Rapporti tra scienza e arte SIGILLUM NATURAE ET ARTIS SIMPLICITAS Il sigillo della natura e dellarte...

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Rapporti tra scienza e arte SIGILLUM NATURAE ET ARTIS SIMPLICITAS” Il sigillo della natura e dell’arte è la semplicità Mobili Niko Doffo Leonardo

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Rapporti tra scienza e arte “SIGILLUM NATURAE ET ARTIS SIMPLICITAS”

Il sigillo della natura e dell’arte è la semplicità

Mobili NikoDoffo Leonardo

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Nel XVI secolo non esiste una vera e propria autonomia dei diversi rami della scienza; lo scienziato è spesso un umanista che si interessa anche di problemi scientifici. La concezione globale di cultura elaborata nel Rinascimento, il tentativo di individuare le leggi dell’ordine universale e di restituire un’immagine razionale del cosmo si riflettono nei rapporti strettissimi tra scienza e magia, tra indagine sperimentale e concezione astrologica, tra studio scientifico e creazione artistica.

Leonardo è l’esempio più noto di artista del Rinascimento che ha posto alla base del suo procedimento creativo l’analisi dei processi formativi del mondo della natura attraverso la visualizzazione grafica.

Leonardo Da Vinci (1452 – 1519) diede ai suoi disegni più il valore di tavole scientifiche che quello di ricerca artistica ed espressiva. I suoi studi sul corpo umano mostrano, da un lato, l’attenzione per l’indagine sistematica dei dati naturali, dall’altro la sua concezione del corpo come microcosmo perfetto.

Nell’Accademia delle Arti del Disegno l’insegnamento dell’anatomia era previsto dagli statuti ed effettivamente praticato. Molti furono gli artisti ( da Leonardo in poi) e gli accademici che si dedicarono attivamente agli studi anatomici attraverso la dissezione dei cadaveri. I risultati delle “autopsie” erano accuratamente disegnati e/o scolpiti e/o dipinti in modo tale da fornire modelli di riferimento per gli artisti. Nel tardo Cinquecento gli studi anatomici e i trattati di disegno tendono a sostenere che le corrette proporzioni umane da proporre nelle opere non sono quelle

idealizzate nel Rinascimento, ma quelle effettivamente rilevate attraverso gli studi dal vero.

Il Manierismo apriva la strada alla creatività, alla varietà, all’interpretazione soggettiva, ecc.

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“UOMO VITRUVIANO”

Leonardo,

schema desunto dal De Architectura

di Vitruvio, relativo alla proporzione

del corpo umano.

“L’uomo è detto da li antichi mondo minore.[…] Come dice el nostro Vitruvio, a sua similitudine dobiam proportionare ogni edificio”.

I rapporti proporzionali del disegno, accompagnato da una spiegazione autografa, sono tratti dalle prescrizioni di Vitruvio. L’ideale della bellezza del corpo umano è data dalle proporzioni geometriche del cerchio e del quadrato, forme considerate perfette, e che esprimono, al tempo stesso, la conciliazione tra sfera spirituale e terrena.

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“LO SCORTICATO”

Ludovico Cardi (detto Cigoli), Lo scorticato,1678, Bronzo; altezza 60 cm, Firenze, Museo Nazionale del Bargello, Bronzi 29

L’opera del Cigoli fu realizzata in cera tra il 1598 e il 1600 sulla base di scrupolosi disegni

realizzati durante la dissezione di un cadavere. La posa rispetto a quelle di soggetti analoghi precedenti è più composta, rinunciando al gusto macabro degli “scorticati” del Franqueville che erano ritratti in pose molto articolate e con la loro pelle in mano. Lo “scorticato” del Cigoli apparve subito come un’anatomia plastica esemplare e fu replicato numerose volte. Gettato in bronzo da Giovanni Battista Foggini, l’opera è una delle più celebri espressioni cinquecentesche dell’attenzione dedicata allo studio del corpo umano in seno all’Accademia delle Arti del Disegno.

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“ LEZIONI DI ANATOMIA”

Rembrandt, Lezioni di anatomia del dottor Tulp, 1632, L'Aja, Mauritshuis

Rembrandt, uno dei più famosi pittori olandesi del XVII secolo, elabora una straordinaria sintesi dei processi di evoluzione della percezione sensoriale attivati non più dall’Eros, ma dal desideriodi conoscere la verità. Più che un semplice ritratto di gruppo (genere pittorico nordeuropeo) l’opera rappresenta la documentazione di un’azione precisa: la dissezione del braccio e della mano di un cadavere eseguita da un esperto chirurgo che dimostra l’importanza dell’arto attraverso lo studio del suo funzionamento interno.E’ come se Rembrand si immedesimasse in uno dei medici presenti ed acquisisse un “occhio medico” con il quale analizzare e rappresentare la scena.La condizione preliminare posta da Rembrandt è che l’alchimista abbia sufficiente energia mentale per modellare gradualmente la percezione sensoriale in un vero e proprio strumento di conoscenza.La disattenzione, la distrazione e l'incapacità di focalizzare la situazione in tutti i suoi aspetti, sono gli aspetti deteriori della percezione sensoriale descritti da Rembrandt nei volti dei primi tre studenti che si trovano a sinistra del dipinto. Al centro, vicino al Dottor Tulp, emerge lo studente che ascolta con attenzione le parole anche senza guardare le immagini, mentre gli altri tre esprimono una qualità della percezione superiore alla media.

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“BUE MACELLATO”

Rembrandt, Bue macellato, 1655, olio su tavola, 94 × 69 cm, Parigi, Louvre

Nella pittura olandese di genere la presenza di animali morti e macellati era frequente nelle

scene di cucina, diffuse a partire dalla metà del Cinquecento. La figura umana ha in questo dipinto un ruolo del tutto secondario. L’attenzione del pittore è concentrata sul tema del bue: la carcassa dell’animale è posta in primo piano e descritta con toni crudamente realistici. Il colore è denso e tattile e il trattamento materico della superficie pittorica sembra suggerire la consistenza della carne.

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Nel Cinquecento in Europa sono ancora le corti signorili a rappresentare il luogo privilegiato degli sviluppi delle scienze. I principi sono committenti di opere scientifiche di ricerche ed esplorazioni; le loro collezioni assomigliano sempre di più ad un gabinetto scientifico rispetto alle eterogenee raccolte di curiosità e di “meraviglie” diffuse nel Medioevo e nel Quattrocento. Al valore magico e taumaturgico attribuito ad oggetti naturali rari ed esotici, alla ricerca del diverso, del monstrum (= cosa straordinaria, fuori dalla norma) di natura si va affiancando l’esigenza della conoscenza, della classificazione. La realtà scientifica è qui ancora rivestita di simbolo e di magia. Questo involucro intellettualistico e allegorico scompare nelle raccolte di scienziati e medici, come quella del bolognese Ulisse Aldovrandi (1522 – 1605), che già nel 1566 costituiva uno dei primi musei naturalistici, concepito modernamente, come strumento di conoscenza del mondo naturale “ a utile e beneficio de l’huomo”. Tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento matura quindi il processo di specializzazione e di autonomia delle scienze: arte e scienza seguiranno d’ora in poi vie separate, ma che ancora si intersecheranno.

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ULISSE ALDROVANDI

Ulisse Aldrovandi, U. Aldrovandi, De piscibus libri V et de cetis lib. Ornithologiae hoc est de avibus historiae libri XII unus Bononiae, apud Io. B. Bellagambam, 1613. Bononiae, apud Io. B. Bellagambam, 1599.

Il rinnovato interesse per la natura rappresenta uno dei tratti più caratteristici della cultura umanistica e rinascimentale.Il Cinquecento in particolare si caratterizza per lo sforzo di raccogliere in monumentali enciclopedie tutte le conoscenze acquisite in ambito zoologico dall'antichità all'epoca moderna. Di questo naturalismo enciclopedico cinquecentesco è espressione tipica la ponderosa opera del bolognese Ulisse Aldrovandi (1522-1605) che nel 1599 inizia la pubblicazione di una monumentale enciclopedia di storia naturale con la stampa dei tre volumi dell'Ornithologia e del De animalibus insectis, mentre gli altri nove volumi dell'opera saranno pubblicati solo dopo la sua morte tra il 1606 e il 1668. Aldrovandi teorizza l'assoluta importanza dell'immagine come strumento di indagine e di approfondimento della realtà naturale, tanto da realizzare un "corpus" di circa cinquemila immagini a tempera, spesso utilizzate come prototipi per le illustrazioni xilografiche delle sue opere a stampa, commissionate ad un gruppo di artisti che operano sotto la sua direzione.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E SITOGRAFICI

. in Bairati. E., Finocchi A., Arte in Italia, Loescher Ed., Torino, 1988, vol. 2, p. 496

. http://www.istitutocalvino.it/studenti/siti/leo/biologia/anatom.htm

. http://brunelleschi.imss.fi.it/mediciscienze/imed.asp?c=70046

. http://museohermetico.blogspot.com/2007/04/lezioni-di-anatomia-del-dott-tulp.html

. in: AA.VV. I classici dell’arte, Rembrandt, Edizione speciale per Il Corriere della Sera, Milano, Rizzoli – Skira,2003, p. 140

. http://panizzi.comune.re.it/mostre/zoo/Aldrovandi.htm