Rassegna 30 giugno

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IL TIRRENO Pagina 4 - Attualità La firmeranno tutti i deputati di Pd e Idv, oggi decide l’Udc. La mediazione di Franceschini Per Brancher mozione di sfiducia Bossi: «Caso chiuso per la Lega, ma è stato fatto un grosso errore» ROMA. Pd e Idv presenteranno oggi la mozione di sfiducia contro il ministro Aldo Brancher (nella foto). Un ministro molto particolare, che ancora ieri non aveva ricevuto deleghe di governo. Che non si sa cioè ancora di cosa si debba occupare. Un «ministro del nulla», lo ha bollato ferocemente “Famiglia cristiana”. La sua rinuncia a invocare il legittimo impedimento non placa insomma la polemica. E anche Bossi è tornato a prendere le distanze dall’operazione: «E’ stato fatto un grosso errore», ha detto il leader leghista. Bossi assicura infatti che per la Lega «la vicenda è chiusa» però, aggiunge, «è stato fatto un grosso errore nell’affidare le deleghe». E persino Francesco Storace si mostra preoccupato: «E’ davvero brutto lo spettacolo che sta offrendo di questi tempi il partito di Berlusconi». Non a caso un sondaggio di Luigi Crespi segnala che «l’affaire» Brancher avrebbe fatto perdere a Berlusconi 3 punti in una settimana. A presentare la mozione di sfiducia contro Brancher è stato il capogruppo del Pd Dario Franceschini e oggi la conferenza dei capigruppo deciderà quando votarla. Le opposizioni non sono comunque riuscite a mettersi d’accordo su una mozione unitaria per sfiduciare Brancher: a proporla era stato subito il capogruppo dell’Idv, Massimo Donadi, ma l’Udc non voleva aderire a una iniziativa insieme a Di Pietro. Di qui la mediazione di Franceschini: la mozione di sfiducia non è «targata» da nessun gruppo ma è stata «offerta a tutti i parlamentari per la sottoscrizione. Donadi ha subito annunciato che tutti nell’Idv la firmeranno, e altrettanto faranno i 206 deputati del Pd. Quanto all’Udc, Michele Vietti riunirà oggi i suoi deputati per decidere: le opzioni sul tavolo sono l’adesione individuale alla mozione o anche nessuna firma ma il sostegno al momento del voto. Ma tra i centristi c’è anche chi, come Ferdinando Adornato, boccia l’iniziativa sostenendo che «ricompatterà» il centrodestra: «E’ la solita dipietrata» ha detto. Inevitabili le punzecchiature a quelli dell’Udc da parte dell’Idv, con Donadi che li ha accusati di essere «la stampella» del governo sulle questioni del legittimo impedimento e della giustizia. «In questo momento non occorrono distinguo, ma è fondamentale che ogni parlamentare risponda alla sua coscienza e ai cittadini su un atto di una gravità inaudita», dice invece Antonio Di Pietro. «Brancher - aggiunge - è stato nominato ministro solo per non farsi processare e questo è un atto non solo immorale ma che umilia profondamente le istituzioni e la democrazia. Noi ci appelliamo a tutti i deputati, al di là degli schieramenti, affinchè appongano le loro firme su un atto di sfiducia che potrà ridare dignità a questo Parlamento». (a.p.)

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IL TIRRENO Pagina 6 - Viareggio Allo stadio dei Pini la partecipazione dei politici Baldini (Pdl): «Ma Moretti ha sbagliato atteggiamento» D.F. VIAREGGIO. «Non si possono impunemente provocare stragi». Antonella Centofanti parla dal palco ai Pini e ricorda il nipote Davide, morto sotto le macerie della Casa dello studente. Seduti in prima fila ci sono tutti i politici locali: deputati, senatori, gli amministratori, il presidente della Regione, Enrico Rossi, quello della Provincia Stefano Baccelli. Ci sono la Polfer, con i vertici e tutti gli altri Corpi delle forze dell’ordine; i vigili del fuoco; la Protezione civile; la Croce Rossa; i sindaci della Versilia; le associazioni di volontariato; i rappresentanti delle comunità religiose. E la gente, costretta dietro, rispunta davanti. Nelle parole che tagliano l’aria pronunciate dai rappresentanti dei comitati delle stragi d’Italia: il Moby Prince da Livorno, il terremoto dell’Aquila e la scuola crollata a San Giuliano di Puglia, il disastro aereo di Linate. Passano tutte insieme davanti agli occhi di chi amministra e governo. Dentro le loro orecchie. E, si spera, anche vicino ai cuori. Pesa. Fa paura. «No alla vendetta, sì alla verità». Lo dice a caldo, lasciando lo stadio, un presidente della Regione provato dalla cerimonia. «C’è bisogno di esprimere il dolore», parla come tra sé Enrico Rossi: «Poi c’è il bisogno di verità, giustizia e sicurezza». Ma i binari d’Italia sono sicuri? E quelli della Toscana? Da qualche giorno la domanda è tornata nelle parole dei parlamentari locali Marcucci (Pd) ed Evangelisti (IdV) che stanno facendo “pressing” sul ministro Matteoli per conoscere l’esito delle indagini aperte dal ministero dei trasporti nelle ore successive al disastro. Le Ferrovie non hanno partecipato all’anniversario del disastro, come richiesto da comitati e associazioni cittadine. Erano presenti, invece, il perito della Procura di Lucca, professor Toni ed il direttore dell’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, Alberto Chiovelli. «Quando abbiamo criticato l’amministratore delegato di ferrovie, Moretti - ricorda il presidente della Provincia, Stefano Baccelli - non l’abbiamo fatto per partito preso. Quando si parla di sicurezza del trasporto su rotaia non si può, come ha fatto l’ingegner Moretti, sostenere che Ferrovie non si debbono mettere in discussione. La maggiore efficienza dei servizi offerti vuol dire automaticamente sicurezza». Massimo Baldini è senatore Pdl. Inevitabile la domanda: «Ma se avesse davanti Moretti, che cosa vorrebbe dirgli?». «A Moretti - risponde Baldini - vorrei dire che in questa vicenda ha tenuto un comportamento non adatto, avrebbe dovuto avere un atteggiamento senz’altro diverso».

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LA REPUBBLICA Pagina II - Firenze Rossi ribadisce le sue priorità per l´area: sarà la Regione a predisporre la variante Su Castello non cambia idea "Matteo, ci vuole metodo per l´aeroporto serve la Via" "Non vorrei che per tirare un calcio di rigore si dovesse aspettare che atterri il volo" «Non vorrei che per tirare un rigore ci si trovasse ad aspettare che atterri l´aereo». Il suo pensiero sulla Cittadella viola lo affida ad una battuta, il governatore toscano Enrico Rossi. Poi anche ad una considerazione più seria: «Andate a vedere gli altri aeroporti del mondo, avete mai visto costruzioni vicino alla pista?». Dopo aver anticipato su Facebook i suoi dubbi («Vedo ancora troppo cemento»), il presidente della Regione non cambia idea sulla nuova Castello disegnata dal sindaco Matteo Renzi. E sul futuro della Cittadella restano ancora le nubi. Renzi ha previsto nuovo stadio e Cittadella dentro Castello. Nell´opinione di Rossi, qualcosa di poco compatibile con il decollo e l´atterraggio dei velivoli. Ma il presidente regionale non vuole alzare muri, non vuole chiudere la porta in faccia a Firenze. E per il momento si appella al «metodo». Annunciando per la prima volta una Valutazione d´impatto ambientale (Via) per l´adeguamento dell´aeroporto. «Abbiamo detto che il Parco è un elemento mitigatore per il termovalorizzatore. E ci siamo assunti la responsabilità, gravida di conseguenza per la Regione, di dire che l´aeroporto è una priorità per l´area ancora incolta di Castello. Poi quello che ci sta ci sta, quello che non ci sta non ci sta», sostiene Rossi. «Sia chiaro, sono per la Fiorentina. Sono per creare tutte le condizioni perché possa giocare bene», aggiunge. Prima di tutto però «occorre procedere con metodo». Ed è prematuro dire oggi se la pista dovrà essere parallela od obliqua. Di sicuro, l´aerostazione dovrà essere adeguata e ampliata e «avrà bisogno di mitigazioni». Con altro verde. Non certo col cemento della Cittadella. E disegnando di botto la mappa di Castello, Palazzo Vecchio ha forse peccato di troppa fretta: «Sarà la Regione a predisporre la variante», ricorda Rossi. Intenzionato a dare il via all´iter nel giro di pochi giorni. E a concluderlo entro fine anno. «E´ però necessario valutare l´impatto che l´adeguamento dell´aeroporto avrà sull´area, in fondo la magistratura ha aperto un´inchiesta sulle emissioni inquinanti». Attenti dunque «a ficcarci troppa roba in quell´area, gli spazi sono quello che sono e l´aeroporto deve avere la priorità. Lo dico da pisano», dice Rossi rilanciando l´alleanza Firenze-Pisa e lo scambio azionario tra le due società. A nome della federazione della Sinistra Monica Sgherri plaude alla scelta di Rossi di prevedere l´adeguamento dello scalo sui terreni di Castello: «Si può rivedere quella scelta sciagurata dello sviluppo a nord-ovest, prevista nel Prg della giunta Primicerio, a cui Rifondazione votò contro». E anche l´idea di «ridurre l´inquinamento dell´area con più alberi e meno cemento è condivisibile», dice la capogruppo Sgherri. L´Idv di Fabio Evangelisti chiede polemico una «maggiore concertazione tra i livelli istituzionali» perché «troppo spesso ci troviamo di fronte a forzature in favore della pista parallela, della Cittadella viola e della stazione Foster». Mentre dall´opposizione, il consigliere regionale Nicola Nascosti del Pdl riconosce a Rossi di aver fatto «un passo avanti sullo sviluppo dello scalo», ma chiede alla Regione di «mettere ora ordine tra i sindaci della Piana». (m.v.)

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•• 2 PRIMOPIANOLIVORNO MERCOLEDÌ 30 GIUGNO 2010

PALAZZOCIVICO «FARASPETTAREPEROLTREUN’ORA ILCONSIGLIOENASCONDERSIDIETROLEPORTEPERNONENTRARENONERAMAIACCADUTOALIVORNO»

GIANFRANCO LAMBERTI—«CONFRONTO»

di MICHELA BERTI— LIVORNO —

«MANI in pasta»: l’espressionedel capogruppo Idv in Comune,Andrea Romano, sulle autorizza-zioni che vengono date agli im-pianti a biomasse, ha squarciatola maggioranza di centrosinistrache governa la città. Perché dietroa questa espressione si è sollevatoun polverono che la dice lungasul clima interno alla coalizionee, soprattutto, al Pd. Il «socio dimaggioranza» si trova infatti a da-re risposte su argomenti delicati,come quello della realizzazione dinuovi impianti in città, senza ave-re — è palese — una precisa lineapolitica sull’argomento. Perché,come lamenta qualcuno, dentroal partito non si parla più ed eccoche si tirano in ballo i «numeriuno» del Pd: il sindaco Cosimi eil segretario Ruggeri. Il primosempre più impegnato nelle tra-sferte romane e torinesi per moti-vi istituzionali e per consolidarequella presidenza dell’Anci regio-nale che gli offre una certa visibili-tà; il secondo proiettato ormai ver-so il consiglio regionale e indaffa-rato a preparare il congresso terri-toriale del partito che, forse ad ot-tobre, sancirà il suo successore. Ilrisultato è sotto gli occhi di tutti:un partito che vive giorno pergiorno, senza avere obiettivi e pro-grammi precisi. Il balletto delle

deleghe per la giunta comunalesta sfiorando il ridicolo; la richie-sta di dimissioni di Del Coronadalla presidenza della commissio-ne sociale non ha risposta perchénessuno sembra disponibile a ri-coprire l’incarico... E sono solo al-cuni degli ultimi gravi episodi ac-caduti nel partito di maggioranza.Certo, si dice, ci sono anche perso-ne di buona volontà, ma non ba-

stano. Tra queste il capogruppocomunale Gabriele Cantù che,all’indomani dei fatti accaduti inconsiglio dove proprio il suo parti-to ha fatto mancare il numero le-gale, si prostra nel «mea culpa».E’ sempre la faccia di Cantù cheviene messa alla berlina deglischiaffi: così fu qualche mese fain occasione del primo incontrocon il comitato schierato controla realizzazione dell’ospedale aMontenero. A prendere i fischidei presenti, allo chalet di Bandi-tella, c’era proprio il professorCantù.

E I MAL di pancia di un partito«acefalo» stanno diventando deiveri e propri boati. Quanto acca-

DALLE file del Pdl c’è chi invo-ca le elezioni anticipate. «Siedo inconsiglio da quindici anni e nonera mai successo — dichiara Mar-cella Amadio a nome del suogruppo che come è noto è in rottacon quello di Taradash — che ilpartito di maggioranza relativa fa-cesse mancare il numero legalenon presentandosi in aula consi-liare. L’unica via d’uscita è torna-re alle urne perché la città è unanave alla deriva visto che tra Pded IdV ci sono parecchi dissidiche ingessano il consiglio e la cit-tà». Aggiunge: «La maggioranzasi comporta come lo studente im-preparato che non va a lezioneper evitare verifiche sgradite. Gliargomenti erano due: la mozionesulle biomasse e i criteri di nomi-na nelle aziende partecipate. Ilcentro sinistra ha dimostrato lasua debolezza». Marco Taradashcapogruppo del PdL in Comunee consigliere regionale attacca ilPd: «Per fare il consiglio di lune-dì sera hanno speso soldi pubbli-ci, poi non si sono presentati inaula per dissidi con IdV e SeL che

non si riconoscono più in questamaggioranza di centro sinistra.C’è un quadro di crisi politica chesi traduce in mala gestione dellacittà».

ANDREA ROMITI ha fatto lacontabilità. «Ai diciotto consiglie-ri presenti in aula, inclusi quellidi IdV e Sel, sono stati pagati i get-toni di presenza in consiglio, no-nostante sia saltato, per un totaledi mille euro. A cui si sommano i1800 euro di rimborsi ai datori dilavoro previsti per i consiglieriche sono lavoratori dipendenti. E

le spese per il personale comunalepiù i vigili urbani. Insomma sonostati gettati al vento 6000 euro».Anche il presidente del consigliocomunale Enrico Bianchi finiscenel mirino. «Non ha garantito tut-te le parti politiche che siedono inconsiglio — continua il PdL —perché quando gli abbiamo chie-sto seduta stante la convocazioneimmediata della conferenza deicapigruppo, visto quello che stavaaccadendo tra Pd e i suoi alleati,ce l’ha negata sostenendo che ilPd non era d’accordo».

ECCO l’appello di Taradashall’unità delle forze sane della cit-tà. «Coalizziamoci per contrastarequesta mala gestione». La fratturatra Pd ed IdV infine è sulle centra-li a biomasse. Maurizio Zingoni,coordinatore provinciale delPdL, sulle biomasse, risponde:«Non siamo contrari, ma diciamono alla scelta di farle in porto. Eun altro problema è rappresenta-to da chi le farà costruire. La Clpinvece di sottrarre spazi alle attivi-tà portuali dovrebbe pensare a fararrivare più merci in porto».

Monica Dolciotti

LE REAZIONI «SPESI 6.000 EURO PER LA SEDUTA CONSILIARE». E LA AMADIO: «BISOGNA TORNARE AL VOTO»

Il PdL denuncia: «Al vento i soldi dei cittadini»

I RETROSCENA

Eccoperchéèmancato

il numero legalein consiglio

Andrea Romano, IdV

Gabriele Cantù, Pd

Andrea Ghilarducci, «Sel»

Marta Gazzarri, IdV

Marco Taradash Marcella Amadio

Pd senzabussola«favorisce» il caos inBufera nel centrosinistra: le scuse della Gazzarri, il «mea culpa» di Cantù, scontro

BOTTA E RISPOSTADuri attacchi e accusetra l’Italia dei Valorie Sinistra e Libertà

BIANCHI replica al PdL:«Nessuno lunedì mi hachiesto di convocare i capi-gruppo subito. Oggi (ieri,ndr) mi sono consultatocon uno dei due vice presi-denti, Tamburini (Pdl):fare-mo riunione con i capigrup-po e il sindaco il 5 luglio ».

ILPRESIDENTE

LareplicadiBianchi

CONSIGLIO comunaletrasformato in palcosceni-co per uno spettacolo al li-mite della farsa. Protagoni-sta: il Pd che non entran-do in aula ha fatto manca-re il numero legale, ritiran-dosi nella sala cerimonieper problemi di conviven-za con IdV e SeL, rei di dis-sentire sulle centrali a bio-masse da realizzare in por-to. Una delle quali vede im-pegnata la Compagnia Por-tuali. Sul progetto AndreaRomano (IdV), ha presen-tato una mozione (firmataanche da Amadio e Russodel Pdl, Cannito di CittàDiversa e Bartimmo diRc) emendata di concertocon il Pd, per alzare laguardia sugli impianti. Incambio del voto, il Pd hachiesto a Romano di «ri-trattare» il documento alveleno diffuso in questigiorni, nel quale rimprove-rava a «certi partiti di ave-re le mani in pasta nelle so-cietà che promuovono gliimpianti a biomasse a filie-ra lunga, autorizzati senzapassare al vaglio di giuntee consigli di Comune eProvincia».

GIÀ DAL FINE settima-na all’ex leghista Romanoapprodato all’Idv, il Pd ave-va chiesto un passo indie-tro chiarificatore sul riferi-mento ai «partiti con lemani in pasta». Ma lui, du-ro e puro, non ha fatto il ge-sto riparatore. Ed è scop-piato il finimondo con fre-netiche consultazioni giànel pomeriggio di lunedì,fino all’estrema decisionedi far saltare il numero le-gale nella seduta seraledel consiglio. «Di questomi assumo piena responsa-bilità», ha dichiarato ierimattina Gabriele Cantù,capogruppo del Pd mo-strando il petto ai moschet-ti delle opposizioni di cen-tro destra e sinistra.

Monica Dolciotti

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••3PRIMOPIANOLIVORNOMERCOLEDÌ 30 GIUGNO 2010

«NONCI SONOVENTI FAVOREVOLIPERCHINONSADOVEANDARE. LESPACCATURENELLAMAGGIORANZAPARALIZZANOLA CITTÀ E CI IMPEDISCONODI ESPRIMERCI»

«SIAMO INDIGNATI E PREOCCUPATI PERCOME LAGIUNTAAGISCENEI CONFRONTIDELCONSIGLIO. LOSNOBBAAVVILENDOLASUAFUNZIONEDI INDIRIZZOECONTROLLO»

TIZIANABARTIMMO -RIFONDAZIONEMARCOCANNITO—CITTÀDIVERSA

duto sulle biomasse non è altroche il frutto dell’incapacità del Pddi tracciare, su questo come su al-tri argomenti, una linea politicaprecisa. La «gaffe» di Andrea Ro-mano ha sollevato il tappo del va-so di Pandora. E i mali sono usci-ti, con i troppi personalismi delPd e le lotte intestite fra l’Idv e Selche aspettano di sedere su qual-che poltrona nel salotto del «gran-

de fratello». Altro che unità nelcentrosinistra!

LA BATTAGLIA per il rinnovodei «cda» delle partecipate si sta fa-cendo sempre più accanita comedimostra il botta e risposta fraGhilarducci coordinatore di Sel eRomano capogruppo dell’Idv.«Se Romano ha le prove che qual-cuno ha le mani in pasta vada inProcura — dice Ghilarducci — al-trimenti stia zitto. Non capisoquesta battaglia quando il vicesin-daco Toncelli, che li esprime, èstato fino a pochi giorni fa assesso-re provinciale all’energia. Dentrol’Idv c’è un po’ di confusione». E,mentre la segretaria provincialedell’Idv e consigliera regionaleMarta Gazzarri si è già scusatacon il Pd per le parole di Romanoincontrando Ruggeri, dall’altraRomano affonda: «Chiarirò gli ef-fettivi termini delle mie parole,ma su una cosa resto fermo: il pro-getto biomasse in porto è statopresentato dai Portuali che pro-prio in queste ore sono al rinnovodei vertici della Compagnia. Alsuo interno ci sono rappresentan-ti del Pd, di Sel e di Rifondazionee sappiamo tutti le pressioni chesono state fatte per eleggere que-sto o quell’altro consigliere. A ciòmi riferivo quando ho pronuncia-to l’espression ‘mani in pasta’». E,per rimarcare che le sue parolenon sono state pronunciate a ca-so, conclude: «Non accetto lezio-ni da Sel».

IN MUNICIPIO Clima infuocato nella sala del consiglio comunaledove si è consumato l’ultimo atto di un centrosinistra in difficoltà

LA CAUSA SCATENANTE

Gli impiantia biomasse,l’energiadai rifiuti

maggioranzafra Romano e Ghilarducci

IL SINDACO non ha dub-bi: «La maggioranza Pd,IdV, Sel e Livorno cittàaperta si tiene in equili-brio. E’ inutile che il Pdl ciattacchi quando non è ca-pace di avere un gruppounico in consiglio». Ag-giunge: «Sulla mozione diRomano siamo tutti d’ac-cordo, però quando parladi partiti con le mani in pa-sta non va bene». E il rap-porto non idilliaco conIdV e Sel costringerà il Pda proseguire da solo? «No— risponde — c’è un pro-gramma sul quale c’è uni-tà. Al di là dei numeri, nonsiamo autosufficienti».

ILSINDACO

«Ci teniamoinequilibrio»

LE CENTRALI biomasseproducono energia elimi-nando i rifiuti delle attivi-tà umane. Utilizzano varimateriali di origine biologi-ca, come gli scarti dell’agri-coltura per produrre ener-gia elettrica. Si tratta di: le-gname da ardere, materia-li agricoli e forestali, scartidell’industria agroalimen-tare, reflui degli alleva-menti, rifiuti urbani o spe-cie vegetali coltivate per loscopo. Ed è una fonte dienergia su cui l’Unione Eu-ropea ha deciso di investi-re al pari dell’eolico. Sullaloro realizzazione si atten-dono le indicazioni del pia-no provinciale dell’ener-gia, legato a doppio filo aquello regionale. Negli ulti-mi mesi sui tavoli di Palaz-zo Granducale sono arriva-ti numerodi progetti pergli impianti ma gli ambien-talisti sono sul piede diguerra sulle loro dimensio-ni — si chiedono inferioria 25 megawatt — e a filieracorta. Sulla carta, si trattadi impianti che liberanonell’ambiente una quanti-tà di zolfo e di ossidi di azo-to nettamente inferiore aquella rilasciata dai com-bustibili fossili.

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IL TIRRENO Pagina 4 - Livorno Romano striglia Sel e ricuce col Pd Il consigliere Idv: «Plateale la scelta di far saltare il consiglio» JUNA GOTI LIVORNO. Anche se c’è chi minimizza, è ancora forte in Comune il terremoto che ha scosso la maggioranza sulle biomasse: facendo mancare il numero legale il centrosinistra ha fatto saltare la riunione del consiglio dopo che il consigliere dipietrista Andrea Romano aveva detto frasi poco gradite (si fa per dire) ai colleghi di maggioranza. Lunedì prossimo, come comunicato dal presidente Bianchi, sarà in programma una riunione dei capigruppo. Il passaggio più delicato è all’interno della maggioranza. Cosa ha da dire adesso Romano? «Nel rispondere a un attacco di Giannini sulle biomasse - spiega - ho scritto che non accetto lezioni dai partiti che hanno le mani in pasta nelle società interessate alla realizzazione degli impianti». Mani in pasta? «Non volevo essere offensivo. Avrò anche usato un’espressione cruda, ma chi può negare che all’interno di Sel ci siano esponenti di spicco della compagnia che realizzerà le centrali? Vladimiro Mannocci, ad esempio. Ripeto, non avevo alcuna intenzione di offendere e non ho mai parlato di illegalità. Ma non accetto lezioni di moralità: non mi pare ci sia bisogno di smentite o scuse visto che quella a cui ho fatto riferimento è la semplice realtà dei fatti, il segreto di Pulcinella». E i rapporti con il Pd? Seguendo il suo ragionamento anche nel partito di maggioranza dovrebbero esserci “mani in pasta”... «Il gruppo del Pd è stato politicamente corretto: abbiamo concordato un testo (che poi è la mozione in attesa di approvazione) che tiene di conto delle diverse posizioni. E’ innegabile che anche tra i consiglieri del Pd ci siano esponenti delle società in questione, come il presidente della Compagnia Portuale, Enzo Raugei. Ma abbiamo cercato di costruire un percorso condiviso». Scusi, ma qual è la sua posizione sulle due centrali? «Completa contrarietà, anche in presenza di filtri. Servono altri tipi di impianti: rispettosi dell’ambiente e a filiera corta». Nella maggioranza, è evidente, non tutti la pensano così: come fate a convivere? «E’ vero. Ma ci siamo accordati su un testo, la mozione appunto, che dà un giudizio negativo sulle centrali a filiera lunga e impegna la giunta a migliorare la qualità dell’aria attraverso il bilanciamento delle emissioni. Non è una sciocchezza, ma un impegno serio. Al di là delle discussioni». Sta dicendo che lo strappo all’interno della coalizione può essere ricucito? «Lo strappo? Mai stato». E quello di lunedì allora? «Direi più una scenata. Si vede che gli altri consiglieri avevano la necessità di fare questo passaggio un po’ plateale, ma non ne farei un dramma. Da parte mia c’è tutta la volontà di chiarire. Se qualcuno si è sentito offeso mi farò carico della responsabilità di spiegare meglio la mia posizione nella prima occasione utile. Tutto si poteva evitare parlandone prima».

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IL TIRRENO Pagina 4 - Livorno PARTITO DEMOCRATICO L’Idv doveva chiarire quelle accuse sbagliate La mozione sulle centrali a biomasse in ambito portuale che vedeva Andrea Romano, capogruppo dell’Italia dei Valori, come primo firmatario, dopo un opportuno emendamento, era diventata per il nostro gruppo assolutamente votabile, come era emerso anche nella precedente seduta di consiglio. Purtroppo però, alcune espressioni usate dallo stesso Romano in una sua dichiarazione ai giornali sull’argomento e specificatamente il suo riferimento a partiti che avrebbero “le mani in pasta” nelle società che dovrebbero gestire una delle centrali in questione, erano decisamente destituite di ogni fondamento e in assenza di un chiarimento rischiavano di gettare un alone inaccettabile sulla storia di governo del centro sinistra in questa città. Alcune sue dichiarazioni successive sembravano confermare il suo pensiero e richiedevano pertanto un chiarimento politico serio, non più solo con Romano ma col partito dell’Italia dei Valori. Si trattava molto probabilmente di un problema di linguaggio che rischiava però di diventare occasione per le opposizioni per giocare su una presunta crisi di maggioranza, creando un clima di forte tensione. E’ stato quindi ritenuto opportuno riequilibrare il linguaggio delle dichiarazioni, avendo comunque verificata la comunità degli intenti sul progetto. Del resto, come non abbiamo mai fatto un dramma istituzionale le numerose volte in cui alcune minoranze hanno abbandonato l’aula in occasione dell’approvazione di provvedimenti pur importanti per la città, così non ci sembra il caso di farne in questa occasione, per quanto spiacevole possa essere. Come sempre, del resto, siamo convinti che piuttosto che andar dietro a quelli che possono risultare giochi di Palazzo, i cittadini sono molto più interessati a seguire le scelte che il consiglio e l’amministrazione compiono nell’interesse della città. Gabriele Cantù (capogruppo Pd in consiglio comunale) IL TIRRENO Pagina 4 - Livorno Amadio: maggioranza ko «Torniamo alle urne» LIVORNO. «Mai visto niente del genere negli ultimi 15 anni: la maggioranza è a un punto di rottura tale che non resta altro se non tornare alle urne». Parola di Marcella Amadio (gruppo Pdl Berlusconi): per la prima volta - dice - «il centrosinistra fa un “golpe” contro se stesso». Si doveva parlare di biomasse e di criteri di nomine («criteri che non hanno nulla a che fare con esperienza e professionalità, sono legati solo a tessere Pd e Idv»).

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«Si alleBiomsemia non in porto»Il capitolo biomasse è la pietradello scandalo: «Troppe zoned'ombra - dice Maurizio Zin-goni - sia sulla procedura chesulla gestione. Si va a man-giare uno spazio in banchinache potrebbe servire come ac-costo per le navi e poi questaoperazione viene gestita da unsoggetto che si dovrebbe oc-

cupare di acquisire traffici ma-rittimi, scaricarli e mandarlivia più in fretta possibile. Lacentrale a biomasse va bene,ma là non deve starci». Poi ladenuncia: «Dov'è la tolleranzazero se si lasciano campeg-giare trenta camper in Ban-dinella, dove non potrebberostare?».

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Rottura sulle biomassesalta il consiglio comunale

i della maggioranza non si sono presentatifacendo saltare il numero legale. Tensione tra Sei e ldv

DAVID [email protected]

Colpo di scena a Palazzo ci-vico. I malumori interni al-la maggioranza hanno fat-to saltare il consiglio co-

munale di martedì. I consiglieri co-munali del Pd (presente solo Massi-mo Gulì) e dell'Idv non si sono pre-sentati in aula e non si è così rag-giunto il numero legale necessario.Consiglio comunale rimandato,quindi. Nell'aula è scoppiato subitoil putiferio. «È un golpe», «la mag-gioranza è in crisi», «scandalo» urla-no i consiglieri dell'opposizione (didestra e di sinistra). L'unico presen-te della maggioranza, oltre a Gufi(Pd), è il consigliere di Sel Lamber-to Giannini. Il motivo che ha spintoi consiglieri di Pd e Idv (in realtà pre-senti "fisicamente" a Palazzo civico)a far saltare la seduta? La votazione

di una mozione sulle centrali a bio-masse. Presto una di queste centralisorgerà sul territorio livornese: è

commissionata da Porto energiaSrl, società partecipata al 75% daCpl (il cui presidente, Enzo Raugei,è anche consigliere comunale Pd).Sel ha sempre dichiarato di esserecontraria a questa centrale. La mo-zione, sostenuta dall'Idv con l'ap-poggio del Pd, prevede l'impegnofuturo dell'amministrazione a con-trastare la costruzione di simili im-pianti, ritenuti inquinanti. Ma il te-sto non piace a Sel: «Mantiene lostatus quo e di fatto non si opponealla costruzione della centrale diPorto Energia». Nei giorni scorsi Ro-mano (Idv), punzecchiando Sel, hadato una tiratina di orecchie a quei«partiti che hanno le mani in pastanelle società che promuovono taliimpianti». Il riferimento è a Sel ePd: alcuni loro sostenitori sono in-fatti al vertice della Cpl detentricedel 75% di Porto energia Srl. I dissi-di hanno fatto optare Pd e Idv peruna ritirata strategica. «La maggio-ranza è compatta - afferma il sinda-co Cosimi - però le parole di Roma-no devono essere chiarite. Non sipuò gettare un cono di opacità sullavoro dell'amministrazione». Laposizione di Giannini e Romano, aldi là della mozione, è la stessa: «Sia-mo contrari alla costruzione di qual-siasi centrale a biomasse». Il capo-gruppo Idv torna sulla frase ("maniin pasta") che ha generato lo scom-piglio: «Non volevo evidenziare nes-suna accezione negativa. Sonopronto a chiarire».!

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LA NAZIONE Pagina 6 – Livorno Dietrofront, Fantacci al posto di Quintavalle Rosignano: la maggioranza cambia dopo le critiche di CINZIA GORLA ROSIGNANO — «MOMENTANEAMENTE ritiro la mozione. In attesa della commissione urbanistica che verrà convocata appositamente per i vari chiarimenti che sono stati richiesti sul testo da me presentato. Ma mi riservo, se le risposte non saranno esaustive, di tornare sull’argomento con un altro atto». COSÌ Luca Luparini, leader Pdl, poco dopo le 20, sulla sua mozione presentata in consiglio in seguito alla nostra inchiesta che ha reso nota la presenza nel tavolo che si occupa di urbanistica di Giuseppe Quintavalle, l’ingegnere coinvolto nelle indagini sul Regolamento Urbanistico che nel settembre 2007 ha travolto Palazzo Comunale. Con l’allora sindaco Alessandro Nenci e l’allora assessore all’urbanistica Raffaele Boccaccini. Le ipotesi di accusa, è recente la richiesta di rinvio a giudizio, abuso di ufficio, tentate concussione, con presunta richiesta di tangenti, e corruzione. Il sindaco Franchi, a cui avevamo posto un problema di opportunità, aveva chiesto all’ordine di indicare un altro nome al posto di Quintavalle. Nome che ieri è arrivato. E’ Massimiliano Fantacci, c’è lui ora nel tavolo di concertazione di cui fanno parte professionisti che si occuperanno di «suggerimenti e note» per la variante normativa al Regolamento Urbanistico. Come ha precisato l’assessore all’urbanistica Margherita Pia. La seconda tranche della seduta del consiglio è iniziata quasi alle 17, dopo una riunione della maggioranza sembra proprio per discutere l’orientamento sulla mozione di Luparini. Mozione che intende impegnare la giunta «a una verifica con le articolazioni competenti del Consiglio su obiettivi, tempistica, metodo di lavoro e componenti del tavolo». CON IL NOME di Fantacci, è arrivata anche la firma del presidente dell’ordine degli ingegneri Giovanni Ciaponi a completare il protocollo d’intesa tra ordini e amministrazione con cui viene costituito il tavolo. Protocollo che dice, tra l’altro, «che il Comune intende promuovere una partecipazione attiva degli Ordini e Collegi per la revisione/formazione degli strumenti urbanistici per la trasformazione del territorio e per la promozione della qualità architettonica e della sostenibilità ambientale».

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IL TIRRENO Pagina 4 - Cecina Voto unanime del consiglio comunale sulla soluzione della gestione «Il sindaco chieda la donazione dell’edificio» Gli eventuali costi di ristrutturazione saranno coperti dall’alienazione di beni dell’ente non più utili ALESSANDRA BERNARDESCHI ROSIGNANO. Il consiglio comunale si compatta sul teatro Solvay e dà mandato al sindaco di chiedere alla società la donazione dell’immobile. Nel contempo offre una soluzione per i costi dei lavori di ristrutturazione: la vendita di immobili di proprietà comunale non più strategici. Insomma il Comune è disposto ad alienare alcune strutture per arrivare alla gestione del teatro. Due i documenti approvati, e letti dal sindaco, per i quali si è arrivati all’unanimità non senza una lunga riunione preliminare dei capigruppo che ha fatto slittare il consiglio di un’ora. Nel primo si conferma che il Circolo ricreativo ed il teatro rappresentano un valore identitario, sociale, culturale ed aggregativo per Rosignano. Per questo il consiglio comunale dà mandato al sindaco “di formulare una proposta a Solvay affinché il Comune si faccia interprete autorevole delle istanze che arrivano dal territorio, tenendo presente l’opportunità di percorsi distinti per le due realtà e verificando la possibilità di un’acquisizione al patrimonio comunale del teatro Solvay attraverso una donazione da parte della società Solvay”. Il secondo documento, anch’esso votato all’unanimità, impegna la giunta ad “una riflessione politica culturale del territorio ed alla predisposizione di un progetto culturale complessivo nonché alla valutazione dei costi di ristrutturazione e di gestione del teatro”. Da oggi, dunque, Alessandro Franchi, potrà iniziare la trattativa con Solvay avendo l’appoggio di tutto il consiglio comunale: «A dimostrazione - ha detto Luca Luparini capogruppo del Pdl - che quando si parla di cose e progetti concreti è possibile convergere». Gorgio Franconi della Sinistra ha sottolineato come la donazione «sia la forma più coerente» ma nel contempo, mette in guardia il primo cittadino sul fatto che «la donazione del teatro Solvay non diventi moneta di scambio per altri favori». Sandra Lancioni dell’Idv precisa come la vicenda del teatro e del circolo «possa far pensare che l’azienda voglia staccarsi dal territorio». Francesco Fornai capogruppo del Pd ha tenuto a ricordare come il teatro «sia un pezzo fondamentale di Rosignano e un punto di riferimento della Bassa Val di Cecina ed è stato ristrutturato con i soldi dei lavoratori». Per Angela Porciani di Rds «il teatro rappresenta già un patrimonio per la cittadinanza e come rappresentante dei cittadini il sindaco oggi ha pieno mandato per chiedere la donazione». Soddisfazione per i documenti votati è venuta anche da Francescalberto De Bari del Cambio e da Nerina Monti del Gruppo Misto che ha ricordato le generazioni che sono passate dalla struttura.

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LA NAZIONE Pagina 9 – Livorno «Rifondazione fa il gioco del Governo» PIOMBINO — I GRUPPI consiliari di maggioranza (Pd, Idv, Sel, Gruppo Misto/Psi) replicano a Rifondazione sulla questione fanghi. «Ancora una volta Rc non perde occasione per uscire dal seminato — dice Claudio Capuano capogruppo Pd — spara su Anselmi, la giunta e l’assessore Chiarei con l’accusa di aver creduto, prodigandosi e impegnandosi in un lavoro di promozione e di raccordo tra Governo, Ministeri, Regione ed Enti Locali per una operazione che aveva e ha come obbiettivo fondamentale lo sviluppo del porto di Piombino e della Val di Cornia. Ad oggi , se gli accordi non sono attuati, è da attribuire al Governo e al ministro Tremonti». «PERTANTO — aggiunge Capuano — non si riesce a comprendere il senso delle accuse di Rc che anzichè prendersela con chi i tagli li opera, suggerendo pure le battute da dire, se la prende con chi i tagli li subisce. Ma è una vecchia storia, questa, a cui da anni ci ha abituato Rc, protagonista di una “opposizione” che, vogliamo credere in buona fede, sovente scivola nella faziosità divenendo complice del Governo e delle sue scelte. I gruppi di maggioranza confermano piena fiducia al sindaco, alla Giunta e a Chiarei».

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LA NAZIONE Pagina 3 – Prato Reazioni. La Lega insiste: “Accanto a Milone”. Idv: “Cetrodestra incoerente”. Mosca: “No a spot propaganda” Cenni: «Stato presente, ora mi sento meno solo e c’è più fiducia» «LO STATO STA reagendo con tutte le sue forze. Di fronte alle problematiche del nostro territorio sta combattendo con tutti gli strumenti disponibili, così mi sento meno solo e sono fiducioso che ci possano essere risposte: c’è la volontà di reagire e di ripristinare la legalità». Così il sindaco Cenni ha sottolineato l’operazione della guardia di finanza che ha portato in manette dieci persone. Anche per il segretario comunale della Lega, Leonardo Soldi, «la criminalità organizzata cinese adesso avrà sempre di più il fiato sul collo», ma i beni «sequestrati e confiscati dovranno rimanere a Prato attraverso un protocollo d’intesa col governo». Soldi torna anche sulla richiesta di affiancare il segretario provinciale Tosoni a Milone: «Può fare da tramite diretto tra Maroni ma non è un commissariamento». Era stato il presidente del quartiere ovest Giovanni Mosca a parlare di «commissariamento di Milone» all’indomani dell’operazione della finanza sui money transfer, aggiungendo «che la situazione di illegalità è intollerabile» e che «problemi di così vasta portata non possono essere liquidati con spot propagandistici». Poi l’Idv, critica col centrodestra: «E’ incredibile come Pdl e Lega salgano sul carro dei vincitori dimenticandosi che in Parlamento stanno approvando la legge bavaglio che impedirà operazioni come quelle appena concluse. Visto che la Lega ritiene che il merito sia di Maroni, allora sarà bene chiedere i rinforzi per le forze dell’ordine. Infine una considerazione temporale: l’indagine Cian Liu è cominciata nel 2007 quando a Prato e in Italia governava il centrosinistra, quindi di meriti su queste operazioni il centrodestra ne ha ben poche». Dal comitato Macrolotto zero, Bruno Gualtieri fa notare che «finalmente si è scoperchiato il pentolone, anche se è la punta dell’iceberg». Poi aggiunge: «Se i controlli su cento ditte hanno dato certi risultati, con 4mila cosa succederebbe?». Leonardo Biagiotti

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IL TIRRENO Pagina 12 - Viareggio Pieri, dalla strage a Bruxelles Il superstite terrà un intervento invitato dall’Idv SIMONE TONINI STAZZEMA. Si intitola “L’Europa verso il mondo” l’intervento che Enrico Pieri, superstite dell’Eccidio e presidente sell’associazione “Martiri di Sant’Anna” terrà domani al Parlamento Europeo. Pieri è stato invitato dall’europarlamentare dell’Italia dei Valori, Niccolò Rinaldi, per partecipare a una tre giorni di scuola di formazione europea organizzata dal partito di Di Pietro. D’altronde che Pieri sia un europeista convinto è una dato di fatto: basta sentirlo parlare con le migliaia di ragazzi che salgono ogni anno a S. Anna per capire come sia profondo il suo credo verso l’Europa unita. «Se oggi gli italiani, i francesi, gli spagnoli, i tedeschi e tanti altri popoli hanno la stessa moneta - ricorda spesso Enrico- lo dobbiamo anche al sacrificio dei bambini e delle vittime di Sant’Anna». La dimostrazione di quanto asserisce ogni giorni Pieri l’ha data tanti anni fa. Emigrato in Svizzera dopo la strage di Sant’Anna, dove perse l’intera famiglia restando orfano a soli dieci anni, Enrico Pieri trovò lavoro e si sposò. Ebbe un figlio e dovette decidere se mandarlo in una scuola francese o un una tedesca. Non ebbe dubbi: fece studiare il figlio in una scuola tedesca. Enrico rimase in Svizzera fino al 1992, conoscendo sulla sua pelle le difficoltà dell’emigrazione. Una lezione di vita e di morale che arriverà fino a Bruxelles. Il seminario si aprirà il 30 giugno; il giorno successivo Pieri aprirà gli interventi seguito da Sandro Trento, responsabile nazionale per l’Idv del dipartimento economia e finanze, dal magistrato Piergiorgio Morosini, e dal giornalista Loris Mazzetti. Il giorno conclusivo seguiranno gli interventi degli eurodeputati Guy Verhofstadt, Leoluca Orlando e Niccolò Rinaldi.

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LA NAZIONE Pagina 7 - Empoli Si torna a parlare di urbanistica con l’assessore regionale Marson MONTESPERTOLI— CONTINUA a Montespertoli la terza edizione della Festa del Partito democratico, presso il Parco Urbano, che si concluderà domenica 4 luglio. Ricco e articolato il programma: stasera, alle 21 nello spazio “Bottega del libro-Gianni Rodari” lettura di fiabe per bambini; al palco centrale alle 21,30 esibizione della scuola di ballo Happy Dance 99; all’anfiteatro verde alle 21,30 presentazione del libro “Prima che venga giorno” di Fabrizio Silei, partecipa l’autore; alle 22 allo spazio ombra Accidental Encounters in concerto. Domani alle 20 cena popolare allietata dalle canzoni di osteria con Alessandro Scavetta. Prenotazioni presso la cassa del ristorante. Alle 21 nello spazio “Bottega del libro-Gianni Rodari” lettura di fiabe per bambini; all’anfiteatro verde alle 21,30 dibattito sul tema “Il paese delle donne: oltre le strettoie del quotidiano” in collaborazione con l’associazione culturale “Mondi Aperti” della Valdelsa. Alle 22 allo spazio ombra Kontest dei Giovani Democratici. Venerdì dibattito sul tema “Urbanistica 2.0 sostenibilità e governo sociale del territorio” al quale partecipano l’assessore regionale all’Urbanistica Anna Marson, il presidente Gruppo Pd in Consiglio regionale Vittorio Bugli, Massimo Morisi, garante comunicazione Ps; Antonino Gandolfo, responsabile assetto del territorio Comune di Montespertoli e Giulio Mangani, sindaco di Montespertoli. Fine settimana all’insegna del ballo liscio e della gastronomia con le ottime specialità culinarie offerte dal ristorante-pizzeria della Festa.

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IL TIRRENO Pagina 4 - Pisa Spazio a politica e convivialità Parte domani a Marina la festa di Liberazione avanti fino al 18 luglio GABRIELE ORSINI PISA. Spazio alla convivialità ma soprattutto alla politica. Sembra essere questa la ricetta della festa di Liberazione, dall’1 al 18 luglio in scena a Marina di Pisa. Dopo il primo appuntamento estivo a Buti, la manifestazione organizzata da Rifondazione Comunista scende dai monti e si sposta sul litorale. Ambiente e lavoro saranno i temi principali dei sette dibattiti (con inizio alle 21 e 30) moderati da un gruppo variegato di esponenti dell’informazione pisana. Il tentativo è quello di cercare di stimolare un dialogo tra le varie realtà di movimento del nostro territorio e i rappresentanti delle istituzioni. L’8 si parlerà di governo sostenibile del territorio nell’incontro che vedrà la presenza dell’assessore regionale all’urbanistica ed al territorio Anna Marson, mentre il 16 al centro del dibattito saranno le politiche in materia di lavoro e di spesa pubblica, ed a discuterne con Gianfranco Simoncini - assessore regionale alle attività produttive - saranno i docenti universitari Alessandro Volpi ed Ernesto Screpanti, oltre al segretario della Camera del lavoro di Pisa Gianfranco Francese. La serata conclusiva, dedicata alla presentazione dell’ultimo libro del segretario nazionale del Prc Paolo Ferrero e con gli interventi di Francuccio Gesualdi (Centro Nuovo modello di sviluppo) e Francesca Re David della segreteria nazionale Fiom, si pone l’obiettivo di condensare in un unico dibattito i due temi fondamentali di ambiente e lavoro, guardando al superamento del capitalismo come esigenza di sostenibilità ambientale oltre che sociale. Tutte le sere naturalmente cene con le diverse cucine del mondo e concerti dal vivo a cura del circolo Caracol.

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IL TIRRENO Pagina 8 - Grosseto Stasera dibattito pubblico con i rappresentanti dei partiti In piazza a discutere di legge elettorale Tra gli altri anche l’assessore Tenuzzo e Luca Montemaggi GROSSETO. Appuntamento stasera alle 21.30 nella piazza del Caffè Affinity con un incontro sul sistema elettorale italiano. L’idea è quella di raccontare con Marco Carlotti e Marco Pilotto, come, dal dopoguerra ad oggi, è mutato il sistema elettorale in Italia. Organizzato dall’associazione culturale Nikola Tesla, al dibattito parteciperanno anche tanti politici locali dei vari schieramenti che proveranno a raccontare se il sistema elettorale attualmente in vigore, quello nato dalla legge elettorale del 2005 garantisce la libertà dei cittadini nella scelta del governo. La discussione sarà condotta da due oratori. Verrà supportata dagli interventi di alcuni rappresentati delle forze politiche locali che hanno accolto l’invito dell’associazione a partecipare alla serata, durante la quale anche il pubblico avrà la possibilità di porre eventuali domande. Il titolo della serata è “La legge elettorale. Dai cittadini al Governo attraverso il Parlamento ed il Presidente della Repubblica. Rappresentatività Vs funzionalità”. All’incontro partecipano Marco Carlotti e Marco Pilotto, che saranno affiancati poi da un rappresentante del Partito Democratico di Grosseto, da Luca Montemaggi, capogruppo del Popolo della Libertà in consiglio comunale, Adriano Renis dell’Area Destra, Roberto Matozzi del Partito Socialisti Democratici Italiani, Davide Buzzetti di Sinistra e Libertà, Simone Ferretti di Rifondazione comunista, Tiziana Tenuzzo dell’Italia dei valori, Roberto Azzi della Lega Nord, Emanuel Cerciello dell’Unione di Centro, presidente della circoscrizione Gorarella e, ancora in attesa di conferma, un rappresentante del Meet Up, la lista civica di Beppe Grillo.

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LA NAZIONE Pagina 14 – Pisa ITALIA DEI VALORI Bilancio attività e referendum APPUNTAMENTO questa sera alle 21.30 al centro Poliedro di Pontedera (piazza Berlinguer) per l’incontro pubblico organizzato dall’Italia dei valori della zona. Al centro del dibattito la campagna referendaria su acqua, nucleare e legittimo impedimento promossa e l’esperienza amministrativa nel Comune di Pontedera.

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