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Regione Piemonte ASL NO (Novara) Periodico di informazione e formazione sanitaria dell’ASL NO Marzo - Aprile 2011 In forma

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Regione Piemonte

ASL NO (Novara)Periodico di informazione e formazione sanitaria dell’ASL NO

Marzo - Aprile 2011

In forma

Page 2: Regione Piemonte ASL NO · Pagina 2 IN FORMA Numero 2/2011 Numero 2/2011 IN FORMA Pagina 11 Il Dipartimento Area Diagnostica e Servizi visto da vicino Intervista alla dott.ssa Anna

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Borgomanero – Ottica UnoVia Novara, 47 – Tel. 0322 835865 - Venerdì dalle 9 alle 12

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IN FORMA

Periodico di informazione

e formazione sanitaria

dell’ASL NO (Novara)

Direttore Editoriale

Gaetano Cosenza

Arabella Fontana

Gian Paolo Zanetta

Direttore Responsabile

Elena Vallana

Comitato Redazione

(con funzioni di coordinamento)

Davide Bordonaro

Maurizio Robberto

Comitato Redazione

Anna Rita Audone

Laurita Tanzi

Carmen Gatti

Alberto Martinetti

Alessandra Mondini

Redazione

Ufficio Stampa ASL NO

Via Dei Mille, 2 - 28100 Novara

Tel. 0321 374521

Fax 0321 374546

e-mail: [email protected]

Grafica e Stampa

Tipografia la Nuova Operaia snc

Via Paolo Desana, 13

Casale Monferrato (AL)

Tel. 0142.452559

S o m m a r i oIN FORMAPagina 12 Numero 2/2011

Si ringrazia Raffaella D’Andretta per la foto della statua del “San Carlone di Arona”, in copertina

PubblicitàEM STUDIOVia Villafranca, 30 - 10024 Moncalieri (TO)Tel. 011.19502529 - 011. 19502736Fax 011.3853923Registrazione Tribunale di Novara:Aut. n. 31/97 del 26/07/1997

Sito Internet:www.asl.novara.it

Messaggi pubblicitari a pagamento:Ad esclusione di ogni altro soggetto e quindi dell’ASL NO e della EM STUDIO il solo inserzionista è responsabile dei messaggi.

Il Dipartimento Area Diagnostica e Servizi visto da vicino pag. 2-3

ASL NO Tutela la salute: ricordati che hai una visita pag. 3

Figlio si nasce… papà si diventa: corso di preparazione alla nascita per papà “in attesa” e neo-papà pag. 4

Bonus “bebé” per prodotti per la prima infanzia pag. 4

Difendersi dal fumo di sigaretta: l’esperienza del Centro di Trattamento del Tabagismo

pag. 5

Piatti, pentole, stoviglie: rischio per gli alimenti? Conoscere le regole del gioco. Esperienze a confronto

pag. 6-7-8

Conoscere i denti: protesi dentarie e implantologia pag. 9

PASSIAMO IN RASSEGNA ALCUNI NUMERI UTILI: Pasqua: significato e valore pag. 10-11-12

Passiamo in rassegna alcuni numeri utili pag. 12

segno della rinascita della vita. Il suo frutto, protetto da una dura scorza, rappresenta l’es-senza nascosta, come la natura divina di Cristo è celata da quella umana. Il cedro, che nel Me-dioevo era utilizzato nelle operazioni magiche, è simbolo e augurio di longevità, felicità e fe-condità. Per gli Ebrei era una pianta sacra e veniva tenuta in mano entrando nel Tempio. In Grecia la colomba era sacra ad Afrodite e donata agli amanti; i Romani la sacrificavano a Venere, dea dell’amore e, con il Cristianesimo ha assunto funzione di mediatrice tra l’uomo e Dio. Dopo il diluvio tornò all’Arca recan-do un ramoscello d’ulivo, simbolo di pace e

concordia. La tradizione afferma altresì che la colomba sia l’unica creatura in cui il diavolo non possa trasformarsi, che sia apparsa al bat-tesimo del Cristo, motivo grazie al quale dagli albori della Chiesa è considerata simbolo del-lo Spirito Santo. La festa pasquale si prolunga ben oltre il gior-no della Resurrezione del Cristo, giorno che i Padri della Chiesa hanno chiamato “l’ottavo giorno”, visto che in esso si compiono per-fettamente i sette giorni della Creazione. L’ot-to è d’altronde, in ogni tradizione, il numero dell’equilibrio cosmico e della mediazione tra Terra e Cielo e per il Cristianesimo è anche

annuncio dell’era futura. Ecco perché, anche per la Pasqua, la Chiesa prolunga le solennità di un’ottava, ovvero otto giorni, dalla domeni-ca di Resurrezione alla successiva, dilatandola inoltre in altri cinquanta giorni, detti “Beata Pentecoste”, che nella maggior parte dei casi cadono in aprile e maggio, i mesi della salita, ascensione, nell’alto dei cieli del sole che fa piovere sulla terra i suoi raggi benefici che, dopo l’equinozio primaverile, aprono i germo-gli risvegliando la natura dal sonno invernale e permettendo il “passaggio” alla vitalità della stagione estiva, simboleggiando e concretiz-zando il messaggio del Cristo risorto.

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PRESIDIO OSPEDALIERO DI ARONA - VIA S. CARLO, 11 – 28041 ARONACENTRALINO 0322 5161 GUARDIA MEDICA 0322 516307DIREZIONE MEDICA DEI PRESIDI OSPEDALIERI RIUNITISEGRETERIA DIREZIONE MEDICA 0322 516300 - 0322 516227 FAX 0322 516322ACCETTAZIONE OSPEDALIERA 0322 516227 PUNTO DI PRIMO INTERVENTO 0322 516258SERVIZIO 118 118 8.00 - 20.00LABORATORIO ANALISI (SEGRETERIA CENTRO PRELIEVI) 0322 516280A.V.O. (ASSOCIAZIONE VOLONTARI OSPEDALIERI) 0322 516571 CROCE ROSSA ITALIANA 0322 516392DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE NORD - SIA S. CARLO, 7 – 28041 ARONASEGRETERIA DSM NORD 0322 516252 CENTRO DI SALUTE MENTALE 0322 516276CENTRO DIURNO 0322 516319 FAX 0322 516458DISTRETTO SANITARIO DI ARONA - PIAZZA DE FILIPPI, 2 – 28041 ARONASPORTELLO MEDICINA DI BASE 0322 516502 SPORTELLO PROTESICA 0322 516551CONVENZIONI MMG/PLS/CONTINUITÀ ASSISTENZIALE 0322 516573 - 0322 516501 CONVENZIONI SPECIALISTICA AMBULATORIALE 0322 516526UVG/LIQUIDAZIONE FATTURE 0322 516528 MEDICINA SCOLASTICA 0322 516524ADI (ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA) 0322 516574 - 0322 516525 FAX 0322 516588SEDE DISTRETTUALE DI CASTELLETTO TICINO CENTRALINO E FAX 0331 962579SEDE DISTRETTUALE DI OLEGGIO CENTRALINO 0321 374111 FAX 0321 801531SERVIZIO DI MEDICINA LEGALE - PIAZZA DE FILIPPI, 2 – 28041 ARONASEGRETERIA 0322 516572 FAX 0322 45343NEUROPSICHIATRIA INFANTILE - PIAZZA DE FILIPPI, 2 – 28041 ARONAAMBULATORIO 0322 516506 SERVIZIO PER LE TOSSICODIPENDENZE E ALCOLOGIA - PIAZZA DE FILIPPI, 2 – 28041 ARONASEGRETERIA E FAX 0322 516518 DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE - GIAZZA DE FILIPPI, 2 – 28041 ARONAIGIENE E SANITà PUBBLICA SEGRETERIA 0322 516511 FAX 0322 516571IGIENE ALIMENTI E NUTRIZIONE SEGRETERIA 0322 516527 FAX 0322 516552IGIENE ED ASSISTENZA VETERINARIA SEGRETERIA AREA A 0322 516516 SEGRETERIA AREA B 0322 516550 FAX 0322 516517

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IN FORMAPagina 2 Numero 2/2011 IN FORMA Pagina 11Numero 2/2011

Il Dipartimento Area Diagnostica e Servizi visto da vicino

Intervista alla dott.ssa Anna Tinivella, Direttore del Dipartimento Area Diagnostica e Servizi dell’ASL NOIl Dipartimento Area Diagnostica e Servizi dell’ASL NO (costituito dalle Strutture di Anatomia Patologica, Servizio Immunotrasfu-sionale, Laboratorio Analisi e Tossicologia Dia-gnostica, Radiodiagnostica e Radiodiagnostica d’urgenza e Cardiologia Riabilitativa) garanti-sce un’offerta completa di servizi diagnostici, con una continua attenzione alla continuità e tempestività del servizio, alla completezza del-la diagnostica offerta e aderenza alle necessità cliniche, alla soddisfazione del cliente interno ed esterno ed, infine, alla qualità delle presta-zioni offerte.Inoltre si propone di sviluppare e valorizzare le competenze e le professionalità specifiche per garantire la continuità delle cure attra-verso l’integrazione con le strutture dell’ASL NO, sempre ricercando soluzioni innovative finalizzate al miglioramento della performance operativa e dell’outcome. Nella Palazzina in via Monsignor Cavigioli n. 5 a Borgomanero sono collocate le Strutture di Anatomia Patologica, Servizio Immunotra-sfusionale, Laboratorio Analisi e Tossicologia Diagnostica.L’intervento strutturale, che occupa una su-perficie complessiva di mq. 5.400 circa, ha consentito di ottimizzare gli spazi di alcune attività sanitarie:

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nel piano seminterrato sono collocati i •Servizi di Allergologia e Diabetologia;al piano rialzato è ubicato il Centro Pre-•lievi, il Servizio Immunotrasfusionale e l’Avis;al piano primo si trova il Laboratorio Ana-•lisi, dotato di tecnologia di ultima genera-zione e completamente automatizzato;

al piano secondo è collocata l’Anatomia •Patologica oltre ad alcuni locali accessori per l’attività del Dipartimento.

Inoltre gli spazi sono stati progettati e realizza-ti in modo tale da rispondere meglio possibile ai bisogni dei fruitori del Servizio, con la sud-divisione dei percorsi rispettivamente per gli utenti, che possono accedere all’area segreteria per la consegna dei campioni e agli studi medici per un consulto, e per gli opera-tori dei reparti ospedalieri e dei servizi territoriali, che possono accedere, tramite specifico percorso, direttamente all0o spor-tello del laboratorio . Tra le principali caratteristiche strutturali è importante sottolineare l’utilizzo di materiali ad alto risparmio di consumo energetico, gli impianti di condizionamento all’avanguardia che garantiscono un ottimo confort termico oltre che prestazionale nel contesto delle tec-nologie strumentali in dotazione ai vari servizi, gli impianti elettrici autonomi funzionanti an-che in caso black-out.E’ stato realizzato un impianto di posta pneu-matica che collega il DEA/Pronto Soccorso con il Laboratorio Analisi e il Servizio Immu-notrasfusionale, per il trasferimento di provet-te e documenti, garantendo in tal modo una ottimizzazione dei tempi di lavoro e una mag-giore efficienza.Il Dipartimento Area Diagnostica e Servizi, solo con l’attività del Laboratorio Analisi, su-pera i 3 milioni di prestazioni all’anno (ema-tologia e coagulazione, chimica clinica, endo-crinologia, sierologia e virologia, proteinologia e autoimmunità, allergologia, tossicologia e microbiologia).Il Laboratorio Analisi nel 2010 ha refertato infatti, 3.200.000. Sono circa 1.700 le accetta-zioni giornaliere (su tutto il territorio dell’ASL NO) e oltre 4.000 provette vengono proces-sate quotidianamente.Al Centro Prelievi di Borgomanero affluiscono circa 500 utenti al giorno. Fanno riferimento al Laboratorio Analisi 19 punti prelievo distrettuali, le Strutture ospeda-liere di Arona e Borgomanero, la Medicina del lavoro, il Medico Competente, il Servizio per le Tossicodipendenze, le Residenze Sanitarie

leggiare la condizione originaria nella quale gli uomini e gli animali non si nutrivano di carne e quella storica dell’Umanità dopo la caduta, “con il sudore del tuo volto mangerai il pane”, dove pane e vino non sono doni gratuiti della natura, ma frutti sia della terra sia del lavoro dell’uomo che richiede sacrifici. Il pane, nutrimento essenziale, diviene anche simbolo di nutrimento spirituale già prefigura-to nella manna che permise agli Ebrei di rag-giungere la Terra Promessa. Il vino, simbolo di conoscenza e di iniziazione al mistero nelle tradizioni mediterranee, com-pare con Noè dopo il Diluvio, con la vite è simbolo del popolo d’Israele ed è con il vino che il Cristo compie il suo primo miracolo.Al canto del Gloria le campane, simboli di vita e di resurrezione, vengono suonate per ricor-dare l’imminente Pasqua per poi tacere fino alla veglia pasquale nella notte tra il Sabato Santo e la Domenica di Pasqua.Ha così inizio il tempo della Passione durante il quale si rievoca il tradimento, la cattura e la crocifissione del Cristo; la Sua morte, modello di ogni martire, altro non è che un “passaggio” verso la Resurrezione. Tutto ciò è simboleggiato nella solenne Via Cru-cis del Venerdì Santo, che si ispira alle antiche devozioni in uso nei luoghi santi e si diffuse in Europa verso la fine del XIV secolo grazie all’ordine francescano, e che consiste nel pas-sare in processione e nel meditare davanti ad una serie di croci accompagnate da immagini raffiguranti gli episodi della Passione. La croce, che dai cristiani viene identificata con l’Albero della Vita, ha da sempre rappresentato il profondo rapporto fra umano e divino ed è uno dei più antichi simboli utilizzati dall’uomo sotto ogni latitudine e civiltà; può indicare i quattro punti cardinali, il percorso del sole, le stagioni e i quattro elementi primari (fuoco, aria, acqua e terra) e comunque venga raffigu-rata è il segno, la “chiave” dell’ascesa dell’uo-mo verso il Divino. Il sabato, secondo giorno del triduo pasquale, è aliturgico, cioè senza celebrazione eucaristi-ca, e in questo tempo la Chiesa medita la Pas-sione e Morte del Cristo. L’ultimo giorno del triduo comincia la sera del Sabato Santo con la Veglia che inizia con l’accensione e la benedizione del fuoco nuovo, simbolo del Cristo risorto, rito che ricorda quello romano della riaccensione primaverile del fuoco di Vesta.Al fuoco nuovo viene acceso anche il Cero Pasquale (che da spento rappresenta il Cristo morto) sul quale vengono incise la A (alfa) e la Ω (omega), l’anno corrente e nel quale vengono conficcati cinque grani d’incenso a simboleg-giare le cinque piaghe della Passione.

Nel presbiterio viene benedetta l’acqua che viene successivamente portata alla fonte batte-simale. L’acqua è uno dei simboli fondamentali dell’esperienza religiosa dell’umanità, è sostan-za primordiale dove nascono tutte le forme di vita. L’immersione nell’acqua (baptismos, in gre-co) è il rito di purificazione comune a molte religioni e al quale anche il Cristo si sottopone sulle rive del Giordano. Il battesimo è un rito profondamente pasquale perché è esso stesso un “passaggio” e, quando possibile, viene celebrato durante la Veglia che si conclude con la messa pasquale alla quale seguirà al mattino della domenica quella del-la Resurrezione, che un tempo era chiamata anche Pasqua d’Uovo, visto che l’uovo, senza angoli, spigoli né asperità è uno scrigno per-fetto che preserva e nutre la vita nascente e si frantuma quando la sua formazione è giunta al termine. E’ il grembo materno, è la terra che protegge il seme è, insomma, il simbolo di Cri-sto risorto. In ogni tradizione l’uovo è simbolo di rinascita e resurrezione. Nel mito indiano Bhrama nacque da un uovo galleggiante che dividendosi poi in due parti formò il cielo e la terra; in quello greco un grande uccello depose un uovo d’argento nel grembo dell’oscurità da cui nacque Eros dalle ali d’oro che portò la luce all’intero cosmo e a tutta le creature. Come simbolo di resurrezio-ne lo troviamo menzionato nel Libro dei Mor-ti dell’antico Egitto, dove si sostiene che la sua funzione di involucro-guscio è assolta dal sar-cofago e nelle tombe dei martiri a Roma sono state rinvenute uova simboliche di marmo. Da questo simbolismo è nata l’usanza dell’uo-vo pasquale: già nel 1100 in molti paesi europei la gente del popolo era solita scambiarsi uova

benedette, mentre i nobili presero a regalarle d’oro e d’argento abbellite con pietre prezio-se. Nei primi del 1500 Francesco I di Francia ebbe in dono un guscio d’uovo con all’inter-no un’incisione lignea. Il successo di quell’idea fu enorme e inarrestabile tanto da dare il via all’usanza di nascondere nell’uovo pasquale una sorpresa. Ma è nella cristianità ortodossa, al contrario dell’Occidente, che il significato sacro abbinato al dono dell’uovo non è andato perduto. In Russia le uova pasquali decorate si chiamano Pysanky (dal verbo pysaty, scrive-re) ed ogni segno sul guscio ha un significato simbolico e viene dipinto la sera del sabato recitando preghiere e antichi canti. Le uova vengono poi donate alle persone care e si dice che finchè esisterà la consuetudine di regalarle l’amore sulla terra sarà sempre vin-cente. Si tratta di un rito antichissimo collega-to al risveglio primaverile e poi cristianizzato. Altri e molteplici sono i simboli pasquali: il coniglio, animale notturno, silenzioso e proli-fico, strettamente legato al culto della terra-madre, simboleggia il perpetuo rinnovamento e, nell’iconografia è collegato alla luna. Nell’Europa Centrale è abitudine regalare in occasione della Pasqua piccoli pani a forma di leprotto con all’interno un uovo sodo. L’agnello rappresenta la purezza, l’innocen-za, la mansuetudine, l’obbedienza, il candore ed è la vittima sacrificale per eccellenza. Fin dall’antichità veniva immolato in primavera per propiziare gli dei e tenere lontane le calamità da uomini e greggi. Nella tradizione ebraica ha un ruolo salvifico e nella tradizione cristiana è ritenuto un simbolo del Cristo, il quale è defi-nito Agnello di Dio. In primavera il mandorlo, primo a fiorire, è

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IN FORMA Pagina 3Numero 2/2011IN FORMAPagina 10 Numero 2/2011

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PASQUA: SIGNIFICATO E VALORE Assistenziali e i Medici di Medicina Generale della Provincia di Novara.L’Anatomia Patologica esegue oltre 45.000 esami annui (9.800 esami istologici, 10.000 citologici extravaginali, 20.000 pap test - scre-ening e diagnostici, 4600 indagini eseguite con tecniche speciali -IIC, ISH… - e 170 consulen-ze autoptiche).Il Servizio Immunotrasfusionale eroga annual-mente oltre 200.000 prestazioni (2.900 acces-si ambulatoriali, 339 autodonazioni, 5.340 do-nazioni sangue, 14.486 emoderivati prodotti, 3.169 richieste emoderivati e 165.360 esami eseguiti).Nella nuova sede, per il Centro Prelievi sono a disposizione degli utenti:

un’ampia sala d’attesa con oltre 80 posti a sedere5 sportelli per accettazioni impegnative e ritiro referti2 sportelli per consegna materiali bio-logici (urine, tamponi, campioni ematici recapitati) Il sistema robotizzato per l’identificazione e l’etichettatura delle provette 2 sale con 5 postazioni prelievo di cui una riservata ai bimbi di età compresa tra 0 e 12 anni. 1 ambulatorio per prelievi microbiologici

I percorsi di accesso sono stati studiati per

ridurre al minimo i disagi e facilitare alcune tipologie di pazienti, come bambini e donne in gravidanza. Per quanto riguarda i piccoli pazienti, i genitori hanno la precedenza rispetto agli altri utenti grazie all’accesso ad uno sportello loro riser-vato. Una volta espletate le pratiche burocra-tiche, i bimbi con i genitori accedono ad una saletta dove viene effettuato il prelievo. Mani-festi e pupazzi creano un’atmosfera accoglien-te che aiuta il bambino a superare… la “paura dell’ago”. Per i diversamente abili, sono state adottate tutte le misure atte al superamento delle bar-riere architettoniche.Presso il Servizio Immunotrasfusionale (SIMT) sono a disposizione dei donatori e degli utenti:

1 zona dedicata a sala d’attesa; 1 sala donazioni con 6 confortevoli pol-trone per il prelievo;1 sala visite/accettazione donatori;2 ampi ambulatori per.

Nella nuova palazzina ha anche sede la segre-teria dell’ Associazione Volontari del Sangue (AVIS), punto di riferimento territoriale per tutti i donatori.Il Servizio di Anatomia Patologica e Citologia Diagnostica oltre che di un laboratorio per l’at-tività istologica e citologica di routine, dispone

di laboratori dedicati e tecnologicamente at-trezzati alle attività specialistiche proprie quali: diagnostica intraoperatoria, tecniche istochi-miche, indagini immunoistochimiche diagno-stiche, citologia in strato sottile e biologia molecolare (HPV-DNA Test…). Per quanto ri-guarda l’attività assistenziale, l’Anatomia Pato-logica, svolge esami istologici, citologici, esami citologici per agoaspirato (a mano libera, eco guidati e TC guidati), riscontri autoptici, consu-lenze istopatologiche medico-legali. Partecipa attivamente al Programma Regionale “ Sere-na” per la prevenzione dei tumori del collo dell’utero, colon-retto e mammella. Il Servizio svolge ruolo di riferimento nell’ambito delle riunioni interdisciplinari (GIC) oncologiche at-tive presso l’ASL Novara.Nella realizzazione della nuova sede è stato par-ticolarmente curato il comfort – dichiara Anna Tinivella, Direttore Dipartimento Area Dia-gnostica e Servizi dell’ASL NO – gli utenti infatti hanno a disposizione spazi moderni, ido-nei, gradevolmente colorati, nel rispetto di tutti i requisiti necessari per effettuare prestazioni ai massimi livelli di qualità e sicurezza e a garantire la salvaguardia della dignità del malatoLe eccellenti risorse professionali unite ad una tecnologia d’avanguardia assicurano prestazioni efficaci e di elevato livello in risposta ai bisogni della popolazione.

ASL NO Tutela la salute: ricordati che hai una visitaè attivo nell’ASL NO il “recall”, prodotto dalla ditta I-Tel Srl, un sistema automa-tico di richiamata degli utenti che hanno prenotato visite e/o esami presso i CUP dell’ASL NO o tramite numero verde (800 51 85 00).L’utente riceve una telefonata 7 giorni pri-ma della data programmata per la pre-stazione (il sistema effettua un massimo di tre chiamate per utente in due fasce orarie differenti) richiedendo la conferma della prenotazione:Buongiorno (o buonasera in base all’ora) sistema automatico dell’Azienda Sanitaria Locale di No-vara, si prega di non riagganciare fino al termine della chiamata.Ricordiamo (nome e cognome dell’utente) l’ap-puntamento (indicazione del giorno e orario).

Le chiediamo di premere:il tasto 1 per confermare la prenotazione•il tasto 3 nel caso in cui non possa o non •desideri più effettuare la prenotazioneil tasto 9 per riascoltare l’intero messaggio•

Nel caso di disdetta (rinuncia) dell’appunta-mento prenotato, lo stesso viene reso nuo-vamente disponibile per un nuovo utente attraverso i Centri Prenotazione o il numero verde.Il sistema automatico costituisce un servizio aggiuntivo garantito dall’ASL all’utenza, oltre che per ricordare l’appuntamento e consen-tire di rendere disponibili posti che altrimenti non verrebbero occupati da utenti che non si presentano senza disdire, a migliorare i tempi di attesa e l’accessibilità dei servizi sanitari.

a cura di Alberto MartinettiLa Pasqua è la più solenne festività della litur-gia cristiana. E’ una festa mobile che cade la domenica suc-cessiva al primo plenilunio di primavera, in un periodo compreso tra il 21 marzo e il 20 aprile. In ebraico il suo nome è Pesach, passare ol-tre; in greco Paskein, soffrire; in latino Pascua, pascoli. La parola inglese che la indica, Easter, corrisponde al tedesco Ostern che risale ad un’antica dea germanica, Ostara, patrona di un culto nel quale la lepre era al centro delle ce-lebrazioni in onore della primavera. La Pasqua ebraica e quella cristiana cadono sotto il segno dell’Ariete, che altro non è che l’agnello maschio diventato adulto e che era il protagonista di un mito greco dove si narrava che un principe chiamato Frisso aveva rifiuta-to la corte di Biadice la quale, offesa, decise di vendicarsi accusandolo di aver abusato di lei. Dopo questa menzogna in paese scoppiò un’epidemia di peste e l’oracolo, consultato dal re, affermò che per fermare il flagello Fris-so e la sorella Elle dovevano essere sacrificati. Ma Zeus, che conosceva la verità, decise di salvarli inviando in loro aiuto una nuvola che nascondeva un ariete d’oro. I due si aggrappa-rono al vello dell’ariete che si levò sulla terra dirigendosi verso la Colchide e mentre sorvo-lavano il mare del Ponto Eusino, incapparono in una furiosa tempesta che obbligò Elle, esau-sta, a lasciare la presa facendola cadere nelle acque che dal quel giorno, in suo ricordo, si sono chiamate Ellesponto. Frisso resistette e approdò alla Colchide dove sacrificò in nome di Zeus l’Ariete Salvatore, appendendone il Vello d’Oro ad una quercia e mettendovi a guardia un drago. Gli dei, soddisfatti del sacrifi-

cio, decretarono che il Vello d’Oro diventasse fonte di felicità e prosperità e di quel Vello si impadronì Giasone durante l’impresa degli Ar-gonauti uccidendo il drago con la protezione di Atena e Medea. L’antica cristianità interpretò questo mito come un’allegoria della Redenzione: l’ariete inviato da Zeus era il Figlio di Dio sacrificato-si per vincere il peccato; Frisso era il simbolo dell’uomo che a Lui si aggrappa per superare le difficoltà; Elle era l’emblema di chi non ha la forza di lottare e vincere le avversità e si lascia cadere. Il Vello d’Oro dell’Ariete sacrificato era a sua volta un riferimento al sacramento dell’Eucarestia, fonte di salvezza che il Cristo offre agli uomini. Giasone, infine, è il cristiano che ottiene la salvezza combattendo il drago con l’aiuto di Maria Ausiliatrice. Pesach era il nome di un’antichissima festa pagana celebrata dai pastori di Canaan all’inizio della primave-ra e che gli Ebrei ripresero attribuendole un nuovo e più profondo significato rievocandovi l’Angelo della Morte che, nella notte in cui uc-cise tutti i primogeniti egizi, “passò oltre” le loro case che erano state segnate dal sangue dell’agnello sugli stipiti delle porte e quindi ne risparmiò i figli. E’ anche il “passaggio” miraco-loso del Mar Rosso e quello dalla condizione di schiavi a uomini liberi. I primi cristiani, pur adattandone i significati al loro credo, presero a celebrare la Pasqua nello stesso giorno di Pesach, e solo dopo il Concilio di Nicea, nel 325, ne spostarono la data trasformandola in una festa mobile. Le celebrazioni pasquali sono precedute dal tempo di Quaresima (in latino quadrigesima ovvero quarantesimo giorno) che nel rito romano ha inizio il mercoledì delle Ceneri e termina al tramonto del giovedì Santo, prima della messa in Coena Domini. Le Ceneri si ot-tengono bruciando i rami di olivo benedetto

l’anno precedente e vengono imposte ai fedeli recitando la tradizionale formula “Ricordati uomo che sei polvere e in polvere ritornerai” riaffermandoci il comune destino mortale e umiliando il nostro orgoglio. La Quaresima fu adottata in Oriente all’inizio del IV secolo, a Roma nel 384 e, rifacendosi all’osservanza delle cifre bibliche, prescriveva quaranta giorni di digiuno, tanti quanti furono quelli di Mosè, Elia e il Cristo e tanti quanto durò il Diluvio Universale, periodo di purificazione della Ter-ra. Con la recente riforma liturgica la Quare-sima dura trentotto giorni, le domeniche sono escluse, mentre nel Calendario Ambrosiano è di trentaquattro giorni, iniziando la prima do-menica di Quaresima. Fulcro delle celebrazioni pasquali è la settimana compresa fra la Domenica delle Palme e quella della Resurrezione, la Settimana Santa, nata a Gerusalemme nei primi secoli per rivivere gli avvenimenti della Passione e poi sviluppatasi in Occidente dove giunse verso il V secolo. Nel-la Domenica delle Palme, primo giorno della celebrazione, si ricorda l’ingresso del Cristo in Gerusalemme dove la folla lo plaude agitan-do rami di palma. I Greci chiamavano la palma phoinix, come l’uccello paradisiaco, la Fenice, che rinasceva dalle proprie ceneri e si nutri-va di perle e incenso; pianta solare con foglie simili a raggi era il simbolo del divino ed em-blema della Vittoria che i Romani chiamavano Dea Palmaris. Nelle commemorazioni la palma viene spesso sostituita da rami d’olivo da sem-pre considerato simbolo del Divino. Il cammi-no quaresimale ha il successivo importante appuntamento e conclusione il Giovedì Santo, giornata divisa in due distinte parti: nella prima ha luogo la benedizione degli olii e la messa del Crisma (dal greco chrisma, unguento profuma-to composto da olio misto a balsamo e aromi), durante la quale i sacerdoti rinnovano le loro promesse al vescovo e, nella seconda, con i Ve-spri, inizia il triduo pasquale della Passione e Resurrezione del Signore con la celebrazione serale della Messa in Coena Domini, dove si rivi-ve la Pasqua, che allora fu anticipo, mentre oggi è memoriale della crocifissione e resurrezione del Signore. Durante la funzione ha luogo la lavanda dei piedi che ricorda l’episodio avve-nuto durante l’Ultima Cena quando il Cristo versò l’acqua in una bacinella e lavò i piedi ai discepoli a simboleggiare il dovere che ogni cristiano ha di vivere nel servizio degli altri. Nell’Ultima Cena il Signore istituisce l’Eucare-stia, sotto il segno del pane e del vino, a simbo-

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IN FORMAPagina 4 Numero 2/2011 IN FORMA Pagina 9Numero 2/2011

Figlio si nasce… papà si diventa: corso di preparazione alla nascita per papà “in attesa” e neo-papà

Da Giovedì 31 marzo ha preso il via il cor-so di preparazione alla nascita dedicato esclusivamente ai papà “in attesa” e ai neopa-pà, che si integra con quello di accompagna-mento alla nascita per le future mamme, al fine di promuovere e valorizzare il ruolo di padre e della paternità consapevole e responsabile.Il Corso, totalmente gratuito e attivato in via sperimentale, è riservato ad un numero massi-mo di 15/20 partecipanti e fa parte dell’Ambu-latorio di Psicologia della Paternità che opera all’interno del Consultorio Famigliare dell’ASL di Novara.Sono previsti 5 incontri (dal 31 marzo al 26 maggio 2011), ogni due settimane - il giovedì dalle 18.00 alle 20.00 - presso la palestra del Dipartimento Materno Infantile in viale Roma 7 a Novara.I futuri padri e i neopapà che vogliono iscri-versi possono telefonare allo 0321 374112 oppure 0321 374113 dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 16.00 oppure inviare un email all’indirizzo: [email protected] .Responsabile del corso è il dott. Mauro Lon-goni in collaborazione con psicologi, persona-le ostetrico e assistenti sociali dei Consultori.Nel corso del primo incontro di Giovedì 31 marzo, a cura dell’Ostetrica, saranno trattati elementi di igiene (prevenzione degli incidenti domestici e preparazione della casa; danni pro-vocati dal fumo, posizione del neonato in cul-la), puericultura (cambio pannolino, fisiologia del neonato, bagno) e il massaggio neonatale.Giovedì 14 aprile saranno illustrate dall’Ostetrica e dalla Psicologa del Consulto-rio Familiare, nozioni di fisiologia e psicologia della gravidanza e del parto per far si che il fu-turo papà acquisisca conoscenze sul proprio ruolo nell’assistenza alla gravidanza e al parto.L’Assistente Sociale presenterà, successiva-mente, la normativa riguardante i diritti del neo-papà e della neo-mamma e i servizi ter-ritoriali che si occupano di tematiche legate alla genitorialità.“La paternità consapevole e responsabile: la dimensione familiare” sarà il tema affrontato Giovedì 28 apriledallo Psicologo per aiutare il neo padre a in-traprendere un percorso che lo aiuti a com-prendere l’importanza della propria funzione e a valorizzarla.Giovedì 12 maggio, sempre a cura dello Psicologo, verrà affrontato l’argomento della

GIBIOTTICAC.SO MONTEBELLO, 19 E

15057 TORTONA (AL)Tel. 0131 86 64 56 - 0131 88 15 07

“paternità consapevole e responsabile: la di-mensione di coppia” con l’obiettivo di inco-raggiare il neo padre a sostenere la propria partner durante e dopo la gravidanza, senza confondere i reciproci ruoli (è prevista anche una partecipazione attiva delle partner). Nell’ultimo incontro, previsto per Giovedì 26 maggio, lo Psicologo affronterà la “dimensio-ne individuale”, per incentivare il neo padre a esprimere le proprie emozioni e condividere nel rapporto di coppia.Al termine del corso sarà consegnato ai parte-cipanti l’attestato di partecipazione e il deca-logo “Dieci regole del papà d’oro” (tratto dal libro di A. Pellai intitolato: “Nella pancia del papà”)Ci auguriamo che questa iniziativa, così innovati-va, riscuota il consenso dei futuri padri e di chi è diventato padre da poco tempo – afferma Mauro Longoni, Psicologo – per valorizzare il ruolo della paternità e possa essere così riproposta in futuro in modo continuativo.

Conoscere i denti: protesi dentarie e implantologia

Noel Claraso’ affermava: “Il corpo, se lo si tratta bene, può durare tutta la vita”, è spontaneo do-mandarsi se questa citazione possa valere per tutti i nostri organi, ad es. per i denti. Per avere una risposta abbiamo realizzato un’intervista con Alberto Femminò, Specialista Odontoia-tra dell’ASL NO. Rimpiazzare molari, premolari, canini e incisivi, caduti a causa di malattie delle gengive o per trascuratezza, è indispensabile alla salute della bocca, soprattutto quando all’appello man-cano molti denti. Quando si parla di protesi dentaria?Ogniqualvolta vogliamo ripristinare la corretta funzione masticatoria. Ci sono diverse soluzioni, la protesi dentaria può essere, infatti, rimovibile, oppure fissa o, ancora, combinata.Cos’é, quindi, la protesi?E’ un dispositivo medico odontoiatrico preparato su misura del paziente che l’odontotecnico costru-isce secondo le disposizioni del Dentista.Quanto dura una protesi dentaria?Esistono delle tabelle che indicano dei valori medi, ma la durata dipende da molti fattori, come i con-trolli periodici, l’igiene orale e la manutenzione.Una curiosità, per una corretta igiene orale, come deve essere pulita? Ricordo sempre la regola dei “tre tre”, la protesi va spazzolata quotidianamente come i nostri denti, tre volte al giorno per tre minuti sulle tre facce (quella che ride è verso l’esterno, quella che parla è a contatto con la lingua e, infine, quella che ma-stica è tra i denti). Ovviamente vi sono delle differenze tra la protesi fissa e quella rimovibile che può essere estratta dalla bocca e, pertanto, pulita nel lavandino.Occorre però prestare molta attenzione per evita-re di farla cadere perché può fratturarsi. Possono essere, inoltre, utilizzate, per un igiene più accurata pastiglie all’ossigeno attivo o del disinfet-tante (ad es. amuchina) che permettono di elimi-nare gli odori sgradevoli lasciati dai batteri.I materiali utilizzati per le protesi sono tolle-rabili dal nostro organismo o possono creare problemi di salute?Allo stato attuale dell’arte sono pochi i casi di in-tolleranza e/o allergia ai materiali dentali, solita-mente sono biocompatibili.Spesso si sente parlare di protesi prodotte all’estero, come faccio a sapere se la mia pro-tesi è stata fatta in Italia o importata?Attraverso la “dichiarazione di conformità” che

è rilasciata dall’Odontotecnico allo Specialista Odontoiatra, ciò permette di conoscere l’origine, la provenienza, i materiali utilizzati e le modalità d’uso del dispositivo.Qual è il problema principale, dal punto di vi-sta medico-legale, delle cure odontoiatriche ricevute all’estero?La responsabilità oggettiva è sempre dell’Odonto-iatra, titolare dello studio o direttore sanitario.In linea di principio non sussiste alcun problema medico-legale, partendo dal presupposto che ognuno è libero di farsi curare da chi ritiene meri-tevole della sua fiducia.La questione è di ordine pratico, per semplificare posso fare un esempio: mi metto nei panni di un paziente che decide di rivolgersi all’estero per sot-toporsi alle cure odontoiatriche o per effettuare una protesi; al ritorno in Italia si accorge di aver bi-sogno di un ritocco. La prima soluzione è quella di ripercorrere il percorso a ritroso e ritornare dallo Specialista all’estero oppure, cosa più probabile e frequente, cerca un dentista vicino a casa, il quale sarà sempre restio a “mettere le mani” su una te-rapia eseguita da altri, in considerazione del fatto che ne diverrebbe responsabile.A volte anziché di protesi si parla di capsule su denti naturali, che cosa sono?Esattamente la stessa cosa, sono parole di uso co-mune, come capsula, denti finti, corona.Di che materiali sono fatte ?

La protesi rimovibile è generalmente fatta in resi-na, quella fissa può essere realizzata in lega pre-ziosa o lega non preziosa in resina e/o ceramica.Quando si parla di implantologia e che cos’e’?L’implantologia orale è quella branca della chirur-gia odontostomatologica che consiste nell’introdu-zione nella compagine ossea di strutture metalli-che sterili, solitamente in titanio che, quindi, non possono provocare il rigetto in quanto materiale inorganico.Quando è indicata?Nel caso si abbia bisogno di ancoraggio per la protesi rimovibile oppure quando non si voglia uti-lizzare denti naturali per eseguire ad es. un ponte tradizionale.Come si interviene sul paziente?Ogni paziente ha una sua storia clinica, è, quin-di, necessario un studio personalizzato del caso, anamnesi prossima e remota, per valutare se sus-sistono indicazioni o controindicazioni di ordine generale e locale.Per concludere cosa possiamo dire ai nostri lettori…Mi piace citare un proverbio castigliano: “stima i tuoi denti mille volte più preziosi di un diamante” perciò non dimenticatevi che i denti, come altri parti del nostro corpo sono importanti e richie-dono impegno che si concretizza con le visite periodiche dallo Specialista di fiducia, ovviamente, rigorosamente iscritto all’albo.

a destra nella foto il dott. Mauro Longoni

Figlio si nasce… papà si diventa2° edizione del corso di preparazione alla nascita riservato a papà “in attesa” e neo-papà1° Incontro. Giovedì 5 maggio 2011, ore 18 – 20.

Elementi di igiene e puericultura. Il massaggio neonatale.Operatore: Ostetrica Consultorio Famigliare ASL NO di Novara2° Incontro. Mercoledì 18 maggio 2011, ore 18 – 20.Fisiologia e psicologia della gravidanza, del par-to e del puerperio.Operatori: Ostetrica e Psicologa Consultorio Famigliare ASL NO di Novara.3° Incontro. Giovedì 9 giugno 2011, ore 18 – 20.La paternità consapevole e responsabile: la di-mensione famigliare.Operatore: psicologo Consultorio Famigliare ASL NO di Novara4° Incontro. Giovedì 23 giugno 2011, ore 18 – 20.La paternità consapevole e responsabile: la di-mensione di coppia.Operatore: psicologo del Consultorio Famiglia-re ASL NO di Novara5° Incontro. Giovedì 30 giugno 2011, ore 18 – 20.La paternità consapevole e responsabile: la di-mensione individuale.Operatore: psicologo del Consultorio Famiglia-re ASL NO di Novara.

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IN FORMA Pagina 5Numero 2/2011IN FORMAPagina 8 Numero 2/2011

Difendersi dal fumo di sigaretta: l’esperienza del Centro di Trattamento del Tabagismo

La clinical governance (nel senso di arte del go-vernare nel duplice significato di “istituzione” e “gestione” della Pubblica Amministrazione) svolge un ruolo determinante nel promuovere e tutelare la salute delle persone, permettendo di ottimizzare risorse, rispondere alle criticità, produrre un miglioramento delle pratiche sa-nitarie. Anche nell’ambito del contrasto al ta-bagismo questo modello può essere applicato con efficacia. In questi ultimi anni il Centro di Trattamento del Tabagismo (CTT) del Dipar-timento Patologia delle Dipendenze dell’ASL NO, ha svolto sul territorio attività di preven-zione, cura ed informazione sul tabagismo. Alla Struttura si sono rivolti – nel periodo dal 2003 al mese di agosto 2010 - 510 pazienti; l’85% dei quali è stato sottoposto ad interventi completi di counselling, trattamenti psicologici individuali o di gruppo, trattamenti farmacologici singoli od integrati con quelli psicologici, trattamenti farmacologici di supporto per le problemati-che psichiche ed organiche legate alle varie fasi di disassuefazione dalla nicotina.Il paziente “tipo” giunto all’osservazione del CTT è ma-schio, con un’età compresa tra i 35 e i 40 anni, fuma da più di 20 anni, è motivato a smettere essenzialmente per problemi di salute legati al fumo (in particolare cardio-respiratori) ma anche per paura di sviluppare altre malattie; ha tentato seriamente, almeno due volte di smettere di fumare, che non hanno mai por-tato ad un’astinenza, superiore ai due mesi, da fumo di sigaretta. Presenta in circa il 25% dei casi una patologia pregressa od attuale di pertinenza psichiatrica, rappresentata da sin-dromi ansioso-depressive, attacchi di panico, disturbi bipolari con prevalenza depressiva. Il paziente “tipo” presenta anche una forte di-pendenza fisica, supportata da una discreta componente psicologica e gestuale. Per gestire i pazienti è stata utilizzata una cartella clinica “tabaccologica” con informazioni anagrafi-che, anamnestiche generali e specifiche sulle abitudini superflue (fumo in particolare), con

spazi per annotare gli esiti dei colloqui, i trat-tamenti effettuati ed il loro esito nel corso dei follow up programmati (fino a 12 mesi dalla fine del trattamento). I principali punti di forza del Centro per la Terapia del Tabagismo (CTT) sono stati: la disponibilità di una segreteria te-lefonica 24/24 ore, con la possibilità di fissare un appuntamento entro 7 giorni dalla chiama-ta; la notevole flessibilità oraria per rispondere alle esigenze di tutti i pazienti; la disponibilità di locali per gli incontri medici, psicodiagno-stici e psicoterapeutici individuali e di gruppo; la dotazione di strumenti per eseguire prove specifiche quali la misurazione del monossido di carbonio (CO) espirato, la spirometria e l’elettrocardiogramma; la fornitura di un nu-mero di cellulare aziendale dedicato da utiliz-zare nelle ore di servizio diurne ed infine la gratuità del trattamento. Inoltre, il personale operante presso il CTT ha lavorato nella rea- lizzazione di progetti, pubblicazioni a mezzo stampa, interventi radiotelevisivi locali, incon-tri con le équipe territoriali dei medici curanti e serate di sensibilizzazione ed informazione. Un ulteriore contributo al progetto è derivato dall’impiego dei pannelli elettronici della Pro-vincia di Novara dislocati nei punti di maggiore traffico viario delle città (incroci, accessi alle principali reti viarie..). Il 9% dei pazienti è stato inviato al CTT attraverso i medici di famiglia; il 12% del totale è giunto su segnalazione di ope-ratori sanitari che operano in ospedale e sul territorio. I trattamenti erogati in questi anni hanno fornito risultati incoraggianti: il 30% dei pazienti è risultato astinente a distanza di un anno; il 35% ha ridotto il consumo giornaliero al di sotto delle 5 sigarette; il 20% ha dimez-zato il numero di sigarette quotidiane rispetto

all’inizio del trattamento e il 15% non è arriva-to alla conclusione. Gli obiettivi che l’ASL NO si pone prevedono lo sviluppo di 4 azioni di contrasto al fumo di tabacco che coinvolgono il CTT, il Servizio Sovrazonale di Epidemiologia, la Struttura Qualità e Comunicazione, il Servi-zio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione, il Servizio Tossicodipendenze il Servizio di Igie-ne e Sanità Pubblica e il Gruppo Aziendale di Lavoro del Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) sulla Bronco-Pneumopa-tia Cronico Ostruttiva(BPCO).

Le 4 “Azioni di contrasto al fumo di tabacco” sviluppate dal Gruppo aziendale clinical gover-nance sono state:

promuovere la disassuefazione dal fumo 1. di tabacco attraverso la sensibilizzazione dei soggetti che accedono agli ambulatori SIAN di consulenza nutrizionale, nell’am-bito della promozione a stili di vita sani;diffondere negli ambulatori medici curan-2. ti la pratica del minimal advise; promuo-vere la selezione ed il sostegno del pa-ziente ai fini dell’invio al CTT; attuare la cogestione del paziente in trattamento e in followup; potenziare le offerte di cura e sostegno nei fumatori con BPCO; modificare l’atteggiamento nei confronti 3. del fumo attraverso il progetto di preven-zione “Lasciateci puliti”: rivolto agli alunni di II° media inferiore, ai genitori e agli insegnanti delle scuole secondarie di pri-mo grado; realizzazione e divulgazione di materiale 4. informativo rivolto alla popolazione e ai medici curanti.

di procedure di autocontrollo, comprese quelle di verifica o in materia di rintracciabilità, è punita con la sanzione da 1.000 a 6.000 euro e la non corretta applicazione delle stesse è punita con analoga san-zione.

Indipendentemente dalle sanzioni amministrative, si ricorda che la migrazione di componenti di MOCA all’interno degli alimenti contenuti comporta inoltre la denuncia all’Autorità Giudiziaria per violazione dell’art. 5 della L 283/62, salvo l’applicazione dell’art 441 CP in caso di prodotto pericoloso per la sa-lute.

Samboneta cura della dott.ssa Claudia Sguaita, Responsabile Qualità e Ambiente Sambonet Paderno Industrie SpALavoro in Sambonet da circa sette anni, sono approdata in azienda per l’ottenimento della certificazione ambien-tale e successivamente ho iniziato ad occuparmi anche di qualità.Mi sono resa conto solo iniziando a svolgere questa at-tività quanto sono stata disattenta come consumatore. Non mi sono quasi mai occupata di leggere alcun ma-nualetto allegato agli articoli con le istruzioni di uso e manutenzione, non li ho quasi mai letti per gli articoli elettrici o elettronici, improvvisando al momento circa un utilizzo forse alternativo….figurarsi se mai mi sono pre-occupata di leggere i consigli per l’utilizzo di una pento-la….per usare una pentola cosa ci vuole…si dovrà solo mettere acqua e pensare a far cuocere gli spaghetti!Per evitare che il fondo della pentola possa iniziare ad avere punti di ruggine ad esempio non si dovrebbe do-sare sale prima dell’inizio del bollare dell’acqua, ragione per cui si dice di evitare di lasciare a contatto dell’accia-io cibi salati o acidi, quali maionese, pomodoro, limone, aceto ecc.Ho scoperto da professionista che gli acidi hanno il potere di attaccare l’acciaio, perché è vero che si dice che deve essere utilizzato acciaio inox, ma è anche vero che l’acciaio benché sia AISI 304 18/10, va comunque incontro a corrosione/ossidazione se non viene trattato correttamente.Come ulteriore consiglio posso dire di evitare l’utilizzo di detersivi troppo aggressivi, come le pastiglie per lava-stoviglie, generalmente troppo concentrati e non utiliz-zare detergenti a base acida, o con componente acida all’interno perché potrà essere assolutamente veloce ed efficace per la detersione, ma superati i canonici pochi minuti di contatto, il detergente attaccherà la superfi-cie degli articoli rovinandoli senza alcuna possibilità di ripristino.Tutti gli articoli in acciaio generalmente vengono prodotti in acciaio in acciaio inox 18/10, che indica che l’acciaio contiene tra l’8 e il 10% di nichel e tra il 16 ed il 18 % di cromo.E’ un acciaio con ottime caratteristiche produttive, pre-sente nelle liste positive della legislazione nazionale, per l’utilizzo per la realizzazioni di materiali ed oggetti a contatto alimentare.Cosa fa Sambonet per dare garanzie al con-sumatore?Ha formalizzato delle specifiche contrattuali con i fornitori di materia prima, all’arrivo della merce i fornitori consegnano i certificati di analisi che atte-stano qualitativamente il materiale, inoltre in azien-da vengono effettuate delle contro-analisi mediante uno strumento a raggi X.Garantiamo da sempre la rintracciabilità dei lotti produttivi sia dalla materia prima alla vendita che al contrario della filiera, effettuiamo analisi di mi-grazione sui nostri prodotti per poterne garantire la sicurezza, presso laboratori accreditati, in quanto materiali destinati al contatto con gli alimenti non devono trasferire alle sostanze alimentari compo-

a cura della dott.ssa Antonella Zanaria, Responsabile Gestione Sistema Qualità B-Pack S.p.A.La B-Pack S.p.A., società novarese operante dal 1994 a Nibbia, produce pellicole multistrato per il confezionamento di alimenti freschi in atmosfera protettiva o sottovuoto. Grazie agli investimenti in innovazione l’azienda ha sviluppato anche pellicole speciali per applicazione nel settore medicale. La società dal 2000 ha un Sistema di Qualità certi-ficato ISO 9001 ed ha recentemente ottenuto l’ac-creditamento allo Standard BRC/IOP, a garanzia del rispetto dei requisiti di igiene e sicurezza alimentare richiesti per i materiali utilizzati a contatto con gli alimenti. Le pellicole prodotte vengono infatti utiliz-zate nel confezionamento di alimenti che si trovano nei banchi frigo dei supermercati come tortellini, insaccati, salumi affettati, cibi precotti, formaggi e prodotti da forno come pane e pizza. Per potersi adeguare a tutte queste applicazioni sono stati svi-luppati film con barriera all’ossigeno, ai gas e agli aromi, barriera all’umidità, filtro UV, azione antifog e film che possono essere pastorizzabili e sterilizzabili ad alte temperature.

La sicurezza e l’igiene del prodotto alimentare ga-rantita dalla filiera necessita della collaborazione del consumatore al quale va ricordata l’importanza di seguire le indicazioni di conservazione e le modalità di consumo dell’alimento, come tempi e temperatu-re, ma soprattutto di rispettare le date di scadenza segnalate. Il rispetto di queste indicazioni è fondamentale per ga-rantire la sicurezza degli alimenti – dichiara Antonella Zanaria, Responsabile Gestione Sistema Qualità - va inoltre evitata la pratica comune di utilizzare gli involucri dedicati ad uno specifico alimento per imbal-lare altri cibi. Su ogni materiale impiegato per l’imballaggio alimen-tare, infatti, vengono eseguiti controlli preventivi sulla cessione di sostanze che devono rispettare determinati limiti imposti dalla legge a salvaguardia della salute dei consumatori. Tali analisi vengono effettuate a condizioni che simulano quelle di conservazione del cibo che viene a contatto con il materiale. Questo è il motivo per cui l’imballo destinato alla pizza potrebbe non essere idoneo alla conservazio-ne del formaggio. In caso di uso promiscuo potrebbe es-serci il rischio di rilascio delle sostanze sopra menzionate oltre il limite consentito dalla normativa. Per garantire un efficace Sistema di Qualità B-Pack S.p.A. presta molta attenzione nella scelta delle ma-terie prime e di fornitori affidabili, nel mantenere un ambiente di lavoro pulito, climatizzato e in sovrap-

B-Pack

pressione e nel gestire i controlli di processo, ma soprattutto investe nella formazione del personale. In B-Pack S.p.A. operano 67 dipendenti che vengono adeguatamente formati sulle procedure operative di competenza e sulle regole di igiene e di sicurezza alimentare. Un basso livello di turnover ha permesso e permette al personale di specializzarsi in modo approfondito e di interiorizzare maggiormente la filosofia azien-dale. Il rispetto delle regole di igiene viene richiesto non solo al personale interno, ma anche al personale esterno: visitatori, fornitori, trasportatori. L’azienda utilizza macchinari moderni e aggiornati e si avvale di un laboratorio che supporta la ricerca e sviluppo ed il controllo di qualità sui prodotti.

nenti in quantità tale da costituire un problema per la salute umana, modificare la composizione del pro-dotto alimentare, alterarne la caratteristiche orga-nolettiche. Oltre alla produzione di articoli in acciaio, realizzia-mo prodotti in alluminio, in particolare utilizzato per la produzione di pentolame.Le pentole in alluminio hanno il vantaggio di essere realizzate con un materiale che conduce molto bene il calore a differenza dell’acciaio, ma è un materia-le estremamente delicato, si rovina facilmente, per questa ragione deve essere utilizzato con cura.Inoltre in presenza di acidi e sali, l’uso di padelle, recipienti di alluminio con alimenti come purea di mela, rabarbaro, salsa di pomodoro o aringhe salate può causare un aumento delle concentrazioni di al-luminio in tali alimenti. Inoltre l’uso di vaschette e vassoi di alluminio per alimenti già pronti e di rapido consumo potrebbe causare un moderato aumento delle concentrazioni di alluminio, in particolare nei cibi contenenti pomo-doro, vari tipi di sottaceti e aceto.Quante volte abbiamo sentito dire di non te-nere i cibi avanzati nei recipienti in allumi-nio?Probabilmente parecchie volte, ma per la fretta a volte non diamo particolarmente importanza a tut-to questo .Oltre ad essere una donna che lavora ho anche la fortuna di essere mamma e questo comporta, come a tanti ad avere una giornata frenetica, per cui in-dipendentemente al fatto di sapere che la cottura diretta in pentole in acciaio o alluminio è migliore, a casa mia vengono normalmente utilizzate pentole in acciaio teflonato.Ho letto tanto circa il teflon, anche prima di iniziare a lavorare in Sambonet, ma nonostante questo, mi è capitato spesso di utilizzare la forchetta per poter cucinare il cibo.Da professionista posso dire che lo strato antia-derente viene deposto sulla base di acciaio ad alte temperature, se il teflon viene utilizzato con accor-tezza non può risultare pericoloso per la salute delle persone.L’utilizzo in accortezza significa semplicemente non lavare la superficie in teflon con materiale abrasivo, come la paglietta saponata o la parte abrasiva delle spugne; evitare di utilizzare a contatto con il teflon accessori in acciaio, si prediligono accessori in legno o materiale antiaderente.Cosa fa Sambonet in merito al teflon?Premetto che l’EPA (agenzie per la protezione am-bientale) ha invitato DuPont, 3M/Dyneon, Arkema, Asahi, Ciba, Clariant, Daikin e Solvay Solexis, maggio-ri produttori di teflon, a ridurre l’utilizzo del PFOA (acido perfluoroctanico) del 95% entro il 2010 e ad eliminarlo entro il 2015, non solo negli Usa ma ovunque operino.Già tutti gli articoli teflonati di nostra produzione non contengono PFOA, per cui su ogni articolo vi è apposta l’etichetta PFOA FREE e stiamo anche va-lutando di inserire fra i nostri nuovi articoli, articoli con antiaderente in ceramica.Anche per tutti i prodotti con antiaderenti eseguia-mo test di migrazione per avere la costante certezza di poter garantire la sicurezza dei prodotti che en-trano sul mercato.

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Piatti, pentole, stoviglie: rischio per gli alimenti? Conoscere le regole del gioco. Esperienze a confronto

a cura di Davide Bordonaro, Coordinatore Tecnico della Prevenzione della Struttura Complessa Servizio d’Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN) dell’ASL NO, di-retta dal dott. Biagio Calò.Piatti, pentole, stoviglie ed altri oggetti rientrano tra quelli che, in tema di sicurezza alimentare, sono de-finiti “Materiali ed Oggetti destinati a venire a Con-tatto con gli Alimenti” (abbreviato con l’acronimo M.O.C.A. o M.C.A.), per i quali vi sono norme e regole precise a cui attenersi per evitare che pos-sano essere inadatti o rappresentare un rischio per la salute pubblica.

Fanno parte di questa categoria tutti i materiali e gli oggetti, finiti e pronti per l’impiego, che sono già a contatto, che sono destinati ad esserlo o che si prevede possano essere messi a contatto con gli alimenti.

Sono invece esclusi gli oggetti di antichità, gli impian-ti fissi di approvvigionamento idrico e i materiali di ricopertura o di rivestimento degli alimenti (come, ad esempio, i materiali che rivestono le croste dei formaggi), le preparazioni di carni o frutta.

Solitamente si individuano tra questi oggetti quelli che più si avvicinano agli utilizzi quotidiani e che as-sociamo agli alimenti, quindi pensiamo alle pellicole con le quali avvolgiamo gli alimenti, alle pentole, alle posate, ai piatti, ai bicchieri, alle teglie ma anche ai contenitori in plastica che mettiamo nei frigoriferi, ai tappi di sughero, alla carta con cui vengono avvolti affettati o formaggi, ai biberon o ai succhiotti per neonati, ai porta condimenti, alle caraffe.

Si pensi anche ai materiali ed oggetti usati dall’indu-stria alimentare, quindi alle confezioni e agli imbal-laggi degli alimenti nei vari formati e materiali, dal big bag plastico capace di contenere oltre 750 kg. di prodotto alle bustine per alimenti progettate per contenere sino a 5 grammi di prodotto, ma anche al silos piuttosto che alle cisterne nei vari formati o ai pirottini per pasticceria. Rientrano inoltre tra i MOCA anche gli impianti delle industrie che vanno a contatto con gli alimenti durante l’attività pro-duttiva o di confezionamento come ad esempio le teglie per forni. Vi sono poi le sostanze non alimen-tari utilizzate nella filiera alimentare o per produrre ed assemblare l’oggetto che andrà a contatto con alimenti. Si pensi ad esempio ai componenti che si usano e si formano a seguito della combinazione di più materiali come i coloranti, gli additivi, le colle, i coadiuvanti di lavorazione ed altri.

I MOCA dovranno avere caratteristiche diverse in funzione delle peculiarità dell’alimento con cui an-dranno a contatto e delle diverse tecniche e tem-pistiche di conservazione previste. Alcuni di essi, ad esempio, necessitano di traspirabilità, altri di resi-stenza all’umidità, altri ancora devono resistere alla base acida o salina di alcuni alimenti ed altri ancora sono strutturati e progettati per sopportare shock termici. Da qui la necessità di garantire l’adeguatez-

za del materiale e dell’oggetto per l’utilizzo a cui è destinato.

Vi sono poi materiali e oggetti denominati “atti-vi” ed altri “intelligenti”.

I primi hanno la caratteristica di interagire con il prodotto o con l’ambiente, rilasciando sostanze utili o assorbendo sostanze indesiderate allo scopo di aumentare la durata e la sicurezza dell’alimento. I materiali intelligenti sono invece quelli che fornisco-no indicazioni sulle condizioni di conservazione o sulla qualità del prodotto per informare il consuma-tore, il produttore o il distributore.

A questi fattori si aggiungono comportamenti scorretti con utilizzi impropri da parte dell’uti-lizzatore finale che ridurrebbe i rischi adottando semplici precauzioni e seguendo le indicazioni del fabbricante.

Le parole d’ordine saranno: acquistare prodotti “si-curi” e seguire attentamente le indicazioni fornite dal produttore. Si dovrà far cura affinché rimangano integre le condizioni e le superfici degli oggetti: non scalfire, ad esempio, le superfici dei MOCA, sostitui-re quando opportuno (e non solo in caso di rottura) stoviglie, pentole e padelle abrase, bicchieri divenuti oramai opachi e gli altri oggetti che non presentino più le caratteristiche garantite dal produttore.

Fare molta attenzione a cosa si acquista, verificando che sia idoneo al contatto con alimenti, che vi sia-no le indicazioni minime previste e la destinazione d’uso, scegliendo il materiale o l’oggetto in funzione delle reali esigenze del tipo di alimento.

Alcuni prodotti seppure simili sono stati progetta-ti e destinati ad usi completamente diversi (ad es. il secchiello in plastica per l’industria alimentare o quello per giardinaggio). In questo caso un conte-nitore plastico senza il simbolo bicchiere-forchetta e le diciture previste in etichetta non è idoneo ad essere messo a contatto con gli alimenti.

Inoltre la disattenzione può creare alcuni problemi; ad esempio l’utilizzo di una carta per contatto diret-to, simile come grafica ma con caratteristiche diver-se a quella per imballo (che avvolge la confezione), se messa a contatto con l’alimento, soprattutto se umido (ad esempio pesce o formaggio a pasta mol-le), cede l’inchiostro utilizzato per la grafica.

La normativa sugli imballaggi (o Packaging, come viene definita in ambito industriale) e sugli M.C.A. (o Food Contact Materials), che si pone trasversalmen-

te rispetto alla normativa sulla sicurezza alimentare, praticamente prende l’avvio con la L 30.4.1962, n. 283, ed è costituita da oltre 350 atti legislativi e de-creti di norme tecniche e di laboratorio, che si sono succeduti nel corso degli anni fino al più recente Re-golamento (CE) n. 10/2011 della Commissione, del 14 gennaio 2011, riguardante i materiali e gli oggetti di materia plastica destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari.

Il Reg. (CE) 1935/2004 (noto come regolamento Quadro), prevede che i materiali ed oggetti debbano essere prodotti conformemente alle buone pratiche di fabbricazione affinché siano sufficientemente inerti da escludere:

il trasferimento (o migrazione) di sostanze ai •prodotti alimentari in quantità tali da mettere in pericolo la salute umana;modifiche inaccettabili alla composizione degli •alimenti;il deterioramento delle caratteristiche organo-•lettiche dell’alimento stesso.

In merito alle buone pratiche di fabbricazione, il Re-golamento (CE) n. 2023/2006 del 22/12/2006 (noto come Regolamento GMP) stabilisce infatti che tutti i materiali e gli oggetti e le loro combinazioni, vanno fabbricati nel rispetto delle norme generali e specifiche sulle buone pratiche di fabbricazione, isti-tuendo, attuando e facendo rispettare un sistema di assicurazione della qualità e un sistema di controllo della qualità, efficaci e documentati.

L’attenzione negli ultimi anni verso tutto ciò che può rappresentare un rischio per la sicurezza alimenta-re e la genuinità di ciò che mangiamo è in costante aumento e ciò coincide con un maggior impegno da parte degli organi di controllo, supportati dalle agenzie preposte (EFSA – autorità europea per la si-curezza alimentare, ISS – istituto Superiore di Sanità e Ministero della Salute), nell’analisi dei fattori sca-tenanti le malattie trasmesse da alimenti e con tec-niche di accertamento ed ispettive più approfondite, efficienti ed efficaci. Le imprese alimentari, dal canto loro, tenendo conto dell’evoluzione normativa, delle necessità avanzate dalla clientela, dedicano maggiore attenzione e risorse all’evoluzione tecnologica ed ai controlli interni, al fine di adeguarsi contestualmente a quanto previsto dalla norma ed a creare un pro-dotto competitivo e che soddisfi il consumatore.

Tra gli organi preposti al controllo ufficiale, la nor-ma individua, come autorità competente sulla sicurezza alimentare, il Servizio d’Igiene degli Ali-menti e della Nutrizione (SIAN) dei Dipartimenti di Prevenzione che, per l’ASL NO di Novara, è diretto dal dott. Biagio Calò, già Direttore del Dipartimento di Prevenzione e dello S.Pre.S.A.L.. Il SIAN procede in merito a questa tematica al controllo ufficiale con attività ispettiva, di campionamento per analisi e di verifica dell’idoneità della documentazione seguen-do indicazioni ministeriali e regionali ed intervenen-

do d’iniziativa qualora si ravvisino non conformità.

L’attività di controllo della sicurezza alimentare di-sciplinata dal Regolamento (CE) 882/04, comprende anche l’ispezione dei MOCA.

Peraltro anche il Regolamento (CE) 852/04, sull’igie-ne dei prodotti alimentari, prevede che l’operatore del settore alimentare, oltre a garantire che tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della di-stribuzione degli alimenti soddisfino i pertinenti re-quisiti di igiene, predisponga, attui e mantenga una o più procedure permanenti, basate sui principi del si-stema HACCP e, tra questi, anche l’identificazione di ogni pericolo che deve essere prevenuto, eliminato o, qualora sia impossibile, ridotto a livelli accettabili. Nella fattispecie la migrazione di sostanze tossiche all’alimento rappresenta un rischio.

Gli ultimi rapporti RASFF (Rapid Alert System for Food and Feed – sistema rapido di allerta per ali-menti e mangimi), inerenti le non conformità segna-late su alimenti e materiali destinati al contatto con alimenti, hanno evidenziato la rilevanza numerica dei casi di allerta riconducibili a questi ultimi e dovuti sia a migrazioni di componenti (con una prevalenza del 98% dei casi), sia a presenza irregolare di metalli, sia a contaminazioni da inchiostri in egual misura.

Le segnalazioni di non conformità di Materiali de-stinati al contatto con gli alimenti, nel 2009, hanno raggiunto il 6 % delle 3204 segnalazioni comunitarie e il 61% di questi, erano provenienti dalla Cina.

Il Piano Regionale Integrato di Sicurezza Alimenta-re (PRISA), per l’anno 2010, riportava che le non conformità, segnalate dal sistema di allerta rapido, si riferivano principalmente al rinvenimento di:

ammine aromatiche: in attrezzi per cucina •(mestoli, spatole), utensili da cucina in nylon, mestoli in plastica nera;migrazione di:•nichel in: mestoli in acciaio, frullini per cappuc-•cino, tappi di metallo, porta liquori in metallo;cromo in:utensili di metallo, accessori per bar-•becue, scola pasta, bicchieri decorati;cromo e nichel in: posate in acciaio, tagliapasta, •set per barbecue, vassoi e griglie per forni elet-trici, tazzine in acciaio inox;manganese in stoviglie•nichel e manganese in: fiaschi, sbattitori per •uova;piombo in prodotti di ceramica, cartoni per •pizza;formaldeide in utensili da cucina, piatti e tazze •in plastica;melamina in tazze e piatti di plastica etc.;•ftalati in: coperchi di vasetti per conserve;•DEHP (Di-etilesilftalato), DIDP( ftalato di dii-•sodecile) e DNOP( ftalato di diottile) in: Ther-mos, contenitori in plastica, pentole a pressio-ne, coperchi;Rhodamine “B” in: tovaglioli di carta•

Nell’elaborazione del PRISA per l’anno 2010, la Di-rezione Sanità della Regione Piemonte, tenuto conto di alcuni indicatori tra cui i dati del rapporto RASFF dell’anno precedente, ha previsto, un incremento dell’attività di controllo dei MOCA (in termini di ispezioni e di campioni), un ampliamento delle tipo-

logie di attività da controllare, includendo le attività di produzione, di import, di deposito, commercio all’ingrosso e presso gli utilizzatori (bar, ristoranti, mense etc..). Sono state inoltre messe in atto azioni mirate a migliorare le competenze del personale ad-detto ai controlli ufficiali, difatti, sono state redatte e distribuite dal Settore Promozione della salute e interventi di Prevenzione Individuale e Collettiva, ai SIAN delle AA.SS.LL., specifiche linee guida per il controllo ufficiale dei materiali ed oggetti destinati al contatto con gli alimenti, anche al fine di uniformare l’attività ispettiva, informativa e di campionamento, nell’ottica di garantire l’adeguatezza, l’efficienza e l’efficacia dei controlli. Il piano è diventato di routine per l’anno 2011 per cui, durante la normale attivi-tà di controllo ufficiale, verrà potenziata la verifica dell’applicazione della norma inerente i MOCA. Le indicazioni generali per il PRISA riferito al periodo 2011-2014 della Regione Piemonte inoltre, prevede tra gli obiettivi, in ambito rischio chimico-fisico, di rafforzare ed integrare i controlli relativi ai materiali a contatto e ai relativi rischi di cessione.

In riferimento a tale tematica anche il Ministero del-la Salute ha fornito indicazioni in merito al potenzia-mento dei controlli sull’applicazione della corretta prassi e sui materiali ed oggetti destinati al contatto con gli alimenti.

I controlli riguardano in linea generale l’acquisizione della documentazione prevista (es. dichiarazione di conformità), il controllo del prodotto, la verifica del sistema di rintracciabilità dei MOCA e l’etichettatu-ra di questi prodotti. In funzione poi delle diverse ti-pologie di attività oggetto di controllo, sono previste verifiche ispettive specifiche.

Le imprese del settore produzione e com-mercio di materiali ed oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti sono re-sponsabili di controllare la rispondenza dei loro prodotti alle norme e a dimostrare in ogni momen-to di aver adeguatamente provveduto ai controlli ed accertamenti necessari a garantire in ogni caso la sicurezza dei prodotti alimentari.

I materiali ed oggetti devono essere sempre accom-pagnati, nelle fasi diverse dalla vendita al consuma-tore finale, dalla dichiarazione di conformità del produttore che, da un lato, attesta la conformità alle norme vigenti e quindi che è idoneo al contatto con gli alimenti e, dall’altro, consente di identificare e quindi rintracciare il produttore dei materiali ed oggetti in questione.

è stabilito che, per consentire il controllo ed il ri-tiro dei materiali ed oggetti difettosi, dovrà essere sempre garantita la rintracciabilità dei prodotti in qualunque fase della lavorazione, della trasformazio-ne e della distribuzione (riportando ad esempio i dati dei fornitori, la rete di distribuzione, disporre di una procedura di richiamo/ritiro del prodotto e dei dati di comunicazione all’ASL territorialmente competente per eventuali allerte), e della corretta etichettatura dei prodotti.

Le imprese hanno dunque la responsabilità e l’ob-bligo di vigilare al fine di evitare che i materiali ed oggetti possano essere una fonte di contaminazione dei prodotti alimentari trasferendo sostanze indesi-

derabili o comunque estranee agli alimenti stessi.

In tema di Responsabilità delle imprese ali-mentari, l’utilizzazione dei materiali ed oggetti è subordinata all’accertamento da parte dell’Opera-tore del Settore Alimentare della loro conformità alle norme vigenti e alla idoneità tecnologica per lo scopo cui sono destinati, assicurando il rispetto delle disposizioni volte a garantire la sicurezza degli alimenti.

L’industria alimentare deve essere fornita della di-chiarazione di conformità dei materiali ed oggetti destinati al contatto con alimenti e deve essere sem-pre in grado di consentire ai competenti organi di controllo di identificare il fornitore o il produttore dei materiali o degli oggetti impiegati.

Dovrà richiedere, quindi, al produttore o fornitore del MOCA la dichiarazione di conformità, conser-varla, e soprattutto utilizzare i materiali e gli oggetti nel rispetto delle condizioni d’uso dichiarate dal produttore. Questa documentazione sarà indispen-sabile per effettuare una corretta valutazione dei rischi della propria attività e per predisporre le pro-cedure previste.

Con nota del 18 novembre 2010, il Ministero della Salute rafforza queste indicazioni riferendo che le imprese alimentari devono applicare le buone prassi, compresa quella della manutenzione delle attrezza-ture a contatto con gli alimenti ed attenersi quindi ai regolamenti del “pacchetto igiene” per garantire un elevato livello di tutela dei consumatori, (adem-piendo agli obblighi generali rispettando, tra l’altro, i requisiti applicabili alle attrezzature e quindi verifi-candone ad esempio la manutenzione e l’usura).

Oltre alle fonti normative, ai siti istituzionali del Ministero della Salute, dell’ISS, dell’EFSA, della Co-munità Europea e delle Regioni, potranno essere di supporto linee guida, alcune particolarmente importanti redatte dall’Istituto Superiore di Sanità (ad esempio il progetto CAST – rapporto ISTISAN 09/33) o dall’EFSA, altre redatte da Associazioni di categoria, alcune delle quali approvate dal Ministero della Salute.

Le sanzioni previste per le irregolarità documen-tali e analitiche di MOCA discendono da svariate norme; nel nostro Paese sono previste da norme generali o da norme specifiche che recepiscono Direttive comunitarie. Le norme specifiche riferi-te ai materiali a contatto con gli alimenti (es. DPR 777/82 mod. dal D.Lgs 108/92 o DM 21/03/1973), prevedono sanzioni da 2.500 a oltre 7.500 euro per difformità di etichettatura o indicazioni d’uso, man-canza o inesattezza della dichiarazione di conformità o rintracciabilità inesatta e si arriva fino a sanzioni di oltre 92.000 euro qualora vengano utilizzati o posti in vendita MOCA che, per composizione o cessione di componenti, rendano le sostanze alimentari noci-ve o pericolose per la salute pubblica.

Alle norme sopra indicate si affiancano inevitabil-mente le norme generali di igiene e sicurezza ali-mentare quali ad esempio il Reg. CE 852/04 che pre-vede sanzioni che vanno dai 500 ai 3.000 euro per il mancato rispetto dei requisiti generali in materia di igiene indicati nell’allegato II capitolo V (attrezza-ture) e X (imballaggio). La mancata predisposizione