Rapporto Annuale Regionale 2010 Friuli Venezia Giulia · 6 parola, per un’azione di prevenzione...

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Rapporto Annuale Regionale 2010 Friuli Venezia Giulia

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Rapporto Annuale Regionale 2010

Friuli Venezia Giulia

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Rapporto regionale 2010 Direttore regionale: Elda Ferrari Responsabile della Redazione: Angela Forlani Redazione:

Paola Della Mura Laura Dizorz Roberto Ferman Maria Gabriella Grasso Maurizio Larice Silvia Malisan Paola Manicardi Mauro Morganti Iole Ornella Pusateri Barbara Sommella Dino Trevisan Fabrizio Vigini Editing e supervisione

Maura De Simone Marco Gitto Raffaella Paluzzano Stampato dalla Tipografia INAIL – Milano

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Rapporto regionale 2010

Indice

Prefazione 5

Parte prima 9

1.1 Quadro macroeconomico nazionale 10

1.2 Il contesto economico regionale 11

1.3 Le attività produttive 11

1.4 Il mercato del lavoro 15

1.5 Anagrafe imprese 15

1.6 L’azione di vigilanza sul territorio 17

Parte seconda 21

2.1 Il quadro del mercato del lavoro nel 2010: premessa 22

2.2 Gli indici infortunistici nell’ultimo triennio consolidato 2006-2008 28

2.3 L’andamento infortunistico in generale 34

2.4 Infortuni “in occasione di lavoro” e “in itinere”. Il rischio da circolazione stradale 37

2.5 Infortuni sul lavoro per Gestione tariffaria 39

2.6 Infortuni sul lavoro per Settore di attività economica 40

2.7 Infortuni sul lavoro per tipologia di azienda (artigiana e non artigiana) 51

2.8 Infortuni sul lavoro in un’ottica di genere 53

2.9 Infortuni sul lavoro per classi di età 58

2.10 Infortuni sul lavoro occorsi ai lavoratori stranieri 60

2.11 L’andamento delle malattie professionali 64

2.12 La customer satisfaction 68

Parte terza 73

3.1 L’attività prevenzionale: premessa 74

3.2 Attività di iniziativa nazionale 75

3.3 I principali progetti sul territorio regionale 75

3.4 Il contributo delle consulenze tecniche 78

Parte quarta 81

4.1 Verso il Polo salute e sicurezza 82

4.2 Le attività dell’ex Ipsema: il settore navigazione marittima Inail 82

4.3 Le attività dell’ex Ispesl: il settore tecnico-scientifico e ricerca Inail 95

Indice delle tavole 97

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Prefazione

Chi getta semi al vento farà fiorire il cielo (Ivan Tresoldi)

Il 2010 ha visto l’INAIL rafforzarsi nelle proprie competenze per effetto dell’incorporazione dell’ISPESL (Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro) e dell’IPSEMA (Istituto di previdenza per il settore marittimo), confluiti nel nostro Istituto per dettato normativo (decreto legge 78/2010 convertito nella legge 122/2010) con il loro know how, le risorse e professionalità d’eccellenza, dando, di fatto, l’avvio al Polo salute e sicurezza che consente di realizzare concretamente il ciclo di tutela integrata del lavoratore dalla prevenzione al reinserimento e ricerca. Nel territorio del Friuli Venezia Giulia ciò ha comportato che, accanto alla Direzione regionale e alle sette sedi territoriali, si sono aggiunti un Settore tecnico-scientifico e ricerca (ex Ispels), ora ubicato presso la Sede provinciale di Udine, e una Direzione compartimentale navigazione ubicata a Trieste (ex Ipsema), pertanto la quarta parte del volume è dedicata alla presentazione delle nuove strutture e delle loro funzioni al fine di descrivere quelli che sono diventanti i nuovi ambiti di azione dell’Inail. La filosofia di fondo di questo nuovo assetto è del resto coerente con quanto stabilito dal c.d. testo unico della sicurezza (D.Lgs. 81/2008) che delinea un quadro istituzionale in cui gli attori pubblici della sicurezza e prevenzione agiscono in modo coordinato e armonico. Altrettanto coerente è la strategia adottata dall’Inail in Friuli Venezia Giulia negli ultimi anni che ha costantemente privilegiato la collaborazione interistituzionale e il dialogo con i cittadini e il mondo delle imprese. Ancora nel 2010 si sono rafforzate le sinergie con le Istituzioni e le Parti sociali al fine di sviluppare una rete virtuosa di rapporti – sia professionali che di supporto economico – che hanno consentito di intervenire in modo efficace e mirato per la promozione della cultura della prevenzione, l’assistenza e consulenza alle imprese, il finanziamento e la partecipazione attiva a progetti di ricerca e di formazione. Di questi corposi interventi si trova traccia nella terza parte del volume che presenta una rapida panoramica sulle azioni di prevenzione messe in campo, tratteggiando le linee seguite da un’attenta programmazione che ha cercato di coprire l’intero territorio, coinvolgere lavoratori e aziende, giovani e cittadini, equilibrare gli interventi tra il mondo delle imprese artigiane e medio-piccole e attività produttive di maggiori dimensioni, in una

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parola, per un’azione di prevenzione condivisa, ragionata, equa e utile allo sviluppo delle aziende e alla sicurezza dei lavoratori del Friuli Venezia Giulia. Il lettore che avrà la curiosità di addentrarsi nella descrizione dei progetti che abbiamo sviluppato lo scorso anno, noterà l’ampia e diversificata azione di prevenzione che ha visto l’Inail di questa regione accanto alle Istituzioni, alle Parti sociali e agli organismi bilaterali, in iniziative informative e formative nei luoghi di produzione e durante l’orario di lavoro, oppure coinvolgere gli studenti o ancora erogare contributi alle imprese. E anche finanziare spettacoli teatrali. Questa multiforme panoplia di interventi esprimono un entusiasmo e una fantasia che non sono comuni all’agire istituzionale e che si possono realizzare solo grazie all’impegno di tutti i colleghi e alla preziosa collaborazione che costantemente le Istituzioni territoriali, in primis, la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, forniscono all’Istituto. Quali i risultati di queste azioni di prevenzione? Premesso che ci muoviamo in un ambito sperimentale e non scientifico, i riscontri li forniscono i dati, dieci anni di progressi e di continuo calo infortunistico: dal 2001 al 2010 in Friuli Venezia Giulia si è passati da 30.721 a 21.507 con un calo di quasi il 30%. Certamente il fenomeno, anche se temperato dalle dinamiche occupazionali, è complesso e non ci è consentito stabilire relazioni direttamente proporzionali tra investimenti di risorse economiche e umane in prevenzione e un calo infortunistico, ma un dato lo vogliamo annotare: il clima culturale nella nostra regione sta cambiando. Per molti anni abbiamo seminato la cultura della prevenzione e ora possiamo ragionevolmente supporre di starne raccogliendo i frutti. Lo intuiamo quando organizziamo un evento che coinvolge i giovani, quando percepiamo l’atmosfera degli eventi che patrociniamo, quando vediamo fiorire iniziative sulla sicurezza che partono dalle associazioni o dai comuni. L’osserviamo sui volti di chi partecipa a eventi di sensibilizzazione come una mostra fotografica o uno spettacolo teatrale. Tutto questo testimonia una crescente attenzione sia da parte dei lavoratori che dei datori di lavoro alla tematica della sicurezza che si aggiunge alla giustificata indignazione che scuote il paese ogni qual volta dobbiamo subire l’onta sociale di una vita che si spezza a causa del lavoro. Per questo insistiamo e continueremo a insistere a diffondere in modo sempre più capillare le azioni di prevenzione. Voglio ricordare – aspetto tanto importante quanto poco conosciuto - che l’Inail accompagna le persone divenute disabili a causa di un infortunio o di una malattia professionale in un percorso di riabilitazione psico-fisica e di reinserimento lavorativo, familiare, sociale. A tal fine, anche nella nostra regione, l’Istituto rende più fruibili le case degli assistiti attivandosi per l’abbattimento delle barriere architettoniche e per l’installazione di attrezzature domotiche, allestisce speciali dispositivi guida nelle loro auto e fornisce pc e ausili speciali per praticare attività sportiva e agonistica. In ultimo, quello che tutti si aspettano dal rapporto statistico di un istituto assicuratore, molteplici statistiche che descrivono il fenomeno infortunistico e tecnopatico. Quest’anno il rapporto regionale – nella sua seconda parte – contiene un’analisi particolarmente dettagliata del fenomeno infortunistico in Friuli Venezia Giulia per l’anno 2010. In sintesi registriamo un calo del 3,6% del numero degli infortuni accaduti e tre infortuni mortali in meno in un quadro occupazionale praticamente invariato rispetto al 2009. Il calo complessivo nella nostra regione è superiore a quelli (più modesti) registrati nel nord est (-1,6%) e a livello nazionale (-1,9%) e può essere prudentemente valutato in termini positivi, anche nel confronto con gli indicatori relativi alla stagnazione del mercato del lavoro e alla sostanziale stabilità occupazionale descritte nella prima parte del volume.

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La pregiata analisi di dettaglio sul fenomeno infortunistico regionale – particolarmente estesa e approfondita, frutto dell’impegno della collega Silvia Malisan alla quale va il mio sentito apprezzamento – rappresenta che questo andamento positivo si registra per tutte le province, per ogni categoria di lavoratori e aziende e per tutte le diverse modalità di accadimento. A questo dato positivo bisogna però affiancare l’influenza della crisi economica: a livello nazionale si stima che nel 2010 la crisi abbia avuto sul piano dell’occupazione risvolti meno consistenti rispetto all’anno precedente, incidendo in termini di quantità di lavoro perduta per circa lo 0,7% (nel 2009 aveva inciso per circa il 2,9%). Differente il trend delle tecnopatie: nel 2010 le malattie professionali denunciate in regione sono state 1.238 rispetto alle 1.182 dell’anno precedente con un incremento del 4,7% che evidenzia una risalita dopo il lento e progressivo decremento riscontrato negli ultimi anni, dato che bisogna leggere considerando che di queste solo il 62,1% sono state riconosciute. Le pagine che seguono contengono questi e altri numerosi dati e riferimenti statistici ma non vogliamo mai dimenticare che dietro ogni numero si cela una persona che ha un volto e un nome. Ricordiamo Danilo, Ferruccio, Arturo, Antonio, Rudi, Nuri, Claudia, Giancarlo, Renata, Ivan, Sandra, Franco, Manuela, Elio, Andrea, Clemente e Paolo che sono morti nell’anno 2010 per il loro lavoro.

Elda Ferrari* * Direttore regionale Inail Friuli Venezia Giulia

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Parte prima

Il quadro macro-economico

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1.1 Quadro macroeconomico nazionale Nel corso del 2010, dopo il forte arresto registrato nel biennio 2008-2009, l’economia italiana è tornata a crescere, sebbene ad un ritmo sensibilmente più contenuto e in misura più moderata rispetto agli altri paesi dell’area euro. Dall’estate del 2009, data di inizio della ripresa ciclica, il PIL ha recuperato solo due dei sette punti percentuali persi nel corso della crisi globale.

Graf. 1 - Andamento PIL Italia 2008-2011

Fonte Istat Il basso tasso di crescita dell’economia italiana è dovuto all’industria e al settore dei servizi, soprattutto quelli erogati dalle amministrazioni pubbliche che hanno risentito dei vincoli di bilancio. A fare da traino alla modesta ripresa di attività è stato, in particolare, il settore delle esportazioni, in ragione della crescita del commercio internazionale. Dopo l’eccezionale contrazione subita nel 2009 (-18,4%), lo scorso anno le esportazioni italiane di beni e servizi sono cresciute del 9,1% in volume, sostenute da quelle di prodotti chimici e di mezzi di trasporto. Di contro, la ripresa della domanda nazionale è stata modesta. Invero, i consumi delle famiglie italiane sono cresciuti solo dell’1% in volume, in quanto ancora fortemente condizionati dalla flessione del reddito disponibile e dalle deboli prospettive del mercato del lavoro. La spesa delle amministrazioni pubbliche, viceversa, si è ridotta dello 0,6%, a motivo, tra gli altri, degli stretti vincoli di bilancio previsti dalla normativa nazionale. Inoltre, nel corso dell’anno si è registrato un sensibile incremento degli investimenti in beni strumentali (macchinari, attrezzature, mezzi di trasporto e beni immateriali: 9,6%), stimolati dagli incentivi fiscali. Il dato positivo, tuttavia, è controbilanciato dall’ulteriore contrazione della spesa in costruzioni (-3,7%):; per quanto nel 2010 si sia arrestata la caduta delle compravendite di abitazioni. Sul piano dell’occupazione, gli effetti della modesta ripresa sopra descritta si apprezzano

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II T 2008

III T 2008

IV T 2008

I T 2009

II T 2009

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I T 2010

II T 2010

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IV T 2010

I T 2011

II T 2011

PIL

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in un aumento delle assunzioni a termine e a tempo parziale, mentre complessivamente l’occupazione è diminuita ancora, seppure a un ritmo inferiore rispetto all’anno antecedente. In generale, la flessione dell’occupazione tra il 2009 e il 2010 è stata intensa nell’industria in senso stretto (-3,7% degli occupati), nei trasporti, magazzinaggio e comunicazioni (-2,4% degli occupati) e, infine, nell’istruzione (-1,5% degli occupati), mentre è stato registrato un incremento nei servizi domestici, nell’agricoltura e nella sanità (rispettivamente 2,3%, 1,7% e 1%). Il tasso di disoccupazione è aumentato dello 0,9%, passando dal 7,8% del 2009 all’8,4% nel 2010, restando maggiore nel mezzogiorno (13,4%, a fronte del 6,4% nel Centro Nord). Anche tra gli stranieri il tasso di disoccupazione è aumentato dello 0,5%1. 1.2 Il contesto economico regionale Anche l’economia del Friuli Venezia Giulia ha conosciuto, a partire dal secondo semestre 2010, una moderata ripresa che ha contrassegnato l’economia dell’intero paese (crescita pari all’1,7%, dato superiore alla media nazionale, pari solo all’1,3%); come per quest’ultima, tuttavia, i livelli di attività e della domanda regionale restano inferiori rispetto a quelli registrati negli anni precedenti la crisi. Nel dettaglio, la crescita delle esportazioni, che, come visto, ha fatto da traino all’espansione dell’intera attività nazionale, si è limitata a due terzi di quella riportata dal complesso del Paese e dal nord est, con una decisiva spinta da parte del comparto relativo alle aziende a elevato contenuto tecnologico. Di seguito, al fine di dare maggiore chiarezza al quadro economico regionale, vengono riportati i principali dati relativi alle attività produttive più significative dell’economia del territorio. 1.3 Le attività produttive Secondo le stime della Banca d’Italia e dei competenti uffici della Regione2, il valore aggiunto3 del Friuli Venezia Giulia (grafico 2) è stato determinato in massima parte dal settore economico dei servizi (72,6% del valore aggiunto totale), in particolare quello dell’intermediazione monetaria e finanziaria e delle attività immobiliari e imprenditoriali (37,7% del valore aggiunto totale). Il commercio ha costituito il 31,8% del valore aggiunto totale e, all’interno di questo settore, il comparto turistico ha determinato circa il 6,2% del valore aggiunto totale. Il valore aggiunto dell’industria è stato pari al 25,1% del valore aggiunto totale; in particolare, il settore delle costruzioni è risultato il 4,8% del valore aggiunto totale. 1 Banca d’Italia, Relazione annuale 2010. 2 Banca d’Italia, L’economia del Friuli Venezia Giulia; Regione Friuli Venezia Giulia, Direzione Centrale Finanze e Programmazione – Servizio statistica e affari generali, Relazione economica del Friuli Venezia Giulia. 3 Il valore aggiunto misura l’incremento di valore che si verifica nell’ambito della produzione e distribuzione di beni e servizi grazie all’intervento dei fattori produttivi (capitale e lavoro).

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Graf. 2 - Valore aggiunto regione Friuli Venezia Giulia 2010

Fonte: Banca d’Italia 1.3.1 Industria Nella media del 2010 la produzione industriale regionale è cresciuta del 10,5%. In corrispondenza a tale dato, le vendite delle imprese regionali hanno ripreso a crescere: il fatturato delle imprese industriali della regione, in media del 2010, è aumentato del 12,8%. In particolare, elevati tassi di crescita della produzione continuano a riguardare l’industria della gomma e della plastica (+44,6% su base annua), del materiale elettronico ed elettrico (+31% su base annua), infine il comparto della meccanica, sia pure in misura inferiore (+12,4%). 1.3.2 Costruzioni Il settore rimane, come nel resto del paese, il comparto in cui la ripresa appare più lenta: nel 2010 il valore aggiunto ha registrato un andamento negativo (-2,4% rispetto al 2009), mentre solo a partire dal 2014 è attesa una crescita superiore a un punto percentuale. Inoltre, secondo i dati dell’Agenzia del territorio, nel 2010 le compravendite residenziali in regione sono tornate a crescere del 4,6%, dopo essere diminuite per quattro anni consecutivi.

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Settore economico dei servizi dell’intermediazione monetaria e finanziaria

Commercio

Turismo

Industria in senso stretto

Costruzioni

Agricoltura

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1.3.3 Servizi Nel 2010 le imprese commerciali attive in Friuli Venezia Giulia sono rimaste sostanzialmente invariate, dopo il forte calo dell’anno precedente (-4,1%). Le aziende sono risultate in leggera diminuzione nelle provincie di Gorizia (-1,8%) e Trieste (-1,5%), invariate nella provincia di Udine e in lieve aumento nella provincia di Pordenone (1,3%). Per quanto concerne la grande distribuzione, nel 2010 il numero degli ipermercati in regione è rimasto costante a sette unità, con una superficie di vendita di circa 48.000 metri quadrati. Sotto il profilo dei trasporti, nel 2010 il complesso dei porti della regione ha evidenziato una lieve ripresa sia del traffico merci sia di quello dei container. Il flusso delle merci movimentate attraverso lo scalo di Trieste è aumentato del 3,2%, dopo essersi ridotto dell’8% nel 2009. Per quanto concerne i trasporti terrestri, invece, secondo i dati provvisori diffusi dall’Aiscat, nel 2010 il traffico dei mezzi pesanti nel tratto autostradale gestito da Autovie venete è aumentato dell’1,7% (in linea con la crescita del 2,2% sull’intera rete nazionale), pertanto in lieve ripresa dopo la contrazione verificatasi nel 2009. Infine, nel 2010 l’attività di trasporto merci presso l’aeroporto di Ronchi dei Legionari si è ulteriormente ridotta (-25,5%). 1.3.4 Turismo Secondo i dati dell’Agenzia per lo sviluppo del turismo della Regione, le presenze turistiche in regione sono state pari a 8,6 milioni di unità, con un calo delle presenze italiane, mentre quelle straniere sono rimaste sostanzialmente invariate. Il turismo nelle località costiere, che costituisce circa il 72% delle presenze complessive, ha evidenziato una riduzione di oltre l’1% rispetto all’anno precedente; di contro, le presenze nelle località montane, costituenti quasi l’11% del totale, sono rimaste invariate. Di rilievo il dato secondo cui, sia per la componente italiana che per quella straniera, maggiore attrazione esercitano le città d’arte della regione, che concentrano rispettivamente il 18,9% e il 15,1% delle presenze totali. 1.3.5 Export/Import In linea con il dato nazionale, anche le esportazioni regionali sono aumentate in termini nominali dell’8,7%; tuttavia la crescita è stata nettamente al di sotto della media del nord est e del Paese (15,4 e 15,7% rispettivamente). In particolare, la ripresa del commercio estero è dovuta ai principali settori di specializzazione dell’economia regionale: il settore meccanico, l’industria alimentare, della gomma e delle materie plastiche, del legno e della carta hanno tutti registrato un aumento delle vendite all’estero. Inoltre, le esportazioni regionali verso l’UE sono cresciute del 27,6%, recuperando la caduta dell’anno precedente in misura superiore a quella nazionale (15%). Le importazioni sono salite del 23,4%, recuperando parzialmente la diminuzione dell’anno precedente (-30,1%). Il saldo positivo della bilancia commerciale è passato da circa 5.500 a 5.200 milioni di euro.

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Tav. 1 - Esportazioni/Importazioni 2009/2010 FVG

Settore di attività Esportazioni Importazioni

2010 Variazioni

2010 Variazioni

2009 2010 2009 2010 Prodotti dell'agricoltura, della silvicoltura e della pesca

125 -16,6 21,9 373 -11,3 15

Prodotti dell'estrazione di minerali da cave e miniere

12 6,9 8,6 207 -24,9 21

Prodotti alimentari, bevande e tabacco 472 -6,6 13,2 237 -15,4 10

Prodotti tessili, abbigliamento 151 -33,2 19,9 113 -26,7 23,2

Pelli, accessori e calzature 41 -16,1 34,2 54 12,8 16,9

Legno e prodotti in legno; carta e stampa 358 -25,6 17,5 437 -26,5 24,5

Coke e prodotti petroliferi raffinati 293 -54,6 189,9 150 32,7 253,1

Sostanze e prodotti chimici 358 -2,5 21,2 558 -26,6 30,5

Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici

30 12,2 0,1 14 0,3 1,9

Gomma, materie plastiche, minerali non metalliferi

592 -20,2 13,6 265 -12,4 23,5

Metalli di base e prodotti in metallo 1840 -39,9 14,1 1419 -53,6 43,2

Computer, apparecchi elettronici e ottici 293 1,2 25,9 393 -18 76,6

Apparecchi elettrici 822 -9,6 10,6 325 -9,2 4,3 Macchinari ed apparecchi n.c.a. 3390 -19,1 5,7 801 -10,8 -5,2

Mezzi di trasporto 1462 22,1 -0,3 431 -13,3 -25,1 di cui: cantieristica 1305 30,2 1,8 113 -7,3 -59,1 Prodotti delle altre attività manifatturiere 1380 -21,2 4,1 228 -10,4 23

di cui: mobili 1215 -22,5 3,4 129 -17,8 35,2 Energia e trattamento dei rifiuti e risanamento 26 15,3 47,5 464 -63,5 118,7

Prodotti delle altre attività 28 -35,3 33 13 22,2 1,5

Totale 1674 -18,9 8,7 6483 -30,1 23,4 Fonte: Banca d’Italia

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1.4 Il mercato del lavoro Nel 2010, l’andamento dell’occupazione in Friuli Venezia Giulia è stato migliore rispetto al Nord Est e alla Nazione, stabilizzandosi intorno al -0,1%. A fronte di una popolazione complessiva in età lavorativa pari a 787.000, il numero complessivo degli occupati nel 2010 risulta essere pari a 508.000, di cui 218.000 femmine e 290.000 maschi (per approfondimenti v. par. 2.1).

Tav. 2 - Dinamica occupazione 2007-2010*

Territorio Var. % 2010/2008

Var. % 2010/2009

Italia -2,3% -0,7% Nord est -1,9% -0,3% FVG -2,6% -0,1%

Fonte: Istat 1.4.1 Cassa integrazione Nel 2010 le ore complessive di Cassa integrazione guadagni (CIG), già quadruplicate nel 2009, sono aumentate ulteriormente del 46,6%. In particolare, la richiesta di CIG ordinaria è fortemente diminuita (-39,9%) in quasi tutti i principali comparti della regione (meccanico, settore del legno e del mobile, ad eccezione dell’edilizia e dell’installazione impianti per l’edilizia, dove gli interventi sono raddoppiati). Tuttavia, tale riduzione è stata compensata dal forte aumento di interventi straordinari e in deroga, che hanno raggiunto 19,3 milioni di ore, pari a circa 11mila occupati equivalenti. 1.5 Anagrafe imprese Al 31 dicembre 2010 risultano attive in Friuli Venezia Giulia 98.464 imprese iscritte nei Registri provinciali delle Camere di commercio: raffrontando il dato con quello rilevato nel 2009, risulta una perdita di 330 unità (variazione negativa pari a 0,3%), migliore di quello dell’anno precedente, nel corso del quale la perdita è stata di 1.629 unità. In decremento le imprese attive nel settore manifatturiero (-13,2% rispetto al 2009) per il quale si registra un numero di cessazioni nell’anno pari a 647. Complessivamente, nel 2010 il Friuli Venezia Giulia è, assieme a Val d’Aosta, Emilia Romagna e Basilicata, tra le regioni con il più basso tasso di crescita delle imprese attive (0,4%). Tale dato risulta dall’operare dei diversi tassi di sviluppo di due componenti: da un lato, un calo delle attività imprenditoriali nei settori economici più tradizionali (agricoltura, trasporto, attività immobiliari, commercio, attività di ristorazione e alloggio); dall’altro lato un aumento del terziario più avanzato (+0,7% per le attività di servizi, +0,9% per le attività professionali, scientifiche e tecniche, +1,7% per le attività di servizi di supporto alle imprese). Nel 2010 le imprese in regione risultano costituite perlopiù in forma individuale, rappresentando il 62,6% delle imprese complessivamente attive, a fronte del 16,6% e 19%, rispettivamente, di società di capitali e società di persone.

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1.5.1 Portafoglio Aziende Il numero delle Aziende assicurate nel Friuli Venezia Giulia è rimasto sostanzialmente stabile: al 31 dicembre 2010 ammontava a 65.294 unità, rispetto alle 65.234 dell’anno precedente, con uno scostamento percentuale pari al +0,09%. L’incremento è più lieve di quanto avvenuto a livello di macroarea Nordest (+0,29%) e a livello nazionale (+0,63%)

Tav. 3 - Portafoglio aziende per territorio

Territorio 2010 2009

ITALIA 3.309.598 3.288.893

FRIULI VENEZIA GIULIA 65.294 65.234

Trieste 11.423 11.391

Gorizia 3.553 3.611

Monfalcone 3.428 3.484

Udine 28.554 28.470

Tolmezzo 2.081 2.117

Pordenone 16.255 16.161 Fonte: INAIL – Datawarehouse Per converso, le Posizioni assicurative territoriali in gestione a fine 2010 risultavano 77.723, a fronte delle 78.377 del 2009 (-0,83%). Analizzando la composizione del portafoglio Inail a livello regionale per macrosettori di attività emerge un quadro, sostanzialmente coincidente con quello nazionale, in cui permane la chiara prevalenza del settore artigianato seguito da quello terziario, ambedue in lieve crescita percentuale sul totale delle posizioni, mentre il settore industriale conserva la tendenza alla flessione già registrata negli ultimi anni.

Tav. 4 - Posizioni Assicurative Territoriali F.V.G. – Settori di attività

Settore di attività 2010 % 2009 %

Industria 9.276 11,93 9.556 12,19

Artigianato 33.983 43,72 34.100 43,51

Terziario 31.100 40,01 31.219 39,84

Altre attività (credito, assicurazioni…) 2.092 2,69 2.171 2,77

Speciali (facchini, apparecchi rx…) 1.269 1,63 1.323 1,69

Non determinato 3 0,00 8 0,01

TOTALE 77.723 100 78.377 100 Fonte: INAIL – Datawarehouse

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Dalla tabella 5 - che riporta i dati delle Posizioni assicurative disaggregati per Sede territoriale Inail - emergono, anche dal punto di vista assicurativo, le differenze nel tessuto economico fra le varie aree della regione, con la prevalenza di imprese del settore terziario nell’area giuliana e isontina.

Tav. 5 - Posizioni Assicurative Territoriali F.V.G. 2010 per Sede territoriale

Settore di attività TS GO MONF. UD TOLM. PN

Industria 1.285 511 644 3.890 271 2.675

Artigianato 5.056 1.702 1.632 15.490 1.178 8.925

Terziario 6.196 1.886 1.861 13.328 889 6.940

Altre attività 353 155 91 866 131 496

Speciali 298 67 91 498 32 283

Non determinato 1 0 0 1 0 1

TOTALE 13.189 4.321 4.319 34.073 2.501 19.320

Fonte: INAIL – Datawarehouse 1.6 L’azione di vigilanza sul territorio Nel corso del 2010 è proseguita la complessa azione di riorganizzazione e di innovazione relativa all’attività di vigilanza. Tale azione, declinata dalla competente Direzione centrale Rischi in ottemperanza dei dettati normativi e delle indicazioni del Ministero vigilante, è stata poi calata nel contesto territoriale regionale, attraverso l’elaborazione del Piano regionale delle attività di vigilanza per l’anno 2010, in modo tale da coniugare le esigenze di razionalizzazione con quelle di efficacia della funzione, avendo ben presenti i dati relativi ai decrementi occupazionali ed alle crisi aziendali di settore, in una parola il quadro economico-produttivo di riferimento. Infatti la Direzione Regionale Inail Friuli Venezia Giulia si muove avendo la profonda convinzione che solo attraverso una vasta conoscenza delle diverse realtà territoriali, delle dinamiche del mondo del lavoro, delle mappe del rischio professionale, la funzione di vigilanza possa veramente ottimizzare i risultati del proprio lavoro, mettendosi al servizio di una comunità di riferimento che chiede presidio del territorio, contrasto ai fenomeni di illegalità e di concorrenza sleale, in un quadro difficile di crisi economica e di forte competitività. Dal punto di vista organizzativo sono divenuti pienamente operativi i sette ispettori formati nel corso dei due anni precedenti, quattro dei quali sono stati destinati alla provincia di Udine, da tempo carente di personale addetto alla vigilanza; mentre sono cessati dal servizio 3 ispettori, per cui, alla fine dell’anno, il numero complessivo dei funzionari di vigilanza si è attestato a 12 unità, equamente suddivise sul territorio regionale.

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Sono state consolidate anche le funzioni di indirizzo e coordinamento in capo all’Ufficio di Vigilanza della Direzione regionale con un funzionario addetto esclusivamente all’assolvimento delle stesse. In sostanza, il mutato assetto organizzativo che esce ormai da una fase “sperimentale” per entrare a regime risponde ad un’esigenza sempre più avvertita di rendere l’azione di vigilanza maggiormente sensibile alle peculiarità del territorio di riferimento: le indicazioni centrali vengono infatti coniugate con le analisi territoriali in modo tale da rendere veramente efficace, snella e flessibile l’azione stessa. Gli strumenti fondamentali per garantire l’assolvimento della funzione sono consistiti essenzialmente in un’accurata reportistica e nel rafforzamento di un sistema di intelligence strutturato su vari livelli tale da consentire l’incrocio di dati atto alla costruzione di griglie di analisi e valutazione al fine di definire concreti indici di irregolarità per un’azione più mirata e quindi più efficace. L’azione ispettiva non può infatti che essere un’azione “a campione” se si considera il semplice dato che per le circa 65.000 aziende presenti sul territorio regionale hanno operato 12 ispettori: solo laddove la scelta venga diretta verso concreti indici di irregolarità il campione può essere particolarmente significativo. In tal senso lo scambio di dati e di informazioni con altri soggetti istituzionali deputati all’assolvimento della funzione di controllo ha permesso anche di contenere al massimo la duplicazione degli interventi, in una logica di preventivo coordinamento e di minor “intralcio” all’attività dei soggetti controllati. La lotta all’evasione e all’elusione vede l’Inail regionale da diversi anni impegnato in prima linea nella messa in campo di tutte le energie disponibili e in stretta collaborazione con gli Enti che perseguono gli stessi obiettivi: Ministero del Lavoro e Inps in primo luogo. Nel corso del 2010 il corpo ispettivo regionale ha portato a termine complessivamente 900 ispezioni su altrettante aziende, il 75% delle quali è risultato irregolare. Come mostra il dato riportato in tabella 6 la percentuale di irregolarità ha subito alcune oscillazioni a seconda delle diverse realtà territoriali, variando da un 83% di irregolarità nel goriziano ad un 70% nell’udinese. In linea con il trend degli scorsi anni, l’assoluta maggioranza di tali irregolarità ha rivestito natura sostanziale, sono cioè state riscontrate violazioni in tema di sussistenza di obbligo assicurativo, di soggetti assicurabili, di rischio assicurato e di retribuzioni imponibili. Molto contenuto invece l’accertamento di sole violazioni formali. Sul fronte dei lavoratori, per i quali sono state riscontrare irregolarità e per i quali si è dunque provveduto alla regolarizzazione, siamo passati dai 2.018 (748 in nero e 1.270 irregolari) del 2008 ai 2.748 (685 in nero e 2.063 irregolari) del 2009, ai 2.352 regolarizzati nel corso del 2010 con un dato che si pone in un punto intermedio tra i risultati del 2008 e quelli del 2009. Rispetto allo scorso anno tuttavia è notevolmente aumentato il numero dei lavoratori in nero, pari a 1.252, mentre è scesa, dimezzandosi, la quantità di lavoratori irregolari, attestatosi su 1.100 unità. Il 2010 si chiude quindi su uno scenario in ripresa per quanto riguarda l’impiego di mano

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d’opera non regolarmente assunta, rispetto alla quale peraltro la definizione della legge 183/2010 - cosiddetto Collegato lavoro - ha portato finalmente un po’ di chiarezza.

Tav. 6 - Tabella di sintesi dei principali risultati dell’attività di vigilanza anno 2010

Fonte: dati Inail Quanto al dato relativo alla dimensione aziendale dei soggetti ispezionati di cui alla tabella 7 il numero di aziende non rispecchia esattamente il numero complessivo delle aziende ispezionate in quanto tiene conto delle aziende con almeno un dipendente. Delle 808 aziende visitate l’83% sono microaziende, cioè aziende nelle quali le persone occupate sono al massimo 9. Si tratta di una realtà molto estesa e capillare nel nostro territorio regionale, costituito da microimprese artigiane e commerciali, che contribuiscono a costituire l’ossatura del tessuto produttivo. La percentuale di irregolarità è stata pari all’83%. Le piccole aziende visitate sono state 121 con una percentuale di irregolarità pari all’85%, dato che sale al 100 nel caso di aziende medie e grandi per le quali tuttavia il numero delle ispezioni effettuate è sicuramente inferiore rispetto alle altre.

Tav. 7 - Tabella di sintesi delle aziende ispezionate per dimensione aziendale

Dimensione aziendale

Persone occupate

Aziende ispezionate

Aziende irregolari

Percentuale di irregolarità

Micro 1-9 667 553 83

Piccole 10-49 121 103 85

Medie 50-249 16 16 100

Grandi 250 e oltre 4 4 100

Totale 808 676 84 Fonte: dati Inail

Prov.

Aziende

Lavoratori

Ispezionate Irregolari % Irregolari In nero Regolarizz

ati

GO 131 109 83 396 53 449

TS 170 130 76 84 153 237

UD 395 277 70 417 717 1.134

PN 204 163 80 203 329 532

FVG 900 679 75 1100 1252 2352

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Tav. 8 – Stima premi recuperati anno 2010

Fonte: dati Inail

Prov. Stima premi recuperati

GO 688.393 €

TS 74.332 €

UD 323.658 €

PN 936.727 €

FVG 2.023.110 €

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Parte seconda

Il bilancio infortunistico 2010

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2.1 Il quadro del mercato del lavoro nel 2010: premessa Anche per il 2010, l’analisi del dato infortunistico non può prescindere da una preliminare contestualizzazione del fenomeno nell’ambito della generale crisi economica e della conseguente riduzione della quantità di lavoro (e della durata di esposizione al rischio di infortuni) determinata dall’andamento occupazionale, dalla riduzione dell’orario di lavoro e del lavoro straordinario, dalla minor quantità dl lavoro temporaneo e somministrato, dal ricorso alla Cassa integrazione guadagni (ordinaria, straordinaria ed in deroga). A livello nazionale, alla luce dei dati Istat relativi alle ULA (Unità di Lavoro per Anno equivalente) , si stima che nel 2010 la crisi abbia avuto sul piano dell’occupazione risvolti meno consistenti rispetto all’anno precedente, incidendo in termini di quantità di lavoro perduta per circa lo 0,7% (nel 2009 aveva inciso per circa il 2,9%). Ne consegue che, a fronte di una flessione infortunistica generale del -1,9% (775mila denunce, pari a 15mila casi in meno rispetto al 2009), si stima che la riduzione reale degli infortuni – “al netto” della componente del calo del lavoro – sarebbe di circa il -1,2%. Per quanto riguarda gli infortuni con esito mortale, con 980 casi denunciati (per la prima volta nella storia della Repubblica, meno di mille), la flessione reale sarebbe di circa il -6,2% invece che del 6,9%. Ovviamente, queste valutazioni risentono di una forte variabilità a livello territoriale, settoriale e di dimensione aziendale. Secondo la rilevazione statistica sulle Forze Lavoro dell’Istat4, in un triennio caratterizzato da una forte contrazione occupazionale (14mila posti di lavoro persi dal 2008, pari al -2,6%), nel 2010 il quadro del Friuli Venezia Giulia si è sostanzialmente stabilizzato. Con circa 508mila occupati, la media del 2010 presenta rispetto al 2009 (il cd “anno della crisi”) una lieve flessione del -0,1%, in linea con il calo registrato nel nord est (-0,3%) e leggermente migliore di quello nazionale (-0,7%). La provincia di Udine è l’unica a registrare una ripresa occupazionale del +1% (oltre 2mila occupati in più rispetto al 2009).

4 L’Unità di lavoro o Equivalente a tempo pieno rappresenta la quantità di lavoro prestato nell'anno da un occupato a tempo pieno. Questo concetto non è legato alla singola persona fisica, ma risulta ragguagliato ad un numero di ore annue corrispondenti ad un'occupazione esercitata a tempo pieno, numero che può diversificarsi in funzione della differente attività lavorativa. Le unità di lavoro sono dunque utilizzate come unità di misura del volume di lavoro impiegato nella produzione dei beni e servizi rientranti nelle stime del prodotto interno lordo in un determinato periodo di riferimento (Sistema europeo dei conti, SEC 95). Nell’ambito della rilevazione campionaria dell’ISTAT, condotta trimestralmente su un campione di quasi 77 mila famiglie, pari a 175 mila individui residenti in Italia, per “occupato” si intende la persona di 15 anni e più che soddisfa almeno uno dei seguenti requisiti: 1) avere un'attività lavorativa, anche se nel periodo di riferimento non ha effettuato ore di lavoro; 2) aver effettuato almeno un’ora di lavoro retribuita nel periodo di riferimento, indipendentemente dalla condizione dichiarata; 3) aver effettuato almeno un’ora di lavoro non retribuita presso un'impresa familiare.

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Tav. 9 - Occupati in Friuli Venezia Giulia - Medie 2008, 2009 e 2010. Per province e sesso (in migliaia)

Territorio Sesso 2008 2009 2010 Var.

10/09 Var.

10/08

Gorizia maschi 34 33 32 -2,5% -5,7% femmine 24 24 24 0,9% 1,9%

totale 58 57 57 -1,1% -2,6% Trieste maschi 52 52 50 -4,4% -5,3%

femmine 43 41 43 4,1% -1,9% totale 96 93 92 -0,7% -3,8%

Udine maschi 137 132 130 -1,6% -5,1% femmine 93 90 95 4,8% 1,8%

totale 230 222 225 1,0% -2,3% Pordenone maschi 79 78 78 -0,5% -2,1%

femmine 58 58 57 -2,1% -2,9% totale 138 136 134 -1,2% -2,4%

FRIULI VG maschi 303 295 290 -1,9% -4,4%

femmine 219 213 218 2,4% -0,2% totale 522 508 508 -0,1% -2,6%

Nord Est maschi 2.966 2.904 2.896 -0,3% -2,4%

femmine 2.157 2.139 2.129 -0,4% -1,3% totale 5.123 5.042 5.025 -0,3% -1,9%

ITALIA maschi 14.064 13.789 13.634 -1,1% -3,1%

femmine 9.341 9.236 9.238 0,0% -1,1% totale 23.405 23.025 22.872 -0,7% -2,3%

Fonte: Istat La sostanziale tenuta del quadro occupazionale è collegata alla ripresa dei settori dell’Agricoltura e dell’Industria in senso stretto, che, recuperando ciascuno oltre 2mila occupati, ritornano quasi ai livelli del 2008, bilanciano la continua perdita occupazionale del settore Terziario, solo parzialmente tamponata dal dato positivo dei settori del Commercio e dell’Attività alberghiere e di ristorazione (complessivamente, quasi 5mila occupati in meno rispetto al 2009 e 13mila rispetto al 2008).

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Tav. 10 - Occupati in Friuli Venezia Giulia - Medie 2008, 2009 e 2010. Per settori di attività economica e sesso (in migliaia)

Settori di Attività economica Sesso 2008 2009 2010 v.a.

10/09 %

10/09

Agricoltura caccia pesca (a -b) maschi 8,8 8,7 9,7 1,02 11,8% femmine 4,5 2,5 3,5 1,00 39,4%

totale 13,3 11,2 13,2 2,02 18,0%

Totale Industria (c -f) maschi 134,2 130,3 133,6 3,22 2,5% femmine 42,0 42,9 41,8 -1,10 -2,6%

totale 176,2 173,3 175,4 2,12 1,2% di cui Costruzioni (f) maschi 34,8 34,1 34,8 0,73 2,2%

femmine 3,1 2,2 2,5 0,35 15,7% totale 37,9 36,3 37,4 1,08 3,0%

Totale Servizi (g-g) maschi 160,0 156,1 146,2 -9,89 -6,3%

femmine 172,3 167,8 173,0 5,16 3,1% totale 332,2 323,9 319,2 -4,72 -1,5%

di cui Commercio alberghi ristoranti (g-h)

maschi 45,6 46,2 45,9 -0,29 -0,6% femmine 47,2 49,4 51,1 1,70 3,4%

totale 92,9 95,6 97,1 1,41 1,5% di cui Altre attività dei servizi

(i-q) maschi 114,3 109,9 100,3 -9,60 -8,7%

femmine 125,0 118,4 121,8 3,47 2,9% totale 239,3 228,3 222,2 -6,13 -2,7%

TOTALE maschi 302,9 295,2 289,5 -5,64 -1,9%

femmine 218,7 213,3 218,4 5,06 2,4% totale 521,6 508,5 507,9 -0,58 -0,1%

Fonte: ISTAT In un’ottica di genere, la dinamica occupazionale continua a penalizzare quasi esclusivamente il segmento maschile, in continua flessione sia rispetto al 2009 (-1,9% pari a oltre 5,6mila occupati in meno) sia rispetto al 2008 (-4,4%, pari a oltre 13mila occupati in meno). L’occupazione femminile, invece, recupera oltre 5mila unità e ritorna quasi ai livelli del 2008. In un’ottica di genere, i settori maggiormente coinvolti dalle oscillazioni occupazionali sono quelli dei Servizi, diversi dal Commercio e dall’Attività alberghiere e di ristorazione.

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Tav. 11 - Occupati in Friuli Venezia Giulia - Medie 2009 e 2010. Per Settore di attività economica e provincia

Settori Ateco Gorizia Trieste Udine Pordenone Friuli VG Var.

2009 2010 2009 2010 2009 2010 2009 2010 2009 2010 v.a. %

Agricoltura, caccia e pesca (a-b) 1,8 2,5 0,2 0,5 6,0 7,1 3,3 3,1 11,2 13,2 2,018,0%

Totale Industria (c-f) 19,6 18,1 20,1 18,5 78,5 82,9 55,2 55,9 173,3 175,4 2,1 1,2%

Costruzioni 19,6 18,1 20,1 18,5 78,5 82,9 55,2 55,9 36,3 37,4 1,1 3,0%

Totale Servizi (g-q) 36,0 36,1 72,6 73,2 138,0 134,7 77,4 75,2 323,9 319,2 -4,7 -1,5%

Commercio, alberghi e ristoranti (g-h) 10,0 11,0 15,6 15,7 46,6 45,8 23,4 24,6 95,6 97,1 1,4 1,5%

Altre attività dei servizi (i-q) 26,0 25,1 57,0 57,5 91,3 88,9 54,0 50,7 228,3 222,2 -6,1 -2,7%

Totale 57,3 56,7 92,8 92,2 222,5 224,7 135,9 134,3 508,5 507,9 -0,6 -0,1%

Fonte: ISTAT Analizzando per altro verso i movimenti di assunzione e cessazione elaborati dal sistema regionale di gestione Ergonet - archivio avente finalità amministrative che registra i movimenti dei soli rapporti di lavoro dipendente, anche brevi, relativi ai medesimi lavoratori -, risulta nel 2010 una stabilizzazione dei movimenti di assunzione (circa 164,2 mila, in lieve calo rispetto al 2009 dello 0,1%), a fronte di un circa 169,7 mila cessazioni (in calo del 4,1%). Il saldo finale del 2010, quindi, continua ad essere negativo (circa 5,7 mila rapporti di lavoro cessati), ma è nettamente migliore a quello registrato nel 2009 (circa 12.600 unità in meno). Considerando cumulativamente i dati del triennio 2008-2010, il saldo negativo ammonta complessivamente a quasi 21mila rapporti di lavoro cessati5. Anche i dati forniti dall’INPS e rielaborati dall’Agenzia regionale del lavoro sul ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni6 offrono elementi utili per una migliore valutazione dell’andamento del mercato del lavoro. Bisogna infatti tener presente che i dati occupazionali dell’Istat comprendono, nel novero dei lavoratori occupati, anche i lavoratori cassaintegrati. Il ricorso all’integrazione salariare (in termini di ore di CIG complessivamente autorizzate), dopo essersi più che quadruplicato nel 2009 (quasi 17,7 milioni di ore in tutto), nel 2010 è ulteriormente aumentato del 46,6% (quasi 26milioni di ore autorizzate). L’andamento in crescita, aggravatosi nel corso del secondo semestre del 2010 e sintomatico del permanente clima di preoccupazione delle imprese, tende alla

5 Fonte: “Il mercato del Lavoro in Friuli Venezia Giulia - Rapporto 2011” della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Agenzia Regionale del Lavoro. 6 Fonti: Bilancio sociale INPS 2010; “Il mercato del Lavoro in Friuli Venezia Giulia. Rapporto 2011” della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Agenzia Regionale del Lavoro e Schede sul mercato del lavoro nel Friuli Venezia Giulia dell’Agenzia Regionale del lavoro, disponibili sul sito dell’Agenzia Regionale (http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/AT16/ARG9) nelle aree “Osservatorio del mercato del lavoro” e “Report sulle crisi occupazionali”.

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stabilizzazione e, differenza di quanto avvenuto in passato, evidenzia un ricorso alla richiesta di integrazione salariale anche per gli impiegati. L’analisi per tipologia di intervento evidenzia, a fronte di una minore richiesta di CIG ordinaria (6,5 milioni di ore, con un calo del 39,9% riscontrato mediamente in tutti i principali comparti della regione ad eccezione dell’edilizia e dell’installazioni impianti per l’edilizia), un forte aumento degli interventi straordinari ed in deroga: gli interventi di integrazione salariale connessi a situazioni di crisi aziendale risultano infatti quasi triplicati, per un totale di oltre 19,3 milioni di ore. Il dato è sintomatico del progressivo aggravamento della situazione economica a cui potrebbero conseguire risvolti negativi sul piano occupazionale: il ricorso alla CIGS, infatti, precede il passaggio ai licenziamenti e quello all’integrazione in deroga è indicativo di uno stato di sofferenza esteso e riguardante gran parte dei settori produttivi. L’Agenzia regionale del lavoro evidenzia che il settore della Meccanica incide nel triennio per il 48,5% (oltre 13milioni di ore autorizzate, in aumento rispetto all’anno scorso del 58,2%), seguita dal Legno (che pesa per il 12,3%, con quasi 3milioni di ore autorizzate, in lieve calo rispetto al 2009), del Commercio (pari al 6,7% del totale autorizzato, con oltre 2milioni di ore, raddoppiate rispetto all’anno precedente) e dall’Industria edile (6,2% del totale autorizzato, pari a 1,5milioni di ore, in aumento del 64,4% rispetto al 2009)7. Volendo esprimere in via approssimativa le ore autorizzate di CIG in termini di “lavoratori equivalenti a tempo pieno”8, i quasi 26 milioni di ore autorizzate di CIG nel 2010 corrisponderebbero potenzialmente a quasi 15,7mila lavoratori equivalenti. In particolare, la CIG Straordinaria ed in deroga, con oltre 19,3 milioni di ore, coinvolgerebbe circa 11mila lavoratori equivalenti, per lo più concentrati nel settore della meccanica (circa 6mila unità equivalenti, più del quadruplo rispetto all’anno precedente), nel Commercio e servizi (circa 1.000 unità equivalenti) e nel legno (circa 1.000 unità equivalenti).

Tav. 12 - Ore CIG autorizzate e Lavoratori FTE triennio 2008-2010

Tipologia CIG 2008 2009 2010 Ore CIG autorizzate

CIGO 1.647.817 10.904.518 6.546.437 CIGS 2.474.746 5.262.003 14.628.721 CIG Der. 220.130 1.522.772 4.750.734 Totale ore CIG 4.342.693 17.689.293 25.925.892

Lavoratori equivalenti FTE Tipologia CIG 2008 2009 2010 CIGO 999 6.609 3.968 CIGS 1.500 3.189 8.866 CIG Der. 133 923 2.879 Tot. Lavoratori FTE 2.632 10.721 15.713

Fonte: INPS e Agenzia regionale del lavoro 7 V. dati relativi alla ore di CIG autorizzate nel triennio per i vari settori in “Il mercato del lavoro in Friuli Venezia Giulia – Rapporto 2011” dell’Agenzia regionale del lavoro. 8 Al fine di convertire le ore di CIG in termini di “ lavoratori equivalenti”, si rapportano le ore autorizzate/fruite con il monte ore lavorativo annuo corrispondente ad un'occupazione esercitata a tempo pieno: tale monte ore ovviamente si diversifica in relazione della differente attività lavorativa. L’INPS, nel Rapporto annuale 2010, ipotizza un monte ore annuo di 2.000 ore. Invece, l’Agenzia Regionale del Lavoro utilizza il parametro statistico-organizzativo FTE (full time equivalent), che peraltro non è univocamente determinato. Tra i diversi parametri utilizzabili (1.656 ore/anno pari a 36 ore settimanali per 46 settimane lavorative; oppure 1.744 ore/anno pari a 8 ore giornaliere per 218 giornate lavorative, escluse ferie, festività, sabati e domeniche), per omogeneità in questa sede si utilizza lo stesso parametro utilizzato dall’Agenzia regionale del Lavoro, che ipotizza 1.650 ore/anno, pari a 220 giorni lavorativi per 7,5 ore giornaliere lavorative annue).

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Graf. 3 - Ore CIG autorizzate e Lavoratori FTE triennio 2008-2010

Fonte: INPS e Agenzia Regionale del lavoro Bisogna peraltro tener presente che i predetti dati prescindono dalla effettiva utilizzazione delle ore da parte dell’impresa: il concreto utilizzo delle ore dipende infatti dall’andamento del mercato e dalle caratteristiche della ripresa. Inoltre, le ore autorizzate vengono “caricate” in blocco sull’anno di competenza in base alla mera data del provvedimento di approvazione, indipendentemente dalla durata dell’intervento (anche biennale) e dalla effettiva fruizione delle stesse9: vi può essere quindi una certa sfasatura tra anno di autorizzazione delle ore e anno di effettiva utilizzazione. Secondo i dati INPS aggiornati ad agosto 201110, le ore autorizzate nel 2010 registrano una percentuale media nazionale di utilizzo (“cd tiraggio”) del 51,1%, mentre quelle del 2009 del 65,5%11. Volendo applicare le stesse percentuali di utilizzo (del 65,5% nel 2009 e del 51,1% nel 2010) alle ore di CIG autorizzate in Friuli Venezia Giulia, risulterebbe per il 2010 la fruizione di oltre 13,2 milioni di ore di integrazione salariale, corrispondente a circa 8mila “lavoratori FTE” , in aumento rispetto ai medesimi dati rielaborati sul 2009 di circa mille unità.

9 Gli archivi amministrativi dell’INPS sono alimentati, per quanto riguarda la CIG Ordinaria Industria e Edilizia, dalle delibere di autorizzazione delle Commissione Provinciali del lavoro, e per la CIG Straordinaria e in deroga, dai decreti degli uffici regionali del Ministero del Lavoro. Nella banca dati dell’INPS, quindi, vengono caricate e registrate tutte le ore richieste dall’impresa e autorizzate dal Ministero, ossia un preventivo e non un consuntivo di ore. 10 V. “Focus Ore autorizzate CIG, Tiraggio, Disoccupazione e Mobilità – agosto 2011” sul sito dell’INPS, che riferisce il tiraggio delle ore autorizzate nel 2009 e nel 2010, di cui utilizzate fino a giugno 2011. 11 V. “Focus Ore autorizzate CIG, Tiraggio, Disoccupazione e Mobilità – agosto 2011” sul sito dell’INPS, che riferisce il tiraggio delle ore autorizzate nel 2009 e nel 2010, fino a giugno 2011, evidenziando anche il tasso di tiraggio specifico per tipologia di intervento. Il tasso specifico per la CIG Ordinaria è passato dal 61,9% per il 2009 al 57,21% per il 2010. Per la CIGS+Cig deroga è passato dal 71,8% per il 2009 al 48,7% per il 2010.

10,9

6,55,3

14,6

1,5

4,8

17,7

25,9

1,62,5

0,2

4,3

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

2008 2009 2010

Mili

oni d

i ore

3.189

8.866

923

2.879

3.968

6.609

9991.500

133

2.632

10.721

15.713

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

16.000

18.000

2008 2009 2010

Lavo

rato

ri F

TE CIGO

CIGS

CIG Der.

Tot. FTE CIG

28

Graf. 4 - Stima ore CIG fruite e Lavoratori FTE triennio 2008-2010

Fonte: INPS e Agenzia Regionale del lavoro Volendo infine monitorare l’ulteriore indicatore di crisi relativo agli ingressi in mobilità (solo indicativo del dato relativo ai licenziamenti, essendo l’iscrizione nella lista di mobilità opzionale per il lavoratore), si registra nel 2010 un netto calo (7.472 ingressi, invece degli 8.991 del 2009), riconducibili per i due terzi a licenziamenti individuali da parte del piccole e medie imprese. 2.2 Gli indici infortunistici nell’ultimo triennio consolidato 2006-2008 Il trend degli indici infortunistici degli ultimi trienni consolidati nel periodo pre-crisi (2004-2006, 2005-2007 e 2006-2008) evidenzia per il Friuli Venezia Giulia un costante miglioramento sia della frequenza infortunistica (che esprime il numero di infortuni indennizzati ogni 1.000 addetti), sia della gravità degli infortuni (che esprime il numero di giornate perse a causa di infortuni indennizzati, per addetto). Il dato premia gli investimenti e le numerose iniziative di promozione, formazione, ricerca, assistenza e consulenza promosse e sostenute, in modo sempre più sinergico, dalle Istituzioni ed Enti, dalle Parti sociali e da tutti i soggetti ed operatori che, ai diversi livelli, operano ai fini della promozione della cultura della prevenzione e dell’innalzamento dei livelli di sicurezza degli ambienti di lavoro e di vita. In regione, la frequenza relativa degli infortuni12 continua ad essere in costante diminuzione: nel triennio 2006-2008 sono stati indennizzati 34,85 infortuni ogni 1.000 addetti (a fronte dei 36,01 nel triennio 2004-2006 e dei 43,61 nel triennio 2003-2005). Unica provincia in controtendenza è quella di Udine, che invece registra rispetto all’ultimo triennio consolidato un aumento (36,77 infortuni).

12 La frequenza relativa degli infortuni (per 1.000 addetti) esprime il rapporto tra eventi lesivi indennizzati (integrati per tener conto dei casi non ancora liquidati) e numero degli esposti. Dagli infortuni indennizzati sono esclusi gli eventi accaduti a lavoratori apprendisti, lavoratori interinali, lavoratori iscritti alle polizze speciali (es: cooperative di facchinaggio, pescatori, ecc), sportivi professionisti, eventi in itinere. Gli esposti, intesi come “addetti”, sono gli uomini-anno assicurati all’Inail. L’uomo-anno è un’unità di conto risultante dal rapporto, per ogni posizione assicurativa, tra l'ammontare complessivo delle retribuzioni corrisposte nell'anno e 300 volte la retribuzione media giornaliera dei casi di infortunio indennizzati nelle aziende operanti nella stessa provincia ed appartenenti al grande gruppo di tariffa in cui è classificata la posizione assicurativa considerata.

17,7

25,9

11,613,2

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

2009 2010

mili

oni d

i ore

CIG

ore autorizzate ore fruite (stima)

15.713

7.995

10.721

6.958

0

2.000

4.000

6.000

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10.000

12.000

14.000

16.000

18.000

2009 2010

Lavo

rato

ri FT

E

FTE su ore autorizzate FTE su ore fruite (stimate)

29

Tav. 13 - Frequenze relative di infortunio (per 1.000 addetti) e graduatoria. Trienni 2004/2006 2005/2007 2006/2008 per provincia, regione

Provincia e Regione 2004/2006 2005/2007 2006/2008

Gorizia 57,73 1° 54,12 1° 51,28 1° Trieste 32,07 53° 31,27 52° 29,07 56° Udine 36,75 24° 34,98 26° 36,77 13° Pordenone 38,42 19° 34,33 31° 30,01 44°

FRIULI VG 38,46 3° 36,01 3° 34,85 3°

ITALIA 39,52 28,5 27,06

Fonte: Banca dati statistica Inail Nonostante la continua flessione, la frequenza degli infortuni rimane elevata: il Friuli Venezia Giulia rimane la terza regione in Italia per maggior frequenza infortunistica, dopo Umbria ed Emilia Romagna. L’analisi per “tipo di conseguenza” evidenzia che, nel confronto con le altre regioni, grava il dato relativo agli indennizzi “in temporanea” (32,90 infortuni indennizzati ogni mille addetti) e meno quelli relativi agli indennizzi per inabilità permanenti o per morte, le cui frequenze specifiche - pur al di sopra della media nazionale - collocano il Friuli Venezia Giulia rispettivamente al 14° ed all’11° posto della graduatoria delle regioni italiane. Le stesse considerazioni possono valere per le frequenze registrate a livello provinciale, tutte superiori alla media nazionale. Gorizia si conferma come la provincia con maggior frequenza infortunistica in Italia, con particolare riguardo a quella specifica degli infortuni indennizzati in temporanea, seguita da quella di Udine, che nell’ultimo triennio si è collocata al 13° posto della graduatoria per province. Tav. 14 - Frequenze relative di infortunio (per 1.000 addetti) e graduatorie. Triennio

2006/2008 per tipo di conseguenza e province

Provincia e Regione Inabilità temporanea

Inabilità permanente Morte Totale freq.

2006/2008

Gorizia 48,49 1° 2,76 16° 0,03 92° 51,28 1° Trieste 27,05 53° 1,99 61° 0,03 92° 29,07 56° Udine 34,58 10° 2,11 50° 0,08 37° 36,77 13° Pordenone 28,76 38° 1,2 99° 0,05 72° 30,01 44°

FRIULI VG 32,9 3° 1,89 14° 0,06 11° 34,85 3°

ITALIA 25,22 1,78 0,06 27,06

Fonte: Banca dati statistica Inail Nella lettura del dato, bisogna considerare che le realtà territoriali caratterizzate da un’elevata importazione o esportazione di infortuni scontano disallineamenti a causa degli indicatori utilizzati. L’indice è infatti costruito rapportando tutti gli infortuni indennizzati verificatisi nel territorio (anche occorsi a lavoratori “importati” da ditte assicurate in altre regioni/province) con i soli addetti delle ditte assicurate nello stesso territorio.

30

Per quanto riguarda il rapporto di gravità – che esprime le conseguenze lesive derivanti dagli infortuni indennizzati espresse in giornate lavorative perdute per singolo addetto13 – la regione si conferma al decimo posto, con 3,37 giornate perse per addetto (a fronte di una media italiana di 2,95). Con riferimento al rapporto specifico di gravità relativo agli indennizzi “in temporanea”, il Friuli Venezia Giulia si colloca al primo posto in Italia, con un indice di quasi una giornata persa per addetto (0,90), risentendo dei dati della provincia di Gorizia, caratterizzata, come abbiamo visto, da un’elevata frequenza di temporanee ed anche da un elevato rapporto di gravità relativo agli infortuni indennizzati in temporanea (con 1,49 giornate perse per addetto è la peggiore in Italia). Segue come maggior rapporto di gravità la provincia di Trieste (1,10). Nella graduatoria provinciale nazionale Gorizia passa dal 10° al 7° posto, Udine dal 50° al 34° posto, Trieste invece migliora la sua posizione e passa dal 34° al 38° posto, come Pordenone che si ricolloca da 93°al 97° posto.

Tav. 15 - Rapporti di gravità di infortunio (per addetto) e graduatorie. Triennio 2006/2008 per tipo di conseguenza e province

Provincia e Regione Inabilità

temporanea Inabilità

permanente Morte Totale

Gorizia 1,49 1° 3,2 8° 0,23 94° 4,92 7° Trieste 1,10 3° 2,19 45° 0,25 93° 3,54 38° Udine 0,87 16° 2,21 44° 0,59 42° 3,67 34° Pordenone 0,62 70° 1,25 97° 0,4 73° 2,28 97°

FRIULI VG 0,90 1° 2,03 9 0,44 13° 3,37 10°

ITALIA 0,63 1,84 0,48 2,95

Fonte: Banca dati statistica Inail L’analisi degli indici infortunistici per settori di attività economica conferma che i settori con maggior frequenza infortunistica sono quelli dell’Industria Manifatturiera (43,19) - che registra picchi nei settori dell’Industria per la fabbricazione di mezzi di trasporto (81,56), nell’Industria dei Metalli (63,11), della Trasformazione (58,80) e del Legno (44,76) - il settore delle Costruzioni (48,38) ed, infine, quello della Sanità, che è l’unico a registrare un netto incremento rispetto al triennio precedente (70,74 a fronte di 31,14), concentrato in particolare nella provincia di Udine (141,57 a fronte di 29,75). Nei predetti settori, si registrano anche elevate frequenze specifiche di infortuni con postumi permanenti nonché elevati rapporti di gravità: 7,11 giornate perdute per addetto nel settore delle Costruzioni, 5,03 nel settore dei Trasporti, 4,35 in quello della Sanità e 3,67 nelle Industrie Manifatturiere, che registra picchi nei settori dell’Industria di Fabbricazione dei mezzi di trasporto (6,07), nell’Industria dei Metalli (5,46), del Legno (5,11), della Trasformazione dei minerali non metalliferi (4,96).

13 Il rapporto di gravità (per addetto) esprime il rapporto tra le conseguenze degli eventi lesivi (espresse in giornate lavorative perdute, integrate per tener conto dei casi non ancora liquidati) ed il numero esposti (intesi come “addetti”, ossia unità lavoro-anno. Vedi nota precedente. Per l’inabilità temporanea vengono considerate le giornate di lavoro effettivamente perdute; per l’inabilità permanente, ogni grado di inabilità corrisponde a 75 giornate di lavoro perdute; la morte corrisponde a 7.500 giornate di lavoro. L’indice di gravità per ciascun “tipo di conseguenza” è disponibile in Banca dati statistica, sul sito www.inail.it. Per la corretta lettura del dato in termini di possibili disallineamenti nelle realtà territoriali a forte importazione/esportazione di infortuni, si rinvia a quanto precisato trattando della frequenza infortunistica.

31

Di seguito le frequenze infortunistiche ed i rapporti di gravità dei settori maggiormente rischiosi in Friuli Venezia Giulia, confrontati con le medie italiane. La lettura dei dati deve tener conto non solo dei possibili disallineamenti territoriali sopra citati, ma anche dell’entità in termini assoluti del fenomeno infortunistico specifico di settore. Graf. 5 - Frequenze relative di infortunio (per 1.000 addetti). Triennio 2006/2008 per

alcuni settori di attività. Italia e Friuli Venezia Giulia

Fonte: Banca dati statistica Inail

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

DM Ind.

Mezzi

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rtoN San

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DJ Ind

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DI Ind.

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DH Ind.

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ItaliaFVG

32

Graf. 6 - Rapporti di gravità di infortunio (per addetto). Triennio 2006/2008 per alcuni settori di attività. Italia e Friuli Venezia Giulia

Fonte: Banca dati statistica Inail

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

ItaliaFVG

33

Si riportano quindi le frequenze infortunistiche per settori di attività economica, distinti per provincia. Tav. 16 - Frequenze relative di infortunio (per 1.000 addetti). Triennio 2006-2008 per

Settori di attività economica e provincia. Aziende monolocalizzate

Settori di attività economica Gorizia Trieste Udine Pordenone Friuli VG Italia

A AGRINDUSTRIA 79,13 78,50 54,64 29,76 43,73 28,4 B PESCA 90,91 23,81 - 83,33 37,50 23,1 C ESTRAZ. MINERALI 27,19 42,74 46,16 16,72 30,41 37,4 DA Ind. Alimentare 36,89 24,85 31,72 25,41 29,77 29,5 DB Ind. Tessile 45,52 74,16 17,32 32,59 34,12 14,2 DC Ind. conciaria - 50,00 22,42 90,09 26,71 13,8 DD Ind. Legno 58,40 55,45 46,38 40,29 44,76 45,9 DE Ind. Carta 54,52 26,65 27,62 30,63 30,60 20,5 DF Ind. Petrolio - - 17,72 - 14,26 11,8 DG Ind. Chimica 31,50 9,43 27,90 37,49 25,95 14,5 DH Ind. Gomma 42,46 94,60 53,51 40,76 44,77 38,2 DI Ind. Trasformaz. 63,80 28,81 61,75 58,23 58,80 47,4 DJ Ind. Metalli 94,26 85,30 61,99 54,98 63,11 49,9 DK Ind. Meccanica 50,71 57,49 29,17 29,2)0 34,43 32,4 DL Ind. Elettrica 18,83 24,45 19,36 12,26 18,21 16,1 DM Ind. Mezzi Trasporto 130,20 12,93 57,76 45,68 81,56 36,1 DN Altre Industrie 59,20 39,24 30,13 32,88 33,32 31,7 * D TOT. IND. MANIF. 75,53 37,66 39,85 38,91 43,19 31,6 E ELET. GAS ACQUA 17,65 4,61 22,77 15,58 20,22 21,8 F COSTRUZIONI 65,72 49,69 45,56 45,31 48,38 42,1 G50 Comm. Rip. Auto 26,23 22,34 25,49 23,45 24,57 25 G51 Comm. Ingrosso 20,90 14,47 17,92 13,47 16,32 16,3 G52 Comm. Dettaglio 21,47 23,24 21,68 18,03 21,11 21,5 * G TOT. COMMERCIO 22,21 20,63 21,11 17,23 20,10 20,2 H ALBEGH. E RIST. 37,22 38,36 27,74 24,56 30,41 30,8 I TRASPORTI 40,46 34,35 40,46 32,07 36,70 39,6 J INTERM. FINANZ. 3,69 2,49 2,30 0,70 2,23 2,57 K ATT. IMMOBILIARI 31,86 24,62 27,93 16,75 24,20 15,1 L PUBBLICA AMMIN. 16,69 13,79 15,53 13,48 14,61 17,9 M ISTRUZIONE 6,05 4,06 5,79 6,57 5,62 8,83 N SANITÀ 64,06 33,31 141,57 20,50 70,74 26,1 O SERV. PUBBLICI 21,04 27,95 19,94 19,02 21,62 23,9 X ATT. NON DETERM. 22,03 24,68 21,52 18,41 20,76 29,9

TOTALE 51,28 29,07 36,77 30,01 34,85 27,1

Fonte: Banca dati statistica Inail Infine, dalle frequenze estrapolate da Banca dati statistica per “tipologia di azienda” (artigiana e non artigiana), emerge che, in generale, la maggior frequenza infortunistica si riscontra presso i dipendenti delle aziende artigiane: 56,43 infortuni indennizzati ogni 1.000 addetti, a fronte dei 51,53 della media nazionale (v tav.39). Colpisce anche il dato delle aziende non artigiane (monolocalizzate) che, con 34,52 infortuni indennizzati ogni 1.000 addetti, è comunque di molto superiore alla media italiana di 25,85. Sempre dalla stessa fonte è possibile estrapolare le frequenze infortunistiche dei singoli settori di attività economica per “tipo di conseguenza”.

34

2.3 L’andamento infortunistico in generale Passando ora alla tradizionale analisi dell’andamento degli infortuni denunciati, alla data di rilevazione del 30 aprile 2011 il bilancio infortunistico 2010 registra complessivamente in regione 21.507 infortuni e 17 morti sul lavoro, in flessione rispetto al 2009, rispettivamente, del -3,6% (803 infortuni denunciati in meno) e del 15% (3 mortali in meno). Il calo complessivo (-3,6%) è superiore a quelli (più modesti) registrati nel Nord Est (-1,6%) e a livello nazionale (-1,9%) e può essere prudentemente valutato in termini positivi, anche nel confronto con gli indicatori relativi alla stagnazione del mercato del lavoro descritti in premessa, caratterizzati da una sostanziale stabilità occupazionale registrata dall’ISTAT (quasi 508mila occupati, in lieve calo rispetto al 2009 del -0,1%), da ponderare comunque con l’incremento del ricorso alla Cassa integrazione guadagni (straordinaria ed in deroga), con la registrazione di un saldo negativo sui movimenti di assunzione e cessazione dei rapporti di lavoro dipendente rilevati da Ergonet (meno 5,5mila rapporti), con l’ingresso di oltre 7,4mila lavoratori nelle liste di mobilità. Considerato il calo record registrato nell’anno 2009 (-14%), nell’ultimo triennio gli infortuni denunciati sono diminuiti del 17,1% (4.427 infortuni in meno). La flessione caratterizza tutte le province, con picchi maggiori, in termini assoluti, nelle province di Pordenone (meno 252 infortuni rispetto al 2009, pari a una flessione del -4,6%, la maggiore registrata in termini percentuali) e nella provincia di Udine (meno 227 infortuni, pari a una flessione del 2,6%).

Tav. 17 - Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2008-2010 per provincia e regione

Provincia e Regione 2008 2009 2010 var 2010/2009 var 2010/2008

Gorizia 3.698 3.316 3.176 -140 -4,2% -522 -14,1% Trieste 4.940 4.731 4.547 -184 -3,9% -393 -8,0% Udine 10.307 8.768 8.541 -227 -2,6% -1.766 -17,1% Pordenone 6.989 5.495 5.243 -252 -4,6% -1.746 -25,0% FRIULI VG 25.934 22.310 21.507 -803 -3,6% -4.427 -17,1% Nord Est 282.895 246.872 242.954 -3.918 -1,6% -39.941 -14,1%

ITALIA 875.144 790.112 775.374 -14.738 -1,9% -99.770 -11,4%

Fonte: Consulenza statistico attuariale Inail

L’analisi per tipologia di evento evidenzia che, in termini assoluti, calano maggiormente gli infortuni verificatisi in ambienti di lavoro ordinari (meno 604 casi, pari al -3,1% rispetto al 2009), mentre in termini percentuali la maggior flessione si registra tra gli infortuni in itinere, diminuiti del 13,6% (-271 casi). Nonostante la crisi, continuano invece a registrare un andamento in aumento gli infortuni in occasione di lavoro dovuti alla circolazione stradale (+8%, pari a 72 casi). Complessivamente, il rischio strada pesa sul totale degli infortuni denunciati per il 10,5%. Per approfondimenti si rimanda al par. 2.4. L’andamento in diminuzione caratterizza quasi tutti i settori di attività economica. Sia in termini assoluti che percentuali, la maggior flessione si riscontra nel macro settore Industria e Servizi, con un calo complessivo del -7,7% rispetto al 2009 e del 25,1% rispetto al 2008, con picchi nel settore delle Costruzioni (-13,9% rispetto al 2009 e -25,2% rispetto al 2008) e dell’Industria Manifatturiera (-5% rispetto a 2009 e -25,3%

35

rispetto al 2008). Una diminuzione più modesta del -1.8% nel biennio (pari a 138 casi in meno) e del -7,1% nel triennio nei settori afferenti ai Servizi. Questi ultimi, quindi, pur risentendo in maniera forte della crisi occupazionale, non registrano un calo infortunistico rilevante e, nel bilancio regionale, vanno a superare la quota di infortuni dell’Industria. Il dato va comunque necessariamente valutato alla luce degli indicatori di crisi e, in particolare, del ricorso alla Cassa Integrazione per settori. Per approfondimenti si rimanda al par. 2.6. Tav. 18 - Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2008 –2010 per macro settore di

attività economica

Settori di attività economica 2008 2009 2010 var. 2010/2009 var. 2010/2008 v.a. % v.a. %

INDUSTRIA 9.391 7.617 7.032 -585 -7,7% -2.359 -25,1% SERVIZI 8.164 7.722 7.584 -138 -1,8% -580 -7,1% Non determinato (tra cui franchigie)14 6.720 5.349 5.238 -111 -2,1% -1.482 -22,1% AGRICOLTURA 941 945 920 -25 -2,6% - 21 -2,2% DIPENDENTI CONTO STATO 718 677 733 56 8,3% 15 2,1%

FRIULI VG 25.934 22.310 21.507 -803 -3,6% -4.427 -17,1%

Fonte: Consulenza statistico attuariale Inail

Graf. 7 - Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2008 – 2010 per macro settore di

attività economica

Fonte: Consulenza statistico attuariale Inail

14 La quota di casi “non determinati” si riferisce, per la maggior parte, agli infortuni con assenza da lavoro non superiore ai 3 giorni (franchigie). Molti eventi, infatti, - soprattutto tra quelli segnalati dai pronto-soccorso e non denunciati dal datore di lavoro - riguardano infortuni le cui conseguenze invalidanti si sono estinte entro il periodo di franchigia assicurativa (3 giorni oltre a quello di accadimento dell’infortunio). Spesso per tali infortuni minori le informazioni pervenute all’INAIL sono incomplete e ciò porta ad enfatizzare il numero dei casi ricompresi nella voce INDETERMINATO.

9.391

8.164

6.720

941 718

7.032 7.584

5.238

920 733

-

1.000 2.000 3.000

4.000 5.000 6.000

7.000 8.000 9.000

10.000

Industria Servizi Non determinato

(tra cui, franchigie)

Agricoltura Dipendenti Conto Stato

2008

2009

2010

36

Gli infortuni al femminile rappresentano nel 2010 il 31,8% del totale complessivo, concentrati per il 54% nei settori dei Servizi e in calo rispetto al 2009 del 2,2% (nonostante la ripresa occupazionale). Da segnalare in controtendenza il continuo e progressivo aumento degli infortuni nei settori della Sanità e dei Servizi Pubblici (v. par. 2.8). L’analisi per classi di età evidenzia che il maggior calo infortunistico (circa l’85% della flessione totale, 684 eventi su 803 in tutto) si è verificato tra i lavoratori giovani, di età compresa tra i 18 e 34 anni, che peraltro hanno subito il maggior calo occupazionale. Per approfondimenti si rimanda al par. 2.9. In linea con la flessione complessiva del 3,6%, calano anche gli infortuni occorsi ai lavoratori stranieri (-3,9%, pari a 202 casi in meno rispetto al 2009), in controtendenza rispetto al lieve aumento registrato a livello nazionale (+0,8%). In Friuli Venezia Giulia, peraltro, si conferma l’elevata incidenza di infortunati stranieri: le 4.949 denunce pervenute rappresentano infatti (come l’anno scorso) il 23% del totale regionale (a fronte di un’incidenza media nazionale del 15,5% e del Nord Est del 21,2%), con picchi nella provincia di Pordenone (27,1%). Per approfondimenti si rimanda al par. 2.10. Per quanto riguarda gli infortuni con esito mortale, il bilancio delle morti bianche nel 2010 scende sotto la soglia dei 20 casi, registrando 17 infortuni, per il 65% (11 infortuni) collegati al rischio della circolazione stradale (5 incidenti avvenuti durante lo svolgimento di attività lavorativa e 6 avvenuti in itinere (v. par. 2.4). Hanno perso la vita 4 lavoratrici e 13 lavoratori. In due casi, l’infortunato era di nazionalità straniera.

Tav. 19 - Infortuni mortali avvenuti nel periodo 2008-2010 per provincia, regione

Provincia e Regione 2008 2009 2010 var.

2010/2009 var

2010/2008

Gorizia 1 1 1 0 0 Trieste 2 4 1 -3 -1 Udine 17 12 8 -4 -9 Pordenone 6 3 7 4 1 FRIULI VG 26 20 17 -3 -9

ITALIA 1.120 1.053 980 (*) -73 (*) -140 (*)

(*) stima previsionale del dato annuo definitivo.

Fonte: Consulenza statistico attuariale Inail

37

2.4 Infortuni “in occasione di lavoro” e “in itinere”. Il rischio da circolazione stradale L’analisi per “modalità di evento” rivela che, in termini assoluti, la flessione infortunistica ha riguardato più marcatamente gli infortuni “in occasione di lavoro” (avvenuti nell’effettivo esercizio dell’attività lavorativa) che, con 19.791 casi denunciati (il 92% del totale) sono diminuiti del 2,6% (meno 532 casi rispetto al 2009). In particolare, il calo ha riguardato i soli infortuni verificatisi in ambiente di lavoro ordinario (-3,1%, pari a 604 denunce in meno). Al contrario, gli infortuni lavorativi determinati dalla circolazione stradale (che pesano per il 4,5% sul totale regionale), dopo essere rimasti praticamente costanti anche nel precedente biennio (con addirittura lievi aumenti nelle province di Gorizia e Trieste), sono gli unici a risultare anche nel 2010 in aumento (+8%, pari a 72 casi in più, distribuiti nelle province di Udine, Trieste e Pordenone). Lo stesso fenomeno si riscontra nel nord-est (+7,8%) e a livello nazionale (+5,3%). In termini assoluti, la provincia che registra il maggior numero di infortuni stradali lavorativi è Udine (368 casi pari al 4,3% del totale provinciale), mentre quella che registra la più elevata incidenza percentuale è Trieste (245 casi, pari al 5,4% del totale provinciale). Gli infortuni “in itinere” (avvenuti durante il normale tragitto casa-lavoro-casa) registrano in termini percentuali una flessione più marcata: -13,6%, pari a 271 casi in meno. Dei 1.716 infortuni denunciati (l’8% del totale regionale), circa il 74% avviene con il coinvolgimento di mezzi di trasporto (vedi infra). In termini assoluti, la provincia che registra il maggior numero di infortuni in itinere è quella di Udine (662 casi, di cui il 76,4% è avvenuto con il coinvolgimento di un mezzo di trasporto). La provincia di Trieste è quella con più elevata incidenza percentuale di infortuni in itinere (435 casi, pari al 9,6% del totale provinciale, di cui però solo il 53,3% è avvenuto con il coinvolgimento di mezzi di trasporto). Tav. 20 - Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2009-2010 per modalità di evento

e province Modalità di evento

Gorizia Trieste Udine Pordenone FRIULI VG var. FVG 2009 2010 2009 2010 2009 2010 2009 2010 2009 2010 v.a. %

In occasione di lavoro

Occasione di lavoro 3.081 2.960 4.239 4.112 7.948 7.879 5.055 4.840 20.323 19.791 -532 -2,6%

- Ambiente lav. ordinario 2.966 2.849 4.018 3.867 7.609 7.511 4.826 4.588 19.419 18.815 -604 -3,1%

- Circolazione stradale 115 111 221 245 339 368 229 252 904 976 72 8,0%

In itinere

In Itinere 235 216 492 435 820 662 440 403 1.987 1.716 -271 -13,6% Totale

Totale 3.316 3.176 4.731 4.547 8.768 8.541 5.495 5.243 22.310 21.507 -803 -3,6%

Fonte: Consulenza statistico attuariale Inail

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Graf. 8 - Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2010 per modalità di evento

Fonte: Consulenza statistico attuariale Inail Volendo quindi pesare il c.d. “rischio strada” – precisando che per infortunio stradale si intende quello che si verifica nella pubblica via, a causa della circolazione stradale e con il coinvolgimento di mezzi di trasporto stradale, indipendentemente dal fatto che si tratti di infortunio occorso nell’esercizio di attività lavorativa (stradale lavorativo) o in itinere – risulta che, con 2.249 casi in tutto, questa tipologia pesa per il 10,5% sul totale degli infortuni, e registra una flessione del -8,1% (198 casi in meno), riferita ai soli agli infortuni stradali in itinere (diminuiti del 17,5%) e non agli infortuni stradali lavorativi.

Tav. 21 - FOCUS: infortuni sul lavoro STRADALI avvenuti nel periodo 2009-2010

Modalità di evento

Gorizia Trieste Udine Pordenone FRIULI VG var. FVG 2009 2010 2009 2010 2009 2010 2009 2010 2009 2010 v.a. %

Totale infortuni

Infortuni 3.316 3.176 4.731 4.547 8.768 8.541 5.495 5.243 22.310 21.507 -803 -3,6%

Infortuni stradali Di cui, stradali 299 269 550 477 953 874 645 629 2.447 2.249 -198 -8,1% -in occas.

lavoro 115 111 221 245 339 368 229 252 904 976 72 8,0%

- in itinere 184 158 329 232 614 506 416 377 1.543 1.273 -270 -17,5%

% stradali su tot. 9,0% 8,5% 11,6% 10,5% 10,9% 10,2% 11,7% 12,0% 11,0% 10,5%

Fonte: Consulenza statistico attuariale Inail Per quanto riguarda gli infortuni con esito mortale, nel 2010 hanno perso la vita in Friuli Venezia Giulia 17 lavoratori, 3 in meno rispetto all’anno precedente (-15%) e 9 in meno rispetto al 2008. Calano (praticamente dimezzandosi) gli infortuni in occasione di lavoro verificatisi in ambienti di lavorativi (da 13 nel 2009 a 6 nel 2010) ed aumentano gli infortuni mortali collegati al rischio strada: 5 lavoratori hanno peso la vista in infortuni lavorativi stradali e ben 6 lavoratori (il doppio dell’anno precedente) in incidenti stradali

18.815 ; 87%

976 ; 5%

1.716; 8%

Infortuni in occasione di lavoro, in ambiente di lavoro ordinario

Infortuni in occasione di lavoro, da circolazione stradale

Infortuni in itinere

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avvenuti nel tragitto casa-lavoro-casa (in itinere).Complessivamente, quindi, per quanto riguarda gli infortuni mortali, nel 2010 il “rischio strada” incide per ben il 65%: 11 infortuni stradali su 17, di cui 5 in occasione di lavoro (riconducibili alla gestione industria e servizi) e 6 in itinere. Tav. 22 - Infortuni MORTALI avvenuti nel periodo 2009-2010 per modalità di evento

Modalità di evento

Gorizia Trieste Udine Pordenone FRIULI VG var. FVG 2009 2010 2009 2010 2009 2010 2009 2010 2009 2010 v.a. %

In occasione di lavoro 1 1 3 - 11 6 2 4 17 11 -6 -35,3%

- Ambiente lav. ordinario 1 1 3 - 8 3 1 2 13 6 -7 -53,8%

- Circolazione stradale 0 0 0 0 3 3 1 2 4 5 1 25,0%

In itinere 0 0 1 1 1 2 1 3 3 6 3 100,0%

TOTALE 1 1 4 1 12 8 3 7 20 17 -3 -15,0%

Fonte: Consulenza statistico attuariale Inail 2.5 Infortuni sul lavoro per Gestione tariffaria Dall’analisi per Gestioni tariffarie risulta che la gestione Agricoltura, con 920 infortuni denunciati nel 2010, pesa sul totale regionale per il 4,3% ed è in calo rispetto al 2009 del 2,6% (meno 25 infortuni). Per quanto riguarda gli infortuni con esito mortale, nel 2010 si sono registrati ben 4 morti sul lavoro (il doppio rispetto all’anno precedente): 2 lavoratori sono deceduti a causa di infortuni avvenuti durante lo svolgimento dell’attività lavorativa agricola e ulteriori 2 a causa di incidenti stradali avvenuti in itinere. La gestione Industria e Servizi ha registrato complessivamente 19.854 infortuni denunciati (il 92,3% del totale), con una flessione del 4% rispetto all’anno precedente e 13 infortuni con esito mortale (4 in itinere, 5 stradali lavorativi e 4 infortuni mortali avvenuti negli ambienti di lavoro ordinari). Tav. 23 - Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2009-2010 per gestione tariffaria

Provincia e Regioni

Agricoltura Industria e Servizi Conto Stato Totale 2009 2010 2009 2010 2009 2010 2009 2010

Gorizia 128 123 3.106 2.966 82 87 3.316 3.176 Trieste 19 25 4.533 4.310 179 121 4.731 4.547 Udine 478 477 8.026 7.776 264 288 8.768 8.541 Pordenone 320 295 5.023 4.802 152 146 5.495 5.243

FRIULI VG 945 920 20.688 19.854 677 733 22.310 21.507

Nord Est 16.018 15.512 224.251 220.751 6.603 6.691 246.872 242.954

ITALIA 52.665 50.121 705.241 692.795 32.206 32.458 790.112 775.374

Fonte: Banca Dati Statistica Inail

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Tav. 24 - Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2009-2010 per gestione tariffaria – Variazioni assolute e percentuali

Provincia e Regioni

Agricoltura Industria e Servizi Conto Stato Totale v.a. % v.a. % v.a. % v.a. %

Gorizia -5 -3,9% -140 -4,5% 5 6,1% -140 -4,2% Trieste 6 31,6% -223 -4,9% -58 -32,4% -184 -3,9% Udine -1 -0,2% -250 -3,1% 24 9,1% -227 -2,6% Pordenone -25 -7,8% -221 -4,4% -6 -3,9% -252 -4,6%

FRIULI VG -25 -2,6% -834 -4,0% 56 8,3% -803 -3,6%

Nord Est -506 -3,2% -3.500 -1,6% 88 1,3% -3.918 -1,6%

ITALIA -2.544 -4,8% -12.446 -1,8% 252 0,8% -14.738 -1,9% Fonte: Banca Dati Statistica Inail

Tav. 25- Infortuni MORTALI avvenuti nel periodo 2009-2010 per gestione tariffaria

Provincia e Regioni

Agricoltura Industria e Servizi Conto Stato Totale 2009 2010 2009 2010 2009 2010 2009 2010

Gorizia 1 1 0 0 0 0 1 1 Trieste 0 0 4 1 0 0 4 1 Udine 1 2 11 6 0 0 12 8 Pordenone 0 1 3 6 0 0 3 7

FRIULI VG 2 4 18 13 0 0 20 17

ITALIA 128 115 (*) 907 849 (*) 18 16 (*) 1.053 980 (*) (*) stima previsionale del dato annuo definitivo.

Fonte: Consulenza statistico attuariale Inail 2.6 Infortuni sul lavoro per Settore di attività economica Passando ora all’analisi per Settore di attività economica15, la fotografia del 2010 evidenzia che il 35,3%% degli infortuni (7.784 casi) si è verificato in imprese/enti che operano nei settori dei Servizi, mentre il 32,7% degli infortuni (7.032 casi) si è verificato in aziende operanti nel settore dell’Industria. La quota di “non determinati” (5.238 casi, pari al 24,4% del totale) si riferisce, nella quasi totalità dei casi, agli infortuni con assenza da lavoro non superiore ai 3 giorni (franchigie). Di seguito, la situazione del 2010 per singoli settori di attività economica e per province.

15 Nell’analisi per Settore di Attività economica (secondo la nomenclatura ISTAT ATECO 2002), l’infortunio viene imputato sulla base dell’attività economica svolta dall’azienda (es. Ateco DD industria del legno), indipendentemente dalla lavorazione concretamente svolta (es. lavorazione del legno o attività impiegatizia). Per questo motivo, se si vuole procedere ad un’analisi degli infortuni per lavorazioni rischiose affini, è opportuno aggregare i dati secondo il criterio della “voce di Tariffa” (comparto).

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Tav. 26 - Infortuni sul lavoro denunciati all'INAIL nel 2010 per Settore di attività economica e Provincia

Settore di attività economica Gorizia Trieste Udine Pordenone FRIULI

VG % su tot.

A Agrindustria 4 7 44 21 76 0,4% B Pesca - 5 1 - 6 0,0% C Estrazione di minerali 2 6 10 4 22 0,1%

DA Ind. alimentare 46 82 142 53 323 1,5% DB Ind. tessile e abbigliamento 8 24 18 33 83 0,4% DC Ind. cuoio, pelle e similari - - 11 2 13 0,1% DD Ind. legno 15 16 199 111 341 1,6% DE Ind. carta 28 29 79 54 190 0,9% DF Ind. petrolio - - 5 - 5 0,0% DG Ind. chimica 7 19 43 14 83 0,4% DH Ind. gomma plastica 15 6 68 66 155 0,7% DI Ind. lav. minerali non metall. 12 11 93 183 299 1,4% DJ Ind. metalli 235 132 731 471 1.569 7,3% DK Ind. meccanica 96 135 283 196 710 3,3% DL Ind. macchine elettriche 70 57 84 57 268 1,2% DM Ind. fabbr. mezzi di trasporto 340 31 25 23 419 1,9% DN Altre industrie 78 22 207 296 603 2,8% D Tot. Industrie manifat. 950 564 1.988 1.559 5.061 23,5%

E Elettricità, gas, acqua 15 3 30 7 55 0,3% F Costruzioni 299 336 798 379 1.812 8,4%

INDUSTRIA 1.270 921 2.871 1.970 7.032 32,7%

G 50 Comm. Riparaz. auto 39 39 112 67 257 1,2% G 51 Comm. ingrosso 40 52 143 98 333 1,5% G 52 Comm. dettaglio 132 190 352 175 849 3,9% G Tot. commercio 211 281 607 340 1.439 6,7%

H Alberghi e ristoraz. 90 190 260 92 632 2,9% I Trasporti 123 408 462 190 1.183 5,5% J Intermediaz. finanziaria 19 44 37 23 123 0,6% K Att. immob. e servizi imprese 191 407 508 315 1.421 6,6% L Pubblica Amministrazione 130 206 253 54 643 3,0% M Istruzione 18 21 42 40 121 0,6% N Sanità e servizi sociali 112 377 286 191 966 4,5% O Altri servizi pubblici 64 430 310 160 964 4,5% P Personale domestico 6 16 49 21 92 0,4%

SERVIZI 964 2.380 2.814 1.426 7.584 35,3%

Non determinato (*) 732 1.009 2.091 1.406 5.238 24,4%

INDUSTRIA E SERVIZI 2.966 4.310 7.776 4.802 19.854 92,3%

AGRICOLTURA 123 25 477 295 920 4,3%

DIPENDENTI CONTO STATO 87 212 288 146 733 3,4% COMPLESSO GESTIONI 3.176 4.547 8.541 5.243 21.507 100,0%

(*) fra cui, franchigie;

Fonte: Consulenza statistico attuariale Inail

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Le rappresentazioni grafiche che seguono evidenziano il quadro degli infortuni denunciati nel 2010 per Macrosettori di attività economica (Industria, Servizi, Agricoltura, Conto Stato) e, successivamente, per singoli settori con il maggior numero di infortuni denunciati, che saranno quindi oggetto di approfondimento in termini di andamento.

Graf. 9 - Infortuni sul lavoro denunciati all'INAIL nel 2010 per Macro settori e singoli settori di attività economica

Fonte: Consulenza statistico attuariale Inail La fotografia del 2010 per settori di attività economica si completa con il dato dei 17 infortuni con esito mortale verificatisi nel corso dell’anno. In regione hanno perso la vita 6 lavoratori operanti nel settore delle Costruzioni, 4 lavoratori operanti nel settore dell’Agricoltura (2 deceduti a causa di incidenti stradali in itinere e 2 a causa di infortuni durante lo svolgimento di attività agricola); 3 nelle Industrie manifatturiere, 3 nei servizi (solo uno nei Trasporti) e 1 in settore non ancora determinato.

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Tav. 27 - Infortuni MORTALI denunciati all'INAIL nel 2010 per Settore di attività economica e Provincia

Settore di attività economica Gorizia Trieste Udine Pordenone FRIULI VG DA Ind. alimentare - - 1 - 1 DJ Ind. dei metalli - - - 1 1 DK Ind. meccanica - - 1 - 1 D Tot. Industrie manifatturiere - - 2 1 3

F Costruzioni - - 2 4 6

INDUSTRIA - - 4 5 9

G 52 Commercio al dettaglio - 1 - - 1 G Totale commercio - 1 - - 1

K Attività immob. servizi imprese - - 1 - 1 N Sanità e servizi sociali - - 1 - 1

SERVIZI - 1 2 - 3

Non determinato - - - 1 1

INDUSTRIA E SERVIZI - 1 6 6 13

AGRICOLTURA 1 - 2 1 4

COMPLESSO GESTIONI 1 1 8 7 17

Fonte: Consulenza statistico attuariale Inail Passando ora all’analisi dell’andamento infortunistico (sempre per settori di attività), risulta che nel biennio 2010/2009 (caratterizzato complessivamente da un calo del 3,6% pari a 803 infortuni denunciati in meno), la flessione ha riguardato essenzialmente gli infortuni del macrosettore dell’Industria (585 casi in meno, pari a -7,7%) e meno quello dei Servizi (-1,8%, pari a 138 casi). Le Industrie manifatturiere, con 5.061 casi, registrano un calo del 5,1% (meno 274 casi), concentrato in particolare nell’Industrie dei Metalli (meno 104 casi, parti al -6,2%) e nell’Industria della fabbricazione dei mezzi di trasporto (meno 92 casi, pari al -18%). Il settore delle Costruzioni, con 1.812 casi denunciati, registra il maggior calo infortunistico in termini assoluti (293 infortuni in meno, pari al -13,9%). Da segnalare il tendenziale aumento degli infortuni nel settore della Sanità, uno dei pochi settori che è aumentato anche nel confronto con i dati del 2008. Nel triennio 2008-2010 vediamo che la flessione infortunistica complessiva del 17,1% (pari a 4.427 casi in meno) si è concentrata per oltre la metà nel settore dell’Industria (meno 2.359 casi, pari al -25,1%) e, in particolare, nelle industrie manifatturiere (- 1.715 infortuni, pari al -25,3%) e nelle Costruzioni (-612 casi, pari al -25,2%). I dati, ovviamente, vanno valutati anche alla luce dell’andamento occupazionale (che registra una ripresa per il complesso dell’Industria e per le Costruzioni) ed alla luce degli indicatori di crisi dei vari settori. L’Agenzia regionale del lavoro evidenzia che la richiesta di Cassa integrazione guadagni (25milioni di ore autorizzate, in aumento rispetto al 2009 del 46,6%), ha riguardato per il 48,5% il settore della Meccanica (oltre 13milioni di ore autorizzate, in aumento rispetto all’anno scorso del 58,2%). Seguono i settori del Legno (che con quasi 3milioni di ore autorizzate, pesa sul totale delle ore per il 12,3%, in lieve calo rispetto al 2009), del Commercio (oltre 2milioni di ore, raddoppiate rispetto all’anno

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precedente, pari al 6,7% del totale autorizzato), dell’Industria edile (1,5milioni di ore, in aumento del 64,4% rispetto al 2009, pari al 6,2% del totale autorizzato)16.

Tav. 28 - Infortuni sul lavoro denunciati all'INAIL nel 2008-2010 per Settore di attività economica

Settori di Attività Economica 2008 2009 2010 Var. 2010/2009 Var. 2010/2008

v.a. % v.a. %

A AGRINDUSTRIA 99 75 76 1 1,3% -23 -23,2% B PESCA 12 6 6 0 0,0% -6 -50,0% C ESTRAZ.MINERALI 33 30 22 -8 -26,7% -11 -33,3%

DA Ind. Alimentare 356 311 323 12 3,9% -33 -9,3% DB Ind. Tessile 123 79 83 4 5,1% -40 -32,5% DC Ind. Cuoio, Pelle,Sim. 23 17 13 -4 -23,5% -10 -43,5% DD Ind. Legno 454 330 341 11 3,3% -113 -24,9% DE Ind. Carta 228 213 190 -23 -10,8% -38 -16,7% DF Ind. Petrolio 1 3 5 2 66,7% 4 400,0% DG Ind. Chimica 82 74 83 9 12,2% 1 1,2% DH Ind. Gomma 265 188 155 -33 -17,6% -110 -41,5% DI Ind. Trasformaz. 393 279 299 20 7,2% -94 -23,9% DJ Ind. Metalli 2.149 1.673 1.569 -104 -6,2% -580 -27,0% DK Ind. Meccanica 1.039 763 710 -53 -6,9% -329 -31,7% DL Ind. Elettrica 338 273 268 -5 -1,8% -70 -20,7% DM Ind. Fabbr. mezzi Trasp. 601 511 419 -92 -18,0% -182 -30,3% DN Altre Industrie 724 621 603 -18 -2,9% -121 -16,7% * D TOT. IND. MANIF. 6.776 5.335 5.061 -274 -5,1% -1.715 -25,3%

E ELET. GAS ACQUA 47 66 55 -11 -16,7% 8 17,0% F COSTRUZIONI 2.424 2.105 1.812 -293 -13,9% -612 -25,2%

INDUSTRIA 9.391 7.617 7.032 -585 -7,7% -2.359 -25,1%

G50 Comm. Rip. Auto 298 266 257 -9 -3,4% -41 -13,8% G51 Comm. Ingrosso 407 363 333 -30 -8,3% -74 -18,2% G52 Comm. Dettaglio 1.051 912 849 -63 -6,9% -202 -19,2% * G TOT. COMMERCIO 1.756 1.541 1.439 -102 -6,6% -317 -18,1%

H ALBERG. E RIST. 768 775 632 -143 -18,5% -136 -17,7% I TRASPORTI 1.506 1.240 1.183 -57 -4,6% -323 -21,4% J INTERM. FINANZ. 131 139 123 -16 -11,5% -8 -6,1% K ATT. IMMOBILIARI 1.603 1.340 1.421 81 6,0% -182 -11,4% L PUBBLICA AMMIN. 554 622 643 21 3,4% 89 16,1% M ISTRUZIONE 167 152 121 -31 -20,4% -46 -27,5% N SANITA' 768 914 966 52 5,7% 198 25,8% O SERV. PUBBLICI 845 914 964 50 5,5% 119 14,1% P PERSONALE DOMESTICO 66 85 92 7 8,2% 26 39,4%

SERVIZI 8.164 7.722 7.584 -138 -1,8% -580 -7,1%

X NON DETERMINATO 6.720 5.349 5.238 -111 -2,1% -1.482 -22,1%

TOT. INDUSTRIA SERVIZI 24.275 20.688 19.854 -834 -4,0% -4.421 -18,2%

AGRICOLTURA 941 945 920 -25 -2,6% -21 -2,2%

DIPEND. CONTO STATO 718 677 733 56 8,3% 15 2,1%

IN COMPLESSO 25.934 22.310 21.507 -803 -3,6% -4.427 -17,1% Fonte: Consulenza statistico attuariale Inail

16 V. dati riferiti alla CIG per settori in “Il mercato del lavoro in Friuli Venezia Giulia – Rapporto 2011” dell’Agenzia regionale del lavoro.

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Di seguito si riportano gli approfondimenti sull’andamento infortunistico per i settori nel cui ambito si è verificato, in termini assoluti, il maggior numero di infortuni, analizzandone anche gli indici infortunistici specifici (di frequenza e gravità), utili in quanto esprimono (con i limiti già in precedenza precisati) una ponderazione tra infortuni indennizzati e addetti del settore. Si tratta dei settori riconducibili alle Industrie Manifatturiere (5.061 infortuni), con un focus specifico per l’Industria dei Metalli (1.569 casi), del settore delle Costruzioni (1.812 casi), del Commercio (1.439 casi), dei Trasporti (1.183 casi), delle Attività immobiliari (1.421 casi), della Sanità (966 casi) e degli Altri servizi pubblici e sociali (964 casi). Per l’elaborazione di ulteriori settori di interesse, si rimanda ai dati disponibili sulla Banca dati statistica sul sito dell’Inail.

Tav. 29 - FOCUS: Ateco D - Totale attività manifatturiere. Infortuni denunciati e mortali per provincia e anno

Provincia e Regione 2008 2009 2010 var. 2010/2009

Mortali 2010

v.a. %

Gorizia 1.196 1.046 950 -96 -9,2% 0 Trieste 674 623 564 -59 -9,5% 0 Udine 2.661 2.017 1.988 -29 -1,4% 2 Pordenone 2.245 1.649 1.559 -90 -5,5% 1

FRIULI VG 6.776 5.335 5.061 -274 -5,1% 3

Nord Est 68.629 52.421 50.915 -1.506 -2,9% 36

ITALIA 192.478 149.415 142.554 -6.861 -4,6% 160

Fonte: Banca dati statistica Inail Nell’ambito delle Industrie Manifatturiere si è registrato il 23,5% (quasi un quarto) del totale degli infortuni denunciati nel 2010: 5.061 eventi in tutto, accaduti per lo più in provincia di Udine e Pordenone. In termini assoluti, gli infortuni si sono verificati per quasi l’84% nelle imprese non artigiane (4.234). L’andamento è in continuo calo: -5,1% rispetto al 2009 (meno 274 casi) e -25,3% rispetto al 2008 (meno 1.715 casi). In entrambi i periodi di osservazione, oltre un terzo della flessione infortunistica complessivamente registrata si è verificata proprio nel settore delle industrie manifatturiere. La frequenza infortunistica specifica registrata nell’ultimo triennio consolidato 2006/2008 è di 43,19 infortuni indennizzati ogni mille addetti (a fronte di una media italiana di settore di 31,64) e rimane superiore rispetto al dato complessivo regionale (34,85), anche se in miglioramento rispetto al triennio 2005/2007 (46,95). L’analisi delle frequenze per tipo di azienda evidenzia una maggior frequenza infortunistica presso i dipendenti delle aziende artigiane (51,98) e delle aziende non artigiane (44,57). Il rapporto di gravità specifico registrato nel triennio 2006/2008 è di 3,67 giornate perdute per addetto (a fronte di una media italiana di settore di 2,98) ed è superiore alla media complessiva regionale (3,37).

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Tav. 30 - FOCUS: Ateco DJ - Prod. fabbric. prodotti in metallo. Infortuni denunciati e mortali per provincia e anno

Provincia e Regione 2008 2009 2010 var. 2010/2009

Mortali 2010

v.a. %

Gorizia 283 230 235 5 2,2% 0 Trieste 192 176 132 -44 -25,0% 0 Udine 1.016 770 731 -39 -5,1% 0 Pordenone 658 497 471 -26 -5,2% 1

FRIULI VG 2.149 1.673 1.569 -104 -6,2% 1

Nord Est 19.167 13.531 12.843 -688 -5,1% 9

ITALIA 53.834 38.240 36.868 -1.372 -3,6% 43

Fonte: Banca dati statistica Inail Approfondendo il dato dell’Industria dei Metalli, risulta che il settore pesa per il 7,3% sul totale degli infortuni denunciati nel 2010: 1.569 casi in tutto, accaduti per quasi il 47% in provincia di Udine. In termini assoluti, gli infortuni si sono verificati per quasi l’84% nelle imprese non artigiane (1.311). L’andamento è in continuo calo: -6,2% rispetto al 2009 (meno 104 casi) e -27% rispetto al 2008 (meno 580 casi). In entrambi i periodi di osservazione, circa il 12% della flessione infortunistica complessivamente registrata si è verificata proprio nel settore delle industrie dei metalli. La frequenza infortunistica specifica del triennio 2006/2008 è tra le più elevate: 63,11 infortuni indennizzati ogni mille addetti (peggiore della media italiana di settore di 49,94), anche se in miglioramento rispetto al triennio 2005/2007 (69,76). L’analisi delle frequenze per tipo di azienda evidenzia una maggior frequenza infortunistica presso i dipendenti delle aziende artigiane (73,31) e presso le aziende non artigiane (65,68). Il rapporto di gravità specifico è di 5,46 giornate perdute per addetto (a fronte di una media italiana di settore di 5,02), tra i più elevati rispetto al dato medio complessivo regionale (3,37) e nazionale 2,95. Tav. 31 - FOCUS: Ateco F – Costruzioni. Infortuni denunciati e mortali per provincia

e anno

Provincia e Regione 2008 2009 2010 var. 2010/2009

Mortali 2010

v.a. %

Gorizia 385 356 299 -57 -16,0% 0 Trieste 535 457 336 -121 -26,5% 0 Udine 1.030 875 798 -77 -8,8% 2 Pordenone 474 417 379 -38 -9,1% 4

FRIULI VG 2.424 2.105 1.812 -293 -13,9% 6

Nord Est 27.947 24.132 21.663 -2.469 -10,2% 50

ITALIA 93.546 81.487 71.421 -10.066 -12,4% 201

Fonte: Banca dati statistica Inail

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Il settore delle Costruzioni registra l’8,4% del totale degli infortuni denunciati nel 2010: 1.812 casi in tutto (accaduti per il 44% in provincia di Udine), di cui 6 aventi esito mortale. Gli infortuni si sono verificati per il 52% in imprese artigiane (946) e per il restante 48% in non artigiane (866). L’andamento infortunistico è in continuo calo. Rispetto al 2009 la flessione degli infortuni è del 13,9% (meno 293 casi), la più rilevante in termini assoluti (il 36% del calo totale). Rispetto al 2008, il settore registra un -25,2% di infortuni (meno 612 casi). Il dato va ponderato con la situazione occupazionale: se, da un lato, i dati Istat riferiscono una certa ripresa dell’occupazione, dall’altro lato bisogna considerare che gli indicatori di crisi sono in crescita. Nell’industria edile sono state autorizzate, nel 2010, 1,5 milioni di ore di Cassa integrazione (il 6,7% del totale delle ore), in aumento del 64,4% rispetto al 2009. Nell’artigianato edile, invece, le ore autorizzate sono state 492mila (il 2,7% del totale autorizzato), in lieve calo rispetto all’anno precedente. La frequenza infortunistica specifica registrata nel triennio 2006/2008 è di 48,38 infortuni indennizzati ogni mille addetti (peggiore della media italiana di settore di 42,09), anche se in miglioramento rispetto al triennio 2005/2007 (53,67). L’analisi delle frequenze per tipo di azienda evidenzia una maggior frequenza infortunistica presso i dipendenti delle aziende artigiane (74,84) e presso le aziende non artigiane (58,66). Il rapporto di gravità di settore è il più elevato (se si eccettua il settore dell’Agrindustria, che in termini assoluti registra meno infortuni): 7,11 giornate perdute per addetto (comune inferiore alla media italiana di settore di 7,48).

Tav. 32 - FOCUS: Ateco G – Commercio, riparazione e intermediazione. Infortuni denunciati e mortali per provincia e anno

Provincia e Regione 2008 2009 2010 var. 2010/2009

Mortali 2010

v.a. %

Gorizia 208 235 211 -24 -10,2% 0 Trieste 339 333 281 -52 -15,6% 1 Udine 802 634 607 -27 -4,3% 0 Pordenone 407 339 340 1 0,3% 0

FRIULI VG 1.756 1.541 1.439 -102 -6,6% 1

Nord Est 21.607 19.928 19.050 -878 -4,4% 21

ITALIA 76.696 71.358 68.306 -3.052 -4,3% 70

Fonte: Banca dati statistica Inail Le attività comprese nel settore Commercio registrano il 6,7% del totale degli infortuni denunciati nel 2010: 1.439 casi, di cui il 42% in provincia di Udine (1 con esito mortale). Gli infortuni si sono verificati per l’88% in imprese non artigiane (1.274 casi). L’andamento infortunistico è in calo sia rispetto al 2009 (-6,6% pari a 102 casi in meno) sia rispetto al 2008 (-18,1% pari a 317 casi in meno), in un contesto di tenuta occupazionale (secondo i dati dell’ISTAT) neutralizzato però, almeno parzialmente, dal boom di ore autorizzate nel 2010 di Cassa integrazione (oltre 2milioni di ore, più del doppio dell’anno scorso, pari al 6,7% del totale di ore). Nonostante i valori assoluti, gli indici infortunistici di settore sono contenuti, inferiori a quelli medi complessivi regionali. La frequenza infortunistica specifica dell’ultimo triennio consolidato 2006/2008 è di 20,10 infortuni indennizzati ogni mille addetti (in linea con quella italiana di settore di 20,18), in miglioramento rispetto al triennio 2005/2007 (21,76). L’analisi delle frequenze per tipo di azienda evidenzia una maggior frequenza

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infortunistica presso i dipendenti e i lavoratori autonomi delle aziende artigiane (rispettivamente, 39,78 e 22,12). Il rapporto di gravità del settore è di 2,6 giornate perdute per addetto (a fronte di un dato nazionale di settore di 2), inferiore rispetto alla media regionale complessiva (3,37).

Tav. 33 - FOCUS: Ateco K – Att. Immobiliari e informatica17. Infortuni denunciati e mortali per provincia e anno

Provincia e Regione 2008 2009 2010 var. 2010/2009

Mortali 2010

v.a. %

Gorizia 177 156 191 35 22,4% 0 Trieste 414 393 407 14 3,6% 0 Udine 601 478 508 30 6,3% 1 Pordenone 411 313 315 2 0,6% 0

FRIULI VG 1.603 1.340 1.421 81 6,0% 1

Nord EST 14.988 13.599 13.401 -198 -1,5% 9

ITALIA 56.992 55.045 53.843 -1.202 -2,2% 63

Fonte: Banca dati statistica Inail Vengono ricondotti all’area delle attività economiche riconducibili al settore delle Attività Immobiliari e dell’informatica 1.340 infortuni, ossia il 6,6% del totale delle denunce del 2010, distribuiti principalmente tra le province di Udine e Trieste e verificatisi per l’80% in imprese non artigiane (1.141 casi). L’andamento infortunistico è lievemente discontinuo: un aumento dal 2009 del 6% (81 casi in più) ma in flessione rispetto al 2008 del -11,4% (182 denunce in meno). Nonostante i valori assoluti, gli indici infortunistici di settore sono contenuti, inferiori a quelli medi complessivi regionali. La frequenza infortunistica specifica registrata nel triennio 2006/2008 è di 24,2 infortuni indennizzati ogni mille addetti (peggiore rispetto alla media italiana di settore di 15,8), in aumento rispetto al triennio 2005/2007 (23,57). L’analisi delle frequenze per tipo di azienda evidenzia una maggior frequenza infortunistica presso i dipendenti delle aziende artigiane (46,52). Anche il rapporto di gravità specifico (di 2,1 giornate perdute per addetto, peggiore rispetto a quello nazionale di 1,45) è comunque inferiore al dato medio complessivo regionale (3.37).

17 Il Codice ATECO K comprende imprese che svolgono lavorazioni molto diverse tra loro: attività immobiliari, di noleggio di macchinari, attrezzature e beni, servizi di informatica e attività connesse, di ricerca e sviluppo,altre attività professionali ed imprenditoriali (es. studi professionali, consulenze, collaudi e controlli, servizi di vario genere, di pulizia, di investigazione, etc). Per l’analisi degli infortuni per gruppo omogenei di lavorazioni si rinvia alle considerazioni espresse in nota, nella premessa dell’analisi per settore di attività.

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Tav. 34 - FOCUS: Ateco I – Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni18. Infortuni denunciati e mortali per provincia e anno

Provincia e Regione 2008 2009 2010 var. 2010/2009

Mortali 2010

v.a. %

Gorizia 180 151 123 -28 -18,5% 0 Trieste 443 388 408 20 5,2% 0 Udine 645 495 462 -33 -6,7% 0 Pordenone 238 206 190 -16 -7,8% 0

FRIULI VG 1.506 1.240 1.183 -57 -4,6% 0

Nord Est 18.073 15.783 15.256 -527 -3,3% 28

ITALIA 68.466 61.634 58.797 -2.837 -4,6% 125

Fonte: Banca dati statistica Inail

Il settore dei Trasporti, con 1.183 infortuni avvenuti per lo più nelle province di Udine e Trieste, registra il 5,5% del totale degli infortuni denunciati nel 2010; il 77% de casi (909) si è verificato in imprese non artigiane. L’andamento infortunistico è in continuo calo: -4,6% rispetto al 2009 (-57 casi) e -21,4% rispetto al 2008 (meno 32 casi). Il dato infortunistico andrebbe ponderato con quello occupazionale specifico, alla luce della fortissima e continua flessione occupazionale che ha investito, in genere, i settori di attività dei Servizi diversi dal Commercio, determinando in un triennio la perdita complessiva di oltre 17mila occupati (-17,2%). La frequenza infortunistica specifica registrata nel triennio 2006/2008 è di 36,7 infortuni indennizzati ogni mille addetti (migliore rispetto alla media italiana di settore di 39,6), in miglioramento rispetto al triennio 2005/2007 (38,35). L’analisi delle frequenze per tipo di azienda evidenzia una maggior frequenza infortunistica presso i dipendenti delle aziende artigiane (59,1); praticamente analoghe le frequenze nelle aziende non artigiane (35,01) e per gli autonomi delle imprese non artigiane (34,36). Anche il rapporto di gravità del settore (di 5,03 giornate perdute per addetto) è migliore di quello nazionale (5,68).

Tav. 35 - FOCUS: Ateco N – Sanità e altri servizi sociali. Infortuni denunciati e mortali per provincia e anno

Provincia e Regione 2008 2009 2010 var. 2010/2009

Mortali 2010

v.a. %

Gorizia 95 94 112 18 19,1% 0 Trieste 247 344 377 33 9,6% 0 Udine 253 305 286 -19 -6,2% 1 Pordenone 173 171 191 20 11,7% 0

FRIULI VG 768 914 966 52 5,7% 1

Nord Est 7.519 8.060 8.309 249 3,1% 3

ITALIA 34.457 35.160 34.386 -774 -2,2% 16

Fonte: Banca dati statistica Inail

18 Il Codice ATECO I comprende le imprese che si occupano dei trasporti (terresti, marittimi, per vie d’acqua e aerei), delle attività di supporto e ausiliarie, delle agenzie di viaggi. Per analisi per gruppo omogenei di lavorazioni si rinvia a quanto indicato nella nota 7.

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Nel settore della Sanità, con 966 infortuni distribuiti per lo più nelle province di Trieste e Udine, si verifica il 4,5% del totale degli infortuni denunciati nel 2010. La peculiarità del settore consiste nel riscontrare un andamento infortunistico in lieve ma costante aumento: +5,7% rispetto al 2009 (+52 casi) e +25,8% rispetto al 2008 (+198 casi). A ciò si aggiunge un’elevata frequenza infortunistica specifica registrata nell’ultimo triennio 2006/2008: ben 70,74 infortuni indennizzati ogni mille addetti (quasi tripla rispetto alla media italiana di settore del 26,1 e con picchi nella provincia di Udine), in netto peggioramento rispetto al triennio 2005/2007 (31,14). Anche il rapporto di gravità specifico registrato nell’ultimo triennio 2006/2008 è piuttosto elevato (4,35 giornate perdute per addetto) se comparato con quello nazionale (1,53).

Tav. 36 - FOCUS: Ateco O – Altri servizi pubblici e sociali. Infortuni denunciati e mortali per provincia e anno

Provincia e Regione 2008 2009 2010 var. 2010/2009

Mortali 2010

v.a. %

Gorizia 64 96 64 -32 -33,3% 0 Trieste 352 392 430 38 9,7% 0 Udine 300 320 310 -10 -3,1% 0 Pordenone 129 106 160 54 50,9% 0

FRIULI VG 845 914 964 50 5,5% 0

Nord Est 6.438 6.878 6.549 -329 -4,8% 5

ITALIA 33.341 36.329 37.777 1.448 4,0% 36

Fonte: Banca dati statistica Inail Il settore degli Altri Servizi Pubblici, sociali e personali registra in termini assoluti lo stesso numero di infortuni del settore della Sanità: 964 casi verificatisi per quasi il 45% in provincia di Trieste. Come per la Sanità, si evidenzia un andamento infortunistico in aumento, sia rispetto al 2009 (+52 casi) sia rispetto al 2008 (+198 casi). A differenza della Sanità, gli indici infortunistici sono contenuti: una frequenza di 21,62 infortuni indennizzati ogni 1.000 addetti (inferiore al dato nazionale di settore del 23,9) e un rapporto di gravità di 2,61 giornate perdute per addetto (lievemente superiore al dato nazionale di 2,12).

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2.7 Infortuni sul lavoro per tipologia di azienda (artigiana e non artigiana) La fotografia del dato infortunistico “per tipo di azienda” (artigiana o non artigiana) evidenzia, come l’anno scorso, che in termini assoluti quasi il 60% degli infortuni denunciati è avvenuto nell’ambito di imprese non artigiane (11.877 casi su 19.854).

Tav. 37 - Infortuni denunciati nel 2010 nella Gestione Industria e Servizi per tipologia di azienda e provincia

Provincia e Regione Artigiane Non

artigiane Non det. Tot. Industria e servizi

Gorizia 231 1.968 767 2.966 Trieste 326 2.878 1.106 4.310 Udine 1.141 4.385 2.250 7.776 Pordenone 628 2.646 1.528 4.802

FRIULI VG 2.326 11.877 5.651 19.854

Nord Est 31.654 120.929 68.168 220.751

ITALIA 94.097 437.708 160.990 692.795

Fonte: Banca dati statistica Inail Il dato evidentemente riflette la struttura del tessuto produttivo dei vari comparti: si registrano infatti dei picchi nei settori delle Industria manifatturiere (84%), del commercio (89%), mentre nel settore delle costruzioni, gli infortuni denunciati si sono equamente distribuiti: 52% nelle imprese artigiane (946) ed il 48% nelle imprese non artigiane (866).

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Tav. 38 - Infortuni denunciati nel 2010 nella Gestione Industria e Servizi per Settori di attività

Settori di Attività Economica Artigiane Non

artigiane Non

determinate In

complesso

A AGRINDUSTRIA 43 33 - 76 B PESCA - - 6 6 C ESTRAZ.MINERALI 4 18 - 22

DA Ind. Alimentare 91 232 - 323 DB Ind. Tessile 16 67 - 83 DC Ind. Cuoio, Pelle,Sim. 4 9 - 13 DD Ind. Legno 115 226 - 341 DE Ind. Carta 19 171 - 190 DF Ind. Petrolio - 5 - 5 DG Ind. Chimica - 83 - 83 DH Ind. Gomma 11 144 - 155 DI Ind. Trasformaz. 59 239 1 299 DJ Ind. Metalli 258 1.311 - 1.569 DK Ind. Meccanica 76 634 - 710 DL Ind. Elettrica 36 232 - 268 DM Ind. Fabbr. mezzi Trasp. 21 398 - 419 DN Altre Industrie 120 483 - 603 * D TOT. IND. MANIF. 826 4.234 1 5.061

E ELET. GAS ACQUA - 55 - 55 F COSTRUZIONI 946 866 - 1.812

G50 Comm. Rip. Auto 115 142 - 257 G51 Comm. Ingrosso 9 324 - 333 G52 Comm. Dettaglio 41 808 - 849 * G TOT. COMMERCIO 165 1.274 - 1.439

H ALBERG. E RIST. 18 614 - 632 I TRASPORTI 163 909 111 1.183 J INTERM. FINANZ. - 123 - 123 K ATT.IMMOBILIARI 86 1.141 194 1.421 L PUBBLICA AMMIN. - 643 - 643 M ISTRUZIONE 5 95 21 121 N SANITA' - 966 - 966 O SERV. PUBBLICI 69 895 - 964 P PERS. DOMESTICO - - 92 92

TOTALE 2.325 11.866 425 14.616

X NON DETERMINATO 1 11 5.226 5.238

IN COMPLESSO 2.326 11.877 5.651 19.854

Fonte: Banca dati statistica Inail In termini di frequenza infortunistica, le proporzioni variano. Nell’ultimo triennio 2006/2008, infatti, le imprese non artigiane registrano una frequenza di 34,52 infortuni indennizzati ogni mille addetti (a fronte di una media italiana di 27,09), mentre nelle imprese artigiane si registra una frequenza complessiva di 36,2 infortuni (a fronte della media nazionale di 31,86), che si impenna al 54,43 per i dipendenti delle imprese stesse (a fronte di un 51,53 media italiana).

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Tav. 39 - Frequenze infortunistiche 2006-2008 per tipo di azienda

Regione e Italia Az. Artigiane

Az. non Artigiane Totale

Dipendenti Autonomi Totali

FRIULI VG 56,43 24,54 36,2 34,52 34,85 ITALIA 51,53 22,81 31,86 25,85 27,06

Fonte: Banca dati statistica Inail 2.8 Infortuni sul lavoro in un’ottica di genere La fotografia del 2010 in un’ottica di genere evidenzia che gli infortuni al femminile (per un totale di 6.844 casi denunciati) rappresentano il 31,8% del fenomeno infortunistico complessivo, a fronte di un dato occupazionale che vede di sesso femminile il 43% degli occupati totali. A livello territoriale, l’incidenza degli eventi occorsi a lavoratrici aumenta al 40% del totale provinciale nella provincia di Trieste. In termini assoluti, i 6.844 infortuni denunciati in Friuli Venezia Giulia si sono verificati per il 38,9% in provincia di Udine (2.667 casi) e per il 26,6% in quella di Trieste (1.819 casi). Per quanto riguarda gli infortuni con esito mortale, nel 2010 hanno perso la vita 4 lavoratrici su un totale di 17 morti bianche.

Tav. 40 - Infortuni sul lavoro denunciati all'INAIL nel 2010 per sesso e provincia

Provincia e Regione

Totale denunciati

Totale mortali Maschi Femmine Totale % fem Maschi Femmine Totale

Gorizia 2.362 814 3.176 25,6% 1 0 1 Trieste 2.728 1.819 4.547 40,0% 1 0 1 Udine 5.874 2.667 8.541 31,2% 5 3 8 Pordenone 3.699 1.544 5.243 29,4% 6 1 7

FRIULI VG 14.663 6.844 21.507 31,8% 13 4 17

Fonte: Banca dati statistica Inail Dall’analisi del 2010 per “settore di attività economica” si riscontra che, coerentemente con la struttura occupazionale dei vari comparti produttivi, gli infortuni al femminile si concentrano per oltre la metà (54,5%, pari a 3.729 eventi) nel macro settore dei Servizi, che registra una pari quota di infortuni occorsi alle lavoratrici (per il 49,2% dei casi) ed ai lavoratori (per il 50,8%), a fronte di un tessuto occupazionale composto a maggioranza femminile (54,1% di occupati di sesso femminile). Solo il 10,4% degli infortuni occorsi alle lavoratrici si verifica nei settori dell’Industria: 715 casi in tutto, a fronte dei 6.317 eventi occorsi a lavoratori (pari all’89,8%). Il dato è ovviamente sintomatico della diversa struttura occupazionale del comparto, composta per il 76% da occupati di sesso maschile (v. dati Istat). Passando all’analisi del 2010 per singoli settori di attività economica, l’11,5% degli infortuni occorsi alle lavoratrici si sono verificati nel settore della Sanità (785 eventi su 6.844 totali), che peraltro registra la maggiore incidenza percentuale di infortuni al femminile sul totale di settore (ben l’81,3% di eventi ricondotti al settore, infatti, è occorso alle donne). Rilevanti anche i dati del settore delle Attività immobiliari (696 casi, pari al 10,2% del totale “di genere”), delle Industrie Manifatturiere (665 casi, pari al 9,7%), del

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Commercio (564 casi, verificatisi in particolare nel Commercio al dettaglio, pari al 9,2% del totale di genere, con un’incidenza sul totale del settore del 39,2%).

Tav. 41 - Infortuni sul lavoro denunciati all'INAIL nel 2010 per sesso e Settore di attività economica

Settori di attività Maschi Femmine Totale % femmine nel

settore su tot fem

A AGRINDUSTRIA 64 12 76 15,8% 0,2% B PESCA 6 0 6 0,0% 0,0% C ESTRAZ.MINERALI 22 0 22 0,0% 0,0%

DA Ind. Alimentare 217 106 323 32,8% 1,5% DB Ind. Tessile 31 52 83 62,7% 0,8% DC Ind. Cuoio, Pelle,Sim. 5 8 13 61,5% 0,1% DD Ind. Legno 291 50 341 14,7% 0,7% DE Ind. Carta 150 40 190 21,1% 0,6% DF Ind. Petrolio 5 0 5 0,0% 0,0% DG Ind. Chimica 64 19 83 22,9% 0,3% DH Ind. Gomma 130 25 155 16,1% 0,4% DI Ind. Trasformaz. 288 11 299 3,7% 0,2% DJ Ind. Metalli 1.481 88 1.569 5,6% 1,3% DK Ind. Meccanica 620 90 710 12,7% 1,3% DL Ind. Elettrica 203 65 268 24,3% 0,9% DM Ind. Fabbr. mezzi Trasp. 409 10 419 2,4% 0,1% DN Altre Industrie 502 101 603 16,7% 1,5% * D TOT. IND. MANIF. 4.396 665 5.061 13,1% 9,7%

E ELET. GAS ACQUA 49 6 55 10,9% 0,1% F COSTRUZIONI 1.780 32 1.812 1,8% 0,5% INDUSTRIA 6.317 715 7.032 10,2% 10,4%

G50 Comm. Rip. Auto 231 26 257 10,1% 0,4% G51 Comm. Ingrosso 263 70 333 21,0% 1,0% G52 Comm. Dettaglio 381 468 849 55,1% 6,8% * G TOT. COMMERCIO 875 564 1.439 39,2% 8,2%

H ALBERG. E RIST. 232 400 632 63,3% 5,8% I TRASPORTI 997 186 1.183 15,7% 2,7% J INTERM. FINANZ. 44 79 123 64,2% 1,2% K ATT.IMMOBILIARI 725 696 1.421 49,0% 10,2% L PUBBLICA AMMIN. 273 370 643 57,5% 5,4% M ISTRUZIONE 63 58 121 47,9% 0,8% N SANITA' 181 785 966 81,3% 11,5% O SERV. PUBBLICI 457 507 964 52,6% 7,4% P PERS. DOMESTICO 8 84 92 91,3% 1,2%

SERVIZI 3.855 3.729 7.584 49,2% 54,5%

X NON DETERMINATO 3.538 1.700 5.238 32,5% 24,8%

INDUSTRIA E SERVIZI 13.710 6.144 19.854 30,9% 89,8%

AGRICOLTURA 737 183 920 19,9% 2,7%

CONTO STATO 216 517 733 70,5% 7,6%

IN COMPLESSO 14.663 6.844 21.507 31,8% 100,0%

Fonte: Banca dati statistica Inail

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L’analisi dell’andamento in un’ottica di genere evidenzia che il calo infortunistico ha riguardato per oltre l’80% la componente maschile, sia nel biennio 2010/2009, sia nel triennio. La flessione infortunistica relativa agli eventi occorsi ai lavoratori di sesso maschile è del -4,2% rispetto al 2009 e del -20,5% rispetto al 2008 (rispettivamente, 646 e 1.466 eventi in meno). Il dato va valutato alla luce delle rilevazioni Istat, secondo cui la dinamica occupazionale ha penalizzato quasi esclusivamente il segmento maschile sia rispetto al 2009 (-1,9%, pari a oltre 5,6mila occupati in meno) sia rispetto al 2008 (-4,4%, pari a oltre 13mila occupati in meno). Ciò premesso, e proprio alla luce del dato occupazionale, può essere comunque valutata in termini positivi la flessione infortunistica registrata dalla componente femminile: -2,2% rispetto al 2009 e -8,6% rispetto al 2008 (rispettivamente, 157 e 645 eventi in meno). Il calo infortunistico femminile, infatti, si raffronta con una ripresa occupazionale che vede oltre 5mila unità in più rispetto al 2009 (ritornando quasi ai livelli del 2008). Tav. 42 - Infortuni sul lavoro denunciati all'INAIL nel 2008, 2009 e 2010 per sesso e

provincia

Sesso 2008 2009 2010 var. 2010/2009 var. 2010/2008 v.a. % v.a. %

Maschi Gorizia 2.823 2.511 2.362 -149 -5,9% -461 -16,3% Trieste 3.197 2.903 2.728 -175 -6,0% -469 -14,7% Udine 7.340 5.954 5.874 -80 -1,3% -1.466 -20,0% Pordenone 5.085 3.941 3.699 -242 -6,1% -1.386 -27,3% FRIULI VG 18.445 15.309 14.663 -646 -4,2% -3.782 -20,5%

Femmine Gorizia 875 805 814 9 1,1% -61 -7,0% Trieste 1.743 1.828 1.819 -9 -0,5% 76 4,4% Udine 2.967 2.814 2.667 -147 -5,2% -300 -10,1% Pordenone 1.904 1.554 1.544 -10 -0,6% -360 -18,9% FRIULI VG 7.489 7.001 6.844 -157 -2,2% -645 -8,6%

Maschi/Femmine Gorizia 3.698 3.316 3.176 -140 -4,2% -522 -14,1% Trieste 4.940 4.731 4.547 -184 -3,9% -393 -8,0% Udine 10.307 8.768 8.541 -227 -2,6% -1.766 -17,1% Pordenone 6.989 5.495 5.243 -252 -4,6% -1.746 -25,0% FRIULI VG 25.934 22.310 21.507 -803 -3,6% -4.427 -17,1%

Fonte: Banca dati statistica Inail

56

Tav. 43 - Occupati in FVG - Medie 2008, 2009 e 2010 per sesso e province (in migliaia)

Sesso 2008 2009 2010 Var.

10/09 Var.

10/08 Maschi

Gorizia 34 33 32 -2,5% -5,7% Trieste 52 52 50 -4,4% -5,3% Udine 137 132 130 -1,6% -5,1% Pordenone 79 78 78 -0,5% -2,1% FRIULI VG 303 295 290 -1,9% -4,4%

Femmine Gorizia 24 24 24 0,9% 1,9% Trieste 43 41 43 4,1% -1,9% Udine 93 90 95 4,8% 1,8% Pordenone 58 58 57 -2,1% -2,9% FRIULI VG 219 213 218 2,4% -0,2%

Maschi/Femmine Gorizia 58 57 57 -1,1% -2,6% Trieste 96 93 92 -0,7% -3,8% Udine 230 222 225 1,0% -2,3% Pordenone 138 136 134 -1,2% -2,4% FRIULI VG 522 508,45 508 -0,1% -2,6%

Fonte: ISTAT L’andamento per settori di attività economica degli infortuni occorsi alla sola componente femminile evidenzia che, mentre nel biennio 2008/2009 gli infortuni al femminile sono calati maggiormente nell’Industria (con un lieve aumento nei Servizi), nel biennio 2010/2009 la tendenza si inverte e la flessione si concentra per il 57% nei Servizi (con 90 casi in meno) e solo per il 21% nell’Industria (34 casi in meno, quasi tutti riferibili all’industrie Manifatturiere). In particolare, calano gli infortuni al femminile nei settori dell’Attività alberghiera e della ristorazione (96 casi in meno) e del Commercio (67 casi in meno), ma aumentano nei Settori della Sanità (46 eventi in più) e dei Servizi pubblici (44 eventi in più).

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Tav. 44 - Infortuni sul lavoro occorsi alle lavoratrici denunciati all'INAIL nel 2008, 2009 e 2010, per settore di attività

Settori attività economica 2008 2009 2010 var. 2010/2009 var. 2010/2008

v.a. % v.a. % A AGRINDUSTRIA 17 11 12 1 9,1% -5 -29,4% B PESCA 0 0 0 0 0,0% 0 0,0% C ESTRAZ.MINERALI 2 0 0 0 0,0% -2 -100,0%

DA Ind. Alimentare 115 107 106 -1 -0,9% -9 -7,8% DB Ind. Tessile 71 43 52 9 20,9% -19 -26,8% DC Ind. Cuoio, Pelle,Sim. 8 9 8 -1 -11,1% 0 0,0% DD Ind. Legno 55 39 50 11 28,2% -5 -9,1% DE Ind. Carta 30 24 40 16 66,7% 10 33,3% DF Ind. Petrolio 0 0 0 0 0,0% 0 0,0% DG Ind. Chimica 13 25 19 -6 -24,0% 6 46,2% DH Ind. Gomma 66 36 25 -11 -30,6% -41 -62,1% DI Ind. Trasformaz. 24 13 11 -2 -15,4% -13 -54,2% DJ Ind. Metalli 140 105 88 -17 -16,2% -52 -37,1% DK Ind. Meccanica 136 76 90 14 18,4% -46 -33,8% DL Ind. Elettrica 104 73 65 -8 -11,0% -39 -37,5% DM Ind. Fabbr. Mez. Trasp. 25 13 10 -3 -23,1% -15 -60,0% DN Altre Industrie 159 133 101 -32 -24,1% -58 -36,5% * D TOT. IND. MANIF. 946 696 665 -31 -4,5% -281 -29,7%

E ELET. GAS ACQUA 3 11 6 -5 -45,5% 3 100,0% F COSTRUZIONI 33 31 32 1 3,2% -1 -3,0%

INDUSTRIA 1001 749 715 -34 -4,5% -286 -28,6%

G50 Comm. Rip. Auto 20 22 26 4 18,2% 6 30,0% G51 Comm. Ingrosso 89 70 70 0 0,0% -19 -21,3% G52 Comm. Dettaglio 592 539 468 -71 -13,2% -124 -20,9% * G TOT. COMMERCIO 701 631 564 -67 -10,6% -137 -19,5%

H ALBERG. E RIST. 495 496 400 -96 -19,4% -95 -19,2% I TRASPORTI 260 205 186 -19 -9,3% -74 -28,5% J INTERM. FINANZ. 70 83 79 -4 -4,8% 9 12,9% K ATT.IMMOBILIARI 733 672 696 24 3,6% -37 -5,0% L PUBBLICA AMMIN. 307 368 370 2 0,5% 63 20,5% M ISTRUZIONE 92 84 58 -26 -31,0% -34 -37,0% N SANITA' 615 739 785 46 6,2% 170 27,6% O SERV. PUBBLICI 433 463 507 44 9,5% 74 17,1% P PERS. DOMESTICO 65 78 84 6 7,7% 19 29,2%

SERVIZI 3.771 3.819 3.729 -90 -2,4% -42 -1,1%

X NON DETERMINATO 2.042 1.768 1.700 -68 -3,8% -342 -16,7%

TOT. INDUSTRIA SERVIZI 6.814 6.336 6.144 -192 -3,0% -670 -9,8%

AGRICOLTURA 184 184 183 -1 -0,5% -1 -0,5%

CONTO STATO 491 481 517 36 7,5% 26 5,3% .

IN COMPLESSO 7.489 7.001 6.844 -157 -2,2% -645 -8,6%

Fonte: Banca dati statistica Inail L’analisi per “Classi di età” evidenzia che, per quanto riguarda il settore dell’Industria e servizi, il calo degli infortuni al femminile (del -3%) si concentra solamente nella fascia

58

di età compresa tra i 18 e 34 anni (212 casi in meno). Il dato trova riscontro anche a livello generale (verificandosi in questa fascia di età la maggior flessione infortunistica sia per i maschi che per le femmine) ed è in linea con l’andamento occupazionale (v. par. successivo 2.9). 2.9 Infortuni sul lavoro per classi di età L’analisi del fenomeno infortunistico del 2010 per “Classi di età” evidenzia che per il 44,7% dei casi, gli infortuni sono occorsi a lavoratori rientranti nella fascia di età compresa tra i 35 e 49 anni (9.610 infortuni), e per il 32% dei casi ai lavoratori più giovani, di età compresa tra 18 e 34 anni (6.882 infortuni). La maggior incidenza infortunistica per i lavoratori rientranti nella classe di età intermedia (35-49 anni) si conferma sia nella lettura del fenomeno infortunistico per “gestione tariffaria”, sia nella lettura “per genere”.

Tav. 45 - Infortuni sul lavoro denunciati all'INAIL nel 2010 per classi di età e gestione tariffaria

Classe di Età Industria e

Servizi Agricoltura Conto Stato Totale Inc. su

tot.

Fino a 17 67 0 0 67 0,3% 18 - 34 6.576 212 94 6.882 32,0% 35 - 49 8.953 336 321 9.610 44,7% 50 - 64 3.875 274 309 4.458 20,7% Oltre 64 141 71 1 213 1,0% Non determinata 242 27 8 277 1,3% IN COMPLESSO 19.854 920 733 21.507 100,0%

Fonte: Banca dati statistica Inail L’analisi in un’ottica di genere, infatti, evidenzia che, sia per gli uomini che per le donne, gli infortuni si concentrano nelle fasce di età compresa tra i 18-49 anni. Tav. 46 - Infortuni sul lavoro denunciati all'INAIL nel 2010 per classi di età e sesso

Classe di Età Maschi Femmine Totale Inc. su tot.

maschi femmine

Fino a 17 54 13 67 0,4% 0,2% 18 - 34 4.988 1.894 6.882 34,0% 27,7% 35 - 49 6.445 3.165 9.610 44,0% 46,2% 50 - 64 2.840 1.618 4.458 19,4% 23,6% Oltre 64 167 46 213 1,1% 0,7% Non determinata 169 108 277 1,2% 1,6% IN COMPLESSO 14.663 6.844 21.507 100,0% 100,0%

Fonte: Banca dati statistica Inail L’analisi dell’andamento degli infortuni evidenzia che il maggior calo infortunistico si è verificato per i lavoratori giovani, tra i 18 e 34 anni, specie nell’ultimo biennio: i 684 eventi denunciati in meno rispetto al 2009, infatti, rappresentano l’85% del calo complessivo.

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Tav. 47 - Infortuni sul lavoro denunciati all'INAIL nel 2008, 2009 e 2010 per classi di età

Classi di Età 2008 2009 2010 var. 10/09 var. 10/08

v.a. % v.a. %

Fino a 17 164 69 67 -2 -2,9% -97 -59,1% 18 - 34 9.597 7.566 6.882 -684 -9,0% -2.715 -28,3% 35 - 49 11.077 9.741 9.610 -131 -1,3% -1.467 -13,2% 50 - 64 4.501 4.390 4.458 68 1,5% -43 -1,0% Oltre 64 203 212 213 1 0,5% 10 4,9% Non determinata 392 332 277 -55 -16,6% -115 -29,3% IN COMPLESSO 25.934 22.310 21.507 -803 -3,6% -4.427 -17,1%

Fonte: Banca dati statistica Inail La flessione infortunistica è coerente con quella occupazionale. Secondo i dati Istat, infatti, nel 2010 la caduta occupazionale ha interessato soprattutto la classe di età 25-34 anni, con meno 3,8mila occupati di sesso maschile e -4,6mila occupati di sesso femminile.

Tav. 48 - Occupati in Friuli Venezia Giulia - Medie 2008, 2009 e 2010 per Classi di età e sesso (in migliaia)

Classi di Età sesso 2008 2009 2010 var. 2010/2009 var. 2010/2008

v.a. % v.a. %

15-24 maschi 18,9 16,9 15,3 -1,6 -9,6% -3,6 -19,0% femmine 10,8 8,7 10,8 2,1 24,5% 0,0 0,4% totale 29,6 25,6 26,1 0,5 2,0% -3,5 -11,9%

25-34 maschi 68,5 63,4 59,6 -3,8 -6,0% -8,8 -12,9% femmine 53,8 51,9 47,3 -4,6 -8,9% -6,5 -12,1% totale 122,3 115,4 106,9 -8,4 -7,3% -15,3 -12,5%

35-44 maschi 99,1 96,9 93,3 -3,6 -3,7% -5,9 -5,9% femmine 77,0 75,2 75,3 0,2 0,2% -1,7 -2,2% totale 176,2 172,0 168,6 -3,4 -2,0% -7,5 -4,3%

45-54 maschi 79,4 79,5 81,6 2,2 2,8% 2,2 2,8% femmine 58,6 57,8 62,9 5,1 8,8% 4,3 7,3% totale 138,0 137,3 144,6 7,3 5,3% 6,5 4,7%

55-64 maschi 31,1 32,1 33,5 1,4 4,2% 2,4 7,8% femmine 16,1 17,7 20,7 2,9 16,5% 4,5 28,1% totale 47,2 49,9 54,1 4,3 8,6% 6,9 14,7%

Oltre 65 maschi 5,96 6,39 6,21 -0,2 -2,9% 0,3 4,2% femmine 2,40 1,94 1,32 -0,6 -31,7% -1,1 -44,8% totale 8,35 8,33 7,53 -0,8 -9,6% -0,8 -9,9%

FRIULI VG maschi 302,9 295,2 289,5 -5,6 -1,9% -13,4 -4,4% femmine 218,7 213,3 218,4 5,1 2,4% -0,4 -0,2% totale 521,6 508,5 507,9 -0,6 -0,1% -13,8 -2,6%

Fonte: ISTAT

60

2.10 Infortuni sul lavoro occorsi ai lavoratori stranieri Come noto, il Friuli Venezia Giulia si caratterizza da tempo per un’elevata incidenza di infortuni occorsi a lavoratori stranieri. Nel 2008, a fronte di una media nazionale del 16,4%, quella regionale si attestava sul 24,4%, con un picco del 29,8% nella provincia di Pordenone, la provincia con maggior incidenza infortunistica d’Italia (un infortunio su tre coinvolgeva un lavoratore straniero). Nel 2009, mentre l’Italia registrava un’incidenza del 15,1%, il Friuli Venezia Giulia si attestava sul 23,1% e la provincia di Pordenone sul 26,9%. Anche nel 2010 si riscontra lo stesso fenomeno: con 4.949 infortuni denunciati, verificatisi quasi esclusivamente nella gestione Industria e Servizi, l’incidenza media regionale degli infortuni occorsi a lavoratori stranieri rimane del 23%, con un massimo nella provincia di Pordenone (27,1% sul totale provinciale) e di molto superiore alle medie registrate nel Nord-Est (21,2%) e a livello italiano (15,5%). Il dato va ponderato alla luce di quello occupazionale: secondo l’Agenzia regionale del Lavoro, nel triennio l’incidenza degli stranieri sulla sola occupazione dipendente è del 13,6%19. In termini assoluti, la provincia con il maggior numero di eventi occorsi a lavoratori stranieri è quella di Udine, che con 1.855 casi rappresenta il 37,3% del totale regionale. Tav. 49 - Infortuni sul lavoro occorsi agli STRANIERI denunciati all'INAIL nel 2010,

per gestione e provincia

Provincia e Regione Agricoltura Industria e

Servizi Dip.

Conto Stato

Totale Infortuni stranieri

Totale infortuni

denunciati

Incid. stranieri su tot.

Gorizia 25 682 4 711 3.176 22,4% Trieste 5 944 15 964 4.547 21,2% Udine 55 1.786 14 1.855 8.541 21,7% Pordenone 46 1.359 14 1.419 5.243 27,1%

FRIULI VG 131 4.771 47 4.949 21.507 23,0%

Nord Est (*) (*) (*) 51.517 242.954 21,2%

ITALIA 5.900 113.448 787 120.135 775.374 15,5% (*) dato non disponibile

Fonte: Consulenza statistico attuariale Inail su Banca dati statistica Inail Per quanto riguarda gli infortuni con esito mortale, su 17 morti bianche avvenuti nel 2010, sono deceduti sul lavoro due lavoratori stranieri operanti nei settori dell’Industria e Servizi, uno in provincia di Udine e uno in provincia di Pordenone.

19 Fonte: Il Mercato del lavoro in Friuli Venezia Giulia – Rapporto 2011.

61

Tav. 50 - Infortuni MORTALI sul lavoro occorsi agli STRANIERI denunciati all'INAIL nel 2010, per gestione e provincia

Provincia e Regione Agricoltura Industria e

servizi Dip.

Conto Stato

Infortuni mortali

stranieri

Totale mortali

denunciati

Incid. stranieri su tot.

Gorizia - - - - 1 0,0% Trieste - - - - 1 0,0% Udine - 1 - 1 8 12,5% Pordenone - 1 - 1 7 14,3%

FRIULI VG - 2 - 2 17 11,8%

Nord Est (**) (**) (**) 40 219 18,3%

ITALIA 22 115 1 138 980(*) 14,1% (*) stima previsionale del dato annuo definitivo; (**) dato non disponibile

Fonte: Consulenza statistico attuariale Inail su Banca dati statistica Inail L’andamento infortunistico specifico presenta rispetto al 2009 una lieve flessione del 3,9% (202 casi in meno), sostanzialmente in linea con il calo complessivo regionale del 3,6% (803 casi in meno) e in controtendenza con l’andamento nazionale, in lieve aumento (+0,8%). La flessione infortunistica sembrerebbe in linea con i dati relativi ai movimenti di assunzione e cessazione dei rapporti di lavoro dipendente riferiti dall’Agenzia regionale del lavoro estrapolati dal sistema Ergonet, che riferiscono per il 2010 un saldo finale negativo di movimenti di circa mille unità. L’Agenzia riferisce che nel triennio l’occupazione straniera è stata maggiormente penalizzata in termini percentuali di quella italiana: infatti, a fronte di un’incidenza occupazionale di stranieri dipendenti del 13,6% sul totale degli occupati, il saldo negativo accumulato di assunzioni/cessazioni è del 26% del saldo negativo complessivo: in termini percentuali, quindi, i dipendenti stranieri sono calati di più di quelli italiani. La provincia che registra in termini assoluti il maggior calo di infortuni a lavoratori stranieri è quella di Gorizia: gli 85 casi in meno (-10,7% rispetto all’anno precedente), rappresentano il 60% della flessione provinciale. Sono calati anche gli infortuni con esito mortale: due morti sul lavoro nel 2010, la metà di quelli avvenuti lo scorso anno.

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Tav. 51 - Infortuni sul lavoro occorsi agli STRANIERI denunciati all'INAIL nel 2008-2009, per provincia

Provincia e Regione 2009 2010 Var. 2010/2009

2009 2010 v.a. %

Totale infortuni Totale mortali Gorizia 3.316 3.176 -140 -4,2% 1 1 Trieste 4.731 4.547 -184 -3,9% 4 1 Udine 8.768 8.541 -227 -2,6% 12 8 Pordenone 5.495 5.243 -252 -4,6% 3 7 FRIULI VG 22.310 21.507 -803 -3,6% 20 17 ITALIA 790.112 775.374 -14.738 -1,9% 1.053 980 (*)

Infortuni lavoratori stranieri Mortali stranieri Gorizia 796 711 -85 -10,7% - - Trieste 950 964 14 1,5% - - Udine 1.926 1.855 -71 -3,7% 2 1 Pordenone 1.479 1.419 -60 -4,1% 2 1 FRIULI VG 5.151 4.949 -202 -3,9% 4 2 ITALIA 119.240 120.135 895 0,8% 144 138

(*) stima previsionale del dato annuo definitivo;

Fonte: Consulenza statistico attuariale Inail su Banca dati statistica Inail Di seguito, la fotografia degli infortuni occorsi ai lavoratori stranieri nel 2010 distinti e ordinati per paese di origine dei lavoratori.

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Tav. 52 - Infortuni sul lavoro occorsi agli STRANIERI denunciati all'Inail nel 2010 per paese di nascita e territorio

Paese di nascita Gorizia Trieste Udine Pordenone FRIULI

VG Nord Est ITALIA

Altri Paesi 108 180 278 169 735 5.534 11.980 Romania 63 105 297 222 687 7.118 18.887 Ex-Jugoslavia 97 289 136 49 571 2.075 3.128 Albania 28 49 149 191 417 4.872 12.286 Svizzera 21 12 144 79 256 1.421 3.806 Marocco 37 14 85 78 214 7.741 16.004 Bangladesh 125 16 16 48 205 1.220 2.112 Bosnia - Erzegovina 44 42 73 37 196 776 1.026 Croazia 23 53 54 25 155 454 610 Francia 7 5 91 46 149 642 1.982 Ghana 5 - 43 83 131 995 1.407 Macedonia 25 23 44 23 115 1.169 2.280 Argentina 12 11 45 45 113 656 1.594 Germania 13 13 43 28 97 1.173 3.554 Ucraina 10 12 33 31 86 972 2.098 Tunisia 11 6 43 23 83 2.077 4.233 Moldavia 5 18 35 25 83 1.918 2.841 Polonia 8 14 22 33 77 1.016 2.243 Belgio 5 3 30 26 64 279 825 Colombia 2 12 32 15 61 323 732 India 3 2 18 34 57 1.193 2.903 Algeria 18 5 28 5 56 415 863 Senegal 9 12 11 10 42 1.077 2.875 Brasile 1 14 13 14 42 740 1.644 Nigeria - 5 24 7 36 769 1.240 Venezuela 2 6 9 17 34 220 730 Rep. Dominicana 4 13 12 5 34 293 701 Gran Bretagna 5 2 9 7 23 187 611 Perù 2 9 6 2 19 479 2.881 Cina 2 4 5 8 19 519 986 Bulgaria 6 4 2 7 19 319 819 Egitto 4 2 7 4 17 383 2.303 Filippine 1 5 9 1 16 404 1.292 Costa D'Avorio 3 - 4 7 14 302 788 Ecuador 1 1 4 5 11 284 2.391 Pakistan 1 - - 10 11 943 2.068 Sri Lanka - 3 1 - 4 559 1.412 TOTALE 711 964 1.855 1.419 4.949 51.517 120.135

Fonte: Consulenza statistico attuariale Inail

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2.11 L’andamento delle malattie professionali Nel 2010 le malattie professionali denunciate in regione sono state 1.238 rispetto alle 1.182 dell’anno precedente, con un incremento del 4,7% che evidenzia una risalita del trend dopo il lento e progressivo decremento riscontrato negli ultimi anni. La causa dell’aumento delle denunce (a livello nazionale addirittura del 22%) va ricercata, più che in un improvviso, quanto improbabile peggioramento delle condizioni di salubrità dell’ambiente di lavoro, nell’entrata a regime del D.M. 9 aprile 2008 “Nuova tabella delle malattie professionali nell’industria e nell’agricoltura” in cui sono inserite molte malattie che in precedenza non erano tabellate - in particolare malattie muscolo-scheletriche da sovraccarico biomeccanico - con l’effetto di favorire il ricorso alle richieste di indennizzo. Con tutta probabilità il minor incremento delle denunce riscontrato in Friuli Venezia Giulia nel 2010, rispetto all’aumento medio nazionale, dipende semplicemente dal fatto che già ben prima dell’entrata in vigore del D.M. 9 aprile 2008 il numero delle denunce di malattia professionale era elevato nella nostra regione, ciò sia per la diffusa presenza del rischio legato alle particolarità produttive territoriali che per la capacità dei medici dell’Istituto di riconoscere l’origine professionale di malattie all’epoca “non tabellate”, in misura superiore alla media italiana. In effetti, come per gli anni precedenti e nonostante il minor incremento in rapporto al dato nazionale, anche per il 2010 si conferma che nella nostra regione le malattie professionali rappresentano un’importante quota dell’attività e dell’intervento dell’Istituto sia in termini quantitativi che qualitativi. In particolare: • in termini quantitativi (tav. 53), perché l’incidenza percentuale delle malattie professionali sul totale di quelle denunciate in Italia (1.238 su 42.347, il 2,92%) della popolazione attiva residente in regione rispetto alla popolazione attiva nazionale (508.000 su 22.872.000, il 2,22%); • in termini qualitativi perché per alcune tipologie di malattia professionale come le malattie da asbesto (neoplasie, asbestosi, placche pleuriche) ed i tumori in genere - le più impegnative per l’Istituto sia dal punto di vista dell’iter istruttorio amministrativo e sanitario sia dal punto di vista dell’impatto socio-economico ed anche psicologico e di immagine esterna - l’incidenza percentuale sul totale dei casi analoghi denunciati in Italia (239 su 3.572 il 6,70%) rapportata sempre alla popolazione residente di cui sopra, configura una situazione statistico-epidemiologica di sicura rilevanza e peculiarità.

Tav. 53 - Malattie professionali manifestatesi nel 2010 e denunciate all'INAIL per gestione e territorio

Gestione Gorizia Trieste Udine Pordenone

FRIULI VENEZIA GIULIA

NORD EST ITALIA

Agricoltura 1 1 30 4 36 1.004 6.380

Industria e Servizi 148 413 453 172 1.186 9.441 35.548

Dipendenti conto Stato - 8 6 2 16 93 419

Totale 149 422 489 178 1.238 10.538 42.347 Fonte: Banca dati statistica Inail

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Per quanto riguarda prevalenza e incidenza delle malattie professionali per tipo di malattia e territorio, le tavole 54 e 55 ci forniscono la classificazione nosologica per l’anno 2010 in rapporto all’anno 2009 limitatamente alle gestioni Agricoltura ed Industria e servizi, visto che per la gestione Dipendenti conto Stato i bassi valori numerici assoluti (16 denunce), pur essendo doppi rispetto al 2009, rimangono scarsamente significativi ai fini dell’analisi del fenomeno. Queste tavole (v. anche nota 20) prendono in esame solamente i numeri complessivi delle malattie professionali ed attuano una parziale classificazione delle malattie di principale interesse, rimandando al prossimo anno l’esposizione analitica delle voci del D.M. 9 aprile 2008. È comunque significativo che le analisi preliminari dei dati confermino la prevista inversione del rapporto tra patologie tabellate e non tabellate con ampia prevalenza della categoria “tabellata”, attribuibile, come già detto, all’aumento delle denunce di patologie dell’apparato muscolo scheletrico, le cosiddette malattie “da postura” o ”da sovraccarico biomeccanico” divenute tabellate ex D.M. 9 aprile 2008.

Tav. 54 - Malattie professionali manifestatesi negli anni 2009 e 2010 e denunciate all'INAIL per tipo di malattia e territorio – Agricoltura

Tipo di malattia GORIZIA TRIESTE UDINE PN FVG ITALIA

2009 2010 2009 2010 2009 2010 2009 2010 2009 2010 2009 2010

In complesso 2 1 3 1 26 30 3 4 34 36 3.924 6.380 principalmente:

Malattie osteo-articolari e muscolo-tendinee

2 - 1 - 14 20 3 3 20 23 2.850 5.128

Di cui: Affezioni dischi intervert. 2 - - - 7 9 - 1 9 10 1.251 2.128

Tendiniti - - - - 6 9 - 2 6 11 608 1.164

altre - - 1 - 1 2 3 - 5 2 991 1.836

Ipoacusia da rumore - - 1 - 7 7 - - 8 7 363 566

Malattie respiratorie - 1 1 - 2 1 - - 3 2 215 234

Tumori - - - - - - - - - - 33 51

Fonte: Banca dati statistica Inail

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Tav. 55 - Malattie professionali manifestatesi negli anni 2009 e 2010 e denunciate all'INAIL per tipo di malattia e territorio – Industria e servizi20

Tipo di malattia GORIZIA TRIESTE UDINE PN FVG ITALIA

2009 2010 2009 2010 2009 2010 2009 2010 2009 2010 2009 2010

In complesso 169 148 359 413 463 453 152 172 1.143 1.186 30.457 35.548

principalmente: Malattie osteo-articolari e muscolo-tendinee

41 34 141 206 235 263 71 109 488 612 15.461 20.593

Di cui: Affezioni dischi intervert. 12 14 19 38 76 89 25 34 132 175 5.365 7.222

Tendiniti 15 8 70 121 99 101 31 52 215 282 5.301 7.063

altre 14 12 52 47 60 73 15 23 141 155 4.795 6.308

Ipoacusia da rumore 21 21 28 26 105 106 31 40 185 193 5.277 5.678

Malattie da Asbesto (neoplasie, asbestosi, placche pleuriche)

77 74 130 109 46 20 13 6 266 209 2.140 2.302

Malattie respiratorie (non da asbesto)

5 2 5 13 7 3 9 5 26 23 1.660 1.651

Tumori (non da asbesto) 5 5 9 9 10 6 3 2 27 22 1.162 1.219

Malattie cutanee 4 3 3 10 9 1 4 4 20 18 701 659 Disturbi psichici da stress lavoro correlato

1 - 1 1 7 10 4 3 13 14 389 371

Fonte: Banca dati statistica Inail In generale in regione è confermato nel 2010 il trend nazionale in salita delle denunce con assoluta prevalenza delle malattie professionali nell’Industria e servizi (1.186 casi) rispetto all’Agricoltura (36 casi) e Dipendenti conto Stato (16 casi). Mentre l’aumento globale delle denunce rispetto al 2009, come detto, è stato molto più contenuto rispetto al dato nazionale (+ 4,7% contro + 22%), il differenziale appare molto più elevato in Agricoltura, sia rispetto all’Italia (+ 5,9% contro + 62,5%) che rispetto al nord-est (+ 73%), ma, visti anche i bassi valori assoluti, è opportuno fare riferimento al biennio (16 casi nel 2008, 34 nel 2009, 36 nel 2010) in cui l’aumento percentuale riscontrato del +125% assume le caratteristiche di un piccolo boom che appare meno distante dal livello del dato nazionale (+ 251%) e del nord-est (+ 203%). Analogo fenomeno espansivo, sempre a partire 2008, non si è registrato sul complesso delle denunce il cui aumento a tutto il 2010 è stato del 5,9%.

20 L’adozione delle nuove “tabelle” del decreto ministeriale 9 aprile 2008 ha richiesto una revisione integrale delle procedure informatiche gestionali nonché una complessa analisi, tuttora in corso, per consentire una riclassificazione e riconversione di dati già imputati negli archivi informatici. In particolare, per la necessità di operare dei confronti sulla serie storica quinquennale, comprendente anni precedenti all’emanazione del decreto, si è optato per questa edizione di utilizzare la classificazione nosologica, rimandando l’esposizione analitica delle voci da decreto (entrato in vigore a 2008 inoltrato) a partire dal prossimo anno. Analisi preliminari sui dati codificati secondo le nuove tabelle, consentono comunque di confermare quanto anticipato e previsto in passato: l’adozione delle nuove tabelle ha comportato l’inversione del rapporto tra patologie tabellate e non tabellate. Se queste ultime erano arrivate a rappresentare oltre l’80% delle denunce, l’adeguamento tabellare ne ha comportato il sostanzioso ridimensionamento con ampia prevalenza della categoria “tabellata”. In tale fase di transizione, per agevolare i confronti temporali, si è provveduto a riportare nella tavola oltre all'anno di osservazione 2010, anche l'anno precedente 2009.

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Nell’ambito delle malattie professionali, viene confermata per il 2010 nella regione Friuli Venezia Giulia, come a livello nazionale, l’assoluta prevalenza delle malattie osteoarticolari da sovraccarico biomeccanico che impone una seria analisi prevenzionale del fenomeno e, più che altro, un’attenzione ai luoghi di lavoro, alle posture e ai ritmi dell’attività lavorativa. In mancanza dei dati analitici, che, come detto, saranno disponibili dal prossimo anno, la tavola 55, se da una parte ci conferma per il 2010 l’importante dato di prevalenza delle patologie amianto-correlate, intese in tutte le loro forme, dall’altra non ci consente di confermare i trend riscontrati lo scorso anno, ovvero quello in aumento delle denunce di tumori professionali correlati all’amianto (con la nostra regione al primo posto per riconoscimento) e quello in diminuzione delle denunce di asbestosi. Si può invece notare chiaramente come in tutte le province del Friuli Venezia Giulia si sia verificata una diminuzione delle denunce delle malattie da asbesto complessivamente intese (neoplasie, asbestosi, placche pleuriche) rispetto al 2009, dato in controtendenza sia rispetto al pregresso della regione sia rispetto all’andamento nazionale, pertanto da tenere sotto osservazione. Inoltre emerge una sostanziale stabilità delle denunce di ipoacusia da rumore. Un’analisi condotta tra le singole province conduce poi ad una serie di aspetti su cui porre attenzione:

• la presenza di un gran numero di forme tumorali correlate all’asbesto nelle province di Gorizia e Trieste rispetto a Udine e Pordenone;

• nella provincia di Gorizia, le malattie amianto-correlate superano le patologie da sovraccarico biomeccanico;

• il dato ancora un po’ basso in termini di numeri assoluti, pur se in apprezzabile risalita, delle malattie professionali nella provincia di Pordenone, rapportato alla realtà produttiva della provincia;

• l’elevato numero di denunce di “affezioni dei dischi intervertebrali” nella provincia di Trieste (+ 72,8% rispetto al 2009), ben superiore al numero denunciato nelle province di Udine e Gorizia messe assieme, è un dato che risalta e che deve essere tenuto attentamente sotto osservazione in relazione all’esiguità territoriale, alla tipologia lavorativa prevalente (portuali) ed alla diffusione di tali affezioni nella popolazione generale.

Fondamentale per la giusta individuazione ed il corretto inquadramento delle patologie da amianto si è confermato lo stretto rapporto collaborativo che ormai da più anni i servizi sanitari dell’INAIL hanno instaurato con le altre strutture regionali interessate (ASL, Università, Registro regionale dei mesoteliomi, Registro regionale degli esposti ad amianto etc), con scambio immediato di informazioni e di segnalazione dei casi anche sospetti. Ciò ha consentito, oltre che la velocizzazione dei riconoscimenti da parte dell’Istituto, anche notevoli risparmi in termini di costi per accertamenti sanitari, ormai standardizzati in protocolli condivisi e quindi senza la necessità di inutili reiterazioni. Concludendo, nella regione Friuli Venezia Giulia la trattazione delle malattie professionali rappresenta, sia in termini numerici, sia in termini di impegno per la qualità delle prestazioni, un’attività fondamentale nel complesso dei compiti istituzionali dell’Inail. La condivisione piena di tale impegno con gli altri soggetti interessati al problema sul territorio consente di monitorare costantemente il fenomeno senza pericolose cadute di tutela o di carenza di interventi istituzionali. E’ auspicabile per il futuro un ulteriore incremento della collaborazione ai fini di eliminare, per quanto possibile, il fenomeno delle “malattie professionali sommerse”, allo stato probabilmente modesto in regione,

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stante il virtuoso rapporto esistente tra le malattie denunciate e quelle riconosciute ed indennizzate, ma che può certamente migliorare con l’evolversi delle conoscenze e della ricerca sul campo. 2.12 La customer satisfaction Tramite le periodiche indagini di customer satisfaction l’Inail indaga il livello di soddisfazione dell’utenza. Con questa metodologia d’indagine l’Istituto rileva il giudizio dell’utenza riguardo ai propri servizi per individuare eventuali punti critici, pianificare azioni di miglioramento e stabilire i futuri obiettivi in maniera più mirata alle esigenze dei propri utenti. La rilevazione riguarda gli aspetti generali del servizio offerto dalla strutture Inail e si sofferma su tre specifici aspetti:

1. rapporti con le aziende; 2. prestazioni economiche per i lavoratori; 3. prestazioni sanitarie per i lavoratori.

Attraverso le domande del questionario si chiede agli utenti di esprimere la propria valutazione con una scala di valutazione da 1 a 4 che corrisponde ai vari livelli di soddisfazione (per niente soddisfatto pari a 1, poco 2, abbastanza 3, molto 4). Il valore obiettivo minimo per la qualità è stato fissato a 3 (abbastanza soddisfatto). Nel 2010 l’indagine annuale di customer satisfaction si è svolta dal 13 al 29 ottobre. Estesa a tutte le Sedi è stata rivolta, su base campionaria, agli utenti che nell’ultimo anno hanno usufruito dei servizi erogati dall’Istituto attraverso i seguenti canali:

1. sportello fisico – presso le Sedi provinciali di Trieste e Udine, con un campione minimo di 80 e massimo di 100, per ciascuna Sede;

2. web-mail – sono stati contattati gli utenti Aziende delle Sedi provinciali di Trieste, Udine, Gorizia e Pordenone registrati;

3. Contact center – sono stati contattati gli utenti Lavoratori di tutte le Sedi provinciali (quindi oltre quelle indicate al punto 2 anche Monfalcone, Cervignano, Tolmezzo), di cui si era in possesso del numero telefonico.

Considerando i giudizi espressi, i dati rilevati confermano il trend in crescita del grado di soddisfazione dell’utenza, con miglioramenti registrati anche in alcuni degli aspetti risultati ancora critici nella precedente rilevazione.

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Graf. 10 - Trend giudizio medio complessivo Sedi FVG

Fonte: rilevazione INAIL Il giudizio medio a livello di Istituto passa dal 3,22 del 2009 al 3,32 del 2010, mentre per il FVG. passa dal 3,47 del 2009 al 3,46 del 2010. La sede più virtuosa in Regione è risultata Pordenone (con un giudizio complessivo pari a 3,61), seguita da Udine (3,41) e da Trieste (3,37):

Graf. 11 - Giudizi complessivi custode 2010 Sedi FVG

Fonte: rilevazione INAIL In sintesi, tutte le strutture hanno conseguito un giudizio complessivo più che positivo. Le valutazioni nazionali ottenute dai servizi oggetto dell’indagine evidenziano una crescita rispetto ai giudizi dell’anno precedente e precisamente:

2,9

3

3,1

3,2

3,3

3,4

3,5

3,6

3,7

3,8

2004 2005 2006 2008 2009 2010

Gra

di d

i Giu

dizi

o

3,25

3,3

3,35

3,4

3,45

3,5

3,55

3,6

3,65

TRIESTE UDINE PORDENONE

Gra

di d

i giu

dizi

o

70

Tav. 56 - Dati nazionali - Confronto 2009-2010

Area Aspetti generali del servizio

Servizi per le aziende

Servizi per i lavoratori-prestazioni economiche

Servizi per i lavoratori-prestazioni

sanitarie

ITALIA (dati 2009) 3,23 3,27 3,23 3,32

ITALIA (dati 2010) 3,32 3,30 3,40 3,42

Fonte: rilevazione INAIL con l’area sanitaria che conferma la valutazione più alta. Da un confronto tra i dati nazionali e quelli regionali si evidenzia come tutte le medie regionali sono superiori a quelle nazionali con uno scostamento dello 0,11, ciò a dimostrare la qualità dei servizi forniti nelle Sedi della regione:

Tav. 57 - Dati 2010 - Confronto Italia-FVG

Area Aspetti generali del servizio

Servizi per le aziende

Servizi per i lavoratori-prestazioni economiche

Servizi per i lavoratori-prestazioni

sanitarie

ITALIA 3,32 3,30 3,40 3,42

REGIONE FVG 3,44 3,34 3,52 3,56

Fonte: rilevazione INAIL

Nelle sedi del FVG sono state effettuate le medie delle medie (tenendo conto del numero dei rispondenti per tutti i canali utilizzati) per cui le valutazioni attribuite ai servizi evidenziano una crescita per gli aspetti generali del servizio, le prestazioni sanitarie e per quelle economiche rispetto ai dati dello scorso anno e precisamente:

Tav. 58 - Dati regionali - Confronto 2009-2010

Area Aspetti

generali del servizio

Servizi per le aziende

Servizi per i lavoratori-prestazioni economiche

Servizi per i lavoratori-prestazioni

sanitarie

FVG (sede di Trieste) (dati 2009) 3,42 3,52 3,33 3,42

SEDI FVG (dati 2010) 3,44 3,34 3,52 3,56

Fonte: rilevazione INAIL con, anche in questo caso, la valutazione più alta per le prestazioni sanitarie.

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Il raffronto con i dati dell’anno scorso è stato possibile solo per l’unica sede in cui è stata effettuata la rilevazione nel 2009 in regione ovvero la sede di Trieste.

Tav. 59 - Dati locali - Confronto 2009-2010

Area Aspetti generali del servizio

Servizi per le aziende

Servizi per i lavoratori-prestazioni economiche

Servizi per i lavoratori-prestazioni

sanitarie

SEDE DI TRIESTE (dati 2009) 3,42 3,52 3,33 3,42

SEDE DI TRIESTE (dati 2010) 3,49 3,44 3,56 3,53

Fonte: rilevazione INAIL

Dal raffronto si nota il trend positivo in almeno tre degli indicatori a conferma dell’efficacia delle azioni di miglioramento adottate. Confrontando i dati relativi ai giudizi complessivi delle rilevazioni customer precedenti si nota un netto miglioramento nelle Sedi di Udine e Pordenone, mentre a Trieste il giudizio complessivo aumenta dal 2004 al 2009 e si riduce nel 2010, pur restando superiore al valore nazionale:

Tav. 60 - Dati 2010 - Confronto tra sedi Regione

SEDI FVG Rilevazioni customer satisfaction

2004 2005 2006 2008 2009 2010

TRIESTE 3,23 - - - 3,47 3,37

UDINE - - 3,34 - - 3,41

PORDENONE - 3,47 - - - 3,61

Fonte: rilevazione INAIL

Sono stati sottoposti alla valutazione dell’utenza cinque indicatori di qualità:

la disponibilità di informazioni di carattere generale sull'attività dell'INAIL; la disponibilità di informazioni ricevute telefonicamente dalla Sede; la capacità di risolvere i reclami; l’organizzazione interna della sede, riguardo agli aspetti tangibili e logistici

(segnaletica interna per indicare sportelli, orari, comfort dei locali, etc); la cortesia e disponibilità del personale, (che riguarda il modo di relazionarsi con

l'utenza di tutto il personale della sede, e non solo quindi del personale allo sportello).

72

I giudizi più favorevoli hanno riguardato, come nelle rilevazioni precedenti, il personale, in particolare la cortesia e disponibilità. che, con un 3,69 regionale supera il dato nazionale (3,62).

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Parte terza

I progetti prevenzionali

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3.1 L’attività prevenzionale: premessa La politica prevenzionale dell’Inail sul territorio regionale si esplica attraverso due direttrici: la prima consiste nella gestione delle iniziative centrali, comuni a tutto il territorio nazionale, che vanno ad impattare sulle realtà locali, la seconda è costituita dai progetti nati sul territorio. Il primo aspetto è costituito innanzitutto dai bandi nazionali riguardanti il sostegno economico alle piccole e medie imprese per favorirne l'adeguamento di strutture, macchinari, impianti e modelli organizzativi alle norme di salute e sicurezza sul lavoro. Nel corso del 2010 si è continuato a provvedere alle procedure di finanziamento residue dei bandi ISI 2004 e 2006 di cui all’articolo 23 del D.Lgs. n. 38 del 2000, mentre alla fine dell’anno è stato presentato l’ISI 2010 derivante dall’articolo 11 del D.Lgs. 81/2008. Parallelamente sono proseguite le attività necessarie ai controlli ed all’erogazione dei finanziamenti per il progetto “Scuola sicura” (legge n. 296/2006, art. 1, c. 626) finalizzato all’adeguamento alle norme in tema di sicurezza e igiene del lavoro o all’abbattimento delle barriere architettoniche degli edifici scolastici21 di proprietà degli Enti locali. Per quanto riguarda i progetti promossi e realizzati su iniziativa regionale e territoriali (sedi e Direzione regionale), va comunque premesso che l’analisi delle proposte provenienti dalle parti sociali in primis, si inscrive in un contesto più generale che evidentemente richiede una certa omogeneità e coerenza con il resto del territorio nazionale, Perciò oltre ai tradizionali strumenti programmatori, nel 2010 la Direzione centrale Prevenzione ha declinato specifiche linee di indirizzo operativo, stabilendo gli ambiti di intervento e le modalità di attuazione. In particolare si è prevista l’opportunità di declinare i compiti demandati all’Istituto dal D.Lgs. 38/2000, in cinque macroaree d’intervento:

- informazione e ricerca - progetti idonei a sviluppare e consolidare il patrimonio informativo della prevenzione in Inail, sia dal punto di vista statistico che tecnico/scientifico;

- promozione - attività di carattere prevalentemente comunicativo inteso a diffondere e promuovere la cultura della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro;

- formazione - progetti riguardanti la predisposizione di percorsi formativi dedicati, sia alle figure specifiche del servizio di prevenzione e protezione, sia ad aree più vaste come ad esempio gli studenti;

- assistenza e consulenza - attività con cui le professionalità tecniche Inail mettono a disposizione del mondo produttivo (ma anche delle Istituzioni) le loro competenze;

- sostegno economico - bandi di finanziamento alle imprese.

Per garantire la dovuta coerenza e trasparenza, è stato ritenuto indispensabile standardizzare il processo di programmazione, per consentire la razionale assegnazione del budget finanziario alle varie direzioni regionali, oltre che permettere una visione di un certo respiro nei rapporti con le altre istituzioni coinvolte o da coinvolgere. Questo prevede che, entro la prima parte dell’anno, si creino le condizioni affinché si sia in grado di esprimere il quadro delle attività che si intendono promuovere in quello successivo. Occorre ammettere che le esigenze di programmazione e di bilancio dei diversi enti che vanno coinvolti (in primis la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia) rendono impegnativo ed ancora in fieri l’ottenimento di tali necessarie sinergie.

21 Istituti pubblici di istruzione secondaria di primo grado e superiore.

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3.2 Attività di iniziativa nazionale

Finanziamenti di cui all’art. 23 del decreto 38 del 2000

• Isi 2004 importi liquidati nel 2010 74.245 € (110 aziende) • Isi 2006 importi liquidati nel 2010 324.682 € (91 aziende)

Finanziamenti di cui all’art. 5 del decreto 81 2008

• Isi 2010 importo a bando 1.080.938 € Domande di oscillazione del tasso ex art. 24 M.A.T. in rapporto al portafoglio. Anni 2006-2010 Tale meccanismo premiale di sconto denominato “oscillazione per prevenzione”, riguarda le aziende, operative da almeno un biennio, che eseguono interventi per il miglioramento delle condizioni di sicurezza e di igiene nei luoghi di lavoro, in aggiunta a quelli minimi previsti dalla normativa in materia. Nella sottostante tabella si riporta il numero di domande pervenute nel 2010, in aumento rispetto al 2009 (2,66% rispetto al portafoglio aziende).

Domande di oscillazione ex art. 24 M.A.T. Anni 2006-2010

Presentate nel 2010 Variazione Ass. 14,41%

Per portafoglio aziende Portafoglio aziende 2009

Domande pervenute %

Gorizia 3.611 133 3,68% Monfalcone 3.484 167 4,79% Trieste 11.391 180 1,58% Udine 28.470 856 3,00% Tolmezzo 2.117 72 3,40% Pordenone 16.161 497 3,07% Regione 65.234 1.905 2,92%

Fonte: Banca dati Inail 3.3 I principali progetti sul territorio regionale 3.3.1 Studenti informati cittadini sicuri. Edizione 2010 Nell’ambito di una collaborazione ormai consolidata con l’Amministrazione regionale e l’Associazione nazionale mutilati ed invalidi del lavoro (ANMIL) è proseguito nell’anno 2010 il progetto sperimentale per la promozione della cultura della prevenzione, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro rivolto ai giovani frequentanti le classi quarte e quinte degli istituti tecnici, professionali e licei della regione. Il progetto ha previsto la realizzazione di percorsi informativi sulla sicurezza e salute sul lavoro per un totale di 1.000 ore. Sono state coinvolte scuole secondarie superiori: 26 istituti, di cui 12 nella provincia di Udine, 6 nella provincia di Pordenone, 4 nella provincia di Trieste e 4 nella provincia di Gorizia.

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Sono stati realizzati circa 350 interventi tra aula, laboratorio e visite fuori sede, coinvolgendo circa 40 relatori: esperti con grande esperienza nel campo della sicurezza sul lavoro e della consulenza aziendale, ispettori, tecnici della prevenzione operanti nelle ASL, Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione. (RSPP), responsabili risorse umane e direttori di stabilimento di aziende leader, consulenti nell’ambito sicurezza-qualità-ambiente. L’Anmil, attraverso le testimonianze di propri iscritti, ha dato un volto agli effetti degli infortuni sul lavoro ed è riuscita a toccare la sensibilità dei giovani studenti facendo capire loro concretamente qual è il valore e l’importanza di lavorare e vivere in sicurezza. I corsi sono stati frequentati da 781 studenti, di cui circa 85% ha ottenuto l’attestazione di partecipazione al progetto. Dal questionario finale di valutazione sull’utilità dei moduli proposti e sulla metodologia didattica utilizzata è emerso l’interesse degli studenti al tema della prevenzione e sicurezza, con un approccio non esclusivamente focalizzato sul lavoro, ma sugli aspetti più della prevenzione e tutela della salute. 3.3.2 Progetto di sensibilizzazione alla cultura della sicurezza nell’Artigianato e nella piccola e media impresa Il progetto approvato dal Comitato misto Inail Friuli Venezia Giulia – CPRA (ente regionale bilaterale artigianato) – ERFEA (ente regionale bilaterale piccola e media impresa) il 18 dicembre 2009, ha avuto per oggetto l’erogazione, nel 2010, di attività di “informazione e prima formazione per adulti” da porre in essere direttamente nei luoghi di lavoro, in più di 100 piccole medie imprese della regione, con priorità per quelle con meno di 30 dipendenti. Il progetto ha visto la partecipazione congiunta di diversi soggetti (lavoratori, RLS, RSPP, rappresentante associazione datoriale), la testimonianza diretta dell’Anmil ed un breve dibattito sulle modalità di implementazione del sistema sicurezza in azienda, il tutto attraverso un seminario informale presso le aziende stesse, in cui è stato offerto ai lavoratori un quadro, il più possibile completo e con la presenza fisica di tutte le figure coinvolte, di quelli che sono i principi, i presupposti e le regole che devono essere condivisi in un ambiente di lavoro al fine di rende lo stesso il meno pericoloso possibile. Le imprese aderenti sono state 29 nella provincia di Gorizia, 55 in quella di Pordenone, 15 Trieste e 19 Udine (distribuzione derivata anche da scelte tese a compensare i dati emerse dalla edizione precedente). Mentre i settori interessati sono stati: il legno, metalmeccanica, nautica, servizi. Oltre 600 sono stati i lavoratori coinvolti a cui vanno aggiunti i titolari, i soci ed eventuali collaboratori familiari. 3.3.3 Buon lavoro Pordenone. SGSL in edilizia Nell’ambito delle iniziative promosse per aumentare i livelli di sicurezza e salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro, l’Unione Industriali Pordenone, nel 2009, ha dato avvio ad un progetto rivolto alle imprese edili che prevede l’adozione di un sistema di gestione della sicurezza sul lavoro secondo le Linee guida UNI-INAIL e lo standard internazionale OHSAS 18001. Il progetto, denominato CON.SI.curezza, è stato gestito dal Consorzio per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, per la tutela dei lavoratori e per lo sviluppo dei sistemi di qualità in edilizia (CON.SI.) di Pordenone, braccio operativo locale dell’Associazione nazionale costruttori edili (ANCE), impegnato nella diffusione di procedure specifiche per l’implementazione di un Sistema di Gestione della Sicurezza nel settore edile attraverso l’adattamento delle previsioni standardizzate OHSAS e INAIL alle peculiarità delle ditte del settore.

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Il progetto, sviluppato dal CON.SI. con la supervisione della Consulenza tecnica per l’edilizia dell’Inail, ha coinvolto due gruppi di imprese e ha portato all’elaborazione di 17 procedure, sperimentate su sei imprese del territorio. (vedi par. 3.4) Le linee guida elaborate (procedure, istruzioni operative e modulistica) saranno rese disponibili alle altre aziende edili che vorranno adottare tale sistema di gestione. 3.3.4 Promozione della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro ed in ambito scolastico A seguito della sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra la Sede Inail di Udine, la locale Associazione degli industriali, le maggiori sigle sindacali provinciali, le Aziende sanitarie di quella provincia e la Direzione provinciale del lavoro, già dal settembre 2004 è attivo un tavolo di coordinamento provinciale che ha deciso di incentrare i suoi sforzi nell’ambito della formazione scolastica, in particolare nei confronti degli istituti tecnici e professionali. Con il contributo dell’Ufficio scolastico provinciale, dei Vigili del fuoco, dell’Associazione e dell’Ordine degli Ingegneri e dell’Università degli Studi di Udine è stata elaborata una composita offerta formativa a cui le scuole hanno potuto aderire scegliendo i moduli preferiti tra quelli proposti. Corsi di pronto soccorso, corsi su effetti delle sostanze stupefacenti, corsi di educazione stradale e antincendio a diversi livelli, visite guidate presso cantieri, ed infine gli spettacoli “Ocjo” hanno coinvolto nel complesso più di 2.000 partecipanti tra studenti ed insegnanti di 14 istituti superiori provinciali, con 517 ore di formazione totali. 3.3.5 Sei sicuro? – DVD di supporto divulgativo in materia di sicurezza sul lavoro In base al protocollo siglato a fine del 2009 tra la sede provinciale di Trieste e la locale Associazione degli Industriali, è stato deciso di realizzare e divulgare un prodotto informativo multimediale in grado di fornire ai lavoratori le nozioni di carattere generale, fondamentale, sulla sicurezza negli ambienti di lavoro e una cartella dati riepilogativa da utilizzare su personal computer. Il prodotto informatico, materialmente realizzato da Assindustria Trieste, è stato sviluppato nei contenuti in sinergia tra i due enti; il risultato ottenuto è un quadro d’insieme delle norme fondamentali che declinandosi attraverso le singole responsabilità individuali offre al fruitore chiari e paradigmatici esempi delle situazioni rischiose e delle accortezze idonee ad affrontarle. Ne sono state prodotte 500 copie poi distribuite tra le imprese associate.

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3.4 Il contributo delle consulenze tecniche Alla luce delle competenze riconosciute all’INAIL, a seguito dell’emanazione del D.Lgs. 81/2008, è stato dato crescente risalto allo sviluppo di iniziative di informazione, formazione, assistenza e consulenza alle imprese in merito a problematiche inerenti la salute e sicurezza sul lavoro (SSL).

Fig. 1 – Il sistema istituzionale dopo il D.lgs. 81/2008

Il sistema istituzionale

FORMAZIONE

INFORMAZIONE

CONSULENZA

SINERGIE

INCENTIVI ECONOMICI

SINERGIEPREVENZIONE

L’Istituto, ha coinvolto in queste attività le professionalità della CON.T.A.R.P. Inail (Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione) e della CTR (Consulenza Tecnica regionale per l’Edilizia). Il ruolo della Contarp La Contarp da sempre è impegnata in materia di igiene sul lavoro, soprattutto per gli aspetti inerenti al rapporto assicurativo (riconoscimento dell’esposizione al rischio da malattie professionali, sovrappremio silicosi/asbestosi, riduzione del tasso di premio, etc) e agli aspetti previdenziali connessi (benefici previdenziali per esposizione ad amianto). Negli ultimi anni si è interessata sempre più al rischio delle patologie dell’apparato muscolo-scheletrico (sciatalgie, periartriti, sindrome del tunnel carpale, etc) in considerazione del loro significativo aumento (v. par. 2.11). Nel 2010, ha dato avvio a un’attività di informazione e consulenza in materia di igiene del lavoro. In considerazione di ciò è stata avviata una serie di interventi informativi per migliorare la conoscenza del fattore di rischio “sovraccarico biomeccanico” 22. Ha avuto notevole riscontro il convegno organizzato dall’Istituto il 22 settembre 2010, a Trieste, sul tema “movimenti ripetitivi e vibrazioni”, che ha visto il coinvolgimento, in qualità di relatori, di tre professionisti della Contarp ed a cui hanno partecipato consulenti tecnici e medici di livello nazionale. In qualità di relatori, i consulenti della Contarp hanno partecipato anche ai convegni sul sovraccarico biomeccanico organizzati dall’”EPM” (Ergonomia delle Posture e del Movimento) a Milano e dalla società “Aurea professional” a Gorizia. Altri convegni che hanno visto la partecipazione dei consulenti tecnici dell’Inail sono:

22 Ossia i rischi che possono comportare lesioni all’apparato muscolo-scheletrico e cioè la movimentazione manuale carichi, movimenti ripetitivi e vibrazioni (sistema mano-braccio e “corpo intero”).

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“rischi nel settore del legno” a Pordenone con una relazione sull’andamento delle malattie professionali in questo settore;

convegno dell’EARA (European asbestos risks association) a Gorizia riguardo al rischio da amianto;

convegno S.I.S. (Sviluppo Imprese in Sicurezza): progetto in collaborazione tra Inail e Confindustria) a Udine sui Sistemi di Gestione della Sicurezza sul Lavoro (SGSL).

Finanziamenti alle imprese: come detto in precedenza, nel 2010 è proseguita la procedura relativa al bando ISI 2006, il finanziamento di interventi migliorativi della sicurezza. La Contarp si è occupata della valutazione tecnica della seconda tranche di 30 domande presentate per il conto capitale. Tutte le valutazioni hanno avuto esito positivo e hanno riguardato principalmente: installazione o modifica di impianti di aspirazione di fumi, polveri, vapori, modifiche di macchine e impianti per il miglioramento della sicurezza, adeguamento di impianti elettrici, ristrutturazioni edili degli ambienti di lavoro. A seguito della pubblicazione del bando ISI 2010, per rispondere alle richieste delle associazioni di categoria ed enti bilaterali (Confindustria, Comitato paritetico territoriale e Confcommercio FVG di Trieste), sono stati organizzati degli incontri per illustrare alle aziende le modalità ed i punti qualificanti del bando 2010. Il ruolo della CTR La CTR, nata allo scopo di monitorare lo stato conservativo degli immobili di proprietà dell’Istituto e programmarne gli interventi di manutenzione, anche a seguito della dismissione immobiliare delle proprietà dell’Ente è stata sempre più coinvolta in attività prevenzionali indirizzate, in particolare, nell’ambito dell’edilizia. Per i tecnici non si è trattato certamente di un compito semplice: ha portato tutti ad affrontare un cambiamento nell’ottica di un’innovazione con ottimizzazione e miglioramento del servizio all’utenza. L’impegno, quanto al 2010, si è concretizzato in due direttrici: una volta alla diffusione del SGSL (Sistema di Gestione della Sicurezza sul Lavoro)23 e l’altra alla promozione della cultura della salute e sicurezza sul lavoro. Tra le attività si segnalano la partecipazione al Convegno SIS (Sviluppo Imprese e Sicurezza) tenutosi a Udine e il supporto tecnico dato alla Sede Inail di Gorizia nell’organizzazione del convegno “Per non cadere costruendo” realizzato a marzo 2011. Importante per riscontro di pubblico e per la collaborazione che ne è seguita, l’intervento sul tema dei rischi domestici all’interno del ciclo di conferenze “Sicurezza… parliamone” realizzato presso l’Università della terza età (UTE) di Gorizia, in sinergia con la Questura e i Vigili del fuoco. “Il ruolo dell’INAIL alla luce del Testo Unico” è stato invece il tema dell’intervento di un professionista CTR al “Corso di aggiornamento per Coordinatori della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione dei lavori nei cantieri edili”, promosso dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Trieste. L’intervento ha compreso anche una presentazione delle Linee guida SGSL UNI-INAIL. Le competenze tecniche in materia di sicurezza della CTR sono state valorizzate anche nella costruzione della “sceneggiatura” del DVD “Sei sicuro?”, v. par. 3.3.5 nonché per la 23 Per SGSL si intende un sistema organizzativo aziendale finalizzato a garantire il raggiungimento degli obiettivi di salute e sicurezza cercando, attraverso la attraverso la strutturazione e la gestione, di massimizzare i benefici minimizzando al contempo i costi.

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definizione del Protocollo “Cantiere visitato… cantiere informato”, messo in atto dalla Sede Inail di Trieste con il Comitato paritetico territoriale (CPT) e la Scuola Edilmaster di Trieste. Per quanto riguarda l’ambito di diffusione dei SGSL, premesso che le Linee guida UNI-INAIL hanno validità generale, ma che la loro applicazione va modulata sulle caratteristiche complessive delle imprese che intendono adottarle, per favorirne la diffusione la CTR è stata impegnata:

- nel progetto “Buon Lavoro PN: CON SIcurezza” – Progetto di diffusione di Linee Guida per l’implementazione di un SGSL tra le imprese edili (già più sopra citato), i tecnici della CTR hanno collaborato nell’impostazione metodologica di ben 17 procedure, sperimentate su sei imprese del territorio. Al fine di rendere disponibili e dare la massima diffusione ai risultati e strumenti ottenuti è stato pubblicato un volume completato da un supporto informatico: “Applicazione del sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro nelle imprese edili”, presentato ufficialmente a Pordenone il 6.5.2011, in occasione del convegno “SIS” Sviluppo imprese in sicurezza.

- Nella promozione delle attività inerenti l’implementazione di un SGSL nelle

strutture sanitarie della regione che ha portato alla sottoscrizione dell’”Accordo per la realizzazione di iniziative di implementazione di SGSL nel settore Sanità delle Aziende Sanitarie dell’Area Vasta Giuliano-Isontina”.

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Parte quarta

2010: verso il Polo salute e sicurezza

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4.1 Verso il Polo salute e sicurezza L’anno 2010 è stato caratterizzato da importanti innovazioni sul piano istituzionale, derivanti principalmente dalla incorporazione di due enti pubblici a carattere nazionale: l’Ipsema – Istituto di previdenza per il Settore Marittimo e l’Ispesl – Istituto Superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro. L’innovazione legislativa è stata introdotta dal D.L. 78/2010, convertito nella L. 122/2010. Il disposto normativo ha stabilito che l’Inail subentri in tutti i rapporti attivi e passivi dei citati Enti. E’ stata inoltre prevista l’emanazione di appositi decreti di natura non regolamentare per il trasferimento all’Inail delle risorse strumentali, umane e finanziarie degli Istituti soppressi L’attività degli Enti coinvolti è stata quindi incentrata sul progressivo sviluppo del processo di incorporazione teso a dar vita al polo della Salute e Sicurezza, obiettivo già da più anni perseguito dal Legislatore. 4.2 Le attività dell’ex Ipsema: il settore navigazione marittima Inail Con particolare riguardo al comparto marittimo, l’Ipsema nasce nel 1994 ad opera del decreto legislativo n. 479, dalla fusione delle tre Casse marittime: Adriatica, Tirrena e Meridionale, per lo svolgimento di compiti già attribuiti a queste, in materia di assicurazione degli infortuni sul lavoro e le malattie della gente di mare. L’organizzazione dell’Ente si sviluppa su due livelli, uno centrale, con sede a Roma, avente caratteristiche e funzioni di centro direzionale e uno territoriale, coincidente con le Sedi compartimentali di Genova, Napoli, Palermo e Trieste, cui sono affidate principalmente le attività di erogazione delle prestazioni e la riscossione dei contributi ed attività di supporto. Ulteriore articolazione delle Sedi Compartimentali è rappresentata dai centri operativi presenti a Molfetta, Mazara del Vallo e Messina. 4.2.1 La tutela dei lavoratori marittimi La tutela previdenziale e assistenziale dei lavoratori marittimi, che compongono l’equipaggio delle navi è incentrata sul regime obbligatorio dell’assicurazione. Anche nel settore marittimo vige il principio dell’automaticità delle prestazioni (T.U. 1124/1965 – L. 831/1938). Il trattamento indennitario di temporanea inabilità al lavoro riconosciuto ai lavoratori marittimi è sensibilmente diverso rispetto alla generalità dei lavoratori di terra, per la presenza di alcuni istituti particolari, come la malattia complementare (patologie inabilitanti che si manifestano entro i 28 giorni dallo sbarco), la temporanea inidoneità alla navigazione (in caso giudizio in tal modo espresso da una speciale Commissione medica permanente è consentito di protrarre l’indennizzo di un anno dopo la chiusura di un periodo di temporanea inabilità al lavoro per malattia o infortunio, per consentire il pieno recupero psico-fisico). Altre differenze si ravvisano nella misura, decorrenza e durata delle prestazioni indennitarie, rispetto a quelle erogate alle categorie di lavoratori a terra. Infatti, la misura delle prestazioni economiche è pari al 75% della retribuzione corrisposta all’assistito dal datore di lavoro nei trenta giorni precedenti lo sbarco ovvero dalla retribuzione convenzionale. La prestazione economica viene erogata a partire dal giorno successivo allo sbarco e per la durata di un anno. L’INPS indennizza la malattia nella misura del 50% della retribuzione media globale giornaliera per i primi venti giorni d’assenza ed al 66,66% per i giorni successivi , per sei mesi, con la franchigia iniziale di quattro giorni dall’inizio dell’evento.

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In caso di infortunio il lavoratore di terra percepisce il 60% della retribuzione media giornaliera, fino al 90° giorno ed il 75% dal 91° alla guarigione. La decorrenza è dal quarto giorno successivo alla data dell’infortunio. La peculiarità della tutela dei lavoratori marittimi trova espressione anche nel sistema dell’erogazione delle prestazioni sanitarie. Dal 1980, la riforma sanitaria ha scorporato le attività sanitarie allora gestite dalle ex Casse marittime affidandole al Ministero della Salute e istituendo il “Servizio assistenza sanitaria ai naviganti“ (SASN) articolato sul territorio in ambulatori e medici fiduciari. L’erogazione delle prestazioni economiche di temporanea inabilità al lavoro sono corrisposte agli assistiti sulla base della certificazione rilasciata dai medici del citato SASN. 4.2.2 Le prestazioni Le prestazioni economiche erogate ai marittimi sono :

1. Indennizzo per temporanea inabilità al lavoro derivante da malattia fondamentale: è la prestazione economica che viene erogata ai componenti l’ equipaggio della nave nel caso di malattia che si manifesti durante l’imbarco impedendo la prosecuzione della navigazione.

2. Indennizzo di temporanea inabilità al lavoro per malattia complementare: è una prestazione economica speciale e tipica del settore marittimo la cui disciplina normativa è dettata dall’art. 7 della legge n. 831/1938; essa è corrisposta in caso di malattia che insorga entro i ventotto giorni dallo sbarco, per gli equipaggi delle navi maggiori.

3. Indennizzo di temporanea inabilità per infortunio: è la prestazione economica che viene erogata ai componenti degli equipaggi nel caso di infortunio avvenuto per causa violenta in occasione di lavoro, tale da determinare una inabilità temporanea assoluta al lavoro per più di tre giorni. La copertura assicurativa comprende anche l’infortunio in itinere - costituente una particolare casistica dell’ infortunio - che si verifica durante il normale percorso di andata e ritorno dall’abitazione al posto di lavoro e viceversa, tra due luoghi di lavoro (se il lavoratore ha più rapporti di lavoro) nonché nel tragitto tra il luogo di lavoro e quello di consumazione abituale dei pasti.

4. Temporanea inidoneità alla navigazione: si tratta di un istituto specifico del settore marittimo, diretto ad indennizzare - nel limite di un ulteriore anno - il lavoratore marittimo che, successivamente ad un periodo di assistenza per temporanea inabilità per malattia o infortunio, sia giudicato dalla speciale Commissione medica permanente temporaneamente non idoneo allo svolgimento dei servizi della navigazione.

5. Indennità di maternità ed istituti collegati: a beneficiare delle prestazioni di maternità erogate dall’Istituto sono le lavoratrici (e lavoratori) marittime, il personale amministrativo dipendente dalle società di navigazione ed il personale del volo. L’assistenza economica è prestata in relazione: all’ interdizione anticipata al lavoro dichiarata dalle Direzioni provinciali del lavoro con specifico provvedimento, all’astensione obbligatoria pre-parto e post-partum fino al compimento del 7° mese di vita del bambino con specifico provvedimento della Direzione provinciale del lavoro competente, per congedo parentale, per permessi d’allattamento e permessi ex l. 104/1992 per assistenza a figlio handicappato.

6. Malattie professionali: la corresponsione del trattamento indennitario delle patologie contratte nell’esecuzione e a causa di una o più attività lavorativa morbigena è prevista sia in via temporanea per l’inabilità al lavoro derivata, che in via

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permanente sotto forma di indennizzo in capitale o in rendita. La malattia professionale della quale più frequentemente soffrono i lavoratori marittimi è l’ipoacusia da rumore. In espansione sono anche le malattie amianto correlate la cui manifestazione è a lunga latenza. Anche le denunce di patologie muscolo scheletriche, dovute a posture incongrue a movimenti ripetuti e a sovraccarico bio-meccanico sono in aumento soprattutto nel settore della pesca.

7. Prestazioni permanenti : indennizzo del danno biologico - erogazione di rendite: dirette ed ai superstiti: Il lavoratore che subisce per cause lavorative (infortuni/malattie professionali) menomazioni all’integrità psico-fisica in conseguenza ad infortunio o al riconoscimento della malattia professionale ha diritto alla liquidazione dell’indennizzo: • in capitale, se il grado d’inabilità permanente è compreso tra il 6% ed il 15%. Il

D.Lgs. 38/2000 ha stabilito la non indennizzabilità dei danni sotto la soglia del 6%; • in rendita, con corresponsione di ratei mensili posticipati , se il grado di inabilità è

compreso tra il 16% ed il 100%. La rendita viene aumentata di un ventesimo per ogni quota aggiuntiva spettante per carichi di famiglia dell’infortunato.

Rendite ai superstiti: la prestazione economica è erogata in caso di morte del lavoratore marittimo causata da infortunio o da malattia professionale. Hanno diritto alla prestazione:

• il coniuge nella misura del 50% della retribuzione annua del lavoratore deceduto; • i figli legittimi, naturali o riconosciuti o riconoscibili, adottivi, fino al 18° anno di età, aumentabile al 26° anno, se non prestano lavoro retribuito e frequentano un regolare corso di studio. I figli maggiorenni totalmente inabili hanno diritto alla rendita senza limiti d’età. La misura del beneficio è del 20% o del 40% se orfani di entrambi i genitori.

In mancanza di coniuge e figli: • i genitori naturali o adottivi viventi a carico, nella misura del 20%;

• i fratelli e sorelle viventi a carico e conviventi, sempre nella misura del 20%.

Assegno funerario: ai superstiti del lavoratore deceduto per cause conseguenti all’infortunio o malattia professionale, l’Istituto liquida l’assegno funerario. L’ammontare di tale beneficio è rivalutato annualmente con apposito decreto ministeriale, sulla base della variazione effettiva dei prezzi al consumo.

8. Protesi e presidi: l’assistenza protesica e la fornitura di presidi sono aspetti centrali e qualificanti dell’attività istituzionale, orientata a garantire il più ampio reintegro psico-fisico, lavorativo, sociale e relazionale dell’assicurato. Attualmente si provvede al rimborso della prima fornitura delle protesi, al loro rinnovo alla modifica e riparazioni necessarie dei dispositivi tecnici necessari agli infortunati sul lavoro e tecnopatici. L’intervenuto accorpamento degli Istituti potrà consentire l’estensione anche ai marittimi infortunati o tecnopatici di prestazioni tese a favorirne l’inserimento lavorativo e sociale.

9. Donazione sangue: ai lavoratori dipendenti che donano gratuitamente il proprio sangue è riconosciuta una giornata di riposo e la normale retribuzione. Il datore di lavoro, a sua volta, può chiedere il rimborso della retribuzione all’istituto previdenziale. Nel caso di lavoratori marittimi al rimborso provvede l’ex Ipsema (ora Inail).

10. Prestazioni contrattuali: I marittimi in continuità di rapporto di lavoro hanno diritto oltre alle prestazioni previste nei punti precedenti, alla corresponsione di un indennità

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giornaliera in caso di inabilità temporanea da malattia che si manifesta dopo il ventottesimo giorno dallo sbarco, a partire dal quarto giorno successivo a quello della denuncia e per la durata massima di 180 giorni dallo sbarco. Erogazioni una tantum stabilite contrattualmente spettano ai lavoratori marittimi o ai loro familiari in caso di inabilità permanente parziale o totale o di morte. Al personale di stato maggiore in regolamento organico, oltre al trattamento di legge, sono assicurate prestazioni supplementari ed integrative specifiche.

11. Fondo di sostegno per i familiari delle vittime di gravi infortuni sul lavoro: la Legge finanziaria per l’anno 2007 ha istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali un fondo con lo scopo di fornire un supporto economico ai familiari dei lavoratori, ivi compresi i marittimi, rimasti vittime di gravi infortuni sul lavoro. Il decreto del Ministro del lavoro del 19.11.2008 ha definito la misura dei benefici concedibili, in relazione alla composizione del nucleo familiare superstite, i requisiti e le modalità del riconoscimento. All’erogazione del beneficio provvedono l'Inail ed al soppresso Ipsema, ciascuno per i rispettivi ambiti di competenza, previo trasferimento delle necessarie risorse finanziarie da parte del Ministero. L’ex Ipsema eroga le prestazioni del Fondo per lavoratori marittimi, compresi quelli non assicurati (extracomunitari imbarcati su navi iscritte al Registro Internazionale ai sensi della legge 30/98), e per i lavoratori del settore aereo, per infortuni verificatisi dal 1° gennaio 2007.

12. Fondo vittime amianto: la finanziaria per il 2008 ha istituito tale fondo, finanziato con le risorse provenienti per tre quarti dal bilancio dello stato ed un quarto dalle imprese. Per gli oneri a carico delle imprese si provvede con un addizionale sui premi assicurativi. Il beneficio è erogato ai lavoratori – anche marittimi, titolari di rendita – ai quali sia stata riconosciuta una patologia asbesto-correlata per esposizione all’amianto o alla fibra “fiberfrax”, ovvero ai familiari dei lavoratori rimasti vittime, titolari di rendita ai superstiti.

13. Assegno personale continuativo: il marittimo titolare di rendita per inabilità permanente totale e che necessiti dell’assistenza personale continuativa per una delle infermità previste, può ottenere l’erogazione di un assegno mensile, il cui ammontare viene rivalutato annualmente con decreto ministeriale in base alle variazioni effettive dei prezzi al consumo.

14. Certificazione dell’esposizione all’amianto dei lavoratori del settore marittimo utile per conseguire i benefici previdenziali: la legge finanziaria per il 2006 ha affidato all’Ipsema la competenza ad accertare e certificare l’esposizione all’amianto per i lavoratori del settore marittimo. Alle Sedi compartimentali sono state distribuiti i fascicoli contenenti gli atti dei richiedenti, per la conseguente istruttoria. L’accertamento dell’esposizione all’amianto prevede una serie di presupposti ed adempimenti di non facile predisposizione. I lavoratori marittimi devono infatti preliminarmente presentare il curriculum lavorativo che va redatto dal datore di lavoro (gli armatori) e deve contenere in particolare l’attestazione dell’svolgimento delle attività lavorative previste che espongono in modo continuativo e qualificante al rischio, secondo la disciplina normativa vigente. Gli accertamenti sono complessi e prevedono anche l’intervento sostitutivo delle Direzione provinciali del Lavoro in caso di imprese cessate, fallite o comunque di datore di lavoro irreperibile.

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4.2.3 Andamento delle malattie comuni Nelle tabelle sottostanti sono riportati i dati degli eventi malattia indennizzati nell’anno 2010, suddivisi per categoria di naviglio ed il loro raffronto rispetto il 2009.

Tav. 61 - Malattia: compartimento marittimo dell’alto e medio Adriatico24

Categoria naviglio Numero di primi indennizzi effettuati nell'anno*

2009 2010 Variaz. 2010/2009

Carico 740 790 6,8%

Passeggeri 43 47 9,3%

Rimorchiatori 252 383 52,0%

Pesca 305 332 9,6%

Naviglio ausiliario 250 277 10,8%

Traffico locale 109 97 -11%

Diporto 20 21 5%

Totale 1.719 1.947 13,3% * I primi indennizzi possono essere riferiti tanto ad eventi avvenuti nell'anno, quanto ad eventi avvenuti in anni precedenti e comprendono le riaperture delle pratiche.

Fonte: rilevazione INAIL Le rilevazioni indicano un sensibile incremento dei casi di malattia indennizzati nell’anno 2010, del 13,3 %. 4.2.4 Andamento degli infortuni L’andamento infortunistico del 2010 rivela un incremento di 24 casi denunciati in più, rispetto l’anno precedente. Nella tabella seguente sono riportati gli eventi suddivisi per categoria naviglio ed il raffronto con i dati dell’anno precedente.

24 Il compartimento marittimo dell’alto e medio e Adriatico comprende le regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo e Molise.

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Tav. 62 - Infortuni: compartimento marittimo dell’alto e medio Adriatico

Categoria naviglio Eventi avvenuti

2009 2010 Variaz. 2010/2009

Carico 16 15 -6,3% Passeggeri - - - Rimorchiatori 10 20 100% Pesca 80 85 6,3% Naviglio ausiliario 11 20 81,8% Traffico locale 2 5 150% Diporto 5 3 -40,0% Totale 124 148 19,4%

Fonte: rilevazione INAIL Gli infortuni della strada che vedono coinvolti lavoratori marittimi nel biennio di riferimento sono stati pressoché invariati nel numero. Nei due anni presi in esame, nel comparto marittimo del medio e alto Adriatico non sono stati registrati casi d’infortuni mortali in itinere. Nella tabella sottostante è riportata la suddivisione di questa tipologia di vento per categoria di naviglio. Tav. 63 - Infortuni in itinere – Compartimento marittimo dell’alto e medio Adriatico

Categoria naviglio Eventi avvenuti

2009 2010 Variaz. 2010/2009

Pesca 2 4 100% Rimorchiatori 3 2 -33,3% Totale 5 6 20% Fonte: rilevazione INAIL Per quanto riguarda gli infortuni con esito mortale, gli eventi denunciati nel comparto marittimo dell’Adriatico sono stati complessivamente tre nel 2009 e nello stesso numero nel 2010. I lavoratori marittimi hanno perso la vita durante l’esercizio dell’attività lavorativa vera e propria. Nella tabella sottostante sono riportati gli eventi suddivisi per categoria di naviglio.

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Tav. 64 - Infortuni mortali: compartimento dell’alto e medio Adriatico

Categoria naviglio Eventi avvenuti

2009 2010

Pesca 2 3 Naviglio ausiliario 1 - Totale 3 3

Fonte: rilevazione INAIL 4.2.5 Malattie professionali Nel comparto marittimo del centro-nord Adriatico, nel 2010 si è registrata una diminuzione dei casi denunciati di malattie professionali pari al 30%, rispetto l’anno precedente. Le figure maggiormente interessate al fenomeno tecnopatico sono i lavoratori della sala macchina (direttore di macchina, ufficiale di macchina, motorista, meccanico operaio). L’ambiente chiuso e le dimensioni ridotte della sala macchine, con presenza di fattori rischio quali il rumore e fibre di amianto giustifica la maggior incidenza delle patologie professionali in detta categoria di lavoratori. La patologia professionale che affligge di più i marittimi è senza dubbio l’ipoacusia da rumore, seguita dalle patologie asbesto correlate e quelle afferenti all’apparato muscolo scheletrico. 4.2.6 Le imprese armatoriali assicurate L’obbligo assicurativo del personale marittimo trova il suo fondamento normativo negli artt. 1, 4 e 7 del T.U. n. 1124/1965. L’articolo 1 comprende tra le attività protette la navigazione marittima, lagunare, lacuale, fluviale e aerea, eccettuato il personale di cui all'art. 34 del R.D.L. 20 agosto 1923, n. 2207, concernente norme per la navigazione aerea, convertito nella L. 31 gennaio 1926, n. 753; la pesca esercitata con navi o con galleggianti, compresa la pesca comunque esercitata delle spugne, dei coralli, delle perle e del tonno; della vallicoltura, della miticoltura, della ostricoltura. L’articolo 4 prevede che per quanto riguarda la navigazione e la pesca, sono compresi nell'assicurazione i componenti dell'equipaggio, comunque retribuiti, delle navi o galleggianti anche se eserciti a scopo di diporto. L’articolo 7 stabilisce che agli effetti dell'ultimo comma dell'art. 4 si considerano come persone componenti l'equipaggio della nave tutte quelle regolarmente iscritte sul ruolo di equipaggio o comunque imbarcate per servizio della nave. I ruoli di equipaggio e gli stati paga di bordo tengono luogo dei libri di matricola e di paga. Per le navi che non siano munite di carte di bordo, si considerano componenti l'equipaggio le persone iscritte sulla licenza e tutte le altre che sono indicate nei libri di matricola e di paga prescritti dall'art. 20 e che per dette navi il datore di lavoro deve tenere. Tale disposizione deve osservarsi anche per le navi che siano munite di carte di bordo limitatamente alle persone di rinforzo all'equipaggio e a quelle adibite ai servizi speciali durante la sosta in porto. Detto personale è compreso nella copertura assicurativa, ai sensi dell'art. 127, n. 1, del citato decreto.

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Secondo l’articolo 127 del TU 1124/1965 non sono assicurati presso l’Inail: gli addetti alla navigazione marittima ed alla pesca marittima, nonché i radiotelegrafisti di bordo non assunti direttamente dagli armatori, alla cui assicurazione provvedono le ex Casse Marittime, previste nell'art. 4 del regio decreto legge 23 marzo 1933, n. 264, convertito nella legge 29 giugno 933, n.860; le ex Casse predette sono autorizzate a provvedere anche all'assicurazione di prestazioni supplementari previste da regolamenti organici, da contratti collettivi, da convenzioni di arruolamento e di ingaggi in favore delle persone soggette all'obbligo dell'assicurazione presso le ex Casse stesse. Infine l’articolo 291 del TU 1124/1965 prevede che “le Casse marittime di cui all'art. 127 sono autorizzate ad assicurare contro gli infortuni e le malattie, su richiesta dell'armatore, gli equipaggi di navi battenti bandiera estera, in quanto composti per almeno due terzi, da marittimi di cittadinanza italiana. L'assicurazione comprende le stesse prestazioni previste per i marittimi delle navi italiane; la sua validità è in ogni momento subordinata al regolare versamento dei contributi da parte dell'armatore. La gestione è tenuta in coassicurazione fra le tre Casse marittime per gli infortuni sul lavoro e le malattie con ripartizione degli oneri e dei contributi in proporzione all'ammontare complessivo dei contributi spettanti a ciascuna Cassa a carico dell'armamento nazionale di ogni categoria”. Le aziende (navi) assicurate presso la Sede compartimentale ex Ipsema di Trieste, iscritte nei compartimenti marittimi del alto e medio Adriatico, che comprende le regioni Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo e Molise, risultano complessivamente n. 2.149 di cui 161 unità assicurate solo per la malattia – operanti principalmente nella laguna di Venezia. La parte più corposa della flotta assicurata è costituita dai pescherecci, con n. 1.368 unità, per la maggior parte – in considerazione della tipologia del mare Adriatico - addetti alla pesca costiera. Da considerare che un grande numero di unità non sono comprese nel dato suindicato in quanto trattasi di imbarcazioni adibite alla piccola pesca con equipaggi che beneficiano del regime assicurativo previsto dalla L 250/1958 (pescatori autonomi o soci di cooperative) e quindi non di competenza dell’ex Ipsema. Ovviamente questa situazione, come altre particolarità del settore marittimo (ad es. le unità di trasporto operanti nella laguna di Venezia), verrà normalizzata con i processi di integrazione dell’ex Ipsema in Inail in corso di attuazione. Si nota la quasi assenza delle navi da passeggeri e il ridotto numero di quelle adibite al trasposto merci che, in effetti sono concentrate nei porti dell’Italia meridionale e quindi rientrano nelle competenze delle altre Direzioni compartimentali Inail ex Ipsema. Il fatto che le grandi navi da traffico (carico e passeggeri) siano assicurate in numero esiguo presso la Direzione compartimentale di Trieste è stato determinato soprattutto dall’introduzione della fiscalizzazione degli oneri sociali a favore delle imprese operanti nei territori del mezzogiorno. Per il settore marittimo i benefici contributivi introdotti con la norma sono stati concessi alle imprese armatrici di “navi iscritte nei porti situati nei territori del mezzogiorno”: ciò ha determinato all’epoca il trasferimento di iscrizione delle navi in esercizio e l’iscrizione di nuove navi nei Registri (matricole) dei porti delle suddette aree. Nella tabella sottostante è riportata la suddivisione delle navi per categoria di naviglio.

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Tav. 65 - Navi/Imbarcazioni Assicurate – Compartimento marittimo dell’alto e Adriatico

Categoria naviglio Navi/imbarcazioni assicurate

2009 2010 Variaz. 2010/2009

Passeggeri 3 3 0,0% Carico 80 77 -3,8% Rimorchiatori 85 86 1,2% Naviglio ausiliario 186 186 0,0% Traffico locale (**) 253 259 2,4% Pesca 1.344 1.368 1,8% di cui Pesca oceanica 1 1 0,0%

di cui Pesca mediterranea 10 10 0,0%

di cui Pesca costiera 1.333 1.357 1,8%

Diporto 153 170 11,1% di cui Diporto a noleggio 47 47 0,0%

Totale 2104 2149 2,2% (*)La categoria comprende il "Diporto a noleggio iscritto al Registro internazionale". (**) la categoria comprende anche le unità assicurate per la sola malattia ( trasporto locale in laguna. Fonte: rilevazione INAIL I marittimi assicurati nel 2010 sono stati 13.093. Il dato è stato ricavato dalle comunicazioni effettuate dai datori di lavoro in sede di accertamento dei contributi assicurativi.

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Tav. 66 - Marittimi assicurati – Compartimento marittimo dell’alto e medio Adriatico

Categoria di naviglio Marittimi assicurati 2010 Concessionari di bordo 55 Personale addetto alle prove in mare 85 Tecnici ed ispettori 10 Appalti servizi di bordo (1) 35 Passeggeri (2) 27 Carico 2.204 Rimorchiatori 2.322 Naviglio ausiliario 1.112 Traffico locale (3) 1112 Pesca 5.803

di cui Pesca oceanica 4 di cui Pesca mediterranea 93

di cui Pesca costiera 5.706 Diporto 328

di cui Diporto a noleggio 113 Totale 13.093

(1) Si tratta di riparazione di impianti in alto mare. (2) La categoria comprende il “Diporto a noleggio iscritto al Registro internazionale”. (3) La categoria comprende n. 723 marittimi assicurati solo per la malattia in quanto parte degli equipaggi di unità adibite al trasporto in laguna. N.B. Si tratta dei marittimi dichiarati dagli armatori in sede di accertamento del contributo 2010; gli stessi potrebbero anche aver prestato servizio anche per un solo giorno.

Fonte: rilevazione INAIL 4.2.7 Riscossione contributiva La riscossione dei contributi e premi assicurativi è sempre stata valutata dall’Ente in termini di obiettivo strategico dell’attività e lo continua ad esserlo anche nel mutato quadro istituzionale. Detta attività vede pertanto particolarmente impegnate le strutture sin dalla fase iniziale del processo, che normalmente ha inizio dalla denuncia di inizio attività presentata dell’azienda armatoriale, per proseguire, nel corso del rapporto assicurativo, con il pagamento del premio/contributo e relativi controlli effettuati dall’ufficio, l’individuazione delle situazioni di morosità o di mancato pagamento ed applicazione delle sanzioni previste, fino alla fase estrema della riscossione coattiva. Oltre alla fase della riscossione ordinaria dei premi e contributi correnti, la Sede compartimentale ex Ipsema di Trieste provvede anche al recupero dei crediti pregressi non versati. Il processo di recupero si svolge in due distinte fasi: la prima in via amministrativa che prevede l’invio degli avvisi di pagamento e la conseguente riscossione da parte dell’ufficio preposto (ex art. 24, comma 2 del D.Lgs. 46/1999) e la seconda coattiva, a carattere eventuale, affidata all’Equitalia S.p.a. La fase amministrativa ha dato risultati particolarmente efficaci, l’ufficio preposto è riuscito a recuperare importi di poco inferiori al 30% del carico contributivo che annualmente viene richiesto con detti avvisi (in osservanza dei termini di decadenza fissati dal D.Lgs. 46/1999 art. 25).

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La seconda fase, quella di recupero coattivo è gestita dall’Equitalia che provvede alla formazione di specifici ruoli, predisposti a livello provinciale affidati agli agenti della riscossione. Lo svolgimento di tale attività comporta una stretta collaborazione con gli agenti della riscossione presenti all’interno del territorio di competenza. Tale collaborazione è facilitata dai servizi di consultazione e interazione disponibili sul sito web Equitalia a disposizione dei funzionari responsabili della riscossione coattiva delle Sedi. Anche in questa fase, nell’anno 2010 si è riscontrato un sensibile incremento delle riscossioni da parte degli agenti nel 2010 rispetto agli anni precedenti; ciò riflette una più incisiva azione di Equitalia. Si potrebbe supporre che l’intensificazione dell’attività degli Agenti è dovuta all’avvicinarsi del termine ultimo per la presentazione delle comunicazioni di inesigibilità fissato per il 30.9.2011 (nuovamente differito in extremis al 30.9.2012 dalla Finanziaria - Dl 98/2011- art. 23, comma 34). 4.2.8 La vigilanza Per quanto riguarda la vigilanza, la Sede compartimentale ha attivato efficaci metodologie di contrasto all’evasione ed elusione contributiva nell’ambito delle imprese armatoriali del comparto. L’attività si è incentrata specificatamente sui controlli - anche incrociati - dei dati provenienti dalle Autorità marittime, dalla Guardia di finanza per la vigilanza in mare e/o da altre amministrazioni, con quella in possesso degli uffici. Particolarmente efficace in tal senso si è dimostrata la stretta collaborazione svolta dalle autorità marittime dislocate sul territorio, anche sul fronte del recupero dei crediti contributivi, attraverso l’applicazione della procedura di diniego delle spedizioni – il c.d.“fermo nave” - previsto dall’art. 201 del T.U. 1124/65 per il settore della navigazione. Nell’ambito delle gestioni assicurative di competenza, ossia ramo infortuni e quello della malattia, sono state sottoposte a verifica molte posizioni armatoriali. Le retribuzioni indicate dagli armatori in sede di autoliquidazione e/o denunce mensili di malattia sono state confrontate sia con i dati retributivi forniti per il calcolo dell’indennità di temporanea inabilità al lavoro dei marittimi in assistenza, sia con i contratti di arruolamento, ai contratti collettivi nazionali e aziendali. I controlli incrociati eseguiti hanno consentito in molti casi di recuperare la contribuzione evasa. Una serie importante di controlli inerisce all’attività di certificazione della regolarità contributiva che si esplica nei confronti delle imprese armatoriali ed è in crescente aumento. Altro filone di accertamenti riguarda l’emissione del “nulla-osta” alla dismissione di bandiera delle navi, ovvero alla loro demolizione, con conseguenti cancellazione dei registri marittimi. Sulla base delle segnalazioni pervenute a seguito delle azioni di vigilanza nonché dai dati rilevati dai documenti di bordo e dalle convenzioni di arruolamento dei marittimi sono state effettuate nell’anno 2010 n.152 verifiche che hanno consentito di recuperare contributi evasi ma anche l’emersione di 23 aziende, con l’apertura d’ufficio delle relative posizioni assicurative. Il personale ispettivo ha inoltre effettuato i sopralluoghi e gli accertamenti sommari unitamente all’autorità marittima, secondo le disposizioni normative vigenti, compresi quelli finalizzati all’ottenimento dei benefici economici previsti dal Fondo di sostegno in favore dei familiari delle vittime di gravi infortuni sul lavoro ex L. 296/2006.

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Nelle regioni di competenza la Sede ex Ipsema di Trieste ha partecipato inoltre con propri rappresentanti ai Comitati regionali di coordinamento in materia di salute e sicurezza dei luoghi di lavoro di cui all’art. 7 del D.Lgs. 81/2008 e agli uffici operativi in materia di vigilanza individuati dall’art.2 del DPCM 21.12.2007. Finora l’attività di tale organismo si è concentrata su settori produttivi con indici infortunistici maggiori rispetto a quello marittimo ed industriale, come l’edilizia, l’agricoltura ovvero categorie di lavoratori più esposti a rischio, quali gli stranieri. 4.2.9 La prevenzione La salute e la sicurezza dei lavoratori marittimi non ha dal legislatore, nel corso del tempo, la stessa attenzione dedicata alla generalità dei lavoratori. Infatti, la versione originale del D.Lgs. 626/1994 non prevedeva alcuna specificità per le attività svolte a bordo di navi e imbarcazioni e non era pertanto pienamente applicabile al settore marittimo. Specifica normativa per il settore è stata emanata appena nel 1999 con i decreti legislativi 271, 272 e 298. - Il D.Lgs. 271/1999 è dedicato alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori

marittimi a bordo delle navi o unità mercantili, nuove o esistenti, adibite alla navigazione marittima ed alla pesca;

- Il D.Lgs. 272/1999 riguarda la sicurezza e la salute dei lavoratori addetti alle operazioni e servizi portuali, nonché ad attività di manutenzione, riparazione e trasformazione delle navi in ambito portuale;

- Il D.Lgs. 298/1999 reca disposizioni di sicurezza e salute per il lavoro a bordo delle navi da pesca.

Pertanto, sino all’emanazione del D.Lgs. 81/2008, la lettura integrata dei tre decreti citati forniva il quadro complessivo di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori marittimi. Il D.Lgs. 81/2008 ha previsto, entro trentasei mesi dalla sua data di entrata in vigore, l’emanazione di decreti necessari al coordinamento con delle disposizioni del D.Lgs. 271/1999, il D.lgs. 272/1999 e il D.Lgs. 298/1999. Decorso il termine dei trentasei mesi, trova applicazione quanto prescritto dal D.Lgs. 81/2008. Il sistema della prevenzione disegnato dal D.Lgs. 271/1999 ricalca quello previsto dal D.Lgs. 626/1994 prima e dal D.Lgs. 81/2008 oggi. Le figure della prevenzione in ambito della navigazione comprendono l’armatore e il comandante, destinatari di molteplici obblighi in materia di salute e sicurezza dell’equipaggio, primo fra tutti la valutazione dei rischi e la redazione del piano di sicurezza. La specificità del lavoro marittimo riguarda gli orari di lavoro e riposo e l’analisi dei “fattori di fatica” del lavoro a bordo. L’armatore e il comandante hanno l’obbligo di organizzare il lavoro in modo da ridurre al minimo tali fattori. Le principali cause di fatica più comunemente riconosciute e documentate sono la cattiva qualità del riposo, gli eccessivi carichi di lavoro, l'eccessivo rumore ed i rapporti interpersonali. I fattori che generano le cause di fatica sono raggruppati in quattro gruppi distinti: relativi alla gestione della nave, alla nave stessa, all’equipaggio e a fattori ambientali esterni. Al fine di minimizzare l’impatto di questa categoria dei fattori di fatica, è necessario che l'equipaggio della nave abbia piena conoscenza delle procedure di gestione della nave e che abbia familiarità con le procedure operative della nave, le caratteristiche del carico, la lunghezza del viaggio, la destinazione e le normali procedure di comunicazione interna ed esterna. Inoltre, disposizioni specifiche sono dettate per le navi da pesca, dal D.Lgs. 298/1999, che integrano quanto previsto dal D.Lgs. 271/1999, riguardanti sostanzialmente le

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prescrizioni minime di salute e sicurezza per le navi (navigabilità e stabilità, impiantistica, vie e uscite di sicurezza, rilevazione e lotta incendio, aerazione, temperatura e illuminazione dei locali, pronto soccorso, abbattimento della rumorosità, dispositivi di salvataggio e di sopravvivenza e per le attrezzature di protezione individuale). Fatte queste brevi premesse sul quadro normativo di riferimento per il settore, si sottolinea che la Sede compartimentale in materia di prevenzione ha partecipato attivamente alle iniziative promosse dalla Direzione generale Inail. Gli uffici territoriali forniscono in particolare il loro costante e proficuo apporto collaborativo finalizzato alla prevenzione e tutela della salute e sicurezza dei lavoratori marittimi, in quanto struttura territoriale vicina alle persone e in grado di percepirne direttamente i bisogni. Specifica attenzione e cura viene dedicata alla valutazione ed all’inserimento dei dati e relative codifiche (ESAW25) degli infortuni, delle malattie comuni e malattie professionali. La gestione delle banche dati è infatti percepita nella sua importanza e come fondamentale apporto per l’individuazione e diffusione delle buone prassi lavorative e per la sensibilizzazione della cultura della sicurezza. In tale ambito la rilevazione degli aspetti caratterizzanti gli eventi assicurati contribuisce ad alimentare il SINP26 nonché l’osservatorio dei Sinistri marittimi. Come già evidenziato nel paragrafo dedicato alla vigilanza (par. 4.1.8), anche in relazione alla prevenzione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, la Sede ex Ipsema di Trieste ha partecipato, nelle varie regioni incluse nel territorio compartimentale di competenza, alle riunioni dei Comitati regionali di coordinamento di cui all’art. 7 del D.Lgs. n. 81/2008 e agli Uffici operativi individuati dall’art. 2 del DPCM 21.12.2007. Finora l’attività di tale organismi si è concentrata su settori produttivi con indici infortunistici maggiori rispetto a quello marittimo ed industriale, come l’edilizia, l’agricoltura ovvero categorie di lavoratori più esposti a rischio, quali gli stranieri Un altro aspetto particolarmente efficace in materia di prevenzione è legato alla partecipazione alle Commissioni di inchiesta sugli infortuni ex art. 55 del DPR 1124/1965. L’attività accertativa e valutativa che in tale sede viene espletata è fondamentale per comprendere le dinamiche lavorative ed il grado di rispetto ed attuazione delle norme sulla sicurezza. 25 European Statistics on Accidents at Work. 26 Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro previsto dall’articolo 8 del D.Lgs. 81/2008.

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4.3 Le attività dell’ex Ispesl: il settore tecnico-scientifico e ricerca Inail L’obiettivo di realizzare il Polo salute e sicurezza è stato messo in atto dal legislatore che - con il Decreto Legge n. 78/2010, convertito in legge nello stesso anno – ne ha di fatto sancito l’avvio con l’incorporazione dell’Ispesl e dell’Ipsema nell’Inail. Le innovazioni che hanno modificato gli assetti organizzativi dei principali Enti previdenziali hanno coinvolto – sul versante interno – i vertici dell’Istituto, le Direzioni centrali competenti ed il Consiglio di indirizzo e vigilanza che ha offerto, dalla postazione che gli compete, il proprio contributo di idee in merito alla gestione delle fasi di acquisizione delle funzioni dell’ex Ispesl ed ex Ipsema. L’intervento normativo, che peraltro contempla ulteriori incorporazioni in altri Istituti, pur rientrando tra le misure urgenti adottate per favorire la stabilità finanziaria, può costituire - come sottolineato dallo stesso Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi - un’occasione di rilancio delle funzioni integrate per favorire la semplificazione dell’azione amministrativa e la riduzione della spesa pubblica. E’ con questo spirito che in Friuli Venezia Giulia si è dato avvio nell’anno 2010 alle prime iniziative volte a realizzare, progressivamente, l’integrazione organizzativa e funzionale dell’Ispesl, presente con i propri uffici nella città di Udine. In una prima fase i rapporti con il management si sono concretizzati soprattutto nello scambio di informazioni necessarie per garantire continuità dell’azione amministrativa e dei servizi già erogati dall’Ispesl, secondo le linee guida dell’Inail e gli indirizzi del Direttore generale che hanno garantito il rispetto delle specificità e delle competenze proprie del personale ex Ispesl. Gradualmente i rapporti si sono intensificati, anche in relazione al programmato trasferimento degli uffici presso lo stabile della Direzione provinciale Inail di Udine (operazione attuata nel corso del 2011); sono state pertanto avviate le attività rivolte a rafforzare la conoscenza reciproca dei ruoli e degli ambiti di competenza per realizzare, successivamente, l’integrazione operativa; in quest’ottica, alle strutture dell’ex Ispesl verrà attribuita la funzione di settore tecnologico e ricerca dell’Inail, con compiti specifici nell’attività di prevenzione. Nel corso del 2010, l’attività svolta dal Dipartimento di Udine è stata indirizzata al settore istituzionale concernente l’omologazione di prodotti ed impianti e, nello specifico delle verifiche:

- su attrezzature a pressione (generatori di vapore e recipienti per vapore e gas); - su impianti di riscaldamento: esame dei progetti e delle installazioni; - su recipienti adibiti al trasporto di gas compressi, liquefatti e disciolti; - su dispositivi di sicurezza e accessori.

A cui si è aggiunta l’attività derivante da: - gestione dell’archivio degli impianti di messa a terra con la conseguente verifica a

campione sulla conformità delle installazioni in accordo al disposto del DPR 462/2001, principalmente nel settore degli impianti elettrici di cantiere, per un complessivo di 102 interventi (77 verifiche su impianti di messa a terra e 25 su impianti di protezione dalle scariche atmosferiche);

- certificazione in ambito della direttiva di prodotto 97/23/CE (PED) con rilascio delle attestazioni di conformità in accordo alle disposizioni della Direttiva e di moduli di valutazione della qualità in collaborazione con personale dei Dipartimenti centrali dell’Istituto per un complesso di 42 certificazioni.

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Alle suddette attività si sono affiancare quelle prestate a supporto di altri organismi dello Stato che si sono concretizzate principalmente nella partecipazione alle sedute del Comitato tecnico regionale integrato del Friuli Venezia Giulia, previste dal D.lgs. 334/1999 (recepimento della Direttiva “Seveso 2”) e nella partecipazione alla commissione regionale di coordinamento in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. E’ stata garantita inoltre la massima collaborazione nei confronti delle Direzioni provinciali del lavoro in occasione dello svolgimento delle sessioni di esami per l’abilitazione alla conduzione di generatori di vapore.

Indice delle tavole Prefazione 5

Parte prima 9

1.1 Quadro macroeconomico nazionale 10

Graf. 1 - Andamento PIL Italia 2008-2011 10

1.2 Il contesto economico regionale 11

1.3 Le attività produttive 11

Graf. 2 - Valore aggiunto regione Friuli Venezia Giulia 2010 12

Tav. 1 - Esportazioni/Importazioni 2009/2010 FVG 14

1.4 Il mercato del lavoro 15

Tav. 2 - Dinamica occupazione 2007-2010* 15

1.5 Anagrafe imprese 15

Tav. 3 - Portafoglio aziende per territorio 16

Tav. 4 - Posizioni Assicurative Territoriali F.V.G. – Settori di attività 16

Tav. 5 - Posizioni Assicurative Territoriali F.V.G. 2010 per Sede territoriale 17

1.6 L’azione di vigilanza sul territorio 17

Tav. 6 - Tabella di sintesi dei principali risultati dell’attività di vigilanza anno 2010 19

Tav. 7 - Tabella di sintesi delle aziende ispezionate per dimensione aziendale 19

Tav. 8 – Stima premi recuperati anno 2010 20

Parte seconda 21

2.1 Il quadro del mercato del lavoro nel 2010: premessa 22

Tav. 9 - Occupati in Friuli Venezia Giulia - Medie 2008, 2009 e 2010. Per province e sesso (in migliaia) 23

Tav. 10 - Occupati in Friuli Venezia Giulia - Medie 2008, 2009 e 2010. Per settori di attività economica e sesso (in migliaia) 24

Tav. 11 - Occupati in Friuli Venezia Giulia - Medie 2009 e 2010. Per Settore di attività economica e provincia 25

Tav. 12 - Ore CIG autorizzate e Lavoratori FTE triennio 2008-2010 26

Graf. 3 - Ore CIG autorizzate e Lavoratori FTE triennio 2008-2010 27

Graf. 4 - Stima ore CIG fruite e Lavoratori FTE triennio 2008-2010 28

2.2 Gli indici infortunistici nell’ultimo triennio consolidato 2006-2008 28

Tav. 13 - Frequenze relative di infortunio (per 1.000 addetti) e graduatoria. Trienni 2004/2006 2005/2007 2006/2008 per provincia, regione 29

Tav. 14 - Frequenze relative di infortunio (per 1.000 addetti) e graduatorie. Triennio 2006/2008 per tipo di conseguenza e province 29

98

Tav. 15 - Rapporti di gravità di infortunio (per addetto) e graduatorie. Triennio 2006/2008 per tipo di conseguenza e province 30

Graf. 5 - Frequenze relative di infortunio (per 1.000 addetti). Triennio 2006/2008 per alcuni settori di attività. Italia e Friuli Venezia Giulia 31

Graf. 6 - Rapporti di gravità di infortunio (per addetto). Triennio 2006/2008 per alcuni settori di attività. Italia e Friuli Venezia Giulia 32

Tav. 16 - Frequenze relative di infortunio (per 1.000 addetti). Triennio 2006-2008 per Settori di attività economica e provincia. Aziende monolocalizzate 33

2.3 L’andamento infortunistico in generale 34

Tav. 17 - Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2008-2010 per provincia e regione 34

Tav. 18 - Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2008 –2010 per macro settore di attività economica 35

Graf. 7 - Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2008 – 2010 per macro settore di attività economica 35

Tav. 19 - Infortuni mortali avvenuti nel periodo 2008-2010 per provincia, regione 36

2.4 Infortuni “in occasione di lavoro” e “in itinere”. Il rischio da circolazione stradale 37

Tav. 20 - Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2009-2010 per modalità di evento e province 37

Graf. 8 - Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2010 per modalità di evento 38

Tav. 21 - FOCUS: infortuni sul lavoro STRADALI avvenuti nel periodo 2009-2010 38

Tav. 22 - Infortuni MORTALI avvenuti nel periodo 2009-2010 per modalità di evento 39

2.5 Infortuni sul lavoro per Gestione tariffaria 39

Tav. 23 - Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2009-2010 per gestione tariffaria 39

Tav. 24 - Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2009-2010 per gestione tariffaria – Variazioni assolute e percentuali 40

Tav. 25- Infortuni MORTALI avvenuti nel periodo 2009-2010 per gestione tariffaria 40

2.6 Infortuni sul lavoro per Settore di attività economica 40

Tav. 26 - Infortuni sul lavoro denunciati all'INAIL nel 2010 per Settore di attività economica e Provincia 41

Graf. 9 - Infortuni sul lavoro denunciati all'INAIL nel 2010 per Macro settori e singoli settori di attività economica 42

Tav. 27 - Infortuni MORTALI denunciati all'INAIL nel 2010 per Settore di attività economica e Provincia 43

Tav. 28 - Infortuni sul lavoro denunciati all'INAIL nel 2008-2010 per Settore di attività economica 44

99

Tav. 29 - FOCUS: Ateco D - Totale attività manifatturiere. Infortuni denunciati e mortali per provincia e anno 45

Tav. 30 - FOCUS: Ateco DJ - Prod. fabbric. prodotti in metallo. Infortuni denunciati e mortali per provincia e anno 46

Tav. 31 - FOCUS: Ateco F – Costruzioni. Infortuni denunciati e mortali per provincia e anno 46

Tav. 32 - FOCUS: Ateco G – Commercio, riparazione e intermediazione. Infortuni denunciati e mortali per provincia e anno 47

Tav. 33 - FOCUS: Ateco K – Att. Immobiliari e informatica. Infortuni denunciati e mortali per provincia e anno 48

Tav. 34 - FOCUS: Ateco I – Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni. Infortuni denunciati e mortali per provincia e anno 49

Tav. 35 - FOCUS: Ateco N – Sanità e altri servizi sociali. Infortuni denunciati e mortali per provincia e anno 49

Tav. 36 - FOCUS: Ateco O – Altri servizi pubblici e sociali. Infortuni denunciati e mortali per provincia e anno 50

2.7 Infortuni sul lavoro per tipologia di azienda (artigiana e non artigiana) 51

Tav. 37 - Infortuni denunciati nel 2010 nella Gestione Industria e Servizi per tipologia di azienda e provincia 51

Tav. 38 - Infortuni denunciati nel 2010 nella Gestione Industria e Servizi per Settori di attività 52

Tav. 39 - Frequenze infortunistiche 2006-2008 per tipo di azienda 53

2.8 Infortuni sul lavoro in un’ottica di genere 53

Tav. 40 - Infortuni sul lavoro denunciati all'INAIL nel 2010 per sesso e provincia53

Tav. 41 - Infortuni sul lavoro denunciati all'INAIL nel 2010 per sesso e Settore di attività economica 54

Tav. 42 - Infortuni sul lavoro denunciati all'INAIL nel 2008, 2009 e 2010 per sesso e provincia 55

Tav. 43 - Occupati in FVG - Medie 2008, 2009 e 2010 per sesso e province (in migliaia) 56

Tav. 44 - Infortuni sul lavoro occorsi alle lavoratrici denunciati all'INAIL nel 2008, 2009 e 2010, per settore di attività 57

2.9 Infortuni sul lavoro per classi di età 58

Tav. 45 - Infortuni sul lavoro denunciati all'INAIL nel 2010 per classi di età e gestione tariffaria 58

Tav. 46 - Infortuni sul lavoro denunciati all'INAIL nel 2010 per classi di età e sesso 58

Tav. 47 - Infortuni sul lavoro denunciati all'INAIL nel 2008, 2009 e 2010 per classi di età 59

Tav. 48 - Occupati in Friuli Venezia Giulia - Medie 2008, 2009 e 2010 per Classi di età e sesso (in migliaia) 59

100

2.10 Infortuni sul lavoro occorsi ai lavoratori stranieri 60

Tav. 49 - Infortuni sul lavoro occorsi agli STRANIERI denunciati all'INAIL nel 2010, per gestione e provincia 60

Tav. 50 - Infortuni MORTALI sul lavoro occorsi agli STRANIERI denunciati all'INAIL nel 2010, per gestione e provincia 61

Tav. 51 - Infortuni sul lavoro occorsi agli STRANIERI denunciati all'INAIL nel 2008-2009, per provincia 62

Tav. 52 - Infortuni sul lavoro occorsi agli STRANIERI denunciati all'Inail nel 2010 per paese di nascita e territorio 63

2.11 L’andamento delle malattie professionali 64

Tav. 53 - Malattie professionali manifestatesi nel 2010 e denunciate all'INAIL per gestione e territorio 64

Tav. 54 - Malattie professionali manifestatesi negli anni 2009 e 2010 e denunciate all'INAIL per tipo di malattia e territorio – Agricoltura 65

Tav. 55 - Malattie professionali manifestatesi negli anni 2009 e 2010 e denunciate all'INAIL per tipo di malattia e territorio – Industria e servizi 66

2.12 La customer satisfaction 68

Graf. 10 - Trend giudizio medio complessivo Sedi FVG 69

Graf. 11 - Giudizi complessivi custode 2010 Sedi FVG 69

Tav. 56 - Dati nazionali - Confronto 2009-2010 70

Tav. 57 - Dati 2010 - Confronto Italia-FVG 70

Tav. 58 - Dati regionali - Confronto 2009-2010 70

Tav. 59 - Dati locali - Confronto 2009-2010 71

Tav. 60 - Dati 2010 - Confronto tra sedi Regione 71

Parte terza 73

3.1 L’attività prevenzionale: premessa 74

3.2 Attività di iniziativa nazionale 75

3.3 I principali progetti sul territorio regionale 75

3.4 Il contributo delle consulenze tecniche 78

Fig. 1 – Il sistema istituzionale dopo il D.lgs. 81/2008 78

Parte quarta 81

4.1 Verso il Polo salute e sicurezza 82

4.2 Le attività dell’ex Ipsema: il settore navigazione marittima Inail 82

Tav. 61 - Malattia: compartimento marittimo dell’alto e medio Adriatico 86

Tav. 62 - Infortuni: compartimento marittimo dell’alto e medio Adriatico 87

Tav. 63 - Infortuni in itinere – Compartimento marittimo dell’alto e medio Adriatico 87

Tav. 64 - Infortuni mortali: compartimento dell’alto e medio Adriatico 88

101

Tav. 65 - Navi/Imbarcazioni Assicurate – Compartimento marittimo dell’alto e Adriatico 90

Tav. 66 - Marittimi assicurati – Compartimento marittimo dell’alto e medio Adriatico 91

4.3 Le attività dell’ex Ispesl: il settore tecnico-scientifico e ricerca Inail 95

Indice delle tavole 97