Rassegna Stampa 27 Luglio 2014

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cartografia della bellezza inquieta Rassegna Stampa 27 luglio 2014 Sacrario di Redipuglia 6 luglio 2014 Cividale del Friuli 19-27 luglio 2014

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Sacrario di Redipuglia6 luglio 2014

Cividale del Friuli19-27 luglio 2014

cartografi a della bellezzainquieta

Rassegna Stampa27 luglio 2014

Sacrario di Redipuglia6 luglio 2014

Cividale del Friuli19-27 luglio 2014

cartografi a della bellezzainquieta

Data:

Pagina:2014

Data: 27 luglio 2014

Pagina: 52

la Repubblica

DOMENICA 27 LUGLIO 2014 52RCULT SPETTACOLI

Dopo un primo film dellostesso James DeMonaco (Lanotte del giudizio), l’avven-tura prosegue in Anarchia –La notte del giudizio. Non sicontano più le storie di futu-ri catastroficamente regres-sivi ma questa ha un saporepiù marcatamente sociale.Per difendere il recuperatoordine americano i nuovi pa-dri fondatori riservano dodi-ci ore ogni anno alla libertàdi commettere i peggiori cri-mini. Ma una setta coman-data da una specie di Mal-colm X denuncia il rituale.

(p.d.a.)

ANARCHIA Regia James DeMonaco. Con FrankGrillo, Carmen Ejogo, Kiele Sanchez

larmare; e invece Philip Lorde Christopher Miller, nuovitalenti della commedia (an-che in animazione: vedi il re-cente Lego Movie), azzecca-no una pellicola divertenteproprio giocando di riferi-menti col prototipo e produ-cendo una serie continua divarianti e inversioni sul mo-dello noto. Qualche volta sci-volano nella commedia re-gressiva, concedendosi bat-tutacce infantili; però com-pensano con gag esilaranti ecurano anche la messa inscena. Fanno, ad esempio,un uso intelligente dellosplit-screen, mostrando iprotagonisti in parallelo permarcarne somiglianze e di-versità. Ben sfruttati JonahHill e Channing Tatum nelleparti dei due antieroi. Nel ca-st di supporto si può giocarea riconoscere diverse starnon-accreditate.

(roberto nepoti)

22 JUMP STREET Regia di Philip Lord e ChristopherMiller. Con Jonah Hill, Channing Tatum

Il sequel di 21 Jump Street,che nel 2012 rilanciò la popo-lare serie tv degli anni 80-90,è il meglio dell’offerta sui no-stri (al solito fiacchi) scher-mi estivi. Nell’episodio pre-cedente i poliziotti Schmidte Jenko s’infiltravano sottocopertura in una scuola su-periore. Questa volta, riasse-gnati all’unità Jump Street(che ha cambiato indirizzo),assumono false identità perentrare in un college e inda-gare sullo spaccio di unanuova droga sintetica. Gliagenti in incognito scopronol’identità del dealer, nonchéi suoi contatti con una bandache lo rifornisce. Dopo inse-guimenti in autostrada, l’e-spulsione dalla facoltà e varitentativi di eliminare la cop-pia, arriva lo scontro finale.Più che un sequel, un re-make di 21 Jump Street, dicui ricalca praticamente ilcopione. Il che potrebbe al-

La bionda Meghan, che aspi-ra a un ruolo importante neitelegiornali, si risveglia ac-canto a uno sconosciuto. Inoriginale s’intitola “la pas-seggiata della vergogna” ed èuna commedia a equivoci dal-le premesse divertenti, madestinata a esaurirsi in quel-le. Salvo nel mostrare la po-polazione di Los Angeles (po-liziotti e vecchiette, l’imman-cabile tassista…) come un’ac-colita di egoisti. Assegnando– e questo è simpatico - l’uni-co ruolo di angelo custodedella pecorella smarrita a unnero spacciatore di crack.

(r.n.)

UNA NOTTE IN GIALLO Regia di Steve Brill. Con Elizabeth Banks

amarezza. D’altra parte l’idea che la naziona-lità, la patria, la lingua sia una risultanza di rap-porti complessi più di quel che sembra, è unamemoria oltre che un presente, è il tema che dasempre rende interessante il Mittelfest di Ci-vidale che quest’anno, nella fase di una trabal-lante coesione europea, ha voluto lanciare più“Segnali” (è il titolo generale) verso i paesi del-l’aerea balcanica, perseguendo con più chia-rezza il confronto di contenuti, miti, parole cheda lì ci arriva. A questo proposito va ricordato ildebutto di Una tomba per Boris Davidovic dalromanzo del serbo-ebreo Danilo Kis con la re-gia di una celebrità balcanica come il regista

NEL grande teatro intitola-to all’attrice Adelaide Ri-stori qualche spettatoredecide di alzarsi a metàspettacolo e con inele-gante ostentazione se neva. Il fatto è che lo spetta-

colo, Dannato sia il traditore della patriasua, già presentato a Fabbrica Europa di Fi-renze, molto fuori dalla tradizione “classi-ca”, firmato dalla più celebre compagniasperimentale di Lubiana, la Slovensko Mla-dinsko, a un certo punto chiama in causa ilpubblico in sala: “che avete da guardare ita-liani stronzi?”, “L’Istria è nostra”, “pubbli-co del c...zo, ciuccialo”.... Ovviamente siamonella finzione teatrale di uno spettacolograffiante e crudele che tocca in modo rea-le l’ossessione del nazionalismo, l’odio esa-gerato, sottile e sottinteso che cova quandosi parla di etnie, radici, razze, patrie. Qui,poi, siamo in una zona di confine, a Civida-le, dove gli odii etnici sono ancora ferite enon solo per le vecchie generazioni e lo spet-tacolo lo firma Olivier Frljic, uno dei più con-troversi e eversivi registi croati ma di origi-ni bosniache, al lavoro con una compagniaslovena. Non per niente, Dannato sia il tra-ditore della patria sua(sono gli ultimi versidell’inno nazionale dell’ex Jugoslavia), èuno spettacolo teso e duro che inizia e co-mincia con una caterva di morti, e procedetra echi di molti spari. Nella scena nuda ibravi attori del Mladinsko (cantano, suo-nano, recitano) si presentano per quelloche sono, attori di una compagnia che in-crocia la propria storia con quella dei Balca-ni, dalla morte di Tito fino a oggi, fino al rie-mergere non sempre consapevole di anti-che differenze, diffidenze, conflitti e vecchistereotipi etnici.

Domina spesso un tono grottesco, il lin-guaggio è diretto ma dietro il bello spettacoloche giustamente non ha conclusione c’è molta

FIABACRUDELE

Sandra Soncini in“Faustin & Out”

diretto daFabrizio Arcuricui seguiranno

altre due tappe inautunno

Schmidt e Jenkoagenti “infantili”

COMMEDIA

Meghan a Los Angelestra angeli e demoni

COMMEDIA

HORROR

Futuri catastrofia sfondo sociale

CINEMA Il Mittelfest. Al festival di Cividale del Friuli

un duro spettacolo del Mladinskodi Lubiana affronta i conflitti etnici. Interessantelo studio di Arcuri sul testo della Jelinek

ANNA BANDETTINI

Edicole votive di arte contem-poranea, vetrine arancioni atema, e incontri tra artisti e se-lezionatori (25 Visionari) sot-to un portico di fronte alla Re-surrezione di Cristo di Pierodella Francesca dicono che ilXII Kilowatt Festival direttoda Luca Ricci si sta sempre piùintegrando con Sansepolcro.Tre imprese scelte dai Visiona-ri testimoniano libera diffor-mità di linguaggi. La compa-gnia romana Clinica Mammutpropone Il retro dei giorni(dalla trilogia Memento mori -icone della fine) con testo diAlessandra Di Lernia e regia di

Salvo Lombardo, protagonisti del lavoro, uno studiodi inedie, sterilità e contrasti morbosi tra sorella efratello che indagano il vuoto di senso e la fine dellecose mentre il padre muore. In una stanza con chop-per a terra e finestra cieca, lo spettacolo è ben corre-dato di moti di infelicità, ma la partitura (salvo il fi-

RECENSIONI TEATRO

nale con la “pioniera” Carla Tatò aliasscomoda madre filmata) alterna ai sericonflitti un intellettualismo poco sceni-co, tipico del Maurice Blanchot de L’atte-sa, l’oblio o La scrittura del disastro. Nelnuovo Teatro alla Misericordia, IreneRussolillo è performer, danzatrice e vo-calist di Strascichi, ostentazione musco-lare, body art, exploit di tosse & passi, edelirio spagnolo, con citazioni d’autore,e uso del corpo alla Angélica Liddell. Suun’aia, altro è l’alfabeto di Taverna Est,gruppo di Napoli sodo e romanzesco nel-la festa paesana di primo ‘900 La dansedes amants scritta e diretta da Sara SoleNotarbartolo. I 12 congeniali attori in-carnano sfide di sesso, attrazioni effime-re, gesti sovraesposti, solitudini fatali, inun sud che sacrifica destini, producendodesideri impotenti o prepotenti. Tre la-vori diversissimi che però (rin)traccianoun repertorio di crisi, a distanza.

(rodolfo di giammarco)

RASSEGNA

FESTA POPOLAREDA POVEROSUD

Festival Kilowatt,Sansepolcro

Non sempre un grande attoreriesce a salvare le sorti di unospettacolo mal congegnato.Nemmeno Roberto Herlitzka,straordinario interprete di unbanale Casanova al Teatro Pa-renti di Milano nei giorni scor-si, da un testo di Roberto Cap-puccio. Il personaggio di Her-litzka-Cappuccio non è il liber-tino romantico, il simbolo del-la seduzione, ma un signoreconsapevole che riguarda lasua vita: a 73 anni con la forzadella ragione, nel castello diDux in Boemia, rievoca la fu-ga dai Piombi e “Il duello”, efa i conti con l’universo amo-

roso delle donne che con scelta infelice la registaNadia Baldi affida a 5 attrici (Franca Abategiovan-ni, Carmen Barbieri, Giulia Odori, Rossella Puglie-se e Marina Sorrenti)la cui presenza su sgabellisvuota anzicchè riempire di senso la scena. (a.b.)

PROSA

HERLITZKASCIUPATODALLEDONNE

“Casanova” intournèe

ANGELOFOLETTO

VIVALDI THEEUROPEANJOURNEY

Ecco un solista/direttore e un gruppo(italiano) construmenti d’epocache fanno suonareancora originaleVivaldi

SILETE VENTIENSEMBLEHARMONIA MUNDI

LORIN MAAZELIN VIENNA

L’antologia con le dueintegrali (Ciaikovskije Sibelius) era unomaggio al direttore.Oggi è il primodocumento post-mortem

W. PHILHAR-MONIKER-9 DG

QUINTETTOPER DUEVIOLONCELLI

La più audace sfidacameristica diSchubert per laraggiante solista eun giovane quartetto

A. GASTINEL/QUATUORDIOTIMA-NAIVE

CLASSICADISCHI& DVD

© RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il programma conferma la

vocazione ai temi interetnici

Oltre a danza e musica

quest’anno spicca il teatro

con alcuni lavori

sull’odio tra i popoli

Confini e patriedai Balcaniriemergonole vecchie ferite

la Repubblica

DOMENICA 27 LUGLIO 2014 53

Ivica Buljan sui lager kazaki del 45. Orrori tremendi sono raccontati anche con

la bella, semplice, commovente scrittura di El-friede Jelinek. La premessa è un fatto di crona-ca, una ragazza segregata e abusata dal padre,che prende signficazioni e suggestioni simbo-liche, da Goethe a Heidegger. Faustin&Out,come si intitola, è un testo duro sulla danna-zione dell’animo umano che il regista FabrizioArcuri, in questo primo studio di un lavoro intre parti (le altre due si svilupperanno piùavanti all’interno del bellissimo progetto Jeli-nek curato a Bologna in autunno da Elena DiGioia) visto a Cividale ha intrecciato alle sug-

gestioni del Faustdi Goethe diretto da Murnaule cui immagini sono al centro di un astrattoambiente domestico, fatto di tre pareti e unapoltrona. Qui, tre attrici (molto brave AngelaMalfitano, Francesca Mazza, Sandra Soncini),in tre tempi diversi, si avvicendano, chi sornio-na, chi arrabbiata, chi spaurita, chi maschera-ta con le fiabesche sembianze di un pupazzonedi peluche, tutte ostinatamente prive di con-tatti col mondo, e ci trascinano al fondo di unatensione soggettiva brutale, crudele, forse so-gnante, tra i riverberi di quel mostro-diavolo-Mefistofele che forse hanno sempre saputo.

MITTELFEST“Dannato sia iltraditore della

patria sua!” delloSlovensko

Mladinsko diLubiana e

“Faustin&out”degli Artefatti

Cividale del Friulifino a oggi

DA EVITARE SI PUO’ PERDERE SI PUO’ VEDERE DA VEDERE DA NON MANCARE INDIMENTICABILE

GINOCASTALDO

WORLD PEACEIS NONE OFYOURBUSINESS

Il vecchio leoneMorrissey haancora voglia diruggire. Tanteidee, tra visionidesolate,disillusioni, elegie

MORISSEY - VIRGIN

MAREMMAORCHESTRA

Bel progettoguidato da FilippoGatti alla ricercadi un’identitàpopolare dellacanzone italiana

MAREMMA

ORCHESTRA

–ROUTE 61

ROCKPOP& JAZZ

ZABAPrimo album (dopodue Ep) per la banddi Oxford ches’inserisce conautorità nella scenaart-rock, con ritmiscabri, spigolosi, emelodie sofisticate.La voce spicca connotevole eleganza.

GLASS ANIMALS –WOLF TONE

RECENSIONI MUSICA

L’unisono, in musica, è la rap-presentazione del suono pri-mordiale. Per Sofia Gubaidu-lina è anche la forma sonoradel dolore. Con un lancinanteunisono degli archi principiae termina, infatti, Warum?(Perché?) per flauto, clari-netto e orchestra, l’opera conla quale la musicista russa hainterrotto quattro anni di si-lenzio. I due strumenti solistisvolgono un dialogo costanteche assume il profilo retoricodella interrogazione. Una“domanda senza risposta”che varia all’infinito un unico“tema”: il perché del dolore. Il

flauto di Massimo Mercelli, il clarinetto di Riccar-do Crocilla, Andres Mustonen e la Filarmonica delRegio di Torino hanno trasformato i segni in suo-no con commossa concentrazione.

(guido barbieri)

CONCERTO

LA RICERCA DI SOFIASUL SUONODEL MALE

Forlì, Emilia RomagnaFestival

© RIPRODUZIONE RISERVATA

A celebrare il 40ennale dellarassegna di Martina Franca c’èl’inedito antico (La lotta d’Er-cole con Archeloo di AgostinoSteffani) e la rinascita dell’ar-tista barocco di casa (Armidadi Traetta). Ci sono concerti di-versi e tanto belcanto com’ènello statuto originale e nel-l’attitudine pioneristica del Fe-stival della Valle d’Itria. Poi c’èla rara Donna serpente di Al-fredo Casella (1932) e il ritor-no sul podio di Fabio Luisi chequi, giovanissimo e vigile pia-nista-maestro sostituto, scoprìe collaudò la vocazione diretto-riale. Convinto del virtuosismo

orchestrale d’autore e di casa col teatro del ‘900,Luisi è il direttore giusto per quest’opera ambiziosama stilisticamente spuria: non più “italiana”, nonancora del tutto “europea”. La fiaba Donna serpen-te è un soggetto di Gozzi, come Turandot, ma Casel-la guarda più alla concisione strumentale di Schic-

chi, agli umori vivaci e all’orchestra aci-da del neoclassicismo musicale interna-zionale. Ama l’arguzia plebea e meccani-cistica delle scene da commedia dell’ar-te, evita il canto da melodramma veristama non mortifica la vocalità: crea anziper i due protagonisti (Angelo Villari eZuzana Markova) originali “tipi” vocali.Eterogenea, talvolta al limite dell’auto-lesionismo teatrale, ma caratteristica,Donna serpente ha conquistato non soloper l’ottimo lavoro sulla musica. Luisi hadato lucidità e congruenza al sofisticatocampionario di gergalità operistiche e diespressioni di canto, alternando serio-sità e ammiccamenti. Ma in palcoscenicogli stessi principi poetico-espressivi han-no ispirato il gustoso lavoro di Arturo Ci-rillo che, con le scene di Dario Gessati egli impertinenti costumi di Gianluca Fa-laschi, ha creato un racconto fantasiosoe tenero del mondo Gozzi/Casella.

(a. fol.)

OPERA

LA FIABADI CASELLACONQUISTATUTTI

Festival della Valle d’ItriaMartina Franca, fino al 3

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AVEVA appenafesteggiatonovant’anni, ilgrande tenore Carlo

Bergonzi. Nato il 13 luglio1924 a Vidalenzo di PolesineParmense, due passi da VillaVerdi di Sant’Agata, è morto aMilano, la sua seconda città,nella notte di venerdì. Ma eravissuto fino a pochi giorni fa aBusseto. Nella sua casa,l’albergo “I due Foscari”, unodei titoli verdiani che avevacontribuito a risvegliare dalsonno esecutivo nel grandiosoanno-centenario 1951, si vedela statua di Verdi, casa Barezziprimo protettore e suocero delcompositore, il teatrinointitolato al genius loci da cui“Carletto” come lochiamavano gli amici s’èaffacciato fino all’ultimoincitando e redarguendo iragazzi della sua AccademiaVerdiana creata nel 1985. La Scala, dove ha debuttato nel1953 e ha trionfato per l’ultimavolta nel 1993, con ilMetropolitan di New York, sonostati i suoi teatri. Il bel-buoncanto applicato a un repertorioabbastanza vasto (oltre 70opere) e sorretto da una tecnicaadamantina, è stata sfida ericetta insuperabile. Esordientecome baritono nel 1947,convertito autodidatticamenteal nuovo registro studiando leregistrazioni di AurelianoPertile, Bergonzi tenore debuttònel 1951 a Bari con AndreaChénier. Le tre memorabiliincursioni radiofoniche verdianesuccessive (Foscari, Boccanegrae Giovanna D’Arco) segnaronola strada. Nel 1953 dopo la Scala,cantò a Londra e Buenos Aires,ritrovando l’amica e collega distudi Renata Tebaldi, la primadelle star con cui ha duettatocantando in palcoscenico fino al1986. Nel 1955 fu per la primavolta negli Stati Uniti, a Chicago;nel 1956 al Metropolitan Operadi New York, dove nel giro dipochi giorni conquistò ilpubblico con Aida (grazie aMario Del Monaco che glicedette una serata) e Trovatore.“Forse è arrivato il Radames che

sognava Verdi” scrissero igiornali: avrebbero continuato alodarlo per 33 anni. Altri teatriprediletti, a parte il Regio diParma, il Covent Garden,l’Opera di Vienna e l’Arena diVerona.Amato dai grandi direttori,Bergonzi fu “il” tenore di Karajananche se ebbe il coraggio didiscuterlo, ricusando unaproposta che riteneva di nonpoter assolvere artisticamente almeglio. Per tutta la vita d’artistacaparbia e seria, semplice ma aaltissimo livello, Bergonzi è statolo splendido esempio di comecantare bene significhi prima di

tutto conoscere, dominare erispettare il proprio “strumento”vocale quindi scegliere ilrepertorio e farlo proprio. La suaè stata la più completa voce ditenore “italiano” delDopoguerra, e del tenore diVerdi per antonomasia, come loelesse, un anno, fa l’inchiesta-sondaggio di Classic Voice suicantanti verdiani ideali. Il funerale si terrà domanipomeriggio a Busseto.

ANGELO FOLETTO

Addio a Carlo Bergonzigrande voce per Verdifra la Scala e New York

IL POPOLARE TENORE È MORTO A 90 ANNI

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Aveva duettato con

tutte le dive

dell’opera, da

Tebaldi a Callas

Stimato da Karajan

un giorno lo ricusò

2014

la Repubblica

DOMENICA 27 LUGLIO 2014 52RCULT SPETTACOLI

Dopo un primo film dellostesso James DeMonaco (Lanotte del giudizio), l’avven-tura prosegue in Anarchia –La notte del giudizio. Non sicontano più le storie di futu-ri catastroficamente regres-sivi ma questa ha un saporepiù marcatamente sociale.Per difendere il recuperatoordine americano i nuovi pa-dri fondatori riservano dodi-ci ore ogni anno alla libertàdi commettere i peggiori cri-mini. Ma una setta coman-data da una specie di Mal-colm X denuncia il rituale.

(p.d.a.)

ANARCHIA Regia James DeMonaco. Con FrankGrillo, Carmen Ejogo, Kiele Sanchez

larmare; e invece Philip Lorde Christopher Miller, nuovitalenti della commedia (an-che in animazione: vedi il re-cente Lego Movie), azzecca-no una pellicola divertenteproprio giocando di riferi-menti col prototipo e produ-cendo una serie continua divarianti e inversioni sul mo-dello noto. Qualche volta sci-volano nella commedia re-gressiva, concedendosi bat-tutacce infantili; però com-pensano con gag esilaranti ecurano anche la messa inscena. Fanno, ad esempio,un uso intelligente dellosplit-screen, mostrando iprotagonisti in parallelo permarcarne somiglianze e di-versità. Ben sfruttati JonahHill e Channing Tatum nelleparti dei due antieroi. Nel ca-st di supporto si può giocarea riconoscere diverse starnon-accreditate.

(roberto nepoti)

22 JUMP STREET Regia di Philip Lord e ChristopherMiller. Con Jonah Hill, Channing Tatum

Il sequel di 21 Jump Street,che nel 2012 rilanciò la popo-lare serie tv degli anni 80-90,è il meglio dell’offerta sui no-stri (al solito fiacchi) scher-mi estivi. Nell’episodio pre-cedente i poliziotti Schmidte Jenko s’infiltravano sottocopertura in una scuola su-periore. Questa volta, riasse-gnati all’unità Jump Street(che ha cambiato indirizzo),assumono false identità perentrare in un college e inda-gare sullo spaccio di unanuova droga sintetica. Gliagenti in incognito scopronol’identità del dealer, nonchéi suoi contatti con una bandache lo rifornisce. Dopo inse-guimenti in autostrada, l’e-spulsione dalla facoltà e varitentativi di eliminare la cop-pia, arriva lo scontro finale.Più che un sequel, un re-make di 21 Jump Street, dicui ricalca praticamente ilcopione. Il che potrebbe al-

La bionda Meghan, che aspi-ra a un ruolo importante neitelegiornali, si risveglia ac-canto a uno sconosciuto. Inoriginale s’intitola “la pas-seggiata della vergogna” ed èuna commedia a equivoci dal-le premesse divertenti, madestinata a esaurirsi in quel-le. Salvo nel mostrare la po-polazione di Los Angeles (po-liziotti e vecchiette, l’imman-cabile tassista…) come un’ac-colita di egoisti. Assegnando– e questo è simpatico - l’uni-co ruolo di angelo custodedella pecorella smarrita a unnero spacciatore di crack.

(r.n.)

UNA NOTTE IN GIALLO Regia di Steve Brill. Con Elizabeth Banks

amarezza. D’altra parte l’idea che la naziona-lità, la patria, la lingua sia una risultanza di rap-porti complessi più di quel che sembra, è unamemoria oltre che un presente, è il tema che dasempre rende interessante il Mittelfest di Ci-vidale che quest’anno, nella fase di una trabal-lante coesione europea, ha voluto lanciare più“Segnali” (è il titolo generale) verso i paesi del-l’aerea balcanica, perseguendo con più chia-rezza il confronto di contenuti, miti, parole cheda lì ci arriva. A questo proposito va ricordato ildebutto di Una tomba per Boris Davidovic dalromanzo del serbo-ebreo Danilo Kis con la re-gia di una celebrità balcanica come il regista

NEL grande teatro intitola-to all’attrice Adelaide Ri-stori qualche spettatoredecide di alzarsi a metàspettacolo e con inele-gante ostentazione se neva. Il fatto è che lo spetta-

colo, Dannato sia il traditore della patriasua, già presentato a Fabbrica Europa di Fi-renze, molto fuori dalla tradizione “classi-ca”, firmato dalla più celebre compagniasperimentale di Lubiana, la Slovensko Mla-dinsko, a un certo punto chiama in causa ilpubblico in sala: “che avete da guardare ita-liani stronzi?”, “L’Istria è nostra”, “pubbli-co del c...zo, ciuccialo”.... Ovviamente siamonella finzione teatrale di uno spettacolograffiante e crudele che tocca in modo rea-le l’ossessione del nazionalismo, l’odio esa-gerato, sottile e sottinteso che cova quandosi parla di etnie, radici, razze, patrie. Qui,poi, siamo in una zona di confine, a Civida-le, dove gli odii etnici sono ancora ferite enon solo per le vecchie generazioni e lo spet-tacolo lo firma Olivier Frljic, uno dei più con-troversi e eversivi registi croati ma di origi-ni bosniache, al lavoro con una compagniaslovena. Non per niente, Dannato sia il tra-ditore della patria sua(sono gli ultimi versidell’inno nazionale dell’ex Jugoslavia), èuno spettacolo teso e duro che inizia e co-mincia con una caterva di morti, e procedetra echi di molti spari. Nella scena nuda ibravi attori del Mladinsko (cantano, suo-nano, recitano) si presentano per quelloche sono, attori di una compagnia che in-crocia la propria storia con quella dei Balca-ni, dalla morte di Tito fino a oggi, fino al rie-mergere non sempre consapevole di anti-che differenze, diffidenze, conflitti e vecchistereotipi etnici.

Domina spesso un tono grottesco, il lin-guaggio è diretto ma dietro il bello spettacoloche giustamente non ha conclusione c’è molta

FIABACRUDELE

Sandra Soncini in“Faustin & Out”

diretto daFabrizio Arcuricui seguiranno

altre due tappe inautunno

Schmidt e Jenkoagenti “infantili”

COMMEDIA

Meghan a Los Angelestra angeli e demoni

COMMEDIA

HORROR

Futuri catastrofia sfondo sociale

CINEMA Il Mittelfest. Al festival di Cividale del Friuli

un duro spettacolo del Mladinskodi Lubiana affronta i conflitti etnici. Interessantelo studio di Arcuri sul testo della Jelinek

ANNA BANDETTINI

Edicole votive di arte contem-poranea, vetrine arancioni atema, e incontri tra artisti e se-lezionatori (25 Visionari) sot-to un portico di fronte alla Re-surrezione di Cristo di Pierodella Francesca dicono che ilXII Kilowatt Festival direttoda Luca Ricci si sta sempre piùintegrando con Sansepolcro.Tre imprese scelte dai Visiona-ri testimoniano libera diffor-mità di linguaggi. La compa-gnia romana Clinica Mammutpropone Il retro dei giorni(dalla trilogia Memento mori -icone della fine) con testo diAlessandra Di Lernia e regia di

Salvo Lombardo, protagonisti del lavoro, uno studiodi inedie, sterilità e contrasti morbosi tra sorella efratello che indagano il vuoto di senso e la fine dellecose mentre il padre muore. In una stanza con chop-per a terra e finestra cieca, lo spettacolo è ben corre-dato di moti di infelicità, ma la partitura (salvo il fi-

RECENSIONI TEATRO

nale con la “pioniera” Carla Tatò aliasscomoda madre filmata) alterna ai sericonflitti un intellettualismo poco sceni-co, tipico del Maurice Blanchot de L’atte-sa, l’oblio o La scrittura del disastro. Nelnuovo Teatro alla Misericordia, IreneRussolillo è performer, danzatrice e vo-calist di Strascichi, ostentazione musco-lare, body art, exploit di tosse & passi, edelirio spagnolo, con citazioni d’autore,e uso del corpo alla Angélica Liddell. Suun’aia, altro è l’alfabeto di Taverna Est,gruppo di Napoli sodo e romanzesco nel-la festa paesana di primo ‘900 La dansedes amants scritta e diretta da Sara SoleNotarbartolo. I 12 congeniali attori in-carnano sfide di sesso, attrazioni effime-re, gesti sovraesposti, solitudini fatali, inun sud che sacrifica destini, producendodesideri impotenti o prepotenti. Tre la-vori diversissimi che però (rin)traccianoun repertorio di crisi, a distanza.

(rodolfo di giammarco)

RASSEGNA

FESTA POPOLAREDA POVEROSUD

Festival Kilowatt,Sansepolcro

Non sempre un grande attoreriesce a salvare le sorti di unospettacolo mal congegnato.Nemmeno Roberto Herlitzka,straordinario interprete di unbanale Casanova al Teatro Pa-renti di Milano nei giorni scor-si, da un testo di Roberto Cap-puccio. Il personaggio di Her-litzka-Cappuccio non è il liber-tino romantico, il simbolo del-la seduzione, ma un signoreconsapevole che riguarda lasua vita: a 73 anni con la forzadella ragione, nel castello diDux in Boemia, rievoca la fu-ga dai Piombi e “Il duello”, efa i conti con l’universo amo-

roso delle donne che con scelta infelice la registaNadia Baldi affida a 5 attrici (Franca Abategiovan-ni, Carmen Barbieri, Giulia Odori, Rossella Puglie-se e Marina Sorrenti)la cui presenza su sgabellisvuota anzicchè riempire di senso la scena. (a.b.)

PROSA

HERLITZKASCIUPATODALLEDONNE

“Casanova” intournèe

ANGELOFOLETTO

VIVALDI THEEUROPEANJOURNEY

Ecco un solista/direttore e un gruppo(italiano) construmenti d’epocache fanno suonareancora originaleVivaldi

SILETE VENTIENSEMBLEHARMONIA MUNDI

LORIN MAAZELIN VIENNA

L’antologia con le dueintegrali (Ciaikovskije Sibelius) era unomaggio al direttore.Oggi è il primodocumento post-mortem

W. PHILHAR-MONIKER-9 DG

QUINTETTOPER DUEVIOLONCELLI

La più audace sfidacameristica diSchubert per laraggiante solista eun giovane quartetto

A. GASTINEL/QUATUORDIOTIMA-NAIVE

CLASSICADISCHI& DVD

© RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il programma conferma la

vocazione ai temi interetnici

Oltre a danza e musica

quest’anno spicca il teatro

con alcuni lavori

sull’odio tra i popoli

Confini e patriedai Balcaniriemergonole vecchie ferite

Data: 27 luglio 2014

Pagina: 53

la Repubblica

DOMENICA 27 LUGLIO 2014 53

Ivica Buljan sui lager kazaki del 45. Orrori tremendi sono raccontati anche con

la bella, semplice, commovente scrittura di El-friede Jelinek. La premessa è un fatto di crona-ca, una ragazza segregata e abusata dal padre,che prende signficazioni e suggestioni simbo-liche, da Goethe a Heidegger. Faustin&Out,come si intitola, è un testo duro sulla danna-zione dell’animo umano che il regista FabrizioArcuri, in questo primo studio di un lavoro intre parti (le altre due si svilupperanno piùavanti all’interno del bellissimo progetto Jeli-nek curato a Bologna in autunno da Elena DiGioia) visto a Cividale ha intrecciato alle sug-

gestioni del Faustdi Goethe diretto da Murnaule cui immagini sono al centro di un astrattoambiente domestico, fatto di tre pareti e unapoltrona. Qui, tre attrici (molto brave AngelaMalfitano, Francesca Mazza, Sandra Soncini),in tre tempi diversi, si avvicendano, chi sornio-na, chi arrabbiata, chi spaurita, chi maschera-ta con le fiabesche sembianze di un pupazzonedi peluche, tutte ostinatamente prive di con-tatti col mondo, e ci trascinano al fondo di unatensione soggettiva brutale, crudele, forse so-gnante, tra i riverberi di quel mostro-diavolo-Mefistofele che forse hanno sempre saputo.

MITTELFEST“Dannato sia iltraditore della

patria sua!” delloSlovensko

Mladinsko diLubiana e

“Faustin&out”degli Artefatti

Cividale del Friulifino a oggi

DA EVITARE SI PUO’ PERDERE SI PUO’ VEDERE DA VEDERE DA NON MANCARE INDIMENTICABILE

GINOCASTALDO

WORLD PEACEIS NONE OFYOURBUSINESS

Il vecchio leoneMorrissey haancora voglia diruggire. Tanteidee, tra visionidesolate,disillusioni, elegie

MORISSEY - VIRGIN

MAREMMAORCHESTRA

Bel progettoguidato da FilippoGatti alla ricercadi un’identitàpopolare dellacanzone italiana

MAREMMA

ORCHESTRA

–ROUTE 61

ROCKPOP& JAZZ

ZABAPrimo album (dopodue Ep) per la banddi Oxford ches’inserisce conautorità nella scenaart-rock, con ritmiscabri, spigolosi, emelodie sofisticate.La voce spicca connotevole eleganza.

GLASS ANIMALS –WOLF TONE

RECENSIONI MUSICA

L’unisono, in musica, è la rap-presentazione del suono pri-mordiale. Per Sofia Gubaidu-lina è anche la forma sonoradel dolore. Con un lancinanteunisono degli archi principiae termina, infatti, Warum?(Perché?) per flauto, clari-netto e orchestra, l’opera conla quale la musicista russa hainterrotto quattro anni di si-lenzio. I due strumenti solistisvolgono un dialogo costanteche assume il profilo retoricodella interrogazione. Una“domanda senza risposta”che varia all’infinito un unico“tema”: il perché del dolore. Il

flauto di Massimo Mercelli, il clarinetto di Riccar-do Crocilla, Andres Mustonen e la Filarmonica delRegio di Torino hanno trasformato i segni in suo-no con commossa concentrazione.

(guido barbieri)

CONCERTO

LA RICERCA DI SOFIASUL SUONODEL MALE

Forlì, Emilia RomagnaFestival

© RIPRODUZIONE RISERVATA

A celebrare il 40ennale dellarassegna di Martina Franca c’èl’inedito antico (La lotta d’Er-cole con Archeloo di AgostinoSteffani) e la rinascita dell’ar-tista barocco di casa (Armidadi Traetta). Ci sono concerti di-versi e tanto belcanto com’ènello statuto originale e nel-l’attitudine pioneristica del Fe-stival della Valle d’Itria. Poi c’èla rara Donna serpente di Al-fredo Casella (1932) e il ritor-no sul podio di Fabio Luisi chequi, giovanissimo e vigile pia-nista-maestro sostituto, scoprìe collaudò la vocazione diretto-riale. Convinto del virtuosismo

orchestrale d’autore e di casa col teatro del ‘900,Luisi è il direttore giusto per quest’opera ambiziosama stilisticamente spuria: non più “italiana”, nonancora del tutto “europea”. La fiaba Donna serpen-te è un soggetto di Gozzi, come Turandot, ma Casel-la guarda più alla concisione strumentale di Schic-

chi, agli umori vivaci e all’orchestra aci-da del neoclassicismo musicale interna-zionale. Ama l’arguzia plebea e meccani-cistica delle scene da commedia dell’ar-te, evita il canto da melodramma veristama non mortifica la vocalità: crea anziper i due protagonisti (Angelo Villari eZuzana Markova) originali “tipi” vocali.Eterogenea, talvolta al limite dell’auto-lesionismo teatrale, ma caratteristica,Donna serpente ha conquistato non soloper l’ottimo lavoro sulla musica. Luisi hadato lucidità e congruenza al sofisticatocampionario di gergalità operistiche e diespressioni di canto, alternando serio-sità e ammiccamenti. Ma in palcoscenicogli stessi principi poetico-espressivi han-no ispirato il gustoso lavoro di Arturo Ci-rillo che, con le scene di Dario Gessati egli impertinenti costumi di Gianluca Fa-laschi, ha creato un racconto fantasiosoe tenero del mondo Gozzi/Casella.

(a. fol.)

OPERA

LA FIABADI CASELLACONQUISTATUTTI

Festival della Valle d’ItriaMartina Franca, fino al 3

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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AVEVA appenafesteggiatonovant’anni, ilgrande tenore Carlo

Bergonzi. Nato il 13 luglio1924 a Vidalenzo di PolesineParmense, due passi da VillaVerdi di Sant’Agata, è morto aMilano, la sua seconda città,nella notte di venerdì. Ma eravissuto fino a pochi giorni fa aBusseto. Nella sua casa,l’albergo “I due Foscari”, unodei titoli verdiani che avevacontribuito a risvegliare dalsonno esecutivo nel grandiosoanno-centenario 1951, si vedela statua di Verdi, casa Barezziprimo protettore e suocero delcompositore, il teatrinointitolato al genius loci da cui“Carletto” come lochiamavano gli amici s’èaffacciato fino all’ultimoincitando e redarguendo iragazzi della sua AccademiaVerdiana creata nel 1985. La Scala, dove ha debuttato nel1953 e ha trionfato per l’ultimavolta nel 1993, con ilMetropolitan di New York, sonostati i suoi teatri. Il bel-buoncanto applicato a un repertorioabbastanza vasto (oltre 70opere) e sorretto da una tecnicaadamantina, è stata sfida ericetta insuperabile. Esordientecome baritono nel 1947,convertito autodidatticamenteal nuovo registro studiando leregistrazioni di AurelianoPertile, Bergonzi tenore debuttònel 1951 a Bari con AndreaChénier. Le tre memorabiliincursioni radiofoniche verdianesuccessive (Foscari, Boccanegrae Giovanna D’Arco) segnaronola strada. Nel 1953 dopo la Scala,cantò a Londra e Buenos Aires,ritrovando l’amica e collega distudi Renata Tebaldi, la primadelle star con cui ha duettatocantando in palcoscenico fino al1986. Nel 1955 fu per la primavolta negli Stati Uniti, a Chicago;nel 1956 al Metropolitan Operadi New York, dove nel giro dipochi giorni conquistò ilpubblico con Aida (grazie aMario Del Monaco che glicedette una serata) e Trovatore.“Forse è arrivato il Radames che

sognava Verdi” scrissero igiornali: avrebbero continuato alodarlo per 33 anni. Altri teatriprediletti, a parte il Regio diParma, il Covent Garden,l’Opera di Vienna e l’Arena diVerona.Amato dai grandi direttori,Bergonzi fu “il” tenore di Karajananche se ebbe il coraggio didiscuterlo, ricusando unaproposta che riteneva di nonpoter assolvere artisticamente almeglio. Per tutta la vita d’artistacaparbia e seria, semplice ma aaltissimo livello, Bergonzi è statolo splendido esempio di comecantare bene significhi prima di

tutto conoscere, dominare erispettare il proprio “strumento”vocale quindi scegliere ilrepertorio e farlo proprio. La suaè stata la più completa voce ditenore “italiano” delDopoguerra, e del tenore diVerdi per antonomasia, come loelesse, un anno, fa l’inchiesta-sondaggio di Classic Voice suicantanti verdiani ideali. Il funerale si terrà domanipomeriggio a Busseto.

ANGELO FOLETTO

Addio a Carlo Bergonzigrande voce per Verdifra la Scala e New York

IL POPOLARE TENORE È MORTO A 90 ANNI

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Aveva duettato con

tutte le dive

dell’opera, da

Tebaldi a Callas

Stimato da Karajan

un giorno lo ricusò

Data:

Pagina:2014

Data: 27 luglio 2014

Pagina: 32

PRESSToday ([email protected]) Salvo per uso personale e' vietato qualunque tipo di redistribuzione con qualsiasi mezzo.

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Data:

Pagina:2014

Data: 27 luglio 2014

Pagina: 24

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2014

Data: 27 luglio 2014

Pagina: 24

fascicolo nazionale

2014

Data: 27 luglio 2014

Pagina: 40

di Alberto Rochira� CIVIDALE

Uno spettacolo fastoso, coin-volgente, tra sbalorditivi costu-mi e musica barocca, in untrionfo di «eleganza, opulenza,elettrizzante energia». Un’odealla bellezza e all’amore, ma an-che una riflessione sulla deca-denza e sul tempo che fugge, ir-reparabile. Accolto, al suo de-butto, con enorme entusiasmodalla stampa olandese, lo spet-tacolo “Pearl” che il coreografoEd Wubbe e i suoi danzatori(compagnia Scapino Ballet diRotterdam) portano in scenaoggi per la giornata conclusivadel Mittelfest numero 23 si an-nuncia, per potenza di impattoe teatralità, come evento parti-colarmente adatto a un gran fi-nale.

Anche nelle precedenti datedella tournée italiana, calorosiapplausi e consensi unanimi dipubblico e critica per questa re-cente produzione che staseraalle 22.30 vedrà esibirsi la com-pagnia, anziché sul palco dipiazza Duomo a Cividale, al Te-atro Nuovo Giovanni da Udine,dove lo spettacolo è stato spo-stato a causa del protrarsi dellecondizioni meteo avverse.

Una coreografia che trasudadi umori dell’epoca barocca (intutta la sua ambiguità), ma cheè guidata da ritmi e dinamichea noi contemporanee, propo-nendo visioni su temi come laseduzione e la decadenza, l’ec-cellenza e il degrado, in un con-tinuo gioco di ossimori e con-traddizioni. Con la musica ese-guita dal vivo da“Combattimento Amster-dam”, uno degli ensemble piùillustri che si siano mai dedicatia questo repertorio, “Pearl” èstato anche definito «una festavisiva ed euforica, che potreb-be competere con qualsiasispettacolo nato in un’immagi-

naria Versailles dei giorni no-stri».

Dall’Olanda un altro prota-gonista del festival oggi, sem-pre nel segno della seduzionebarocca: L'Ensemble di Ame-sterdam, noto a livello interna-zionale per le sue esecuzioni diautori del periodo sei-settecen-tesco, sarà in concerto nellaChiesa di Santa Maria dei Bat-tuti (ore 11.30) su musiche diVivaldi, Biber, Porpora, Marinie van Wassenaer. Tra gli spetta-coli di prosa dei giorni scorsi,“Trê zovini” di Carlo Tolazzi (te-sti) e Massimo Somaglino (testie regia), che hanno messo inscena (in prima assoluta, pro-duzione Css con sostegnodell’Arlef) la poetica della scrit-trice friulana Novella Cantarut-ti, scomparsa nel 2009. Linguafriulana nella variante di Nava-

rons (paese natale della autri-ce), molto convincente sullelabbra delle tre ottime interpre-ti, Chiara Benedetti, Sara Rai-nis e Aida Talliente, che sonostate impeccabili, vivaci, coin-volgenti, in una grande varietàdi personaggi e di registri, neimovimenti e nelle suggestiveparti cantate (musiche a curadi Claudia Grimaz). Testi e mes-

sa in scena potenti nelle partipoetiche e rievocative, più de-boli, invece, in quelle più“attualizzate”.

Ieri sul palco del Ristori an-che una colonna del teatro ita-liano, Adriana Asti, in un classi-co del Novecento come“Danza macabra”, firmato dalmaestro Ronconi, che regalauno Strindberg fuori dalle con-venzioni, affidato alla bravuradi fuoriclasse come la stessaAsti, affiancata da Giorgio Fer-rara e Giovanni Crippa.

Tornando al programma dioggi, giornata conclusiva del fe-stival, c’è anche il debutto delmusicista Stefano Bollani in ve-ste di attore e autore teatralecon la prima de “La Regina Da-da” al Teatro Ristori (alle 20),mentre il teatro di Gabriele Va-cis (autore di punta del panora-

ma italiano) andrà in scena nel-la sala San Francesco (alle 18)con “La parola padre”.

Ancora musica con il giova-ne duo composto da CarmenAnastasio e Dragana Gajic delConservatorio Tartini di Trie-ste che nel concerto “L'impres-sione suprema” (San France-sco, ore 21) proporranno musi-che di Tartini, Schubert e Fran-ck. In chiusura, un progettoMittelfest 2014 a cura di Rober-to Calabretto: cinema d'autorecon il film “Shoulder arms”,con Charlie Chaplin, colonnasonora originale, ambientatoin Francia durante la GrandeGuerra. Inizio proiezione alle23.50: una scelta voluta, perchéproprio il 28 luglio di 100 annifa, scoppiava in Europa la pri-ma guerra mondiale.

©RIPRODUZIONERISERVATA

� MILANO

È stato Radames, Don Carlo,Manrico, Alfredo, il duca diMantova, Ernani, anche Otel-lo: uno dei più autorevoli inter-preti del repertorio verdianodi tutti i tempi, Carlo Bergonzi,e ha cantato al fianco delle piùraffinate voci liriche del '900,sotto la direzione dei più gran-di, da Herbert Von Karajan a

Riccardo Muti, nei maggiori te-atri lirici del mondo.

La sua origine evoca il titolodi una celebre opera verdiana,“La forza del destino”: nasceinfatti il 13 luglio 1924 a Polesi-ne Parmense, a un chilometrosoltanto da Villa Verdi di Sant'Agata. E sembra proprio unapredestinazione. Pochi giornifa aveva compiuto 90 anni. Èmorto nella notte di venerdì

all'istituto Auxologico di Mila-no.

Lunga la sua carriera: voceverdiana sì, ma senza trascura-re gli altri grandi, da Puccini aLeoncavallo, da Massenet aPonchielli. Debutta nel 1947 a23 anni nel teatro parrocchialedi Varedo, vicino Milano, co-me baritono, perchè su questastrada lo avevano avviato isuoi maestri del Conservato-

rio Arrigo Boito di Parma, masi accorge ben presto che quel-lo non è il suo destino. Nel1955 interpreta “La forza deldestino” diretta da AntoninoVotto, insieme a Renata Tebal-di e torna alla Scala nel 1963 inuna nuova “Aida” diretta daGavazzeni, regista Zeffirelli,con un cast stellare. È il suolancio definitivo. Da allora cal-ca i massimi palcoscenicimondiali, a partire dal Metro-politan di New York, che il 4 di-cembre 1981 organizza il 'Ber-gonzi galà per festeggiare isuoi 25 anni di carriera al Met.

Addio aCarlo Bergonzi, grande voce verdiana

Carlo Bergonzi era nato a Polesine Parmense, aveva compiuto 90 anni

Mittelfest chiude con l’elettrica energia di “Pearl”Il coreografo olandese Ed Wubbe e i danzatori dello Scapino Ballet di Rotterdam questa sera al Teatro Nuovo di Udine

“Pearl” viene descritto come «un trionfo di eleganza, opulenza, elettrizzante energia» tra sbalorditivi costumi e musica barocca

‘‘Musica in duodal “Tartini”

Nel concerto“L’impressione suprema”suoneranno le giovanimusiciste di TriesteCarmen Anastasio eDragana Gajic

Cento milioni di like: Shakira èsul tetto del mondo social, sultrono di Facebook, con ilmaggior numero di fan mairaggiunto sulla piattaformafino a oggi. Dopo di lei, tra iprimi dieci personaggicontemporanei più seguiti cisono Eminem, CristianoRonaldo, Rihanna, Vin Diesel,Katy Perry, Justin Bieber, WillSmith, Lady Gaga, TaylorSwift. Via via gli altri, comeSelena Gomez che di like sullasua pagina ne ha 60 milioni.I social, e Facebook inparticolare, hanno anchecambiato il linguaggio,aggiornando il dizionario: iragazzi non dicono più “queltale è famoso” ma “èpopolare” e le teen serie,come “High School”,“Violetta”, “Il mondo diPatty”, si adeguano,distinguendo i personaggi trapopolari e non.Shakira è record ma anche icomuni mortali chefrequentano i social aspiranonel loro piccolo alla nuovaforma di popolarità misuratain like e follower.

Shakira da recordsu Facebook:100 milioni di like

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di Alberto Rochira� CIVIDALE

Uno spettacolo fastoso, coin-volgente, tra sbalorditivi costu-mi e musica barocca, in untrionfo di «eleganza, opulenza,elettrizzante energia». Un’odealla bellezza e all’amore, ma an-che una riflessione sulla deca-denza e sul tempo che fugge, ir-reparabile. Accolto, al suo de-butto, con enorme entusiasmodalla stampa olandese, lo spet-tacolo “Pearl” che il coreografoEd Wubbe e i suoi danzatori(compagnia Scapino Ballet diRotterdam) portano in scenaoggi per la giornata conclusivadel Mittelfest numero 23 si an-nuncia, per potenza di impattoe teatralità, come evento parti-colarmente adatto a un gran fi-nale.

Anche nelle precedenti datedella tournée italiana, calorosiapplausi e consensi unanimi dipubblico e critica per questa re-cente produzione che staseraalle 22.30 vedrà esibirsi la com-pagnia, anziché sul palco dipiazza Duomo a Cividale, al Te-atro Nuovo Giovanni da Udine,dove lo spettacolo è stato spo-stato a causa del protrarsi dellecondizioni meteo avverse.

Una coreografia che trasudadi umori dell’epoca barocca (intutta la sua ambiguità), ma cheè guidata da ritmi e dinamichea noi contemporanee, propo-nendo visioni su temi come laseduzione e la decadenza, l’ec-cellenza e il degrado, in un con-tinuo gioco di ossimori e con-traddizioni. Con la musica ese-guita dal vivo da“Combattimento Amster-dam”, uno degli ensemble piùillustri che si siano mai dedicatia questo repertorio, “Pearl” èstato anche definito «una festavisiva ed euforica, che potreb-be competere con qualsiasispettacolo nato in un’immagi-

naria Versailles dei giorni no-stri».

Dall’Olanda un altro prota-gonista del festival oggi, sem-pre nel segno della seduzionebarocca: L'Ensemble di Ame-sterdam, noto a livello interna-zionale per le sue esecuzioni diautori del periodo sei-settecen-tesco, sarà in concerto nellaChiesa di Santa Maria dei Bat-tuti (ore 11.30) su musiche diVivaldi, Biber, Porpora, Marinie van Wassenaer. Tra gli spetta-coli di prosa dei giorni scorsi,“Trê zovini” di Carlo Tolazzi (te-sti) e Massimo Somaglino (testie regia), che hanno messo inscena (in prima assoluta, pro-duzione Css con sostegnodell’Arlef) la poetica della scrit-trice friulana Novella Cantarut-ti, scomparsa nel 2009. Linguafriulana nella variante di Nava-

rons (paese natale della autri-ce), molto convincente sullelabbra delle tre ottime interpre-ti, Chiara Benedetti, Sara Rai-nis e Aida Talliente, che sonostate impeccabili, vivaci, coin-volgenti, in una grande varietàdi personaggi e di registri, neimovimenti e nelle suggestiveparti cantate (musiche a curadi Claudia Grimaz). Testi e mes-

sa in scena potenti nelle partipoetiche e rievocative, più de-boli, invece, in quelle più“attualizzate”.

Ieri sul palco del Ristori an-che una colonna del teatro ita-liano, Adriana Asti, in un classi-co del Novecento come“Danza macabra”, firmato dalmaestro Ronconi, che regalauno Strindberg fuori dalle con-venzioni, affidato alla bravuradi fuoriclasse come la stessaAsti, affiancata da Giorgio Fer-rara e Giovanni Crippa.

Tornando al programma dioggi, giornata conclusiva del fe-stival, c’è anche il debutto delmusicista Stefano Bollani in ve-ste di attore e autore teatralecon la prima de “La Regina Da-da” al Teatro Ristori (alle 20),mentre il teatro di Gabriele Va-cis (autore di punta del panora-

ma italiano) andrà in scena nel-la sala San Francesco (alle 18)con “La parola padre”.

Ancora musica con il giova-ne duo composto da CarmenAnastasio e Dragana Gajic delConservatorio Tartini di Trie-ste che nel concerto “L'impres-sione suprema” (San France-sco, ore 21) proporranno musi-che di Tartini, Schubert e Fran-ck. In chiusura, un progettoMittelfest 2014 a cura di Rober-to Calabretto: cinema d'autorecon il film “Shoulder arms”,con Charlie Chaplin, colonnasonora originale, ambientatoin Francia durante la GrandeGuerra. Inizio proiezione alle23.50: una scelta voluta, perchéproprio il 28 luglio di 100 annifa, scoppiava in Europa la pri-ma guerra mondiale.

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È stato Radames, Don Carlo,Manrico, Alfredo, il duca diMantova, Ernani, anche Otel-lo: uno dei più autorevoli inter-preti del repertorio verdianodi tutti i tempi, Carlo Bergonzi,e ha cantato al fianco delle piùraffinate voci liriche del '900,sotto la direzione dei più gran-di, da Herbert Von Karajan a

Riccardo Muti, nei maggiori te-atri lirici del mondo.

La sua origine evoca il titolodi una celebre opera verdiana,“La forza del destino”: nasceinfatti il 13 luglio 1924 a Polesi-ne Parmense, a un chilometrosoltanto da Villa Verdi di Sant'Agata. E sembra proprio unapredestinazione. Pochi giornifa aveva compiuto 90 anni. Èmorto nella notte di venerdì

all'istituto Auxologico di Mila-no.

Lunga la sua carriera: voceverdiana sì, ma senza trascura-re gli altri grandi, da Puccini aLeoncavallo, da Massenet aPonchielli. Debutta nel 1947 a23 anni nel teatro parrocchialedi Varedo, vicino Milano, co-me baritono, perchè su questastrada lo avevano avviato isuoi maestri del Conservato-

rio Arrigo Boito di Parma, masi accorge ben presto che quel-lo non è il suo destino. Nel1955 interpreta “La forza deldestino” diretta da AntoninoVotto, insieme a Renata Tebal-di e torna alla Scala nel 1963 inuna nuova “Aida” diretta daGavazzeni, regista Zeffirelli,con un cast stellare. È il suolancio definitivo. Da allora cal-ca i massimi palcoscenicimondiali, a partire dal Metro-politan di New York, che il 4 di-cembre 1981 organizza il 'Ber-gonzi galà per festeggiare isuoi 25 anni di carriera al Met.

Addio aCarlo Bergonzi, grande voce verdiana

Carlo Bergonzi era nato a Polesine Parmense, aveva compiuto 90 anni

Mittelfest chiude con l’elettrica energia di “Pearl”Il coreografo olandese Ed Wubbe e i danzatori dello Scapino Ballet di Rotterdam questa sera al Teatro Nuovo di Udine

“Pearl” viene descritto come «un trionfo di eleganza, opulenza, elettrizzante energia» tra sbalorditivi costumi e musica barocca

‘‘Musica in duodal “Tartini”

Nel concerto“L’impressione suprema”suoneranno le giovanimusiciste di TriesteCarmen Anastasio eDragana Gajic

Cento milioni di like: Shakira èsul tetto del mondo social, sultrono di Facebook, con ilmaggior numero di fan mairaggiunto sulla piattaformafino a oggi. Dopo di lei, tra iprimi dieci personaggicontemporanei più seguiti cisono Eminem, CristianoRonaldo, Rihanna, Vin Diesel,Katy Perry, Justin Bieber, WillSmith, Lady Gaga, TaylorSwift. Via via gli altri, comeSelena Gomez che di like sullasua pagina ne ha 60 milioni.I social, e Facebook inparticolare, hanno anchecambiato il linguaggio,aggiornando il dizionario: iragazzi non dicono più “queltale è famoso” ma “èpopolare” e le teen serie,come “High School”,“Violetta”, “Il mondo diPatty”, si adeguano,distinguendo i personaggi trapopolari e non.Shakira è record ma anche icomuni mortali chefrequentano i social aspiranonel loro piccolo alla nuovaforma di popolarità misuratain like e follower.

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APERTO ANCHE LA DOMENICA

40 Cultura e Spettacoli IL PICCOLO DOMENICA 27 LUGLIO 2014

Copia di 4ebee60c52f76b6af5c82bb816fac991

2014

Data: 27 luglio 2014

Pagina: 36

Vacis: «Il teatrodel futuro?Dovrà saper ascoltare la vita»Uno dei più coraggiosi registi italiani oggi a Cividale con “La Parola Padre”

“La Regina Dada” con Bollani e “Pearl”

di Gian Paolo Polesini

U n innovatore, GabrieleVacis. Lui davvero pi-gliò il teatro per il pal-

coscenico e lo agitò ben bene.Ogni tanto una ripassata rivita-lizza il vecchio, che inevitabil-mente puzza d’antico. L’odoresi sente se nessuno apre la fine-stra e lo sveglia. Girovagano an-cora per la testa un paio di cosesue, fra le tante, che Udine mo-strò con timida passione: Ele-menti di struttura dei sentimen-ti, alla metà spaccata degli Ot-tanta, e La storia di Romeo eGiulietta, a inizio Novanta; an-ni estrosi, certo, ma dovevi ave-re carattere per sporgerti sulproscenio e sfidare lo spettato-re. Ve lo ricordate Il raccontodel Vajont? E il televisivo To-tem con Baricco? Cultura inprima serata, follie ben ripaga-te. Guidava Freccero, allora,uno senza macchia e senzapaura. Adesso ci si traveste, ilmassimo del piacere minimo.

«Qualcuno perde strada, pe-rò - dice - il talk show non hapiù l’appeal di una volta, siscioglie nelle opinioni riuscen-do persino a dimenticarsi ilmotivo del ritrovo così urgen-te. A me capita. Chiedermi diche stanno parlando».

La Parola Padre. Occupia-moci di presente, valá. Unesperimento diventato messin-scena. Oggi tocca a questospettacolo, alle 18 nella chiesadi San Francesco. Sei donne.Irina, bulgara, Aleksandra, po-lacca, Simona, macedone. Etre girls italiane, Alessandra,Anna Chiara, Maria Rosaria.«Femmine del Sud», puntualiz-za Vacis. «Per me ragazzo pla-smato da una spremuta pada-na, mamma veneziana e bab-bo bergamasco, è stata unascossa benefica lavorare conloro». Si comincia da una ca-sualità pugliese. Gabriele scen-de a Lecce per guidare il saggiofinale di un laboratorio del tea-tro Koreja, «luogo speciale do-ve la teatralità non interrompe

mai il flusso. Ascolto questedonne nate comuniste e misembra persino impossibile.Così giovani, i muri sono crolla-ti da un po’, eppure... Incredi-bili, vitali, magnifiche. Raccon-tano la loro storia, che sa di Est.Col favore del vento creiamo lamescolanza e La Parola Padresi fa da solo, senza spinte, connaturalezza». Tutte hanno deiconti in sospeso con la propriapatria e con il proprio padre.

Il Settimo di Torino. Ora, for-se, direte «ah, il Settimo, cer-

to». Vacis lo condusse per de-cenni attraverso le nebbie ita-liane finché fu risucchiato dal-lo Stabile, dopo vent’anni digloria. Mutano le stagioni, mail marchio è pressoché lo stes-so. Adesso il regista dirige i Tea-tri Reggio Emilia. «Abbiamo iconti buoni e questo è impor-tante. Riesci a respirare e a pro-grammare». Nessuno è Nostra-damus, però qualcuno ha losguardo più lungo. «Si puòcambiare ancora e per dare alfuturo un’immagine solida cre-

do sia necessario ascoltare chiti sta ascoltando, ovvero racco-gliere i sentimenti della gente,trasformandoli in un gesto po-tente, qual è quello del teatro.Tempo fa ho lavorato a Gerusa-lemme con i ragazzi palestine-si e prima ancora con i disabili.E si formano drammaturgiespontanee, le più facili da in-dossare».

Aggiunge: «La cura della per-sona, ecco. Come fosse unoscambio alla pari. Tu parli di te,del tuo mondo, che poi corri-

sponde a tantissimi altri mon-di simili e c’è un reale subbu-glio di emozioni comuni. È lavita».

Non è questo un Paese adat-to ai temerari. È una cammina-ta dritta e in compagnia sottola tettoia, vuoi mai che piova.Osare non conviene. «Nel Due-mila c’era più margine, stimo-lava fare un passo oltre il con-sentito. Adesso siamo fermi,l’Italia è ferma, si spera di noninciampare ancora. E chi è ilpazzo che esce dalla fila?».

Galleggiamo come la Con-cordia. Per miracolo. «Anzi,oscuriamo la bellezza, poten-dolo fare. Sulla prima pagina diun quotidiano stamattina risal-tava la faccenda Alitalia. O l’ac-cordo o 15 mila a casa. Dentro,in piccolo, gli aumenti di sti-pendio ai dipendenti della Fer-rero. Vede, la notizia vera è laseconda, l’uomo che morde ilcane, per capirci. I successi,evidentemente, è meglio na-sconderli».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

- Alle 20. Stefano Bollani ha scelto proprio Mittelfest perdebuttare in veste di attore e autore teatrale in primaassoluta con “La Regina Dada” al Teatro Ristori. Un ineditoattraversamento dell'universo dada, scritto assiemeall’attrice protagonista Valentina Cenni, raccontato da unaregina di fiaba che si inoltra nel bosco delle avanguardieculturali, con un panorama sonoro creato da FrancescoGiomi, i robot di Matteo Suzzi, le musiche di Bollani, lagrazie e la fisicità di Valentina Cenni. Valentina Cenni eStefano Bollani saluteranno il pubblico e la stampapresenti al festival in un incontro-aperitivo in programmasempre oggi alle 12.45 al Caffè San Marco di Cividale .- “Pearl”, alle 22.30 al Giovanni da UdineCostumi mozzafiato, la musica barocca che evocaatmosfere di splendore cariche di seduzione per unospettacolo di danza indimenticabile, affiancato dalvirtuosismo live dell'Ensemble Combattimento ConsortAmesterdam sono gli ingredienti di “Pearl”, lo spettacolofirmato dal coreografo Ed Wubbe che dirige, dal 1992, unadelle più antiche e longeve compagnie di balletto loScapino Ballet di Rotterdam fondata nel 1945. Servizi bus

navetta da e per Cividale.- Alle 11.30. L'Ensemble diAmesterdam punta di diamante nelpanorama internazionale per le sueesecuzioni di autori del periodobarocco affascinerà ancora ilpubblico in un concerto “speciale”nella Chiesa di Santa Maria deiBattuti con un repertorio chespazia da Vivaldi a Biber, Porpora,Marini e van Wassenaer.- Alle 18. Il teatro di Gabriele Vacis,uno degli autori più apprezzati delpanorama culturale italiano, andràin scena alla Chiesa di SanFrancesco con “La parola padre”.Sul palco sei giovani donne, treitaliane, una polacca, una bulgara euna macedone che si incontrano inuno dei tanti ideali crocevia del

presente e iniziano a raccontarsi. Tutte hanno un conto insospeso con la loro patria, ma sopratutto con il loro padre.Una storia vera che racconta la vita di sei giovani attriciselezionate durante i seminari nell'Europa dell'Est deiCantieri Teatrali Koreja che, con il Teatro Stabiled'Innovazione del Salento, hanno prodotto lo spettacolo.- Alle 21. Ancora musica con il giovane duo composto daCarmen Anastasio e Dragana Gajic allieve delConservatorio Tartini di Trieste che nel concerto“L'impressione suprema” (Sala San Francesco)proporranno musiche di Tartini, Schubert e Franck.- Alle 23.50. A chiudere la 23ma edizione di Mittelfest (a SanFrancesco) il grande cinema d'autore con la proiezione delfilm con Charlie Chaplin “Shoulders arms” accompagnatodalla colonna sonora originale un progetto di Mittelfest2014 a cura di Roberto Calabretto e l'Università degli Studidi Udine. L’orario di proiezione, ore 23.50, non è casuale,perché proprio il 28 luglio di 100 anni fa esatti, scoppiavala prima guerra mondiale..

il programma: ultimo giorno

Il regista Gabriele Vacis e, sotto, una scena del suo “La ParolaPadre”, oggi alle 18 in San Francesco; a fianco, un quadro di“Pearl” l’attesissimo balletto di stasera, alle 22.30 al Nuovofestival»mittelfest 23

Markus Stockhausen e Tara Bouman, l’altra sera al Mittelfest. Loroscelgono i brani da suonare in base all’acustica della sala (Phocus Agency)

� CIVIDALE

Le pagine sono quelle dell’Alci-na e del Rinaldo, opere liricheispirate all’epica cavalleresca;le melodie raccontano lo stessogenere, e portano la firma diGeorg Friedrich Händel: viag-gio nella suggestione di terre eatmosfere remote e fiabesche,dunque, Le maghe e l'isola me-ravigliosa, spettacolo di musi-ca, appunto, e testi vincitore -lo scorso anno - del prestigiosoHändel Festival e proposto aMittelfest, ieri sera, in prima na-zionale.

Sul palco della chiesa di SanFrancesco il giovane (per etàdei componenti) ma qualifica-tissimo ensemble “CafebaumBanda Barocca”, gruppo - a ma-trice internazionale - compo-sto da pluripremiati talenti, eun noto, apprezzato attore dicasa nostra, Vanni De Lucia,perfetto nel ruolo di trovatore.«È partito tutto da un concor-so», racconta il protagonista.La genesi del lavoro riporta, in-fatti, al concorso sopra citato:«Il tema era la produzioneorientaleggiante del grandecompositore tedesco. Il bandorichiedeva una commistionefra suoni e parole. Serviva, in-somma, una voce recitante: ilCafebaum ha chiesto la mia col-laborazione e io... ho accoltoimmediatamente l’invito, conpiacere. Ed è stata, per me, unascoperta: mi sono reso contoche calzare i panni del canta-storie mi era particolarmente

congeniale. Qualcosa che, evi-dentemente, covava nel mioDna artistico... E la ragione, ov-viamente, c'è: quand'ero bam-bino mio padre, napoletano,mi intratteneva con racconti lecui radici affondavano proprionel filone cavalleresco». Mora-le: dal sodalizio musical-nar-rante è uscita una produzionedegna, «per originalità» (ai bra-ni di Händel si accosta un ca-meo di rottura: la contempora-nea, minimalista, proposta so-nora di John Cage), del gradinopiù alto del podio. Più che op-portuno, così, il suo inserimen-to nel palinsesto del festival ci-vidalese. «Uno spettacolo -commenta De Lucia - dal respi-ro europeo, in senso profondo:in tale dimensione, però, si co-glie netto, immediato, l'influs-so italiano sulla cultura del vec-chio mondo». Internazionalitàdi contenuti e di echi, certo, mapure di volti, quelli degli stru-mentisti (accompagnati dallasoprano Francesca Aspromon-te): «In buona parte rubati alnostro Paese, dove la sopravvi-venza - per chi vuole camparedi arte - è ormai quasi impossi-bile. Costretti a migrare all'este-ro, per potersi esprimere. Delresto - conclude De Lucia - chicalca i palcoscenici è come unpilota di voli intercontinentali:per crescere non si può prescin-dere dal viaggio». E un tanto cista. Peccato sia, troppo spesso,processo forzato, ineluttabile.

Lucia Aviani©RIPRODUZIONE RISERVATA

VanniDe Lucia: «Amio agionel ruolodi cantastorie»L’attore friulano ha debuttato ieri ne “Le maghe e l’isola meravigliosa”«L’artista è spesso costretto a migrare all’estero per potersi esprimere»

De Lucia è il “trovatore” dello spettacolo del Cafebaum Banda Barocca

27DOMENICA

LUGLIOFAUGLIS

A.C.R.F.

AREA FESTEGGIAMENTI PRESSO CAMPO SPORTIVO

• DOMENICA 27 LUGLIO •19.00 Apertura chioschi, pesca di

benefi cenza e mostra20.00 Premiazione 13a Mostra

“QUESTO L’HO FATTO IO”21.00 Serata con l’Orchestra

“I COLLEGIUM”

23.15 ESTRAZIONE TOMBOLA Mont. € 1.500,0024.00 Chiusura festeggiamenti con

SPETTACOLO PIROTECNICO Seguirà “Polenta farcita” per

tutti a cura del “Gruppo Tutela Antica Polenta di Fauglis”

36 Messaggero Estate MESSAGGERO VENETO DOMENICA 27 LUGLIO 2014

Copia di 4ebee60c52f76b6af5c82bb816fac991

2014

Vacis: «Il teatrodel futuro?Dovrà saper ascoltare la vita»Uno dei più coraggiosi registi italiani oggi a Cividale con “La Parola Padre”

“La Regina Dada” con Bollani e “Pearl”

di Gian Paolo Polesini

U n innovatore, GabrieleVacis. Lui davvero pi-gliò il teatro per il pal-

coscenico e lo agitò ben bene.Ogni tanto una ripassata rivita-lizza il vecchio, che inevitabil-mente puzza d’antico. L’odoresi sente se nessuno apre la fine-stra e lo sveglia. Girovagano an-cora per la testa un paio di cosesue, fra le tante, che Udine mo-strò con timida passione: Ele-menti di struttura dei sentimen-ti, alla metà spaccata degli Ot-tanta, e La storia di Romeo eGiulietta, a inizio Novanta; an-ni estrosi, certo, ma dovevi ave-re carattere per sporgerti sulproscenio e sfidare lo spettato-re. Ve lo ricordate Il raccontodel Vajont? E il televisivo To-tem con Baricco? Cultura inprima serata, follie ben ripaga-te. Guidava Freccero, allora,uno senza macchia e senzapaura. Adesso ci si traveste, ilmassimo del piacere minimo.

«Qualcuno perde strada, pe-rò - dice - il talk show non hapiù l’appeal di una volta, siscioglie nelle opinioni riuscen-do persino a dimenticarsi ilmotivo del ritrovo così urgen-te. A me capita. Chiedermi diche stanno parlando».

La Parola Padre. Occupia-moci di presente, valá. Unesperimento diventato messin-scena. Oggi tocca a questospettacolo, alle 18 nella chiesadi San Francesco. Sei donne.Irina, bulgara, Aleksandra, po-lacca, Simona, macedone. Etre girls italiane, Alessandra,Anna Chiara, Maria Rosaria.«Femmine del Sud», puntualiz-za Vacis. «Per me ragazzo pla-smato da una spremuta pada-na, mamma veneziana e bab-bo bergamasco, è stata unascossa benefica lavorare conloro». Si comincia da una ca-sualità pugliese. Gabriele scen-de a Lecce per guidare il saggiofinale di un laboratorio del tea-tro Koreja, «luogo speciale do-ve la teatralità non interrompe

mai il flusso. Ascolto questedonne nate comuniste e misembra persino impossibile.Così giovani, i muri sono crolla-ti da un po’, eppure... Incredi-bili, vitali, magnifiche. Raccon-tano la loro storia, che sa di Est.Col favore del vento creiamo lamescolanza e La Parola Padresi fa da solo, senza spinte, connaturalezza». Tutte hanno deiconti in sospeso con la propriapatria e con il proprio padre.

Il Settimo di Torino. Ora, for-se, direte «ah, il Settimo, cer-

to». Vacis lo condusse per de-cenni attraverso le nebbie ita-liane finché fu risucchiato dal-lo Stabile, dopo vent’anni digloria. Mutano le stagioni, mail marchio è pressoché lo stes-so. Adesso il regista dirige i Tea-tri Reggio Emilia. «Abbiamo iconti buoni e questo è impor-tante. Riesci a respirare e a pro-grammare». Nessuno è Nostra-damus, però qualcuno ha losguardo più lungo. «Si puòcambiare ancora e per dare alfuturo un’immagine solida cre-

do sia necessario ascoltare chiti sta ascoltando, ovvero racco-gliere i sentimenti della gente,trasformandoli in un gesto po-tente, qual è quello del teatro.Tempo fa ho lavorato a Gerusa-lemme con i ragazzi palestine-si e prima ancora con i disabili.E si formano drammaturgiespontanee, le più facili da in-dossare».

Aggiunge: «La cura della per-sona, ecco. Come fosse unoscambio alla pari. Tu parli di te,del tuo mondo, che poi corri-

sponde a tantissimi altri mon-di simili e c’è un reale subbu-glio di emozioni comuni. È lavita».

Non è questo un Paese adat-to ai temerari. È una cammina-ta dritta e in compagnia sottola tettoia, vuoi mai che piova.Osare non conviene. «Nel Due-mila c’era più margine, stimo-lava fare un passo oltre il con-sentito. Adesso siamo fermi,l’Italia è ferma, si spera di noninciampare ancora. E chi è ilpazzo che esce dalla fila?».

Galleggiamo come la Con-cordia. Per miracolo. «Anzi,oscuriamo la bellezza, poten-dolo fare. Sulla prima pagina diun quotidiano stamattina risal-tava la faccenda Alitalia. O l’ac-cordo o 15 mila a casa. Dentro,in piccolo, gli aumenti di sti-pendio ai dipendenti della Fer-rero. Vede, la notizia vera è laseconda, l’uomo che morde ilcane, per capirci. I successi,evidentemente, è meglio na-sconderli».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

- Alle 20. Stefano Bollani ha scelto proprio Mittelfest perdebuttare in veste di attore e autore teatrale in primaassoluta con “La Regina Dada” al Teatro Ristori. Un ineditoattraversamento dell'universo dada, scritto assiemeall’attrice protagonista Valentina Cenni, raccontato da unaregina di fiaba che si inoltra nel bosco delle avanguardieculturali, con un panorama sonoro creato da FrancescoGiomi, i robot di Matteo Suzzi, le musiche di Bollani, lagrazie e la fisicità di Valentina Cenni. Valentina Cenni eStefano Bollani saluteranno il pubblico e la stampapresenti al festival in un incontro-aperitivo in programmasempre oggi alle 12.45 al Caffè San Marco di Cividale .- “Pearl”, alle 22.30 al Giovanni da UdineCostumi mozzafiato, la musica barocca che evocaatmosfere di splendore cariche di seduzione per unospettacolo di danza indimenticabile, affiancato dalvirtuosismo live dell'Ensemble Combattimento ConsortAmesterdam sono gli ingredienti di “Pearl”, lo spettacolofirmato dal coreografo Ed Wubbe che dirige, dal 1992, unadelle più antiche e longeve compagnie di balletto loScapino Ballet di Rotterdam fondata nel 1945. Servizi bus

navetta da e per Cividale.- Alle 11.30. L'Ensemble diAmesterdam punta di diamante nelpanorama internazionale per le sueesecuzioni di autori del periodobarocco affascinerà ancora ilpubblico in un concerto “speciale”nella Chiesa di Santa Maria deiBattuti con un repertorio chespazia da Vivaldi a Biber, Porpora,Marini e van Wassenaer.- Alle 18. Il teatro di Gabriele Vacis,uno degli autori più apprezzati delpanorama culturale italiano, andràin scena alla Chiesa di SanFrancesco con “La parola padre”.Sul palco sei giovani donne, treitaliane, una polacca, una bulgara euna macedone che si incontrano inuno dei tanti ideali crocevia del

presente e iniziano a raccontarsi. Tutte hanno un conto insospeso con la loro patria, ma sopratutto con il loro padre.Una storia vera che racconta la vita di sei giovani attriciselezionate durante i seminari nell'Europa dell'Est deiCantieri Teatrali Koreja che, con il Teatro Stabiled'Innovazione del Salento, hanno prodotto lo spettacolo.- Alle 21. Ancora musica con il giovane duo composto daCarmen Anastasio e Dragana Gajic allieve delConservatorio Tartini di Trieste che nel concerto“L'impressione suprema” (Sala San Francesco)proporranno musiche di Tartini, Schubert e Franck.- Alle 23.50. A chiudere la 23ma edizione di Mittelfest (a SanFrancesco) il grande cinema d'autore con la proiezione delfilm con Charlie Chaplin “Shoulders arms” accompagnatodalla colonna sonora originale un progetto di Mittelfest2014 a cura di Roberto Calabretto e l'Università degli Studidi Udine. L’orario di proiezione, ore 23.50, non è casuale,perché proprio il 28 luglio di 100 anni fa esatti, scoppiavala prima guerra mondiale..

il programma: ultimo giorno

Il regista Gabriele Vacis e, sotto, una scena del suo “La ParolaPadre”, oggi alle 18 in San Francesco; a fianco, un quadro di“Pearl” l’attesissimo balletto di stasera, alle 22.30 al Nuovofestival»mittelfest 23

Markus Stockhausen e Tara Bouman, l’altra sera al Mittelfest. Loroscelgono i brani da suonare in base all’acustica della sala (Phocus Agency)

� CIVIDALE

Le pagine sono quelle dell’Alci-na e del Rinaldo, opere liricheispirate all’epica cavalleresca;le melodie raccontano lo stessogenere, e portano la firma diGeorg Friedrich Händel: viag-gio nella suggestione di terre eatmosfere remote e fiabesche,dunque, Le maghe e l'isola me-ravigliosa, spettacolo di musi-ca, appunto, e testi vincitore -lo scorso anno - del prestigiosoHändel Festival e proposto aMittelfest, ieri sera, in prima na-zionale.

Sul palco della chiesa di SanFrancesco il giovane (per etàdei componenti) ma qualifica-tissimo ensemble “CafebaumBanda Barocca”, gruppo - a ma-trice internazionale - compo-sto da pluripremiati talenti, eun noto, apprezzato attore dicasa nostra, Vanni De Lucia,perfetto nel ruolo di trovatore.«È partito tutto da un concor-so», racconta il protagonista.La genesi del lavoro riporta, in-fatti, al concorso sopra citato:«Il tema era la produzioneorientaleggiante del grandecompositore tedesco. Il bandorichiedeva una commistionefra suoni e parole. Serviva, in-somma, una voce recitante: ilCafebaum ha chiesto la mia col-laborazione e io... ho accoltoimmediatamente l’invito, conpiacere. Ed è stata, per me, unascoperta: mi sono reso contoche calzare i panni del canta-storie mi era particolarmente

congeniale. Qualcosa che, evi-dentemente, covava nel mioDna artistico... E la ragione, ov-viamente, c'è: quand'ero bam-bino mio padre, napoletano,mi intratteneva con racconti lecui radici affondavano proprionel filone cavalleresco». Mora-le: dal sodalizio musical-nar-rante è uscita una produzionedegna, «per originalità» (ai bra-ni di Händel si accosta un ca-meo di rottura: la contempora-nea, minimalista, proposta so-nora di John Cage), del gradinopiù alto del podio. Più che op-portuno, così, il suo inserimen-to nel palinsesto del festival ci-vidalese. «Uno spettacolo -commenta De Lucia - dal respi-ro europeo, in senso profondo:in tale dimensione, però, si co-glie netto, immediato, l'influs-so italiano sulla cultura del vec-chio mondo». Internazionalitàdi contenuti e di echi, certo, mapure di volti, quelli degli stru-mentisti (accompagnati dallasoprano Francesca Aspromon-te): «In buona parte rubati alnostro Paese, dove la sopravvi-venza - per chi vuole camparedi arte - è ormai quasi impossi-bile. Costretti a migrare all'este-ro, per potersi esprimere. Delresto - conclude De Lucia - chicalca i palcoscenici è come unpilota di voli intercontinentali:per crescere non si può prescin-dere dal viaggio». E un tanto cista. Peccato sia, troppo spesso,processo forzato, ineluttabile.

Lucia Aviani©RIPRODUZIONE RISERVATA

VanniDe Lucia: «Amio agionel ruolodi cantastorie»L’attore friulano ha debuttato ieri ne “Le maghe e l’isola meravigliosa”«L’artista è spesso costretto a migrare all’estero per potersi esprimere»

De Lucia è il “trovatore” dello spettacolo del Cafebaum Banda Barocca

27DOMENICA

LUGLIOFAUGLIS

A.C.R.F.

AREA FESTEGGIAMENTI PRESSO CAMPO SPORTIVO

• DOMENICA 27 LUGLIO •19.00 Apertura chioschi, pesca di

benefi cenza e mostra20.00 Premiazione 13a Mostra

“QUESTO L’HO FATTO IO”21.00 Serata con l’Orchestra

“I COLLEGIUM”

23.15 ESTRAZIONE TOMBOLA Mont. € 1.500,0024.00 Chiusura festeggiamenti con

SPETTACOLO PIROTECNICO Seguirà “Polenta farcita” per

tutti a cura del “Gruppo Tutela Antica Polenta di Fauglis”

36 Messaggero Estate MESSAGGERO VENETO DOMENICA 27 LUGLIO 2014

Copia di 4ebee60c52f76b6af5c82bb816fac991

Data: 27 luglio 2014

Pagina: 37

Vacis: «Il teatrodel futuro?Dovrà saper ascoltare la vita»Uno dei più coraggiosi registi italiani oggi a Cividale con “La Parola Padre”

“La Regina Dada” con Bollani e “Pearl”

di Gian Paolo Polesini

U n innovatore, GabrieleVacis. Lui davvero pi-gliò il teatro per il pal-

coscenico e lo agitò ben bene.Ogni tanto una ripassata rivita-lizza il vecchio, che inevitabil-mente puzza d’antico. L’odoresi sente se nessuno apre la fine-stra e lo sveglia. Girovagano an-cora per la testa un paio di cosesue, fra le tante, che Udine mo-strò con timida passione: Ele-menti di struttura dei sentimen-ti, alla metà spaccata degli Ot-tanta, e La storia di Romeo eGiulietta, a inizio Novanta; an-ni estrosi, certo, ma dovevi ave-re carattere per sporgerti sulproscenio e sfidare lo spettato-re. Ve lo ricordate Il raccontodel Vajont? E il televisivo To-tem con Baricco? Cultura inprima serata, follie ben ripaga-te. Guidava Freccero, allora,uno senza macchia e senzapaura. Adesso ci si traveste, ilmassimo del piacere minimo.

«Qualcuno perde strada, pe-rò - dice - il talk show non hapiù l’appeal di una volta, siscioglie nelle opinioni riuscen-do persino a dimenticarsi ilmotivo del ritrovo così urgen-te. A me capita. Chiedermi diche stanno parlando».

La Parola Padre. Occupia-moci di presente, valá. Unesperimento diventato messin-scena. Oggi tocca a questospettacolo, alle 18 nella chiesadi San Francesco. Sei donne.Irina, bulgara, Aleksandra, po-lacca, Simona, macedone. Etre girls italiane, Alessandra,Anna Chiara, Maria Rosaria.«Femmine del Sud», puntualiz-za Vacis. «Per me ragazzo pla-smato da una spremuta pada-na, mamma veneziana e bab-bo bergamasco, è stata unascossa benefica lavorare conloro». Si comincia da una ca-sualità pugliese. Gabriele scen-de a Lecce per guidare il saggiofinale di un laboratorio del tea-tro Koreja, «luogo speciale do-ve la teatralità non interrompe

mai il flusso. Ascolto questedonne nate comuniste e misembra persino impossibile.Così giovani, i muri sono crolla-ti da un po’, eppure... Incredi-bili, vitali, magnifiche. Raccon-tano la loro storia, che sa di Est.Col favore del vento creiamo lamescolanza e La Parola Padresi fa da solo, senza spinte, connaturalezza». Tutte hanno deiconti in sospeso con la propriapatria e con il proprio padre.

Il Settimo di Torino. Ora, for-se, direte «ah, il Settimo, cer-

to». Vacis lo condusse per de-cenni attraverso le nebbie ita-liane finché fu risucchiato dal-lo Stabile, dopo vent’anni digloria. Mutano le stagioni, mail marchio è pressoché lo stes-so. Adesso il regista dirige i Tea-tri Reggio Emilia. «Abbiamo iconti buoni e questo è impor-tante. Riesci a respirare e a pro-grammare». Nessuno è Nostra-damus, però qualcuno ha losguardo più lungo. «Si puòcambiare ancora e per dare alfuturo un’immagine solida cre-

do sia necessario ascoltare chiti sta ascoltando, ovvero racco-gliere i sentimenti della gente,trasformandoli in un gesto po-tente, qual è quello del teatro.Tempo fa ho lavorato a Gerusa-lemme con i ragazzi palestine-si e prima ancora con i disabili.E si formano drammaturgiespontanee, le più facili da in-dossare».

Aggiunge: «La cura della per-sona, ecco. Come fosse unoscambio alla pari. Tu parli di te,del tuo mondo, che poi corri-

sponde a tantissimi altri mon-di simili e c’è un reale subbu-glio di emozioni comuni. È lavita».

Non è questo un Paese adat-to ai temerari. È una cammina-ta dritta e in compagnia sottola tettoia, vuoi mai che piova.Osare non conviene. «Nel Due-mila c’era più margine, stimo-lava fare un passo oltre il con-sentito. Adesso siamo fermi,l’Italia è ferma, si spera di noninciampare ancora. E chi è ilpazzo che esce dalla fila?».

Galleggiamo come la Con-cordia. Per miracolo. «Anzi,oscuriamo la bellezza, poten-dolo fare. Sulla prima pagina diun quotidiano stamattina risal-tava la faccenda Alitalia. O l’ac-cordo o 15 mila a casa. Dentro,in piccolo, gli aumenti di sti-pendio ai dipendenti della Fer-rero. Vede, la notizia vera è laseconda, l’uomo che morde ilcane, per capirci. I successi,evidentemente, è meglio na-sconderli».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

- Alle 20. Stefano Bollani ha scelto proprio Mittelfest perdebuttare in veste di attore e autore teatrale in primaassoluta con “La Regina Dada” al Teatro Ristori. Un ineditoattraversamento dell'universo dada, scritto assiemeall’attrice protagonista Valentina Cenni, raccontato da unaregina di fiaba che si inoltra nel bosco delle avanguardieculturali, con un panorama sonoro creato da FrancescoGiomi, i robot di Matteo Suzzi, le musiche di Bollani, lagrazie e la fisicità di Valentina Cenni. Valentina Cenni eStefano Bollani saluteranno il pubblico e la stampapresenti al festival in un incontro-aperitivo in programmasempre oggi alle 12.45 al Caffè San Marco di Cividale .- “Pearl”, alle 22.30 al Giovanni da UdineCostumi mozzafiato, la musica barocca che evocaatmosfere di splendore cariche di seduzione per unospettacolo di danza indimenticabile, affiancato dalvirtuosismo live dell'Ensemble Combattimento ConsortAmesterdam sono gli ingredienti di “Pearl”, lo spettacolofirmato dal coreografo Ed Wubbe che dirige, dal 1992, unadelle più antiche e longeve compagnie di balletto loScapino Ballet di Rotterdam fondata nel 1945. Servizi bus

navetta da e per Cividale.- Alle 11.30. L'Ensemble diAmesterdam punta di diamante nelpanorama internazionale per le sueesecuzioni di autori del periodobarocco affascinerà ancora ilpubblico in un concerto “speciale”nella Chiesa di Santa Maria deiBattuti con un repertorio chespazia da Vivaldi a Biber, Porpora,Marini e van Wassenaer.- Alle 18. Il teatro di Gabriele Vacis,uno degli autori più apprezzati delpanorama culturale italiano, andràin scena alla Chiesa di SanFrancesco con “La parola padre”.Sul palco sei giovani donne, treitaliane, una polacca, una bulgara euna macedone che si incontrano inuno dei tanti ideali crocevia del

presente e iniziano a raccontarsi. Tutte hanno un conto insospeso con la loro patria, ma sopratutto con il loro padre.Una storia vera che racconta la vita di sei giovani attriciselezionate durante i seminari nell'Europa dell'Est deiCantieri Teatrali Koreja che, con il Teatro Stabiled'Innovazione del Salento, hanno prodotto lo spettacolo.- Alle 21. Ancora musica con il giovane duo composto daCarmen Anastasio e Dragana Gajic allieve delConservatorio Tartini di Trieste che nel concerto“L'impressione suprema” (Sala San Francesco)proporranno musiche di Tartini, Schubert e Franck.- Alle 23.50. A chiudere la 23ma edizione di Mittelfest (a SanFrancesco) il grande cinema d'autore con la proiezione delfilm con Charlie Chaplin “Shoulders arms” accompagnatodalla colonna sonora originale un progetto di Mittelfest2014 a cura di Roberto Calabretto e l'Università degli Studidi Udine. L’orario di proiezione, ore 23.50, non è casuale,perché proprio il 28 luglio di 100 anni fa esatti, scoppiavala prima guerra mondiale..

il programma: ultimo giorno

Il regista Gabriele Vacis e, sotto, una scena del suo “La ParolaPadre”, oggi alle 18 in San Francesco; a fianco, un quadro di“Pearl” l’attesissimo balletto di stasera, alle 22.30 al Nuovofestival»mittelfest 23

Markus Stockhausen e Tara Bouman, l’altra sera al Mittelfest. Loroscelgono i brani da suonare in base all’acustica della sala (Phocus Agency)

� CIVIDALE

Le pagine sono quelle dell’Alci-na e del Rinaldo, opere liricheispirate all’epica cavalleresca;le melodie raccontano lo stessogenere, e portano la firma diGeorg Friedrich Händel: viag-gio nella suggestione di terre eatmosfere remote e fiabesche,dunque, Le maghe e l'isola me-ravigliosa, spettacolo di musi-ca, appunto, e testi vincitore -lo scorso anno - del prestigiosoHändel Festival e proposto aMittelfest, ieri sera, in prima na-zionale.

Sul palco della chiesa di SanFrancesco il giovane (per etàdei componenti) ma qualifica-tissimo ensemble “CafebaumBanda Barocca”, gruppo - a ma-trice internazionale - compo-sto da pluripremiati talenti, eun noto, apprezzato attore dicasa nostra, Vanni De Lucia,perfetto nel ruolo di trovatore.«È partito tutto da un concor-so», racconta il protagonista.La genesi del lavoro riporta, in-fatti, al concorso sopra citato:«Il tema era la produzioneorientaleggiante del grandecompositore tedesco. Il bandorichiedeva una commistionefra suoni e parole. Serviva, in-somma, una voce recitante: ilCafebaum ha chiesto la mia col-laborazione e io... ho accoltoimmediatamente l’invito, conpiacere. Ed è stata, per me, unascoperta: mi sono reso contoche calzare i panni del canta-storie mi era particolarmente

congeniale. Qualcosa che, evi-dentemente, covava nel mioDna artistico... E la ragione, ov-viamente, c'è: quand'ero bam-bino mio padre, napoletano,mi intratteneva con racconti lecui radici affondavano proprionel filone cavalleresco». Mora-le: dal sodalizio musical-nar-rante è uscita una produzionedegna, «per originalità» (ai bra-ni di Händel si accosta un ca-meo di rottura: la contempora-nea, minimalista, proposta so-nora di John Cage), del gradinopiù alto del podio. Più che op-portuno, così, il suo inserimen-to nel palinsesto del festival ci-vidalese. «Uno spettacolo -commenta De Lucia - dal respi-ro europeo, in senso profondo:in tale dimensione, però, si co-glie netto, immediato, l'influs-so italiano sulla cultura del vec-chio mondo». Internazionalitàdi contenuti e di echi, certo, mapure di volti, quelli degli stru-mentisti (accompagnati dallasoprano Francesca Aspromon-te): «In buona parte rubati alnostro Paese, dove la sopravvi-venza - per chi vuole camparedi arte - è ormai quasi impossi-bile. Costretti a migrare all'este-ro, per potersi esprimere. Delresto - conclude De Lucia - chicalca i palcoscenici è come unpilota di voli intercontinentali:per crescere non si può prescin-dere dal viaggio». E un tanto cista. Peccato sia, troppo spesso,processo forzato, ineluttabile.

Lucia Aviani©RIPRODUZIONE RISERVATA

VanniDe Lucia: «Amio agionel ruolodi cantastorie»L’attore friulano ha debuttato ieri ne “Le maghe e l’isola meravigliosa”«L’artista è spesso costretto a migrare all’estero per potersi esprimere»

De Lucia è il “trovatore” dello spettacolo del Cafebaum Banda Barocca

DOMENICA 27 LUGLIO 2014 MESSAGGERO VENETO Messaggero Estate 37

Copia di 4ebee60c52f76b6af5c82bb816fac991

Data:

Pagina:2014

Data: 27 luglio 2014

Pagina: 37 (dettaglio)

Vacis: «Il teatrodel futuro?Dovrà saper ascoltare la vita»Uno dei più coraggiosi registi italiani oggi a Cividale con “La Parola Padre”

“La Regina Dada” con Bollani e “Pearl”

di Gian Paolo Polesini

U n innovatore, GabrieleVacis. Lui davvero pi-gliò il teatro per il pal-

coscenico e lo agitò ben bene.Ogni tanto una ripassata rivita-lizza il vecchio, che inevitabil-mente puzza d’antico. L’odoresi sente se nessuno apre la fine-stra e lo sveglia. Girovagano an-cora per la testa un paio di cosesue, fra le tante, che Udine mo-strò con timida passione: Ele-menti di struttura dei sentimen-ti, alla metà spaccata degli Ot-tanta, e La storia di Romeo eGiulietta, a inizio Novanta; an-ni estrosi, certo, ma dovevi ave-re carattere per sporgerti sulproscenio e sfidare lo spettato-re. Ve lo ricordate Il raccontodel Vajont? E il televisivo To-tem con Baricco? Cultura inprima serata, follie ben ripaga-te. Guidava Freccero, allora,uno senza macchia e senzapaura. Adesso ci si traveste, ilmassimo del piacere minimo.

«Qualcuno perde strada, pe-rò - dice - il talk show non hapiù l’appeal di una volta, siscioglie nelle opinioni riuscen-do persino a dimenticarsi ilmotivo del ritrovo così urgen-te. A me capita. Chiedermi diche stanno parlando».

La Parola Padre. Occupia-moci di presente, valá. Unesperimento diventato messin-scena. Oggi tocca a questospettacolo, alle 18 nella chiesadi San Francesco. Sei donne.Irina, bulgara, Aleksandra, po-lacca, Simona, macedone. Etre girls italiane, Alessandra,Anna Chiara, Maria Rosaria.«Femmine del Sud», puntualiz-za Vacis. «Per me ragazzo pla-smato da una spremuta pada-na, mamma veneziana e bab-bo bergamasco, è stata unascossa benefica lavorare conloro». Si comincia da una ca-sualità pugliese. Gabriele scen-de a Lecce per guidare il saggiofinale di un laboratorio del tea-tro Koreja, «luogo speciale do-ve la teatralità non interrompe

mai il flusso. Ascolto questedonne nate comuniste e misembra persino impossibile.Così giovani, i muri sono crolla-ti da un po’, eppure... Incredi-bili, vitali, magnifiche. Raccon-tano la loro storia, che sa di Est.Col favore del vento creiamo lamescolanza e La Parola Padresi fa da solo, senza spinte, connaturalezza». Tutte hanno deiconti in sospeso con la propriapatria e con il proprio padre.

Il Settimo di Torino. Ora, for-se, direte «ah, il Settimo, cer-

to». Vacis lo condusse per de-cenni attraverso le nebbie ita-liane finché fu risucchiato dal-lo Stabile, dopo vent’anni digloria. Mutano le stagioni, mail marchio è pressoché lo stes-so. Adesso il regista dirige i Tea-tri Reggio Emilia. «Abbiamo iconti buoni e questo è impor-tante. Riesci a respirare e a pro-grammare». Nessuno è Nostra-damus, però qualcuno ha losguardo più lungo. «Si puòcambiare ancora e per dare alfuturo un’immagine solida cre-

do sia necessario ascoltare chiti sta ascoltando, ovvero racco-gliere i sentimenti della gente,trasformandoli in un gesto po-tente, qual è quello del teatro.Tempo fa ho lavorato a Gerusa-lemme con i ragazzi palestine-si e prima ancora con i disabili.E si formano drammaturgiespontanee, le più facili da in-dossare».

Aggiunge: «La cura della per-sona, ecco. Come fosse unoscambio alla pari. Tu parli di te,del tuo mondo, che poi corri-

sponde a tantissimi altri mon-di simili e c’è un reale subbu-glio di emozioni comuni. È lavita».

Non è questo un Paese adat-to ai temerari. È una cammina-ta dritta e in compagnia sottola tettoia, vuoi mai che piova.Osare non conviene. «Nel Due-mila c’era più margine, stimo-lava fare un passo oltre il con-sentito. Adesso siamo fermi,l’Italia è ferma, si spera di noninciampare ancora. E chi è ilpazzo che esce dalla fila?».

Galleggiamo come la Con-cordia. Per miracolo. «Anzi,oscuriamo la bellezza, poten-dolo fare. Sulla prima pagina diun quotidiano stamattina risal-tava la faccenda Alitalia. O l’ac-cordo o 15 mila a casa. Dentro,in piccolo, gli aumenti di sti-pendio ai dipendenti della Fer-rero. Vede, la notizia vera è laseconda, l’uomo che morde ilcane, per capirci. I successi,evidentemente, è meglio na-sconderli».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

- Alle 20. Stefano Bollani ha scelto proprio Mittelfest perdebuttare in veste di attore e autore teatrale in primaassoluta con “La Regina Dada” al Teatro Ristori. Un ineditoattraversamento dell'universo dada, scritto assiemeall’attrice protagonista Valentina Cenni, raccontato da unaregina di fiaba che si inoltra nel bosco delle avanguardieculturali, con un panorama sonoro creato da FrancescoGiomi, i robot di Matteo Suzzi, le musiche di Bollani, lagrazie e la fisicità di Valentina Cenni. Valentina Cenni eStefano Bollani saluteranno il pubblico e la stampapresenti al festival in un incontro-aperitivo in programmasempre oggi alle 12.45 al Caffè San Marco di Cividale .- “Pearl”, alle 22.30 al Giovanni da UdineCostumi mozzafiato, la musica barocca che evocaatmosfere di splendore cariche di seduzione per unospettacolo di danza indimenticabile, affiancato dalvirtuosismo live dell'Ensemble Combattimento ConsortAmesterdam sono gli ingredienti di “Pearl”, lo spettacolofirmato dal coreografo Ed Wubbe che dirige, dal 1992, unadelle più antiche e longeve compagnie di balletto loScapino Ballet di Rotterdam fondata nel 1945. Servizi bus

navetta da e per Cividale.- Alle 11.30. L'Ensemble diAmesterdam punta di diamante nelpanorama internazionale per le sueesecuzioni di autori del periodobarocco affascinerà ancora ilpubblico in un concerto “speciale”nella Chiesa di Santa Maria deiBattuti con un repertorio chespazia da Vivaldi a Biber, Porpora,Marini e van Wassenaer.- Alle 18. Il teatro di Gabriele Vacis,uno degli autori più apprezzati delpanorama culturale italiano, andràin scena alla Chiesa di SanFrancesco con “La parola padre”.Sul palco sei giovani donne, treitaliane, una polacca, una bulgara euna macedone che si incontrano inuno dei tanti ideali crocevia del

presente e iniziano a raccontarsi. Tutte hanno un conto insospeso con la loro patria, ma sopratutto con il loro padre.Una storia vera che racconta la vita di sei giovani attriciselezionate durante i seminari nell'Europa dell'Est deiCantieri Teatrali Koreja che, con il Teatro Stabiled'Innovazione del Salento, hanno prodotto lo spettacolo.- Alle 21. Ancora musica con il giovane duo composto daCarmen Anastasio e Dragana Gajic allieve delConservatorio Tartini di Trieste che nel concerto“L'impressione suprema” (Sala San Francesco)proporranno musiche di Tartini, Schubert e Franck.- Alle 23.50. A chiudere la 23ma edizione di Mittelfest (a SanFrancesco) il grande cinema d'autore con la proiezione delfilm con Charlie Chaplin “Shoulders arms” accompagnatodalla colonna sonora originale un progetto di Mittelfest2014 a cura di Roberto Calabretto e l'Università degli Studidi Udine. L’orario di proiezione, ore 23.50, non è casuale,perché proprio il 28 luglio di 100 anni fa esatti, scoppiavala prima guerra mondiale..

il programma: ultimo giorno

Il regista Gabriele Vacis e, sotto, una scena del suo “La ParolaPadre”, oggi alle 18 in San Francesco; a fianco, un quadro di“Pearl” l’attesissimo balletto di stasera, alle 22.30 al Nuovofestival»mittelfest 23

Markus Stockhausen e Tara Bouman, l’altra sera al Mittelfest. Loroscelgono i brani da suonare in base all’acustica della sala (Phocus Agency)

� CIVIDALE

Le pagine sono quelle dell’Alci-na e del Rinaldo, opere liricheispirate all’epica cavalleresca;le melodie raccontano lo stessogenere, e portano la firma diGeorg Friedrich Händel: viag-gio nella suggestione di terre eatmosfere remote e fiabesche,dunque, Le maghe e l'isola me-ravigliosa, spettacolo di musi-ca, appunto, e testi vincitore -lo scorso anno - del prestigiosoHändel Festival e proposto aMittelfest, ieri sera, in prima na-zionale.

Sul palco della chiesa di SanFrancesco il giovane (per etàdei componenti) ma qualifica-tissimo ensemble “CafebaumBanda Barocca”, gruppo - a ma-trice internazionale - compo-sto da pluripremiati talenti, eun noto, apprezzato attore dicasa nostra, Vanni De Lucia,perfetto nel ruolo di trovatore.«È partito tutto da un concor-so», racconta il protagonista.La genesi del lavoro riporta, in-fatti, al concorso sopra citato:«Il tema era la produzioneorientaleggiante del grandecompositore tedesco. Il bandorichiedeva una commistionefra suoni e parole. Serviva, in-somma, una voce recitante: ilCafebaum ha chiesto la mia col-laborazione e io... ho accoltoimmediatamente l’invito, conpiacere. Ed è stata, per me, unascoperta: mi sono reso contoche calzare i panni del canta-storie mi era particolarmente

congeniale. Qualcosa che, evi-dentemente, covava nel mioDna artistico... E la ragione, ov-viamente, c'è: quand'ero bam-bino mio padre, napoletano,mi intratteneva con racconti lecui radici affondavano proprionel filone cavalleresco». Mora-le: dal sodalizio musical-nar-rante è uscita una produzionedegna, «per originalità» (ai bra-ni di Händel si accosta un ca-meo di rottura: la contempora-nea, minimalista, proposta so-nora di John Cage), del gradinopiù alto del podio. Più che op-portuno, così, il suo inserimen-to nel palinsesto del festival ci-vidalese. «Uno spettacolo -commenta De Lucia - dal respi-ro europeo, in senso profondo:in tale dimensione, però, si co-glie netto, immediato, l'influs-so italiano sulla cultura del vec-chio mondo». Internazionalitàdi contenuti e di echi, certo, mapure di volti, quelli degli stru-mentisti (accompagnati dallasoprano Francesca Aspromon-te): «In buona parte rubati alnostro Paese, dove la sopravvi-venza - per chi vuole camparedi arte - è ormai quasi impossi-bile. Costretti a migrare all'este-ro, per potersi esprimere. Delresto - conclude De Lucia - chicalca i palcoscenici è come unpilota di voli intercontinentali:per crescere non si può prescin-dere dal viaggio». E un tanto cista. Peccato sia, troppo spesso,processo forzato, ineluttabile.

Lucia Aviani©RIPRODUZIONE RISERVATA

VanniDe Lucia: «Amio agionel ruolodi cantastorie»L’attore friulano ha debuttato ieri ne “Le maghe e l’isola meravigliosa”«L’artista è spesso costretto a migrare all’estero per potersi esprimere»

De Lucia è il “trovatore” dello spettacolo del Cafebaum Banda Barocca

DOMENICA 27 LUGLIO 2014 MESSAGGERO VENETO Messaggero Estate 37

Copia di 4ebee60c52f76b6af5c82bb816fac991

Vacis: «Il teatrodel futuro?Dovrà saper ascoltare la vita»Uno dei più coraggiosi registi italiani oggi a Cividale con “La Parola Padre”

“La Regina Dada” con Bollani e “Pearl”

di Gian Paolo Polesini

U n innovatore, GabrieleVacis. Lui davvero pi-gliò il teatro per il pal-

coscenico e lo agitò ben bene.Ogni tanto una ripassata rivita-lizza il vecchio, che inevitabil-mente puzza d’antico. L’odoresi sente se nessuno apre la fine-stra e lo sveglia. Girovagano an-cora per la testa un paio di cosesue, fra le tante, che Udine mo-strò con timida passione: Ele-menti di struttura dei sentimen-ti, alla metà spaccata degli Ot-tanta, e La storia di Romeo eGiulietta, a inizio Novanta; an-ni estrosi, certo, ma dovevi ave-re carattere per sporgerti sulproscenio e sfidare lo spettato-re. Ve lo ricordate Il raccontodel Vajont? E il televisivo To-tem con Baricco? Cultura inprima serata, follie ben ripaga-te. Guidava Freccero, allora,uno senza macchia e senzapaura. Adesso ci si traveste, ilmassimo del piacere minimo.

«Qualcuno perde strada, pe-rò - dice - il talk show non hapiù l’appeal di una volta, siscioglie nelle opinioni riuscen-do persino a dimenticarsi ilmotivo del ritrovo così urgen-te. A me capita. Chiedermi diche stanno parlando».

La Parola Padre. Occupia-moci di presente, valá. Unesperimento diventato messin-scena. Oggi tocca a questospettacolo, alle 18 nella chiesadi San Francesco. Sei donne.Irina, bulgara, Aleksandra, po-lacca, Simona, macedone. Etre girls italiane, Alessandra,Anna Chiara, Maria Rosaria.«Femmine del Sud», puntualiz-za Vacis. «Per me ragazzo pla-smato da una spremuta pada-na, mamma veneziana e bab-bo bergamasco, è stata unascossa benefica lavorare conloro». Si comincia da una ca-sualità pugliese. Gabriele scen-de a Lecce per guidare il saggiofinale di un laboratorio del tea-tro Koreja, «luogo speciale do-ve la teatralità non interrompe

mai il flusso. Ascolto questedonne nate comuniste e misembra persino impossibile.Così giovani, i muri sono crolla-ti da un po’, eppure... Incredi-bili, vitali, magnifiche. Raccon-tano la loro storia, che sa di Est.Col favore del vento creiamo lamescolanza e La Parola Padresi fa da solo, senza spinte, connaturalezza». Tutte hanno deiconti in sospeso con la propriapatria e con il proprio padre.

Il Settimo di Torino. Ora, for-se, direte «ah, il Settimo, cer-

to». Vacis lo condusse per de-cenni attraverso le nebbie ita-liane finché fu risucchiato dal-lo Stabile, dopo vent’anni digloria. Mutano le stagioni, mail marchio è pressoché lo stes-so. Adesso il regista dirige i Tea-tri Reggio Emilia. «Abbiamo iconti buoni e questo è impor-tante. Riesci a respirare e a pro-grammare». Nessuno è Nostra-damus, però qualcuno ha losguardo più lungo. «Si puòcambiare ancora e per dare alfuturo un’immagine solida cre-

do sia necessario ascoltare chiti sta ascoltando, ovvero racco-gliere i sentimenti della gente,trasformandoli in un gesto po-tente, qual è quello del teatro.Tempo fa ho lavorato a Gerusa-lemme con i ragazzi palestine-si e prima ancora con i disabili.E si formano drammaturgiespontanee, le più facili da in-dossare».

Aggiunge: «La cura della per-sona, ecco. Come fosse unoscambio alla pari. Tu parli di te,del tuo mondo, che poi corri-

sponde a tantissimi altri mon-di simili e c’è un reale subbu-glio di emozioni comuni. È lavita».

Non è questo un Paese adat-to ai temerari. È una cammina-ta dritta e in compagnia sottola tettoia, vuoi mai che piova.Osare non conviene. «Nel Due-mila c’era più margine, stimo-lava fare un passo oltre il con-sentito. Adesso siamo fermi,l’Italia è ferma, si spera di noninciampare ancora. E chi è ilpazzo che esce dalla fila?».

Galleggiamo come la Con-cordia. Per miracolo. «Anzi,oscuriamo la bellezza, poten-dolo fare. Sulla prima pagina diun quotidiano stamattina risal-tava la faccenda Alitalia. O l’ac-cordo o 15 mila a casa. Dentro,in piccolo, gli aumenti di sti-pendio ai dipendenti della Fer-rero. Vede, la notizia vera è laseconda, l’uomo che morde ilcane, per capirci. I successi,evidentemente, è meglio na-sconderli».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

- Alle 20. Stefano Bollani ha scelto proprio Mittelfest perdebuttare in veste di attore e autore teatrale in primaassoluta con “La Regina Dada” al Teatro Ristori. Un ineditoattraversamento dell'universo dada, scritto assiemeall’attrice protagonista Valentina Cenni, raccontato da unaregina di fiaba che si inoltra nel bosco delle avanguardieculturali, con un panorama sonoro creato da FrancescoGiomi, i robot di Matteo Suzzi, le musiche di Bollani, lagrazie e la fisicità di Valentina Cenni. Valentina Cenni eStefano Bollani saluteranno il pubblico e la stampapresenti al festival in un incontro-aperitivo in programmasempre oggi alle 12.45 al Caffè San Marco di Cividale .- “Pearl”, alle 22.30 al Giovanni da UdineCostumi mozzafiato, la musica barocca che evocaatmosfere di splendore cariche di seduzione per unospettacolo di danza indimenticabile, affiancato dalvirtuosismo live dell'Ensemble Combattimento ConsortAmesterdam sono gli ingredienti di “Pearl”, lo spettacolofirmato dal coreografo Ed Wubbe che dirige, dal 1992, unadelle più antiche e longeve compagnie di balletto loScapino Ballet di Rotterdam fondata nel 1945. Servizi bus

navetta da e per Cividale.- Alle 11.30. L'Ensemble diAmesterdam punta di diamante nelpanorama internazionale per le sueesecuzioni di autori del periodobarocco affascinerà ancora ilpubblico in un concerto “speciale”nella Chiesa di Santa Maria deiBattuti con un repertorio chespazia da Vivaldi a Biber, Porpora,Marini e van Wassenaer.- Alle 18. Il teatro di Gabriele Vacis,uno degli autori più apprezzati delpanorama culturale italiano, andràin scena alla Chiesa di SanFrancesco con “La parola padre”.Sul palco sei giovani donne, treitaliane, una polacca, una bulgara euna macedone che si incontrano inuno dei tanti ideali crocevia del

presente e iniziano a raccontarsi. Tutte hanno un conto insospeso con la loro patria, ma sopratutto con il loro padre.Una storia vera che racconta la vita di sei giovani attriciselezionate durante i seminari nell'Europa dell'Est deiCantieri Teatrali Koreja che, con il Teatro Stabiled'Innovazione del Salento, hanno prodotto lo spettacolo.- Alle 21. Ancora musica con il giovane duo composto daCarmen Anastasio e Dragana Gajic allieve delConservatorio Tartini di Trieste che nel concerto“L'impressione suprema” (Sala San Francesco)proporranno musiche di Tartini, Schubert e Franck.- Alle 23.50. A chiudere la 23ma edizione di Mittelfest (a SanFrancesco) il grande cinema d'autore con la proiezione delfilm con Charlie Chaplin “Shoulders arms” accompagnatodalla colonna sonora originale un progetto di Mittelfest2014 a cura di Roberto Calabretto e l'Università degli Studidi Udine. L’orario di proiezione, ore 23.50, non è casuale,perché proprio il 28 luglio di 100 anni fa esatti, scoppiavala prima guerra mondiale..

il programma: ultimo giorno

Il regista Gabriele Vacis e, sotto, una scena del suo “La ParolaPadre”, oggi alle 18 in San Francesco; a fianco, un quadro di“Pearl” l’attesissimo balletto di stasera, alle 22.30 al Nuovofestival»mittelfest 23

Markus Stockhausen e Tara Bouman, l’altra sera al Mittelfest. Loroscelgono i brani da suonare in base all’acustica della sala (Phocus Agency)

� CIVIDALE

Le pagine sono quelle dell’Alci-na e del Rinaldo, opere liricheispirate all’epica cavalleresca;le melodie raccontano lo stessogenere, e portano la firma diGeorg Friedrich Händel: viag-gio nella suggestione di terre eatmosfere remote e fiabesche,dunque, Le maghe e l'isola me-ravigliosa, spettacolo di musi-ca, appunto, e testi vincitore -lo scorso anno - del prestigiosoHändel Festival e proposto aMittelfest, ieri sera, in prima na-zionale.

Sul palco della chiesa di SanFrancesco il giovane (per etàdei componenti) ma qualifica-tissimo ensemble “CafebaumBanda Barocca”, gruppo - a ma-trice internazionale - compo-sto da pluripremiati talenti, eun noto, apprezzato attore dicasa nostra, Vanni De Lucia,perfetto nel ruolo di trovatore.«È partito tutto da un concor-so», racconta il protagonista.La genesi del lavoro riporta, in-fatti, al concorso sopra citato:«Il tema era la produzioneorientaleggiante del grandecompositore tedesco. Il bandorichiedeva una commistionefra suoni e parole. Serviva, in-somma, una voce recitante: ilCafebaum ha chiesto la mia col-laborazione e io... ho accoltoimmediatamente l’invito, conpiacere. Ed è stata, per me, unascoperta: mi sono reso contoche calzare i panni del canta-storie mi era particolarmente

congeniale. Qualcosa che, evi-dentemente, covava nel mioDna artistico... E la ragione, ov-viamente, c'è: quand'ero bam-bino mio padre, napoletano,mi intratteneva con racconti lecui radici affondavano proprionel filone cavalleresco». Mora-le: dal sodalizio musical-nar-rante è uscita una produzionedegna, «per originalità» (ai bra-ni di Händel si accosta un ca-meo di rottura: la contempora-nea, minimalista, proposta so-nora di John Cage), del gradinopiù alto del podio. Più che op-portuno, così, il suo inserimen-to nel palinsesto del festival ci-vidalese. «Uno spettacolo -commenta De Lucia - dal respi-ro europeo, in senso profondo:in tale dimensione, però, si co-glie netto, immediato, l'influs-so italiano sulla cultura del vec-chio mondo». Internazionalitàdi contenuti e di echi, certo, mapure di volti, quelli degli stru-mentisti (accompagnati dallasoprano Francesca Aspromon-te): «In buona parte rubati alnostro Paese, dove la sopravvi-venza - per chi vuole camparedi arte - è ormai quasi impossi-bile. Costretti a migrare all'este-ro, per potersi esprimere. Delresto - conclude De Lucia - chicalca i palcoscenici è come unpilota di voli intercontinentali:per crescere non si può prescin-dere dal viaggio». E un tanto cista. Peccato sia, troppo spesso,processo forzato, ineluttabile.

Lucia Aviani©RIPRODUZIONE RISERVATA

VanniDe Lucia: «Amio agionel ruolodi cantastorie»L’attore friulano ha debuttato ieri ne “Le maghe e l’isola meravigliosa”«L’artista è spesso costretto a migrare all’estero per potersi esprimere»

De Lucia è il “trovatore” dello spettacolo del Cafebaum Banda Barocca

DOMENICA 27 LUGLIO 2014 MESSAGGERO VENETO Messaggero Estate 37

Copia di 4ebee60c52f76b6af5c82bb816fac991

Data:

Pagina:2014

Data: 27 luglio 2014

Pagina: 37 (dettaglio)

Vacis: «Il teatrodel futuro?Dovrà saper ascoltare la vita»Uno dei più coraggiosi registi italiani oggi a Cividale con “La Parola Padre”

“La Regina Dada” con Bollani e “Pearl”

di Gian Paolo Polesini

U n innovatore, GabrieleVacis. Lui davvero pi-gliò il teatro per il pal-

coscenico e lo agitò ben bene.Ogni tanto una ripassata rivita-lizza il vecchio, che inevitabil-mente puzza d’antico. L’odoresi sente se nessuno apre la fine-stra e lo sveglia. Girovagano an-cora per la testa un paio di cosesue, fra le tante, che Udine mo-strò con timida passione: Ele-menti di struttura dei sentimen-ti, alla metà spaccata degli Ot-tanta, e La storia di Romeo eGiulietta, a inizio Novanta; an-ni estrosi, certo, ma dovevi ave-re carattere per sporgerti sulproscenio e sfidare lo spettato-re. Ve lo ricordate Il raccontodel Vajont? E il televisivo To-tem con Baricco? Cultura inprima serata, follie ben ripaga-te. Guidava Freccero, allora,uno senza macchia e senzapaura. Adesso ci si traveste, ilmassimo del piacere minimo.

«Qualcuno perde strada, pe-rò - dice - il talk show non hapiù l’appeal di una volta, siscioglie nelle opinioni riuscen-do persino a dimenticarsi ilmotivo del ritrovo così urgen-te. A me capita. Chiedermi diche stanno parlando».

La Parola Padre. Occupia-moci di presente, valá. Unesperimento diventato messin-scena. Oggi tocca a questospettacolo, alle 18 nella chiesadi San Francesco. Sei donne.Irina, bulgara, Aleksandra, po-lacca, Simona, macedone. Etre girls italiane, Alessandra,Anna Chiara, Maria Rosaria.«Femmine del Sud», puntualiz-za Vacis. «Per me ragazzo pla-smato da una spremuta pada-na, mamma veneziana e bab-bo bergamasco, è stata unascossa benefica lavorare conloro». Si comincia da una ca-sualità pugliese. Gabriele scen-de a Lecce per guidare il saggiofinale di un laboratorio del tea-tro Koreja, «luogo speciale do-ve la teatralità non interrompe

mai il flusso. Ascolto questedonne nate comuniste e misembra persino impossibile.Così giovani, i muri sono crolla-ti da un po’, eppure... Incredi-bili, vitali, magnifiche. Raccon-tano la loro storia, che sa di Est.Col favore del vento creiamo lamescolanza e La Parola Padresi fa da solo, senza spinte, connaturalezza». Tutte hanno deiconti in sospeso con la propriapatria e con il proprio padre.

Il Settimo di Torino. Ora, for-se, direte «ah, il Settimo, cer-

to». Vacis lo condusse per de-cenni attraverso le nebbie ita-liane finché fu risucchiato dal-lo Stabile, dopo vent’anni digloria. Mutano le stagioni, mail marchio è pressoché lo stes-so. Adesso il regista dirige i Tea-tri Reggio Emilia. «Abbiamo iconti buoni e questo è impor-tante. Riesci a respirare e a pro-grammare». Nessuno è Nostra-damus, però qualcuno ha losguardo più lungo. «Si puòcambiare ancora e per dare alfuturo un’immagine solida cre-

do sia necessario ascoltare chiti sta ascoltando, ovvero racco-gliere i sentimenti della gente,trasformandoli in un gesto po-tente, qual è quello del teatro.Tempo fa ho lavorato a Gerusa-lemme con i ragazzi palestine-si e prima ancora con i disabili.E si formano drammaturgiespontanee, le più facili da in-dossare».

Aggiunge: «La cura della per-sona, ecco. Come fosse unoscambio alla pari. Tu parli di te,del tuo mondo, che poi corri-

sponde a tantissimi altri mon-di simili e c’è un reale subbu-glio di emozioni comuni. È lavita».

Non è questo un Paese adat-to ai temerari. È una cammina-ta dritta e in compagnia sottola tettoia, vuoi mai che piova.Osare non conviene. «Nel Due-mila c’era più margine, stimo-lava fare un passo oltre il con-sentito. Adesso siamo fermi,l’Italia è ferma, si spera di noninciampare ancora. E chi è ilpazzo che esce dalla fila?».

Galleggiamo come la Con-cordia. Per miracolo. «Anzi,oscuriamo la bellezza, poten-dolo fare. Sulla prima pagina diun quotidiano stamattina risal-tava la faccenda Alitalia. O l’ac-cordo o 15 mila a casa. Dentro,in piccolo, gli aumenti di sti-pendio ai dipendenti della Fer-rero. Vede, la notizia vera è laseconda, l’uomo che morde ilcane, per capirci. I successi,evidentemente, è meglio na-sconderli».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

- Alle 20. Stefano Bollani ha scelto proprio Mittelfest perdebuttare in veste di attore e autore teatrale in primaassoluta con “La Regina Dada” al Teatro Ristori. Un ineditoattraversamento dell'universo dada, scritto assiemeall’attrice protagonista Valentina Cenni, raccontato da unaregina di fiaba che si inoltra nel bosco delle avanguardieculturali, con un panorama sonoro creato da FrancescoGiomi, i robot di Matteo Suzzi, le musiche di Bollani, lagrazie e la fisicità di Valentina Cenni. Valentina Cenni eStefano Bollani saluteranno il pubblico e la stampapresenti al festival in un incontro-aperitivo in programmasempre oggi alle 12.45 al Caffè San Marco di Cividale .- “Pearl”, alle 22.30 al Giovanni da UdineCostumi mozzafiato, la musica barocca che evocaatmosfere di splendore cariche di seduzione per unospettacolo di danza indimenticabile, affiancato dalvirtuosismo live dell'Ensemble Combattimento ConsortAmesterdam sono gli ingredienti di “Pearl”, lo spettacolofirmato dal coreografo Ed Wubbe che dirige, dal 1992, unadelle più antiche e longeve compagnie di balletto loScapino Ballet di Rotterdam fondata nel 1945. Servizi bus

navetta da e per Cividale.- Alle 11.30. L'Ensemble diAmesterdam punta di diamante nelpanorama internazionale per le sueesecuzioni di autori del periodobarocco affascinerà ancora ilpubblico in un concerto “speciale”nella Chiesa di Santa Maria deiBattuti con un repertorio chespazia da Vivaldi a Biber, Porpora,Marini e van Wassenaer.- Alle 18. Il teatro di Gabriele Vacis,uno degli autori più apprezzati delpanorama culturale italiano, andràin scena alla Chiesa di SanFrancesco con “La parola padre”.Sul palco sei giovani donne, treitaliane, una polacca, una bulgara euna macedone che si incontrano inuno dei tanti ideali crocevia del

presente e iniziano a raccontarsi. Tutte hanno un conto insospeso con la loro patria, ma sopratutto con il loro padre.Una storia vera che racconta la vita di sei giovani attriciselezionate durante i seminari nell'Europa dell'Est deiCantieri Teatrali Koreja che, con il Teatro Stabiled'Innovazione del Salento, hanno prodotto lo spettacolo.- Alle 21. Ancora musica con il giovane duo composto daCarmen Anastasio e Dragana Gajic allieve delConservatorio Tartini di Trieste che nel concerto“L'impressione suprema” (Sala San Francesco)proporranno musiche di Tartini, Schubert e Franck.- Alle 23.50. A chiudere la 23ma edizione di Mittelfest (a SanFrancesco) il grande cinema d'autore con la proiezione delfilm con Charlie Chaplin “Shoulders arms” accompagnatodalla colonna sonora originale un progetto di Mittelfest2014 a cura di Roberto Calabretto e l'Università degli Studidi Udine. L’orario di proiezione, ore 23.50, non è casuale,perché proprio il 28 luglio di 100 anni fa esatti, scoppiavala prima guerra mondiale..

il programma: ultimo giorno

Il regista Gabriele Vacis e, sotto, una scena del suo “La ParolaPadre”, oggi alle 18 in San Francesco; a fianco, un quadro di“Pearl” l’attesissimo balletto di stasera, alle 22.30 al Nuovofestival»mittelfest 23

Markus Stockhausen e Tara Bouman, l’altra sera al Mittelfest. Loroscelgono i brani da suonare in base all’acustica della sala (Phocus Agency)

� CIVIDALE

Le pagine sono quelle dell’Alci-na e del Rinaldo, opere liricheispirate all’epica cavalleresca;le melodie raccontano lo stessogenere, e portano la firma diGeorg Friedrich Händel: viag-gio nella suggestione di terre eatmosfere remote e fiabesche,dunque, Le maghe e l'isola me-ravigliosa, spettacolo di musi-ca, appunto, e testi vincitore -lo scorso anno - del prestigiosoHändel Festival e proposto aMittelfest, ieri sera, in prima na-zionale.

Sul palco della chiesa di SanFrancesco il giovane (per etàdei componenti) ma qualifica-tissimo ensemble “CafebaumBanda Barocca”, gruppo - a ma-trice internazionale - compo-sto da pluripremiati talenti, eun noto, apprezzato attore dicasa nostra, Vanni De Lucia,perfetto nel ruolo di trovatore.«È partito tutto da un concor-so», racconta il protagonista.La genesi del lavoro riporta, in-fatti, al concorso sopra citato:«Il tema era la produzioneorientaleggiante del grandecompositore tedesco. Il bandorichiedeva una commistionefra suoni e parole. Serviva, in-somma, una voce recitante: ilCafebaum ha chiesto la mia col-laborazione e io... ho accoltoimmediatamente l’invito, conpiacere. Ed è stata, per me, unascoperta: mi sono reso contoche calzare i panni del canta-storie mi era particolarmente

congeniale. Qualcosa che, evi-dentemente, covava nel mioDna artistico... E la ragione, ov-viamente, c'è: quand'ero bam-bino mio padre, napoletano,mi intratteneva con racconti lecui radici affondavano proprionel filone cavalleresco». Mora-le: dal sodalizio musical-nar-rante è uscita una produzionedegna, «per originalità» (ai bra-ni di Händel si accosta un ca-meo di rottura: la contempora-nea, minimalista, proposta so-nora di John Cage), del gradinopiù alto del podio. Più che op-portuno, così, il suo inserimen-to nel palinsesto del festival ci-vidalese. «Uno spettacolo -commenta De Lucia - dal respi-ro europeo, in senso profondo:in tale dimensione, però, si co-glie netto, immediato, l'influs-so italiano sulla cultura del vec-chio mondo». Internazionalitàdi contenuti e di echi, certo, mapure di volti, quelli degli stru-mentisti (accompagnati dallasoprano Francesca Aspromon-te): «In buona parte rubati alnostro Paese, dove la sopravvi-venza - per chi vuole camparedi arte - è ormai quasi impossi-bile. Costretti a migrare all'este-ro, per potersi esprimere. Delresto - conclude De Lucia - chicalca i palcoscenici è come unpilota di voli intercontinentali:per crescere non si può prescin-dere dal viaggio». E un tanto cista. Peccato sia, troppo spesso,processo forzato, ineluttabile.

Lucia Aviani©RIPRODUZIONE RISERVATA

VanniDe Lucia: «Amio agionel ruolodi cantastorie»L’attore friulano ha debuttato ieri ne “Le maghe e l’isola meravigliosa”«L’artista è spesso costretto a migrare all’estero per potersi esprimere»

De Lucia è il “trovatore” dello spettacolo del Cafebaum Banda Barocca

DOMENICA 27 LUGLIO 2014 MESSAGGERO VENETO Messaggero Estate 37

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Ledonne e il Friuli anticocon le parole diNavarons

CIVIDALE - Stefano Bollaniha scelto proprio Mittelfestper debuttare in veste di atto-re e autore teatrale in primaassoluta con “La regina Da-da” al Teatro Ristori, stasera(ore 20), giorno conclusivodella 23. edizione del Festi-val. Un inedito attraversa-mento dell'universo dada,scritto assieme all’attrice pro-tagonista Valentina Cenni,raccontato da una regina difiaba che si inoltra nel boscodelle avanguardie culturali,con un panorama sonoro crea-to da Francesco Giomi, i ro-bot di MatteoSuzzi, le musi-che di Bollani,la fisicità dellaCenni. ReginaDada attraversaun viaggio dialo-gando con i suoi“fantasmi”, chesimanifestano come voci, suo-ni, animali fantastici.Sempre stasera, ma a Udi-

ne, con costumi mozzafiato,musica barocca che evocaatmosfere cariche di seduzio-ne, si terrà lo spettacolo didanza “Pearl”, firmato dalcoreografo Ed Wubbe, chedirige sin dal 1992 una dellepiù antiche e longeve compa-gnie di balletto: lo Scapino

Ballet di Amsterdam fondatanel 1945. Lo spettacolo siterrà (22.30) al Giovanni daUdine a causa delle condizio-ni meteo (servizi bus navettada e per Cividale. Il teatro diGabriele Vacis, uno degli au-tori più apprezzati del panora-ma culturale italiano, andràinvece in scena nella Chiesadi San Francesco (alle 18)con “La parola padre”. Sul

palco sei giovani donne, treitaliane, una polacca, una bul-gara e una macedone che siincontrano in uno dei tantiideali crocevia del presente einiziano a raccontarsi. Tuttehanno un conto in sospesocon la loro patria, ma sopra-tutto con il loro padre. Unastoria vera che racconta lavita di sei giovani attrici sele-zionate durante i seminari

nell'Europa dell'Est dei Can-tieri Teatrali Koreja che, conil Teatro Stabile d'Innovazio-ne del Salento, hanno prodot-to lo spettacolo. In chiusura,alle 23.50, al chiostro, il gran-de cinema d'autore con laproiezione del film con Char-lie Chaplin “Shoulders arms”accompagnato dalla colonnasonora originale in un proget-to di Roberto Calabretto.

CIVIDALE

Debuttain teatro

con "La reginadi Dada"

Bollani, "prima"da attore

PONTEBBA - Ancora un appuntamento all’insegnadell’originalità con Carniarmonie. Oggi, alle 20.45 alTeatro Italia di Pontebba, 2˚ Saxophone Festival(organizzato dalla Banda di Pontebba con il ComuneeAlex Sebastianutto) per proporre il nuovo lavoro diValter Sivilotti fal titolo FumettoMusica che vedràsul palco ilMac Saxophone Quartet (Stefano Pecci alsax soprano, Luis Lanzarini al contralto, AlexSebastianutto al sax tenore e Valentino Funaro alsax baritono) e la voce eclettica di Luisa Cottifogli.

A PONTEBBAIl Saxophone di Carniarmonie

TRIESTE - Il Teatro Rossetti accoglie RobertoBolle che stasera, alle 21, lo applaudirà per laquarta volta. In scena una nuova e attesissimaedizione del Roberto Bolle and Friends, eventodella stagione estiva che si annuncia, comesempre, raffinato e accuratissimo: Bolle firmapersonalmente il programma della serata esceglie gli “amici” da coinvolgere, tutti impegna-ti come lui ad altissimo livello e uniti nell’intentodi portare in scena danza eccellente.

UDINE - La grande musica internazionale torna aUdine con una serata fra le più attese dell’estate.Oggi in Castello due le star internazionali a saliresul palco: George Ezra, nuova promessa mondialedella musica pop rock e i Bastille, band alternati-ve rock diventata in due anni una delle realtà piùinfluenti della scena globale. I biglietti per lospettacolo (alle 20:15 inizio George Ezra; alle21:45 Bastille) sono ancora disponibili e lo saran-no anche alla cassa domenica, a partire dalle 18.

A UDINEI Bastille salgono in Castello

A TRIESTEIl Rossetti balla con Bolle

A VARMO

Undiariodi guerrachediventasolidarietà

CULTURA&SPETTACOLI

CIVIDALE - Il passato senza lanostalgia, ma come linfa pervivere il presente. Questo si puòconsiderare il manifesto poeticodi Novella Cantarutti, che con lasua lingua, il friulano di Nava-rons, ha raccontato un mondoaspro senza sentimentalismi. Suquel solco e con intenzioni moltosimili si inserisce lo spettacoloTrê Zovinì, che ha debuttato aMittelfest venerdì sera nel chio-stro di San Francesco per laregia di Massimo Somaglino.Partendo dall'opera della gran-de poetessa e come ideale prose-cuzione dell'esperienza di Siu-ms (progetto a episodi ideato ediretto nel 2012 da GigiDall'Aglio) Carlo Tolazzi e Mas-simo Somaglino hanno scritto

un buon testo, che ha la struttu-ra frammentaria di una raccoltapoetica, con quadri autonomiche dialogano attraverso le sug-gestioni offerte, in un alternarsidi slancio lirico e di umorepopolare. Sul palco Chiara Bene-detti, Sara Rainis e Aida Tallien-te, affiatate e molto convincenti,riescono a cambiare pelle conti-nuamente rappresentando unFriuli antico ed esclusivamentefemminile, dove i morti parlano,le mestruazioni sono un tabù, legerle pesano e spezzano la schie-na, i rimpianti prevalgono suirimorsi. A disposizione hannopochi oggetti, ma usati spesso inmodo interessante: un esempiosono i sassi, essenza di una terradura, che dentro una valigia

possono diventare il suono delmare e di un desiderio inappaga-to. Hanno soprattutto a disposi-zione le parole preziose dellapoetessa, che compaiono tradot-te sullo sfondo nero e che vengo-no restituite anche attraverso ilcanto, come nel caso di Sora imacs da lì stelis', musicata daClaudia Grimaz. Le tre attriciemozionano in particolare quan-do intonano le villotte, che assu-mono nuovo colore attraverso le

loro voci giovani, e dimostranodi padroneggiare i frequenti sal-ti dal registro drammatico aquello comico. Lo spettacolo per-de smalto verso la fine, con ilpassaggio alla lingua italiana econ la volata a tappe forzate cheporta al presente e alla crisi,nell'urgenza di incarnare il ma-nifesto poetico della Cantarutti,ma con l'ansia di spiegare anzi-ché raccontare.

Chiara Lenarduzzi

VARMO - L’ufficialeMa-rio Muccini visse la guerrafino in fondo come pochialtri: combattè sul San Mi-chele, sul Pal Piccolo, sulMrzli Vrh. E alla fine dellaguerra lasciò un diario tra ipochi a parlare in presadiretta di episodi come lafucilazione degli alpini diCercivento. A curarne lariedizione (finalmente in-censurata) è lo storico Ser-gio Spagnolo che con l’asso-ciazione Cimeetrincee haridato alle stampe il libroche sarà presentato stase-ra, alle 20.30, nella Chiesadi Santa Radegonda di Ma-drisio di Varmo, con leletture di Loreta Zuccolo.“Ed ora andiamo! Il roman-zo di uno scalcinato” è iltitolo dell’opera che in ac-cordo con la figlia di MarioMuccini, Annamaria, chevive a Firenze e con molteassociazioni culturali e isti-tuzioni italiane e slovene,si è scelto di legare a un’ini-ziativa benefica senza sco-po di lucro: una raccolta difondi da destinare ai lavoridi recupero della chiesettadi un ex cimitero militareitaliano a Plave, sulle rivedell’Isonzo. Un pregevolemanufatto, costruito dai sol-dati italiani della brigataFirenze nel 1916, che con-serva al suo interno nume-rose epigrafi e lapidi posi-zionate dai costruttori e daiparenti dei caduti. Nel cimi-tero erano sepolti 3546 ca-duti che sono stati riesuma-ti nel 1938 per essere poitraslati nel Sacrario diOsla-via. Il libro sarà offerto inomaggio a chi contribuiràcon un’offerta minima "Prochiesa di S. Luigi". Si trattadella prima iniziativa tran-sfrontaliera di questo tipo,che non solo vuol preserva-re la memoria ma persinoricostruirla.

Walter Tomada© riproduzione riservata

TRE ZOVINILe attricisulpalcoscenicoal Mittelfest(FotoLucad’Agostino)

IN SCENAStefano Bollani con

Valentina Cenni in "Laregina di Dada" di cui il

musicista è autore e attore.La prima andrà in scena

stasera al Ristori di Cividale(Foto Luca D’Agostino)

XXII PN Domenica 27 luglio 2014

2014

Data: 27 luglio 2014

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MITTELFEST - Pogovor z umetniškim vodjem festivala Francom Calabrettom

Festival mora okrepiti svojospecifično mednarodno vlogo

Letošnji Mittelfest še danes vabiv Čedad z raznolikim programom: pri-čel se bo dopoldne s koncertom pri-znanih nizozemskih strokovnjakov zastaro glasbo Combattimento Consort,ki bodo zvečer poskrbeli za glasbenokuliso v živo ob sugestivnih baročnihimpresijah koreografije ansambla Sca-pino, Pearl. V gledališki spored veče-ra sta vključena mednarodni projektBeseda Oče režiserja Gabrieleja Vaci-sa in premiera predstave Kraljica Da-da Stefana Bollanija ter ValentineCenni. Tržaški konservatorij bo po-nudil večerni koncert, zadnjo besedopa bo imel film s predvajanjem Cha-plinovega Shoulder Arms. Ob sko-rajšnjem koncu festivala je za novegaumetniškega vodjo Franca Calabrettačas za obračun.

Katere so bile vaše prednosti obimenovanju?

Imenovali so me marca letos, za-to nisem imel veliko časa, da bi lahkov celoti uveljavil svoje zamisli. Sevedaje naloga zame predstavljala velik iz-ziv in sem bil zelo počaščen, da so meizbrali za vodenje tako pomembnega,pravzaprav zgodovinskega festivala.

Mittelfest mora po mojem mne-nju okrepiti tri glavne aspekte: odnosz mestom, vidnost na italijanski sceniin partnerstva z evropskimi festivali.Mesto Čedad se je oddaljilo od festi-vala, zato mora ponovno dobiti zau-panje v njegovo koristno vlogo. Tudisodelovanje z drugimi, tudi večjimi ita-lijanskimi festivali, lahko ovrednotispecifično mednarodno naravo Mit-telfesta, predvsem v odnosu do vzhod-ne Evrope, na širšem področju pa ima-mo v načrtu vključitev v mrežo ev-ropskih festivalov.

Kaj za vas pomeni ohranjatiustanovno poslanstvo festivala sred-nje-vzhodnih evropskih umetniškihizrazov? Katere so meje nove Evro-pe Mittelfesta?

Sredi evropskih volitev sem si po-stavil to vprašanje, ko je na poseben

način prišlo do izraza nezadovoljstvodo koncepta Evrope »velikih«, ki po-tiskajo ob rob »male«. Ideal Evrope, kipodpira, povezuje, zbližuje, se je osre-dotočil na skupno valuto, temu pa nisledila enako učinkovita kulturna inpolitična strategija. Evropa se je radi-kalno spremenila in ni enotna, temvečpolna nezaupanja predvsem do mo-čnejših držav. Opazovalnica Mittelfe-sta evidentira to krizo in nelagodjepredvsem na dramskem področju.Predstavi Frljića in Buljana sta nam po-nudili prikaz fizičnega gledališča, odra-za trpljenja, ki ga težko razume nekdo,ki je bratomorno vojno spoznal le izčasnikov in televizije. Taki režiserji nasučijo, kako moramo gledati na našoskupno bodočnost.

Gledalcem ste ponudili letosZnamenja lepote, časa, vzhoda, ka-tera pa so bila znamenja in usmeri-tve, ki vam jih je posredovala publi-

ka s svojim odzivom in izbirami?Odziv je bil zelo spodbuden.

Dramsko gledališče je seveda sproži-lo najbolj ekstremne reakcije, ker posvoji naravi vzbuja najbolj epidermičnačustva. Festival pa mora ponuditi tu-di take izzive. Na plesnem področju biizpostavil predstavo čeških bratov Bu-beniček, ki sta doživela ovacije. Ko semsi zamislil »znamenja lepote«, semimel v mislih ravno tisti ideal sodob-nega plesa, ki hrepeni po poeziji giba.Na koncertnem področju sem zelo za-dovoljen: omenil bi vsaj prisotnost So-fije Gubajduline, glasnice našega časain protagonistke preteklega, ki je spos-obna združevati geometrijo in misti-ko v sporočilno pripoved, kar je zeloredko na današnji sodobni glasbenisceni.

Navdušil me je tudi odziv Čeda-da, ki je na poseben način prišel do iz-raza v nedeljskem programu, ko je lu-

tkovna predstava privabila družine inje okrog petsto ljudi sledilo po mestnihulicah plesalkam Arearea, nakar so vsiobčudovali navpični ples po zidovihtrga Julija Cezarja. Želim razvijati ta-ke pobude, s katerimi mesto zaživi kotnaravno prizorišče.

Katera je bodočnost lutkovne-ga gledališča v okviru Mittelfesta?

Lutkovno gledališče je bilo v mo-jih mislih, še preden me je župan se-znanil s pomembnim projektom zaovrednotenje Podreccove dediščine, kijo hrani mesto Čedad. Mesto Podrec-ce se mora povezati z drugimi med-narodnimi centri lutkovne umetnostiz gostovanjem velikih predstav in ma-lih čarobnih trenutkov, ki neposrednoin od blizu nagovarjajo družine. Imamže v načrtu specifične projekte, ki jihbomo uresničili na naslednjih dveh iz-vedbah Mittelfesta.

Rossana Paliaga

Umetniški vodjaFranco Calabretto

na »sceni«letošnjegaMittelfesta

ŽENSKE PROTI NASILJU - Predstava v okviru Tržaškega poletja

Zgodbe žensk zaživele na odruNastale so na tečajih kreativnega pisanja Goapa, predelala in izvedla jih je gledališka skupina Orsa Minore

Pripovedovala vam bom zgodbo,ki ni ne lepa ne grda. Je pa resnična.Doživeta in zapisana. In končno še naoder postavljena. Gledališka pripoved,prepletena z italijanskimi ljudskimi indelavskimi pesmimi, se začenja prav zuvodnimi besedami. Zaživele so v če-trtek (24. julija) na tržaškem Hortiso-vem trgu, in sicer v okviru Tržaškegapoletja, ki ga prireja občinska uprava.

To je zadnje, uspešno poglavjezgodbe, ki se začenja veliko prej. V za-točišču za ženske, ki ga v Trstu upra-vlja Goap. Zapiši in se boš bolje poču-tila; zapiši in tudi druge-drugi bodo ve-deli, da se je iz obroča nasilja mogočeizviti; zapiši in tvoji otroci bodo vede-li, kaj se je zgodilo v vaši družini. To sobila glavna izhodišča pobude Rinarra-te (Pripovedujte še enkrat, v približnemprevodu), ki je predvidevala tečajekreativnega pisanja. S pomočjo dežel-ne uprave FJK so izvedli dva in tudi ve-čer Sebben che siamo donne... (gre zazačetni verz znane italijanske pesmi ouporu žensk, ki se združujejo v ligo) jeneposredno vezan na zapise žensk,udeleženk tečajev. Na četrtkovem ve-čeru je bilo tudi povedano, da bodo

ženske zgodbe postale še film, kratko-metražni. In tako bo pisana beseda pogledališkem odru zaživela tudi na plat-nu. Nedvomno vsi, ki delajo (prosto-voljno) v okviru teh projektov, zasluži-jo pohvalo in podporo. Tudi glede nadejstvo, da je za tovrstne pobude vsemanj javnega denarja. Pomen teh pro-jektov je na četrtkovem večeru izpo-stavila tudi tržaška podžupanja Fabia-

na Martini.Gledališko-glasbeno predstavo

Sebben che siamo donne... (Čeprav smoženske …) je oblikovala in izvedla sku-pina Orsa Minore, ki jo sestavljajoAdriana Giacchetti, Chiara Minca inDaniela Gattorno. Predelale in povezaleso zgodbe žensk, ki so doživele fizičnoin psihično nasilje ter so se mu uprle.Z vsebinskega vidika so si bile zgodbe

podobne: mlade ženske so se zaljubile,želele so si ustvariti družino, dobile sootroke, v tem času pa so se njihove sa-nje o srečnem življenju dramatično se-sule. V ospredju je bila njihova skrb zaotroke, kajti velikokrat se je partnerznašal tudi nad njimi. In prav v strahuza njihovo življenje in dobro počutje seje porodil pogum, da so prijavile nasil-nega moža-očeta ter zase in otroke po-iskale pomoč. Kot izhaja iz zgodb, so letako našle mir in svoje dostojanstvo. Potseveda ni bila tako kratka in lahka, kotizhaja iz odkritosrčnih zapisov. Priča-jo pa o možnosti izhoda, o srečnem za-ključku zgodb, ki se znajdejo v medi-jih predvsem, če že ne izključno, ko jeizid dramatičen.

Tri interpretke na odru so pripo-vedovale, predvsem pa pele. Gre na-mreč za odlične pevke, ki so med zgod-bami izvedle vrsto lepih ljudskih in s so-cialno noto zaznamovanih pesmi. Za-čele so z nežno serenado, zaključile paz borbeno Sebben che siamo donne...;ne z izvirno, temveč inačico s spreme-njenim tekstom. Pele so o ženskah, kinočejo več prenašati nasilja.

Breda Pahor

STUDIO TOMMASEO

Natečajza mladeSqueeze it

V sklopu pobud, ki beležijo štiri-desetletnico delovanja galerije StudioTommaseo v Trstu, je tudi razčlenjeninačrt Squeeze it. V duhu smernic, kijih je že leta 1974, ko je galerijo usta-novil, začrtal Franco Jesorun, je nate-čaj namenjen mladim, ustvarjalnosti narazličnih področjih in vpleta poleg li-kovne umetnosti še gledališko tersplet. Za cilj si je zadal povezovanje namednarodnem prizorišču. Jesorun, ka-teremu je natečaj posvečen, je dolgo-ročno uvidel pomen sodelovanja namednarodni ravni. S časom je prostorgalerije postal pomembna referenčnatočka za sodobno likovno umetnost.

Razpis natečaja upošteva specifi-ko obdobja, ko je sredstev veliko manj,zato za udeležbo ni predvidena vpis-nina. Namenjen je mladim izpod tri-desetega leta, ker je zaradi generacij-skega preskoka mladim vse težje pri-dobiti prepoznavnost, še bolj je to opa-zno na področju umetnosti. Tretji innezanemarljiv vidik je vezan na vzponnovih tehnologij. Splet s hitrimi kora-ki prinaša val sprememb, ki se odsevajotudi in predvsem na družbeni ravni vvse bolj razvejani mreži stikov, ki po-leg hitrega pretoka informacij prina-šajo nove možnosti navezovanja stikov.

Kriza pogosto prinese nove ide-je in razcvet ustvarjalnosti. Emblema-tični naslov skupaj z logotipom raz-nobarvne krave vabi, naj čim več iz-tisnemo iz dane situacije. Razpis, ki jeobjavljen na spletni strani galerijewww.triestecontemporanea.it, pred-videva predstavitev izvirnega idejneganačrta za performanse, ki vpletajo li-kovno, gledališko umetnost in novemedije ter se bo odvijal v prostoru šti-rih kubičnih metrov in trajal 16 minut.Finalisti bodo prejeli sredstva za ures-ničitev performansa in bodo lahko sle-dili delavnici, kjer bodo lahko poglo-bili tematike natečaja s pomočjob uve-ljavljenih profesionalcev. Zmagovalecnagrade Franco Jesorun pa bo lahkosodeloval s priznanim umetnikom prirealizaciji profesionalnega videa. Na-grado Squeeze it pa bo prejel videoklip, ki bo na spletni strani pridobil naj-več glasov. Rok za oddajo prispevkovje 16. september.

Jasna Merku

DO 30. JULIJA

Začel se je17. MotovunFilm festival

V istrskem Motovunu se jevčeraj začel 17. Motovun Film Fe-stival. Festival je uvedla projekcija fil-ma Zadnji rez madžarskega režiser-ja Györgyja Palfija, do 30. julija pa boponudil več kot 100 filmov. Na spo-redu bo tudi celovečerni prvenec re-žiserja Ivana Ikića Barbari, ki je na-stal v srbsko-črnogorsko-slovenskikoprodukciji.

V glavnem programu se bo zanagrado propeler Motovuna pote-govalo 21 filmov. Poleg koproduk-cijske drame z veliko črnega humorjain nasilja Barbari, ki na meji medfilmskim in dokumentarnim pripo-veduje o sodobni Srbiji, bodo mednjimi grško-nemško-ciprski celove-čerec Stratos režiserja Yannisa Eco-nomidesa, nemški film Žena polici-sta režiserja Philipa Gröninga inukrajinski film Pleme režiserja My-roslava Slaboshpytshiya.

Za več ko pol stoletja ukvarja-nja s filmsko umetnostjo bodo orga-nizatorji posebej nagradili Arsena De-dića, enega izmed najpomembnejšihhrvaških skladateljev filmske glasbe.

KU LTURANedelja, 27. julija 20148

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Data: 27 luglio 2014

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9/8/2014 Mittelfest, chiusura con Bollani e lo Strindberg di Ronconi |

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Una scena di “Danza Macabra” per la regia di Ronconi

Mittelfest, chiusura con Bollani e loStrindberg di Ronconi

E siamo così arrivati all’ultimo reportagedel nostro inviato al Mittelfest di Cividale,Claudio FacchinelliCividale, 27luglio 2014– Mettiamoinsieme unensemblebarocco, unguittovagabondo, icunti,Haendel, unpizzico diJohn Cage: ovien fuori unarobaindigeribile, oun inattesogodimento.Con Lemaghe el’isola meravigliosa, visto ieri, sabato, si è verificato il secondocaso: la ricetta messa insieme da Vanni De Lucia e dal CafebaumBanda Barocca funziona e diverte. E il recensore annota coninteresse la postura del violino barocco, appoggiatomorbidamente sulla spalla; il violoncello stretto fra le gambe,senza puntale; la maliziosa presenza scenica – oltre alla qualitàvocale – del soprano; l’incursione sonora di Cage; i disegni diimpronta naïf di Massimilano Gosparini; buon ultimo, il porgereaccattivante, popolaresco di Vanni, in marsina, stivali e camiciarossa, che racconta in ottava rima le avventure di Rinaldo e dellamaga Alcina.Anche quest’anno la collaborazione col Festival dei Due Mondi ha9/8/2014 Mittelfest, chiusura con Bollani e lo Strindberg di Ronconi |

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consentito la prestigiosa ospitalità di una regia di Ronconi, Danzamacabra, presentata a Spoleto alla fine dello scorso mese digiugno. Non è questa la sede per una seria disamina critica dellospettacolo. Mi limito a rilevare l’ottima qualità degli interpreti(Adriana Asti, Giorgio Ferrara, Giovanni Crippa); il fascinofunereo della scenografia, con letti che sembrano catafalchi; ilvezzo ronconiano del mobilio che scorre sul palcoscenico. In più,una lettura registica del testo di Strindberg (nello stesso anno, il1900, Čechov stava scrivendo Tre sorelle) che lo trasforma in unagrottesca storia di vampiri.Alma_ Ata, ultimo spettacolo della giornata, si presenta comel’esito di una ricerca, seria quanto ambiziosa. Tommaso Monza,che l’ha condotta, ha poco più di trent’anni, e una formazione discultore, prima che di danzatore. L’idea portante del suo progetto,denominato ROD (una radice russa, род, presente in parole quali:genitore, родитель; nascere, родиться; patria, родина), consistenell’instaurare un rapporto di reciproca collaborazione artistica econoscenza con un paese, il Kazachstan, del quale Alma-Ata è statala capitale, tanto esteso (quasi un terzo dell’Europa) quanto pococonosciuto; ma anche nell’innervare la danza moderna con latradizione culturale di un popolo che, fino a non molto tempo fa,era sostanzialmente nomade, e la sua comunicazione creativa eraaffidata principalmente all’espressione corporea. Obiettivigenerosi, di ampio respiro, da considerare con rispetto, ancorché,al momento, lontani da una compiuta realizzazione. Da notarsi lasuggestiva presenza in scena del talentoso musicista kazacho YedilKhusseinov (il suo nome – mi spiega – si dovrebbe tradurre initaliano con “Attila”). Occhi a mandorla, baffi alla calmucca, conindosso un costume della sua terra, Yedil accompagna l’azionecoreutica suonando la musica, di cui è autore, su strumentitradizionali di legno: flauti, altri simili a una cetra, unoscacciapensieri, un’ocarina.Oggi, domenica, l’ultima giornata di Mittelfest si apre con ladeliziosa esibizione dell’ensemble Combattimento Amsterdamintitolata “Barocco, ultimo stile d’Europa”: brani di squisitafattura di autori italiani e stranieri, alcuni poco conosciuti eppur digrande talento, come il dilettante olandese Unico Willem vanWassenaer, che sembra riecheggiare il nostro Vivaldi. Mal’attenzione del pubblico è attratta inevitabilmente dalla fascinosa,monumentale, inconsueto chitarrone, mezzo chitarra e mezzoarpa, con funzione di basso continuo, sistemato in proscenio, difianco al clavicembalo.Con “La parola padre”, scritto e diretto da Gabriele Vacis, si tornaal tema del conflitto generazionale, qui nel rapporto fra padre efiglia, in una prospettiva di respiro europeo, sottolineata dalsottotitolo, che traduce “padre” in tre diversi idiomi: “ojcec, tatko,баща”. Lo spettacolo si fa apprezzare per l’originalità delladrammaturgia, che affida la funzione narrativa a una pluralità divoci, di lingue, di tecniche espressive. Sei attrici – tre italiane, unabulgara, una macedone una polacca – raccontano frammenti dellaloro vita, il rapporto col padre, spesso conflittuale, ma anche con

31/7/2014 Mittelfest, il teatro incontra la poesia |

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Mittelfest, il teatro incontra la poesia

Quarto appuntamento con il Mittelfest ed il“diario di bordo” del nostro inviato ClaudioFacchinelli

Cividale, 25Luglio 2014– Con “Mentrele granatecantavanoorribilmente”(nella foto)visto ieri,mercoledì, le

voci dalla trincea erano quelle dei poeti che alla Grande Guerraavevano partecipato: giovani come Giuseppe Ungaretti, ClementeRebora, un D’Annunzio spoglio di retorica; ma anche Georg Trakl,Guillame Apollinaire, Wilfred Owen, morto a venticinque anni apochi giorni dell’armistizio, i cui versi Benjamin Britten avrebbeinserito nel suo monumentale War Requiem. Un recital letterarioin uno spazio nudo, al quale tuttavia il sobrio, efficace porgere diEmanuele Carucci Viterbi riusciva a dare rilevanza teatrale conlunghi, silenziosi sguardi che si posavano su una sedia vuota eilluminata, in fondo al palco: inquietante simbolo di assenza, dimorte.Di tutt’altro segno “Treno fermo a-Katzelmacher”, di CompagnianO (Dance first, Think later). Il titolo è mutuato da un film diFassbinder del ’69, ove il termine (letteralmente “fabbricante dimestoli”) è l’appellativo sprezzante attribuito agli immigrati,spesso italiani, greci, turchi. Il giovane gruppo riprende,rovesciandole, le tematiche del film: l’immigrato qui è un tedesco,approdato in un non meglio identificato paese del sud d’Italia; unnon luogo ove non succede mai nulla, dove la vita è un trenofermo, e la presenza di quel diverso coagula le più scontate, banalidinamiche comportamentali (la seduzione, l’attrazione, la gelosia,il risentimento, il disprezzo). Un microcosmo di umanità giovanileove domina una sorta di indolenza, di impotentia agendi (non

2014

Data: 27 luglio 2014

Pagina: 2 di 3

9/8/2014 Mittelfest, chiusura con Bollani e lo Strindberg di Ronconi |

http://corrierespettacolo.it/mittelfest-chiusura-con-bollani-e-lo-strindberg-di-ronconi/ 2/4

consentito la prestigiosa ospitalità di una regia di Ronconi, Danzamacabra, presentata a Spoleto alla fine dello scorso mese digiugno. Non è questa la sede per una seria disamina critica dellospettacolo. Mi limito a rilevare l’ottima qualità degli interpreti(Adriana Asti, Giorgio Ferrara, Giovanni Crippa); il fascinofunereo della scenografia, con letti che sembrano catafalchi; ilvezzo ronconiano del mobilio che scorre sul palcoscenico. In più,una lettura registica del testo di Strindberg (nello stesso anno, il1900, Čechov stava scrivendo Tre sorelle) che lo trasforma in unagrottesca storia di vampiri.Alma_ Ata, ultimo spettacolo della giornata, si presenta comel’esito di una ricerca, seria quanto ambiziosa. Tommaso Monza,che l’ha condotta, ha poco più di trent’anni, e una formazione discultore, prima che di danzatore. L’idea portante del suo progetto,denominato ROD (una radice russa, род, presente in parole quali:genitore, родитель; nascere, родиться; patria, родина), consistenell’instaurare un rapporto di reciproca collaborazione artistica econoscenza con un paese, il Kazachstan, del quale Alma-Ata è statala capitale, tanto esteso (quasi un terzo dell’Europa) quanto pococonosciuto; ma anche nell’innervare la danza moderna con latradizione culturale di un popolo che, fino a non molto tempo fa,era sostanzialmente nomade, e la sua comunicazione creativa eraaffidata principalmente all’espressione corporea. Obiettivigenerosi, di ampio respiro, da considerare con rispetto, ancorché,al momento, lontani da una compiuta realizzazione. Da notarsi lasuggestiva presenza in scena del talentoso musicista kazacho YedilKhusseinov (il suo nome – mi spiega – si dovrebbe tradurre initaliano con “Attila”). Occhi a mandorla, baffi alla calmucca, conindosso un costume della sua terra, Yedil accompagna l’azionecoreutica suonando la musica, di cui è autore, su strumentitradizionali di legno: flauti, altri simili a una cetra, unoscacciapensieri, un’ocarina.Oggi, domenica, l’ultima giornata di Mittelfest si apre con ladeliziosa esibizione dell’ensemble Combattimento Amsterdamintitolata “Barocco, ultimo stile d’Europa”: brani di squisitafattura di autori italiani e stranieri, alcuni poco conosciuti eppur digrande talento, come il dilettante olandese Unico Willem vanWassenaer, che sembra riecheggiare il nostro Vivaldi. Mal’attenzione del pubblico è attratta inevitabilmente dalla fascinosa,monumentale, inconsueto chitarrone, mezzo chitarra e mezzoarpa, con funzione di basso continuo, sistemato in proscenio, difianco al clavicembalo.Con “La parola padre”, scritto e diretto da Gabriele Vacis, si tornaal tema del conflitto generazionale, qui nel rapporto fra padre efiglia, in una prospettiva di respiro europeo, sottolineata dalsottotitolo, che traduce “padre” in tre diversi idiomi: “ojcec, tatko,баща”. Lo spettacolo si fa apprezzare per l’originalità delladrammaturgia, che affida la funzione narrativa a una pluralità divoci, di lingue, di tecniche espressive. Sei attrici – tre italiane, unabulgara, una macedone una polacca – raccontano frammenti dellaloro vita, il rapporto col padre, spesso conflittuale, ma anche con9/8/2014 Mittelfest, chiusura con Bollani e lo Strindberg di Ronconi |

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Stefano Bollani

Tito, col comunismo, con Alessandro il Macedone. Lo spettacolo èspigliato, ai limiti dell’ipercinetica: un muro fatto di bottiglioni diplastica viene distrutto, ricostruito e di nuovo abbattuto; leragazze si cambiano d’abito a vista; una viene cosparsa di un fangocosmetico; la bulgara, seduta al PC proietta dei video su un piccoloschermo, che ogni tanto abbandona per cantare, accompagnandosicon un harmonium portativo. Ma un pregio non secondario dellospettacolo sta nel suo sapore verità, certo dovuta ad una sapientedrammaturgia, ma anche al fatto che, in scena, vediamo ragazzeattraenti addirittura affascinanti, eppure normali, autentiche: ciòche di più lontano esiste dal personaggio della velina che,purtroppo, costituisce il modello estetico e comportamentale dilegioni di ragazzine, un messaggio etico da non sottovalutare.

StefanoBollani, ilgeniale pianistache il giornoprima, con“Piano solo”avevaentusiasmato ilfolto pubblicoaccorso alteatroGiovanni da

Udine con le sue funamboliche improvvisazioni, oggi siriproponeva con “La regina Dada”, da lui scritto e interpretatoassieme a Valentina Cenni. La ricchezza dell’apparato scenotecnicoe qualche idea non banale di regia non compensavano però lamodestia del testo, né la dignitosa ma non esaltante prestazioneattorale della Cenni. È quasi pleonastico riconoscere a questomusicista non convenzionale un indiscutibile, trascinante talentomusicale, ed anche un sua personale sapienza spettacolare – nonsolo le scarpe da ginnastica e la camicia fuori dai calzoni con cuiama esibirsi, ma un porgere musicale originale e accattivante –tuttavia lo spettacolo non funzionava: il riferimento al dadaismorimaneva pallido, incerto; e più d’uno, sconcertato e deluso, uscivadalla sala. Raccontano che quando il grande pianista IgnacyPaderewski, divenuto nel ’19 primo ministro della ricostruitaPolonia, aveva chiesto a un suo collaboratore cosa pensasse di unsuo discorso appena pronunciato, si sia sentito rispondere, condeferenza: “Maestro, la preferisco al pianoforte”.A mezzanotte, il tema della Grande Guerra ricompare per l’ultimavolta, affidato a un film di Charlie Caplin del ’18, “Shoulder Arms”.La vita di trincea, il fango, l’irrazionale logica della guerra vengonodeclinate con l’umorismo del soldatino Charlot, in quel registrostralunato ed onirico a lui caro (anni dopo, anche l’irresistibilesatira su Hitler de “Il grande dittatore” sarà affidata a una sorta disogno), e chiude in leggerezza una celebrazione dovuta, ma nonindolore.

31/7/2014 Mittelfest, il teatro incontra la poesia |

http://corrierespettacolo.it/mittelfest-il-teatro-incontra-la-poesia/ 1/3

Mittelfest, il teatro incontra la poesia

Quarto appuntamento con il Mittelfest ed il“diario di bordo” del nostro inviato ClaudioFacchinelli

Cividale, 25Luglio 2014– Con “Mentrele granatecantavanoorribilmente”(nella foto)visto ieri,mercoledì, le

voci dalla trincea erano quelle dei poeti che alla Grande Guerraavevano partecipato: giovani come Giuseppe Ungaretti, ClementeRebora, un D’Annunzio spoglio di retorica; ma anche Georg Trakl,Guillame Apollinaire, Wilfred Owen, morto a venticinque anni apochi giorni dell’armistizio, i cui versi Benjamin Britten avrebbeinserito nel suo monumentale War Requiem. Un recital letterarioin uno spazio nudo, al quale tuttavia il sobrio, efficace porgere diEmanuele Carucci Viterbi riusciva a dare rilevanza teatrale conlunghi, silenziosi sguardi che si posavano su una sedia vuota eilluminata, in fondo al palco: inquietante simbolo di assenza, dimorte.Di tutt’altro segno “Treno fermo a-Katzelmacher”, di CompagnianO (Dance first, Think later). Il titolo è mutuato da un film diFassbinder del ’69, ove il termine (letteralmente “fabbricante dimestoli”) è l’appellativo sprezzante attribuito agli immigrati,spesso italiani, greci, turchi. Il giovane gruppo riprende,rovesciandole, le tematiche del film: l’immigrato qui è un tedesco,approdato in un non meglio identificato paese del sud d’Italia; unnon luogo ove non succede mai nulla, dove la vita è un trenofermo, e la presenza di quel diverso coagula le più scontate, banalidinamiche comportamentali (la seduzione, l’attrazione, la gelosia,il risentimento, il disprezzo). Un microcosmo di umanità giovanileove domina una sorta di indolenza, di impotentia agendi (non

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Stefano Bollani

Tito, col comunismo, con Alessandro il Macedone. Lo spettacolo èspigliato, ai limiti dell’ipercinetica: un muro fatto di bottiglioni diplastica viene distrutto, ricostruito e di nuovo abbattuto; leragazze si cambiano d’abito a vista; una viene cosparsa di un fangocosmetico; la bulgara, seduta al PC proietta dei video su un piccoloschermo, che ogni tanto abbandona per cantare, accompagnandosicon un harmonium portativo. Ma un pregio non secondario dellospettacolo sta nel suo sapore verità, certo dovuta ad una sapientedrammaturgia, ma anche al fatto che, in scena, vediamo ragazzeattraenti addirittura affascinanti, eppure normali, autentiche: ciòche di più lontano esiste dal personaggio della velina che,purtroppo, costituisce il modello estetico e comportamentale dilegioni di ragazzine, un messaggio etico da non sottovalutare.

StefanoBollani, ilgeniale pianistache il giornoprima, con“Piano solo”avevaentusiasmato ilfolto pubblicoaccorso alteatroGiovanni da

Udine con le sue funamboliche improvvisazioni, oggi siriproponeva con “La regina Dada”, da lui scritto e interpretatoassieme a Valentina Cenni. La ricchezza dell’apparato scenotecnicoe qualche idea non banale di regia non compensavano però lamodestia del testo, né la dignitosa ma non esaltante prestazioneattorale della Cenni. È quasi pleonastico riconoscere a questomusicista non convenzionale un indiscutibile, trascinante talentomusicale, ed anche un sua personale sapienza spettacolare – nonsolo le scarpe da ginnastica e la camicia fuori dai calzoni con cuiama esibirsi, ma un porgere musicale originale e accattivante –tuttavia lo spettacolo non funzionava: il riferimento al dadaismorimaneva pallido, incerto; e più d’uno, sconcertato e deluso, uscivadalla sala. Raccontano che quando il grande pianista IgnacyPaderewski, divenuto nel ’19 primo ministro della ricostruitaPolonia, aveva chiesto a un suo collaboratore cosa pensasse di unsuo discorso appena pronunciato, si sia sentito rispondere, condeferenza: “Maestro, la preferisco al pianoforte”.A mezzanotte, il tema della Grande Guerra ricompare per l’ultimavolta, affidato a un film di Charlie Caplin del ’18, “Shoulder Arms”.La vita di trincea, il fango, l’irrazionale logica della guerra vengonodeclinate con l’umorismo del soldatino Charlot, in quel registrostralunato ed onirico a lui caro (anni dopo, anche l’irresistibilesatira su Hitler de “Il grande dittatore” sarà affidata a una sorta disogno), e chiude in leggerezza una celebrazione dovuta, ma nonindolore.9/8/2014 Mittelfest, chiusura con Bollani e lo Strindberg di Ronconi |

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A conclusione di questo reportage a puntate, inevitabilmenteincompleto, azzardo un sintetico – e provvisorio – bilancio diquanto visto, rilevando con soddisfazione lo spazio offerto adiverse realtà giovani; la presenza di linee programmatiche noncervellotiche; l’esplorazione di quella “Cartografia della bellezzainquieta” che titolava l’introduzione di Franco Calabretto,condotta – anche grazie all’apporto di Rita Maffei – all’insegnadella cultura e dell’intelligenza. Certo, tutto è perfettibile, mal’augurio è che si prosegua su questa strada.

Claudio Facchinelli

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A conclusione di questo reportage a puntate, inevitabilmenteincompleto, azzardo un sintetico – e provvisorio – bilancio diquanto visto, rilevando con soddisfazione lo spazio offerto adiverse realtà giovani; la presenza di linee programmatiche noncervellotiche; l’esplorazione di quella “Cartografia della bellezzainquieta” che titolava l’introduzione di Franco Calabretto,condotta – anche grazie all’apporto di Rita Maffei – all’insegnadella cultura e dell’intelligenza. Certo, tutto è perfettibile, mal’augurio è che si prosegua su questa strada.

Claudio Facchinelli

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Mittelfest, il teatro incontra la poesia

Quarto appuntamento con il Mittelfest ed il“diario di bordo” del nostro inviato ClaudioFacchinelli

Cividale, 25Luglio 2014– Con “Mentrele granatecantavanoorribilmente”(nella foto)visto ieri,mercoledì, le

voci dalla trincea erano quelle dei poeti che alla Grande Guerraavevano partecipato: giovani come Giuseppe Ungaretti, ClementeRebora, un D’Annunzio spoglio di retorica; ma anche Georg Trakl,Guillame Apollinaire, Wilfred Owen, morto a venticinque anni apochi giorni dell’armistizio, i cui versi Benjamin Britten avrebbeinserito nel suo monumentale War Requiem. Un recital letterarioin uno spazio nudo, al quale tuttavia il sobrio, efficace porgere diEmanuele Carucci Viterbi riusciva a dare rilevanza teatrale conlunghi, silenziosi sguardi che si posavano su una sedia vuota eilluminata, in fondo al palco: inquietante simbolo di assenza, dimorte.Di tutt’altro segno “Treno fermo a-Katzelmacher”, di CompagnianO (Dance first, Think later). Il titolo è mutuato da un film diFassbinder del ’69, ove il termine (letteralmente “fabbricante dimestoli”) è l’appellativo sprezzante attribuito agli immigrati,spesso italiani, greci, turchi. Il giovane gruppo riprende,rovesciandole, le tematiche del film: l’immigrato qui è un tedesco,approdato in un non meglio identificato paese del sud d’Italia; unnon luogo ove non succede mai nulla, dove la vita è un trenofermo, e la presenza di quel diverso coagula le più scontate, banalidinamiche comportamentali (la seduzione, l’attrazione, la gelosia,il risentimento, il disprezzo). Un microcosmo di umanità giovanileove domina una sorta di indolenza, di impotentia agendi (non

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Data: 27 luglio 2014

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A conclusione di questo reportage a puntate, inevitabilmenteincompleto, azzardo un sintetico – e provvisorio – bilancio diquanto visto, rilevando con soddisfazione lo spazio offerto adiverse realtà giovani; la presenza di linee programmatiche noncervellotiche; l’esplorazione di quella “Cartografia della bellezzainquieta” che titolava l’introduzione di Franco Calabretto,condotta – anche grazie all’apporto di Rita Maffei – all’insegnadella cultura e dell’intelligenza. Certo, tutto è perfettibile, mal’augurio è che si prosegua su questa strada.

Claudio Facchinelli

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Data: 27 luglio 2014

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Ventimila presenze per MittelfestRecord di incasso - più 20% rispetto all'anno scorso - e raddoppiati gli abbonamenti

27/07/2014

Ventimila presenze complessive, con un incremento tra il 10 e il 15% rispetto al 2013, per la 23.ma edizione del Mittelfest di

Cividale, il festival di prosa, musica, danza e marionette della Mitteleuropa, che si chiude oggi dopo nove giorni di spettacoli

(oltre 50), per la direzione artistica di Franco Calabretto, affiancato da Rita Maffei per la prosa. Un primo bilancio è stato

tracciato oggi a Cividale dai direttori artistici e dal presidente dell'associazione Mittelfest Federico Rossi, alla presenza

dell'assessore alla Cultura della Regione Friuli Venezia Giulia Gianni Torrenti. L'edizione 2014 ha superato tutti i record di

incasso (più 20% rispetto all'anno scorso) e ha raddoppiato gli abbonamenti, anche grazie al prologo del 6 luglio con la

Messa di Requiem di Verdi diretta da Riccardo Muti al sacrario di Redipuglia, con 8.000 spettatori, in occasione del

centenario dello scoppio della Grande Guerra. Mittelfest 2015 resterà incentrato sulla città ducale e tra i temi portanti

dell'edizione ci sarà "l'acqua, declinata soprattutto come Mare Adriatico e apertura del festival verso il sud dell'Europa e il

Mediterraneo, fermo restando l'interesse per le aree centrali e balcaniche del vecchio continente".

"Siamo soddisfatti perché abbiamo registrato un palpabile entusiasmo da parte di pubblico e critica - ha detto Calabretto -, i

quali hanno riconosciuto la qualità delle proposte di musica, danza, e promosso il ritorno al festival del teatro di figura''. Il

pubblico, ha sottolineato il presidente Federico Rossi, ''ha apprezzato anche che il festival sia tornato a svolgersi interamente

a Cividale''. ''Il Mittelfest ha risposto alle aspettative della Regione - ha detto Torrenti - ora si tratta di mantenere l'efficienza

organizzativa che lo staff ha dimostrato nella gestione di un evento complesso come quello del Sacrario di Redipuglia,

predisporre un programma con respiro ancora più transnazionale e promuovere il festival per tempo in Italia e all'estero

come pacchetto attrattivo dal punto di vista turistico''.

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Mittelfest chiude con ChaplinCIVIDALE. Stefano Bollani ha scelto

proprio Mittelfest per debuttare in veste di

attore e autore teatrale in prima assoluta

con “La Regina Dada” al Teatro Ristori (ore

20), domenica 27 luglio, giornata conclusiva

della 23ma edizione del Festival. Un inedito

attraversamento dell’universo dada, scritto

assieme all’attrice protagonista Valentina

Cenni, raccontato da una regina di fiaba che

si inoltra nel bosco delle avanguardie

culturali, con un panorama sonoro creato da

Francesco Giomi, i robot di Matteo Suzzi, le

musiche di Bollani, la grazie e la fisicità di

Valentina Cenni. Regina Dada attraversa un

viaggio di consapevolezza dialogando con i

suoi “fantasmi”, che si manifestano come

voci, suoni, animali fantastici: a incarnare in

scena i suoi molteplici interlocutori interiori,

sarà proprio Stefano Bollani Valentina Cenni

e Stefano Bollani saluteranno il pubblico e

la stampa presenti al festival in un incontro-

aperitivo in programma domenica alle 12.45

al Caffè San Marco di Cividale.

Costumi mozzafiato, la musica barocca che

evoca atmosfere di splendore cariche di

seduzione per uno spettacolo di danza

indimenticabile, affiancato dal virtuosismo

live dell’Ensemble Combattimento Consort

Amesterdam sono gli ingredienti di “Pearl”,

lo spettacolo firmato dal coreografo Ed

Wubbe che dirige, dal 1992, una delle più

antiche e longeve compagnie di balletto lo

Scapino Ballet di Amsterdam fondata nel

1945. Lo spettacolo, definito “sbalorditivo”

dal giornale olandese Theaterjournaal (“onestamente, l’unica cosa che si può dire di Pearl è:

vedetelo!”), è stato spostato al Teatro Nuovo Giovanni di Udine causa il perdurare delle condizioni

meteo avverse. Inizio ore 22.30 (servizi bus navetta da e per Cividale).

L’Ensemble di Amsterdam punta di diamante nel panorama internazionale per le sue esecuzioni di

autori del periodo barocco affascinerà ancora il pubblico in un concerto “speciale” nella Chiesa di

Santa Maria dei Battuti (ore 11.30) con un repertorio che spazia da Vivaldi a Biber, Porpora, Marini e

van Wassenaer.

Il teatro di Gabriele Vacis, uno degli autori

più apprezzati del panorama culturale

italiano, andrà in scena alla Chiesa di San

Francesco (ore 18) con “La parola padre”.

Sul palco sei giovani donne, tre italiane, una

polacca, una bulgara e una macedone che si

incontrano in uno dei tanti ideali crocevia

del presente e iniziano a raccontarsi. Tutte

hanno un conto in sospeso con la loro

patria, ma sopratutto con il loro padre. Una

storia vera che racconta la vita di sei giovani

attrici selezionate durante i seminari

nell’Europa dell’Est dei Cantieri Teatrali Koreja che, con il Teatro Stabile d’Innovazione del Salento,

hanno prodotto lo spettacolo. Ancora musica con il giovane duo composto da Carmen Anastasio e

Dragana Gajic allieve del Conservatorio Tartini di Trieste che nel concerto “L’impressione suprema”

(Sala San Francesco ore 21) proporranno musiche di Tartini, Schubert e Franck.

27 luglio 2014

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ore 23.50, non è casuale, perché proprio il 28 luglio di 100 anni fa esatti, scoppiava la prima guerra

mondiale.

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Data: 27 luglio 2014

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Il valzer degli addii – Mittelfest 2014Mittelfest 2014 si sta avviando alla conclusione tra applausi calorosi e positivi riscontri critici. Oggi,sabato 26 luglio, la protagonista è la prosa firmata Stridberg.

Al Teatro Ristori di Cividale del Friuli va in scena Danza Macabra: Strindberg d’annata filtratodalla visione scenica e interpretativa di Luca Ronconi.

In uno spazio che – tra meccanismi, ingranaggi, oggetti fin de siècle e un fondale grigio metallico –rimanda a un Medioevo futuro, Ronconi innesta il testo profondamente misogino dell’autore svedese.L’interpretazione, eccellente e antinaturalistica, assume, a tratti, una veste grottesca, anche grazie aun uso della musica che, sebbene diegetico, si rivela straniante. Lettura registica che deride lepiccolezze individuali e di coppia incancrenita nel proprio disamore, producendo un effetto talmenteironico da sollecitare nel pubblico la risata, piuttosto che l’angoscia. Scelta, questa, perfettamentecondivisibile dato che il testo di Strindberg è davvero datato ma, grazie a una lettura ironica eleggera, trova la propria giustificazione nell’esorcizzare la morte con un sorriso.

In seconda serata la scelta per il pubblico di Mittelfest è tra il Piano Solo dell’eclettico StefanoBollani, concerto spostato a Udine a causa del maltempo e, per chi resta a Cividale del Friuli,Alma_Ata – performance nella quale spiccano la musica originale e la voce di Yedil Khussainov,compositore kazako in grado di suonare strumenti musicali antichi, originari della sua patria. Suonisinuosi e un canto di gola particolare, che riesce a trasmettere emozioni profonde.

Gli spettacolo sono andati in scena all’interno di Mittelfest 2014Teatro Ristorisabato, 26 luglio, ore 20.30Cividale del FriuliDANZA MACABRAdi August Strindbergregia di Luca Ronconicon Adriana Asti, Giorgio Ferrara e Giovanni Crippa

ore 22.45, UdineSTEFANO BOLLANI – PIANO SOLOconcerto per Mittelfest

ore 23.00, Chiostro di San FrancescoCividale del FriuliALMA_ATAcoreografia di Tommaso Monza – ROD Project

2014

Teatro.persinsala.it | Creative Commons License (By Sa)

Il valzer degli addii – Mittelfest 2014Mittelfest 2014 si sta avviando alla conclusione tra applausi calorosi e positivi riscontri critici. Oggi,sabato 26 luglio, la protagonista è la prosa firmata Stridberg.

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In uno spazio che – tra meccanismi, ingranaggi, oggetti fin de siècle e un fondale grigio metallico –rimanda a un Medioevo futuro, Ronconi innesta il testo profondamente misogino dell’autore svedese.L’interpretazione, eccellente e antinaturalistica, assume, a tratti, una veste grottesca, anche grazie aun uso della musica che, sebbene diegetico, si rivela straniante. Lettura registica che deride lepiccolezze individuali e di coppia incancrenita nel proprio disamore, producendo un effetto talmenteironico da sollecitare nel pubblico la risata, piuttosto che l’angoscia. Scelta, questa, perfettamentecondivisibile dato che il testo di Strindberg è davvero datato ma, grazie a una lettura ironica eleggera, trova la propria giustificazione nell’esorcizzare la morte con un sorriso.

In seconda serata la scelta per il pubblico di Mittelfest è tra il Piano Solo dell’eclettico StefanoBollani, concerto spostato a Udine a causa del maltempo e, per chi resta a Cividale del Friuli,Alma_Ata – performance nella quale spiccano la musica originale e la voce di Yedil Khussainov,compositore kazako in grado di suonare strumenti musicali antichi, originari della sua patria. Suonisinuosi e un canto di gola particolare, che riesce a trasmettere emozioni profonde.

Gli spettacolo sono andati in scena all’interno di Mittelfest 2014Teatro Ristorisabato, 26 luglio, ore 20.30Cividale del FriuliDANZA MACABRAdi August Strindbergregia di Luca Ronconicon Adriana Asti, Giorgio Ferrara e Giovanni Crippa

ore 22.45, UdineSTEFANO BOLLANI – PIANO SOLOconcerto per Mittelfest

ore 23.00, Chiostro di San FrancescoCividale del FriuliALMA_ATAcoreografia di Tommaso Monza – ROD Project

Data: 27 luglio 2014

2/8/2014 Stefano Bollani piano solo al 'Mittelfest' di Cividale Del Friuli | Cube Magazine

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27 luglio 2014 in Concerti, GALLERY, Top News

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Stefano Bollani – Foto a cura di Angela Bartolo

‘Segnali. Cartografia della bellezza inquieta’ è il titolo­guida di questa edizione, che non poteva prescinderedai turbamenti che percorrono oggi l’Europa, a cent’anni esatti dall’esplosione della Prima Guerra Mondiale. Dapiù di vent’anni Mittelfest registra le trasformazioni e le tensioni che hanno attraversato l’Europa, raccontando imolteplici aspetti dell’inquietudine contemporanea.

Un grande festival di arti miste, teatro danza musica e molto altro si sono avvicendate, quando il meteo lo hapermesso, lungo le strade di Cividale del Friuli.In alcune occasioni, come ieri sera per il concerto di Stefano Bollani si è reso necessario lo spostamentodell’evento al Teatro San Giorgio di Udine, il che non ha impedito al fedelissimo pubblico di riempire ogni postodisponibile e partecipare attivamente allo spettacolo in perfetto stile Bollani. Stefano come sempre si èpresentato sul palco dando forma e vita ad uno spettacolo musicale ricco di contaminazioni trasversali.Stefano Bollani ha “servito” all’attento pubblico un abbondante “calice” di jazz classico con sentori di repertoriomusicale anni quaranta mescolando e dosando sapientemente ogni nota in modo perfettamente equilibrato ecoinvolgendo il pubblico affascinato dall’insieme, nella scelta dei bis, traendo un miscuglio incredibile dai pezzirichiesti.

Lo spettacolo, cominciato in ritardo a causa dello spostamento, è proseguito fino oltre l’una senza rallentarenemmeno per un attimo anzi prendendo calore e colore con lo scorrere dei minuti sempre di più fino all’ultimo bis.Questa sera, grande chiusura con il debutto di Stefano Bollani nelle vesti di attore per lo spettacolo teatrale ‘LaRegina Dada‘ scritto da Stefano Bollani e Valentina Cenni, prodotto da Stefano Bollani e Corte Ospitale, maquesta è un’altra storia.

Si ringrazia l’ufficio stampa di Mittelfest e l’ufficio stampa di Stefano Bollani per il gradito invito.

Immagini e testo di Angela Bartolo

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2/8/2014 Stefano Bollani piano solo al 'Mittelfest' di Cividale Del Friuli | Cube Magazine

http://www.cubemagazine.it/stefano-bollani-piano-solo-al-mittelfest-di-cividale-del-friuli/ 1/3

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Stefano Bollani – Foto a cura di Angela Bartolo

‘Segnali. Cartografia della bellezza inquieta’ è il titolo­guida di questa edizione, che non poteva prescinderedai turbamenti che percorrono oggi l’Europa, a cent’anni esatti dall’esplosione della Prima Guerra Mondiale. Dapiù di vent’anni Mittelfest registra le trasformazioni e le tensioni che hanno attraversato l’Europa, raccontando imolteplici aspetti dell’inquietudine contemporanea.

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Lo spettacolo, cominciato in ritardo a causa dello spostamento, è proseguito fino oltre l’una senza rallentarenemmeno per un attimo anzi prendendo calore e colore con lo scorrere dei minuti sempre di più fino all’ultimo bis.Questa sera, grande chiusura con il debutto di Stefano Bollani nelle vesti di attore per lo spettacolo teatrale ‘LaRegina Dada‘ scritto da Stefano Bollani e Valentina Cenni, prodotto da Stefano Bollani e Corte Ospitale, maquesta è un’altra storia.

Si ringrazia l’ufficio stampa di Mittelfest e l’ufficio stampa di Stefano Bollani per il gradito invito.

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