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Realizzato dagli alunni di 3 A -B Erica 2 D Relazioni internazionali Docente referente: Prof.ssa Franca Miserocchi ITSC « A. LOPERFIDO » Matera, 20 MAGGIO 2012 PROGETTO COMENIUS MULTILATERALE –EPEITE Ecole - Patrimoine - Esprit Initiative Touristique - Europe «Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione Europea. L’autore è il solo responsabile di questa pubblicazione comunicazione) e la Commissione declina ogni responsabilità sull’uso che potrà essere fatto delle informazioni in esso contenute». Gheorghe Zampir: Memory

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Realizzato dagli alunni di 3 A -B Erica 2 D Relazioni internazionali Docente referente: Prof.ssa Franca MiserocchiITSC « A. LOPERFIDO »Matera, 20 MAGGIO 2012

PROGETTO COMENIUS MULTILATERALE –EPEITE

Ecole - Patrimoine - Esprit Initiative Touristique - Europe

PROGETTO COMENIUS MULTILATERALE –EPEITE

Ecole - Patrimoine - Esprit Initiative Touristique - Europe

«Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione Europea. L’autore è il solo responsabile di questa pubblicazione comunicazione) e la Commissione declina ogni responsabilità sull’uso che potrà essere fatto delle informazioni in esso contenute».

«Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione Europea. L’autore è il solo responsabile di questa pubblicazione comunicazione) e la Commissione declina ogni responsabilità sull’uso che potrà essere fatto delle informazioni in esso contenute».

Gheorghe Zampir: Memory Gheorghe Zampir: Memory

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Lo stemma della Romania, adottato dal Parlamento rumeno il

10 settembre 1992, mostra come elemento centrale un'aquila,

simbolo della latinità, che tiene una croce nel becco, le radici

cristiane, oltre ad una mazza ed una spada tra gli artigli. Il

fondo blu rappresenta il cielo. Lo scudo che sovrasta l'aquila è

diviso in cinque campi, uno per ciascuna provincia storica della

Romania con il suo simbolo tradizionale: un'aquila dorata: la

Valacchia, un uro: la Moldavia, delfini: la Dobrugia, un turul

sette castelli un sole e una luna: la Transilvania, un leone e un

ponte: Oltenia e Banato. Osservando lo stemma della Romania

si capisce il paese e le sua storia: fierezza, determinazione,

coraggio. Visitare le terre di BUCOVINA è visitare la regione

più tradizionale e legata alla storia più antica.

Situazione Storico-geografica:Situazione Storico-geografica:

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La BUCOVINA, il cui nome, appare solo alla fine del 1700, designa uno degli angoli più

remoti della Romania. Provincia del nord-est, stretta fra Moldavia e Ucraina, designata come

una “terra di foreste di faggi”, è sicuramente una delle regioni più verdi di questo lembo

d'Europa in cui ampie vallate propongono generosi pascoli solcati da ricchi corsi d’acqua che

fanno concorrenza ai meravigliosi e più famosi paesaggi “svizzeri”.

Ma è per il folclore, per l’arte e l’architettura che la Bucovina merita una visita. Un folclore

derivante dalle tradizioni di genti insediatesi nei secoli e dalle culture di potenze straniere che

hanno occupato a lungo questo crocevia dell’est Europa frequentato, oltre che dai rumeni, da

ungheresi, cèchi, polacchi e ucraini, e amministrato anche dall’impero d’Austria.

Arte e architettura, attrazioni culturali racchiuse in esclusiva dai suoi meravigliosi monasteri

dipinti con una particolarità: le raffigurazioni si trovano anche sulle

pareti esterne. In questa oasi di pace, sui monti, si possono ammirare,

come in nessun'altra parte del mondo, edifici religiosi di una ricchezza

pittorica straordinaria che sono sotto la protezione dell'Unesco come

patrimonio dell'umanità.

La BUCOVINA, il cui nome, appare solo alla fine del 1700, designa uno degli angoli più

remoti della Romania. Provincia del nord-est, stretta fra Moldavia e Ucraina, designata come

una “terra di foreste di faggi”, è sicuramente una delle regioni più verdi di questo lembo

d'Europa in cui ampie vallate propongono generosi pascoli solcati da ricchi corsi d’acqua che

fanno concorrenza ai meravigliosi e più famosi paesaggi “svizzeri”.

Ma è per il folclore, per l’arte e l’architettura che la Bucovina merita una visita. Un folclore

derivante dalle tradizioni di genti insediatesi nei secoli e dalle culture di potenze straniere che

hanno occupato a lungo questo crocevia dell’est Europa frequentato, oltre che dai rumeni, da

ungheresi, cèchi, polacchi e ucraini, e amministrato anche dall’impero d’Austria.

Arte e architettura, attrazioni culturali racchiuse in esclusiva dai suoi meravigliosi monasteri

dipinti con una particolarità: le raffigurazioni si trovano anche sulle

pareti esterne. In questa oasi di pace, sui monti, si possono ammirare,

come in nessun'altra parte del mondo, edifici religiosi di una ricchezza

pittorica straordinaria che sono sotto la protezione dell'Unesco come

patrimonio dell'umanità.

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Sono circa una dozzina i monasteri costruiti tra il XV e il XVI secolo, in gran parte per volere di

Stefano il Grande di Moldavia (1457-1504) a ricordo di battaglie vinte e di gloriose imprese. Una

collezione davvero ricca, ammirabile in toto solo da chi non ha problemi di tempo e, in ogni

caso,

almeno tre monasteri vanno visitati:

1. Il monastero di Sucevita, ricco di elementi gotici e bizantini e difeso da una massiccia cinta

di mura che lo circonda

2. Il monastero di Voronet, per la bellezza dei dipinti, tra cui un blu assolutamente unico, “la

Cappella Sistina dell’oriente”

3. Il Monastero di Moldovita raffigura sia pitture interne che esterne come "l'Assedio di

Costantinopoli", "La preghiera della Santa vergine" o "L'Albero di Jesse" e come nota

dominante di colore ha il giallo.

I monasteri e le chiese furono edificate inizialmente in molti casi come luoghi di sepoltura per

famiglie nobili e solo in seguito vennero dipinte. Gli artisti, nessuno dei quali passato alla storia,

cominciarono a rappresentare su commissione scene bibliche e le vite di Maria e Gesù Cristo.

Inizialmente alle raffigurazioni vennero dedicate le pareti interne delle chiese, successivamente si

decise di dipingerne anche l'esterno, fino a fare divenire tale pratica una vera tradizione locale.

Sono circa una dozzina i monasteri costruiti tra il XV e il XVI secolo, in gran parte per volere di

Stefano il Grande di Moldavia (1457-1504) a ricordo di battaglie vinte e di gloriose imprese. Una

collezione davvero ricca, ammirabile in toto solo da chi non ha problemi di tempo e, in ogni

caso,

almeno tre monasteri vanno visitati:

1. Il monastero di Sucevita, ricco di elementi gotici e bizantini e difeso da una massiccia cinta

di mura che lo circonda

2. Il monastero di Voronet, per la bellezza dei dipinti, tra cui un blu assolutamente unico, “la

Cappella Sistina dell’oriente”

3. Il Monastero di Moldovita raffigura sia pitture interne che esterne come "l'Assedio di

Costantinopoli", "La preghiera della Santa vergine" o "L'Albero di Jesse" e come nota

dominante di colore ha il giallo.

I monasteri e le chiese furono edificate inizialmente in molti casi come luoghi di sepoltura per

famiglie nobili e solo in seguito vennero dipinte. Gli artisti, nessuno dei quali passato alla storia,

cominciarono a rappresentare su commissione scene bibliche e le vite di Maria e Gesù Cristo.

Inizialmente alle raffigurazioni vennero dedicate le pareti interne delle chiese, successivamente si

decise di dipingerne anche l'esterno, fino a fare divenire tale pratica una vera tradizione locale.

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Questa duplice rappresentazione assolveva un duplice compito: contribuiva a diffondere il

culto ortodosso e forniva la necessaria educazione religiosa, alla popolazione locale

rappresentata da contadini. Le scene si ripetono seguendo uno schema canonico anche in

monasteri distanti chilometri, ma ognuno ha sviluppato una peculiarità nel colore. Gli esperti

parlano così di blu di Voronet, di verde e rosso di Sucevita, di giallo di Moldovita e di

rosso di Humor.

Questa duplice rappresentazione assolveva un duplice compito: contribuiva a diffondere il

culto ortodosso e forniva la necessaria educazione religiosa, alla popolazione locale

rappresentata da contadini. Le scene si ripetono seguendo uno schema canonico anche in

monasteri distanti chilometri, ma ognuno ha sviluppato una peculiarità nel colore. Gli esperti

parlano così di blu di Voronet, di verde e rosso di Sucevita, di giallo di Moldovita e di

rosso di Humor.

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Iniziamo dunque il nostro viaggio dal Monastero

Voronet, una delle più belle chiese ortodosse

d’Europa, e detta “la Cappella Sistina d’Oriente”

in quanto i suoi affreschi rappresentano uno dei

vertici dell’arte europea. L'attuale chiesa in pietra

risale al 1488. Ha sostituito una precedente in

legno di incerta datazione, e fu fatta costruire da Stefano il Grande in segno di

ringraziamento dopo una vittoria sui turchi.

La chiesa, dedicata a San Giorgio, è veramente splendida, sintesi originale di elementi

bizantini, gotici ed altri rigorosamente autoctoni. L’interno è solennemente affrescato e il

colore azzurro risalta dovunque, ma è l’esterno che stordisce con la sua ricchezza cromatica,

quel famoso “azzurro” di Voronet, famoso nel lessico artistico al pari del “rosso” Tiziano o

del “verde” Veronese.

I temi sacri, consueti, costituiscono una vera e propria catechesi di facile comprensione per il

popolo e, il “Giudizio universale”, rappresentato negli affreschi esterni di tutte le chiese

della Bucovina, raggiunge qui, il massimo della bellezza rappresentativa .

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E’ grandioso, occupa l’intera

facciata occidentale,

ricchissimo di personaggi e

di significato. Si resta

incantati, ammutoliti dinanzi

a questo splendore e si può

immaginare la fatica di questi

artisti nell’ottenere i colori, il

giallo dallo zolfo, l’azzurro

dal lapislazzulo, il rosso dal

fusto della robbia, l’alchimia necessaria per ricavare le sfumature la precisione e la rapidità

nel tratteggiare “a fresco” tutte le scene, senza possibilità di ripensamenti…

La bellezza dei colori, la precisione della tecnica aiutano a penetrare il mistero escatologico

che qui, secoli fa, umili decoratori hanno saputo esemplificare

E non si può che rimanere abbagliati da tanta magnificenza.

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Continuando il nostro viaggio fra boschi e campi

coltivati, si giunge in una graziosa vallata verde

dove sorge il monastero di Sucevita:

impossibile non farsi cogliere da un’emozione

indescrivibile... una miriade di personaggi e di

situazioni, episodi biblici e storie di santi, un

colpo d’occhio fantastico, tutte le pareti

“parlano”, raccontano di una fede radicata, del

bisogno di trascendenza che ogni uomo avverte

in qualsiasi latitudine e longitudine...i segni sono

chiari, ben tracciati, i colori ancora vividi,

nonostante le inevitabili intemperie di quasi

cinque secoli.

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Il Monastero di Sucevita è considerato “il

testamento dell’arte moldava”: ed è anche il

più grande dei monasteri dipinti della

Bucovina, cinto da poderose mura con torri

Di guardia ai quattro angoli. Tra gli

splendidi affreschi della chiesa, tutti molto

ben conservati, primeggia quello con la

rappresentazione della Scala delle Virtù in

cui virtuosi sono sorretti dagli angeli, mentre i dannati precipitano fra le braccia di un

diavolo che se la ride in una simbolica lotta fra il bene ed il male e sulla parete sud

compare l'Albero della Vita. Al turista stupito da tanta bellezza cromatica e raffigurativa

non resta che far vagare gli occhi da un disegno all’altro,

scoprire particolari, sostare sulla raffigurazione Inno

acatisto dedicato alla Vergine.

Il Monastero di Sucevita è considerato “il

testamento dell’arte moldava”: ed è anche il

più grande dei monasteri dipinti della

Bucovina, cinto da poderose mura con torri

Di guardia ai quattro angoli. Tra gli

splendidi affreschi della chiesa, tutti molto

ben conservati, primeggia quello con la

rappresentazione della Scala delle Virtù in

cui virtuosi sono sorretti dagli angeli, mentre i dannati precipitano fra le braccia di un

diavolo che se la ride in una simbolica lotta fra il bene ed il male e sulla parete sud

compare l'Albero della Vita. Al turista stupito da tanta bellezza cromatica e raffigurativa

non resta che far vagare gli occhi da un disegno all’altro,

scoprire particolari, sostare sulla raffigurazione Inno

acatisto dedicato alla Vergine.

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Più in basso, ecco l’Assedio di Costantinopoli e il

corteo dei profetiche sembra di vedere sfilare davanti

ai nostri occhi tanta è la maestria con cui sono

stati raffigurati anche facendo vari giri completi attorno

alla chiesa dedicata alla Risurrezione ogni volta si

scorgono immagini, messaggi, sollecitazioni che

erano sfuggite alla prima vista. Il carattere narrativo

dei dipinti, con scene tratte dalla vita moldava del

‘500, viene esaltato dai colori, rosso porpora e blu

contro il verde smeraldo del fondo.

Più in basso, ecco l’Assedio di Costantinopoli e il

corteo dei profetiche sembra di vedere sfilare davanti

ai nostri occhi tanta è la maestria con cui sono

stati raffigurati anche facendo vari giri completi attorno

alla chiesa dedicata alla Risurrezione ogni volta si

scorgono immagini, messaggi, sollecitazioni che

erano sfuggite alla prima vista. Il carattere narrativo

dei dipinti, con scene tratte dalla vita moldava del

‘500, viene esaltato dai colori, rosso porpora e blu

contro il verde smeraldo del fondo.

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Il monastero di Sucevita è il luogo di

sepoltura della famiglia di Movila.

Il museo del monastero è di grande valore

ed espone tra l'altro, alcuni ricami

realizzati con fili d'oro e d'argento, fili di

seta e perle che risalgono al quindicesimo

o sedicesimo secolo. I più importanti sono

i ritratti di Ieremia e di Simion Movila e un

epitaffio ricamato con perle. Il monastero di

Sucevita è uno dei cinque monasteri che hanno

ricevuto il premio Golden Apple dall'Associazione

Giornalisti Internazionali per l'alto valore storico.

Il monastero di Sucevita è il luogo di

sepoltura della famiglia di Movila.

Il museo del monastero è di grande valore

ed espone tra l'altro, alcuni ricami

realizzati con fili d'oro e d'argento, fili di

seta e perle che risalgono al quindicesimo

o sedicesimo secolo. I più importanti sono

i ritratti di Ieremia e di Simion Movila e un

epitaffio ricamato con perle. Il monastero di

Sucevita è uno dei cinque monasteri che hanno

ricevuto il premio Golden Apple dall'Associazione

Giornalisti Internazionali per l'alto valore storico.

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Il Monastero diMoldovita

Il Monastero diMoldovita

Il monastero di Moldovita è

stato costruito fra 1402 e il

1410 da Alexander il Buono.

Crollato a causa di uno

smottamento all'inizio del

sedicesimo secolo il monastero

è stato ricostruito nel 1532 dal

reggente Petru Rares che lo ha

fatto circondare con torrette e

forti mura di protezione.

L'attuale chiesa del monastero ricostruita nel 1532 è stata dedicata all’Annunciazione e

presenta, all'esterno due absidi. Un particolare che la rende singolare ed unica consiste nel fatto

che negli affreschi accanto ai santi sono rappresentati personaggi della cultura classica come

Pitagora e Sofocle e, inoltre, gli affreschi sono caratterizzati da una tonalità dominante dal

rosso al giallo-ocra...

Il monastero di Moldovita è

stato costruito fra 1402 e il

1410 da Alexander il Buono.

Crollato a causa di uno

smottamento all'inizio del

sedicesimo secolo il monastero

è stato ricostruito nel 1532 dal

reggente Petru Rares che lo ha

fatto circondare con torrette e

forti mura di protezione.

L'attuale chiesa del monastero ricostruita nel 1532 è stata dedicata all’Annunciazione e

presenta, all'esterno due absidi. Un particolare che la rende singolare ed unica consiste nel fatto

che negli affreschi accanto ai santi sono rappresentati personaggi della cultura classica come

Pitagora e Sofocle e, inoltre, gli affreschi sono caratterizzati da una tonalità dominante dal

rosso al giallo-ocra...

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Il monastero di Moldovita, così come quello di Sucevita ospita un museo importante in cui

fa bella mostra “Il Golden Apple”, un premio consegnato dall'Associazione Internazionale

dei Giornalisti a tutti e cinque i monasteri moldavi come riconoscimento per il valore

artistico e culturale degli affreschi sulle pareti esterne. Non dimentichiamoci, inoltre di

visitare anche il museo, allestito nella Clisarnita, la residenza voivodale costruita nel 1612,

che racchiude il trono scolpito del voivoda e preziosi manoscritti.

Nelle vicinanze potremo infine visitare l'atelier di ceramica nera di Marginea. I

ritrovamenti archeologici di ceramica risalgono, già, all’età del Bronzo. Oggi le ceramiche

di Marginea sono riprodotte artigianalmente in un laboratorio locale.

La posizione geografica di Marginea, circondata da foreste, attraversata dal fiume Sucevita

e la sua terra d'argilla sono le principali condizioni per la creazione artistica di questo

prodotto. Argilla. acqua e fuoco concorrono a creare un prodotto magico ed unico che è

riuscito a sopravvivere nonostante i problemi

politici che ha incontrato. Infatti prima del

regime comunista a Marginea vi erano circa 60

famiglie che lavoravano l’argilla.

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Ma durante il regime comunista il possesso di un tornio

era considerato un reato, pertanto molti vasai hanno

rinunciato a questa arte o hanno continuato a lavorare in

segreto. Solo più tardi, i comunisti hanno cercato di

rinnovare questa tradizione.

Avendo distrutto i torni per la creazione di questi prodotti

non è stato facile riprendere questa tradizione risalente all’Epoca dei Daci che

utilizzavano i vasi per la conservazione del cibo.

Le tecniche di decorazione sono tradizionali e le forme sono molteplici: la pentola alta, il

piatto con due manici, ciotole di varie dimensioni etc ..

Tuttavia gli artigiani, non riuscendo a trarre profitti utili da

questa attività, stanno scomparendo.

E per terminare il nostro tuffo nel passato perché non visitare

una casa rumena dove si potrà ammirare all'interno una casa

tipica della Bucovina che conserva ancora oggi usanze e

tradizioni di un tempo.

Ma durante il regime comunista il possesso di un tornio

era considerato un reato, pertanto molti vasai hanno

rinunciato a questa arte o hanno continuato a lavorare in

segreto. Solo più tardi, i comunisti hanno cercato di

rinnovare questa tradizione.

Avendo distrutto i torni per la creazione di questi prodotti

non è stato facile riprendere questa tradizione risalente all’Epoca dei Daci che

utilizzavano i vasi per la conservazione del cibo.

Le tecniche di decorazione sono tradizionali e le forme sono molteplici: la pentola alta, il

piatto con due manici, ciotole di varie dimensioni etc ..

Tuttavia gli artigiani, non riuscendo a trarre profitti utili da

questa attività, stanno scomparendo.

E per terminare il nostro tuffo nel passato perché non visitare

una casa rumena dove si potrà ammirare all'interno una casa

tipica della Bucovina che conserva ancora oggi usanze e

tradizioni di un tempo.

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Come arrivare

Per avere la possibilità di girare tutti i maggiori monasteri un'idea è quella di aggregarsi a un tour

guidato che parta dai centri principali, come Suceava o Gura Humorului. Il trasporto pubblico

infatti non consente di raggiungere tutti i siti. Noi vi consigliamo una soluzione ancora migliore:

organizzare un percorso in proprio noleggiando un'auto, così da poter visitare anche i villaggi più

lontani dai percorsi tradizionali della regione. In questo caso si può arrivare direttamente a

Bucarest, in aereo, (dall'Italia voli Alitalia, Tarom, Windjet, Blue Air, Wizz air, Meridiana fly,

easy jet, On Air) o a Cluj (Wizz air, Blue air) e da qui spostarsi in auto verso nord. Una comoda

alternativa, che prevede, però, uno scalo a Timisoara, la offre Carpatair con voli diretti a

Suceava.Dove dormire

Sicuramente Loger «chez l’habitant» est une expérience enrichissante qui permet de vivre au plus

près des Roumains de partager la table, d’aller ensemble aux champignons….Viorica et ses filles

parlent très bien le français ce qui facilite les échangeImmancabile una notte in fattoria. Molte

case colonica offrono poche stanze, ma tutte arredate nello stile tipico della regione,tutte

rinnovate, adattate ad accogliere ospiti e si può anche optare per partecipare ai lavori agricoli

assaporando così la vera vita tradizionale delle popolazioni locali. .

Come arrivare

Per avere la possibilità di girare tutti i maggiori monasteri un'idea è quella di aggregarsi a un tour

guidato che parta dai centri principali, come Suceava o Gura Humorului. Il trasporto pubblico

infatti non consente di raggiungere tutti i siti. Noi vi consigliamo una soluzione ancora migliore:

organizzare un percorso in proprio noleggiando un'auto, così da poter visitare anche i villaggi più

lontani dai percorsi tradizionali della regione. In questo caso si può arrivare direttamente a

Bucarest, in aereo, (dall'Italia voli Alitalia, Tarom, Windjet, Blue Air, Wizz air, Meridiana fly,

easy jet, On Air) o a Cluj (Wizz air, Blue air) e da qui spostarsi in auto verso nord. Una comoda

alternativa, che prevede, però, uno scalo a Timisoara, la offre Carpatair con voli diretti a

Suceava.Dove dormire

Sicuramente Loger «chez l’habitant» est une expérience enrichissante qui permet de vivre au plus

près des Roumains de partager la table, d’aller ensemble aux champignons….Viorica et ses filles

parlent très bien le français ce qui facilite les échangeImmancabile una notte in fattoria. Molte

case colonica offrono poche stanze, ma tutte arredate nello stile tipico della regione,tutte

rinnovate, adattate ad accogliere ospiti e si può anche optare per partecipare ai lavori agricoli

assaporando così la vera vita tradizionale delle popolazioni locali. .

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È uno degli angoli più remoti della Romania;si trova nel nordest

del Paese, stretto fra Ucraina e Moldavia di cui è stata la

capitale dal 1388 fino al 1565. E’ un ottimo punto di partenza

per visitare le numerose attrazioni storiche, culturali, naturali e i

vari monasteri dipinti di tutta la regione. Inoltre offre ai suoi

visitatori varie attrazioni, tra cui, chiese, monasteri, sinagoghe,

edifici storici e possiede anche una a corte principesca medievale. Le attrattive per rendere

piacevole una visita della seducente cittadina romena non mancano. Possiamo citare la

chiesa della Santa Croce, quella di San Simone e la chiesa di San Giorgio sito patrimonio

mondiale dell'UNESCO. La chiesa di San Giorgio ospita le reliquie di San Giovanni Nou,

portate in Moldavia da Alexandrucel Bun nel 1415. Le reliquie sono poste in una teca

d'argento, riccamente decorata con scene della vita del santo. Gli affreschi eccezionali esterni

della chiesa, che illustrano scene del Vecchio e Nuovo Testamento, sono stati completati nel

1534 durante il regno di Petru Rares, un tempo glorioso per l'era dei murales religiosi.

È uno degli angoli più remoti della Romania;si trova nel nordest

del Paese, stretto fra Ucraina e Moldavia di cui è stata la

capitale dal 1388 fino al 1565. E’ un ottimo punto di partenza

per visitare le numerose attrazioni storiche, culturali, naturali e i

vari monasteri dipinti di tutta la regione. Inoltre offre ai suoi

visitatori varie attrazioni, tra cui, chiese, monasteri, sinagoghe,

edifici storici e possiede anche una a corte principesca medievale. Le attrattive per rendere

piacevole una visita della seducente cittadina romena non mancano. Possiamo citare la

chiesa della Santa Croce, quella di San Simone e la chiesa di San Giorgio sito patrimonio

mondiale dell'UNESCO. La chiesa di San Giorgio ospita le reliquie di San Giovanni Nou,

portate in Moldavia da Alexandrucel Bun nel 1415. Le reliquie sono poste in una teca

d'argento, riccamente decorata con scene della vita del santo. Gli affreschi eccezionali esterni

della chiesa, che illustrano scene del Vecchio e Nuovo Testamento, sono stati completati nel

1534 durante il regno di Petru Rares, un tempo glorioso per l'era dei murales religiosi.

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Piata 22 Decembrie (Piazza 22 Dicembre)

Rappresenta il centro della città, su questa piazza si

affacciano interessanti palazzi, come quello della

"Casa della cultura".

LA CORTE PRINCIPESCA

E’ stata creata alla fine del 14 ° secolo e la fortezza fu poi ampliata e rafforzata da per tenere

a bada gli invasori turchi ottomani. Stefano il Grande ha fatto aggiungere il fossato, le molto

alte mura difensive e le torri difensive che le hanno permesso di resistere fino al 1675

quando fu fatta saltare in aria dai turchi. Oggi, i visitatori possono visitare i resti delle

imponenti fortificazioni e ammirare una splendida vista sulla città.

Il museo del villaggio della Bucovina (Muzeul Satului Bucovinean) si trova nelle immediate

vicinanze della corte reale; questo museo a cielo aperto è una collezione di 80 edifici che

rappresentano la storia e la progettazione dell'architettura rurale della Bucovina, tra cui una

chiesetta del 18° secolo proveniente da Vama e un mulino tipico di Gura Humorului.

Piata 22 Decembrie (Piazza 22 Dicembre)

Rappresenta il centro della città, su questa piazza si

affacciano interessanti palazzi, come quello della

"Casa della cultura".

LA CORTE PRINCIPESCA

E’ stata creata alla fine del 14 ° secolo e la fortezza fu poi ampliata e rafforzata da per tenere

a bada gli invasori turchi ottomani. Stefano il Grande ha fatto aggiungere il fossato, le molto

alte mura difensive e le torri difensive che le hanno permesso di resistere fino al 1675

quando fu fatta saltare in aria dai turchi. Oggi, i visitatori possono visitare i resti delle

imponenti fortificazioni e ammirare una splendida vista sulla città.

Il museo del villaggio della Bucovina (Muzeul Satului Bucovinean) si trova nelle immediate

vicinanze della corte reale; questo museo a cielo aperto è una collezione di 80 edifici che

rappresentano la storia e la progettazione dell'architettura rurale della Bucovina, tra cui una

chiesetta del 18° secolo proveniente da Vama e un mulino tipico di Gura Humorului.

DA VISITARE:DA VISITARE:

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IL MUSEO ETNOGRAFICO DELLA BUCOVINA,

ospita una collezione completa di costumi popolari e

tradizionali, ha sede nella locanda dei regnanti (Hanul

Domnesc) è uno dei più antichi edifici di Suceava,

l'edificio risale alla fine del XVI secolo, con muri di

pietra spessa e soffitti a volta. La locanda è servita per

lungo tempo come punto di incontro preferito per i

nobili che tornavano dalla caccia nelle fitte foreste di

Suceava, da questo deriva il suo nome. Il museo di

storia della Bucovina mostra le armature medievali,

monete, armi, strumenti e documenti antichi. La sala

del trono è una ricostruzione del tribunale di Stefano il

Grande con mobili, armi e costumi.

IL MUSEO ETNOGRAFICO DELLA BUCOVINA,

ospita una collezione completa di costumi popolari e

tradizionali, ha sede nella locanda dei regnanti (Hanul

Domnesc) è uno dei più antichi edifici di Suceava,

l'edificio risale alla fine del XVI secolo, con muri di

pietra spessa e soffitti a volta. La locanda è servita per

lungo tempo come punto di incontro preferito per i

nobili che tornavano dalla caccia nelle fitte foreste di

Suceava, da questo deriva il suo nome. Il museo di

storia della Bucovina mostra le armature medievali,

monete, armi, strumenti e documenti antichi. La sala

del trono è una ricostruzione del tribunale di Stefano il

Grande con mobili, armi e costumi.

E’ dedicato alla conoscenza dei boschi, della foresta, all'etnografia, alla storia e l'arte popolare

della regione. E’ possibile visitare, nelle immediate vicinanze della cittadina l'insolito museo

del cucchiaio di legno, nonché il museo dell'intaglio sul legno.

E’ dedicato alla conoscenza dei boschi, della foresta, all'etnografia, alla storia e l'arte popolare

della regione. E’ possibile visitare, nelle immediate vicinanze della cittadina l'insolito museo

del cucchiaio di legno, nonché il museo dell'intaglio sul legno.

Page 20: Realizzato dagli alunni di 3 A -B Erica 2 D Relazioni internazionali Docente referente: Prof.ssa Franca Miserocchi ITSC « A. LOPERFIDO » Matera, 20 MAGGIO.

Città conosciuta come la “Roma” rumena per la bellezza e l’armonia dei suoi sette

colli su cui è costruita, Iaşi è il principale centro della Moldavia, con più di

300.000 abitanti.Tutto il distretto ha dato vita a molte attività educative,

scientifiche e culturali tanto che questo territorio è denominato il museo della Romania dove

si trova anche la più antica università del paese: questa tradizione continua in quanto in città

sono presenti 5 università pubbliche, 3 private, che accolgono in tutto il polo universitario

circa 60.000 studenti. Ci sono più di 50 chiese e i centri culturali Britannico, Francese,

Tedesco, Greco, Latino, Americano e Caraibico. La vita culturale ruota attorno al Teatro

Nazionale, (il più antico della

Romania), il Teatro dell'Opera, la Filarmonica di

Stato, l'Ateneo Tătăraşi, il Giardino Botanico

Garden (il più antico ed il più grande della

Romania), la Biblioteca Centrale

Universitaria (la più antica

della Romania).

Città conosciuta come la “Roma” rumena per la bellezza e l’armonia dei suoi sette

colli su cui è costruita, Iaşi è il principale centro della Moldavia, con più di

300.000 abitanti.Tutto il distretto ha dato vita a molte attività educative,

scientifiche e culturali tanto che questo territorio è denominato il museo della Romania dove

si trova anche la più antica università del paese: questa tradizione continua in quanto in città

sono presenti 5 università pubbliche, 3 private, che accolgono in tutto il polo universitario

circa 60.000 studenti. Ci sono più di 50 chiese e i centri culturali Britannico, Francese,

Tedesco, Greco, Latino, Americano e Caraibico. La vita culturale ruota attorno al Teatro

Nazionale, (il più antico della

Romania), il Teatro dell'Opera, la Filarmonica di

Stato, l'Ateneo Tătăraşi, il Giardino Botanico

Garden (il più antico ed il più grande della

Romania), la Biblioteca Centrale

Universitaria (la più antica

della Romania).

Teatro dell’opera Teatro dell’opera

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MUSEI E LUOGHI DI INTERESSE MUSEI E LUOGHI DI INTERESSE

I numerosi musei di Iaşi sono spesso ospitati in edifici dal

punto di vista artistico e architettonico molto importanti come il

neogotico fiammeggiante"Palazzo della Cultura" (simbolo vero e

proprio della vitalità culturale della città) che accoglie quattro

musei ed una biblioteca.

Nel disegnare questo palazzo l'architetto, Ion Berindei, formatosi a

Parigi, ha preso a modello il municipio della capitale francese.

Simbolo della città, questo immenso edificio ospita oggi:

il Museo di Storia, dove si ammirano le ceramiche dipinte della civiltà Cucuteni (3500-3000

a.C.);

il Museo etnografico: questo museo riunisce una collezione di strumenti che raccontano i

mestieri moldavi quali vita pastorale, fabbricazione di oggetti in ferro, pesca, settore tessile,

vasellame;

il Museo delle Tecniche che riunisce una collezione di apparecchi musicali;

il Museo delle Arti, che presenta artisti romeni come Nicolae Grigorescu, Octav Bâncila, etc

I numerosi musei di Iaşi sono spesso ospitati in edifici dal

punto di vista artistico e architettonico molto importanti come il

neogotico fiammeggiante"Palazzo della Cultura" (simbolo vero e

proprio della vitalità culturale della città) che accoglie quattro

musei ed una biblioteca.

Nel disegnare questo palazzo l'architetto, Ion Berindei, formatosi a

Parigi, ha preso a modello il municipio della capitale francese.

Simbolo della città, questo immenso edificio ospita oggi:

il Museo di Storia, dove si ammirano le ceramiche dipinte della civiltà Cucuteni (3500-3000

a.C.);

il Museo etnografico: questo museo riunisce una collezione di strumenti che raccontano i

mestieri moldavi quali vita pastorale, fabbricazione di oggetti in ferro, pesca, settore tessile,

vasellame;

il Museo delle Tecniche che riunisce una collezione di apparecchi musicali;

il Museo delle Arti, che presenta artisti romeni come Nicolae Grigorescu, Octav Bâncila, etc

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In piazza Eminescu, nel periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale, è stato costruito

l'edificio della Fondazione Culturale Reale che oggi ospita la Biblioteca universitaria centrale

che possiede circa 3 milioni di libri di cui alcuni molto rari, dedicata a Mihai Eminescu il più

grande poeta romeno che in questa città ha vissuto per alcuni anni della sua vita.

La cattedrale Trei Ierarhi, intitolata ai tre gerarchi della Chiesa (S. Basilio di Cesarea, S.

Giovanni Crisostomo e S. Gregorio il Taumaturgo), esempio di edificio ortodosso venne fatta

costruire nel 1635-39 dal principe Vasile Lupu ed è stata realizzata secondo il classico

schema della tradizione moldava, con pianta a forma di trifoglio.

La decorazione esterna è uno scenografico merletto di intagli nella pietra, frutto di una

commistione di elementi di varia provenienza: L'interno è opera del francese André Lecomte

de Noüy, che sul finire dell'Ottocento cancellò i dipinti, ricoprendo l'ambiente di decorazioni

dorate, mixando motivi tradizionali con il liberty e l'eclettico. Sono qui conservate le tombe di

tre grandi personaggi della storia moldava: Vasile Lupu, fondatore della chiesa, Dimitrie

Cantemir, voivoda e uomo di lettere, e Alexandru Ioan Cuza, politico e protagonista della

rivoluzione del 1848.

In piazza Eminescu, nel periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale, è stato costruito

l'edificio della Fondazione Culturale Reale che oggi ospita la Biblioteca universitaria centrale

che possiede circa 3 milioni di libri di cui alcuni molto rari, dedicata a Mihai Eminescu il più

grande poeta romeno che in questa città ha vissuto per alcuni anni della sua vita.

La cattedrale Trei Ierarhi, intitolata ai tre gerarchi della Chiesa (S. Basilio di Cesarea, S.

Giovanni Crisostomo e S. Gregorio il Taumaturgo), esempio di edificio ortodosso venne fatta

costruire nel 1635-39 dal principe Vasile Lupu ed è stata realizzata secondo il classico

schema della tradizione moldava, con pianta a forma di trifoglio.

La decorazione esterna è uno scenografico merletto di intagli nella pietra, frutto di una

commistione di elementi di varia provenienza: L'interno è opera del francese André Lecomte

de Noüy, che sul finire dell'Ottocento cancellò i dipinti, ricoprendo l'ambiente di decorazioni

dorate, mixando motivi tradizionali con il liberty e l'eclettico. Sono qui conservate le tombe di

tre grandi personaggi della storia moldava: Vasile Lupu, fondatore della chiesa, Dimitrie

Cantemir, voivoda e uomo di lettere, e Alexandru Ioan Cuza, politico e protagonista della

rivoluzione del 1848.

Page 23: Realizzato dagli alunni di 3 A -B Erica 2 D Relazioni internazionali Docente referente: Prof.ssa Franca Miserocchi ITSC « A. LOPERFIDO » Matera, 20 MAGGIO.

DA VISITARE:

Piata Unirii

La Piazza dell'Unione, riservata al traffico pedonale, e la principale piazza della città,

una passeggiata vi consentirà di ammirare l'estetica dell'edificio in cui è ospitato l'hotel

Traian, risalente al 1882. Al centro della piazza si trova il monumento al principe

Alexandru Ioan Cuza. Nella piazza si trovano inoltre il Muzeul Teatrului (Museo del

Teatro) e a poca distanza da questo si può visitare il Muzeul de Istorie Naturala (Museo

di storia naturale)..

Statua Equestre di Stefano il Grande

Stefano il Grande -Stefan Cel Mare- famoso comandante rumeno e

intrepido difensore delle frontiere moldave domina, con la sua statua il

centro della grande Piazza della Cultura. L’imponente Palazzo della

Cultura impressiona per le sue dimensioni. Al suo interno si trova il

Complexul national muzeal Moldova, costituito da quattro musei: di

storia, di scienza e tecnica, di arte e quello di etnografia.

DA VISITARE:

Piata Unirii

La Piazza dell'Unione, riservata al traffico pedonale, e la principale piazza della città,

una passeggiata vi consentirà di ammirare l'estetica dell'edificio in cui è ospitato l'hotel

Traian, risalente al 1882. Al centro della piazza si trova il monumento al principe

Alexandru Ioan Cuza. Nella piazza si trovano inoltre il Muzeul Teatrului (Museo del

Teatro) e a poca distanza da questo si può visitare il Muzeul de Istorie Naturala (Museo

di storia naturale)..

Statua Equestre di Stefano il Grande

Stefano il Grande -Stefan Cel Mare- famoso comandante rumeno e

intrepido difensore delle frontiere moldave domina, con la sua statua il

centro della grande Piazza della Cultura. L’imponente Palazzo della

Cultura impressiona per le sue dimensioni. Al suo interno si trova il

Complexul national muzeal Moldova, costituito da quattro musei: di

storia, di scienza e tecnica, di arte e quello di etnografia.

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GRADINA COPOU

E' un giardino pubblico che è sito sulla omonima collina; qui si trova il giardino botanico

della grandezza di circa 80 ettari fondato nel 1856, il più grande della Romania. Vi

consigliamo di visitare due padiglioni: le serre con piante tropicali, cactus, orchidee e piante

carnivore e il roseto, dove vengono presentate più di 800 specie di rose di tutto il mondo. E’

una collezione unica in Romania ed è riconosciuta dalla Federazione "The World Federation

of Rose Societies”.Il visitatore, alla fine di questa escursione si sente appagato non solo per

la diversità di forme colori e profumi

ma anche per l’impressionante

panorama delle varie specie qui

coltivate. Situato nel mezzo del

giardino Copou merita una visita il

tiglio “Mihai Eminescu” pianta

diventata il simbolo di Iasi.

Un luogo di pellegrinaggio per i

più romantici ……

GRADINA COPOU

E' un giardino pubblico che è sito sulla omonima collina; qui si trova il giardino botanico

della grandezza di circa 80 ettari fondato nel 1856, il più grande della Romania. Vi

consigliamo di visitare due padiglioni: le serre con piante tropicali, cactus, orchidee e piante

carnivore e il roseto, dove vengono presentate più di 800 specie di rose di tutto il mondo. E’

una collezione unica in Romania ed è riconosciuta dalla Federazione "The World Federation

of Rose Societies”.Il visitatore, alla fine di questa escursione si sente appagato non solo per

la diversità di forme colori e profumi

ma anche per l’impressionante

panorama delle varie specie qui

coltivate. Situato nel mezzo del

giardino Copou merita una visita il

tiglio “Mihai Eminescu” pianta

diventata il simbolo di Iasi.

Un luogo di pellegrinaggio per i

più romantici ……

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L'edificio, costruito nel periodo 1906-1925, è la creazione dell'architetto ID Berindei. Il

palazzo si trova, in parte, sulle rovine di corte medievale le cui fondamenta sono state in

parte utilizzate per Palazzo Reale, costruito nel 1812. La stanza più famosa è la Sala dei

Principi del palazzo situata al piano superiore. Il nome deriva dal hall-galleria di ritratti di

governanti e re di Moldavia. Il famoso palazzo possiede inoltre un orologio con carillon

situato nella torre centrale dell'edificio Le otto campane della torre del palazzo riproducono

in ogni momento della giornata gli accordi Hurriti Union e l'inno nazionale del 1859.

L'edificio, costruito nel periodo 1906-1925, è la creazione dell'architetto ID Berindei. Il

palazzo si trova, in parte, sulle rovine di corte medievale le cui fondamenta sono state in

parte utilizzate per Palazzo Reale, costruito nel 1812. La stanza più famosa è la Sala dei

Principi del palazzo situata al piano superiore. Il nome deriva dal hall-galleria di ritratti di

governanti e re di Moldavia. Il famoso palazzo possiede inoltre un orologio con carillon

situato nella torre centrale dell'edificio Le otto campane della torre del palazzo riproducono

in ogni momento della giornata gli accordi Hurriti Union e l'inno nazionale del 1859.

Palazzo della CulturaPalazzo della Cultura

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La cucina nazionale rumena fa parte della tradizione

balcanica ama le spezie e l'agrodolce. I prodotti della terra

vengono cucinati in modo semplice e non si bada alla

presentazione dei piatti che mantengono un aspetto piuttosto

rustico e contadino come la deliziosa minestra di verdure

chiamata CIORBĂ. I primi piatti più consumati in tutto il

paese equivalgano alle nostre zuppe. Ma come si spiega che delle semplici carote e patate

siano così gustose? Per saperlo, basta attraversare i paesaggi di Transilvania dove

l'agricoltura è praticata manualmente e senza fertilizzanti chimici. una delle specialità

popolari e piatto nazionale rumeno è la MĂMĂLIGA, un pasticcio di mais che assomiglia

molto alla polenta e serve per accompagnare moltissimi piatti ma si mangia soprattutto

con le cipolle dorate in padella, con le uova, il

formaggio fresco.

La cucina nazionale rumena fa parte della tradizione

balcanica ama le spezie e l'agrodolce. I prodotti della terra

vengono cucinati in modo semplice e non si bada alla

presentazione dei piatti che mantengono un aspetto piuttosto

rustico e contadino come la deliziosa minestra di verdure

chiamata CIORBĂ. I primi piatti più consumati in tutto il

paese equivalgano alle nostre zuppe. Ma come si spiega che delle semplici carote e patate

siano così gustose? Per saperlo, basta attraversare i paesaggi di Transilvania dove

l'agricoltura è praticata manualmente e senza fertilizzanti chimici. una delle specialità

popolari e piatto nazionale rumeno è la MĂMĂLIGA, un pasticcio di mais che assomiglia

molto alla polenta e serve per accompagnare moltissimi piatti ma si mangia soprattutto

con le cipolle dorate in padella, con le uova, il

formaggio fresco.

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CUCINA DELLA VALACCHIA

Ogni regione della Romania vanta comunque specialità

proprie. E la gastronomia della Valacchia ci riserva

tante gustose sorprese. Infatti per ragioni storico -

culturali, è nata da un’ottima combinazione tra i sapori

romeni, tedeschi e ungheresi. La Valacchia è rinomata per i fagioli in umido, minestre di

pollo, sgombri al forno, piatti a base di prugne, spezzatini,

carne trita e per il saraili, una sfogliatella con noci e miele.

Il musacá (carne di maiale trita e speziata con aglio e

peperoncino), le salsicce sono il simbolo dell’Oltenia e gli

antipasti, chiamati gustari,

sono particolarmente

gustosi, tra questi la Salata de vinete tocate (melanzane

alla fiamma), altri piatti tradizionali sono la carpa

ripiena di verdure, lo stinco affumicato con fagioli.

CUCINA DELLA VALACCHIA

Ogni regione della Romania vanta comunque specialità

proprie. E la gastronomia della Valacchia ci riserva

tante gustose sorprese. Infatti per ragioni storico -

culturali, è nata da un’ottima combinazione tra i sapori

romeni, tedeschi e ungheresi. La Valacchia è rinomata per i fagioli in umido, minestre di

pollo, sgombri al forno, piatti a base di prugne, spezzatini,

carne trita e per il saraili, una sfogliatella con noci e miele.

Il musacá (carne di maiale trita e speziata con aglio e

peperoncino), le salsicce sono il simbolo dell’Oltenia e gli

antipasti, chiamati gustari,

sono particolarmente

gustosi, tra questi la Salata de vinete tocate (melanzane

alla fiamma), altri piatti tradizionali sono la carpa

ripiena di verdure, lo stinco affumicato con fagioli.

Sarmale Sarmale

Mititei Mititei

MusacáMusacá

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Da non perdere il lardo bollito in salamoia, le costole di maiale

affumicate, il formaggio affumicato, le salsicce piccanti, i crauti

“alla Cluj”, filetto di maiale al forno speziato e il gulas.

Solitamente i pasti sono accompagnati dalla ŢUICĂ un triplo

distillato di frutta servito come aperitivo per "aprire lo stomaco"

per iniziare i pasti con il caratteristico brindisi,. Presenta

particolari sapori, fruttati e vellutati, riscaldata su fiamma vivace

e miscelata con zucchero e pepe nero in grani è una bevanda

davvero insuperabile.

Da non perdere il lardo bollito in salamoia, le costole di maiale

affumicate, il formaggio affumicato, le salsicce piccanti, i crauti

“alla Cluj”, filetto di maiale al forno speziato e il gulas.

Solitamente i pasti sono accompagnati dalla ŢUICĂ un triplo

distillato di frutta servito come aperitivo per "aprire lo stomaco"

per iniziare i pasti con il caratteristico brindisi,. Presenta

particolari sapori, fruttati e vellutati, riscaldata su fiamma vivace

e miscelata con zucchero e pepe nero in grani è una bevanda

davvero insuperabile. PASCAPASCA

E per i dessert una scelta

vasta si impone: se si

riesce ad arrivare a fine

pasto e provare il desiderio

di mangiare. Ricordatevi

infatti che le porzioni che

vi saranno servite saranno

più che abbondanti ……..

E per i dessert una scelta

vasta si impone: se si

riesce ad arrivare a fine

pasto e provare il desiderio

di mangiare. Ricordatevi

infatti che le porzioni che

vi saranno servite saranno

più che abbondanti ……..

PAPANASIPAPANASI

COZONACCOZONAC

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Che dire poi dei vini!?? Buoni ed economici!!!! Il Paese possiede distese di vigneti dislocate

nelle zone più disparate ed è tra i primi 10 produttori mondiali di vino, apprezzati dagli

intenditori. Il clima favorevole e le condizioni ideali e miti di alcune zone rendono la

Valacchia, produttrice di vini leggeri e secchi, bianchi e rossi,come il Sauvignon Blanc, il

Feteasca Alba o Neagra, il Merlot o il Cabernet tutti vitigni di importazione francese che si

arricchiscono degli aromi locali di fiori, erbe e radici di varie piante o di alberi.

Che dire poi dei vini!?? Buoni ed economici!!!! Il Paese possiede distese di vigneti dislocate

nelle zone più disparate ed è tra i primi 10 produttori mondiali di vino, apprezzati dagli

intenditori. Il clima favorevole e le condizioni ideali e miti di alcune zone rendono la

Valacchia, produttrice di vini leggeri e secchi, bianchi e rossi,come il Sauvignon Blanc, il

Feteasca Alba o Neagra, il Merlot o il Cabernet tutti vitigni di importazione francese che si

arricchiscono degli aromi locali di fiori, erbe e radici di varie piante o di alberi.

Page 31: Realizzato dagli alunni di 3 A -B Erica 2 D Relazioni internazionali Docente referente: Prof.ssa Franca Miserocchi ITSC « A. LOPERFIDO » Matera, 20 MAGGIO.

Sapete che a CRICOVA vi è la più grande cantina del mondo in cui il viaggiatore può

camminare per le strade di una vera e propria città sotterranea di viticoltori.

La lunghezza totale delle strade sotterranee è più di 100 km.

Ottima, eccellente, la birra, una vera sorpresa:i romeni ne sono grandi consumatori e

Craiova ha una grande tradizione è qui che la HEINNEKEN ha una sede di produzione.

Un po’ di galateo. A tavola non vi sentite obbligati a pulire il vostro piatto: potreste far

credere che avete ancora fame, stessa precauzione per il vostro bicchiere, se è vuoto, lo si

riempirà subito!!!! Alla fine del pasto è una vera galanteria fare i complimenti alla

padrona di casa con una formula estremamente gentile: «Sãrut mâna pentru masã»

(«Bacio le mani per questo pasto»). Cui verrà data risposta: che vi faccia bene ….!!!

Sapete che a CRICOVA vi è la più grande cantina del mondo in cui il viaggiatore può

camminare per le strade di una vera e propria città sotterranea di viticoltori.

La lunghezza totale delle strade sotterranee è più di 100 km.

Ottima, eccellente, la birra, una vera sorpresa:i romeni ne sono grandi consumatori e

Craiova ha una grande tradizione è qui che la HEINNEKEN ha una sede di produzione.

Un po’ di galateo. A tavola non vi sentite obbligati a pulire il vostro piatto: potreste far

credere che avete ancora fame, stessa precauzione per il vostro bicchiere, se è vuoto, lo si

riempirà subito!!!! Alla fine del pasto è una vera galanteria fare i complimenti alla

padrona di casa con una formula estremamente gentile: «Sãrut mâna pentru masã»

(«Bacio le mani per questo pasto»). Cui verrà data risposta: che vi faccia bene ….!!!

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Certo il panorama culturale che vi abbiamo proposto non si

esaurisce qui !!!! per finire vogliamo parlarvi del folklore.

La Romania offre un modo di vivere che nei Paesi

dell’ovest e’ scomparso da oltre un secolo e costituisce un

contrasto affascinante rispetto ad altri territori più conosciuti dal turismo internazionale.

Infatti il folklore rumeno e’ probabilmente il più vario e tradizionale dell’intera Europa. La

musica, le danze folkloristiche e le coreografie tradizionali sono ben note all’estero. Sono un

momento di Incontro, di condivisione di emozioni, di problemi, di sentimenti comuni, sono

l’anima di ogni paese e in Romania questi

sentimenti di certo non mancano la ricchezza

della tradizione musicale viene dal popolo Rom

e fino a non poco tempo fa ogni villaggio aveva

un suo gruppo di musicisti, i taraf..

Certo il panorama culturale che vi abbiamo proposto non si

esaurisce qui !!!! per finire vogliamo parlarvi del folklore.

La Romania offre un modo di vivere che nei Paesi

dell’ovest e’ scomparso da oltre un secolo e costituisce un

contrasto affascinante rispetto ad altri territori più conosciuti dal turismo internazionale.

Infatti il folklore rumeno e’ probabilmente il più vario e tradizionale dell’intera Europa. La

musica, le danze folkloristiche e le coreografie tradizionali sono ben note all’estero. Sono un

momento di Incontro, di condivisione di emozioni, di problemi, di sentimenti comuni, sono

l’anima di ogni paese e in Romania questi

sentimenti di certo non mancano la ricchezza

della tradizione musicale viene dal popolo Rom

e fino a non poco tempo fa ogni villaggio aveva

un suo gruppo di musicisti, i taraf..

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Le canzoni e le danze popolari, come i

doini degli haidouk, la hora, il braul, i

calusari, eseguiti a suon di violini,

fisarmoniche, clarinetti, armoniche e

flauti di Pan, sono l'espressione delle

credenze e delle leggende dell'antico

folclore rumeno. Ecco perché numerosi

sono i gruppi di cui vi invitiamo ad ascoltare

le forme musicali, i canti tipici dell'Oltenia,

le danze vorticose della Valacchia e della

Transilvania, i ritmi infuocati della Moldavia e del Banato. In ogni caso anche dopo aver

ascoltato le nuove tendenze dei giovani caratterizzate da uno stile rap e « bad boys e uno dei più

grandi interpreti del flauto di Pan GHEORGHE ZAMPHIR è spontaneo affermare che la

musica Rumena si manifesta per una sorta di unicità e di straordinaria entità popolare, creatasi e

sviluppatasi nel corso del tempo per la sua atmosfera tutta particolare che non si può definire con

parole.

Le canzoni e le danze popolari, come i

doini degli haidouk, la hora, il braul, i

calusari, eseguiti a suon di violini,

fisarmoniche, clarinetti, armoniche e

flauti di Pan, sono l'espressione delle

credenze e delle leggende dell'antico

folclore rumeno. Ecco perché numerosi

sono i gruppi di cui vi invitiamo ad ascoltare

le forme musicali, i canti tipici dell'Oltenia,

le danze vorticose della Valacchia e della

Transilvania, i ritmi infuocati della Moldavia e del Banato. In ogni caso anche dopo aver

ascoltato le nuove tendenze dei giovani caratterizzate da uno stile rap e « bad boys e uno dei più

grandi interpreti del flauto di Pan GHEORGHE ZAMPHIR è spontaneo affermare che la

musica Rumena si manifesta per una sorta di unicità e di straordinaria entità popolare, creatasi e

sviluppatasi nel corso del tempo per la sua atmosfera tutta particolare che non si può definire con

parole.

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Un viaggio in Romania soprattutto nelle regioni meno vicine alle grandi città, è una

continua scoperta di antiche tradizioni, usi, costumi e feste. Solitamente queste feste

sono legate al succedersi delle stagioni e ai lavori agricoli di una volta, come la festa

della mietitura, della prima mungitura delle pecore e della vendemmia. Oppure sono

feste cristiane che risalgono ad antichi riti pagani. Il popolo romeno legato alle

tradizioni, sente molto queste feste e vi partecipa numeroso e calorosamente. Ricordiamo

a capodanno, la colinda che consiste per i bambini nel recarsi di casa in casa per

augurare buon anno cantando e offrendo corone di fiori. Il 1 marzo –martisor- invece,

gli uomini offrono alle donne, un piccolo portafortuna legato a un filo rosso e bianco. Le

credenze popolari dicono che chi indossa il “martisor” sarà fortunato e in salute.

Anticamente il “martisor” era fatto di due fili di lana, una bianca e una rossa o nera,

simboli delle due stagioni principali – inverno ed estate.

Un viaggio in Romania soprattutto nelle regioni meno vicine alle grandi città, è una

continua scoperta di antiche tradizioni, usi, costumi e feste. Solitamente queste feste

sono legate al succedersi delle stagioni e ai lavori agricoli di una volta, come la festa

della mietitura, della prima mungitura delle pecore e della vendemmia. Oppure sono

feste cristiane che risalgono ad antichi riti pagani. Il popolo romeno legato alle

tradizioni, sente molto queste feste e vi partecipa numeroso e calorosamente. Ricordiamo

a capodanno, la colinda che consiste per i bambini nel recarsi di casa in casa per

augurare buon anno cantando e offrendo corone di fiori. Il 1 marzo –martisor- invece,

gli uomini offrono alle donne, un piccolo portafortuna legato a un filo rosso e bianco. Le

credenze popolari dicono che chi indossa il “martisor” sarà fortunato e in salute.

Anticamente il “martisor” era fatto di due fili di lana, una bianca e una rossa o nera,

simboli delle due stagioni principali – inverno ed estate.

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Le donne usavano fare questo lavoro che legavano al

polso e collo dei loro figli e dai giovanotti e adulti.

Inoltre, veniva legato sulle corna delle mucche o sulla

porta della stalla, per proteggere la casa dagli spiriti

maligni .Il colore rosso, quello del fuoco, del sangue e del

sole, era attribuito alla vita, quindi alla donna, invece il colore bianco,

che richiama la trasparenza dell´acqua e il bianco delle nuvole, era specifico

alla saggezza dell´uomo. Questi colori esprimono il legame inseparabile del ciclo della natura,

con tutte le sue forze vitali.

Solitamente il martisor viene regalato assieme ad un mazzo di bucaneve, che sono i primi

fiorellini selvatici a sbucare dopo l’inverno: simbolo di purezza ma anche della vittoria del

sole e della primavera sull’inverno.

In Romania, l’amore e gli innamorati sono festeggiati due volte all’anno. la prima volta a san

Valentino, il 14 febbraio, e la seconda il 24 febbraio, quando si cèlebra di solito l’antica festa

romena dell’amore, chiamata “dragobete”.

Le donne usavano fare questo lavoro che legavano al

polso e collo dei loro figli e dai giovanotti e adulti.

Inoltre, veniva legato sulle corna delle mucche o sulla

porta della stalla, per proteggere la casa dagli spiriti

maligni .Il colore rosso, quello del fuoco, del sangue e del

sole, era attribuito alla vita, quindi alla donna, invece il colore bianco,

che richiama la trasparenza dell´acqua e il bianco delle nuvole, era specifico

alla saggezza dell´uomo. Questi colori esprimono il legame inseparabile del ciclo della natura,

con tutte le sue forze vitali.

Solitamente il martisor viene regalato assieme ad un mazzo di bucaneve, che sono i primi

fiorellini selvatici a sbucare dopo l’inverno: simbolo di purezza ma anche della vittoria del

sole e della primavera sull’inverno.

In Romania, l’amore e gli innamorati sono festeggiati due volte all’anno. la prima volta a san

Valentino, il 14 febbraio, e la seconda il 24 febbraio, quando si cèlebra di solito l’antica festa

romena dell’amore, chiamata “dragobete”.

Page 36: Realizzato dagli alunni di 3 A -B Erica 2 D Relazioni internazionali Docente referente: Prof.ssa Franca Miserocchi ITSC « A. LOPERFIDO » Matera, 20 MAGGIO.

Il nome “dragobete”, deriva dalla parola

“drag” ossia “caro” in romeno, nome del

dio campestre dell’amore raffigurato

come un giovane svelto, forte, buono e

bello cui sarebbe infatti dedicata questa

festa. Ma dragobete è anche la festa

simbolo della primavera, del risveglio

della natura e di fertilità. Per tradizione,

i ragazzi e le ragazze devono festeggiare

il dragobete per restare innamorati tutto

l’anno. Nel passato, la festa era

un’occasione per gli innamorati di

dichiarare il loro amore davanti all’intera

comunità. Infatti se si baciavano davanti

a tutti significava che il loro

fidanzamento era ufficiale.

Il nome “dragobete”, deriva dalla parola

“drag” ossia “caro” in romeno, nome del

dio campestre dell’amore raffigurato

come un giovane svelto, forte, buono e

bello cui sarebbe infatti dedicata questa

festa. Ma dragobete è anche la festa

simbolo della primavera, del risveglio

della natura e di fertilità. Per tradizione,

i ragazzi e le ragazze devono festeggiare

il dragobete per restare innamorati tutto

l’anno. Nel passato, la festa era

un’occasione per gli innamorati di

dichiarare il loro amore davanti all’intera

comunità. Infatti se si baciavano davanti

a tutti significava che il loro

fidanzamento era ufficiale.

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Un soggiorno in Romania significa :

cultura, storia , spiritualità, natura, sport, tradizioni, leggende, avventura, relax , lusso, cucina raffinata e rustica ... partite con noi per vedere, scoprire,ascoltare, conoscere e vivere una

inedita e magica vacanza .

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