RAV109 - RAE125_201205.pdf

52
Numero 109 Maggio 2012 Contiene I.R. - Periodico dell’Associazione Madonna di Fatima - Maria, Stella della Nuova Evangelizzazione Salvami Regina “Consacrati nella verità”

Transcript of RAV109 - RAE125_201205.pdf

  • Numero 109 Maggio 2012

    Co

    ntie

    ne I.

    R. -

    Per

    iod

    ico

    del

    lAss

    oci

    azio

    ne M

    ado

    nna

    di F

    atim

    a - M

    aria

    , Ste

    lla d

    ella

    Nuo

    va E

    vang

    eliz

    zazi

    one

    Salvami Regina

    Consacrati nella verit

  • I l Santuar io d i Fat ima un luogo pr iv i l eg ia -to , dotato d i un va lo re spec ia l e : ha in s un mes -sagg io importante pe r l e -poca che s t iamo v ivendo . come s e qu i , a l l in iz io de l nost ro s e co lo , fo s s e ro r i suonate , con un nuovo eco , l e paro l e p ronunc iate su l Go lgota . Mar ia , che e ra accanto a l la Croce d i suo Fig l io , ha dovuto ac -ce t tare ancora una vo l ta la vo lont d i Cr i s to , F i -g l io d i Dio . Ma mentre su l Go lgota i l F ig l io l e ind i -cava so l tanto un uomo, Giovanni , i l d i s c epo lo che amava , qu i l e i ha dovu-to accog l i e r l i tut t i . Tutt i no i , g l i uomin i d i ques to s e co lo e de l la sua d i f f i c i l e e d rammat i ca s to r ia .

    (Beato Giovanni Paolo II, Omelia nel Santuario di Fatima,

    13 maggio 1991)

    Santuario di Fatima (Portogallo), e Statua Pellegrina del Cuore

    Immacolato di Maria, Seminario degli Araldi del Vangelo, San Paolo

    (Brasile)

    Tim

    othy

    Rin

    g

    Vic

    tor

    Dom

    ingu

    es

  • Scrivono i lettori 4

    Consacrati nella verit (Editoriale) 5

    San Fernando di Castiglia Il santo re vittorioso

    34

    La parola dei Pastori Servo fedele e saggio

    38

    accaduto nella Chiesa e nel mondo

    40

    Storia per bambini La ricompensa dellonest

    46

    Santi di ogni giorno

    48

    Il canto meraviglioso della vetrata

    50

    Araldi nel mondo

    26

    Il carisma degli Araldi del Vangelo alla luce della Sequela Christi

    18

    Commento al Vangelo La misura, infinita, del nostro amore verso il prossimo 10

    La voce del Papa La dina-mica del vero rinnovamento

    6

    SalvamiRegina

    Periodico dellAssociazione Madonna di Fatima - Maria, Stella

    della Nuova Evangelizzazione

    SommariO

    Anno XIV, numero 109, Maggio 2012

    Direttore responsabile: Zuccato Alberto

    Consiglio di redazione: Guy Gabriel de Ridder, Suor Juliane

    Vasconcelos A. Campos, EP, Luis Alberto Blanco Corts, Madre

    Mariana Morazzani Arriz, EP, Severiano Antonio de Oliveira

    Amministrazione: Via San Marco, 2A

    30034 Mira (VE) CCP 13805353

    Aut. Trib. Venezia 11 del 31/3/12 www.araldi.org

    www.salvamiregina.it

    Con la collaborazione dellAssociazione

    Privata Internazionale di Fedeli di Diritto Pontificio

    ArAldi del VAngelo

    Viale Vaticano, 84 Sc. A, int. 5 00165 Roma

    Tel. sede operativa a Mira (VE): 041 560 08 91

    Montaggio: Equipe di arti grafiche

    degli Araldi del Vangelo

    Stampa e rilegatura: CISCRA S.p.A.

    VIA SAN MICHELE 36 45020 VILLANOVA DEL

    GHEBBO - RO

    Gli articoli di questa rivista potranno essere riprodotti, basta che si indichi la fonte e si invii copia alla Redazione. Il contenuto degli articoli firmati di responsabilit dei rispettivi autori.

  • 4Salvami Regina Maggio 2012

    Scrivono i lettori

    Argomenti legAti AllA vitA dellA ChiesA

    Da pi di due anni ricevo la ri-vista Araldi del Vangelo, che stata per me uno strumento molto ricco e buono, poich presenta argomen-ti legati alla vita della Chiesa e alla diffusione del Vangelo. La leggo at-tentamente e seguo tutte le notizie e fatti relazionati con gli Araldi.

    Don Adriano S.Arcidiocesi di Lubango Angola

    sAntA luisA di mArillACHo ricevuto la rivista di marzo

    dellanno in corso, dal titolo Piena di grazia. Tra la ricchezza dei diversi ar-gomenti trattati, mi ha colpito lar-ticolo Docile alla volont di Dio, su Santa Luisa di Marillac.

    Sono sacerdote lazzarista, del-la Congregazione della Missione di San Vincenzo de Paoli, e ho vissuto per alcuni anni a Parigi, nella nostra Casa-Madre, a causa dei miei stu-di. Ho sempre celebrato messa nel-la Cappella delle Apparizioni del-la Madonna della Medaglia Mira-colosa, in Rue du Bac, vicino ai resti mortali di Santa Luisa, dove ho im-parato ad ammirarla con amore fi-liale. Sono convinto che San Vincen-zo non avrebbe mai portato a termi-ne le sue imprese senza la sua pre-senza femminile e coraggiosa.

    Esprimo qui la mia gratitudine alla Rivista per aver aperto questo spazio per scrivere su Santa Luisa, come pure i miei complimenti per la bellezza e soavit con cui si parla-to di questa grande donna del XVII secolo, la quale, purtroppo, rimane ancora molto relegata negli scanti-nati della Storia.

    Don Gilson C. de C. Curitiba Brasile

    un tesoro per lA nostrA epoCAMi sento molto felice di ricevere

    la rivista Araldi del Vangelo, insieme al DVD. Sono grata ed stato il dono pi benedetto che ho ricevuto alli-nizio di questanno. Questa Rivista un tesoro per la nostra epoca, per contenuto, esposizione e profondit della nostra Dottrina Cattolica.

    Raimunda de J. C.Ananindeua Brasile

    Aiuto A CresCere spirituAlmenteI miei complimenti per la missio-

    ne che realizzate in tutto il mondo e per il ricco materiale che la rivista Araldi del Vangelo, la quale ci aiuta a crescere spiritualmente, offrendoci temi intellettuali, oltre alle Storie per bambini... o adulti pieni di fede.

    Ruth P. V.Ibarra Ecuador

    in opposizione Al relAtivismo estetiCo

    Contrastando questa massima della vita comune che dice: Il gusto non si discute in relazione alla bel-lezza, analizzata nel numero di feb-braio scorso, un mio collega di lavo-ro diceva: il buon gusto che non si discute. Su questa via, solo per ci-tare un esempio, immagino sia diffi-cile discutere tra Handel e Mozart.

    In opposizione a questo relativi-smo estetico dei nostri tempi, sorge come un sole che illumina la notte il carisma degli Araldi del Vangelo. Il posto di primo piano che il bello ha nelle azioni degli Araldi ci ripor-ta direttamente al Bello nella sua es-senza. Partecipare ad una liturgia in una cappella o chiesa degli Araldi pregustare il Paradiso.

    Pio Q. de O.Nuova Friburgo Brasile

    eCCezionAle vArietLa variet degli argomenti della

    rivista Araldi del Vangelo eccezio-

    nale. Apprezzo in modo speciale gli articoli sulle bellezze naturali, che ci insegnano come esse presentino ri-flessi di Dio, le incantevoli storie per bambini e le foto di diverse immagini della Madonna, pubblicate ogni me-se, che ci portano a conoscere meglio lanima magnifica della nostra Regi-na e Madre. Quello per che pi mi piace il Commento al Vangelo, scrit-to da Mons. Joo, i cui insegnamenti ci fanno meditare su aspetti del Van-gelo che normalmente passano inos-servati. Mi piace anche leggere le let-tere dei lettori, poich importante vedere il bene che questa meraviglio-sa pubblicazione fa alle anime, nei vari angoli del mondo.

    Paul A. B.Hamilton Canada

    evAngelizzAre i pi bisognosi spirituAlmente

    Quando ricevo la Rivista, la con-divido sempre, perch desidero che altre persone conoscano la variet di articoli religiosi e contemporanei qui presentati ogni mese. Mi piac-ciono, soprattutto, gli argomenti sui santi e la sezione che spiega le atti-vit realizzate dagli Araldi in tutte le parti del mondo, evangelizzando i pi bisognosi spiritualmente.

    Clris M. B.Salvador Brasile

    luCi di fede e sperAnzARingrazio per linvio della Ri-

    vista, nella quale quello che pi mi ha rallegrato stata la notizia del-la recente ordinazione sacerdota-le, che porta allaumento di presbi-teri in tanti Paesi. Un regalo di Dio agli Araldi del Vangelo, che irradia-no luci di fede e speranza a coloro che affidiamo in questa cos magni-fica opera. Grazie per diffondere la bellezza del Vangelo!

    Alicia V.Talca Cile

  • Numero 109

    Maggio 2012

    Co

    ntie

    ne I.

    R. -

    Per

    iod

    ico

    del

    lAss

    oci

    azio

    ne M

    ado

    nna

    di F

    atim

    a - M

    aria

    , Ste

    lla d

    ella

    Nuo

    va E

    vang

    eliz

    zazi

    one

    Salvami Regina

    Consacrati nella

    verit

    S

    Maggio 2012 Salvami Regina5

    EditorialeConsaCrati nella

    veritarebbe difficile concepire una societ ben costituita, sprovvista di sacerdo-ti. Infatti, come segnala con proverbiale semplicit il Santo Curato dArs, senza il Sacramento dellOrdine, non avremmo il Signore.

    E aggiunge: Chi Lo ha collocato l in quel tabernacolo? Il sacerdote. Chi ha accolto la vostra anima nel primo momento dellingresso nella vita? Il sacerdote. Chi la alimenta per darle la forza di realizzare la sua peregrinazione? Il sacerdote. Chi la prepara per comparire davanti a Dio, lavandola per lultima volta nel san-gue di Ges Cristo? Il sacerdote, sempre il sacerdote. E se questanima arriva a morire [col peccato], chi la resusciter, chi le restituir la serenit e la pace? Sem-pre il sacerdote.

    Queste parole di San Giovanni Maria Vianney opportunamente ricordate da Papa Benedetto XVI nella Lettera per la Proclamazione dellAnno Sacerdotale, del 16/6/2009 sottolineano limportanza della vita sacramentale per lautentica vita-lit del Corpo Mistico di Cristo, ma anche quanto il buon ordine sociale dipenda dalla dedizione e virt dei ministri consacrati.

    Molto a proposito ha ammonito Dom Chautard, nel suo celebre libro Lanima di ogni apostolato, che a un sacerdote santo corrisponde un popolo fervente; a un sacerdote fervente, un popolo devoto; a un sacerdote devoto, un popolo onesto; e a un sacerdote onesto, un popolo empio...

    Il Sacramento dellOrdine eleva chi lo riceve a una dignit regia in mezzo ai fe-deli, non solo rappresentando Cristo, ma agendo in persona Christi, in diverse oc-casioni. Si eleva, cos, il sacerdote, ad esser consacrato nella verit (Gv 17, 19) con limposizione delle mani del Vescovo, a una dignit superiore a quella degli angeli, secondo SantAlfonso de Liguori.

    A tale elevazione deve corrispondere un desiderio costante di conformarsi in tutto a Cristo e, di conseguenza, una rispettabilit proporzionata a cos alta mis-sione, che si riflette non solo nel comportamento esimio, ma anche nelladegua-mento della postura, del modo di essere e dellabito.

    Soprattutto, insegna il Concilio Vaticano II, il sacerdote deve aver presente la centralit dellEucaristia nel suo ministero: LEucaristia appare come fonte e cul-mine di tutta levangelizzazione (Presbyterorum ordinis, n.2.). Infatti nel Sacrifi-cio Eucaristico si esercita la stessa opera della Redenzione (cfr. idem, n.13).

    Anche al giorno doggi, la vitalit della Chiesa dipende in buona misura da que-sta conformazione con Cristo, condizione necessaria e base di qualunque autenti-co rinnovamento. Cos ha evidenziato Papa Benedetto XVI nellomelia dellultima Messa Crismale: Chi guarda alla storia dellepoca post-conciliare, pu riconoscere la dinamica del vero rinnovamento, che ha spesso assunto forme inattese in movi-menti pieni di vita e che rende quasi tangibili linesauribile vivacit della santa Chie-sa, la presenza e lazione efficace dello Spirito Santo. E se guardiamo alle persone, dalle quali sono scaturiti e scaturiscono questi fiumi freschi di vita, vediamo anche che per una nuova fecondit ci vogliono lessere ricolmi della gioia della fede, la ra-dicalit dellobbedienza, la dinamica della speranza e la forza dellamore.

    Ancora una volta, la santit, dunque!

    Cerimonia di ordi-nazione sacerdota-le realizzata il 19 marzo nella Chiesa del Seminario de-gli Araldi del Van-gelo

    (Foto: Gabriel Zanella)

  • La dinamica del vero

    rinnovamento

    I

    6Salvami Regina Maggio 2012

    La voce deL PaPa

    Osservando le persone da cui risultano questi movimenti pieni di vita, vediamo che sono necessarie, per una nuova fecondit, la radicalit dellobbedienza, la dinamica della speranza e la forza dellamore

    n questa Santa Messa i no-stri pensieri ritornano allo-ra in cui il Vescovo, me-diante limposizione delle

    mani e la preghiera, ci ha introdot-ti nel sacerdozio di Ges Cristo, co-s che fossimo consacrati nella ve-rit (Gv 17,19), come Ges, nella sua Preghiera sacerdotale, ha chie-sto per noi al Padre.

    Ci viene richiesto di mettere la vita a disposizione di Cristo

    Egli stesso la Verit. Ci ha con-sacrati, cio consegnati per sempre a Dio, affinch, a partire da Dio e in vista di Lui, potessimo servire gli uo-mini.

    Ma siamo anche consacrati nella realt della nostra vita? Siamo uo-mini che operano a partire da Dio e in comunione con Ges Cristo? Con questa domanda il Signore sta da-vanti a noi, viceversa. Volete unir-vi pi intimamente al Signore Ges Cristo e conformarvi a Lui, rinun-ziare a voi stessi e rinnovare le pro-messe, confermando i sacri impegni che nel giorno dellOrdinazione ave-

    te assunto con gioia? Cos, dopo questa omelia, interrogher singo-larmente ciascuno di voi e anche me stesso. Con ci si esprimono soprat-tutto due cose: richiesto un legame interiore, anzi, una conformazione a Cristo, e in questo necessariamente un superamento di noi stessi, una ri-nuncia a quello che solamente no-stro, alla tanto sbandierata autorea-lizzazione.

    richiesto che noi, che io non ri-vendichi la mia vita per me stesso, ma la metta a disposizione di un al-tro di Cristo. Che non domandi: che cosa ne ricavo per me? Bens: che cosa posso dare io per Lui e co-s per gli altri? O ancora pi concre-tamente: come deve realizzarsi que-sta conformazione a Cristo, il quale non domina, ma serve; non prende, ma d come deve realizzarsi nella situazione spesso drammatica della Chiesa di oggi?

    la disobbedienza una via per rinnovare la Chiesa?

    Di recente, un gruppo di sacerdo-ti in un Paese europeo ha pubblicato

    un appello alla disobbedienza, por-tando al tempo stesso anche esem-pi concreti di come possa esprimersi questa disobbedienza, che dovrebbe ignorare addirittura decisioni defini-tive del Magistero ad esempio nel-la questione circa lOrdinazione del-le donne, in merito alla quale il bea-to Papa Giovanni Paolo II ha dichia-rato in maniera irrevocabile che la Chiesa, al riguardo, non ha avuto al-cuna autorizzazione da parte del Si-gnore.

    La disobbedienza una via per rinnovare la Chiesa? Vogliamo cre-dere agli autori di tale appello, quando affermano di essere mossi dalla sollecitudine per la Chiesa; di essere convinti che si debba affron-tare la lentezza delle Istituzioni con mezzi drastici per aprire vie nuove per riportare la Chiesa allaltezza delloggi. Ma la disobbedienza ve-ramente una via? Si pu percepire in questo qualcosa della conforma-zione a Cristo, che il presupposto di ogni vero rinnovamento, o non piuttosto soltanto la spinta dispera-ta a fare qualcosa, a trasformare la

    LO

    sser

    vato

    re R

    oman

    o

  • Maggio 2012 Salvami Regina7

    Chiesa secondo i nostri desideri e le nostre idee?

    Ma non semplifichiamo trop-po il problema. Cristo non ha for-se corretto le tradizioni umane che minacciavano di soffocare la paro-la e la volont di Dio? S, lo ha fat-to, per risvegliare nuovamente lob-bedienza alla vera volont di Dio, al-la sua parola sempre valida. A Lui stava a cuore proprio la vera obbe-dienza, contro larbitrio delluomo. E non dimentichiamo: Egli era il Fi-glio, con lautorit e la responsabili-t singolari di svelare lautentica vo-lont di Dio, per aprire cos la strada della parola di Dio verso il mondo dei gentili. E infine: Egli ha concre-tizzato il suo mandato con la propria obbedienza e umilt fino alla Croce, rendendo cos credibile la sua mis-sione. Non la mia, ma la tua volont: questa la parola che rivela il Figlio, la sua umilt e insieme la sua divini-t, cos ci indica la strada.

    Traduzioni del cammino di Ges in figure storiche vive

    Lasciamoci interrogare ancora una volta: non che con tali consi-derazioni viene, di fatto, difeso lim-mobilismo, lirrigidimento della tra-dizione? No. Chi guarda alla sto-ria dellepoca post-conciliare, pu ri-conoscere la dina-mica del vero rin-novamento, che ha spesso assunto for-me inattese in mo-vimenti pieni di vi-ta e che rende qua-si tangibili linesau-ribile vivacit del-la santa Chiesa, la presenza e lazione efficace dello Spiri-to Santo. E se guar-diamo alle persone, dalle quali sono sca-turiti e scaturiscono questi fiumi freschi

    di vita, vediamo anche che per una nuova fecondit ci vogliono lessere ricolmi della gioia della fede, la ra-dicalit dellobbedienza, la dinamica della speranza e la forza dellamore.

    Cari amici, resta chiaro che la conformazione a Cristo il presup-posto e la base di ogni rinnovamen-to. Ma forse la figura di Cristo ci ap-pare a volte troppo elevata e troppo grande, per poter osare di prende-re le misure da Lui. Il Signore lo sa. Per questo ha provveduto a tradu-zioni in ordini di grandezza pi ac-cessibili e pi vicini a noi.

    Proprio per questa ragione, Paolo senza timidezza ha detto alle sue co-munit: imitate me, ma io apparten-go a Cristo. Egli era per i suoi fede-li una traduzione dello stile di vi-ta di Cristo, che essi potevano vede-re e alla quale potevano aderire. A partire da Paolo, lungo tutta la sto-ria ci sono state continuamente tali traduzioni della via di Ges in vive figure storiche.

    Noi sacerdoti possiamo pensa-re ad una grande schiera di sacerdo-ti santi, che ci precedono per indicar-ci la strada: a cominciare da Policar-po di Smirne ed Ignazio dAntiochia attraverso i grandi Pastori quali Am-brogio, Agostino e Gregorio Magno,

    fino a Ignazio di Loyola, Carlo Bor-romeo, Giovanni Maria Vianney, fi-no ai preti martiri del Novecento e, infine, fino a Papa Giovanni Paolo II che, nellazione e nella sofferenza ci stato di esempio nella conformazio-ne a Cristo, come dono e mistero.

    I Santi ci indicano come funzio-na il rinnovamento e come possiamo metterci al suo servizio. Ci lasciano anche capire che Dio non guarda ai grandi numeri e ai successi esteriori, ma riporta le sue vittorie nellumile segno del granello di senape.

    La mia dottrina non mia

    Cari amici, vorrei brevemen-te toccare ancora due parole-chia-ve della rinnovazione delle promes-se sacerdotali, che dovrebbero in-durci a riflettere in questora della Chiesa e della nostra vita persona-le. C innanzitutto il ricordo del fat-to che siamo come si esprime Pa-olo amministratori dei misteri di Dio (I Cor 4,1) e che ci spetta il mi-nistero dellinsegnamento, il munus docendi, che una parte di tale am-ministrazione dei misteri di Dio, in cui Egli ci mostra il suo volto e il suo cuore, per donarci se stesso.

    Nellincontro dei Cardinali in oc-casione del recente Concistoro, di-

    versi Pastori, in ba-se alla loro esperien-za, hanno parlato di un analfabetismo re-ligioso che si diffon-de in mezzo alla no-stra societ cos intel-ligente. Gli elementi fondamentali della fe-de, che in passato ogni bambino conosceva, sono sempre meno no-ti. Ma per poter vive-re ed amare la nostra fede, per poter amare Dio e quindi diventa-re capaci di ascoltarLo in modo giusto, dob-biamo sapere che cosa

    Si chiede a ognuno di noi di non rivendicare la vita per se stesso, ma di metterla a disposizione di Cristo

    LO

    sser

    vato

    re R

    oman

    o

  • La Nuova Evangelizzazione comincia anche nel Confessionale!

    I

    8Salvami Regina Maggio 2012

    Dio ci ha detto; la nostra ragione ed il nostro cuore devono essere toccati dalla sua parola. LAnno della Fede, il ricordo dellapertura del Conci-lio Vaticano II 50 anni fa, deve esse-re per noi unoccasione di annuncia-re il messaggio della fede con nuovo zelo e con nuova gioia.

    Lo troviamo naturalmente in mo-do fondamentale e primario nella Sa-cra Scrittura, che non leggeremo e mediteremo mai abbastanza. Ma in questo facciamo tutti lesperienza di aver bisogno di aiuto per trasmet-terla rettamente nel presente, affin-ch tocchi veramente il nostro cuo-re. Questo aiuto lo troviamo in primo luogo nella parola della Chiesa do-cente: i testi del Concilio Vaticano II

    e il Catechismo della Chiesa Cattoli-ca sono gli strumenti essenziali che ci indicano in modo autentico ci che la Chiesa crede a partire dalla Paro-la di Dio. E naturalmente ne fa par-te anche tutto il tesoro dei documenti che Papa Giovanni Paolo II ci ha do-nato e che ancora lontano dallesse-re sfruttato fino in fondo.

    Ogni nostro annuncio deve misu-rarsi sulla parola di Ges Cristo: La mia dottrina non mia (Gv 7,16). Non annunciamo teorie ed opinioni private, ma la fede della Chiesa del-la quale siamo servitori. Ma questo naturalmente non deve significare che io non sostenga questa dottrina con tutto me stesso e non stia salda-mente ancorato ad essa.

    In questo contesto mi viene sem-pre in mente la parola di santAgo-stino: E che cosa tanto mio quanto me stesso? Che cosa cos poco mio quanto me stesso? Non appartengo a me stesso e divento me stesso proprio per il fatto che vado al di l di me stes-so e mediante il superamento di me stesso riesco ad inserirmi in Cristo e nel suo Corpo che la Chiesa.

    Se non annunciamo noi stessi e se interiormente siamo diventa-ti tuttuno con Colui che ci ha chia-mati come suoi messaggeri cos che siamo plasmati dalla fede e la vivia-mo, allora la nostra predicazione sar credibile. Non reclamizzo me stesso, ma dono me stesso. Il Curato dArs non era un dotto, un intellet-

    Se nella celebrazione del Sacramento della Riconciliazione i fedeli avranno unesperienza reale della Misericordia di Ges, diventeranno testimoni credibili di quella

    santit che lobiettivo della Nuova Evangelizzazione.

    n che senso la Confessione sacramentale via per la nuova evangelizzazione?

    Soltanto chi si lasciato rinnovare dalla Grazia pu annunciare il Vangelo

    Anzitutto perch la nuova evangelizzazione trae lin-fa vitale dalla santit dei figli della Chiesa, dal cammino quotidiano di conversione personale e comunitaria per conformarsi sempre pi profondamente a Cristo. E c uno stretto legame tra santit e Sacramento della Ricon-ciliazione, testimoniato da tutti i Santi della storia.

    La reale conversione dei cuori, che aprirsi allazione trasformante e rinnovatrice di Dio, il motore di ogni riforma e si traduce in una vera forza evangelizzante. Nella Confessione il peccatore pentito, per lazione gra-

    tuita della Misericordia divina, viene giustificato, perdo-nato e santificato, abbandona luomo vecchio per rive-stirsi delluomo nuovo. Solo chi si lasciato profonda-mente rinnovare dalla Grazia divina, pu portare in se stesso, quindi annunciare, la novit del Vangelo. [...]

    Sarete collaboratori e protagonisti di tanti possibili nuovi inizi

    Cari sacerdoti e cari diaconi che vi preparate al Pre-sbiterato, nellamministrazione di questo Sacramento, vi data o vi verr data la possibilit di essere strumenti di un sempre rinnovato incontro degli uomini con Dio. Quan-ti si rivolgeranno a voi, proprio per la loro condizione di peccatori, sperimenteranno in se stessi un desiderio pro-fondo: desiderio di cambiamento, domanda di misericor-

  • Maggio 2012 Salvami Regina9

    Tutti i diritti sui documenti pontifici sono riservati alla Libreria Editrice Vaticana. La versione integrale di questi documenti pu essere trovata in www.vatican.va

    Il Cardinale Manuel Monteiro de Castro porge i saluti al Santo Padre a nome di tutti i partecipanti

    LO

    sser

    vato

    re R

    oman

    o

    tuale, lo sappiamo. Ma con il suo an-nuncio ha toccato i cuori della gen-te, perch egli stesso era stato tocca-to nel cuore.

    Zelo delle anime, unespressione fuori moda

    Lultima parola-chiave a cui vor-rei ancora accennare si chiama ze-lo per le anime (animarum zelus). unespressione fuori moda che oggi quasi non viene pi usata.

    In alcuni ambienti, la parola ani-ma considerata addirittura una parola proibita, perch si dice esprimerebbe un dualismo tra cor-po e anima, dividendo a torto luo-mo. Certamente luomo ununit, destinata con corpo e anima alleter-

    nit. Ma questo non pu significare che non abbiamo pi unanima, un principio costitutivo che garantisce lunit delluomo nella sua vita e al di l della sua morte terrena.

    E come sacerdoti naturalmente ci preoccupiamo delluomo intero, pro-prio anche delle sue necessit fisiche degli affamati, dei malati, dei senza-tetto. Tuttavia noi non ci preoccupia-mo soltanto del corpo, ma proprio an-che delle necessit dellanima delluo-mo: delle persone che soffrono per la violazione del diritto o per un amore distrutto; delle persone che si trova-no nel buio circa la verit; che soffro-no per lassenza di verit e di amore.

    Ci preoccupiamo della salvezza degli uomini in corpo e anima. E in

    quanto sacerdoti di Ges Cristo, lo facciamo con zelo. Le persone non devono mai avere la sensazione che noi compiamo coscienziosamente il nostro orario di lavoro, ma prima e dopo apparteniamo solo a noi stessi.

    Un sacerdote non appartiene mai a se stesso. Le persone devo-no percepire il nostro zelo, median-te il quale diamo una testimonian-za credibile per il Vangelo di Ges Cristo. Preghiamo il Signore di col-marci con la gioia del suo messag-gio, affinch con zelo gioioso possia-mo servire la sua verit e il suo amo-re. Amen.

    (Omelia nella Santa Messa Crismale, 5/4/2012)

    dia e, in definitiva, desiderio che riaccada, attraverso il Sa-cramento, lincontro e labbraccio con Cristo.

    Sarete perci collaboratori e protagonisti di tanti pos-sibili nuovi inizi, quanti saranno i penitenti che vi si accosteranno, avendo presente che lautentico signifi-cato di ogni novit non consiste tanto nellabbando-no o nella rimozione del passato, quanto nellaccoglie-re Cristo e nellaprirsi alla sua Presenza, sempre nuova e sempre capace di trasformare, di illuminare tutte le zo-ne dombra e di schiudere continuamente un nuovo oriz-zonte.

    Unica risposta adeguata alla necessit umana di infinito

    La nuova evangelizzazione, allora, parte anche dal Confessionale! Parte cio dal misterioso incontro tra li-nesauribile domanda delluomo, segno in lui del Miste-ro Creatore e la Misericordia di Dio, unica risposta ade-guata al bisogno umano di infinito. Se la celebrazione del Sacramento della Riconciliazione sar questo, se in essa i fedeli faranno reale esperienza di quella Miseri-cordia che Ges di Nazareth, Signore e Cristo, ci ha do-nato, allora diverranno essi stessi testimoni credibili di quella santit, che il fine della nuova evangelizzazione.

    Tutto questo, cari amici, se vero per i fedeli laici, ac-quista ancora maggiore rilevanza per ciascuno di noi. Il

    ministro del Sacramento della Riconciliazione collabora alla nuova evangelizzazione rinnovando egli stesso, per primo, la coscienza del proprio essere penitente e del bi-sogno di accostarsi al perdono sacramentale, perch si rinnovi quellincontro con Cristo, che, iniziato nel Batte-simo, ha trovato nel Sacramento dellOrdine una specifi-ca e definitiva configurazione.

    (Passi del discorso ai partecipanti al forum interno organizzato dalla Penitenzieria Apostolica, 9/3/2012)

  • 10Salvami Regina Maggio 2012

    Gus

    tavo

    Kra

    lj

    Ges benedicente Basilica di San Paolo Fuori le Mura, Roma

    In quel tempo, Ges disse ai suoi discepoli: 9 Come il Padre ha amato me, cos anchio ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10 Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i co-mandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11 Questo vi ho detto perch la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. 12 Questo il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. 13 Nessuno ha un amore pi grande di questo: dare la vita per i

    propri amici. 14 Voi siete miei amici, se farete ci che io vi comando. 15 Non vi chiamo pi servi, perch il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perch tutto ci che ho udito dal Padre lho fatto co-noscere a voi.16 Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perch andiate e portiate frut-to e il vostro frutto rimanga; perch tutto quel-lo che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17 Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri (Gv 15, 9-17).

    a Vangelo A

  • Maggio 2012 Salvami Regina11

    Per quanto riguarda la nostra conversione, sempre il Creatore che prende liniziativa

    commento aL vangeLo vI domenIca dI Pasqua

    La misura, infinita, del nostro amore verso

    il prossimo

    facile ricordarlo, ma non sempre lo compiere il mandato evangelico di amare il prossimo come se stessi. Poco prima della sua Passione, Nostro Signore ha tracciato i vasti limiti dellamore che dobbiamo avere gli uni per gli altri.

    I LInIzIatIva parte sempre da dIoSe avessimo una nozione dellamore che il

    Creatore ha per ognuno di noi, forse saremmo capaci di valutare con esattezza la misura con cui dobbiamo amarLo. Ma, essendo Dio lUmilt in sostanza, Egli frequentemente non mostra la ma-no quando interviene negli avvenimenti, per con-vertirci o sostenerci nella fede. In questo modo, corriamo il rischio di formarci unidea molto irre-ale della sollecitudine divina verso di noi.

    Siamo, per esempio, cattolici, apostolici e ro-mani, e pensiamo che la nostra adesione alla Re-ligione sia stata veramente frutto di una decisio-ne motivata dalla superiorit di questa sulle altre credenze. Ossia, riteniamo di esser stati proprio noi a scegliere Dio, quando, con le nostre for-ze, mai saremmo capaci nemmeno di praticare in forma stabile i Dieci Comandamenti.

    Per quanto concerne la nostra conversione, sempre il Creatore che prende liniziativa. Lui

    che ci ha creati, Lui che ci ha scelto per far parte della Chiesa e Lui che ci d le grazie indispensa-bili per seguirLo.

    Fin dalleternit, ha manifestato una predile-zione gratuita per ognuno di noi, scegliendoci tra le infinite possibilit di creature umane che esi-stono nel divino Intelletto. E, potendo destinarci a una felicit puramente naturale, ha voluto che le creature intelligenti partecipassero alla propria vita, come ben sottolinea Don Arintero: Per un prodigio damore che mai potremo debitamente ammirare, e molto meno essere riconoscenti, Si degnato di soprannaturalizzarci fin dallinizio, ele-vandoci niente meno che alla sua stessa categoria, facendoci partecipi della sua vita, della sua infini-ta virt, delle sue peculiari azioni e della sua eter-na felicit: ha voluto che fossimo di.1

    Creandoci, Dio ha dotato ciascuno di noi di una vocazione unica, specifica e irripetibile, sia religiosa che laica. Lungo tutta la nostra esisten-

    Mons. Joo Scognamiglio Cl Dias, EP

  • 12Salvami Regina Maggio 2012

    Santissima Trinit Cattedrale di Colonia (Germania)

    Pau

    lo M

    ikio

    Lamore del Padre per il Figlio esiste da tutta leternit ed inesprimibile in termini umani

    za ci d, inoltre, grazie maggiori o minori, ma sempre sufficienti per la nostra salvezza eterna.

    Pi ancora. Essendo luomo caduto in pecca-to nel Paradiso, Dio avrebbe potuto far s che egli tornasse al nulla, pentito di averlo creato, o usare innumerevoli vie per riparare allerrore commesso. Infatti, essendo Egli allo stesso tem-po Giudice e Offeso, nulla Gli impediva di per-donare il debito contratto senza nulla richiede-re come riparazione.

    Tuttavia, esigendo il suo onore infinito una ri-parazione allaltezza, Dio, con unindicibile ma-nifestazione damore, impossibile da esser pensa-ta senza il peccato dei nostri progenitori, ha de-ciso di consegnare il suo stesso Figlio alla mor-te per darci la vita, come proclama San Giovan-ni nella seconda lettura: In questo si manife-stato lamore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perch noi aves-simo la vita per lui. In questo consiste lamore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma lui che ha amato noi e ha mandato suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati (I Gv 4, 9-10).

    IncarnandoSi e passando per i tormenti del-la Passione, la Seconda Persona della Santissi-ma Trinit ci ha portato un vero oceano di grazie, unineffabile comunicazione amorosa e libera,

    ma intima e inconcepibile, della vita divina alle creature razionali, attra-verso cui il soprannaturale e il natu-rale, il divino e lumano si uniscono, si armonizzano e si completano, sen-za che per questo si confondano!.2

    Tale , in senso lato, lamore di Dio per ognuno di noi, che vedre-mo manifestarsi in forma straordi-naria nel Vangelo di oggi.

    II La sostanza deLLamore dI nostro

    sIgnore per noI

    Il Signore Ges Si trova nel Ce-nacolo, dando le ultime raccoman-dazioni ai discepoli, prima di prose-guire per lOrto degli Ulivi, dove sa-rebbe avvenuto il suo arresto.

    il commiato. Lamore verso quei poveri discepoli, destinati ad es-sere gli esecutori del suo pensiero, i continuatori della sua opera salvifica, infiammava il suo Cuore, pi profon-

    damente che mai; ma in quel momento sebbene pieni di buona volont , disorientati, costernati, esitanti, essi nulla comprendevano del suo pensie-ro. Tutti questi sentimenti palpitano nelle dichia-razioni fatte da Ges durante il Discorse.3

    Il rapporto tra due Persone Divine

    In quel tempo, disse Ges ai suoi di-scepoli: 9a Come mio Padre Mi ha ama-to...

    Nostro Signore aveva appena finito di esorta-re i discepoli: Rimanete in me e io in vo. (Gv 15, 4), eE ora Egli fa questaffermazione, sem-plice a prima vista Come mio Padre mi ha amato , ma che, considerata nella sua profon-dit, molto ci aiuter ad avere unidea pi preci-sa di quello che viene dopo.

    Lamore del Padre per il Figlio esiste da tut-ta leternit ed inesprimibile in termini umani, perch Egli si d tra due Persone Divine e iden-tiche. Chi ha visto me ha visto il Padre (Gv 14, 9), ha detto Ges. RiconoscendoSi interamen-te proiettato nel Figlio e provando quanto Egli identico a S, il Padre solo pu amarLo come Egli stesso Si ama: Tu sei il Figlio mio predilet-to, in te mi sono compiaciuto (Mc 1, 11).

  • Maggio 2012 Salvami Regina13

    Chi ama desidera essere amato e trova in questa reciprocit la sua gioia

    Unimmagine umana pu aiutarci a com-prendere questo amore di identit: la madre ama suo figlio perch vede in lui unimmagine, un prolungamento di se stessa, e il figlio ama sua madre perch vede in lei la fonte da cui pro-viene. Ora, il profondo vincolo naturale tra ma-dre e figlio non che una pallida immagine di quello esistente tra il Padre e il Figlio, da lui ge-nerato fin dalleternit. Infatti dal rapporto pu-rissimo tra due Persone Divine che si amano re-ciprocamente, perch sono identiche, proviene una terza: lo Spirito Santo.

    La Santissima Trinit, mistero centrale della nostra fede e della vita cristiana, supera del tut-to la nostra capacit di comprensione. Il Padre ama suo Figlio. Egli cos bello! la sua stessa luce, il suo stesso splendore, la sua gloria, la sua immagine, il suo Verbo Il Figlio ama il Padre. Egli cos buono e Gli Si d integralmente e to-talmente, nellatto generatore, con cos ama-bile e completa pienezza! Questi due immensi amori del Padre e del Figlio non si esprimono in Cielo per mezzo di parole, canti, grida per-ch lamore, giunto al grado massimo, non par-la, non canta, non grida; esso si espande in un respiro, in un soffio, che tra il Padre e il Figlio diventa, come Loro, reale, sostanziale, persona-le, divino: lo Spirito Santo.4

    Fecondit dellamore di Dio per le creature 9b cos anchIo ho amato voi.

    Ora, questo amore di una grandezza as-solutamente inaccessibile per la nostra umana intelligenza. E, comunque, quanto Cristo ha per ognuno di noi, come chiaramente indica-

    no le espressioni come e cos anche, le qua-li significano: mantenute le proporzioni, con la stessa intensit e alla stessa maniera.

    Essendo la Seconda Persona della Santissima Trinit, Nostro Signore non ha personalit uma-na. Di modo che, sebbene Egli abbia un amo-re umano perfettissimo, non c separazione tra questo e quello proprio della sua Natura divina.

    Lamore creato dellanima di Cristo la pi alta manifestazione dellamore increato di Dio. Dalle altezze della visione di Dio, scende sulle nostre anime lamore di Ges, e in questo amo-re rincontriamo le stesse caratteristiche cos dif-ferenti: la pi profonda tenerezza e la fortezza pi eroica. [] La fortezza, la generosit del suo amore per noi, si manifesta con vigore sempre maggiore dal Presepio fino alla Croce. [] Nes-suno mai ci ha amato n ci amer come Cristo.5 Come saremo, allora, in grado di ricambiarLo?

    Tornando allimmagine dellamore materno, sappiamo perfettamente come egli porti la madre a far tutto per suo figlio. Questo sentimento uma-no, per, non che un poverissimo riflesso della-more di Dio, perch questo cos ricco e fecondo che, come insegna San Tommaso, infonde e crea il bene nelle cose.6 Ogni bene esistente nellUni-verso ha la sua origine in questa benevolenza divi-na che, quando si applica alle creature razionali, infonde loro la carit e le santifica.

    Contro questo insorgono, molte volte, le no-stre colpe e miserie. Ma Dio ci ama malgrado tutto e, a volte, addirittura a causa loro. Guar-dando quelli che sono caduti, Egli ha piet del-la grande miseria a cui li ha condotti il peccato; li porta al pentimento senza giudicarli con seve-

    Ultima Cena Cattedrale di Strasburgo (Francia)

    Sr

    gio

    Hol

    lman

    n

  • 14Salvami Regina Maggio 2012

    Se cos procediamo, non sar necessario alcuno sforzo per essere santi, ma per non esserlo

    rit. Come il padre del figliol prodigo, abbraccia il figlio sventurato a causa della sua colpa; per-dona la donna adultera nellimminenza di esser lapidata; accoglie la Maddalena pentita e le sve-la in seguito il mistero della sua vita intima; par-la della vita eterna alla Samaritana, nonostan-te la sua condotta; promette il Cielo al buon la-drone. [] Molti si allontanano da Lui, ma Egli non caccia nessuno. E quando ci allontaniamo, intercede per gli ingrati, come ha pregato per i suoi carnefici.7

    Quanto differente questo purissimo amore divino dal sentimento romantico ed egoista che il mondo oggi osa chiamare amore, macchiando il senso pi profondo di questa parola!

    Nostro Signore si aspetta reciprocit9b Rimanete nel mio amore.

    Il Signore Ges conclude limpressionante affermazione sopra analizzata cos anchio ho amato voi con una non meno commoven-te esortazione: Rimanete nel mio amore. come se ci dicesse: Approfittate di questa mia benevolenza e fate tutto il possibile per non de-meritarla. Restate alla portata del mio affetto e lasciate che esso si dispieghi su ognuno.

    Chi ama desidera esser amato e trova in questa reciprocit la sua gioia. Un maestro si aspetta dai suoi alunni corrispondenza dellaf-fetto che ha per loro e un comandante che ap-prezza il suo esercito contento di vedere che anche i suoi soldati lo stimano. Fatte salve le proporzioni, lo stesso accade con Dio, per que-sto esclama San Bernardo: Grande cosa la-more, purch esso ritorni al suo principio, ri-salga alla sua origine e alla sua fonte, da dove tragga sempre nuove acque per fluire incessan-temente. [...] Quando Dio ama, Egli non chie-de nientaltro che esser amato, poich Egli non ama se non per esser amato, sapendo che lo stesso amore render felici quelli che Lo ama-no.8

    necessario, dunque, che operiamo con re-ciprocit in relazione allimmenso amore che Ges ci d, rendendoci degni di esser amati da Lui. Per questo, basta che non poniamo ostaco-li allaffetto che Egli ha per ciascuno di noi. Se cos faremo, non occorrer alcuno sforzo per es-sere santi, ma per non esserlo. Questo il senso dellespressione Si tu Le dejas! Se Lo lasci agire!, ripetuta con frequenza da Santa Maria Meraviglia di Ges alle sue figlie spirituali.

    Lamore si prova con le opere10 Se osserverete i miei comandamen-ti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.

    Il modo di rimanere nella reciprocit della-more iniziato da Dio sta, ci dice qui Ges, nellosservare i suoi Comandamenti, perch lamore si prova con le opere. Cos, nello stes-so modo in cui dimostriamo stima per un supe-riore terreno seguendo i comandi che egli ci im-partisce, per rimanere nellamore di Dio ne-cessario che osserviamo la sua Legge. Cos, non riusciremo mai a compiere i precetti divini sen-za amare il Legislatore.

    Spiega Don Garrigou-Lagrange: Dobbiamo amarLo come il grande amico che per primo ci ha amati ed infinitamente meglio, in Se stes-so, di tutti i suoi benefici sommati insieme. Di-re che dobbiamo amarLo cos affermare che dobbiamo volere efficacemente il compimento della sua santa volont, espressa dai suoi pre-cetti; ossia, dobbiamo desiderare che Egli regni di fatto e profondamente nelle nostre anime e sia glorificato.9

    Esempio archetipico e supremo di questa re-versibilit lo stesso Ges. La prova dellinte-grit del suo amore per il Padre era nelle virt e negli atti da Lui praticati poich il trasporto per un superiore, afferma Plinio Corra de Oliveira, non si dispiega soltanto nella venerazione e te-nerezza, ma deve portare come frutto il servizio, lobbedienza e il sacrificio. Nostro Signore ri-masto nel Padre e il Padre rimasto in Lui per-ch Cristo non ha tralasciato mai di compiere neanche una virgola della Legge. Al contrario, Si sottomesso in forma perfettissima ai dise-gni del Padre, fino alla morte, e morte in Croce.

    Dio la Gioia in sostanza11 Questo vi ho detto perch la mia gio-ia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

    Dio la Gioia stessa in essenza, e sarebbe una bestemmia affermare che Egli poteva esse-re depresso, triste o scoraggiato. Perch, essen-do in sostanza quello che possiede10, non pu esserci in Dio assolutamente nessuna macchia n briciolo di imperfezione. Tutto in Lui per-fetto ed interamente ordinato alla propria fi-nalit, che Lui stesso.

  • Maggio 2012 Salvami Regina15

    Gus

    tavo

    Kra

    lj

    Cristo in Gloria con i Santi, del Beato Angelico (particolare) National Gallery, Londra

    Felice colui che sente in s il giubilo di una buona coscienza, che nulla paga n supera

    Siamo stati creati da Dio e per Dio; Egli la nostra causa efficiente e il nostro fine ultimo. Cos, fare tutte le cose in Lui e per amore di Lui lunico mezzo per ottenere la felicit alla qua-le siamo stati chiamati. Non nel possesso di ricchezze, potere o qualche altro bene tempo-rale che si trova su questa Terra la gioia auten-tica, ma nel praticare la virt e osservare i suoi Comandamenti.

    Felice colui che sente in s il giubilo di una buona coscienza, che nulla paga n supera. Le-goismo causa tristezza, frustrazione e scoraggia-mento. La vera felicit si trova soltanto nellin-nocenza!

    Un Comandamento Nuovo12 Questo il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. 13 Nessuno ha un amore pi grande di questo: dare la vita per i pro-pri amici.

    Tutto quello che finora stato detto, Ges lo sintetizza in un Comandamento che diventer uno dei principali pilastri della Nuova Allean-za: Amatevi gli uni gli altri, cos come Io vi ho amati. Non si tratta di un consiglio o suggeri-mento, ma di un vero comando che, provenen-

    do da Dio, deve esser rigidamente obbedito co-me legge e non pu esser violato in alcuna ma-niera.

    Anche nellAntichit, esisteva amore per esempio, tra i membri di una famiglia ma que-sto era ancora difettivo. Se Cristo non Si fosse incarnato e non ci avesse presentato larcheti-po del rapporto tra il Padre e il Figlio, che co-s perfetto al punto da costituire una terza Per-sona Divina, lumanit non avrebbe mai potuto conoscere questa sublime benevolenza che in-fonde la bont e trasforma.

    Ges ha portato sulla Terra una nuova e ric-chissima forma damore, lha insegnata con la sua vita, le sue parole e il suo esempio, e ci ha beneficiati con la sua grazia, senza la quale ci sarebbe impossibile praticarla. Ora, Lui vuole che anche noi ci amiamo cos: prendendo lini-ziativa di stimare gli altri, senza aspettarci da lo-ro ricompense, ed essendo disposti a dare tutto per il prossimo, anche la stessa vita, per aiutarlo a raggiungere la perfezione.

    Il grande dramma dei nostri giorni cau-sato proprio dalla mancanza di questo amo-re. Per chiarire bene fino a che punto esso de-ve esser portato, Nostro Signore d un esem-pio che preannunci il suo olocausto sulla Cro-ce, sacrificio supremo che, da un punto di vista

  • 16Salvami Regina Maggio 2012

    Non si tratta di un consiglio o suggerimento, ma di un vero comando che, proveniente da Dio, deve essere rigidamente obbedito come legge

    meramente umano, potrebbe esser qualificato come pazzia.

    Mai nella Storia qualcuno aveva amato i suoi amici al punto da consegnarsi per loro come vit-tima espiatoria. Ora, se Cristo, essendo Dio, Si immolato cos per noi, come dobbiamo ricom-pensarlo?

    In cosa consiste la vera amicizia14 Voi siete miei amici, se farete ci che io vi comando.

    Amico: parola sui generis, il cui profondo si-gnificato stato, per, insudiciato lungo i secoli.

    Al di l della semplice consonanza o simpa-tia, c nella vera amicizia un elemento capita-le: desiderare il bene di chi si stima. Per questo, essa solamente pu esser fondata in Dio, visto che non possibile ambire a nientaltro di me-glio della sua salvezza eterna.

    Reciprocamente, lalleanza che pu esistere tra due che percorrono insieme le vie del ma-le e si stimano a causa del peccato che praticano non pu esser considerata amicizia, perch es-si si augurano reciprocamente quello che c di peggio, cio, la condanna della propria anima.

    15 Non vi chiamo pi servi, perch il servo non sa quello che fa il suo padro-ne; ma vi ho chiamati amici, perch tut-to ci che ho udito dal Padre lho fatto conoscere a voi.

    Dio ha creato lumanit affinch lamore di Ges Cristo avesse la possibilit di allargarsi e diffondersi. In quanto Dio, Egli basta a Se stes-so, ma in quanto Uomo sente la necessit di espanderSi. Per questo, eleva gli Apostoli alla categoria di amici e fa loro conoscere tutto ci che ha udito dal Padre.

    In quellepoca, il servo non aveva nessun di-ritto. Doveva obbedienza illimitata al suo signo-re, esegrendo quello che gli veniva comandato, senza la necessit di intenderne i motivi. Lami-co, al contrario, ha una certa parit con laltro e conosce la sua volont. D, ma anche riceve.

    In questo passo, Cristo afferma di aver smes-so di essere soltanto Signore per diventare anche nostro Amico. Amico immensamente ricco, che pu riempire tutto il vuoto della nostra vita; vero amico che ci concede quello che legittimamente Gli chiediamo; amico premurosissimo, che non

    Si secca quando Gli chiediamo [...] ma ci sollecita a parlare con Lui delle nostre miserie.11

    IncarnandoSi e rivelandoci le meraviglie del-la Buona Novella, Ges non ha riservato per S quello che ha udito dal Padre, ma lo ha trasmes-so in misura proporzionata alla nostra natura. Ora, conoscendoLo, amandoLo e obbedendo ai suoi Comandamenti, ci trasformiamo in veri amici suoi, perch amico colui che conosce la volont dellaltro e la mette in pratica.

    La legge che deve vigere tra i cristiani16 Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perch andia-te e portiate frutto e il vostro frutto ri-manga; perch tutto quello che chiede-rete al Padre nel mio nome, ve lo con-ceda. 17 Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.

    Ancora una volta il Divino Maestro sottoli-nea che stato Dio ad averci scelto e per primo ci ha amato, infatti come abbiamo visto allini-zio di questo commento, luomo tende ad aver-ne limpressione di esser stato lui, col suo sfor-zo e merito personale, a prendere liniziativa di seguirLo. Per sottolineare la necessit di ama-re gli altri come Lui ci ama, Ges ripete nuova-mente, come un ordine, il Comandamento che ha appena formulato.

    Solo cos, avendo per la salvezza degli altri lo stesso impegno che il Signore Ges dimostra, otterremo per mezzo del nostro apostolato frut-ti che rimarranno. Questa anche la condizio-ne per vedere esaudite le richieste che facciamo al Padre.

    Desideriamo aver successo nel nostro apo-stolato e nella nostra preghiera? Amiamoci gli uni gli altri come Ges ci ama. Non vogliamo condurre una vita egoista, chiusi in unimmagi-naria torre davorio, coltivando le nostre qualit e doni a nostro vantaggio, ma interessiamoci dei nostri fratelli, amiamoli, cerchiamo il loro bene. questa la legge che deve vigere tra i cristiani.

    III IL vero senso deLLa paroLa amore

    La liturgia di questa 6 Domenica di Pasqua, cos ricca di insegnamenti, situa la parola amo-re in una prospettiva del tutto diversa da quel-la alla quale siamo abituati, invitandoci al pi

  • Maggio 2012 Salvami Regina17

    Gus

    tavo

    Kra

    lj

    Vetrata della Chiesa San Pietro Apostolo, Montreal (Canada)

    Ai nostri giorni, cos tristemente paganizzati, questo affetto deve brillare in modo da attrarre quanti si allontanano dalla Chiesa

    1 GONZLEZ ARINTERO, OP, Juan. La Evolucin Mstica. Ma-drid: BAC, 1952, pag.59.

    2 Idem, pag.55.3 BOVER, SJ, Jos Mara. Comenta-

    rio al Sermn de la Cena. Madrid: BAC, 1951, pagg.17-18.

    4 ARRIGHINI, apud: ROYO MARN, OP, Antonio. El gran desconocido. 5.ed. Madrid: BAC, 1981, pag.18.

    5 GARRIGOU-LAGRANGE, OP, Rginald. El Salvador y su amor

    por nosotros. Madrid: Rialp, 1977, pagg.320;323-324.

    6 SAN TOMMASO DAQUINO. Summa Teologica I, q.20, a.2, re-sp.

    7 GARRIGOU-LAGRANGE, op. cit., pagg. 322-323.

    8 SAN BERNARDO. Sermones in Cantica Canticorum. Sermo 83, c.4: ML 183, 1181.

    9 GARRIGOU-LAGRANGE, op. cit., pagg.167-168.

    10 Cfr. SAN TOMMASO DAQUI-NO. Summa Teologica I, q.29, a.4; SANTAGOSTINO. In Io-hannis Evangelium, tr.99, c.4.

    11 GOM Y TOMS, Isidro. El Evangelio explicado. Barcelona: Rafael Casulleras, 1930, vol.III, pag.213.

    12 TERTULLIANO. Apologeticum. c.39: ML 1, 584.

    13 BENEDETTO XVI. Caritas in ve-ritate, n.3.

    elevato rapporto che sia possibile raggiungere su questa terra: lamici-zia con Ges.

    Se nei primordi della nostra era i pagani, nel riferirsi ai cristiani, dice-vano guarda come essi si amano!12, ai nostri giorni, cos tristemente pa-ganizzati, questo affetto deve brilla-re in modo da attrarre quanti si sono allontanati dalla Chiesa. Per questo, dobbiamo cancellare dalle nostre ani-me tutti i sentimentalismi, romantici-smi o egoismi che vi possano esistero.

    Carissimi, amiamoci gli uni gli al-tri, perch lamore da Dio: chiun-que ama generato da Dio e cono-sce Dio, esorta nella seconda lettu-ra lApostolo San Giovanni (I Gv 4, 7). Chi ama con vero amore non cer-ca di esser adorato dallaltro, n esige reciprocit. Cerca, al contrario, di es-ser educato, attento e zelante con tut-ti, senza fare preferenza di persone, mirando a riflettere in qualche mo-do nel convivio di tutti i giorni laffet-to ineffabile che Cristo ha manifesta-to per ciascuno di noi durante la sua Passione.

    Chiediamo, dunque, in questa do-menica, la grazia di dirigere il nostro amore a Dio e al prossimo secondo la misura infinita della benevolenza di-vina E teniamo ben presente nei nostri cuori il segnale d allarme che nella sua ultima enciclica Papa Benedetto XVI ci ha posto: Senza verit, la carit scivola nel sentimentalismo. Lamore diventa un guscio vuoto, da riempire arbitraria-

    mente. il fatale rischio dellamore in una cul-tura senza verit; esso preda delle emozioni e delle opinioni contingenti dei soggetti, una pa-rola abusata e distorta, fino a significare il con-trario.13

  • Il carisma degli Araldi del Vangelo alla luce della

    Sequela Christi

    I

    18Salvami Regina Maggio 2012

    Ogni carisma nella Chiesa rappresenta una forma peculiare di seguire il Signore Ges. Gli Araldi del Vangelo, da parte loro, cercano di imitarLo nella sua luminosa perfezione, facendo della bellezza Incarnata nel Figlio di Dio il cammino verso il Cielo.

    francescani seguono il Cri-sto povero, i domenicani il Cristo maestro, e cos fa ogni famiglia religiosa al-

    la sua maniera. lo stesso Cristo e Signore, anche se visto e amato con maggior enfasi a partire da prospetti-ve diverse. Infatti, tale la ricchezza della santit e della perfezione di No-stro Signore che, per rispecchiarle, lo Spirito Santo ha ispirato nella Chiesa un vero ventaglio di svariati carismi. Ognuno di loro brilla con un proprio e unico fulgore, e linsieme comples-sivo riflette il dispiegarsi nella Storia del sublime splendore del Cuore di Ges.

    Tutti questi doni del Paraclito so-no oggetto di riflessione teologica. Quale sar la forma peculiare con cui gli Araldi del Vangelo seguono Nostro Signore? Si cercheranno qui di svolgere delle riflessioni sul mo-do specifico che questo carisma ha di imitare e seguire Colui che dice di Se stesso: Io sono la via, la veri-t e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me (Gv 14, 6).

    Sequela Christi e Imitatio Christi

    Il tema della Sequela Christi stret-tamente relazionato a quello della Imitatio Christi, espressione molto co-nosciuta nellambito della spiritualit della Chiesa. La relazione tra questi due termini facile da intuire, poich chi consacra la sua esistenza al segui-to di Cristo, aderisce al modello di vita da Lui offerto. necessario, pertanto, ricevere la chiamata di Nostro Signo-re mediante una grazia soprannatura-le per passare, dopo aver lasciato tutto come San Matteo, a vivere in funzione di Ges Cristo, facendo delle sue vie le proprie vie, dei suoi pensieri i pro-pri pensieri. Imitazione e adesione si compenetrano e si relazionano in for-ma quasi inseparabile e, a volte, alcu-ni autori le hanno considerate come espressioni sinonimiche.

    Vedremo, infatti, come questa ade-sione negli Araldi si fondi essenzial-mente sui tre pilastri della spiritualit del Movimento devozione allEucari-stia, a Maria e al Papa e utilizzi la via della bellezza, mezzo privilegiato per

    compiere il precetto di Cristo: Siate voi dunque perfetti come perfetto il Padre vostro celeste (Mt 5, 48).

    Il rapporto intimo con Ges Eucaristico

    Secondo la spiritualit di questo Movimento, lintimit con Ges Eu-caristico fondamentale, poich at-traverso di Lui che si opera la sua pre-senza reale e sostanziale nella Chiesa. Ogni araldo cerca di stare davanti al Santissimo Sacramento tutto il tempo possibile in preghiera, con le orecchie attente alla voce di Cristo, alla maniera di Santa Maria Maddalena, a Betania.

    Il fondatore degli Araldi, Mons. Joo Scognamiglio Cl Dias, mette sempre in risalto lincalcolabile valo-re di questo sacro convivio con il Si-gnore. Infatti, come il corpo delluo-mo si rinvigorisce assorbendo ener-gie dai raggi del sole, il Santissimo Sacramento opera analogamente quando viene contemplato esposto nellostensorio: fa penetrare la sua divina luce, rendendo luomo splen-dente dinanzi a Dio e ai suoi simi-

    Don Carlos Javier Werner Benjumea, EP

  • Maggio 2012 Salvami Regina19

    li. I frutti dellEucaristia sono anco-ra maggiori quando consideriamo leffettiva partecipazione alla Santa Messa e al divino Banchetto.

    In un discorso al clero della dio-cesi di Roma, Benedetto XVI chia-risce, con acuto senso teologico, lin-trinseca relazione tra il ricevimento dellEucaristia e la trasformazione del cristiano:

    Alimentati dallEucaristia anche noi, sullesempio di Cristo, viviamo per Lui, per esser testimoni dellamore. Ricevendo il Sacramento, noi entria-mo in comunione di sangue con Ge-s Cristo. Nella concezione giudaica, il sangue indica la vita; cos possiamo di-re che nutrendoci del Corpo di Cristo accogliamo la vita di Dio e apprendia-mo a vedere la realt con i suoi occhi, abbandonando la logica del mondo per seguire la logica divina della dona-zione e gratuit. SantAgostino ricor-da che durante una visione gli parve di udire la voce del Signore, il quale dice-va: Io sono il nutrimento degli adulti. Cresci, e mi mangerai, senza per que-sto trasformarmi in te, come il nutri-

    Sr

    gio

    Miy

    azak

    i

    Recita della Liturgia delle Ore nella Chiesa del Seminario degli Araldi del Vangelo, Caieiras (Brasile)

  • 20Salvami Regina Maggio 2012

    mento della tua carne; ma tu ti trasfor-merai in Me (cfr. Confessioni VII, 10, 16). Quando riceviamo Cristo, lamo-re di Dio si espande nel nostro intimo, modifica radicalmente il nostro cuore e ci rende capaci di gesti che, grazie al-la forza propagatrice del bene, posso-no trasformare la vita di quanti sono al nostro fianco.1

    nella comunione eucaristica e nel rapporto intimo col Divino Ma-estro che si trova la fonte della vita di ogni araldo come figlio di Dio, e da questa esperienza emana lo stes-so carisma del quale egli partecipe. Cos, nella convergenza con Cristo, per Cristo e in Cristo che si realizza il sublime ideale di bellezza e perfe-zione proposto dal fondatore, sotto lispirazione dello Spirito Santo.

    Di conseguenza, si dispiega la pro-fonda unione tra la forma vit degli Araldi del Vangelo, caratterizzata dal-la ricerca della bellezza nella Creazio-ne e negli atti umani, e il loro deside-rio di perfezione nelladesione a Cristo. Perch la bellezza vera, per gli Araldi, consiste nellessere come Nostro Si-gnore, nel trasformarsi in Lui. Insom-ma, nel carisma di questo Movimen-

    to, la via pulchritudinis confluisce nello stesso cammino della Sequela Christi.

    La devozione mariana nella vita degli Araldi del Vangelo

    Dai suoi albori, questo Movimen-to ha assunto come base della sua mariologia la dottrina esposta da San Luigi Maria Grignion de Montfort, teologo e predicatore della Breta-gna, regione della Francia. Questa devozione, basata su un modo effica-ce di seguire Cristo e di conformarsi al suo modo di essere, offre un cam-mino facile, breve, perfetto e sicu-ro per giungere allunione con No-stro Signore. [...] Maria chiamata da SantAgostino forma Dei, che si-gnifica, stampo di Dio, e chi si lancia in questo stampo divino rimane subi-to formato e modellato in Ges Cri-sto, e Ges Cristo in lui.2

    In altre parole, la ragione del-la devozione mariana degli Araldi del Vangelo sviluppare una forma pi efficace di percorrere il cammi-no dellimitazione di Cristo. Per loro di somma importanza il ruolo me-diatore di Maria, affidato dallo stes-so Redentore a tutta lumanit, nella

    persona di San Giovanni, come Ma-dre di Dio e degli uomini. Per que-sto, la spiritualit mariana essen-zialmente cristologica.

    Nel suo Trattato della Vera Devo-zione alla Santissima Vergine, il san-to mariano spiega il ruolo di Cristo attraverso la sua famosa proposta di consacrazione come schiavi:

    Da ci che Ges Cristo per noi, si deve concludere che, come dice lA-postolo (cfr. I Cor 6, 19), noi appar-teniamo non a noi stessi, ma intera-mente a Lui, come suoi membri e suoi schiavi, comprati da Lui al prezzo di tutto il suo Sangue, un prezzo infinita-mente caro. Prima del Battesimo, era-vamo schiavi del demonio, e il Battesi-mo ci ha trasformato in veri schiavi di Ges Cristo, e dobbiamo vivere, lavo-rare e morire con lobiettivo unico di produrre frutti per lUomo Dio (cfr. Rm 7, 4), glorificarLo nel nostro cor-po e farLo regnare nella nostra ani-ma, poich siamo la sua conquista, il suo popolo acquisito, la sua eredit.3

    San Luigi chiarisce anche il sen-so della parola schiavo nella sua opera, che si basa sulla carit, cio, sulla completa dedizione al Signo-

    Omaggio alla Madonna di Fatima, nella Chiesa del Seminario degli Araldi del Vangelo, il 13 maggio 2009, Caieiras

    Ot

    vio

    de M

    elo

    La ragione della devozione maria-na degli Araldi del Vangelo sviluppare una forma pi effi-cace di percorrere il cammino dellimi-tazione di Cristo. Per loro di somma importanza il ruolo mediatore di Maria

  • Maggio 2012 Salvami Regina21

    re Ges, la schiavit damore. Ben differente, pertanto, dal concetto di schiavo secondo il Diritto Romano.

    Cos, a partire da queste sagge considerazioni, le parole schiavo e schiavit sono penetrate nel voca-bolario degli Araldi, al punto da di-ventare costume tra loro designarsi con lespressione questo schiavo o questo schiavo di Maria, al posto del pronome personale io. Ora, accettare volontariamente la cate-goria di schiavo una forma specia-le di partecipare alla kenosis di Cri-sto, cercando di imitarLo nella sua sottomissione al Padre. Infatti, as-sumendo la natura umana, Egli ha umiliato Se stesso facendoSi obbe-diente fino alla morte e alla morte di Croce (Fil 2,8). Attraverso questa soggezione ai disegni divini, parteci-piamo anche noi alla gloria pasquale di Cristo, esaltato oltremodo dal Pa-dre, per esserSi sottomesso alla sua volont nella condizione di schia-vo (Fil 2, 7).

    Schiavit a Ges per mezzo di Maria

    Questa obbedienza di Cristo fi-no alla morte, motivata dal pi pu-ro amore, il modello di perfezione

    alla cui imitazione Egli ci invita (cfr. Mt 5, 48). Questa dedizione incon-dizionata, poich si basa sul famo-so precetto ispiratore della vita con-sacrata: Se vuoi essere perfetto, va, vendi quello che possiedi, dallo ai po-veri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguiMi (Mt 19, 21). Tutta-via, impossibile raggiungere un co-s alto ideale con le nostre forze rese fragili dal peccato. Per questa ragio-ne, San Luigi Grignion de Montfort propone la schiavit a Ges per mez-zo di sua Madre Santissima.

    Afferma il santo francese: Quel-lo che dico assolutamente di Ge-s Cristo, lo dico relativamente al-la Vergine Maria, che Ges Cristo scegliendoLa come compagna in-separabile nella sua vita, nella sua morte, nella sua gloria e nel suo po-tere nel Cielo e sulla Terra Le ha dato con la grazia, per quanto con-cerne la sua Maest, tutti i diritti e privilegi che Egli possiede per natu-ra. E ne trae una conclusione: Si pu, pertanto, seguendo lopinione dei santi e di molti uomini insigni, dichiararsi e farsi schiavo damore della Santissima Vergine, per esse-re in questo modo pi perfettamen-te schiavi di Ges Cristo. La Santis-

    sima Vergine il mezzo di cui No-stro Signore Si servito per venire a noi; anche il mezzo di cui ci dob-biamo servire per andare a Lui. E aggiunge che la pi forte inclina-zione di Maria quella di unirci a Ges Cristo, suo Figlio; e la pi for-te inclinazione del Figlio che an-diamo a Lui per mezzo di sua Madre Santissima.4

    La vera devozione alla Santissi-ma Vergine, attraverso la schiavit damore, ha illuminato lesistenza di grandi santi e illustri personaggi nel-la vita della Chiesa, tra i quali il Be-ato Giovanni Paolo II. Lesperienza dimostra la sua grande utilit nella formazione delle anime. Lo ha com-preso bene il Prof. Plinio Corra de Oliveira, grande divulgatore di que-sta consacrazione, che diventa-ta unimportante eredit spirituale per gli Araldi del Vangelo. Infatti, la via montfortiana appartiene allasse della sua spiritualit ed la via sicu-ra per la santificazione, nel pi puro senso evangelico.

    Dedicazione profonda al Papato

    In intima relazione alla devozio-ne dellEucaristia e di Maria, si tro-va nella spiritualit degli Araldi del

    Ogni araldo cerca di stare davanti al Santissimo tutto il tempo possibile in preghiera, con le orecchie attente alla voce di Cristo, alla maniera di Santa Maria Maddalena, a Betania

    Cappella della Casa Monte Carmelo, Caieiras

    Sr

    gio

    Miy

    azak

    i

  • 22Salvami Regina Maggio 2012

    Vangelo la filiale e profonda dedi-zione al Dolce Cristo sulla Terra. Questa unione effettiva e affettiva con la Cattedra di Pietro si manife-sta nella ferma disposizione di sotto-messa e riverente obbedienza allau-torit del Papa, osservando con il fi-liale ossequio dellintelligenza tutti i suoi insegnamenti, anche quelli del Magistero ordinario.

    questa venerazione per la per-sona del Sommo Pontefice che ha portato il fondatore degli Araldi del Vangelo a chiedere lapprova-zione pontificia di questIstituzione, per vincolarsi pienamente alla San-ta Sede. Cos ha agito ispirato allin-segnamento del Prof. Plinio Corra de Oliveira: La mia sicurezza vie-ne dal fatto che la mia dottrina la dottrina della Santa Sede. Perch, se c una cosa della quale sono sicuro, nel mondo, il vincolo effettivo, in-distruttibile, tra Nostro Signore, la Madonna e la Santa Sede Cattolica Apostolica Romana. E chi dice San-ta Sede dice, soprattutto, il Papa.5

    Pochi anni prima, egli aveva af-fermato: Noi siamo figli della Chie-sa. Noi siamo fedeli alla Chiesa. Noi siamo espressione della Chiesa. Le nostre idee non sono un capriccio.

    Il nostro orientamento non un atto di preferenza arbitraria e persona-le. Noi siamo gli schiavi della Chie-sa Cattolica, seguiamo la Chiesa in quello che essa vuole, in quello che essa insegna e ha insegnato e che l sta, malgrado tutta la polvere del tempo, per farci comprendere co-me dobbiamo essere. Noi riusciamo ad essere come siamo, perch sia-mo suoi figli, perch la sua grazia ci ha toccato, perch noi siamo piccoli membri e piccole faville sue.6

    La novit del loro carisma

    Come conseguenza della devozio-ne eucaristica e di questa dedizione a Ges per mezzo di Maria, gran parte degli Araldi del Vangelo ancor pri-

    ma della concretizzazione della lo-ro proposta di vita attraverso la for-ma canonica per mezzo di una Socie-t di Vita Apostolica praticava gi i consigli evangelici per ledificazio-ne del Regno di Cristo. Optando per la vita comunitaria sotto lobbedien-za a un superiore, praticando la casti-t e consegnando i loro beni persona-li, essi cercano il perfetto compimen-to della Sequela Christi.

    Qual il segreto dellevangeliz-zazione degli Araldi? si chiedo-no in molti. Si potrebbe risponde-re con Santa Teresina del Bambino Ges: Tutto grazia!. S, niente possibile senza la grazia, ma Dio uti-lizza diversi mezzi per trasmetterla. Gli Araldi, basandosi sul Magiste-ro pontificio, cercano di incentivare un importante strumento per il suc-cesso della nuova evangelizzazione: la trasmissione della Buona Novella attraverso la cultura e larte.

    Il carisma degli Araldi del Vange-lo parte da una peculiare visione sim-bolica di Dio e dellordine delluniver-so, che include gli esseri da quelli ma-teriali a quelli spirituali, in cui si di-scerne nel tutto un riflesso del Crea-tore, e sono messi in risalto gli aspetti della bellezza. E, di conseguenza, ne-

    Benedetto XVI durante lUdienza Generale in Piazza San Pietro, il 24/9/2008

    Gus

    tavo

    Kra

    lj

    Unione affettiva ed effettiva che si manifesta nella ferma disposizio-ne di sottomessa e riverente obbedienza allautorit del Papa

  • Maggio 2012 Salvami Regina23

    gli atti della vita, nel loro modo di es-sere e di agire, essi cercano la perfe-zione attraverso la bellezza, per com-piere il mandato di Nostro Signore: Siate perfetti come perfetto il Padre vostro celeste! (Mt 5, 48).7

    Per gli Araldi del Vangelo, questo richiamo alla perfezione non pu li-mitarsi agli atti interiori, ma deve manifestarsi in tutte le attivit, in mo-do da riflettere meglio Dio. Ci signi-fica che ogni araldo deve rivestire di cerimoniale le sue azioni quotidiane, sia nellintimit della vita personale, sia in pubblico, nelle attivit evange-lizzatrici, nel rapporto con i fratelli, nella partecipazione alla Liturgia, o in qualunque altra circostanza. Que-sta ricerca della perfezione significa non solo abbracciare la verit, prati-care la virt, ma anche farlo con bel-lezza, la quale pu essere un impor-tante elemento di santificazione e di evangelizzazione.

    Un carisma obsoleto nel XXI secolo?

    Ora, si direbbe, a prima vista, che questo carisma, con tali tipi di attua-zione, sia completamente obsoleto al giorno doggi. Insomma che senso avrebbe proporre la via pulchritudinis

    in pieno XXI secolo, quando la tecni-ca e il progresso offrono tanti vantag-gi per la societ? E la giovent odier-na, come potrebbe esser attratta a se-guire il cammino di Ges Cristo at-traverso la via pulchritudinis?

    Attrarre la giovent a Cristo una delle grandi sfide della Chiesa. La risposta a questo problema cru-ciale per chi si dedica allevangeliz-zazione, si trova nellinsegnamento del Successore di Pietro: Se Cristo gli viene presentato col suo vero vol-to, i giovani Lo riconoscono come ri-sposta convincente e riescono ad ac-cogliere il suo messaggio, anche se esigente e marcato dalla Croce.8

    Svelare la verit nella sua mera-vigliosa totalit il segreto di unau-

    tentica evangelizzazione, metodo seguito dagli Araldi del Vangelo in qualunque campo del loro apostola-to, soprattutto con i giovani. La loro esperienza, in questo campo, una dimostrazione, tra molte altre, della saggezza dellinsegnamento del Be-ato Giovanni Paolo II: presentare il vero volto di Ges Cristo il miglior strumento per il successo apostolico.

    Una opzione radicale di fede e di vita

    Non pu lapostolo lasciarsi tra-scinare da falsi valori mondani, e nemmeno temerli, quando presen-ta il sembiante sofferente e glorio-so di Cristo. Per questo, gli Araldi del Vangelo, come figli della Chiesa, cercano di operare in modo da offri-re ai giovani la proposta di opzione radicale, ossia, seguire Cristo intera-mente e per sempre.

    Cos agiscono tenendo presente di rispondere al profondo anelito di Assoluto che si nota in porzioni con-siderevoli della giovent oggi. In tal modo, offrono loro una formazio-ne religiosa completa che includa non soltanto lo studio della Dottri-na Cattolica e della Sacra Scrittura, ma anche, attraverso la frequenta-

    Benedizione Eucaristica e momento della Consacrazione nella Chiesa del Seminario degli Araldi del Vangelo, Caieiras (Brasile)

    Sr

    gio

    Miy

    azak

    i

    Dav

    id D

    omin

    gues

    Questa ricerca della perfezione significa non solo abbracciare la verit, praticare la virt, ma anche farlo con bellezza

  • 24Salvami Regina Maggio 2012

    zione dei Sacramenti, lassidua pre-ghiera e la pratica della virt, i mezzi adeguati per incontrare nuovamente Cristo nelle loro vite. Infatti, affin-ch i secoli venturi siano veramen-te cristiani, necessario presentare fin dora ai giovani una opzione ra-dicale di fede e di vita, indicando lo-ro una missione stupenda: farsi sen-tinelle del mattino (cfr. Is 21, 11-12) in questa aurora del nuovo millen-nio.9

    In questo modo gli Araldi, ri-spondendo alla chiamata dei pasto-ri, cercano di portare agli uomini la luce di Cristo.

    In unione con il Papa e la sacra Gerarchia

    Duc in altum! Ricordando queste parole del Divino Maestro agli apo-stoli, Papa Giovanni Paolo II esorta tutti i cristiani a farsi largo, nel vasto oceano delle anime che sono in at-tesa del messaggio cristiano. Prsto sumus! Eccoci qui a disposizione (cfr. I Sam 3, 16) gli rispondono con entusiasmo gli Araldi del Van-gelo, desiderosi di riflettere la luce di Cristo.

    Consci, comunque, della loro de-bolezza che, a seguito delleredit di Adamo, facilmente li potr rende-re opachi e pieni di ombre,10 essi

    ripongono tutta la loro fiducia nel-la protezione materna di Maria, con la cui intercessione contano di rice-vere le grazie necessarie per diven-tare uomini nuovi. Si presentano cos, umilmente e sommessamen-te, al Santo Padre e alla Gerarchia Sacra per cercare, in unione con lo-ro, incessantemente la sacralizzazio-ne dellordine temporale, affinch la luce di Cristo brilli sul nuovo secolo e il nuovo millennio.

    La bellezza possiede anche una dimensione morale

    Il carisma degli Araldi del Van-gelo pu esser caratterizzato come unadesione a Cristo in quanto im-magine della gloria del Padre e, per-

    tanto, come comunione del disce-polo con il Maestro attraverso la via della bellezza. A partire da questo, possiamo verificare il fondamento cristologico e morale del carisma. La vita di ognuno dei suoi membri , cos, una realizzazione radicale dellideale di vita di ogni cristiano, come era inteso gi alle origini del-la Chiesa.

    Si potrebbe definire ladesione a Cristo come un diventare un al-ter Christus. Questo impegno di vita consiste nel modellare il nostro mo-do di essere e di relazionarci con il Padre, aiutando anche il prossimo in questo progetto. Questa missione si sublima quando c una disposizione a condividere il destino del Divino Maestro, ossia, il mistero della Cro-ce che culmina nel trionfo della glo-rificazione.

    Daltra parte, ci sono due pro-spettive fondamentali nel carisma degli Araldi del Vangelo: la prima interiore e mistica, puramente con-templativa. la ricerca dellAsso-luto, cio, la considerazione dellU-niverso creato materiale e imma-teriale come riflesso della maest, della gloria e della bont di Dio. No-stro Signore Ges Cristo, il Verbo Incarnato, rivela il mistero del Pa-dre e manifesta la sua gloria. Egli

    Refezione nella Casa Madre, San Paolo, e preghiere prima del pranzo nella Casa Monte Carmelo, Caieiras (Brasile)

    Sr

    gio

    Miy

    azak

    i

    Ogni araldo deve rivestire di cerimo-niale le sue azio-ni quotidiane, sia nella vita persona-le, che in qualsiasi altra circostanza

  • Maggio 2012 Salvami Regina25

    lAraldo del Vangelo per eccellenza; culmine e sintesi dellUniverso. Tut-tavia, questa via contemplativa non statica, poich attraverso la con-templazione accade una reale tra-sformazione interiore, che ci porta, anche, a scorgere il pensare, volere e sentire del Verbo di Dio fatto carne. A renderci, insomma, forma Christi.

    La seconda attitudine esterio-re, pratica e ascetica. Laraldo del Vangelo cerca di rendere la sua vita sensibile al mondo del simbolismo e allatteggiamento contemplativo. In questo modo, lambiente naturale di un araldo un mondo sacrale, di ce-rimonie e di riti, pieno di significa-to, nel quale svolgono un importan-te ruolo la disciplina, il buon tratto, la conversazione elevata. Tutto deve cooperare affinch le anime si im-pregnino del soave odore di Cristo, supremo modello e sommo ispirato-re di questo modo di vivere. La Li-turgia occupa, per questo, un posto fondamentale nella vita dei membri di questo Movimento. In essa si ma-nifesta, come nel monte Tabor, il So-le di Giustizia, Cristo, che passato attraverso le ombre della morte, ma ha brillato nella sua pienezza nella gloriosa Resurrezione. Tutte le re-alt del carisma hanno una profon-da relazione con questo fondamento cristologico, ma in modo particolare si sottolineano in questo cammino spirituale lEucaristia, la Santissima Vergine e il sensus Ecclesi che de-riva dalla fedelt alla Sede di Pietro.

    Il punto di vista grazie al quale si definisce propriamente lidentit del carisma la tematica del pulchrum.

    Il bello rende possibile ai cuori di prepararsi allincontro con la fonte della bellezza, proprio con Chi Si definito la Luce del mondo (Gv 8, 12).

    Insomma, questa bellezza possie-de anche la sua dimensione morale,

    Nella Liturgia, Cristo si manifesta brillante e glorioso, come nel Monte Tabor

    Trasfigurazione, di Beato Angelico, Museo di San Marco - Firenze

    Gus

    tavo

    Kra

    lj

    poich genera in noi larte pi subli-me, cio, quella che insegna a vive-re nelladesione e nellimitazione di Cristo, giacch solo Lui pu realiz-zare nelle nostre anime lalto ideale di perfezione che ci proposto, sot-to le sue divine ispirazioni.

    1 BENEDETTO XVI. Discorso al Congresso Ecclesiale della Diocesi di Roma, 15/6/2010.

    2 SAN LUIGI GRIGNION DE MONTFORT. Trait de la Vraie Dvotion la Sain-te Vierge. n. 152; 219. In: uvres completes. Paris: Seuil, 1966, pag.582; 636.

    3 Idem, n.68, pag.531.4 Idem, n.75, pagg.534-535.5 CORRA DE OLIVEIRA,

    Plinio. Conferenza. San Pao-lo, 10 aprile1974.

    6 Idem, 25 ottobre 1967.

    7 CL DIAS, Joo Scognami-glio. La genesi e lo svilup-po del movimento degli Aral-di del Vangelo e il loro rico-noscimento canonico: Te-si (Dottorato in Diritto Ca-nonico). Pontificia Universi-t San Tommaso dAquino, Facolt di Diritto Canonico

    (Angelicum). Roma, 2009, pagg.234-235.

    8 GIOVANNI PAOLO II. Novo Millennio ineunte, n.9.

    9 Idem, ibidem. 10 Idem, n.54.

  • AMaria visita a quanti soffrono

    26Salvami Regina Maggio 2012

    Ospedale Municipale Julio Mndez Per quattro ore, la Statua Pellegrina del Cuore Immacolato di Maria ha visitato ogni degente di questa istituzione, ed stata ricevuta dai malati con estrema devozione. La visita stata

    coordinata dal cappellano, Don Carlo Chvez e dalle Suore Povere Bonaerensi di San Giuseppe.

    Buenos Aires, come in tutte le grandi citt, non mancano persone che soffrono a causa di proble-

    mi di salute. La Chiesa, sempre materna, cerca di aiutar-le nelle loro necessit fisiche e spirituali attraverso le isti-tuzioni benemerite.

    Volendo collaborare con i sacerdoti e religiose consa-crati a cos nobile compito, gli araldi di Buenos Aires han-no portato a varie di queste istituzioni la Statua Pellegrina del Cuore Immacolato di Maria. Tra i luoghi in cui Essa

    stata accolta ci sono case di riposo,ospedali e collegi co-me lIstituto Antonio Provolo, nel quale i piccoli, impos-sibilitati ad ascoltare la voce umana, hanno potuto gode-re della voce della grazia che risuonata nelle loro anime.

    NellOspedale Julio Mndez, dove si realizza-ta una Messa celebrata dal cappellano, Don Carlo Chvez, la statua ha visitato tutti gli allettati. I mala-ti hanno trovato nello sguardo della Madonna sollievo alle loro afflizioni.

  • Maggio 2012 Salvami Regina27

    Case di riposo per anziani A marzo, tre istituzioni dedite alla cura di anziani sono state visitate dalla Statua pellegrina del Cuore Immacolato di Maria: lOspizio Santa Teresa Jornet, delle Sorelle degli Anziani Abbandonati a Buenos Aires (foto 1 e 5), LOspizio di Anziani Don Guanella, della Congregazione dei Servi della Carit a Tapiales (foto 2 e 4) e lOspizio Marn, delle Suore della Congregazione Marta e Maria, situato nella citt di La Plata (foto 3).

    1

    54

    32

    Istituto Antonio Provolo La Statua del Cuore Immacolato di Maria ha avuto una calorosa accoglienza nellIstituto Antonio Provolo, a Buenos Aires, in cui studiano bambini con deficit auditivo. Lattivit

    stata organizzata dalle Suore della Compagnia di Maria.

  • 28Salvami Regina Maggio 2012

    Nova Friburgo Animate rappresentazioni musicali sono state eseguite dagli alunni di alcune scuole di zone rurali nelle vicinanze di Nova Friburgo. Nelle foto, la Scuola Municipale Amncio Mrio de Azevedo, di Cascatinha

    (sinistra) e la Scuola Municipale Boa Esperana (destra), nella regione di Lumiar.

    Vitria Il 4 aprile scorso, Don Anderson Gomes, parroco del Sacro Cuore di Ges, a Itaquari, e Don Jos Morais, parroco della Vergine Madre di Dio, a Itacib, hanno promosso la Processione dellIncontro,

    riunendo fedeli di diverse parrocchie per lodare la Madonna dei Dolori. stata invitata lorchestra degli Araldi di Vitria per animare la processione..

    Campos Araldi si congratulano con Mons. Luis Henrique da Silva Brito per la sua ordinazione

    episcopale e nomina come Vescovo Ausiliare di Rio de Janeiro.

    Natal Mons. Jaime Vieira Rocha accoglie le congratulazioni degli Araldi in occasione del suo

    insediamento come Arcivescovo di Natal

  • LMaggio 2012 Salvami Regina29

    Settimana Santa nella Parrocchia Madonna delle Grazie

    a Settimana Santa stata vissuta con molta devozio-ne dai fedeli della Parrocchia Madonna delle Gra-

    zie, nella diocesi di Bragana Paulista. Nelle diverse cap-pelle si effettuata la benedizione degli Ulivi, la preghie-ra davanti al Monumento, lAdorazione della Santa Cro-ce, rappresentazioni della Veglia Pasquale, e la benedi-

    zione del Fuoco Nuovo. Nella Domenica della Resurre-zione sono state distribuite in omaggio uova di pasqua ai bambini.

    Tutte le cerimonie hanno avuto la partecipazione ef-fettiva dei fedeli, compenetrati nel significato trascen-dente di ogni atto liturgico.

    Cappella Monte CalvarioCappella

    San Vincenzo

    Cappella Madonna di Fatima

    Cappella SantAgnese Cappella San Giuda Taddeo

    Cappella Monte Calvario

    Cappella SantAgnese

  • 30Salvami Regina Maggio 2012

    Canada Araldi hanno partecipato al 20 incontro annuale promosso a Toronto dalla Lift Jesus Higher Rally, che ha riunito

    migliaia di cattolici del Canada e Stati Uniti.

    Paraguai Con molto entusiasmo e devozione, gli alunni del Collegio Maria Ausiliatrice, a Luque, hanno ricevuto la

    Statua Pellegrina del Cuore Immacolato di Maria.

    Olanda Sono stati ricevuti nuovi cooperatori degli Araldi del Vangelo, in una cerimonia realizzata

    nella Parrocchia Santo Odolphus, a Assendelft.

    Colombia Una processione con la Statua Pellegrina ha percorso le strade del problematico

    quartiere di San Jos do Prado, a Medelln.

    Cile Su invito di Don Agustn Urra, parroco del Trnsito de So Jos de Renca, gli araldi hanno animato la Messa di San Giuseppe, presieduta dallArcivescovo di Santiago, Mons. Ricardo Ezzati Andrello. Nei giorni precedenti hanno percorso le

    abitazioni per invitare i fedeli a partecipare a questa Celebrazione Eucaristica.

  • NMaggio 2012 Salvami Regina31

    el giorno della Festa della Con-versione di San Paolo, 25 gen-

    naio, il brasiliano Dartagnan Alves de Oliveira Souza (foto 2) ha presen-tato la tesi intitolata Il pulchrum e la quarta via di Tommaso dAquino, il cui relatore stato il decano della Fa-colt di Filosofia di questa universit, Don Mauro Mantovani, SDB. Il 2 feb-braio, stata la volta di Don Roberto Jos Merizalde Escalln, EP, colom-biano, che ha dissertato su Lamore

    dellolocausto nel pensiero di Plinio Corra de Oliveira (foto 1 e 3). In-fine il 21 febbraio, laraldo argentino Carlos Insau rralde (foto 4) ha espo-sto il suo lavoro su Confronto tra San Bonaventura e San Tommaso dAqui-no relativamente alla visione del pul-chrum allinterno del Libro delle Sen-tenze di Pietro Lombardo. La com-missione esaminatrice era presieduta dal rettore delluniversit, Don Carlo Nanni, SDB.

    Dottori per il Salesianum

    Portogallo All inizio di marzo, la Parrocchia della Madonna della Speranza, nella Diocesi di Viseu (sinistra), ha organizzato un incontro dei partecipanti dellApostolato dellIcona Maria Regina dei Cuori. Atto simile stato

    realizzato nella Parrocchia dellImmacolata Concezione, a Guarda (destra).

    1

    2

    3

    4

  • LOrdinazioni sacerdotali

    In occasione della Solennit di San Giuseppe

    32Salvami Regina Maggio 201232Salvami Regina Maggio 2012

    a Societ Virgo Flos Carmeli si vista arricchita lo scorso 19 marzo, Solennit di San Giuseppe,

    con lordinazione presbiterale di quattordici diaconi, per mano di Mons. Benedito Beni dos Santos, Vesco-vo di Lorena e Supervisore Generale di Formazione degli Araldi del Vangelo.

    I neo-presbiteri sono membri degli Araldi del Van-gelo provenienti da diverse nazioni: Brasile, Argen-tina, Colombia e Spagna. Essi sono stati invitati da Mons. Beni ad essere servi fedeli e saggi sullesem-pio di San Giuseppe e a imitarlo nella sua fedele ob-

    bedienza alla Parola di Dio, soprattutto nei momenti di difficolt (Vedere testo dellomelia alle pagg.38-39).

    Segnata da un clima di devozione e giubilo, la ce-rimonia stata realizzata nella Chiesa del Semina-rio degli Araldi a Caieiras, Grande San Paolo. Essa iniziata con la lettura della benedizione inviata da Papa Benedetto XVI agli ordinandi, ai loro familia-ri e alle persone amiche presenti (vedere testo a la-to). Particolarmente commoventi sono stati i saluti dei neo-ordinati al loro Superiore Generale, Mons. Joo Scognamiglio Cl Dias, EP.

    Momenti della cerimonia Da sinistra a destra: imposizione delle mani ad opera del vescovo ordinante, attraverso cui conferito il Sacramento; consegna della patena col pane e il calice col vino, evocante il Sacrificio

    Eucaristico; e unzione delle mani col Sacro Crisma, che evidenzia il fatto che ora i neopresbiteri sono altri Cristi.

    Nuovi sacerdoti Alla fine della cerimonia, i nuovi sacerdoti hanno posato insieme ai loro fratelli dabito e ministero intorno al vescovo ordinante, Mons. Benedito Beni dos Santos, e al Superiore Generale degli Araldi,

    Mons. Joo Scognamiglio Cl Dias, EP.

  • Benedizione di Sua Santit

    A

    Maggio 2012 Salvami Regina33Maggio 2012 Salvami Regina33

    Giubilo fraterno e filiale Dopo essere stati ordinati (foto 1) i presbiteri hanno ricevuto le felicitazioni del loro Superiore Generale (foto 2) e i saluti dei loro fratelli nel sacerdozio (foto 3). Terminata la Celebrazione Eucaristica,

    centinaia di fedeli si sono avvicinati al presbiterio per congratularsi con loro e ricevere la prima benedizione (foto 4).

    1

    3

    2

    4

    llinizio della cerimonia, stato letto il seguente testo della Be-

    nedizione Apostolica inviata a nome di Sua Santit da Mons. Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato:

    Sua Santit Papa Benedetto XVI in-voca, in occasione dellOrdinazione sa-cerdotale, il giorno 19 marzo 2012, di 14 diaconi della Societ Clericale Vir-go Flos Carmeli, labbondanza delle gra-zie celesti che confermino il loro propo-sito di servire generosamente la Chiesa di Dio, col ministero della Parola e il Pa-ne della Vita, e li facciano modellare co-stantemente su Cristo che non venuto per esser servito, ma per servire (Mt 20,

    28), fiduciosi nella fedelt incrollabile del Signore alle sue promesse: Egli lo stesso ieri, oggi e sempre! Questa la nostra certezza, che ci indica il cammi-no per il futuro e mi fa esclamare: Tu sei la mia speranza, o mio Dio, non sa-r confuso in eterno (Inno Te Deum) (Parole del Santo Padre, il 1/7/2011). Con questo augurio fatto preghiera, il Sommo Pontefice di buon grado invia a loro, e ai loro familiari oltre che al-le persone amiche presenti alla ceri-monia presieduta da Mons. Benedito Beni dos Santos, Vescovo di Lorena, una propiziatrice Benedizione Apo-stolica.

  • Il santo re vittorioso

    L

    34Salvami Regina Maggio 2012

    san Fernando dI castIgLIa

    Mai sconfitto in battaglia, amato dai suoi sudditi e persino dai nemici, San Fernando considerava lesercizio della regalit come una privilegiata opportunit di glorificare Dio, a cui avrebbe dovuto prestare un conto severo nel giorno del Giudizio.

    e ispirate pagine dellAntico Testamen-to esaltano la figura dei suoi monarchi, sorti nel-

    la storia del popolo eletto a partire dalla fine del regime teocratico. Fi-nita lepoca dei giudici con il ripu-dio di Samuele da parte del popolo, Saul unto re e, dopo di lui, Davide e Salomone. Senza dubbio, la stirpe di Jesse gode, ancora ai nostri gior-ni, di unaura non smentita dal va-lore dei suoi pi notevoli esponenti: infatti il re-profeta, il suo saggio fi-glio e tanti altri hanno rivelato qua-lit paradigmatiche, degne di susci-tare lammirazione degli uomini di ogni epoca.

    Lavvento del Signore Ges e il conseguente consolidamento del-la Cristianit hanno successiva-mente portato anche nuove dina-stie, con i rispettivi sovrani, nobi-li e signori. Proprio come i gover-

    nanti dei tempi antichi, molti di lo-ro ne hanno abusato. Tuttavia, al-tri sono stati cos integri nella fede e nellesercizio del diritto, da non sembrare meno grandiosi di quel-li di un tempo. giusto menziona-re, insieme ai nomi dei re di Isra-ele, coloro che sono saliti al tro-no sotto la benedizione della Santa Chiesa, e nella cui vita non trovia-mo macchie, infedelt o ambizioni, ma la luce folgorante di una genu-ina santit.

    San Fernando III, re di Casti-glia e Len, si annovera fra colo-ro che oggi veneriamo sugli altari e ammiriamo nella Storia con un fa-scino simile a quello suscitato dagli antenati del Messia. Conoscendo le azioni da lui intraprese, ci sentiamo inclini ad esclamare come la regina di Saba: Quanto alla saggezza e al-la prosperit, superi la fama che io ne ho udita (I Re 10, 7).

    Infanzia segnata dalla figura della madre

    Accompagnando il luminoso sor-gere del XIII secolo, che si apriva ca-rico di promesse per il popolo cristia-no, Fernando venne a questo mondo in una data che le pergamene delle-poca non riuscirono a registrare. Le ipotesi degli studiosi oscillano tra gli anni 1198 e 1202, senza giungere pe-raltro ad una cert