Rassegna stampa Settore Studi, statistica e prezzi · (8,6%) e per ultima Genova (7,9%). Andamento...

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Rassegna stampa Settore Studi, statistica e prezzi

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Rassegna stampa

Settore

Studi, statistica e prezzi

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Stampa Economia Nord Ovest 01-NOV-2016da pag. 47

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SISTEMA CAMERALE 1

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(http://www.bjliguria.it/)

LAVORO (HTTP://WWW.BJLIGURIA.IT/CATEGORY/TEMI-DI-RILIEVO/LAVORO/)

| 03 NOV, 2016 | 0 (HTTP://WWW.BJLIGURIA.IT/2016/11/LAVORO-UNIONCAMERE-IN-LIGURIA-LE-IMPRESE-ASSUMERANNO-

ANCORA-A-TERMINE/#RESPOND)

DI REDAZIONE (HTTP://WWW.BJLIGURIA.IT/AUTHOR/ADMIN/)

Aumenta il numero di imprese con dipendenti che ha già fatto o intende fare assunzioni nel

corso del 2016, lo rileva Unioncamere Liguria nel consueto bollettino sui fabbisogni

occupazionali delle imprese liguri, di cui pubblichiamo la sintesi fornita: sono poco meno di

9 mila e rappresentano il 21,7% delle oltre 40 mila imprese liguri con dipendenti (erano il

LAVORO, UNIONCAMERE: IN LIGURIA LE IMPRESE ASSUMERANNO ANCORA “A TERMINE”

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18,4% del 2015): le imprese esportatrici e innovatrici risultano avere maggiore

propensione ad assumere rispetto alla media (rispettivamente 38,7% e 35,7%), segnale che

occorre investire sempre più nell’internazionalizzazione, nella digitalizzazione e nel

sostegno alle start up tecnologiche.

Il sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il

ministero del Lavoro, offre una fotografia dei programmi occupazionali delle imprese che,

per la Liguria, mostra un aumento delle entrate complessive pari al 5% rispetto al 2015,

inferiore a quello del Nord Ovest che si attesta al 7%: in particolare, le assunzioni di

personale dipendente salgono da 20.110 a 21.250 unità, diminuisce di un punto

percentuale il peso dei contratti a tempo indeterminato (25% sul totale delle assunzioni),

mentre rimangono stabili al 70% le forme contrattuali “a termine” (tempo determinato e

altre forme).

Quali settori?

Le assunzioni sono prevalentemente concentrate nel terziario, in particolare nel turismo e

nei servizi alle imprese: insieme rappresentano il 50% del totale.

Nell’industria prevalgono le assunzioni delle attività manifatturiere (10%) rispetto alle

costruzioni (7%). Entrando maggiormente nel dettaglio dei settori di attività, le 21.250

assunzioni previste si concentreranno nei servizi turistici, di alloggio e ristorazione (5.910,

il 27,8% del totale), nel commercio (3.670, 17,3%) e nei servizi alle persone (2.740, 12,9%).

Ai giovani “under 30” sarà riservato il 30% delle assunzioni programmate, in risalita

rispetto all’anno scorso e in linea con il 2014, mentre esplicitamente per le donne la

preferenza scende al 15%, nonostante sia migliorata rispetto al 2015.

Le assunzioni di figure “high skill”, cioè dirigenti, specialisti e tecnici, ammontano a 3.030

unità e rappresentano il 14% del totale, valore rimasto stabile rispetto al 2015: tra le

professioni che presentano i più elevati tassi di assunzione ci sono quelle afferenti all’area

progettazione, ricerca e sviluppo e ai servizi informativi, filiere di maggior fermento anche

grazie all’insediamento di poli tecnologici, di ricerca e innovazione.

Oltre il 50% delle assunzioni programmate (11.180 unità) verrà assegnato a figure

“medium skill”, ossia impiegati, professioni commerciali e operai specializzati, e risulta in

leggera diminuzione rispetto all’anno scorso: l’8% è rappresentato da impiegati e il 44% da

figure tipiche del commercio e dei servizi.

Infine il 33% (stessa quota del 2015) sarà destinato a figure “low skill” (operai, conduttori di

impianti e figure generiche e non qualificate): 7.040 assunzioni di cui il 19% costituito da

figure operaie e il 14% da professioni non qualificate.

Quali professioni?

Analizzando più profondamente le professioni richieste, si rileva che nei primi posti della

graduatoria figurano cuochi, camerieri, baristi e professioni simili (5.250 unità), seguiti da

personale qualificato nelle attività commerciali (2.920 unità), in particolare commessi

(2.590 unità), e personale non qualificato nel commercio e nei servizi (2.650 unità).

Alternanza scuola-lavoro, ancora un miraggio

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Laureati (10%) e diplomati (41%) insieme detengono il 51% delle assunzioni programmate,

quota inferiore 2 punti alla media nazionale: la quota di laureati aumenta di un punto

rispetto allo scorso anno, quella dei diplomati di 4 punti. Scende, invece, dal 33% al 27% la

quota rivolta a chi non ha nessuna formazione scolastica specifica.

Restando in “ambiente scolastico”, Unioncamere ha sondato l’interesse delle imprese ad

ospitare giovani studenti in “alternanza scuola-lavoro”: la legge 107/2015 prevede che gli

studenti delle scuole medie superiori (classi terze, quarte e quinte) debbano fare un periodo

di tirocinio presso aziende private, enti pubblici e professionisti (dalle 200 alle 400 ore a

seconda del tipo di formazione), esperienza considerata parte integrante del percorso

formativo con l’obiettivo di favorire l’incontro tra domanda e offerta, incrementare le

opportunità di lavoro e le capacità di orientamento degli studenti.

Nel 2015 la quota di imprese liguri che hanno aderito all’iniziativa è stata pari al 7,3% e si

prevede che nel 2016 questo valore si consolidi e arrivi all’8,3%: un valore ancora troppo

basso per garantire un efficace dialogo tra mondo della scuola e sistema produttivo.

Il sistema delle Camere di Commercio, a cui è stata affidata la realizzazione del Registro

nazionale per l’alternanza scuola-lavoro, punto d’incontro tra i ragazzi e le imprese

disponibili a offrire loro un periodo di apprendimento on the job, è da oltre 10 anni

impegnato in questo settore con numerosi progetti che hanno visto protagonisti gli

studenti e le imprese, tra cui il progetto Filo (http://www.filo.unioncamere.it), acronimo

per Formazione imprenditorialità lavoro orientamento, una vetrina sui servizi per i giovani

e le imprese, e il più recente “Crescere in digitale”, progetto nato in collaborazione con

ministero del Lavoro e Google e rivolto agli iscritti a Garanzia Giovani, che prevede un

percorso formativo gratuito on-line e la possibilità di fare un tirocinio di 6 mesi per

supportare la digitalizzazione delle imprese e accompagnarle nel mondo digitale,

riconoscendo un rimborso di 500 euro al mese.

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ANSA.itPMI

- Redazione ANSA

- GENOVA

- 19:3503 novembre 2016

- NEWS

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Scrivi alla redazione(ANSA) - GENOVA, 3 NOV - Camerieri, commessi, cuochi, baristi, sono le professioni più richieste dalle aziende liguri che quest'anno hanno assunto o hanno intenzione di assumere. Secondo i dati del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere con il ministero del Lavoro, i programmi occupazionali delle imprese in Liguria prevedono l'assunzione di 21.250 persone, il 5% in più rispetto allo scorso anno, ma la crescita è inferiore al 7% del Nord Ovest. Diminuiscono i contratti a tempo indeterminato che pesano per il 24% del totale rispetto al 25% del 2015, mentre rimangono stabili al 70% le forme contrattuali "a termine". La Liguria sembra diventata davvero una regione turistica e commerciale, anche se quest'ultimo settore è ancora in sofferenza. Le assunzioni previste si concentrano soprattutto nel terziario, in particolare turismo e servizi alle imprese, che insieme rappresentano il 50% del totale. Nel dettaglio, sono 5.190, pari al 27,8% del totale nei servizi turistici, di alloggio e ristorazione. Seguono i servizi alle imprese con 4.920 assunzioni e il commercio con 3.670(17,3%) e i servizi alle persone con 2.740 (12,9%). Al primo posto fra le professioni più richieste c'è quella del cameriere: 2.850 assunzioni previste, il 13,4% del totale. Segue il commesso per la vendita al minuto, 2.590 (12,2%) e il personale non qualificato per servizi di pulizia negli uffici e nel commercio: 1.520 (7,2%). Poi cuochi in alberghi e ristoranti: 1.080 (5,1%) e 720 fra baristi e professioni assimilate pari al 3,4%. Uscendo da questi ambiti, le figure più richieste dalle imprese riguardano personale tecnico per attività organizzative, amministrative, finanziarie e commerciali per 1.100 unità o ancora 1.080 fra conduttori di veicoli, macchinari mobili e di sollevamento. (ANSA).

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Liguria, previste 21.250 assunzioni nel 2016

Unioncamere: professioni richieste: camerieri, commessi, cuochi

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Stampa Imperia 06-NOV-2016da pag. 46

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SISTEMA CAMERALE 2

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Stampa Economia Nord Ovest 15-NOV-2016da pag. 55

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STUDI STATISTICHE E PREZZI 11

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Stampa Economia Nord Ovest 15-NOV-2016da pag. 55

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STUDI STATISTICHE E PREZZI 12

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Saldo positivo per le imprese giovanili nel savoneseVenerdì 18 novembre 2016

http://www.ivg.it/photogallery_new/images/2016/03/imprese-giovani-326808.660×368.jpg

Savona. Negli ultimi 6 anni il saldo delle imprese giovanili nel trimestre estivo risultapositivo in tutte e quattro le province liguri, ma mentre Savona e La Spezia hannoregistrato un bilancio più positivo nell’ultimo anno, per Genova e Imperia si segnala untrend in graduale discesa. E’ quanto emerge in uno studio di Unioncamere Liguria sulladinamica delle imprese giovanili, femminili e straniere in Liguria nel 3° trimestre 2016.

Se si analizza l’incidenza sul totale delle imprese, si rileva che il peso delle “under 35” si èridotto gradualmente da levante a ponente: è La Spezia la provincia a registrarel’incidenza più alta (quasi il 10% sul totale delle imprese), seguita da Savona (9%), Imperia(8,6%) e per ultima Genova (7,9%).

Andamento più “altalenante” per le imprese femminili che, rispetto alle altre tipologied’impresa, hanno accusato una crisi nel 2013, per poi arrivare nel 3° trimestre 2016 aregistrare saldi positivi in tutte e quattro le province.

L’incidenza % sul totale delle imprese resta stabile negli ultimi 3 anni in tutta le regione:anche in questo caso il valore più alto viene registrato nell’estremo levante, dove 1impresa su 4 è femminile. Seguono Savona (24,7%), Imperia (23,5%) e Genova (19,9%).

Infine, per quanto riguarda le imprese straniere, si registrano saldi positivi in tutto l’arcodi tempo esaminato: tra tutte, solo la provincia della Spezia migliora il bilancio rispetto al2015, mentre Imperia, dove peraltro è più forte l’incidenza di questa tipologia di imprese,accusa qualche defaillance in più rispetto alle altre province.

Savona concentra il 27% delle imprese giovanili nel settore edile, il 22% nel commercio, il14% nelle attività turistiche e il 9% nei servizi alle imprese. Le imprese femminiliprevalgono nelle attività commerciali (27%), nel turismo (18%) e nell’agricoltura (15%). Lecostruzioni rappresentano quasi la metà delle attività imprenditoriali degli stranieri,seguite dal commercio (24%) e dal turismo (10%).

IVG.it - Le notizie dalla provincia di Savona - 1 / 1 - 13.01.2017

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Unioncamere: in Liguria trimestre positivo per le impreserosa, giovanili e straniereSabato 19 novembre 2016

http://www.ivg.it/photogallery_new/images/2013/01/negozio-abbigliamento-199967.660×368.jpg

Liguria. E’ in positivo il bilancio tracciato da Unioncamere Liguria nel terzo trimestre del2016, in cui le imprese liguri giovanili, femminili e straniere hanno registrato saldi positivifra nuove nate e chiusure. Nelle imprese under 35 le nuove aperture hanno superato lecessazioni per 334 unità, in quelle rosa per 43 e le straniere chiudono a +134.

Dati positivi, ma che segnano un peggioramento rispetto ai numeri del terzo trimestre2015. Unioncamere Liguria accende i riflettori della sua analisi periodica dell’economialigure su queste tre tipologie ricordando che nel panorama nazionale la Liguria siriconferma al secondo posto per tasso di imprenditorialità straniera subito dopo laToscana, mentre per le imprese rosa e quelle giovanili resta al quindicesimo posto.

Costruzioni (39,4%) e commercio (31,8%) sono i settori scelti prevalentemente daglistranieri per aprire un’attività, così come dai giovani, anche se con percentuali differenti(rispettivamente 24,5% e 26%), le aziende femminili si concentrano invece soprattuttonelle attività commerciali e turistiche (40%).

IVG.it - Le notizie dalla provincia di Savona - 1 / 1 - 13.01.2017

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di Redazione - 19 novembre 2016 - 18:16

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L'INTERVENTO

Liguria: terzo trimestre positivo per le imprese giovanili, la soddisfazione di Toti In particolare, nelle imprese under 35 le nuove aperture hanno superato le cessazioni per 334 unità

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Liguria. “Il 2017 sarà un anno importante in cui finalmente si raccoglieranno i frutti del nostro lavoro per lo sviluppo della Liguria”. Così il governatore ligure, Giovanni Toti, commenta i dati presentati da Unioncamere Liguria che vedono un segno più per le imprese giovanili, femminili e straniere, nel terzo trimestre 2016. In particolare, nelle imprese under 35 le nuove aperture hanno superato le cessazioni per 334 unità, in quelle rosa per 43 e le straniere chiudono a +134. Dati incoraggianti, secondo il Presidente della Regione.

“La nostra Legge di Stabilità – aggiunge il governatore ligure – oltre a porre l’attenzione verso le fasce più deboli, mira proprio a dare fiato alla ripresa, nonostante i drammatici tagli del governo. Continuiamo con determinazione e fiducia – conclude – quel percorso di crescita che abbiamo tracciato fin dall’inizio di questa legislatura”.

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Unioncamere Liguria, dati positivi per imprese nel terzo trimestre 2016

GENOVA – Unioncamere Liguria ha presentato i dati relativi all’impresa per il terzo

trimestre del 2016. Numeri confortanti, che dicono che le nuove aperture hanno

superato le cessazioni, sia per quel che riguarda le imprese con giovani titolari, si per

le ditte al femminile, sia per quelle che hanno a capo una persone di origine

straniera.

In particolare, nelle imprese under 35 le nuove aperture hanno superato le

cessazioni per 334 unità, in quelle rosa per 43 e le straniere chiudono a +134.

I dati sono stati commentati dal Presidente della Regione LIguria Giovanni Toti: “Il

2017 sarà un anno importante in cui finalmente si raccoglieranno i frutti del nostro

lavoro per lo sviluppo della Liguria”, ha detto il governatore, che ha aggiunto: “La

nostra Legge di Stabilità, oltre a porre l’attenzione verso le fasce più deboli, mira

Di di E. Castello - 20 novembre 2016 - 09:30

Una donna in un ufficio pubblico fotografata il 6 giugno 2010. L'eta' pensionabile per le donne del settore pubblico in Italia deve essere portata a 65 anni entro il 2012. E' quanto la vicepresidente della commissione Ue, Viviane Reding, ha detto al ministro del lavoro Maurizio Sacconi, durante il faccia a faccia a Lussemburgo FRANCO SILVI/GID

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- Redazione ANSA

- ROMA

- 11:2122 novembre 2016

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Scrivi alla redazione(ANSA) - ROMA, 22 NOV - Un'impresa italiana su cinque è guidata da una donna. I dati dell'Osservatorio dell'Imprenditoria femminile di Unioncamere-InfoCamere, aggiornati al 30 settembre 2016, confermano la crescente presenza femminile nel sistema produttivo nazionale. Le imprese guidate da donne hanno superato quota 1 milione e 321mila, pari al 21,74% del totale delle imprese registrate in Italia. Le imprese femminili sono maggiormente concentrate nel settore terziario, dove operano circa i due terzi (circa 870mila) del totale delle imprese "rosa" e nel settore primario (agricoltura, silvicoltura e pesca), in cui si concentra quasi il 16,5% delle imprese femminili. Per essere vicini a questo universo in movimento, parte con un doppio appuntamento a Bologna e Terni la nona edizione del "Giro d'Italia delle donne che fanno impresa", la manifestazione promossa da Unioncamere e dai Comitati per l'imprenditoria femminile delle Camere di commercio per incontrare imprenditrici e aspiranti tali.

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Unioncamere, donne alla guida di un'impresa su 5

Sono oltre 1,3 mln, due su tre lavorano nel terziario

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Secolo XIX Imperia 22-NOV-2016da pag. 17

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ANSA.it PMI Pianeta Camere (di commercio) Rifiuti e acqua, ristoratori genovesi più tartassati

Redazione ANSA

GENOVA

23 novembre 201615:11

NEWS

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Scrivi alla redazione

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(ANSA) - GENOVA, 23 NOV - Per le piccole imprese e ristoranti inparticolare il conto è salatissimo: Genova, La Spezia, Savona eImperia sono fra le città in cui sono più alte le tariffe sui rifiuti urbani el'acqua potabile. Il rapporto 2016 dell'Osservatorio tariffe per la Liguria,realizzato da Ref Ricerche per conto della Camera di commercio diGenova e presentato questa mattina dal segretario generale MaurizioCaviglia con Fulvio Bersanetti di Ref, conferma il caro-tariffe dellaregione. In particolare a Genova le piccole e medie imprese e iristoranti spendono per acqua e rifiuti il 50% in più del dato nazionale.Negli ultimi 6 anni mentre l'inflazione cresceva del 9% le tariffe deiservizi locali salivano del 29% per i rifiuti e del 39% per l'acqua. Per iristoranti genovesi la Tari annuale ammonta a 7.390 euro contro i5.200 della media nazionale: il quarto posto in classifica dopo Venezia,Roma e Napoli. Sopra la media anche la bolletta dei ristoratori di SantaMargherita (5.970)e Arenzano (5.430). Per quanto riguarda l'acqua, lefamiglie spezzine e genovesi pagano più della media nazionale e iristoratori genovesi risultano i più penalizzati.(ANSA).   

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Rifiuti e acqua, ristoratori genovesi piùtartassatiRapporto Camera di commercio: quarto posto in Italia per la Tari

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Caro-tariffe: Liguria al top per acqua e rifiuti24 novembre 2016 claudio cabona

Genova - Costi per acqua e smaltimento rifiuti fra i più cari d’Italia, numeri che strozzano le imprese e le famiglie, gettando la Liguria e in particolare Genova nel girone infernale dei territori più esosi. Una fotografia preoccupante quella fornita ieri alla Camera di Commercio dal rapporto dell’Osservatorio tariffe della Liguria su rifiuti urbani e servizio idrico nel 2016. Un dato su tutti: a Genova, per acqua e rifiuti, le imprese spendono il 50% in più della media nazionale. L’analisi è stata effettuata grazie al portale Tariffe Servizi Pubblici, consultabile liberamente da cittadini ed esercenti.

«Sono dati allarmanti – dice Maurizio Caviglia, segretario generale della Camera di Commercio - in Liguria negli ultimi sei anni, fra il 2010 e il 2016, mentre l’inflazione cresceva del 9,2% le tariffe dei servizi locali correvano ben di più, del 29% per i rifiuti e del 39% per l’acqua». Sul fronte smaltimento spazzatura, i quattro capoluoghi della Liguria sono tutti nella parte alta della classifica delle città più care del Paese.

Uno dei dati più eclatanti è quello della Tari, la tassa rifiuti, in particolare per i ristoranti: a Genova, il conto annuale è di 7.388 euro per ciascun ristoratore, contro i 5.200 euro della media nazionale. Un dato che colloca il capoluogo ligure, in una classifica negativa, al quarto posto in Italia dopo Venezia, Roma e Napoli, e al primo posto fra i Comuni liguri.

«Se un ristoratore genovese decidesse di trasferire la propria attività a Sestri Levante per esempio, risparmierebbe tantissimi soldi visto che nel Comune levantino la Tari annualmente ha un costo poco superiore ai 2 mila contro gli oltre 7 mila di Genova – racconta la ristoratrice Elisabetta Leoncini di Fepag Ascom – territori come Sestri Levante sono molto turistici, per questo si potrebbe davvero verificare un esodo di cui si intravedono già i primi segnali».

Anche una famiglia genovese di tre persone ( padre, moglie e figlio), non se la passa certo meglio arrivando a pagare circa 375 euro l’anno per lo smaltimento rifiuti contro una media nazionale al di sotto dei 300 euro. Ma ci sono anche Comuni liguri che riescono a battere qualunque record negativo come Santa Margherita dove una famiglia, per la spazzatura, può arrivare a sborsare annualmente quasi 500 euro.

La situazione non migliora per quanto riguarda il servizio idrico. Tanti Comuni, compresa Genova, registrano il pagamento di 387 euro l’anno per una famiglia di tre persone contro una media nazionale di meno di 250 euro, mentre i ristoratori genovesi, e molti levantini, pagano 8.327 euro l’anno contro una media nazionale sotto gli 8 mila euro. Anche sull’acqua Genova è fra le dieci città più care d’Italia. «Chi eroga questi

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Page 19: Rassegna stampa Settore Studi, statistica e prezzi · (8,6%) e per ultima Genova (7,9%). Andamento più “altalenante” per le imprese femminili che, rispetto alle altre tipologie

servizi è fuori mercato – conclude Caviglia – devono essere svolte delle nuove gare d’appalto. Infine sul fronte spazzatura, nonostante sulla differenziata si sia fatto qualche passo avanti, l’analisi dimostra come Genova rimanga comunque il fanalino di coda del Nord».

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Il numero delle imprese attive in provincia di Savona è diminuito di 80 unità

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redazione

Da inizio anno, secondo le elaborazioni di Unioncamere Liguria, il numero delle imprese attive in provincia di Savona è diminuito di 80 unità, saldo tra il numero di iscrizioni (1.439) e il numero di cessazioni (1.519). Il trend delle iscrizioni ha segnato una lieve crescita (+0,6%) rispetto al periodo gennaio-settembre 2015, mentre le cessazioni sono diminuite del 2,6%.

In particolare nell’analisi per settore di attività, nel commercio si sono registrate 300 iscrizioni e 311 cessazioni; nell’attività edilizia le nuove imprese sono state 241 a fronte di 281 chiusure; nell’agricoltura si sono avute 105 iscrizioni e 141 chiusure. Saldo positivo invece per il turismo (231 nuove imprese e 206 cessazioni) e per i servizi alle imprese (152 iscrizioni e 130 cessazioni).

Le imprese femminili nuove iscritte nei primi nove mesi del 2016 sono state 441, con un incremento del 7,0% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; le imprese giovanili di nuova costituzione sono state 437 (-1,4%), mentre quelle con titolare di nazionalità straniera sono state 230, con una diminuzione del 17,9% rispetto a quelle iscritte nel periodo gennaio – settembre 2015.

I fallimenti sono stati 35, mentre le imprese con procedura di scioglimento o liquidazione sono 295, in leggera crescita (+1,7%) sul 2015; di queste aziende, 75 sono società di capitali e 206 di persone fisiche. Secondo i dati diffusi da Unioncamere Liguria, infine, i savonesi con contratto di lavoro dipendente da imprese del territorio erano, a fine giugno, 65.816, con una flessione dell’1,3% rispetto alla stessa data dello scorso anno: in pratica un migliaio di unità in meno.

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