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Passeggiate nel tempo REGIONE LAZIO Parchi, castelli, monasteri Viaggio tra storia e leggende dell’entroterra laziale Passeggiate nel tempo

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Passeggiate nel tempo

REGIONE LAZIO

Parchi, castelli, monasteriViaggio tra storia e leggende

dell’entroterra laziale

Passeggiate nel tempo

REGIONE LAZIOASSESSORATO ALLA CULTURA,

SPETTACOLO, SPORT E TURISMO

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Realizzazione e coordinamento editoriale:Vitesse - Roma

Per conto dell’APT di Roma

Progetto grafico e disegni cartografici: Nicola Pietravalle, Silvia Ranalli

Redazione testi: Alessia PetruzzelliNino Martino (schede parchi)

Immagini: Simonetta Panzironi; Archivio APT Roma.

Schede parchi: Panda Photo

Stampa: Tipolitografia C.S.R. - Roma

In copertina : Sermoneta, Borgo e Castello Caetani (Simonetta Panzironi).Sullo sfondo: pianta terrestre del Lazio,

Domenico De Rossi, 1693.

Carta rilievi del Lazio: Regione LazioDipartimento Territorio

Direzione Regionale Territorio e UrbanisticaSistema Cartografico e Geografico

Per questa pubblicazione è stata utilizzata carta riciclata

Vietata la riproduzione

Passeggiate nel tempoParchi, castelli, monasteri

Viaggio tra storia e leggendeDell’entroterra laziale

Passeggiate nel tempo

REGIONE LAZIO

Passeggiate nel tempoParchi, castelli, monasteri

Viaggio tra storia e leggendedell’entroterra laziale

Luigi CiaramellettiAssessore alla Cultura,

Spettacolo, Sport e Turismo

Dopo “Il Lazio che non ti aspetti - Luoghi di storia e di mare”, la guida dedi-cata ai tesori archeologici del litorale laziale, proseguiamo nell’impegno di cor-redare di nuovi e sempre più aggiornati strumenti di promozione turistica leattività della Regione Lazio sia in Italia che all’estero. Con “Il Lazio che non ti aspetti - Passeggiate nel tempo”, si è voluti partiredalla realtà dei sistemi ambientali presenti nel Lazio ed attorno ad essi ricrea-re dei virtuali sistemi tematici riferiti all’entroterra della regione.Rispondendo inoltre alle espresse esigenze di autenticità, tipicità, concretezzadella attuale domanda turistica, la guida affianca al tema del valore ambienta-le una ricercata proposta culturale, valorizzando in maniera trasversale ilpatrimonio artistico, storico e religioso delle cinque province laziali, attingen-do anche all’affascinante bagaglio di tradizioni e leggende popolari. E volendo ripercorrere con forte spirito evocativo la storia della nostra civiltà,attraversiamo dunque parchi e riserve naturali lungo interessanti ed originaliitinerari, incontrando mirabili esempi di architetture fortificate, tra borghi,castelli ed abbazie. Il loro fascino ci guiderà tra arte e storia, fede e leggende, natura e tradizioni,conferendo un ritmo tutto nuovo a queste nostre passeggiate nel tempo.

REGIONE LAZIO

Il Lazio chenon ti aspetti!

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INDICE

i monti sabatini Pag. 16 - 21

ITINERARIO 3

L’area romana e la valle del tevere

Pag. 22 - 27

ITINERARIO 4

i castelli romani Pag. 28 - 33

ITINERARIO 5

PIANTINA GENERALEPag. I - IV

INSERTO

L’Alta tUSCIA LAZIALE Pag. 4 - 9

ITINERARIO 1

i monti sabatini e reatiniPag. 34 - 39

ITINERARIO 6

I monti cimini Pag. 10 - 15

ITINERARIO 2

i monti lucretili e il salto cicolano

Pag. 40 - 45

ITINERARIO 7

i monti simbruiniPag. 46 - 51

ITINERARIO 8

la valle del liri e le mainarde

Pag. 52 - 57

ITINERARIO 9

i monti lepini, ausoni e aurunci

Pag. 58 - 63

ITINERARIO 10

dei Monaldeschi (1451) lasceranno dal 1460 la strut-tura in stato di abbandono, aggravato da attacchi edincendi anche ad opera dei Lanzichenecchi. Nel 1612,con l’assegnazione della residenza al cardinale Sanesio,vescovo di Orvieto, saranno effettuate opere di restau-ro e manutenzione, vanificate purtroppo nel 1665 daun terribile terremoto. Adibita a carcere e magazzino,sarà ristrutturata nuovamente dal 1750, quandoBenedetto XIV la assegnerà in enfiteusi al capitanoFlorido Zampi. Ma ancora, nel 1815, sarà proprio lapopolazione a devastare il castello, pur di non lasciar-lo a Luciano Bonaparte, principe della vicina Canino.Dal 1400 il Castello Monaldeschi porta il nome dellainfluente e nobile famiglia che, durante la sua perma-nenza a Bolsena, provvide a significative opere direstauro ed ampliamento: da antico castello medioe-vale, la rocca divenne una vera residenza nobiliare for-tificata. Perfettamente inserita nella struttura difensi-va del borgo, a pianta quadrangolare, con torrimedioevali, ponti e fossato, era un avamposto chedominava il versante sud occidentale, l’abitato ed illago. La sua funzione difensiva fece porre gli ingressi

del borgo e della rocca diametralmenteopposti, con una logica strategica atta acostringere qualsiasi assalitore a dovereesporsi su uno dei due fronti. Grazie aisignificativi lavori di restauro iniziati neglianni Settanta, oggi il Castello è visitabileed ospita un Museo Storico.

LA ROCCA MONALDESCHIDELLA CERVARA

Bolsena

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Bolsena, Rocca Monaldeschi della Cervara: la facciata.

I Castelli e le rocche

MILLE SCOPERTESULLE TRACCEDEI BRIGANTI

Tra scenari naturali mozzafiato, iniziamo questo viaggio nell’entroterra

laziale dalla Tuscia, la nobile terraattraversata sin dall’antichità da pellegrini e viandanti, teatro delle

lotte di potere tra guelfi e ghibellini,memoria storica di tradizioni e

culture dalle origine remote.

L’alta tuscialaziale

ITINERARIO

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AFFACCIATO SUL LAGO DI BOLSENA, il più grande lagoitaliano di origine vulcanica, sulle pendici collinari deiMonti Volsini, ci attende il borgo medioevale su cuitroneggia la splendida Rocca Monaldeschi. Sui restidell’antica città di Velzna, l’ultima delle 12 città etru-sche conquistata dai Romani ( 265 a.C.), e della roma-na Volsinii, furono edificate nel 1156 la prima cintamuraria, a difesa dell’abitato, ed una torre di avvista-mento, oggi la torre principale dell’attuale rocca. Eranogli anni delle incursioni di Federico Barbarossa e PapaAdriano IV ordinò la fortificazione di tutti i centri chesi trovavano sulla direttrice della Via Cassia. La vera epropria rocca originaria venne costruita nel 1295 e agliinizi del ‘300, a seguito di una più ampia opera di forti-ficazione dei numerosi castelli dei Monaldeschi, laRocca iniziò ad essere abitata e frequentata stabilmen-te dai membri della fazione della Cervara.Nel 1334 Ermanno Monaldeschi divennepodestà del centro e consolidò l’autoritàdella sua casata che ottenne il possessodella Rocca per volere di Bonifacio VIII(1398) ed in seguito di Alessandro V(1409). Le vicende politiche ed il declino

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L’uso invalso di “personalizzare” e decorare scudi estendardi militari rispondeva all’esigenza di distin-guere i diversi corpi dell’esercito cristiano durante leCrociate. I simboli e le figure venivano poi adottatidalle famiglie nobili come segno dignitario e distinti-vo. Nascevano così gli stemmi gentilizi e gli emblemi,il cui uso si diffonderà in occidente nel secolo XII. Lafamiglia comitale dei Monaldeschi, dopo aspre lotteintestine, si divise in quattro rami: della Cervara, delCane, della Vipera, dell’Aquila. Lo stemma nobilia-re del ramo della Cervara è presente in tutte le deco-razioni pittoriche dei numerosi palazzi della famiglia,tra Umbria ed Alto Lazio.

Lo stemma dei monaldeschi della Cervara

Nel territorio intorno al Lago di Bolsena, a partiredall’XI secolo, eserciterà il proprio potere anche lafamiglia Farnese, originaria dell’antica localitàCastrum Farneti, oggi Farnese. Grazie alla fervida atti-vità politica e militare di Ranuccio il Vecchio, difen-sore militare del papato nominato Senatore di Romanel 1417, la casata accrescerà non solo il prestigio maanche i possedimenti nella Tuscia. Verranno così neltempo acquisiti o edificati strategici castelli, rocche efortezze che disegnano nella Valle del Lago un vir-tuale itinerario medioevale e rinascimentale.Gradoli, con l’imponente Palazzo Farnese, operarinascimentale del Sangallo; Latera, con il CastelloFarnese nel cuore del borgo medioevale; Valentano,con la Torre e la Rocca, sede del Centro di studi sullanobile famiglia ducale; Onano con la Rocca Farnesema famosa anche per l’omonima qualità di lentic-chia, nata nel Cinquecento; Farnese, con i resti diun’antica rocca e un museo preistorico archeologico.Torniamo infine sul lago a Capodimonte, dominatodalla cinquecentesca Rocca Farnese.

I “gioielli” dei farnese

ROCCHE

Bolsena (RM) - Da nord e da sud: A1 FI-RM,uscita Orvieto, e poi SP 71 e bivio perBolsena (km15). Oppure la SS2 Via Cassiache attraversa l’abitato di Bolsena.Acquapendente (RM) - A1 FI-RM danord, uscita Fabro direzioneAcquapendente; da sud, uscitaOrvieto direzione Acquapendente.Oppure da sud: SS2 Via Cassiadirezione Viterbo e proseguire perAcquapendente; da nord: SS2 ViaCassia direzione Abbadia SanSalvatore, Acquapendente; In treno: linea Viterbo -AcquapendenteRiserva Naturale Monte Rufeno -Da Roma: A1 RM-FI, uscita Orvieto edindicazioni per Acquapendente (circaKm.30). Da Firenze: A1 FI-RM, uscitaFabro ed indicazioni per Acquapendente.Accesso alla Riserva all’altezza del Km.136 dellaSS2 Via Cassia, tra Viterbo e Siena.Riserva Naturale Selva del Lamone - A1 RM-FI ,uscite Orvieto o Orte ed indicazioni per Viterbo-Montefiascone-Valentano-Farnese. Da Roma: SS2 ViaCassia direzione Siena, oppure SS1 Via Aurelia indirezione Montalto di Castro. Dalla Toscana, si posso-no seguire le indicazioni per Saturnia, Manciano,Pitigliano, e poi proseguire per Farnese.

ARALDICA

COME ARRIVARE

Lo stemmaMonaldeschi della Cervara.

L’alta tuscia laziale

Proceno

Onano

Grotte di Castro

Bolsena

Bagnoregio

Bomarzo

Sorianonel Cimino

VITERBO

Marta

Valentano

Farnese

SS 2

SS 2SP 71

SS 2

SP 204

SP 3

12

A 1

Canino

Tuscania

Vitorchiano

Capodimonte

Lago diBolsena

Latera

Gradoli

Acquapendente

RISERVA REGIONALESELVA DEL LAMONE

RISERVA REGIONALETUSCANIA

RISERVA REGIONALEMONTE RUFENO

RISERVA REGIONALEMONTE CASOLI

DI BOMARZO

ORVIETO

ATTIGLIANO

734Monte Rufeno

Fiume

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NT I V O L S I N I

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ON T I C I M I N I

ITINERARIO 1

GIGANTESCHE ERUZIONI VULCANICHE HANNO PLA-SMATO IL TERRITORIO: laghi e colline, forre e montitestimoniano di una geologia molto attiva. Siamonella Tuscia laziale, uno dei paesaggi più bellid’Italia dove gli antichi vulcani di Volsinio, Ciminoe Sabatino hanno dato vita ai laghi di Bolsena,Bracciano e Vico.Le sorgenti termali della Tolfa sono famose sin daitempi dell’antica Roma, ma da vedere è anche labellissima Caldara di Manziana, inserita in un con-testo paesaggistico unico che ha favorito il perma-nere delle più meridionali betulle d’Europa.Nei Monti della Tolfa il paesaggio diviene aspro,scenario di tanti film western all’italiana, luogo pre-diletto per l’allevamento brado di cavalli e buoi: unluogo di elevata biodiversità dove troviamo tradizio-ni agricole antiche, a due passi dalla capitale.In questo contesto la Riserva naturale di MonteRufeno è un lembo di Lazio tra le mitiche terre sene-si. La Selva del Lamone, invece, è una delle aree pro-tette più interessanti e meno conosciute del Lazio.

Boschi di cerri e roverelle, ma anche roveri emacchia mediterranea, oltre alla vegetazioneripariale sul fiume Paglia.Numerose le varietà di funghi tra cui ilTricholoma Rufenum, perfettamente mimetizzatotra la vegetazione.

I PARCHI REGIONALIDI MONTE RUFENO E DI

SELVA DEL LAMONE

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FLORA

Il Parco in cifre

Riserva Naturale Monte RufenoGestore: Comune di Acquapendente

Superficie: 2.892 ettari Istituzione: 1983

Riserva Naturale Selva del LamoneGestore: Comune di Farnese

Superficie: 2.002 ettari Istituzione: 1994

Riserva naturale provinciale Monte Casoli di Bomarzo

Superficie: 175 ettariIstituzione: 1999

Riserva naturale TuscaniaSuperficie: 1.901 ettari

I Parchi

Sopra: Lago di Bolsena, l’isola Bisentina.

ITINERARIO

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Sopra: la vegetazione del sottobosco.

Le colline attorno all’antico borgo medioevale diProceno, al confine tra la campagna toscana e le col-line umbre, favoriscono da secoli la coltivazione diuna tipica qualità di aglio che ha ricevuto il ricono-scimento di prodotto tradizionale del Lazio dalMinistero delle Politiche Agricole e Forestali ed ilmarchio D.O.P..L’aglio rosso, appunto, dagli spicchi tozzi e dall’aro-ma intenso, un prodotto della terra la cui produzioneè il risultato di una paziente coltivazione a mano,curatissima in ogni sua fase: dalla selezione dei bulbiper la piantagione, alla “starlatura” dei fiori dellapianta all’inizio dell’estate,l’essiccazione e intreccia-tura dei bulbi nelle carat-teristiche “reste”.

L’AGLIO ROSSO DI PROCENO

FAUNA

PRODOTTI TIPICI

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LA TERRA DEI FIORI

BOTANICA

Un interessante ed inusuale itinerario ci guiderà nel centrostorico di Acquapendente: antiche maioliche illustrano leessenze tipiche del luogo e le piante che crescono nellacittà. All’interno della Riserva Regionale di MonteRufeno, invece, il casolare Giardino ospita il Museo delFiore, tappa d’obbligo per tutti gli appassionati.

Le specie di interesse che si possono avvistaresono il merlo acquaiolo che risale il corso d’ac-qua alla ricerca di cibo o il martin pescatoreche osserva con cura le acque, pronto al balzoper catturare l’ignaro pesce di cui si nutre. Non mancano cinghiali ed istrici, tassi e ghiri.

Sopra: Il biancone (Circaetus Gallicus).A sinistra. il merlo acquaiolo.

L ’ A LTA T U S C I A L A Z I A L E

Le abbazie e i monasteri

L’ABBAZIA DISAN SEPOLCRO

Acquapendente

Oggi ammiriamo la bella ed elegante facciata e il suointerno a tre livelli. Dipinti su pannelli, che ornano ipiloni di sinistra della navata centrale, ripercorrono lastoria della Basilica: l’arrivo della regina Matilde; la par-

tenza per la I crociata (1096-1099); la consacrazione dellachiesa da parte di Eugenio III(1149); la distruzione dellafacciata durante la secondaguerra mondiale. Tra gli altri pregevoli ele-menti decorativi vi sono,incorporati nella scala d'ac-cesso al presbiterio, due bas-sorilievi della scuola diAgostino di Duccio (1418-1481) ed un raffinato altarein terracotta smaltata e

dipinta di Jacopo Beneventano (1522). Oltre alle spoglie di S. Ermete martire patrono di Acqua-pendente, la Basilica conserva anche quelle di S.Antonio, di S. Caterina e di S. Agostino (secolo XlII).

Acquapendente: Basilica di San Sepolcro.

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ITINERARIO

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SIMBOLO DI ACQUAPENDENTE, LA BASILICA DEL SANTO

SEPOLCRO sarà nei secoli coinvolta nelle sorti di quellache nasce come la città roccaforte dell’Impero diOttone I. Fu edificata intorno all’anno Mille sul sepol-cro che Matilde di Westfalia (895-968), madre diOttone I, fece costruire in ossequio al Sepolcro diCristo in Gerusalemme. Sede dell’antica abbazia bene-dettina, ebbe annessa la Casa dei Templari, i Cavalieridell’ordine monastico-militare sorto per la difesa deiluoghi sacri e la protezione dei pellegrini (XII sec.). LaBasilica, di elegante stile romanico, fu consacrata daEugenio III nel 1149.Tra il XII e gli inizi del XV secolo Acquapendente ebbegoverni diversi: imperiale, pontificio, orvietano, senese enel XIII secolo passò sotto la Diocesi di Orvieto. Questofu il periodo di maggiore prosperità economica ed anchela Basilica venne arricchita da opere d’arte e decorazioni. Nel 1649, a seguito della distruzione della città di Castro,Acquapendente divennesede vescovile e la Basilica diSan Sepolcro fu elevata acattedrale: da allora saràoggetto di profonde trasfor-mazioni architettoniche. Nelcorso del XVIII secolo l’o-riginaria struttura romani-ca verrà rimaneggiata sianella facciata che all’inter-no, rivisitata in stile baroc-co e secondo il tipico gustoalto laziale.In seguito, durante il secondoconflitto mondiale (giugno 1944), il complesso vennegravemente danneggiato subendo il crollo della navatasinistra e con restauri successivi venne riportato alle sueantiche forme romaniche.

Acquapendente, Basilica di San Sepolcro: il campanile.

INFORMAZIONI UTILI

L ’ a lta t u s c i a l a z i a l e

Nella Basilica vi è uno dei più impor-tanti esempi di cripta romanica inItalia, sorta nella seconda metà del Xsecolo sui resti dell’antica edicola delSanto Sepolcro (IX sec.). Interessante esuggestiva la divisione dello spazio in trenavate trasversali e nove longitudinali,con un gioco di 22 colonne sormontateda ricchi capitelli con elementi stilisticidi provenienza nordica. L’edicola, alcentro della cripta e chiusa da unacopertura piramidale a base rettangola-re, conserva secondo la tradizione duepiccoli frammenti litici della colonnadella flagellazione di Cristo macchiatidel suo sangue.

La cripta romanica

CASTELLO BOLSENA

Piazza Monaldeschi - 01023 Bolsena (VT)Visite: Inverno (da novembre)Merc - giov - ven: h 10.00-13.00Sab - dom - festivi - prefestivi: h 10.00-13.00 / 15.00-18.00Estate (da metà luglio) tutta la settimana h 10.00-23.00Primavera e autunno: tutta la settima-na h 10.00-13.00 / 16.00-19.00Lunedì chiuso.

Riserva Regionale di Monte RufenoPiazza G. Fabrizio,17

01021 Acquapendente (VT)Tel. +390763733442

Riserva Regionale Selva del LamoneC.so Vittorio Emanuele III, 395

01010 Farnese (VT)Tel. +390761458741

Riserva Regionale Monte Casoli di Bomarzo

c/o Provincia di VTVia Aurelio Saffi, 49 01100 Viterbo

Tel.+390761924337 +390761924021

AZIENDA DI PROMOZIONETURISTICA DELLA

PROVINCIA DI VITERBOPiazza dell’Oratorio, 2 Palazzo Doria Pamphili

01030 San Martino al Cimino (VT)Tel. +3907613751

Fax +390761379233www.apt.viterbo.it

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ARTE

STORIA

Considerata uno degli itinerari turistici più belli d’Italia, nelMedioevo fu la direttrice privilegiata tra le città del regno italicoed il mondo d'oltralpe; 2500 km su cui erano poste stazioni disosta tra cui Acquapendente e Bolsena. Nacque in origine dal-l’esigenza dei Longobardi di collegare la capitale del loro regno-Pavia- con i ducati meridionali attraverso un corridoio protettosul “Passo di Monte Bardone”, Mons Longobardorum, l’attualeCisa. Con l’avvento della dominazione dei Franchi fu denomina-ta “Francigena” ossia “strada originata dalla Francia” e rappre-sentò per il Sacro Romano Impero la principale via di collega-mento con Roma. Nel IX secolo fu introdotto l’obbligo per gliarcivescovi di recarsi a Roma per ricevere dal Papa il pallium,mantello di lana ornato da una croce che fungeva da vera e pro-pria investitura. Nel diario di viaggio dell’Arcivescovo diCanterbury troviamo la prima citazione di Acquapendente cometappa della Via Francigena. Sigerico infatti si recò a Roma daPapa Giovanni VI nel 994 e nell’elenco dei luoghi di sosta tocca-ti nel viaggio di ritorno alla sua sede episcopale vi erano 79 “sub-mansiones” comprese tra Roma e il Canale della Manica. Divennela via del pellegrinaggio a Roma presso la tomba di San Pietro eper questo venne chiamata anche strada “Romea”, utilizzata daimportanti viaggiatori, veicolo di scambi culturali e commerciali.

la via francigena

A sinistra:Acquapendente, lacripta romanica.

Riserva Regionale di Tuscaniac/o Provincia di Viterbo01017 Tuscania (VT)

Tel.+390761443374 - +390761443390www.parchilazio.it www.parks.it

BASILICA DI SAN SEPOLCRO

Acquapendente - Tel. +390763734200Visite: intera giornata.

MUSEO DEL FIORE

Acquapendente - Tel. 80040011834www.museodelfiore.it.

influenzarono l’impostazione urbanistica del paese diCaprarola su cui la reggia domina imponente. Numerosii pittori e gli artisti chiamati a decorare ed abbellire laresidenza, sede di una intensa vita di corte e frequenta-ta da nobili, letterati, artisti e musicisti, in linea con lafama di grandi mecenati dei Farnese. Di grande effettol’ingresso d’onore, al quale si accede dalla doppia scali-nata; così come la meravigliosa scala elicoidale, creazio-ne del Vignola e affrescata da Antonio Tempesti(1580-1583), che conduce al piano nobile, dove risie-deva il signore, distante e distaccato dalle pochezzedella vita quotidiana.Prezioso il ciclo di affreschi di scuola manieristica chevive nelle sale del principesco palazzo. Di FedericoZuccari (1566-1569) i dipinti della Sala dei Fattid’Ercole, che raffigurano Le Fatiche di Ercole, e dellaCappella a pianta circolare con un pregevole pavimen-to in marmo e cotto e gli affreschi a tema biblico. DiTaddeo Zuccari (1560-1566) gli affreschi della Saladei Fasti Farnesiani, che celebra i momenti della vitadel cardinale Alessandro Farnese, in un contesto ricca-mente decorato da stucchi. Ancora di Taddeo Zuccari la

Sala del Concilio di Trento, con i grandiriquadri affrescati per rievocare la convoca-zione del famoso Concilio e gli avvenimen-ti del pontificato di Paolo III, oltre a stucchied arabeschi a decorare la volta. E la Cameradell’Aurora, dei Lanefici e quella dellaSolitudine con mirabili volte affrescate edeffetti prospettici.Infine Sala del Mappamondo, con affre-schi di Giovanni Antonio da Varese e

Raffaellino da Reggio (1574) a decorare la voltacon il sistema planetario, davvero di grande effettoper l’epoca, con le sceniche carte geografiche dipin-

IL PALAZZO FARNESECaprarola

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Caprarola: Palazzo Farnese.

I Castelli e le rocche

LA MACCHINA DEL TEMPOCI RIPORTA IN UN’EPOCA DI GRANDI SPLENDORI

La bellissima provincia viterbese ci attende con la sua immensa e raffinata ricchezza culturale.

Qui ogni sovrano, pontificio o laico, ha lasciato un profondo segno

nella storia dei luoghi e dei popoli. Un’evoluzione di forte spessore per una terra che tra Medioevo

e Rinascimento sarà nota persinooltre i confini della penisola.

I MONTI CIMINI

ITINERARIO

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DEI NUMEROSI POSSEDIMENTI E PALAZZI DELLA NOBILE

FAMIGLIA ORIGINARIA DELL’ANTICA FARNETI (IX sec.)nella Tuscia, il Palazzo Farnese di Caprarola è senz’altrola residenza più fastosa e rappresentativa del potere chesi espanse in tutta Italia e fino in Europa nel corso di bensette secoli. Famiglia di grandi mecenati, uomini d’arme,diplomatici ed ecclesiastici, operò un’esemplare scalataal potere che la rese protagonista nel Rinascimento dellavita politica e pontificia. Determinante fu la magnifi-cenza del pontificato di Paolo III dei Farnesee la sua influenza sul nipote, il cardinaleAlessandro Farnese. Fu lui che volle edifica-re verso la fine del XVI secolo una residenzaprincipesca, sulle fondamenta di una anticarocca opera di Antonio da Sangallo ilGiovane. Il Palazzo, mirabile espressionedell’architettura tardo rinascimentale è, peril suo valore artistico e storico, un veromonumento il cui progetto ed i lavori furo-no affidati a Jacobo Barozzi da Vignola. Gli studi pro-spettici ed i progetti del grande architetto, tesi ad esalta-re il palazzo e la sua visibilità tra l’abitato seicentesco,

Gli affreschi del Salone della Guardia.

te sulle pareti raffiguranti i soli quattro conti-nenti noti all’epoca. Anche all’esterno il palazzo rappresentava ilpotere della famiglia in una interpretazio-ne tutta rinascimentale degli spazi aper-ti del grande parco. Si sviluppa su piùlivelli nella zona retrostante delpalazzo tra terrazze, fontane, ninfeie pregevoli elementi decorativi,musivi e scultorei, con chiariinflussi barocchi. Immersa nelparco l’elegante Palazzina delPiacere con il cortile e la loggiaimpreziosita da affreschi.

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Palazzo Farnese è una vera galleria di emblemi dinastici: affreschiraffigurano infatti gli stemmi nobiliari di circa quaranta nobilifamiglie che nel corso di oltre sette secoli si legarono ai Farnese. Sututti spicca il loro stemma con il giglio, simbolo della dupliceanima del casato, laica ed ecclesiastica. Le variazioni delle decora-zioni, subite nel corso degli anni, furono dettate da un certomanierismo araldico che attingeva ai temi del mito, ma rimarran-no nei secoli lo scudo, i gigli azzurri in campo d’oro, l’unicornorampante, l’elmo ornato dai pennacchi. Il palazzo custodisce inoltre le “imprese farnesiane”, un interessantefenomeno artistico e culturale in voga sin dall’antichità. Queste breviraffigurazioni unite a motti interpretarono, tra il ‘400 ed il ‘500, ilgusto rinascimentale per l’allegoria. Mentre lo stemma era un segnodistintivo della famiglia, l’ “impresa” simboleggiava il proposito per-sonale di un signore, dichiarandone gli intenti ed assumendo quindiun valore morale. Nel palazzo sono ovunque, tra stucchi e affreschi,ad illustrare i nobili propositi degli illustri Farnese.

lo stemma e le imprese farnesiane

Su un piano roccioso del Monte Ciminosi trova da secoli un affascinante maci-gno, già noto nell’antichità all’eruditoMarco Terenzio Varrone (116-27 a.C.) eal naturalista latino Plinio il Vecchio(23-79 d.C.) che lo definiva “naturaemiraculum”. Questo enorme masso ditrachite, una roccia eruttiva diffusa nellezone vulcaniche dell’Italia centro-meri-dionale, pesa circa 200 tonnellate, èlungo 8,5 mt, largo 6,5 e alto 3, ed ha unvolume di circa 100 metri cubi. Nellazona è detto “sasso naticarello” perchépuò oscillare, se sollecitato, pur mante-nendo il suo incredibile equilibrio.

Il macigno che oscilla

Lo stemma dei Farnese.

Caprarola (VT) - A1 MI-NA uscita MaglianoSabina verso Civita Castellana, indicazioni per Fabrica diRoma-Caprarola. Da Roma: SS2 Via Cassia direzioneViterbo, svincolo per Caprarola.Soriano nel Cimino (VT) - A1 MI-NA uscita Orte.SS204 direzione Viterbo e svincolo per Soriano. Da Roma: SS2 Via Cassia direzione Viterbo e bivio perCaprarola. Seguire la Via Cimina per Canepina-Vignanello. Per il luogo del “Sasso Oscillante” proseguireper SO su una strada secondaria.San Martino al Cimino (VT) - A1 MI-NA uscita Orte eSS 204 direzione Viterbo. Da Roma: SS2 Via Cassia verso

COME ARRIVARE

Vetralla, a Cura svol-tare a destra per S. Martino.

Parco suburbano Marturanum - A1 MI-NA uscita Orte,indicazioni per Viterbo e SS 2 Via Cassia, direzioneRoma, girare per Barbarano. Da Roma: in alternativa,SS1 Via Aurelia direzione Tarquinia, a seguire SS1 Bisper Monteromano- Barbarano. In treno, linea FS Roma -Viterbo, stazione di Vico-Matrino. Riserva naturale Lago di Vico - A1 MI-NA uscita Orte,direzione Viterbo. Da Roma: SS2 Via Cassia direzioneViterbo; indicazioni per Caprarola. Da Viterbo,ViaCimina direzione San Martino- Caprarola.

PARCO REGIONALEMARTURANUM

RISERVA REGIONALELAGO DI VICO

MONUMENTO NATURALEPIAN SANT’ANGELO

PARCO REGIONALEANTICHISSIMACITTÀ DI SUTRI

ATTIGLIANO

ORTE

MAGLIANOSABINA

Vetralla

Norchia

S.Martinoal Cimino

Soriano nel Cimino

Vignanello

Vitorchiano

Orte

Caprarola

Sutri

A 1

SS 2

SS 2

SS 1 bis

SP 493

SS 3

SP 204

Fabricadi Roma

BarbaranoRomano

MaglianoSabina

CivitaCastellana

VITERBO

Lago di Vico

1053Monte Cimino

M O N T I C I M I N I

ARALDICA CURIOSITÀ

ITINERARIO 2

Capranica

Ronciglione

I Monti cimini

Boschi di faggio e di cerro ed enormi castagniammantano in buona parte le pendici dell’anti-co cratere di Vico. Uno spettacolo mozzafiato ècostituito dalla cosiddetta faggeta depressa(perché vegeta a quote più basse del solito, gra-zie al clima del lago) del Fondo delle Tavole.

FLORA

Il Parco in cifre

Parco suburbano MarturanumGestore: Comune di Barbarano Romano. Superficie: 1.220 ettari - Istituzione: 1984

Parco urbano Antichissima Città di SutriGestore: Comune di Sutri.

Superficie: 7 ettari - Istituzione: 1988Riserva naturale Lago di Vico

Gestore: Comune di Caprarola (VT) Superficie: 3.300 ettari - Istituzione: 1982Monumento naturale Pian Sant'Angelo

Gestore: Monumento naturale Pian Sant’Angelo Superficie: 254 ettari - Istituzione: 2000

I Parchi

Il Lago di Vico.

ITINERARIO

22

IL PARCO REGIONALE DIMARTURANUM E DELLA

ANTICHISSIMA CITTÀ DI SUTRIE LA RISERVA REGIONALE

DEL LAGO DI VICO

L’ALTO LAZIO È STATO COSTRUITO DA VULCANI IN FASE

ESPLOSIVA, i bassi rilievi dei monti Cimini ed i bellissimilaghi di Bolsena, Mezzano, Vico, Bracciano eMartignano ne sono la testimonianza in un paesaggio adir poco affascinante. Testimonianze di presenza umana, etrusca e romana, simescolano alla florida vegetazione favorita dalla compo-sizione acida del suolo vulcanico. Il paesaggio è arricchi-to dai profondi valloni incisi nei banchi di tufo dalleacque e dai venti. Per avere una vaga idea dell’antica“silva cimina”, che costituì ostacolo all’estensione dellapotenza romana, occorre arrampicarsi sui monti Venereo Fogliano, affacciandosi sul Lago di Vico. Siamo difronte ad uno dei più belli e meglio conservati bacinilacustri dell’Italia centrale, nato da un vulcano attivo daun milione di anni fa e che ancor oggi alimenta nume-rose sorgenti termominerali. Poco lontano il parcoregionale di Marturanum e quello dell’Antichissimacittà di Sutri offrono uno scorcio indimenticabile delLazio etrusco. Forre di tufo, necropoli e mura a ricordodegli uomini che prima di noi han qui vissuto: da nonperdere è lo spettacolare anfiteatro di Sutri, interamentescavato nel tufo. Un ambiente unico, con una naturaancora selvaggia e dai valori eccezionali.

Sopra: Anacamptis Pyramidalis.

12

Il fascino della selva è ancora integro, cometestimoniato dall’elusiva presenza del gatto sel-vatico, della martora e del tasso.Ma l’osservazione degli uccelli ha qui uno deiluoghi preferiti dai birdwatcher: le Pantanacce,il regno di anatre e svassi, aironi e limicoli.

Fiore all’occhiello della produzione viterbese, ilMarrone dei Cimini viene considerato dai più grandiesperti come uno dei migliori d’Italia. La sua qualità,garantita dai luoghi di coltivazione, era nota fin dagliinizi del secolo quando veniva esportato a Parigi per laproduzione dei Marron Glacés. Prodotto tradizionaledel Lazio, riconosciuto dal Ministero delle PoliticheAgricole e Forestali, è alla base di alcuni piatti tipici,come la zuppa di ceci e castagne ed il castagnaccio. Tecnologia e tradizione si fondono nella coltivazione eproduzione delle nocciole o “nocchie” che consumateintere, frantumate o in pasta, sono alla base di dolci econdimenti. Il sapore gradevole, il peso medio (12 gr.circa) e le ottime possibilità di conservazione, hannoreso la nocciola dei Cimini tra le più apprezzate a livel-lo nazionale.

I MARRONI E LE NOCCIOLE DEI MONTI CIMINI

FAUNA

PRODOTTI TIPICI

13

Sopra: il tasso (Meles taxus).Accanto: svasso.

I M O N T I C I M I N I

Le abbazie e i monasteri

L’ABBAZIACISTERCENSE

San Martino al Cimino

quale affidò l’amministrazione dell’abbazia al nipote,cardinale Francesco Todeschini Piccolomini (il futuroPio III); dei Piccolomini fino al 1564, sotto Pio IV(1560-1565) venne restituita al controllo della gestionepontificia. Nel 1645, il cardinale Pamphili, poi PapaInnocenzo X, operò una vera rivalutazione del principa-to di San Martino al Cimino e conferì il titolo di prin-cipessa a Donna Olimpia Maidalchini, vedova del fra-tello Pamphilio, che acquisì i poderi ottenendo anchel’indipendenza della chiesa dal Vescovo di Viterbo.Figura di straordinaria sensibilità artistica ed intellet-tuale, avvierà significativi lavori di restauro e di riquali-ficazione della struttura urbanistica del borgo, al fine dimantenere intatta la bellezza del complesso abbaziale ela sua storica funzione. Il monastero divenne così unborgo fortificato con arditi cambiamenti nella destina-zione degli ambienti. Questo singolare esempio di artegotica è arrivato sino ai giorni nostri in tutta la sua bel-lezza. L’ impostazione architettonica, dominata dai det-tami cistercensi, sembra più evoluta rispetto alle altredel Lazio e risente degli influssi viterbesi del periodomedioevale. Molto ben conservati il chiostro, le due

biblioteche, la sala capitolare, il refettorio, laresidenza dell’abate, le celle dei monaci. Ma laChiesa di San Martino, punto di riferimentodella vita monastica, rappresenta in maniera

sublime lo stile cistercense rielaborato con ele-menti borgognoni che le conferiscono maggiore

sobrietà e luce. La caratteristica facciata, con i due sce-

San Martino al Cimino, Abbazia Cistercense: la facciata.

14

ITINERARIO

22

IL PAESE DI SAN MARTINO AL CIMINO è un fulgido esem-pio di urbanistica barocca del Seicento. Vi si accededalla Porta Viterbese, il cui disegno del Borromini, a queltempo esule a Viterbo, fu ispirato dalla porta di CastelSant’Angelo di Roma. Vera attrattiva del borgo è peròl’Abbazia Cistercense, con la sua architettura gotica dal-l’indubbio valore storico ed artistico. Antiche testimonianze confermano la presenza di unoriginario edificio sacro in San Martino in Monte, illuogo dove ora sorge l’abbazia: il documento che riferiscedell’atto di donazione del terreno (838) all’Abbazia diFarfa e la presenza nella chiesa di un’antica colonna (laprima a destra della navata centrale verso l’altare) risa-lente all’inizio del IX secolo, il cui capitello riporta lostemma del Cardinale Francesco TodeschiniPiccolomini. Da allora fu abitata da una comunità bene-dettina e godette di una certa importanza nel IX secolograzie alle attenzioni di Gregorio VII.I primi monaci cistercensi giunsero a San Martino dalconvento di San Sulpizio, nel 1151, per volere diEugenio III (1145-1153), ed in seguito dall’Abbazia diPontigny (1207), quando la struttura fu loro ceduta conbolla papale di Innocenzo III. I monaci francesi, oltre arafforzare la piccola comunità religiosa preesistente,crearono lì la loro casa madre. Grazie ad un contributodel Papa, nel 1208 furono avviati i lavori per la costru-zione dell’abbazia su progetto di architetti cistercensiappartenenti alla scuola borgognona. La chiesa fu consa-crata nel 1225 e nel 1305, sotto il pontificato diClemente V, fu terminato l’intero complesso abba-ziale. Dopo un periodo di splendore dovuto aGiovanni II (1213-1228), l’abate più importan-te, l’abbazia visse dal XIV secolo un periodo dicrisi e furti di beni che si concluse con la caccia-ta dei monaci. La rinascita della comunità cister-cense si ebbe nel 1462 con Papa Pio II (1458-1464) il

INFORMAZIONI UTILI

I M O N T I C I M I N I

Fondatore dell’ordine benedettino fu Benedetto da Norcia (480-547), vero padre del monachesimo occidentale. Fondò aMontecassino il primo monastero benedettino dove nel 540 dettòla “Regola” che nei secoli si perpetuerà nelle comunità monastichedel suo ordine. Povertà, umiltà e austerità erano e sono ancora oggialla base della vita dei monaci, dedicata al lavoro ed alla preghiera.Dopo una forte diffusione nel VI secolo, vi fu un periodo di crisidell’ordine dal quale, a seguito della sua riforma, nacque l’ordinedei monaci cistercensi (dalla località francese di Citeaux, l’anticaCistercium), fondato nel 1097 da San Roberto di Molesme e diffu-sosi in tutta Europa per opera di Bernardo da Chiaravalle. Attential recupero del valore del Cristianesimo, si adoperarono per unritorno al rispetto assoluto della Regola benedettina esaltando ilsignificato del lavoro manuale e della povertà. In Italia la loro pre-senza determinerà il recupero di terre incolte e malariche ed il lororuolo contribuirà allo sviluppo degli aspetti sociali ed economicinelle zone dei loro insediamenti abbaziali.

I BENEDETTINI E I CISTERCENSI

PALAZZO FARNESE

CaprarolaTel. +390761646052Visite: h 8.30-18.45Escluso lunedì, 1° gennaio, 1° maggio, 25 dicembre

ABBAZIA CISTERCENSE

San Martino al CiminoTel. +390761379803Aperta tutti i giorni fino a sera.

Parco Regionale Marturanumc/o Comune

Piazza G. Marconi01010 Barbarano Romano (VT)

Tel. +390761414507

Parco Regionale Antichissima Città di Sutri

Comune, Piazza del Comune, 3201015 Sutri (VT)

Tel. +390761601218

Parco Regionale Lago di VicoScuderie di Palazzo Farnese

01032 Caprarola (VT)Tel. +390761647444

Monumento Pian Sant’AngeloWWF - Via Ottusa, 4

01100 ViterboTel.+390761345784www.parchilazio.it

www.parks.it

AZIENDA DI PROMOZIONETURISTICA DELLA

PROVINCIA DI VITERBOPiazza dell’Oratorio, 2 Palazzo Doria Pamphili

01030 San Martino al Cimino (VT)Tel. +3907613751

Fax +390761379233www.apt.viterbo.it

www.provincia.vt.it

A destra: San Martino al Cimino, Abbazia Cistercense.

15

STORIA

nografici campanili seicenteschi,ha un’ampia finestra polifora distile gotico; l’abside di forma poli-gonale nella parte esterna, ha ele-ganti monofore. L’interno presentaforme gotiche importate dallaFrancia: austero, a croce latina convolte a crociera e a tre navate conarchi ogivali sorretti da pilastri ecolonne. Il Coro costituisce unesempio unico nelle costruzionicistercensi in Italia; così come lapresenza delle lapidi funerarie,poste successivamente nel presbite-rio (della principessa OlimpiaPamphili) e sul pavimento dellanavata centrale (del Vescovo diViterbo). Bella la cancellata baroc-ca con le insegne pamphiliane e lafonte battesimale seicentesca.

i sontuosi banchetti ed i conviti d’eccezione. Crebberoi possedimenti feudali e nel 1560 Pio IV conferì aBracciano il rango di ducato, con bolla papale. Fu ilmomento di massimo splendore per la corte, che ter-minò nel 1696 quando l’ultimo duca degli Orsini,Flavio, cedette l’intero ducato alla famiglia Odescalchiper risollevare le sorti economiche del casato. La nobi-le famiglia di origini comasche deterrà da allora ilcastello, curandone la struttura con restauri, amplia-menti ed abbellimenti.Il suo eccellente stato di conservazione ne consente tut-tora la visita attraverso un affascinante percorso su unasuperficie di tremila metri quadrati, grazie alla presenzadel Museo del Castello voluto dal Principe Don LivioIV Odescalchi. La sua irregolare struttura a pianta qua-drata consta di due nuclei asimmetrici, costruiti in epo-che diverse, collegati tra loro dal cortile interno e dal

lungo camminamento della ronda che unisce le seitorri del castello. Il quadrilatero minore sorge suuno degli angoli, quello con la “Torre mozza” cheingloba la originaria Rocca dei Vico. Il quadrilate-ro maggiore, corrispondente all’edificio degli

Orsini, si sviluppa attorno alla corte dalla quale siaccede alle cucine e ai locali di servizio. Il piano nobilee quello superiore sono ricchi di affascinanti sale anco-

IL CASTELLO ODESCALCHIBracciano

16

Bracciano, Castello Odescalchi: la facciata con i torrioni.

I Castelli e le rocche

IL FASCINO DI ROMASI RESPIRA GIà QUI

NEI BORGHI ANTICHI

A pochi chilometri dalla Capitale, una terra dall’affascinante intreccio di vie e scorci paesaggistici, storia e culture che si sono stratificate nel tempo. Una natura rigogliosa dalle ataviche origini vulcaniche sarà lo scenario di incantevoli

passeggiate ed escursioni.

I MONTI SABATINI

ITINERARIO

33

È UNA DELLE PIÙ BELLE DIMORE FEUDALI D’ITALIA, sortacome fortificazione militare sui resti di un antico abita-to etrusco. Si erge imponente sulla sponda meridionaledel Lago di Bracciano, dominando il borgo medioevalee la valle verso il lago.Il nucleo antico del castello era in origine dei signoridel castrum Brachianum, come riferisce un documentodel 1234 (dell’archivio Orsini) in cui erano descritti ipossedimenti della famiglia, tra cui anche l’anticaRocca dei Prefetti di Vico. Il castrum passòall’Arciospedale di Santo Spirito di Roma (1290) e fuanche l’avamposto dei Bretoni nel periodo delle loroconquiste. Nel 1419 Papa Martino V cedette il feudo diBracciano alla famiglia degli Orsini, che divennero cosìi nuovi signori. Furono loro a dare lustro non solo allaloro residenza nobiliare ma anche al borgo medioe-vale tutto. Nel 1470 infatti fu avviata la costru-zione del castello sull’originaria Rocca di Vico,antica sede del Prefetto, per volere di NapoleoneOrsini, completata dal figlio Gentil Virginio. IlCastello di Bracciano divenne una splendida corterinascimentale che ospitò artisti, letterati e studiosi,espressione di potere e mecenatismo, famosa anche per

ra oggi complete di arredamenti esuppellettili d’epoca; soffitti a cas-settone decorati e pregevolidipinti si affiancano a sublimiaffreschi. Come quello dellaCamera Papalina, dove fuospite il Papa Sisto V nel1481, con affreschi deifratelli Zuccari; la Saladegli Orsini e la Salad’Isabella. All’esterno, danon perdere, il curatissi-mo giardino segreto.

17

Visitando questa magnifica sala del Castello Odescalchisembrerà di fare un viaggio nel tempo, tra immobiliguerrieri e splendenti armi. Vi è esposta infatti una riccacollezione di corazze ed armi del periodo che va dal XVal XVII secolo, tra cui un’armatura equestre da torneodel XV secolo, di manifattura milanese, e due armatureda torneo di fabbrica tedesca. Utilizzata come protezio-ne dai cavalieri combattenti prima del XVIII secolo,l’armatura era costituita tradizionalmente dall’insiemedelle armi difensive: elmo, scudo, corazza e schinieri.Realizzata in bronzo, rame, ferro, acciaio o cuoio, duran-te il Medioevo i maestri artigiani ne confezionavanomodelli in miniatura come giochi per i ragazzi.

sala delle armi

Strade in terra battuta, sentieri riservati alla mobi-lità ecologica: il Lago di Bracciano offre agli aman-ti del cicloturismo la possibilità di effettuare ilperiplo lungo le sue rive. Un anello classico di 36km., privo di difficoltà e su strada asfaltata, adattoanche ai meno sportivi. Una celebrazione degli itinerari alternativi, nellaloro formula più completa: natura, arte e storia perammirare da nuove prospettive i castelli diBracciano ed Anguillara e godere di inaspettatiscorci panoramici.

le strade verdi sul lago di bracciano

A sinistra:Bracciano,CastelloOdescalchi: la Saladelle Armi.

Bracciano e Anguillara Sabazia(RM) - A12 Roma-Civitavecchia oSS1 Via Aurelia, uscita Cerveteri,indicazioni per Bracciano e Anguillara. In alternativa SS2 Via Cassia svincolo perBracciano-Anguillara. Canale Monterano (RM) - A12 Roma-Civitavecchiauscita Cerveteri, proseguire per Bracciano, bivio perManziana. In alternativa SS1 Via Aurelia e dopoCerenova svolta a destra per Manziana.Parco Valle del Treja - A1 MI-NA uscita MaglianoSabina e SS3 Via Flaminia per Civita Castellana-Calcata.Da Roma: SS3 Via Flaminia, uscire a Rignano Flaminioper Calcata oppure SS2 Via Cassia e svincolo perMazzano Romano.

COME ARRIVARE

CURIOSITÀ CURIOSITÀ

G.R.A.

G.R.A.

ROMA

Lago di Vico

Lago diBracciano

Lago di Martignano

PARCO REGIONALEVEJO

PARCO REGIONALEBRACCIANO-MARTIGNANO

RISERVA REGIONALEMONTERANO

PARCO REGIONALEVALLE DEL TREJA

CERVETERI-LADISPOLI

FIANO ROMANO

CASS

IA

BOCCEA

CASS

IABIS

FLAM

INIA

SALA

RIA

SETT

EBAG

NI

SETTEBAGNI

TORRIMPIETRA

Tolfa

Manziana

Bracciano

Sasso

Cerveteri

Ara Nova

Ceri

AnguillaraSabazia

Campagnanodi Roma

Sacrofano Castelnuovodi Porto

RignanoFlaminio

CivitaCastellana

Capena

Morlupo

Nepi

FormelloCesano

IsolaFarneseS. Maria

di Galeria

TrevignanoRomano

Oriolo Romano

Bassano Romano

A 12

A 1

SS 1

SP 493

SS 2 bisSS 2

SS 3SS 3

SS 2

SS 2SP 311

SS 3

SS 4Fiume Te

vere

Fium

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rro

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ITINERARIO 3

Parco di Veio - A1 MI-NA uscita Fiano Romano direzio-ne Capena-Campagnano di Roma. Le consolari SS2 ViaCassia, SS2 bis Via Cassia bis, SS3 Via Flaminia attraver-sano il parco. In treno: FM3 Roma-Cesano per il versanteovest del Parco; ferrovia urbana Roma-Sacrofano per ilversante est.

Faleria

MazzanoRomano

Calcata

I MONTI SABATINI

CanaleMonterano

MACCHIA della

MANZIANA

BOSCO CASTAGNETA

EremoMontevirginio

430

364

Monte Santo

Monte Vittoria

M O N T I S A B A T I N I

Felci e capelvenere ammantano leforre dei fossi e dei torrenti delparco di Vejo. Mentre nelle zonepiù assolate vegetano boschi dilecci e roverelle, cerri e farnie.

I PARCHI REGIONALIVALLE DEL TREJA E DI VEJO

E LA RISERVA NATURALEDI MONTERANO

18

FLORA

Il Parco in cifre

Parco suburbano Valle del TrejaGestore: Consorzio tra i Comuni di

Mazzano Romano e Calcata. Superficie: 1.000 ettari - Istituzione: 1982

Parco naturale Regionale del complesso lacuale di Bracciano e MartignanoGestore: Parco naturale Regionale

Superficie: 16.682 ettari - Istituzione:1999

Parco di VeioGestore: Ente Regionale Parco di Veio

Superficie: 14.984 ettari - Istituzione: 1997

Riserva Naturale MonteranoGestore: Comune di Canale Monterano. Superficie: 1.084 ettari - Istituzione: 1988

I Parchi

ITINERARIO

33

UN LAGO DALL’ORIZZONTE INFINITO e città etruscheperse tra boschi e forre evocano il paesaggio unicoe misterioso dei monti Sabatini. Il grande specchiolacustre di Bracciano e quello piccolo ed integro diMartignano occupano una depressione profonda(oltre 165 metri), frutto del riempimento di unantico cono vulcanico. Intorno a queste acque unmosaico di campi e bei centri storici ne fanno unadelle zone più affascinanti della Tuscia meridionale. Poco lontano il mistero dell’antica città di Vejo asud (l’antica rivale di Roma) e di quella diMonterano, la più bella città perduta d’Italia. Ungrappolo di mura avvolte dall’edera, con chiese ecastelli ed uno straordinario acquedotto ad arcate.Qui l’isolamento, la sensazione del tempo che col-pisce l’opera dell’uomo, il fascino della natura cheavanza tra le costruzioni abbandonate prende l’ani-ma dell’escursionista.Due parchi regionali ed una riserva naturale tutela-no questo patrimonio naturale e culturale del Lazio.

Il Lago di Martignano.

Sopra: Veronica Chamaedrys.

Svassi e cormorani, fischioni e moriglioni,variopinti gruccioni confusi tra migliaia di fola-ghe, fanno compagnia ai più rari fistioni turchi,strolaghe, morette tabaccate e pesciaiole, cheaffollano sempre più numerose il parco del lagodi Bracciano.

Nei terreni calcarei, sotto querce, lecci e noccioli, èpossibile rinvenire un prodotto di qualità dei MontiSabatini: il Tartufo d’estate o Scorsone (TuberAestivum Vitt). Il corpo fruttifero ha una grandezzavariabile, da una noce fino ad un pompelmo, e polpadi colore beige che si accentua con la maturazione. È di sapore gradevole ed emana un debole profumo;meno pregiato rispetto ad altre varietà, matura damaggio fino all’autunno. Consumato fresco, deve rite-nersi comunque un buon tartufo.

LO SCORSONE, IL TARTUFO D’ESTATE

FAUNA

PRODOTTI TIPICI

19

Sopra: Il gruccione.Accanto: il moriglione.

I M O N T I S A B AT I N I

Le abbazie e i monasteri

L’EREMO DIMONTE VIRGINIO

Canale Monterano

In una suggestiva posizione, sulle pendici del MonteVirginio, domina le valli attorno in una atmosfera ditranquillità e pace, la stessa che trovarono i monaciquando si stabilirono lì per attuare la loro preghieranella contemplazione di Dio. La dimensione indivi-

duale trovava espressione nel silenzio, nel digiuno,nella lectio divina, per raggiungere l’ascesi; quellacomunitaria nell’orazione mentale, nella celebra-zione delle Ore, nella liturgia comunitaria.

L’immutato parco attorno e la sola presenza oggi diquattro religiosi sono gli elementi più coinvolgenti peruna discreta visita all’Eremo.

Canale Monterano, Eremo di Monte Virginio: la facciata

20

ITINERARIO

33

QUESTO SEMPLICE E SUGGESTIVO EREMO FU FONDATO NEL

1668 nella località detta “dei sassi”, nel feudo delCanale di Monterano appartenente alla famiglia Orsini.Della nobile famiglia romana infatti faceva parte agliinizi del ‘600 Virginio, padre carmelitano, fratello del-l’allora duca di Bracciano, Paolo Giordano. Fu lui che,rinunciando ai suoi beni, ordinò al potente fratello dielargire un’ingente somma in favore dell’Ordine deiPadri Carmelitani Scalzi al fine di realizzare la costru-zione di un eremo. Nel 1615 i coloni agricoli furono espropriati del borgoche sorgeva sul lato settentrionale del Monte Sassanoed in cambio ottennero nuovi terreni e pascoli nellazona da allora denominata Monte Virginio. Nel 1651partirono i lavori che portarono alla realizzazione nel1668 di un solenne complesso conventuale. A piantarettangolare, con al piano superiore le celle dei monacie gli ambienti della vita comunitaria, aveva un ampiochiostro al centro dal quale si accedeva ai locali di ser-vizio. La Chiesa fu inaugurata più tardi, nel 1670. LaProvincia Romana dei Carmelitani Scalzi collaborò allosviluppo della comunità monastica di Monte Virginioche ben presto si trovò a gestire una prospera attivitàagricola che ne garantì a lungo l’autonomia economica.Ma tempi difficili sarebbero giunti per i PadriCarmelitani: nel 1810 abbandonarono l’Eremo a segui-to delle soppressioni degli ordini monastici da parte del-l’impero napoleonico, per tornarvi nel 1817. Le persecuzioni governative verso gli ordinimonastici, in seguito, portarono ancora allasua soppressione nel 1873 da parte dell’auto-rità civile. Acquistato all’asta dal PrincipeAltieri, rientrò in parte nella proprietàdell’Ordine nel 1875 e, solo nel 1893, fu riscat-tato completamente grazie ad un versamentocomplessivo di £ 70.000 in favore del Principe.

INFORMAZIONI UTILI

I M o n t i s a b at i n i

La campagna tra Manziana e Canale Monteranoconserva da secoli un reperto archeologico davveroeccezionale per le sue dimensioni. Si tratta dei resti diun antico acquedotto che in un punto hanno lascia-to un ponte dalla datazione incerta (forse etrusco,forse romano), lungo 100 metri, largo 4,5 con dellepoderose arcate alte circa 9 metri. Oltre all’indubbiovalore storico ed artistico, ha da sempre affascinato ilfatto che questo colosso sia formato da enormi massiincastonati senza calce e che ognuno di essi misuri inmedia 2mt per 1mt. La fantasia popolare attribuiscela costruzione di questa poderosa opera, avvolta dalmistero, al diavolo il quale, secondo la leggenda,volle dimostrare la sua potenza ad un monaco scetti-co, incontrato per caso lì vicino. C’è chi giura che sulponte vi sia l’impronta della mano del diavolo!

IL PONTE DEL DIAVOLOL’Ordine Carmelitano nacque nel XII secolo comeordine eremitico fortemente votato alla contemplazio-ne. I Padri si stabilirono nel 1156 sul Monte Carmeloin Palestina - da lì il loro nome - dove, con il Patriarcadi Gerusalemme Alberto, fu dettata la Regola nel1209. Allontanati dai musulmani, rientrarono inEuropa e nel 1247 l’ordine si trasformò nell’OrdineMendicante di Nostra Signora del Carmelo. Per vole-re della Chiesa nel 1247 alla contemplazione siaggiunse la pratica dell’ apostolato, modificando così laRegola con l’approvazione di Innocenzo IV e l’ordinesi suddivise in tre rami: i conventuali, gli osservanti edi terziari. Legati all’idea mistica dell’isolamento, doposecoli di incerta applicazione della Regola, tornerannoa praticare la vita eremitica con la riforma dell’ordineattuata nel 1538 da S. Teresa di Gesù e grazie all’o-pera di San Giovanni della Croce, fondatore del ramoosservante degli scalzi.

I CARMELITANI SCALZI

CASTELLO ODESCALCHI

00062 Bracciano (Rm)Piazza Mazzini, 14Tel./fax +390699802380Visite: Aprile-Settembre (orario estivo)h 11.00-12.00 / 15.00-1800; 9.00-12.30 / 15.00-18.30 sabato e festiviOttobre-Marzo (orario invernale)h 10.00-12.00 / 15.00-17.00; h 10.00-12.30 / 15.00-17.30 sabato e festivi, lunedì chiuso

S.EREMO DI MONTE VIRGINIO

00060 Canale Monterano (RM)È visitabile la Chiesa

Parco Regionale Valle del Treja00060 Mazzano Romano (RM)

Via Roma, 1/3 - Tel.+390669049295

Parco Regionale di Bracciano - Martignanoc/o Comune di Bracciano00062 Bracciano (RM)

Via Saffi, 4/a Tel. +390699806262

Parco Regionale di Vejo00063 Campagnano di Roma (RM)

Via F. Cavallotti, 18Tel.+390669042774www.parcodivejo.it

Riserva naturale Monterano00060 Canale Monterano (RM)

Piazza Tubingen,1Tel.+390669962724www.parchilazio.it

AZIENDA DI PROMOZIONE TURISTICA DELLA

PROVINCIA DI VITERBOPiazza dell’Oratorio, 2Palazzo Doria Pamphilj

01030 San Martino al Cimino (VT)Tel. +3907613751 - Fax +390761379233www.apt.viterbo.it www.provincia.vt.it

AZIENDA DI PROMOZIONE TURISTICA DELLA

PROVINCIA DI ROMAVia XX Settembre, 26 - 00187 Roma

Tel. +39066421381 - Fax +390642138211www.oltreroma.it

Canale Monterano,Eremo di Monte Virginio: stemma su legno.

21

STORIA

CURIOSITÀ

scare ed abbellire le sale della rinnovata struttura. L’influenza di questa famiglia fu tale che nella secondametà del XVI secolo due discendenti, Franciotto eRaimondo Orsini, approvarono un nuovo e piùmoderno statuto per il bene del paese. Lo stemmadella famiglia Orsini, la rosa a cinque petali, si fonde-va così nel nuovo sigillo del paese di Monterotondo.Ma nel 1626 gli Orsini si videro costretti a vendere iloro poderi di Monterotondo alla famiglia deiBarberini i quali riusciranno ad ottenere per il paese iltitolo di ducato. Vennero così ricostruiti ed ampliati lacinta muraria del paese, il borgo intero ed il palazzoche, da fortilizio, fu trasformato in una vera e propriaresidenza nobiliare.In seguito passò alla famiglia dei Grillo e nel 1814 aiBoncompagni; oggi è sede del Comune.L’ampio portale immette nel cortile nel quale troneg-gia un bellissimo pozzo cinquecentesco. L’unica torrerimasta è un maschio un tempo utilizzato come prigio-ne: alta quaranta metri servì soprattutto come puntodi avvistamento.Attraverso la scala reale si arriva ai piani dei signoricon le meravigliose sale affrescate.

IL PALAZZO ORSINIMonterotondo

22

Monterotondo: facciata di Palazzo Orsini.

I Castelli e le rocche

QUI PASSARONOANCHE I SOLDATI

DI GARIBALDI

Ci inoltriamo appena nella provinciaromana più interna, dove i luoghi sono sospesi tra tempo e spazio.

Dalle antiche testimonianze romane alle eroiche gesta delle truppe

garibaldine, tra monti e campagna, città e borghi, nulla ha intaccato

la profonda identità di questa terra.

L’area romana e la valle del tevere

ITINERARIO

44

SULLA VETTA DEL MONTE SI STAGLIA IL PALAZZO ORSINI,IL SIMBOLO DI MONTEROTONDO e di tutta la sua storiafortemente legata alle vicende delle due nobili famiglieromane che ne ebbero la signoria: gli Orsini ed iBarberini.Sui resti dell’antica Eretum, città sabina dedicata alladea Era, nel secolo XI si ebbe la prima fase dell’inca-stellamento e, quando 1286 il Castrum Montis Rotundi-fino ad allora tra i beni della Chiesa - passò nella pro-prietà della famiglia Orsini, questi vi edificarono ilcastello. La prima cinta muraria, che avvolse anche l’a-bitato, fu realizzata tra la fine del ‘300 e l’inizio del ‘400per volere di Orso Orsini Di Gentile che pose anchequattro baluardi con altrettante porte, determinandocosì la vera prima fortificazione del borgo diMonterotondo.Per più di tre secoli gli Orsini condizioneranno la vitadei cittadini e del piccolo borgo nelle continue lottepolitiche con la famiglia rivale dei Colonna, e l’anticocastello fu semidistrutto nel 1486 per ordine diInnocenzo VIII. Ma la munificenza della famiglia con-sentì di superare queste fasi di difficoltà e, come segnodel potere, molti artisti si recarono a palazzo per affre-

23

Icona del significato del forte potere degli Orsini fuClarice, giovane nobildonna dell’influente ramo diMonterotondo della famiglia patrizia romana. Su dilei cadde la scelta nuziale del colto Lorenzo DeMedici, figlio di Piero e Lucrezia Tornabuoni, checon la sua famiglia bramava avvicinarsi a Roma e alpotere dello Stato Pontificio. Delicata e gentile, Clarice visse la sua giovinezzanella magnificenza del Castello di famiglia, nel pic-colo borgo rurale di Monterotondo, lontana dall’ele-ganza della nobiltà fiorentina, almeno secondo ilpungente commento della futura suocera che si ripro-mise di educarla a modi più raffinati.Le nozze di questi due giovani, forse mai innamorati,rappresentarono un grande evento per l’epoca: tregiorni di festeggiamenti (4 giugno del 1469) in unaFirenze che da quell’anno avrà come signore Lorenzoil Magnifico, che affermerà sempre più il suo prestigioin tutta la penisola. Clarice, religiosa e riservata, nonsi troverà poi così bene nella Firenze rinascimentale,ma interpreterà con serietà e serenità il suo ruolo dimoglie e madre. Dalla loro unione nacquero 8 figli,tra cui Giovanni De Medici che nel 1513 diventeràPapa Leone X.

CLARICE ORSINIE LORENZO IL MAGNIFICO

Monterotondo (RM) - Da Roma: SS4 Via Salaria, direzio-ne Rieti; al km 21 seguire le indicazioni per il centrostorico e per l’Eremo dei Cappuccini.In treno: Treno Metropolitano FM1 da RomaTrastevere e Roma Tiburtina per MonterotondoIn pullman: linee Cotral dalla stazione RomaTiburtina per Monterotondo.Capena (RM) - A1 uscita Fiano Romano e prose-guire per Morlupo; seguire le indicazioni per Capenae per la Valle del Fosso di San Martino (per il Lago).Riserva Regionale Macchia di Gattaceca eMacchia del Barco - Da Roma: SS4 Via Salariafino al Km 12,4.In treno: Treno Metropolitano FM1 da RomaTrastevere e Roma Tiburtina per Monterotondo.Parco Regionale dell’Inviolata - Da Roma: A24, uscitaTivoli e SS5 ter per Guidonia; deviazione per Cascatedell’Inviolata; oppure Via Nomentana e poi Via Palombarese,indicazioni per Cascate dell’Inviolata. Marcigliana - Da Roma: G.R.A. uscita Via Salaria direzione Rieti e svoltarea destra per Via della Marcigliana.Dal centro di Roma: autobus Cotral 308 da Via Baseggio.

Sono del pittore fiammingo Paul Bril (1581) i dipintidella terza sala del piano nobile di Palazzo Orsini: lescene di caccia ed il paesaggio di Monterotondo. Il pit-tore, che trascorse un periodo importante della sua atti-vità a Roma, divenne uno dei maggiori interpreti delvedutismo pittoresco ed i suoi allievi, tra cui MatteoBril, contribuirono alla realizzazione delle delicate sceneagresti della prima sala.Il mito di Adone invece è il grande tema delle decora-zioni e degli affreschi cinquecenteschi della seconda saladel piano nobile. L’artista che li realizzò, GirolamoSiciolante da Sermoneta, era allievo della scuola raf-faellesca. Qui il mito e la celebrazione delle gesta dellafamiglia Orsini rivivono tra figure mitologiche e stemmiaraldici. Alla fine del ‘600 le sale vennero arricchite con dellearmoniche volte a botte, come è ancora la quarta salafinemente decorata sul tema dell’allegoria del Tempo.L’antica Cappella rinascimentale fu ristrutturata inseguito secondo lo stile barocco e conserva ancora unmeraviglioso dipinto su tavola della scuola delGhirlandaio.

Gli Affreschi

ARTE

COME ARRIVARE

L’area romana e la valle del tevere

Monterotondo,Palazzo Orsini: gli affreschi.

Monterotondo

SS 5

A 24 A 24

SS 4SS 3

SS 2 bis

A 1

A 1

Mentana

S. AngeloRomano

Guidonia

Tivoli

AREA PROTETTAROMANATURAMARCIGLIANA

ROMA

RISERVA REGIONALENOMENTUM

RISERVA REGIONALEMACCHIA DI GATTACECA

E DEL BARCO

PARCO REGIONALEINVIOLATA

FIANOROMANO

SETT

EBAG

NI

NOMENTANA

TIBURTINA

LUNGHEZZA

G.R.A.

TIVOLI

CASTELMADAMA

SALA

RIA

CASS

IA

FLAM

INIA

Fiume Teve

re

Fiume Aniene

ITINERARIO 4

PERSONAGGI

SETTEBAGNI

Capena

M O N T I

C O R N I C O L A NI

SS 2

Dall’area protetta della Marcigliana alle riser-ve regionali di Gattaceca e Nomentum, lanatura “fuori porta” offre occasioni speciali peruna passeggiata tra olivi e cerri, aceri e carpini,alla riscoperta di odori e suoni troppo spessosommersi dalla dimensione urbana.

IL SISTEMA DELLE AREENATURALI PROTETTEDELL’AREA ROMANA

24

FLORA

Il Parco in cifre

Parco archeologico InviolataGestore: Comune di Guidonia Montecelio

Superficie: 535 ettari - Istituzione:1996

Riserva naturale Macchia di Gattaceca e Macchia del Barco

Gestore: Provincia di Roma, Dipartimento II, Servizio 5“Pianificazione ambientale, sviluppo parchi, riserve naturali”

Superficie: 1.200 ettari circa - Istituzione: 1997

Riserva naturale NomentumGestore: Provincia di Roma, Dipartimento II, Servizio 5

“Pianificazione ambientale, sviluppo parchi, riserve naturali”Superficie: 850 ettari circa - Istituzione: 1997.

RomaNaturaGestore: Ente Regionale per la Gestione del Sistema delle

Aree Naturali Protette nel Comune di Roma Istituzione: 1998

I Parchi

Paesaggio della campagna romana.

ITINERARIO

44

UNA DELLE PIÙ AFFASCINANTI CURIOSITÀ DELLA

CITTÀ ETERNA è che Roma è uno dei maggioricomuni italiani a vocazione agricola. Tra chiese emonumenti, vestigia del passato ed il traffico tenta-colare si snodano valli, campi e boschetti che, conil grande fiume, danno vita ad una natura tenace emisteriosa. Scoprire questi angoli di vita selvaggiapuò riservare sorprese piacevoli e benefiche anche achi vive la quotidianità nella capitale. Ben 14.000 ettari di territorio, pari all’intero terri-torio comunale di Bologna, sono gestiti dall’EnteRomaNatura per la tutela dell’ambiente e la gestio-ne delle aree protette. Testimonianze archeologiche, monumenti, ville ecasali sono solo una parte della ricchezza di questadotazione, il cui vero tesoro è rappresentato da nic-chie ecologiche che contano la presenza di oltre1000 specie vegetali, 5000 specie di insetti e altre150 specie fra mammiferi, uccelli, anfibi e rettili.

Sopra: ulivi.

La cornacchia grigia: l’eterna presenza nelleescursioni in campagna. Questo uccello èmolto intelligente ed adattabile. Così è riuscitoa sopravvivere dove altri son fuggiti. Sopportabene l’inquinamento ed il rumore e si nutre unpo’ di tutto, avvantaggiandosi dei rifiuti abban-donati. Un simpatico uccello, ma un mondo disole cornacchie sarebbe più grigio.

La Genziana Maggiore, Gentiana Lutea L., è una tipi-ca pianta dell’Appennino che cresce nelle radure diboschi e pascoli e fiorisce d’estate. Da sempre usata inliquoreria e farmacia, la sua radice cilindrica - lunga ebruna - è l’ingrediente di un ottimo liquore dal sapo-re dolce e dal retrogusto leggermente amaro. Secondoun’antica ricetta infatti le radici, raccolte in autunno,si lasciano essiccare e poi, lavate e triturate, macerarecon alcool etilico per 40 giorni. Il liquore di genziana, completamente naturale, èriconosciuto come prodotto tradizionale del Lazio dalMinistero delle Politiche Agricole e Forestali.

IL LIQUORE DI GENZIANA

FAUNA

PRODOTTI TIPICI

25

Sopra: la cornacchia grigia.

L ’ A R E A R O M A N A E L A VA L L E D E L T E V E R E

Le abbazie e i monasteri

L’EREMO DEI CAPPUCCINIMonterotondo

Viterbo, divenuto Santo nel 1982, trascorse qui qual-che anno (1703-1709) con l’incarico ufficiale di orto-lano, come ci ricorda il piccolo pozzo di acqua sorgi-va, posto di fronte la cantina del convento, dal qualeattingeva l’acqua per curare l’orto. GiuseppeGaribaldi si rifugiò presso l’eremo con la moglieAnita durante le sue azioni in difesa della RepubblicaRomana nel 1849; e nel 1867 fece base presso il con-vento con le sue truppe durante l’occupazione diMonterotondo, nello scontro con i francesi e i ponti-fici, durante la campagna romana conclusasi aMentana. Ed ancora Pio IX fece visita all’eremo nel1853, come ricorda una lapide nell’antico Refettorio.Sembra che in occasione della visita del Papa fu pian-tato un grande pino nel bosco del convento, cheancora oggi possiamo ammirare.

Importante fu il ruolo di questo centro religio-so la cui comunità monastica ha da sempre

predicato povertà e accoglienza. Anche centrodi studi, ha un Seminario fondato nel 1834;solo nel secolo scorso furono istituiti i corsidi filosofia (1934) e di teologia (1938).

Monterotondo, Eremo dei Cappuccini: la facciata della Chiesa.

San Crispino (Pietro Fioretti) da Viterbo.

ITINERARIO

44

26

GRAZIE ALLE NOTIZIE RIPORTATE NEL BullariumCappuccinorum ed ai documenti conservati nell’archi-vio del convento, sappiamo che le prime notizie uffi-ciali del primitivo insediamento dei cappuccini risal-gono al 27 febbraio del 1542. Questa è la data dell’at-to di vendita di un appezzamento di terra, una vigna,“per uso dei cappuccini” da Evangelista Jacobi Seretijdi Monterotondo ad un Orsini. In una sua relazione ilmedico degli Orsini, che nel 1642 era proprietario delconvento, conferma che lo stesso fu fondato circa 80anni prima, come attesterebbe il documento di cessio-ne del terreno. Quello che ha significato l’Eremo dei Cappuccini pergli abitanti della zona è espresso dalla storia stessa diquesto semplice convento che sorse per la forte devo-zione e volontà della popolazione. All’inizio del ‘600infatti, i signori del paese acquistarono i terreni e con-tribuirono alla edificazione di un nuovo convento(1609) sulle pendici del Colle Restituto, sulla ViaNomentana, per salvare i frati dall’aria malsana dellaoriginaria posizione. Ed oggi l’eremo si trova in unasplendida posizione panoramica, immerso nel silenzioe nel verde dei boschi.La Chiesa semplice ed essenziale, meta di preghiera edi visita da parte dei fedeli, è dedicata a San Francescod’Assisi e sul portale riporta lo stemma del Comune diMonterotondo, a conferma della forte connessione diintenti tra il mondo civile e quello religioso nellarealtà sociale del tempo. Vi sono conservati dipinti delXVI e XVII secolo. Il Coro del XVI secolo ha dipin-ti su pale di Santa Lucia (XVII sec.) e Sant’Agata(inizi del XVI sec.). In linea con l’atmosfera disobrietà è il Chiostro, con al centro l’anticacisterna per la raccolta dell’acqua sorgiva. Quivissero momenti significativi della loro vitaimportanti personaggi della storia civile ereligiosa del nostro paese. Frate Crispino da

L’Ordine dei frati minori cappuccini, il cui nome deri-va dal caratteristico cappuccio del loro abito, sorse nelXVI secolo come un ramo nuovo dell’Ordine france-scano. Fondato da Matteo da Bascio, come ordinemendicante, venne riconosciuto ufficialmente nel1528 da Clemente VII. Legati al voto di povertà, i fraticappuccini osserveranno in maniera più rigorosa laRegola di San Francesco e saranno di sostegno ai PadriGesuiti nel programma di rinnovamento della Chiesa.Vivono da sempre il loro impegno spirituale e la loroattività apostolica con atteggiamento semplice e digrande apertura, nella condivisione con la comunità difedeli. Molti i conventi e gli eremi diffusi nel Lazio: illoro primo Santo fu San Felice da Cantalice, prove-niente da un paesino in provincia di Rieti.

I frati cappuccini

PALAZZO ORSINI

Piazza Marconi, 4 00015 Monterotondo (RM) Tel. +3906906741

EREMO DEI CAPPUCCINI

Convento Frati CappucciniPiazza S. Francesco d’Assisi, 100015 Monterotondo (RM)Tel +390690627534

Riserva Regionale Macchia diGattaceca e Macchia del BarcoRiserva Regionale Nomentum

Provincia di RomaUfficio Parchi Naturali

Via Tiburtina, 691 - 00159 RomaTel. +390667663301

Parco Regionale dell’Inviolatac/o Comune - Settore Ambiente

00012 Guidonia-MontecelioTel. +390774340909

RomaNatura - Sistema di AreeProtette del Comune di Roma

Villa MazzantiVia Gomenizza, 81 - 00195 Roma

Tel. +390635403436www.romanatura.roma.it

www.parchilazio.itwww.parks.it

AZIENDA DI PROMOZIONETURISTICA DEL

COMUNE DI ROMAVia Parigi, 11 - 00185 Roma

Tel.+3906488991 - Fax +39064819316Centro Visitatori

Via Parigi, 5 - 00185 Romawww.romaturismo.it

AZIENDA DI PROMOZIONETURISTICA DELLA

PROVINCIA DI ROMAVia XX Settembre, 26 - 00187 RomaTel.+3906421381 - Fax +390642138211

www.oltreroma.it

Monterotondo,Eremo deiCappuccini: particolare dellaporta delle celle.

27

STORIA

INFORMAZIONI UTILI

Nei pressi di Capena, nella Valle del Fosso di SanMartino, si trova un piccolo lago di forma ovale, dalleinquietanti acque iridescenti. La particolarità di questobacino d’acqua è che scompare per lunghi periodi perpoi riaffiorare all’improvviso. Il fenomeno è noto sindal Medioevo, periodo a cui risalgono le prime testi-monianze della sua presenza che, da allora, è statadiscontinua. Riemerso a seguito dello sprofondamentodel terreno argilloso e per la presenza di falde acquife-re, ricche di sali di ferro, dal 1930 è di nuovo lì, anchese in questi ultimi anni sembra che la sorgente che loalimenta stia lentamente esaurendosi.

il lago di Capena

CURIOSITÀ

L ’ a r e a r o m a n a e l a va l l e d e l t e v e r e

magnifico palazzo rinascimentale degno della grandez-za della nobile famiglia fiorentina e al termine deilavori, della villetta a pianta quadrata di cinquant’an-ni prima, non rimase che un muro inglobato nellastruttura dell’edificio. Tutto il complesso residenzialeasseconda l’orografia del luogo e si sviluppa su piùripiani terrazzati con funzionali e movimentate rampe,secondo lo schema planimetrico tipico delle ville rina-scimentali, con qualche guizzo ornamentale cheannuncia già lo stile barocco. Elegante la facciataprincipale decorata da lesene e dallo stemmaAldobrandini sul portale, ampio l’atrio settecentescoche immette nel grande salone centrale del pianterre-no, affrescato con colori di origine vegetale (i sughid’erba); ai lati le camere e le scale per salire ai pianisuperiori. Il primo piano ha le stanze nobiliari fine-mente arredate e decorazioni pittoriche a tema biblicodi Giuseppe Cesari, detto il Cavalier D’Arpino che,assieme a Giovanni Fontana, terminò i lavori dopo lamorte del della Porta. Il secondo piano era il pianodella grande sala. Infine la loggia al terzo piano e leterrazze belvedere aggiunsero magnificenza e prestigioa questo edificio. L’architettura presenta anche equili-

LA VILLA ALDOBRANDINIFrascati

28

I Castelli e le rocche

Frascati: Villa Aldobrandini.

NEI LUOGHI AMENIPREDILETTI DANOBILI E PAPI

Scendendo a sud della capitale riscopriamo le tracce di un’antica

romanità da sempre in cerca di atmosfere per l’otium.

Grazie alla cura e all’attenzione dell’uomo, permane inalterata la

bellezza di questi siti che custodiscono tesori archeologici,

naturali e monumentali: un patrimonio dell’umanità.

I castelli romani

ITINERARIO

55

DALLA METÀ DEL CINQUECENTO FRASCATI, una delle cit-tadine più antiche dei Castelli Romani, divenne un verogiardino vivente alle porte di Roma, con le sue ville prin-cipesche, i ricchissimi parchi e le articolate fontane. Tra le numerose residenze nobiliari della città spiccaper la sua imponenza la Villa Aldobrandini che, perl’eccezionale posizione panoramica fu chiamata a lungoVilla Belvedere.La dimora originaria fu edificata nel 1550 daMonsignor Alessandro Rufini sui resti di una villaromana della famiglia degli Ottavi e, dopo numerosipassaggi di proprietà, nel 1598 arriverà in dono - daparte dello zio Clemente VIII - a Pietro Aldobrandini,cardinale ed uomo politico del tempo. È questo il perio-do più florido della villa, destinata a divenire luogo diriposo e ritiro della famiglia di cui porterà da allora eper sempre il nome. Fu completamente ristrutturata nel1601 per opera di Giacomo della Porta (il celebrearchitetto lombardo che terminò i lavori della cupoladi San Pietro alla morte di Michelangelo, suo maestro).Su incarico del cardinale Aldobrandini, realizzò un

brati fabbricati laterali, zone di servizio e diaccesso al palazzo e la Cappella dedicataa San Sebastiano. In seguito la Villa divenne proprietàdei Pamphili, e poi ancora deiBorghese nel 1832 anno in cui,Francesco Borghese, avendo ere-ditato tutti i beni della famigliaAldobrandini, scelse di portareanche il loro nome. Da allora laVilla, visitabile solo all’esterno, èrimasta sempre alla famiglia che necustodisce ricchezze e storia.

29

A Villa Mondragone, nei pressi di Monte PorzioCatone, il 13 febbraio del 1582 Papa Gregorio XIIIBoncompagni firmò la Bolla della “RiformaGregoriana” in cui si decretava la revisione delCalendario Giuliano e veniva adottato un nuovo cri-terio per stabilire la ciclicità degli anni bisestili. Il ciclo solare posto alla base di quel calendario infat-ti - adottato da Giulio Cesare nel 46 a.C. e da allorain vigore - era in eccesso, su quello reale, di ben 11minuti e un quarto ogni anno. Si erano così sommatinei secoli ben 11 giorni in più e, nell’ottobre del1582, per ordine del Papa, ne furono soppressi 10,passando dal 3 al 14 ottobre. Grazie ai calcoli ed aglistudi dell’astronomo calabrese Luigi Lilio, e di altrifamosi matematici provenienti da tutto il mondo, fuattuata così la Riforma Gregoriana che introdusse ilCalendario Gregoriano oggi adottato dalla maggiorparte dei paesi occidentali.

Il calendario gregoriano

STORIA

Frascati (RM) e Monte Porzio Catone (RM) - A1 MI-NA, uscita Monte Porzio e proseguire sulla SP216 secon-do le indicazioni. Grottaferrata (RM) - Da Roma: G.R.A., svincolo per laVia Tuscolana e/o Via Anagnina e seguire le indicazioniper Grottaferrata.

COME ARRIVARE

Nel 1603, dopo la permanenza a Frascati di PapaClemente VIII, nel grande parco che circondava laVilla Aldobrandini fu avviata la realizzazione di unbellissimo giardino monumentale, oltre ad una innova-tiva opera di canalizzazione delle acque. Presero parteall’opera grandi artisti dell’epoca: lo scultore IppolitoBuzzi, lo stuccatore francese Jacques Sarrazin, i pittoriDomenico e Tommaso Passignano. Orazio Olivieri,celebre maestro fontaniere, curò assieme a GiovanniGuglielmi i sofisticati congegni idraulici grazie ai qualiogni fontana presentava mirabili evoluzioni d’acquacomplete anche di effetti sonori. L’architettura era ardi-ta e scenografica, di tipico gusto barocco, tesa a stupiree divertire il visitatore: fontane con spettacolari giochid’acqua, cascate e ninfei, statue mitologiche, vivacidipinti e ornamentali mosaici, il Teatro delle Acque ela grande Scala delle Acque. Il progettista dell’icono-grafia, monsignor Giovan Battista Agucchi - segreta-rio di Pietro Aldobrandini - racconta nella sua“Relatione” l’allegoria della bellezza del Giardino dellaVilla paragonato a quello delle Esperidi; del potere diPapa Clemente VIII (Atlante che sostiene il Mondo)e del nipote Aldobrandini (Ercole che lo aiuta),entrambe in quel periodo fortemente impegnati sulfronte della pace cristiana.

Il parco delle meraviglie

ARTE

Frascati, Villa Aldobrandini: particolare dei mosaici del Parco.

A 24

A 1

A 1

A1 dir SUD

SS 7

SS 7

SS 6

SP 217

SP 217

SP 511

SP 215

SP 215

SP 21

8

SP 216

MON

TEPO

RZIO

ARDEATINA

APPIA

ANAGNINA

TUSCOLANA

CASILINA

PRENESTINA

LUNGHEZZA

LAURENTINA

S.CE

SARE

O

VALM

ONTO

NE

PARCO REGIONALEDEI CASTELLI ROMANI

G.R.A.

ROMA

Velletri

Lariano

Rocca Priora

MonteporzioCatone

NemiAriccia

Genzano

Ariccia

Albano

Marino

Grottaferrata

Frascati

Roccadi Papa

Artena

Lanuvio

1079

Monte Manno

Fiume Aniene

Lago diAlbano

Lago di Nemi

C O

LL

I

A L B

AN

I

ITINERARIO 5

In pulmann: Cotral dalla stazione M Anagnina direzioneRocca di Papa. Ariccia (RM) - Da Roma: G.R.A. uscita Via Appia; pro-seguire sulla SS7 Via Appia direzione Ariccia.Parco naturale Castelli Romani - Da Roma: G.R.A. uscitaAnagnina-Tuscolana direzione Grottaferrata, seguire indica-zioni per Rocca di Papa dove, in Via Cesare Battisti, 5 èsituata la sede del Parco Regionale dei Castelli Romani.

i castelli romani

Sulla sommità del monte Cavo ancora si posso-no ammirare grandi esemplari di faggio, cosìcome sulle pendici restano qua e là esemplari dicastagno. I boschi cedui sono formati dal leccioe dall’acero, dal carpino e dal nocciolo; vi èanche una bella macchia mediterranea a fitteginestre dei carbonai, eriche e corbezzoli. Nonmancano narcisi e peonie.

IL PARCOREGIONALE DEI

CASTELLI ROMANI

30

FLORAIl Parco in cifre

Parco naturale Castelli RomaniGestore: Ente di Diritto Pubblico

Comuni facenti parte: Albano, Ariccia, Castel Gandolfo, Frascati, Nemi, Genzano, Grottaferrata,

Lanuvio, Lariano, Marino, Monte Compatri, MontePorzio Catone, Rocca di Papa, Rocca Priora,

Velletri, XI Comunità Montana, Provincia di Roma Superficie: 12.000 ettari - Istituzione: 1984

I Parchi

I Pratoni del Vivaro.

ITINERARIO

55

I CASTELLI ROMANI, DIVENUTI ORMAI PARTE INTE-GRANTE DEL SISTEMA METROPOLITANO DELLA CAPI-TALE, resistono nella tradizione come una dellecaratteristiche mete delle “gite fuori porta” deiromani. Un tempo luogo di oscuri boschi di quer-ce e faggi, la zona è oggi un mosaico di macchia evigneti, case e paesi, frutto di una urbanizzazioneantichissima. La natura qui si manifesta attraver-so la potenza e la varietà della geologia. Tutta l’a-rea è infatti frutto di una serie di eruzioni vulca-niche che hanno squassato l’originario craterecreando i laghi di Albano e Nemi e quello, ormaiprosciugato, di Ariccia. Con la roccia dei Castelli,il famoso peperino, sono costruite gran parte dellemura romane che separavano i Fori Imperialidalla vicina suburra, ma anche i basolati dellestrade romane sono basalti dei colli Albani.In questo panorama unico, che fonde mirabil-mente natura e cultura, occorre saper cercare pertrovare le testimonianze di vita naturale. Unautentico patrimonio naturale in un’area protettaintorno a cui vivono circa 350.000 persone, cheha saputo preservare il volo del gufo comune edello sparviere.

Sopra: il sottobosco con le felci.

Ai Pratoni del Vivaro si potrà scoprire il lentocammino di una testuggine comune, oppureosservare una garzetta che caccia lungo le spon-de dei laghi. Negli angoli meno antropizzati deilaghi, in ogni stagione, è possibile ammirare ilguizzo di tinche, alborelle e lucci, mentre airo-ni e svassi, tuffetti a varie specie di anatre vinuotano indisturbate.

Non è il titolo di una romantica fiaba, ma le rispetti-ve denominazioni di due prodotti tipici del Lazio. Ilgustoso distillato di fragole di bosco, caratteristichedella zona dei Colli Albani, è uno dei quattro ricono-sciuti come prodotto tradizionale del Lazio. La ricettaoriginale del Fragolino vuole che le fragole sianoquelle selvatiche dei boschi del Lago di Nemi, dolcied aromatiche e raccolte rigorosamente a mano.

Il FRAGOLINO e la fragolina di nemi

FAUNA

PRODOTTI TIPICI

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Sopra: la volpe.

Molto diffuso tra le piante dell’area dei Colli Albani,nel Parco dei Castelli Romani, è da sempre lo storace(Styrax Officinalis L.), meglio conosciuto nella zonacon il nome di “cicciupicchiu”. Infatti con i rami delpiccolo arbusto si confezionavano un tempo deibastoni flessibili e delle fruste per colpire gli asini.Oltre a questo utilizzo artigianale e domestico, lapianta era molto apprezzata per il liquore dolcissimodei suoi fiori e per le sue proprietà officinali.

IL “CICCIUPICCHIU”

CURIOSITÀ

I C A S T E L L I R O M A N I

Le abbazie e i monasteri

L’ABBAZIA DI SAN NILOGrottaferrata

Portico del Sangallo che incornicia un elegante giardi-no. La Basilica di Santa Maria di Grottaferrata, fonda-ta da San Bartolomeo, si trova nel secondo cortile: l’in-terno è di stile settecentesco, a seguito dei numerosirifacimenti che ne hanno cancellato l’originario stileromanico, rappresentato dal raffinato campanile del XIIsecolo. A tre navate, la chiesa conserva mosaici (XIIIsec.) e decorazioni bizantine, una fonte battesimale (Xsec.) ed una mirabile icona bizantino-italica, dipinta su

tavola, raffigurante la Vergine con il Bambino.Scene della vita di San Nilo e del suo discepolo

San Bartolomeo animano la Cappella dedicataal Santo fondatore, affrescata nel 1610 dal

Domenichino (1581-1641), ed alla quale si accededalla navata destra della basilica.

Grottaferrata, Abbazia di San Nilo: sullo sfondo il Portico del Sangallo.

32

ITINERARIO

55

QUESTA BADIA FU FONDATA NEL 1004 DA SAN NILO,monaco basiliano di Rossano calabro, al tempo già ultra-novantenne. Gregorio I, signore di Tuscolo, donò almonaco amanuense l’appezzamento di terreno sul qualefu edificato il monastero e sul quale preesisteva una cap-pella sepolcrale di epoca repubblicana, dettaCryptaferrata per la protezione in ferro che la cingeva, dacui probabilmente il nome dell’attuale cittadina diGrottaferrata che ospita la meravigliosa abbazia. Il complesso è l’unico esempio, sopravvissuto al tempoed alle distruzioni, dei numerosi monasteri greci sorti inItalia ed Europa tra il VI ed il XIII secolo, dove ancoraoggi i monaci basiliani praticano il rito orientale incomunione con la Chiesa di Roma. Il rito greco - catto-lico, differente da quello latino solo per elementi pura-mente esteriori, si diffuse nell’Italia meridionale intornoal XV secolo quando, a seguito dell’invasione della zonabalcanica ad opera dei Turchi, molte comunità monasti-che albanesi si trasferirono nella nostra penisola.Monumento nazionale dal 1874, il complesso a piantaquadrata si presenta a noi come un’abbazia fortificata ditipo rinascimentale, con quatto torri agli angoli ed unapossente cinta muraria. La volle così il cardinaleGiuliano della Rovere che tra il 1483 ed il 1491 neordinò la ristrutturazione su progetto di Antonio daSangallo, nel periodo in cui i monasteri non rappresen-tavano solo dei luoghi di culto e fede ma erano dei verie propri feudi che esercitavano la loro giurisdizione suiterritori circostanti. Dotata del caratteristico fossatodifensivo e del ponte, presenta tutti gli elementi tipicidei complessi abbaziali: la basilica, il chiostro, labiblioteca, il refettorio e gli altri ambienti di ser-vizio in cui i monaci svolgevano la loro quotidia-na pratica di fede.Al vero e proprio monastero si accede attraverso ilprimo cortile, dove possiamo ammirare l’arioso

REGIONE LAZIO

Passeggiate nel tempoParchi, castelli, monasteri

Viaggio tra storia e leggendedell’entroterra laziale

Piantina generalePiantinagenerale

ARPAgenzia Regionale per i Parchi

Via Indonesia, 33 - 00144 RomaTel.+39065913371 fax +39065919404

[email protected]

[email protected]

Carta rilievi del Lazio: Regione LazioDipartimento Territorio - Direzione Regionale,

Territorio e UrbanisticaSistema Cartografico e Geografico

AGENZIA REGIONALE PER I PARCHI

L’A.R.P., Agenzia Regionale per i Parchi, è unEnte strumentale della Regione Lazio.L’Agenzia ha tra i propri scopi istituzionaliquello di assicurare alla Regione che le Areeprotette siano gestite in maniera efficiente edefficace. Suo compito specifico e strategico è svolgereattività di formazione professionale, aggiorna-mento e qualificazione del personale delle areeprotette e curare iniziative formative per lavalorizzazione e l’utilizzo sostenibile dellerisorse naturali. L’Agenzia promuove il turismo sostenibile nellearee protette con il “Programma Giorniverdi”,che prevede attività di animazione naturalisticae culturale, soggiorni educativi, accesso allanatura senza barriere e promozione delleaziende ricettive locali. Per il 2003 l’ARP edalcune aree protette laziali propongono più di400 idee per scoprire la natura, la storia, i pro-fumi, i colori e i sapori del territorio. Le informazioni sulle aree protette dellaRegione Lazio, i loro specifici progetti e le ini-ziative intraprese per la valorizzazione dellerisorse locali sono nel sito internet:

www.parchilazio.it

Nella copertina della piantina generale: pianta terrestre del Lazio,

Domenico De Rossi, 1693.

ASSESSORATO ALLA CULTURA, SPETTACOLO, SPORT E TURISMO

REGIONE LAZIO

IV I

Cagliari

Olbia

Acquapendente

Vetralla CivitaCastellana

Orte

Cittaducale

ROMACITTÀ DELVATICANO

RIETI

FROSINONE

LATINA

VULCI

NORCHIA

Orvieto

Spoleto

Ascoli Piceno

L’Aquila

L’Aquila

Chieti

Isernia

Napoli

Napoli

Terni

Terni

Grosseto

Siena

Grotte di Castro

Gradoli

Capo Linaro

Capo d’Anzio

Capo Circeo

M.Pizzuto

M.Cosce

M.Nuria

M.Terminillo

1287

1114

1888

M.Autore

M.Viglio

M.Cornacchia

le Mainarde

M.Bianco

M.CairoM.Semprevisa

M.Circeo

M.Calvilli

M.Petrella

1853

20142156

2003

2039

1168

16691536

541

676

1116

1533

1202

2216

M.Pozzoni

M.Gorzano

1904

2458

1735

579

Blera

Vejano

Tolfa

Manziana

Allumiere

Nepi

Configni

Contigliano

ConcervianoPetrella Salto

Fiamignano

Borgorose

CantaliceAntrodoco

LeonessaCittareale

Amatrice

Accumoli

Borbona

Posta

RoccaSinibalda

Caprarola

BomarzoVitorchiano

Ronciglione

Bracciano

Bagnoregio

CivitaCastiglionein Teverina

Cantalupoin Sabina

PalombaraSabina

CastelMadama

Palestrina

Valmontone

Zagarolo

OlevanoGennazzano

Paliano

Segni

Campo Catino

VallepietraFilettino

Fara inSabina

PoggioMirteto

FianoRomano

Campagnanodi Roma

RignanoFlaminio

AnguillaraSabazia

TrevignanoRomano

PoggioMoiano

Montelibretti

Moricone

Agosta

Morlupo PassoCorese

Percile

MarcellinaMentana

Subiaco

Monterotondo Vicovaro

Arsoli

Orvinio

Lago diBolsena

Lago diBracciano Lago di

Martignano

Lago di Caprolace

G o l f od i

G a e t a

Lago di Fogliano

Lago di Fondi

Lago delTurano

Lago delSalto

Lago di Vico

Canino

Montalto di Castro

Tarquinia Lido

Santa Marinella

Santa Severa

Ladispoli

Palo

Maccarese

Palidoro

Fregene

Lido di Castel Fusano Pomezia

Torvaianica

LavinioLido di Enea

Torre Astura

Scauri

Roccasecca

San Felice CirceoSperlonga

Lido di Foce Verde

Lido di Capo Portiere

Genzano

GrottaferrataFrascati

Rocca di PapaCastel Gandolfo

Sermoneta

Ceccano

Esperia

Ceprano

Ausonia

Aquino

Arce

Arpino

S.Giorgio a Liri

Castro dei Volsci

Castelforte

Terme di Suio

Cori

Cave

NormaAprilia

Colleferro

Sezze

SabaudiaTerracina

Fondi

Formia

Gaeta

FerentinoAlatri Veroli

Isola del Liri

Collepardo

Priverno

Cisterna di Latina

Ardea

ArtenaAriccia

Albano

Marino

Velletri

Fiuggi

Sora

Cassino

Monte Romano

Soriano nel Cimino

Tarquinia

Civitavecchia

Lido di Ostia

Cerveteri

Fiumicino

AnzioNettuno

MontaltoMarina

Farnese

Monti Volsini

Monti SabatiniMonti della Tolfa

Monti

Sabini

S

a

b

in

a

Monti Reatini

Ci c o l a n o

Mo

nti Prenestini

Monti S imbruini

M o n t i E r n i c i

Colli Albani

A g r oP

o nt i n

o

Monti Lepini

Ci o

ci a

ri

a

Mo n t i A u s on i

M o n t i A u r u n c i

Monti della Meta

MaglianoSabina

Nemi

Lago diAlbano

Monte S.Biagio

I S O L E P O N Z I A N E

Isola di Palmarola

Isola di Ponza

Isola di Zannone

Isola di Gavi

Isola di Ventotene

Isola di S.Stefano

Scoglio la Botte

(Latina)

Ma r

T i r r en

o

VILLAADRIANA

Tivoli

OSTIAANTICA

VEIO

MINTURNAEGrotta di Tiberio

NINFA

NECROPOLI

734

Fiume Mignone

Fium

eA

rron

e

Vignanello

Fiume Tevere

Astura

Sisto

Aniene

Aniene

Vicano

Salto

Turano

Velino

Tronto

Sacco

Melfa

Liri

Garig

liano

Minturno

PARCO REGIONALEANTICHISSIMACITTÀ DI SUTRI

MONUMENTO NATURALEPIAN SANT'ANGELO

PARCO REGIONALEVALLE DEL TREJA

PARCO REGIONALEVEJO

PARCO REGIONALEBRACCIANO-MARTIGNANO

RISERVA REGIONALENOMENTUMAREA PROTETTA

ROMANATURAMARCIGLIANA PARCO REGIONALE

INVIOLATA

PARCO REGIONALECASTELLI ROMANI

PARCO NAZIONALEGRAN SASSO E

MONTI DELLA LAGA

RISERVA REGIONALETEVERE-FARFA

RISERVA REGIONALELAGHI LUNGO E

RIPASOTTILE

RISERVA REGIONALEMONTE SORATTE

RISERVA REGIONALEMONTE NAVEGNA E

MONTE CERVIA

RISERVA REGIONALEMONTAGNE

DELLA DUCHESSA

PARCO REGIONALEMONTI LUCRETILI

MONUMENTO NATURALELA SELVA

MONUMENTO NATURALEVALLE DELLE CANNUCCETE

PARCO REGIONALEMONTI SIMBRUINI

PARCO NAZIONALEABRUZZO-LAZIO

RISERVA REGIONALELAGO DI CANTERNO

RISERVA REGIONALELAGO DI POSTA FIBRENO

PARCO REGIONALE MONTI AURUNCI

PARCO REGIONALEMONTE ORLANDO

PARCO REGIONALEGIANOLA E

MONTE DI SCAURI

MONUMENTO NATURALEMOLA DELLA CORTE-

SETTECANNELLE-CAPODACQUA

RISERVA REGIONALEMONTE RUFENO

RISERVA REGIONALEMONTE CASOLI

DI BOMARZO

RISERVA REGIONALESELVA DEL LAMONE

RISERVA REGIONALETUSCANIA

Valentano

Marta

Capodimonte

M.Rufeno

Monti CiminiM.Cimino

1053

Fiume M

arta

Montefiascone

TuscaniaVITERBO

Ischia di Castro

Fium

eF

iora

PARCO REGIONALEMARTURANUM

RISERVA REGIONALELAGO DI VICO

Sutri

RISERVA NATURALEMONTERANO

RISERVA REGIONALEMACCHIA GATTACECA EMACCHIA DEL BARCO

Riano

Lago di Nemi

Piantina generale

0 15 30 km

Itinerario 10:Sermoneta, Abbazia diValvisciolo.

Itinerario 8:Castel San Pietro,Castello Colonna.

Itinerario 6:Labro, CastelloVitelleschi.

Itinerario 5:Frascati, VillaAldobrandini.

Itinerario 3:Bracciano, CastelloOdescalchi.

Itinerario 1:Bolsena, RoccaMonaldeschi.

Itinerario 9:Veroli, Abbazia di Casamari.

Itinerario 7:Palombara Sabina,San Giovanni inArgentella.

Itinerario 4:campagna romana,paesaggio autunnale.

Itinerario 2:Caprarola, Palazzo Farnese.

ITINERARIO 1

ITINERARIO 6

ITINERARIO 7

ITINERARIO 8

ITINERARIO 9

ITINERARIO 10

ITINERARIO 4

ITINERARIO 5

ITINERARIO 2

ITINERARIO 3

L E G E N D A

Sede APT

Località BandieraArancione Touring Club

Imbarchi, collegamentialle isole

Itinerari

II III

Ponza

Ventotene

Anagni

Cagliari

Olbia

Acquapendente

Vetralla CivitaCastellana

Orte

Cittaducale

ROMACITTÀ DELVATICANO

RIETI

FROSINONE

LATINA

VULCI

NORCHIA

Orvieto

Spoleto

Ascoli Piceno

L’Aquila

L’Aquila

Chieti

Isernia

Napoli

Napoli

Terni

Terni

Grosseto

Siena

Grotte di Castro

Gradoli

Capo Linaro

Capo d’Anzio

Capo Circeo

M.Pizzuto

M.Cosce

M.Nuria

M.Terminillo

1287

1114

1888

M.Autore

M.Viglio

M.Cornacchia

le Mainarde

M.Bianco

M.CairoM.Semprevisa

M.Circeo

M.Calvilli

M.Petrella

1853

20142156

2003

2039

1168

16691536

541

676

1116

1533

1202

2216

M.Pozzoni

M.Gorzano

1904

2458

1735

579

Blera

Vejano

Tolfa

Manziana

Allumiere

Nepi

Configni

Contigliano

ConcervianoPetrella Salto

Fiamignano

Borgorose

CantaliceAntrodoco

LeonessaCittareale

Amatrice

Accumoli

Borbona

Posta

RoccaSinibalda

Caprarola

BomarzoVitorchiano

Ronciglione

Bracciano

Bagnoregio

CivitaCastiglionein Teverina

Cantalupoin Sabina

PalombaraSabina

CastelMadama

Palestrina

Valmontone

Zagarolo

OlevanoGennazzano

Paliano

Segni

Campo Catino

VallepietraFilettino

Fara inSabina

PoggioMirteto

FianoRomano

Campagnanodi Roma

RignanoFlaminio

AnguillaraSabazia

TrevignanoRomano

PoggioMoiano

Montelibretti

Moricone

Agosta

Morlupo PassoCorese

Percile

MarcellinaMentana

Subiaco

Monterotondo Vicovaro

Arsoli

Orvinio

Lago diBolsena

Lago diBracciano Lago di

Martignano

Lago di Caprolace

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Lago di Fogliano

Lago di Fondi

Lago delTurano

Lago delSalto

Lago di Vico

Canino

Montalto di Castro

Tarquinia Lido

Santa Marinella

Santa Severa

Ladispoli

Palo

Maccarese

Palidoro

Fregene

Lido di Castel Fusano Pomezia

Torvaianica

LavinioLido di Enea

Torre Astura

Scauri

Roccasecca

San Felice CirceoSperlonga

Lido di Foce Verde

Lido di Capo Portiere

Genzano

GrottaferrataFrascati

Rocca di PapaCastel Gandolfo

Sermoneta

Ceccano

Esperia

Ceprano

Ausonia

Aquino

Arce

Arpino

S.Giorgio a Liri

Castro dei Volsci

Castelforte

Terme di Suio

Cori

Cave

NormaAprilia

Colleferro

Sezze

SabaudiaTerracina

Fondi

Formia

Gaeta

FerentinoAlatri Veroli

Isola del Liri

Collepardo

Priverno

Cisterna di Latina

Ardea

ArtenaAriccia

Albano

Marino

Velletri

Fiuggi

Sora

Cassino

Monte Romano

Soriano nel Cimino

Tarquinia

Civitavecchia

Lido di Ostia

Cerveteri

Fiumicino

AnzioNettuno

MontaltoMarina

Farnese

Monti Volsini

Monti SabatiniMonti della Tolfa

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Mo n t i A u s on i

M o n t i A u r u n c i

Monti della Meta

MaglianoSabina

Nemi

Lago diAlbano

Monte S.Biagio

I S O L E P O N Z I A N E

Isola di Palmarola

Isola di Ponza

Isola di Zannone

Isola di Gavi

Isola di Ventotene

Isola di S.Stefano

Scoglio la Botte

(Latina)

Ma r

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VILLAADRIANA

Tivoli

OSTIAANTICA

VEIO

MINTURNAEGrotta di Tiberio

NINFA

NECROPOLI

734

Fiume Mignone

Fium

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Vignanello

Fiume Tevere

Astura

SistoAniene

Aniene

Vicano

Salto

Turano

Velino

Tronto

Sacco

Melfa

Liri

Garig

liano

Minturno

PARCO REGIONALEANTICHISSIMACITTÀ DI SUTRI

MONUMENTO NATURALEPIAN SANT'ANGELO

PARCO REGIONALEVALLE DEL TREJA

PARCO REGIONALEVEJO

PARCO REGIONALEBRACCIANO-MARTIGNANO

RISERVA REGIONALENOMENTUMAREA PROTETTA

ROMANATURAMARCIGLIANA PARCO REGIONALE

INVIOLATA

PARCO REGIONALECASTELLI ROMANI

PARCO NAZIONALEGRAN SASSO E

MONTI DELLA LAGA

RISERVA REGIONALETEVERE-FARFA

RISERVA REGIONALELAGHI LUNGO E

RIPASOTTILE

RISERVA REGIONALEMONTE SORATTE

RISERVA REGIONALEMONTE NAVEGNA E

MONTE CERVIA

RISERVA REGIONALEMONTAGNE

DELLA DUCHESSA

PARCO REGIONALEMONTI LUCRETILI

MONUMENTO NATURALELA SELVA

MONUMENTO NATURALEVALLE DELLE CANNUCCETE

PARCO REGIONALEMONTI SIMBRUINI

PARCO NAZIONALEABRUZZO-LAZIO

RISERVA REGIONALELAGO DI CANTERNO

RISERVA REGIONALELAGO DI POSTA FIBRENO

PARCO REGIONALE MONTI AURUNCI

PARCO REGIONALEMONTE ORLANDO

PARCO REGIONALEGIANOLA E

MONTE DI SCAURI

MONUMENTO NATURALEMOLA DELLA CORTE-

SETTECANNELLE-CAPODACQUA

RISERVA REGIONALEMONTE RUFENO

RISERVA REGIONALEMONTE CASOLI

DI BOMARZO

RISERVA REGIONALESELVA DEL LAMONE

RISERVA REGIONALETUSCANIA

Valentano

Marta

Capodimonte

M.Rufeno

Monti CiminiM.Cimino

1053

Fiume M

arta

Montefiascone

TuscaniaVITERBO

Ischia di Castro

Fium

eF

iora

PARCO REGIONALEMARTURANUM

RISERVA REGIONALELAGO DI VICO

Sutri

RISERVA NATURALEMONTERANO

RISERVA REGIONALEMACCHIA GATTACECA EMACCHIA DEL BARCO

Riano

Lago di Nemi

Piantina generale

0 15 30 km

Itinerario 10:Sermoneta, Abbazia diValvisciolo.

Itinerario 8:Castel San Pietro,Castello Colonna.

Itinerario 6:Labro, CastelloVitelleschi.

Itinerario 5:Frascati, VillaAldobrandini.

Itinerario 3:Bracciano, CastelloOdescalchi.

Itinerario 1:Bolsena, RoccaMonaldeschi.

Itinerario 9:Veroli, Abbazia di Casamari.

Itinerario 7:Palombara Sabina,San Giovanni inArgentella.

Itinerario 4:campagna romana,paesaggio autunnale.

Itinerario 2:Caprarola, Palazzo Farnese.

ITINERARIO 1

ITINERARIO 6

ITINERARIO 7

ITINERARIO 8

ITINERARIO 9

ITINERARIO 10

ITINERARIO 4

ITINERARIO 5

ITINERARIO 2

ITINERARIO 3

L E G E N D A

Sede APT

Località BandieraArancione Touring Club

Imbarchi, collegamentialle isole

Itinerari

II III

Ponza

Ventotene

Anagni

REGIONE LAZIO

Passeggiate nel tempoParchi, castelli, monasteri

Viaggio tra storia e leggendedell’entroterra laziale

Piantina generalePiantinagenerale

ARPAgenzia Regionale per i Parchi

Via Indonesia, 33 - 00144 RomaTel.+39065913371 fax +39065919404

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Carta rilievi del Lazio: Regione LazioDipartimento Territorio - Direzione Regionale,

Territorio e UrbanisticaSistema Cartografico e Geografico

AGENZIA REGIONALE PER I PARCHI

L’A.R.P., Agenzia Regionale per i Parchi, è unEnte strumentale della Regione Lazio.L’Agenzia ha tra i propri scopi istituzionaliquello di assicurare alla Regione che le Areeprotette siano gestite in maniera efficiente edefficace. Suo compito specifico e strategico è svolgereattività di formazione professionale, aggiorna-mento e qualificazione del personale delle areeprotette e curare iniziative formative per lavalorizzazione e l’utilizzo sostenibile dellerisorse naturali. L’Agenzia promuove il turismo sostenibile nellearee protette con il “Programma Giorniverdi”,che prevede attività di animazione naturalisticae culturale, soggiorni educativi, accesso allanatura senza barriere e promozione delleaziende ricettive locali. Per il 2003 l’ARP edalcune aree protette laziali propongono più di400 idee per scoprire la natura, la storia, i pro-fumi, i colori e i sapori del territorio. Le informazioni sulle aree protette dellaRegione Lazio, i loro specifici progetti e le ini-ziative intraprese per la valorizzazione dellerisorse locali sono nel sito internet:

www.parchilazio.it

Nella copertina della piantina generale: pianta terrestre del Lazio,

Domenico De Rossi, 1693.

ASSESSORATO ALLA CULTURA, SPETTACOLO, SPORT E TURISMO

REGIONE LAZIO

IV I

INFORMAZIONI UTILI

Nei pressi di Ariccia si trova un luogo dove, nel1978, è stato rilevato uno strano fenomeno. Percapirne bene gli effetti varrebbe la pena di essere lì,sul posto, al KM 11,6 della SS 218, tra Ariccia eRocca di Papa, superato il bivio per Castel Gandolfo. Il dosso che c’è in questo punto, a quota 550 metri,crea una discesa che prosegue verso la grande curva,all’apparenza normale. Ma contro ogni regola e leggedi gravità, la discesa si comporta… come una salita:ogni oggetto tende a risalire la pendenza, invece cherotolare giù. Ed anche le persone si sentono - in quelpunto - stranamente attratte verso la salita. Nonostanteil forte scetticismo da parte del mondo scientifico,alcuni studiosi escludono che si possa trattare diun’illusione ottica: sembra che la singolare manife-stazione possa trovare una spiegazione nell’anomaliadel magnetismo e della forza di gravità dell’area deiColli Albani, causate dalla pre-esistenza dell’anticosistema vulcanico, il Vulcano Laziale, estintosi circa25.000 anni fa.

La salita “in discesa”

CURIOSITÀ

L’irresistibile fascino dell’Abbazia di San Nilo è dovu-to anche alla presenza del famoso LaboratorioScientifico di restauro e conservazione del libro anti-co e della Scuola di miniatura e di paleografia,entrambe istituite nel 1931. La delicata opera di“curare” e custodire il patrimonio librario - aggreditodai segni e dalle insidie del tempo - ha origini sin dalperiodo della fondazione dell’abbazia quando, nelloscriptorium voluto da San Nilo, ebbe inizio l’attività didecorazione e conservazione dei manoscritti antichi,per paziente mano dei monaci amanuensi. In questasapiente opera che si tramanda da secoli la comunitàmonastica trasfonde il senso profondo della preghiera,presente in ogni semplice gesto dell’attività quotidiana.È qui che nel 1962 avvenne il restauro del CodiceAtlantico di Leonardo da Vinci: dodici volumi con-tenenti disegni, studi e calcoli del grande studioso;furono i monaci di Grottaferrata, su invito di PapaPaolo VI, a recuperare e salvare oltre 1200 volumidell’enorme patrimonio librario durante l’alluvionedi Firenze del 1966; ed è in questo Istituto che anco-ra oggi vengono sottoposte a rigorosi trattamenti chi-mici conservativi opere rarissime provenienti da ogniparte del mondo. Una Biblioteca monastica ed una pubblica, tra lepiù antiche e preziose d’Italia, conservano oltre60.000 opere bizantine, mille codici miniati, incu-naboli, manoscritti greci e latini, alcuni dei qualiopera del Santo fondatore, di Platone ed Aristotele,Petrarca e Boccaccio.

LO SCRIPTORIUM

VILLA ALDOBRANDINI

Via Cardinal Massaia, 112 Frascati (RM)Visite su appuntamento: h 9.00-13.00 / 15.00-17.00I.A.T. Tel. +39069420331

VILLE DI MONTE PORZIOCATONE (RM)

Visite su appuntamento: I.A.T. Tel +39069420331

ABBAZIA DI SAN NILO

Corso del Popolo, 12800046 Grottaferrata Visite su prenotazione(escluso il lunedì): www.abbaziagreca.it Biblioteca: [email protected]

Parco Regionale dei Castelli RomaniVia Cesare Battisti, 5

00040 Rocca di Papa (RM)Tel. +39069495253www.parchilazio.it

www.parks.it

AZIENDA DI PROMOZIONETURISTICA DELLA

PROVINCIA DI ROMAVia XX Settembre, 26 - 00187 RomaTel. +3906421381 - Fax +390642138211

www.oltreroma.it

A sinistra:Grottaferrata,Abbazia di San Nilo,un momento del paziente lavoro di restauro di unmanoscritto. Sotto: veduta di Ariccia.

33

ANTICHITÀ

i c a s t e l l i r o m a n i

parentela con i Vitelleschi e nel 1624, quando siestinse questa famiglia, adottarono anche il lorocognome. Così, tra la metà del XV secolo e l’inizio del XVI, ilcastello venne interamente ricostruito ed ampliato,inglobando abitazioni, torri e le mura dell’anticarocca al fine di renderlo più compatto e sicuro.Ancora oggi il perimetro difensivo è percorso da anti-che vie che partono dalla famose Tre Porte, nel cuoredel paese. I signori poi, con successivi interventi direstauro, trasformarono la loro residenza in un vero eproprio palazzo baronale con il bellissimo giardino aterrazza attraversato da una scenografica scala doppia.Tra la fine dell’Ottocento ed i primi anni delNovecento il complesso venne ristrutturato in manie-ra significativa, con l’apertura di finestre, la realizza-zione delle loggette e l’apposizione delle caratteristi-che merlature guelfe. Ancora oggi, in ottimo stato diconservazione, è abitato dai nobili Vitelleschi.

IL CASTELLONOBILI - VITELLESCHI

Labro

34

Labro, Castello Nobili-Vitelleschi: baluardo e particolare della cinta muraria.

I Castelli e le rocche

PEZZI DI STORIALUNGO I SENTIERI

TRA GLI OLIVI

Qui dove tradizioni agricole e pastorali convivono con innovative

strutture turistiche, da sempre religiosità,potere e cultura hanno trovato spazio

e tempo per la loro migliore espressione.Santi, imperatori e artisti hanno scritto

la storia lungo il percorso della Via Salaria, l’antica direttrice che sin dall’epoca romana attraversa il cuoredella Sabina, la terra della Valle Santa,

fino alle alte vette appenniniche.

I monti sabini e reatini

ITINERARIO

66

IL PAESE DI LABRO SI PRESENTA COME UNO SCRIGNO

colmo di tesori medioevali: edifici e chiese, porte eportali, elementi architettonici decorativi, elegantifinestre, iscrizioni, camminamenti e soprattutto ilCastello Nobili-Vitelleschi, una splendida fortezza feu-dale tutt’uno con l’abitato. L’attuale complesso sorgesui resti dell’antica rocca fondata intorno al X secolo:nel 956 infatti l’imperatore Ottone I assegnò ai de’Nobili il fondo di Labro che divenne così sede perma-nente della potente ed aristocratica famiglia. I Nobiliinfatti edificarono lì il castello al fine di controllare levie di comunicazione della valle sottostante, tra iMonti Reatini e la Valle del Tevere. Si trattava dellaprincipale attività della famiglia che, per alcuni secoli,creerà e controllerà la maggior parte degli insediamen-ti fortificati della zona.Nel XII e XIII secolo le sorti del castello seguirono levicende della Curia romana e del contado reatino finoa quando, alla fine del ‘500, i Nobili strinsero la loro

35

Nel Castello Nobili-Vitelleschi sono conservati dapiù di mille anni preziosi documenti attraverso cui èpossibile ricostruire le vicende storiche della nobilefamiglia. L’Archivio Storico infatti raccoglie e custo-disce i documenti dal 1068 e, tra le oltre 300 rarepergamene, vale la pena di ricordare una “breve”,l’atto con cui Papa Celestino III autorizzò nel 1191l’edificazione di una chiesa; e quella con cuil’Imperatore del Sacro Romano Impero Federico IIIconferì la nomina di Conte Palatino ad un discen-dente della famiglia Vitelleschi, nel 1452.

L’Archivio storico

Alessandro VI , durante il suo papato (1492-1503),assecondava con freddezza i progetti di dominio delfiglio Cesare Borgia, intento a creare un forte statonell’Italia centrale. Dopo aver conquistato granparte della Romagna, procedeva a sud con attacchied invasioni e fu così che nell’agosto del 1501 fuordinato dai Borgia l’assalto al Castello diContigliano, strategica base di controllo nel centroItalia. Alle resistenze degli abitanti il condottieroVitellozzo Vitelli oppose una dura battaglia cheportò alla conquista del paese. Ad agosto di ognianno viene rievocato l’evento in una suggestiva ceri-monia dall’ambientazione medioevale, con il Corteostorico, il Palio dell’Ariete e la ricostruzione dellabattaglia con finti guerrieri.

L’assalto al castello Di contigliano

STORIA

Labro (RI) - A1MI-RM uscita FianoRomano, poi SS4 Via Salaria perRieti; poi SS Ternana fino a Ponte Crispolti e seguire indica-zioni per Labro.Montenero Sabino (RI) - A1 uscita Fiano Romano; poi SS4Via Salaria e poi SS313.Borgo San Pietro - Poggio Bustone (RI) - A24 RM-AQ usci-ta Valle del Salto e SS4 Via Salaria.Fara in Sabina (RI) - A1 RM-FI uscita Roma Nord FianoRomano. Da Roma: Via Salaria uscita Passo Corese e da Rietiuscita Osteria Nuova. In treno: treno metropolitano daFiumicino fino a Fara Sabina e autobus Cotral per Farfa. Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga - A24RM-AQ-TE (uscita Assergi per il versante aquilano; SanGabriele - Colledara per quello teramano) (poi SS17bis perraggiungere partenze escursioni).

ANTICHITÀ

Da Roma e dalla costa adriatica:SS4 Salaria per i versanti laziali e mar-

chigiani. Da L’Aquila e Teramo: SS80 lungo laValle del Vomano per il versante abruzzese dei Monti dellaLaga. Per il versante SO: SS17 da L’Aquila direzioneAntrodoco. Per il versante SE le rotabili della valle del Pescara.In treno: stazione FS L’Aquila e Teramo e poi in corriera. Riserva naturale Monte Navegna e Monte Cervia - Da Roma: A24 uscita Oricola Carsoli, poi SP Turanense versoRieti. Da Rieti: SS578 direzione Avezzano e poi SP67Cicolana indicazioni Varco Sabino.

Labro, Archivio del Castello Nobili-Vitelleschi: antica pergamena.

RISERVA REGIONALELAGHI LUNGOE RIPASOTTILE

PARCO NAZIONALEDEL GRAN SASSO EMONTI DELLA LAGA

RISERVA REGIONALEMONTE SORATTE

RISERVA REGIONALETEVERE-FARFA

A 1

L’AQUILAOVEST

MAGLIANOSABINA

SORATTE

FIANOROMANO

ORTE

AmatriceCittareale

Leonessa

Cittaducale

Concerviano

RoccaSinibalda

Farfa

Fara in Sabina

Poggio MirtetoMontenero

Sabino

CannetoSabino

SS 4

SS 4

SS 3

SP 315

SS 4

SS 4

bis

SP 17

SP 8

0

SP 260

SP 577

SP 8

0 di

r

SS 578

SP 3

13

SP 3

13

CivitaCastellana

S.Oreste

RignanoFlaminio

Nazzano

Antrodoco

A 24

Poggio Bustone

Labro

ContiglianoRIETI

Greccio

Borgo San Pietro

Accumoli

Fiume Tevere

Fiume

Turano

Fiume Salto

Fiume Velino

Lago diRipasottile

LagoLungo

Lago del Turano

Lago del Salto

SP 79

SP 521

2216

2081

Monte Terminillo

Monte Cambio

ITINERARIO 6 TERNI

MO

NT

I

M O N T I R E A T I N I

MONTI CARSEOLANI

CI C

OL A N O

SA

BI N

I

COME ARRIVARE

I Monti sabini e reatini

Il canneto è un autentico serbatoio di biodiver-sità, ambiente intorno a cui ruota gran parte dellavita dell’ambiente palustre. Oltre alle tife ed allecannucce, galleggiano sull’acqua ninfee bianchee gialli nannufari, ma anche la tenera lenticchiad’acqua, oltre alle meno note brasca e ceratofillo.

IL PARCO NAZIONALEDEL GRAN SASSO E

I MONTI DELLA LAGA

36

FLORA

Il Parco in cifre

Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della LagaEnte gestore: Ente Parco

Superficie: 150.000 ettari - Istituzione: 1991

Riserva naturale dei Laghi Lungo e RipasottileGestore: Consorzio tra i comuni di Rieti, Cantalice, Colli

sul Velino, Contigliano, Poggio Bustone, Rivodutri.Superficie: 3.000 ettari - Istituzione: 1985

Riserva naturale Monte SoratteGestore: Provincia di Roma, Dipartimento II, Servizio 5

“Pianificazione ambientale, sviluppo parchi, riserve naturali” Superficie: 410 ettari circa - Istituzione: 1997.

Riserva naturale Tevere FarfaGestore: Consorzio di gestione della Riserva Naturale

Superficie: 705 ettari - Istituzione: 1999

I Parchi

Il Monte Soratte.

ITINERARIO

66

SUL CONFINE DEL LAZIO CON L’ABRUZZO E LE

MARCHE vegeta una delle più belle ed affascinantiforeste d’Italia: quella dei Monti della Laga, inseritanel Parco Nazionale del Gran Sasso. È tutto unfluire di acque tra le arenarie e le marne, ambienteunico nel suo genere in tutto l’Appennino chedurante la stagione del disgelo offre un’atmosferadavvero indimenticabile. Ma gli alpinisti percorro-no questi flutti gelati anche durante l’inverno,facendo della Laga davvero un luogo da escursioniin ogni stagione. La cascata delle Barche precipitanel vuoto per oltre quaranta metri, realizzando unodei luoghi più suggestivi di questa parte del territo-rio regionale. Ed il fluire affascinante delle acquecaratterizza anche le riserve naturali dei LaghiLungo e Ripasottile e quella di Tevere-Farfa, duelaghi naturali sul fiume Velino ed un’area paludosacreatasi dopo la realizzazione di un invaso artificiale,che costituiscono oggi due delle principali mete perl’osservazione dell’avifauna palustre nel Lazio.Due autentici polmoni di natura a pochi passi daRieti e da Roma.

Sopra: il paesaggio palustre con il canneto.

Il lupo è l’animale più temuto e più ammiratodi tutta la fauna italiana. La sua proverbialecapacità di sopravvivenza lo hafatto giungere oltre le Alpi par-tendo dal cuore dei nostriAppennini. Un grande esempiodella forza di mutamento ed adat-tamento della vita selvatica.

FAUNA

37

Sopra: il lupo.

Colore giallo, quasi verde; sapore aromatico leggermen-te fruttato; gusto vellutato: questo elegante prodottodella terra sabina ha da qualche anno ottenuto laDenominazione di Origine Protetta. Così quell’ “oroliquido” che gli antichi romani apprezzarono per primiè oggi un olio extra vergine di oliva di alta qualità gra-zie alla zona di provenienza, le sue 7 cultivar seleziona-te (Carboncella, Leccino, Frantoio, Raja, Pendolino,Moraiolo, Rosciola) e le pregiate caratteristiche organo-lettiche. Il clima temperato ed i terreni collinari calca-rei, tipici della Sabina, creano da più di duemila annil’habitat ideale per la coltivazione dell’ulivo, che pro-prio gli antichi romani vollero implementare. Il pazien-te lavoro dei monaci benedettini, poi, ha razionalizzatoed affinato nel tempo le varie fasi(raccolta a mano e spremitura)della contenuta ed accurata pro-duzione. A Canneto Sabino tro-viamo un ulivo di 2000 anni,il più grande d’Europa,con un tronco dal dia-metro di oltre 7 metri.

l’olio della Sabina

PRODOTTI TIPICI

I M O N T I S A B I N I E R E AT I N I

Le abbazie e i monasteri

centesca dove troviamo un bellissimo ed evocativodipinto: “Angelo che annuncia le remissione dei peccati”,quasi a ricordare la remissione dei peccati che il Santoqui ottenne.

Borgo San Pietro - Poggio Bustone: la Chiesa ed il Convento di San Giacomo.

38

ITINERARIO

66

“Salute buona gente”: era l’ottobre del 1208 ed ungiovane frate salutava così gli abitanti del borgo diPoggio Bustone accorsi ad ascoltare la sua predicazione.Per rendere omaggio alla profonda opera di evangeliz-zazione del Santo, all’alba del 4 ottobre di ogni anno unabitante del paese saluta con le parole di Francescotutti i compaesani, accompagnato dal suono di un tam-burello. La comunicazione verbale del Santo aveva edha tuttora un forte impatto emotivo: le sue parole e lesue composizioni sono da sempre fonte di ispirazioneper artisti, studiosi e letterati, come queste riportate neldipinto del XVI secolo, conservato nel Refettorio delConvento San Giacomo.

Le parole di san francesco

CURIOSITÀ

Poggio Bustone, Refettorio del Convento San Giacomo:parole attribuite a San Francesco.

NEI PRESSI DEL RUSTICO CARATTERISTICO PAESE DI

POGGIO BUSTONE, sul pendio del Monte Rosato, si trovail Convento di San Giacomo, sorto tra il 1235 ed il 1237presso la grotta che fu abitata da San Francesco durantegli anni della sua predicazione nella valle reatina a parti-re dal 1209. Divenuto Santuario Francescano, fu rico-struito più volte tra il secolo XIII e XVII e della origina-ria architettura risalente al ‘200 conserva soltanto unpiccolo portico attraverso il quale si accede alla chiesa eal complesso conventuale che è composto da un edificiodel ‘300 e da altri ambienti che si sono aggiunti neidiversi secoli, oltre al suggestivo Chiostro.Il Refettorio realizzato nel XVI secolo è ornato daaffreschi dedicati alle icone dei Santi.La Chiesa conventuale dedicata a San GiacomoMaggiore risale alla prima metà del ‘400 ed è la rap-presentazione della semplicità e della devozione: all’in-variato aspetto originario dell’esterno si contrapponel’interno ad una navata, in stile gotico. Antichi e bel-lissimi affreschi raccontano i momenti della vita delSanto, tra cui uno quattrocentesco che raffigura ilSanto che riceve le stimmate. Ma la vita di San Francesco ha caratterizzato fortemen-te questo luogo di preghiera che si estende anche al difuori del Convento vero e proprio. Partendo dal piazza-le e risalendo infatti il Monte Rosato, arriviamo alRomitorio, un luogo scavato nella roccia, dove SanFrancesco si ritirava in preghiera da solo o con i suoicompagni. Lo ritroviamo ancora oggi pressoché ugualea come era quando il Santo ricevette le rivelazioni dalSignore sulla giustezza della via da lui intrapresa e sullamissione dell’Ordine, e per questo è detto anche“Grotta delle Rivelazioni”. La grotta è conservata nella piccola chiesa duecente-sca, costruita in epoca successiva a quella del Santo,alla quale è stata aggiunta in seguito una cappella sei-

IL CONVENTODI SAN GIACOMO

Poggio Bustone

INFORMAZIONI UTILI

I m o n t i s a b i n i e r e at i n i

San Francesco determina nella storia della fede cri-stiana una profonda svolta spirituale. La semplicità e lapovertà da lui predicate rivivono nelle strutture scarnee nel clima sereno dei santuari, conventi e monasteripresso i quali sostò durante la sua predicazione nellavalle reatina. Sappiamo che tutto ebbe inizio daPoggio Bustone nel 1208 e, a seguire negli anni, ogniluogo prescelto dal Santo per i suoi ritiri spiritualidiverrà un simbolo di devozione e fede.Poi Greccio, dove rappresentò per la prima volta laNatività di Gesù Bambino (1223), per questo conside-rata “La Betlemme d’Occidente”; il paese, che haancora la struttura di castrum medioevale, lo accolse laprima volta nel 1209. Nel 1260 fu edificato ilConvento Francescano, simbolo dell’opera del Santoe meta ancora oggi di pellegrinaggi.Tra i boschi e le colline erano molti i luoghi dove ilSanto amava ritirarsi in preghiera nell’ultimo periododella sua vita (1182-1226) che trascorse nella valle rea-tina, tra cui Monte Rosato, Monte San Francesco, laCappella del Perdono. Nel Convento di FonteColombo nel 1223, dopo un digiuno di quaranta giorni,scrisse la Regola dell’Ordine. Nel 1225, in occasione diuna visita a Rieti per curare i suoi occhi ammalati, ilSanto si fermerà presso il Convento La Foresta dove,narra la tradizione, compose il Cantico delle Creature.

I santuari della valle santa

CASTELLO NOBILI-VITELLESCHI

Labro (RI)- Via Santa Maria Maggiore, 4 Tel. +390746636020Visite: h 10.00-12.00 / 15.00-18.00;15.00-19.00 (estivo)

CONVENTO DI SAN GIACOMO

02018 Poggio Bustone (RI) Piazzale Missioni FrancescaneTel. +390746688916Visite: h 9.00-12.00 e 15.00-18.00

ABBAZIA DI FARFA

02032 Fara in Sabina (RI)Via del Monastero, [email protected]: h 10-13 / 16-19 escluso lunedìBiblioteca: h 9.30-13 / 15.30-18 sabato h 9.30-13 no festivi

SANTUARIO FRANCESCANODEL PRESEPIO DI GRECCIO

[email protected]: h 9-12.45/15-17.45; 15-18.45 (estivo)

Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga

Via Convento, 167010 Assergi (AQ)Tel. +39086260521

www.gransassolagapark.it

Riserva Regionale Laghi Lungo e Ripasottile

c/o V Comunità montanaVia A. Manzoni, 10 - 02100 Rieti

Tel. +390746200999

Riserva Regionale Monte SoratteProvincia, Ufficio Parchi Naturali

Via Tiburtina, 69100159 Roma - Tel. +390667663301

Riserva Regionale Tevere-FarfaVia Tiberina, km 32

00060 Nazzano (RM)Tel. +39076530271www.parchilazio.it

www.parks.it

AZIENDA DI PROMOZIONETURISTICA DELLA

PROVINCIA DI RIETIVia Cintia, 87 - 02100 Rieti

Tel. +390746201146 - Fax +390746270446www.apt.rieti.it

39

FEDE

Un esemplare monumento del Medioevo Europeosorge sui resti di un tempio pagano dove, nel 420 circa,San Lorenzo da Siro fondò un eremo cristiano, distrut-to dai Longobardi nel 565. Nel 680 Tommaso daMaurienne vi edificò un monastero di regola benedet-tina e nel 775 Carlo Magno lo dotò della più comple-ta forma di autonomia: divenne così l’avamposto per ilsuo controllo su Roma ed un forte centro di potere.L’abbazia fu depredata nel secolo successivo (IX sec.)dagli attacchi dei Saraceni, ma con l’abate Ugo diCluny (X sec.) riscoprì il suo ruolo culturale e divenneuno dei centri spirituali più importanti per il mona-chesimo occidentale. Esercitò la sua giurisdizione sul-l’intera Sabina con i mezzi e l’influenza di un vero eproprio stato feudale: controllava infatti ben 683 chie-se, 132 castelli, porti, mulini e numerose città. Il suodeclino ebbe inizio nel Duecento, quando passò sottola giurisdizione papale. Tanti i tesori che conserva: laBiblioteca con oltre 20.000 volumi, rari codici minia-ti e manoscritti; la Chiesa di Santa Maria di Farfa(1400) con un prezioso affresco (Il Giudizio Universale)del pittore fiammingo Baker; il sarcofago romano delIII sec. d.C. nella cripta carolingia.

l’abbazia di farfa

MONUMENTI

Quando il castello venne abbandonato (X sec.), vi siinsediarono quelli che sarebbero stati poi i primisignori di Palombara: gli Ottaviani, un ramo deiCrescenzi Romani. A quell’epoca il castrum aveva già assunto la sua formaquadrangolare con l’antica torre, ma sarà con la fami-glia Ottaviani che il castello accoglierà nuove edifica-zioni e fortificazioni ed assumerà la conformazione checonserverà per circa due secoli. Il passaggio della pro-prietà alla famiglia Savelli risale a non prima del 1216,anno in cui Onorio III Savelli ordinò il restauro dellaChiesa di San Biagio e, sembra, volle edificare laChiesa di S. Egidio. Tra il Quattrocento ed il Cinquecento il castello vedràmutare non solo la sua morfologia ma la sua stessa fun-zione: da fortezza a vera e propria residenza baronale ditipo rinascimentale. Così gli appartamenti dei signori,a forma di casamatta, ingloberanno le strutture di ser-vizio; la roccaforte sarà collegata al torrione cilindricoed alle mura da un camminamento fortificato, il Murodel Soccorso, utilizzato dai balestrieri durante gliattacchi.Sempre di quegli anni i significativi affreschi delSalone detto “degli Eroi della Repubblica”. Voluti dalCardinale Savelli per esaltare il valore della monar-

IL CASTELLO SAVELLIPalombara Sabina

40

QUESTO MAGNIFICO E POSSENTE CASTELLO determinòcon la sua posizione lo sviluppo urbano dei primi inse-diamenti e si trova oggi al centro della metodica edaffascinante struttura ad anelli concentrici del borgomedioevale di Palombara, ai piedi del Monte Gennaro.Le prime notizie ufficiali risalgono al 1064, anno in cuiviene menzionato per la prima volta nel RegestoSublacense e, sempre nello stesso periodo, le fonti ripor-tano la notizia del feudo di Columbaria - l’anticaPalombara - appartenente al duca Alberico, discenden-te della stirpe longobarda. Sembra che in seguito alleinvasioni ed alle devastazioni longobarde (578 d.C.),attorno al nucleo originario (costituito da una cellausata come rifugio per gli eremiti), fu costruito uncastrum, vero e proprio accampamento militare che neltempo divenne un centro abitato. In seguito, anche per la sua posizione strategica, ilcastrum longobardorum fu assalito dai Saraceni chenell’875 si impossessarono del castello e ne fecero basedi osservazione e difesa, nonché punto di partenza pergli attacchi verso le città circostanti e verso Roma.

Il Castello Savelli a Palombara Sabina

I Castelli e le rocche

TEVERE E ANIENEUN CUORE ANTICOPIENO DI SORPRESE

Tra le valli dei due fiumi principali del Lazio, a nord est di Roma,

un territorio ricco di suggestioni attende i più pazienti e curiosi.

Qui elementi dell’antica cristianità convivono con significative

testimonianze di invasioni barbariche, domìni, residenze nobiliari

e dimore di monaci, in un complesso ed accattivante mosaico di natura,

storia, religiosità e tradizioni.

I monti lucretili e il salto cicolano

ITINERARIO

77

chia e gli eroi della repubblica romana, sono vivaci esuggestivi e di ottima fattura pittorica, tanto daessere attribuiti per il pregio stilistico allaScuola dei Discepoli di Raffaellodella prima metà del Cinquecento. Il Castello rimarrà ai Savellisino al 1637 e conserverà ilnome della famiglia. Alla fine del 1800 i PrincipiTorlonia conquistano ilpodere, che sarà poi degliSforza-Cesarini ed infine,dal secolo scorso, di pro-prietà comunale.

41

Un busto di delicata e dolce bellezza è conservato nellesale del Castello Savelli: si tratta della “Palombella”,opera che un giovane Jean Baptiste Carpeaux - scultorefrancese - realizzò intorno al 1855 durante il suo “pensio-nato” in Italia, all’Accademia di Francia a Trinità deiMonti a Roma. L’artista si innamorò di una giovane ragaz-za di Palombara, Barbara Pasquarelli, conosciuta per casoin Trastevere - in occasione della raccolta dell’uva negliorti del pittoresco quartiere romano - e divenuta la suamodella per l’opera che la raffigura. Fu un amore travol-gente e sincero ma le loro stesse vite, la passione artisticadi lui e la famiglia di lei li divisero. Pochi anni dopoCarpeaux fu raggiunto dalla notizia della grave malattiadella ragazza e corse da lei, narra la leggenda, a Palombara.Era il 1861 ed i due si confessarono il loro sentimentoimmutato che l’artista conservò con tristezza dopo lamorte prematura di “Palombella”.

La Palombella

Nel cuore della Valle del Turano ancora un esempiodi roccaforte dall’indubbio fascino: il Castello diRocca Sinibalda, simbolo della vita e delle storia del-l’omonimo paesino reatino, voluto dal cardinaleAlessandro Cesarini nel XVI secolo e progettato dalgrande architetto militare Baldassarre Peruzzi nel1530. Richiami stilistici medievali vivono nellagrandiosità della struttura composta da maschio, resi-denze, cortili, torrioni e muraglie. Il possedimento,come altri del territorio circostante, passò nei secolidi proprietà in proprietà di nobili famiglie italiane:dai Cesarini ai Lante della Rovere, dagli Sforza-Cesarini ai Mattei.

Il Castello di Rocca Sinibalda

ROCCHE

Palombara Sabina (RM) - a circa 35Km da Roma, si raggiunge in auto o dallaVia Salaria (anche per chi proviene da Rieti)e poi la “Strada della Neve”; oppure Via Nomentanae poi Via Palombarese; o anche dalla Via Tiburtina prose-guendo per la Via Maremmana.Parco Naturale Monti Lucretili -In auto, per i diversi accessi ai settori del Parco: Via Salaria (anche per chi proviene da Rieti); SS 636 perMarcellina, Palombara Sabina e a San Polo dei Cavalieri;A24 Roma-L’Aquila, con uscita Vicovaro-Mandela, pro-seguire sulla Via Tiburtina e poi SS 314 Licinese.

CURIOSITÀ

COME ARRIVARE

In treno: linea ferroviaria Roma-Pescara-stazioni di Tivolie Vicovaro-Mandela.Riserve regionali Monti Cervia e Navegna -In auto: Autostrada A 24 Roma-L’Aquila-Teramo uscitaCarsoli-Oricola; oppure SS 5 Via Tiburtina fino aCarsoli. In treno: fermata FS a Rieti e proseguire conautolinee locali.

Riserva Naturale delMonte Cervia e del

Monte Navegna

Parco RegionaleMonti Lucretili

CinetoRomano

Petrella Salto

Borgorose

Antrodoco

MO

NT

IS

AB

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MO

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Castel S. Angelo

Scandriglia

NazzanoRomano

Fara inSabina

FIANO ROMANO

Montelibretti

Fiume Tevere

San Giovanni in Argentella

Arsoli

VICOVARO-MANDELA

SS 4

SS 5

SS 31

4

SS 636

TORANO

Lago delSalto

Lago delTurano

Belmonte in Sabina

Concerviano

RIETI

Riserva NaturaleMontagne della

Duchessa

CARSOLI-ORICOLALicenza

TAGLIACOZZO

PalombaraSabina

I Monti lucretili e il salto cicolano

ITINERARIO 7

A 24

A 24

A 25MONTE GENNARO

SS 4

SS 578

Fium

eTurano

Fiume

Salto

RoccaSinibalda

2487Monte Velino

LE AQUILE ED UNA FAGGETA STUPENDA AD UN’ORA

DALLA CAPITALE? I Monti Lucretili sono senz’altrouna delle sorprese nei pressi di Roma. Nelle giorna-te terse il profilo arrotondato di questi monti si scor-ge già dal belvedere del Gianicolo, una quinta cheimpreziosisce i tetti della città eterna. Autenticofronte avanzato dell’Appennino, questi monticostituiscono un’appendice meridionale dellaSabina. Vette quasi mai aspre, calcaree, con ampipianori carsici, freschi boschi e laghetti fanno dascenario naturale ad un ambiente quasi solitario.L’area è arricchita dalla presenza della riserva natu-rale di Monte Navegna e Monte Cervia, istituitaper tutelare - in due distinti nuclei - una parteimportante della dorsale calcarea posta tra i Laghidel Turano e del Salto.

La faggeta colpisce per la sua silenziosità. Avolte sembra quasi di trovarsi in un mondo spo-polato dove vivono soltanto gli enormi tronchiscavati dal tempo. La flora è ricchissima evariopinta, con l’endemica Iris sabina e l’affa-scinante Giglio martagone.

IL PARCO DEI MONTILUCRETILI E

IL SALTO CICOLANO

42

FLORA

Il Parco in cifre

I Parchi

Sopra: il Lago della Duchessa.

ITINERARIO

77

Sopra: il giglio martagone in fiore.

Parco Regionale Monti LucretiliGestore: Comuni di Monteflavio, Montorio Romano,

Moricone, Palombara Sabina,Marcellina, S. Polo dei Cavalieri, Vicovaro, Roccagiovine, Licenza,Percile, Scandriglia, Orvinio, Poggio Moiano, la IX e X

Comunità Montana. Superficie: 18.204 ettari - Istituzione: 1989

Riserva naturale Monte Navegna e Monte CerviaGestore: Ente Reg. Riserva Monte Navegna

e Monte Cervia Superficie: 2.915 ettari - Istituzione: 1988

Riserva naturale Montagne della DuchessaGestore: Comune di Borgorose

Superficie: 3.543 ettari - Istituzione: 1990

Simbolo della natura dei Lucretili è l’aquilareale, che vi nidifica. Di grande interesse èanche la presenza dei falchi lanario, pecchiaio-lo e sparviere. E non mancano i mammiferi:gatto selvatico e lupo affiancano martora edistrice, riccio e tasso, ghiro e volpe a parlarci diun ambiente che con le contaminazioni hadavvero poco da spartire.

Il farro per la sua rusticità, resistenza ed adattamentoè uno dei cereali più antichi, la cui terra di originesembra essere la Palestina e la cui coltivazione si farisalire ad almeno 7000 anni a.C. Diffuso tra gli anti-chi egizi, citato nelle opere di Omero, ha rappresen-tato nella nostra cultura un bene prezioso per iRomani che ne fecero addirittura “moneta di scam-bio”. Prodotto tradizionale del Lazio, riconosciuto dalMinistero delle Politiche Agricole e Forestali, il farro

dei Monti Lucretili -nelle specie difarro grande- è alla base di molte

ricette tipiche della zona, comele tortine al farro, con sca-gliette di mandorle e pinoli; leimmancabili varietà di pasta,

tra cui tagliatelle e stortini,oltre a salutari zuppe e minestre.

Il Farro dei Monti Lucretili

FAUNA

PRODOTTI TIPICI

43

Sopra: l’istrice.

I M o n t i lu c r e t i l i e i l s a lt o c i c o l a n o

Le abbazie e i monasteri

L’ABBAZIA DI SANGIOVANNI IN ARGENTELLA

Palombara Sabina

tre navate, con tre absidi semicircolari, con copertu-ra a capriate scoperte e con il coro diviso dal restodella chiesa da un archivolto. Il campanile, cheancora oggi svetta tra il verde, è diviso in quattroordini con monofore, bifore e trifore in stile romani-

co. Di stile romanico anche il Conventoannesso, dove oggi vive una comunitàlaica. L’Abbazia ha da sempre rappresentato unpunto di riferimento non solo dell’impegnospirituale ma anche della vita politica edamministrativa delle zone circostanti.

È UNA DELLE PIÙ IMPORTANTI ABBAZIE DEL LAZIO, di impo-nente stile romanico, centro di spiritualità dei benedetti-ni, riconosciuta Monumento Nazionale dal 1895.Anche se le notizie sulla sua origine sono imprecise, lachiesa fu fondata probabilmente prima del IX secolo suiresti di un oratorio paleocristiano (IV sec.); in seguito, inepoca longobarda (VIII sec.) un nuovo complessoinglobò la costruzione originaria (cripta, altare maggioree ciborio) e fu solo in epoca romanica che venne com-pletata la sua costruzione.L’antica Chiesa dell’Argentella fu così chiamata forseper i riflessi argentei delle acque sorgive che ancoraoggi scorrono nella cripta, riconducibili alle faldeacquifere del fondovalle.La presenza all’esterno, sopra l’ingresso della chiesa,dell’insegna della croce greca (con quattro dischi tra iquattro bracci), simbolo dei monaci basiliani, fa sup-porre che la fondazione avvenne ad opera dei monacibasiliani di rito orientale provenienti dalla Grecia.Divenne dei Benedettini sin dal XI secolo e poi, nel1284, Papa Onorio IV Savelli la donò ai Guglielmiti, iseguaci di Guglielmo Malavalle il cui ordine fu ricono-sciuto ufficialmente da Innocenzo IV nel 1248. Tra ilXIII ed il XIV secolo l’ordine aveva dato vita a più disessanta monasteri tra l’Italia, la Francia e la Germania,tutti osservanti la regola di San Benedetto.Decaduto l’ordine nel 1445, l’abbazia visse prima le diver-se gestioni degli abati commendatari con i fratiSilvestrini, per finire poi in un grave stato di abbandono.Grazie a pazienti e sapienti opere di restaurooggi possiamo ammirarne la possente strut-tura in pietra che all’esterno presenta sui latilongitudinali strisce bianche regolari di pie-tra calcarea. La Chiesa, ricca di graffitibizantini, conserva un antichissimo affrescoraffigurante San Bernardo da Chiaravalle. A

L’antica Chiesa dell’Argentella.

44

ITINERARIO

77

INFORMAZIONI UTILI

I M o n t i lu c r e t i l i e i l s a lt o c i c o l a n o

A Cineto Romano, lungo un’antica mulattierache conduce a Riofreddo, si conserva una diquelle opere umane, risalente forse all’epocaromana, che rimane ancora un mistero: unpozzo artificiale scavato nella roccia viva,profondo oltre 500 metri, con alla base circa 6metri di acqua, e con meno 3 metri di diametro.Per gli studiosi è incerta la sua vera funzione,anche se un riferimento del naturalista Plinio ilVecchio, che consigliava la costruzione di pozziprofondi per prevenire terremoti, potrebbe sug-gerire un’interessante spiegazione.

Il Pozzo di Cineto Romano

CURIOSITÀIn fondo alla navata laterale destra della Chiesadell’Argentella, a chiusura della cappella dedica-ta alla Madonna, troviamo una Pergola che sor-regge le due icone raffiguranti la Vergine con ilBambino ed il Cristo Pantocreatore.I due lastroni in marmo, che fungono da base,sono opera di Centurius - marmoraio - che nel1170 decorò lo zoccolo con disegni cosmateschia mosaico di porfido marmo bianco e policromo,senza l’inserimento di tessere auree, secondo unostile all’insegna della semplicità e la cui bellezzaricorda l’ambone cosmatesco della vicinaAbbazia di Farfa. Dall’architrave pendono lelampade, secondo il modello della pergola dellachiesa paleocristiana.

La Pergola

CASTELLO SAVELLI

00018 Palombara Sabina (RM)visite guidate sabato e domenicah 10.00-12.00 / 15.00-17.00 (orario invernale)h 10.00-12.00 / 16.00-19.00 (orario estivo) Associazione “Amici del Castello”Tel. +39077466779

CASTELLO ROCCA SINIBALDA

02026 Rocca Sinibalda (RI) Via del Castello, 15h 10.00-12.00 / 15.00-16.00 (orario invernale)h 10.00-12.00 / 16.00-17.00 (orario estivo)Apertura da febbraio a dicembre solo sabato e domenica

ABBAZIA SAN GIOVANNI IN ARGENTELLA

00018 Palombara Sabina (RM) Via Palombarese, KM. 34.200 Tel. +39077466093

Parco Regionale dei Monti LucretiliPiazza Vittorio Veneto

00018 Palombara Sabina (RM)Tel. +390774637027www.montilucretili.it

Riserva Naturale Monte Navegna e Monte Cervia

Via Roma, 3502020 Varco Sabino (RI)

Tel. +390765790139

Riserva Naturale Montagne della Duchessa

02021 Corvaro di Borgorose (RI)Tel. +390746306493www.parchilazio.it

www.parks.it

AZIENDA DI PROMOZIONETURISTICA DELLA

PROVINCIA DI RIETIVia Cintia, 87 - 02100 Rieti

Tel. +390746201146 - Fax +390746270446www.apt.rieti.it

AZIENDA DI PROMOZIONETURISTICA DELLA

PROVINCIA DI ROMAVia XX Settembre, 26 - 00187 RomaTel. +3906421381 - Fax +390642138211

www.oltreroma.it

Le due icone raffiguranti laVergine con ilBambino ed il CristoPantocreatore.

45

ARTE

di Palestrina e rientrano nel possesso dei loro territori,compreso il feudo di Castel San Pietro Romano, ripren-dendo così la loro opera di ricostruzione che non cesserànei secoli. Infatti nel 1438, quando il cardinale Vitelleschi ordinala loro cacciata, una serie di guerre distruggerà i posse-dimenti, compresa la rocca. Solo con la pace tra Lorenzo Colonna e Papa Niccolò V(1448) i poderi furono restituiti ai Colonna, che li man-terranno fino alla fine del XVII secolo. La rocca venneriedificata nel 1482, come celebra l’iscrizione posta sullatorretta del ponte esterno: MAGNIFICUS DOMINUSSTEPHANUS COLUMNA RAEDIFICAVIT CIVITATEMCUM MONTE ET ARCE MCDLXXXII.Raramente fu utilizzata dai Principi come loro residenza,almeno durante il periodo dei conflitti, e questo hacaratterizzato sempre più la destinazione della strutturaad esclusivi usi difensivi. A pianta quadrata, con torrio-ni quadrati agli angoli, per la razionalità dei luoghi e laloro sicurezza la rocca divenne l’asilo di personaggiimportanti in cerca di protezione o anche una sicura pri-gione i cui angusti locali erano ospitati dal bastione acilindro al centro della struttura. Vi furono imprigionatipersonaggi illustri come San Bernardo, Vescovo deiMarsi; Jacopone da Todi; Corradino di Svevia;

IL CASTELLO COLONNACastel San Pietro Romano

46

Castel San Pietro Romano, Castello Colonna: torrione

STORICAMENTE LEGATI ALLE VICENDE POLITICHE della vici-na Palestrina, il paese di Castel San Pietro Romano ed ilsuo castello conservano da sempre un’atmosfera suggesti-va dalle origini antiche. Infatti i primi insediamenti delpaesino, nato sul Monte Ginestro, risalgono a prima dellafondazione dell’Arx Praeneste, l’antica rocca della cittàlatina, continuo oggetto di assedi ed invasioni.Le origini della fortezza vera e propria risalgono al X seco-lo. Nel 970 infatti Papa Giovanni XIII chiese il feudo diPalestrina alla senatrice Stefania - sua sorella - la quale, aprotezione della città e del suo abitato, fece erigere nel980 la fortificazione già nota come Rocca Preneste. Fu con Pietro Colonna, discendente di Giovanni nipotedella senatrice, che la nobile famiglia romana entrò inpossesso dei feudi della provincia romana, da Palestrina aZagarolo. Ma a seguito dell’accusa di simonìa, mossa daiColonna contro Papa Bonifacio VIII per la sua presuntaillegittima elezione, il papato rivendicò il feudo diPalestrina con una serie di guerre che videro i nobiliromani spogliati di tutti i loro possedimenti. Nel 1306, con Clemente V, i Colonna ritornano signori

I Castelli e le rocche

PIETRE, BOSCHI,GIOCHI DI LUCE

E PROFUMI INTENSI

Lungo il corso millenario del fiumeAniene, valli e monti si alternano

tra roccia e verde, fortilizi e chiese,dando luogo a contrasti ed immagini

di forte impatto evocativo. La storia di questi luoghi affascinanti

è antichissima e risale a più di mille anni prima di Cristo, quando le vallate eranoancora paludose e le tribù primitive

abitavano sulle cime fortificate...

I MONTI SIMBRUINI

ITINERARIO

88

Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio.La tipica architettura castellana vive ancoraintatta grazie a un’importante opera direstauro: all’interno troviamo il pozzoper la raccolta dell’acqua piovana, inmancanza di una sorgente di acquaviva nella zona; all’esterno il fossatoperimetrale a scopo difensivo ed unpiccolo ponte con il portale ad arcoper collegarsi al borgo.Tramontata la sua funzione di fortifi-cazione, la rocca subì nel tempo unforte degrado e nel 1630 passò nellaproprietà della famiglia Barberini.

47

Nel 1298, quando Palestrina fu rasa al suolo daBonifacio VIII, Fra’ Jacopone da Todi venne rinchiusonella prigione della Rocca Colonna per volere dellostesso Papa contro il quale si era schierato nella lottacontro i movimenti conventuali. Lì Jacopone da Todi, ilnobile signore della famiglia De’ Benedetti - chedopo la morte accidentale dell’amata moglie,la contessina Vanna dei Conti di Coldimezzo(1268), scelse un cammino di peniten-za divenendo prima eremita e poi fratefrancescano - trascorse cinque anni didura prigionia. L’isolamento e la soffe-renza ispirarono alcune delle sue operepiù belle, tra cui 102 Laudi ed il celebreStabat Mater.

La Prigionia di Jacopone da Todi

Castel San Pietro Romano e Capranica Prenestina (RM) - DaRoma: Via Casilina o Via Prenestina fino a Palestrina e proseguireper Capranica o Guadagnolo. A1 RM-NA: uscita S.Cesareo;SS155 fino a Palestrina e poi per Guadagnolo. A24RM-AQ: usci-ta Tivoli, direzione Ciciliano-San Vito Romano. Arsoli (RM) - A24 RM-AQ-Teramo - uscita Roma Est- Bagni diTivoli, proseguire lungo la Via Tiburtina fino ad Arsoli.Subiaco (RM) - A24 RM-AQ uscita Mandela-Vicovaro; ViaTiburtina per 6 Km fino all'imbocco della SS 411; ancora 17 Kmfino a Subiaco, da cui parte la strada dei monasteri. Parco Naturale Regionale Monti Simbruini - Il Parco è facil-mente raggiungibile in auto da tre versanti.Lato Ovest: A24 RM-AQ, uscita Mandela-Vicovaro oppureCarsoli, e poi Via Tiburtina.

PERSONAGGI

COME ARRIVARE

I Monti simbruini

Questa antica residenza, risalente alla fine del X seco-lo, divenne della omonima famiglia nel 1574, annoin cui fu acquistata dal nobile Fabrizio Massimo. Il castello, che nei secoli subì diversi rifacimenti, è adoggi ben conservato e custodisce testimonianze di unpassato affascinante: arredamenti d’epoca, antichearmi, documenti e strumenti musicali. Gli evocativi saloni sono arricchiti dai pregevoliaffreschi alle volte ed alle pareti, opera deifratelli Federico e Taddeo Zuccari (1557) e diMarco Benefial (1749), originale esponentedell’Accademia Romana. Il Castello, che ha anche una Villa annessa, gode diun imponente giardino all’italiana in cui troneggia lastatua della dea Roma.

Il Castello Massimo di Arsoli

ROCCHE

A sinistra: Papa Bonifacio VIII.

Castel San PietroRomano, CastelloColonna: feritoia della fortezza

Subiaco

Cervara

Ciciliano

Roviano

Arsoli

Guadagnolo

S.Vito Romano Jenne Filettino

Trevi nel Lazio

Vico nel Lazio

Fiuggi

Anagni

Vallepietra

Palestrina

CapranicaPrenestinaCastel San

Pietro RomanoAltipiani diArcinazzo

1590 1853

1489

1402

ANAGNI-FIUGGI

PARCO REGIONALEMONTI SIMBRUINI

COLLEFERRO

VALMONTONE

CASTELMADAMA

VICOVAROMANDELA

Monte Calvo Monte Autore

Vedute di Faito

Monte Livata

Fiume Aniene

Fiume

Aniene

Lato Sud: dalla Via Tiburtina Valeria, all’altezza di Roviano,immettersi sulla Statale Sublacense per Subiaco. Indicazioni siaper Cervara di Roma (circa 12 Km), Monte Livata (12 Km),Jenne e Vallepietra (25 Km). Lato Est, Trevi nel Lazio e Filettino: dagli Altipiani di Arcinazzostrada provinciale, superare il Ponte delle Tartare e risalire perl’altra estremità del Parco (circa 20 Km).Dal versante abruzzese: A24 RM-AQ-Teramo, uscita perTagliacozzo. Attraversare la Tiburtina Valeria e salire versoCappadocia; proseguire lungo una strada di montagna fino al con-fine con il territorio di Camerata Nuova.

MONUMENTO NATURALEVALLE DELLE CANNUCCETE

Gennazzano

MONUMENTO NATURALELA SELVA

ITINERARIO 8

Camerata Nuova

SS 155

SS 411

SS 6

SS 411

Santuario dellaMentorella

M

ON

T IT I B

U R T I N I

M O N T I P R E N E S T I N I

M O N T I S I M B R U I N I

MO N T I E R N I C I

Genziane e campanule e gigli selvatici caratte-rizzano l’ambiente naturale. Nel parco sono state censite ben 1246 specievegetali, di cui 79 sono considerate a rischio eparticolarmente tutelate. La primavera qui èun’esplosione di colori.

IL PARCO REGIONALEDEI MONTI SIMBRUINI

48

FLORA

Il Parco in cifre

Parco Naturale Regionale Monti SimbruiniGestore: Ente Strumentale Reg. di Diritto Pubblico

Superficie: 29.990 ettari - Istituzione: 1983

Monumento naturale La SelvaGestore: Monumento naturale La Selva Superficie: 25 ettari - Istituzione: 2000

Monumento naturale Valle delle CannucceteGestore: Comune di Castel S. Pietro Superficie: 20 ettari - Istituzione: 1995

I Parchi

Sopra: il Parco regionale dei Monti Simbruini.

ITINERARIO

88

IL PIÙ GRANDE PARCO REGIONALE DEL LAZIO, quellodei Simbruini, ci attende con tutto il suo mistero edil suo fascino di area naturale integra e selvaggia. Alconfine con l’Abruzzo, l’area protetta ha vette dioltre duemila metri con creste rocciose e pianorispettacolari. Qui, tra enormi foreste di faggio, lavita prospera ed attende solo di essere scoperta inogni stagione: un’autentica atmosfera di montagnaad un’ora di viaggio dalla capitale.E’ il regno delle acque che imbevono i terreni car-sici e rispuntano dovunque sotto forma di ruscelli ecascate, alimentando alcune delle più importantifonti idriche della regione.La ricchezza di biodiversità è grande. I boschi sistendono per due terzi dell’estensione del parco. Percomplessità, varietà ed età ci sono boschi che dasoli meritano una visita, come Tagliata, Vallone oCampo dell’Osso.

Foglie di faggio.

Il mito di ogni escursionista: avvistare un’aqui-la! Simbolo di forza e di natura selvaggia.Grazie alla tutela accordata ed alla sua presen-za nei parchi, questa specie è in lenta ripresa,facendo ben sperare per le nostre osservazioni.

Nel cuore del Parco dei Monti Simbruini, a Cervara,paese ai piedi del Monte San Bartolomeo, un prodot-to tipico locale davvero pregiato che rappresenta ilvanto della zona: il Tartufo nero di Cervara, appun-to, con il quale si preparano le ottime fettuccine altartufo e l’ appetitosa bruschetta.Diverse le stagioni per la sua degustazione: dallavarietà più pregiata (Tuber Melanosporum Vitt) dellungo periodo invernale a quella più diffusa, ma nonmeno gustosa, del Tartufo Nero Ordinario (TuberMasentericum Vitt) del periodo autunnale.

IL TARTUFO NERO DI CERVARA

FAUNA

PRODOTTI TIPICI

49

Sopra: l’aquila reale.

I M O N T I S I M B R U I N I

Le abbazie e i monasteri

IL MONASTERO DISAN BENEDETTO E L’ABBAZIA

DI SANTA SCOLASTICASubiaco

Scolastica (intitolata alla sorella gemella di SanBenedetto a partire solo dal XV secolo), importantecentro culturale e spirituale, come testimonia la pre-senza di un’antichissima e ricca Biblioteca el’Archivio che conserva copie di antichi codici. L’Abbazia riesce a rapire i visitatori per la sua varietàstilistica subito evidente nella facciata trecentesca, nelmeraviglioso portale, nel campanile romanico consi-derato il più antico dell’Italia centrale. La struttura gravita attorno ai tre Chiostri, realizzati inepoche diverse: il primo che si incontra è del 1580 econserva due colonne recuperate dall’antica ed impo-nente villa che l’imperatore Nerone fece erigere neipressi di Subiaco. Archetti a sesto acuto caratterizzano il cortile, del 1052,che serve l’accesso alla Chiesa, mentre le eleganti archi-

tetture di stile cosmatesco rendono l’ultimochiostro, del XII-XIII secolo, il più prezioso

e davvero rappresentativo della vita delmonastero. La Chiesa, sorta nel 981, furistrutturata secondo gli stilemi gotico-cistercensi nel XIII secolo ed in seguito

rinnovata all’interno in stile neoclassico.

Subiaco: Monastero del Sacro Speco.

50

ITINERARIO

88

NEL CUORE DELLA VALLE DELL’ANIENE, su un colle isola-to, Subiaco sembra vigilare sui suoi tesori archeologici earchitettonici, quasi a rievocare quotidianamente l’in-tensa storia e la misticità di questi luoghi dove, nel Vsecolo, San Benedetto scelse di trascorrere un periodo dimeditazione e preghiera.Furono tre anni di ritiro monastico nell’eremo roccioso,noto in seguito come la Grotta del Sacro Speco, fulcroideale dell’intero Monastero di San Benedetto, doveinfatti è conservata la statua del Santo illuminata da tre-dici lampade ad olio.Il complesso monastico, la cui costruzione ebbe inizionel XIII secolo, è imponente e asseconda le asperità dellaparete rocciosa del Monte Talèo che lo accoglie e che,come l’intera struttura, è a strapiombo sulla valle.I luoghi più antichi, alcuni scavati nella roccia, rappre-sentano ancora oggi la vita quotidiana del Santo e lasua esperienza spirituale: il Bosco Sacro, dal quale siaccede al monastero; la Grotta del Sacro Speco, dovetrascorse gli anni dell’isolamento; la Grotta deiPastori, dove si riuniva con i pastori locali per le suepredicazioni; la Scala Santa, che agevolava il suo cam-mino verso la Grotta. Erano gli anni in cui venivanocodificate le norme che avrebbero regolato nei secoli lavita dell’ordine benedettino ed in cui San Benedettopromosse la costruzione di altri dodici monasteri nellaValle dell’Aniene, l’unico dei quali rimasto è la vicinaAbbazia di Santa Scolastica.In seguito, attorno al Sacro Speco, furono edi-ficate la Cappella di San GregorioMagno (o degli Angeli); la ChiesaSuperiore, a pianta rettangolare, equella Inferiore, formata da cappellesu diversi livelli (XIV secolo). Poco lontano l’Abbazia di Santa

INFORMAZIONI UTILI

Sul Monte Guadagnolo, la vetta più alta dei MontiPrenestini, a mt. 1218 scopriamo un luogo dove arte,fede e natura vivono un silenzio irreale, pervaso dallafragranza di un’arcaica “menta odorosa”. È il Santuario della Mentorella - il più antico d’Italia- che ebbe origine grazie a Costantino, il primo impe-ratore cristiano, 1800 anni fa. La tradizione cristianavuole infatti che Sant’ Eustachio ebbe nella zona unavisione miracolosa di Cristo, durante l’impero diAdriano (117-138 d.C.), e che in seguito Costantinovolle fondare il tempio poi consacrato da PapaSilvestro.La forte religiosità e l’armonia di questo luogo sonoespresse dalla dolcezza del suo simbolo, consideratomiracoloso: la Statua della Madonna dellaMentorella, una preziosa scultura in legno della bot-tega laziale del XIII secolo con inserti di pietre eperle. È conservata sull’altare maggiore della Chiesa,fondata nel IV secolo, con la semplice facciata acapanna e la struttura di stile medioevale.

Il SANTUARIO DELLA MENTORELLA

CURIOSITÀ

Oltre al tesoro del messaggio spirituale di cui è portato-re, il Monastero di San Benedetto conserva ricchezzeartistiche davvero uniche.I suoi interni, con i meravigliosi affreschi, offrono unavirtuale ricostruzione degli esempi della scuola pittori-ca dell’Italia centrale, dal Trecento in poi.Nella Chiesa Inferiore dipinti trecenteschi senesi;nella Cappella degli Angeli affreschi del XIII secolo e ilcelebre ritratto di San Francesco (1223), opera di unmonaco sublacense; nella Chiesa Superiore la Storiadella vita di Gesù dipinta da artisti senesi del XIV seco-lo (parte anteriore) e affreschi della scuola umbro-mar-chigiana, della prima metà del XV secolo, che rappre-sentano gli episodi della vita di San Benedetto.Ancora nei Corridoi e nella Cappella della Madonnamirabili affreschi del XV secolo. Nell’antica Grotta dei Pastori, infine, ci attende unprezioso affresco tardo-bizantino del IX secolo di unaMadonna col Bambino.

Gli AFFRESCHI

CASTELLO COLONNA

Castel San Pietro Romano (RM)Informazioni turistiche c/o ComuneTel./fax +39069538481

MONASTERO DI SANBENEDETTO SACRO SPECO

Via dei Monasteri00028 Subiaco (RM) Tel. +39077485039Visite: h 9.00-12.30 / 15.00-18.00

MONASTERO DI SANTA SCOLASTICA

Via dei Monasteri, 2200028 Subiaco (RM) Tel. [email protected]: h 9.00-12.30 / 16.00-18.30(invernale)h 9.00-12.30 / 16.00-19.00 (estivo)Biblioteca Monastero Santa ScolasticaTel. +39077485424 - Fax [email protected] h 8.30-18.30 esclusi festivih 8.30-13.30 sabato

Parco Regionale dei Monti SimbruiniVia Roma, 20 - Jenne (RM)

Tel. +390774827219

Monumento Naturale La SelvaComune - Piazza Santa Maria, 4

00030 Genazzano (RM)Tel. +39069579010

Monumento Naturale Valle delle Cannuccette

Comune- Via Vittorio Veneto00030 Castel San Pietro (RM)

Tel. +39069538481www.parchilazio.it

www.parks.it

AZIENDA DI PROMOZIONETURISTICA DELLA

PROVINCIA DI ROMAVia XX Settembre, 26 - 00187 Roma

Tel. +3906421381 - Fax +390642138211www.oltreroma.it

A sinistra:Subiaco, SacroSpeco: affreschi.

51

ARTE

I M O N T I S I M B R U I N I

il dominio ecclesiastico, utilizzato come avampostodell’Italia meridionale e prigione pontificia. Qui fuimprigionato l’eremita Pietro da Morrone, meglio notocome Celestino V, il papa che aveva rinunciato alpontificato, abdicando nel dicembre del 1294 comesegno di protesta contro un sistema ecclesiastico nelquale non si riconosceva. Per questo suo “gran rifiuto”Dante lo annovererà tra gli ignavi (Inferno, Canto V).Dopo numerose fughe venne catturato e, per volontàdel suo successore Papa Bonifacio VIII, imprigionatonella rocca, dove morirà nel 1296 dopi dieci mesi didura prigionia.Nel 1584 il Marchese Giovanni Longhi, discendentedi Bonifacio VIII, acquistò la proprietà e riqualificòl’antico maniero, all’epoca abbandonato, e ne fece unaresidenza nobiliare di grande gusto e pregio.

Oggi possiamo ammirare, oltre ai saloni perfetta-mente conservati, le strutture di servizio che

meglio ci raccontano le abitudini di untempo: il ponte levatoio, i fossati, il giardinopensile (il più alto d’Europa), le sale delcorpo di guardia, le celle della prigione con le

porte ferrate, i suggestivi camminamenti per leronde, i pozzi e le cisterne.

IL CASTELLO LONGHI DE PAOLISFumone

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Fumone: l’esterno del Castello Longhi De Paolis.

ANCORA OGGI DI PROPRIETÀ DELLA FAMIGLIA DEI

MARCHESI LONGHI DE PAOLIS, la roccaforte è un mirabileesempio di residenza nobiliare dalla forte improntamedioevale e militare. La sua posizione in cima al MonteFumone (mt. 783), dal quale si gode peraltro un bellissi-mo panorama dalla Valle del Liri ai Colli Albani, giàdenotava le sue diverse attitudini: strategica, politica eresidenziale. Infatti le origini della rocca di Fumone sonotanto antiche quanto indefinite, ma già da prima delmedioevo strettamente legate alla sua funzione di torre diavvistamento e di segnalazione. In epoca medioevalequesta sua posizione strategica si tradurrà in un vero eproprio sistema di comunicazione racchiuso tutto in unantico motto: “Si Fumo fumat, tota campanea tremet”. IlCastello fungeva infatti da centro di avvistamento eraccolta degli allarmi delle invasioni delle localitàvicine: una fumata dalla torre avvertiva Roma etutta la zona dei possibili attacchi in corso. Legato da sempre all’antica famiglia romanaLonghi, che nel 1210 fu investita del feudo diFumone da parte di Papa Innocenzo III, dall’XIsecolo e per circa 500 anni il Castello rimase sotto

I Castelli e le rocche

ATMOSFERA MISTICAERBE MIRACOLOSE

SAPORI DIMENTICATI

Culti millenari, fede e spiritualità; grandi presenze storiche e forti spinte culturali; tesori artistici e

tradizioni intatte; natura silenziosa e fenomeni curiosi. Concediamoci

del tempo in più per respirare profondamente l’essenza

di questi luoghi che ruotano attorno allaloro grande madre: la Ciociarìa.

la valle del lirie le mainarde

ITINERARIO

99

53

Nel centro storico di Isola del Liri il fiume si divide indue rami ed in prossimità della Grande Cascata si ergeil Castello Boncompagni-Viscogliosi. Citato in unapergamena del 1100, appartenne in origine alla Chiesa,poi ai Duchi della Rovere e, verso la fine del 1500, passòai Boncompagni. Con la torre medioevale, il cortile, ilparco con la sorgente, la rocca ebbe funzioni strategichee difensive non solo per il vicino borgo, ma per l’interapiana di Sora e della valle sottostante. La sua storia difasti, cospirazioni politiche, ricchezza è quella dei casatiche lo abitarono. Pregevoli i saloni finemente decorati,come la Sala delle Rondinelle, con gli affreschi del XVIIsecolo su Episodi del Vecchio Testamento e la Sala degliStucchi, con 18 bassorilievi degli inizi del 1600.

Il castello Boncompagni-Viscogliosi

La leggenda vuole che il dio greco Crono, detronizzatoda Giove, si rifugiò nel Lazio dando inizio all’ Etàdell’Oro. Divenne per i romani Saturno, il dio dellaseminagione, e fondò in Ciociarìa cinque città fortifica-te: Anagni, Ferentino, Alatri, Arpino ed Atina, tuttecostruite sulla linea mediana della costellazione deiGemelli. La scienza e l’archeologia ufficiali non hannomai fornito spiegazioni in proposito, ma alcuni studiosihanno dimostrato la quasi perfetta rispondenza tra lemappe stellari e la cartografia terrestre del Lazio meri-dionale, con la posizione delle città. L’ipotesi è che taliluoghi possano essere stati in passato punti di energiaanomala legati alle stelle e che ciò avrebbe consentito aiPelasgi o ai loro successori locali, gli Ernici, di spostaregli enormi massi: una possibile spiegazione, contro ognilegge di gravità, alle modalità di edificazione delle acro-poli. Basti pensare che ad Alatri la cinta muraria è for-mata da blocchi giganteschi e la porta più grande detta“della Civita” è alta mt.4,50, larga mt.2,68; l’unica pie-tra dell’architrave è larga mt.5,30 e alta mt.1,80, permt.1,65 di profondità che tradotto in volume vuol dire15 metri cubi e molte tonnellate di peso!

CARTE ARCHEOLOGICHE E ALLINEAMENTI STELLARI

ROCCHE

CURIOSITÀ

Fumone (FR)- A1 MI-NA - Da Roma: uscita Anagni/FiuggiTerme. SS6 Via Casilina fino a Ferentino e bivio per

Fumone; da Napoli uscita Frosinone, SS “MontiLepini” direzione Fiuggi, SS6 fino a Ferentino e

bivio per Fumone.Isola del Liri (FR) - A1 MI-NA, uscita

Frosinone, SS “Monti Lepini” verso Sora,dopo 30Km bivio per Isola del Liri.Veroli (FR) - A1 MI-NA uscitaFrosinone, SS “dei Monti Lepini” versoFiuggi, dopo 6km bivio per Veroli Collepardo (FR) - A1 MI-NA - DaRoma: uscita Anagni/Fiuggi Terme,SS155 per Fiuggi, proseguire per Viconel Lazio e Collepardo; da Napoli uscitaFrosinone, SS “Monti Lepini” verso

Fiuggi e dopo Alatri, bivio perCollepardo.

Cassino (FR) - A1 MI-NA uscita CassinoParco Nazionale d’Abruzzo, Lazio, Molise-

A1 uscita Frosinone, SS “Monti Lepini” versoFiuggi, dopo 6Km bivio per Veroli (SP Verolana

Seconda) e proseguire per Prato di Campoli; oppure A1uscita Cassino, Superstrada per Sora-Avezzano e ad Atina

bivii per S.Biagio Saracinisco oppure Picinisco. Riserva Regionale Lago di Canterno - A1 uscita Anagni/Fiuggi Terme.SS155 direzione Fiuggi.Riserva naturale Lago di Posta Fibreno - A1 - Da Roma: uscitaFrosinone, da Napoli uscita Cassino. Superstrada per Sora fino all'uscitadi Sora, SS per Atina-Cassino per circa 12Km fino ad incontrare sullasinistra il bivio per Posta Fibreno.

COME ARRIVARE

FiuggiVico

nel Lazio

Ferentino

FROSINONE

Fumone

Collepardo

Anagni Alatri

Veroli

Isola del Liri

Arpino

Posta Fibreno

Atina

Cassino

Sora

FROSINONE

CEPRANO

PONTECORVO

RISERVA REGIONALELAGO DI CANTERNO

RISERVA REGIONALELAGO DI POSTA FIBRENO

PARCO NAZIONALEABRUZZO-LAZIO

1131

1057

1061

1951

1925

2085

16572039

Monte Civitella

Monte San Giacomo

Monte La Rocca

Rocca Altiera

Monte CornoMonte Cavallo

Monna Pica

La Monna

Fiu

me

Lir

i

Fiume Sacco

ITINERARIO 9

SS 6

SS 6

SS 214

SS 627SS 509

SS 411

Certosa di Trisulti

M O N T I E R N I C IM ON T I DELLA

ME

TA

L E M AI N ARDE

La valle del liri e le mainarde

I parchi sono il regno di acque limpide e fluen-ti, non invase da rifiuti e manomissioni. Quivegetano la lente d’acqua ed il crescione che,insieme ad altre specie, offrono un sicuro rifu-gio a pesci ed anfibi.

IL PARCO NAZIONALED’ABRUZZO LAZIO E MOLISE

E LE RISERVE REGIONALIDEL LAGO DI CANTERNO

E DI POSTA FIBRENO

54

FLORA

Il Parco in cifre

Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e MoliseGestore: Ente Parco

Superficie: 43.900 ettari+60.000 ettari di protezione esterna Istituzione: 1923 (Ente Parco: 1951)Riserva naturale Lago di Canterno

Gestore: Azienda Speciale Consortile Superficie: 1.824 ettari - Istituzione: 1997Riserva naturale Lago di Posta Fibreno

Gestore: Comune di Posta Fibreno Superficie: 345 ettari - Istituzione: 1983

I Parchi

Sopra: il Lago di Canterno.

ITINERARIO

99

LE ACQUE CHE GUARDANO AI MONTI, evocandonel’origine, danno vita al Lago di Canterno. Iboschetti di pioppi e salici e la mitica “isola galleg-giante” di Posta Fibreno (già nota al primo natura-lista della storia occidentale, Plinio il Vecchio)guardano ai vicini monti d’Abruzzo.In scenari di grande bellezza naturale, tra campi ecoltivi, grazie alle loro acque pulite queste due riser-ve naturali ospitano una vita ricchissima.Poco distante il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazioe Molise, uno dei primi in Italia, che ha al suo atti-vo una delle sensazioni di maggiore wilderness inItalia. Tutta la grande fauna appenninica vi vive eprospera. Le tracce dell’orso sulla neve o lasciate nelbosco, le impronte del lupo o il suo possente richia-mo all’imbrunire, l’aquila nei cieli, i camosci chesaltano liberi e felici, sono tutti richiami alla vogliadi natura selvaggia che è in ognuno di noi.Il versante laziale scende dai crinali del monte LaRocca e porta all’ampia conca della valle diComino, come alle faggete di valle Carbonara.Tra boschi e foreste, cime e valli, fiumi e cascate,questa parte di Lazio è davvero un gioiello dellanatura da conoscere e visitare per assaporare giornodopo giorno l’eterno rincorrersi delle stagioni.

Sopra: vegetazione acquatica.

Tutti vorrebbero vedere un orso ma, a contifatti, la paura è tanta. Eppure il nostro orsobruno è un onnivoro tranquillo che raramentecolpisce le greggi al pascolo, tenendosi a distan-za prudente dall’uomo. Ma coloro che hanno lafortuna di vederlo in natura, non lo dimentica-no più. E’ davvero l’intima essenza della vitaselvaggia.

Grazie alle api che popolano il versante laziale delParco Nazionale d’Abruzzo, nella zona si raccoglie unottimo miele di diverse qualità: miele d’acacia dalgusto secco, miele di castagno dal sapore antico ericco, miele di timo e miele di eucalipto dalle pro-prietà terapeutiche, il classico “millefiori” fresco edelicato. Nel cuore della Ciociaria troviamo il più

grande stabilimento italiano per laproduzione di grappa: qui tecnolo-gia e tradizione convivono nella

distillazione di prodotti vinico-li, da sempre attività tipicadella zona, per mantenere vivii sapori della tradizionaleacquavite italiana e dellagrappa invecchiata in legno

di rovere.

FAUNA

PRODOTTI TIPICI

55

Sopra: l’orso bruno.

Il PAESE DELLE ERBE

BOTANICA

Da vent’anni Collepardo è al centro di un’intensa attivitàdi studio dell’enorme patrimonio botanico della zona deiMonti Ernici dove tra i 200 ed i 2100 mt. s.l.m.. vivono1200 specie botaniche classificate in 150 famiglie. IlGiardino Botanico della Flora Ernica custodisce ben 500specie spontanee della flora appenninica, tra cui la Salvia

Officinalis, tipica pianta dei monti e del bacino del fiumeLiri e già nota come panacea nel mondo roma-no per le sue proprietà terapeutiche. Lungo ilSentiero dei Fiori, per circa 4 km, tabelleillustrative ci raccontano di oltre 60 speciefloreali presenti. Per i più pigri in paesec’è l’antico Museo delle Erbe, dovesono esposte le piante essiccate e sitengono corsi di botanica e fitoterapia.

IL MIELE E LA GRAPPA

L A VA L L E D E L L I R I E L E M A I N A R D E

Le abbazie e i monasteri

L’ABBAZIA DI CASAMARIVeroli

tempo nell’orto del monastero venivano coltivate ben160 tipi diverse di piante officinali. Il 1761 sembral’anno della fondazione ufficiale e negli anni a seguirel’attività si intensificò: l’Epistolario De Jacobis, conser-vato nell’Archivio dell’abbazia, riporta che Fra’

Giacobbe Margione acquistava a Roma soloalcune piante particolari e quando nel

1822 ottenne la patente di speziale la far-macia fu aperta al pubblico.Divenne centro di studi e preparazione

anche per farmacisti laici sotto la direzione diDon Giacomo Verrelli che inventò i preparati

che dettero la fama alla farmacia di Casamari, tra cui l’e-lixir setterbe, l’antica tintura imperiale della odierna liquo-reria. Da visitare anche la ricca Pinacoteca ed il Museo.

Veroli, Abbazia di Casamari: interno.

56

ITINERARIO

99

DA PIÙ DI 1500 ANNI LA CIOCIARÌA, con le sue numero-se e storiche abbazie, raccoglie l’ espressione della spiri-tualità e della fede cristiana. I monasteri infatti, sortisoprattutto grazie all’opera di San Benedetto (480- 547),sono da sempre centri di studio, ispirazione e preghiera,dove ancora si vive nel rispetto della Regola che lo stes-so Santo volle stabilire. La struttura di questi complessiabbaziali rispecchia da sempre lo stile ed i ritmi della vitaquotidiana e spirituale ispirate alla regola benedettina, inun micro-sistema sociale organizzato per vivere in asso-luta autonomia. Incontriamo nei pressi di Veroli l’Abbazia di Casamari,sorta in origine (1035) sui resti dell’antica città romanadi “Cereatae Marianae” grazie all’opera di quattro sacer-doti che lì fondarono una comunità monastica di regolabenedettina.Nei secoli fu un vivido centro culturale, grazie all’operadei Cistercensi ai quali fu assegnata nel 1151: in queglianni l’abbazia fu ricostruita secondo lo stile gotico-cistercense, ancora oggi perfettamente conservato.Austeri portali ed ampi archi scandiscono lo spazio delcomplesso monastico: il chiostro, il refettorio, le abitazio-ni dei monaci, la farmacia e la magnifica Sala Capitolare,severa e lineare con le sue tre navate e la volta a costolo-ni, vero tesoro architettonico che conferma la fama dicapolavoro gotico-cistercense dell’Abbazia di Casamari. Ed anche la Chiesa - edificata nel 1203 e consacrata nel1217- è imponente nella facciata, con il ricco portalemediano, ed essenziale all’interno, con la suaicnografia a croce egizia a tre navate (uninflusso borgognone e cistercense) e levolte a crociera sostenute da pilastri afascio e colonnine pensili, tipici elementiarchitettonici dello stile gotico. Ma l’Abbazia di Casamari è famosa soprattuttoper l’attività galenica dei suoi monaci e per la sua anticafarmacia: è del 1711 la prima notizia ufficiale dell’esi-stenza di una vera e propria farmacia, anche se già da

INFORMAZIONI UTILI

San Benedetto da Norcia la fondò nel 529, ma venne deva-stata dai Longobardi (580) e dai Saraceni (883) e distruttatotalmente durante la seconda guerra mondiale (1944). Furicostruita ogni volta, conservando e custodendo la culturalatina e cristiana. Qui il promotore del monachesimo occiden-tale stabilì i principi della Regola (540) - la liturgia, la letturadei testi sacri, il lavoro manuale - e qui fu sepolto (547) con lasorella Santa Scolastica: le reliquie, ritrovate nel 1950, sonoora conservate nella cripta del 1557. Dall’VIII secolo in poi fuun centro di cultura, soprattutto per l’opera di trascrizione delleopere antiche secondo le tecniche della scrittura beneventa-na e nella Biblioteca, monumento nazionale, sono conservateopere rare tra cui 40.000 pergamene, codici ed incunaboli (XVsec.). Famosa la Spezieria per l’opera dei monaci speziali e pig-mentari, per la produzione di medicamenti, acque distillate eliquori, oltre che per il curatissimo Hortus Sanitatis. Inattivadal ‘700, l’Abbazia è monumento nazionale.

L’ABBAZIA DI MONTECASSINO

STORIA

Anche se di origine benedettina (San Domenicodi Foligno-X sec.), furono i Padri Certosini -giunti dal Piemonte per volere di Papa InnocenzoIII (1204) - a ricostruire questo complesso di edi-fici secondo lo stile e la tradizione cistercense ecertosina. La Certosa di Trisulti, oltre ad essereuno degli esempi architettonici più antichi nelsuo genere, deve la sua fama all’ attività erboristi-ca dei monaci: qui San Bartolomeodispensava le cure e fervida era laproduzione dell’antica farmacia(metà del 1763). I locali sette-centeschi, opera del pittore napo-letano Filippo Balbi, conservanole collezioni di vasi antichi, mortaidi bronzo, scatole di legno.Ancora oggi permane la produ-zione di liquori tradizionali.

SAN DOMENICO DI TRISULTI E LA FARMACIA

ABBAZIA DI MONTECASSINO

03043 - Cassino (FR) - Tel. [email protected]: h 9.00-12.00 / 15.30-17.00Biblioteca: Tel. +390776311529 Fax [email protected], esclusi festivi : h 8.30-12.00

ABBAZIA DI TRISULTI

Via Trisulti, 8 - 03010 - Collepardo (FR)Tel./fax +39077547024 Visite: h 9.00-12.30 / 15.30 - un’ora primadel tramontoBiblioteca: Tel./fax [email protected], esclusi festivi: h 8.30-15.00 martedì e giovedì; 8.30-12.30 sabato

GIARDINO BOTANICO “FLORA ERNICA” e Museo delle Erbe

03010 - Collepardo (FR)Visite: da aprile a giugno, sabato, domenica e festivi h 15.30-19.30Visite guidate su prenotazione Tel. +39077547012 - +393474422642

CASTELLO LONGHI DE PAOLIS

Via Umberto I, 27 - 03010 Fumone (FR)Tel. +39077549023 Visite Museo: h 10.00-12.30 / 15-18.30

ABBAZIA DI CASAMARI

03020 - Veroli - Casamari (FR)Tel. +390775282371 - +390775281163Visite: h 9.00-12.00 / 16.00-18.00Biblioteca: Tel./fax [email protected], esclusi i festivi: h 8.30-17.30 /8.30-12.00 (sabato)

Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio, Molise

Viale Santa Lucia67032 Pescasseroli (AQ)

Tel. +390863910715www.pna.it

Riserva Regionale Lago di Canternoc/o Ass.to All’Ambiente Provincia di Frosinone

Via Brighinti - 03100 FRTel.+390775836823

Riserva Regionale Lago di Posta Fibreno

Piazza Cesare Battisti, 1403030 Posta Fibreno (FR)

Tel. +390776887184 www.parchilazio.it

www.parks.it

AZIENDA DI PROMOZIONETURISTICA DELLA PROVINCIA

DI FROSINONEVia Aldo Moro, 465 - 03100 FrosinoneTel. +39077583381 - Fax +390775833837

www.apt.frosinone.it

57

L A VA L L E D E L L I R I E L E M A I N A R D E

Antica farmacia:particolare degli affreschi.

CERTOSE

di Papa Alessandro VI Borgia, ne fece una vera e pro-pria fortezza: la “Cittadella” infatti prevedeva unacostruzione ed una casa fortificata (la Casa delCardinale), ancora oggi parte integrante della struttu-ra. All’esterno del castello ben cinque linee concen-triche di difesa, secondo il modello medioevale, a pro-tezione dell’abitato inglobato nel circuito murato acreare il vero e proprio borgo fortificato. Dunque, dalla fine del Duecento, a parte gli anni deiBorgia, il castello appartenne a lungo alla famigliaCaetani e, grazie ad un totale restauro dell’inizio del

secolo scorso -al tempo di Gelasio Caetani-è ancora oggi perfettamente conservato.Il complesso degli edifici, tipico esempio diarchitettura difensiva, si presenta a noimaestoso e possente, con il nucleo centra-le su cui si posa il sistema di mura fortifica-te e di baluardi.Belle le sale e gli ambienti: la Sala deiBaroni, la Casa delle Camere Pinte conaffreschi di un allievo della scuola delPinturicchio, la Grande Batteria, unlungo corridoio, le imponenti Scuderie ela Piazza d’Armi.

IL CASTELLO CAETANISermoneta

Sermoneta: veduta del Borgo e del Castello Caetani.

QUANDO SERMONETA DIVENNE FEUDO DELLA FAMIGLIA

ANNIBALDI (1222), la rocca di epoca anteriore (almenodell’ XI secolo) venne potenziata: di quella strutturaoriginaria sono ad oggi rimasti pressoché intatti solo ilMaschio e la controtorre. Ottimo punto di osservazio-ne dell’intera pianura pontina, la rocca ebbe da subitoun ruolo decisivo nel controllo delle vie di comunica-zione tra la costa ed i monti, tra Roma ed il Sud.In seguito, nel 1297, gli Annibaldi vendetteroalla nobile famiglia Caetani i feudi diSermoneta e Bassiano per 140 mila fiorinid’oro, e da quel momento iniziò un periodo fio-rente per l’intero territorio. In quegli anni larocca fu completamente ristrutturata e furonoedificati nuovi ambienti , tra cui la famosa Saladei Baroni lunga 22 metri. Agli inizi delCinquecento la città di Sermoneta fu presad’assedio per volere della inarrestabile famigliaBorgia che la conquistò assieme alla roccaforte.Fu allora che Antonio da Sangallo il Vecchio- grande architetto militare - su commissione

58

I Castelli e le rocche

DALLA NATURAUNO SPETTACOLOA CIELO APERTO

Concludiamo il nostro viaggio esplorando un territorio di confine.Qui, dove inizia il sud della penisolaed il mare delimita le piane laziali,

non solo confini geografici ma preziosimotivi di apertura culturale che hannosegnato da sempre il destino di queste

terre e delle loro popolazioni. La bellezza del paesaggio e gli elementi

che lo caratterizzano ci regalano un’esperienza emozionante.

i monti lepini, ausoni ed aurunci

ITINERARIO

1010

Castello Caetani: il ponte levatoio.

59

Fu uno degli ospiti illustri del Castello Caetani diSermoneta, dove visse verso la fine del ‘500 quandopapa Alessandro VI (Rodrigo Borgia), suo padre,espropriò la famiglia Caetani. Giovanissima e per ilsuo carattere mite, si trovò ad assecondare gli inte-ressi politici del padre e del fratello Cesare, andandoin sposa per ben tre volte ad uomini che non scelsemai. Nella sua breve (1480-1519) ma intensa esi-stenza l’affascinante Lucrezia, si narra, non fu maiveramente felice. Intellettualmente impegnata,espresse la sua forte personalità e la sua intelligenzaattraverso una sontuosa e fervente vita di corte:quando in terze nozze sposerà Alfonso I d’Este(1501), divenendo duchessa di Ferrara, si circon-derà dei più celebri personaggi del mondo culturaledel nostro Rinascimento.

LUCREZIA BORGIA

Passeggiando per le antiche vie di questo bel borgomedievale, ricco di richiami rinascimentali, ci ren-diamo conto della particolarità della sua pianta urba-nistica. La parte antica del paese, protetta da unacenta circolare (XII-XIII secolo), ha infatti una sin-golare struttura “a spirale” dove le case e la stradaprincipale, con selciato a cubetti, si sviluppano adelica fino alla Piazza della “Torre”. La presenza poidi questa imponente struttura architettonica a cilin-dro, rialzata e pavimentata con cubetti in pietra,rende l’atmosfera ancora più suggestiva e sospesa neltempo. In questo paese dei Monti Lepini nacqueAldo Manuzio il Vecchio, tipografo del ‘400, famosoper aver inventato il carattere a stampa “aldino”, uncorsivo ispirato alla grafia della cancelleria romana.Alla sua opera è stato dedicato un museo.

LA SPIRALE DI BASSIANO

CURIOSITÀ

Sermoneta (LT) - A1 MI-NA - Da Roma: uscitaValmontone-Sermoneta; da Napoli uscita Frosinone, SS 156Monti Lepini verso Sezze Scalo e svincolo per Sermoneta. DaRoma SS148 Pontina direzione Latina, uscita a Latina Scalo FS-Sermoneta. L’Abbazia di Valvisciolo dista 3.5Km dal paese diSermoneta. Bassiano (LT) - A1 MI-NA, uscita Frosinone, SS156 “MontiLepini” per Sezze Scalo- Latina fino alla Via Appia e svoltare adestra per Latina Scalo. Oppure da Roma SS148 Pontina direzioneBorgo Piave Latina e girare per Latina Scalo. Da lì seguire le indi-cazioni per Norma e per BassianoPriverno (LT) - A1 MI-NA svincolo per Frosinone, SS156“Monti Lepini” direzione Priverno. Da Roma: Via Appia direzioneLatina, al bivio con la SS156 girare per Sezze-Priverno. L’abbaziadista 6 km dal paese.

Itri (LT) - A1 MI-NA, uscita Ceprano e SS82 Valle del Liri,direzione sud per Itri, al bivio procedere per il Santuario dellaMadonna della Civita (circa 12km da Itri).Parco naturale Monti Aurunci - A1 uscita Cassino e in direzioneFormia si incontrano i Comuni di Esperia e Ausonia; uscitaPontecorvo in direzione Pico. In treno: dalla stazione di Formia servizio autobus per i Comunidel Parco. Parco suburbano Gianola e Monte di Scauri - A1 uscitaCassino, in direzione Formia. Da Roma SS7 Via Appia strade diaccesso per il Parco situate tra il 146° e il 148° Km.

COME ARRIVARE

Fondi

Fossanova

Priverno

Ceccano

Sezze

BassianoSermoneta

LATINA

Lago di Fondi

Lago di San Giovanni

Incarico

Lago di Fogliano

Lago di Caprolace

Lago dei Monaci

Abbazia di Valvisciolo

SantuarioMadonna

della Civita

Terracina

Gaeta

Itri

Formia

ScauriMinturno

Ausonia

Esperia

Pico

Campodimele

Lenola

Pontecorvo

CEPRANO

PONTECORVO

CASSINO

SAN VITTORE

PARCO REGIONALEMONTI AURUNCI

MONUMENTO NATURALEMOLA DELLA CORTE-

SETTECANNELLE-CAPODACQUA

PARCO REGIONALEMONTE ORLANDO

PARCO REGIONALEGIANOLA E

MONTE DI SCAURI

1256

1294

1321

1023

197

Monte Faggeto Monte Cavecce

Monte Forte

Monte Orso

Monte Cristo

Fiume Sacco

Fium

eA

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Fiume

Amaseno

Fium

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I Monti lepini, ausoni ed aurunci

ITINERARIO 10

SS 148SS 7

SS 213

SS 82

SS 628

SS 6

30

SS 156

SS 156

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M O N T I L E P I N I

M O N T I A U S O N I M O N T I A U R U N C I

PERSONAGGI

La macchia mediterranea è il simbolo dellanatura che resiste a tutto, al vento, all’ac-qua, agli incendi. Corbezzolo e lentisco,cisto e dafne sericea, erica e tutte le altrespecie ammantano di verde colli e monti inogni stagione.

IL PARCO REGIONALEDEI MONTI AURUNCI

60

FLORAIl Parco in cifre

Parco naturale Monti AurunciGestore: Ente Parco

Superficie: 19.374 ettari - Istituzione: 1997

Parco urbano Monte OrlandoGestore: Comune di Gaeta.

Superficie: 60 ettari - Istituzione: 1986

Parco suburbano Gianola e Monte di ScauriGestore: Consorzio tra i Comuni di Formia e Minturno.

Superficie: 290 ettari - Istituzione: 1987

I Parchi

Sopra: veduta panoramica dei Monti Aurunci.

Sopra: la Dafne Sericea.

ITINERARIO

1010

DALLE FALESIE MOZZAFIATO dei parchi regionali diGianola e Monte Orlando il falco pellegrinotende i suoi velocissimi agguati ai migratori che,spossati, vanno e vengono dall’Africa. Un complesso di monti calcarei a picco sul mare,infatti, cinge il lato meridionale del Lazio: sono imonti Ausoni ed Aurunci che, insieme aiLepini, precipitano in mare con le bellissime fale-sie di Sperlonga. Laddove un tempo vegetavanoimpenetrabili foreste, regno di briganti d’ognirisma, oggi prospera una bassa macchia a fillireaed alaterno, terebinto, ginestre ed erica arborea.Solo sui versanti più freschi permane una bosca-glia a leccio ed orniello, acero campestre e sughe-re, carpino e roverella.In questo panorama di Lazio che si fa Campania,spicca l’assolata, solitaria, selvaggia bellezza degliAurunci. Il parco regionale, infatti, è molto notoper la sua complessità botanica: circa duemila spe-cie di piante censite. Dalle leccete alla vegetazionedi rupe, in pochi chilometri si passa alle faggete edai manti di orchidee nei boschi e di sassifraghe suicrinali montani. Sulle rupi più tranquille cresconoautentiche rarità botaniche come la Sternbergialutea, la Euphorbia serrata ed il Bupleurum rolii.Il versante esposto al mare ospita boschi tipicamen-te mediterranei, come leccete e sugherete; a nord,invece, sono le faggete.

È il regno degli uccelli passeriformi: tordi e merlo,storni e pettirosso, occhiocotto e gazze, ghiandaie,oltre che civette e barbagianni.Il falco pellegrino è il più veloce rapace. In pic-chiata può sfiorare i 300 km all’ora. Non c’è dav-vero scampo. L’unico in pericolo è però proprio lui,per nidificare ha bisogno di falesie tranquille. Solonei parchi è al sicuro.Tra i mammiferi permango-no i ricci e le volpi, la donnola ed il moscardino.

Riconosciuto come “prodotto tradizionale” del Laziodal Ministero delle Politiche Agricole, il miele deltipo monoflora di eucalipto viene raccolto e lavoratonella pianura pontina dove ogni anno, in occasionedella fioritura estiva, accorrono migliaia di alveari,soprattutto dalle zone circostanti e dal nord. Questaparticolare qualità di miele è prodotta grazie alla pre-senza dell’Eucalypttus camaldulensis, un albero pianta-to in abbondanza nell’Agro Romano e nella zona diLatina dai monaci del secolo scorso per favorire labonifica dei terreni paludosi. Fortemente aromatico,poco dolce e dalle proprietà balsami-che può diventare l’ingrediente, peresempio, di una naturale bevan-da dissetante fatta con acqua,miele di eucalipto e succo dilimone.

IL MIELE DELLA PIANURA PONTINA

FAUNA

PRODOTTI TIPICI

Sopra: il falco pellegrino.

I M O N T I l e p i n i , A U S O N I E d A U R U N C I

61

Le abbazie e i monasteri

L’ABBAZIA DIVALVISCIOLO

Sermoneta

vero gioiello di architettura gotico cistercense: con lasemplice facciata, il portale ed il bellissimo rosonecon il diametro di 5 metri.La Chiesa, essenziale anche all’interno, ha tre navate

con archi ogivali ed archi gotici in quella centrale;il coro a pianta rettangolare sembra creare rac-

coglimento in questi spazi tanto distantiquanto pieni di storia. Unico elementodecorativo i dipinti e gli affreschi barocchi. L’edifico del Monastero presenta diversi

ambienti di pregio, come la Sala Capitolaredel XII secolo, il Refettorio e l’elegante

Chiostro a pianta quadrata con bifore a colonninedai ricercati capitelli.

Sermoneta: l’Abbazia di Valvisciolo.

62

ITINERARIO

1010

IN QUESTE TERRE DOVE IL POTERE E LA FEDE HANNO DA

SEMPRE DETTATO LE REGOLE DELLA STORIA, l’Abbazia diValvisciolo ha rappresentato un importante punto diriferimento per la vita monastica del tempo.L’incerta origine del nome di questa badia è il primosegno della sua articolata storia. Valvisciolo sembrapossa derivare da puri riferimenti naturalistici: vallislusciniae, valle dell’usignolo; o anche valle delle viscio-le, le ciliegie spontanee di questa zona, ai piedi delMonte Corvino. I primi monaci fondatori furono i greci basiliani di SanNilo, nell’VIII secolo, ed in seguito i Padri Cistercensila ricostruirono verso la prima metà del XIII secolo,prendendone definitivamente la guida. Si narra che sia stato anche un antico centro templarefino alla soppressione dell’ordine, ai primi del XIVsecolo. La conferma a questa teoria sembra possa esse-re la presenza, nel rosone della chiesa, di una piccolacroce dell’ordine dei Templari scolpita nella parte sini-stra dell’occhio centrale. Si tratta di una piccola croceche è stata ritrovata anche nei soffitti del chiostro ( alanord) durante i lavori di restauro del 1956-1957.Certamente la eventuale presenza a Valvisciolo deiCavalieri dell’ordine del Tempio, l’ordine monastico-militare istituito da Ugo di Payns agli inizi del XIIsecolo in difesa dei luoghi santi, sarebbe sì stato unevento eccezionale, ma comunque motivato dal notovincolo dei Cavalieri al monachesimo cistercense,come recita anche la formula finale del giura-mento templare.Gli stessi monaci dell’abbazia di CarpinetoRomano, che in origine portava il nome diValvisciolo, si sposteranno nel XIV secolonel nuovo monastero, trasferendone anche ladenominazione.Assieme all’Abbazia di Fossanova e a quella diCasamari, l’Abbazia di Valvisciolo rappresenta un

INFORMAZIONI UTILI

Questa maestosa abbazia, dichiarata monumentonazionale nel 1874, fu fondata nelle vicinanze diPriverno dai monaci benedettini, nel IX secolo, sullerovine di una villa romana.Nel 1134 giunsero i Padri Cistercensi a bonificare lepaludi della zona e sembra che il suo nome derivi pro-prio dalla circostanza dell’escavazione di un canale discolo, da cui “fossa nova”; fu ricostruita secondo ilmodello dell’architettura cistercense primitiva, di cuiè un integro esempio. Di grande effetto il portale diaccesso con le decorazioni della scuola cosmatesca edil grande rosone con 24 colonnine geminate. Gliinterni della Chiesa, consacrata nel 1208, sonodi stile gotico-borgognone, spogli, lumino-si e bellissimi. Il Chiostro, a pianta ret-tangolare, ha tre lati in stile romanicoe il quarto gotico e la superba SalaCapitolare, anch’essa gotica, furistrutturata intorno al 1250. LaForesteria conserva ancora la cella,oggi una Cappella con un soffitto acassettoni, dove morì nel 1274San Tommaso D’Aquino chequi si fermò durante il suo viag-gio verso Lione.

L’Abbazia di Fossanova

MONUMENTI

Secondo la tradizione religiosa fu l’Apostolo Luca a rea-lizzare il sacro dipinto della Madonna della Civita, neisecoli conteso tra le due cittadine di Campodimele eItri . La disputa si concluse con una resa reciproca daparte delle due popolazioni che ancora oggi celebranol’avvenimento con una significativa cerimonia,“l’Abbraccio degli Anziani”, durante la quale due grup-pi di sette anziani si scambiano un fraterno abbraccio difronte al Santuario della Madonna della Civita (Itri-XI secolo), dove è custodita l’immagine sacra. Unacuriosità è la presenza presso la Chiesa del Santuario diuna piastrella rossa di cemento posta sul pavimento inmarmo sul lato destro dell’altare maggiore. Questa ano-malia “estetica” ha le sue origini però in uno stranofenomeno: ad ogni sostituzione della maiolica rossa conuna in marmo seguiva la rottura di quest’ultima, tantoda far decidere ai responsabili del Santuario di riposi-zionare lì quella rossa, non potendosi spiegare le insoli-te spaccature.

La madonna della Civita

MUSEO DELL’OPERA ALDINA

C/o Comune Bassiano (LT)Tel. +390773355226

ABBAZIA DI VALVISCIOLO

Via Badia, 1404013 - Sermoneta (LT)Tel. +39077330013S. Messa: h 7.30-9.30-11.30-17.00 (domenica e festivi) h 17.00 sabato e feriali h 18.00 (estate)

ABBAZIA DI FOSSANOVA

04015 Borgo di FossanovaPriverno (LT)Visite: h 7-12 / 16-19 (estate)h 7-12 / 15-17.30 (inverno)

SANTUARIO MADONNADELLA CIVITA

Itri (LT)Visite: h 7.30-12.30 / 15.00-19.30

Parco Regionale dei Monti AurunciViale Glorioso,

04020 Campodimele (LT)Tel. +390771598114

www.parcoaurunci.org

Parco Regionale di Monte OrlandoComune, Piazza XIX Maggio, 3

04024 Gaeta (LT) Tel. +3907714691

Parco Regionale di GianolaVia Appia, 260

04028 Scauri di Minturno (LT)Tel. +390771614268

Monumento Naturale Mola dellaCorte-Settecannelle-Capodacqua

c/o Parco Monte Aurunci Viale Glorioso,

04020 Campodimele (LT)Tel. +390771598114 - +390771598166

www.parchilazio.itwww.parks.it

AZIENDA DI PROMOZIONETURISTICA DELLA

PROVINCIA DI LATINAVia Duca del Mare, 19

04100 LatinaTel. +390773695404 Fax +390773661266

www.aptlatinaturismo.it

63

CASTELLO CAETANI

Via della Fortezza - 04013 Sermoneta (LT)Tel. +39077330008Visite guidate: h 10-11-12-; 14-15-16 (inverno)h 15 - 16 - 17 -18 (estate)Chiuso il giovedì e festività natalizie.

CURIOSITÀ

I M O N T I l e p i n i , A U S O N I E d A U R U N C I

APPUNTI DI VIAGGIO

Passeggiate nel tempo

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Realizzazione e coordinamento editoriale:Vitesse - Roma

Per conto dell’APT di Roma

Progetto grafico e disegni cartografici: Nicola Pietravalle, Silvia Ranalli

Redazione testi: Alessia PetruzzelliNino Martino (schede parchi)

Immagini: Simonetta Panzironi; Archivio APT Roma.

Schede parchi: Panda Photo

Stampa: Tipolitografia C.S.R. - Roma

In copertina : Sermoneta, Borgo e Castello Caetani (Simonetta Panzironi).Sullo sfondo: pianta terrestre del Lazio,

Domenico De Rossi, 1693.

Carta rilievi del Lazio: Regione LazioDipartimento Territorio

Direzione Regionale Territorio e UrbanisticaSistema Cartografico e Geografico

Per questa pubblicazione è stata utilizzata carta riciclata

Vietata la riproduzione

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