Regione Abruzzo Azienda Sanitaria Locale n. 2 Lanciano ... · la ricerca contro il cancro (AIRC),...

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Regione Abruzzo Azienda Sanitaria Locale n. 2 Lanciano Vasto Chieti RASSEGNA STAMPA Martedì 18 agosto 2015

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Regione Abruzzo Azienda Sanitaria Locale n. 2

Lanciano Vasto Chieti

RASSEGNA STAMPA Martedì 18 agosto 2015

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Lunedì, 17 agosto 2015

Sanità: aperto sportello Cup in distretto Orsogna (ANSA) - CHIETI, 17 AGO - Uno sportello del Centro unico di prenotazione (Cup) è stato attivato dalla Asl Lanciano Vasto Chieti presso la sede del Distretto sanitario di Orsogna. Il Cup è aperto ogni lunedì, mercoledì e venerdì dalle 8 alle 12. Allo sportello gli utenti potranno prenotare esami e visite e regolarizzare le impegnative per prestazioni erogate in tutte le strutture Asl. La sede di Orsogna fa riferimento al Nucleo operativo distrettuale di Guardiagrele (Chieti) di cui è responsabile la dottoressa Lucilla Gagliardi. (ANSA). M05-SAS 17-AGO-15 16:18

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ORSOGNA Martedì, 18 agosto 2015

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Martedì, 18 giugno 2015

La Asl attiva uno sportello del Cup a Orsogna

ORSOGNA. L’Azienda sanitaria ha attivato, nella sede del Distretto sanitario del paese, uno sportello del Centro unico di prenotazione (Cup) aperto ogni lunedì, mercoledì e venerdì dalle 8 alle 12. Allo sportello gli utenti potranno prenotare esami e visite, oltre a regolarizzare le impegnative per prestazioni erogate in tutte le strutture della Asl Lanciano-Vasto-Chieti. La sede di Orsogna fa riferimento al Nucleo operativo distrettuale di Guardiagrele, di cui è responsabile la dottoressa Lucilla Gagliardi.

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VASTO Martedì, 18 agosto 2015

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L’AQUILA Martedì, 18 agosto 2015

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AVEZZANO Martedì, 18 agosto 2015

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CEPAGATTI Martedì, 18 agosto 2015

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LAVORO Martedì, 18 agosto 2015

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Lunedì, 17 agosto 2015

ANSA/ Ebola: allarme a Torino per caso sospetto, ma è malaria Ricoverato in isolamento uomo di 45 anni, era stato in Guinea (ANSA) - TORINO, 17 AGO - Allarme, poi rientrato, oggi a Torino per un sospetto caso di Ebola. L'arrivo al pronto soccorso delle Molinette di un uomo di 45 anni, originario della Guinea, con febbre alta e altri sintomi compatibili con il temuto virus, ha fatto scattare il piano sanitario di sicurezza previsto per le febbri emorragiche virali. Nella serata il responso negativo degli esami clinici: l'uomo ha contratto la malaria e non è affetto da Ebola. Ma resterà in isolamento fino a domani, quando è atteso il responso definitivo ufficiale dello 'Spallanzani' di Roma, il centro di riferimento nazionale per il virus. Dopo la prima visita alle Molinette, l'ospedale che fa parte della più grande azienda ospedaliera del Piemonte, la Città della Salute, il paziente è stato trasferito, con tutti gli accorgimenti del caso, all'Amedeo di Savoia, centro specializzato in malattie infettive, ed è stato ricoverato in isolamento, nella sezione destinata ai possibili casi di Ebola, mentre scattavano le misure di profilassi per tutto il personale venuto a contatto diretto con il malato. L'uomo, che vive in Piemonte ed ha sposato una donna italiana, era appena rientrato dalla Francia, ma nel periodo precedente aveva trascorso alcune settimane in Guinea, paese dove Ebola non è stata ancora del tutto debellato il virus. Proprio questo particolare ha convinto il personale medico a fare scattare il piano Ebola. L'assessorato regionale alla Sanità, tuttavia, ha ben presto precisato che si trattava di un caso sospetto considerato a "basso rischio" poiché l'uomo era stato sì in "una zona dove è presente il virus Ebola" ma "non risultano comportamenti a rischio, per esempio contatti con malati o persone decedute". Dopo le prime cure alle Molinette, l'uomo è stato trasferito all'Amedeo di Savoia dal 118 "con la barella ad alto contenimento, in applicazione delle misure di sicurezza previste dal protocollo nazionale per i casi di febbri emorragiche virali" ed è stato ricoverato in isolamento nella sezione riservata ai casi sospetti di Ebola. L'esito degli esami clinici ha appurato che il 45enne della Guinea è malato di malaria. Lo hanno escluso anche gli ultimi accertamenti, disposti per appurare che non si trattasse del caso di un uomo affetto contemporaneamente da malaria ed Ebola, di cui finora però vi sono stati - hanno spiegato i medici - soltanto due precedenti in tutto il mondo. (ANSA). BOT-YS8 17-AGO-15 20:38

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COMMENTI Martedì, 18 agosto 2015

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Lunedì, 17 agosto 2015

Tumori: scoperta molecola che ne frena la crescita Frutto di una ricerca a Brescia finanziata dall'Airc (ANSA) - ROMA, 17 AGO - I ricercatori del Dipartimento di Medicina Molecolare e Traslazionale dell'Università degli Studi di Brescia hanno identificato una molecola in grado di inibire la crescita di diversi tipi di cancro. Questa molecola e' stata somministrata per via orale ad animali di laboratorio portatori di tumori umani. Lo studio, coordinato dal professor Marco Presta e condotto sotto l'egida dell'Associazione italiana per la ricerca contro il cancro (AIRC), è stato pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Cancer Cell che gli ha dedicato la copertina del numero di agosto. Lo sviluppo e la progressione di diverse tipologie di tumore umano, quali ad esempio il tumore alla prostata ed il tumore polmonare, possono dipendere ed essere regolati da una famiglia di fattori di crescita denominati FGF. In queste neoplasie la presenza di FGF stimola infatti la proliferazione delle cellule tumorali e favorisce lo sviluppo di vasi sanguigni, accelerando la crescita tumorale e la diffusione di metastasi. La nuova scoperta deriva da uno studio iniziato diversi anni fa presso il laboratorio di Presta nell'ambito di progetti di ricerca finanziati dall'AIRC. Tale studio aveva individuato come una proteina denominata PTX3, coinvolta nei meccanismi naturali di difesa contro i microorganismi, fosse in grado di inibire l'attività biologica di diversi FGF. Questa scoperta apre la strada allo sviluppo di nuovi farmaci in grado di bloccare la progressione del tumore e la disseminazione delle metastasi. (ANSA). BR 17-AGO-15 17:11

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Dopo uno scambio d ì cartelle cìínìche

Ucc iso dalla chern io dest inata ad altro paz ienteENE Morì dopo un ciclo di chemioterapie chegli fu prescritto in seguito alla scoperta di untumore ai polmoni. Ma in realtà quella curanon era per lui, ma era per un altro paziente lacui cartella clinica sarebbe stata scambiata conquella di un 70enne di Torre del Greco. Ele-menti, questi, che i figli della vittima ora hannoinserito in una dettagliata denuncia, parte inte-grante di un'inchiesta condotta dalla procuradi Nocera Inferiore. L'ipotesi di reato è quelladi omicidio colposo e nel fascicolo degli indaga-ti c'è finito un oncologo dell'ospedale AndreaTortora di Pagani. La storia ha avuto inizio nel-l'estate 2014, quando Mario Del Duca, dopoessersi sottoposto a una Tac per una serie di

dolori al petto, si rivolse ad uno specialista delreparto oncologia dell'Andrea Tortora di Paga-ni. Qui, fu ipotizzata per l'anziano la presenzadi un tumore, che portò alla prescrizione diuna nuova serie di esami clinici, questa voltapresso il Mauro Scarlato di Scafati. Il settanten-ne si sottopose ad un ciclo specifico di chemio,ma i figli - consultando la sua cartella clinicanella quale era allegato un referto di una biop-sia collegata ad una forma di tumore polmona-re, ma di un altro paziente - scoprirono che ilgenitore non aveva alcun tumore. L'anziano,dopo un trattamento disintossicante presso ilCotugno di Napoli, fu colpito da una forma in-fluenzale. E morì lo scorso 14 gennaio.

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Lunedì, 17 agosto 2015

Topi 'geniali' per curare le malattie neurologiche Resi intelligenti da un singolo gene, speranza anti Alzheimer (ANSA) - ROMA, 17 AGO - Topi super intelligenti rivelano i segreti dell'apprendimento e della memoria, aprendo la via a nuove cure contro i disordini cognitivi legati a malattie neurologiche come l'Alzheimer o la schizofrenia. A renderli geniali, dotati di una memoria prodigiosa e per niente ansiosi è stata l'alterazione di un singolo gene fatta sotto la guida di Steve Clapcote, dell'Università di Leeds, il cui lavoro è stato pubblicato sulla rivista Neuropsychopharmacology. Alterando nei topi un gene che coordina l'attività di un particolare enzima, presente in quasi tutti gli organi dei vertebrati compreso il cervello e chiamato fosfodiesterasi 4B, i ricercatori hanno scoperto il netto miglioramento di alcune capacità cognitive. Inibendo l'enzima i topi diventano dei veri geni, imparano più velocemente, hanno una memoria migliore e risolvono facilmente problemi complessi. Sono anche meno ansiosi e dimostrato un legame meno forte con gli eventi traumatici passati ma sono talmente sicuri di sé da avvertire meno il senso del pericolo. Lo stesso enzima inibito nei topi esiste anche nell'uomo e prossimi studi avranno l'obiettivo di capire quali possibili effetti potrebbe avere sull'uomo. Lo studio potrebbe infatti portare allo sviluppo di una nuova tipologia di farmaci per combattere molti disturbi cognitivi, dal cosiddetto Disordine da stress post traumatico, fino a schizofrenia e Alzheimer. (ANSA). Y28-BR 17-AGO-15 13:37

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L'istituzione«inventata»:storia del dopo leggeBasaglia

ranco Rotelli , psichiatra, èIato trai più vicini aFran-

co Basaglia negli annidiTrieste. In realtà avevaincontrato Basaglia già aColorno , nel manicomio

chiuso tra le mura del castello di MariaLuigia , la duchessa di Parma , Piacen-za e Guastalla , un incontro per bre-ve tempo , perché breve fu l'esperien-zaemilianadiBasaglia , presto in pole-mica con le burocrazie del sindacato(tra gli stessi operatori del manico-mio) e del Pci regionale ... non di tuttoil Pci , perché mai si dovrebbe dimen-ticare , a proposito di Colorno , la figu-ra di Mario Tommasini , comunistaanomalo di Parma , operaio , assesso-re provinciale ai servizi sociali , straor-dinario animatore della battaglia peril superamento di quel manicomio...Negli anni di Trieste , nel decisivodecennio 70/80, si sperimentarononuove forme della psichiatria, quan-do come primo atto della cura si pen-sò che al malato andassero restituiteidentità, dignità e libertà, sottraendochi già soffriva alla pena aggiuntivadella reclusione , della segregazione,dell'umiliazione in una di quelle cheErwin Goffman , celeberrimo sociologoamericano di quella stagione , definiva«istituzioni totali» (Asylums , Einaudi):il manicomio come il carcere, come lacaserma , come ogni ricovero per bam-bini , anziani , orfani , portatori d'han-dicap , per ogni vittima dell'abbando-no. Si era assistito in precedenza allaprogressiva (il s_ítn - i. ; ,l :e di

eroi_zía.dove t,as,ali,1ía tu iiettored_?1via l , _ontenzl une, v i i1 ;,1D_m1-ie

alle Ílil ._L. \ ia le: < a1,bie, reali ?ae-do invece per i degenti la possibilitàdi uscire , persino di tornare a casa, diriallacciare rapporti , di conoscere oriconoscere la città o il proprio paese,riconoscendo in primo luogo se stes-si... Restituire ai malati un comodinoe con questo la possibilità di conser-vare qualcosa di personale , soldi, unacartolina , una fotografia , un oggettoqualsiasi , che aiutasse a ricostruire lapropria storia e a rimettere quindi insesto la propria identità , fu uno deiprimi atti di Basaglia.Trieste fu il compimento : una bat-taglia che continuò fino alla chiusu-ra del San Giovanni , chiusura che fupossibile certo per l'impegno di chiallora era a capo dell 'amministrazio-ne provinciale , il giovane presidentedemocristiano Michele Zanetti (untrentenne), ma soprattutto grazieal movimento solidale che dentro efuori la città Basaglia e i suoi colla-boratori, Basaglia e i suoi matti sep-pero suscitare. Marco Cavallo ere-de di un autentico cavallo che trai-

dnan%a ilei F'laii (lei nosocomio il ear-rettino carico della biancheria spor-ca, Marco Cavallo, cavallo azzurro dicartapesta, ferro, legno, che varche-ràlasogliadel San Giovanni, guidan-do un corteo di malati, di medici, diinfermieri, soprattutto di triestini,resta il simbolo di quella progressi-va opera di liberazione.

Quante fotoSeguirà l'approvazione della legge180: si era nel 1978, pochi giorni dopol'assassinio di Aldo Moro e pochigiorni prima del varo della legge perinterruzione della gravidanza. La legge180, che recava la firma di un sena-tore democristiano, Orsini, conside-rata da Basagliail primo passo di unariforma in divenire (contro l'ideolo-gizzazione della «riforma») metteràfine all'orrore dell'ospedale psichia-trico e aprirà una lunga strada, unastrada dissestata per l'incuria dellapolitica ma anche per la sopravvi-venza di un senso comune che rece-piva ancora la definizione del mala-to mentale come «socialmente peri-coloso» e l'idea dunque che la malat-tia mentale fosse prima questione di

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ordine pubblico e solo dopo di even-tuali terapie (medicali comunque).Le famose pasticche, di cui scrisse inun bellissimo racconto per il Corrieredella Sera, Mario Tobino, psichiatra«antibasagliano», peraltro...Di questa storia già si è scritto. Fran-co Rotelli ne scrive ancora e da pro-tagonista, dall'interno dunque, inun libro appena pubblicato e intitola-to L'istituzione inventata. Ovvio il rife-rimento ad un altro celeberrimo tito-lo, quello di un libro che fu un best sel-ler nel nostro Sessan-totto, testimonianzaa più voci rispetto allavicenda di Gorizia, L'i-stituzione negata, volu-me curato da Basagliacui diedero il loro con-tributo gli psichiatri diGorizia, Slavich, Casa-grande, Jervis. Schit-tar, Pirella.... Ma L'isti-tuzione inventata nonè solo la contestazionee il disarmo della vec-chia istituzione tota-le, rappresenta inveceil cammino successi-

le, dal 1971 quindi al 2010 (ora Rotel-li è consigliere regionale di maggio-ranza in Friuli e presidente della coni-missione sanità). Il diario è di fotogra-fie, di manifesti, un ricchissimo mate-riale iconografico, è citazione di scrit-ti di anni passati dello stesso Rotel-li o di Basaglia o di altri come Fran-ca Ongaro Basaglia o di Peppe dell'Ac-qua (successore di Rotelli nel Diparti-mento), è commento d'oggi a proposi-to di quegli anni. Se ne potrebbe diremoltissimo... è la storia del nostro pae-

se ad essere rappresen-tata, se pure daun pun-to di vista particolare.Mi fermo ad alcuneconsiderazioni... soloun elenco... Intanto èimportante la cronaca ela riflessione del «dopolegge 180», che rime-dia a banali liquida-zioni. La legge 180 nonè stata un fallimento:i manicomi sono statichiusi e là dove, comea Trieste, non sonomancate volontà poli-tica, attenzione, intelli-

Avereliberatoi malatidi mentenon e statoun fallimento,scrive l'autore

vo, il giorno dopo la chiusura, l'inven-zione appunto di luoghi e modi di unapsichiatria cambiata, la traduzione inatti concreti dellariforma, contro, mol-to spesso, l'ostracismo o lo scetticismoo l'indifferenza.Il libro è il diario di quarant'anni aTrie-ste, i quarant'anni vissuti da Rotel-li dall'ingresso in manicomio al ter-mine della sua esperienza di diretto-re del dipartimento di salute menta-

genza, si è creata nel territorio una reted'assistenzae di inclusione, ovviamen-

r'I2.5 NC',Q i:c)'íLI.Li.

Edizìßni A6phabeta tier9açl,curo 28, pagine 328

te rischiando e inventando ... tra mil-le difficoltà , ma il terreno era del tut-to sconosciuto e i risultati sono statiimportanti.Direi ancora che il merito della narra-zione di Franco Rotelli sta anche nelmostrare quanto il cambiamento siastato possibile in ragione di un lavorocollettivo : non solo Basaglia, non solochi è venuto dopo di lui , ma unacomu-nità che lega tanti , dai malati ai medi-ci ai cittadini di un quartiere, che con-divide un obiettivo e condivide pure ipassi falsi , le sconfitte , le retrocessioni,ma non rinuncia alla solidarietà . «Tan-te persone», scrive Rotelli.Ancora... il valore politico dell'espe-rienzadi quel riformismo attivo opero-so del «giorno dopo giorno », che realiz-za una autentica rivoluzione come maiin Italia ci era stato possibile provare.Chiudo citando una riga dalla intro-duzione dello stesso Rotelli : «Bisognafarepernon subire e bisogna farlo congli altri». Mi sembra una buona sin-tesi... Mi piacerebbe aggiungere unafrase di don Milani , il prete di Barbia-na, che a chi rivendicava spazio per lapreghiera , rispondeva: se c'è urgen-za di fare, bisogna fare , «sarà urgen-te pregare quando a tutti sembreràimportante operare».

Marco Cavallo.Franco Rotellicavalca unacopia delcavallo dicartapestarealizzato per lafiction Rai.FOTO: SUGENTILECONCESSIONEDELL'ARCHIVIODEL DSM DITRIESTE

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IN FRANCIA

Stampante in 3dper costruirela nuova manoper il piccolo MaxLEONARDO MARTINELLI....................................................................................................

PARIGI . Maxence ha scelto ac-curatamente i colori. «Verde,blu e arancione», ricorda Vir-ginie Contegal, la madre, al te-lefono da Cessieu, paesino delSud-Est della Francia, a metàstrada fra Lione e Grenoble.«Ha voluto anche che sopra cifosse impressa una grossa M,che sta per super Max», ag-giunge. Maxence ha appenasei anni. Ed è nato con unamalformazione, senza la ma-no destra. Ma ha decisamentele idee chiare. Ieri sera ha rice-vuto a casa la sua mano artifi-ciale, prodotta con una stam-pante 3D. La indosserà comeun guanto. In casa, da settima-ne, non si parlava d'altro. È ilprimo bambino in Francia (euno dei primi in Europa) ausufruire di questo tipo diprotesi, una mano artificiale abassissimo prezzo. «È statafabbricata con una stampanteche costa appena 2mila euro -sottolinea Alexandre Martel,fondatore del sito 3Dnatives especialista in Francia del set-tore -. Il prezzo di vendita del-la mano artificiale può variaretra i 50 e i 200 euro». I genitoridi Maxence si sono rivolti viainternet a una ong americana,e-Nable, che dal 2013 mette inrelazione persone che dispon-gano di una stampante 3D efamiglie con bambini che non

hanno dita omani: cosìsono già statefabbricate1.500 protesi.E-Nable èriuscita a tro-vare un for-

.. nitore fran-Il piccolo Max cese, Thierry

Oquidam,

che ieri sera è andato di perso-na a Cessieu a consegnare lamano artificiale a Maxence.Lui da giorni ripeteva a tuttiche sarebbe diventato un su-per-eroe. «È la flessione delpugno - ha ricordato il tecnicoall'agenzia France Presse - chepermette alla mano e alle ditadi piegarsi, agendo sui tendini.Si tratta di un meccanismomolto semplice: non consen-te, ad esempio, di allacciarsi lescarpe. Ma sì, di tenere un pal-lone tra le mani». «Non è unaprotesi medica, è unicamentemeccanica - conferma la si-gnora Contegal -. Ma era quel-lo che mio figlio desiderava».Hanno chiesto a Maxence (chegià va a scuola e scrive con lamano sinistra) se voleva unaprotesi medica, ovviamentepiù invasiva, che necessita unintervento per essere applica-ta, «ma lui ha detto che non sela sentiva per il momento, chepreferiva ora quella da super-eroe». Lo stesso professoreCharles Msika, dell'associazio-ne francese di chirurgia orto-pedica e traumatologica (Si-fcot), non si è detto scettico,ma ha sottolineato che «laprotesi 3D può già servire avalutare i bisogni del bambinoa costi ridottissimi». Se si rom-pe, può essere sostituita facil-mente. Il bambino potrà to-glierla e metterla quando vuo-le, anche a scuola. La sua este-tica da giocattolo lo aiuta asentirsi diverso in maniera«giusta».© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Lunedì, 17 agosto 2015

ANSA/ Assolte le madri per anoressia figlie, dipende da padri Studio australiano capovolge responsabilita' dentro famiglia (ANSA) - SYDNEY, 17 AGO - I cattivi rapporti fra padri e figlie possono far scattare nelle ragazze problemi d'immagine del corpo e disturbi di alimentazione - anoressia e bulimia. Lo mette in luce una ricerca australiana, che ha esaminato un campione di donne diagnosticate con disturbi di alimentazione, sulla percezione del proprio padre. Lo studio solleva cosi' le madri dal ruolo che da sempre hanno dovuto sostenere come prime responsabili di questo genere di problemi nelle figlie. Lo studio è stato presentato ieri all'International Mental Health Conference a Surfers Paradise, dallo psicologo John Toussaint della Charles Sturt University, che ha fatto un appello ai padri perché presentino alle figlie modelli di ruolo 'body positive'. Secondo la ricerca, il 42% delle pazienti fra 37 e 55 anni aveva un padre iperprotettivo, mentre il 36% aveva un padre 'distante'. Solo una su cinque aveva padri che descriveva come genitori amorevoli. E' emerso un legame fra il senso di rifiuto dal padre e le donne che combattono per essere magre e soffrono di bulimia - il bisogno incontrollabile di ingerire cibo, seguito da sensi di colpa e vomito autoprovocato. Parlano invece di un padre intrusivo e troppo protettivo le pazienti di anoressia, che si manifesta con il rifiuto assoluto del cibo e porta a gravi squilibri da denutrizione. "I padri descritti con attributi negativi sono associati in misura significativa con disturbi di alimentazione e sintomi depressivi", ha detto Toussaint, sottolineando come i padri svolgano un ruolo importante nello sviluppo dell'autostima e della soddisfazione verso il proprio corpo, e quindi nello sviluppo di problemi di alimentazione patologici e depressione. Lo studioso ha ammesso che i rapporti negativi fra padre e figlia "non sono certo la sola causa" dei disturbi. E' necessario tuttavia mantenere attenzione sull'interazione fra padre e figlia e sull'impatto che può avere sull'autostima e sull'immagine di sé della ragazza. E' importante che i padri siano modelli di ruolo 'body positive', dando l'esempio con comportamenti e atteggiamenti di vita sani. E poi condividendo tempo di qualità, discutendo immagini negative dei media, concentrandosi sulla vita delle figlie e non sulla loro apparenza, e in genere dimostrando rispetto per le donne. (ANSA). XMC 17-AGO-15 13:27

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Lunedì, 17 agosto 2015

Borsellini e portafogli covo batteri, oltre 90% contaminato Ci seguono ovunque ma raramente vengono puliti (ANSA) - ROMA, 17 AGO - I borsellini sono dei veri e propri 'covi' di batteri. Questi microrganismi (dai micrococchi ad alcuni tipi di stafilococchi), sono presenti in oltre il 90% dei portamonete, trasformandoli in potenziali veicoli di trasmissione delle malattie,e le donne sembrano essere più penalizzate degli uomini. È quanto emerge da una ricerca della University of Mauritius pubblicata sulla rivista Advanced Biomedical Research. I ricercatori spiegano che i borsellini, che ci accompagnano un po' dappertutto, raccolgono batteri antigienici soprattutto dai bagni e dai tavoli della cucina e raramente vengono puliti, sottolineando che "sia quelli maschili che femminili sono potenziali veicoli di trasmissione di malattie". "La proliferazione dei batteri - aggiungono - e' maggiore nei portamonete femminili che in quelli maschili". Per arrivare a queste conclusioni sono analizzati dettagliatamente 145 borsellini, di 80 donne e 65 uomini. I risultati hanno mostrato in 138 ( 95,2% ) una contaminazione batterica, singola o mista. Inoltre, appena il 2,1% delle donne aveva l'abitudine di pulire il proprio borsellino una volta mese mentre l'81,5% non l'aveva mai svuotato. Una differenza importante riguarda i materiali con cui i portamonete sono realizzati: se sono in pelle, infatti, la contaminazione batterica e' minore rispetto a quelli realizzati in tessuto sintetico, probabilmente perché la superficie più liscia rende maggiormente difficile ai batteri annidarsi. In passato anche altri studi hanno scoperto che in altri oggetti di uso comune si annida il rischio di contatti troppo ravvicinati con i batteri: uno di questi e' la cravatta che nel caso dei medici puo' diventare un rischio anche per i pazienti, o le maniglie delle porte che non sempre vengono pulite, cosi' come i seggiolini delle auto per i bambini. Y09-BR 17-AGO-15 15:13

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ATTUALITA’ Martedì, 18 agosto 2015

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Lunedì, 17 agosto 2015

Salute: Asl a cercatori funghi, farli valutare da esperti (ANSA) - FIRENZE, 17 AGO - Non consumare mai i funghi raccolti senza averli fatti prima identificare da degli specialisti. Questo l'appello rivolto ai cercatori di funghi dagli esperti della Asl 10 di Firenze, che inviata a contattare una delle cinque sedi dell'ispettorato micologico per ottenere una valutazione da parte di personale qualificato. Tra le raccomandazioni diffuse dalla Asl, quella di "raccogliere solo le specie conosciute e solo esemplari sani e non troppo piccoli", evitando "quelli incerti o troppo maturi, senza usare rastrelli o uncini", "riponendo i funghi in cesti di canna o vimini e non in borse di plastica". Fondamentale, si legge sempre in un documento diffuso dalla Asl, "osservare le norme della Regione e delle comunità montane fissate per preservare la micoflora e garantire la tutela delle risorse naturali e dell'equilibrio boschivo, avendo cura di rispettare il quantitativo ammesso per persona, i luoghi e gli orari in cui la raccolta è ammessa". Il servizio micologico della Asl raccomanda anche di consumare soltanto funghi "in perfetto stato di conservazione", "ben cotti", e "di non essiccarli se non si è sicuri che si tratti di specie commestibili", poiché le eventuali tossine non verrebbero neutralizzate dall'essiccazione. È necessario infine "prestare molta attenzione nella preparazione domestica dei funghi sott’olio per evitare lo sviluppo di spore di Clostridium botulinum, batterio responsabile della produzione di pericolosissime tossine".(ANSA). YDA-CG 17-AGO-15 15:21

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