Rassegna 1 dicembre

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IL TIRRENO Pagina 13 – Toscana Tra Rossi e i suoi spuntano le prime crepe Malumori per i troppi tagli. E lo stop al vitalizio fa imbestialire la nomenklatura MARIO LANCISI FIRENZE. Tra il governatore Enrico Rossi e la maggioranza che lo sostiene la luna di miele è finita. Rossi si è insediato, nell’aprile scorso, con il 60% dei voti (sei toscani su dieci). E la sua designazione nel centrosinistra è stata unanime senza bisogno di primarie. Forte del successo elettorale e politico, Rossi si è messo subito al lavoro per segnare quella «discontinuità» con il predecessore di cui aveva parlato in campagna elettorale. A sette mesi dal suo insediamento, nessuno esce allo scoperto contro Rossi anche perché ci potrebbero essere le elezioni dietro l’angolo e alcuni delusi della vecchia giunta, come ad esempio Federico Gelli, potrebbero salire sull’autobus per Roma. Si respira insomma in Regione un clima di attesa e di malessere. Ma dietro i mal di pancia si possono intravedere problemi più generali. A cominciare dai costi della politica e dalla riorganizzazione degli enti. I tagli del governatore sono stati coraggiosi. Persino la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia li ha elogiati. Definendo in privato Rossi come uno dei migliori presidenti di Regione. Ma i politici che guadagnano indennità più o meno lussuose alla guida degli enti sicuramente non hanno fatto salti di gioia alla proposta di Rossi di cancellare i cda o di ridurre i compensi a 30 euro a gettone. «E’ giusto tagliare gli sprechi, ma se uno come me lavora 40 ore al parco credo sia giusto che guadagni mille euro, o no?», domanda polemico Giancarlo Lunardi, Pd, presidente del parco di San Rossore Migliarino. Un altro fronte di fuoco amico è venuto dai presidenti di Provincia, dal pisano Andrea Pieroni al fiorentino Andrea Barducci: Pieroni, come presidente dell’Upi toscana (l’associazione delle amministrazioni provinciali), ha scritto a Rossi per scongiurarlo di non svuotare i compiti delle Apt. E la proposta di Rossi di abolire il vitalizio per i consiglieri regionali ha fatto imbestialire la nomenklatura. «Uscita demagogica e populista», sono stati i commenti nei corridoi di palazzo Panciatichi, sede del parlamento toscano. «Siamo totalmente d’accordo», hanno affermato i consiglieri regionali Fds-Verdi Monica Sgherri Paolo Marini e Mauro Romanelli. Suggerendo però a Rossi di aggiungere anche la cancellazione della possibilità che i consiglieri hanno di continuare a svolgere la libera professione. Il riferimento è a Marco Manneschi, Idv, avvocato, che ha sollevato il problema del vitalizio. Un altro fronte in ebollizione è quello della «macchina» regionale. Rossi ha tagliato metà della vecchia segreteria di Claudio Martini e cambiato pedine. Peccato quasi mortale in una Regione dove spesso i dirigenti contano più degli assessori. E, in quanto a tagli, Rossi non ha guardato in faccia neppure agli amici. Che si sono fatti «tagliare» in silenzio, salvo due, l’ex capo dell’ufficio stampa Daniele Pugliese e Guelfo Guelfi, il responsabile della comunicazione della campagna elettorale di Rossi, che con eleganza e distacco hanno raccontato la loro esclusione su faceboox. Un fronte infuocato fino ad agosto, che ora si è un po’ calmato, è quello dei sindaci inferociti con l’assessore all’Urbanistica Anna Marson. Che si è presentata lancia in resta contro i sindaci accusati più o meno velatamente di aver consentito troppo cemento in Toscana. Dal sindaco di Livorno Alessandro Cosimi a quello di Piombino Gianni Anselmi non hanno fatto mistero del loro disaccordo nei confronti della Marson. Scelta da Rossi e da lui difesa sempre. Non sono sicuramente idilliaci i rapporti tra Rossi e il presidente del Consiglio regionale Alberto Monaci. Che ha reso pubblica la lettera della Corte dei conti sul «buco» dell’Asl di Massa, irritando non poco Rossi. Al quale non è piaciuto neppure il presidente della commissione sanità Marco Remaschi che ha ipotizzato eventuali bilanci in rosso nella sanità toscana. Il vero avversario di Rossi è però il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Per due ragioni. La prima: i due non fanno che becchettarsi (soprattutto) su Facebook. Rossi vuole il sottoattraversamento dell’Av a Firemze? Renzi no. Renzi voleva la Cittadella? Rossi ha risposto picche. Renzi rottama? Rossi polemizza con i rottamatori. La seconda: Renzi Rossi hanno vinto nel segno della discontinuità e dell’innovazione. Tra loro sembra scoppiata una «guerra» alla leadership del Pd in Toscana.

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IL TIRRENO Pagina 3 - Prato ITALIA DEI VALORI Interrogazione in Regione PRATO. La capogruppo dell’Idv in consiglio regionale Marta Gazzarri, ha presentato una interrogazione urgente a risposta orale al presidente del Consiglio regionale per avere notizie «In merito alla grave situazione dell’azienda Sasch di Capalle e al destino dei lavoratori della azienda stessa e del suo indotto». In particolare Marta Gazzarri fa rilevare che «la grave crisi economica in cui versa l’azienda Sasch di Capalle, con 33 dipendenti attualmente in cassa integrazione e gravata da un debito che si aggira presumibilmente dai 140 ai 170 milioni di euro» con un piano di riorganizzazione presentato dalla proprietà che «non offre adeguate garanzie innanzitutto dal punto di vista della capacità imprenditoriale della nuova società, la quale risulterà in parte di proprietà degli attuali soci».

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IL TIRRENO Pagina 12 - Pisa ITALIA DEI VALORI Via Roma, la ditta chiamata a riparare il danno CALCI. Sulla spinosa questione di via Roma, che va in tribunale trascinata dal centro commerciale naturale, interviene questa volta Letizia Melandri, consigliere dell’Italia dei Valori nella coalizione di maggioranza “Per un nuovo centrosinistra”. «Il problema via Roma esiste e capiamo il disagio dei commercianti - dice la Melandri - c’è il divieto di parcheggiare lungo la strada, la gente deve comunque arrivare a piede ai negozi, però cerchiamo di stare ai fatti ed evitiamo le chiacchiere da bar. E i fatti sono semplici, la ditta che ha vinto il bando, ha lavorato male, il sindaco e la giunta sono impegnati già dai tempi della messa in opera per risolvere le situazioni incontri, sollecitazioni e verifiche sulla regolarità dell’esecuzione e dei collaudi». «Io stessa - rimarca la consigliera comunale - ho chiesto tutti i documenti relativi per avere il quadro preciso, fondato sulle carte, del problema e dare il contributo alla definizione nell’ottica della totale trasparenza del Comune. Se verranno fuori delle mancanze, i responsabili saranno chiamati a rispondere, ma agitare le acque con proclami ed esposti generici che ignorano gli impegni non aiuta la soluzione».

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IL TIRRENO Pagina 9 - Pontedera Contro i tagli, i ragazzi salgono sul palco durante la Festa della Toscana: anche le istituzioni hanno aderito Il vescovo con il lutto al braccio Il corteo “funebre” degli studenti invade pacificamente il teatro RICCARDO RINALDI VOLTERRA. Sindaci, istituzioni e vescovo con il lutto al braccio, a sostegno della protesta degli studenti volterrani contro il decreto Gelmini, nell’incursione pacifica al teatro Persio Flacco. Le parole d’ordine erano «Andiamo lì con il lutto al braccio, tiriamo fuori cartelloni e striscioni, vestiamoci tutti di nero, prepariamo un comunicato e chiediamo di poterlo leggere salendo sul palco... tutto ciò con la massima correttezza!» e questo è stato, come conferma uno dei capofila del corteo del liceo Carducci, Jonny Guarguaglini. Centocinquanta ragazzi in tutto, alle 10 in punto, hanno effettuato un’incursione pacifica e dimostrativa, come poche se ne vedono e come se ne dovrebbero vedere, all’interno del teatro Persio Flacco mentre si svolgeva la Festa della Toscana. Alla presenza del sindaco di Volterra Marco Buselli e di Montecatini Sandro Cerri, della vice presidente della Provincia Alessandra Petreri e del vescovo Alberto Silvani, sotto gli occhi divertiti degli altri studenti e dei loro professori, il manipolo d’incursori ha fatto indossare alle autorità presenti un nastrino nero in segno di lutto. Un lutto derivato dal fatto che proprio in quelle ore a Montecitorio veniva votata la contestata riforma Gelmini. Nel rispetto dei lavori della giornata i ragazzi del Carducci hanno chiesto il permesso, e saliti sul palco hanno letto il loro comunicato, invitando i presenti a sostenere la loro protesta. «Siamo qui per gridare che la cultura e l’istruzione in ogni Paese non sono seconde a niente - leggono -. I tagli all’istruzione sono inaccettabili. Diteci (e si rivolgono ai presenti) che avete voglia di scommettere su di noi, dateci credito non con le parole, ma con i fatti. Per questo siamo qui, oggi, in lutto a parlarvi. A chiedervi sostegno, mobilitatevi con noi». Anche il vescovo non nasconde una certa condivisione: «Basterebbe che l’Italia si adeguasse per la cultuta, agli standard europei».

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LA NAZIONE Pagina 11 - Grosseto

••11CASTIGLIONEDELLAPESCAIA/SCARLINO/GAVORRANOMERCOLEDÌ 1 DICEMBRE 2010

ALLA RICHIESTA di dritte sul-la sua autocandidatura dopo l’usci-ta dalle «stanze» del Pd del nomina-tivo di Francesca Mondei quale ca-polista, Paolo Balloni disse: nocomment. Ma ora alla luce dei nuo-vi episodi accaduti in casa Pd a Ga-vorrano ha deciso di chiarire le po-sizioni ed invoca le primarie di par-tito. «Esprimo innanzitutto la miasolidarietà a Serena Remi — ha det-to — dopo l’attacco che le è statoportato l’altra sera». Poi Balloniparte lancia in resta: «Davanti aquesta corsa al massacro, confermoche la strada percorsa per la sceltadel candidato a sindaco non è statalineare ed è invece frutto di un cen-tralismo democratico che ha travol-to il candidato e cambiato le regoledel gioco. Questo percorso — haproseguito — mi ha indotto a can-didarmi per puro servizio della de-mocrazia, democrazia andata alladeriva. Chiedo agli organi provin-ciali del Pd di intervenire urgente-mente sul caso Gavorrano per unacandidatura che possa unire tuttoil partito. Occorre fare un passo in-

dietro ed io sono a disposizione. Senon si vuole questo — insiste Ballo-ni — almeno si vada alla e primariedi partito con la ‘base’ chiamata apronunciarsi sul candidato a sinda-co». Intanto è stata più che convul-sa la riunione dell’Unione comuna-le Pd di Gavorrano di lunedì sera.Il gruppo politico vive l’abbando-

no dell’ormai ex segretaria SerenaRemi. Allo scoppiettante conclaveera presente anche la segretaria pro-vinciale, Barbara Pinzuti. SerenaRemi durante la riunione avrebbericonsegnato la tessera di iscrizio-ne al Pd. Al termine della seduta daparte della segretaria provinciale,sarebbe comunque arrivato l’okper procedere alla nomina del can-didato a capolista con il metodo

che sarebbe stato contestato dallaRemi. Intanto la stessa Unione Co-munale, che si dice sconcertata«per il grave atto di irresponsabili-tà messo in atto dalla ex segreta-ria», rende noto che è stato già no-minato un coordinatore, MassimoVigni che, insieme ai segretari dicircolo, porterà all’assemblea le pro-poste di nomi per l’elezione delnuovo segretario del Pd a Gavorra-no. «Il Pd di Gavorrano — diconodall’Unione comunale — ritieneimmotivato e quindi ancora piùgrave l’atto di dimissioni di SerenaRemi: il percorso portato avanti fi-nora per il candidato a sindaco èesattamente quello propostodall’ex segretaria stessa, ovvero riu-nioni di circolo e passaggio tra gliiscritti per vagliare le eventuali pro-poste di candidatura. Nessuno poiha mai escluso l’ipotesi di possibiliricandidature, a qualsiasi titolo, deinove consiglieri dimissionari chia-mati in causa; ma, al contrario, ilpunto fisso condiviso da tutti è sem-pre stato quello di ripartire propriodagli ex consiglieri»

PIÙ VOLTE annunciato, ma nonancora firmato. E’ il nuovoregolamento della Fiumara delPuntone. E i circoli nautici sidicono penalizzati per il ritardonell’entrata in vigore delle nuoveregole che disciplinano l’attivitàdei diportisti nel corso d’acquadella frazione scarlinese. «Ritardiinspiegabili — confermano PaoloMaestrini e Stefano Neri,presidenti dei circoli nauticiScarlinese e Calaviolina —.Prenderemo adeguate iniziativese non si dovesse arrivare, intempi brevi, alla firma deldocumento. Il nostro impegnonella stesura di questoregolamento è sempre statocostante: anche quando alcunedecisioni ci hanno penalizzato,con grande senso diresponsabilità, abbiamo postodavanti a tutto la necessità di dareregole alla Fiumara, fornendo legiuste risposte alle esigenze di chiutilizza l’approdo turistico». Vistele premesse, i soci dei circoli sichiedono: «Perché si ritarda perfirmarlo e renderlo esecutivo? C’èforse qualche ripensamento? Itatticismi non sono piùaccettabili, i problemi dellaFiumara vanno affrontati e risolti.Chiediamo all’Amministrazionecomunale di garantire la firma deldocumento, al più presto. Nonpossiamo accettare ulterioriritardi, sarebbero dannosi per gliutenti della Fiumara. Così comenon possiamo accettaremodifiche al testo delregolamento, frutto di anni dilavoro — concludono — pergiungere alla stesura di quello cheoggi può rappresentare la giustasintesi delle esigenze dei soggettipresenti nella Fiumara».

GAVORRANO IL GESTO DEL SEGRETARIO DIMISSIONARIO DURANTE L’ULTIMA RIUNIONE

Pdcaos: laRemigetta la tesseraLo «strappo» sul metodo di scelta del candidato a sindaco

«VIA DELLA Dogana è pubblica o privata?». Selo chiede aCastiglioneSilvia Lorenzini, dell’Ita-lia dei Valori (nella foto un sostenitore del par-tito). «C’è una strada che unisce Le Rocchette aPuntaAla, uno dei tratti costierimeglio conser-vati—diceLorenzini—Maèchiusa con cancel-li dagli anni ’70. I marchesi Luciferi, proprietaridel Castello delle Rocchette, non gradiscono vi-sitatori. Con una delibera del ’61 il Comune fe-

ce rientrare la strada tra le vie vicinali, stradeprivate ad uso pubblico. Una strada vicinale de-ve essere aperta al pubblico se la comunità lausa abitualmente, se è di pubblica utilità, se siunisce a una strada pubblica». Eventualità cheinquesto caso si verificanoper il casodi via del-laDogana, secondoLorenzini, che chiede:«Per-ché nessuna amministrazione ha cercato di farriaprire la strada?».

CASTIGLIONE IL CASO SOLLEVATO DA LORENZINI (IDV) PER LA ZONA DELLE ROCCHETTE

«Riaprite via della Dogana, una strada di tutti»

L’UNIONE comunale sisofferma a lungo, in unanota, sul comportamento diSerena Remi: «Riteniamoche un incarico di dirigentepolitico, quale quello disegretaria di Unionecomunale, comporti ladoverosa adozione eapplicazione del piùprofondo senso diresponsabilità e dicoerenza nellacondivisione delleproposte, delle regole edelle maggioranze; senso diresponsabilità che devenecessariamente prevaleresu ogni ambizione opersonalismo».

SCARLINO

Fiumara, attesaper il RegolamentoEdèpolemicasui ritardi

CONFRONTOL’Unione comunaleha affidato a Vigniil ruolo di coordinatore

GAVORRANO

«Abbandonarei personalismi»

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IL TIRRENO Pagina 4 - Cecina Colpi di scena in consiglio comunale Bilancio e opere pubbliche: bagarre sull’approvazione ROSIGNANO. Ormai non c’è consiglio comunale senza bagarre. E senza colpi di scena. Succede soprattutto quando ci sono da votare delibere determinanti per la macchina amministrativa. Come quelle di ieri pomeriggio: prima l’assestamento di bilancio 2010 e poi l’aggiornamento del piano triennale delle opere pubbliche. Entrambe le delibere alla fine sono state approvate con i voti di Pd e Idv, ma il parto è stato faticoso. Iniziamo dall’assestamento di bilancio (chiuso con un avanzo di 382mila euro). Luca Luparini del Pdl ha presentato due emendamenti al testo illustrato dall’assessore Tudisco: quello più importante chiedeva di eliminare il passaggio in cui, in estrema sintesi, il consiglio comunale avrebbe dovuto ignorare il ricorso al Tar di Rds. Entrambi gli emendamenti hanno ricevuto parere favorevole dai sindaci revisori e dal dirigente comunale del settore Brogi. Ma la maggioranza ha optato per mantenere il testo originale. Sulla delibera per le opere triennali il problema è nato da un dubbio sollevato dal Pdl su alcune cifre riportate nei documenti forniti. Cifre secondo il Pdl sbagliate. Dubbio che ha costretto la giunta a sospendere la seduta e a mettersi subito in contatto con il dirigente del settore Immorali (la delibera andava approvata entro la mezzanotte di ieri), che ha spiegato che non c’era nessun errore sostanziale.

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