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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

rassegna

Pagina I

Si parla di noi

21/03/2019 p. 19 I KILLER SEGRETI DI KIM JEE-WOON "L'ETERA LOTTA TRABENE E MALE

BERTIELISABETTA

Repubblica Firenze 1

21/03/2019 p. 18 A FIRENZE ZOOM SULLA COREA CON I GRANDI MAESTRI EUNA TRENTINA DI NUOVI FILM

RIZZA GABRIELETirreno 3

21/03/2019 p. 13 "COSI' RACCONTO LA GUERRA A RITMO DI SWING"Corriere Fiorentino 4

Si gira in Toscana

21/03/2019 p. 1 VENT'ANNI FA LA NOTTE DELL'OSCAR A BENIGNI PER "LAVITA E' BELLA"

Nazione Arezzo 5

21/03/2019 p. 1 VENT'ANNI DALL'OSCARNazione Prato 7

Iniziative ed eventi

21/03/2019 p. 25 D'ALO': "QUESTO FILM RACCONTA L'AMORE" FOTI TITTIGIULIANI

Nazione Firenze 9

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Firenze Pagina 19Foglio 1 1 2

La r p g(,v Da oggi al 28 marzo il Florence Korea con 45 titoli in programmaDomani l'atteso incontro con il regista cult che presenta Illang: the wolf brigade"un lungometraggio dove per la prima volta si mette alla prova con la fantascienza

<iller segreti di <1' -wooe ma

mJT'eterna lotta tra b

ELISABETTA BERTI

e dalla ricca geografia dellanew wave coreana dovessimoeleggere il cineasta più

internazionale, quello sarebbeKim Jee woon. Candidato per laCorea del Sud agli Oscar 2017 conil blockbuster militante L'imperodelle ombre, il regista in vent'annidi carriera ha scalato il box officein patria e le platee internazionali,ed oggi è uno dei nomi piùaffermati del cinema coreano. Perquesto Kim Jee-woon sarà unodegli ospiti del Florence Koreafilm festival, la rassegna che da 17anni porta a Firenze il megliodelle produzionicinematografiche sudcoreane,con il suo ultimo filmlllang:• thewolfbrigade domani al cinema LaCompagnia (via Cavour 50r, ore20) dove lui stesso lo presenterà alpubblico. Sarà uno dei 45 titoli tracorti, lungometraggi, molti deiquali in anteprima e non visibili inItalia, che il Florence Koreapropone da oggi al 28 marzo.Devoto al cinema di genere, KimJee-woon ha sperimentato lablack comedy del giovanileAquietfamily, l'horror diA tale oftwo sisters, e poi il gangstermovie, il thriller, il western inomaggio a Sergio Leone con Ilbuono, il matto, il cattivo, fino allafantascienza d'azione dilllang,del 2018, trasposizione in liveaction della celebre saga mangagiapponese di Mamoru OshiiKerberos panzer cop, che haprodotto numerose filiazioni tracui, nel 1999, un film

La special guestII regista Kim Jeewoon sarà ospitedel festival il 22alle ore 20 con ilfilm d'azioneIllang: the wolfbrigade

d'animazione scritto sempre daOshii. «Quello che amavo di Oshiiè l'atmosfera del suo lavoro -racconta il regista - ma mipreoccupava che la sua visionenichilista diventasse mancanza diprospettive nella mia storia. Hocercato di raccontare una storiache sia più aperta verso il futuro».Kim Jee-woon sradica infatti lavicenda dall'originale humus, glianni Cinquanta di unimmaginario Giapponeconquistato dalla Germania, perambientarla nel 2029, in unaCorea sul punto di riunificarsi inreazione alle mireespansionistiche di Cina eGiappone. Protagonista è la WolfBrigade - Brigata dei Lupi, unasquadra segreta di killer libera diagire al di fuori della legge cheopera all'interno di un'unità delleforze speciali creata percontrastare un gruppo terroristaanti-unificazione noto come laSetta. Fazioni in lotta, lottefratricide, un tema ricorrente nelcinema coreano, che KimJee-woon ha già affrontato. «InL'impero delle ombre, il mio filmprecedente, durantel'occupazione giapponese igruppi armati segretianti-giapponesi erano il ramoarmato patriottico nelleorganizzazioni anti-giapponesi.Sono loro il fulcro del film. Inmodo simile, in Illang èprotagonista una specie difazione politica. Se per i ribellil'obiettivo è la liberazione del

il

popolo dalla colonizzazione, perle forze speciali dilllangl'obiettivo è una riunificazionepacifica della nazione». In quantoamante del cinema di genere KimJee-woon è alla costante ricerca discene memorabili, come quella,spettacolare, della rocambolescafuga dalla Seoul tower: «Volevorendere la situazione difficile per idue protagonisti e speravo che iloro sentimenti sarebbero staticomunicati attraverso una provadura come quella fuga. Non èpossibile scappare dalla torre diNamsan senza avere fede efiducia l'uno nell'altro.La torre di Seoul di Namsan è unsimbolo di Seoul, visibile da ogniparte della città».Nel ruolo non protagonista di unex componente della brigata c'è lastar coreana Jung Woo-sung,ospite del Florence Korea che glidedica una retrospettiva di seititoli, dal 1996 ad oggi, e chesabato sera (ore 20) riceverà ilFlorence Korea film fest award daRiccardo Gelli, direttore delfestival, e il Pegaso della RegioneToscana da parte del presidenteEugenio Giani. In questo filmJung Woo-sung e Kim Jee-woonsono tornati sullo stesso set dopodieci anni dalla primacollaborazione e insiemecondurranno una masterclass(sabato ore 11, registrazioneobbligatoria suwww.koreafilmfest.com, costo 5curo).©R IPR ODUZIO NE RISERVATA

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Firenze

In azioneUna scena dei nuovofilm di Kim Jee-woon

che sarà proiettatodomani alla

Compagnia (ore 20)

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IL TIRRENO

CINEMA

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Foglio i

A Firenze zoom sulla Coreacon i grandi maestrie una trentina di nuovi filmAlla Compagnia una rassegnasu una delle cinematografiepiù vivaci del mondoStasera apre "Swing kids"Incontro con Kang Hyoung-chul

Gabriele Rizza

FIRENZE . Si rinnova a Firenze,da oggi al 29 marzo, il tradizio-nale appuntamento con il cine-ma coreano. Il festival direttoda Riccardo Gelli accende i ri-flettori sui tanti volti e le traiet-torie di una cinematografiache si conferma fra le più viva-ci e agguerrite del pianta. Perqualità e quantità. Oltre cheper la divisione critica fraNord e Sud.

Un incrociarsi di panorami-che scomode che spesso il cine-ma riesce ad intercettare me-glio di altri linguaggi. E saràproprio una storia ambientatonel 1951 nel campo di prigio-nia di Geoje, che si muove apasso di tip tap su quel contro-verso confine, ad aprire que-sta sera la rassegna: "Swingkids" alla presenza del registaKang Hyoung-chul. Che affer-ma: «Volevo parlare di guerra

Una scena di "Swing kids"

e ideologia in maniera ironica,attraverso i passi più eccitantidella danza, il tip tap. Volevofare un film musicale, dinami-co e vivace, una impalcaturain movimento su cui innestareil dramma della guerra». Unaavventura vinta e una sfida ri-pagata albox office.

Sullo schermo della Compa-gnia scorrono una quarantinadi titoli, fra corto e lungome-traggi, opere di genere e sotto-genere. Le immagini della nuo-va società coreana, preda dicontraddizioni, con i nodi irri-solti di una nazione apparente-mente immersa nel benessere,il ritorno dei grandi maestri

Jung Woo-sung

con gli ultimi lavori di KimKi-duk, Lee Chang-dong eHong Sang-soo, il futuro in-quadrato nei suoi risvolti piùinquietanti e distopici, la fami-glia coi suoi valori e le sue tradi-zioni, sono i principali temi af-frontati dal festival. Che dedi-ca un omaggio a JungWoo-sung, atteso a Firenze,protagonista di una strepitosacarriera. Mentre il 30, in chiu-sura, verrà proiettato "Beauti-ful Days", esordio nella fictiondel documentarista Jero Yun,toccante vicenda di una rifu-giata nordcoreana costrettaad abbandonare il marito e il fi-glio.-

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r COlililNlil: l'-lOliliAl "l lNv

«Così racconto la guerra a ritmo di swing»Kang Hyoung-chul apre il Korea Film Fest«Volevo parlare di guerra inmaniera ironica attraverso ladanza». Sono le parole delregista coreano I<ang Hyoung-chul, noto per film di successocome «Scandal Makers» e«Sunny», che stasera (ore20.30) al Cinema La Compagnia

Pagina 13Foglio i

di Firenze con la pellicolamusicale «Swing I<ids» aprel'edizione numero 17 delFlorence I<orea Film Fest, ilfestival ideato da Riccardo Gelliin programma fino al 28 marzo.Musica, performance di tip tap estorie di amicizia prendono vita

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nel campo di prigionia di Geoje,durante la guerra di Corea del1951, mettendo in discussione iconflitti e le sofferenze deipersonaggi che attraverso lapassione perla danzaaccendono una luce su uno deiperiodi storici più dolorosi delPaese.L'articolo di Anna Amorososu Corriere Fiorentino.it

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ArezzoLA CITTA' SETDEL FILM RECORD

Vent'anni fala nottedell'Oscara Benigniper «La vitae bella»

Benigni sul set aretino n A pagina 9

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Città set del film record: un'occasione mancatadi ALBERTO PIERINI

IL CARRO ARMATO che Gio-suè «vince» alla fine del film è con-servato in un museo di Latina. Lamemoria di quei giorni è custoditain decine di case aretine. Lui, ilfilm da Oscar, il massimo incassoitaliano nel mondo, il record diascolto (16 milioni) anche in Tv.«La vita è bella» oggi compievent'anni: o almeno li compie ilsuo trionfo agli Oscar. Staseravent'anni fa Benigni passeggiavasui braccioli del «Dorothy Chand-ler Pavillon» di Los Angeles, ri-chiamato dall'urlo verace di SofiaLoren.«Robbertooo»: un grido che sareb-be diventato un tormentone, smi-nuzzato e riproposto a ogni piè so-spinto. Un urlo che ad Arezzo è ri-suonato spento. Forte e colorato aCastiglion Fiorentino, dove tuttala notte degli Oscar andò in diret-ta, nel teatro cittadino: con gli ap-passionati a camminare nell'alba

di quel trionfo lontano. Muto qui,dove fin da allora quel successo fucavalcato poco e male. Soloun'idea, quella di un creativo co-me Alessandro Neri: costruire unpercorso all'interno del centro sto-rico. Una targa ad ogni scena. E atutt'oggi, quando ormai quelle tar-ghe sono appannate e logore, i turi-

CENTINAIA DI COMPARSEDalle scene di massa allepiccole parti: due anni fain piazza per la rievocazione

sii si fermano da tutto il mondo ascattare foto.

A VOLTE cercano più la finestrada cui Maria gettava la chiave inpiazza Grande che gli affreschi diPiero, Un fenomeno, un fenome-no che nei mesi del set aveva tra-sformato la città.

Centinaia di comparse, parte dellequali protagoniste due estati fa al-la rievocazione proposta da Mar-cello Comanducci. E le frasi chequa e là campeggiano a memoria,dalla passeggiata di Orefice padree figlio davanti ai Costanti all'inse-gna della libreria in Borgunto.Tutti ricordano quel film come lavittoria di Prato a Los Angeles:ma in realtà in quel film c'era Arez-zo in tutte le sue salse.

LA CORSA in bicicletta a traver-so di piazza Grande, il mucchio disabbia alla Badia, la scuola di viaGaribaldi, il tappeto rosso sotto lascalinata del Duomo, il teatro Pe-trarca. E ancora Castiglion Fioren-tino, Cortona, la straordinaria vil-la liberty di Montevarchi, perfinoCastiglion Fibocchi.E' il film che è rimasto scolpito nel-la storia del cinema italiano e quelfilm è un biglietto da visita impres-sionante della città. Anche se invi-sibile nella notte degli Oscar. «Ro-

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berto sentiva come nessuno il ri-chiamo della sua terra, anche senon ne parlava mai» ci confidavaSimona Paggi, nomination agliOscar per il montaggio. Prato, an-ni Vergaio, certo: ma anche il suopaese di origine, Misericordia, e lanostra provincia. Da allora è torna-to pochino, in grande stile a Casti-glioni, poco o niente qui, malgra-do li inviti incessanti, l'ultimonel g luglio del 2017. Però il com-pleanno rispolvera la memoria: fi-no alla prima al Politeama, e non aTerni (sede del secondo tempo) oa Prato.Tra altri braccioli, magari più sco-modi, sui quali passeggiare. Sonotornati tornato più spesso Piovani,sulle note di una musica che ha bu-cato il mondo, e perfino il com-pianto Cerami: con Roberto passògiorni e giorni a Gargonza, persfornare la sceneggiatura da brivi-do. Fino a quel finale, in sella alcarro armato, i cui cingoli sono fi-niti chissà come nel museo di Lati-na.

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ArezzoLe scene

e gli scorci

Piazza Grande

LA CORSA in bicicletta da piag-gia San Bartolomeo a via Sete-ria incrociando il mattonato

Piazza della Badia

LA SABBIA in piazza della Badiae l'«atterraggio » di Benigni sul-la sua Dora

Logge VasariLE SCENE sotto le Logge e il lan-cio della chiave diventato pro-verbiale dalle case di sopra

&

Piazza San FrancescoLA PASSEGGIATA con il figliodavanti ai Costanti e la scritta«Vietato l'ingresso agli ebrei»

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Evade ventidue milioni al GecoI I Mari-sequestro a un imprenditore

"Santone, condanna quasi dimezzatá

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atoFoglio 1 1 2

LA ..IONE

PRATO

sceneggiatura originale aRoberto Benigni e VincenzoCerami, miglior montaggioa Simona Paggi

Giustino DuranoNel cast de «La vita è bella»anche un altro pratesed'adozione: Giustino Durano,nei panni dello zio di Benigni,proprietario del Grand Hoteldi Viareggio, dove Roberto -alias Guido - fa il cameriere.E' il più riuscito deipersonaggi di contorno evince il Nastro d'argentocome miglior attore nonprotagonista

ßlNdeiladndenlioun . dleWn

-L_ L. ilbottino ccbdrecunila crmo

°° 1 Via fibera al corteo di Forza Nuova

In pillole

Le nominationOltre ai tre Oscar vinti, nel1999 «La vita è bella»ottenne anche altre quattronomination: miglior film,migliore regia a RobertoBenigni , migliore

i;dunfiM1niCifianomaì

CHENOTTE!

si claeioia: tutta Pratodavanti allaty

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Gli applausi e la gioia: tutta Prato davanti alla tv«...ROBBBERTO !!!». Nella not-te tra il 21 e il 22 marzo del 1999quell'urlo pronunciato da una rag-giante Sophia Loren, regala la pri-ma grande indimenticabile emozio-ne: il folletto di Vergaio viene cata-pultato nell'Olimpo dei miti del ci-nema con la prima statuetta: mi-glior film straniero. «La vita è bel-la» entra nella storia del cinema.Ed anche Roberto Benigni, che asuo modo si avvicina al palco perpronunciare almeno una frase diringraziamento. E' un ciclone: si al-za in piedi, monta sulle poltronci-ne del Dorothy Chandler Pavillondi Los Angeles calpestando le piùgrandi star del cinema, attonite madivertite. Cominciò così l'avventu-ra di Benigni, quella famosa notteche nessuno ha dimenticato. A di-stanza di vent'anni, la città ricordaancora con emozione e nostalgia.Nei giorni precedenti, ovunquecompariva in città la scritta ForzaRoberto. Il giorno dopo la conqui-

sta di ben tre statuette, i cartellonifurono sostituiti con la scritta Gra-zie Roberto. Che notte quella not-te. Tutti svegli per seguire la diret-ta tv, trasmessa all'epoca da Tele-più. Neanche la pioggia scoraggiòmigliaia di pratesi a seguire l'even-

to dal maxi schermo di piazza SanFrancesco. Per non parlare della po-stazione tv sistemata a due passidal circolo di Vergaio, quel circoloche aveva visto nascere un talentostravagante e originale, oramai fa-moso in tutto il mondo.

Salvatores, Abatantuono e Carlo Monni in diretta da Vergaio

La famosa diretta ribattezzata «Ver-gaio - Hollywood» richiamò oltrequattromila persone, politici e per-sonalità della Prato di vent'anni fa,tanti vip tra i quali Diego Abatan-tuono, Gabriele Salvatores, i fratel-li Giovanni e Sandro Veronesi, Ju-ry Chechi, Pamela Villoresi. Ma so-prattutto gli amici d'infanzia di ungiovane e sconosciuto Benigni.C'erano proprio tutti a fare il tifoper lui. Nel piccolo tendone ribat-tezzato Palacotechino, al circolo divia di Mezzo, per le strade di Verga-io. Tutti intervistati dai microfonidi Telepiù, su un tappeto rosso più«casalingo» rispetto a quello di LosAngeles. E poi i parenti di Beni-gni; la mamma Isolina e il babboLuigi, le sorelle Bruna e Albertina(mentre Anna e i nipoti Stefano eStefania erano da giorni negli StatiUniti). Uno, due, tre Oscar! I fans egli amici festeggiano; primo fra tut-ti il compianto Franco Casaglieri.Che notte quella notte!

Federico Berti

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Firenze

all'epoca erano bambini che non ve-dono l'ora di rituffarsi in questa sto-ria. E di genitori diventati nonniche ci porteranno i nipoti. I senti-menti non passano mai e vanno ol-tre i socia] e le mode».

A proposito di social , si è sca-teanta una vera Gabbianel-la-mania.

«Questa cosa la trovo tenera, mi fasorridere e molto piacere. Dopovent'anni è veramente un bel simbo-lo: ricordo bene quel dicembre del1998. Oggi tutto questo mi ha coltodi sorpresa e dico la verità: sono con-tentissimo e orgoglioso di leggere icommenti di quei bambini cresciutiche non vedono l'ora do essere al ci-nema, tra commenti entusiastici esolo positivi. Sono cose che fanno be-ne al cuore».

In che periodo dell 'anno uscìLa Gabbianella?

«Eravamo sotto Natale. In quel pe-riodo uscivano anche due titani, Ilprincipe d'Egitto della Dreamwords

D 'Alò: «Questo film racconta l'amore»di TITTI GIULIANI FOTI

«COSA penso? Che sia stupefacenteche duecento cinema abbiano avutoavuto desiderio e volontà di ripro-grammare la `Gabbianella e il gatto'.Credo che in Italia sia il primo casoper un film di animazione». EnzoD'Alò è, diciamo, teneramente in-credulo: da oggi sono oltre 200 le sa-le che fino a domenica 24 marzo pro-ietteranno «La gabbianella e il gat-to» il film, appunto, di Enzo d'Alò,con i disegni di Walter Cavazzuti ele ambientazioni di Miche] Fuzel-lier.

D'Alò, un evento cinemato-grafico imperdibile.

«Vorrei dire di sì, che lo è, ma nonvorrei peccare di presunzione: sonomolto grato alla distribuzione di CGEntertainment con Rti, Infinity econ Eci Consorzio Esercenti Cine-ma».

Immagino che ricordi tutto diquesto film d'animazione adir poco, epico.

«Lo realizzammo nel 1998 grazie aCecchi Gori Group e soprattuttoall'entusiasmo di Rita Cecchi Gori.Si partiva già molto bene, dal delizio-so romanzo `Storia di una gabbianel-la e del gatto che le insegnò a volare'dello scrittore cileno Luis Sepúlv-eda».

Oggi D'Alò come Disney.(sorride)« In effetti non so se altri filmdi animazione italiani siano mai sta-ti rimasterizzati e rimandati al cine-ma in tutte queste sale. E pare che lerichieste non siano finite. Mi dico-no che i cinema continuano a richie-derlo, ne sono felice».

II messaggio della sua Gab-bianella e ancora più che at-tuale.

«E' vero, perchè affronta temi di og-gi, come la libertà, l'accoglienza, l'ac-cettazione di sé, l'integrazione e l'in-quinamento. Vedere o rivedere que-sto film sul grande schermo è un'oc-casione. Ho sentito di ragazzi che

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e Mulan della Disney, avevo un po'paura del risultato, di rimanereschiacciato dal confronto. Invece,Rita Cecchi Gori quando lo vide dis-se: questo esce a Natale come gli al-tri due. Ed ebbe ragione. La Gabbianella incassò venti miliardi di lire».

Come è la versione rimasteriz-zata?

«Tecnicamente, dopo venti anni c'èun abisso. L'ho rivisto anche ogginegli studi e io che sono un pignolo,devo dire che la versione è moltobuona. I colori del digitale per l'ani-mazione sono stati una grande sco-perta e hanno cambiato anche la fi-sionomia di certi contorni in me-glio».

Parteciperà a serate, antepri-me?

«No, niente: questa propgrammazio-ne in duecento sale inizia oggi e con-tinua per quattro giorni. Dico soloche sono felice anche per tutta lasquadra che ha lavorato a questofilm entrato con amore nella vita ditantissime persone».

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