse scuole di pensiero in merito a quali valori includere nei
processi di valutazione delle iniziative culturali; in particolare, una delle tematiche oggetto di
dibattito riguarda l’inclusione, oltre che delle spese dei partecipanti, anche di quelle sostenute dagli
organizzatori dello specifico evento.
Indipendentemente dai problemi appena sollevati, va ricordato come il principio sul quale si
reggono le analisi d’impatto economico è l’esistenza di una relazione virtuosa tra l’inserimento di
nuove risorse economiche in un dato territorio, e le reazioni che in esso si determinano a seguito di
tale avvenimento. In particolar modo, tre sono le categorie di effetti che possono derivare
dall’immissione di risorse economiche in una determinata area:
• Effetto diretto : è l’impatto derivante dalla somma delle spese sostenute dagli organizzatori
dell’evento e di coloro che si recano sul territorio per assistervi (presso ristoranti, alberghi,
negozi, esercizi pubblici, ecc…). Gli acquisti effettuati da tali soggetti determinano, infatti,
nuovi flussi finanziari all’interno del territorio, che non si sarebbero manifestati in assenza
dell’evento.
• Effetto indiretto : è l’impatto prodotto dalle spese delle istituzioni e delle imprese che hanno
beneficiato degli effetti diretti legati alle spese dei partecipanti all’evento (come già detto,
alberghi, ristoranti, negozi, ecc…). Per fronteggiare l’incremento della domanda, istituzioni
21
ed imprese acquistano maggiori quantità di beni e servizi, stimolando in tal modo
l’economia locale, qualora i loro fornitori operino nel territorio considerato.
• Effetto indotto: è l’impatto originato dal cambiamento nei livelli di reddito e di spesa dei
residenti. In pratica, poiché le istituzioni e le imprese lavorano di più, esse hanno bisogno di
un maggior numero di lavoratori, oppure che i dipendenti facciano gli straordinari; questi
vedranno dunque aumentare il proprio reddito, una parte del quale, verrà speso all’interno
del territorio stesso. Un maggiore livello dei consumi si può poi riflettere in un aumento
della produzione e delle vendite, e, di conseguenza, del livello di occupazione. Si viene in
tal modo a creare un circolo virtuoso, la cui durata e i cui effetti variano di caso in caso.
La presenza di queste tre diverse categorie di effetti determina la necessità, al fine di misurare il
complessivo impatto economico di un evento culturale su un dato territorio, di effettuare alcune
specifiche valutazioni.
In primo luogo, per determinare le spese sostenute dagli organizzatori, è necessario che questi
forniscano informazioni dettagliate in merito ai beni e ai servizi acquistati in un dato periodo di
tempo, precisando se si siano avvalsi o meno di fornitori operanti sul territorio considerato.
In secondo luogo va rilevato come, per valutare le spese dei partecipanti “non residenti”, occorra
conoscerne, oltre che il numero, i profili di spesa. In tal modo è possibile suddividere questi soggetti
in specifici segmenti, calcolando per ognuno di questi il tasso medio di permanenza all’interno
dell’area considerata.
Infine, una volta determinato l’effetto diretto dell’evento sul territorio, per desumere l’impatto
economico complessivo è necessario introdurre e applicare dei moltiplicatori alla domanda finale,
che sconta la presenza dei capture rate, i quali misurano il grado di autosufficienza/dipendenza dei
settori in cui ricadono le spese iniziali.
In realtà, numerosi sono gli errori di valutazione nei quali è possibile incorrere durante i diversi
passaggi volti alla determinazione dell’impatto economico di un evento culturale; ciascuno di questi
rischia di ripercuotersi sulla validità e precisione della stima finale. Tra le cause di tali possibili
errori va citata la presenza di un problema sostanziale, che riguarda la scelta di quali categorie di
soggetti includere nell’analisi. A tal proposito esistono tre diverse scuole di pensiero, all’interno di
ognuna delle quali esistono approcci parzialmente differenti gli uni dagli altri.
In particolare, i “puristi” sostengono che le analisi d’impatto debbano considerare esclusivamente le
spese dei partecipanti all’evento che provengono dall’esterno del territorio considerato, per cui
vengono sostanzialmente escluse le spese dei residenti.
22
Secondo un secondo approccio, è invece impropria e metodologicamente scorretta la decisione di
includere nell’analisi esclusivamente le spese dei partecipanti; l’orizzonte di riferimento viene
dunque ampliato a quei soggetti (accompagnatori dei partecipanti, produttori dell’evento, sponsor,
media, personale delle società di trasporto, e così via) che, seppur provenienti dall’esterno, non
sarebbero giunti presso il territorio analizzato se l’evento non avesse avuto luogo.
Infine, per pervenire a stime più corpose, alcuni studiosi includono nell’analisi anche le spese dei
residenti, pur effettuando alcune discriminazioni in merito a quali valori inserire, e quali invece
escludere dalle misurazioni effettuate.
Com’è dunque facilmente intuibile da quanto affermato, non esiste un approccio univoco per il
calcolo dell’impatto economico complessivo di un evento e delle sue tre componenti (diretta,
indiretta e indotta). Prima di affrontare un simile studio è dunque necessario stabilire quali criteri
adottare, nella consapevolezza che, variando questi, si modificheranno, anche in misura
considerevole, i risultati ottenuti.14
14 Effetto festival. L’effetto economico dei festival di approfondimento culturale, di Guido Guerzoni.
24
2.1 I PASSAGGI FONDAMENTALI PER CONDURRE UN’ANALISI
D’IMPATTO
Negli ultimi anni anche in Italia comincia a diffondersi la consapevolezza dell’importanza rivestita
su diversi fronti dagli studi d’impatto economico degli eventi culturali.
Affinché tali analisi possano essere utilmente impiegate per gli scopi già delineati (tra i quali
spiccano, come affermato, quelli di valutazione, marketing e comunicazione, controllo), è tuttavia
necessario definire una metodologia d’indagine ben strutturata, capace di cogliere correttamente
tutti gli aspetti correlati, più o meno direttamente, all’evento, determinando così una valutazione
dell’impatto che esso può aver generato complessivamente sul territorio considerato.
Nell’effettuare un’analisi del valore di un evento è in primo luogo opportuno esaminare i potenziali
ritorni positivi e negativi ad esso correlabili.
Tra gli approcci ritenuti più adeguati per la stima di tali effetti spicca il modello basato sull’analisi
“costi-benefici”. Tuttavia, se si applicasse al contesto degli eventi culturali tale modello, inteso in
senso stretto, ovvero basato esclusivamente sulla valutazione delle risorse economiche, si
rischierebbe di attribuire scarsa rilevanza a quegli effetti di natura “non monetaria” collegabili allo
specifico evento, i quali possono avere al contrario una grande importanza per la comprensione del
rapporto che intercorre tra l’evento in questione ed il territorio che lo ospita.
La naturale distinzione tra effetti positivi (benefici) e negativi (costi) risulterebbe dunque
incompleta se non si tenesse in considerazione anche quella tra ritorni “tangibili”, legati alla
generazione (o depauperamento) di risorse economiche, infrastrutturali, occupazionali, ecc…, e
ritorni “intangibili”, legati invece allo sviluppo (o distruzione) di risorse connesse all’immagine,
alla soddisfazione nei confronti del luogo, al clima sociale e politico, alla capacità di attrarre
investimenti, ecc…
Va inoltre considerato che, nel determinare gli effetti generati dagli eventi culturali, la dimensione
spazio-temporale dell’analisi deve essere piuttosto estesa. In particolare, il territorio oggetto di
analisi deve essere necessariamente più esteso di quello dove ha materialmente luogo l’evento;
inoltre, le considerazioni effettuate devono basarsi su una prospettiva di lungo periodo, e non
limitarsi alla valutazione degli effetti generatisi nell’immediato.15
15 Il valore degli eventi. Valutare ex ante ed ex post gli effetti socio-economici, esperienzali e territoriali , di Sergio Cherubini, Enrico Bonetti, Gennaro Iasevoli, Riccardo Resciniti, Edizione FrancoAngeli.
25
Una volta fatte tali premesse in merito alla tipologia di effetti da esaminare ed all’orizzonte spazio-
temporale dell’analisi, diventa fondamentale definire le diverse fasi da seguire per la sua
elaborazione, in modo che i risultati da essa derivanti siano corretti ed adeguati agli obiettivi che ci
si è posti all’inizio del lavoro.
In particolare, per condurre una seria analisi d’impatto economico è necessario seguire i seguenti
passaggi preliminari:
1. definire il problema e identificare gli usi e gli utilizzatori dei risultati;
2. definire l’area di studio;
3. raccogliere i dati sulle istituzioni indagate.16
16 Effetto festival. L’effetto economico dei festival di approfondimento culturale, di Guido Guerzoni.
26
2.2 LA DEFINIZIONE DEL PROBLEMA E L’IDENTIFICAZIONE DEGLI
USI E DEI DESTINATARI DEI RISULTATI
Un aspetto che è necessario chiarire prima d’intraprendere l’analisi d’impatto economico di uno
specifico evento culturale riguarda le sue finalità e gli obiettivi ad esso connessi, nonché le
motivazioni, le aspettative e le necessità di chi commissiona l’indagine in questione.
Le modalità di conduzione di un simile studio non possono infatti mantenersi invariate a seconda
che ci si trovi davanti, ad esempio, alla valutazione dell’impatto di un’istituzione culturale o di un
sito archeologico, piuttosto che a quello di un evento culturale eccezionale o comunque
relativamente temporaneo, come una mostra o un festival. Inoltre, la prospettiva adottata non può
non variare a seconda di quali siano gli obiettivi alla base dell’analisi, o in base a quali siano gli
“utilizzatori finali” (gli organizzatori dell’evento, piuttosto che le istituzioni pubbliche, per
esempio) dei risultati da essa derivanti. Un altro aspetto da considerare, infine, concerne il possibile
coinvolgimento degli attori locali nel processo d’indagine, ed il grado che esso può assumere.
Vagliare in via preliminare tali aspetti può essere di grande aiuto all’atto di definire e strutturare
adeguatamente il problema, e, in un secondo momento, di interpretare in modo corretto i risultati
ottenuti.
Una volta che l’analisi da effettuare viene schematizzata nei suoi principali tratti concettuali,
diventa più semplice definire la metodologia da applicare per implementarla, la quale può
manifestare notevoli differenze proprio in funzione delle diverse premesse di base.
Uno degli aspetti che dovrebbe essere chiarito preventivamente riguarda, ad esempio, quali spese
vadano inserite nell’analisi, distinguendo tra quelle dei soli partecipanti e quelle sostenute dagli
organizzatori dell’evento.
Se non si tenesse conto di alcuni fattori, infatti, sarebbe in sostanza impossibile discernere tra
l’impatto economico netto dell’evento (ovvero l’incremento netto della spesa nell’area in cui si
svolge l’evento) e l’impatto economico lordo (dato dal totale della spesa sostenuta da tutti i
produttori, i visitatori ed i partecipanti all’evento). Questi due valori non coincidono mai, in parte
perché non tutta la spesa sostenuta dai visitatori durante il loro soggiorno è determinata dalla
partecipazione all’evento in questione (si pensi, ad esempio, al caso di chi giunge presso la
destinazione per assistere all’evento, ma poi decide di prolungare il soggiorno per motivi differenti),
in parte perché non tutta la spesa ricade sul territorio considerato, generando in esso un determinato
impatto.
27
Per misurare l’impatto economico netto generato dall’evento, è quindi fondamentale distinguere tra
i beni ed i servizi acquistati localmente e forniti da aziende aventi sede all’interno del territorio
oggetto d’indagine, da quelli acquistati al suo interno, ma forniti da aziende che operano in un’area
diversa.
Soltanto i primi, infatti, com’è facile intuire, generano un impatto positivo sul territorio, in termini
d’indotto, ma anche, se si dovesse determinare un rapporto continuato tra i soggetti organizzatori
dell’evento in questione e le aziende fornitrici di determinati beni e servizi, in termini di crescita del
know-how specificamente correlato al settore degli eventi culturali, aspetto fondamentale per
l’incremento della competitività del territorio in questo particolare ambito.
Un altro aspetto da considerare quando ci si accinge a elaborare un’analisi relativa all’impatto
generato da un evento culturale riguarda la comprensione del quadro generale ad esso correlato.
Come già affermato, infatti, il valore di un evento o di un’istituzione culturale per il territorio
ospitante va ben oltre l’immediato ritorno economico dato dalla somma delle spese sostenute da
partecipanti ed organizzatori, e si concretizza piuttosto in valori “metaeconomici”, come
l’immagine della destinazione, o in ritorni economici che inizialmente non sembrano neanche
direttamente connessi alla specifica risorsa. Considerare esclusivamente l’immediato impatto
economico dell’evento sarebbe dunque un errore che renderebbe l’indagine incompleta ed i suoi
risultati sostanzialmente fuorvianti.
Una valutazione davvero completa dovrebbe poi tener conto anche dei costi di gestione o di
realizzazione della specifica attività culturale, i quali andrebbero considerati a prescindere dal
successo più o meno elevato che essa ha ottenuto a vari livelli.17
17 Effetto festival. L’effetto economico dei festival di approfondimento culturale, di Guido Guerzoni.
28
2.3 DEFINIRE L’AREA DI STUDIO
Un prerequisito fondamentale al fine di effettuare una corretta analisi d’impatto economico consiste
nella chiara definizione dell’area oggetto d’indagine, in modo da delineare i confini territoriali entro
i quali vadano evidenziati gli eventuali effetti generati dall’evento culturale esaminato. A tal
proposito è auspicabile che essa sia di dimensioni relativamente ridotte, in modo da circoscrivere gli
effetti e i benefici direttamente collegati all’evento, evitando così che i risultati siano
eccessivamente influenzati da elementi esterni.
La precisa definizione dei confini dell’area oggetto di analisi è indispensabile per stabilire quali
partecipanti siano considerabili come residenti, quali possano essere reputati come “escursionisti”, e
quali invece vadano definiti come “turisti”, in quanto trascorrono almeno una notte nell’area in
esame.
La definizione dei confini dell’area da analizzare è inoltre fondamentale per comprendere quale sia
l’impatto generato dall’evento sull’attività economica delle imprese diversamente coinvolte nella
sua realizzazione. Come evidenziato nel paragrafo precedente, infatti, è necessario comprendere
quali, tra i beni e i servizi acquistati in funzione dell’evento, siano forniti da imprese aventi sede
all’interno del territorio che lo ospita. Per determinare tale aspetto è dunque necessario stabilire in
via preliminare quale siano i limiti territoriali dell’area da esaminare.
I criteri per la determinazione dell’area di studio devono rispondere a due principi fondamentali,
ovvero quello di efficacia e quello di efficienza. Mentre il principio di efficacia spinge verso
l’ampliamento dei perimetri geografici, l’efficienza spinge in direzione opposta, privilegiando la
determinazione di zone omogenee, entro le quali hanno più senso alcune generalizzazioni.
Ad ogni modo, i fattori-chiave per individuare l’area ottimale sono:
• l’origine/provenienza dei partecipanti;
• la localizzazione della forza lavoro;
• i travel corridor;
• la localizzazione delle infrastrutture e delle attività turistiche;
• la localizzazione delle industrie di supporto e di servizio.
Nelle analisi d’impatto degli eventi culturali è comunque opportuno definire un’area d’indagine che
includa le istituzioni e i siti che un partecipante potrebbe, nella generalità dei casi, voler visitare
durante il soggiorno, ovvero le mete particolarmente attraenti nel dintorni del “sito primario”.
29
È inoltre più interessante definire un’area che, da un punto di vista economico, disponga di una
gamma sufficientemente ampia di attività economiche, tale da non dover necessariamente dipendere
da fornitori esterni di beni e servizi.
L’area di studio deve sicuramente avere come epicentro il luogo in cui si svolge la manifestazione
di cui s’intendono stimare gli effetti. A partire da questo punto è poi possibile adattare l’area,
tenendo conto dei fattori chiave sopra delineati, tramite il censimento e la catalogazione delle
differenti risorse, delle attività e delle specificità economiche.
Le dimensioni dell’area così determinata tendono ad influenzare notevolmente i risultati
dell’analisi; più vasta essa è, maggiore sarà il numero di attività economiche in essa ricomprese.
Allo stesso tempo, però, il suo eccessivo ampliamento può comportare l’inclusione di aree
metropolitane, condizionando in negativo i risultati attesi e aumentando in termini più che
proporzionali i tempi, le difficoltà e i costi dei procedimenti di stima.
Indipendentemente dai criteri sopra richiamati, potrebbero essere fatte delle considerazioni
differenti al momento di stabilire quale area scegliere come oggetto di analisi; si pensi, ad esempio,
al caso di una regione che voglia monitorare il ritorno degli investimenti effettuato all’interno dei
propri confini, o ad una comunità montana che voglia verificare il successo di una propria specifica
iniziativa.
Ad ogni modo, si può dire che, in generale, per i casi italiani, l’unità di analisi privilegiata è
rappresentata dal territorio provinciale.18
18 Effetto festival. L’effetto economico dei festival di approfondimento culturale, di Guido Guerzoni.
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2.4 RACCOGLIERE I DATI SULL’OGGETTO DI STUDIO
Dopo aver definito l’area oggetto d’indagine, è opportuno eseguire in modo adeguato la raccolta dei
dati relativi al rapporto tra questa e l’evento culturale di cui s’intende analizzare l’impatto.
In particolare, se l’obiettivo di un’analisi d’impatto economico è quello di creare un’immagine
veritiera della realtà economica in esame, è fondamentale rilevare, esaminare e comprendere tutti i
fattori locali, considerandoli caso per caso.
In ogni procedimento si può avere a che fare con eventi diversi, e allo stesso tempo con differenti
portatori d’interesse, con finalità ed obiettivi specifici, senza i cui riferimenti è impossibile
proseguire in modo adeguato la propria analisi.
È importante dunque, per quanto possibile, raccogliere informazioni sugli attori direttamente
coinvolti nelle iniziative relative alla predisposizione di uno specifico evento culturale, tra cui le
amministrazioni locali, gli uffici del turismo, le istituzioni culturali, i finanziatori terzi, ecc… Da
ognuna di queste entità potrebbero infatti essere ricavati dei dati fondamentali per
l’implementazione dell’analisi che s’intende svolgere.
I dati possono essere ricavati da altre fonti; a seconda del grado di dettaglio che si desidera ottenere,
si può ad esempio fare ricorso a statistiche nazionali oppure, in senso esattamente opposto, decidere
di effettuare interviste in loco o di ricorrere a campionamenti diretti. Questi strumenti possono
comunque essere integrati, in base al tipo di analisi che s’intende svolgere ed agli obiettivi che con
essa s’intendono raggiungere.
Ad ogni modo, difficilmente si può effettuare un’indagine d’impatto economico su un determinato
evento, senza la collaborazione degli attori a vario titolo coinvolti nella sua realizzazione, poiché si
rischierebbe di operare senza disporre di informazioni essenziali.
Se tale collaborazione mancasse, si dovrebbe rinunciare ad indagare il reale impatto economico
dell’evento, non disponendo delle informazioni relative ai costi di gestione delle specifiche attività.
Allo stesso tempo, qualora non si conoscessero le politiche tariffarie sancite per l’evento analizzato,
diverrebbe piuttosto difficoltoso il calcolo dell’impatto delle spese dei partecipanti legate al prezzo
del biglietto, e collegate con l’impatto diretto sull’economia locale.
Alla luce di quanto appena osservato, si può dunque affermare che, al fine di raccogliere i dati
necessari per svolgere adeguatamente un’analisi d’impatto economico, è fondamentale stabilire
31
delle forme di collaborazione con gli attori locali, i quali rappresentano, il più delle volte, delle
preziose fonti d’informazione.19
19 Effetto festival. L’effetto economico dei festival di approfondimento culturale, di Guido Guerzoni.
33
3.1 DESCRIZIONE DELLA MOSTRA
La mostra “Burri e Fontana, Materia e Spazio” di cui si cerca, tramite il presente lavoro, di definire
le eventuali forme d’impatto sul contesto socio-economico del territorio catanese, ha tratto origine
dalla collaborazione tra tre Fondazioni: quelle intitolate ai due artisti, (la Fondazione Fontana di
Milano e la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri di Città di Castello) e la Puglisi
Cosentino. Quest’ultima ha provveduto, avvalendosi della direzione artistica di Bruno Corà, ad
allestire la mostra all’interno delle sale espositive di Palazzo Valle, sito nel centro storico di
Catania.
L’identità della mostra in questione si è basata sul confronto tra alcune tra le opere più
rappresentative dei due artisti, interpreti dell’arte contemporanea a livello internazionale, i quali,
ognuno con specifiche invenzioni pittorico-plastiche, hanno segnato i gradi più avanzati della
ricerca artistica negli ultimi sessant’anni, imprimendo alle arti visive una svolta di radicale
mutamento.
L’evento ha avuto la particolarità di proporre, vis à vis, i capolavori dei due maestri, opere
attentamente selezionate per documentare un arco temporale che vede entrambi impegnati con
vigore nell’affermazione delle due distinte poetiche: il primato della materia per Burri e la
concezione spaziale per Fontana. Ambiti di ricerca che, anche dopo la scomparsa dei due
protagonisti, continuano ad essere il terreno di ricerca di tutte le generazioni a loro successive: dagli
artisti minimalisti e dell’arte povera sino ai protagonisti dell’arte dell’environment e della scultura
en plein air.
In particolar modo, al fine di sottolineare l’essenziale contributo fornito dall’arte dei due grandi
maestri, si è proceduto all’individuazione dei nuclei più significativi della loro creazione.
Così, se per Burri la materia è stata di volta in volta “presentata” nelle elaborazioni dei “Catrami”,
dei “Sacchi”, delle “Plastiche”, delle “Combustioni”, dei “Ferri”, dei “Cellotex”, dei “Cretti”, fino
allo straordinario “Cretto di Gibellina” che trova proprio in Sicilia la sua dimensione a scala
paesaggistica, per Fontana l’assidua definizione della spazialità è avvenuta sotto il segno dei suoi
“Concetti spaziali”, siano essi le sculture del ’47 o i “Buchi” e i “Tagli _ Attese” degli anni tra il ’49
e il ’58, oppure gli “Ambienti”, le “Nature”, i “Quanta” e i “Teatrini” e altre straordinarie creazioni
in metallo o al neon che concludono la sua vicenda artistica.
Una sezione del percorso espositivo è stata poi dedicata alle grafiche e ai disegni dei due maestri,
rendendo così possibile un approfondimento delle fasi preliminari e di studio della loro opera.
34
Il periodo di apertura inizialmente stabilito per la mostra “Burri e Fontana - Materia e Spazio” era
inizialmente collocato tra le date del 15 novembre 2009 e del 14 marzo 2010. Successivamente, dato
il grande successo riscontrato, si è però deciso di prolungare tale evento fino al 16 maggio 2010.
35
3.2 LE CARATTERISTICHE SOCIO-DEMOGRAFICHE DEI VISIT ATORI
Al fine di comprendere le principali caratteristiche del pubblico della mostra “Burri e Fontana -
Materia e Spazio”, è stato somministrato ai visitatori uno specifico questionario (in allegato al
presente lavoro).
L’intenzione d’interrogare i visitatori della mostra deriva innanzitutto dall’esigenza organizzativa di
individuare, attraverso dati oggettivi, le caratteristiche socio-demografiche del pubblico, le
motivazioni della partecipazione, la percezione dei servizi offerti e il livello di soddisfazione
complessiva in merito alla visita effettuata.
Il questionario somministrato ai visitatori della mostra era composto da 20 domande a risposta
chiusa e 6 domande a risposta aperta. I dati raccolti riguardano dunque soprattutto le variabili che
possono essere classificate e strutturate numericamente; le stesse risposte alle domande a risposta
aperta, riguardanti aspetti quali la nazionalità, l’età e la provenienza dei visitatori, possono essere
facilmente aggregate in specifiche categorie.
La struttura del questionario consta di tre parti: la prima relativa alle caratteristiche socio-
demografiche del pubblico (età, nazionalità, titolo di studio, situazione lavorativa, ecc…), la
seconda concernente il rapporto del visitatore con l’arte contemporanea e con la cultura in genere, la
terza riguardante le modalità di visita della mostra ed il grado di soddisfazione (customer
satisfaction) in merito alle sue diverse caratteristiche.
Come già accennato, uno degli obiettivi che si è inteso raggiungere tramite la somministrazione del
sopra citato questionario è stato quello della segmentazione del pubblico della mostra, determinando
così le principali categorie socio-demografiche coinvolte nell’evento. Comprendere alcune peculiari
caratteristiche dei visitatori è utile, infatti, per migliorare la possibile partecipazione di questi agli
eventi futuri che saranno organizzati dalla Fondazione Puglisi Cosentino; le considerazioni che
saranno effettuate nel corso del presente paragrafo possono dunque considerarsi un punto di
partenza per una più ampia riflessione del management.
Tra gli aspetti vagliati vi è anche la suddivisione dei visitatori tra residenti, turisti ed escursionisti;
tale distinzione, affiancata ad altre valutazioni di diverso tipo, è fondamentale per determinare se la
mostra organizzata dalla Fondazione Puglisi Cosentino sia stata in grado di influire su aspetti quali
l’attrattività turistica di Catania e la permanenza media dei turisti.
I questionari somministrati durante l’intera durata della mostra (ovvero dal 15 novembre al 16
maggio) sono stati complessivamente 782; si tratta di un numero abbastanza ridotto, se posto in
relazione al complessivo numero di visitatori della mostra. Tale aspetto può però essere spiegato
36
considerando che, a livello locale, le persone sono ancora poco culturalizzate agli studi di customer
satisfaction; di conseguenza, in numerose occasioni, i visitatori della mostra non si sono dimostrati
disponibili a rispondere alle poche domande inserite nel questionario. Nonostante ciò, i questionari
compilati rappresentano una buona base statistica, fondamentale per il raggiungimento degli
obiettivi alla base della loro predisposizione e somministrazione.
La prima domanda del questionario riguardava il sesso dei visitatori; di questi il 46,9% è risultato di
sesso maschile, ed il 52% di sesso femminile (l’1% degli intervistati non ha risposto alla domanda).
Non sembra dunque evidenziarsi una particolare prevalenza tra pubblico maschile e femminile.
Per ciò che concerne l’età dei partecipanti (domanda n° 2), si può affermare che la mostra abbia
attratto principalmente le fasce di età medio-bassa. Il 32,1% delle persone che hanno risposto a tale
domanda (775) ha, infatti, dichiarato di avere tra i 21 ed i 30 anni; il 25,8% ha invece tra i 31 ed i
40 anni, mentre il 13,8% ha tra i 41 ed i 50 anni. Seguono poi la fascia dei “giovanissimi” tra gli 11
ed i 20 anni (9,7%), e le fasce di età comprese tra i 51 ed i 60 anni (9,7%), tra i 61 ed i 70 anni
(6,7%) ed oltre i 70 anni (2,2%).
Grafico 1: Età dei visitatori
Per ciò che concerne la nazionalità dei visitatori della mostra (domanda n° 3), il 94,1% degli
intervistati è risultato di nazionalità italiana, mentre il 4,7% ha dichiarato di essere di nazionalità
straniera. Dall’analisi di tale dato sembrerebbe emergere che la capacità di attrazione della mostra
abbia riguardato principalmente il pubblico italiano, mentre sia stata piuttosto limitata in riferimento
al pubblico straniero. Tale considerazione è avallata dalla determinazione della città di provenienza
dei visitatori (domanda n° 6, che verrà analizzata nel corso del presente paragrafo), in quanto solo
36 tra i soggetti intervistati hanno dichiarato di provenire da una città straniera.
Il livello culturale dei visitatori è in generale medio-alto; dall’analisi della domanda n° 4, in merito
al titolo di studio posseduto dai visitatori, emerge infatti come il 42,1% degli intervistati sia in
37
possesso della licenza media superiore, il 19,1% della laurea triennale ed il 15,3% della laurea
specialistica o di quella di vecchio ordinamento (4-5 anni). Il 9% ha dichiarato invece di aver
conseguito un dottorato o un master; l’8,2% di possedere la licenza di scuola media inferiore, e
soltanto lo 0,5% di possedere la licenza elementare. Probabilmente per la sua natura di mostra
d’arte contemporanea, l’evento sembrerebbe dunque aver attratto principalmente un pubblico
dall’elevato livello culturale.
Grafico 2: Titolo di studio dei visitatori
Per ciò che concerne la situazione lavorativa dei visitatori (domanda n° 5), la maggior parte degli
intervistati, corrispondente al 50,8%, ha dichiarato di essere attualmente occupato, mentre il 22,8%
appartiene alla categoria degli studenti. È poi emerso che il 7,2% degli intervistati è in cerca di
nuova occupazione, il 6,3% ha assunto il ruolo di casalinga, il 5,6% è in cerca del primo impiego e
il 5,4% è ormai pensionato.
Grafico 3: Situazione lavorativa dei visitatori
In merito alla posizione professionale dei soggetti che risultano occupati (domanda 5.1), il 46,36%
appartiene alla categoria degli impiegati, il 22,33% è un imprenditore o un libero professionista, il
12,14% è insegnante, il 6,55% è un dirigente o quadro, il 5,34% lavora come operaio. Infine, a tale
38
domanda il 5,10% ha risposto “altro”; tra questi soggetti sono presenti tre artisti, tre medici, tre
ricercatori, due ceramisti, un tirocinante presso uno studio di architettura, due giornalisti, una
fotografa, un operatore di una fattoria didattica ed un keeper allo zoo.
Per ciò che concerne la provenienza geografica dei visitatori della mostra (domanda n° 6), 493 tra le
persone intervistate proveniva da Catania, 34 dalla restante parte della provincia, 138 dalle altre
province siciliane (ed in particolare dalle città di Palermo, Messina e Siracusa), 56 dalle altre regioni
e 36 da città straniere.
Alla domanda numero 7, relativa al motivo principale della visita alla città di Catania, 347
intervistati, corrispondenti al 44,4%, hanno dichiarato di essere residenti. Si può dunque facilmente
affermare che la mostra abbia suscitato un forte interesse nei confronti dei catanesi. Per ciò che
concerne i “non residenti”, invece, i motivi che hanno portato a visitare Catania sono stati di
vacanza/visita a parenti e amici per il 15%, di interesse per l’arte contemporanea per il 9,1%, di
studio per il 4,6 % e di lavoro per il 2,7%. Cinque soggetti hanno invece risposto “altro”, indicando
diverse motivazioni: la visita della mostra “Burri e Fontana”, la visita della mostra “Scau Studio”, la
partecipazione alla Festa di Sant’Agata e questioni personali.
In merito alle percentuali appena elencate, va fatta tuttavia una particolare considerazione: dei 185
visitatori che non hanno risposto alla domanda n° 7, molti hanno indicato come luogo di
provenienza la città di Catania. Si può dunque affermare che i visitatori della mostra residenti a
Catania siano in misura percentuale considerevolmente più numerosi di quelli che hanno
apertamente dichiarato tale aspetto.
Grafico 4: Motivazione per la visita di Catania
La domanda 8, rivolta esclusivamente ai non residenti, aveva come oggetto la durata della loro
permanenza a Catania e dintorni. Tra i soggetti che hanno risposto a tale quesito (complessivamente
229), 100 (ovvero il 43,7%) hanno dichiarato di rimanere in quest’area mezza giornata, non
39
effettuando neanche un pernottamento; questi soggetti possono dunque essere considerati degli
escursionisti. Gli altri “non residenti”, effettuando almeno un pernottamento, possono invece essere
definiti turisti . In particolare, dei visitatori che hanno dato risposta al quesito n° 8, il 21% ha
effettuato un soggiorno di 2-3 giorni, mentre il 20,52% ha dichiarato di permanere sul territorio per
più di 7 giorni, il 10,48% per 4-7 giorni, il 4,36% per un giorno. In particolare, le persone che
hanno dichiarato, rispondendo alla domanda 9 del questionario, di pernottare proprio nella città di
Catania sono state 94.
Per quanto concerne la tipologia di struttura ricettiva scelta dai turisti che hanno visitato la mostra
“Burri e Fontana” (domanda n° 10, rivolta sempre in modo esclusivo ai non residenti), il 61% dei
“non residenti” intervistati ha omesso di rispondere. Il 12,4%, ha invece dichiarato di soggiornare in
albergo, il 9,2% di essere ospite di parenti o amici, il 7,5% di soggiornare in un Bed and Breakfast,
il 6,6% di aver preso una casa in affitto, ed il 3,2% ha risposto “altro”.
Alla domanda successiva (n° 11), sempre rivolta esclusivamente ai non residenti e relativa al
numero di volte in cui si è visitata la città di Catania, sono state date complessivamente 148 risposte.
La maggior parte degli intervistati, pari al 39,2%, ha dichiarato di aver visitato Catania più di 5
volte, il 33,8% di visitarla più di 5 volte, il 24,3% di averla visitata 2-3 volte, ed il 2,7% di essere
già stato a Catania tra le 4 e le 5 volte.
Le domande del questionario comprese tra la 12 e la 14, rivolte a tutti i visitatori, residenti e non,
riguardavano principalmente, oltre alla motivazione per cui si è scelto di visitare la mostra,
l’atteggiamento dei visitatori nei confronti dell’arte contemporanea e della cultura in generale.
Per ciò che riguarda la prima questione, ovvero, la motivazione principale per la visita alla mostra
“Burri e Fontana” (domanda n° 12), sono state date 690 risposte. Il 33,6% ha dato come risposta
l’interesse per l’arte contemporanea, il 30,9% gli artisti in mostra, il 17% il prestigio della
Fondazione. Infine, il 18,6% ha risposto “altro”; tra le motivazioni indicate spiccano l’interesse per
l’arte e la curiosità. Vanno poi menzionati la bellezza e l’architettura di Palazzo Valle, sede della
Fondazione Puglisi Cosentino, e la possibilità di visitarlo, una visita o approfondimento scolastico,
la gratuità dell’ingresso, la visita della mostra Pre-Visioni, la visita della mostra Scau Studio,
l’approfondimento di argomenti di studio, la preparazione dell’esame di arte contemporanea,
l’accompagnamento di un familiare e la curiosità suscitata dalla pubblicità.
40
Grafico 5: Motivazione per la visita alla mostra “Burri e Fontana - Materia e Spazio”
Alla domanda seguente (n° 13) in merito all’abitudine di visitare mostre d’arte contemporanea, su
776 risposte, il 58,6% sono state affermative, mentre il 41,4% sono state negative. Si può dunque
affermare che, nonostante la maggior parte degli intervistati visiti abitualmente mostre d’arte
contemporanea, l’evento analizzato sia stato in grado di suscitare interesse anche nei confronti di un
pubblico “non esperto”.
Alla domanda successiva (n° 13.1), in merito al numero di mostre d’arte contemporanea visitate nel
corso dell’ultimo anno, sono state date complessivamente 468 risposte. In particolare, il 40,4% ha
dichiarato di averne visitate da 3 a 4, il 33,1% di averne visitate 2, il 15,6% da 5 a 6, l’10,9% oltre
6.
Per comprendere l’atteggiamento dei visitatori della mostra nei confronti della cultura in genere,
vanno poi osservate le risposte date alla domanda 14, relative alla partecipazione, nel corso
dell’ultimo anno, a manifestazioni culturali di diverso genere.
In particolare, 521 persone hanno dichiarato di aver assistito a concerti da 1 a 2 volte (51,2%), da 3
a 4 volte (15,2%), da 5 a 6 volte (6,5%) e più di 6 volte (27,1%).
Per quanto riguarda gli spettacoli di danza, 214 soggetti hanno affermato di avervi assistito da 1 a 2
volte (76,2%), da 3 a 4 volte (13,6%), da 5 a 6 volte (5,1%) e più di 6 volte (5,1%).
Agli spettacoli teatrali hanno assistito 417 soggetti da 1 a 2 volte (52,3%), da 3 a 4 volte (26,1%),
da 5 a 6 volte (7,9%) e più di 6 volte (13,7%).
Per quanto concerne le proiezioni cinematografiche, 600 persone hanno dichiarato di avervi assistito
da 1 a 2 volte (20,3%), da 3 a 4 volte (24,3%), da 5 a 6 volte (10%) e più di 6 volte (45,3%).
Infine, 645 persone hanno dichiarato di aver assistito ad esposizioni d’arte non di genere
contemporaneo, rispettivamente da 1 a 2 volte (35,2%), da 3 a 4 volte (23,6%), da 5 a 6 volte
(11,2%) e più di 6 volte (30,1%).
41
Si può quindi affermare che i visitatori della mostra abbiano prevalentemente uno stretto rapporto
con la cultura intesa in senso lato.
È infine interessante osservare quali siano state le modalità di visita principalmente adottate dai
visitatori della mostra (domanda n° 16). Il 35,9% degli intervistati ha effettuato la visita con il
proprio partner, il 30,7% con amici ed il 22,3% da solo. Il 5,5% ha invece dichiarato di avere
visitato la mostra in compagnia di parenti, ed il 3,1% di fare parte di un gruppo organizzato o di un
istituto scolastico. Infine, l’1,4% ha risposto “altro”; tra questi, due persone hanno dichiarato di
essersi recati alla mostra con i propri figli, due con i propri colleghi, tre con la propria famiglia, due
con altri studenti e uno con il proprio nipote.20
Qual è dunque la tipologia di pubblico che emerge dalla ricerca? Tra gli aspetti sopra analizzati va
sicuramente evidenziato l’elevato livello culturale del pubblico della mostra, e la sua propensione ad
assistere ad eventi di natura culturale. Ciò non toglie che si debba rafforzare la capacità della
Fondazione di interessare le fasce di utenza che rimangono attualmente escluse dalla fruizione degli
eventi proposti, ampliando la sua attività di culturalizzazione e di avvicinamento della popolazione
all’arte contemporanea.
Va inoltre rimarcata l’assoluta prevalenza di visitatori italiani, ed in particolar modo siciliani; un
aspetto al quale si dovrà prestare attenzione in futuro riguarda dunque la capacità di attrazione nei
confronti dei mercati “non regionali”, incrementando così il ruolo della Fondazione Puglisi
Cosentino nel miglioramento della competitività della destinazione catanese.
Giunti a questo punto, può essere interessante fare un confronto in merito ad alcuni aspetti tra la
mostra “Burri e Fontana - Materia e Spazio” e l’evento organizzato dopo di questo dalla Fondazione
Puglisi Cosentino, ovvero la mostra “Others”, svoltasi presso i locali di Palazzo Valle dal 9 luglio al
7 novembre 2010.
Si considerino in primo luogo alcune delle caratteristiche socio-demografiche dei visitatori della
mostra “Others”.
Dei 293 visitatori che hanno risposto alla prima domanda, il 52,9% era di sesso maschile, il 47,1%
di sesso femminile. Anche in questo caso non sembra dunque evidenziarsi una sostanziale
differenza tra pubblico maschile e femminile.
Per ciò che concerne l’età dei partecipanti, delle 292 persone che hanno risposto alla domanda il
29,1% ha dichiarato di avere tra i 31 e i 40 anni, il 18,5% tra i 41 e i 50 anni, il 17,1% tra i 21 e i 20 I valori assoluti e percentuali presentati in questo paragrafo derivano dall’elaborazione, tramite il software statistico SPSS, dei dati contenuti nei questionari somministrati ai visitatori della mostra “Burri e Fontana. Materia e Spazio”.
42
30 anni, il 12% tra i 14 e i 20 anni, e la stessa percentuale tra i 61 e i 70 anni; il 7,9% tra i 51 e i 60
anni, ed il 3,4% oltre i 70 anni. La mostra sembra dunque aver attratto fondamentalmente tutte le
fasce di età, avendo una minore incidenza solo nei confronti dei più anziani.
Grafico 6: Età dei visitatori mostra “Others”
I visitatori della mostra che sono stati sottoposti al questionario erano quasi esclusivamente di
nazionalità italiana (95,59%), mentre solo il 3,39% ha dichiarato di possedere nazionalità straniera.
Come per la mostra precedente, dunque, sembrerebbe emergere una capacità di attrazione ancora
limitata per ciò che concerne il pubblico straniero.
Per quanto riguarda il titolo di studio, la maggior parte dei visitatori intervistati (46,1%) è in
possesso del diploma di scuola media superiore, il 15,6% della laurea specialistica o magistrale (4-5
anni), il 14,6% della licenza media inferiore, il 13,2% della laurea triennale ed il 9,8% di un
dottorato o master, mentre lo 0,7% risulta in possesso della licenza elementare. Anche in questo
caso, il pubblico dell’evento sembra possedere in generale un elevato livello culturale.
Grafico 7: Titolo di studio dei visitatori mostra “ Others”
43
In merito alla situazione lavorativa dei soggetti intervistati, va rilevato come il 56,1% risulti essere
occupato, mentre il 19,4% appartenga alla categoria degli studenti. Il 10,2% degli intervistati ha
dichiarato di essere in pensione, il 6,8% di svolgere il ruolo di casalinga; infine, la percentuale del
3,7% appartiene sia a chi è in cerca di prima occupazione, sia a chi cerca un primo impiego.
Grafico 8: Situazione lavorativa dei visitatori mostra “Others”
Consideriamo ora le domande più strettamente correlate alla capacità di attrazione turistica della
mostra, partendo dalla motivazione principale della visita a Catania (domanda 7). A tal proposito va
rimarcato come la maggior parte dei visitatori (54,9%) sia anche in questo caso rappresentata da
residenti; il 20,3% ha invece espresso come motivazione principale la vacanza o la visita a parenti o
amici, il 4,1% l’interesse per l’arte contemporanea, il 2,7% il lavoro e lo 0,7% lo studio. Anche
questo evento è dunque stato in grado di attrarre particolarmente l’attenzione dei catanesi.
Grafico 9: Motivazione per la visita di Catania, mostra “Others”
Per ciò che concerne le domande rivolte esclusivamente ai non residenti (8 – 11), consideriamo le
due relative alla durata del soggiorno ed alla tipologia di struttura ricettiva scelta.
In particolare, per quanto riguarda il primo di questi aspetti, il 42,4% di coloro che hanno risposto
(85 in totale) ha dichiarato di permanere a Catania soltanto mezza giornata, classificandosi dunque
44
come escursionisti; il 31,8% ha espresso una permanenza di 2- 3 giorni, l’11,8% di un solo giorno,
il 7,1% di 4 – 7 giorni, e la medesima percentuale ha affermato una permanenza di più di 7 giorni.
Sembra dunque confermarsi la ridotta permanenza media dei visitatori della mostra presso la
destinazione catanese.
Per quanto riguarda invece la tipologia di struttura prescelta per il soggiorno, sono state date
complessivamente 48 risposte valide. Dei soggetti che hanno risposto alla domanda il 31,3% è stato
ospite di parenti e amici, mentre la stessa percentuale ha alloggiato presso un Bed and Breakfast. Il
29,2% ha dichiarato di soggiornare presso un albergo, mentre il 4,2% ha pernottato in una casa in
affitto. Un altro 4,2% ha infine indicato come risposta “altro”.
Un importante elemento da considerare e da porre a confronto con quanto emerso durante la mostra
“Burri e Fontana - Materia e Spazio” è infine la motivazione principale della partecipazione
all’evento. In particolare, delle 269 persone che hanno risposto univocamente a questa domanda, il
36,1% ha indicato come motivo l’opportunità di vedere opere che hanno fatto parte di grandi
manifestazioni internazionali, il 33,1% l’interesse per l’arte contemporanea, il 19,3% il prestigio
della Fondazione Puglisi Cosentino, e l’11,5% ha indicato altre motivazioni. I risultati sembrano
essere dunque abbastanza in linea con quanto emerso per la mostra precedente.
Grafico 10: Motivazione per la visita alla mostra “Others”
I dati appena analizzati, ed in parte confrontati con quelli relativi alla mostra “Others”, esprimono
un quadro generico delle peculiarità dei visitatori della mostra, è tuttavia importante approfondire le
informazioni che emergono dai questionari ad essi somministrati. A tal fine si è provveduto a
incrociare, tramite il software statistico SPSS, le risposte ad alcuni dei quesiti del suddetto
questionario.
45
In particolare, per vagliare in modo più specifico l’impatto turistico che la mostra può aver avuto
sul territorio, le risposte alla domanda 7 (relativa al motivo della visita a Catania) sono state
incrociate di volta in volta con quelle relative alle domande 8 (durata della permanenza a Catania),
9 (luogo di pernottamento), 10 (tipologia di struttura ricettiva scelta) e 11 (numero di volte in cui si
è visitato la città), rivolte, come si è già specificato, ai visitatori non residenti.
Consideriamo in primo luogo l’incrocio tra domanda 7 e 8. Come precedentemente rilevato, la
maggior parte dei visitatori della mostra è rappresentata da residenti. Tra le altre motivazioni della
presenza in città spicca sicuramente quello della vacanza o visita a parenti e amici, ma gioca un
ruolo interessante anche l’interesse per l’arte contemporanea. Se 71 tra gli intervistati hanno
indicato questa come motivazione principale, va tuttavia sottolineato come ben 40 abbiano
dichiarato di restare in città solo mezza giornata. Tale aspetto è in linea con la provenienza
principalmente regionale del pubblico della mostra; quest’ultima è stata dunque in grado di attrarre
visitatori da fuori Catania, ma nella maggior parte dei casi questi si sono rivelati degli escursionisti,
piuttosto che dei turisti veri e propri. Va in ogni modo sottolineato come chi è giunto a Catania per
motivi diversi dall’interesse per l’arte contemporanea potrebbe aver incrementato di un giorno la
propria permanenza al fine di visitare la mostra; tuttavia, sulla base delle sole risposte al
questionario non è possibile verificare questa ipotesi.
Per quanto riguarda l’incrocio tra le domande 7 e 9, emerge come la maggior parte dei non residenti
che hanno visitato la mostra, ovvero 92 tra questi, abbiano pernottato a Catania. In particolare, di
questi 50 si sono recati in città per motivi di vacanza, 18 per motivi di studio e 12 per interesse per
l’arte contemporanea. Anche in questo caso va quindi rilevato come l’incidenza della mostra sulle
presenze turistiche catanesi non sia stata particolarmente consistente.
Consideriamo adesso l’incrocio tra le domande 7 e 10. Tra coloro che sono giunti a Catania per un
personale interesse per l’arte contemporanea e che hanno dichiarato di effettuare almeno un
pernottamento in città, la scelta della tipologia di struttura ricettiva si divide sostanzialmente tra
hotel e case in affitto.
Infine va tenuto in considerazione l’incrocio tra domanda 7 e 11. Tra i visitatori giunti per un
interesse per l’arte contemporanea, in pochi hanno risposto alla domanda relativa al numero di
visite effettuate a Catania. Tra questi, la maggior parte (ovvero 18) ha dichiarato di essersi recato a
Catania più di 5 volte. Tra coloro i quali hanno asserito di visitare la città per la prima volta, la
maggior parte (38) ha riportato come propria motivazione principale la vacanza o visita a parenti o
amici. Da quanto appena riportato si deduce che la mostra non abbia avuto una forte rilevanza in
46
termini di attrazione di visitatori “nuovi” per la città di Catania, pur attirando l’attenzione di un
buon numero di persone presenti sul territorio per la prima volta.
Dalle valutazioni sopra riportate emerge un’incidenza non molto elevata della mostra “Burri e
Fontana - Materia e Spazio” sull’attrattività turistica del territorio. Tuttavia, va rimarcato come tali
considerazioni si basino esclusivamente sull’elaborazione dei questionari distribuiti ai visitatori
della mostra, dai quali non possono essere estrapolati alcuni elementi, come ad esempio l’eventuale
incremento della permanenza media dei turisti correlata alla visita dell’esposizione.
A prescindere dall’effettivo impatto della mostra sull’attrattività turistica dell’area, un altro
elemento da vagliare è sicuramente rappresentato dagli effetti che tale evento ha generato da un
punto di vista sociologico, ovvero in termini di avvicinamento dei visitatori all’arte ed alla cultura
in generale.
Al fine di analizzare questo aspetto, sono stati effettuati ulteriori incroci tra diversi quesiti del
questionario, sempre tramite il software statistico SPSS. Da tali incroci sono emerse delle
valutazioni più approfondite riguardo alle caratteristiche dei visitatori della mostra, già parzialmente
delineate in precedenza.
Tra i vari elementi, si è cercato di comprendere il rapporto intercorrente tra il motivo della presenza
a Catania e quello della visita alla mostra, effettuando un incrocio tra le risposte alle domande 7 e
12.
Da tale incrocio emerge come per i residenti le tre motivazioni indicate per la visita alla mostra
(ovvero gli artisti in mostra, l’interesse per l’arte contemporanea, il prestigio della Fondazione)
abbiano avuto fondamentalmente lo stesso peso. Per i non residenti invece, le motivazioni principali
sono fondamentalmente le prime due; ciò probabilmente può essere interpretato come una maggiore
riconoscibilità della Fondazione Puglisi Cosentino presso un pubblico di residenti all’epoca della
mostra “Burri e Fontana - Materia e Spazio”, riconoscibilità che dovrebbe aumentare man mano che
l’attività della stessa si prolunghi nel tempo.
Oltre al fattore “motivazionale”, altre caratteristiche dei visitatori sono state approfondite, al fine di
tracciare un quadro più preciso del pubblico della mostra.
Si è così provveduto ad incrociare un fattore meramente anagrafico, quale l’età dei visitatori
(domanda 2), con il loro stato occupazionale (domanda 5).
Per quanto riguarda il primo di questi incroci, è emerso come la maggior parte degli occupati (156)
abbia tra i 21 e i 30 anni, ma rilevanti sono anche le fasce di età tra i 41 e i 50 anni, tra i 21 e i 30
anni e tra i 51 e i 60 anni, ovvero sostanzialmente le fasce intermedie di età. Per quanto riguarda gli
studenti, è importante sottolineare che ben 110 di essi hanno un’età tra i 21 e i 30 anni, elemento
47
questo che può rappresentare un ritardo complessivo dei giovani visitatori per quanto riguarda
l’inserimento nel mondo del lavoro.
Un altro aspetto vagliato riguarda la possibile influenza di alcune caratteristiche dei visitatori (in
particolare età, stato di occupazione e provenienza) rispetto alla motivazione che ha portato alla
visita alla città di Catania.
Consideriamo dapprima il rapporto tra tale motivazione e l’età dei visitatori. Tra i residenti le fasce
di età maggiormente interessate sono quelle tra i 21 e i 30 anni e tra i 31 e i 40; come si è già avuto
modo di sottolineare, infatti, la visita alla mostra ha attratto principalmente un pubblico giovane.
Chi si è mosso per motivi di studio, com’è facile intuire, ha un’età inferiore ai 30 anni, mentre le
motivazioni di lavoro e vacanza hanno interessato in modo pressoché indistinto le 3 fasce di età tra i
21 e i 50 anni.
È interessante notare come l’interesse per l’arte contemporanea abbia mosso verso Catania
principalmente persone di età compresa tra 21 e 40 anni; ancora una volta si può dunque affermare
che la mostra abbia suscitato un fattore di attrazione più elevato nei confronti di soggetti di età
medio-bassa, portando questi a spostarsi dal proprio luogo di residenza pur di visitarla.
Passiamo adesso ad analizzare il rapporto tra la motivazione della visita a Catania e lo stato di
occupazione dei visitatori (domanda 5). Se, com’è facile intuire, le motivazioni di lavoro e studio
hanno portato a Catania rispettivamente soggetti occupati e studenti, va rimarcato come anche i
soggetti giunti in città per altri motivi (perché residenti, per vacanza o per interesse per l’arte
contemporanea) appartengano principalmente a queste due categorie (anche se nei primi due casi il
distacco tra soggetti occupati e studenti è più evidente).
Infine consideriamo l’incrocio tra la motivazione della visita a Catania e la provenienza dei
visitatori (domanda 6). Escludendo per ovvie ragioni i visitatori residenti, va evidenziato come chi
si è recato a Catania per motivi di studio provenisse principalmente dalle altre province siciliane, ed
in parte dalla restante parte della provincia o dall’estero. Coloro che sono giunti a Catania per
motivi di lavoro provenivano principalmente dalle altre province ed in parte dalla restante parte
della provincia e dal territorio nazionale. Per quanto riguarda la motivazione di vacanza e visita a
parenti o amici, la provenienza è per lo più siciliana o italiana (42 visitatori per entrambe le
categorie territoriali), anche se è rilevante la presenza estera (27 visitatori).
Per ciò che concerne infine la motivazione dell’interesse per l’arte contemporanea, ovvero quella
strettamente connessa alla visita alla mostra “Burri e Fontana - Materia e Spazio”, va rilevato come
la maggior parte dei visitatori che hanno indicato tale ragione per la propria presenza a Catania
provenisse dalla restante parte del territorio siciliano. La mostra, dunque, avrebbe attratto
48
principalmente un pubblico di residenti e di siciliani; si rende così manifesta una sua difficoltà, già
evidenziata, a definirsi come elemento di attrazione turistica per la città di Catania. È tale capacità
di attrazione che andrebbe dunque incrementata nel corso dei successivi eventi che la Fondazione
Puglisi Cosentino si propone di organizzare.
Un altro aspetto che è stato tenuto in considerazione riguarda il rapporto tra il motivo della visita a
Catania e l’abitudine a visitare mostre di arte contemporanea (domanda 13). In generale,
indipendentemente dalla motivazione che ha condotto a recarsi a Catania, la maggior parte dei
visitatori ha dichiarato di visitare abitualmente mostre di arte contemporanea. Solo tra chi ha
visitato la città per motivi di studio si è manifestata una leggera prevalenza di chi non ha
quest’abitudine. Inoltre, tra i residenti è molto forte la presenza di persone che non hanno una
naturale propensione alla visita di manifestazioni di arte contemporanea. La mostra su Burri e
Fontana ha dunque attratto un ingente numero di catanesi “non appassionati” di tale forma d’arte,
ponendosi dunque come strumento di avvicinamento ad essa e, in generale, di culturalizzazione di
un vasto pubblico.
Così come si è fatto per il motivo della visita a Catania, anche il motivo specifico della visita alla
mostra è stato incrociato con alcuni fattori di carattere socio-demografico dei visitatori, ovvero la
loro età, posizione occupazionale e provenienza geografica.
Per quanto riguarda il primo incrocio (motivazione ed età) non emergono delle considerazioni
particolarmente rilevanti: per ogni fascia d’età sono bene o male rilevanti tutte e tre le motivazioni
principali, anche se per i giovanissimi (tra i 12 e i 20 anni) il prestigio della Fondazione non
sembrerebbe essere un fattore particolarmente importante.
Per ciò che concerne invece il rapporto tra il motivo della visita alla mostra e lo stato occupazionale
dei visitatori, un elemento che forse conviene rimarcare è la scarsa importanza, per quanto riguarda
gli studenti, del prestigio della Fondazione come fattore motivazionale per la visita alla mostra. Tale
considerazione è perfettamente in linea con quanto appena detto in merito allo scarso interesse dei
giovanissimi nei confronti di tale fattore.
Infine, consideriamo il rapporto intercorrente tra il motivo della visita alla mostra e la provenienza
dei visitatori. Distinguendo tra i residenti nella città di Catania e nella restante parte della provincia,
e coloro i quali provengono invece dall’esterno, un aspetto che emerge è lo scarso rilievo, per questi
ultimi, del prestigio della Fondazione Puglisi Cosentino come motivazione principale della visita
alla mostra. La rilevanza di tale Istituzione sembrerebbe dunque, come si è già avuto modo di
sottolineare, molto più elevata per i residenti, quantomeno al momento in cui ha avuto luogo la
mostra su Burri e Fontana.
49
Passiamo infine ad analizzare il rapporto intercorrente tra l’abitudine a visitare mostre d’arte
contemporanea ed alcuni dati di carattere anagrafico, ovvero l’età, lo stato occupazionale e la
provenienza dei visitatori.
Per quanto riguarda il primo di questi incroci, va rimarcato come per tutte le fasce di età si manifesti
una prevalenza di chi è abituato a visitare tale genere di manifestazioni; fanno eccezione
esclusivamente i visitatori più giovani, con età inferiore ai 21 anni, e, seppur di poco, quelli con età
compresa tra i 61 e i 70 anni. Ad eccezione dei giovanissimi, dunque, la maggior parte dei visitatori
ha la tendenza a visitare eventi d’arte contemporanea, anche se diversi sono stati i visitatori
“neofiti” per ogni fascia d’età.
Per quanto concerne il rapporto tra l’abitudine a visitare tali eventi e lo stato occupazionale dei
visitatori, va rimarcato come per tutte le categorie considerate prevalgano coloro i quali presentano
tale abitudine. Rappresenta una piccola eccezione la categoria dei pensionati.
Infine, per quanto riguarda il rapporto tra la provenienza dei visitatori e tale abitudine, emerge come
la prevalenza di chi la possiede sia forse più netta per chi proviene dal di fuori del contesto
provinciale. Si può dunque ipotizzare che la conoscenza e la passione per l’arte contemporanea sia
allo stato attuale più diffusa in contesti territoriali diversi da quello catanese, anche se la presenza di
una realtà come quella della Fondazione Puglisi Cosentino può e deve, attraverso la propria attività,
giocare un ruolo rilevante nell’avvicinare ulteriormente il pubblico catanese a questa importante
espressione culturale.
In conclusione, volendo ribadire alcuni aspetti emersi nel corso del presente paragrafo, va rimarcata
l’importanza di ampliare la conoscenza della Fondazione presso un pubblico di giovanissimi, ma
anche presso chi proviene dal di fuori del contesto siciliano.
Al contempo, va sottolineato un fattore estremamente positivo correlato alla mostra “Burri e
Fontana”: se essa ha attratto principalmente un pubblico già abituato alla visita di eventi di tal
genere, è fondamentale rilevare come essa abbia attirato anche un numero consistente di non
appassionati, in particolare tra i residenti, contribuendo in tal modo ad avvicinare il pubblico all’arte
ed alla cultura.
Le considerazioni appena fatte hanno dunque evidenziato aspetti di forza e di debolezza correlati a
questo evento; essi dovranno costituire un punto di partenza per la futura attività della Fondazione
Puglisi Cosentino.
50
3.3 IMPATTO SOCIOLOGICO DELLA MOSTRA
L’analisi in merito alle caratteristiche socio-demografiche dei visitatori della mostra “Burri e
Fontana - Materia e Spazio”, è utile per comprendere l’impatto sociologico che questa può aver
avuto sul territorio siciliano.
In particolare, come si è in precedenza evidenziato, la mostra ha attratto in modo evidente il
pubblico catanese, suscitando maggiore interesse nei confronti degli appassionati di arte
contemporanea, ma riuscendo a coinvolgere anche persone che, pur essendo piuttosto predisposte
nei confronti della cultura genericamente intesa, normalmente non partecipano ad eventi correlati a
questa sua particolare espressione. Importante, in tal senso, è stata probabilmente anche la politica
tariffaria adottata dalla Fondazione Puglisi Cosentino, che ha stabilito un prezzo piuttosto ridotto per
il biglietto d’ingresso, mantenendo inoltre gratuita la visita alla mostra nei pomeriggi di martedì e
venerdì. In tal modo si è incrementata notevolmente la fruibilità dell’evento, riuscendo a
coinvolgere diverse categorie di pubblico.
Nonostante la maggior parte dei visitatori intervistati abbia dichiarato di provenire da Catania, va
infatti ricordato nuovamente come rilevante sia stato il numero di soggetti provenienti da altri
contesti urbani, in particolar modo interni all’intero territorio regionale. L’interesse suscitato dalla
mostra ha quindi ampiamente superato i confini cittadini e provinciali, come si è più volte
sottolineato nel corso dei precedenti paragrafi.
Indipendentemente da quanto appena affermato, è importante esaminare nel dettaglio l’attività che,
proprio in relazione ed in concomitanza con l’evento, è stata svolta dalla sezione Didattica della
Fondazione Puglisi Cosentino.
L’attività di Didattica posta in essere dalla Fondazione durante lo svolgimento della mostra su Burri
e Fontana ha visto impegnata la dott.ssa Mercedes Auteri in qualità di Responsabile dei servizi
educativi, e la dott.ssa Claudia D’Angelo in qualità di Educatore museale. Erano poi presenti cinque
collaboratori esterni: Giamina Croazzo, Giuseppe Lana, Riccardo Francaviglia, Nadia Ruiju e
Margherita Sgarlata.
Le attività di base svolte dalla sezione Didattica della Fondazione in tale periodo sono state:
• Laboratori , suddivisi in pratici (consistenti nella realizzazione di un’opera attraverso
tecniche e materiali ispirati alla mostra) e concettuali (collegati all’osservazione ed alla
lettura delle opere), e differenziati per fasce d’età;
51
• Letture animate a tema storico-artistico, rivolte sia a scuole che a famiglie. Quest’attività è
stata di volta in volta calibrata a seconda della tipologia di pubblico (bambini o adulti); in
particolare, ogni mese, durante tutta la durata della mostra, sono state svolte due letture
animate, rivolte una ai bambini ed una agli adulti;
• Visite guidate, rivolte a tutti.
Inoltre, a tutte le scuole di ogni ordine e grado presenti sul territorio regionale, è stata proposta una
lezione introduttiva alla mostra, svolta da un operatore didattico della Fondazione, differenziata in
base all’età scolare ed assolutamente gratuita. Di tale attività hanno potuto usufruire le istituzioni
scolastiche realmente interessate alla mostra, le quali ne avessero prenotato la visita per un numero
minimo di 50 studenti partecipanti.
La Fondazione sin dalla prima mostra ha contattato i soggetti potenzialmente interessati alle diverse
attività didattiche. Sono stati invitati a partecipare istituti di ogni ordine e grado (dalle scuole
materne alle Accademie ed Università, fino ai Master Universitari); tuttavia, la risposta è stata
differente a seconda della provincia di appartenenza di tali istituti.
In particolare, dalla provincia di Catania sono sopraggiunti studenti da tutte le categorie di istituti
scolastici ed universitari; dalle altre province, probabilmente per una questione logistica, sono giunti
invece prevalentemente studenti di scuole superiori o Facoltà universitarie.
Tab.1: n° visitatori didattica “Burri e Fontana” pe r provincia
CT AG CL EN ME PA SR RG TP RC NOVEMBRE 259 0 0 0 0 0 0 0 0 0
DICEMBRE 861 0 0 0 79 164 15 103 0 0
GENNAIO 1028 0 0 50 0 31 0 38 0 73
FEBBRAIO 1230 0 0 76 0 160 87 80 46 0
MARZO 1389 0 0 95 116 229 217 43 0 0
APRILE 720 42 72 36 0 101 0 0 0 0
MAGGIO 476 0 0 18 0 129 66 25 0 0
TOTALE 5963 42 72 275 195 814 385 289 46 73
Come si evince dalla tabella 1, che riporta il numero dei partecipanti alle attività didattiche
organizzate dalla Fondazione durante la durata della mostra “Burri e Fontana - Materia e Spazio”, è
stato coinvolto l’intero territorio regionale. Inoltre, nel mese di gennaio la Fondazione ha ospitato 73
visitatori provenienti da Reggio Calabria.
52
Sebbene il maggior numero di visitatori provenisse dalla provincia di Catania (5.963 su un totale di
8.154, ovvero il 73,1% del totale), è evidente che la sezione Didattica della Fondazione sia stata in
grado di suscitare interesse anche al di fuori dei confini provinciali, nonchè regionali.
In particolare, escludendo Catania, le province maggiormente coinvolte nella sua attività sono state
Palermo (la quale spicca sulle altre con i suoi 814 visitatori), Siracusa, Ragusa ed Enna.
Ad ogni modo, la strategia delineata dal Dipartimento Educazione della Fondazione Puglisi
Cosentino punta al suo inserimento nei circuiti di turismo scolastico nazionale.
Per quanto concerne la tipologia di visitatori che sono stati coinvolti nelle attività didattiche della
Fondazione nel periodo di svolgimento della mostra, è utile analizzare i dati contenuti nei
questionari ad essi somministrati (in totale ne sono stati compilati 156).
Dall’elaborazione dei suddetti questionari21 emerge come la maggior parte dei fruitori delle attività
didattiche fosse rappresentato da scuole, piuttosto che da gruppi organizzati o da singoli individui.
In particolare, per il 50% si trattava di scuole medie superiori, per il 14,1% di Università, per il
12,8% di scuole elementari e per il 6,4% di scuole medie inferiori.
Grafico 11: Categorie di Istituti coinvolti nelle attività didattiche
Dall’analisi dei questionari emerge poi come la maggior parte degli intervistati (64,7%) abbia
giudicato il prezzo delle attività didattiche svolte perfettamente in linea con i servizi ottenuti, mentre
il 28,8% abbia giudicato tali servizi poco costosi rispetto all’offerta. Soltanto il 3,2% dei soggetti
intervistati sembra aver considerato il prezzo delle attività svolte eccessivo rispetto alle peculiarità
delle stesse. Si può dunque rilevare un generale apprezzamento dei servizi che la sezione Didattica
della Fondazione ha offerto in occasione della mostra “Burri e Fontana - Materia e Spazio” 21 Così come i questionari somministrati ai visitatori della mostra, anche i questionari specificamente correlati alle attività della sezione Didattica della Fondazione sono stati elaborati tramite il software statistico SPSS.
53
Grafico 12: Valutazione delle attività in funzione del prezzo
Va poi sottolineato come, oltre alle attività per così dire principali poste in essere dalla sezione
Didattica della Fondazione Puglisi Cosentino, la stessa abbia ideato ed attuato, in occasione della
mostra “Burri e Fontana - Materia e Spazio”, altri particolari progetti.
Il primo di questi è stato rivolto agli studenti dell’ultima classe delle scuole secondarie superiori di
Catania, ed ha offerto ad alcuni di essi la possibilità di diventare “Ambasciatori per la Fondazione
Puglisi Cosentino nel mondo”. In particolar modo, il coinvolgimento finale in questo progetto ha
riguardato tre alunni, scelti tra i più meritevoli, della scuola media “Q. Maiorana”. A questi è stata
data la possibilità di frequentare l’Istituzione al fine di conseguire un’adeguata preparazione sulla
mostra. Una volta istruiti in merito, questi ragazzi, forniti di uno speciale badge ed insigniti della
carica di “Ambasciatori”, hanno guidato la propria classe ed altri gruppi nella visita della mostra. In
questo modo è stata offerta loro la possibilità di ampliare la propria conoscenza dell’arte
contemporanea, ma soprattutto di vivere un’esperienza unica ed istruttiva sotto molti punti di vista.
Il secondo progetto “speciale” consisteva nel “Concorso Diario di Bordo”, correlato all’“Itinerario
del contemporaneo in Sicilia”. Tale itinerario è stato definito tramite la collaborazione tra la
Fondazione Puglisi Cosentino, la Fondazione Orestiadi di Gibellina (Trapani) ed il Museo di Arte
Contemporanea della Sicilia di Palazzo Riso a Palermo, al fine di mettere in luce questo aspetto
ancora poco conosciuto dell’isola, terra del mito classico.
Al sopra citato concorso hanno potuto partecipare tutti gli istituti, di ogni ordine e grado, che
avessero scelto almeno due delle tre tappe dell’itinerario; per poter partecipare gli studenti hanno
dovuto elaborare un resoconto delle visite effettuate, inviandolo poi alla Responsabile dei servizi
educativi della Fondazione Puglisi Cosentino, entro una data prefissata (31 maggio 2010). Per gli
autori dei migliori elaborati è stato previsto un premio; inoltre, il migliore resoconto è stato
pubblicato sul sito web della Fondazione.
54
Un’altra iniziativa posta in essere dalla sezione Didattica della Fondazione durante il periodo di
svolgimento della mostra “Burri e Fontana” riguarda la realizzazione di due laboratori di pittura su
base steineriana, uno rivolto ai bambini e l’altro agli adulti, i quali hanno coinvolto
complessivamente 40 persone. Ai partecipanti è stato offerto l’ingresso gratuito in mostra, mentre il
costo del laboratorio è stato di 5 €, necessari a coprire le spese sostenute da chi ha svolto l’attività.
In riferimento all’attività Didattica della Fondazione, vanno infine citate due proiezioni effettuate in
corrispondenza della conclusione della mostra “Burri e Fontana - Materia e Spazio”.
La prima di queste, effettuata il 14 maggio, ha avuto come oggetto una performance realizzata dagli
allievi attori della Scuola d’Arte Drammatica Umberto Spadaro del Teatro Stabile di Catania, sotto
la supervisione della docente e coreografa Donatella Capraro. Tale performance ha avuto luogo
all’interno delle sale espositive della mostra, integrandosi perfettamente con i concetti di “materia e
spazio” rappresentati nelle opere di Alberto Burri e Lucio Fontana.
La seconda di tali proiezioni, preceduta da una visita propedeutica alla mostra, è stata effettuata il 15
maggio; con essa si è voluto rendere omaggio al Cretto realizzato da Alberto Burri a Gibellina. In
particolare sono stati proiettati quattro diversi video, ognuno dei quali ha raccontato con un taglio
specifico la più grande opera d’arte italiana presente sul territorio siciliano. Per i partecipanti a tale
proiezione è stato stabilito un prezzo d’ingresso alla mostra pari a 2,50 €, mentre la visione dei
video è avvenuta a titolo gratuito.
Volendo ulteriormente analizzare l’impatto che la mostra “Burri e Fontana” ha avuto in termini di
culturalizzazione ed avvicinamento all’arte, vanno necessariamente citate alcune iniziative poste in
essere dalla Fondazione Puglisi Cosentino durante tale evento.
Una di queste è stata l’iniziativa denominata Lasciati guidare: in occasione della XII Settimana
della cultura, svoltasi dal 16 al 25 aprile 2010, sono state organizzate alcune visite “d’autore”
condotte da artisti siciliani. In questo modo si è potuto offrire un punto di vista più intimo sulle
opere esposte, riuscendo ad avvicinare all’arte anche un pubblico di non addetti ai lavori. In
quest’occasione, il biglietto d’ingresso alla mostra ha avuto un prezzo pari a 2,50 €, mentre la visita
guidata è stata offerta gratuitamente.
Un’altra iniziativa che ha avuto luogo durante il periodo di apertura della mostra “Burri e Fontana”
riguarda l’organizzazione della mostra “Pre-visioni”, ospitata in alcune delle sale espositive di
Palazzo Valle. Tale evento, che ha avuto luogo dal 13 dicembre 2009 al 28 febbraio 2010, è stato
organizzato in collaborazione con le Accademie di Belle Arti di Catania e Palermo, dando agli
studenti coinvolti (9 per ognuna delle due Accademie) l’opportunità di esporre i propri lavori, e
55
creando al contempo una nuova possibilità di avvicinamento del pubblico siciliano all’arte
contemporanea.
Al fine di stabilire un legame tra le due mostre, e di invogliarne la fruizione, la Fondazione ha
deciso di adottare un prezzo unico d’ingresso: il biglietto per la mostra “Burri e Fontana” consentiva
dunque l’accesso anche alla mostra “Pre-visioni”.
In occasione di quest’ultima, la sezione Didattica della Fondazione ha inoltre dato vita al progetto
“Pre-visioni di Pre-visioni”, ovvero una serie di 12 laboratori didattici d’autore rivolti agli studenti
della scuola Sante Giuffrida di Catania. Le visite animate sono state tenute dagli operatori della
Fondazione, affiancati in questa speciale occasione dagli artisti dell’Accademia di Catania che
esponevano alla mostra.
A partire dal 29 aprile, fino alla chiusura della mostra “Burri e Fontana” avvenuta il 16 maggio, la
Fondazione Puglisi Cosentino ha inoltre ospitato la mostra “SCAU/Chiaramonte. 10 opere di
architettura in 100 opere di fotografia”, organizzata in tutti i suoi dettagli dallo Studio di architettura
SCAU, con sede ad Acireale.
Per quanto concerne le iniziative svolte in occasione della mostra “Burri e Fontana”, va fatta infine
menzione di una visita guidata effettuata a porte chiuse e rivolta ad un gruppo di medici; essa è stata
organizzata al fine di rispondere alla richiesta di un’azienda farmaceutica, che, in considerazione
dello spessore artistico dell’evento, desiderava offrire ad alcuni tra i propri clienti questa particolare
esperienza. La programmazione di visite guidate a porte chiuse di mostre d’arte, differenziate in
base al tipo di pubblico, costituisce una pratica consolidata in diverse realtà museali, nazionali ed
internazionali, mentre è ancora pressoché assente nel contesto siciliano. Il fatto che sia stata
un’impresa a richiedere alla Fondazione Puglisi Cosentino l’organizzazione di tale visita
rappresenta dunque una manifestazione del prestigio dell’Istituzione e della mostra da questa
organizzata.
In conclusione, in base a quanto finora affermato, si può quindi sottolineare l’importanza che la
mostra “Burri e Fontana - Materia e Spazio” ha rivestito nel favorire la conoscenza e l’amore per
l’arte contemporanea. La Fondazione Puglisi Cosentino, attraverso la politica tariffaria adottata ha
reso l’evento accessibile alle diverse fasce di pubblico, mentre la predisposizione di differenti
occasioni e modalità di fruizione ne ha incrementato notevolmente la comprensibilità anche per i
“non esperti”.
L’affiancamento con altre manifestazioni artistiche ha poi contribuito ad arricchire l’offerta
culturale dell’Istituzione, incrementando, nel corso dell’evento, la sua capacità di avvicinamento
delle varie categorie di pubblico alle diverse espressioni dell’arte contemporanea.
56
3.4 L’ANALISI DELL’IMPATTO ECONOMICO
3.4.1 IL CONTESTO ECONOMICO DI RIFERIMENTO
Prima di tentare di determinare l’impatto che la mostra “Burri e Fontana - Materia e Spazio” può
avere avuto sul sistema economico del territorio catanese, è opportuno delinearne, anche se in linea
generale, le peculiarità, contestualizzando tale realtà nel più ampio panorama economico mondiale.
In prima battuta, è interessante analizzare la situazione economica mondiale nel periodo di apertura
della mostra, ovvero a quasi tre anni di distanza dallo scoppio della crisi finanziaria globale, la quale
ha comportato conseguenze decisamente negative sull’economia reale della maggior parte dei Paesi,
sia economicamente avanzati che in via di sviluppo.
In base a quanto affermato nell’edizione di aprile 2010 del World Economic Outlook, elaborato dal
Fondo Monetario Internazionale, la ripresa globale nei primi mesi di tale anno si stava sviluppando
in modo più rapido di quanto non fosse stato inizialmente prospettato, sebbene la velocità di
recupero variasse da un Paese all’altro. In particolare, le economie emergenti si stavano riprendendo
più rapidamente di quanto non facessero i Paesi ad economia avanzata.
Tra questi ultimi, gli Stati Uniti avrebbero mostrato una ripresa migliore rispetto ad Europa e
Giappone. Tra i Paesi ad economia emergente, invece, è stata l’Asia ad avere avuto una situazione
privilegiata in questo processo di recupero. La crescita economica si è consolidata anche in parte
dell’America Latina ed in altre economie emergenti, mentre ha continuato ad andare a rilento in
molte delle economie emergenti europee ed in diversi Paesi del Commonwealth degli Stati
Indipendenti (organizzazione regionale formata da Stati dell’ex blocco sovietico). L’Africa sub-
sahariana, infine, ha dato segno, in questo periodo, di aver superato bene la crisi.
Sebbene il recupero nelle attività economiche e finanziarie fosse abbastanza evidente, l’accesso al
credito è rimasto in questa fase piuttosto difficoltoso per alcuni settori. Nelle economie avanzate, a
quanto sembra, si è conclusa la crisi del sistema creditizio; in molte economie emergenti si è poi
accelerata la crescita del credito. Tuttavia, le condizioni finanziarie sono rimaste più difficili rispetto
al periodo antecedente alla crisi. Soprattutto nei Paesi ad economia avanzata, infatti, molti settori
hanno continuato ad avere limitato accesso al mercato dei capitali; la difficoltà nell’ottenere un
prestito è risultata maggiore per i consumatori e per le piccole e medie imprese (PMI).
Inoltre, in alcune economie avanzate, il crescente deficit pubblico ha contribuito ad un notevole
incremento dei premi di rischio, creando così una nuova minaccia per la ripresa economica.
57
Nei primi mesi del 2010, dunque, pur migliorando la situazione generale dell’economia mondiale, la
prospettiva di una ripresa assoluta era ancora incerta, nonostante una buona parte dei rischi di una
“ricaduta” del sistema economico fossero diminuiti.
Rimanevano, infatti, i rischi correlati alla crescita del debito pubblico, che nei Paesi ad economia
avanzata stava diventando decisamente consistente. In particolare, nel breve periodo, un pericolo
derivava dalla crisi di liquidità e di solvibilità della Grecia, che, se non controllata, sarebbe potuta
sfociare in una crisi del debito a livello internazionale.
Si può affermare che l’allarme principale derivasse dai limiti delle manovre poste in essere dalla
maggior parte dei Paesi ad economia avanzata per arginare la crisi, che rendevano i sistemi
economici in ripresa potenzialmente più esposti a possibili nuovi traumi. Inoltre, l’esposizione
bancaria nei confronti dei beni immobili continuava a porre nuovi potenziali rischi, soprattutto negli
Stati Uniti ed in parte dell’Europa.
A conclusione di quanto appena esposto, è possibile dunque affermare che l’economia mondiale, nel
periodo considerato, si stesse poco alla volta riprendendo dalla pesante recessione nella quale era
scivolata a seguito della crisi finanziaria. Tuttavia, la condizione in cui versava l’economia globale
non si era completamente normalizzata; determinante al fine di superare completamente la crisi
diveniva dunque il modo in cui i diversi Paesi avrebbero affrontato la situazione contingente,
caratterizzata da notevoli elementi d’incertezza.22
Per quanto concerne invece la situazione economica generale che caratterizzava il nostro Paese
durante il periodo di svolgimento della mostra “Burri e Fontana”, si può fare riferimento a quanto
emerso dal Rapporto Annuale 2009 elaborato dall’Istat. In primo luogo si deve sottolineare come il
biennio 2008-2009, straordinariamente difficile per l’economia mondiale, abbia comportato degli
effetti estremamente negativi anche sul sistema economico-produttivo italiano.
Volendo approfondire tale generale situazione, vanno considerati alcuni aspetti specifici quali la
propensione ai consumi, agli investimenti ed alla produzione; essa nel 2009 ha effettivamente subito
un calo in tutti e tre gli ambiti, proprio a causa del perdurare della fase di recessione economica
avviatasi nel 2007.
Il tasso di disoccupazione nel 2009 è cresciuto per il secondo anno consecutivo (il numero di
disoccupati ha sfiorato i 2 milioni), e si è ulteriormente incrementato nei primi mesi del 2010.
Per quanto riguarda il reddito disponibile, va detto che il potere di acquisto delle famiglie
consumatrici si era abbassato nel 2008 dello 0,9%, mentre nel 2009 si è verificata un’ulteriore
22 World Economic Outlook, a cura del Fondo Monetario Internazionale, edizione di aprile 2010.
58
riduzione, pari al 2,5%. Alla luce di questa considerazione è dunque facile comprendere la
contrazione subita dalla spesa per consumi finali, che in termini reali si è ridotta dello 0,8% nel
2008 e dell’1,8% nel 2009.
Per quanto concerne il Pil, invece, alla fine del 2009 esso ha subito una riduzione di circa il 6%
rispetto al valore registrato nel secondo trimestre del 2008, ovvero prima dell’inizio della fase più
acuta della crisi economica.
Il biennio 2008-2009 è stato dunque particolarmente difficile per l’economia nazionale; basta
pensare che in Italia la caduta del prodotto è stata molto accentuata e più forte di quella registrata
negli altri grandi Paesi industrializzati. Nel terzo trimestre del 2009 l’attività economica italiana
aveva segnato un primo recupero, registrando però una leggera flessione del prodotto (-0,1%) in
chiusura d’anno.
Nel primo trimestre del 2010 si è tuttavia avuto un recupero diffuso relativamente alle diverse
componenti della domanda, verificandosi in tal modo un’espansione significativa dell’economia
(+0,5%).
In generale, il 2010 si è avviato all’insegna di una ripresa della produzione e degli scambi
internazionali; ciò nonostante, nei primi mesi di tale anno erano ancora presenti dei forti elementi
d’instabilità, da tenere strettamente sotto controllo, al fine uscire in modo definitivo da tale periodo
recessivo.23
Dai dati e dalle considerazioni sopra riportate emergono nettamente le difficoltà riscontrate dal
sistema economico nazionale, ed in generale mondiale, durante il periodo di apertura della mostra su
Burri e Fontana; tale congiuntura negativa non può dunque essere ignorata al momento di analizzare
la situazione economica attraversata dal contesto territoriale oggetto del presente lavoro, ovvero il
comune di Catania.
È innanzitutto possibile, nonché doveroso, definire le peculiarità del contesto economico catanese,
facendo riferimento in particolare a quanto emerso nell’ambito dell’analisi effettuata dalla Camera
di Commercio di Catania in occasione dell’8° Giornata dell’Economia (7 maggio 2010).
L’analisi in questione fa principalmente riferimento al territorio provinciale, ma in essa sono
contenuti anche elementi correlati alle diverse realtà comunali, ed in primo luogo al capoluogo
catanese.
Uno degli aspetti che emerge da tale analisi riguarda la struttura estremamente polverizzata del
tessuto economico-produttivo catanese: circa il 70% delle imprese presenti sul territorio è infatti 23 Rapporto Annuale. La situazione del Paese nel 2009, a cura del Sistema Statistico Nazionale (SISTAN) e dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT).
59
rappresentato da ditte individuali, mentre il 90% dichiara un capitale da 0 a 25.000 €. Questa
peculiarità, per certi versi in linea con il panorama produttivo italiano, incide negativamente sulla
propensione delle imprese a destinare risorse economiche in ricerca e innovazione.
Facendo riferimento alla crisi economica globale, di cui prima si è fatto un accenno, va osservato
come la provincia di Catania sia stata, insieme a Siracusa e Ragusa, ma anche a Trapani, tra le
province che ne hanno subito maggiormente gli effetti negativi. Ciò è dovuto probabilmente al
tessuto produttivo di tali contesti, caratterizzato da una discreta vivacità, ma anche, come si è detto,
da ridotte dimensioni aziendali e da una scarsa autonomia finanziaria, aspetti che rendono molto più
arduo il compito di sopravvivere a congiunture economiche estremamente negative.
Per ciò che concerne il benessere della popolazione, va detto che questo viene sintetizzato tramite
tre valori: reddito lordo pro-capite, patrimonio e consumi delle famiglie.
Se l’Italia ha subito nel 2009 una contrazione di consumi e reddito disponibile, a seguito della
riduzione del tasso di occupazione, va detto che la maggiore propensione al risparmio ha
caratterizzato anche le famiglie siciliane. In particolare, in provincia di Catania il patrimonio delle
famiglie ammontava nel 2009 a 108.583 milioni di euro (si tratta del secondo valore più elevato tra
le province siciliane, dopo quello registrato a Palermo) con un aumento dello 0,5% rispetto al 2008;
Catania è stata la provincia siciliana con la maggiore propensione al risparmio.
Il reddito disponibile pro-capite delle famiglie in Sicilia ha un valore medio di 12.980 €, e Catania si
dimostra fondamentalmente in linea con esso. Va ad ogni modo rimarcato come, in media, le
famiglie siciliane possano contare su un reddito disponibile pro-capite pari a circa il 60% dei valori
registrati nell’Italia settentrionale.
Consideriamo adesso nel dettaglio il tessuto imprenditoriale del territorio catanese; esso, al
31/12/2009 è costituito da 85.777 imprese attive, su un totale di 103.515 imprese registrate (di
queste, il 33,45% è collocato presso il capoluogo). Queste sono concentrate prevalentemente nei
settori tradizionali dell’economia, ovvero Commercio, Agricoltura, Costruzioni e Attività
manifatturiere (stesso discorso va fatto in riferimento al comune di Catania: qui si ha una netta
prevalenza di attività commerciali, e gli altri tre settori più importanti sono rappresentati,
nell’ordine, da Costruzioni, Attività manifatturiere e Agricoltura).
Il comparto economico di Alberghi e ristoranti consta invece di 3.639 imprese attive, attestandosi
così all’8° posto, con una percentuale del 4,24% sul totale (presso il comune di Catania le imprese
appartenenti a questa categoria sono 1.403, pari al 4,05% delle imprese presenti in tale contesto
territoriale). Questo dato percentuale è superiore rispetto a quello registrato a Palermo (4,1%), ma è
nettamente inferiore rispetto a quello di Taormina (20%), e, anche se di poco, a quelli di Siracusa
60
(4,8%) e Ragusa (4,4%). In realtà, se si considerano arrivi e presenze turistiche, Catania si colloca al
terzo posto tra le province siciliane; va tuttavia sottolineato che, ancora oggi, a fronte di tanti
propositi per il rilancio del settore, spesso connessi ai principi del marketing territoriale, non si sono
riscontrati i debiti risultati in termini di competitività della destinazione. È dunque probabilmente
necessario rivedere le strategie di sviluppo finora implementate, al fine di consentire finalmente
l’adeguato sfruttamento del notevole potenziale turistico dell’area.
Per quanto concerne lo sviluppo imprenditoriale verificatosi in provincia di Catania nel 2009,
determinato dal rapporto tra il tasso di natalità (6,0%) e di mortalità (5,5%) delle imprese, va
sottolineato come questo abbia registrato nell’anno in questione un valore positivo pari allo 0,5%. Si
evidenzia così una netta differenza rispetto alla situazione nazionale e regionale, per le quali si è
registrato un tasso di sviluppo negativo rispettivamente dello 0,3% e dell’1,1%. Tuttavia, tale
eccezione va valutata alla luce dei dati disaggregati, che distinguono le imprese in base alla loro
specifica categoria d’appartenenza. In particolare, in provincia di Catania, a fronte di un decremento
del numero di imprese registratosi quasi in tutte le categorie (il comparto di Alberghi e Ristoranti ha
ad esempio perso il 4,2% delle imprese rispetto all’anno precedente), nel 2009 si è verificato uno
sviluppo del 25% delle “imprese non classificate”, ovvero inattive, aspetto questo di difficile
interpretazione.
Per quanto riguarda la natura giuridica delle imprese, infine, va detto che il territorio provinciale si
allinea perfettamente con il più ampio contesto nazionale, in quanto la maggior parte delle attività
imprenditoriali in esso presenti si costituisce nella forma di impresa individuale. Tuttavia, le società
di capitali operanti a Catania rappresentano il 12% delle imprese complessive, contro una media
regionale del 10%; ciò sembrerebbe indicare una maggiore dinamicità del tessuto produttivo
catanese, rispetto alla restante parte del territorio siciliano.24
3.4.2 L’ANDAMENTO DEL SETTORE TURISTICO
Una volta delineato il quadro complessivo del sistema economico e produttivo della provincia di
Catania, con una particolare attenzione nei confronti del capoluogo provinciale, è possibile
focalizzare l’attenzione sul settore turistico, che, come si è più volte affermato, può e deve rivestire
un ruolo particolarmente importante nello sviluppo dell’area in questione.
Per fare ciò è in primo luogo necessario comprendere l’entità della domanda turistica rivolta al
territorio del comune di Catania, all’interno del quale ha avuto luogo la mostra “Burri e Fontana”, di 24L’economia reale dal punto di osservazione delle camere di Commercio, Report sull’8° Giornata dell’Economia a cura della Camera di Commercio di Catania.
61
cui s’intendono stimare gli effetti socio-economici. È inoltre opportuno definire le dimensioni e
l’andamento del comparto ricettivo catanese, evidenziando dunque la capacità del territorio di
ospitare i potenziali visitatori.
Per quanto riguarda il primo aspetto, ovvero la domanda turistica, è importante osservare
l’andamento di arrivi e presenze registratosi a Catania negli ultimi 10 anni (periodo 2000-2009),
distinguendo tra turisti italiani e stranieri.
Tab.2: Movimento turistico Italiani presso il comune di Catania, periodo 2000-2009
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Arrivi 92.764 91.254 101.716 136.612 154.946 159.749 167.806 163.381 172.834 184.774
Presenze 300.557 323.201 276.071 310.330 331.188 352.373 366.473 360.218 384.935 441.961
Perm. media 3,24 3,54 2,71 2,27 2,14 2,21 2,18 2,20 2,23 2,39
Grafico 13: Arrivi e presenze Italiani, periodo 2000-2009
62
Grafico 14: Permanenza media Italiani, periodo 2000-2009-
Come si evince dalla tabella 2 e dai grafici 13 e 14, la domanda turistica italiana rivolta a Catania ha
avuto nel periodo 2000-2009 un andamento sostanzialmente positivo. In particolare, gli arrivi hanno
registrato un trend assolutamente positivo, se si esclude il leggero calo subito nel 2001, e la
riduzione un po’ più evidente avutasi nel 2007. Le presenze, invece, hanno ottenuto un incremento
tra 2000 e 2001, per poi abbassarsi in modo abbastanza evidente nel 2002. Nel 2003 hanno
ricominciato ad aumentare, riuscendo a superare nel 2004 i valori registrati nel 2001. Dal 2004 in
poi, infine, esse sono state costantemente in aumento, se si esclude un lieve calo subito tra 2006 e
2007.
Se il trend positivo della domanda turistica rivolta a Catania è un elemento importante da rilevare, è
tuttavia doveroso sottolineare come la permanenza media dei turisti italiani sul territorio sia
estremamente ridotta. Essa ha registrato valori superiori ai tre giorni solo nel 2000 e nel 2001, per
poi ridursi a partire dall’anno successivo. Dal 2003, il trend relativo della permanenza media dei
turisti italiani è piuttosto altalenante, ma va rimarcato come i valori registrati siano davvero bassi,
attestandosi al di sotto dei 2,5 giorni (valore lievemente superato nel 2002).
Se si vuole scendere ulteriormente nel dettaglio, è possibile esaminare i dati sulle dinamiche della
domanda riferiti al periodo 2004-2009, distinguendo tra strutture alberghiere ed extralberghiere.
Tab.3: Movimento turistico alberghiero Italiani presso il comune di Catania, periodo 2004-2009
2004 2005 2006 2007 2008 2009
Arrivi 132.261 133.958 146.437 145.564 154.097 159.399
Presenze 254.663 264.966 290.431 283.878 293.848 317.381
Perm. media 1,93 1,98 1,98 1,95 1,91 1,99
63
Tab.4: Movimento turistico extralberghiero Italiani presso il comune di Catania, periodo 2004-2009
2004 2005 2006 2007 2008 2009
Arrivi 22.685 25.791 21.369 17.817 18.737 25.375
Presenze 76.525 87.407 76.042 76.340 91.087 124.580
Perm. media 3,37 3,39 3,56 4,28 4,86 4,91
Dalle tabelle 3 e 4, sopra riportate, emerge come i turisti italiani che si sono recati a Catania negli
ultimi 6 anni abbiano in genere prediletto gli esercizi alberghieri. Tuttavia, va sottolineato come la
permanenza media in essi registrata sia nettamente inferiore a quella degli esercizi extralberghieri.
Inoltre, va rilevato il forte incremento delle presenze italiane nelle strutture ricettive extralberghiere
verificatosi nel 2009.
Consideriamo adesso l’altra componente della domanda, ovvero quella straniera.
Tab.5: Movimento turistico stranieri presso il comune di Catania, periodo 2000-2009
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Arrivi 49.407 54.252 50.881 65.911 77.091 84.831 102.033 106.610 104.292 103.286
Presenze 120.880 159.183 113.590 152.288 181.503 205.063 247.855 273.835 256.587 253.169
Perm. media 2,45 2,93 2,23 2,31 2,35 2,42 2,43 2,57 2,46 2,45
Grafico 15: Arrivi e presenze stranieri, periodo 2000-2009
64
Grafico 16: Permanenza media stranieri, periodo 2000-2009
Per ciò che concerne la domanda turistica straniera rivolta a Catania nel periodo 2000-2009, va
evidenziato come questa abbia registrato un trend sostanzialmente positivo, anche se essa
sembrerebbe aver subito le conseguenze dell’attuale crisi economica più di quanto abbia fatto la
domanda nazionale.
Per quanto riguarda gli arrivi, essi hanno avuto nel periodo considerato un trend sostanzialmente
positivo; vanno ad ogni modo rilevate due eccezioni. La prima riguarda il decremento avutosi nel
2002; la seconda la riduzione registratasi tra 2007 e 2008, con un calo ulteriore degli arrivi nel 2009.
In riferimento alle presenze, va osservato come queste siano aumentate tra 2000 e 2001, per poi
subire un forte decremento nel 2002. Nel 2003 si è poi avviata una decisa ripresa e si è delineato un
andamento positivo delle presenze straniere, durato fino al 2007. Nel 2008 esse si sono invece
ridotte, continuando a diminuire l’anno successivo.
La permanenza media dei turisti stranieri ha sostanzialmente registrato lo stesso andamento delle
presenze; va però sottolineato il livello molto basso di questo valore, che si è quasi sempre
mantenuto al di sotto dei 2,5 giorni.
Come per la domanda italiana, è possibile poi distinguere tra i flussi rivolti agli esercizi alberghieri e
quelli indirizzati agli esercizi extralberghieri, in relazione al periodo 2004-2009.
Tab.6: Movimento turistico alberghiero stranieri presso il comune di Catania, periodo 2004-2009
2004 2005 2006 2007 2008 2009
Arrivi 66.164 67.278 83.587 87.779 85.181 80.325
Presenze 144.729 150.283 184.309 203.034 188.895 180.780
Perm. media 2,19 2,23 2,2 2,31 2,22 2,25
65
Tab.7: Movimento turistico extralberghiero stranieri presso il comune di Catania, periodo 2004-2009
2004 2005 2006 2007 2008 2009
Arrivi 10.927 17.553 18.446 18.831 19.111 22.961
Presenze 36.774 54.780 63.546 70.803 67.692 72.389
Perm. media 3,37 3,12 3,44 3,76 3,54 3,15
Così come i turisti italiani, anche i turisti stranieri hanno generalmente preferito, durante il periodo
considerato, alloggiare in strutture alberghiere; inoltre, anche in questo caso la permanenza media
registrata in questa categoria di esercizi è inferiore rispetto a quella degli esercizi extralberghieri
(anche se la differenza è meno evidente rispetto alla domanda italiana). Va inoltre rimarcato come
le presenze straniere presso le strutture extralberghiere siano sostanzialmente raddoppiate tra il 2004
e il 2009.
Volendo fare una sintesi della situazione appena delineata, si può osservare la tabella 8 ed il grafico
12, che mostrano l’andamento della domanda turistica complessivamente rivolta a Catania nel
periodo 2000-2009.
Tab.8: Movimento turistico complessivo presso il comune di Catania, periodo 2000-2009
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Arrivi 142.171 145.506 152.597 202.523 232.037 244.580 269.839 269.991 277.126 288.060
Presenze 421.437 482.384 389.661 462.618 512.691 557.436 614.328 634.053 641.522 695.130
Grafico 17: Arrivi e presenze complessivi, periodo 2000-2009
66
Dall’osservazione della tabella 8 e del relativo grafico emerge come gli arrivi turistici totali rivolti a
Catania abbiano avuto un andamento positivo nel periodo 2000-2009, e come le presenze abbiano
anch’esse registrato un trend sostanzialmente positivo, con l’eccezione del notevole decremento
subito nel 2002.
Sulla base di quanto appena affermato, è opportuno fare alcune iniziali osservazioni.
Innanzitutto, va considerato che il decremento della domanda straniera e delle presenze italiane
registratosi nel 2002 è stato probabilmente una conseguenza della crisi attraversata dall’intero
settore turistico nel periodo immediatamente successivo all’attentato terroristico subito dagli Stati
Uniti l’11 settembre del 2001.
In secondo luogo, va osservato come sia stata esclusivamente la componente straniera della
domanda turistica a ridursi nel biennio 2008-2009, subendo gli effetti della crisi economica, mentre
la componente nazionale, ovvero quella maggiormente presente sul territorio catanese, ha visto
aumentare sia gli arrivi che le presenze.
Infine, va rilevata una “nota dolente” del turismo rivolto a Catania, ovvero la permanenza media dei
turisti, sia italiani che stranieri, che registra sempre dei valori decisamente ridotti. Al fine di
modificare tale peculiarità, si manifesta dunque in modo pressante la necessità di adottare
un’opportuna strategia di sviluppo turistico, in grado di ampliare l’offerta catanese. In tal modo si
potranno invogliare i turisti a permanere più a lungo sul territorio, piuttosto che considerare la città
solo quale luogo di passaggio per accedere alle altre destinazioni siciliane.
Oltre all’andamento registratosi nel corso dell’ultimo decennio, della domanda turistica rivolta a
Catania è importante analizzare un altro elemento, ovvero la stagionalità; anche in questo caso,
occorre effettuare una distinzione tra turisti italiani e stranieri, in quanto i due gruppi di norma
presentano un atteggiamento differente in merito alla distribuzione delle proprie vacanze nell’arco
di un anno.
Consideriamo dapprima la stagionalità della domanda turistica italiana, riferendoci all’anno 2009.
Tab.9: Stagionalità domanda turistica italiana, anno 2009
gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic
Arrivi 11.761 13.472 15.633 15.502 18.744 14.972 14.176 18.763 16.936 15.637 14.944 14.234
Presenze 27.251 29.044 34.035 35.228 41.183 36.245 39.378 56.156 41.244 36.809 33.278 32.110
67
Grafico 18: Stagionalità domanda turistica italiana, anno 2009
Come emerge dalla tabella 9 e dal grafico 18, gli arrivi dei turisti italiani hanno avuto un andamento
positivo fino al mese di maggio (se si esclude una leggera riduzione nel mese di aprile), per poi
subire un decremento abbastanza consistente nel mese di giugno, e diminuire ulteriormente a luglio.
Nel mese di agosto si è invece registrato il picco annuale degli arrivi (anche se il valore registrato
nel corso di questo mese è stato solo lievemente superiore a quello di maggio); dopodiché essi si
sono ridotti costantemente fino al mese di dicembre.
Per quanto riguarda le presenze, il loro andamento è stato positivo fino a maggio, mentre a giugno si
è registrato un calo abbastanza netto. A luglio le presenze straniere hanno ricominciato a crescere,
registrando il picco annuale nel mese di agosto; dopodiché si sono ridotte fino al mese di dicembre.
La stagionalità della domanda turistica straniera si può invece ricavare dall’osservazione della
tabella 10 e del grafico 19:
Tab.10: Stagionalità domanda turistica straniera, anno 2009
gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic
Arrivi 3.106 4.004 5.076 12.200 11.363 10.139 11.904 13.090 12.393 10.689 4.743 4.579
Presenze 8.536 11.394 14.348 25.853 24.792 23.667 31.072 33.615 29.651 24.946 12.270 13.025
68
Grafico 19: Stagionalità domanda turistica straniera, anno 2009
Dalla tabella e dal grafico sopra riportati, emerge come gli arrivi turistici degli stranieri, nel 2009,
abbiano registrato un costante aumento fino al mese di aprile, per poi subire un calo a maggio, e
ridursi ulteriormente a giugno. A luglio essi hanno ricominciato a crescere, raggiungendo il picco
annuale ad agosto, per poi diminuire fino a dicembre. Le presenze hanno avuto un andamento simile
a quello degli arrivi; tuttavia, si è evidenziata una differenza a fine anno, in quanto il valore
registratosi a dicembre è stato superiore rispetto a quello di novembre.
Un aspetto che emerge dalle tabelle, ma soprattutto dai grafici relativi alla stagionalità delle due
componenti della domanda turistica, riguarda come essa si concentri in prevalenza nei mesi centrali
dell’anno, registrando in entrambi i casi un picco ad agosto. Tuttavia, mentre i turisti italiani sono
comunque piuttosto presenti anche nei mesi invernali, la domanda turistica straniera si riduce in
modo più netto durante questi ultimi, in termini sia di arrivi che di presenze. Si può dunque
affermare che la stagionalità della domanda turistica straniera sia più accentuata rispetto a quella
della domanda nazionale.
Dopo avere rilevato l’andamento della domanda turistica degli ultimi dieci anni, va a questo punto
analizzato quello dell’offerta ricettiva del comune di Catania, in modo da comprendere, in un
secondo momento, le dinamiche che regolano all’interno di quest’area il rapporto tra le due
dimensioni.
69
Tab.11: Offerta ricettiva del comune di Catania, periodo 2000-2009
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Esercizi 31 38 59 69 89 112 127 168 184 194
Letti 3.562 4.058 4.852 5.059 5.591 6.059 5.686 6.071 6.422 6.473
Camere 1.925 2.166 2.519 2.623 2.852 3.048 2.732 2.937 3.087 3.104
Bagni 913 1.159 1.521 1.623 1.820 2.012 2.109 2.293 2.452 2.483
Grafico 20: Offerta ricettiva del comune di Catania, periodo 2000-2009
Dalla tabella 11 e dal relativo grafico emerge che l’offerta ricettiva del comune di Catania sia
aumentata costantemente nel periodo intercorso tra 2000 e 2009; fa eccezione solo un decremento
del numero di posti letto e di camere registratosi nel 2006.
Va tuttavia rilevata una peculiarità della crescita dell’offerta ricettiva catanese avutasi negli ultimi
dieci anni. Se il numero di esercizi è cresciuto considerevolmente durante il periodo considerato, in
quanto si è più che sestuplicato tra il 2000 e il 2009, l’incremento del valore delle altre tre
dimensioni non è stato così evidente (i posti letto e le camere non si sono neanche raddoppiate,
mentre il numero dei bagni si è meno che triplicato). Tale particolarità può essere probabilmente
spiegata con la nascita, negli ultimi anni, di numerosi esercizi di categoria extralberghiera,
caratterizzati di norma da un numero di camere e posti letto inferiore a quello degli esercizi
alberghieri (si pensi ad esempio ai Bed and Breakfast, che negli ultimi anni hanno avuto un’ampia
diffusione sul territorio provinciale, e che in Sicilia non possono, secondo la L.R. 4/2003, che ha
parzialmente modificato la L.R. 32/2000, avere più di 5 camere e 20 posti letto).
70
Per avallare quanto appena affermato si possono osservare i dati sull’offerta ricettiva di Catania
relativamente al periodo 2004-2009, distinguendo tra strutture alberghiere ed extralberghiere.
Tab.12: Offerta alberghiera del comune di Catania, periodo 2004-2009
2004 2005 2006 2007 2008 2009
Esercizi 37 41 44 45 51 51
Letti 2.645 2.986 3.238 3.271 3.518 3.502
Camere 1.377 1.517 1.669 1.690 1.807 1.794
Bagni 1.327 1.467 1.634 1.655 1.772 1.776
Grafico 21: Offerta alberghiera del comune di Catania, periodo 2004-2009
Come si evince dall’osservazione dei dati contenuti nella tabella 12 e del grafico 21, relativi
all’andamento dell’offerta ricettiva alberghiera del comune di Catania nel periodo 2004-2009, il
numero di esercizi negli ultimi sei anni non si è neanche raddoppiato, incrementandosi di sole 14
unità. Tuttavia, gli altri tre valori considerati (posti letto, camere e bagni) sono aumentati di alcune
centinaia di unità. L’andamento dell’offerta ricettiva alberghiera è stato sostanzialmente positivo nel
periodo considerato, se si esclude una leggera flessione del numero di camere tra 2008 e 2009.
71
Più altalenante è stato invece l’andamento dell’offerta ricettiva extralberghiera:
Tab.13: Offerta extralberghiera del comune di Catania, periodo 2004-2009
2004 2005 2006 2007 2008 2009
Esercizi 52 71 83 123 133 143
Letti 2.946 3.073 2.448 2.800 2.904 2.971
Camere 1.475 1.531 1.063 1.247 1.280 1.310
Bagni 493 545 475 638 680 707
Grafico 22: Offerta extralberghiera del comune di Catania, periodo 2004-2009
Osservando la tabella 13 ed il grafico 22 emerge come, negli ultimi sei anni, il numero di esercizi
extralberghieri presenti sul territorio catanese si sia quasi triplicato, aumentando di 91 unità; in
particolare, si è evidenziato un notevole incremento (pari a 40 unità) tra 2006 e 2007. Tuttavia, il
numero di posti letto extralberghieri nel 2009 è stato di sole 25 unità superiore a quello registrato
nel 2004; questo valore ha infatti subito un forte decremento nel 2006, recuperando solo
parzialmente negli anni successivi. Nel 2006 si è verificato anche un notevole crollo del numero di
camere; tale valore si è infatti ridotto di 165 unità nel periodo tra 2004 e 2009. Infine, il numero di
bagni è aumentato di oltre 200 unità nel periodo considerato, pur avendo anch’esso subito un
decremento abbastanza rilevante nel 2006.
In base a quanto appena osservato si può ipotizzare che, nel corso degli ultimi sei anni, l’offerta
extralberghiera catanese abbia parzialmente modificato la propria struttura, incrementando il
numero di strutture piccole, a svantaggio di quelle generalmente di maggiori dimensioni. Tale
72
ipotesi può essere avvalorata dal fatto che, nel 2009, dei 143 esercizi extralberghieri presenti a
Catania, ben 105 (pari al 73,43% del totale) appartenevano alla categoria dei Bed and Breakfast.
Una volta delineato l’andamento dell’offerta ricettiva catanese, va compreso quale sia il suo
rapporto con la domanda turistica rivolta alla destinazione; in particolare, è dunque interessante
analizzare il trend registrato negli anni dal tasso di occupazione dei posti letto delle strutture
ricettive catanesi (tabella 14 e grafico 23).
Tab.14: Tasso di occupazione posti letto, periodo 2000-2009
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
32,33% 32,57% 22,00% 25,05% 25,05% 25,21% 29,60% 28,61% 27,29% 29,42%
Grafico 23: Andamento tasso di occupazione posti letto, periodo 2000-2009
Come emerge immediatamente dalla tabella 14 e dal relativo grafico, negli ultimi dieci anni il tasso
di occupazione dei posti letto delle strutture ricettive catanesi ha avuto un andamento piuttosto
altalenante, mantenendosi in ogni modo sempre ad un livello piuttosto basso. Inoltre, i valori più
elevati si sono registrati all’inizio del decennio considerato (ovvero nel 2000 e nel 2001), e questo fa
ipotizzare che, negli ultimi anni, la crescita dell’offerta ricettiva non sia stata frutto di un’azione
“strategica”, collegata all’aumento della domanda, ma che abbia piuttosto risposto ad altre esigenze,
prima fra tutte, probabilmente, la possibilità di accedere a forme di finanziamento di natura
pubblica.
Così come è stato fatto in relazione alla consistenza dell’offerta ricettiva catanese, anche per il tasso
di occupazione dei posti letto è opportuno distinguere tra strutture alberghiere ed extralberghiere. In
73
particolare, nel periodo intercorso tra 2004 e 2009, tale dimensione ha registrato, nelle due diverse
categorie di esercizi, i seguenti valori:
Tab.15: Tasso di occupazione posti letto per categoria ricettiva, periodo 2004-2009
2004 2005 2006 2007 2008 2009
Esercizi alberghieri 41,26% 38,10% 40,17% 40,78% 37,49% 26,60%
Esercizi extralberghieri 10,55% 12,68% 15,62% 14,40% 14,94% 20,92%
Grafico 24: Andamento tasso di occupazione posti letto per categoria ricettiva, periodo 2004-2009
La tabella ed il grafico sopra riportati evidenziano un andamento molto particolare della misura
considerata. In particolare, fino al 2008, gli esercizi alberghieri hanno registrato un valore di gran
lunga superiore rispetto a quello degli esercizi extralberghieri, attestandosi sempre intorno al 40%;
al contrario, le strutture extralberghiere hanno ottenuto valori molto bassi, superando (di
pochissimo) il 15% soltanto nel 2006. La situazione è però mutata notevolmente nel 2009; in tale
anno si è infatti manifestato un calo molto considerevole del tasso di occupazione dei posti letto
alberghieri, e, nello stesso tempo, un incremento relativamente rilevante di quello dei posti letto
extralberghieri. Tale particolarità, in mancanza di ulteriori elementi a diposizione, può essere
probabilmente interpretata come una reazione dei turisti alla crisi economica, che può averli indotti
a preferire delle strutture ricettive meno costose.25
25 Fonte dati statistici: Provincia Regionale di Catania, Servizio Turismo.
74
Volendo sintetizzare quanto illustrato finora in merito alle condizioni del settore turistico catanese,
va sottolineato come, a fronte di un andamento piuttosto positivo della domanda, emerga un
elemento decisamente negativo, ovvero la ridotta permanenza media dei turisti sul territorio. La
destinazione analizzata è dunque probabilmente considerata, allo stato attuale, come una località di
passaggio per poter accedere alle altre attrazioni della Sicilia orientale, ed è quindi questo un aspetto
che è necessario modificare attraverso un’adeguata strategia di sviluppo e di miglioramento
dell’offerta turistica complessiva.
Un altro elemento rilevato nel corso della disamina delle dinamiche della domanda turistica
catanese è la sua stagionalità, particolarmente evidente per quanto riguarda la componente straniera.
È dunque necessario definire una strategia di sviluppo turistico che sia in grado di differenziare
l’offerta del territorio, conseguendo così anche l’obiettivo di destagionalizzare i flussi turistici ad
esso rivolti, ed ottenendo una loro distribuzione più uniforme nel corso dell’anno.
Per ciò che concerne le dinamiche dell’offerta ricettiva catanese, va osservato come questa abbia
rilevato un andamento decisamente positivo nel corso dell’ultimo decennio; tuttavia, dall’analisi del
tasso di occupazione dei posti letto si evince come tale crescita non sia stata generalmente guidata
dal tentativo di rispondere all’aumento del numero di turisti, quanto da altri fattori, tra i quali si può
ipotizzare che figuri la possibilità di accesso a fonti di finanziamento di diversa natura.
Sulla base di queste considerazioni è possibile affermare che Catania debba rivedere la propria
strategia di sviluppo turistico, cercando di consolidare gli elementi positivi, ma anche di far fronte ai
fattori negativi (permanenza media ridotta, elevata stagionalità della domanda), ed incrementando
quindi la propria competitività come destinazione turistica.
3.4.3 L’IMPATTO DELLA MOSTRA SULLA COMPETITIVITA’ T URISTICA DEL
TERRITORIO
Avendo ormai delineato le condizioni in cui si trova attualmente il sistema economico catanese, e,
nello specifico, quelle in cui versa il settore turistico, è possibile a questo punto tentare di
comprendere se la mostra “Burri e Fontana - Materia e Spazio” sia stata in grado di generare un
impatto positivo su tale sistema. Per farlo occorre valutare diversi aspetti, tra cui il numero, la
tipologia e la collocazione geografica delle imprese e dei singoli soggetti che sono stati coinvolti
nell’implementazione di tale specifico evento, nonché l’influenza che questo può avere avuto in
relazione alla competitività turistica del territorio catanese (vanno osservati, ad esempio, il numero
di turisti che hanno visitato la mostra, la loro permanenza media, la capacità di destagionalizzazione
dei flussi turistici, e così via).
75
Consideriamo dapprima questo secondo aspetto. Dall’analisi dei questionari effettuata nel paragrafo
3.2 non sembrerebbe emergere un particolare impatto della mostra sull’attrattività turistica del
territorio. Tuttavia, come si è già avuto modo di sottolineare nel corso del suddetto paragrafo, in
riferimento ad esso i dati estrapolati da tali questionari forniscono delle informazioni parziali, non
consentendo di rilevare alcuni elementi, quale ad esempio l’eventuale incremento della permanenza
media dei turisti correlata alla visita dell’esposizione.
Al fine di comprendere se la mostra “Burri e Fontana - Materia e Spazio” abbia parzialmente
contribuito alla competitività turistica del territorio, può dunque essere utile analizzare anche gli
arrivi e le presenze turistiche nel periodo in cui tale manifestazione ha avuto luogo, e confrontarli
con il medesimo periodo dell’anno precedente.
Si considerino dapprima i dati relativi ad arrivi e presenze turistiche nei mesi di novembre e
dicembre 2009, elaborati dal Servizio Turistico Regionale n°13 della Regione Siciliana e riferiti al
territorio di Catania ed Acicastello, e li si confronti con quelli registrati negli stessi mesi del 2008.
Tab.16: Arrivi e presenze italiani, 1 novembre – 31 dicembre
2008 2009 Differenza %
Arrivi 34.867 40.051 5.184 14,868
Presenze 77.031 86.966 9.935 12,897
Permanenza media 2,21 2,17
Tab.17: Arrivi e presenze stranieri, 1 novembre – 31 dicembre
2008 2009 Differenza %
Arrivi 9.527 11.377 1.850 19,418
Presenze 23.811 29.541 5.730 24,065
Permanenza media 2,50 2,60
Come si evince dalle tabelle 16 e 17, sia per quanto riguarda i turisti italiani che per quelli stranieri
si è registrato, nel periodo considerato, un sostanziale incremento di arrivi e presenze rispetto
all’anno precedente. Ciò è particolarmente evidente per quanto riguarda il turismo domestico.
Se durante i primi due mesi di apertura della mostra “Burri e Fontana - Materia e Spazio” si è
dunque evidenziato un complessivo incremento della domanda turistica rivolta al territorio di
Catania e Acicastello, bisogna ora considerare i restanti mesi di apertura della mostra, ovvero il
periodo tra gennaio e maggio del 2010.
Anche in questo caso sono stati impiegati i dati elaborati dal Servizio Turistico Regionale n°13
della Regione Siciliana, e si è eseguito un confronto tra 2010 e 2009.
76
A tal proposito si osservino le tabelle 18 e 19; emerge immediatamente come, anche nei restanti 5
mesi di apertura della mostra si sia evidenziato, nel territorio considerato, un sostanziale incremento
di arrivi e presenze sia italiani che stranieri. 26
Tab.18: Arrivi e presenze italiani, 1 gennaio – 31 maggio
2008 2009 Differenza %
Arrivi 105.175 110.084 4.909 4,67%
Presenze 231.033 240.424 9.391 4,06%
Permanenza media 2,20 2,18
Tab.19: Arrivi e presenze stranieri, 1 gennaio – 31 maggio
2008 2009 Differenza %
Arrivi 41.770 43.920 2.150 5,15%
Presenze 100.504 105.754 5.250 5,22%
Permanenza media 2,41 2,41
Sulla base di quanto appena osservato, si può dunque affermare che, durante il periodo di apertura
della mostra (15 novembre 2009 – 16 maggio 2010), il territorio ascrivibile ai comuni di Catania e
Acicastello abbia registrato un aumento di arrivi e presenze turistiche. Pur non potendo correlare in
modo “scientifico” tale incremento con l’evento in questione, è comunque ipotizzabile che esso sia
stato realmente in grado di avere un impatto positivo sull’attrattività turistica dell’evento.
3.4.4 IL COINVOLGIMENTO DEL TESSUTO IMPRENDITORIALE
Osserviamo adesso quale sia stata la capacità di coinvolgimento del sistema imprenditoriale locale
dimostrata dalla Fondazione Puglisi Cosentino in occasione della progettazione e delle diverse fasi
di realizzazione della mostra “Burri e Fontana - Materia e Spazio”.
Sicuramente, la messa in opera di una mostra d’arte del calibro di quella qui analizzata presuppone
il coinvolgimento di un numero molto elevato di imprese e soggetti di diverso genere.
In primo luogo, due attività fondamentali per la realizzazione dell’evento riguardano il trasporto
delle opere e l’assicurazione delle stesse. In questo caso però, va sottolineato come siano state le due
Fondazioni (Fontana e Burri) a porre, come condizione per il prestito delle opere, l’utilizzo, per la
cura di entrambi gli aspetti, delle imprese da esse indicate. È stato tuttavia effettuato un trasporto
minore, che ha avuto come oggetto il plastico del Cretto di Gibellina, ottenuto dal Museo delle
26
Fonte dati statistici: Servizio Turistico Regionale n°13, Catania
77
Trame del Mediterraneo, avente sede in tale paese, per il periodo della mostra. Tale opera è stata
assicurata per il periodo in questione attraverso un’agenzia di GENERALI s.p.a.
Tra le attività essenziali per la realizzazione di un simile evento figura naturalmente l’allestimento,
che, per quanto riguarda la mostra “Burri e Fontana” è stato eseguito nella formula “da chiodo a
chiodo”. Le opere sono dunque giunte appositamente imballate presso la sede della Fondazione
Puglisi Cosentino, sono state semplicemente tratte fuori dalle casse che le contenevano e collocate
nei diversi punti dell’area espositiva, in base a quanto stabilito dal piano di allestimento. Di questa
attività è stata incaricata Arteria S.r.l. , una società di Firenze richiesta dalla Fondazione Fontana e
dalla Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri (la quale si è occupata anche della fase di
disallestimento, realizzata sempre nella formula “da chiodo a chiodo”); ci si è invece rivolti ad una
ditta individuale locale per la manovalanza sulle casse. Un caso a parte è stato rappresentato
dall’installazione dell’opera Concetto spaziale di Lucio Fontana, struttura al neon da questi
realizzata nel 1951, in occasione della IX Triennale di Milano. Per tale operazione era stata
suggerita dalla Fondazione Fontana una ditta di Milano; tuttavia, alla fine ci si è rivolti all’impresa
Angelo Musumeci, una ditta individuale avente sede a Catania, che aveva precedentemente
lavorato con Arnaldo Pomodoro. Tale ditta, a seguito del lavoro effettuato per la Fondazione Puglisi
Cosentino, è stata incaricata dalla Fondazione Fontana di realizzare una copia dell’opera in
questione; tale istituzione ha inoltre suggerito di rivolgersi allo stesso Angelo Musumeci per
l’allestimento di una mostra che sarà realizzata a Brera con una selezione delle opere esposte a
Palazzo Valle durante l’evento esaminato. La ditta Angelo Musumeci ha inoltre preso contatti con
il MOCA (Museum of Contemporary Art) di Los Angeles per seguire il futuro allestimento di una
mostra nella quale dovrebbero essere esposte alcune opere di Fontana. Si può dunque affermare che,
in questo caso specifico, l’evento rappresentato dalla mostra “Burri e Fontana - Materia e Spazio”
sia stato in grado di sostenere l’attività di un’impresa catanese, consentendole di farsi conoscere ben
al di fuori del contesto territoriale locale.
Nell’ambito dell’allestimento di una mostra d’arte, un ruolo fondamentale riveste il cosiddetto
condition report, ovvero il rapporto (corredato di fotografie) sulle condizioni delle opere al
momento in cui giungono presso il luogo in cui verranno esposte; tale report viene redatto anche al
momento del disallestimento della mostra, per verificare che le opere non abbiano subito danni
durante la stessa. Per la mostra “Burri e Fontana” ad occuparsi della stesura del condition report
sono stati due restauratori in fase di allestimento, mentre soltanto uno si è occupato della fase di
disallestimento.
78
Va inoltre citata la figura del courier, ovvero dell’accompagnatore delle opere, che può o meno
essere richiesto da coloro che danno in prestito le opere esposte. Nel caso della mostra analizzata,
solo la Fondazione Burri ha richiesto un courier, Chiara Sarteanesi.
Al fine di predisporre le sale espositive per lo svolgimento della mostra, è stato necessario stampare
e collocare opportunamente le didascalie relative ad ogni opera e specifici pannelli informativi.
Della stampa di tale materiale è stata incaricata la ditta individuale Digital Media, avente sede a
Catania, la quale aveva svolto il medesimo compito anche in occasione della mostra “Costanti del
classico nell’arte del XX e XXI secolo”, primo evento espositivo organizzato dalla Fondazione
Puglisi Cosentino.
Per ciò che concerne la progettazione grafica di tutto il materiale collegato alla realizzazione della
mostra (pubblicità, poster per affissioni pubblicitarie, inviti, pieghevoli per i giornalisti, e così via) è
stata incaricata la Boomerang adv S.r.l., avente sede a Tremestieri Etneo (in provincia di Catania,
in prossimità del capoluogo). Di questa stessa operazione, durante la mostra precedente, sopra
richiamata, era stata invece incaricata una società avente sede a Firenze. Nell’ambito dell’attività di
elaborazione grafica sopra citata, si può dunque affermare che la mostra “Burri e Fontana” abbia
apportato un maggiore coinvolgimento del sistema imprenditoriale catanese, rispetto a quanto
avvenuto in occasione del primo grande evento organizzato dalla Fondazione Puglisi Cosentino.
Se Boomerang adv si è occupata della progettazione grafica del materiale, di natura principalmente
pubblicitaria e comunicazionale, necessario per l’implementazione della mostra, la stampa di tale
materiale è stata affidata a cinque diverse imprese. In particolare, si fa riferimento a:
• Stampa e Comunicazione Signorello S.r.l, avente sede a Catania;
• A2 Communication S.r.l., avente anch’essa sede a Catania;
• Villaggio Cristo Redentore S.r.l., avente sede a Troina (in provincia di Enna);
• Polistampa S.n.c., avente sede a Firenze;
• Officine Grafiche Riunite S.p.A., avente sede a Palermo.
In particolare, a queste ultime due società è stata affidata, per una questione di tempistica, la
realizzazione di una particolare stampa su pergamena trasparente e quella delle buste per gli inviti.
Va rimarcato come le imprese coinvolte nell’attività di stampa del materiale sopracitato siano quasi
tutte locali, o quantomeno collocate sul territorio regionale; anche da questo punto di vista, dunque,
la mostra “Burri e Fontana” è servita in qualche modo da stimolo al tessuto produttivo “nostrano”.
Un altro aspetto da considerare in riferimento all’organizzazione della mostra “Burri e Fontana”
riguarda l’ideazione e la stampa del relativo catalogo. In primo luogo, va detto che la realizzazione
di un simile catalogo ha inizio dalla predisposizione di foto in alta definizione di tutte le opere
79
esposte, nonché del testo descrittivo di ognuna di esse, che per la mostra in questione è stato
elaborato dal curatore Bruno Corà. In seguito, il materiale raccolto viene inviato all’editore, che
provvede ad impaginare ed a stampare il catalogo. Per quanto concerne la mostra qui analizzata,
sono stati contattati quattro possibili editori, aventi tutti sede in Italia settentrionale, in quanto
sfortunatamente l’editoria di settore è attualmente poco presente a livello locale. Le ditte contattate
sono state: Skira, Electa, Motta e Silvana Editoriale; è su quest’ultima impresa, avente sede
operativa a Cinisello Balsamo (Milano) che è ricaduta, anche per ragioni di costi e di tempistica, la
scelta per la stampa dei cataloghi sulla mostra. Silvana Editoriale S.p.A., che aveva realizzato
anche il catalogo relativo alla mostra precedente, si è occupata inoltre di pubblicizzare la mostra
presso testate specializzate, ovvero Exibart (sia sul sito che sul cartaceo) e il Giornale dell’Arte
(solo sul cartaceo).
Un altro elemento che è stato realizzato in occasione della mostra “Burri e Fontana” è rappresentato
dalle audioguide. Per la loro predisposizione sono state contattate, ai fini di ottenere un preventivo,
cinque diverse imprese, nessuna delle quali siciliana (una di Milano, due di Firenze e due di Roma);
anche in questo caso va sottolineato come, a livello locale, non siano diffuse le imprese che si
occupano in modo specifico di questa tipologia di prodotti. Sulla base dei preventivi inviati, si è
infine scelta Ascoltarte di Roma.
Per quanto riguarda la pubblicità relativa alla mostra “Burri e Fontana”, la Fondazione Puglisi
Cosentino ha incaricato Boomerang adv della gestione di tale aspetto; quest’ultima si è rivolta a
diverse agenzie. In particolare, la Publikompass S.p.A., con sede a Milano, si è occupata, tramite la
sua filiale di Catania, della pubblicità sulla stampa locale, mentre la RCS S.p.A., anch’essa avente
sede a Milano, ha gestito la pubblicità esclusivamente sul quotidiano Corriere della Sera. La
Manzoni S.p.A., società con sede a Milano, si è occupata della pubblicità sul quotidiano La
Repubblica, mentre la Novantacento S.r.l., con sede a Palermo, ha curato la pubblicità sul
magazine specializzato I love Sicily. Il fatto che la cura della pubblicità relativa alla mostra “Burri e
Fontana” sia stata affidata prevalentemente a società milanesi può essere giustificato sulla base di
una specifica considerazione, ovvero che le imprese operanti in questo specifico settore sono diffuse
soprattutto nel nord Italia. Ad ogni modo va sottolineato come, in occasione della mostra oggetto
della presente analisi, sia stata realizzata un’inserzione pubblicitaria congiunta con la distribuzione
sulla rivista di Federalberghi Sicilia. Tale inserzione è stata curata da Industria01, un’agenzia di
creatività e comunicazione avente sede a Tremestieri Etneo (Catania).
Per ciò che concerne la pubblicizzazione dell’evento, vanno inoltre citate le due imprese che si sono
occupate di realizzare ed affiggere i manifesti sulla mostra, ovvero Simeto Docks, avente sede a
80
Catania, che si è occupata delle località della Sicilia orientale, e Damir S.r.l., con sede a Palermo, la
quale ha invece gestito le località della Sicilia occidentale.
Un altro aspetto da vagliare, strettamente correlato all’inaugurazione della mostra, avvenuta il 14
novembre 2009, riguarda le trasferte e l’ospitalità dei giornalisti invitati a tale avvenimento, le cui
spese sono state a carico della Fondazione. In particolare, i biglietti aerei sono stati prenotati ed
acquistati tramite Trimondo Viaggi S.r.l., tour operator locale avente sede a Catania. Per i
trasferimenti dei giornalisti sono state impiegate due diverse società di noleggio, entrambe locali.
Infine, per l’ospitalità di questi soggetti e di coloro che hanno preso parte all’allestimento della
mostra (il curatore Bruno Corà, Aldo Iori, che ha collaborato all’allestimento ed alla definizione del
testo per le audioguide, l’architetto Tiziano Sarteanesi della Fondazione Burri, che ha curato il piano
di allestimento della mostra, e Chiara Sarteanesi, courier richiesto da tale Istituzione), sono state
coinvolte quattro diverse strutture alberghiere:
• UNA Hotel Palace;
• Principe Hotel;
• Stesicorea Palace Hotel;
• Grand Hotel Baia Verde.
Di queste strutture, tre sono collocate a Catania, mentre l’ultima si trova ad Acicastello (CT). Presso
l’Hotel Baia Verde hanno inoltre alloggiato, in qualità di ospiti della Fondazione Puglisi Cosentino,
i rappresentanti delle Fondazioni Fontana e Burri.
Il ruolo di addetto stampa per la mostra “Burri e Fontana” è stato ricoperto dallo Studio Esseci di
Padova, lo stesso impiegato per la mostra precedente. Si tratta di un’agenzia che si occupa
principalmente di mostre ed eventi collegati al tempo libero, che si è occupata dei contatti con i
giornalisti a livello nazionale. A livello locale, tale attività è invece stata svolta dalla responsabile
della Segreteria Organizzativa della Fondazione, la dott.ssa Irene D’Ambra.
Quest’ultima si è occupata, in occasione della mostra, anche di gestire i rapporti con le due
Fondazioni (Fontana e Burri) ed i tre prestatori privati delle opere in essa esposte. Anche per quanto
riguarda questo aspetto, la mostra “Burri e Fontana” ha portato quindi ad un’evoluzione nell’attività
della Fondazione Puglisi Cosentino, in quanto, per la mostra precedente, il compito di interagire con
i diversi interlocutori era stato svolto dalla fiorentina Sigma S.n.c.
Un'altra considerazione da fare in merito ai soggetti coinvolti nella realizzazione della mostra
riguarda il personale di sala; a tal proposito, va sottolineato come questo fosse composto da cinque
persone durante la mostra precedente, e da sei durante la mostra “Burri e Fontana - Materia e
81
Spazio”. In occasione di quest’ultimo evento, dunque, la Fondazione Puglisi Cosentino è stata in
grado di dare impiego ad una persona in più.
A conclusione delle osservazioni appena esposte in merito ai soggetti a vario titolo coinvolti nella
realizzazione della mostra su Burri e Fontana, è opportuno riportare la ripartizione territoriale delle
spese effettuate a tale scopo dalla Fondazione Puglisi Cosentino:
• Provincia di Catania € 399.704,94
• Sicilia (altre province) € 63.106,95
• Italia (altre Regioni) € 297.095,76
Come si evince immediatamente dalle cifre sopra riportate, la maggior parte dei compensi impiegati
per l’organizzazione dell’evento in questione (ovvero il 60,9% del totale) sono stati spesi presso il
territorio regionale, ed in particolar modo presso quello provinciale.
Se il 39,1% delle spese sono state effettuate presso la restante parte del territorio nazionale, è pur
vero, come precedentemente sottolineato, che spesso ciò è stato espressione di particolari esigenze.
Nello specifico, come affermato in precedenza, alcune imprese sono state richieste, o addirittura
imposte (come nel caso del trasporto delle opere) dalla Fondazione Fontana e dalla Fondazione
Palazzo Albizzini Collezione Burri. Inoltre, spesso la scelta è ricaduta su imprese non siciliane in
quanto alcune attività, come l’editoria di settore o l’industria pubblicitaria, sono ancora poco
sviluppate sul territorio nostrano.
Se si tiene conto di questi aspetti, dunque, le spese sostenute dalla Fondazione Puglisi Cosentino che
hanno avuto ad oggetto il sistema imprenditoriale provinciale, ed in generale siciliano, assumono
particolare valore, a dimostrazione della capacità della mostra “Burri e Fontana - Materia e Spazio”
di generare un importante impatto economico in tale contesto territoriale.
Poiché la presente analisi è stata svolta ex-post, non è possibile in questa sede quantificare in modo
preciso i diversi effetti apportati da tali spese sul territorio (distinguendo quindi tra effetti diretti,
indiretti e indotti); tuttavia, ciò che emerge forse con maggiore forza è la capacità della mostra di
coinvolgere a vario titolo le imprese siciliane, contribuendo a un processo di “culturalizzazione
imprenditoriale” fondamentale al fine di incrementare la competitività del nostro tessuto produttivo.
3.4.5 LA STIMA DELL’IMPATTO ECONOMICO
Sebbene, come appena affermato, il presente studio sia stato svolto ex-post, è comunque possibile,
sulla base di specifiche ipotesi, effettuare una stima di alcune variabili dell’impatto economico
dell’evento: presenze turistiche addizionali, spesa turistica media e, in base a questi due valori, il
82
ritorno dell’investimento da parte della Fondazione Puglisi Cosentino e del finanziatore pubblico
(ovvero l’APQ dell’Assessorato al Turismo della Regione Siciliana).
Si proceda con ordine. La prima delle variabili sopra citate riguarda le presenze turistiche
addizionali generate dall’evento, la cui stima deriva dal prodotto di due fattori: il numero di
visitatori addizionali e la loro permanenza media sul territorio. Va sottolineato come il numero di
visitatori addizionali sia inferiore rispetto al numero di visitatori che hanno partecipato all’evento,
perché da questi bisogna escludere i residenti, ed anche escursionisti e turisti già presenti sul
territorio, che quindi hanno partecipato all’evento per caso (i cosiddettti casual). Bisogna inoltre
escludere i time switcher, ovvero coloro che avevano già deciso di visitare l’area, ma hanno
anticipato la partenza al fine di partecipare all’evento.
Nel caso della mostra “Burri e Fontana - Materia e Spazio”, al fine di calcolare le presenze turistiche
addizionali si è stabilito di escludere dal calcolo dei visitatori le scuole (6.901 visitatori), in quanto il
questionario somministrato durante l’evento non era rivolto ad esse. I restanti 29.438 visitatori sono
stati quindi suddivisi in base alla città di provenienza, alla permanenza media (distinguendo tra
escursionisti e turisti) ed alla motivazione principale per la visita a Catania (la mostra è stata
considerata come motivazione esclusiva o determinante per coloro che sono giunti in città per
vacanza o per interesse per l’arte contemporanea).
83
Tab. 20: Presenze turistiche addizionali
Visitatori
Permanenza
media
Presenze
(addizionali)
a b c d
Totale visitatori Mostra (Report biglietti emessi) 36.339,0
Totale visitatori attesi/Presenze 29.438 9.360
Residenti 65% 19.135 1,0
Escursionisti 23% 6.771 677,07
Venuti appositamente per la mostra 10% 677
di cui provenienti dalla provincia dove si svolgono gli eventi 12% 81 1,0 81,25
di cui provenienti da altre province 88% 596 1,0 595,83
Turisti provenienti da altre province della regione 2% 589 1.560,20
Venuti appositamente per la mostra 89% 524 3,0
di cui presso amici e parenti 50% 262 3,7 969,39
B&B 25% 131 2,1 279,03
Hotel 25% 131 2,4 311,78
- -
Turisti provenienti da fuori regione 10% 2.944 7.122,54
Venuti appositamente per la mostra 71% 2.090 3,4
di cui presso amici e parenti 22% 115 5,5 634,04
B&B 24% 502 3,1 1.545,00
Hotel 54% 1.129 4,4 4.943,50
- -
Va notato come i valori sopra riportati in merito alla suddivisione dei visitatori in residenti, turisti ed
escursionisti differiscano parzialmente rispetto a quelli individuati nel paragrafo 3.3. Ciò in quanto,
al fine di calcolare le presenze turistiche addizionali, si è effettuato un cleaning dei dati derivanti dai
questionari, escludendo quelli che risultavano parzialmente incoerenti. Inoltre, la distinzione dei
visitatori in termini di provenienza si è basata sulle risposte alla domanda 6 del questionario (città di
provenienza). Si è così costruita una variabile relativa alla provenienza dei visitatori, (distinguendo
tra Catania, provincia, Regione e fuori Regione).
Una volta individuate le presenze addizionali generate dalla mostra, si è provveduto a calcolare la
spesa turistica media. Per fare ciò ci si è basati su alcuni presupposti; in particolare, per quanto
riguarda la spesa per la struttura ricettiva si è ipotizzato che i turisti che hanno soggiornato in
albergo abbiano scelto una struttura di almeno 3 stelle. Nel periodo di apertura della mostra la media
dei prezzi per camera del campione AICA era 77 Euro per camera (valore ritenuto rappresentativo
84
del segmento hotel anche in base ad un’analisi delle 32 strutture presenti su booking.com). Per il
segmento B&B si è invece considerato un valore medio di 50 Euro per camera. Inoltre, non avendo
parametri da fonti di ricerca sul campo si è assunto che il limite massimo di spesa media giornaliera
fosse desumibile dai dati UIC (Ufficio Italiano Cambi) sulla spesa per gli stranieri (la quale tende ad
essere più elevata della spesa per gli italiani). Nel primo semestre 2010 la spesa media rilevata da
UIC in Provincia di Catania è stata pari all’85% della spesa media rilevata in Sicilia (60 Eur / 70
Eur). Poiché in Sicilia nel 2009 la spesa media UIC di chi ha dormito in albergo è stata di 126 Euro
assumiamo che quella in provincia di Catania sia stata 108 Euro (che è il limite superiore per la
spesa media giornaliera).
Tab. 21: Ipotesi sulla spesa media
In base alle ipotesi sopra descritte si è così provveduto a calcolare la spesa turistica media e,
conseguentemente, ad effettuare una stima del ritorno economico dell’investimento secondo due
distinte prospettive, quella della Fondazione Puglisi Cosentino e quella della Regione Siciliana, che
ha parzialmente finanziato la mostra.
85
Tab.22: Ritorno dell’investimento dei privati
Tab.23: Ritorno dell’investimento della Regione
Le tabelle 22 e 23 presentano diversi valori: a partire dalla spesa turistica addizionale, infatti, sono
stati calcolati, tramite l’impiego di specifici coefficienti moltiplicativi (che variano in base alla
tipologia di spesa ed all’area geografica considerata) l’output rapportato alle vendite (ovvero
l’output generato rapportato al volume di vendite), il valore aggiunto (ovvero la misura
dell’incremento di valore che si verifica nell’ambito della produzione e distribuzione di beni e
servizi grazie all’intervento dei fattori produttivi: capitale e lavoro) e il livello di occupazione
(misurato in Unità Lavorative Annue) generati dalla mostra. Come si evince dalle tabelle suindicate,
i valori differiscono a seconda della prospettiva applicata. Una volta individuate tali misure è stato
calcolato il ritorno sull’investimento sia per quanto riguarda l’output delle vendite che il valore
aggiunto, dividendo tali valori per l’investimento effettuato (pari a 260.000 € per la Fondazione
Puglisi Cosentino ed a 500.000 € per la Regione Siciliana). Per entrambe le unità di misura, tale
entità risulta superiore per l’investitore privato piuttosto che per il finanziatore pubblico,
mantenendosi in ogni caso superiore all’unità (e presentandosi in tal modo come dato positivo).
86
Nell’effettuare i calcoli sopra richiamati, va ad ogni modo rimarcato come le ipotesi effettuate siano
state sempre in qualche modo “favorevoli”, portando dunque a valori finali che non sono da ritenere
sottostimati rispetto alla realtà. Inoltre, la significatività del campione dal quale sono stati tratti i dati
impiegati per effettuare i diversi calcoli non è molto elevata, comportando un margine di errore
statistico superiore al 5%.27
3.4.6 LE RICADUTE DELLA COMUNICAZIONE SULL’IMMAGINE DELLA
DESTINAZIONE
A conclusione del presente paragrafo, va sottolineato come un aspetto della mostra che sarebbe
interessante valutare riguardi le possibili ricadute che l’evento ha generato sull’immagine del
territorio in cui si è svolto.
Un’indagine di tal genere è stata condotta dal Centro Studi Turistici di Firenze in relazione alla
mostra “Piero della Francesca e le Corti Italiane” svoltasi in provincia di Arezzo tra i l 31 marzo e il
22 luglio 2007.
L’analisi in questione si è basata su una metodologia ben strutturata, che consta di diverse fasi.
In primo luogo è stato preso in considerazione il numero di redazionali sulla mostra, suddivisi per
tipologia di strumento di comunicazione (quotidiani, riviste, siti internet…) e per nome
dell’interlocutore (es: Corriere della Sera).
È stata in seguito considerata la tiratura media di ciascun quotidiano o periodico impiegato per
pubblicizzare la mostra, in modo da calcolare il numero di copie vendute contenenti un redazionale
su di essa. Si è poi provveduto a stimare il valore commerciale dei quotidiani e delle varie tipologie
di riviste interpellati.
Una simile operazione è stata svolta per i servizi televisivi che hanno parlato della mostra; si è
infatti tenuto conto dello spazio dedicato alla mostra e dell’audience di ciascun programma, in
modo da stimare l’impatto comunicazionale ottenuto tramite il canale televisivo. Anche in questo
caso, si è poi calcolato il valore commerciale dei differenti programmi.
27
Le valutazioni e i calcoli qui riportati in merito alla stima dell’impatto economico della mostra “Burri e Fontana - Materia e Spazio” derivano dalla presentazione Misurare l’impatto economico degli eventi culturali effettuata nel corso del Laboratorio per lo studio degli impatti turistici e socioeconomici delle attività culturali tenutosi a Palermo il 2 marzo 2011, a cura dell’APQ dell’Assessorato al Turismo della Regione Siciliana. Il lavoro in questione è stato elaborato dal Dottor Antonio Pezzano, consulente del Ministero dello Sviluppo Economico.
87
Si è così effettuata una valutazione di massima sul volume della comunicazione sviluppato dai vari
media e del suo valore commerciale.28
Determinare le due misure sopra citate consente di apprezzare il contributo della comunicazione
redazionale all’affluenza di pubblico di un dato evento; tuttavia, un ulteriore effetto di tale
comunicazione riguarda, in modo più o meno diretto, la crescita di notorietà del territorio e il
miglioramento della sua immagine (attraverso, ad esempio, un suo collegamento con l’arte e la
cultura). Si può in tal modo generare nel tempo un incremento delle presenze turistiche sul
territorio, proprio grazie al miglioramento della sua immagine, elemento fondamentale per la scelta
della destinazione turistica.
L’analisi sopra descritta è dunque particolarmente rilevante nell’ambito di uno studio d’impatto
economico di un evento culturale, in quanto consente di valutare, seppur sulla base di specifiche
stime, l’impatto che tale evento può avere, in una prospettiva di lungo periodo, sulla competitività
turistica del territorio.
Nonostante ciò, il presente lavoro non contiene tale analisi, in quanto si struttura come una
valutazione ex-post della mostra “Burri e Fontana - Materia e Spazio”; non sono quindi disponibili
alcuni dati necessari al suo corretto svolgimento.
Data la rilevanza di questa tipologia d’indagine, si prospetta dunque di poter elaborare in seguito
uno studio più articolato dei futuri eventi organizzati dalla Fondazione Puglisi Cosentino, che possa
svolgersi ex-ante e consentire così una raccolta preventiva ed articolata dei dati necessari.
28 La metodologia sopra citata è stata estrapolata da Valutazione dell’impatto economico della mostra: Piero della Francesca e le Corti Italiane, a cura del Centro Studi Turistici di Firenze.
88
CONCLUSIONI
L’analisi della mostra “Burri e Fontana - Materia e Spazio” ha portato alla luce diversi aspetti, che è
bene riassumere brevemente.
In primo luogo, va ribadito il forte impatto che l’evento ha avuto in termini di culturalizzazione e di
avvicinamento all’arte contemporanea, particolarmente evidente nei confronti della popolazione
residente. Tale impatto è da riferire non soltanto all’evento in sé, ma anche alle diverse attività poste
in essere dalla sezione Didattica della Fondazione Puglisi Cosentino durante il suo svolgimento. Gli
effetti generati dalla mostra sono dunque particolarmente evidenti sotto un profilo sociale.
Per quanto riguarda l’influenza sulla competività turistica del territorio, come si è detto non è
possibile determinarla in modo specifico, in quanto l’analisi è stata effettuata ex-post. Dai
questionari somministrati ai visitatori è emerso che la maggior parte degli intervistati fosse residente
a Catania, o, qualora provenisse da altri contesti territoriali, permanesse in città solo mezza giornata.
Per quanto la percentuale di turisti rilevata sia piuttosto bassa, è comunque difficile stabilire dai
semplici questionari il reale impatto dell’evento sul comparto turistico catanese. Va tuttavia
rimarcato come l’andamento di arrivi e presenze turistiche sia stato positivo durante il periodo di
apertura della mostra. Pur non potendo collegare in modo diretto tali valori all’evento, è dunque
possibile ipotizzare un contributo positivo di questo sull’andamento del sistema turistico.
Considerando invece più in generale l’impatto della mostra sul sistema economico regionale, va
ribadito il forte coinvolgimento di imprese siciliane nelle diverse fasi della sua realizzazione,
nonché il fatto che la maggior parte delle spese ad essa correlate si siano rivolte verso il territorio
regionale. La stima dell’impatto economico della mostra ha riportato un valore positivo in termini di
ritorno sugli investimenti sia del finanziatore pubblico che di quello privato. Per quanto questa si
basi su ipotesi per così dire ottimistiche, è possibile dunque sostenere che l’evento abbia
effettivamente contribuito al benessere del sistema economico siciliano, comportando degli effetti
positivi superiori rispetto alle spese sostenute per realizzarlo.
In conclusione, dal presente lavoro emerge la rilevanza che la mostra “Burri e Fontana - Materia e
Spazio” ha avuto sul territorio, sia in termini “sociali” che economici.
Tuttavia, come si è più volte avuto modo di sottolineare, l’analisi in questione è stata condotta ex-
post; essa difetta dunque di alcuni importanti elementi (quali, ad esempio, uno studio più preciso
dell’impatto sulle presenze turistiche, attuabile tramite la collaborazione con le strutture ricettive, o
un’accurata analisi dell’influenza della comunicazione sull’immagine del territorio).
89
Nonostante ciò, attraverso il presente studio si è cercato di analizzare nel modo più rigoroso
possibile il ruolo che l’evento ha svolto sul territorio, cercando, in questo modo, di porre
l’attenzione sulla rilevanza delle analisi d’impatto degli eventi culturali, e sperando così di
contribuire, seppur parzialmente, alla diffusione di questo importante strumento d’indagine.
90
BIBLIOGRAFIA
Effetto festival. L’effetto economico dei festival di approfondimento culturale, di Guido Guerzoni.
Il valore degli eventi. Valutare ex ante ed ex post gli effetti socio-economici, esperienzali e
territoriali , di Sergio Cherubini, Enrico Bonetti, Gennaro Iasevoli, Riccardo Resciniti, Edizione
FrancoAngeli.
Le metodologie di valutazione dell’impatto economico degli eventi culturali, lezione a cura di
Guido Guerzoni, Università Bocconi e Iuav Venezia, Bari, 16 aprile 2009.
Libro Bianco sulla creatività, a cura della Commissione sulla creatività e Produzione di Cultura in
Italia.
L’impatto economico della cultura: lo spettacolo dal vivo, a cura dell’Osservatorio Regionale dello
spettacolo dell’Emilia Romagna.
Turismo, creatività, cultura. Un “memorandum” geografico-economico per Roma di Roberta
Gemmiti, Conferenza Internazionale “Tourism and Urban Spaces”, Roma 29-30 novembre 2007.
Valutazione dell’impatto economico della mostra: Piero della Francesca e le Corti Italiane, a cura
del Centro Studi Turistici di Firenze.
FONTI DATI STATISTICI
L’economia reale dal punto di osservazione delle camere di Commercio, Report sull’8° Giornata
dell’Economia a cura della Camera di Commercio di Catania.
Misurare l’impatto economico degli eventi culturali, presentazione a cura del Dottor Antonio
Pezzano, consulente del Ministero dello Sviluppo Economico (Laboratorio per lo studio degli
impatti turistici e socioeconomici delle attività culturali, Palermo, 2 marzo 2011)
Provincia Regionale di Catania, Servizio Turismo.
Rapporto Annuale. La situazione del Paese nel 2009, a cura del Sistema Statistico Nazionale
(SISTAN) e dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT).
91
Report sull’Economia della Provincia di Catania 2009, a cura dell’Ufficio Studi della Camera di
Commercio di Catania.
Servizio Turistico Regionale n°13, Catania
World Economic Outlook, a cura del Fondo Monetario Internazionale, edizione di aprile 2010
92
RINGRAZIAMENTI
Un doveroso ringraziamento va alla Fondazione Puglisi Cosentino, ed in particolar modo al
Presidente Alfio Puglisi Cosentino, che nel decidere di svolgere uno studio sugli impatti economici
ha dimostrato grande attenzione e sensibilità nei confronti di quegli aspetti sociali ed economici che
devono andare di pari passo con quegli artistici e culturali.
Un ulteriore ringraziamento va alla Responsabile della Segreteria Organizzativa Irene D’ambra,
nonché alla Sezione Didattica della Fondazione nelle persone di Mercedes Auteri e Claudia
D’Angelo.
Si ringraziano inoltre per il loro prezioso contributo Martina Flaborea e Anna Pedroncelli del team
di campo di Sensi Contemporanei, insieme a Lorenzo Canova, Antonio Pezzano e Alberto Versace
del Ministero dello Sviluppo Economico.
Un ulteriore ringraziamento va all’Assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo della
Regione Siciliana nelle persone di Marco Salerno, Dora Piazza, Elio Carreca, Rosaria D’Anna,
Roberto Lanza.
La redazione di questo studio non sarebbe stata possibile senza l’apporto del Dott. Antonio
Belcuore, del Sistema Turistico Regionale n°13 e del Servizio Turistico della Provincia di Catania,
che hanno messo a disposizione i dati statistici necessari.
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RISERVATO AI RILEVATORI- Reserved to interviewers
DATA: __/__/__/__/__/__/ QUESTIONARIO n°__________
Le saremmo grati se potesse contribuire alla compilazione del seguente questionario. La ringraziamo per la collaborazione / We
would really appreciate if you might fill in the following questionnaire. Thank you for your cooperation
1. Sesso / Sex:
Maschio/Male 1
Femmina/Female 2
2. Età / Age: _______
3. Nazionalità / Nationality: ___________________________
4. Titolo di studio / Educational level:
Licenza elementare / Primary school 1
Licenza media inferiore / Secondary school 2
Licenza media superiore / High school 3
Laurea triennale (3 anni) / Bachelor degree (3 years) 4
Laurea specialistica/Laurea 4-5 anni / Bachelor degree (4-5 years)
5
Dottorato / Master / Specializzazione post laurea
Master / Doctorate / Specialist degree
6
5. Attualmente è / Your current employment status:
Occupato / In employment 1
In cerca di nuova occupazione / Looking for a new job 2
In cerca di prima occupazione / Looking for the first job
3
Casalinga / Housewife 4
95
Studente / Student 5
Pensionato / Retired 6
Altro / Other (specificare / please specify): …………………………………………..
7
5.1 (Se “occupato”) Qual è la Sua posizione professionale / (If “employed”) What’s your professional responsibility?:
Dirigente – Quadro / Manager, Director, Executive 1
Imprenditore – Libero professionista / Businessman or Freelance
2
Impiegato / Employee 3
Operaio /Industrial worker skilled or unskilled 4
Insegnante / Teacher, Professor 5
Altro/ Other (specificare / please specify): ………………………………………
6
5.2 (Se è “studente”) Che tipo di scuola frequenta? / (If you’re a “student”) What kind of school are you currently attending?
(indicare se superiore o universitaria e l’ambito di studio / please specify the level and the area of study) _______________________________
6. Città di Provenienza / City: ______________________________________________
7. Qual è il motivo principale della Sua visita a Catania? / Which is the main reason of your tour in Catania?
Residente / I live here 0 Passa alla domanda n. 12 / Go to question n°12
Studio / I study (have studied or will study) here 1
Lavoro / Job purposes 2
Vacanza / Visita a parenti e amici / Holidays / To visit relatives and friends
3
Interesse per l’arte contemporanea / I’m interested in contemporary art
4
Altro / Other (specificare / please specify): ……………………………………….
5
96
8. Qual è la durata della Sua permanenza a Catania e dintorni? / How long are you going to stay in Catania and in the surrounding areas?
Mezza giornata (senza pernottare) / Several hours (non including staying overnight)
1 Passa alla domanda n. 12 / Go to question n°12
Un giorno (con pernottamento) / One full day (including staying overnight)
2
2 – 3 giorni / 2-3 days 3
4 – 7 giorni / 4-7 days 4
Più di 7 giorni / More than 7 days 5
9. In quale città/paese pernotta? / In which town are you going to spend the night? _____________________
10. In quale tipologia di struttura ricettiva pernotta? / What type of accommodation have you chosen?
Hotel 1
Camper 2
B&B 3
Ospite da parenti / amici / At relatives’ or friends’ house
4
Casa in affitto / Rented house 5
Altro / Other
(specificare / please specify): ………………………………………
6
11. Quante volte si è recato a Catania? / How many times did you come to Catania?
È la prima volta / It is the first time 1
2 – 3 volte / 2-3 times 2
4 – 5 volte / 4-5 times 3
Più di 5 volte / More than 5 times 4
97
12. Qual è il motivo principale per cui ha scelto di visitare la mostra Materia e Spazio? / What is the (main) reason why you decided to visit the art exhibition “Materia e Spazio”?
Artisti in mostra (Burri e Fontana) / I’m interested in the artists Burri and Fontana
1
Interesse per l’arte contemporanea / I’m interested in contemporary art
2
Prestigio della Fondazione / Reputation of the Foundation
3
Altro / Other specificare / (please specificy): ……………………………………
4
13. Visita abitualmente mostre di arte contemporanea?/ Do you regularly visit contemporary art exhibitions?
No 0
Si/Yes 1
13.1 Se sì, negli ultimi 12 mesi quante ne ha visitate? / If your answer is positive, how many exhibitions did you visit in the last 12 months?
2 1
Da 3 a 4 / 3 to 4 2
Da 5 a 6 / 5 to 6 3
Oltre a 6 / More than 6 4
14. Quante volte nel corso degli ultimi 12 mesi ha avuto occasione di assistere a: /
In the last 12 months, how many times did you have the possibility to:
1-2 3-4 5-6 Più di 6 / More than 6
Concerti / Attend to a Concert
Spettacoli di danza / Attend to a dance show
Spettacoli teatrali / Go to the theatre
Proiezioni cinematografiche / Go to movie theatres
Esposizioni d’arte in genere (esclusa l’arte contemporanea) Attend to any sort of Art exhibition
98
(not including contemporary art)
15. Ha visitato il sito web della Fondazione? / Have you ever browsed Foundation’s website?
No 0
Si/Yes 1
15.1 Se si, ha trovato gli approfondimenti che cercava? /If your answer is positive, have you found the information you were looking for?
No 0
Si/Yes 1
15.2 Se no, quali informazioni avrebbe voluto trovare? / If the answer is negative, what kind of information did you wish to find?
16. Con chi è venuto in visita alla mostra? / Have you come to visit the exhibition with somebody?
Da solo / Alone 0
In coppia / With another person 1
Con parenti / With relatives 2
Con amici / With friends 3
Con un gruppo organizzato / scuola / With a group of people/ with my schoolmates
4
Altro / Other (specificare / please specify): ……………………………………
5
17. Quale tipologia di biglietto ha acquistato?/ What class of ticket did you buy?
Intero / Full price 0
Ridotto a 5 € / Concessionary rate 5 € 1
Ridotto a 2,50 € / Concessionary rate 2,50€ 2
Omaggio / Free entry 3
99
17.1 Se ridotto, con quale tipo di convenzione? / If your answer was “concessionary rate”, which kind of association are you a member of?
Soci ANISA… Italian Association of Art History Teachers
1
Soci Archeoclub… Italian Archeoclub Onlus 2
Soci ARCI… Italian ARCI 3
Soci Associazione Dimore Storiche… Italian Historical Residencies Association (ADS)
4
Soci FAI…FAI Associates 5
Soci Istituto Italiano dei Castelli 6
Soci Italia Nostra…Italia Nostra Associates 7
Soci Touring Club Italiano…Italian Touring Club 8
Visitatori provenienti da Museo Diocesano Catania… Visitors of Catania Diocesan Museum
9
Visitatori provenienti da Museo delle Trame Mediterranee di Gibellina…Visitors of Museo delle Trame at Ghibellina
10
18. Le chiediamo di fornirci una valutazione in merito a questi diversi aspetti / In this section you are kindly requested to provide an evaluation of the following aspects:
Ottimo
(Excellent)
Buono
(Good)
Sufficiente
(Adequate)
Mediocre
(Poor)
Pessimo
(Very bad)
Non utilizzato / Non saprei
(Not used/ I don’t know)
Chiarezza nelle didascalie /
Clarity in the captions 5 4 3 2 1 0
Segnaletica interna /
Internal indications 5 4 3 2 1 0
Disponibilità del personale di sala /
Staff helpfulness
5 4 3 2 1 0
Illuminazione /
Lighting 5 4 3 2 1 0
100
Barriere architettoniche / Architectural barriers
5 4 3 2 1 0
Servizi igienici / Toilets 5 4 3 2 1 0
Guardaroba /
Checkroom 5 4 3 2 1 0
Manifesti / locandine /
Posters 5 4 3 2 1 0
Brochure / depliant 5 4 3 2 1 0
Audioguide /
Audio guides 5 4 3 2 1 0
Cataloghi / Catalogues 5 4 3 2 1 0
19. Quali servizi migliorerebbero la fruizione della mostra? / What sort of facility may improve the fruition of the exhibition?
Si No
Bookshop 1 0
Caffetteria / Cafeteria 1 0
Altro / Other
specificare / please specify): …………………………………………
20. Ha visitato la precedente mostra?/ Have you attended the previous exhibition?
No 0
Si/Yes 1
21. Desidera ricevere informazioni via e-mail sulle manifestazioni organizzate dalla Fondazione?/ Would you like to receive any e-mail alert about the exhibitions organised by the Foundation?
Se si, specificare NOME E COGNOME e INDIRIZZO E-MAIL: If the answer is positive, please specify your name, surname and e-mail address: ……………………………………………………………………………………………..…….. Si autorizza espressamente il trattamento dei dati personali contenuti nel presente questionario ai sensi e per gli effetti della legge 675/96.- I agree to the use of my personal information included in the questionnaire above, according to Italian privacy law 675/96.
FIRMA / Signature ___________________________