Rassegna stampa - Toscana Film Commission...re Fabio Fazio:«lo non posso venire, se accettate Niki...

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Rassegna stampa

Pagina I

Si parla di noi

04/05/2017 p. VI Il docufilm "Un altro me" sui carcerati di BollateTirreno Viareggio 1

Festival Cinematografici

04/05/2017 p. 12 Fedic, il giorno di Chiara Caselli. Lou Castel: «Città dascoprire»

Giorgio GrassiNazione Arezzo 2

Iniziative ed eventi

04/05/2017 p. 18 Torna "Ciak sul lavoro" con un ciclo di sette filmTirreno 3

04/05/2017 p. 12 Fiorello: troviamo un produttore per il film di Nuti EdoardoSemmola

Corriere Fiorentino 4

Segnalazioni

04/05/2017 p. 45 Monicelli dimenticato Valerio CappelliCorriere Della Sera 6

04/05/2017 p. 1 Cinecittà rinasce a Torino Fulvia CapraraStampa 8

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SERAVEZZA

c Tn altro me"S ® carcerati dí Bollate

Per gli appuntamenti con il cinemaitaliano indipendente ecco arrivareal cinema Scuderie di Seravezza unodei documentari più interessanti

dell'ultimo anno, "Un al-tro me" di Claudio Casaz-za, presentato e premiatonei principali festival cine-matografici italiani, comeil Festival dei Popoli di Fi-renze. Il regista sarà in Ver-silia per presentare il suoultimo lavoro domani se-

ra alle 21.15 e per raccontare al pub-blico la genesi e le tematiche del do-cumentario che vede protagonisti i"sex offenders" condannati per reatisessualità nel carcere di Bollate.

DO aialle21.15al cinema delle Scuderie Granducali a Seravezza

Si parla di noi Pagina 1

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NUOVI OSPITI AL FESTIVAL DOMANI ARRIVA BRANDO PACITTO. SULLO SCHERMO OGGI ANCHE SASSANELLI, HABER E PANNOFINO

Fedic, il io mo d î Chiara Caselli. Lou u Castel: «Città da scoprire»di GIORGIO GRASSI

IL FEDIC vola da un perso-naggio all'altro . Un altro arri-vo a sorpresa : domani a pre-sentarre il film Piuma oltre aSergio Pierattini ci sarà an-che Brando Pacitto, protago-nista anche dell'ultimo filmdi Muccino ; Intanto oggi saràil turno di Chiara Caselli: at-rt , totograf regi,ta. Saràproiettato alle .11,15, il suocortometraggio «MollyBloom». Ha lavorato con ipi u ;grandi registi , da Antonio-ni alla Cavavi, dai fratelli Ta-viani a Marco Tullio Giorda-na a Gus Van Sant.Al debutto a scoprire la città èstato i ou Castel, arrivato con

calma, ma con puntualità alM:asacclo, sorridente ed an-,,tie affamato (subito è corso amangiarsi un panino). Da in-namoratodi cinema ne ha ap-profittato per godersi alcuneproiezioni, Alle %1.30 ha assi-stito alla proiezione del suofilm a.; p.tgizi cr.ius.>, i.nse-me al rcccista fior p,<.vlo DeSanctis e ai co ser negr_ atoriAlessandro Aniballi e Giorda-no De L,ctaa.

Benvenuto nella patriadi MMcasc.c scio.

«E' la prima volta che visitoquesta città di cuì mi hannoparlato tanto bene. So che Ma-saccio è stato un grande pitto-re. Prima di ripartire vogliovedere il centro della città,

che a prima vista credo sia ve-ramente meravigliosa».

Conosceva il Festival Fe-dic?

«Sinceramente no. E' statauna bella sorpresa. Di questavisita porterò un bel ricordo».

A Bellocchio consegne-ranno il Marzocco d'Oroalla carriera...

«E' davvero meritato, è ungrande r-eg i st.a e un grosso per-sonaggio del cinema».

&'n5PITE Lou C ;t _ il l„

Stasera la presentazionedel pLuripremiato

film «A casa mia»

A quale cli suoi film è ri-masto più legato?

«A tutti quelli dell'inizio del-la mia carriera. Fra questiFrancesco d'Assisi (1%+%b)».

Le piace lo spo rt?«Un po' il calcio. Scusate main Champions tifo Monacocontro la juve».Poi l'a perito ha la prevalen-za. da Parigi, ho fa-tue, ui n ao1 n pamnc»,(Ug.;i tra í filin altri noni dìgrido alle ihenno ComePaolo ,ass-tr_,eüt i «,una bellis-sima buoi.r alle 14.45) e nellaserata dei cortometraggi oltrea Chiara Caselli anche France-sco Pannofino e AlessandroHaber. Da non perdere «A ca-sa mîa >, recente vincitore delDavid di Donatello

serata di lancio del Fedic: racconta la sua San Giovanni

Festival Cinematografici Pagina 2

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FIF4E

Torna "Ci - -sul lavoro"con L ciclodi sette film

i FIRENZE

Organizzata da Fil caro s Cgil e As-sociazione Anemic, ritorna"Ciak sul lavoro" la rassegna ci-nematografica dedicata ai temidell'occupazione, in program-ma da domani al 23 maggio alloSpazio Alfieri di Firenze. Fra cri-si economica, disagio e disoccu-pazione, impoverimento cultu-rale e precariato esistenziale, lacarrellata propone sette titoli,fra fiction e documentari. Ac-compagnate ogni volta dalle te-stimonianze dei rispettivi autorichiamati a incontrare e dialoga-re col pubblico. Si parte con"Merci patron!" il documentarioPremio César di Francois Ruffinche ha sbancato il botteghino,un vero caso in Francia, fino a di-ventare il vessillo delle protestecontro "La loi travail" varata dalgoverno che ha provocato pe-santi ricadute sui diritti dei lavo-ratori. A parlarne, a due giornidal ballottaggio fra Macron e LePen, sarà Patrick Flécheux, colla-boratore di Ruffin e attivista del-la rivista "Fakir", promotrice delprogetto. Seguono il 10 "Le ulti-me cose" di Irene Dioniso, il 12arriva Edoardo Leo con "Chevuoi che sia". Il film a episodi "Inbici senza sella" sforna un reper-torio di situazioni ai limitidell'assurdo (il 15), che inveceprendono forma concreta di cro-naca in "7 minuti" di MichelePlacido, ospite Ottavia Piccolo(il 16). Completano il program-ma "Gli ultimi saranno ultimi"di Massimiliano Bruno con Pao-la Cortellesi e Alessandro Gass-mann (il 22) e "Il più grande so-gno" di Michele \/annucci (il 23).Info www. anemic. it.

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Fioreflo: troviamo un produttore per il film di NutiLo showman ospita nella sua «Edicola» l'appello di Groppa e Pecci e rilancia

«Ma che ci vorrà mai a tro-vare un produttore per France-sco Nuti?». La domanda nascecome provocazione perché si,è vero: Nuti ha nel cassetto unasceneggiatura da dieci annima nessuno ha ancora volutoprodurla. La provocazione èdiventata appello pubblico,subito virale.

E successo a «Edicola Fio-re», il programma di Fiorellosu Sky. In un collegamento daPrato nella puntata di ieri, sisono affacciati a un balconedurante lo «speaker corner»Valerio Groppa e Nicola Pecci,il regista e il cantautore-attoreche negli scorsi anni hannoportato in tournée il loro spet-

tacolo teatrale con canzoniFrancesco Nuti - Andata, ca-duta e ritorno. I due hannomostrato alle telecamere lasceneggiatura di Olga e i fra-tellastri Billi, il film mai com-piuto dal regista e attore prate-se prima dell'incidente che dal2oo6 lo ha tagliato fuori dallescene e dal lavoro. Sono anniche il fratello, gli amici, i fan,chiedevano e speravano di po-ter vedere «un altro film di Nu-ti» ma sono rimasti inascolta-ti. Complice il forte «effettoFiorello» che ha moltiplicatol'effetto dell'appello, il tema ètornato prepotentemente pro-tagonista in rete. Lo stesso Fio-rello si è prodigato in una delle

sue imitazioni, quella del pro-duttore Aurelio De Laurentiis,per rilanciare la causa «unproduttore per Nuti». Quellodi Olga , donna intrigante madelinquente e pericolosa, è unpersonaggio ricorrente nel-l'immaginario nutiano: dal-l'ultimo film prima dell'inci-dente , Caruso zero in condot-ta, alla protagonista della can-zone che Nuti scrisse comecolonna sonora del film mai fi-nito e che il cantautore lucche-se-scozzese Niki La Rosa tentòdi presentare all'edizione del2013 del Festival Sanremo, male porte dell 'Ariston rimaserochiuse . Francesco Nuti stessoscrisse una lettera al condutto-

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re Fabio Fazio:«lo non possovenire, se accettate Niki accet-tate tutta la mia storia e la miavita. Niki è come se fossi lo sulpalco di Sanremo». Ma non sene fece di nulla. L'anno dopofu Giovanni Nuti, fratello ecompositore, a leggere una

FrancescoNutial MandelaForumnel 2014e Fiorello

lettera-appello: «Cari produt-tori credete ancora nelle miestorie, spero esca il mio ultimofilm che ho scritto». Da alloraOlga e i fratellastri Billi è ri-masta lettera morta. Finora.Perché Fiorello ha abbracciatola causa e rilanciato la propo-sta.

«Credete ancora nelle miestorie», aveva chiesto tempo faFrancesco Nuti, che tra duesettimane compirà 62 anni e

che da n è relegato su una se-dia a rotelle. «E una commediamoderna - spiega Groppa par-lando della sceneggiatura -che contiene un po' di thriller.Racconta di due fratellastri edi una donna, Olga. E la storiadi una ex banda di ladri. Emo-ziona e fa ridere. Vado a trova-re spesso Nuti e lo coccolo.Merita questa gioia».

Edoardo Semmola0 RIPRODUZIONE RISERVATA

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caso Chiara Rapaccini, per 30 anni compagna del regista, contesta la scelta della Fondazione Grosseto Cultura

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ROMA Non si sono rivelati dav-vero amici suoi, amici di MarioMonicelli. «Ci sono rimastamalissimo. Dopo quattro anni,è stato deciso di cancellare ilpremio intitolato a Mario».Chiara Rapaccini è stata lacompagna del grande registanegli ultimi trent'anni dellasua vita. Si erano conosciutisul set di Amici miei. Chiaraaveva 19 anni, era una dellecomparse fisse al Comunale diFirenze, quando in città dallalirica si passava a un set, biso-gnava prendere loro.

La Fondazione GrossetoCultura, che fa capo al Comu-ne, ha azzerato il premio «Mo-nicelli». Dicono che non ci so-no soldi e c'è stato il cambiopolitico: ora comanda il cen-trodestra, Monicelli era di tut-t'altre idee. Nato da un'idea diMario Sesti, con 20 mila eurosi premiava la commediaignorata ai festival (Verdone,Brizzi, Veronesi), e si dava vitaa iniziative che duravano tuttol'anno: proiezioni, corsi di cri-tica. «Era il modo migliore per

SagreHo telefonato e mi hannodetto: sono finitii soldi. Hanno preferitoprivilegiare le sagre

« Sparìto. ® prenno' intitolato ' ®.a

eS cominedia italianaea un'intera generazione -' estri»

far rimanere vivo il nome diMario», dice Chiara Rapaccini,pittrice e scrittrice.

Perché?«Perché ancora prima che

ricordare il maestro dellacommedia all'italiana, si sonocoinvolti spiriti liberi, combat-tivi e indipendenti (da EmmaBonino a Sabina Guzzanti),proprio com'era Mario. Gros-seto rappresenta la Maremmain cui noi abbiamo vissuto tan-to, il luogo del riposo. E Marioera mezzo toscano, vissuto aViareggio anche se era nato aRoma. Il premio era il tentati-vo di far cultura in un territo-rio non così attrezzato».

Come l'ha saputo?«Dai rumours locali, senza

una comunicazione ufficiale.Ho telefonato e mi hanno det-to: sono finiti i soldi. Hannoprivilegiato le sagre, gli sban-dieramenti, la rievocazionecon costumi e cavalli di Ludo-vico il Bavaro che nel '30o asse-diò Grosseto. Una cultura na-zional-popolare che va bene seconvive col tentativo disperato

di fare qualcosa che allarghi losguardo. Premiavano la StreetArt, una cultura dell'oggi. Cosìinvece si ritorna a un anticosbagliato, di chiusura, non è ilDna maremmano».

A 7 anni dalla morte, Mo-nicelli è stato dimenticato?

«Alla Biennale cinema nel2015 ho fatto una mostra lavo-rando sulle foto d'archivio e diset, un allestimento che è an-dato a New York, Buenos Ai-res, Lisbona. Mi sono data dafare. La memoria corta riguar-da tutta quella generazione, iMastroianni, i Gassman. Lacommedia ha raccontato l'Ita-lia meglio di tanti autori seri.Oggi viviamo una sottile cen-sura, i registi si rifugiano nel-l'intimismo, nelle commediefotocopia che nemmeno in-cassano. Non tocchi mai lecorde del potere».

Aveva paura di morire?«No. Mi dettò una decina di

epitaffi. Per esempio: Di esserestato vivo non gli importa.Muoiono solo gli str...mi dice-va. Voleva dire che se sei intel-ligente non muori mai, è unariflessione da filosofo greco».

Si suicidò gettandosi dallafinestra dell'ospedale.

«È morto da guerriero, co-me un soldato che si fa saltaresu una mina. Era stanco di vi-vere, temeva la mancanza diindipendenza. Finché mi pos-so fare un tè e sono in grado diraccogliere un fazzoletto daterra, sta bene, non so quantevolte ripeteva questa cosa».

In molti suoi film la scenachiave è un funerale.

«È vero, Amici miei, I soliti

ignoti, Un borghese piccolopiccolo, I compagni. Parlava dimorte in ogni suo film, nonper esorcizzarla. Ma non sape-va girare una scena d'amore».

Monicelli cinico, cattivo,perfido. Con lei com'era?

«Non mi ha mai detto tiamo. Mi diceva: se muoio chevuoi che succeda? Piangeraiuno, due, tre mesi. Poi ti met-terai con un altro. Amava ledonne più che gli uomini, ciriteneva superiori. Abbiamovissuto come un'Armata Bran-caleone, i set nelle roulotteerano un circo, erano tutti atei,divorziati. Age, Scarpelli, SusoCecchi D'Amico, Gassman: unbranco di sbandati. Io ero ra-gazzina. Li ho visti morire tut-ti. Mario mi diceva: guai se fa-rete una Fondazione a mio no-me, giusto per guadagnarciquattrini, una cosa volgare».

Cosa avrebbe detto delpremio cancellato?

«Avrebbe riso amaramente.La porchetta spazza via i film».

Valerio Cappelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Segnalazioni Pagina 6

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MarioMonicelli eranato a Roma il16 maggio dei1915. Tra imassimiesponenti dellacommediaall'italiana, hadiretto filmcome «I solitiignoti» (1958),«L'armataBrancaleone»(1966), «Amicimiei» (1975)

Malato ¡¡di cancro, nel fA2010 Monicelli

11si è suicidatogettandosi dauna finestra:aveva 95 anni

RitrattoIl volto di MarioMonicelli in unmuralesrealizzatodall'artistaDiavùa Roma

InsiemeMario Monicellicon ChiaraRapaccini agliinizi della lororelazione: sierano conosciutiquandolei aveva 19anni durante lalavorazione di«Amici miei»,uscito nel 1975

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A MIHAFIO:RI

Ci necittàrinasce

a Torino('u v[A ('.PRAI AROMA

Lo sguardo aperto sulfuturo, ma anche l'im-portanza del passato

che lascia eredità e seminaintuizioni . Non è un casoche sia proprio il figlio d'ar-te Ricky Tognazzi ad an-nunciare l'avvio, con «Ggroup», di un progetto chetrasforme-rà, nell'ar-co di un ,¡ *,¡anno, gliex studi

hon di caEupMira fioriin un grande spazio dedica-to allo sviluppo della creati-vità, sul doppio binario del-la «spettacolarizzazionedell'arte» e della realizza-zione di prodotti: «L'idea èquella di mettere in piediuna sorta di incubatrice.

CONTINUA A PAGINA 29Emanuela Mlnucd A PAGINA 29

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"1 'l'orino la mia bottega del futurouna Cinecittà delle nuova tecnoiogie"

Il progetto del regista a Mirafiori con la Film Co ' ssion e il creatore delle Winx"Un'officina dello spettacolo che attiri forze creative, film maker, disegnatori, autori"

1,11,11,11,11,11 N

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

n'officina dello spetta-colo che attiri forze cre-ative, tecnici, film-

maker, disegnatori, sceneggia-tori, autori, e offra loro la pos-sibilità di produrre, esporre,sperimentare». Nello spazio in-teressato, l5mila metri quadra-ti, da ristrutturare in circa 6 me-si, si potranno fare cose diverse,dalle «ricerche nell'ambito delletecnologie innovative agli espe-rimenti in 3D, dalla produzionedi fiction e web-series alle in-stallazioni di realtà virtuali, daiconcerti ai live-show, dagli effet-ti speciali agli studi tv dove po-tranno essere ambientati i pro-grammi più vari, dai tg alle tra-smissioni di cucina». Il primopartner che ha già aderito al-l'iniziativa è lo storico studio dianimazione Rainbow di IginioStraffi, il padre delle amatissi-me Winx: «A Torino - dice To-gnazzi - la Rainbow è stata, findalla nascita, scuola di cartoon,quindi azienda con impegno di-dattico, luogo per promuoveretalenti emergenti e ricerche nelsettore».

La casa dei cinemaAl marchio di Straffi si aggiun-geranno quelli di molti altri or-ganismi già radicati a Torino ein Piemonte. In primo luogo,spiega il regista di Ultrà, la Re-gione e la Film Commission,particolarmente entusiastidell'idea di nuovi spazi e di ul-teriori possibilità per «pro-muovere l'espressività», maanche il Museo Egizio, la Scuo-la Holden, l'Orchestra Sinfoni-ca della Rai: «La scelta non ècasuale, Torino è stata la capi-tale del cinema, è bello imma-ginare che, nei luoghi della Ca-biria di Giovanni Pastrone, sipossa creare un laboratoriopermamente per sviluppareprospettive, un tavolo checoinvolga esperti, tecnici e ar-tisti con l'obiettivo di indirizza-re le nuove tecnologie».

Il sogno di una «bottega dovepossano agglomerarsi testepensanti» riuscendo a passaredalle idee ai fatti, coinvolge Ri-cky Tognazzi per tante, differen-ti ragioni: «Il mio coinvolgimen-to è dettato anche dal rapportocon un territorio a cui sono par-ticolarmente legato, a Torino hogirato gran parte dei miei film».

Pesa poi la fase della vita: «Nonho mai avuto la pazienza e la vo-glia di mettermi a fare il produt-tore, ma, arrivato alla mia età,mi sembra giusto pensare di of-frire alla gente che ha la miastessa passione, l'opportunità ditrasformare in realtà cose chepotrebbero restare solo sogni».Su tutto pesa un marchio di fab-brica, un imprinting fondamen-tale, che ha a che fare con «lesuggestioni degli inizi».

Racconta Tognazzi: «Ho co-minciato frequentando lo Stu-dio Elle dove si incontravano,all'interno di Cinecittà, perso-ne come Ettore Scola e Lucia-no Ricceri, una bottega quasirinascimentale, frequentatada autori, scenografi, disegna-tori, ideata proprio per far de-buttare i registi italiani. Fuichiamato da Scola, avevo 30anni, e da lì venne fuori il mio

esordio, l'episodio Fernandanel film Piazza Navona». Il ri-cordo più netto è quello di«Scola che viaggiava fra i tavo-li seguendo il lavoro dei giova-ni e costringendoli a scrivere eriscrivere, fare e rifare. Avevola sensazione di essere parte diuna famiglia, di stare dentroqualcosa di bello, un luogo di li-bertà, dove si veniva presi permano e aiutati a crescere e arealizzarsi. Quell'atmosfera hainfluenzato il mio modo di in-tendere il mestiere».

Un modello creativoNessun confronto con i grandipadri del cinema italiano, pre-cisa Tognazzi, ma un deside-rio, quello sì: «Certo non voglioparagonarmi a nessuno, maciò che stiamo cercando dimettere in piedi somiglia mol-to a quel modello e per questo

mi attira. E' il tentativo, apertoa tutti i registi interessati, dipromuovere qualcosa di utile».Al primo annuncio dell'inizia-tiva, durante il Festival della tvdi Dogliani, seguirà, fa sapereTognazzi, un secondo appun-tamento, dopo l'estate: «Ci pia-cerebbe poterne parlare a no-vembre, durante il Torino FilmFestival, quando la ristruttu-razione degli studi dovrebbeessere più o meno finita. I seimesi successivi saranno dedi-cati a mettere a punto la retedi collaboratori e di partner».

Il nome non è ancora statodeciso, ma Ricky Tognazzi ha inmente «Officina dello spettaco-lo», un posto dove ideazione erappresentazione si danno lamano, dove la fantasia prendeforma e disegna il domani: «Miattrae la prospettiva di dareospitalità ai nuovi artigiani 2.0,ma anche ai professionisti giàavviati, per inventare altre for-me di racconto, confrontareesperienze e moltiplicarle».

O —C NDPLCUNI DIRITTI RISERVATI

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G GroupSopra RickyTognazzi hagirato a Torinogran parte deisuoi filmSotto asinistra IginioStraffi, ilpadre delleamatissimeWinx con il suostorico studiodi animazione«Rainbow»

ilametriarati

l'area indivi-duata da

Tognazzi èquella degli

ex-studiEuphon di

Mirafzori ungrande spazio

dedicato allosviluppo della

creatività

m --sì d ílavoriOltre a

Regione eFilm

Commission,entusiasti

dell'idea dinuovi spazi

sono il MuseoEgizio,

la ScuolaHolden,

l'OrchestraSinfonicadella Rai

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