REALIZZAZIONE DI IMPIANTO...

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1 COMUNE DI MONGHIDORO PROVINCIA DI BOLOGNA REALIZZAZIONE DI IMPIANTO MICRO-IDROELETTRICO in via dei Mulini - potenza elettrica nominale pari a kWe 47,97 “ IMPIANTO TINTORIA” P.A.S. DL 387/03 art. 12 e successive modifiche ed integrazioni INTEGRAZIONI AUTORITA’ DI BACINO DEL RENO Proponente: Ditta : Tonini Isabella Via della Scaletta 16 40063 Monghidoro (BO) P.iva 03113941201 C.F TNNSLL65P44D612K Gennaio 2015

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COMUNE DI MONGHIDORO PROVINCIA DI BOLOGNA

REALIZZAZIONE DI IMPIANTO MICRO-IDROELETTRICO in via dei Mulini - potenza elettrica nominale pari a kWe 47,97

“ IMPIANTO TINTORIA”

P.A.S. DL 387/03 art. 12 e successive modifiche ed integrazioni

INTEGRAZIONI AUTORITA’ DI BACINO DEL RENO

Proponente: Ditta : Tonini Isabella Via della Scaletta 16

40063 Monghidoro (BO) P.iva 03113941201

C.F TNNSLL65P44D612K

Gennaio 2015

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Sommario 1. PREMESSA ....................................................................................................................................................3

2. PRIMA RICHIESTA DI INTEGRAZIONI.....................................................................................................4

3. SECONDA RICHIESTA DI INTEGRAZIONI ............................................................................................7

4. TERZA RICHIESTA DI INTEGRAZIONI ...................................................................................................7

5. QUARTA RICHIESTA DI INTEGRAZIONI ...............................................................................................8

6. QUINTA RICHIESTA DI INTEGRAZIONI .............................................................................................. 11

7. SESTA RICHIESTA DI INTEGRAZIONI ................................................................................................ 12

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1. PREMESSA

Nel presente documento vengono illustrate le risposte alle richieste di integrazione avanzate dagli enti che hanno partecipato alla conferenza dei servizi convocata dallo SUAP Associato - Unione dei Comuni Savena-Idice tenutasi in data 16/12/2014 ed

avente oggetto la PAS i sensi del D.Lgs 387/2003 art. 121 e s.m.i. e ai sensi dell’art. 6 del D.Lgs 28/2011 degli impianti mini-idroelettrici da realizzarsi in comune di

Monghidoro Pratica SUAP n. 370 del 2014 . Per comodità di lettura, vengono riportate integralmente le richieste formulate dagli enti

articolate per aree tematiche (integrazioni di carattere generale, programmatico – progettuale ed ambientale, queste ultime a loro volta relative a suolo e sottosuolo, acque

superficiali, fauna ed ecosistemi, rumore e paesaggio), e quindi, con la medesima numerazione, le singole risposte con un titolo sintetico che richiama il testo della lettera

della Provincia. Sono inoltre allegati alla presente relazione documenti integrativi ed ulteriori approfondimenti.

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2. PRIMA RICHIESTA DI INTEGRAZIONI

Di seguito si riporta per comodità la prima richiesta di integrazioni

Risposta

Ricordo innanzitutto a me stesso che la presente tipologia di progetti rientra tra quelli richiamati

dal D.Lgs 387/2003 ed in particolare tra quelli cosiddetti “sotto soglia” ex tabella A del citato

Decreto Legislativo.

I progetti in questione ( pur essendo classificati dallo stesso Decreto Legislativo come di pubblica

utilità, indifferibili ed urgenti ) per la ridotta capacità di generazione di energia ( <100Kw) , la

norma vigente prevede che questi rientrino tra quei progetti che hanno “una rilevanza

meramente locale, in quanto al servizio della popolazione di non più di un comune

ovvero di parti della popolazione di due comuni confinanti”.

Devo pertanto dedurre che occorre giustificare la collocazione degli impianti in progetto all’interno

del Comune di Monghidoro o alla più, rispetto ad un comune suo confinante.

Analizzando quindi l’asta fluviale del Savena ricadente all’interno del Comune di Monghidoro, ci si

rende conto del fatto che ben poco del suo percorso ricade all’interno del comune di Monghidoro

si è evidenziato con i due ovali di colore rosso.

1. una relazione in cui si dimostri che l’impianto:

- non è diversamente localizzabile

- non incrementa sensibilmente il rischio idraulico;

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La parte più a monte dell’asta fluviale ( ovale più grande ) presenta alcune briglie interessanti per

un possibile sfruttamento della risorsa idrica, ma risulta che sia già in fase autorizzativa una

centrale idroelettrica con progetto presentato dallo studio SETA che attinge a valle del Lago di

Castel dell’Alpi e con una condotta di lunghezza in pianta di circa 1284 metri, restituisce l’acqua

nei pressi della località Valgattara, poco a monte di due vecchi mulini, il Molino di Mandrullo ed il

Mulino del Cancelliere, ad una quota di circa 566 m s.l.m., sempre in destra idrografica rispetto al

torrente Savena.

Per la normativa vigente non è quindi possibile sfruttare la risorsa idrica per un tratto pari al

doppio della lunghezza della derivazione, ne consegue che l’unico tratto “sfruttabile” del savena è

quello dove sono in progetto le presenti due centraline.

In alternativa, sempre in comune di Monghidoro, si trova il Fiume Idice, il quale ha una portata

interessante ma caratterizzata da un andamento marcatamente torrentizio a causa della scarsa

dimensione del bacino imbrifero, poiché in Comune di Monghidoro siamo molto vicini alla

sorgente del fiume.

La parte sfruttabile, che può garantire un riscontro economico sostenibile è quella nella parte più

a valle del comune di Monghidoro ed in tale posizione è già in progetto la terza mini centrale dalla

società Paretaio Srls.

Le restanti briglie più a valle e/o in comune di Monterenzio necessiterebbero di lavori assai più

impattanti sia per la necessità di costruire una nuova strada di accesso che richiederebbe tagli di

alberi consistenti e difficoltà di allacciamento alla rete elettrica.

Pare quindi allo scrivente le il presente progetto, non sia diversamente collocabile.

Per quanto attiene il rischio idraulico la tipologia di progetto presentato e ciascuno dei suoi

principali elementi strutturali non modifica sensibilmente l'idrodinamica, la morfologia, l'assetto

difensivo e le caratteristiche ambientali del sito, tenuto anche conto delle limitatissime dimensioni

del progetto obiettivo.

Nel presente paragrafo farò riferimento alla Legge 18 Maggio 1989, n. 183, Direttiva

contenente i criteri per la valutazione della compatibilità idraulica delle infrastrutture

pubbliche e di interesse pubblico all'interno delle fasce fluviali: Criteri integrativi per la

valutazione della compatibilità di opere trasversali e degli impianti per l'uso della risorsa idrica,

che vengono integralmente ripresi nelle norme del Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico

del 6 dicembre 2002

In particolare, nella suddetta norma si rammenta che, le opere trasversali all'alveo quali le briglie

e le soglie sono opere di sistemazione idraulica delle aste dei fiumi e dei torrenti aventi lo scopo di

diminuire la pendenza dell'alveo.

Tali manufatti vengono generalmente costruiti con lo scopo di ridurre l'attitudine del corso d'acqua

al trasporto solido di fondo. Si differenziano per la quota di sommità: per le briglie è maggiore di

quella del fondo alveo, per le soglie è pari ad essa. Queste ultime sono spesso realizzate a

protezione di opere di attraversamento dell'alveo.

Le traverse sono opere idrauliche finalizzate all'intercettazione di portate idriche per scopi elettrici,

irrigui o industriali. Esse sono realizzate secondo diverse tipologie costruttive ed è in ogni caso

sempre prevista la costruzione di una platea di fondo sulla quale vengono poi installati diversi

dispositivi per la regolazione del deflusso.

Quando le opere trasversali siano destinate all'uso della risorsa idrica esse sono connesse alla

realizzazione di impianti per la derivazione e l'utilizzo delle acque e possono essere dotate di

paratoie mobili.

In via generale occorre tener presente che la localizzazione di ogni nuova opera traversale in

alveo finalizzata all'utilizzo della risorsa idrica deve essere definita sulla base di una analisi che

tenga conto:

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- dello STATO attuale dell'intera asta fluviale sulla quale si intende intervenire, o di un suo tratto

significativamente esteso, nei suoi diversi aspetti morfologici, idrologici, idraulici, ed ambientali,

così come rappresentate negli strumenti di pianificazione di bacino vigenti;

- degli IMPATTI prodotti dalla costruzione dell'opera prevista su tutte le componenti di rilievo della

regione fluviale, anche valutando diverse ipotesi di localizzazione;

- della valutazione di tutte le possibili MISURE da mettere in atto per ridurre tali impatti ai valori

minimi possibili, fra le quali la scelta della localizzazione, la scelta delle tipologie, la scelta delle

modalità di gestione, ecc..

Con riferimento a tali indicatori utili informazioni di carattere generale possono essere tratte dalle

Monografie dei corsi d'acqua allegate al Piano di Gestione ai sensi della Direttiva CE 2000/60 e dai

Piani di Tutela delle acque vigenti.

La scelta del sito di intervento e della tipologia costruttiva proposta dovrà essere ispirata al

criterio generale di salvaguardare i tratti dei corsi d'acqua ancora in condizioni di prevalente

naturalità in attuazione dei principi generali della norma che persegue l'obiettivo di mantenere e

migliorare le condizioni di sicurezza e funzionalità idraulica unitamente alla conservazione e al

miglioramento delle caratteristiche naturali ed ambientali del corso d'acqua.

Fra gli obiettivi specifici della norma vi è infatti quello di mantenere e recuperare condizioni di

equilibrio dinamico dell'alveo e favorire, ovunque possibile, l'evoluzione naturale del fiume .

Ai fini di non contrastare l'evoluzione morfologica di un corso d'acqua le nuove opere

trasversali devono essere localizzate in tratti dove nel corso di un congruo orizzonte temporale il

corso d'acqua non ha manifestato tendenze a modificare planimetricamente il suo alveo inciso ed

in siti dove inoltre non sia necessario controllare processi di erosione spondale.

Per questo aspetto si deve notare che il presente progetto è compatibile con le suddette

indicazioni fornite dalla norma poiché l’alveo è nei tratti di fiume in oggetto risulta regimentato da

un muro in sasso a vista costruito quale difesa spondale per la strada di fondo valle .

Tale evidenza è chiaramente visibile confrontando l'assetto planimetrico dell'alveo a piene rive

attuale e quello risultante dalle riprese aerofotogrammetriche disponibili, in generale la prima

ripresa può essere considerata quella del volo GAI del 1954 la cui copertura è estesa all'intero

bacino del fiume Po.

Al fine di non incrementare la pericolosità idraulica le nuove opere dovrebbero essere

preferibilmente localizzate in tratti dove non siano presenti estese e significative aree di deflusso

della piena all'esterno dell'alveo attivo o inciso del corso d'acqua.

Anche in questo caso sono disponibili recenti ( ed anche antiche ) pubblicazioni dell’ARPA e

dell’Autorità di Bacino del Reno di delimitazione delle fasce Fluviali e in taluni casi le cartografie

rappresentano gli effetti di eventi di piena.

I siti individuati non ricadono tra i siti che in passato hanno evidenziato problemi durante le piene

catalogate.

Analizzando poi la sezione pre e post intervento, è evidente che la sezione libera per il deflusso

dell’acqua è addirittura aumentata, ne consegue che il presente progetto non incrementa

sensibilmente il rischio idraulico, si rimanda alla pagina 5 delle risposte fornite al STB Reno (

quarta richiesta di integrazioni)

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3. SECONDA RICHIESTA DI INTEGRAZIONI

Di seguito si riporta per comodità la richiesta di integrazioni

Risposta

Si produce, in Allegato A alla presente una planimetria in scala 1:2.000 con la sovrapposizione

delle perimetrazioni del Piano e dell’intervento con le aree dell’alveo attivo (di cui all’art. 15 del

PSAI di questa Autorità di Bacino) e con la fascia di pertinenza fluviale (di cui all’art. 18 del PSAI)

Giova precisare che non è stato possibile reperire una cartografia al 2.000 ma solo al 5.000,

pertanto si è ottenuta la scala richiesta mediante ingrandimento proporzionale dell’elaborato al

5000, ne consegue che la qualità dell’immagine non è ottimale.

Inoltre le ASSAI ridotte dimensioni della centralina ( 4 x 14 m ) in scala al 2.000 ne rendono

assai difficile la lettura,. L’elaborato richiesto comunque, consente di valutare l’interferenza

dell’opera con le aree dell’alveo attivo e con la fascia di pertinenza fluviale. Per maggiori dettagli

si rimanda eventualmente alle integrazioni prodotte in risposta al Comune di Monghidoro.

4. TERZA RICHIESTA DI INTEGRAZIONI

Di seguito si riporta per comodità la richiesta di integrazioni

Risposta

Si produce in Allegato B alla presente un rilievo generale quotato attestare lo stato di fatto

dell’area oggetto di intervento, comprensivo di sezione trasversale. Nelle sezioni quotate è

riportato il livello dell’acqua conseguente a al momento di piena duecentennale, facente

riferimento al PSAI approvata dalla Giunta della Regione Emilia-Romagna con deliberazione n.

1820 del 14 novembre 2005, si precisa che in tale atto ( di seguito in estratto ) viene raffiguranto

il quadro sinottico con le portate di piena a 50 e 200 anni rispettivamente di 222 m.c./sec. e 290

m.c./sec.

2. poiché l’impianto interferisce con le aree dell’alveo attivo (di cui all’art. 15 del PSAI di

questa Autorità di Bacino) e con la fascia di pertinenza fluviale (di cui all’art. 18 del PSAI) si

chiede di produrre una planimetria in scala 1:2.000 con la sovrapposizione delle perimetrazioni

del Piano e dell’intervento;

3. un rilievo generale quotato al fine di attestare lo stato di fatto dell’area oggetto di

intervento, comprensivo di sezioni trasversali (sulla gaveta, sull’opera di presa e in

prossimità dello scarico). Nelle sezioni quotate dovrà essere riportato il livello dell’acqua

conseguente a due momenti di piena, facenti riferimento al PSAI:

- per quanto riguarda il T. Savena, ad un evento cinquantennale (Q50 = 230 m3/s) e

ad un evento duecentennale (Q200 = 300 m3/s)

- per quanto riguarda il T. Idice, ad un evento cinquantennale (Q50 = 250 m3/s) e ad

un evento duecentennale (Q200 = 320 m3/s);

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Si rimanda alle pagine 13, 14 e 15 della relazione tecnica dove sono dettagliati i calcoli il cui

risultato si riporta di seguito per comodità del lettore:

Descrizione parametro Simbolo Valore Unità di misura Portata centenaria di progetto Qmax 200 290.3 m3/s Tirante critico sopra traversa di presa Yc 0.91 m

Livello idrico su sezione traversa di presa Y200 442.708 m s.l.m.

Per comodità esecutiva non si sono ripetuti i calcoli per 300 m.c. essendo il valore assai prossimo

a quello già calcolato di 290,3 m.c.; ( differenziale pari al 3.2% ) sulla tavola richiesta è

evidenziato il livello Y 200 pari a 442.708 m s.l.m., l’evento cinquantennale è ovviamente

inferiore e quindi ricompreso al disotto di tale limite. per le sezioni dello stato di progetto ( ove di

interesse ) si rimanda agli allegati della risposta resa all’STB Reno, ove è richiesta e riportata la

sezione con lo stato di progetto.

5. QUARTA RICHIESTA DI INTEGRAZIONI

Di seguito si riporta per comodità la richiesta di integrazioni

Risposta

A seguito dell’incontro tenutosi presso la Città Metropolitana di Bologna con il funzionario del Servizio Tutela e Sviluppo Fauna sono state individuate le specie targhet che sono: il barbo, la

lasca e il vairone, in misura meno rilevante ( in ragione della larga diffusione ) , il cavedano.

Per tali specie, ( ma più in generale per tutta la fauna ittica ) la scala di risalita risulta

particolarmente necessaria nel periodo compreso tra il mese di marzo e quello di giugno, in tale

periodo le portate risultano buone ed abbondanti

Sempre a seguito dei colloqui intercorsi con il Dott. Rizzoli, è emersa la necessità di collocare la

scala di risalita nel lato della coclea che è più vicino alla riva del fiume.

Tale accorgimento si rende necessario poiché la risalita del torrente avviene in generale nella

parte più prossima alla sponda e molto meno frequentemente nella parte centrale dell’alveo.

Per tale motivo ed agevolare la possibilità che i pesci “trovino” la scala si è riposizionata la scala

dal lato della riva ( dalla parte opposta rispetto al progetto presentato ) si veda allegato.

4. esaminare il periodo di funzionamento della scala di risalita dei pesci sulla base delle esigenze

delle specie ittiche che verranno identificate come specie “target” (indicativamente da marzo a

giugno), identificando tali specie e indicando i volumi e le velocità di flusso adeguati per l’efficace

funzionamento della scala. Inoltre, si chiede di spiegare il funzionamento di detta scala in relazione

alle variazioni di livello idrico nei paraggi dell’opera di presa;

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Il pesce viene attratto dall’acqua maggiormente ossigenata e con maggiore velocità, vi è quindi

una maggiore probabilità che si diriga verso il punto dove l’acqua ha percorso la scala poiché lì

ha avuto la possibilità di ossigenarsi superando un certo numero di piccole cascate comprese tra i

bacini della scala. Inoltre la scala è posizionata nella prossimità della riva ed il pesce, risaldo

“incontra” prima questa opportunità rispetto alla coclea.

per quanto attiene le portate in questo periodo si rimanda integralmente allo studio idrologico, ma

in linea di principio è semplice appurare che in tale periodo ( con l’eccezione degli ultimi giorni di

giugno), le portate sono al di sopra della media annua, si riporta per mero esempio qanto

riscontrato da ARPA REGIONE EMILIA ROMAGNA SERVIZIO IDROMETEOROLOGICO, nell’annale

IDROLOGICO 2012 PARTE SECONDA PAG 47

Tabella I - Osservazioni idrometriche giornaliere (cm) Anno 2012

E’ evidente che in tale periodo le portate sono tali da soddisfare ampiamento il rilascio del DMV

sulla scala di risalita.

Al fine di preservare la stessa scala, soprattutto nei periodi di massima piena ( novembre-

febbraio ) ed evitare che il trasporto di inerte ne vada, col tempo a compromettere la funzionalità,

si propone di inserire una eventuale paratia che ne consenta la chiusura al di fuori del periodo

marzo – giugno nel quale la scala sarà sempre aperta e “pulita” quindi fruibile per il periodo

riproduttivo.

Si è già spiegato il funzionamento di detta scala nella parte di valle, per quanto attiene invece la

parte di monte al fine di evitare interruzioni della funzionalità della stessa in relazione alle

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variazioni di livello idrico nei paraggi dell’opera di presa, si propone di utilizzare un accorgimento

suggerito nelle maggiori pubblicazioni del settore, ossia prevedere la l’accesso di monte dell’acqua

avvenga più a monte della griglia para-tronchi e a livello della base del canale di presa, si rimanda

alla tavola in allegato.

Ritornando ora alla individuazione delle specie targhet che abbiamo visto essere il barbo, la

lasca e il vairone, in misura meno rilevante ( in ragione della larga diffusione ) , il cavedano, si

osserva che tali specie ittiche sono tutte di piccole dimensioni ove rapportate alle specie presenti

sul corso del torrente. Ne consegue che occorre rimodellare la scala di risalita dei pesci tenendo

conto che occorre favorire tali specie di dimensioni più ridotte.

Dai colloqui intercorsi con il Dott. Rizzoli si è convenuto opportuno rivedere le dimensioni della

scala, che si è convenuto debba essere del tipo a “scala rustica semplice” sia perchè meglio si

integra con la tipologia di alveo presente nell’area di studio ed abbassando il dislivello dai

precedenti 25 cm agli attuali 2o cm (ΔH) si va ad agevolare i pesci di piccola dimensione, i

bacini hanno una larghezza di cm 50 ( L ) , e una distanza tra l’uno e l’altro di 65 cm (B) e la

profondità media dell’acqua nei bacini è pari a cm 15 (T moy ) .

Rampa con profilo a bacini successivi ( da Gebler, 2007)

La formula utilizzata già in precedenza per il calcolo della potenza di dispersione è :

P/V [W/m3] = (9810 x Q x ΔH) / ( L x B x Tmoy ) Ove P/V = Potenza di dispersione (W/m3) Q = flusso nella scala (m3/Sec) ΔH = caduta tra due bacini (m) L = Lunghezza del bacino (m) B = Larghezza del bacino (m) T moy = profondità media dell’acqua nei bacini (m) Il valore della potenza di dispersione massima per unità di volume d’acqua nei bacini (P/V) varia

al seconda delle specie, per i salmonidi e aolse sono suggeriti valori da 150 W/m3 fino a 200

W/m3 . Il range tipicamente utilizzato per le specie selezionate è compreso tra i 75 e 150

W/m3 Dai calcoli risulta un pressione pari a

P/V [W/m3] = 84,51

Quindi le modifiche dimensionali apportate alla scala la rendono compatibile con le capacità

natatorie dei pesci targhet individuati. Si rimanda al successivo ALLEGATO C per i particolari

della nuova scala di risalita

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6. QUINTA RICHIESTA DI INTEGRAZIONI

Di seguito si riporta per comodità la richiesta di integrazioni

Risposta

Come già descritto nella precedente risposta, si è spostato la scala dal lato della riva del torrente al fine di agevolarne l’accessibilità per la fauna ittica. Si rimanda al successivo ALLEGATO C per i particolari

della nuova scala di risalita. Si è provveduto ad allungare il punto di presa a monte, portandolo più a monte della griglia para-tronchi,

sempre dal lato della riva del torrente.

Si è proposto una paratoia di chiusura dell’accesso così da poter proteggere la scala durante il periodo di piena.

Si è posizionato l’accesso alla medesima quota della base dell’opera di presa così da GARANTIRE il fatto che

l’acqua venga deviata sulla scala anche in caso di secca.

Si prevede la regolazione della turbina in modo che essa si fermi automaticamente quando la portata

raggiunge i 210 l/s così che la scala possa essere sempre in funzione.

Quando la portata scende a 210 l/s , la paratoia di monte si chiuse, la coclea si arresta a tutta l’acqua passa

dalla scala.

Tale automatismo è garantito dall’inserimento di un sensore di livello che funziona con la pressione

idrostatica, è immerso nell’acqua e viene montato all’interno del canale, fissato su muro laterale e protetto da

tubo di calma (e protezione) in acciaio zincato, si veda immagine sottostante.

5. identificare modalità alternative per il rilascio del quantitativo minimo di acqua da lasciar

defluire in alveo, al fine di individuare quella meglio compatibile col corretto funzionamento della

scala di risalita, considerato che il DMV proposto dalla Ditta nelle sezioni di prelievo su entrambi

i corsi d’acqua è di 210 l/s;

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7. SESTA RICHIESTA DI INTEGRAZIONI

Di seguito si riporta per comodità la richiesta di integrazioni

Risposta

Come già anticipato nella precedente domanda, la portata minima della turbina può essere regolata

dall’operatore.

Tale informazione, omessa ( dallo scrivente ) poiché non chiaro nemmeno ad esso, nella seduta della prima

conferenza di servizi aveva portato ad una incomprensione, o meglio ad un equivoco in merito alle portate

turbinabili.

Ora, chiarito il quesito, e considerato che la portata minima verrà regolata sul DMV si può meglio

comprendere come anche in presenza di bassi quantitativi di portata utile, si ottenga una buona produzione di

energia.

8. SETTIMA RICHIESTA DI INTEGRAZIONI

Di seguito si riporta per comodità la richiesta di integrazioni

Risposta

In merito alla nuova localizzazione della scala di risalita dei pesci, redatta a seguito dei colloqui avuti con gli

uffici preposti, si rimanda al precedente punto 5 ( quarta richiesta di integrazioni ) ed alle tavole in allegato .

In merito al posizionamento del sensore di livello che come detto può essere a pressione idrostatico, questo è

immerso nell’acqua e viene montato all’interno del canale subito prima della paratoia, fissato su muro laterale

e protetto da tubo di calma in acciaio zincato. In alcuni casi si può utilizzare un sistema ad ultrasuoni esterno

al flusso e montato a sbalzo sopra il canale, utilizzando apposito cavalletto come riportato nelle immagini

seguenti

6. indicare la portata minima di funzionamento delle turbine;

7. descrivere e produrre un elaborato del sistema di monitoraggio dei livelli per il funzionamento

dell’impianto e della scala di risalita dei pesci (localizzazione e posizionamento dei sensori di

controllo).

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Non avendo a disposizione una foto di un sensore a pressione installato, si riporta la presente con sensore a

ultrasuoni dove comunque si vede la predisposizione dell’alloggiamento per quello a pressione

Paratoia

Sensore a ultrasuoni

Canaletta predisposta

per sensore a pressione

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9. SETTIMA RICHIESTA DI INTEGRAZIONI

Di seguito si riporta per comodità la richiesta di integrazioni

Risposta

Premesso che la presente non è una richiesta ma un consiglio, come chiarito anche

telefonicamente dall’ufficio competente, lo scrivente ha ritenuto doveroso e utile accogliere il

suggerimento e ha reperito i dati indicati dal 2004 al 2015

Savena a Loiano

Anno 2004 - Dati non disponibili a Loiano

Anno 2005 - Dati non disponibili a Loiano

Anno 2006 - Dati non disponibili a Loiano

A partire da questa annualità sono però disponibili i dati dei rilievi del savena a San Rufillo come

da tabella seguente.

La distanza e l’ampiezza del bacino imbrifero di tale stazione dall’opera in oggetto ne sconsigliano

l’uso per la media da elaborare

Da ultimo, al fine di condurre una aggiornata analisi idrologica e calibrare con maggiore

precisione le portate disponibili e la curva delle durate, si consiglia la Ditta proponente di

analizzare i dati delle altezze idrometriche (almeno degli ultimi 10-15 anni) disponibili presso

ARPA-SIMC della Regione Emilia-Romagna, da cui stimare e rappresentare una curva delle

portate, riguardanti:

- per il T. Savena la sezione di “Loiano” ubicata circa 1,5 km a monte dei 2 impianti

- per il T. Idice la sezione di “Pizzocalvo” ubicata circa 23 km a valle dell’impianto.

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Anno 2007 - Dati non disponibili a Loiano

Anche per questa annualità sono disponibili i dati dei rilievi del savena a San Rufillo come da

tabella sovrastante.

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La distanza e l’ampiezza del bacino imbrifero di tale stazione dall’opera in oggetto ne sconsigliano

l’uso per la media da elaborare in questa sede.

Anno 2008 – A partire da questa annualità sono disponibili i dati a Loiano che di seguito si

riportano, si evidenzia come la portata in questa annualità abbia mantenuto buoni livelli anche

nei mesi estivi, c’è stato un minimo in Luglio che comunque non è mai sceso sotto i 28 cm. in Agosto non si è mai scesi sotto i 14 cm, settembre non è mai sceso sotto i 16 cm e ottobre

sotto i 12 cm

Anno 2009 – Questa annualità ha evidenziato buone portate fino a luglio ( minimo di 12 cm )

secca in Agosto ( 10 giornate ) e per 2 giornate in settembre, i minimi di questi due mesi sono

stati rispettivamente di 9 e 10 cm

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Anno 2010 – Questa annualità ha evidenziato portate discrete e secca solo in Agosto per 2

giornate e per 4 giornate in settembre, i minimi di questi due mesi sono stati rispettivamente di

14 e 12 cm

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Anno 2011 - Dati non disponibili a Loiano

Anno 2012 – Questa annualità ha evidenziato portate più scarse del periodo esaminato, non ha

mai registrato giornate di secca ma le medie sono molto più basse delle altre annualità, ad

esempio il minimo a Luglio è stato di 5 cm, tutto il mese di agosto è stato tra i due e i sei cm

Anno 2013 – Questa annualità ha evidenziato portate più elevate rispetto al 2012 ma ancora non

elevate come quelle degli anni precedenti, non si sono mai registrate giornate di secca

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Non sono ancora pubblicati i dati relativi al 2014, per questa annualità si segnala però che nel progetto

presentato sono riportate informazioni in merito a rilievi puntuali e dati ( sia pur parziali scaricati da DEXTER )

durante la fase progettuale.

Si riporta di seguito le medie mensili per le annualità reperite e la media del periodo

Bacino: RENO SAVENA A LOIANO ( 0.00 m. s.m. )

MESE G F M A M G L A S O N D

ANNO 2008 41 34 41 39 38 32 21 13 12 18 41 59

2009 45 48 38 46 33 21 16 11 14 19 38 47

2010 43 51 54 44 44 30 21 15 16 26 37 56

2012 18 33 34 33 33 18 7 3 8 12 32 37

2013 37 44 60 39 33 20 10 5 6 18 26 24

MEDIA 36.8 42 45.4 40.2 36.2 24.2 15 9.4 11.2 18.6 34.8 44.6

MEDIANA ANNUALE 29.87

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Al fine di valutare il più correttamente possibile le suddette medie occorre conoscere la sezione della briglia

sulla quale sono state effettuate dette misurazioni da ARPA.

Ci siamo pertanto recati al ponte di Monzuno/Loiano e abbiamo fatto un rilievo strumentale, dal quale è

emerso che sul punto di misura c’è una briglia larga 24, 84 ml

Come evidente la larghezza della briglia a Loiano è di 24, 84 ml

All’Allocco è larga 33,73 ml

Alla tintoria è larga 28,51 ml

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La distanza tra i due progetti e questa briglia è assai limitata ( meno di 2 KM ) ed il bacino imbrifero a Loiano è

sicuramente più ampio di quello presente all’Allocco e alla Tintoria, ma i dati qui raccolti sono comunque

significativi e posso essere presi a riferimento per il calcolo delle portate medie mensili già effettuato che si

confermano e riportano di seguito

Portate [m3/s] Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Q 2,24 1,85 2,03 2,45 1,96 1,75 0,71 0,94 1,86 3,29 4,58 4,28

Tab. 7: Dati portate medie mensili mediate sulla serie storica.

I valori qui sopra calcolati non tengono conto dell’effetto di permanenza al suolo della coltre

nevosa che le medie rilevate al contrario recepiscono.

I dati sono confermati dalla pubblicazioni reperite, si precisa che le eventuali anomalie ( scarsa

piovosità ) hanno portato a riscontrare valori di portate limitate negli ultimi anni, ma tale dato

non deve trarre in errore, poiché la vita dell’impianto è almeno ventennale e pertanto è su questo

orizzonte che vanno lette le medie, si riporta la media delle porte relazionate alle piogge medie.

Per maggiori dettagli si rimanda alla relazione tecnica e di seguito si riporta la curva di durata

calcolata.

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Ottobre 2014 Ing. Alberto Mezzini Firmato digitalmente