Rapporti russia europa

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RAPPORTI RUSSIA-EUROPA Intervento dell’Ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata a Atreju 2014

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Intervento dell'Ambasciatore Giulio Terzi di Sant'Agata alla festa Atreju 2014, sul tema delle relazioni Europa-Russia

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RAPPORTI RUSSIA-EUROPA

Intervento dell’Ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata a Atreju 2014

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Credo sia urgente stemperare le recriminazioni sull’Ucraina, facendo leva sull’avvio della trattativa tra Poroshenko e Putin, con tempestivo riconoscimento da parte del Presidente Ucraino delle principali esigenze avanzate dalla Russia, per riportare il dialogo tra occidentali – USA e UE - e Mosca sul terreno della massima concretezza possibile e dei comuni interessi di sicurezza.

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Alcune analisi contenute nel libro curato da Aldo Ferrari evocano l’ipotesi di una nuova Guerra Fredda. Comunque la si voglia chiamare, e non è una definizione da prendere a cuor leggero data l’ampiezza e profondità dell’impatto che la prima ebbe sulle relazioni internazionali della seconda metà del Novecento, è indubbio che le relazioni tra la Russia e l’Occidente siano talmente deteriorate da far dire a diversi leaders europei, come la Merkel, che il Partenariato con la Russia deve ritenersi sospeso. Con grande difficoltà l’Occidente aveva superato nel 2008 la crisi georgiana, tornando al “business as usual”. Dopo l’annessione della Crimea e le operazioni russe in Ucraina, questo non è purtroppo più possibile.

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L’Europa non può consentire che la situazione in Ucraina si trasformi in un ennesimo, e infinitamente più nocivo per la sicurezza europea, “conflitto congelato”, come alcuni asseriscono essere il “piano B “ del Cremlino. E non può neppure consentire che una perdurante tensione con la Russia si traduca in sanzioni e controsanzioni, ricatti energetici, ripicche sulla questione siriana e irachena, per non parlare della minaccia nucleare iraniana.È quindi evidente l’interesse europeo, e in particolare italiano, a “gestire” il rapporto con la Russia in direzione di una piena riattivazione, nel tempo, del Partenariato UE-Russia, senza dimenticare, ma anzi traendo insegnamento da alcune precise “lezioni apprese” durante la Guerra Fredda.

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La prima, riguarda l’esigenza di accorciare i tempi di un’uscita dalla fase acuta della crisi in Ucraina limitando il danno che le diverse opzioni sul tavolo possono avere per una o per l’altra parte. Se l’Occidente dovesse soggiacere, ad esempio, al principio della “protezione con la forza” delle minoranze nazionali nei Paesi confinanti, o se la Russia dovesse per contro subire l’ingresso sic et simpliciter dell’Ucraina nella Nato, la crisi si aggraverebbe, anzichè attenuarsi. L’obiettivo di portare Mosca a ridimensionare le sue aspettative, deve essere associato a una visione alternativa, conveniente per entrambi le parti. Come avvenuto durante la Guerra Fredda, il punto di equilibrio dovrebbe essere posto su una “attualizzazione” degli accordi paneuropei sulla sicurezza e delle intese in tema di armamenti strategici e substrategici, inclusi quelli sulle forze nucleari intermedie.

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Una seconda lezione da seguire, riguarda la necessità di correggere le “percezioni". Nel ’79 gli Usa ritenevano che l’invasione sovietica dell’Afghanistan preludesse a un’avanzata dell’Urss verso il Golfo, in linea con l’espansionismo dei tempi di Stalin, e l’influenza russa sull’Iran, la Siria e l’Egitto. Lo stesso dicasi per le preoccupazioni russe in tema di difesa missilistica, o di ampliamento della Nato. È certamente difficile erodere pesanti diffidenze, ciò comporta rischi politici, bisogna attenuare le polemiche: ma si tratta di un’esigenza alla quale si può lavorare soprattutto attraverso contatti diretti tra i Leaders.

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La terza lezione è probabilmente la più importante. Sono stati soprattutto gli eventi della Guerra Fredda, più delle politiche e dei grandi piani strategici, a determinare i comportamenti e le reazioni degli Occidentali e dei Sovietici. Europei e Americani dovrebbero concentrarsi su situazioni nuove da determinare che possano influire sulle posizioni russe. Sul piano militare le premesse poste da Reagan per i negoziati IFN restano un esempio significativo.Nella situazione Ucraina, Usa e Ue potrebbero modificare l’intera equazione fornendo a Kiev l’assistenza economica di cui ha disperatamente bisogno, per ottenere uno Stato di diritto che faccia molta pulizia tra la nomenklatura esistente, per ristabilire un Governo dotato di credibilità nell’intero Paese, che possa guidare il Paese senza spezzarlo tra forze attualmente contrapposte.L’Ucraina e il punto di attrito centrale. Se l’Occidente saprà “creare”situazioni nuove, anzichè inseguire la crisi, la nuova Guerra fredda potrebbe spegnersi prima di iniziare veramente.