Rassegna Teatro Ragazzi 2013 2013 catalogo primaria e... · Qualcosa di spumeggiante come Sister...

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44 Rassegna Teatro Ragazzi 2013 Referente Stefania Albertini tel. 0547 355733 ( dalle ore 10 alle ore 13,30 ) cell. 328 3913736 (nelle giornate di spettacolo e urgenze) fax 0547 355720 e-mail: [email protected] (per qualsiasi tipo di informazione ) TEATRO BONCI ERT Fondazione Via Aldini 22 - 47521 Cesena 1 CATALOGO CATALOGO PER LA SCUOLA PER LA SCUOLA PRIMARIA e SECONDARIA PRIMARIA e SECONDARIA di PRIMO GRADO di PRIMO GRADO

Transcript of Rassegna Teatro Ragazzi 2013 2013 catalogo primaria e... · Qualcosa di spumeggiante come Sister...

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Rassegna

Teatro Ragazzi 2013

Referente

Stefania Albertini tel. 0547 355733

( dalle ore 10 alle ore 13,30 ) cell. 328 3913736

(nelle giornate di spettacolo e urgenze)

fax 0547 355720

e-mail:

[email protected]

(per qualsiasi tipo di informazione )

TEATRO BONCI ERT Fondazione

Via Aldini 22 - 47521 Cesena

1

CATALOGOCATALOGO

PER LA SCUOLAPER LA SCUOLA

PRIMARIA e SECONDARIAPRIMARIA e SECONDARIA

di PRIMO GRADOdi PRIMO GRADO

2

Direzione

Franco Pollini

catalogo a cura di

Stefania Albertini

STAGIONE TEATRO RAGAZZI 2013

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Teatri ospiti :

TEATRO A. BONCI

Piazza Guidazzi n. 9

Cesena

Tel. 0547 355911(portineria)

TEATRO BOGART Presso Chiesa Parrocchiale

Via Chiesa di S. Egidio n. 110

Cesena

Tel. 0547 384777

TEATRO VERDI Via Sostegni

Cesena

TEATRO AURORA San Giorgio di Cesena

TEATRO PETRELLA

Longiano

TEATRO COMUNALE Gambettola

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Gruppo Teatro Danza Genesi

Musical – Box

un gettone per sognare

con

22 giovani tra i 20 e i 30 anni,

provenienti dal circondario di

Cesena e Forlì, tra cui ballerini, cantanti e attori

durata: 75 minuti

fascia d’età:

10 - 14 anni

tecnica utilizzata:

Musical

luogo:

Teatro Verdi

Avete presente i Jukebox?

Sì, proprio quelli che si vedono nei vecchi film di una volta,

dove bastava un gettone per animare un salone di un buon

bar per tutta la sera.

Bene, ne abbiamo preso uno e l’abbiamo portato in teatro,

ed è diventato il Musical Box!

Basta un gettone e…quale musical farà vedere?

Qualcosa di spumeggiante come Sister Act…o qualcosa di

frizzante, come Glee?

Quante emozioni…e basta un gettone per sognare!

Musical-box: si tratta di alcuni brani di celebri musical mes-si in scena dai talenti del Gruppo, ma con qualche novità. L’entrata di 7 nuovi talenti nella compagnia ha reso l’intera rappresentazione più coinvolgente e il lavoro di coesione tra i membri della compagnia ha portato a un miglioramen-to della qualità della rappresentazione.

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Elenco spettacoli

titolo Compagnia genere età

Alice, che meraviglia!

La Piccionaia / I Carrara

Teatro d’attore, di immagini e figure

6 - 11 pag. 6

Bestione Progetto Puerilia Societas Raffaello

Sanzio

teatro d’attore 7 - 9 pag. 7

Carretti musicali Aidoru Associazione teatro musicale

12 - 14 pag. 8

Chi ha letto il Decamerone?

Teatro Bonci/ Teatro Perchè

teatro d’attore e immagini

11 - 14 pag. 10

Dentro gli spari Teatro dell’Archivolto Teatro d’attore 12 - 14 pag. 11

Dottor Watt e la signorina lampadina

Pupi e Fresedde/ Teatro di Rifredi

Teatro d’attore 6 - 11 pag. 12

Fiabe, fiabe filanti!

Arrivano dal Mare! teatro d’attore-narrazione

6 - 11 pag. 13

Gaber se fosse Gaber

Fondazione Giorgio Gaber

incontro-spettacolo

12 - 14 pag. 14

Garibaldi fu ferito Arrivano dal mare! Burattini e figure forate

6 - 11 pag.

Goccia a Goccia Ferruccio Filipazzi teatro di narrazione

6 - 8 pag. 15

Il bosco delle storie Accademia Perduta Teatro d’attore 6 - 11 pag. 16

Il volo Teatro Distracci pupazzi, ogget-ti ecc...

5 - 6 pag. 17

I viaggi di Sindbad il marinaio

Fratelli d’Italia teatro d’attore con oggetti

6 - 11 pag. 18

Karakà, perché sei cattiva?

Fuori Scena teatro d’attore 6 - 7 pag. 19

La bambina dei fiammiferi

Progetto Puerilia Scietas Raffaello Sanzio

Chiara Guidi

teatro d’attore 8 - 10 pag. 20

4

titolo Compagnia genere età

La bambola bionda e la bambola bruna

Pandemonium Teatro danza e teatro d’attore

6 - 11 pag. 21

La bisbetica domata La Grace Event teatro d’attore 12 - 14 pag. 22

La vera storia della nonna di

Cappuccetto Rosso

L’asina sull’isola teatro d’attore 6 - 11 pag. 23

Leardo è Re Mantegazza- Nadiani Pizzol

teatro d’attore 11 - 14 pag. 24

Lo straniero Bottega del Teatro Franco Mescolini

teatro d’attore 9 - 14 pag. 25

Paura! Teatro Distracci teatro d’attore 8 - 12 pag. 26

Peluche ovvero di orsi,

scimmie, biancaneve...

Pandemonium Teatro teatro d’attore 6 - 7 pag. 27

Piccolo Asmodeo Teatro Gioco Vita teatro d’ombre 6 - 11 pag. 28

Robbie the Robot Arcadia Productions teatro d’attore in lingua inglese

6 - 11 pag. 29

Santa Sangre Progetto Puerilia Scietas Raffaello Sanzio

concerto 8 - 10 pag. 30

Stasera li butto Donati & Olesen teatro d’attore 6 - 11 pag. 31

Storie vere e meno vere dagli abissi

Teatro delle Briciole teatro d’attore 11 - 14 pag. 32

The Great Britain Show

Arcadia Productions teatro d’attore in lingua inglese

11 - 14 pag. 33

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I ragazzi di Betta - La bottega del Teatro del Rubicone

La fiaba della principessa Turandot originale rivisitazione dell’opera Turandot di G. Puccini

regia di

Lusiana Battisitini

con

gli allievi della Scuola Media

di Gatteo

Durata: 1 ora circa

fascia d’età:

6 - 14 anni

tecnica utilizzata:

Teatro d’Attore con Musica

luogo:

Teatro Verdi

L’estremo capolavoro di Puccini, “Turandot” è una fiaba “cinese, che cattura chiunque si affacci per la prima volta nel magico mondo della gelida e crudele principessa che solo nel finale dell’opera si addolcisce perché conquistata dal bacio di Calaf, un principe ignoto che, vista la bellezza della principes-sa, se ne innamora. Nonostante tutti, anche i tre consiglieri Ping, Pang e Pong cerchino di dissuaderlo, lui decide di risol-vere i tre enigmi, che Turandot propone a tutti i principi che chiedono la sua mano..e ci riesce, evitando di venire decapita-to. La storia avviene in una fiabesca Pechino e i personaggi sono: il coraggioso principe Calaf, Turandot la gelida, bella figlia dell'imperatore della Cina, la piccola dolce, fedele Liù che si immola per amore e il divertente terzetto dei ministri Ping, Pang e Pong, portatori di una nota di colore cinese. Sulla fastosità del mondo magico di Turandot c’è la solennità dell’atmosfera data dall’intreccio di melodie immortali. Le scene, i costumi, le coreografie, l’adattamento delle musi-che sono opera dei giovani studenti che si cimentano in un colossale allestimento scenografico capace di offrire al pubbli-co rara potenza emotiva e di celebrare degnamente l’opera più spettacolare di Giacomo Puccini.

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Conservatorio di Musica B. Maderna Cesena Accademia di Belle Arti di Bologna sede di Cesena

Il Piccolo Spazzacamino Musica di Benjamin Britten Libretto di E. Croizier

adattamento in

lingua italiana

a cura

degli allievi del Conservatorio

B. Maderna

allestimento

scenografico e

costumi a cura del

Corso di scenografia del melodramma

di Cesena

durata: 50 minuti

fascia d'età:

6 - 13 anni

tecnica utilizzata:

Teatro d’Opera

luogo:

Teatro Verdi

Il piccolo Sam, venduto dai genitori a due malvagi spazzacami-ni, Nerone e Clementino, deve salire per la prima volta nella cappa fuligginosa di un camino nell'accogliente casa di Giuliet-ta, Gaio e Sofia che stanno giocando con i loro cuginetti Gianni, Ugo e Tina. Le impaurite richieste di soccorso di Sam, rimasto bloccato nella cappa del camino, provocano un'immediata a-zione di salvataggio, seguita dalla decisione di nascondere il piccolo eroe all'antipatica signora Borsa, governante della casa. Con l'aiuto di Rosa, la bambinaia, Sam viene lavato e nascosto nell'armadio. La mattina seguente i cuginetti sono in partenza: nel loro baule nascondono Sam che così potrà scappare defini-tivamente dai crudeli padroni. Il piano sembra riuscire alla per-fezione, ma il baule è troppo pesante da sollevare: riuscirà Sam a salvarsi? Quello de “Il Piccolo Spazzacamino” è un progetto di teatro didattico realizzato da cantanti-attori adulti e bambini rivolta soprattutto ad un pubblico giovanile. E’ stato concepito dall’au-tore e dal suo librettista Crozier con lo scopo primario di fami-liarizzare i giovanissimi con il genere dell'opera tradizionale in una imitazione del melodramma di tipo italiano di cui conserva, (cori, arie, canzoni, pezzi d'insieme, recitativi) in dimensione miniaturizzata, tutte le strutture funzionali.

“C'è una folla di bambini che percorre le pagine musicate da Benjamin Britten

e ne connota il mondo poetico in modo inconfondibile e pervasivo.

Pochi altri autori hanno saputo indagare lo specifico infantile nella totalità delle sue manifestazioni

e ad esprimerle attraverso immagini così memorabili, suscitatrici di segrete emozioni e di fascinazioni arcane”.

(D. C.)

5

Spettacoli di Istituzioni Scolastiche ed Associazioni Culturali

titolo Compagnia genere età

Arsenico e vecchi merletti

Teatro Quinte Strappate

teatro d’attore 10 - 14 pag. 35

Einstein - il musical Cambioscena musical 10 - 14 pag. 36

Heart Rock Cafè Attori Diversi commedia musicale

9 - 14 pag. 37

Il bambino che era, il bambino che verrà

Teatro degli Avanzi Forlimpopoli

teatro d’attore 6 - 14 pag. 38

Il magico canto dell’Amicizia

Istituto di cultura musicale A. Corelli

concerto lirico corale

8 - 14 pag. 39

Il piccolo spazzacamino

Conservatorio di Musica B. Maderna /

Accademia

teatro d’opera 6 - 13 pag. 40

La fiaba della principessa Turandot

I Ragazzi di Betta - La bottega del

Teatro del Rubicone

teatro d’attore con musica

6 - 14 pag. 41

Musical - Box un gettone per sognare

Gruppo Teatro Danza Genesi

musical 10 - 14 pag. 42

6

Compagnia La Piccionaia - I Carrara Teatro Stabile di Innovazione

Alice, che meraviglia!

testo di Ketti Grunchi liberamente tratto da “Alice nel paese delle Meraviglie” di Lewis Carroll

ideazione e regia: a cura di tutto il

gruppo

con:

Evarossella Biolo, Matteo Cremon,

Beatrice Niero/Francesca Botti

durata: 1 ora

tecniche utilizzate:

teatro d’attore, canzoni dal vivo,

teatro di immagine e ombre

fascia d’età:

6 - 10 anni

luogo:

Teatro Bogart

E tu ... chi sei? Alice! Io... mi chiamo Alice! “Alice... che meraviglia!” è la storia di un viaggio lungo il territorio del “meraviglioso”, dove lo stupore e il non-sense si alternano alla comicità e alla poesia dell’ immagine. Alice cerca conferme al proprio modo di essere e alla propria identità, attraverso la relazione e il confronto con il “diverso da sé”: creature a volte folli, altre volte geniali, oppure tenere o fragili. La Duchessa, il gatto Persiano, il sag-gio Bruco, il Cappellaio Matto, il Re e la Regina di cuori sono tra i per-sonaggi più curiosi, che aiutano, stupiscono, interrogano o provoca-no Alice, in una altalena di trasformazioni e risposte a domande assurde che non aspettano risposta. Alice si avventura in un mondo onirico in cui logica, proporzioni e rapporti spaziali sono stravolti, cercando una risposta alla domanda più importante di tutte: chi so-no? Sono io la Alice giusta? Ma, alla fine, il paese delle Meraviglie è solo un sogno... il “suo” sogno! Il sogno di tutti i bambini che cresco-no, in cerca di risposte alle domande che la vita sempre, puntualmen-te, ci pone. “Alice, che meraviglia!” E’ uno spettacolo fatto d’immagini, musica, ritmo, rime, giochi di parole e suoni capaci di accompagnare lo spet-tatore in mondi fantastici e irreali. Il lavoro d’attore restituisce un teatro popolare di grande impatto creando una possibilità di relazio-ne con un pubblico molto vasto, di tutte le età. La comicità e i ritmi molto sostenuti sono intervallati da momenti di teatro di immagine di ampio respiro e di grande valenza poetica ed emozionale. Nello spa-zio della storia si alternano personaggi buffi, comici, teneri e assurdi che ci regalano giochi di parole, filastrocche, canzoni e balletti in un vortice di divertimento, ironia e tenerezza. Una storia divertente ma anche emozionante e poetica, che ci fa riflettere sul mondo dei bam-bini, le loro domande e i loro dubbi nel cercare di capire il mondo che li circonda, a volte così diverso dal loro.

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Istituto di cultura musicale A. Corelli

Il magico canto dell’Amicizia Orfeo ed il mistero della Lira rapita

Concerto lirico corale

canovaccio,

testi musicali, regia,

arte scenica e costumi

a cura dell’insegnante

Sylvia Angelini

con

La classe di chitarra e le voci bianche della

classe di canto lirico

durata:

1 ora circa

fascia d’età:

8 - 14 anni

tecnica utilizzata:

Concerto lirico corale

luogo:

Teatro Verdi

Il concerto è una rivisitazione del mito di Orfeo: in questa breve favola pastorale, la protagonista è l’Allegra Brigata “Masquerade” Veneziana. Le vicende son tutte impregnate e caratterizzate da una fanciullesca voglia di vivere e da una vera e salda amicizia fondata su solidi principi. Una vera Amicizia, sempre presente e di grande aiuto nei momenti difficili della vita di ognuno di noi. Ebbene si dice che chi trova un amico trova un tesoro…qui di tesoro ne ab-biamo una Brigata intera. Orfeo ( il famoso poeta ed abile musico dalla Grecia antica) tanto abile nella sua arte da incantare tutto l’Universo, dagli Dei dell’Olimpo alle ninfe dei boschi e delle valli, ai pastori, agli animali agli alberi…con l’inconfondibile dolce suono della sua voce e della sua magica Lira. Questa gli fu donata ad Or-feo da suo padre il dio Apollo nel dì della sua nascita. Orfeo è amico devoto del dio Bacco col quale insieme ad una infinità di personaggi fantastici e mitologici vive sulla meravi-gliosa isola Primavera, una piccola sede staccata dell’Olimpo. L’ Allegra Brigata spesso fa visita all’amico Orfeo, da tanto tempo profondamente triste per la perdita della sua amata sposa Euridice e da quel lontano nefasto giorno smise sia di suonare sia di cantare ritirandosi in totale solitudine sprofon-dando nel più cupo dei silenzi sull’isola Primavera. L’Allegra Brigata Masquerade, dopo vani tentativi, scaturiti dalla loro autentica amicizia, cercheranno di risolvere questo problema assai penoso per Orfeo, invocando il perdono e l’aiuto del dio Bacco ma soprattutto quello del dio Apollo, suo padre e maestro di musica. Sveleranno il Mistero che avvolge la magica Lira di Orfeo...e dopo alcuni bisticci per gelosia fra Arlecchino e Pulcinella nei confronti della bella Colombina promessa sposa di Arlecchino, proseguiranno i festeggiamenti fra picnic, canti, giochi e balli sul fresco e ver-de prato uniti al dio Apollo ed al dio Bacco.

38

Laboratorio Teatro degli Avanzi - Forlimpopoli

Il bambino che era, il bambino che verrà

Ispirazioni da Edmondo De Amicis, Eduardo De Filippo, Gianni Rodari, Eltore Elica, Wislava Szymborska

sceneggiatura e

regia di

Denio Derni

con

I bambini e le bambine del

laboratorio “Teatro degli Avanzi”

Città di Forlimpopoli

durata: 1 ora

fascia d’età:

6 - 14 anni

tecnica utilizzata:

teatro d’attore

luogo:

Teatro Bogart

I ragazzi del Laboratorio Teatrale rivisitano i ragazzi di “Cuore” di De Amicis, ripartendo dal bambino che era, dai buoni senti-menti, dai miti risorgimentali, per arrivare, attraverso la musi-ca, il movimento, la parola e le immagini, al tema della guerra, della violenza, dell’olocausto, affrontati con la delicatezza e la forza della poesia, dal punto di vista del bambino. L’assurdità della violenza, propria di un mondo adulto che dimentica e calpesta l’infanzia, viene contrapposta alla natura-lità dei diritti delle bambine e dei bambini. Il diritto a un buon inizio, alla scoperta gioiosa e felice del mondo, alla pace.

7

regia e drammaturgia

Chiara Guidi

soggetto,

maschere e costumi

Davide Savorani

con

Chiara Guidi, Dario Boldrini,

Michelangelo Miccolis, Davide Savorani

durata: 45 minuti circa

tecnica utilizzata:

Teatro d’attore

fascia d’età:

7 - 9 anni

luogo:

Teatro Comandini 17 - 18 - 19 - 22 -23

aprile 2013

“Penso a un teatro infantile che solo ai bambini è concesso di sperimentare, che non si può vedere dall’esterno e che sfug-ge allo sguardo dello spettatore. Qualcuno chiama e tutti entrano nel gioco, ma “senza di noi”, perché agli adulti non è dato quel potere magico in grado di liberare un fantastico Bestione e rendere inefficace un siero straordinario, che rende imbattibile un uomo malvagio. Di fronte all’urgenza della parola che diventa azione noi, for-se, possiamo ritrovare nei bambini quello sguardo in grado di restituire al teatro la propria infanzia, dove pensare e immagi-nare sono la stessa cosa”.

Societas Raffaello Sanzio / Teatro Comandini

Bestione

Progetto speciale Puerilia 2013

Puerilia è un’idea di teatro che immerge i bambini nell’azione, che trasforma il teatro in esperienza.

Puerilia 2013 è dedicato alla fantasia e alla scoperta delle sue sorgenti.

8

Aidoru Associazione

Carretti Musicali testi di Roberta Magnani

regia Dario Giovannini,

Neera Pieri, Frei Rossi, Leslie Silvani

con

Paolo Baldini, Dario Giovannini,

Gianni Perinelli, Lorenzo Perinelli,

Lorenzo Pezzi, Neera Pieri, Matteo Ricci,

Frei Rossi, Leslie Silvani

costumi

Cristiana Suriani

realizzazione carretti

Maurizio Bertoni e Cesare Ronconi

durata: 65 minuti

tecnica utilizzata:

Teatro musicale

fascia d’età:

12 - 14 anni

luogo:

Teatro Verdi

I Carretti musicali portano la leggerezza e la spontaneità di uno spettacolo di strada in teatro. Nonostante siano nati per attraver-sare le vie e le piazze, trovano una loro naturale funzionalità an-che su un palcoscenico teatrale: della strada portano l’informalità che scardina in maniera efficace la visione canonica. Grazie all’estrema mobilità delle attrici/mimi/ballerine e dei musi-cisti, che utilizzano luci e strumentazioni mobili, acustiche o ali-mentate da batterie, si assiste ad uno spettacolo frontale che improvvisamente diventa avvolgente, fino ad arrivare, in alcuni casi, ad un rapporto esclusivo con il singolo spettatore. Uno spet-tacolo che è al contempo raffinato e visionario come il teatro con-temporaneo; emotivo, passionale e spontaneo come un concerto; intrigante e coinvolgente come il teatro sensoriale. Uno spettacolo dove la parola poetica e il lavoro d’attore si intrec-ciano con le partiture musicali, per creare nuovi mondi e spazi d’abbandono e ascolto: poesia, gioco e leggerezza, sia nella com-posizione che nell’articolazione del lavoro, sono le atmosfere che lo caratterizzano. I carretti musicali sono una banda moderna, formata da trombe e sassofoni ma anche da chitarre elettriche, percussioni e cantanti amplificati. Una tribù rock, che coinvolge il pubblico, facendolo entrare a far parte, battendo il ritmo con le mani e i piedi, di un mondo effimero e indefinibile, anche se riconducibile ad un vasto immaginario, grazie agli elementi scenici principali: 5 carretti di legno che portano in sé le suggestioni visive di 5 grandi paesi - America, Cina, Giappone, India e Italia- e i costumi coloratissimi che creano delle vere e proprie icone, che fanno pensare a clown ad un tempo antichissimi e modernissimi.

37

Compagnia Attori Diversi

Heart Rock Cafè

Si ringrazia l’Associazione Auser di Cesena per l’ospitalità data alla Compagnia, all’interno della Sala Primavera 3.

scritto da

Donatella Missirini e Giulia Babbi

regia:

Donatella Missirini e Laura Guiducci

durata: 70 minuti

fascia d’età:

9 - 14 anni

tecnica utilizzata:

Commedia Musicale

luogo:

Teatro Verdi

“Attori Diversi” presentano il nuovo Musical che si intitola HEART ROCK CAFE’, una commedia musicale ambientata in una pasticceria dove le vicende dei tanti personaggi si intrecceranno sempre più assumendo i caratteri di un giallo poliziesco dai tratti esilaranti e briosi dove l’unica certezza è che…. nulla è come appare! Il tutto sarà farcito, tanto per rimanere in tema dolciario, dalle più belle canzoni rock dagli anni ’50 ad oggi, inter-pretate e ballate dai ragazzi in un vortice brillante e piro-tecnico di colori e musica. Come sempre il copione è originale, ma per la prima volta la sceneggiatura avrà, insieme alla firma di Donatella Mis-sirini, quella della giovane ed eclettica Giulia Babbi che oltre ad essere una delle attrici, è anche la coreografa dello spettacolo. La direzione dei cori delle bellissime canzoni rock scelte per il Musical, sarà invece affidata alla talentuosa Beatrice Pacchioni, una delle meravigliose attrici-cantanti del gruppo.

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Compagnia Cambioscena

Einstein – il musical

scritto e diretto da

Renato Billi

durata: 2 ore (con intervallo)

tecnica utilizzata:

Musical

fascia d’età:

10 - 14 anni

luogo:

Teatro Verdi

Lo spettacolo racconta oltre 50 anni di storia, a partire dal 1900, data di laurea di Albert Einstein e suo ingresso in società, rispet-tando cronologicamente i principali avvenimenti del secolo scor-so. Tutto inizia con un incubo del protagonista: il mondo dell’era post-nucleare in mano a uomini senza più nulla, che nonostante tutto continuano stupidamente a combattere con armi rudimen-tali; sarà questo pensiero che guiderà Einstein nelle sue scelte, e gli ricorderà sempre di riservare attenzione al futuro dell’umani-tà, per tenerlo lontano da questo orribile destino. Dalle prime scene con i compagni di università si mostra subito un personaggio singolare: un voce fuori dal coro... Lo spettacolo racconta anche episodi della vita privata tra cui il suo incontro con la prima moglie Mileva e la seconda moglie Elsa. Il secondo atto è incentrato sulla vita di Albert Einstein negli Stati Uniti, dove si stabilisce per sfuggire all’antisemitismo che imperversa in Europa. Einstein fino all’ultimo affronterà le problematiche di interesse comune, ma forze più grandi di lui metteranno tutto a repenta-glio ed il suo incubo si avvicinerà sempre più alla realtà. Si può notare come la storia sia ancora attuale: a mezzo secolo dalla morte di Albert Einstein l’uomo continua a discriminare, combattere, usare la scienza contro se stesso e dà prova di non avere imparato nulla dal passato. Questo musical completamente originale e con musiche compo-ste appositamente per lo spettacolo, è un piccolo viaggio nella storia del secolo scorso, raccontata con una colonna sonora va-ria, che dalla musica dei gruppi vocali anni ‘20, jazz, charleston, passa attraverso la musica popolare, fino ai più moderni brani melodici e ritmati.

9

Teatro Bonci/ Teatro Perchè in occasione del 700° anniversario della nascita di Giovanni Boccaccio

Chi ha letto il Decamerone?

con

gli allievi dei corsi di Teatro realizzati nell’ambito del

Festival Nazionale del Teatro Scolastico e

della Stagione di Teatro Ragazzi del

Teatro Bonci

conduzione dei corsi e

regia di

Gabriele Marchesini

progetto di

Franco Pollini

durata: 90 minuti

tecnica utilizzata:

Teatro d’attore e immagini

fascia d’età:

11 - 14 anni

luogo:

Teatro Bonci

Maravigliosa cosa è da udire quello che io debbo dire Giovanni Boccaccio

CHI HA LETTO IL DECAMERONE? è un progetto formativo realiz-zato da Gabriele Marchesini con i giovani allievi dei corsi di for-mazione per attori in programma al Bonci a partire dal gennaio 2013: coinvolge studenti delle scuole e delle università cesenati, sulla falsariga di “In viaggio da Itaca”(2010-2011), un format riu-scito sul piano sia teatrale che formativo. L'occasione è data dal 700° anniversario della nascita di Giovanni Boccaccio. Lo spetta-colo vuole affrontare la complessità di un caposaldo della nostra tradizione letteraria, dando l’idea della struttura, dei temi e della bellezza della lingua del Decamerone con una versione teatrale che diviene quasi una traduzione, per rendere il testo più acces-sibile all’ascolto. Saranno citate varie novelle del Decamerone, tra le più note, con la comparsa in scena di personaggi celebri protagonisti del capolavoro di Boccaccio e con la rilettura di dia-loghi e situazioni, emblematiche di un mondo e di una cultura, storicamente decisa per la nascita del mondo moderno. Dal punto di vista teatrale, la scena sarà una ricostruzione sceno-grafica della villa, con il salotto e il giardino, meta della fuga dalla peste dei dieci naufraghi letterari che raccontano a turno le cen-to novelle del Decamerone, in un serrato dialogo corale, animato e vivace, che sarà via via interrotto dall’evocazione appunto di personaggi e situazioni che scompagineranno la vita sospesa della campagna fiorentina. Lo spettacolo, divertente e piacevole per tutti, sorprendente sul piano scenografico, avvincente per il filo conduttore originale, è pensato per le scuole, perché si rivol-ge ai ragazzi e dai ragazzi è interpretato: la lettura del capolavo-ro di Boccaccio che viene proposta punterà su quei temi, su quei linguaggi e su quelle ambientazioni che siano compatibili e ade-guate alla giovane età dei presenti e con le scelte didattiche e formative degli insegnanti e delle scuole.

10

regia e drammaturgia

Giorgio Scaramuzzino

con

Giorgio Scaramuzzino

durata: 1 ora

tecnica utilizzata:

teatro d’attore

fascia d’età:

12 – 14 anni

luogo:

Teatro Bogart

Compagnia Teatro dell’Archivolto

Dentro gli spari una storia di mafia liberamente tratto da “Io dentro gli spari” di Silvana Gandolfi

Il nuovo spettacolo di Giorgio Scaramuzzino è un monologo tratto dal romanzo pluripremiato della scrittrice Silvana Gandolfi. Ispirato a una storia vera, il racconto narra l'esperienza di un ragaz-zo testimone dell'omicidio del padre e del nonno a opera della ma-fia. Un racconto vibrante con un giovane protagonista che, suo mal-grado, vive all’interno di una comunità contaminata da un male che sembra incurabile. Con grande coraggio il ragazzo riuscirà a opporsi ad una situazione così difficile. Questo l’auspicio del libro e anche la riflessione che vuole offrire alle nuove generazioni che oggi assisto-no al proliferare di fenomeni mafiosi non soltanto al sud della no-stra penisola ma in tutto il territorio nazionale. Un messaggio di riscatto e una presa di coscienza anche per ricordare l'impegno di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, nel ventennale delle stragi. “DENTRO GLI SPARI” recensione: ".... il sempre convincente Giorgio Scaramuzzino del teatro dell' Ar-chivolto in “Dentro gli spari”, liberamente tratto dal libro di Silvana Gandolfi, continuando nel suo personale cammino verso un teatro di impronta civile, narra le vicissitudini di un ragazzino che riesce a trovare il coraggio per contrastare l'omertà che lo circonda. Due sagome poste al centro del palcoscenico sono gli unici ornamenti scenografici dello spettacolo che consentono a Scaramuzzino di prodursi in un montaggio verbale parallelo delle due storie, quella del piccolo bambino siciliano Santino, e l'altra del ragazzo Lucio... Una storia esemplare narrata in modo esemplare." Mario Bianchi - Eolo

35

Compagnia Teatro Quinte Strappate Associazione Culturale

Arsenico e vecchi merletti

tratto dalla omonima commedia di Joseph Kesselring

riadattamento e regia

Marco Mancini

con Ilaria Foschi,

Licia Casadei, Marco Mancini, Eros Fioroni,

Lucia Biguzzi, Emanuele Rossitti, Giulia

Del Cherico, Mattia Follari, Angelo D'Eri,

Alberto Sacchetti, Alice Casadei

durata: 2 ore circa (con intervallo)

tecnica utilizzata:

Teatro d'attore

fascia d’età:

10 - 14 anni

luogo:

Teatro Verdi

Quando Mortimer Brewster, critico teatrale, ed Elena Harper, figlia del reverendo, decidono di sposarsi corro-no a casa delle amabili e anziane zie Abby e Marta per dar loro la lieta notizia. Ed è proprio qui, tra le mura di una delle più antiche case di Brooklyn, che Mortimer scopre un incredibile e terribi-le segreto che coinvolge le due simpatiche vecchiette. Loro inconsapevole complice è il rumoroso Teddy, il fra-tello pazzo di Mortimer che, credendosi Teodoro Roose-velt, nella cantina della casa scava il “canale di Panama”. A complicare la situazione sarà l'improvvisa apparizione del terzo, tenebroso fratello Brewster e del suo socio Dott.Einstein, che sveleranno altri inquietanti particolari sul passato della famiglia. Tra macabre scoperte ed esilaranti colpi di scena, Arseni-co e Vecchi Merletti è un classico tutto da ridere e da assumere in due atti tutto d'un fiato, proprio come l'ar-senico!

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Spettacoli

di Istituzioni Scolastiche

ed Associazioni Culturali

11

Compagnia Pupi e Fresedde/Teatro di Rifredi Teatro Stabile di Innovazione Firenze

Dottor Watt e la signorina Lampadina di Andrea Bruno Savelli

Regia

Angelo Savelli

elementi scenici e

costumi

Mirco Rocchi

con

Valentina Bruscoli o

Diletta Oculisti e Giacomo Bogani

durata: 1 ora

tecnica utilizzata:

teatro d’attore

fascia d’età:

6 – 10 anni

luogo:

Teatro Bogart

La stanza di un ragazzo dei nostri giorni è una specie di giungla tecnologica dove tv, stereo, computer e play station non si spen-gono mai, tutte le luci stanno perennemente accese, il caricatore del cellulare è collegato anche quando non serve, i radiatori van-no al massimo anche quando basterebbe tenersi un maglione e, d’estate, l’aria condizionata funziona anche con le finestre aper-te. E' una sera d'estate e siamo in casa della famiglia Lampa. I due fratellini Dina e Dario, figli di un tecnico della centrale elet-trica, rimasti soli in casa, giocano e bisticciano raccontandosi sto-rie di paura. Poi quel pasticcione di Dario fa saltare la luce e così restano al buio. La fantasiosa Dina pensa allora di risolvere il pro-blema trasformandosi nella signorina Lampadina; però, senza elettricità, non può far altro che restare spenta e ciò le fa venire una crisi nervosa. Ci vorrebbe un dottore, ma i vari dottori Fran-klin, Volta ed Edison sono tutti in ferie. Dario allora cerca di tran-quillizzare la sorella stressata evocando due improbabili e buffi dottori: il cinese Agostincuk con la sua agopuntura e la francese Fiorella de Floris con i suoi rimedi omeopatici. Un vero disastro. Poi, dopo aver tentato di costruire una piccola centrale elettrica nel bagno, provocando l'ennesimo cortocircuito, Dario si risveglia trasformato nell'africano dottor Watt e in queste vesti è final-mente in grado di dare alla sorellina sprecona una serie di consi-gli utili per risparmiare energia e guarire dall'esaurimento. Ritor-na la luce. Ma Dario la terrà ancora un po' spenta per continuare a terrorizzare la sorellina con le sue storie di buio e di paura. Così, tra racconti fantastici ed richiami scientifici (la centrale elettrica, la dinamo della biciclettina, la storia di Prometeo e del fuoco, l'ambra, il motore a vapore, l'energia solare, il buco dell'ozono, i fulmini, i pannelli solari e le eliche eoliche, le lampade a basso consumo ed altro ancora) la serata in casa Lampa si è trasformata in una piacevole scorribanda didattica per saperne qualcosa di più sulla natura e i misteri dell’elettricità e per imparare come risparmiare. energia e soldi.

Una storia esemplare narrata in modo esemplare."

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Compagnia Arrivano dal Mare!

Fiabe, fiabe filanti!

di e con

il Fulèsta, Sergio Diotti

Musica dal vivo:

Pepe Medri

durata: 60 minuti

tecnica utilizzata:

narrazione con figure e oggetti,

musica dal vivo

fascia d’età:

6 - 11 anni

luogo:

Teatro Petrella

Da molto tempo desideravamo allestire uno spettacolo partico-larmente “leggero”, capace di suscitare sorrisi e, perché no?, risate, stupore, incredulità. Come se fossimo in una bella festa di Carnevale e le parole vo-lassero gioiose nell’aria come stelle di carta, filanti appunto. A partire da questo progetto, questa ennesima raccolta di storie del “Fulèsta” (alias Sergio Diotti) si è incentrata pian piano attorno alla figura dello “sciocco”, personaggio prediletto di tante pagine di letteratura, teatro, poesia. “Sciòc, Zèmbal, Bagiàn, Batòcc, Dìsom, Ciocianèspol, Patalòc, Ziziplàc, Badulàz, Susinòn, Ucaròn e per finire… Cvajòn!”: con quanti termini fantasiosi la lingua romagnola nomina lo Sciocco (dal latino ex-sucum, senza sugo, senza sale in zucca appunto). La lingua italiana risulta un tantino meno affettuosa e si lascia andare spesso a epiteti offensivi (ve li lasciamo scoprire even-tualmente da soli). La galleria di ritratti ha preso il via: dall’Ingenuo che si fa do-mande apparentemente inutili (a proposito: perché tante favole cominciano con “C’era una volta un re?”); a quell’anima buona di Zidrela, la nostra Cenerentola, che avrà naturalmente la meglio sulla cattiveria delle sorellastre; da Mingòn, lo scemo del villaggio, a cui tutte vanno storte, al minuscolo Zizarcì, in realtà ancor più furbo del già intraprendente Pollicino. Per fini-re con gli apologhi di Giufà, il finto pazzo patrimonio delle cul-ture del Mediterraneo, che vede il mondo alla rovescia e in re-altà ce lo fa vedere in trasparenza. La musica dal vivo, una caratteristica costante del nostro reper-torio, sottolinea il racconto e ne diventa anche protagonista con il racconto, raccolto a Sorrivoli negli anni ’70, del Musicista avido e senza senno che ha venduto l ‘anima in cambio del suc-cesso e da quel momento è costretto a suonare, suonare, suo-nare… e il pubblico a ballare, ballare, ballare… In questa produzione si alternano con ritmo veloce fiabe della tradizione romagnola, filastrocche, novelle, fiabe a catena par-tecipate, storie dove il mondo va all’incontrario, ecc… in un susseguirsi di sorprese e di divertimento.

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Arcadia Productions

The Great Britain Show Spettacolo in lingua inglese

durata:

2 ore circa incluso intervallo

tecnica utilizzata:

teatro d’attore in lingua inglese

fascia d’età:

11 - 14 anni

luogo:

Teatro Verdi

L’azione ha inizio in uno studio televisivo dove un programma ‘The Great Britain Show’ sta per andare in onda. Nella puntata che vediamo si viaggia attraverso le isole britan-niche, studiandone gli abitanti ed il loro modo di vivere. Dalla Cornovaglia alla Scozia il presentatore Neil Niceman ne osserva costumi, tradizioni e abitudini: i ragazzi dell’Eton College, Scozzesi che bevono whisky, la Regina con i suoi cani a Buckingham Palace, e via di seguito. Ci sono anche incursioni nel passato dove si incontrano Charlie Chaplin, William Shake-speare, e Freddie Mercury. La tecnica teatrale della pantomime inglese, aiuta a far risalta-re l’ironia del testo facendoci ridere ma anche pensare. Le due dames sono tipiche di questa forma teatrale, e qui ve-diamo Dame Britannia e Dame Italia, icone del rispettivo paese, che danno vita ad un irresistibile “duello”. John Bull e Mario Rossi ne sono l’equivalente maschile e trova-no l’unico punto in comune quando rivolgono la loro attenzio-ne al calcio! Lo humour britannico è messo molto in risalto, ma dietro a questi stereotipi possiamo vedere anche cosa è vero e cosa è immaginato. La serie di sketch di The Great Britain Show è presentata in un inglese molto comprensibile. Le scene sono indipendenti tra loro e possono essere studiate anche separatamente. Alla fine dello spettacolo rimarremo con un’impressione simpatica dei britannici, un popolo tutto sommato non molto diverso dagli italiani, anche se certamente non uguale: viva le differenze!

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Teatro delle Briciole Centro di produzione per le nuove generazioni

Storie vere e meno vere dagli abissi ispirato a “Il Colombre” di Dino Buzzati

testo e regia

Piergiorgio Gallicani

con Claudio Guain

durata: 60 minuti

tecnica utilizzata:

Teatro d’attore

fascia d’età:

11 - 14 anni

luogo:

Teatro Verdi

Sono davvero inaspettati gli incontri che si possono fare inol-trandosi negli abissi: da Giona a Geppetto, passando per le “più di mille” popolazioni descritte da Luciano di Samotracia nella sua “Storia Vera”. In particolare, chi si sarebbe aspettato di trovarci un esperto in mitologie comparate, nonché scienziato e biologo marino – pronto a tenere una “conferenza” del tutto particolare sui Grandi Cetacei, mostri marini e forme di vita affini, dal Levia-tano biblico a Moby Dick? Al centro della narrazione «Il colombre», celebre racconto di Dino Buzzati. Il protagonista, un ragazzo di 12 anni, ha un destino specula-re a quello del capitano Achab: influenzato dai timori del padre, passa la vita per mare a fuggire il mostro degli abissi. Solo quando il ragazzo sarà ormai diventato un vecchio, in punto di morte, scoprirà che quel “mostro” era in realtà por-tatore di fortuna, ricchezza e di pace.

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Fondazione Giorgio Gaber

Gaber se fosse Gaber

incontro-spettacolo

scritto e interpretato

da

Andrea Scanzi giornalista e scrittore

durata: 90 minuti

tecnica utilizzata:

incontro - spettacolo e immagini

fascia d’età:

12 - 14 anni

luogo:

Teatro Verdi

“Gaber se fosse Gaber” è un Incontro- Spettacolo proposto e prodotto dalla Fondazione Gaber, scritto e interpretato dal giornalista e scrittore Andrea Scanzi. In 90 minuti, il pubblico assiste allo scorrere di immagini e fil-mati - spesso inediti – ai quali si alterna l’analisi affabulatoria di Scanzi, fino a diventarne protagonista, con Gaber, emozionan-do chi lo ha conosciuto e amato, ma soprattutto coinvolgendo quel pubblico giovane che non lo ha potuto conoscere. Dalla vasta produzione dello straordinario artista, Scanzi sce-glie di soffermarsi maggiormente sul Teatro-Canzone, da cui trae, ad esempio “Quando è moda è moda”, “Qualcuno era comunista”, “Io se fossi Dio” ecc.., analizzando, quasi a “lezione teatrale”, le cifre dell’intellettuale italiano. La presenza scenica, la mimica, la lucidità profetica, il gusto anarcoide per la provocazione e il coraggio (a volte brutale) di “buttare lì qualcosa”, l’avere anticipato così drammaticamente i tempi, fanno del pensiero di Gaber-Luporini, oggi più che mai, un attualissimo riferimento per personaggi della politica, dello spettacolo, della cultura, del nostro sociale quotidiano. La Fondazione Gaber è felice della proposta e del successo di questo Incontro-Spettacolo, certa com’è di contribuire a man-tenere vive le coscienze, scuotendole, e ampliando il grande messaggio alle nuove generazioni.

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Compagnia Arrivano dal Mare!

Garibaldi fu ferito, con Sganapino aspirante patriota in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia

di e con: Sergio Diotti e

Stefano Giunchi

musiche dal vivo: repertorio

ottocentesco risorgimentale

riduzione in cartoni

forati: M. Marco Gianotto

L’Organo di Barberìa è

progettato e realizzato dagli

Artigiani dell’AMMI, Associazione Musica

Meccanica Italiana

durata: 55 minuti

tecnica utilizzata:

burattini e cartoni forati

fascia d’età:

6 - 11 anni

Luogo:

Teatro Comunale di Gambettola

Un’arte millenaria di improvvisazione in piazza, come il Teatro di Figura, continua (dopo la precedente espe-rienza del “Don Giovanni dentro l’organo”) ad incontrar-si con la Musica riprodotta a manovella. Il fulèsta (raccontatore romagnolo) interpretato da Ser-gio Diotti, racconta brani dell’ avventurosa vita di Gari-baldi: dal tirocinio in mare, alle battaglie in Sud America, all’unione con l’appassionata e coraggiosa Anita, alla strenua difesa della Repubblica Romana, alla marcia forzata per raggiungere Venezia, alla “trafila” faticosa fino alle paludi ravennati, alla morte dell’amata... Intervengono spesso i burattini (Garibaldi, Anita, Gen-darmi Austriaci, Brighella...), con il loro disincanto e la loro ribalderia, che giocano con la figura umana del rac-contatore. In particolare Sganapino, servo povero e in-colto ma dal cuore grande e generoso, rimpiange di non aver mai potuto dimostrare il suo valore in alcuna im-presa. Ma i suoi intenti verranno (forse?) premiati. Le musiche a manovella incorniciano e sottolineano l’azione. L’epopea eroica del nostro Risorgimento stempera i toni (spesso e facilmente retorici) nel racconto di storie di vita esemplari e nelle scene vivaci dei burattini, che con il loro linguaggio particolare fatto di movimento, gags comiche, ritmo e bastonate, portano gli eventi a una contemporaneità di gesti e di tematiche a volte surreali.

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Compagnia Donati&Olesen

Stasera li butto di Giorgio Donati, Caterina Fiocchetti e Giulia Zeetti

regia Giorgio Donati

con

Giulia Zeetti, Valeria Pinzi

e la straordinaria

partecipazione dei

Giocattoli del Museo

durata: 1 ora

tecnica utilizzata:

Teatro d’attore

fascia d’età:

6 - 10 anni

luogo:

Teatro Bogart

La vecchia bottega dei giocattoli ormai sul lastrico chiude per la-sciar posto alla nuova catena di intimo " Mutandopoli – la tua inti-ma metropoli! ". La spietata manager, nuova proprietaria del ne-gozio, insieme all’acida segretaria tuttofare gongola all’idea degli affari d’oro che le si prospettano. Lo smantellamento del negozio viene affidato a due svampite in-servienti, Geppy e Giusy. Non hanno però fatto i conti con i vecchi giocattoli, pronti a tutto pur di non smettere di giocare. Burattini, buffi strumenti musicali, ombre e lanterne magiche condurranno irresistibilmente le due in un mondo di gioco e favole fantastiche. Inoltre i giocattoli hanno un bel caratterino e convincono Geppy e Giusy a non svuotare la bottega e a sabotare il “ Mutandomat”, avveniristico distributore automatico di mutande, fulcro del futuro punto vendita. La manager va su tutte le furie, il progetto “Mutandopoli” va in fumo e I giocattoli sono salvi! E con loro la vecchia bottega che diventerà un museo: IL MUSEO DEL GIOCATTOLO. L’idea dello spettacolo è nata proprio durante il trasloco nella nuo-va sede a San Marco. Quei cumuli di scatoloni pronti ad esser riempiti di preziosi giocattoli ci hanno fatto riflettere: questi ogget-ti cos'hanno ancora da raccontare ai bambini di oggi? Abbiamo cercato delle risposte nel più semplice dei modi: giocando! Il Museo del giocattolo di Perugia è una realtà presente nel territo-rio da ormai 15 anni, la collezione consta di circa 2.000 giocattoli d’epoca dall’ 800 ai giorni nostri: giochi popolari, giochi del lavoro, fantascienza, spettacolo, il mondo della scuola. MUSEO DEL GIOCATTOLO – San Marco – Perugia

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corpo e voce

Roberta Zanardo

partitura sonora ed

elaborazione

dal vivo Dario Salvagnini

elaborazione video

dal vivo Diana Arbib, Luca Brinchi,

Pasquale Tricoci

durata: 1 ora

tecnica utilizzata:

concerto

fascia d’età:

8 - 10 anni

luogo:

Teatro Comandini 10 - 11 - 12 - 15

aprile 2013

Molte sono le teorie per le quali si prevede un disastro am-bientale nel nostro futuro, ma comune è l'idea che l'elevata emissione di CO2 nell'atmosfera comporti l'aumento dell'ef-fetto serra e dell’assorbimento dei raggi solari da parte del suolo. Aumenta così il surriscaldamento globale della terra con conseguente rischio di inondazioni e desertificazione. L’acqua, quindi, come protagonista assoluta all’interno del processo che sta scardinando il nostro ecosistema. Lo spettacolo è una riflessione sulla straordinaria bellezza e forza di questo elemento attraverso la musica, l'immagine, il canto e il corpo e ambienti virtuali. È un esperimento coreo-sonoro in cui fonti luminose, immagini olografiche, suoni campionati in tempo reale, rendono il luogo della scena una lanterna magica di grandi dimensioni.

Societas Raffaello Sanzio / Teatro Comandini

Santa Sangre

Sei gradi

concerto per voce e musiche sintetiche

Progetto speciale Puerilia 2013

Puerilia è un’idea di teatro che immerge i bambini nell’azione, che trasforma il teatro in esperienza.

Puerilia 2013 è dedicato alla fantasia e alla scoperta delle sue sorgenti.

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Ferruccio Filipazzi

Goccia a Goccia Le avventure di un piccolo fiume

di Ferruccio Filipazzi

con Ferruccio Filipazzi e

Massimo Ottoni

durata: 50 minuti

tecnica utilizzata:

Teatro di narrazione, canto e musiche dal

vivo, tecnica mista su vetro luminoso

(proiettata su schermo)

Fascia d’età:

6 - 8 anni

Luogo:

Teatro Bogart

E’ una storia di crescita, una storia di iniziazione. Una goccia, due gocce … mille gocce … un fiume. Acqua trasparente, acqua che corre, salta, si tuffa. Incontra sassi, pesci, alghe e piante. Il fiume come un bambino. All’inizio, goccia a goccia, passo pas-so, i primi salti, i tuffi, capriole e capitomboli… e poi le corse, le corse… La notte arriva all’improvviso, proprio adesso che c’è da attra-versare il bosco e la luna tra le foglie disegna ombre e animali feroci. Le tinche, le carpe, i lucci, come nonni pazienti, raccontano cen-to volte al piccolo fiume una storia piena di avventure e di colo-ri che arriva fino al mare. “Ancora, ancora!” Ma gli occhi si chiudono, è tempo di sognare… il mare! Continua il felice sodalizio tra Ferruccio che canta e racconta e Massi-mo che narra con immagini in movimento. “Eccomi qua! Dopo tanti anni con la voce e la mia chitarra a mettermi ancora in gioco ed esplorare possibilità narrative, finché riuscirò a di-vertirmi e divertire. E allora continuo a raccontare anche ad un pubblico piccolo da rispet-tare e prendere per mano per viaggiare insieme scegliendo le parole significative, i silenzi, i sussurri del canto e le esplosioni di ritmi e di suoni. Proverò, seguendo la curiosità, a raccontare come sempre la storia “di sempre”, le storie “altre” che diventano nostre per crescere e sognare un mondo migliore. Massimo, ora figurativo ora astratto, è stato per me un incontro felice, un amico che a volte ha sottolineato, altre volte anticipato sorpren-dentemente i miei sogni. Spero che riuscirà a riempire i vostri occhi di immagini, come riempie la scena. Questa volta, per un pubblico più piccolo, non sarà solo il raffinato bianco/nero della sabbia, ma anche sagome ritagliate, giochi d’acqua e colori.” Ferruccio

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Accademia Perduta Romagna Teatri Teatro Stabile d’Arte Contemporanea

Il bosco delle storie di Claudio Casadio e Giampiero Pizzol

regia Claudio Casadio

con Maurizio Casali,

Mariolina Coppola, Alessandra Tommasini

durata: 1 ora

tecnica utilizzata:

teatro d’attore con musica e

canzoni dal vivo

fascia d’età:

6 -10 anni

luogo:

Teatro Bogart

Esiste, in qualche angolo del mondo, un bosco incantato dove nes-sun essere umano è mai entrato? Se quel posto si trova da qualche parte, chi di noi non vorrebbe dare uno sguardo a quel luogo misterioso? Ed ecco che con la ma-gia del teatro ci troviamo trasportati proprio nel cuore del bosco, oltrepassando il confine tra fantasia e realtà. Lo gnomo Muschiet-to, esperto di erbe e radici, mostra ai bambini la sua casa scavata all'interno di un albero secolare e rivela i verdi segreti delle piante. È primavera e gli abitanti del bosco si danno appuntamento proprio ai piedi del vecchio albero: un balbettante e saltellante coniglio, un pettirosso birichino, il folletto Karbolicchio che vive sottoterra, una gazza informatissima su tutti gli avvenimenti passati e presenti, una vanitosa civetta dagli occhi d'oro. Tutti raccontano storie, can-tano e fanno festa mentre Muschietto prepara rimedi e pozioni magiche. Tra loro c'è anche un lupo bugiardo, ladro e ingordo che escogita sempre mille inganni per rubare cibo dovunque ne fiuti l'odore. Ma quando il bosco sarà in pericolo per l'arrivo degli umani che con potenti macchine scavatrici vogliono distruggere tutto per costruire strade e città, sarà proprio il buon vecchio lupo con il suo coraggio a salvare tutti. Il mondo delle fiabe confina qui con il mondo della natura perché i vari personaggi, folletti, gnomi o animaletti, ci mostrano attraverso i loro racconti, le grandi meraviglie di cui è composto l'ambiente in cui viviamo. Si tratta dunque di un viaggio attraverso la realtà sulle ali della fantasia in compagnia di alcuni allegri abitanti del bosco. Ognuno di loro ha naturalmente qualcosa di umano: lo gnomo Mu-schietto ha le virtù della pazienza e della saggezza, il folletto Karbo-licchio è cieco e testardo, il coniglio è frettoloso, pauroso ma gene-roso, la gazza è pettegola e chiacchierona, la civetta è vanitosa ma anche romantica, il lupo è famelico. Tutti però hanno a cuore la vita del bosco e questo ne fa dei veri custodi sempre pronti a sacrificar-si per mantenere intatto quel verde regno in cui vivono. 29

Arcadia Productions

Robbie the Robot

Spettacolo in lingua inglese

durata:

2 ore circa incluso intervallo

tecnica utilizzata: tea-tro d’attore in lingua

inglese

fascia d’età:

6 - 11 anni

luogo:

Teatro Verdi

L’inventore Professor Violet ha creato Robbie, un robot metallico, che non è il più bello al mondo ma lui lo ama. Robbie vive a Rainbow Town dove ogni cosa ha uno dei colori dell’arcobaleno. E’ affezionato agli abitanti del posto: Miss Red, Mr Blue, i fratelli Yellow e Orange, e via di seguito. La felicità di Robbie è però turbata dall’arrivo di Doctor Black il quale gli mo-stra sullo schermo del Computer un nuovo mondo di metallo e plastica, Robot Town. Robbie ne è attratto e decide di andarci. Arrivato a Robot Town Robbie è contento: ognuno appare, si muove e parla come lui. Conosce altri robot che sono alti ed ele-ganti, e tutti molto belli, ma dopo un po’ comincia a sentirsi infeli-ce. Gli altri robot non sono cordiali e nessuno vuole parlare con un piccolo robot fatto in casa come Robbie. I suoi amici di Rain-bow Town erano tutti calorosi e… colorati. Decide di lasciare la superficialità di Robot Town e ritornare dove si è sentito sempre amato. Professor Violet è contentissimo nel rivederlo e gli spiega che lo ama per quello che è, non per quello che sembra. I suoi amici si riuniscono per festeggiare il suo ritorno e Robbie si accorge che il suo corpo di metallo riflette tutti i loro colori come un arcobaleno: è di nuovo felice. La storia scritta in un semplice inglese è supportata da proiezioni che sottolineano il carattere e l’atmosfera delle scene e dei perso-naggi. Questo approccio fortemente visivo aiuta gli studenti più piccoli a seguire la storia con facilità. Possono persino aiutare Robbie interagendo con lui nel corso dello spettacolo.

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Teatro Gioco Vita

Piccolo Asmodeo

da Lilla Asmodeus di Ulf Stark

con

Tiziano Ferrari

adattamento teatrale

Nicola Lusuardi,

Fabrizio Montecchi

regia e scene

Fabrizio Montecchi

durata: 1 ora

tecnica utilizzata: teatro d’ombre

fascia d’età:

6 – 11 anni

luogo:

Teatro Verdi

Sotto sotto, nelle viscere della terra, dove la luce del sole non arriva mai e dove i merli non cantano sugli alberi, abita Piccolo Asmodeo. Asmodeo è buono, troppo buono per poter vivere tranquillamente nel mondo dei Fuochi e dei Sospiri. Essere cat-tivo proprio non gli riesce e nemmeno gli interessa e questo, per la sua famiglia, è un grande problema. Per riparare a questo Asmodeo viene sottoposto ad una vera prova e mandato nel mondo della Luce e della Terra: “Dovrai convincere, entro que-sta sera, almeno una persona a darmi la sua anima!” gli dice il padre “Solo così dimostrerai di essere mio figlio”. Ignaro dell’uomo e delle sue abitudini, assolutamente inconsa-pevole di quello che lo aspetta, Asmodeo inizia così il suo strampalato viaggio sulla terra. Da quel momento Asmodeo si trova coinvolto in una girandola d’incontri di ogni tipo: una mucca, un prete, un maestro di scuola, un gregge di pecore, un gruppo di bambini, un panettiere. A ognuno di loro, con grande semplicità, Asmodeo ripete quanto insegnato dal padre: “Io posso offrirti qualunque cosa. Basta che tu mi prometti di dare via la tua anima”. Alla fine della sconvolgente giornata però, Asmodeo, incompreso, dileggiato, quando non addirittura mal-trattato, si convince che non riuscirà mai in un compito che non sente per niente suo. Ed è in quel momento di grande solitudi-ne e tristezza che incontra Kristina… “Piccolo Asmodeo” è una favola sul bene e sul male di Ulf Stark, uno dei più affermati scrittori contemporanei per ragazzi. Con sottile ironia ma anche con delicata poesia, con momenti di sana comicità ma anche con acuta problematicità, l’autore ci racconta, senza mai cadere in facili moralismi, di un novello Me-fistofele alla ricerca del suo Faust.

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Teatro Distracci

Il Volo pupazzi, oggetti, proiezioni e poche parole

di e con

Cristina Casadei e

Giuseppe Viroli

durata: 50 minuti

tecnica utilizzata:

Pupazzi, oggetti, attori narratori,

proiezioni

fascia d’età:

6 - 7 anni

luogo:

Teatro Aurora

In una città c'era una casetta. Dentro la casa, una Ballerina. La Ballerina danzava per un’Uccellina chiusa in gabbia. Pen-sava di renderla felice. Ma l’Uccellina era triste, perché era prigioniera. La sua gabbia, però, sapeva pensare. E pensava di voler vola-re. Così, una notte, si fece un paio d’ali con le sue sbarre di ferro, e ... volò via, con l’Uccellina dentro. In cielo tra insetti, aeroplani, mongolfiere e pianeti nani. Atterrò su una nuvola, liberò l’Uccellina e le insegnò il Volo. Poi, tutte e due, fecero l’uovo. Ma cosa poteva nascere da un “uovo di gabbia”? Nel frattempo, in città, gli altri Oggetti avevano visto la Gab-bia volare. Così provarono anche loro a farsi le ali. Le sedie usarono i braccioli. Gli orologi, le lancette. I libri, le loro pagi-ne. E così via. Cielo e nuvole si popolarono di una miriade di strane creatu-re ... “Il Volo” ha l’andamento di un sogno - da bambini si sogna di volare, e a volte si continua da grandi. E’ anche un quadro: il foglio bianco del bambino che un po’ alla volta si riempie di cielo, nuvole, segni, cose e animali, senza un perché predefi-nito. Ed è, infine, una storia di nascite e crescite, imitazione e apprendimento.

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Compagnia Fratelli di Taglia

I viaggi di Sindbad il marinaio ispirato alla favola delle Mille e una notte ‘Sindbad il marinaio’

di Giovanni Ferma e Daniele Dainelli

regia di

Marina e Patrizia Signorini

con Giovanni Ferma o

Daniele Dainelli

musiche

Leonardo Militi

durata: 1 ora

tecnica utilizzata:

Teatro d’attore con oggetti e canto

dal vivo

fascia d’età:

6 -11 anni

luogo:

Teatro Bogart

“… avrei dovuto sapere fin dall’inizio che il mio ingaggio come marinaio si sarebbe rivelato fonte di infinite calamità. Infatti, se mi fossi ben comportato, non avrei avuto bisogno di imbarcar-mi, poiché ero nato di famiglia ricca e mi ero ridotto ad essere povero, soltanto per le troppe gozzoviglie e per non essermi negata alcuna fra le delizie della gioventù. Così mi misi in viag-gio …” Sindbad, ricco mercante di Baghdad, dopo aver sperperato tutti i beni che suo padre gli aveva lasciato in eredità raccoglie i suoi ultimi averi, si imbarca e prende il mare: l’unica certezza è che vivrà avventure meravigliose. Il tema cardine di questa nuova produzione è il viaggio fantasti-co, conoscenza di mondi nuovi, voglia di divertirsi e mettersi alla prova e attraverso questi elementi approdare alla cono-scenza di se stesso. Per questo abbiamo scelto di fare un viaggio per mare accompagnati da un eroe: Sindbad il marinaio. Lo spirito avventuriero di Sindbad ci guiderà per il mare Medi-terraneo facendoci vivere fantastiche avventure, scampando terribili pericoli che agli occhi del giovane pubblico sembreran-no come dei brutti sogni. Il nostro marinaio affronterà un ciclo-pe che tenterà di arrostirlo; malvagie creature che cavalcano l’uomo come se fosse un cavallo; serpenti affamati che cerche-ranno di ingoiarlo; enormi uccelli che lo trasporteranno attra-verso il cielo e altri pericoli ancora. Ma alla fine la forza della fantasia prevarrà sui sogni cattivi e il nostro Sindbad si sveglierà arricchito di nuove esperienze con un velo di saggezza sugli occhi colmi di avventura.

“Chi vuole la gloria senza fatica, passerà la vita inseguendo un sogno impossibile”

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regia

Tiziano Manzini

di e con

Tiziano Manzini

costumi

Chiara Magri

voce registrata

Emanuela Palazzi

collaborazione Mario Massari

durata: 50 minuti

tecnica utilizzata:

teatro d’attore

fascia d’età:

6 – 9 anni

luogo:

Teatro Bogart

…un fanciullo parla con un pupazzo: questi sa bene che il pupazzo non lo capisce, ma si procura con un piacevole, consapevole autoinganno la gioia del comunicare. (Arthur Schopenauer)

I peluches ormai da più di un secolo accompagnano i bambini (e non solo loro!) nella vita quotidiana, nei giochi e nelle loro avventure immaginarie. Grazie ai peluches i bambini possono vivere esperienze inten-se e coinvolgenti, forse perché, passata anche la soglia del nuovo millennio, sono rimasti fra i pochi “soggetti” disponibili ad ascoltare con attenzione e in silenzio quello che i bambini dicono. Li ascoltano per ore, danno loro tempo e spazio per esprimere i propri pensieri e poi per riflettere su ciò che hanno detto, per maturare le loro idee e le loro concezioni del mondo: e tutto ciò semplicemente con un’infinita disponibilità a GIOCA-RE! Ed è questo che lo spettacolo propone: un’ora di libertà in cui riscoprire il gusto del gioco spontaneo, inventato con sempli-cità, col corpo in gioco, con i personaggi delle fiabe, gli animali parlanti, le emozioni candide…molto lontani da giochi-gabbie della fantasia Un grande immenso scatenato e divertente gioco, giocato da un adulto dall’animo“fanciullo” con i suoi cinquanta peluches! Via libera quindi ad orsi con e senza cervello, a girotondi, pap-pagalli, nani, alla scimmia Magilla, a principi azzurri, insegui-menti… e per fare tutto questo basta un semplice, morbido, disponibile, dolce amico peluche con cui giocare!

Pandemonium Teatro - Teatro Stabile di Innovazione

Peluche ovvero di orsi, scimmie, biancaneve…

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Teatro Distracci

Paura! testi di riferimento “I lupi nei muri” di Neil Gaiman, “L’autobus del brivido” di Paul Van Loon

di e con

Cristina Casadei e Giuseppe Viroli

durata: 1 ora circa

tecnica utilizzata:

teatro d’attore, Oggetti e video

fascia d’età:

8 - 12 anni

luogo:

Teatro Bogart

E’ una delle parole più in uso: Paura. Quante volte la nominiamo, in una giornata? Ma … Cos’è la Paura? Può essere piccola o grande. Puoi avere paura di ciò che non conosci, o di chi conosci molto bene. Paura del buio, del diver-so, della folla o di se stessi. Paura di ingrassare, della scuola. Del terremoto o della guerra. Di chi ha una faccia diversa, o parla una lingua diversa. Del cane del vicino. Di un ragazzo o una ra-gazza che ti piace. Quante paure. Allora, abbiamo creato una piccola storia per prendere in giro la famigerata Paura. Abbiamo immaginato che, durante una gita scolastica, una pro-fessoressa e la sua classe (il pubblico) si perdano nella nebbia. E finiscano dentro una Zona di Paura, dove regna un tipo strano e tenebroso … Che li costringerà, per motivi che non riveliamo, a raccogliere le Paure e chiuderle dentro un baule. Raccogliere le Paure? E come si fa? Sono tantissime, stanno dappertutto. E poi, si vedono e non si vedono. Ma confidiamo che la prof. e i suoi allievi si mettano a cercarle di buona lena, se vorranno che questa storia vada avanti. E mentre le cercheranno vivranno delle storie, o dei frammenti di storie. Come quella di una bambina che sentiva in casa la pre-senza dei lupi. O quella di un ragazzo che aveva paura di andare a scuola perché perseguitato dai compagni. Ma … Che ne sarà delle Paure, una volta rinchiuse? Ce ne libe-reremo? Possiamo vivere senza di loro?

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Compagnia Fuori Scena

Karabà, perché sei cattiva? Liberamente tratto da Kirikù e la strega Karabà

drammaturgia e

regia

Alberto Pullini

con

Francesca Giardullo, Francesca Quercioli

durata: 55 minuti

tecnica utilizzata:

Teatro d’attore con scenografie animate in

retro-proiezione

fascia d’età:

6 - 7 anni

luogo:

Teatro Bogart

Nonostante abbia tutte le caratteristiche di una fiaba europea (protagonista, antagonista, ostacoli, aiuti e lieto fine) Kirikù e le strega Karabà si presenta in maniera so-stanzialmente differente. Una storia senza “incredibili” colpi di scena, non spetta-colare, con dialoghi molto maturi ed una struttura narra-tiva e scenica estremamente semplice. E’ nella differenza con l’altro che il protagonista riceve i primi stimoli per intraprendere il suo percorso, nei rap-porti bambino-adulto, bambino piccolo-bambino grande e buono-cattivo. Ed è, per l’europeo, un modo per confrontarsi con una cultura sensibilmente diversa. In più Kirikù affronta diverse sfide per diventare grande, ma una sola domanda lo spinge nel suo cammino: “perché la strega Karabà è cattiva?” Come tutti i bambini non si accontenta della risposta più superficiale, non riesce a fermarsi di fronte ai pregiudizi dei “grandi”, sente il bisogno di capire. Uno spettacolo in cui si parla di integrazione, perché la diversità è sempre portatrice di ricchezza. Chiedersi il perché delle cose è l’unico modo per cresce-re!!!

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Chiara Guidi/Societas Raffaello Sanzio

La bambina dei fiammiferi Liberamente tratto da H. C. Andersen

ideazione e direzione

Chiara Guidi

composizione ed

esecuzione musicale:

Fabrizio Ottaviucci

con

Lucia Trasforini

cura del suono

Marco Canali

durata: 45 minuti

tecnica utilizzata:

Teatro d’attore

fascia d’età:

8 - 10 anni

luogo:

Teatro Comandini 26 - 29 - 30 aprile, 2 - 3 maggio 2013

Progetto speciale Puerilia 2013

Puerilia è un’idea di teatro che immerge i bambini nell’azione, che trasforma il teatro in esperienza.

Puerilia 2013 è dedicato alla fantasia e alla scoperta delle sue sorgenti.

La luce di un fiammifero va colta in fretta. Al suo bagliore si percepisce un particolare che vibra, una nota che suona, ma si spegne subito. E si tenta con un altro fiammifero, perché non si può fare a meno di mettersi alla ricerca di ciò che si è intravisto. Una dopo l'altra le piccole fiamme aggiungono particolari e suoni ad un mondo nel quale la bambina può entrare e ritrova-re quanto aveva perduto. Non è una favola triste, perché nel silenzio della notte le picco-le luci si assommano e le note isolate diventano una musica in grado di prendere in braccio con passione la bambina e con-durla verso quanto aveva immaginato e desiderato.

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Bottega del Teatro - Franco Mescolini

Lo straniero Testo di Franco Mescolini

con

Attori e allievi della Bottega del Teatro

durata: 75 minuti

tecnica utilizzata:

Teatro d’attore

fascia d’età:

9 - 14 anni

luogo:

Teatro Bonci

E’ la storia di un gruppetto di adolescenti, ragazzi e ra-gazze, che si incontrano, ogni tanto, nelle strade del quartiere dove abitano, sono giovani che avvertono il disagio di una vita piuttosto piatta, avara di novità, una vita dominata dai video giochi, dal virtuale (l’ininterrotto uso del computer) dalla noia e dalla solitudine che deriva dal fatto che sono quasi tutti figli unici e che i loro geni-tori lavorando tutto il giorno, finisco per avere con i figli, un rapporto molto superficiale… Inaspettatamente capita in mezzo a loro un ragazzo che viene da un altro paese, è impaurito, in fuga da qualcosa e da qualcuno, parla una lingua strana pressoché incom-prensibile... La cosa intriga il gruppetto che, dopo un primo momento di difficoltà e, grazie alla mediazione del più piccolo di loro, che è cieco, si mette a disposizione del giovane stra-niero per cercare di aiutarlo e alla fine ci riuscirà. Questa storia vuole sottolineare la forza della solidarietà umana e il decisivo apporto che da ciò nascerebbe per un mondo migliore.

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T.Mantegazza - G.Nadiani - G.Pizzol

Leardo è Re Ovvero Re Lear: Commedia Anglo – Romagnola

di

Tinin Mantegazza, Giovanni Nadiani, Giampiero Pizzol

con

Giampiero Pizzol, Giampiero Bartolini,

Teodoro Bonci del Bene

regia

Angelo Generali

musiche

Marco Versari

durata: 70 minuti

tecnica utilizzata:

Teatro d’attore

fascia d’età:

11 - 14 anni

luogo:

Teatro Verdi

Tinin Mantegazza, artista e umorista, Giovanni Nadiani, poeta e scrittore, Giampiero Pizzol, attore e cabarettista portano il gran-de Shakespeare in terra di Romagna. Tinin Mantegazza ha attraversato la cultura italiana dagli anni '50 in poi come umorista, con disegni, vignette, dipinti, con la crea-zione di pupazzi e personaggi, come regista e autore televisivo con programmi, striscie, cartoon e, infine, come sperimentatore di linguaggi fin dal cabaret '64 nella Milano di Gaber, Dario Fo, Cochi e Renato. Oggi questo poliedrico artista sospeso tra poesia e umorismo, innamorato del mare Adriatico e della Romagna, ha deciso di lanciare un' altra sfida alla cultura teatrale: uno Shakespeare in dialetto romagnolo. E qui il testimone passa a Giovanni Nadiani, poeta e scrittore che trova nel dialetto la fonte ispiratrice di molte sue opere seguen-do idealmente la scia di Guerra, Baldini, Pedretti e di altri poeti contemporanei capaci di sposare la lirica alla lingua popolare, ai fatti e misfatti quotidiani e anche alle lingue straniere, in questo caso l' inglese del Bardo britannico. Ma passare dal testo alla scena e proporre un' opera capace di parlare anche a coloro che non hanno dimestichezza con il dialet-to mescolando sapientemente l'italiano all'anglo-romagnolo, è una impresa che solo un commediante può arrischiare. Così ecco Giampiero Pizzol, comico di Zelig , attore e autore di personaggi e di commedie popolari che celebrano la Romagna nelle sue più surreali, malinconiche, divertentissime sfaccettatu-re. La tragedia del Re Lear, a detta di molti critici la più possente e compiuta di tutta l'opera di Shakespeare, trova nuovi interpreti e si nutre delle tragicomiche vicende di uno dei tanti anziani solita-ri, abbandonati dalla famiglia e privati della casa che vivono nei Bar e raccontano di figlie traditrici, di fughe dai ricoveri e di mille altre vicende, reali o surreali, vere o solo immaginate.

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con Giulia Manzini, Chiara Carrara

scene di

Graziano Venturuzzo

costumi di

Luigi Piantanida

luci di

Carlo Villa

durata: 1 ora

tecnica utilizzata:

danza e teatro d’attore

fascia d’età:

6 – 11 anni

luogo:

Teatro Bogart

E’ possibile raccontare anche ai bambini la storia dell’Olocausto? Sì, con una fiaba. E come in ogni fiaba c’è il bene e il male, il buo-no e il cattivo, la gioia e la paura. Una fiaba a lieto fine, che emo-ziona e commuove adulti e bambini. Insieme! Lo spettacolo cerca di spiegare, con una semplice storia, come alcuni dei mali della nostra società possano nascondere in sé il "nucleo" di drammi più grandi: la paura del diverso, i piccoli razzi-smi che portano a tragici eventi come quello dell'Olocausto. E in particolare ci racconta proprio il dramma della tragedia avvenuta, il "sogno" nazista, attuato servendosi dell'allontanamento dappri-ma, e dell'eliminazione poi, di un'intera razza considerata "elemento indesiderato" e nocivo per la collettività. In scena due giovani attrici-ballerine che interpretano un perso-naggio “classico”per qualsiasi danzatrice: la bambola. La bambola è infatti un personaggio chiave perché è il simbolo della bellezza, dell'eleganza e della gentilezza, ma cosa succede se due bambole entrano in competizione? Quali meccanismi può causare l'invidia? La vicenda è semplice: in un negozio di giocattoli, due bambole ballerine –una bionda e l’altra bruna- cercano di attirare l’attenzione dei clienti danzando nella vetrina. Purtroppo nessuno entra a comprarle, allora la bionda comincia ad incolpare la com-pagna di essere brutta (così scura!) e di scoraggiare i clienti dall’-entrare nel negozio, in quanto disgustati dal suo aspetto. La bruna cerca debolmente di difendersi, ma poi soccombe di fronte alla forza e determinazione della bionda. Viene così relegata in cantina con tutti i giocattoli “inutili” come lei. La vicenda si farà quindi amara e la bambola subirà un brutto destino, ma sarà dal suo sacrificio che nascerà una nuova consa-pevolezza, la condivisione delle difficoltà e la speranza per il futu-

Pandemonium Teatro Teatro Stabile di Innovazione

La Bambola bionda e la bambola bruna testo e regia Lisa Ferrari

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Compagnia La Grace Event

“Shakespeare in Progress”

La Bisbetica domata di W. Shakespeare

con Barbara Abbondanza

Lucia Ciardo Dario Tacconelli

Ivan Stano Massimo Avella

Pietro Pace

regia

Fabrizio Buompastore e Dario Tacconelli

adattamento Testi:

Dario Tacconelli

costumi

Davide Zanotti

organizzazione

Grazia Conte

durata: 50 minuti

tecnica utilizzata:

Teatro d’attore

fascia d’età:

12 - 14 anni

luogo:

Teatro Verdi

Rappresentazione teatrale rivisitata in alcune parti per renderla più fruibile ad un pubblico di studenti. La seconda parte dello spettacolo è un riadattamento in chiave moderna dei matrimoni di Petruccio e Caterina e di Bianca e Lu-cenzio ai giorni nostri. Sul finale vi è anche uno spazio musicale che coinvolge il pubblico e lo porta sia a sorridere e divertirsi, ma ancor più a riflettere. La vicenda è ambientata a Padova attorno alla casa del nobile Battista Minoia, che ha due figlie: la maggiore, Caterina, la "bisbetica" appunto, che nessuno chiede in moglie, e la minore e dolce Bianca, corteggiata da Gremio e da Ortensio. Battista ha deciso che Bianca non potrà sposarsi finchè non avrà trovato marito la sorella maggiore. I pretendenti di Bianca cercano allora di trovare un marito per Caterina e lo trovano nel veronese Petruccio, che, attratto dalla dote della fanciulla, non si lascia per nulla spaventare dal tremendo carattere di lei. Avviene quasi un comico corteggiamento in cui Petruccio insiste nel trovare grazie e dolcezze nelle cattive risposte e nei maltrattamenti riservatigli da Cate-rina. Frattanto un nuovo corteggiatore si affianca alla lista di Bianca: Lu-cenzio, studente a Padova e figlio del ricco mercante pisano Vincenzo. Ortensio e Lucenzio, travestiti da maestri, si introducono nella casa di Battista, con la scusa di istruire Bianca e possono così corteggiarla da vicino; Tranio, servitore di Lucenzio, sostiene astutamente la parte del padrone. Petruccio riesce a portare all'altare Caterina e, sia nella cerimo-nia nuziale, sia in casa di Battista, sottopone la moglie a continue umilia-zioni. La conduce poi nella propria casa in campagna e qui continua ad infliggere alla moglie smacchi e umiliazioni, privandola del cibo e del son-no, con la scusa che il pranzo e il letto che vengono dai servitori non sia-no degni di lei. Di nuovo, col pretesto che il sarto e il cappellaio le porgo-no merce scadente, le impedisce di comperarsi abiti eleganti; durante il viaggio di ritorno a Padova, Petruccio costringe Caterina alle più assurde affermazioni (quali che un vecchio incontrato per via è una graziosa fan-ciulla e così via), tanto che ella ritorna a casa del padre completamente domata o addomesticata.

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Compagnia L’asina sull’isola

La vera storia della nonna di

Cappuccetto rosso

regia di

Francesca Bettini

progetto artistico di

Katarina Janoskova e Francesca Bettini

con Katarina Janoskova

coreografia di

Claudia Monti

voce narrante di

Olivia Molnar

collaborazione

artistica di

Paolo Valli

durata: 50 minuti

tecnica utilizzata:

Teatro d’attore

fascia d’età:

6 - 10 anni

luogo:

Teatro Bogart

Prima di dimenticarmene vorrei fermare un ricordo di mia nonna, che abitava in un paese lontano, in un mondo diverso che ho conosciuto da bambina. Di lei oggi mi sono rimasti solo alcuni bellissimi vestiti attraverso i quali vorrei raccontare questa storia… Katarìna Janoskovà I nonni: quando andiamo a visitarli è sempre un’avventura! I nonni vivono di nuovo il tempo allegro in cui si può far nulla e giocare ancora come bambini. Le loro case sono dei musei pieni di foto, di quadri, di oggetti che vengono dai tempi lonta-ni in cui non eravamo nemmeno un pensiero segreto. Certe volte i nonni non li abbiamo neanche conosciuti, ne ab-biamo solo sentito parlare in una favola del passato dove pos-siamo andare solo con la fantasia. Di fatto maschi, femmine, bambini e teatranti tutti abbiamo dei nonni che ci lasciano un’eredità. Una nonna e una bambina sono le protagoniste di questo spettacolo. Il pensiero corre a Cappuccetto Rosso, il pensiero corre al Tempo che corre e divora come le mascelle del lupo. La bambina attraversa il bosco, vero o immaginario? Non im-porta: è così bello attraversare il bosco per andare a trovare la nonna che racconta la sua vita, ma è una vita romanzata, co-me tutte le vite che meritano di essere raccontate, meglio, è una vita teatralizzata! Ogni pomeriggio per un’estate intera la bambina va a trovare la nonna nella sua casetta al limitare del bosco. Tutte le volte la bambina arriva a casa della nonna prima del lupo. Ma un giorno…Per il personaggio della nonna ci siamo ispirate alla figura di Lotte Reininger una delle più celebri animatrici del teatro d’ombra e del cinema di animazione. Una foto la ritrae con un turbante in testa e la pipa in bocca, seduta al tavolo, intenta a ritagliare con le forbici figure di carta per il suo teatrino.