REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA · idroelettrico con derivazione dai rii Liana e Piccolaz a...
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REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA
PROVINCIA DI UDINE
COMUNE DI PRATO CARNICO
IMPIANTO IDROELETTRICO LIANA
PROGETTO DEFINITIVO
PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO VALANGHIVO
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INDICE
1 Premesse ............................................................................................................................................. 3
2 Localizzazione dell’intervento .......................................................................................................... 4
3 Lo schema dell’impianto ................................................................................................................... 5
4 Dati generali dell’impianto................................................................................................................ 6
5 Le opere costituenti l’impianto idroelettrico .................................................................................. 7
5.1 Le opere di captazione dal Rio Liana ........................................................................................ 9
5.2 Le opere di captazione dal Rio Piccolaz.................................................................................. 13
5.3 La condotta di adduzione Piaccolaz – Liana .......................................................................... 16
5.4 La condotta forzata .................................................................................................................... 16
5.5 L’edificio centrale ....................................................................................................................... 17
5.6 L’allaccio alla rete Enel .............................................................................................................. 19
6 il rischio valanghivo ......................................................................................................................... 20
6.1 Il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico.......................................................................... 20
6.2 Approfondimenti sulla compatibilità delle opere previste con l’area a rischio valanghivo .
....................................................................................................................................................... 22
6.3 La costruzione dell’impianto ..................................................................................................... 23
6.4 La gestione dell’impianto ........................................................................................................... 23
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1 PREMESSE
La S.E.A.C. srl intende addivenire quanto prima alla realizzazione di un nuovo impianto
idroelettrico in Comune di Prato Carnico (UD) don derivazione delle acque dai rii Liana e Piccolaz.
Allo scopo, la S.E.A.C. srl, nel 2007 affidò alla ENCO Engineering Consultants l’incarico per la
redazione del “progetto preliminare di derivazione acque pubbliche ad uso idroelettrico dai rii
Dendri, Piccolaz e Liana”
Sulla base di tale progetto, in data 08.02.2007, la S.E.A.C. srl richiedeva alla Direzione Provinciale
dei Lavori Pubblici di Udine, la concessione trentennale di derivazione di acque pubbliche dai rii
Liana e Piccolaz in Comune di Prato Carnico ai sensi del Testo Unico, Regio Decreto 11.12.1933
n. 1775.
Contestualmente alla domanda di concessione, la S.E.A.C. srl avviava la procedura di Verifica
Ambientale di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale sulla base della Relazione
di Screening Ambientale a cura del Dott. Carlo De Colle, datata 12.01.2007.
Con Decreto n. 1365 SCR 545, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Direzione
Centrale Ambiente e Lavori Pubblici, Servizio Valutazione di Impatto Ambientale, in data
02.08.2007, ritenuto che l’intervento rispettasse le normative vigenti e che determinasse un impatto
sia in fase di cantiere che di esercizio sostenibile e mitigabile, decretava la non assoggettabilità
del progetto alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale di cui all’art. 5 e seguenti
del DPR 12.04.1996 e delle correlate disposizioni regionali.
La S.E.A.C. srl affidava quindi all’Ing. Roberto Timeus l’incarico per la redazione del progetto
definitivo, redatto nel febbraio 2014.
Tale progetto veniva trasmesso al Comune di Prato Carnico ai fini dell’ottenimento del parere
propedeutico previsto dall’art. 14, comma 9 della LR 19 del 11.10.2012.
Il Comune di Prato Carnico, con delibera del consiglio comunale n. 11 del 11.06.2015 approvava
ai sensi dell’artt. 14, comma 9 della LR 11.10.2012 il progetto definitivo dell’impianto
idroelettrico con derivazione dai rii Liana e Piccolaz a firma dell’Ing. Timeus.
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Il presente documento costituisce il Piano di Gestione del Rischio Valanghivo:
Contiene la descrizione delle caratteristiche delle opere
Illustra la compatibilità delle opere sotto il profilo normativo e vincolistico
Impone prescrizioni ed accorgimenti per la fase costruttiva e gestionale
Costituisce elemento integrante del Fascicolo dell’Opera ai sensi del
D.Lgs.09.04.2008 n. 81 e s.m.i
2 LOCALIZZAZIONE DELL’INTERVENTO
L’impianto idroelettrico denominato Liana, dal punto di vista amministrativo, ricade all’interno del
comune di Prato Carnico.
Dal punto di vista idrologico l’impianto Liana utilizza le acque dell’omonimo rio captate a quota
800 m smm circa e sottendendo un bacino imbrifero di 3.00 km2 e del rio Piccolaz, suo affluente
in destra, captandone le acque a quota 805 m smm circa e sottendendo un bacino imbrifero di 1.25
km2.
Le acque derivate vengono restituite al t. Pesarina subito a valle della confluenza con il rio Liana in
località Chiampeas.
Figura 1: localizzazione dell’area di intervento
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3 LO SCHEMA DELL’IMPIANTO
L’impianto sarà del tipo ad acqua fluente con prese dal Rio Liana e dal Rio Piccolaz e restituzione
al torrente Pesarina.
Le condotte captate dal Piccolaz verranno trasferite alla presa del Liana e quindi, mediante la
condotta forzata saranno addotte all’edificio centrale e quindi scaricate al torrente Pesarina subito
a valle della confluenza con il Liana.
Figura 2: schema dell’impianto
Torrente Pesarina
Presa sul Rio
Liana
Presa sul Rio
Piccolaz
Adduzione
Piccolaz - Liana
Condotta forzata
Edificio centrale
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4 DATI GENERALI DELL’IMPIANTO
Si riportano i dati caratteristici generali dell’impianto:
I dati generali dell’impianto possono essere così sintetizzati:
Corso d’acqua utilizzati rio Liana
rio Piccolaz
Bacino imbrifero sotteso alla
derivazione
Liana: 3.00
Piccolaz: 1.25
km2
km2
Quota pelo morto superiore 796,57 m s.l.m.
Quota asse turbina 631,30 m s.l.m.
Quota restituzione-pelo morto
inferiore 629,00 m s.l.m.
Portata media di concessione 126 l/s
Portata massima derivabile
Liana: 150
Piccolaz: 70
Complessivi: 220
l/s
l/s
l/s
Portata minima derivabile
Liana: 20
Piccolaz: 10
Complessivi: 30
l/s
l/s
l/s
Salto lordo di concessione: 167,57 m
Potenza massima 272 kW
Producibilità 1264 MWh
Potenza di concessione 207.00 kW
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5 LE OPERE COSTITUENTI L’IMPIANTO IDROELETTRICO
L’impianto idroelettrico è costituito da:
o Un’opera di derivazione sul torrente Liana da cui viene captata una portata massima di 150
l/s
o Un’opera di derivazione sul torrente Piccolaz da cui viene captata una portata massima di
70 l/s
o Una condotta di adduzione dalla presa sul Piccolaz alla vasca di carico della presa sul Liana,
DN 300 in acciaio posata prevalentemente sul sedime della preesistente viabilità forestale
o Una condotta forzata in acciaio DN 450 che si diparte dalla vasca di carico della presa sul
Liana e raggiunge l’edificio centrale dopo uno sviluppo di circa 1390 m. La condotta verrà
posata nel tratto a monte in sinistra orografica del rio Liana su strada forestale e quindi,
dopo un attraversamento dello stesso nei pressi di un guado preesistente, in destra
orografica su strade asfaltate comunali.
o Un edificio centrale ubicato alla confluenza tra Liana e Pesarina, in destra orografica di
quest’ultimo, in località Chiampeas. L’edificio ospiterà una turbina Pelton con generatore
sincrono, i quadri in bassa e media tensione, il trasformatore ed i locali di interfaccia Enel
o Una condotta DN 800 di restituzione della acque turbinate al Pesarina
o Una linea in media tensione di collegamento tra la centrale ed il palo Enel di media tensione
a cui si intesterà il nuovo impianto
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Figura 3: planimetria generale delle opere
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5.1 Le opere di captazione dal Rio Liana
L’opera di presa dal Rio Liana verrà realizzata in sinistra idrografica a quota 797 m slm circa, poco
a monte di un ponticello di attraversamento del corso d’acqua, mediante la costruzione di una
bocca di presa laterale.
Per la derivazione delle acque ed il sostegno dei livelli, trasversalmente al rio verrà realizzata una
briglia in calcestruzzo armato, rivestita in bolognini di pietra. La struttura si intesterà in destra
orografica all’interno del pendio. Per scongiurare pericoli di aggiramento, si prevede il
prolungamento della briglia con una struttura in massi cementati completamente interrata.
A monte della briglia l’alveo verrà risagomato creando una vasca di calma, protetta in massi ed un
canale sghiaiatore esterno presidiato da paratoia.
Nella soglia di sbarramento verrà inoltre creata la luce per il rilascio della portata di rispetto e per
l’alimentazione della scala di risalita della fauna ittica.
A monte dello sbarramento, in sinistra orografica, verrà realizzata la bocca di presa costituita da
una soglia laterale sfiorante, di larghezza 1,9 m presidiata da una griglia grossolana per evitare
l’ingresso di tronchi e ramaglie trasportate dalla corrente.
A partire dalla bocca di presa, con andamento curvilineo verrà creato un canale di adduzione, a cui
seguirà uno sghiaiatore interno ed un dissabbiatore. Tra lo sghiaiatore interno ed il dissabbiatore
verrà ubicata la paratoia di intercettazione della derivazione.
In caso di piene ordinarie (di frequenza annuale) i livelli idrici in alveo tenderanno ad innalzarsi e
pertanto una maggiore portata tenderà ad entrare nella bocca di presa. La maggior portata captata,
eccedente la massima derivabile, sarà restituita all’alveo del Liana mediante un apposito sfioratore
di alleggerimento.
A valle del dissabbiatore verrà realizzata la vasca di carico all’interno della quale si innesterà la
condotta di adduzione delle acque captate dal Piccolaz; dalla medesima vasca si dipartirà quindi la
condotta forzata.
L’impianto sarà regolato dai seguenti organi:
Misuratore di livello allo sbarramento:
o Comanderà la chiusura dell’impianto in caso dei livelli di piena e nel caso in cui i
livelli siano minimi e tali da non garantire il rilascio del minimo deflusso vitale
Misuratore di livello in vasca di carico:
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o messo in comunicazione col gruppo di produzione per mantenere costante il salto
lordo;
Misuratore di portata ad ultrasuoni lungo la condotta forzata:
o Consente la registrazione delle portate derivate dall’impianto (presa Liana + Presa
Piccolaz) come prescritto dalla Regione
o Funge da dispositivo di sicurezza, comandando la chiusura della paratoia di
intercettazione in caso di sovravelocità in condotta (indice di un malfunzionamento
conseguente a rotture della tubazione o del gruppo di produzione in centrale)
Paratoia di intercettazione alla bocca di presa, a comando elettrico:
o Asservita al misuratore di livello allo sbarramento ed al misuratore di velocità in
condotta
o Consente la messa fuori servizio dell’impianto
Paratoie sghiaiatrici, dissabbiatrici e di scarico di fondo, elettriche, con azionamento a
comando locale.
Per la gestione degli organi di intercettazione e di misura si prevede la posa di un apposito quadro
ubicato su una cabina esterna con finitura in legno.
L’alimentazione avverrà tramite una linea dall’edificio centrale.
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Figura 4: planimetria delle opere di presa sul Liana
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Figura 5: pianta delle opere di presa sul Liana
Figura 6: sezione longitudinale delle opere di presa sul Liana
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5.2 Le opere di captazione dal Rio Piccolaz
L’opera di presa dal Rio Piccolaz verrà realizzata in destra idrografica a quota 805 m slm circa.
Per la derivazione delle acque ed il sostegno dei livelli, trasversalmente al rio verrà realizzata una
briglia in calcestruzzo armato, rivestita in bolognini di pietra. La struttura si intesterà in destra
orografica all’interno del pendio. Per scongiurare pericoli di aggiramento, si prevede il
prolungamento della briglia con una struttura in massi cementati completamente interrata.
In sinistra l’opera si ammorserà sul pendio esistente che presenta dei fenomeni di dissesto
superficiali che verranno stabilizzati con tecniche di ingegneria naturalistica.
A monte della briglia l’alveo verrà risagomato creando una vasca di calma, protetta in massi ed un
canale sghiaiatore esterno presidiato da paratoia.
Nella soglia di sbarramento verrà inoltre creata la luce per il rilascio della portata di rispetto e per
l’alimentazione della scala di risalita della fauna ittica a bacini successivi in scogliera cementata.
A monte dello sbarramento, in destra orografica, verrà realizzata la bocca di presa costituita da una
soglia laterale sfiorante, di larghezza 1,5 m presidiata da una griglia grossolana per evitare l’ingresso
di tronchi e ramaglie trasportate dalla corrente.
A partire dalla bocca di presa, con andamento curvilineo verrà creato un canale di adduzione, a cui
seguirà uno sghiaiatore interno ed un dissabbiatore. Tra lo sghiaiatore interno ed il dissabbiatore
verrà ubicata la paratoia di intercettazione della derivazione.
A valle del dissabbiatore verrà realizzata la vasca di carico con la griglia fina.
L’impianto sarà regolato dai seguenti organi:
Misuratore di livello allo sbarramento:
o Comanderà la chiusura dell’impianto in caso dei livelli di piena e nel caso in cui i
livelli siano minimi e tali da non garantire il rilascio del minimo deflusso vitale
Misuratore di portata ad ultrasuoni lungo la condotta forzata:
o Consente la registrazione delle portate derivate dalla presa sul Piccolaz
o Funge da dispositivo di sicurezza, comandando la chiusura della paratoia di
intercettazione in caso di sovravelocità in condotta (indice di un malfunzionamento
conseguente a rotture della tubazione di adduzione)
Paratoia di intercettazione alla bocca di presa, a comando elettrico:
o Asservita al misuratore di livello allo sbarramento ed al misuratore di velocità in
condotta
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o Consente la messa fuori servizio dell’impianto
Paratoie sghiaiatrici, dissabbiatrici e di scarico di fondo, elettriche, con azionamento a
comando locale.
Per la gestione degli organi di intercettazione e di misura si prevede la posa di un apposito quadro
ubicato su una cabina esterna con finitura in legno.
L’alimentazione avverrà tramite una linea dall’edificio centrale.
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Figura 7: planimetria delle opere di presa sul Piccolaz
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Figura 8: pianta delle opere di presa sul Piccolaz
5.3 La condotta di adduzione Piaccolaz – Liana
Le acque captate dal Piccolaz verranno addotte alla vasca di carico del Liana mediante una condotta
di adduzione in acciaio DN 300 mm, con lunghezza pari a 250 m.
La tubazione, completamente interrata, si svilupperà prevalentemente al di sotto della strada
forestale esistente.
5.4 La condotta forzata
La condotta forzata avrà uno sviluppo di 1390 m, un diametro nominale di 450 mm, uno spessore
di 4.81 mm e sarà realizzata in acciaio con giunto a bicchiere sferico saldato ad angolo.
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La condotta si diparte dalla vasca di carico sul Liana e verrà posata per i primi 800 m sulla strada
forestale esistente in sinistra orografica.
Lo scavo avverrà in materiale detritico, ben compattato, con la possibilità di presenza di banche
rocciose e trovanti, specialmente sul tratto più a monte ed avrà una profondità tipica pari a 1.80 m.
Lungo il tracciato la tubazione intersecherà due rii secondari provenienti dalla sinistra orografica
del Liana. Il passaggio al di sotto di tali impluvi avverrà blindando la condotta in una struttura di
rinforzo in cemento armato.
Successivamente la condotta attraverserà il rio Liana per portarsi nella sinistra idrografica.
La tubazione, blindata in calcestruzzo armato nel tratto di passaggio del torrente, attraverserà il
Liana senza contropendenze, in subalveo a monte del guado della strada forestale, ubicato pochi
metri a monte di una briglia di stabilizzazione del corso d’acqua.
Una volta realizzato l’attraversamento la posa avverrà in destra idrografica all’interno o a margine
della strada comunale asfaltata fino a raggiungere la zona industriale il località Chiampeas.
Nell’ultimo tratto, la condotta si staccherà dalla pubblica viabilità per raggiungere l’edificio centrale
ubicato in sinistra orografica del Pesarina subito a valle della confluenza con il Liana.
La condotta verrà posata e rinfiancata su letto in ghiaino di fiume lavato per una maggiore durabilità
dell’opera.
Si prevede altresì la posa di cavidotti in PEAD corrugati DN 142/160 atti a contenere le linee di
segnale e le linee elettriche di collegamento presa-centrale.
Tutte le opere saranno completamente interrate.
5.5 L’edificio centrale
L’edificio centrale sarà posto in destra orografica del T. Pesarina, subito a valle della confluenza
con il Liana, al disotto della zona produttiva in località Chiampeas.
L’edificio sarà raggiungibile dalla viabilità pubblica a mezzo di una strada appositamente creata a
mezza costa e sostenuta da muri in sasso.
L’edificio sarà costituito da una struttura in calcestruzzo armato a due piani:
o Piano terra, seminterrato, con accesso a quota 630,60 m slm, dove sarà installato il gruppo
turbina-generatore
o Piano primo, fuori terra, con accesso a quota 636.30 m slm, dove saranno ubicati i quadri
MT e BT, il trasformatore, il sevizio igienico e i locali di interfaccia Enel.
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Il nuovo edificio centrale risulterà ubicato a quota superiore alla massima piena del Pesarina con
tempo di ritorno di duecento anni; ovvero posto in condizioni di sicurezza idraulica.
Il manufatto di scarico delle acque turbinate al rio Pesarina sarà costituito da un canale interrato
composto da condotte circolari in calcestruzzo armato DN 800.
La tubazione di scarico restituirà le acque turbinate al terrente sulla sponda destra orografica, subito
a valle di una briglia preesistente. Nel pressi dello sbocco la sponda verrà protetta in scogliera in
massi ciclopici del peso minimo di 2 tonnellate debolmente cementati e con fugatura profonda al
fine di evitare scalzamenti ed erosioni.
La quota dell’asse turbina sarà posizionata a 631.30 m slm, mentre la quota della soglia sfiorante di
restituzione al di sotto della macchina (pelo morto inferiore dell’impianto) sarà ubicata a quota
629.00 m slm.
Le acque turbinate verranno raccolte in una vasca sottostante il gruppo di produzione e quindi
restituite al torrente Pesarina mediante una tubazione in calcestruzzo DN 800 con scarico a quota
627.00 m slm, ovvero al di sopra della massima piena duecentennale.
Figura 9: sezione longitudinale edificio centrale
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5.6 L’allaccio alla rete Enel
L’allaccio alla rete Enel avverrà mediante elettrodotto interrato in media tensione che, partendo
dalla cabina di interfaccia Enel interna alla centrale, raggiungerà, risalendo il pendio, il traliccio
esistente in prossimità della zona produttiva.
Figura 10: opere di allaccio alla rete Enel
Cavidotto in M.T.
interrato
Edificio centrale e cabina
Palo di intestazione linea
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6 IL RISCHIO VALANGHIVO
6.1 Il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico
La Legge 18 maggio 1989, n. 183 “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del
suolo” (e s.m.i.) ha previsto che l’intero territorio nazionale sia ripartito in bacini idrografici
classificati in bacini di rilievo nazionale, interregionale e regionale. Ciascuno di questi bacini deve
dotarsi di un piano che riguardi la protezione dalle acque, la conservazione, la difesa e la
valorizzazione del suolo, la salvaguardia della qualità delle acque superficiali e sotterranee e il loro
disinquinamento, la compatibilità ambientale dei sistemi produttivi, la salvaguardia dell’ambiente
naturale nonché l’acquisizione e la diffusione dei dati fino all’informazione della pubblica opinione.
Il sito di intervento si colloca all’interno del bacino di rilievo nazionale “6-Isonzo, Tagliamento,
Livenza, Piave, Brenta, Bacchiglione”, detto “dell’Alto Adriatico”.
Con Delibera n. 2, seduta del 03.03.2004, G. U. n. 236 del 07.10.2004, il Comitato Istituzionale
dell’Autorità di Bacino dell’Alto Adriatico, presieduto dal Ministro dell’Ambiente Altero Matteoli,
dopo aver recepito le indicazioni e gli emendamenti della Regione del Veneto e della Regione Friuli
Venezia Giulia, ha adottato il Piano Stralcio per l’assetto idrogeologico (noto come P.A.I.) dei
bacini del Brenta-Bacchiglione, Piave, Tagliamento ed Isonzo previsto dalla Legge 365/2000. In
tale piano sono state perimetrate le zone a pericolosità idraulica, geologica e valanghiva secondo le
seguenti classi:
- P1: pericolosità moderata
- P2: pericolosità media
- P3: pericolosità elevata
- P4: pericolosità molto elevata
alle quali vengono connesse diverse misure di salvaguardia.
Successivamente, con delibera del Comitato Istituzionale n. 4 del 19 giugno 2007, è stata adottata
la prima variante del Piano Stralcio, con parziale riperimetrazione delle aree di pericolo.
In particolare dalla cartografia di Piano dedicata alla pericolosità da valanga in Comune di Prato
Carnico (sia giugno 2007 che successivo aggiornamento febbraio 2012) risulta che buona parte del
corso del torrente Liana e sponde limitrofe (comprese le aree a livello delle quali è prevista la
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realizzazione delle opere di presa in progetto) ricadono in una zona a pericolosità elevata P3. L’area
ove è prevista la realizzazione della centrale non è soggetta a vincolo.
Figure 1: carta del rischio valanghe
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Stante l’esistente rischio valanghivo che interessa potenzialmente le opere di derivazione e le
condotte interrate, come usuale in analoghi casi di impianti appovati dal Servizio Geologico della
Regione FVG, per la costruzione dell’operaè necessaria la predisposizione del presente Piano di
Gestione del Rischio Valanghivo.
6.2 Approfondimenti sulla compatibilità delle opere previste con l’area a rischio
valanghivo
Per quanto riguarda la compatibilità delle opere con l’area a rischio valanghivo P3, si ha che le opere
proposte rientrano tra quelle comunque consentite dal PAI in quanto appartenenti alle tipologie
indicate all’art. 12 punto f delle relative norme di attuazione.
L’impianto:
1) costituisce un intervento di realizzazione di infrastrutture a rete di interesse pubblico ai
sensi del Decreto Legislativo 29 dicembre 2003 n. 387 di attuazione della Direttiva
2001/77/CE, relativa alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche
rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità. Al comma 1 dell’art. 12 il D.Lgs 387/2003
afferma infatti che «Le opere per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti
rinnovabili, nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e
all’esercizio degli stessi impianti […] sono di pubblica utilità ed indifferibili ed urgenti»;
2) risulta riferito a servizi essenziali non diversamente localizzabili o non delocalizzabili
ovvero mancanti di alternative progettuali tecnicamente ed economicamente sostenibili,
come illustrato nella analisi delle alternative proposta al paragrafo 2.6;
3) è dotato di sistemi di interruzione del servizio o delle funzioni. In testa alla condotta forzata
di adduzione delle acque alla centrale è prevista infatti l’installazione di un misuratore di
portata ad ultrasuoni a cui verrà asservita la paratoia di intercettazione delle opere di presa:
qualora il misuratore rilevi una velocità maggiore di quella di taratura, sintomo di possibili
malfunzionamenti del sistema quali rottura della condotta, la paratoia verrà
automaticamente chiusa con conseguente esclusione dell’impianto. Si sottolinea comunque
che la condotta forzata, interrata con copertura superiore a 1 m, non teme in ogni caso gli
effetti superficiali di un eventuale fenomeno valanghivo
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6.3 La costruzione dell’impianto
Il Programma Cronologico dei Lavori non prevede lavorazioni nel periodo invernale alle zone di
captazione.
Laddove si prevedano lavorazioni in periodo primaverile l’accesso al cantiere sarà subordinato alla
consultazione del bollettino valanghe fermo restando che l’accesso sarà vietato per gradi di rischio
superiori od uguali a 3.
6.4 La gestione dell’impianto
Ai siti delle opere di presa non è prevista presenza umana continua, data l’elevata automazione del
sistema.
Nei periodi di pericolo valanghe l’accesso con mezzi e persone sarà possibile solo dopo
consultazione del bollettino valanghe fermo restando che l’accesso sarà vietato per gradi di rischio
superiori od uguali a 3.