Reg. Trib. n. 673 del 16 dicembre 1997

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RadiocorriereTv SETTIMANALE DELLA RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA numero 48 anno 88 2 dicembre 2019 Reg. Trib. n. 673 del 16 dicembre 1997 photocredit: Marco Rossi STO IMPARANDO Lucia Ocone ad amarmi

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RadiocorriereTvSETTIMANALE DELLA RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANAnumero 48 anno 882 dicembre 2019

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TELEVIDEO Lu 14 Ott 11:25:35

ULTIM'ORALA GUIDA COMPLETA AI PROGRAMMI

RAI LA TROVATE ALLA PAGINA 501

DEL TELEVIDEO

E ALLA PAGINA 482 DEL TELEVIDEO

TUTTE LE ANTICIPAZIONI DEL

RADIOCORRIERE TV

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Fabrizio Casinelli

Vita

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trad

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NON TOCCATECI IL PRESEPE

Che bello era essere bambini in questo periodo. Si aspettava il Natale e s'iniziava a pensare a quando realizzare l'albero e il presepe.A casa mia la data deputata era l'otto dicembre. Ma la preparazione iniziava già nelle settimane precedenti. Con mio padre si andava in campagna alla ricerca del muschio, delle foglie secche, dei piccoli legnetti, insomma, si predisponeva tutto il materiale per poi costruire un fantastico villaggio corredato di montagne di cartapesta, di laghetti realizzati con piccole vaschette in plastica riempite d'acqua. Ma la cosa più bella erano le casette. Tutte in cartone pressato o in sughero. Mio padre le costruiva e io le dipingevo. Chiaramente toccava poi a lui risistemarle, ma era comunque meraviglioso il gioco di squadra che si creava tra di noi. Era un modo per stare insieme, per parlare, per rafforzare il rapporto tra padre e figlio. Attimi di vita difficili da dimenticare. Momenti ai quali ripenso soprattutto quando lo scorrere inesorabile del tempo ti offre un'immagine diversa dei tuoi genitori. E così quegli istanti trascorsi insieme diventano nella mia mente pagine indelebili, atti unici e irripetibili di una commedia che è la nostra vita familiare.E oggi che mia figlia mi chiede con insistenza di realizzare in casa il presepe, mi sento come un Luca Cupiello al contrario, che riceve la fatidica domanda da suo figlio Tommasino:"Te piace ‘o Presebbio?" Che rappresentazione straordinaria della famiglia ci ha regalato Eduardo De Filippo in "Natale in casa Cupiello". Il rapporto tra padre e figlio, il dramma di una vita difficile, la solitudine metafora, a volte, dell'incomprensione tra gli uomini. Tempi lontani, ma storie che sembrano dei nostri giorni.I giovani che remano contro la tradizione, contro quei valori morali e sociali, contro la centralità della famiglia. Quella latente ipocrisia che viene meno quando ci si rende conto che il legame con il passato e con le proprie radici rischia di venire meno. E allora all'ennesima richiesta "Tommasì, te piace o presebbio?", la risposta non può che essere che affermativa: "Sì".Buona settimana a tutti.

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SOMMARIO

RADIOCORRIERETVSETTIMANALE DELLA RAIRADIOTELEVISIONE ITALIANAReg. Trib. n. 673del 16 dicembre 1997Numero 48 - anno 882 dicembre 2019

DIRETTORE RESPONSABILEFABRIZIO CASINELLIRedazione - RaiVia Umberto Novaro 1800195 ROMATel. 0633178213

www.radiocorrieretv.rai.itwww.rai-com.comwww.ufficiostampa.rai.it

Capo redattoreSimonetta Faverio

In redazioneCinzia GerominoAntonella ColomboIvan Gabrielli

GraficaClaudia ToreVanessa Somalvico

RadiocorriereTv RadiocorriereTv radiocorrieretv

VITA DA STRADA3

LORENZO DE MOOR

ROBERTO FARNESI

RAGAZZI

SPORT

LUCIA OCONE

N. 482 DICEMBRE 2019

Il RadiocorriereTv incontra il giovane protagonista della

serie "Pezzi Unici" diretta da Cinzia Th Torrini

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L'attore è Umberto Guarnieri ne "Il Paradiso delle Signore",

uno dei personaggi più amati della serietv di Rai1

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LO ZECCHINO D'ORO

20 ANNI CHE SIAMO ITALIANI

I MEDICILA SCALA

Mercoledì 4 dicembre su Rai1 e RaiPlay torna lo "Zecchino d'Oro" con Antonella Clerici in diretta dall'Antoniano di

Bologna

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Vanessa Incontrada e Gigi D'Alessio conducono lo show

del venerdì sera su Rai1

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Da lunedì 2 dicembre, in prima serata su Rai 1, la

terza stagione della serie tv diretta da Christian Duguay

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ALMANACCO

Le storiche copertine del RadiocorriereTv

48

Tutte le novità del palinsesto Rai dedicato ai

più piccoli

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In Tv con "Stati Generali" di Serena Dandini il giovedì

sera su Rai3, l'attrice si racconta al

RadiocorriereTv

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Tutto il meglio dellamusica nazionale einternazionale nelleclassifiche di AirPlay

44

Una selezione dei filmin programmasulle reti Rai

46

LE CLASSIFICHE DI RADIO MONITOR

CINEMA IN TV

L'arte, la musica, la storia, la danza, il teatro, i libri, la bellezza raccontati dai

canali Rai

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È Biagio Antonacci Day!

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Anteprima della puntata

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Dal 6 dicembre "Petrolio" di Duilio Giammaria conquista la prima serata di Rai2. Tre

puntate nel mese di dicembre, altre tredici a partire dalla

metà di febbraio

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L'attrice è il "pezzo unico" più giovane della serie, una

ragazza curiosa, amante dell'arte e della letteratura,

che guarda al futuro con serenità

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CULTURA

RADIO2

RADIO1 PLOT MACHINE

PETROLIO

CAROLINA SALA

La Coppa Intercontinentale

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Il 7 dicembre, dalle 17.45, la diretta da Milano in

Televisione, alla Radio e su RaiPlay dell'evento culturale

più importante dell'anno

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TUTTI I PROGRAMMI SONO DISPONIBILI SU

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LUCIA OCONE

Amo LA MIA VITA

POPLucia Ocone, in Tv con "Stati Generali" di Serena

Dandini il giovedì sera su Rai3, si racconta al RadiocorriereTv. Gli esordi e la popolarità, l'amore per Anna Marchesini, per la satira e per il suo cane Fiona

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Come sta vivendo questo suo ritorno in Tv con la grande famiglia di Se-rena Dandini?Benissimo, era da tanto che volevo tornare a fare i miei personaggi, a fare la Tv. Sono felice di averlo fatto in un super programma, un

programma con la "P" maiuscola, con una grande della comicità come Serena Dandini. Vorrei che "Stati Generali" durasse tutto l'anno, ma le puntate sono solamente sei. Cercherò di stare sull'attualità, spero che succeda qualcosa di forte da potere parodiare.

Con quali occhi osserva ogni giorno la realtà, sfogliando i giornali, guardando i tg o navigando in rete?Ogni giorno sfoglio i quotidiani, guardo il web e trovo sempre qualcosa che cattura la mia attenzione. Io e il mio autore Ennio Meloni siamo abituati ad attingere dai fatti, cosa che oltre a essere una paraculata è anche la più diver-tente (ride). Ho proposto personaggi per tanti anni, prima con "Mai dire gol" poi con "Quelli che il calcio" e so bene che portare in puntata gli argomenti dell'attualità aiuta a conquistare il pubblico. Quando non sto facendo un pro-gramma e trovo qualcosa che mi piacerebbe portare in scena "rosico" molto. Penso ad esempio alla sanità e all'infermiera Mimma, che avrebbe sempre qualcosa da dire.

La Tv di Serena Dandini, così come la sua, è una televisione che nasce dalla penna degli autori. Un ritorno al passato che appare oggi quasi come una rivoluzione…Questo programma è una boccata d'aria, una comicità scritta, pensata, che ti fa sorridere ma spesso con amarezza. La risata è anche uno strumento per fare arrivare qualche messaggio che fotografa uno stato attuale spesso molto triste. Spazio dalla satira a cose più trash, come la televenditrice Veronica, una vera e propria cialtrona, ma si tratta in entrambi i casi di personaggi costruiti con grande attenzione.

I suoi esordi sono legati a Gianni Boncompagni e ad alcuni suoi programmi cult. Cosa ricorda di quegli anni?Devo tutto a Gianni. L'intuizione che io potessi avere un lato comico la ebbe lui. Andai a fare "Non è la Rai" che ero molto piccola, non avendo affatto mire televisive. Ero ingenua, uscita dal paese, andavo lì come se fossi in campeg-gio, a cantare e a ballare con le amiche. Un giorno Boncompagni mi vide fare l'imitazione di Anna Marchesini e capì che c'era dell'altro. Imitazione dopo imitazione cominciai a divertirmi e andai a fare una scuola di recitazione. Qualche anno dopo mi chiamò per "Macao", una vera e propria palestra che mi permise di imparare i tempi televisivi. Ricordo che durante la registrazione gli autori mi chiedevano di tagliare o di allungare i miei interventi, quando mi si avvicinava Alba Parietti per farmi intervenire avevo il panico.

Come è cambiata Lucia negli anni?Sto imparando ad amarmi un po' di più e con grande fatica sono diventa-ta molto più sicura di me, e ci stiamo ancora lavorando, l'autostima non è proprio a mille (sorride)! Quando scrivo un personaggio con il mio autore e quando registro sono una macchina da guerra. So cosa voglio, so quando sbaglio, ho sviluppato una buona intuizione su cosa fa ridere o meno, su cosa va asciugato, su cosa va tolto. Sono contenta perché a 45 anni mi sento una professionista, pur essendo rimasta in me l'umanità di sempre che spero di non perdere mai.

Come vive la popolarità? Credo di avere una popolarità media, che non mi impedisce di camminare tranquillamente per la strada. Negli anni vengo riconosciuta sempre di più, ma prendo la metro tranquillamente, ho una vita normalissima. Mi sento molto vicina alla gente, sono una del popolo, vengo da Albano e vivo al Quadraro (quartiere popolare di Roma), per cui chiacchiero con chiunque. Gli abbracci del-le persone che ti fermano sono delle botte d'amore. I complimenti fanno pia-cere, sono una conferma del fatto che il mio lavoro raggiunge l'obiettivo, ma poi mi metto a parlare di tutto, cani in primis, vedendo che sono una canara.

Ci parla della sua Fiona?Il mio cane è un bulldog francese di tre anni, che viene dopo due gatti dai quali è stata bullizzata tremendamente. L'ho chiamata Fiona, come la moglie di Shrek, perché è grassa, russa e fa le scoregge. Lei è il mio amore, un amore che non si può descrivere. La mia passione per i cani è totale, vado anche per canili e con un amico realizzo video per facilitare le adozioni degli animali abbandonati. Il sogno della mia vita è quello di trasferirmi in campagna, ave-re una casa con un ampio terreno e ospitare i cani meno fortunati. Quando andrò in pensione lo farò.

La pensione è ancora lontana, quando la rivedremo al cinema e cosa le piace-rebbe fare?Sul set non lo so ancora, ma spero presto in qualche commedia. Mi piace-rebbe fare un film con un cast di tutte donne, con una comicità anche poli-ticamente scorretta. Attraverso l'ironia e il cinismo i messaggi seri arrivano meglio.

A "Stati Generali" ha portato in scena una cavernicola. Una sottolineatura dell'im-barbarimento della società?Viviamo in un'epoca tremenda, stiamo diventando davvero dei cavernicoli. Se tu sei una persona normale, dotata di un minimo di educazione e senso civico, di umanità e di empatia verso persone uguali a te, vieni additata come buonista, come radical chic, ed è una follia.

Che uso fa dei social?Sono felicissima di avere vissuto la mia adolescenza in un periodo in cui non c'erano i social e gli smartphone. Con gli amici ci si ritrovava al muretto, si facevano le "vasche" al paese per adocchiare i ragazzi bellocci. Sui social ci sono, metto le immagini del mio lavoro, dei cani, ma sempre mantenendo un certo distacco. Le persone che stanno troppo attaccate al telefonino mi fanno molta paura.

Cosa la fa ridere nella vita?Il cinismo, la comicità di pancia come quella di Anna Marchesini. I suoi perso-naggi erano scritti ma messi in scena con grande spontaneità, con cazzeggio.

Tra i tanti personaggi che ha creato nel corso degli anni ce n'è uno che butterebbe dalla torre?Almeno una decina. In quasi sette anni di "Quelli che il calcio" io e il mio au-tore abbiamo fatto anche molte cavolate, inventando di tanto in tanto anche personaggi molto brutti, orrendi (ride sonoramente), mentre salverei Veronica su tutte insieme all'infermiera Mimma. Veronica è parte della mia vita, man-do anche messaggi vocali con la sua voce. Non mi dispiacerebbe fare un film su di lei, Veronica esiste.

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RAI, IN ESCLUSIVA la Prima della Scala

Il 7 dicembre, dalle 17,45, la diretta da Milano in Televisione, alla Radio e su RaiPlay dell'evento culturale più importante dell'anno. Le immagini del servizio pubblico anche nelle sale cinematografiche e all'estero. Per la prima volta la trasmissione dell'Opera

arricchita dall'audiodescrizione per i non vedenti

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È la "Tosca" di Giacomo Puccini a inaugurare, sabato 7 dicembre, la stagione della Scala di Milano. E, come sempre, è la Rai a dare la possibilità a tutti gli amanti dell'opera

di seguire in diretta l'evento culturale più importante

dell'anno. Rai Cultura, infatti, proporrà a partire dalle

17.45, in esclusiva su Rai1 (su Rai1 HD canale 501 e

online sul portale RaiPlay, dove resterà visibile on de-

mand per quattordici giorni), lo spettacolo che avrà come

protagonisti sul palco, oltre a uno dei più grandi com-

positori di tutti i tempi, il direttore d'orchestra Riccar-

do Chailly, il regista Davide Livermore e le grandi voci

di Anna Netrebko, Francesco Meli e Luca Salsi. I tre atti

dell'opera lirica, completi di sottotitoli, entreranno dun-

que nelle case degli italiani, perché la grande musica è

di tutti, come hanno dimostrato i quasi due milioni di

telespettatori che il 7 dicembre 2018 hanno seguito l'a-

pertura della scorsa stagione. Le oltre tre ore di trasmis-

sione previste in diretta comportano un grande impe-

gno per il Centro di produzione Tv Rai di Milano. Grande

attenzione, infatti, è stata riservata alle riprese audio e

video dello spettacolo, che saranno garantite con tredici

telecamere in alta definizione, quaranta microfoni nella

buca d'orchestra e in palcoscenico, venti radiomicrofoni

dedicati ai solisti e al coro. Ciò per consentire la trasmis-

sione stereofonica e la radiocronaca in diretta su Radio3,

con audio surround per le sale cinematografiche e per la

tv. Sono cinquanta persone, tra cameraman, microfonisti,

tecnici audio e video ad essere impegnati per la diret-

ta, con la regia televisiva di Patrizia Carmine, che con

il suo staff sta seguendo la messa in scena dell'opera

fin dalle prime prove. Come di consueto, la Rai non si

limiterà a trasmettere lo spettacolo, ma racconterà an-

che ciò che accade attorno all'evento più atteso della

stagione a cui, quest'anno, assisterà anche il Presidente

della Repubblica Sergio Mattarella. A condurre la diretta

su Rai1, Antonio Di Bella e Milly Carlucci, coadiuvati con

i collegamenti dal foyer da Stefania Battistini: saranno

loro a incontrare, prima dell'inizio e durante gli interval-

li, i protagonisti e gli ospiti presenti. Su Radio3, invece,

saranno le voci di Gaia Varon e Nicola Pedone a raccon-

tare quello che sta accadendo. Naturalmente, saranno

coinvolte anche le diverse testate giornalistiche della

Rai con dirette, servizi e approfondimenti. Per la prima

volta poi, quest'anno, la trasmissione di un'opera sarà cor-redata dall'audiodescrizione in diretta, grazie alla quale anche le persone non vedenti potranno avvalersi di tutte le informazioni non trasmesse verbalmente: dai costumi all'aspetto e alla mimica dei personaggi, dalle azioni non parlate alle location, scenografia e luci. Il servizio, realiz-zato da Rai Pubblica Utilità-Accessibilità, sarà esteso an-che a tutto ciò che accadrà intorno allo spettacolo. L'au-diodescrizione è attivabile dal televisore sul canale audio dedicato e fa parte del percorso di inclusione intrapreso con impegno e determinazione dalla Rai, con l'obiettivo di rendere sempre più concreta e ampia l'offerta di ve-ro servizio pubblico. Si avvarranno delle riprese in Alta Definizione diffuse dalla Rai anche le circa quaranta se-di coinvolte nell'iniziativa "Prima Diffusa" del Comune di Milano, compreso il maxischermo collocato nell'Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele II. Sarà invece Rai Com a distribuire la Tosca in diretta nelle sale cinematografiche. Sono più di trenta i cinema italiani coinvolti e l'evento sarà disponibile anche in quelli di Spagna, Norvegia, Fin-landia, Svizzera, Polonia, Olanda e Gran Bretagna. L'opera verrà invece replicata in differita nelle sale di Australia,

Sud America, Russia, Belgio e Francia. Ulteriori repliche,

poi, sono previste nei prossimi mesi in molti cinema eu-

ropei. La prima del Teatro milanese potrà essere seguita

anche sui canali televisivi Arte (Francia), ZDF (Germa-

nia), RPT (Portogallo), RSI (Svizzera), CESKA TELEVIZE

(Repubblica Ceca), ACTION 24 ( Grecia) e MTVA ( Unghe-

ria) e in differita in Giappone sulla tv pubblica NHK, in

Corea su IL MEDIA e in Russia su TV Kultura. Per il mer-

cato dell'audiovisivo, infine, è prevista nel 2020 l'usci-

ta di un DVD della Tosca. Un impegno enorme, dunque,

per la Rai che si ripete da più di novant'anni: era infatti

il 1928 quando, per la prima volta, l'opera inaugura-

le della stagione della Scala, anche allora la "Tosca" di

Puccini, venne trasmessa in diretta radio grazie all'Eiar,

diventata poi Rai. Da allora il cammino comune tra ser-

vizio pubblico radiotelevisivo italiano e uno dei Teatri

più famosi del mondo è proseguito e si è arricchito gra-

zie ai nuovi mezzi a disposizione. Non resta dunque che

aspettare sabato prossimo per assistere al grande spet-

tacolo che Milano e il suo Teatro mettono in scena nel

giorno del Patrono della città, Sant'Ambrogio.

© Teatro alla Scala / Brescia - Amisano

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LO ZECCHINO D'ORO

Mercoledì 4 dicembre su Rai1 e RaiPlay

torna il Festival della canzone per bambini in diretta dall'Antoniano di Bologna. Fino a venerdì 6 l'appuntamento è alle

16.50, con la conduzione di Antonella Clerici che,

per la finalissima di sabato 7, in prima serata,

vedremo in coppia con Carlo Conti

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Uno ZECCHINO sempre più D'ORO

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Dodici canzoni in gara interpretate da 16 gio-vanissimi cantanti provenienti da 11 regioni e dal Piccolo Coro dell'Antoniano di Bologna diretto da Sabrina Simoni. È lo "Zecchino

d'Oro", il festival più amato della canzone per bambi-ni, che spegne quest'anno 62 candeline. Un'edizione a dir poco speciale, quella che sta per andare in scena su Rai1 e RaiPlay, che vede il ritorno in prima serata dell'amata manifestazione in occasione della finale di sabato 7 dicembre, eccezionalmente in onda dall'arena di Casalecchio di Reno. A condurre la grande festa dello "Zecchino", il 4, il 5 e il 6 dicembre, è Antonella Clerici: "Cerco di guardare il mondo con gli occhi di una bam-bina, vedo sempre il bicchiere mezzo pieno e penso che dovremmo tornare tutti a quel mondo lì perché è il più puro che ci sia, poi avendo una bambina di dieci anni mi è più facile – afferma la conduttrice – Lo ‘Zecchino d'Oro' è la storia dell'Italia, le sue canzoni sono delle pietre miliari. Ho anche seguito la fiction trasmessa da Rai1 dedicata a Mariele Ventre, che evidenzia il signifi-cato sociale della manifestazione". Sul grande palco di Casalecchio, insieme ad Antonella Clerici, salirà Carlo Conti che dello "Zecchino" è direttore artistico. In gara, come vuole il regolamento, le canzoni e non i picco-li cantanti solisti. Sono 22 gli autori dei brani scelti da una giuria composta da personalità del mondo del giornalismo, della musica e dello spettacolo, tra cui il Maestro Peppe Vessicchio, direttore musicale della ma-nifestazione. A decretare la canzone vincitrice sarà una doppia giuria. La prima, composta da ospiti d'eccezione quali Giovanni Allevi, Luciana Littizzetto, Ficarra e Pi-cone, Laura Chiatti e Benji e Fede, affiancherà la tra-dizionale giuria di bambini tra gli 8 e i 12 anni. Ospiti del programma anche Lampo, Milady, Pilou e Polpetta, ovvero i Buffycats, protagonisti della serie animata "44 Gatti", prodotta dalla Rainbow in collaborazione con l'Antoniano Bologna e Rai Ragazzi e in onda su Rai Yo-yo. In occasione dello "Zecchino", l'Antoniano di Bolo-gna ha lanciato la campagna ''Operazione PanÈ', attiva dal 17 novembre al 14 dicembre 2019, finalizzata al sostegno di 15 mense francescane per garantire 150 mila pasti da gennaio a dicembre 2020, pari a un terzo dei pasti complessivamente erogati in un anno dalle mense che accolgono e aiutano le famiglie in condi-zioni di grave disagio. È possibile sostenere le mense francescane donando un pasto a chi non ha da mangia-re. L'Antoniano è attivo anche ad Aleppo, in Siria, per garantire pasti, ascolto e aiuto alle famiglie che hanno subito il trauma della guerra e che adesso non hanno più nulla. Per offrire un contributo, basta inviare un sms o telefonare da rete fissa al numero solidale 45588.

ACCA di Flavio Careddu, Irene Menna, Alessandro Visintainer

SKODINZOLO di Gianfranco Grottoli, Andrea Va-schetti, Gianfranco Fasano, Giuseppe De Rosa

IL BOMBO di Alberto Pellai, Angelo Ceriani, Paolo D'Errico

TOSSE di Antos Zarrillo Maietta

I PESCI PARLANO di Valerio Ciprì, Valerio Baggio

NON CAPISCI UN TUBO di Flavio Careddu, Carmine Spera, Giuseppe De Rosa

UN PRINCIPE BLU di Flavio Careddu, Carmine Spera

METTICI LA SALSA! di Francesca Negri, Stefano Fumagalli, Federica Spreafico

SONO FELICE di Maria Elena Rosati, Lorenzo Tozzi

O TUCANO GOLEADOR di Luca Tozzi, Nadia Bor-gognoni

L'INNO DEL GIRINO di Silvestro Longo, Fagit

LA MEMORIA di Alessandro Visintainer, Irene Menna

LE 12 CANZONI IN GARA

Le canzoni in gara al 62° Zecchino d'Oro sono già diventate cartoons e sono disponibili dal

30 novembre su RaiPlay. All'interno della sezio-ne dedicata sono visibili anche i brani in anima-zione delle ultime quattro edizioni (dal 2015 al 2018) con successi che vanno da ''Meraviglioso è'' a ''La banda della pastasciutta'', da ''Un nuo-vo giorno'' a ''Canzone scanzonata'', da ''Choof the train'' a ''Quel bulletto del carciofo''. Ma le sorprese di RaiPlay non finiscono qui, la sezio-ne ''Zecchino Memories'', presenta una raccolta delle canzoni d'oro nelle interpretazioni originali dei piccoli cantanti che hanno animato lo storico appuntamento.

LE CANZONI ANIMATE SU RAIPLAY

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Sono diventati inseparabili. Vanessa Incontrada e Gigi D'Alessio, reduci dallo straordinario successo della prima puntata di "20 anni che siamo italiani", de-cidono di rispondere alle domande del Radiocorriere insieme perché, dicono, "ci sembra di essere amici da sempre".

Allora, com'è lavorare insieme?D'Alessio – Il nostro rapporto è meraviglioso. Con Vanessa mi sembra di aver fatto le elementari! L'amicizia prevale sulla parte professionale e questo è importante. Vanes-sa è una con cui ti puoi sedere sulle scale a mangiare un panino con la mortadella, una "compagna di merende", insomma (ride). Sul palco mi dimentico che lei è Vanessa Incontrada, per me è solo un'amicaIncontrada – Sì, è vero. È incredibile la complicità che si è creata tra noi e credo che questo si veda durante lo spettacolo. Basta guardarci e ci capiamo. Improvvisiamo molto, anche perché in questo show si può. Ci divertiamo, ci emozioniamo. Il nostro, poi, è un gruppo super affiatato. Se penso che siamo vicini da sole tre settimane…

Qual è l'aspetto del vostro partner che vi ha sorpreso di più?Incontrada – Ho scoperto in Gigi un grande comico. La sua comicità è enorme e non me l'aspettavo, anche perché non è da tutti. È ironico ed autoironico. Penso per esem-pio a come si pone di fronte al ballo: non sa ballare, eppure ci prova. Nella prima puntata ha fatto due passi e nella seconda, vedrete, ne farà di più…D'Alessio – Ho sempre ammirato la semplicità, la normalità di questa donna straordi-naria. È sempre sorridente e spontanea. In questo ci assomigliamo: non abbiamo due facce, quello che siamo a casa siamo sul palco. Cerchiamo di portare la nostra sempli-cità, la nostra normalità in televisione.

A proposito, Vanessa, lei ha portato nel mondo dello spettacolo un modello di donna un po' diversa dalle altre. Quanto è importante questa sua scelta?Incontrada – Tanto, penso, tanto perché il mondo è vario, ci sono forme, colori, aspetti differenti. Credo che la televisione sia un mezzo di comunicazione molto forte, dove spero di riuscire a fare passare proprio questo messaggio: il mondo è bello perché è vario!

"20 anni che siamo italiani": da cosa nasce il titolo del programma? D'Alessio – Io nasco napoletano e poi divento italiano. Mi spiego: ero famosissimo a Napoli, la mia città, ma al di fuori non mi conosceva nessuno. Poi, nel 2000, ho partecipato al Festival di Sanremo e, improvvisamente, sono diventato italiano, sono diventato popolare in tutto il Paese (ride). In realtà sono italiano dalla nascita, solo che sono stato "sdoganato" dopo Sanremo. Prima ero una realtà prettamente locale: prima rionale, poi cittadina, poi regionale e poi meridionale… Pensi che ho fatto un concerto prima a Sidney e solo dopo a Milano (ride ancora)Incontrada – Anch'io, come Gigi, sono italiana da sempre. Tutti pensano che Incon-trada sia un cognome spagnolo, in realtà è napoletano. Da parte di papà, dunque, so-

La strana coppia DI AMICI

20 ANNI CHE SIAMO ITALIANI

Vanessa Incontrada e Gigi D'Alessio, artisti versatili e molto amati dal pubblico, alla guida del nuovo varietà di Rai1, il venerdì in prima

serata, per divertire, emozionare e stupire

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no italiana e da parte di mamma spagnola, di Barcellona. Vent'anni fa però ho cominciato a vivere e lavorare stabil-mente in Italia. Qui si è giocato con la mia "spagnolità" che a me piace tanto, in realtà però sono molto più italiana che spagnola…

Vanessa, spagnola o catalana?Incontrada - Parlo sia il catalano sia il castigliano, però, sono un po' arrabbiata con il mio Paese da questo pun-to di vista. Io sono catalana, ma la Catalunya è dentro la Spagna. Non sono a favore dell'indipendenza, però è giu-sto che un Paese, una regione lotti per quello che vuole. Tuttavia non ho amato e non amo il modo in cui si lotta.D'Alessio – Io di catalano amo l'aragosta (ridono tutti e due)

Qual è la cosa che vi piace di più dell'Italia?In coro – Mangiare! (ridono)Incontrada – Non solo il cibo, che non ha eguali nel mon-do, ma anche il sedersi a tavola, il condividere, lo stare insiemeD'Alessio – A me piace tutto, a partire dalla bandiera che mi ricorda la pizza margherita, inventata a Napoli con i colori della nostra bandiera per omaggiare la Regina: il rosso del pomodoro, il bianco della mozzarella il verde del basilico. Battute a parte, siamo davvero fortunati ad esse-re italiani. È bello tutto nel nostro Paese! E sono proprio contento che, grazie a Rai Italia, il nostro Show farà il giro del mondo. È importante esportare l'italianità.

E quella che vi piace meno?D'Alessio - Di problemi ce ne sono in tutte le parti del mondo! Noi poi abbiamo avuto tutto, io e Vanessa siamo stati fortunati. Magari ci sono persone più brave di noi che non hanno avuto il nostro successo, quindi non lamentia-moci…Incontrada – L'Italia è un Paese difficile per molti aspet-ti, difficile da gestire, da governare, perché ci sono molte complessità. E questo da sempre. Andando avanti con il tempo, però, mi sembra che sia tutto il mondo ad essere in grande difficoltà…

Vanessa, qual è il suo rapporto con la musica?Incontrada – Io nasco con la musica. Il mio primo pro-gramma, avevo 19 anni, si chiamava "Super Classifica Show". Poi ho lavorato tanti anni in radio, quindi la musi-ca mi appartiene. Ascolto tutto, non ho preferenze. Penso che la musica sia anche un momento di vita, un'emozio-ne. Quindi, quando sono triste ascolto un tipo di musica, quando sono felice un altro, quando ho bisogno di energia un altro ancora. Insomma, mi piace tutta…

D'Alessio – E adesso è in fissa con le mie canzoni… (ridono)

A proposito di canzoni, D'Alessio, quella che ha presentato a Sanremo quando è stato sdoganato si intitolava "Non dirgli mai". C'è qualcosa che ha detto a qualcuno di cui si è pentito?D'Alessio – Onestamente io ho sempre parlato con il cuore in mano. Se ho fatto male a qualcuno, l'ho fatto in buo-na fede, non sono proprio predisposto alla cattiveria. In un'altra mia canzone ho scritto "odiare è un sentimento che non ho". Sono felice e contento. Alla sera dormo, anche solo cinque ore se non ho tempo, ma dormo. Non credo di aver fatto male a qualcuno, forse ho ricevuto del male, però sono sempre quello che perdona, perché a me vivere con rancore, con invidia non piace. Poi ho una fortuna: ogni tanto mi giro indietro per apprezzare quello che ho ed essere grato.

Quali sono i vostri impegni futuri dopo questo programma?Incontrada – Ci sarà teatro, televisione e cinema. A teatro una commedia dal titolo "Scusa ma sono in riunione… ti posso richiamare?" e in tv la fiction "Angela" in gennaio su Rai 1 e poi un'altra in aprile. Al cinema, poi, ci sarà un altro film, ma non posso anticipare nulla al proposito, se no mi picchiano … (ride)

Lei ha anche appena scritto un libro …Incontrada - Sì, è il secondo, sempre a quattro mani con mia mamma. Si intitola "Le bugie uccidono", è un romanzo, un thriller che abbiamo inventato. Ci abbiamo messo qua-si due anni e mezzo a scriverlo e il mio prossimo scopo è farlo diventare un film

D'Alessio, e il suo futuro?D'Alessio - Finito il programma farò una serie di concerti insieme ad un altro napoletano, Nino D'Angelo, a Napoli, Milano e Roma. Poi partirò per una tournée mondiale, con tappe in Canada, negli Usa, in Sud America, in Europa, in Cina, in Giappone e in Australia. Dopo la prossima estate vedremo quello che succederà…Incontrada – Mi permetto di aggiungere, a nome di tutti e due, che faremo anche i genitori, perché io ho un marito e un figlio…D'Alessio – Pensa che io ne ho quattro di figli…

Un ultima domanda: qual è il ricordo più bello che avete di questi "20 anni che siete italiani"?D'Alessio – Io rispetto tutto quello che ho fatto, perché se sono qui è proprio grazie a questi 20 anni passatiIncontrada – Sicuramente la nascita di mio figlio, undici anni fa. Ho partorito in Spagna e quando aveva solo 12 giorni l'ho portato in Italia.

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LORENZO, la passione e il potere

I MEDICI

Si conclude la saga de "I Medici" coproduzione internazionale venduta in oltre cento Paesi. La

terza stagione della serie in onda su Rai1, RaiPlay

e Rai4K da lunedì 2 dicembre in prima serata

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Il Rinascimento e la più nota famiglia fiorentina di sem-pre tornano protagonisti della prima serata di Rai1 con "I Medici – Nel nome della famiglia", coproduzione interna-zionale diretta da Christian Duguay, realizzata da Lux Vi-

de in collaborazione con Rai Fiction, Big Light Productions e Altice Group e distribuita da Beta Film. Da lunedì 2 dicembre per quattro serate (3, 9, 10 dicembre) Daniel Sharman torna a interpretare il Magnifico. Accanto a lui Alessandra Mastronar-di (Lucrezia Donati), Synnøve Karlsen, (Clarice Orsini), Aurora Ruffino (Bianca dÈ Medici). ''In questa stagione andiamo più a fondo nella storia. Il desiderio di vendetta si è sedimentato in Lorenzo – afferma Sharman –. C'è la perdita della giovinezza, il Magnifico si è consolidato come uomo in grado di gestire il potere. Penso che la sua umanità si possa osservare soprattut-to attraverso gli occhi della famiglia. Vedere Lorenzo rischiare di perdere il proprio potere è la cosa più affascinante". Per il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta la serie "I Medici" ha aperto un percorso strategico per la fiction di Viale Mazzini, "che ha accresciuto l'autorevolezza e la credibilità della nostra produzione al livello più alto del mercato internazionale. La terza serie chiude la saga della famiglia iniziata con Cosimo e proseguita con la giovinezza di Lorenzo il Magnifico". Un lavoro complesso, articolato, teso alla continua ricerca della qualità. "Abbiamo trasformato la grande storia in un prodotto seriale capace di coinvolgere il pubblico globale. Una sfida giocata a partire da uno dei capitoli più importanti del nostro passato, nel contesto di un periodo che ha segnato un'epoca nel cammi-no verso la modernità, il Rinascimento. Un'esperienza innova-tiva e preziosa per Rai Fiction e per il servizio pubblico, carat-terizzata dalle ambizioni di qualità che hanno coinvolto tanto talento italiano e internazionale". Nel cast della terza stagione anche Francesco Montanari, che sarà il monaco benedettino Girolamo Savonarola. "Insieme al regista siamo partiti da una domanda – dice l'attore –. Come fa un uomo ad avere così tanti follower se non ha Instagram? Abbiamo iniziato a lavorare su quel perché, abbiamo fatto scendere il concetto di predicato-re dal piedistallo, per raccontare un essere umano che crede nell'umanità e in Dio come salvezza prima terrena e poi spiri-tuale. Questi personaggi sono come degli archetipi universali, che si pongono domande che ci riguardano tutti. Ognuno cerca il proprio equilibrio e indirizzo. Nella società attuale, Savonaro-la sarebbe come una Greta di oggi? Potrebbe, perché no". A dare il volto a Papa Innocenzo VIII sarà invece Neri Marcorè. "L'Italia è diventata famosa nel mondo come terra dell'arte, della bel-lezza, della fantasia e della creatività grazie al Rinascimento, nel quale la produzione artistica è stata enorme – afferma Mar-coré –. Ribadire questi concetti a noi stessi e all'esterno, anche attraverso una serie, è molto importante". "I Medici – Nel nome della famiglia" sarà disponibile in streaming e on demand su RaiPlay e tramesso anche in Ultra HD su Rai 4K al tasto 210 del telecomando di TivùSat.

A pochi mesi dalla Congiura dei Pazzi, Lorenzo è anco-ra animato dallo spirito di vendetta. Si consuma uno

scontro a distanza con Papa Sisto IV; di questo conflitto tenta di approfittare il crudele conte Riario, l'ultimo dei congiurati rimasto in vita, che cerca di far scoppiare la guerra tra Firenze e Roma. Mentre la famiglia Medici viene a sapere dell'esistenza di Giulio, figlio illegittimo del de-funto Giuliano, a Firenze giunge un frate domenicano che sembra capace di leggere nel cuore di Lorenzo: Girolamo Savonarola. L'entrata in campo del Regno di Napoli accan-to alle truppe papali rischia di segnare la fine di Firenze. Tra i Priori c'è chi dubita di Lorenzo, ma il Magnifico, deci-so a non lasciare che la città cada in mano ai nemici, tro-va uno stratagemma per esautorare i Priori sostituendoli con il Consiglio dei Dieci, composto da uomini a lui fedeli. Quando Clarice, incinta, viene mandata in campagna con i bambini, la famiglia subisce un attacco da parte degli uo-mini di Riario. Di fronte all'approssimarsi della minaccia militare sulla città, Lorenzo decide di partire alla volta di Napoli con il suo nuovo consigliere Bruno Bernardi, per cercare di spezzare l'accerchiamento e riportare la pace.

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naggio, che lo richiedeva, ho cercato di trasferire tutte le mie titubanze, timori. Questo sentimento è stato il nostro primo punto di contatto, ben visibile nel rapporto di Valentina con Vanni, nella sua scoperta dell'amore, nell'incontro con la vita. In fase di studio, per avvicinarmi a lei, immedesimarmi, mi so-no documentata con una zia psicologa. Il tentativo era cercare di capire cosa prova una persona con un passato difficile, qua-le sia la ricerca di colmare quel vuoto d'amore. C'è però una cosa in comune, il parlare troppo, soprattutto quando siamo nervose (ride).

Valentina però nella serie conosce un po' di amore…Sì, ha la fortuna di incontrare Lapo, uno dei "pezzi unici" che la sostiene, la protegge. È un incontro che le dà forza e le per-mette di iniziare un percorso di rinascita.

C'è un aggettivo che la descrive più di altri?Curiosa. La curiosità, soprattutto per un attore, è fondamenta-le. Ti sprona alla ricerca di nuove realtà, alla scoperta di altri mondi, ti costringe a scavare nel personaggio. Essere curiosi spinge una persona sempre un po' più avanti, la nutre.

Nella vita cosa la incuriosisce?Tutte le novità, recitare, la storia dell'arte e la letteratura, pas-sioni che ora sono materia di studio all'Università di Economia e Gestione dei beni e delle attività culturali di Ca' Foscari, a Venezia, e che incastro con l'Accademia.

Cosa ha provato nel vedere Venezia messa a dura prova dal mal tempo?È stato difficile. Alcuni amici dell'università hanno dato un aiuto per pulire la città, c'erano pezzi di ponti divelti, situa-zioni drammatiche. È triste vedere un luogo così bello, unico, sgretolarsi piano piano. Venezia, come Roma, ha qualcosa di speciale nell'aria, comunica magia e vederla così fragile, a ri-schio, fa male.

Una vita e una carriera tutte da costruire. Come guarda il futuro?Con serenità. Sono giovane, molto contenta delle opportunità e dei risultati avuti fino a questo momento. Non ho la smania di arrivare subito, voglio studiare, formarmi e diventare brava, continuare a lavorare. Questo mi dà felicità. Fare l'attore non è solo un lavoro, è qualcosa che ti coinvolge completamente.

Cosa la emoziona?La bellezza, quella più profonda. In questo momento, mentre faccio l'intervista, sono su una terrazza da dove ho la fortuna di ammirare un tramonto rosa sulle montagne. Una cosa sem-plice, ma è nei dettagli che si esprime l'arte.

Carolina, giovanissima, in un progetto così importante. Ri-vedersi in tv l'ha emozionata?Ho provato un'emozione grandissima. Sono la più gio-vane del gruppo e, da quando è iniziata questa avven-

tura, sono stata catapultata in un mondo nuovo senza sapere troppo bene come muovermi. Si è formato un bel gruppo di amici, Cinzia è stata una guida per tutti noi e Sergio Castellitto un maestro. È stata una scuola, sei mesi bellissimi. La prima puntata di "Pezzi Unici" abbiamo voluto vederla tutti insieme - attori, regista, produttori – perché era importante condividere le nostre sensazioni. Le altre, però, le ho guardate con la mia famiglia. Una soddisfazione.

Che reazioni hanno avuto i suoi familiari?Le mie sorelline, che hanno sei e otto anni, erano abbastanza sotto shock perché stavano sedute accanto a me e contempo-raneamente mi vedevano in tv.

Come è arrivata a Pezzi Unici?Studio recitazione da quando avevo quindici anni all'Accade-mia Da Ponte di Vittorio Veneto. Un giorno, durante la rappre-sentazione di "Romeo e Giulietta", quello che è diventato ora il mio agente, è venuto a teatro e mi ha proposto di entrare nella sua agenzia. Così, dall'ultimo anno di liceo, ho iniziato a fare su e giù dal Veneto a Roma per i provini e, tra questi, quello di "Pezzi Unici". Quando ho saputo di essere stata scelta da Cinzia Th Torrini per il ruolo di Valentina, nonostante la mia giovane età e la poca esperienza, sono scoppiata di gioia. È una gran-dissima opportunità.

Come ha vissuto l'esperienza davanti all'occhio vigile e al tempo stesso silente della macchina da presa?Il teatro e il cinema partono dalla stessa sensibilità, ma si esprimono con modalità diverse. Una macchina da presa co-stringe l'attore a una maggiore attenzione, a usare il proprio corpo e la propria voce in modo più minimale. Chi fa questo mestiere deve sapersi adattare, cambiare sempre. Quel che funziona a teatro, dal vivo, non è detto valga per la televisione e il cinema. Mi piace passare dal palco del teatro, dalla sen-sazione del contatto diretto con lo spettatore, alla recitazione davanti a una macchina da presa. Sono emozioni diverse, ma sempre emozioni.

Cosa unisce, o divide, Carolina al suo personaggio?Valentina ha avuto una vita complicata, fatta di abusi e traumi. Sotto questo aspetto, ovviamente, non mi sento vicina a lei. Entrambe abbiamo però le nostre insicurezze. Il set di "Pezzi Unici" è stato la mia prima esperienza televisiva e al perso-

CAROLINA SALA

La bellezza IN UN DETTAGLIO

Carolina Sala è il "pezzo unico" più giovane della

serie, una ragazza curiosa, amante dell'arte e della letteratura, che guarda al futuro con serenità: «Non ho la smania di arrivare subito, voglio studiare, formarmi e

diventare brava, continuare a lavorare. Questo mi

dà felicità. Fare l'attore non è solo un lavoro, è

qualcosa che ti coinvolge completamente»

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PEZZI UNICI

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Non mi ero mai sentito così vivo. A diciotto anni, dopo il liceo, sono partito per gli Stati Uniti e ho frequentato la Stella Adler Studio of Acting di New York. Alla fine degli studi e con un baga-glio più pensante di esperienza sono ritornato in Italia.

Teatro, cinema, tv. Tre palcoscenici diversi, tre modalità differenti di presentarsi al pubblico…Mondi diversi per struttura e per regole, ma che di base hanno in comune lo stesso ingrediente: il gioco. Un attore si mette in gio-co e regala al pubblico ogni parte di sé, diventa un giocoliere che cerca l'equilibrio di tutto quello che ha dentro per donarlo agli altri. Su un palco, o davanti alla telecamera, ci si deve concedere con piacere.

Esiste un modo diverso di vivere il mestiere dell'attore in Italia e in America?Un attore lo è ovunque, quel che conta è quanta passione ha. Forse il mercato americano è più competitivo. A New York o a Los Angeles, dove tutti sono o vogliono essere attori, c'è una guerra spietata e sei costretto a imparare subito a diventare imprendito-re di te stesso e a prenderti cura di te. In Europa c'è una maggiore umanità. Alla fine, però, il linguaggio creativo è lo stesso in ogni parte del mondo.

Forse all'estero si ha il coraggio di sperimentare di più? Forse. Quello che ho notato fuori dall'Italia è una grande fame. Quando decidi di fare un lavoro artistico, attore, cantante, regista, ti chiedono se hai un piano "B". Penso che se ci credi veramente, devi avere il coraggio di buttarti senza paura, senza pensare a un piano di salvataggio.

La tv dà molta popolarità. Come vive questa opportunità?

Quando succederà le saprò dire (ride). Mi ha stupito molto l'im-patto, forte e immediato, che la televisione ha sulla gente. Si en-tra nelle case delle persone, nella loro quotidianità con un gesto semplice: accendere la tv. Ho lavorato al cinema e a teatro, per me è la prima volta che mi confronto con questo mezzo. La popo-larità va gestita con intelligenza, è facile diventarne schiavi. Se il tuo mestiere ti porta molta visibilità, è bene usarla per qualcosa di importante.

La tv entra nelle case, le piattaforme digitali come RaiPlay ti seguo-no ovunque. Che spettatore è Lorenzo De Moor?È incredibile quanta scelta abbiano oggi gli spettatori. Ti viene la labirintite se non stai attento. In questo momento sono in una fase di ritorno e, dopo una lunga overdose di serialità, ho risco-perto il piacere di guardare un bel film e andare alla ricerca di qualcosa che non sia necessariamente alla portata di tutti.

Dove la vedremo prossimante? Al cinema con "Dolce fine giornata", un film diretto da Jacek Bor-cuch con Kasia Smutniak, molto apprezzato al Sundance Film Fe-stival. È stato venduto in tutto il mondo e in primavera arriverà in Italia.

Pezzi Unici sta riscontrando il gradimento del pubblico, una serie molto amata…Sono molto contento perché è un progetto a cui tutti teniamo molto. La prima puntata l'abbiamo voluta guardare insieme a casa di Cinzia (la re-gista) per condividere un momento speciale. Capire che il pubblico sta

apprezzando il nostro lavoro è un'emozione unica.

Ci racconta il suo provino per la serie?Ho saputo dei provini per la serie mentre lavoravo per un film a Volterra. Non potevo lasciarmi sfuggire l'occasione di partecipare a una selezione per una fiction am-bientata in Toscana e recitata nel mio dialetto. Sono andato a Roma per sostenere il provino per Elia, il musicista di Pezzi Unici, e ho ottenuto la parte di Lorenzo, il figlio di Vanni. È stata Cinzia Th Torrini a chiedermi di provare a mettermi in gioco con questo personaggio. Dopo il secondo provino, uscendo dalla stanza la regista chiese a Sergio Castellitto: "Che te ne pare lui come figlio?" Lui mi ha guardato, mi ha detto: "Mettiti un attimo di profilo… il naso è giusto. Mi piace".

Lavorare con una regista come Cinzia Th Torrini, un'opportunità importante per un gio-vane attore? È stata una grande scuola. Cinzia è una professionista unica, che conosce profon-damente cosa vuole il pubblico e che sa come portarglielo. Ha sempre tutto sotto controllo e sa cogliere ogni sfumatura delle storie e dei personaggi.

Cosa rende speciale una storia come "Pezzi Unici"?La capacità di far immedesimare il pubblico nelle storie dei suoi protagonisti.

La sua esperienza con Sergio Castellitto? Nella serie Sergio interpreta Vanni Bandinelli, un artigiano eccezionale che ha però fallito come padre, non è riuscito a capire e ad aiutare suo figlio. Nei suoi "pezzi uni-ci" trova dunque la possibilità di ricostruirsi come persona. Lavorare con un attore come lui è forse una delle esperienze più formative della mia carriera. Ho incontrato un maestro e vederlo al lavoro ti lascia senza parole. Per un attore giovane come me è una fortuna misurarsi con chi è più bravo e ha più esperienza. Sergio è una persona che ti sorprende sempre, non ci si annoia mai perché riesce a catturare l'attenzione delle persone. È un grande giocatore.

Ci parla del suo incontro con Lorenzo, il personaggio che interpreta nella serie?Nelle prime puntate capiamo subito che Lorenzo è morto ed è solo grazie a continui flashback che lo spettatore si fa un'idea della sua storia. Mi sono avvicinato a Loren-zo dimenticandomi del fatto che fosse morto e mi sono concentrato sulle ragioni che lo hanno portato a morire. L'ho studiato nei minimi particolari, l'ho messo in connes-sione con gli altri personaggi e ho cercato di "vivere" quel rapporto mancato con il padre. Di Lorenzo mi ha affascinato il suo carisma, la voglia di "ritrovarsi" attraverso gli altri e, nonostante tutti i problemi, l'attaccamento alla vita.

Quando ha capito che avrebbe voluto fare l'attore?È un mondo che mi ha sempre affascinato quello dello spettacolo, anche perché la mia è una famiglia di artisti: mia mamma faceva la costumista e mio padre l'attore. A tredici anni ho avuto la fortuna di incontrare Cristina Pezzoli, una regista di teatro, che a Prato aveva fondato Spazio Compost per avvicinare l'arte alle problematiche sociali. Feci la mia prima esperienza sul quel palco e, anche se per gioco, confrontar-mi con attori professionisti mi convinse che recitare sarebbe stato il mio mestiere.

LORENZO DE MOOR «Credo non ci sia niente di più bello di sentirsi parte attiva

di una creazione. Recitare non è

solo una passione, un lavoro, è uno

strumento che mi costringe a scoprire qualcosa in più di

me». Il RadiocorriereTv incontra il giovane Lorenzo De Moor, protagonista della serie "Pezzi Unici"

diretta da Cinzia Th Torrini

è come un equilibrista…

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lingo L'ATTORE

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crisi che stiamo vivendo dura da 11 anni, ma meglio una crisi economica che un conflitto.

Cosa la unisce al suo Umberto?Umberto Guarnieri è un banchiere. Io, come secondo lavoro, faccio l'imprenditore. Ci accomuna la voglia di fare, di costru-ire, anche se a livelli diversi i concetti basilari sono gli stessi. Ho aperto una locanda che è per me grande motivo d'orgo-glio, ci lavora una ventina di giovani, c'è qualcuno che grazie a quell'impiego è riuscito a farsi una famiglia, qualcun altro si è comprato la macchina. Sono felice di avere contribuito a dare una prospettiva ad alcuni giovani.

A proposito di giovani, sono in molti quelli che seguono "Il Paradiso"…È una serie trasversale. Sui social, così come su RaiPlay, siamo seguiti anche da un pubblico giovane. A guardarci ci sono per-sone di ogni tipo, per età e stato sociale.

Come si trova sul set?Si tende forse a banalizzare, a pensare che quello che svolgia-mo sia un lavoro quasi impiegatizio, ma non è per nulla così. Personalmente mi diverto moltissimo, non leggo mai il copio-ne, se non le mie battute, per vivere la storia work in progress, quasi come se fosse la mia vera vita. Tutto questo mi ricorda un po' i primi sceneggiati trasmessi in diretta televisiva dalla Rai tanti anni fa. Giriamo con due mesi d'anticipo rispetto alla messa in onda e abbiamo molti vincoli da rispettare, a partire dal minutaggio da realizzare ogni giorno. Non possiamo as-solutamente perdere il ritmo. Ci capita di girare anche dieci scene diverse con dialoghi molto impegnativi.

Quando trova il tempo per studiarli?Dobbiamo arrivare sul set preparati per calarci nel nostro personaggio, al quale cerchiamo di dare colore per non farlo appiattire. Nel week-end leggo e studio le scene per la setti-mana successiva.

A fine giornata cosa fa?Mi riposo, non ho più voglia di andare in giro a fare casino, ne ho fatto abbastanza in passato (sorride), quindi non vedo l'ora di fare la mia "divanata". Stasera, ad esempio, guardo "X factor" di cui sono grande fan.

Roberto Farnesi è un uomo felice?Sono un uomo soddisfatto. Mi piace ciò che mi è successo fino a oggi, ma la felicità è cosa rara, difficile, è un fotogramma che poi passa. Ambisco alla serenità.

Cosa pensa del domani?Che è già passata tanta strada, il domani mi piace perché non sai mai cosa ti riserva. C'è ancora tanto da fare e non solo in ambito lavorativo. Ho sempre la speranza di essere stupito, di trovare nuovi stimoli e nuove occasioni.

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Roberto, come sta dopo il recente infortunio domestico?Molto meglio. È stata una leggerezza, mi sono arrampi-cato sull'armadio per prendere alcuni abiti pesanti, ho

appoggiato il piede sulla mensola che è caduta. Ho avuto una frattura composta a una costola ma sono in pista, si lavora sen-za tregua (sorride). Sono sciocchezze che possono avere conse-guenze serie, questa volta mi è andata bene…

"Il Paradiso delle Signore" vive una seconda stagione di suc-cessi. Soddisfatto del risultato?Moltissimo, ho sposato questo progetto con entusiasmo sin dall'inizio. "Il Paradiso delle Signore - Daily" poteva non sembra-re una novità, invece lo è stato per molti motivi. Innanzitutto è un quotidiano ed è anche un ibrido tra una fiction e una soap. E poi è un prodotto che funziona benissimo, oltre che su Rai1, anche su RaiPlay, dove occupa i primi posti per numero di vi-sualizzazioni. La piattaforma della Rai proietta "Il Paradiso" nel futuro e la cosa è entusiasmante.Altra sfida vinta è quella dalla macchina produttiva, che va a pieni giri. Realizzare quasi 40 minuti al giorno, che è la durata di un episodio, poteva sembrare un'utopia, ma ci siamo riusciti. Anche per questo motivo ero rimasto sbalordito, perplesso, in merito alle voci della chiusura del progetto la primavera scorsa. Raccontiamo l'Italia del boom economico, recitiamo in costume, le nostre sartorie fanno dei miracoli cucendo i vestiti anche di notte. Il risultato è davvero spettacolare. Mettiamo in scena una storia tutta italiana, che racconta il nostro passato recente con una certa fedeltà, è veramente una gran figata.

Dopo tante puntate cosa ha capito di più degli anni Sessanta? Si stava meglio quando si stava peggio?Vivo in Toscana da sempre e la mia casa si trova nelle campa-gne di Viareggio, a pochi passi dal mare. Negli anni Sessanta la Versilia era una cosa pazzesca, tanto da invidiare un po' chi l'ha vissuta. C'erano "La Bussola", Califano, Mina, Patty Pravo, Fred Bongusto, c'era tanto entusiasmo. Sono stati anni certamente favolosi, ma attenzione, il boom economico seguì la Seconda guerra mondiale, momento storico in cui era tutto da rifare e da ricostruire. Dico quindi, non lamentiamoci troppo, è vero che la

IL PARADISO DAILY

Roberto Farnesi è Umberto Guarnieri ne "Il Paradiso delle Signore", uno dei personaggi più

amati. Il RadiocorriereTv incontra l'attore toscano: "Sono un uomo soddisfatto, mi piace ciò che mi è

successo fino a oggi". E sulla serie di Rai1 afferma: "Con il nostro daily raccontiamo l'Italia del boom

economico, il risultato è davvero spettacolare"

Una bellissima SCOMMESSA VINTA

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Il 6 dicembre "Petrolio" debutta in prima serata su Rai2, dove ci porterete?Nella prima puntata andremo alla scoperta di Amazon, il gigante americano dell'e-commer-ce, che non è semplicemente una grande azienda di consegne a domicilio, ma un vero e proprio sistema di vita che sta colonizzando il mondo intero. Analizzeremo i suoi segreti

e ci troveremo di fronte a una realtà veramente sorprendente. Nel giro di vent'anni Amazon è diventata una delle società più potenti del mondo, con il maggior numero di clienti in assoluto, il cui proprietario, Jeff Bezos, si può permettere di avere un programma spaziale proprio. Tutto è avvenuto in poco tempo sotto i nostri occhi, vogliamo capire che effetto ha tutto questo sulla nostra vita. Visto che Amazon sa molte cose di noi, cercheremo di sapere molte cose di lei.

E nelle settimane successive?Racconteremo come la vita degli animali selvatici è arrivata ai confini delle nostre città. Una grande avventura naturalistica attraverso la quale andremo a scoprire gli angoli più reconditi del Paese, cercando anche di capire come il cambiamento climatico sta impattando su di noi. Ci occuperemo quindi di ricerca scientifica e di come questa sta rivoluzionando il mondo delle cure delle malattie più serie. La società si trasforma rapidamente e così "Petrolio" racconta l'evoluzione scientifica, tecnologica e naturalistica. Il metodo è quello, rigorosissimo, del giornalismo d'inchie-sta, che si unisce a un racconto attento della realtà.

Quali sono le novità di questa stagione?Abbiamo inventato dei personaggi in stile Muppet, che verranno a trovarci nel corso delle pun-tate per disturbare il racconto. Sono gli "Haters", gli odiatori, diventati ormai uno stereotipo della nostra società. Sono quelli che non credono mai a niente, che vedono tutto nero, che sono sempre in disaccordo qualunque cosa tu dica. Interagiremo scherzosamente con loro. Avremo anche una nuova rubrica che si chiama "Black Mirror", un particolare faccia a faccia attraverso un sistema molto sofisticato che rimanda le immagini sul volto della persona intervistata, mettendo in rap-porto l'elemento psicologico dell'intervista classica a quello tecnologico.

Pronti alla sfida del prime time?Fare informazione in prima serata è difficile ma bello al tempo stesso. Bisogna costruire un'abitu-dine a un certo tipo di linguaggio in una rete che aveva rinunciato a questo.

A chi si rivolge "Petrolio"?A tutti, a un larghissimo pubblico, a partire proprio dai più giovani che spesso non sono più abi-tuati a guardare la televisione. Le nostre puntate si possono rivedere su RaiPlay. Oggi la Tv va oltre il flusso lineare, la puoi fruire seguendo le tue abitudini, le tue necessità. La piattaforma ci dà la possibilità di mantenere vivo un contenuto più a lungo.

Oggi cosa riesce a incuriosire Duilio Giammaria?Tutto ciò che ha a che fare con l'evoluzione tecnologica, con il cambiamento. La scorsa settimana sono andato a Seattle, città laboratorio del futuro del mondo, una realtà di soli 700 mila abitanti che ospita aziende come Amazon, Microsoft, Starbucks e altre ancora. Una città di provincia che ci aiuta a capire in quale direzione stiamo andando.

PETROLIO

FACCIAMO INCHIESTA per raccontare il cambiamento

Dal 6 dicembre il programma di Duilio Giammaria conquista la prima serata di Rai2. Tre puntate nel mese di dicembre, altre tredici a partire dalla metà di

febbraio. Si comincia con un viaggio nel mondo di Amazon

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"La verità è nel fondo di un

pozzo... È questo l'incipit della puntata di lunedì 2

dicembre alle 23.05 su Radio1 con Vito Cioce, Marcella Sullo e Luigi Gallo, presidente della

Commissione Cultura della Camera che ha promosso la Legge sul libro. Scrivi subito il tuo Miniplot come commento al post che trovi in alto sulla pagina Facebook Radio1 Plot Machine.Per il Concorso dei Racconti invia al sito plot.rai.it la tua opera inedita in 1500 caratteri sul tema LA STRADA. In gara per essere ascoltato su Radio1 ed essere pubblicato poi nell'e-book di Rai Libri.

RADIO1 PLOT MACHINE CULTURA

Cinque appuntamenti con grandi classici del balletto, dal "Giselle" interpretato nel 2015 alla Scala dalle étoiles Svetlana Zakharova e Roberto Bolle al "Marco Spada ovve-ro La figlia del bandito" che nel 1982 vide Rudolf Nureyev nel ruolo del protagonista all'Opera di Roma, fino alle fiabe classiche del Natale come "Lo schiaccianoci" mes-so in scena nel 2012 al Teatro La Fenice e "Gli stivaletti" allestito al Teatro Lirico di Cagliari nel 2014. È l'omaggio che Rai Cultura dedica al balletto classico nel mese di di-cembre, in onda ogni domenica alle 10.00 circa su Rai5, che si concluderà con la prima tv del balletto "La bella addormentata nel bosco", messo in scena al Teatro alla Scala nel giugno 2019 con Polina Semionova e Timofej Andrijashenko, con cui Rai5 festeggerà l'ultimo dell'anno martedì 31 dicembre alle 21.15.Si comincia domenica 8 dicembre alle 10.00 su Rai5 con il balletto romantico per eccellenza: "Giselle", proposto nel-la storica coreografia di Jean Coralli e Jules Perrot messa

Domenica all'opera NUOVO CICLO

Omaggio al balletto classico GISELLE (2015)

Con Svetlana Zakharova e Roberto Bolle

Tra i più grandi interpreti del rock contemporaneo, Elton John è considerato la massima espressione del movi-mento piano-rock. Il documentario della serie "Discove-ring music", in onda mercoledì 11 dicembre alle 22.25 su Rai5, ripercorre la carriera stratosferica del ‘Rocket Man' che nei panni di pianista è diventato una rock star. Il documentario segue il suo viaggio da cantautore in erba fino all'apice della sua carriera, negli anni '70. Ar-tista e performer estroso, con i suoi abiti sgargianti e la sua ironia Elton John è uno dei pochissimi musicisti ad essere ancora nelle posizioni più alte delle music charts dopo 40 anni di carriera.

GHIACCIO BOLLENTEDiscovering Music – Elton John

in scena alla Scala nel 2015. Considerato l'emblema del "balletto perfetto", lo spettacolo vede nei ruoli principali, la coppia star della danza internazionale Roberto Bolle e Svetlana Zakharova. Al loro fianco Vittorio D'amato (Hila-rion), Francisco Sedeňo (Duca di Courland), Flavia Vallone (Principessa Bathilde) Annalisa Masciocchi (madre di Gi-selle), Sophie Sarrote e Antonino Sutera nel passo a due (contadini). Sul podio David Coleman. Scene e costumi di Aleksandr Benois. Regia televisiva Tina Protasoni. Nello spettacolo, variazioni in scena, costruzioni coreografiche e l'intenso struggente passo a due finale ripercorrono la storia d'amore, tradimento e redenzione in cui Giselle tor-na in vita, muore d'amore e salva il suo amante fedifrago.Gli appuntamenti con il balletto proseguiranno a dicembre con "Marco Spada ovvero La figlia del bandito" (domenica 15), "Lo schiaccianoci" (domenica 22), "Gli stivaletti" (do-menica 29), per finire la sera dell'ultimo dell'anno con "La bella addormentata nel bosco (martedì 31 alle 21.15).

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Proseguono con successo le giornate di Rai Radio2 dedicate ai big della musica, così lunedì 9 dicembre sarà il "Biagio Antonacci Day". In occasione del lancio

del nuovo singolo, "Ci siamo capiti male", che anticipa il ritorno dell'artista con l'album "Chiaramente visibili dallo spazio", Biagio Antonacci sarà protagonista di una vera e propria maratona radiofonica targata Radio2. Si parte con Luca Barbarossa e Andrea Perroni in diretta dalle 10.30, dalla nuova Sala B di Via Asiago, per una puntata speciale di "Radio2 Social Club": a loro il compito di raccontare la parte più propriamente artistica del cantautore, con il taglio sempre ironico che contraddistingue il programma e con il sostegno musicale della Social Band. Alle 12 sarà la volta

di "Non è un paese per giovani", con Giovanni Veronesi e Max Cervelli, e il loro modo dissacrante di affrontare qualsiasi tematica; alle 16 Antonacci sarà ospite di Mauro Casciari e del duo comico Corrado Nuzzo e Maria Di Biase che gli apriranno le porte di "Numeri Uni". Il Biagio Day si concluderà con la partecipazione "notturna" al programma di Andrea Di Ciancio e Roberto Arduini "I Lunatici", in onda dalle 00.30 alle 6. Per partecipare allo speciale "Biagio Antonacci Day" di Radio2 Social Club è possibile scrivere a [email protected] e attendere conferma. L'evento sarà anche in streaming su RaiPlayRadio.it/Radio2, sulla app RaiPlay Radio e con contenuti speciali e dirette sulle pagine Facebook, Instagram e Twitter di @RaiRadio2.

SU RAI RADIO2,

È BIAGIO ANTONACCI DAY!

RADIO2

TELEVIDEO Lu 14 Ott 11:25:35

ULTIM'ORALA GUIDA COMPLETA AI PROGRAMMI

RAI LA TROVATE ALLA PAGINA 501

DEL TELEVIDEO

E ALLA PAGINA 482 DEL TELEVIDEO

TUTTE LE ANTICIPAZIONI DEL

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RAGAZZI

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Su Rai Gulp è già Natale. Da lunedì 1 dicembre arriva "Il Calendario dell'Avvento": 24 giorni alla scoperta della festività più bella dell'anno, la più

amata dalle famiglie e dai ragazzi. La trasmissione va in onda tutti i giorni alle ore 13.15 e alle ore 16.20 su Rai Gulp fino al 24 dicembre. Le puntate saranno inoltre disponibili su RaiPlay.Nei giorni che precedono il 25 dicembre, in ogni Regio-ne d'Italia, si moltiplicano i preparativi: scuole, famiglie, comunità si ritrovano per realizzare oggetti, decorazio-ni, ricette spesso legate ad antichissime tradizioni. Nel corso di 24 puntate alcuni ragazzi delle varie regioni italiane faranno conoscere il loro Natale.Al magico passaggio di una stella cometa, spalanchere-mo la casella del giorno ed entreremo di volta in volta in un luogo diverso: dalla Val d'Aosta alla Sicilia, dal Trentino Alto Adige alla Puglia, tra eventi spettacolari ed emozionanti tradizioni.La casella del primo dicembre si è aperta sulla via dei presepi più famosa d'Italia, via San Gregorio Armeno, a Napoli. Nell'affascinante cornice di un laboratorio d'ar-te presepiale, tra minuscoli zampognari, angeli e pa-stori, tre giovanissimi protagonisti costruiranno il loro personalissimo presepe.Alla scuola primaria di San Gavino, in Sardegna, invece, si prepara il concerto di Natale, si intonano famose me-lodie e tradizionali canzoni in lingua sarda. Vicino alla spiaggia di Lignano Sabbiadoro, in Friuli Venezia Giulia, c'è un presepe davvero insolito: i personaggi, le case, gli animali, ogni particolare è fatto di sabbia. A Roma, nel quartiere di Trastevere, scopriamo il pangiallo e le an-tiche leggende legate a questo dolce laziale, tipico del periodo natalizio. In Emilia Romagna invece c'è il "Na-tale negli abissi", con protagonista un gruppo di squali.Nelle Marche la finestra dell'Avvento si apre su un borgo medioevale, mentre in Abruzzo "Il Calendario dell'Avvento" è a Rivisondoli (L'Aquila) per scoprire i preparativi del famoso "Presepe Vivente", in programma il 5 gennaio 2020, che è caratterizzato dalla parteci-pazione di tanti bambini e ragazzi. In Molise, invece, il programma mostra la "Ndocciata", evento tradizionale che si svolge l'8 dicembre e il 24 dicembre ad Agno-ne (Isernia), costituito da una sfilata di enormi fiaccole (costruite artigianalmente con tronchi d'abete), lungo il corso del paese.

"Il Calendario dell'Avvento", tutti i giorni alle 13.15 e alle 16.20, per scoprire le più belle tradizioni

regionali italiane

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SPORT

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Quando nacque, nel 1960, la Coppa Intercontinen-tale dei Club Campioni, che opponeva i vincitori dell'europea Coppa dei Campioni a quelli della

sudamericana Coppa Libertadores, ebbe un immediato e crescente successo.Il titolo di campione del mondo per club fu subito ambi-tissimo, soprattutto oltreoceano.La linea di demarcazione tra un prima e un dopo, tra la fortuna e il declino, fu l'edizione disputata cinquant'an-ni fa esatti, nel 1969, quando il Milan di Nereo Rocco e Gianni Rivera, prima di sollevare la coppa, dovette subire ogni tipo di angheria, comprese pallonate, falli e caffè bollente dagli spalti, durante la finale di ritorno contro gli argentini dell'Estudiantes, disputata a Buenos Aires, al termine della quale il centravanti rossonero Nestor Com-bin, nato in Argentina ma con passaporto francese, ven-ne addirittura arrestato per renitenza alla leva. Da allora molti club europei rinunciarono alle trasferte in America Latina e negli anni '70 la coppa sembrò tramontare.Per la rinascita occorrerà attendere il 1980, quando la Toyota rilevò i diritti di commercializzazione del torneo inglobandolo in un appuntamento annuale da disputarsi

in gara unica in Giappone, a Tokyo e poi a Yokoama, du-

rante il mese di dicembre.

Le squadre italiane, ferme ancora al successo del Milan

nel'69, impiegarono anni per tornare ad imporsi, riuscen-

dovi solamente nel 1985 con la Juventus, in una gara

terminata ai rigori contro l'Argentinos Juniors, celebre an-

che per un meraviglioso goal di Michel Platini annullato

dall'arbitro. La protesta del fuoriclasse francese lo portò

a sdraiarsi sul campo, in un'immagine ormai celebre. I

bianconeri divennero campioni del mondo una seconda e

ultima volta nel 1996, battendo 1-0 il River Plate grazie

a una prodezza di Alessandro Del Piero.

In mezzo a questo arco di tempo da ricordare anche la

doppietta del Milan di Sacchi, che sollevò la coppa al cie-

lo di Tokyo nel 1989 e nel 1990 sconfiggendo, rispettiva-

mente, i colombiani dell'Atletico Medellin e i paraguaiani

dell'Olimpia.

Nel 2004 fu deciso di abolire la Coppa Intercontinentale

in favore della Coppa del mondo per club FIFA, riservata

ai sei club vincitori dei tornei continentali delle sei con-

federazioni calcistiche.(M.F.)

La coppa del Mondo per Club

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CLASSIFICHE AIRPLAY per RadiocorriereTV

generale

italiani

indipendenti

emergenti

uk

stati uniti

europa

america latina

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Otto candidature ai David di Donatello e nove ai Nastri d'Argento per questo film del 2012, da alcuni considerato il migliore del regista Ferzan Ozpetek. Pietro è un giovane pasticcere gay che ha lasciato la Sicilia per trasferirsi a Roma perchè ha un sogno: quello di diventare attore. Tra provini e delusioni, divide l'appartamento con la cugina Maria, in una quotidianità che fa scintille. Quando finalmente riesce ad andare a vivere in una casa tutta sua, si accorge presto che nel nuovo appartamento d'epoca non è solo. Con le presenze che lo circondano, dopo un'iniziale fase di terrore, Pietro impara a convivere, instaurando addirittura un rapporto di amicizia. I fantasmi lo aiuteranno a superare la sua profonda solitudine e ad affrontare i momenti difficili. Un gioco di specchi tra passato e presente, tra realtà e finzione, ricco di citazioni cinematografiche, che si ispira liberamente a Pirandello. Nel cast, tra gli altri, Giuseppe Fiorello, Margherita Buy, Elio Germano, Anna Proclemer, Vittoria Puccini e Paola Minaccioni.

Selezionato tra i cento film italiani da salvare, "Poveri ma belli" è proposto da Rai Storia per il ciclo Cinema Italia. Amici da sempre, cresciuti l'uno di fianco all'altro nello stesso palazzo al centro di Roma, Romolo e Sal-vatore, sono due giovanotti del popolo belli, solari e assai sensibili al fascino femminile. Una mattina, men-tre vanno al lavoro, conoscono insieme Giovanna, una gran bella ragazza, che fa girare la testa ad entrambi, e lavora nel negozio di sartoria per uomini del padre. La lotta per conquistare il suo cuore li renderà rivali. Un mix di neorealismo, sentimentalismo e comicità che fu poco capito dalla critica del tempo, ma che riscosse un clamoroso successo al botteghino, rendendo immedia-tamente famosi i protagonisti del film, sin lì pressoché sconosciuti. Soggetto di Dino Risi. Sceneggiatura dello stesso Risi con Pasquale Festa Campanile e Massimo Franciosa, fotografia di Tonino Delli Colli. Nel cast, tra gli altri, Marisa Allasio, Maurizio Arena, Renato Salvato-ri, Ettore Manni, Memmo Carotenuto e Lorella De Luca.

SABATO 7 DICEMBRE ORE 21,10 - ANNO 1957 REGIA DI DINO RISI

CINEMA IN TV

Coppa Volpi a Stefano Accorsi per la miglior interpretazione maschile e candidatura al Leone d'Oro per Michele Placido per questo film biografico che racconta la profonda e tormentata storia d'amore tra la scrittrice Sibilla Aleramo e il poeta Dino Campana. Nel 1916 Sibilla Aleramo (Laura Morante ndr), pseudonimo di Rina Faccio, è una giovane scrittrice affascinante, colta e indipendente, che ha conquistato la sua condizione a prezzo di duri sacrifici. La sua adolescenza è stata infelice, con una mamma depressa e dalla manie suicide, poi ricoverata in manicomio. Sibilla ha anche alle spalle un matrimonio fallito, con un marito che l'ha prima violentata e poi sposata. Con questo passato e con un presente fatto di rapporti sentimentali tanto intensi quanto fugaci, conosce il poeta Dino Campana a cui è già stata diagnosticata la malattia mentale. I due sono molto diversi, lei mondana e frequentatrice di salotti, lui schivo e solitario. Il loro sarà un rapporto intenso, distruttivo, fatto di sesso e poesia, che arriverà anche alla violenza fisica.

Proposto in prima visione Rai, "Come di ammazzo il Bodyguard" è interpretato, tra gli altri, da Ryan Reynolds, Samuel L. Jackson, Gary Oldman, Elodie Yung e Salma Hayek. La carriera di Michael Bryce, una delle più brave guardie del corpo sulla piazza, è stata stravolta da una tragico "incidente sul lavoro". Un suo cliente giapponese, infatti, è morto mentre era sotto la sua protezione e da quel momento Bryce non ha più accettato incarichi ad alto rischio. Un giorno però viene contattato dalla sua ex Amelia Roussel, un'agente dell'Interpol che gli chiede aiuto per far arrivare vivo al Tribunale dell'Aia un teste chiave del processo contro un sanguinario dittatore della Bielorussia ora deposto. Il testimone è uno spietato killer con un codice morale molto personale, che accetta di partecipare al dibattimento in cambio dell'assoluzione della sua compagna. Tutti i potenziali testimoni contro l'ex presidente genocida sono stati fino ad ora eliminati, ma per Bryce l'incarico è ancora più complicato perché colui che deve proteggere, nel passato, ha più volte cercato di ammazzarlo.

LUNEDÌ 2 ORE 22,10 - ANNO 2002 REGIA DI MICHELE PLACIDO

MARTEDÌ 3 DICEMBRE ORE 21,20 - ANNO 2017 REGIA DI PATRICK HUGHES

MARTEDÌ 3 DICEMBRE ORE 22,45 - ANNO 2012 REGIA DI FERZAN OZPETEK

I FILM DELLA SETTIMANA

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