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Ragioneria Professionale Corso di laurea Magistrale Economia aziendale a.a. 2014-2015 Prof. Enrico Laghi Ordinario di Economia Aziendale Università La Sapienza di Roma Roma, settembre-dicembre 2014

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Ragioneria Professionale Corso di laurea Magistrale Economia aziendale a.a. 2014-2015

Prof. Enrico Laghi Ordinario di Economia Aziendale Università La Sapienza di Roma Roma, settembre-dicembre 2014

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Richiamo concetti base

Pagina 2

•  Azienda: istituto economico duraturo che produce beni e servizi. L’istituto economico è costituito da un sistema di persone (organizzazione), da un sistema di beni (capitale), da un sistema di operazioni (gestione). L’istituto aziendale è rivolto alla soddisfazione di bisogni umani.

•  Azienda: centro organizzato per la produzione di beni e servizi destinati a soddisfare bisogni umani

•  Business: complesso integrato di attività gestite allo scopo di produrre un ritorno economico (in termini di dividendi, minori costi o altri benefici economici) in favore degli investitori nel capitale dell’impresa.

•  Attività aziendale: è costituita da fattori di produzione e processi applicati a tali fattori per la produzione di beni/servizi. Sebbene le attività aziendali siano destinate alla realizzazione di una produzione di beni/servizi, la realizzazione di beni/servizi non è necessaria affinché un insieme integrato di attività costituisca un’attività aziendale. I tre elementi che qualificano un’attività aziendale sono così definiti:

–  Fattori di produzione: qualsiasi risorsa economica che crei, o sia in grado di creare, produzione quando le vengono applicati uno o più processi. Tra gli esempi vi sono attività non correnti (incluso attività immateriali o diritti di utilizzo di attività non correnti), proprietà intellettuale, capacità di avere accesso ai materiali o ai diritti necessari e i dipendenti.

–  Processo: qualsiasi sistema, standard, protocollo, convenzione o regola che, se applicato ai fattori di produzione, crea o sia in grado di creare produzione. Tra gli esempi vi sono processi di gestione strategica, processi operativi e processi di gestione delle risorse. Generalmente questi processi sono documentati, ma una forza lavoro organizzata che disponga delle competenze e dell’esperienza necessarie in base alle regole e alle convenzioni, può fornire processi tali da poter essere applicati a fattori di produzione e creare produzione. (Contabilità, fatturazione, libro paga e altri sistemi amministrativi generalmente non sono processi utilizzati per creare produzione.)

–  Produzione: il risultato di fattori di produzione e di processi applicati ai fattori di produzione che forniscono, o sono in grado di fornire, un profitto sotto forma di dividendi, di minori costi o di altri benefici economici direttamente agli investitori nel capitale dell’impresa.

•  Per poter essere condotto e gestito per gli scopi indicati, un insieme integrato di attività e beni necessita di due elementi fondamentali: fattori di produzione e processi applicati a tali fattori di produzione, che insieme sono o saranno utilizzati per realizzare una produzione. Tuttavia, non è necessario che un’attività aziendale comprenda tutti i fattori di produzione o i processi impiegati dal venditore nella gestione di tale attività aziendale se gli operatori di mercato sono in grado di acquisire l’attività aziendale e continuare a realizzare la produzione, per esempio, integrando l’attività aziendale con fattori di produzione e processi propri.

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Oggetto del modulo

Pagina 3

•  Nel passato la gestione aziendale era caratterizzata dallo svolgimento di operazioni che non coinvolgevano, se non in casi “straordinari”, l’economia (attività/business) di due o più aziende. Pertanto, nel caso in cui ciò accadeva, le operazioni che avevano ad oggetto l’economia di due o più business erano identificate con l’espressione di “operazioni straordinarie” .

•  Nell’economia contemporanea il diffondersi:

–  di strategie di sviluppo, integrazione e ristrutturazione, attuate mediante processi di acquisizione/fusione, scorporo/scissione, ristrutturazione/turnaround, quotazione di titoli in mercati regolamentati o delisting;

–  del fenomeno dei gruppi societari;

•  ha reso la definizione di “operazioni straordinarie” riconosciuta alle operazioni di gestione che riguardano l’economia di due o più business superata. Nell’economia moderna e contemporanea è “ordinario” dare corso a operazioni “straordinarie”.

•  Oggetto del corso sono le operazioni che riguardano l’economia di due o più business.

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Oggetto del modulo

Pagina 4

•  Le operazioni che riguardano l’economia di due o più business si articolano:

•  sul piano giuridico/formale in:

–  acquisto/cessione (di aziende/rami d’azienda/partecipazioni),

–  conferimento, (di aziende/rami d’azienda/partecipazioni)

–  fusione di società,

–  scissione di società;

•  sul piano economico-sostanziale si distinguono in:

–  operazioni di aggregazione aziendale acquisitive (BC) quando le operazioni sono condotte tra soggetti economici differenti e uno dei soggetti economici partecipanti all’operazione acquisisce il controllo del business in precedenza controllato da altro soggetto economico;

–  operazioni di aggregazione aziendale non acquisitive o “sotto comune controllo” (BCUCC) quando tali operazioni sono condotte nell’economia dello stesso soggetto economico, ovvero non si verifica, per effetto dell’operazione, il cambiamento di controllo sui business che vengono integrati/scorporati/riorganizzati.

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Operazioni di aggregazione BC e forme giuridiche

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Operazioni di aggregazione BC e forme giuridiche

Pagina 6

•  BC: fusione per incorporazione. A acquisisce il controllo sulle attività di B tramite fusione per incorporazione. Nella fusione per incorporazione la società incorporante (A) prosegue nella propria esistenza assorbendo la società incorporata (B). Il socio Y riceve azioni di A in cambio delle azioni possedute nella società B. A realizza una BC.

Socio Y 100% W 100

Società B A 400 – P 300 = W 100

Socio X 100% W 400

Società A A 1.000 – P 600 = W 400

Socio Y 20% W 100

Socio X 80% W 400

Società A = A+B A 1.400 – P 900 = W 500

ANTE POST

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Operazioni di aggregazione BC e forme giuridiche

Pagina 7

Socio Y 100% W 100

Società B A 400 – P 300 = W 100

Socio X 100% W 400

Società A A 1.000 – P 600 = W 400

Socio Y 20% W 100

Socio X 80% W 400

Società A = A+B A 1.400 – P 900 = W 500

•  BC: fusione per unione. A acquisisce il controllo di B tramite fusione per unione. Nella fusione per unione nasce una nuova società (C) dalla unione di A e B. Ai fini contabili di qualificazione della BC occorre individuare comunque una società acquirente nella cui ottica l’operazione viene contabilizzata. Nel caso specifico è A. I soci X e Y ricevono azioni di C in cambio delle azioni possedute rispettivamente in A e in B. “A” realizza una BC.

ANTE POST

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•  BC: conferimento. B acquisisce il controllo sul ramo d’azienda di A tramite il conferimento di tale ramo d’azienda da A in B. Nel caso di specie l’acquirente è la società conferitaria B e l’aggregazione aziendale riguarderà le attività conferite. La società A riceverà, in cambio dell’apporto, azioni della società B. B realizza una BC.

Operazioni di aggregazione BC e forme giuridiche

Pagina 8

ANTE POST

Socio X 100%

Società A

W = 200

Socio Y 100%

Società B conferitaria A 1.000 – P 600 =

W 400

Socio X 100%

Società A W = 200 di cui 100 attività proprie +

20% partecipazione in B

W = 100

Socio Y 80%

Società B conferitaria A 1.400 – P 900 =

W 500

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Operazioni di aggregazione BC e forme giuridiche

Pagina 9

•  BC: scissione totale. A, beneficiaria della scissione, acquisisce il controllo sulle attività di B tramite scissione totale di B in quanto le attività nette di B vengono incorporate in A. Nella scissione totale rappresentata la società beneficiaria (A) prosegue nella propria esistenza assorbendo le attività della società scissa (B). I soci della scissa ricevono azioni della beneficiaria. A realizza una BC.

ANTE POST

Socio X 100% W 400

Società A A 1.000 – P 600 = W 400

Socio Y 100% W 100

Società B A 400 – P 300 = W 100

Socio Y (ex socio di B)

diviene socio di A 20% W 100

Socio X 80% W

400

Società A = A+B A 1.400 – P 900 = W 500

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•  BC: scissione parziale. B acquisisce il controllo su di una porzione delle attività nette di A tramite scissione parziale di A in quanto una parte delle attività nette di A vengono incorporate in B. Nella scissione parziale rappresentata la società beneficiaria (B) prosegue nella propria esistenza assorbendo parte delle attività della società parzialmente scissa (A). B realizza una BC.

Operazioni di aggregazione BC e forme giuridiche

Pagina 10

Socio X 20% di B + 100% di A

Società A W 100

Socio Y 80%

Società B A 1.400 – P 900 =

W 500

Socio X 100%

Società A

W = 200

Socio Y 100%

Società B A 1.000 – P 600 =

W 400

ANTE POST

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Operazioni di aggregazione BC e forme giuridiche

Pagina 11

•  BC: acquisto di partecipazione di controllo. A acquisisce la partecipazione di B in C a fronte di corrispettivo in denaro. A realizza una BC.

•  BC: acquisto d’azienda. A acquisisce l’azienda di B a fronte di corrispettivo in denaro. A realizza una BC.

ANTE POST

Società A Società B Società A Società B

Società C

Società B - azienda B

+ denaro

Società A + azienda B

- denaro

Società B + denaro

- Società C

Società A - Denaro

+ Società C

Società C

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Operazioni di aggregazione BC e forme giuridiche

Pagina 12

Società B (20% A)

Società A (80% C)

Società A Società B

Società C

Società C

ANTE POST

Società C

Società D

Società A Società B

Società D Società C

•  BC: acquisto di partecipazione a seguito conferimento. A acquisisce il controllo di C tramite il conferimento della partecipazione da parte di B in A. B diviene socio di A. A realizza una BC.

Società A

Società B (100% C)

•  BC: acquisto di partecipazioni di controllo t r a m i t e s c a m b i o . A a c q u i s i s c e l a partecipazione di B in C e B acquisisce la partecipazione di A in D. A e B realizzano una BC.

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Operazioni di aggregazione BC e forme giuridiche

Pagina 13

•  BC: acquisto di controllo tramite acquisto azioni proprie. A esercita influenza notevole su B (46% capitale). B acquista azioni proprie pari al 10% del proprio capitale sociale. Post acquisto AP A controlla B al 51%. A realizza una BC.

Società A (46% di B = 460)

Società B

Cs 1000

Società A (460 di B = 51,1%

(460 di 900)

•  BC: acquisto di partecipazioni di controllo tramite eliminazione di diritti di veto o stipula contratti. A realizza una BC.

ANTE POST

Società B Cs 1000 – AP

100 = 900

Società A (51% di B

= 510)

Società B

Cs 1000

Società A (51% di B =

510

Società B Cs 1000

Vincolo all’esercizio del controllo

Vincolo all’esercizio del

controllo

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Operazioni di aggregazione BCUCC e forme giuridiche

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Operazioni di aggregazione BCUCC e forme giuridiche

Pagina 15

Società X

Società A (60%)

Società B (80%)

Società C (100%)

•  BCUCC: fusione per incorporazione di controllata. X controlla A, B e C (tramite B). La fusione per incorporazione di C in B non modifica il controllo già esercitato da X su B e su C tramite B. La fusione per incorporazione di C in B è una BCUCC perché X continua a controllare A, B e C.

ANTE POST

Società X

Società A (60%)

Società B+C (80%)

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Operazioni di aggregazione BCUCC e forme giuridiche

Pagina 16

Società X

Società A (100%)

Società B (100%)

•  BCUCC: fusione per incorporazione di consociate. X controlla A e B. La fusione per incorporazione di B in A (o la fusione per unione di A e B) non modifica il controllo già esercitato da X su A e B. La fusione per incorporazione di B in A (o per unione di A e B) è una BCUCC perché X continua a controllare A e B.

ANTE POST

Società X

Società A+B (100%)

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Operazioni di aggregazione BCUCC e forme giuridiche

Pagina 17

Società X

Società A (100%)

Società A1 (100% di A)

Società B (100% di X)

•  BCUCC: conferimento infragruppo di partecipazioni. X controlla A, B e A1 (tramite A). A conferisce le partecipazioni in A1 in B e riceve azioni di B per un valore pari al 40% del capitale di B. Post conferimento B è posseduta al 60% da X, al 40% da A. B a sua volta controlla il 100% di A1. Il conferimento infragruppo di partecipazioni è una BCUCC perché X continua a controllare A, B e A1.

ANTE POST

Società X

Società A (100% di X) A 40% di B

Società B (60% di X) 40% di A

Società A1 (100% di B)

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Operazioni di aggregazione BCUCC e forme giuridiche

Pagina 18

Società X

Società B (100% di X)

Società A (100% di X)

•  BCUCC: scissione di società con costituzione di nuove beneficiarie. X controlla A e B. B si scinde in due società beneficiarie di nuova costituzione B1 e B2. La scissione di B in B1 e B2 è una BCUCC perché X continua a controllare le attività ex B tramite B1 e B2.

ANTE POST

Società X

Società A (100%) Società B1

(100% di X) Società B2 (100% di X)

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Operazioni di aggregazione BCUCC e forme giuridiche

Pagina 19

Società X

Società A (100%)

Società A1 (100% di A)

Società B (100% di X)

•  BCUCC: trasferimento infragruppo di partecipazioni. X controlla A, B e A1 (tramite A). A cede le partecipazioni in A1 in B e riceve denaro da B. Post cessione B possiede le partecipazioni in A1 e A possiede maggior denaro. Il trasferimento infragruppo di partecipazioni è una BCUCC perché X continua a controllare A, B e A1.

ANTE POST

Società X

Società A (100% di X)

Società B (100% di X)

Società A1 (100% di B)

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Operazioni di aggregazione BCUCC e forme giuridiche

Pagina 20

Società X

Società A (100%)

Società A1 (100% di A)

Società B (100% di X)

•  BCUCC: acquisto di ramo d’azienda infragruppo. X controlla A, B e A1 (tramite A). A1 cede un ramo d’azienda a B. La cessione di ramo d’azienda da A1 a B è una BCUCC perché X continua a controllare il ramo d’azienda trasferito da A1 a B.

ANTE POST

Società X

Società A (100%)

Società A1 (100% di A)

Società B (100% di X)

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IFRS 3: Aggregazioni aziendali

Pagina 21

Ambito  di  applicazione  

La  finalità  dello  IFRS  3  

dettare  le  regole  di  contabilizzazione  delle  aggregazioni  aziendali  

In  Italia  non  esiste  un  documento  analogo  all’IFRS  3,  anche  se  alcune  regole  sulla  contabilizzazione  delle  acquisizioni  sono  contenute  nel  PC  -­‐OIC  17  (Il  bilancio  consolidato)  e  nel  PC-­‐OIC  4  (Fusioni  e  scissioni)  

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IFRS 3: Aggregazioni aziendali

Pagina 22

Ambito  di  applicazione  

Aggregazione  aziendale    Operazione  o  altro  evento  in  cui  l’acquirente  acquisisce  il  controllo  di  uno  o  più  business  

Controllo  

Business  

Potere  di  determinare  le  politiche  gestionali  e  finanziarie  di  un’entità  al  fine  di  ottenere  benefici  dalla  sue  attività-­‐  

Dal  2013  nuovo  concetto  di  controllo  IFRS  10.  

Insieme   integrato   di   attività   e   beni   che   sono   gestite   e  condotte   con   l’obiettivo  di   fornire   un   ritorno   in   termini   di  dividendi,   minori   costi   o   altri   benefici   economici   agli  investitori  o  altri  possessori  di  azioni,  membri  o  partecipanti.  

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IFRS 3: Aggregazioni aziendali

Pagina 23

Ambito  di  applicazione  

Rientrano  nell’ambito  di  applicazione  

a)   Acquisizione  di  partecipazioni  o  rami  d’azienda  da  parte  di  imprese  operative  

b)   Operazioni  di  fusione  per  unione  o  per  incorporazione  

c)   Scissioni  a  favore  di  beneficiarie  esistenti  ed  operative  d)   Conferimenti  d’azienda  o  rami  d’azienda  a  favore  di  

imprese  operative    

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IFRS 3: Aggregazioni aziendali

Pagina 24

Ambito  di  applicazione  guida  applicativa  

Un   acquirente   può   acquisire   il   controllo   di   un’acquisita   in   molteplici  

modi,  per  esempio  (IFRS  3R  B5):  

a)  trasferendo  disponibilità  liquide,  mezzi  equivalenti  o  altre  

attività  (incluse  le  attività  nette  che  costituiscono  un’attività  

aziendale);  

b)  assumendo  passività;  

c)  emettendo  interessenze;  

d)  fornendo  più  tipi  di  corrispettivi;  o  

e)  senza  trasferimento  di  corrispettivi,  inclusa  l’acquisizione  

unicamente  per  contratto  

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IFRS 3: Aggregazioni aziendali

Pagina 25

Ambito  di  applicazione  guida  applicativa  -­‐  prevalenza  della  sostanza  sulla  forma  

La  reporting  entity   in  cui  confluiscono   le   imprese  che  partecipano  

all’aggregazione  non  deve  necessariamente  coincidere  con  una  

nuova  entità  giuridica  

Sono  pertanto  irrilevanti:  

•  L’istituto  giuridico  prescelto  come  veste  formale  dell’operazione  

•  Lo  status  giuridico  dei  soggetti  contraenti  

•  Le  modalità  di  regolamento  economico  dello  scambio  realizzato  

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IFRS 3: Aggregazioni aziendali

Pagina 26

Ambito  di  applicazione  guida  applicativa  -­‐  prevalenza  della  sostanza  sulla  forma  

Una   aggregazione   aziendale  può  essere   strutturata   con  modalità   diverse  determinate  da  motivi   legali,  fiscali  o  di  altro  genere  che  comprendono   le  seguenti,  ma  non  sono  a  queste  limitate:  a)  una  o  più  attività  aziendali  diventano  controllate  di  un  acquirente  oppure  viene  realizzata  una  fusione  dell’attivo  netto  di  una  o  più  attività  aziendali  nell’acquirente;  b)   una   entità   aggregante   trasferisce   il   proprio   attivo   netto,   o   i   suoi   soci  trasferiscono   le  proprie   interessenze,   ad  altra  entità  aggregante  o  ai   suoi  soci;  

c)    tutte  le  entità  aggreganti  trasferiscono  il  proprio  attivo  netto,  o  i  soci  di  dette  entità  trasferiscono  le  proprie  interessenze,  a  una  entità  costituita  di  recente  (talvolta  denominata  operazione  di  accorpamento);  o    

d)  un  gruppo  di  precedenti  soci  di  una  delle  entità  aggreganti  acquisisce  il  controllo  di  maggioranza  dell’entità  risultante  dall’aggregazione  

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IFRS 3: Aggregazioni aziendali

Pagina 27

Ambito  di  applicazione  

Esclusioni  dall’ambito  di  applicazione  

b)   Operazioni  tra  entità  sotto  comune  controllo  

A  

B   C  

B  Post  

riorganizzazione  

A   B  

JV  

Prima  della  organizzazione  

a)   Formazioni  di  joint  venture  

OPI  1  Assirevi  BCUCC  Discussion  Paper  EFRAG  OIC      

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IFRS 3: Aggregazioni aziendali

Pagina 28

Il  metodo  dell’acquisizione  

Un’entità deve contabilizzare ogni aggregazione aziendale applicando il metodo dell’acquisizione

1° • Determinare se l’operazione è un’aggregazione di impresa (o meno)

2° • Identificare l’acquirente

3° • Determinare la data di acquisizione

4° • Misurare il costo e determinare quale parte rappresenti il vero costo dell’aggregazione di impresa

5° • Identificare e misurare le attività e passività acquisite e le interessenze di minoranza

6° • Riconoscere l’avviamento o l’utile per il “buon affare”

7° • Contabilizzare la valutazione successiva all’acquisizione

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IFRS 3: Aggregazioni aziendali

Pagina 29

Il  metodo  dell’acquisizione  

1° •  Determinare se l’operazione è un’aggregazione di impresa (o meno)

La determinazione avviene con riferimento all’ambito di applicazione del principio, così come trattato in precedenza.

In particolare con riferimento ai concetti di controllo e business.

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IFRS 3: Aggregazioni aziendali

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Il  metodo  dell’acquisizione  

2° •  Identificare l’acquirente

•  In  ogni  aggregazione  aziendale,  una  (o  più)  delle   imprese  aggregate  deve  essere  identificata  come  l’acquirente.  

•  Acquirente  e  acquisito  sono  identificati  applicando  le  regole  previste  dallo  IAS  27  (r2008)   con   riferimento   alla   definizione   di   “controllo”:   potere   di   governare   le  politiche   gestionali   e   finanziarie   di   un’entità   con   lo   scopo   di   ottenere   benefici  dalla  sua  attività  [IAS  27  (r2008),  §  4].  

   

riguardano   le   politiche   relative   alla   finanza   di   un’impresa,   quali   ad  esempio,   distribuzione   dei   dividendi,   approvazione   di   budget/piani,  definizione   dei   termini   di   pagamento,   emissione   di   strumenti   di  debito,  politiche  contabili,  ecc..  

politiche  gestionali  !    comprendono   le   attività   che   governano   l’operatività   di  un’impresa,  quali  ad  esempio,  le  politiche  di  gestione  delle  vendite,  il   marketing,   le   risorse   umane,   la   produzione,   la   logistica   e   gli  investimenti,  ecc.;  

politiche  finanziarie  !    

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IFRS 3: Aggregazioni aziendali

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Il  metodo  dell’acquisizione   2/2

2° •  Identificare l’acquirente

•  Acquisizione   inversa:   Si   verifica   quando  un’impresa  ottiene  la  proprietà  delle  azioni  di  un’altra   impresa,   emettendo   per   i l  pagamento  un  numero  di  azioni  proprie  tale  che   il   controllo   dell’impresa   derivante  dall’aggregazione   di   imprese   passa   ai  proprietari  dell’impresa  acquisita.  Esempio:  

ü  La  società  A    acquista  il  100%  della  Società  B,  i l   c o r r i s p e t t i v o   è   r a p p r e s e n t a t o  dall’emissione   di   nuove   azioni   che   vengono  intestate  ai  soci  della  società  B  

ü  Gli   azionisti   della   vecchia   Società   B   dopo  l’aumento  di  capitale  posseggono  il  55%  della  Società  A  

ü  La  società  B  è  contabilmente   l’acquirente   in  base  alle  previsioni  dell’IFRS  3    

Società    A  

Società  B  

Società  A  

Società  B  

             B                

             A                              B                  

100%  Nuove    azioni   Tutte  azioni  B  

             A                  

45%   55%  

100%  

100%  

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IFRS 3: Aggregazioni aziendali

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Il  metodo  dell’acquisizione  –  presunzione  controllo  

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Il  metodo  dell’acquisizione  –  presunzione  controllo  

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Il  metodo  dell’acquisizione    

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Il  metodo  dell’acquisizione    

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IFRS 3: Aggregazioni aziendali

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Il  metodo  dell’acquisizione    

3° •  Determinare la data di acquisizione

•  La  data  di  acquisizione:  

 

Ø  coincide  con  il  momento  di  acquisizione  del  controllo;  

Ø  generalmente  è  la  data  in  corrispondenza  della  quale  avviene  il  trasferimento  del   corrispettivo   e   l’acquisizione   delle   attività   nette   della   società   acquisita  (i.e.  “closing  date”).  Occorre  tuttavia  considerare  tutti   i  fatti  e   le  circostanze  che   potrebbero   identificare   un   momento   differente   di   acquisizione   del  controllo  (ad  esempio,  la  data  di  acquisizione  potrebbe  essere  antecedente  al  “closing  date”   in  presenza  di  accordi  vincolanti   che  rivelino   l’acquisizione  del  controllo  prima  di  tale  data).  

   

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Il  metodo  dell’acquisizione     2/3

3° •  Determinare la data di acquisizione

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Il  metodo  dell’acquisizione     3/3

3° •  Determinare la data di acquisizione

•  Dalla  data  di  acquisizione  l’acquirente  deve:  

ü  rilevare   nello   stato   patrimoniale   le   attività   e   le   passività   identificabili  dell’acquisita   e   l’eventuale   avviamento   (positivo   o   negativo)   risultante  dall’acquisizione,  e  

ü  includere   nel   proprio   conto   economico   il   risultato   di   gestione  dell’acquisita.    

 

   

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Il  metodo  dell’acquisizione     1/3

4° •  Misurare il costo e determinare quale parte rappresenti il vero

costo dell’aggregazione di impresa

•  L’acquirente  deve  identificare  quanta  parte  del  corrispettivo  non  è  riferibile  all’aggregazione  aziendale.    

•  Nel  contabilizzare  l’operazione,  l’acquirente  riconosce  solo  il  corrispettivo  trasferito  per  l’acquisizione,  cioè  ogni  attività  ceduta,  strumento  di  capitale  emesso  e  passività  assunta  in  cambio  del  controllo  dell’acquisito.  

•  Non  rientrano  nel  costo  dell’acquisizione  le  passività  per  perdite  future  o  altri  costi  che  si  ritiene  saranno  sostenuti  per  effetto  dell’aggregazione  aziendale.  

•  Nel  caso  in  cui  l’acquisto  avvenga  in  fasi  successive  il  costo  sarà  pari  alla  somma  dei  costi  parziali.  

•  Se  il  pagamento  del  corrispettivo  è  differito,  deve  essere  attualizzato  e  il  costo  dell’acquisizione  corrisponderà  al  suo  valore  attuale.  

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Il  metodo  dell’acquisizione     2/3

4° •  Misurare il costo e determinare quale parte rappresenti il vero costo

dell’aggregazione di impresa

•  I  seguenti  sono  esempi  di  transazioni  separate  che  non  fanno  parte  del  corrispettivo  dell’aggregazione  e  devono  essere  conseguentemente  rilevate  secondo  gli  IFRS  di  riferimento:  

Ø  risoluzione  di  preesistenti  accordi  commerciali  tra  acquirente  e  venditore;  Ø  remunerazione  corrisposta  ai  precedenti  azionisti  per  servizi  prestati  da  

questi  successivamente  all’aggregazione;  Ø  rimborsi  di  costi  correlati  all’acquisizione  corrisposti  dal  venditore  per  

conto  dell’acquirente.  

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Il  metodo  dell’acquisizione     3/3

4° •  Misurare il costo e determinare quale parte rappresenti il vero costo

dell’aggregazione di impresa

•  Sono  costi  di  periodo  correlati  all’acquisizione:  

Ø  tutti   i   costi   relativi   all’acquisizione   (es.   costi   per   due-­‐diligence,   legali,  consulenti,   revisori,   ecc.)   sono   riconosciuti   nel   conto   economico  dell’acquirente   del   periodo   nel   quale   si   sostengono   o   si   ricevono   i  servizi:   non   fanno   parte   del   fair   value   dell’impresa   acquisita,   ma  rappresentano   il   fair   value   di   un   servizio   ricevuto   dall’acquirente,   di  conseguenza  sono  da  rilevare  separatamente  dall’acquisizione  

Ø  i   costi   sostenuti   per   emettere   strumenti   di   debito   o   di   equity   sono  rilevati   secondo   le   regole   dello   IAS   39   (es.a   riduzione   del   debito   c.d.  costo  ammortizzato)  

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Earn-­‐outs  –  aggiustamenti  prezzo  condizionati  a  eventi  futuri    Eventuali  pagamenti   successivi  all’acquisizione  che  dipendono  da  elementi  futuri  sono  inclusi  nel  costo  dell’acquisizione  al   loro  Fair  Value.        Gli   aggiustamenti   successivi   sono   contabilizzati   nel   conto  economico  dall’acquirente.  

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Contingent  consideration  (novità)  

•  Il   corrispettivo   potenziale   DEVE   essere   misurato   al   FV   alla   data  dell’acquisizione   indipendentemente   dalla   probabilità   che   esso   sia  dovuto   o   che   non   sia   misurabile   in   modo   attendibile   e   compreso  nella  determinazione  del  corrispettivo  trasferito.  

•  L’acquirente   deve   classificare   come   passività   o   come   patrimonio  netto  un’obbligazione  a  pagare  il  corrispettivo  potenziale,  sulla  base  delle   definizioni   di   strumento   rappresentativo   di   capitale   e   di  passività  finanziaria  di  cui  al  paragrafo  11  dello  IAS  32  

•  L’acquirente   deve   classificare   come   attività   un   diritto   alla  restituzione  di  un  corrispettivo  trasferito  in  precedenza  se  vengono  soddisfatte  particolari  condizioni.  

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Purchase  Price  Allocation  -­‐  PPA  

5° •  Identificare e misurare le attività e passività acquisite e le interessenze

di minoranza  

•  Alla   data   dell’operazione,   l’acquirente   deve   allocare   il   costo   dell’acquisizione   iscrivendo   al  rispettivo  fair  value:  

Ø  le  attività  identificabili  dell’acquisito;    

Ø  le  passività  identificabili;  

Ø  le  passività  potenziali  che  soddisfano  i  criteri  di  rilevazione  degli  IFRS.  

•  Le   attività   identificabili   e   le   passività   effettive   e   potenziali   devono   essere   rilevate   solo   se  soddisfano  le  seguenti  condizioni:  

Ø  le  attività,  diverse  da  quelle  di  natura  intangibile,  solo  se  è  probabile  che  generino  benefici  economici  e  se  il  loro  fair  value  è  attendibilmente  misurabile;  

Ø  le   passività,   diverse   da   quelle   potenziali,   solo   se   è   probabile   che   vi   sarà   un   esborso  finanziario  e  che  lo  stesso  sia  attendibilmente  misurabile;  

Ø  le   passività   potenziali   e   le   attività   di   natura   intangibile,   solo   se   il   loro   fair   value   è  attendibilmente  misurabile.  

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Il  metodo  dell’acquisizione   2/3  

5° •  Identificare e misurare le attività e passività acquisite e le interessenze di

minoranza

•  Alla   data   di   acquisizione,   le   attività   nette   identificabili   oggetto   dell’operazione  devono  essere  classificate  o  designate  ai  fini  della  valutazione  successiva  richiesta  dagli  IFRS  di  riferimento.  

 

•  Tale   classificazione   o   designazione   avviene   sulla   base   dei   termini   contrattuali,  delle   condizioni   economiche   e   delle   politiche   contabili   adottate   dall’acquirente  alla  data  di  acquisizione.  Esempi  di  classificazioni  o  designazioni   iniziali  possono  riguardare:  

ü  classificazione   di   “financial   assets”   nelle   categorie   stabilite   dallo   IAS39  (FVTPL,  AFS,  HTM);  

ü  designazioni  di  derivati  come  strumenti  di  copertura,  ecc.  

•  Sono   previste   due   eccezioni:   i   contratti   di   leasing   e   assicurativi   devono   essere  classificati   e   designati   sulla   base   dei   termini   e   delle   condizioni   contrattuali   che  erano  presenti  alla  loro  data  di  rilevazione  iniziale.  

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Il  metodo  dell’acquisizione   3/3  

5° •  Identificare e misurare le attività e passività acquisite e le interessenze di

minoranza

•  Alla  data  di  acquisizione,  le  interessenze  di  minoranza  possono  essere  rilevate:  

Ø  Al  fair  value    (c.d.  “full  goodwill  method”)  

Ø  Al  pro-­‐quota  del   valore  corrente  delle  attività  nette  acquisite  attribuibili   a   terzi  (c.d.  “partial  goodwill  method”).  

 •  Il  fair  value  del  PN  degli  azionisti  di  minoranza  è  determinato:      

Ø  con   riferimento   ai   prezzi   di   borsa   delle   azioni   dell’entità   non   detenute  dall’acquirente,  

   ovvero  

Ø  in   assenza   dei   prezzi   di  mercato,   con   riferimento   alle   azioni   dell’entità   acquisita  (i.e.  titoli  non  quotati)  sulla  base  di  tecniche  valutative.  

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Il  metodo  dell’acquisizione  –  presunzione  controllo  

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IFRS 3: Aggregazioni aziendali

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Allocazione  del  costo  di  acquisto  alle  attività  e  passività  acquisite  

MODALITA’  DI  DETERMINAZIONE  DEL  FAIR  VALUE  

Strumenti  finanziari  quotati   Valore  di  mercato.  

Strumenti  finanziari  non  quotati   Valore  stimato  che  tenga  conto  di  caratteristiche  come  l’indice  prezzo\utili,  rendimento  per  dividendi  e  tasso  di  crescita  atteso  di  strumenti  simili  emessi  da  imprese  aventi  caratteristiche  simili.    

Crediti   Valore  attuale  degli  ammontari  da  ricevere,  determinato  sulla  base  di  un  appropriato  tasso  d’interesse  corrente  ed  al  netto  dei  costi  di  incasso  e  della  svalutazione  per  rischio  di  insolvenza.  L’attualizzazione  non  è  comunque  necessaria  per  i  crediti  a  breve  termine  quando  la  differenza  tra  valore  nominale  e  valore  attuale  non  è  rilevante.  

Giacenze  di  prodotti  finiti   Prezzo  di  vendita  al  netto  dei  costi  di  vendita  e  di  un  ragionevole  margine.    

Lavori  in  corso   Prezzo  di  vendita  dei  prodotti  finiti  meno  i  costi  di  completamento,  i  costi  di  vendita  e  un  ragionevole  margine.  

Giacenze  di  materie  prime   Costo  di  sostituzione.  

Terreni  e  fabbricati   Valore  di  mercato.  

Impianti  e  macchinari   Valore  di  mercato  determinato,  generalmente,  ricorrendo  ad  una  valutazione  peritale.  Se  non  è  vi  è  un  valore  di  mercato  perché  beni  oggetto  di  rara  negoziazione,  valore  determinato  utilizzando  l’approccio  del  reddito  o  del  costo  di  sostituzione  ammortizzato.  

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Allocazione  del  costo  di  acquisto  alle  attività  e  passività  acquisite  

MODALITA’  DI  DETERMINAZIONE  DEL  FAIR  VALUE  

Attività  immateriali   Valore  di  quotazione  in  un  mercato  attivo.  Nel  caso  in  cui  un  mercato  attivo  non  esista,  ammontare  che  un  potenziale  acquirente  pagherebbe  per  l’acquisto  tra  parti  informate,  indipendenti  e  consapevoli.  

Attività  e  passività  nette  per  piani  pensioni  a  prestazione  definita  

Valore  attuale  dell’obbligazione  meno  il  fair  value  delle  attività  del  piano.  

Attività  e  passività  fiscali   Valore  determinato  dietro  applicazione  dello  IAS  12  considerando  la  posizione  dell’impresa  risultante  dall’aggregazione  e  tenendo  conto  dei  fair  value  attribuiti  alle  attività  e  passività  acquisite.  

Debiti  commerciali  e  altri,  debiti  a  lungo  termine,  passività  e  fondi  rischi  

Valore  attuale  degli  importi  da  corrispondere,  determinato  sulla  base  di  un  appropriato  tasso  d’interesse  corrente.  L’attualizzazione  non  è  necessaria  per  le  passività  a  breve  termine  quando  la  differenza  tra  valore  nominale  e  valore  attuale  è  irrilevante.  

Contratti  a  titolo  oneroso  ed  altre  passività  

Valore  attuale  dell’ammontare  necessario  per  estinguere  l’obbligazione.  

Passività  potenziali   Ammontare  che  un  terzo  chiederebbe  per  accollarsi  tali  passività.  

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IFRS 3: Aggregazioni aziendali

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Attività  con  flussi  finanziari  incerti  (accantonamento  per  svalutazione)  IFRS  3  B41    L’acquirente   non   deve   rilevare,   alla   data   di   acquisizione,   un   accantonamento   per  svalutazione   separato   per   le   attività   acquisite   in   una   aggregazione   aziendale   e  valutate  ai   rispettivi  FV  alla  data  di  acquisizione,  perché  gli   effetti  dell’incertezza   sui  flussi  finanziari  futuri  sono  già  inclusi  nella  valutazione  del  fair  value.    Per  esempio,  poiché  l’IFRS  3  prevede  che  l’acquirente  debba  valutare  i  crediti  acquisiti,  inclusi   i  finanziamenti,  ai  rispettivi  FV  alla  data  di  acquisizione,  l’acquirente  non  rileva  un   accantonamento   per   svalutazione   separato   per   i   flussi   finanziari   contrattuali  considerati  non  recuperabili  a  tale  data.  

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IFRS 3: Aggregazioni aziendali

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Attività  che  l’acquirente  non  intende  utilizzare  o  intende  utilizzare  in  modo  diverso  rispetto  ad  altri  operatori  di  mercato    IFRS  3.B43  Per  motivi  di  concorrenza  o  di  altro  genere,  l’acquirente  può  non  volere  utilizzare  una  attività   acquisita,  per   esempio  una  attività   immateriale  di  ricerca  e  sviluppo,  oppure  può  voler  utilizzare  l’attività  diversamente  da  come  essa  sarebbe  utilizzata  da  altri  operatori  di  mercato.  Tuttavia,   l’acquirente  deve  valutare  l’attività  al  FV  determinato  in  base  al  suo  utilizzo  da  parte  di  altri  operatori  di  mercato.    

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Eccezioni  ai  principi  generali  di  rilevazione  Contingent  liabilities    Le  disposizioni  dello   IAS  37  non   si   applicano  per  determinare  quali  passività  potenziali  rilevare  alla  data  di  acquisizione.  L’acquirente   deve   invece   rilevare,   alla   data   di   acquisizione,   una  passività   potenziale   assunta   in   una   aggregazione   aziendale   se   si  tratta  di  un’obbligazione  attuale  derivante  da  eventi  passati  e   il  cui  FV  può  essere  attendibilmente  determinato.  Pertanto,  contrariamente  allo   IAS  37,   l’acquirente  rileva  una  passività  potenziale   assunta   in   una   aggregazione   aziendale   alla   data   di  acquisizione   anche   se   è   improbabile   che,   per   adempiere  all’obbligazione,  sarà  necessario  l’impiego  di  risorse  atte  a  produrre  benefici   economici.   Il   paragrafo   56   fornisce   indicazioni   sulla  contabilizzazione  successiva  delle  passività  potenziali.  

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Eccezioni  ai  principi  generali  di  valutazione  Attività  derivanti  da  indennizzi  (Contingent  asset)    Il  venditore  può,  per  contratto,   indennizzare  l’acquirente  per  l’esito  di  un  evento  contingente  o  incerto  relativo  a  un’attività  o  passività  specifica,  in  tutto  o  in  parte.    Per   esempio,   il   venditore   può   indennizzare   l’acquirente   per   perdite  superiori   a   un   certo   ammontare   relative   a   una   passività   risultante   da   un  particolare  evento  contingente;  in  altri  termini,  il  venditore  garantisce  che  la  passività  dell’acquirente  non  superi  un  importo  specificato.  Di   conseguenza,   l’acquirente   ottiene   un’attività   derivante   da   indennizzi.  L’acquirente  deve  rilevare  un’attività  derivante  da   indennizzi  nello  stesso  momento  in  cui  rileva  l’elemento  indennizzato,  valutandola  con   lo  stesso  criterio  con  cui  valuta   l’elemento   indennizzato,  subordinatamente   alla   necessità   di   svalutare   gli   ammontari   non  recuperabili.  

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IFRS 3: Aggregazioni aziendali

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Intangible  assets  separabili    •  Iscrizione  se  si  tratta  di  attività  non  monetaria,  non  materiale  

ed  è  identificabile  •  Identificabilità:   trasferibile   separatamente   (attraverso  

vendita,   affitto   ecc).   Oppure   se   trae   origine   da   un   diritto  contrattuale  anche  se  lo  stesso  può  non  essere  trasferito.  

•  Sono   iscrivibili   anche   se   non   erano   iscritti   nel   bilancio    dell’impresa  acquisita.  

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IFRS 3: Aggregazioni aziendali

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IFRS 3: Aggregazioni aziendali

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Attività  immateriali  legate  al  Marketing  

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Attività  immateriali  legate  al  cliente  

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Attività  immateriali  legate  al  cliente  -­‐  esempi  

•  La   Società   Acquirente   (SA)   acquisisce   la   Società   Obiettivo   (SO)   in  un’aggregazione  aziendale  il  31  dicembre  20X5.    

•  SO  ha   sottoscritto   un   accordo  della   durata   di   cinque   anni   per   la   fornitura   dei  beni  al  Cliente.  

•    SO   ed   SA   sono   fiduciose   che   il   Cliente   rinnoverà   l’accordo   al   termine   del  contratto  in  corso.  L’accordo  non  è  separabile.    

•  L’accordo  (sia  esso  annullabile  o  meno)  soddisfa  il  criterio  contrattuale  –  legale.  Inoltre,  poiché  SO  stabilisce  un  rapporto  con   il  Cliente  mediante  un  contratto,  non   solo   l'accordo   in   sé  ma   anche   la   relazione   di   SO   con   il   Cliente   soddisfa   il  criterio  contrattuale  -­‐  legale.    

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Attività  immateriali  legate  al  cliente  -­‐  esempi  

SA   acquisisce   SO   in   un’aggregazione   aziendale   il   31   dicembre   20X5.   SO   produce  due   linee  di  prodotti:  articoli   sportivi  e  materiali  elettronici.   Il  Cliente  acquista  da  SO  sia  articoli  sportivi,  sia  materiali  elettronici.  SO,  in  base  a  un  contratto  stipulato  con  il  Cliente,  rappresenta  per  quest’ultimo  il  fornitore  esclusivo  di  articoli  sportivi  ma   non   ha   stipulato   alcun   contratto   per   la   fornitura   di   materiali   elettronici   al  Cliente.  SO  ed  SA  ritengono  entrambe  che  esista  un’unica  relazione  globale  tra  SO  e  Cliente.    L’accordo  di  fornitura  esclusiva  di  articoli  sportivi  al  Cliente  (sia  esso  annullabile  o  meno)   soddisfa   il   criterio   contrattuale   -­‐   legale.   Inoltre,   poiché   SO   stabilisce   un  rapporto  con  il  Cliente  mediante  un  contratto,  la  relazione  con  il  Cliente  soddisfa  il  criterio  contrattuale   -­‐   legale.  Poiché  SO  ha  un’unica  relazione  con   il  Cliente,   il  fair  value  (valore  equo)  di  tale  relazione  integra  le  ipotesi  in  merito  ai  rapporti  di  SO  con  il  Cliente,  relativi  ad  articoli  sportivi  e  materiali  elettronici.  Tuttavia,  se  SA  stabilisce  che  i  rapporti  con  il  Cliente  relativi  ad  articoli  sportivi  e  materiali  elettronici  sono  separati  tra   loro,   deve   valutare   se   i   rapporti   con   il   Cliente   relativi   ai   materiali   elettronici  soddisfano  il  criterio  di  separabilità  per  l'identificazione  quale  attività  immateriale.    

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Attività  immateriali  legate  ad  attività  artistiche  

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Attività  immateriali  basate  su  contratto  

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Il  metodo  dell’acquisizione   1/2  

6° •  Riconoscere l’avviamento o l’utile per il “buon affare”

(A)  Costo  per  l’acquisizione    +    

(B)  Ammontare  delle  interessenze  di  minoranza    +    

(C)  Fair  value  di  qualsiasi  investimento  precedentemente  detenuto    -­‐    

(D)  Patrimonio  netto  dell’acquisita  a  valori  correnti  

(A)  +(B)  +(C)  –  (D)  =  Avviamento  

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Il  metodo  dell’acquisizione   2/2  

6° •  Riconoscere l’avviamento o l’utile per il “buon affare”

•  L’avviamento  rappresenta  la  differenza  fra  il  corrispettivo  dell’acquisizione  e  il  fair  value  delle  attività  e  delle  passività  acquisite  al  netto  delle  interessenze  di  minoranza;   rappresenta  un  pagamento  fatto   in  anticipo  dall’acquirente  a  fronte   dei   benefici   economici   futuri   connessi   ad   attività   che   non   sono  suscettibili  di  essere  separatamente  identificate  e  rilevate.  

•  Nel   caso   in   cui   la   quota   di   attività   e   passività   al   fair   value   ecceda   il   costo  dell’aggregazione,  si  dovrà:  

Ø  identificare  un'altra  volta  le  attività  e  le  passività  acquisite  e  valutarle  nuovamente  unitamente  al  costo  dell’aggregazione;  

Ø  rilevare   immediatamente   in   conto   economico   ogni   eccedenza   che  residua  come:  

avviamento  negativo  !    utile  per  il  “buon  affare”  

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Esempio  di  Goodwill  

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Esempio  di  Utile  per  il  buon  affare  

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A    

P.  Netto  160  

B    

Attività    200   P.  Netto  100  

B  fair  value  

Attività  400   P.  Netto  200  

Consolidato  A  

Attività                          200   P.  Netto  gruppo  160  

FV  adjustment  200   P.  Netto  terzi              40  

Tot.  Attività            400  

Debiti          100   Debiti          200      

Debiti                                    100  FV  adjustment        100  

Tot.  Passività          400  

Ø  La  Società  A  acquisisce  l’80%  della  Società  B.  

Ø  Il  valore  contabile  netto  delle  attività  e  passività  identificabili  è  pari  a  €  100,  il  fair  value  di  queste  attività,  

alla  data  di  acquisizione,  è  pari  a  €  200.  

Partec  B    160  

Ipotesi  1:  il  costo  dell’acquisto  è  pari  a  160.  

Esempio

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Esempio

A    

Partec  B    180   P.  Netto  180  

Consolidato  A  (opzione  1)  

Attività                          200   P.  Netto  gruppo    180  

FV  adjustment  200   P.  Netto  terzi                40  

Tot.  Attività          400  

Goodwill                      20  

20%  di  200  

Consolidato  A  (opzione  2)  

Attività                          200   P.  Netto  gruppo    180  

FV  adjustment  200   P.  Netto  terzi                45*  

Tot.  Attività              400  

Goodwill                        25  

Partial  Goodwill  Method   Full  Goodwill  Method  

B    

Attività    200   P.  Netto  100  

B  fair  value  

Attività  400   P.  Netto  200    Debiti          100    Debiti          200  

Debiti                                    100  FV  adjustment        100  

Tot.  Passività          420  

Debiti                                      100  FV  adjustment          100  

Tot.  Passività          425  

*  determinato  da  esperto  indipendente  (20%  di  225  =  180/0,8)  

Ipotesi   2:   il   costo   dell’acquisto   dell’80%   della   partecipazione   è   pari   a   180.   Il   100%   del   prezzo   di  acquisto  è  225  

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Esempio – utile derivante da acquisto a prezzi favorevoli Ipotesi  3:  il  costo  dell’acquisto  dell’80%  è  pari  a  150.  Il  prezzo  del  100%  è  187,5  Valutazione  partecipazione  di  minoranza  20%  -­‐  37,5  

A    

Partec  B    150    Cassa                30  

P.  Netto  180  

B    

Attività    200   P.  Netto  100  

B  fair  value  

Attività  250   P.  Netto  200    Debiti          100    Debiti          50  

FULL  goodwill   Partial  goodwill  

Valore    attività  nette  idetificabili   200   200  

FV  corrispettivo   -­‐150,0   -­‐150  

FV  partecipazione  di  minoranza   -­‐37,5        -­‐40  -­‐187,5   -­‐190  

Utile  buon  affare   12,5   10  Ragioneria Professionale Prof. Enrico Laghi

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Esempio – utile derivante da acquisto a prezzi favorevoli Scritture contabili

Full  goodwill  Partial  

goodwill  

dare   avere  

Attività  identificabili  acquisite   250   250  

Disponibilità  liquide   150   150  

Passività  assunte   50   50  

Utile  buonaffare   12,5   10  

PN  partecipazione  di  minoranza   37,5   40  

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Aggregazione aziendale realizzata in più fasi – Step acquisition

•  Talvolta  un  acquirente  ottiene  il  controllo  di  un'acquisita  in  cui  deteneva  un'interessenza  immediatamente  prima  della  data  di  acquisizione.          Per  esempio,   il   31  dicembre  20X1,   l'Entità  A  detiene  una  partecipazione  di  minoranza   del   35   per   cento   nell'Entità   B.   In   tale   data,   l'Entità   A   acquista  un'ulteriore   partecipazione   del   40   per   cento   nell'Entità   B,   che   le   dà   il  controllo  dell'Entità  B.  Il  presente  IFRS  definisce  una  tale  operazione  come  una  aggregazione  aziendale  realizzata  in  più  fasi.  

 •  In   una   aggregazione   aziendale   realizzata   in   più   fasi,   l'acquirente   deve  

ricalcolare   l'interessenza   che   deteneva   in   precedenza   nell'acquisita   al  rispettivo   fair   value   (valore   equo)   alla   data   di   acquisizione   e   rilevare   nel  prospetto   dell'utile   (perdita)   d'esercizio   un   eventuale   utile   o   perdita  risultante.    

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Step acquisition

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Step acquisition

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Step acquisition

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Step acquisition

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Step acquisition

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Il  metodo  dell’acquisizione  

7° •  Contabilizzare la valutazione successiva all’acquisizione

•  L’acquirente   deve   rilevare   l’avviamento   al   suo   costo   iniziale   e,  successivamente,   valutarlo   a   tale   valore   al   netto   di   eventuali   perdite  (impairment).  L’avviamento  non  è  soggetto  ad  ammortamento.  L’acquisto  o  la   vendita   di   quote   di   minoranza   dopo   l’acquisizione   del   controllo   sono  considerate  operazioni  con  gli  azionisti  e  non  comportano  nessun  impatto  a  conto  economico  o  sull’avviamento.  

 

Impairment  test  –  IAS  36  

 

Ai   fini   dell’impairment   test,   l’avviamento   acquisito   in   un’aggregazione   di  imprese,   deve   essere   allocato   alle   singole  Cash   Generating  Unit  dell’acquirente  che   beneficeranno   delle   sinergie   scaturenti   dall’aggregazione   d’impresa.   Le  svalutazioni  per   impairment  vanno  attribuite,   in  via  prioritaria,  all’avviamento  e  non  possono  essere  in  alcun  modo  ripristinate.  

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La  valutazione  successiva  dell’avviamento  

   AVVIAMENTO      

IAS  36  Impairment  test  Ai  fini  dell’impairment  test  l’avviamento  acquisito  in  un’aggregazione  di  imprese,  deve  essere  allocato  alle  singole  Cash  Generating  Unit  dell’acquirente  che  beneficeranno  delle  sinergie  scaturenti  dall’aggregazione  d’impresa.  Le  svalutazioni   per   impairment   vanno   attribuite,   in   via   prioritaria,   all’avviamento   e   non   possono   essere   in   alcun  modo  ripristinate.  

IFRS  3  

L’avviamento  non  deve  essere  ammortizzato,  ma  solamente  ridotto  per  eventuali  perdite  di  valore  (IMPAIRMENT)  riscontrate.  

IAS  21  Effetti  delle  variazioni  dei  tassi  di  cambio  

Il  valore  dell’avviamento  derivante  dall’aggregazione  d’imprese  estere  deve  essere  considerato,  ai  fini  della  traduzione  del  bilancio  dell’acquisita,  come  un  attività  della  partecipata  estera.  Ne  consegue  che  tale  valore  è  convertito  al  tasso  di  chiusura  di  fine  periodo  con  imputazione  delle  differenze  di  cambio  a  patrimonio  netto.  

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La  perdita  del  controllo  

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Confronto  con  la  disciplina  nazionale  in  materia  di  operazioni  straordinarie    

IFRS  3  L’IFRS  3  si  applica  alle  operazioni  di  aggregazione  aziendale  (acquisto  di  partecipazioni,  acquisito  di  rami  d’azienda,  fusioni,  scissioni  e  conferimenti  d’azienda)  che  comportano  il  trasferimento  del  controllo.      L’IFRS  3  non  si  applica,  invece,  alle  operazioni  tra  imprese  assoggettate  a  controllo  comune  (operazioni  infragruppo)  o  ad  operazioni  che  riguardano  la  creazione  di  Joint  Ventures.      Tutte   le   operazioni   di   aggregazione   aziendale  s ono   con t ab i l i z z a t e   con   i l   metodo  dell’acquisizione.   Tale   metodo   prevede   che   la  BC   sia   considerata   secondo   la   prospettiva  de l l ’ impresa   ident ificata   come   parte  acquirente.  

Disciplina  nazionale    Per   le   operazioni   di   fusione   e   scissione,   la  disciplina  codicistica  non  distingue  fra  operazioni  di   tipo   realizzativo   (effettuate   fra   parti  indipendenti)   ed   operazioni   infragruppo   di  riorganizzazione.      Le   fusioni   e   le   scissioni   sono   contabilizzate  utilizzando  il  principio  della  continuità  contabile,  che  ignora  la  natura  di  scambio  economico  delle  operazioni  fra  parti  indipendenti  (ex  art.  2504-­‐bis  comma  4  e  art.  2506-­‐quater).      Solo,   per   le   operazioni   di   conferimento   è  prevista   l’iscrizione   dei   beni   conferiti   a   valori  correnti  (art.  2343).        

Ambito  di  applicazione  e  metodi  di  contabilizzazione  

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Confronto  con  la  disciplina  nazionale  in  materia  di  operazioni  straordinarie    

IFRS  3    È   la   data   in   corrispondenza   della   quale  l’acquirente   ottiene   effettivamente   il  contro l lo   su l   bus iness   oggetto   d i  acquisizione.        Non  è  prevista  la  retroattività  contabile.    

Disciplina  nazionale    È   la   data   in   corrispondenza   della   quale   è  eseguita   l’ultima   delle   iscrizioni   dell’atto   di  fusione   o   scissione   (data   di   efficacia   reale),  secondo   quanto   previsto   dall’art.   2504-­‐bis   per  le  fusioni  e  2506-­‐quater  per  le  scissioni.    È  prevista  la  possibilità  di  retrodatare  gli  effetti  contabili  dell’operazione.    

Data  di  acquisizione  

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Confronto  con  la  disciplina  nazionale  in  materia  di  operazioni  straordinarie    

IFRS  3    Per   le   attività   diverse   da   quelle   immateriali:  probabilità   di   benefici   economici   futuri   e  determinazione  attendibile  del  fair  value;    Per   le  passività  diverse  da  quelle  potenziali:  probabilità   del   deflusso   dei   benefici  economici   e   determinazione   attendibile   del  fair  value;    Per   le   passività   potenziali   e   le   attività  immateriali:   determinazione   attendibile   del  fair  value.      

Disciplina  nazionale    Il   PC-­‐OIC   4   prevede   criteri   più   restrittivi  rispetto  all’IFRS  3:  iscrizione   nel   bilancio   di   apertura   delle   sole  attività  e  passività  dell’incorporata  risultanti  dal  suo  bilancio  di  chiusura.      Tuttavia,   è   prevista   anche   la   possibilità   di  iscrivere,   in   sostituzione   del   disavanzo   di  fusione   (avviamento),   altre   attività   e   passività  non   iscritte   nel   bilancio   dell’incorporata   ma  iscrivibili   in   esso,   purché   effettivamente  esistenti   alla  data  di   efficacia  della   fusione   (ad  es.  know-­‐how,  software).      

Criteri  di  identificazione  delle  attività  e  delle  passività  

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IFRS 3: Aggregazioni aziendali

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Confronto  con  la  disciplina  nazionale  in  materia  di  operazioni  straordinarie    

IFRS  3    Valutazione  a  valori  correnti  delle  attività  e  passività  delle  imprese  acquisite.    

Disciplina  nazionale    I s c r i z ione   de l le   a t t i v i tà   e   pass iv i tà  dell’incorporata   ai   valori   risultanti   dalle  scritture   contabili   alla   data   di   efficacia   della  fusione   e   della   scissione   (il   conferimento,  viceversa  è  a  valori  correnti).      Tuttavia,   l’OIC   4   ammette   l’iscrizione   del  disavanzo   di   fusione   come   attività   residuale  rappresentativa   della   differenza   tra   il   valore  corrente   dell’attivo   netto   acquisito   ed   il  relativo  costo.    Riguardo   il   disavanzo   di   scissione,   l’OIC   4  ammette  la  sua  iscrizione  secondo  le  modalità  e  cautele  previste  per  il  disavanzo  di  fusione.    

Valutazione  delle  attività  e  delle  passività  

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IFRS 3: Aggregazioni aziendali

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Confronto  con  la  disciplina  nazionale  in  materia  di  operazioni  straordinarie    

IFRS  3    La   differenza   tra   il   costo   di   acquisizione   e   il  fair   value   delle   attività   nette   acquisite  costituisce   l ’avviamento   (posit ivo   o  negativo).    L’avviamento  non  deve  essere  ammortizzato  ma  assoggettato  a  test  di  impairment.    L’eventuale   avviamento   negativo   deve  essere   immediatamente   rilevato   a   conto  economico.  

Disciplina  nazionale    L’iscrizione  dell’avviamento  è  condizionata  alla  verifica   che   esso   effettivamente   esista,   quale  maggior  valore  dell’azienda  acquisita.    L’avviamento   deve   essere   ammortizzato   e  assoggettato  ad  impairment.    L ’ e v e n t u a l e   a v v i am e n t o   n e g a t i v o  rappresentato   dall’avanzo   di   fusione   segue   il  seguente  trattamento  contabile:    • se  ha  natura  di   riserva,  è   iscritto   in  apposita  voce  del  PN;    • se   è   correlato   alla   previsione   di   perdite  future,  è  iscritto  in  una  voce  dei  fondi  per  rischi  ed  oneri.    

Avviamento  

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IFRS 3: Aggregazioni aziendali

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Confronto  con  la  disciplina  nazionale  in  materia  di  operazioni  straordinarie    

IFRS  3    Nel   caso   in   cui   un   investitore   acquisti   una  partecipazione   non   totalitaria,   la   quota   di  pertinenza   degli   azionisti   di   minoranza   può  essere  rilevata:    

1.   in   base   alla   quota   proporzionale   del   fair  value   delle   attività   nette   identificabili  dell’entità  acquisita;  

oppure  

 

2.  al  suo  fair  value  (goodwill  incluso).    

Disciplina  nazionale    La   quota   di   pertinenza   della   minoranza  corrisponde  al  valore  contabile  delle  attività  e   passività   acquisite   nell’aggregazione  aziendale  (PC-­‐OIC  17).  

Partecipazioni  di  minoranza  esistenti  al  momento  dell’acquisizione  

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BCUCC – premessa

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•  Le BCUCC sono frequentemente realizzate allo scopo di riorganizzare le attività di un gruppo, adattarlo alle situazioni e alle opportunità di mercato, consentirle di incrementare il ritorno per gli azionisti.

•  Le BCUCC sono escluse dal campo di applicazione dell’IFRS 3, dedicato alle aggregazioni aziendali.

•  L’assenza di un principio contabile che regoli le BCUCC ha determinato, nella pratica, il proliferare di trattamenti contabili differenziati tra imprese, con effetti negativi sulla comparabilità dei bilanci delle società. È diffuso infatti il convincimento che l’IFRS 3 non possa costituire, al di là della “scope exemption” contenuta nell’IFRS 3, un principio contabile idoneo a regolare le BCUCC.

•  L’esigenza di regolare mediante principio contabile – diverso dall’IFRS 3 – le BCUCC discende dalle seguenti considerazioni:

–  le BCUCC sono operazioni tra parti correlate ;

–  le BCUCC sono operazioni non soggette alle “market forces”;

–  ciò che viene scambiato in una BCUCC può essere ben differente da quanto viene scambiato in una BC;

–  le esigenze informative degli utilizzatori del bilancio possono essere differenti di fronte a una BC o una BCUCC

•  È allo studio l’emanazione di un discussion paper (DP) da parte dell’EFRAG volto a individuare e valutare le possibili linee guida per l’emanazione da parte dello IASB di un principio contabile in materia di BCUCC

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BCUCC lo stato dell’arte

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•  Il trattamento contabile delle BCUCC è, allo stato, ricondotto allo IAS 8, il quale ai parr. 7-12 prevede quanto segue:

•  “7. Quando un Principio o un’Interpretazione si applica specificatamente a una operazione, altro evento o circostanza, la scelta del principio o dei principi applicati per la contabilizzazione di tale voce deve essere determinata dall’applicazione del Principio o Interpretazione e tenendo presente eventuali Guide applicative emesse dallo IASB con riferimento a tale Principio o Interpretazione.

•  8. Gli IFRS contengono i principi contabili che lo IASB ritiene possano determinare bilanci in grado di riportare informazioni rilevanti e attendibili sulle operazioni, altri eventi e circostanze a cui essi si applicano. Tali principi non necessitano di essere applicati quando l’effetto della loro applicazione è irrilevante. Tuttavia è inappropriato effettuare, o lasciare non corrette, deviazioni irrilevanti dagli IFRS al fine di ottenere una particolare presentazione della situazione patrimoniale — finanziaria, del risultato economico o dei flussi finanziari dell’entità.

•  9. Le Guide applicative per i Principi emessi dallo IASB non costituiscono parte integrante dei Principi, e quindi non contengono disposizioni obbligatorie per la redazione del bilancio.

•  10. In assenza di un Principio o di una Interpretazione che si applichi specificatamente a una operazione, altro evento o circostanza, la direzione aziendale deve fare uso del proprio giudizio nello sviluppare e applicare un principio contabile al fine di fornire una informativa che sia: a) rilevante ai fini delle decisioni economiche da parte degli utilizzatori; e b) attendibile, in modo che il bilancio: i) rappresenti fedelmente la situazione patrimoniale-finanziaria, il risultato economico e i flussi finanziari dell’entità; ii) rifletta la sostanza economica delle operazioni, altri eventi e circostanze, e non meramente la forma legale; iii) sia neutrale, cioè scevro da pregiudizi; iv) sia prudente; e v) sia completo con riferimento a tutti gli aspetti rilevanti.

•  11. Nell’esercitare il giudizio descritto nel paragrafo 10, la direzione aziendale deve fare riferimento e considerare l’applicabilità delle seguenti fonti in ordine gerarchicamente decrescente: a) le disposizioni e le guide applicative contenute nei Principi e nelle Interpretazioni che trattano casi simili e correlati; e b) le definizioni, i criteri di rilevazione e i concetti di misurazione per la contabilizzazione di attività, passività, ricavi e costi contenuti nel Quadro sistematico.

•  12. Nell’esprimere un giudizio descritto nel paragrafo 10, la direzione aziendale può inoltre considerare le disposizioni più recenti emanate da altri organismi di formazione contabile che utilizzano un quadro sistematico concettualmente simile per sviluppare i principi contabili, altra letteratura contabile e prassi consolidate nel settore, nella misura in cui queste non siano in conflitto con le fonti del paragrafo 11.

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BCUCC lo stato dell’arte in Italia

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•  L’Assirevi – associazione delle società di revisione – nel constatare l’assenza di un principio contabile internazionale che regoli le BCUCC e nel riscontrare l’esistenza di prassi diversificate ha emanato alcune interpretazioni in materia di trattamento contabile delle BCUCC nel modello IAS/IFRS.

•  Allo stato sono in vigore l’OPI (orientamenti preliminari) 1 e 2. “Gli orientamenti preliminari Assirevi in tema di IFRS non hanno l’obiettivo di definire principi contabili, né interpretazioni degli stessi, in quanto tale ruolo non compete ad Assirevi, ma prendono in esame le tematiche applicative più rilevanti e urgenti, ne riassumono gli aspetti principali e propongono, a beneficio dei revisori che si trovano ad affrontarle in pratica, le soluzioni che al momento riscuotono il maggior consenso”.

•  OPI 1: ha l’obiettivo di individuare quale sia il trattamento contabile appropriato secondo gli IFRS nel bilancio d’esercizio delle entità under common control coinvolte nell’operazione a seconda delle situazioni e nel bilancio consolidato del soggetto acquirente-conferitario-incorporante. Esulano dalla trattazione di questo documento le operazioni di “business combination of entities under common control” poste in essere prima della First Time Adoption del bilancio d’esercizio, per le quali si rimanda all’OPI n. 5 e le operazioni di fusione che sono trattate nell’OPI n. 2.

•  OPI 1: trattamento contabile delle acquisizioni/conferimenti di aziende/rami d’azienda che configurino una BCUCC.

•  Nella ricerca di un trattamento contabile che rientri nell’ambito concettuale del Framework e che soddisfi i criteri dello IAS 8.10 l’elemento critico è rappresentato dal fatto che il principio contabile prescelto per rappresentare le operazioni under common control deve riflettere la sostanza economica delle stesse, indipendentemente dalla loro forma giuridica. La presenza o meno di “sostanza economica” appare pertanto l’elemento chiave da porre alla base della scelta del principio contabile.

•  La sostanza economica deve consistere in una generazione di valore aggiunto per il complesso delle parti interessate (quale ad esempio maggiori ricavi, risparmi di costi, realizzazioni di sinergie) che si concretizzi in significative variazioni nei flussi di cassa ante e post operazione delle attività trasferite. A questi fini ha scarsa rilevanza la struttura legale posta in essere per effettuare l’operazione. Tale accezione di sostanza economica è analoga a quella richiamata negli IAS 16 e 38 a proposito di sostanza “commerciale” delle operazioni di permuta.

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BCUCC lo stato dell’arte in Italia

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•  La presenza di sostanza economica nell’accezione sopra indicata nelle operazioni under common control deve essere dimostrata dagli amministratori delle entità che le hanno poste in essere. In particolare, le operazioni che hanno una significativa influenza sui flussi di cassa futuri per le parti interessate dovranno essere suffragate da una esauriente analisi dei flussi di cassa ante e post operazione sulla base di evidenze adeguate e verificabili fornite dagli amministratori. Per non violare il principio della prudenza, tale analisi dei flussi di cassa deve avere caratteristiche di: - concretezza, - ragionevole possibilità di realizzazione (tecnica, economica, finanziaria), - brevità di attuazione.

•  Dati questi elementi di base, la selezione del principio contabile per le operazioni in esame, pur giuridicamente rilevanti ma prive di una significativa influenza sui flussi di cassa futuri, deve essere guidata in particolar modo dal principio di prudenza. In questi casi, pertanto, la scelta dei criteri di contabilizzazione deve privilegiare principi idonei ad assicurare la continuità dei valori.

•  In definitiva, ai sensi dell’OPI 1 il trattamento delle BCUCC varia in relazione al fatto che a queste operazioni sia riconosciuta “sostanza economica” oppure no.

•  Nel caso in cui alle BCUCC non sia riconosciuta “sostanza economica” il principio da adottare è quello della “continuità dei valori”

•  Nel caso alla BCUCC sia riconosciuta “sostanza economica” il principio da adottare è quello dell’acquisition method (IFRS 3)

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•  BILANCIO D’ESERCIZIO

•  1. OPERAZIONI DI ACQUISTO E CONFERIMENTO DI RAMI D’AZIENDA

•  a. Operazioni che non abbiano una significativa influenza sui flussi di cassa futuri delle attività nette trasferite. Il principio della continuità dei valori

•  L’applicazione del principio della continuità dei valori dà luogo alla rilevazione nello stato patrimoniale di valori uguali a quelli che risulterebbero se le imprese oggetto di aggregazione fossero state unite da sempre. Le attività nette dell’entità acquisita e dell’entità acquirente devono essere pertanto rilevate ai valori di libro che avevano nelle rispettive contabilità prima dell’operazione. In linea di principio le iscrizioni contabili successive continueranno portando avanti i valori utilizzati per la contabilizzazione precedente. Il conto economico sarà uguale alla somma dei conti economici delle due entità integrate a partire dalla data della transazione. Ovviamente saranno necessarie rettifiche per uniformare l’applicazione dei principi contabili e per l’eliminazione delle partite intercompany.

•  In coerenza con l’applicazione del principio della continuità, si ritiene inoltre possibile che le attività nette siano trasferite ai valori risultanti dal bilancio consolidato alla data del trasferimento (ove questi valori siano disponibili) dell’entità controllante comune delle entità che realizzano l’aggregazione. Infatti, data l’appartenenza sia dell’entità acquirente che di quella acquisita al medesimo gruppo, la continuità suddetta può essere riferita ai valori riflessi nel bilancio consolidato del soggetto che controlla le parti della transazione.

•  Particolare attenzione deve essere posta all’iscrizione in capo all’acquirente/conferitaria dei valori risultanti nel bilancio consolidato, ove questi evidenzino ammontari superiori rispetto ai valori di iscrizione nel bilancio d’esercizio del venditore/conferente. La definizione della base di costo (valori risultanti dal bilancio consolidato dell’entità controllante comune oppure valori di libro risultanti dalla contabilità dell’entità/attività trasferita) dovrà essere coerente in tutte le transazioni della stessa natura poste in essere dall’entità ed effettuata in base alle informazioni disponibili agli amministratori dell’entità acquirente.

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•  BILANCIO D’ESERCIZIO

•  1. OPERAZIONI DI ACQUISTO E CONFERIMENTO DI RAMI D’AZIENDA

•  a. Operazioni che non abbiano una significativa influenza sui flussi di cassa futuri delle attività nette trasferite. Il principio della continuità dei valori

•  Dalla parte dell’acquirente/conferitario: •  Valori contabili storici determinati secondo la base di costo scelta . Ove i valori di trasferimento siano

superiori a quelli storici, l’eccedenza va stornata rettificando in diminuzione il patrimonio netto dell’impresa acquirente/conferitaria, con apposito addebito di una riserva.

•  Dalla parte del venditore/conferente: •  Per motivi di simmetria con l’impostazione contabile dell’acquirente/conferitario, si ritiene che l’eventuale

differenza tra il prezzo della transazione ed il preesistente valore di carico delle attività oggetto del trasferimento non debba essere rilevata nel conto economico, ma debba essere contabilizzata nel patrimonio netto, assimilando l’operazione ad un’operazione effettuata in qualità di azionista. Nel caso in cui la plusvalenza realizzata dal venditore sia riferibile prevalentemente ad avviamento, non precedentemente iscritto nel bilancio del venditore/conferente, la sua iscrivibilità deve essere attentamente valutata in termini di recuperabilità

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•  BILANCIO D’ESERCIZIO

•  1. OPERAZIONI DI ACQUISTO E CONFERIMENTO DI RAMI D’AZIENDA

•  b. Operazioni che abbiano una significativa influenza sui flussi di cassa futuri delle attività nette trasferite

•  Nella ricerca di un trattamento contabile che rientri nell’ambito concettuale del Framework e che soddisfi i criteri di IAS 8.10 l’elemento critico è rappresentato dal fatto che il principio prescelto sia idoneo a riflettere la sostanza economica della transazione, indipendentemente dalla sua forma giuridica.

•  Dalla parte del’acquirente/conferitario: •  Iscrizione al costo inteso come fair value delle attività trasferite al momento dell’operazione (IFRS

3), ivi incluso l’avviamento.

•  Dalla parte del venditore/conferente: •  Riconoscimento nel conto economico della differenza tra il prezzo della transazione ed il valore di

carico delle attività oggetto del trasferimento.

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•  BILANCIO D’ESERCIZIO

•  2 OPERAZIONI DI ACQUISTO E CONFERIMENTO DI PARTECIPAZIONI DI CONTROLLO

•  Come evidenziato in precedenza nel paragrafo relativo all’oggetto del documento, allo stato attuale esistono divergenze interpretative circa il trattamento contabile di una partecipazione di controllo nel bilancio d’esercizio dell’acquirente/conferitaria, a seguito di acquisto o conferimento, cui conseguono le seguenti due alternative contabili.

•  Secondo la prima alternativa, valgono le considerazioni svolte in precedenza per i conferimenti/acquisti di rami di azienda. Si precisa che nel caso in cui l’operazione di acquisto/conferimento di partecipazioni di controllo non abbia sostanza economica, come prima definita, gli importi a cui iscrivere la partecipazione nel bilancio d’esercizio dell’acquirente/conferitario, in ossequio al principio di continuità di valori, saranno quelli risultanti dal bilancio d’esercizio della comune controllante, ovvero della società venditrice, anziché dal relativo bilancio consolidato. Nel caso in cui l’operazione abbia sostanza economica i valori di iscrizione saranno quelli contrattuali.

•  In base alla seconda alternativa i trattamenti contabili sono i seguenti:

•  Dalla parte dell’acquirente/conferitario •  Iscrizione al costo e successiva rappresentazione in bilancio al costo o al fair value. In particolare, in assenza di una definizione nell’ambito

dello IAS 27, l’accezione di costo viene desunta da quanto definito nell’ambito dello IAS 16 e dello IAS 38, ossia l’importo monetario o equivalente corrisposto o il fair value di altri corrispettivi dati per acquistare un’attività, al momento dell’acquisto. Nel caso di transazioni aventi ad oggetto permuta di partecipazioni (operazioni “carta contro carta”), sono applicabili per analogia i principi dello IAS 16.24, IAS 16.25, IAS 38.45 e IAS 38.46, che definiscono il principio della “sostanza commerciale”, ai fini della rilevazione degli effetti economici della permuta di attività simili. Ne consegue che, ove la transazione riguardi conferimenti di partecipazioni di controllo in società di nuova costituzione sotto controllo comune, tale transazione dovrebbe essere contabilizzata a valori di libro.

•  Dalla parte del venditore/conferente •  Nel caso di vendita di partecipazioni di controllo valgono le stesse considerazioni sviluppate per le operazioni di acquisto e conferimento di

azienda/ramo d’azienda a seconda che l’operazione abbia sostanza economica (iscrizione della plusvalenza a conto economico) o meno (iscrizione della plusvalenza a patrimonio netto).

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•  BILANCIO CONSOLIDATO

•  Nel bilancio consolidato dell’acquirente/conferitario, in relazione alle operazioni in oggetto, gli acquisti/conferimenti sia di rami d’azienda, sia di partecipazioni di controllo sono entrambi inquadrabili come “business combinations under common control” e pertanto soggetti al trattamento contabile definito per gli acquisti/conferimenti di rami d’azienda nel bilancio d’esercizio, in precedenza trattato.

•  Resta inteso che nel bilancio consolidato del comune gruppo di appartenenza, in ottemperanza allo IAS 27, tutte le operazioni under common control vengono elise.

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•  Le fusioni rientrano nel più ampio fenomeno delle concentrazioni/integrazioni fra più imprese e rappresentano la forma di aggregazione aziendale più completa, in quanto comportano l’unificazione sia giuridica che economica dei soggetti che vi partecipano. A seconda della tipologia di fusione prescelta, il risultato della fusione potrà essere il complesso aziendale dell’incorporante, ristrutturato a seguito dell’unificazione del proprio patrimonio con quello dell’impresa incorporata, oppure – nelle cosiddette “fusioni proprie” – un nuovo complesso aziendale, creato dalla compenetrazione dei patrimoni delle imprese coinvolte, tramite la nascita di nuova entità.

•  In base alla sua natura economica, la fusione può essere considerata:

•  (a) un’acquisizione di impresa, assimilabile ad un’operazione di compravendita, con l’individuazione di una parte dominante, che funge da acquirente e consegue il controllo sull’impresa unificata. In tale ottica, la fusione comporta sempre il trasferimento del controllo delle società fuse ed una negoziazione dei termini dell’operazione tra parti

•  indipendenti appartenenti a gruppi diversi, portatrici di interessi tra loro autonomi. Nel prosieguo, per semplicità espositiva, identificheremo queste operazioni come “fusioni con natura di acquisizioni”;

•  (b) un’operazione di ristrutturazione o riorganizzazione di imprese esistenti, senza che si abbia il trasferimento del controllo delle imprese incorporate e senza che si possa ravvisare un’operazione economica di scambio come nel caso precedente. Si tratta pertanto di operazioni compiute nell’ambito del medesimo gruppo di imprese, programmate ed eseguite in base ad un disegno organizzativo concepito dalla capogruppo che coinvolge solo imprese del gruppo, per cui non si determina una negoziazione economica tra gruppi portatori di interessi autonomi. L’operazione di fusione, in quest’ipotesi, riguarda due o più soggetti controllati, anche indirettamente, da un soggetto comune. Appartiene a questa categoria, ad esempio, l’operazione di incorporazione di una controllata da parte della controllante–capogruppo. Nel prosieguo, identificheremo queste operazioni come “fusioni con natura di ristrutturazioni”. Una particolare tipologia di fusioni è quella effettuata tra società consorelle, ossia tra società che sono prive di un rapporto partecipativo diretto, pur essendo partecipate da un soggetto economico che le controlla tutte.

•  OPI 2: ha l’obiettivo di individuare quale sia, secondo gli IFRS, il trattamento contabile appropriato nel bilancio separato delle fusioni appartenenti alle due tipologie sopra identificate. Esulano dalla trattazione dell’OPI 2 le operazioni di fusione poste in essere prima della data di First Time Adoption nel bilancio separato, per le quali si rimanda all’OPI n. 5.

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•  1. Fusioni con natura di acquisizioni

•  Si tratta di operazioni che, pur se effettuate nell’ambito dell’istituto giuridico della fusione, comportano l’identificazione di un acquirente e l’acquisizione del controllo sul business dell’impresa fusa e, quindi, si applica ad esse l’IFRS 3.

•  Ai fini dell’applicazione di questo principio contabile internazionale alle fusioni di questa tipologia, l’elemento focale è rappresentato dall’esigenza di individuare quale sia l’acquisition date, ossia la data in cui l’acquirente ottiene effettivamente il controllo dell’impresa acquisita nell’ambito dell’operazione di fusione. E’ infatti a partire da questa data che il conto economico dell’impresa acquirente incorpora i ricavi e i costi dell’impresa acquisita. L’impostazione sostenuta dalla prevalente dottrina giuridica italiana è che gli effetti “reali” della fusione, intendendosi con questi gli effetti “erga omnes”, che consistono:

•  (a) nell’estinzione delle società fuse come autonomi soggetti di diritto;

•  (b) nella successione universale della società risultante dalla fusione nel patrimonio e nella totalità dei rapporti giuridici facenti capo alle società estinte;

•  (c) nell’annullamento delle azioni o quote delle società estinte e nella loro conversione, in base ai rapporti di cambio, in azioni o quote della società risultante dalla fusione, si producano, ai sensi dell’art. 2504-bis del Codice Civile, dalla data di iscrizione dell’atto di fusione nel Registro delle imprese dell’incorporante o, per le fusioni proprie, dalla data dell’ultima delle iscrizioni nel Registro delle imprese delle società fuse. Nella fusione mediante incorporazione può essere tuttavia stabilita una data successiva.

•  Ne consegue che nella normalità dei casi l’acquisition date decorre dalla data di efficacia reale della fusione o, limitatamente alle fusioni per incorporazione, dalla eventuale data successiva stabilita nell’atto. In applicazione dell’IFRS 3.8, che prevede che vi possano essere operazioni di business combination per le quali la data di ottenimento del controllo (acquisition date) non coincide con la data di acquisizione delle azioni (date of exchange), si possono tuttavia presentare fattispecie nelle fusioni con natura di acquisizioni in cui, nonostante gli effetti giuridici sopra indicati e, quindi, il possesso delle azioni da parte del soggetto identificato come acquirente decorrano dalla data di iscrizione dell’atto di fusione nel Registro delle imprese, vengano stipulati tra le parti accordi o patti di governance che trasferiscano effettivamente il controllo secondo la definizione dello IAS 27.13 prima della data di efficacia giuridica delle fusioni. In questi casi, pertanto, l’inclusione dei costi e dei ricavi dell’impresa incorporata/acquisita avverrà a partire dalla data di assunzione del controllo.

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•  2. Fusioni con natura di ristrutturazioni

•  In relazione alle diverse caratteristiche, illustrate in precedenza, che contraddistinguono le diverse tipologie di fusione aventi questa natura, si illustrano nel prosieguo i diversi trattamenti contabili che conseguono a tali caratteristiche, fermo restando il principio generale della continuità dei valori, al quale tutti i trattamenti contabili qui esaminati in ogni caso si ispirano.

•  a) Fusioni madre–figlia con quota del 100% posseduta dall’incorporante nell’incorporata

•  Nelle fusioni madre–figlia con quota di partecipazione nell’incorporata del 100%, l’applicazione del principio della continuità dei valori consegue all’assenza di uno scambio con economie terze e di un’acquisizione in senso economico. Applicare il principio della continuità dei valori significa dare rilevanza alla preesistenza del rapporto di controllo tra le società coinvolte nell’operazione di fusione (incorporante e incorporata), nonché al costo sostenuto dall’incorporante per l’originaria acquisizione dell’incorporata. Tale costo, nonché l’allocazione dello stesso ai valori correnti delle attività e passività dell’incorporata e all’avviamento, si rinvengono nel bilancio consolidato del gruppo (o del sottogruppo) costituito dall’incorporante e dall’incorporata. In altri termini, la fusione con natura di ristrutturazione determina la convergenza del bilancio consolidato dell’incorporante alla data di fusione verso il bilancio individuale dell’incorporante post fusione, attuando il cosiddetto “consolidamento legale”. L’ingresso nel bilancio individuale dell’incorporante del patrimonio riveniente dalla società incorporata non dovrebbe comportare l’emersione di maggiori valori correnti di tali beni rispetto a quelli espressi nel bilancio consolidato, né di un maggior avviamento, in quanto, come già detto, la fusione per incorporazione non comporta alcuno scambio economico con economie terze, né un’acquisizione in senso economico. Conseguentemente, l’emersione di maggiori valori dei beni dell’attivo dell’incorporata e/o di un ulteriore avviamento appare ingiustificata.

•  Ne deriva che la differenza di annullamento tra il costo della partecipazione e la corrispondente frazione di patrimonio netto dell’impresa incorporata dovrebbe, in linea di principio, essere allocata per gli stessi valori a concorrenza del valore netto contabile dei beni dell’attivo dell’impresa incorporata e dell’avviamento risultanti dal bilancio consolidato alla stessa data. Per ragioni di prudenza, sono consentite allocazioni per valori differenti purché non superiori ai corrispondenti valori del bilancio consolidato.

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Pagina 103

•  a) Fusioni madre–figlia con quota del 100% posseduta dall’incorporante nell’incorporata

•  Per quanto riguarda la problematica della retrodatazione contabile delle fusioni madre–figlia al 100%, concernente il periodo intercorrente tra la data alla quale viene riferita la determinazione del rapporto di cambio (che per la generalità dei casi è l’inizio dell’esercizio in corso – fine dell’esercizio precedente) e la data di efficacia reale delle fusioni, si propongono le seguenti due alternative.

•  1. La prima alternativa, che è la più rispondente alla tesi dell’assenza di un’acquisizione vera e propria nelle incorporazioni di questa natura e, quindi, di una “acquisition date”, ritiene non applicabile lo IAS 27.30, secondo cui i proventi e i costi di una controllata vengono inclusi nel conto economico a partire dalla data di acquisizione. Il trattamento contabile suggerito è coerente con l’affermazione che in dette operazioni non si muta il controllo sulle attività dell’impresa incorporata, bensì si sostituisce ad un controllo indiretto un controllo diretto. Ne consegue una necessità di coerenza con il trattamento dei costi e dei ricavi dell’incorporata/controllata nel bilancio consolidato, che si realizza tramite la loro inclusione nel conto economico dell’incorporante a partire dall’inizio dell’esercizio precedente, presentato a

•  fini comparativi rispetto a quello in cui si effettua la fusione per incorporazione, oppure dalla data di effettiva acquisizione da terzi se •  successiva. Questa impostazione comporterebbe la retrodatazione contabile degli effetti della fusione anche con riferimento ai costi e ricavi

dell’impresa incorporata dell’esercizio precedente e la loro conseguente riesposizione ai fini comparativi nel bilancio dell’esercizio corrente. Data la difficoltà di effettuare tale riesposizione sotto il profilo giuridico, si ritiene che la retrodatazione contabile dei costi e dei ricavi dell’impresa incorporata per l’esercizio precedente possa essere rappresentata nei prospetti di bilancio mediante l’indicazione di una terza colonna, presentata a fianco dei dati dell’esercizio precedente, non modificati, dell’incorporante. Analogamente, si ritiene coerente con tale impostazione il fatto che la presentazione dei valori patrimoniali post-fusione (sommatoria delle attività e delle passività dell’incorporante e dell’incorporata, nonché allocazione della differenza da annullamento come sopra indicato) sia effettuata anche per l’esercizio precedente, presentato ai fini comparativi, in una terza colonna a fianco dei dati dell’esercizio precedente, non modificati,

•  dell’incorporante.

•  2. La seconda alternativa si basa sulla tesi secondo la quale il controllo diretto sulle singole attività dell’incorporata e, quindi, i relativi effetti economici, si ottengono soltanto a partire dal momento dell’efficacia reale della fusione e pertanto prevede, ferma restando per l’allocazione patrimoniale la corrispondenza con le risultanze del bilancio consolidato, che i costi e i ricavi dell’impresa incorporata vengano inclusi nel conto economico dell’incorporante soltanto a partire dalla data di efficacia reale della fusione. Si ritiene che questa impostazione possa essere adottata nei casi in cui la fusione avvenga in

•  prossimità della data di chiusura dell’esercizio e/o nei casi in cui siano state effettuate operazioni significative tra le società oggetto della fusione, precedentemente alla data di efficacia giuridica della stessa.

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•  b) Fusioni madre–figlia con quota posseduta dall’incorporante inferiore al 100%

•  Nei casi in cui nelle fusioni madre–figlia siano presenti soci di minoranza dell’impresa incorporata e si proceda quindi ad un aumento di capitale dell’impresa incorporante per attribuire un numero congruo di azioni a tali soci, si ha di fatto un incremento della quota di possesso della partecipazione nell’incorporata contro un aumento di capitale dell’incorporante. Trattandosi di un’operazione che comporta l’acquisizione di quote azionarie ulteriori dopo l’ottenimento del controllo, essa è pertanto fuori dal campo di applicazione dell’IFRS 3.

•  Per quanto riguarda la problematica della retrodatazione contabile degli effetti economici dell’incorporazione, si ritengono accettabili anche in questa fattispecie le due soluzioni sopra indicate, con l’avvertenza che la scelta del metodo (retroattivo o prospettico) dovrà tener conto della rilevanza dei potenziali effetti distorsivi che la retrodatazione contabile potrebbe generare per la presenza di azionisti di minoranza cui attribuire quota parte dei ricavi e dei costi dell’esercizio precedente. Nel bilancio consolidato tali effetti vengono presentati aggiungendo un’apposita linea di conto economico). Nel caso in esame, tali effetti distorsivi potrebbero essere evidenziati nell’ambito della nota integrativa.

•  c) Fusioni tra consorelle

•  Un particolare caso di fusione è quello in cui si fondono due società appartenenti allo stesso gruppo di controllo, ma non legate da un rapporto partecipativo diretto. Si tratta di operazioni under common control, che per la società risultante dalla fusione comportano in ogni caso l’acquisizione di attività precedentemente non possedute, neppure indirettamente. Come già indicato nel precedente paragrafo “Principi Contabili IFRS di riferimento”, si tratta nella sostanza di acquisizioni di rami d’azienda inquadrabili tra le business combinations under common control alle quali, nel bilancio della società risultante dalla fusione, si applicano quindi i principi illustrati nell’ OPI 1. Ciò significa che, in assenza di una reale sostanza economica di tale operazione, nel bilancio separato della società risultante dalla fusione i valori delle attività e delle passività dell’impresa acquisita saranno riflessi ai valori risultanti dal bilancio consolidato del comune Gruppo di appartenenza, ovvero dal bilancio dell’incorporata, e che l’inclusione dei costi e dei ricavi dell’impresa acquisita decorrerà dalla data di efficacia reale della fusione. Il trattamento contabile sopra descritto può essere derogato esclusivamente nei casi in cui vi sia un’evidenza oggettiva del fatto che le operazioni di fusione tra consorelle siano direttamente correlate ad un’operazione principale di acquisizione che ha determinato un controllo comune sulle stesse, e tali operazioni di fusione siano

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Pagina 105

•  QUADRO DI SINTESI

•  OPI 1:

–  acquisizioni/conferimenti aziende/rami d’azienda/partecipazioni

–  trasferimento di partecipazioni di controllo

•  Bilancio consolidato: elise (no effetti)

•  Bilancio d’esercizio:

•  Sostanza economica (IFRS 3)

•  No sostanza economica (continuità valori: base bilancio d’esercizio o base bilancio consolidato).

•  Acquirente/conferitario: contabilizza a valori storici

•  Venditore/conferente: eccedenza non transita a conto economico

•  L’operazione ha “sostanza economica quando si ha generazione di valore aggiunto per il complesso delle parti interessate (+R, -C, + Sinergie) che si concretizza in significative variazioni dei flussi di cassa ante e post operazione.

•  come acquisizioni/conferimenti aziende/rami d’azienda/partecipazioni

•  Costo = FV IAS 16.24, 16.25, IAS 38.45, 38.46

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Pagina 106

Immobilizzazioni   4.000 Patrimonio  netto 4.600 Immobilizzazioni   6.000 Patrimonio  netto 4.600 Immobilizzazioni   6.000 Patrimonio  netto 4.600Partecipazione  X 5.000 Fondi  rischi 100 Avviamento  X 1.500 Fondi  rischi 200 Avviamento  X 1.500 Fondi  rischi 200Partecipazione  Y 4.000 Debiti  commerciali 500 Avviamento  Y 1.400 Debiti  commerciali 900 Avviamento  Y 1.400 Debiti  commerciali 900Crediti  commerciali 100 Debiti  finanziari 8.000 Crediti  commerciali 3.600 Debiti  finanziari 11.000 Crediti  commerciali 3.600 Debiti  finanziari 11.000Disponibilità  liquide 100 Disponibilità  liquide 4.200 Disponibilità  liquide 4.200Attivo 13.200 Passivo  e  PN 13.200 Attivo 16.700 Passivo  e  PN 16.700 Attivo 16.700 Passivo  e  PN 16.700

Y  acquista  azienda  di  X  (attivo  -­‐passivo  esclusa  cassa)  per  1.100 Plus  e  diff  cessione  si  elidono  senza  efffetti  sul  consolidato

Immobilizzazioni   1.000 Patrimonio  netto 3.500 Immobilizzazioni   0 Patrimonio  netto 3.500Plusvalenza  cessione 600 Non  transita  a  CE

Fondi  rischi 0 Fondi  rischi 0Debiti  commerciali 0 Debiti  commerciali 0

Crediti  commerciali 500 Debiti  finanziari 1.000 Crediti  commerciali Debiti  finanziariDisponibilità  liquide 3.000 Disponibilità  liquide 4.100Attivo 4.500 Passivo  e  PN 4.500 Attivo 4.100 Passivo  e  PN 4.100

Immobilizzazioni   1.000 Patrimonio  netto 2.600 Immobilizzazioni   2.000 Patrimonio  netto 2.600Fondi  rischi 100 Differenza  acquisizione  ? 600 Fondi  rischi 100Debiti  commerciali 400 Debiti  commerciali 400

Crediti  commerciali 3.000 Debiti  finanziari 2.000 Crediti  commerciali 3.500 Debiti  finanziari 3.000Disponibilità  liquide 1.100 Disponibilità  liquide 0Attivo 5.100 Passivo  e  PN 5.100 Attivo 6.100 Passivo  e  PN 6.100

Immobilizzazioni   2.000 Patrimonio  netto 2.600 Immobilizzazioni   2.000 Patrimonio  netto 2.600Riserva  negativa -­‐600 Avviamento 600Fondi  rischi 100 Fondi  rischi 100Debiti  commerciali 400 Debiti  commerciali 400

Crediti  commerciali 3.500 Debiti  finanziari 3.000 Crediti  commerciali 3.500 Debiti  finanziari 3.000Disponibilità  liquide 0 Disponibilità  liquide 0Attivo 5.500 Passivo  e  PN 5.500 Attivo 6.100 Passivo  e  PN 6.100

SP  valori  contabili  Y  continuità  bilancio  conslidato

SP  A  (consolidato)SP  A  (individuale)

SP  valori  contabili  Y

SP  A  (consolidato)

SP  valori  contabili  Y

SP  valori  contabili  X SP  valori  contabili  X

SP  valori  contabili  Y  continuità  bilancio  d'esercizio

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Pagina 107

Immobilizzazioni   4.000 Patrimonio  netto 4.600 Immobilizzazioni   6.000 Patrimonio  netto 4.600 Immobilizzazioni   6.000 Patrimonio  netto 4.600Partecipazione  X 5.000 Fondi  rischi 100 Avviamento  X 1.500 Fondi  rischi 200 Avviamento  X 1.500 Fondi  rischi 200Partecipazione  Y 4.000 Debiti  commerciali 500 Avviamento  Y 1.400 Debiti  commerciali 900 Avviamento  Y 1.400 Debiti  commerciali 900Crediti  commerciali 100 Debiti  finanziari 8.000 Crediti  commerciali 3.600 Debiti  finanziari 11.000 Crediti  commerciali 3.600 Debiti  finanziari 11.000Disponibilità  liquide 100 Disponibilità  liquide 4.200 Disponibilità  liquide 4.200Attivo 13.200 Passivo  e  PN 13.200 Attivo 16.700 Passivo  e  PN 16.700 Attivo 16.700 Passivo  e  PN 16.700

Y  acquista  partecipazione  in  X  per  6.000 Plus  e  diff  cessione  si  elidono  senza  effetti  sul  consolidato

Immobilizzazioni   1.000 Patrimonio  netto 3.500 Immobilizzazioni   4.000 Patrimonio  netto 4.600Partecipazione  X 0 Riserva  da  cessione  X 1.000

Fondi  rischi 0 Partecipazione  Y 4.000 Fondi  rischi 100Debiti  commerciali 0 Debiti  commerciali 500

Crediti  commerciali 500 Debiti  finanziari 1.000 Crediti  commerciali 100 Debiti  finanziari 8.000Disponibilità  liquide 3.000 Disponibilità  liquide 6.100Attivo 4.500 Passivo  e  PN 4.500 Attivo 14.200 Passivo  e  PN 14.200

Immobilizzazioni   1.000 Patrimonio  netto 2.600 Immobilizzazioni   1.000 Patrimonio  netto 2.600Fondi  rischi 100 Differenza  da  acquisto  Part    in  X 6.000 Fondi  rischi 100Debiti  commerciali 400 Debiti  commerciali 400

Crediti  commerciali 3.000 Debiti  finanziari 2.000 Crediti  commerciali 3.000 Debiti  finanziari 2.000Disponibilità  liquide 1.100 Disponibilità  liquide 1.100 Nuovi  debiti  finanziari 6.000Attivo 5.100 Passivo  e  PN 5.100 Attivo 11.100 Passivo  e  PN 11.100

Immobilizzazioni   1.000 Patrimonio  netto 2.600 Immobilizzazioni   1.000 Patrimonio  netto 2.600Partecipazione  in  X 5.000 Riserva  negativa -­‐1.000 Partecipazione  in  X  fine  x  FV6.000 Riserva  negativa -­‐1.000

Fondi  rischi 100 Riserva  da  valutazione  FV1.000Debiti  commerciali 400 Fondi  rischi 100

Crediti  commerciali 3.000 Debiti  finanziari 2.000 Debiti  commerciali 400Disponibilità  liquide 1.100 Nuovi  debiti  finanziari 6.000 Crediti  commerciali 3.000 Debiti  finanziari 2.000Attivo 10.100 Passivo  e  PN 10.100 Disponibilità  liquide 1.100 Nuovi  debiti  finanziari 6.000

Attivo 11.100 Passivo  e  PN 11.100

SP  valori  contabili  Y  continuità  bilancio  d'esercizio  A SP  valori  contabili  Y  continuità  bilancio  d'esercizio  X

SP  A  (individuale) SP  A  (consolidato) SP  A  (consolidato)

SP  valori  contabili  X SP  A  individuale

SP  valori  contabili  Y SP  valori  contabili  Y

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BCUCC - il discussion paper dell’EFRAG

Pagina 108

•  BCUCC: Efrag discussion paper

•  L’Efrag discussion paper sulle BCUCC si articola in 6 capitoli e tre appendici

–  Il capitolo uno contiene l’introduzione e definisce gli obiettivi del discussion paper

–  Il capitolo due individua lo “scope” del discussion paper (quali BCUCC sono comprese)

–  Il capitolo tre contiene le principali assunzioni e i principi guida

–  Il capitolo quattro definisce la problematica

–  Il capitolo cinque individua le possibili modalità di contabilizzazione delle BCUCC (“View 1”, “View 2” e “View 3”)

–  Il capitolo sei contiene le conclusioni del lavoro

–  Le tre appendici contengono le definizioni dei termini, la valutazione dei punti di forza e debolezza delle possibili modalità di contabilizzazione delle BCUCC, i possibili aspetti da approfondire in ordine alla “View 3”

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BCUCC - il discussion paper dell’EFRAG

Pagina 109

•  BCUCC: Efrag discussion paper

•  Le possibili modalità di contabilizzazione delle BCUCC (“View 1”, “View 2” e “View 3”)

–  View 1: l’IFRS 3 può essere sempre applicato in via analogica: la definizione di business combination si può applicare anche alle BCUCC a prescindere dal fatto che l’operazione intervenga tra parti correlate e l’acquirente e l’acquisito siano già nel controllo della capogruppo. Le esigenze informative degli “user” sono le medesime nelle BC e nelle BCUCC e il soggetto che controlla acquirente e acquisito non è certo il “primary user”. La “View 1” viene peraltro articolata in tre varianti:

•  la prima è quella dell’applicazione analogica dell’IFRS 3;

•  la seconda è l’applicazione analogica dell’IFRS 3 senza rilevazione di goodwill (solo fair value delle attività e passività trasferite);

•  la terza è l’applicazione analogica dell’IFRS 3 senza rilevazione di goodwill e attività immateriali (solo fair value delle altre attività e passività trasferite). Queste due varianti vengono in rilievo in ragione del divieto previsto dallo IAS 38 della rilevazione di goodwill e attività immateriali generate internamente;

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BCUCC - il discussion paper dell’EFRAG

Pagina 110

VIEW  1AcquirenteCash 100Share  capital 100

Prezzo  corrisposto 56

Fair  value  of  business 148Fair  value  of  net  identifiable  assets 80Fair  value  of  intangible  assets 35Fair  value  of  total  identifiable  assets 115Goodwill 33

Variante  1 92 differenza  tra  FV  of  business  e  cash  corrisposto.  Equity  contribution  del  socioVariante  2 59 differenza  tra  FV  of  business  netto  avviamento  e  cash  corrisposto.  Equity  contribution  del  socioVariante  3 24 differenza  tra  FV  of  business  netto  avviamento  e  intangibles  e  cash  corrisposto.  Equity  contribution  del  socio

Variante  1 Variante  2 Variante  3Goodwill 33Tangible  asset 80 80 80Intangible  asset 35 35Cash 44 44 44Totale 192 159 124Share  capital 100 100 100Other  equity 92 59 24A  pareggio 192 159 124

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BCUCC - il discussion paper dell’EFRAG

Pagina 111

•  BCUCC: Efrag discussion paper

•  Le possibili modalità di contabilizzazione delle BCUCC (“View 1”, “View 2” e “View 3”)

–  View 2: l’IFRS 3 non può mai essere applicato in via analogica in quanto nelle BCUCC: a) non può mai essere identificato un acquirente; b) se anche fosse individuato questo comunque sarebbe sotto l’influenza dominante della società capogruppo e dunque il principio di “neutralità” di cui allo IAS 8 non sarebbe comunque rispettato. Due sono le possibili modalità di contabilizzazione delle BCUCC che possono essere adottate:

•  “fresh start accounting”: quando gli user ritengano che la cash generating ability siano meglio riflesse da una misurazione a fair value. Tale metodo implica l’applicazione del fair value a tutte le attività e passività di acquirente e acquisito. Anche in questo caso viene individuata la possibilità di applicare le varianti 1, 2 e 3 al caso del fresh start accounting;

•  “predecessor basis accounting”: quando gli user ritengano che la cash generating ability siano meglio riflesse da una misurazione a costo.

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BCUCC - il discussion paper dell’EFRAG

Pagina 112

VIEW  2AFair  value  of  the  business 104Cash 100Share  capital 100Goodwill   4

Prezzo  corrisposto 56

B Book  valueFair  value  of  business 148Fair  value  of  net  identifiable  assets 80 28Fair  value  of  intangible  assets 35 12Fair  value  of  total  identifiable  assets 115Goodwill 33Net  book  value 40

Variante  1 96 differenza  tra  FV  of  business  e  cash  corrisposto  +  step-­‐up  goodwill  A.  Equity  contribution  del  socioVariante  2 59 differenza  tra  FV  of  business  netto  avviamento  e  cash  corrisposto.  Equity  contribution  del  socioVariante  3 24 differenza  tra  FV  of  business  netto  avviamento  e  intangibles  e  cash  corrisposto.  Equity  contribution  del  socioPredecessor  basis -­‐16 differenza  tra  net  book  value  e  prezzo

Predecessor  basisVariante  1 Variante  2 Variante  3

Goodwill 37Tangible  asset 80 80 80 28Intangible  asset 35 35 12Cash 44 44 44 44Totale 196 159 124 84Share  capital 100 100 100 100Other  equity 96 59 24 -­‐16A  pareggio 196 159 124 84

Fresh  start  method

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BCUCC - il discussion paper dell’EFRAG

Pagina 113

•  BCUCC: Efrag discussion paper

•  Le possibili modalità di contabilizzazione delle BCUCC (“View 1”, “View 2” e “View 3”)

–  View 3: l’IFRS 3 può essere applicato in via analogica avendo riguardo al caso specifico dopo avere identificato chi sono gli users e quali siano i loro fabbisogni informativi.

–  In particolare, occorre tenere conto se, per effetto della BCUCC, vi sia stato un cambiamento nella capacità della reporting entity di fronteggiare le obbligazioni rispetto alla situazione precedente alla realizzazione della BCUCC. Ad esempio il cambiamento “in ability model” può essere dovuto, in relazione ai fabbisogni informativi degli users, dai seguenti fenomeni:

•  Equity investor: un cambiamento nella capacità della reporting entity di distribuire dividendi.

•  Lenders: un cambiamento nella capacità della reporting entity di fronteggiare le obbligazioni nei confronti dei debitori .

•  Altri creditori: un cambiamento nella capacità della reporting entity di ripagare credit facility.

VIEW  3  A  (manifa)uriera)  cash  flow   135  debi9  rilevan9   35  B  (distribuzione)  cash  flow   24  debi9  rilevan9   10  

AB   merger  predecessor  basis  cash  flow   159  debi9  rilevan9   45  

A  (manifa)uriera)  cash  flow   135  debi9  rilevan9   35  B  (distribuzione)  cash  flow   -­‐45  debi9  rilevan9   10  

AB   merger  IFRS  3  cash  flow   90  debi9  rilevan9   45  

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IFRIC 17

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•  IFRIC 17 Distributions of Non-cash Assets to Owners si applica nei confronti delle entità che effettuano la distribuzione e non ai soggetti che la ricevono.

•  Si applica quando non-cash assets sono distribuiti ai soci o quando al socio è data la possibilità di ricevere cash o non-cash assets.

•  IFRIC 17 chiarisce che: –  Il dividendo deve essere contabilizzato come debito quando è “autorizzato” (deliberato dall’organo

competente) e non è più nella discrezionalità dell’entità che lo distribuisce.

–  L’entità deve misurare il “dividend payable” al fair value delle attviità nette distribuite

–  L’entità deve rimisurare la passività a ogni reporting date e al settlement; I cambiamenti incidono sul patrimonio netto

–  L’entità contabilizza le differenze tra il dividendo pagato e il valore di carico dell’asset distribuito a conto economico e ne dà informativa separata

–  L’entità deve dare disclosure addizionale if the net assets che sono distribuiti configurano una discontinued operation

–  IFRIC 17 si applica alle pro rata distributions of non-cash assets (all owners are treated equally) ma non si applica alle transazioni sotto comune controllo.

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IFRIC 17

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•  Il trattamento contabile di una operazione va inquadrato nell’ambito dell’interpretazione IFRIC 17, “Distribuzione ai soci di attività non rappresentate da disponibilità liquide” quando ricorrono le seguenti condizioni:

•  si è in presenza di una distribuzione unilaterale di attività non rappresentate da disponibilità liquide dall’entità a vantaggio dei propri soci (nella loro qualità di azionisti);

•  tutti i soci di una stessa classe di strumenti rappresentativi di capitale sono trattati allo stesso modo;

•  l’attività non rappresentata da disponibilità liquide oggetto della distribuzione non è controllata dallo stesso socio o dagli stessi soci prima e dopo la distribuzione;

•  l’entità non distribuisce una parte delle proprie interessenze partecipative nella controllata, conservando il controllo della stessa, ma effettua la distribuzione del non-cash asset nella sua totalità.

•  Quando una entità decide una distribuzione di “non-cash assets” si devono affrontare, da un punto di vista contabile, le seguenti questioni:

a)  quando va rilevata la passività relativa alla distribuzione che l’entità si è impegnata ad effettuare;

b)  in quale modo l’entità deve valutare il “dividendo pagabile”; c)  nel momento in cui una entità procede al regolamento del “dividendo pagabile”, in

quale modo l’entità deve contabilizzare le differenze tra il valore contabile delle attività distribuite e il valore contabile del “dividendo pagabile”.

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IFRIC 17

Pagina 116

•  Con riferimento alla questione sub a), il par. 10 dell’IFRIC 17 prevede quanto segue: “La passività relativa al “dividendo da pagare” deve essere rilevata quando il dividendo è adeguatamente autorizzato e non è più a discrezione della entità, ossia alla data: (a) in cui la delibera di distribuzione del dividendo, per esempio da parte della direzione aziendale o del consiglio di amministrazione, è approvata dall’autorità competente, per esempio gli azionisti, se l’ordinamento giuridico richiede tale approvazione; oppure (b) in cui il dividendo è deliberato, per esempio da parte della direzione aziendale o del consiglio di amministrazione, se l’ordinamento giuridico non richiede un’ulteriore approvazione”.

•  Rispetto alla questione sub b), l’IFRIC 17, ai parr. 11 e 13 prevede quanto segue: “Una entità deve valutare una passività relativa alla distribuzione di attività non rappresentate da disponibilità liquide come dividendo per i propri soci al fair value (valore equo) dell’attività da distribuire. (…) Se una entità concede ai propri soci la facoltà di ricevere o attività non rappresentate da disponibilità liquide o contanti, l’entità deve stimare il dividendo pagabile considerando il fair value (valore equo) di ciascuna opzione e la relativa probabilità che i soci scelgano l’una o l’altra opzione. (…) Alla data di chiusura di ciascun esercizio e alla data di regolamento, l’entità deve rivedere e rettificare il valore contabile del dividendo pagabile, e ciascuna variazione del valore contabile del dividendo pagabile deve essere rilevata nel patrimonio netto come una rettifica dell’ammontare della distribuzione”. Alla luce di quanto sopra, risulta che la passività relativa all’assegnazione dei beni andrà registrata al fair value del bene alla data dell’assemblea che delibera la distribuzione. Essendo il bene da assegnare costituito da azioni negoziate su mercato regolamentato il fair value del bene sarà costituito da prezzo di mercato alla data dell’assemblea che approva la riduzione del capitale. Ogni successiva variazione del fair value delle azioni tra la data dell’assemblea che approva la riduzione del capitale e la data di assegnazione delle stesse ai soci modificherà la passività verso i soci con contropartita patrimonio netto (senza transitare in conto economico).

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IFRIC 17

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valore  contabile  azioni  da  assegnare

passività  verso  gli  azionisti  (al  prezzo  di  mercato)

utile/perdita  in  conto  

economico variazione  pn totaleannuncio 300 0 0 0 0assemblea 300 210 0 -­‐210 -­‐210attribuzione 300 150 -­‐150 60 -­‐90

-­‐150 -­‐150 -­‐300

valore  contabile  azioni  da  assegnare

passività  verso  gli  azionisti  (al  prezzo  di  mercato)

utile/perdita  in  conto  

economico variazione  pn totaleannuncio 300 0 0 0 0assemblea 300 210 0 -­‐210 -­‐210attribuzione 300 270 -­‐30 -­‐60 -­‐90

-­‐30 -­‐270 -­‐300

valore  contabile  azioni  da  assegnare

passività  verso  gli  azionisti  (al  prezzo  di  mercato)

utile/perdita  in  conto  

economico variazione  pn totaleannuncio 300 0 0 0 0assemblea 300 210 0 -­‐210 -­‐210situazione  intermedia 210 210 -­‐90 0 -­‐90attribuzione 150 150 -­‐60 60 0

-­‐150 -­‐150 -­‐300

valore  contabile  azioni  da  assegnare

passività  verso  gli  azionisti  (al  prezzo  di  mercato)

utile/perdita  in  conto  

economico variazione  pn totaleannuncio 300 0 0 0 0assemblea 300 210 0 -­‐210 -­‐210situazione  intermedia 240 240 -­‐60 -­‐30 -­‐90attribuzione 270 270 30 -­‐30 0

-­‐30 -­‐270 -­‐300

•  In conclusione, l’effetto patrimoniale netto della riduzione di capitale sarà pari al valore contabile netto del bene che viene assegnato ai soci: la ripartizione tra la componente di riduzione patrimoniale che avrà solo conseguenze sul patrimonio netto e quella che avrà effetti sul conto economico potrà essere misurata solo alla data dell’assegnazione per differenza tra il valore contabile netto e il fair value del bene da assegnare a quella data. Considerato peraltro che l’effetto complessivo netto dell’operazione (a prescindere da quanto viene imputato a conto economico o a patrimonio netto) è pari al valore della riduzione di capitale, da eguagliare al valore contabile netto dell’asset da assegnare, potrebbe essere ragionevole ritenere che la componente di effetto economico della riduzione di capitale abbia rilevanza solo ai fini IAS/IFRS e non ai fini civilistici della determinazione del risultato dell’esercizio 20XY avendo l’assemblea deliberato una riduzione di capitale determinata (in ipotesi 300) che viene fatta transitare in parte per il conto economico ai soli fini IAS/IFRS. Nella tabella a fianco si riporta una esemplificazione degli effetti contabili dell’Operazione.

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IFRIC 19

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•  In data 26 novembre 2009 l’International Financial Reporting Interpretations Committee (IFRIC) ha pubblicato il documento IFRIC 19 “Estinguishing financial liabilities with equity instruments”.

•  Il documento definisce il trattamento contabile che deve seguire il debitore quando, a seguito di una rinegoziazione dei termini contrattuali di una passività finanziaria, creditore e debitore si accordano per un cosiddetto “debt for equity swap”, ossia per l’estinzione totale o parziale della passività finanziaria a fronte dell’emissione di strumenti rappresentativi di capitale da parte del debitore.

•  In base alle interpretazioni fornite dall’IFRIC 19:

•  l’emissione di strumenti rappresentativi di capitale costituisce “pagamento di corrispettivo” così come definito dal paragrafo 41 dello IAS 39;

•  gli strumenti rappresentativi di capitale emessi sono valutati al fair value; se il fair value di tali strumenti non può essere valutato attendibilmente, si deve adottare il fair value delle passività finanziarie estinte;

•  la differenza tra il valore di carico della passività finanziaria ed il corrispettivo pagato (rappresentato dal fair value degli strumenti rappresentativi di capitale emessi) deve essere rilevata a conto economico.

•  L’IFRIC 19 dovrà essere applicato dai bilanci che iniziano il 1° luglio 2010 o successivamente. E’ consentita l’applicazione anticipata.

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IFRIC 19

Pagina 119

•  Eliminazione contabile di una passività finanziaria ai sensi dello IAS 39

•  39. L’entità deve eliminare una passività finanziaria (o una parte di una passività finanziaria) dal proprio stato patrimoniale quando, e solo quando, questa viene estinta — ovverosia, quando l’obbligazione specificata nel contratto è adempiuta o cancellata oppure scaduta.

•  40. Uno scambio tra colui che acquista e colui che cede in prestito strumenti di debito con termini contrattuali sostanzialmente diversi, deve essere contabilizzato come un’estinzione della passività finanziaria originaria e la rilevazione di una nuova passività finanziaria. Analogamente una variazione sostanziale dei termini di una passività finanziaria esistente o di una parte di essa (sia se o non attribuibile alla difficoltà finanziaria del debitore) deve essere contabilizzata come un’estinzione della originaria passività finanziaria e la rilevazione di una nuova passività finanziaria.

•  41. La differenza tra il valore contabile di una passività finanziaria (o parte di una passività finanziaria) estinta o trasferita ad un’altra parte e il corrispettivo pagato, inclusa qualsiasi attività non monetaria trasferita o passività non monetaria assunta, deve essere rilevata nel conto economico.

•  42. Se un’entità riacquista una parte di una passività finanziaria, l’entità deve suddividere il precedente valore contabile della passività finanziaria tra la parte che continua ad essere rilevata e la parte che è eliminata in base ai relativi fair value (valore equo) alla data del riacquisto. La differenza tra a) il valore contabile attribuito alla parte stornata e b) il corrispettivo pagato, inclusa qualsiasi attività non monetaria trasferita o passività non monetaria assunta, per la parte eliminata deve essere rilevata nel conto economico.

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IFRIC 19

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•  Un debitore e un creditore potrebbero rinegoziare i termini di una passività finanziaria con il risultato che il debitore estingue la passività, interamente o parzialmente, emettendo strumenti rappresentativi di capitale in favore del creditore. Queste operazioni sono talvolta definite come «swap di debito contro capitale azionario».

•  L’IFRIC ha ricevuto richieste di fornire indicazioni sul trattamento contabile di tali operazioni .

•  L’Interpretazione definisce il trattamento contabile che una entità deve applicare nel caso in cui la rinegoziazione dei termini di una passività finanziaria determini l’emissione di strumenti rappresentativi di capitale in favore di un proprio creditore, al fine di estinguere interamente o parzialmente la stessa passività finanziaria. Essa non definisce il trattamento contabile che deve applicare il creditore.

•  Una entità non deve applicare la presente Interpretazione nei casi in cui: (a) il creditore sia anche un azionista diretto o indiretto e stia agendo nella propria capacità di azionista

diretto o indiretto esistente; (b) il creditore e l’entità siano controllati dalla stessa parte o dalle stesse parti prima e dopo l’operazione

e la sostanza dell’operazione si configuri in una distribuzione di strumenti rappresentativi di capitale da parte dell’entità oppure in un conferimento alla stessa;

(c) l’estinzione della passività finanziaria attraverso l’emissione di azioni sia conforme alle condizioni

originarie della passività finanziaria.

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IFRIC 19

Pagina 121

•  La presente Interpretazione affronta le seguenti questioni: (a) conformità con il paragrafo 41 dello IAS 39 degli strumenti rappresentativi di capitale di un’entità emessi al fine di estinguere, interamente o parzialmente, il «corrispettivo pagato» di una passività finanziaria; (b) in quale modo l’entità deve inizialmente valutare gli strumenti rappresentativi di capitale emessi per estinguere tale passività finanziaria; (c) il trattamento contabile che l’entità dovrebbe applicare a qualsiasi differenza tra il valore contabile della passività finanziaria estinta e l’ammontare degli strumenti rappresentativi di capitale emessi determinato in sede di valutazione iniziale.

•  L’emissione di strumenti rappresentativi di capitale di un’entità in favore di un creditore per estinguere, interamente o parzialmente, una passività finanziaria è equivalente al corrispettivo pagato secondo quanto previsto dal paragrafo 41 dello IAS 39. Una entità deve eliminare una passività finanziaria (o parte di una passività finanziaria) dal proprio prospetto della situazione patrimoniale-finanziaria quando, e solo quando, questa viene estinta in conformità al paragrafo 39 dello IAS 39.

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IFRIC 19

Pagina 122

•  Al momento della rilevazione iniziale degli strumenti rappresentativi di capitale emessi in favore di un creditore per estinguere, interamente o parzialmente, una passività finanziaria, l’entità deve valutarli al fair value (valore equo) degli strumenti rappresentativi di capitale emessi, a meno che tale fair value (valore equo) non possa essere valutato attendibilmente.

•  Se il fair value (valore equo) degli strumenti rappresentativi di capitale emessi non può essere valutato attendibilmente, gli strumenti rappresentativi di capitale devono essere valutati in modo da riflettere il fair value (valore equo) della passività finanziaria estinta. Nel determinare il fair value (valore equo) di una passività finanziaria estinta che include una caratteristica di esigibilità a vista (per esempio un deposito a vista), non si applica il paragrafo 49 dello IAS 39.

•  Se la passività finanziaria viene estinta solo parzialmente, l’entità deve valutare se una parte del corrispettivo pagato è legata a una modifica delle condizioni della passività che resta in essere. Se parte del corrispettivo pagato fa riferimento a una modifica delle condizioni della passività residua, l’entità deve ripartire il corrispettivo pagato tra la parte della passività estinta e la parte della passività che resta in essere. Nell’effettuare tale ripartizione, l’entità deve considerare tutti i fatti e le circostanze rilevanti in relazione all’operazione.

•  La differenza tra il valore contabile della passività finanziaria (o di parte della passività finanziaria) estinta e il corrispettivo pagato deve essere rilevata nell’utile (perdita) d’esercizio, in conformità con quanto disposto dal paragrafo 41 dello IAS 39. Gli strumenti rappresentativi di capitale emessi devono essere rilevati inizialmente e valutati alla data in cui viene estinta la passività finanziaria (o parte di essa).

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IFRIC 19

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• Qualora la passività finanziaria sia estinta solo parzialmente, il corrispettivo deve essere ripartito secondo quanto disposto dal paragrafo 8. Il corrispettivo assegnato alla passività residua deve essere considerato quando si tratta di valutare se le condizioni della passività residua siano state modificate nella sostanza. Se la passività residua è stata modificata nella sostanza, l’entità deve contabilizzare tale modifica come estinzione della passività originaria e rilevazione di una nuova passività, in conformità con quanto disposto dal paragrafo 40 dello IAS 39.

•  Par. 11 Una entità deve indicare l’utile o la perdita rilevati conformemente ai paragrafi 9 e 10 come una voce distinta dell’utile (perdita) d’esercizio o delle note.

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IFRIC 12

ü  IFRIC 12: l’endorsement

ü  L’ambito di applicazione

ü  Attività di costruzione ed ampliamento dell’infrastruttura

ü  Fase operativa ü  Entrata in vigore e disposizioni transitorie

ü  I principali effetti ed esempi illustrativi

ü  Dubbi interpretativi e difficoltà operative

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L’approvazione e l’omologazione dell’IFRIC 12

v L’IFRIC  12  è  una   Interpretazione  emessa  dall’Interna9onal   Financial  Repor9ng   Interpreta9on     Commi)ee   (IFRIC)   che   disciplina  l’impostazione  contabile  da  seguire   in  presenza  di  accordi  di   servizi  in  concessione  pubblico-­‐privato  opera9  mediante  un’infrastru)ura  

v In  quanto  “Interpretazione”,   l’IFRIC  12  dovrebbe  rappresentare  una  “guida   interpreta9va”,   coerente   con   i   principi   IFRS   esisten9   già  recepi9   dall’Unione   Europea.   In   realtà,   la   complessità/novità   delle  soluzioni   contabili   prospe)ate   nel   documento,   rispe)o  all’impostazione  contabile  a)ualmente  seguita  in  numerosi  Paesi,  ha  di  fa)o  la  portata  di  un  vero  e  proprio  nuovo  Principio  

v Il  percorso  di  elaborazione  dell’IFRIC  12  e  successivo  endorsement  è  stato  par9colarmente  complesso.  Si   riporta  nel  seguito   il  *ming  dei  diversi  passi  sinora  intercorsi.  

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L’approvazione e l’omologazione dell’IFRIC 12

                                                                                         E  A  R  L  Y        A    D    O    P    T    I    O    N  

L’IFRIC  avvia    il  proge<o  Concessioni  

 4/2003  

3/2005    

L’IFRIC  pubblica    le  bozze  di  

interpretazione    D12-­‐D13-­‐D14  

   

 L’IFRIC  riceve  77  le<ere  di  

commento  sulle  bozze  (tra  cui  da  OIC  e  AISCAT)  

 5/2005  

 

11/2006    

L’IFRIC  pubblica  l’Interpretazione  12  Accordi  di  servizi  in  

concessione  

3/2007    

L’EFRAG  esprime  parere  favorevole  a  maggioranza  su  adozione  IFRIC  12  

in  UE  

12/2007    

La  CE  apre  una  consultazione  pubblica  

 sull’IFRIC  12    

L’OIC  invia  le<era  di  commento  all’EFRAG  

sfavorevole  su  adozione  IFRIC  12  

in  UE    

2/2007  

Commissario  UE  al  Mercato  Interno    

risponde  a  interrogazione  parlamentare  su  

IFRIC  12    

9/2007  

Un  percorso  che  ha  incontrato  molX  ostacoli  …  

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L’approvazione e l’omologazione dell’IFRIC 12

…  e    lungo  7  anni  ...  

L’IFRIC  12  entra    in  vigore  secondo  le  

regole  della  CE  

 L’UE  omologa    

l’IFRIC  12  mediante  

pubblicazione  del  Regolamento    

in  GUCE    

11/2008   1/2010  

 Resoconto  

Intermedio  sulla  GesXone  del  1°  trimestre  2010  con  l’adozione  dell’IFRIC  12    

 

4-­‐5/2010  

 L’IFRIC  12  entra    in  vigore  secondo  le  regole  proprie  

 1/2008  

 6/2008  

 

Pubblicazione  dei  risultaX  della  consultazione  

pubblica  

   

L’ARC  esprime  il    parere  sul  

recepimento  dell’IFRIC  12  nella  UE  

   

3/2009  

 Relazione  finanziaria  

annuale  esercizio  2010  con  l’adozione  dell’IFRIC  12    

 2011  

LATE  ENDORSEMENT  

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Ifric 12 -L’ambito di applicazione

v  L’Interpretazione  si  applica  normalmente  agli  accordi  di  concessione  in  cui  un  sogge<o  pubblico   (“Concedente”)   affida   ad   un’en9tà   del   se<ore   privato   (“Concessionario”)   la  costruzione   o   l’ampliamento,   la   gesXone   e   la   manutenzione   di   una   infrastru<ura  dedicata  al  pubblico  servizio  per  un  tempo  determinato  

v  L’IFRIC  12  si  applica  ai  contraY  di  concessione  tra  pubblico  e  privato  aven9  le  seguen9  cara<erisXche:  

A.  il  Concedente  controlla  o  regolamenta  quali  servizi  il  Concessionario  deve  fornire  con  l’infrastru)ura,    a  chi  li  deve  fornire,  e  a  che  prezzo;  e  

B.  il  Concedente  controlla  -­‐  a)raverso  la  proprietà,  la  9tolarità  dei  benefici  o  altro  -­‐  ogni  interesse  significa9vo  residuo  nell’infrastru)ura  alla  scadenza  dell’accordo  

 v  L’  IFRIC  12    si  applica  sia:  

Ø  all’infrastru<ura   che   il   Concessionario   realizza   o   acquista   da   un   terzo   per   le  finalità  dell’accordo;  sia  

Ø  all’infrastru<ura   esistente   del   Concedente   che   viene   resa   disponibile   al  Concessionario  per  le  finalità  dell’accordo  

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Ifric 12 -L’ambito di applicazione  L’IFRIC  12  fornisce  un  percorso  di  analisi  per  verificare,  per  gradi  successivi,  se  le  concessioni  rientrano  o  meno  nel  suo  ambito  di  applicazione.      Tale  percorso  è  riepilogato  nel  seguito:  

Il  concedente  controlla  o  regolamenta  quali  servizi  il  concessionario  deve  fornire  con  l’infrastru)ura,  a  chi  li  deve  fornire  e  a  quale  prezzo?  

Il  concedente  controlla  tramite  la  proprietà,  9tolo  a  benefici  o  in  altro  modo,  qualsiasi  interessanza  residua  significa9va  nell’infrastru)ura  alla  scadenza  dell’accordo?  Oppure  l’infrastru)ura  è  u9lizzata  nell’accordo  per  la  sua  intera  vita  u9le?  

Il  concessionario  ha  realizzato  o  acquistato  da  un  terzo  l’infrastru)ura  ai  fini  dell’accordo  di  servizio?    

L’infrastru)ura  è  una  infrastru)ura  esistente  alla  quale  il  concedente  dà  accesso  al  concessionario  ai  fini  dell’accordo  di  servizio?  

RIENTRA  NELL’AMBITO  DI  APPLICAZIONE  DELL’IFRIC  12  Il  concessionario  non  rileva  l’infrastru)ura  né  come  immobili  impian9  e  macchinari,  né  come  aYvità  locata  

Fuori    dall’ambito  di  applicazione  della  Interpretazione  

NO  

NO  

NO  

SI  

SI  

NO  

SI   SI  

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Ifric 12 - L’ambito di applicazione

Il  concessionario  ha  un  diri)o  contra)uale  a  ricevere  disponibilità  liquide  o  altra  aYvità  finanziaria  dal,  o  su  istruzioni  del,  concedente?  

 Il  concessionario  ha  un  diri)o  contra)uale  di  far  pagare  gli  uten9  del  servizio  pubblico?    

RIENTRA  NELL’AMBITO  DI  APPLICAZIONE  DELL’IFRIC  12  Il  concessionario  non  rileva  l’infrastru)ura  né  come  immobili  impian9  e  macchinari,  né  come  aYvità  locata  

NO  

NO  

SI  

NO  

SI  

Il  concessionario  rileva  un’aYvità  finanziaria  nella  misura  in  cui  abbia  un  diri)o  contra)uale  di  ricevere  disponibilità  liquide  o  un’altra  aYvità  finanziaria  

Il  concessionario  iscrive  in  bilancio  un’aYvità  immateriale  nella  misura  in  cui  ha  un  diri)o  contra)uale  a  ricevere  un’aYvità  immateriale    

Modello  dell’advità  immateriale  

Fuori  dall’ambito  di  applicazione  della  Interpretazione  

Modello  dell’advità  finanziaria  

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Ifric 12 - L’ambito di applicazione RiferimenX  agli  IFRS  che  si  applicano  a  Xpologie  Xpiche  di  accordi  da  pubblico  a  privato  

   

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Ifric 12 - L’ambito di applicazione La condizione di cui alla lettera a)

La  condizione  di  cui  alla  le)era  a)  è  triplice  in  quanto  prevede  che  il  concedente  controlli  o  regolamen9:  

•  quale  servizio    il  concessionario  debba  fornire,  •  a  chi  debba  essere  fornito  il  servizio,  •  a  quale  prezzo  debba  essere  fornito  il  servizio    

L’interpretazione   non   si   applica   se   uno   dei   tre   aspeY   di   cui   sopra   non   è  rispe)ato.      Il  controllo,  o  la  regolamentazione,  del  servizio  può  avvenire  in  diversi  modi:  

•  tramite  un  contra)o,  •  tramite   un’autorità   a   cui   i l   concedente   ha   delegato   la  

regolamentazione  dell’aYvità  in  concessione,  •  tramite  l’acquisto  di  tu)a  la  produzione  da  parte  del  concedente  o  da  

parte   di   un   altro   utente   quale   ad   esempio   un'en9tà   del   se)ore  pubblico   o   privato   alla   quale   è   stata   delegata   la   responsabilità   per   il  servizio.    

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Ifric 12 - L’ambito di applicazione La condizione di cui alla lettera a)

Al   fine   di   verificare   se   il   concedente   controlla   il   servizio   occorre   considerare   tu)e   le   par9  correlate   al   concedente,   pertanto   se   il   concedente   è   un’en9tà   del   se)ore   pubblico   occorre  prendere  in  considerazione  tu)o  il  se)ore  pubblico,  compresa  qualsiasi  autorità  che  agisce  nel  pubblico  interesse.  [IFRIC  12  AG2]    Per   quanto   riguarda   il   controllo   della   tariffa,   non   è   necessario   che   il   concedente   stabilisca  esa)amente  il  prezzo  da  applicare  agli  uten9,  ma  è  sufficiente  che  il  concedente  abbia  il  potere  di  regolamentare,  dire)amente  o  tramite  un’autorità,  la  tariffa,  ad  esempio  fissando  un  prezzo  massimo.  [IFRIC  12  AG3]  Tale  condizione  deve  essere  verificata  nella  sostanza,  ad  esempio:  •  la  condizione  è  rispe)ata  se  contra)ualmente  i  prezzi  sono  stabili9  dal  concessionario  ma  

gli  eventuali  extraprofiY  sono  res9tui9  al  concedente;  •  la   condizione   è   rispe)ata   se   il   concessionario   propone   un   prezzo   ed   il   concedente   lo  

approva;  •  la  condizione  è  rispe)ata  se  contra)ualmente  i  prezzi  sono  stabili9  in  base  ad  una  formula  

di  revisione  tariffaria  •  la  condizione  non  è  rispe)ata,  se  il  prezzo  massimo  (price  cap)  stabilito  dal  concedente  nel  

contra)o  è  una  tariffa  talmente  alta  che  è  quasi  certo  che  non  sarà  mai  applicata      

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Ifric 12 - L’ambito di applicazione La  condizione  di  cui  alla  le-era  b)  

 La  condizione  di  cui  alla  le)era  b)  prevede  che  il  concedente  controlla  –  tramite  la  proprietà  o  in  altro  modo  –  qualsiasi  interessenza  residua  significa9va  nell'infrastru)ura  alla  scadenza  dell'accordo.    Il   concedente   può   controllare   l’interessenza   residua   nell’infrastru)ura   in   diversi  modi,   di   seguito   si  riportano  alcuni  esempi:  •   il   concedente   man9ene   la   proprietà   delle   aYvità   ogge)o   di   concessione   e   concede   al  

concessionario  un  diri)o  di  accesso  necessario  per  fornire  i  servizi  pubblici  unicamente  per  il  periodo  di  durata  della  concessione;  

•  il  concessionario  costruisce  (o  acquista  da  terzi)  l’infrastru)ura  ma  è  obbligato,  al  termine  della   concessione,   a   res9tuire   o   vendere   al   concedente   o   ad   un   terzo   (designato   dal  concedente)   l’infrastru)ura   stessa.   Si   ri9ene   che   la   condizione   sia   rispe)ata   anche   se   il  concedente  debba  acquistare   l’infrastru)ura  al   fair  value,   in  quanto   l’obbligo  di  acquisto  del  concedente  impedisce  al  concessionario  di  disporre/vendere  l’infrastru)ura  durante  il  periodo  della  concessione.    

•   il   concedente   ha   il   diri)o   di   esercitare   un’   opzione   che   gli   consente   di   acquistare  l’infrastru)ura   al   termine   della   concessione   laddove   il   diri)o   di   opzione   del   concedente  impedisce  al  concessionario  di  disporre  (vendere)  liberamente  dell’infrastru)ura  durante  il  periodo  della  concessione  e  al  termine  della  stessa.      

   

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Ifric 12 - L’ambito di applicazione Advità  accessorie  parzialmente  regolamentate  

§  L’IFRIC   12   stabilisce   come   rilevare   contabilmente   le   faYspecie   in   cui   l’uso  dell’infrastru)ura  è  solo  parzialmente  regolamentato  dal  concedente  e  quindi  in  parte  non  sogge)o  a   regolamentazione.  Si   tra)a  dei   casi   in   cui   il   concedente  man9ene   il   controllo  sull’infrastru)ura,  ma  consente  al  concessionario  di  sfru)are  una  parte  dell’infrastru)ura  per  svolgere  altri  servizi  senza  obbligo  di  applicare  tariffe  determinate  dal  concedente.    

§  L’IFRIC  12  prevede  due  faYspecie:  a.  se   la   parte   dell’infrastru)ura   non   regolamentata,   è   fisicamente   separabile,   può  

essere  ges9ta   indipendentemente  e   rientra  nella  definizione  di  unità  generatrice  di  flussi  finanziari  ai  sensi  dello  IAS  36,  allora  deve  essere  considerata  separatamente;  

b.  se   invece   le   aYvità   non   regolamentate   sono   puramente   accessorie   (“ancillary  acXviXes”)  la  verifica  del  controllo  deve  avvenire  come  se  tali  servizi  non  esistessero,  poiché  l'esistenza  delle  aYvità  accessorie  non  riduce  il  controllo  dell'infrastru)ura  da  parte  del  concedente.    

§  In  entrambi  i  casi  il  concessionario  deve  tra)are  le  aYvità  non  regolamentate  come  beni  acquisi9  con  un  contra)o  di   leasing,  e  quindi   in  base  allo  IAS  17  analizzando  se  si  è  nelle  condizioni  di   leasing  finanziario  o  opera9vo.,  oppure  come  beni  di  proprietà  da   regolare  sulla  base  degli  IAS  16  o  40.    

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Ifric 12 - L’ambito di applicazione Ambito  di  applicazione  e  relaXve  problemaXche  

La   valutazione   della   applicazione   dell’Interpretazione   ad   un   accordo   di   servizi   in  concessione,     è   quindi   fru)o   di   un’analisi   molto   rigorosa   della   concessione   e   della  rela9va  norma9va  che  la  regola  la  stessa  ed  il  se)ore,  anche  alla  luce  della  sostanziale  ed  effeYva  applicazione  del  conce)o  di  controllo  da  parte  dell’ente  concedente      

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Ifric 12 – I problemi trattati dall’interpretazione

 Tra  le  principali  finalità  del  documento  rientra  quella  di  disciplinare  la  fase  di  costruzione,  ed  in  par9colare:    

v  il  tra<amento  dei  dirid  del  concessionario  in  ordine  all’infrastru<ura;  

v  la  rilevazione  e  la  valutazione  del  corrispedvo  contra<uale;  

v  i  servizi  di  costruzione  o  miglioria;  

v  i  servizi  di  gesXone;  

v  gli  oneri  finanziari;  

v  il   tra<amento   contabile   successivo   di   un’advità   finanziaria   e   di   un’advità  immateriale;  e  

v  gli  elemenX  forniX  al  concessionario  dal  concedente.  

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Ifric 12 – diritti del concessionario sull’infrastruttura

 

ü  Il  Concessionario  non  deve  rilevare  tra  le  advità  materiali  l’infrastru)ura:  

Ø  sia  quella  concessa  in  uso  dal  Concedente    

Ø  sia  quella  costruita,  ampliata  o  acquisita  per  le  finalità  connesse  alla  

concessione  

ü  Ciò  in  quanto  il  concessionario  non  controlla  l’infrastru<ura,  ma  ha  solo  il  

diri<o   di   uXlizzarla   per   fornire   un   servizio   pubblico   (prevalenza   del  

conce)o  di  “controllo”  su  quello  di  trasferimento  dei  “rischi  e  benefici”)  

 

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Ifric 12 – Rilevazione  e  valutazione  del  corrispeYvo  dell’accordo    

Il   concessionario   in   o)emperanza   agli   accordi   contra)uali   opera   come  

prestatore  di  diversi  servizi:  

ü  realizza  o  migliora  l’infrastru)ura  (servizi  di  costruzione  o  miglioria)  

ü  ges9sce  l’infrastru)ura  (servizi  di  ges9one)  

ü  effe)ua  la  manutenzione  dell’infrastru)ura  (servizi  di  ges9one)  

Il   concessionario   deve   rilevare   e   valutare   i   ricavi   per   i   servizi   che   presta  

conformemente  agli  IAS  11  e  18.    

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Ifric 12 – aYvità  di  costruzione  ed  ampliamento  dell’infrastru)ura   Rilevazione  dei  ricavi  e  dei  cosX  

ü  I  ricavi  ed  i  cos9  correlaX  ai  servizi  di  costruzione  devono  essere  rilevaX  in  accordo  

con   il   principio   IAS   11   (Commesse   a   lungo   termine),   cioè   in   relazione   allo   stato  

avanzamento  lavori  o  di  completamento  dell’advità  

 

ü  Il  corrispeYvo  spe)ante  a  fronte  dell’advità  di  costruzione  deve  essere  rilevato  al  

suo  fair  value  

ü  Poiché  generalmente  non  risulta  possibile  stabilire  a<endibilmente  il  fair  value  del  

bene/corrispedvo   ricevuto,   il   criterio  più   appropriato  può  essere  quello  del   fair  

value  dei  servizi  di  costruzione  presta9,  che  può  essere  determinato  in  misura  pari  

ai  cos9  sostenu9  +  %  forfetaria  rappresenta9va  del  mark-­‐up  

Corrispedvo  riconosciuto  

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Ifric 12 – aYvità  di  costruzione  ed  ampliamento  dell’infrastru)ura  

Il  Concessionario  ha  un    diri)o  contra)uale  a  ricevere    disponibilità  liquide  o  altra  aYvità  finanziaria  dal,  o  su  istruzioni  del,  Concedente?  

 Il  Concessionario  ha  un  diri)o  contra)uale  di  far  pagare  gli  uten9  del  servizio  pubblico?  

 

Il  Concessionario  rileva    un’  ATTIVITÀ  FINANZIARIA  

Il  Concessionario  rileva    un’  ATTIVITÀ  IMMATERIALE  

IAS  39   IAS  38  

Il  corrispeYvo  ricevuto  o  spe)ante  al  concessionario  per  i  servizi  di  costruzione  o  

ampliamento  deve  essere  rilevato  se:  

 

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Ifric 12 – aYvità  di  costruzione  ed  ampliamento  dell’infrastru)ura   Il modello dell’attività finanziaria

ü  Il   Concessionario   rileva   un’aYvità   finanziaria   nella   misura   in   cui   ha   un   diri<o  incondizionato   a   ricevere   disponibilità   liquide   o   advità   equivalenX   dal,   o   su  istruzioni   del,   Concedente   per   i   servizi   di   costruzione   presta9   a   prescindere  dall’effeYvo  u9lizzo  dell’infrastru)ura  

ü  Il  Concessionario  ha  un  diri)o  incondizionato  a  ricevere  disponibilità  liquide  o  aYvità  equivalen9   se   il   Concedente   contra<ualmente   garanXsce   di   pagare   al  Concessionario  

a)  impor9  prestabili9  o  determinabili,  o  

b)  l’eventuale   differenza   tra   ammontare   ricevuto   dagli   uten9   per   il   servizio  pubblico  e  ammontare  prestabilito  o  determinabile  

ü  Il  Concessionario  rileverà  l’aYvità  finanziaria  in  conformità  agli  IAS  32  e  39  

 

 

 

 

 

 

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Ifric 12 – aYvità  di  costruzione  ed  ampliamento  dell’infrastru)ura   Il modello dell’attività finanziaria

 

 

 

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Ifric 12 – aYvità  di  costruzione  ed  ampliamento  dell’infrastru)ura   Il modello dell’attività finanziaria

 

 

 

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Ifric 12 – aYvità  di  costruzione  ed  ampliamento  dell’infrastru)ura   Il modello dell’attività immateriale

 

 

 

→  Il   Concessionario   rileva   un’advità   immateriale   nella   misura   in   cui   a   fronte  

dell’advità  di  costruzione  odene  un  diri<o  (licenza)  di  far  pagare  gli  uten9  del  

servizio  pubblico  

 

→  Tale   diri<o   soddisfa   la   definizione   di   advità   immateriale   e   pertanto   deve  

essere  contabilizzato  in  conformità  allo  IAS  38  

 

→  I   ricavi   del   Concessionario   sono   condiziona9   nella   misura   in   cui   il   pubblico  

u9lizza   il   servizio   e   quindi   il   Concessionario   sosXene   il   rischio   della   domanda,  

cioè   il   rischio  che   i  flussi  finanziari  generaX  dagli  utenX  del   servizio  non  siano  

sufficienX  a  recuperare  il  proprio  invesXmento  

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Ifric 12 – aYvità  di  costruzione  ed  ampliamento  dell’infrastru)ura   Il modello dell’attività immateriale

 

 

 

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Ifric 12 – aYvità  di  costruzione  ed  ampliamento  dell’infrastru)ura   Il modello dell’attività immateriale

 

 

 

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Ifric 12 – aYvità  di  costruzione  ed  ampliamento  dell’infrastru)ura   Il modello dell’attività immateriale

 

 

 

§  Il  concedente  rileva  un’advità  immateriale  nel  caso  in  cui  a  fronte  dei  servizi   di   costruzione   ha   diri<o   ad   o<enere   per   l’uXlizzo  dell’infrastru<ura   un   corrispedvo   dagli   utenX   o   un   corrispedvo   su  istruzione  del  concedente  

§  In  caso  di  modello  misto,  cioè  in  parte  dell’aYvità  finanziaria  ed  in  parte  immateriale,   il   diri)o   concessorio   deve   essere   determinato   in   via  residuale   rispe)o   alla   preliminare   quan9ficazione   dell’eventuale  compenso  so)o  forma  di  aYvità  finanziaria    

§  Per  la  valutazione    del  corrispedvo  si  applicano  i  criteri  di  valutazione  della  permuta  previsX  dallo  IAS  18  (1.  fair  value  dell’aYvità  immateriale  ricevuta  o,  o  se  questo  non  a)endibilmente  determinabile,  2.  fair  value  dei  servizi  di  costruzione  forni9,  eventualmente  reYfica9  dell’importo  di  eventuali  pagamen9  in  contan9  o  equivalen9)    

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Ifric 12 – aYvità  di  costruzione  ed  ampliamento  dell’infrastru)ura   Il modello dell’attività immateriale

 

 

 

§  Durante   la   fase  di   costruzione   il   concessionario   rileverà  a   conto  economico   i  cos9   di   costruzione   e   nel   contempo   rileverà   l’advità   immateriale   in  controparXta  dei  ricavi  di  costruzione  seguendo  il  profilo  di  realizzazione  dei  servizi  di  costruzione  resi  

§  Va  so)olineato  che  tale  impostazione  rifle)e  la  situazione  “scolasXca”  in  cui  il  concessionario   in   una   prima   fase   costruisce   e   solo   al   completamento   della  stessa  matura  il  diri)o  aggiun9vo  ad  addebitare  l’uso  dell’infrastru)ura.    

§  In   presenza   di   un   concessionario   “incumbent”,   il   concedente   inoltre   spesso  riconosce   allo   stesso   il   diri)o   di   addebitare   l’uso   dell’infrastru)ura  preesistente  e  già  opera9va  quale  remunerazione  dei  servizi  di  costruzione  da  realizzare.   In   tal   caso   quindi   non   si   percepisce   il   diri)o   ad   una   tariffa  aggiun9va,   quanto   piu)osto   una   remunerazione   aggiun9va   sull’infrastru)ura  esistente   a)a   a   consen9re   il   finanziamento   dei   servizi   di   costruzione   da  realizzare  

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Ifric 12 – aYvità  di  costruzione  ed  ampliamento  dell’infrastru)ura   I benefici forniti dal concedente

 

 

 

L’infrastru)ura   già   realizzata   che   il   concedente   concede   al  concessionario   per   le   finalità   della   concessione   ed   è   comunque  sogge)a  al  “controllo”  da  parte  del  concedente  

 

Non  deve  essere  rilevata  dal  concessionario  

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Ifric 12 – aYvità  di  costruzione  ed  ampliamento  dell’infrastru)ura   I benefici forniti dal concedente

 

 

 

“Keep  or  deal”  items  

Il  concedente  nell’ambito  della  concessione  fornisce  concede  al  concessionario  dei  beni  di  cui  quest’ul9mo  può  

liberamente  disporre  

 

Il   concessionario   rileva   ques9   beni   tra   le   proprie   immobilizzazioni  materiali   al   loro   fair   value   e   poiché   rappresentano   una   parte   del  corrispeYvo   ricevuto  per   i   servizi   eroga9,   simmetricamente   rileva  una  passività  che  rappresenta  l’obbligazione  ad  erogare  i  servizi  nel  futuro  

IAS  16  

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Ifric 12 – aYvità  di  costruzione  ed  ampliamento  dell’infrastru)ura   La rilevazione degli oneri finanziari

 

 

 

In   accordo   con   lo   IAS   23,   gli   oneri   finanziari   a)ribuibili   all’accordo  devono   essere   rilevaX   a   conto   economico   nel   periodo   in   cui   sono  sostenu9   salvo   che   il   concessionario   abbia   un   diri<o   contra<uale   a  ricevere  un’advità  immateriale  (un  diri)o  ad  o)enere  un  corrispeYvo  dagli  u9lizzatori  del  servizio  pubblico).  In  questo  caso  gli  oneri  finanziari  a)ribuibili   all’accordo   devono   essere   capitalizza9   durante   la   fase   di  costruzione   dell’accordo   secondo   il   tra)amento   previsto   da   tale  principio.  

 

Questo  vale  solo  nel  caso  in  cui  il  concessionario  ha  diri)o  a  rilevare  un’  aYvità   immateriale;   non   è   ammissibile   la   capitalizzazione   di   oneri  finanziari  nel  caso  in  cui  il  concessionario  rileva  un’advità  finanziaria.  

 

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Ifric 12 – Fase  opera9va

 

 

 

Servizi  di  gesXone  

 

v  Il  concessionario  contabilizza  i  ricavi  ed  i  cosX  relaXvi  alla  fase  operaXva  in  accordo  con   il  principio   IAS  18   (fair  value  del   corrispedvo  ricevuto  o  spe<ante)  

v  L’Interpretazione   IFRIC   12   richiede   al   concessionario   di   allocare   il  corrispeYvo   totale   ricevuto  ai  diversi   servizi   presta9   “in   relazione  ai   fair  value   dei   servizi   presta7,   quando   gli   impor7   sono   separatamente  iden7ficabili”.  

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Ifric 12 – Fase  opera9va

 

 

 

Servizi  di  manutenzione  

Il  concessionario  può  avere  un’  obbligazione    contra)uale  nell’ambito  della  concessione:    Ø  a  mantenere  l’infrastru)ura  ad  uno  specifico  livello  di  

funzionalità,  o    Ø  a  riprisXnare  l’infrastru<ura  in  una  specifica  condizione  prima  che  

venga  devoluta  al  concedente  al  termine  della  concessione.          

IAS  37  

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Ifric 12 – Fase  opera9va

 

 

 

Servizi  di  manutenzione  

v  Lo   IAS   37   richiede   che   l’importo   rilevato   come   accantonamento   venga  valutato   secondo   la   miglior   sXma   della   spesa   richiesta   per   adempiere  l’obbligazione  alla  data  di  riferimento  del  bilancio.  

v  Laddove   l’effe<o   del   valore   a<uale   del   denaro   è   un   aspe)o   rilevante,  l’importo   dell’   accantonamento   è   rappresentato   dal   valore   a)uale   delle  spese  che  si  suppone  saranno  necessarie  per  es9nguere  l’obbligazione.  

v  Il  tasso  di  a<ualizzazione  deve  essere  determinato  al  lordo  delle  imposte  e  deve  essere  tale  da  rifle)ere   le  valutazioni  corren9  di  mercato  del  valore  a)uale  del  denaro  e  i  rischi  specifici  connessi  alla  passività.    

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Ifric 12 – Fase  opera9va

 

 

 

Servizi  di  manutenzione    Il   Concessionario   può   avere   un’obbligazione   contra<uale   nell’ambito   della  concessione:  a  mantenere  l’infrastru)ura  ad  uno  specifico  livello  di  funzionalità,  o  a   riprisXnare   l’infrastru<ura   in   una   specifica   condizione   prima   che   venga  devoluta  al  Concedente  al  termine  della  concessione  

 

Manutenzione  ricorrente  Manutenzione  non  

ricorrente  e  interven9  di  ripris9no  e  sos9tuzione  

Spesata  a  conto  economico  quando  viene  sostenuta   RilevaX  secondo  lo  IAS  37  

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Ifric 12 – Entrata  in  vigore  e  disposizioni  transitorie

 

 

 

Pagina 157

Disposizione transitoria

v  La  data  di  decorrenza  dell’applicazione  dell’Interpretazione  è  stata  fissata  per  l’esercizio  che  decorre  a  par9re  dal  1°  gennaio  2008  

v  In   sede   di   approvazione,   l’ARC   ha   stabilito   che   l’applicazione   obbligatoria  

dell’interpretazione  decorre  dal  1°  gennaio  2010.  

v  E’  incoraggiata  un’applicazione  anXcipata  

v  L’   Interpretazione   va   applicata   in   modo   retroadvo   all’inizio   del   primo  

periodo  presentato,   in  analogia  a  quanto  richiesto  dallo   IAS  8  che  stabilisce  che   le   variazioni   nei   criteri   contabili   debbono   essere   applicate  retroaYvamente.    

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Ifric 12 – Entrata  in  vigore  e  disposizioni  transitorie

 

 

 

Pagina 158

Il mutamento nell’impostazione di fondo §  L’infrastru<ura  rientrante  nell’ambito  di  applicazione  dell’IFRIC  12  non  può  essere  

rilevata  tra   le  Advità  Materiali,    poiché  l’advità  è  considerata  “controllata”  dal  concedente;   ciò   comporta   un   elemento   di   discon9nuità   rispe)o   al   modello  dell’aYvità  materiale  di  norma    a)ualmente  seguito  dai  concessionari    

§  Da   ciò  ne   consegue   che   l’advità  di   costruzione  dell’infrastru<ura  è   assimilata   a  quella  di  un’impresa  di  costruzioni  e  pertanto  durante  la  stessa  si  rilevano  a  conto  economico  i  rela9vi  cos9  e  ricavi  da  costruzione.  Il  concessionario  quindi  svolge  un  servizio  di  costruzione  nei  confron9  del  concedente  

§  A   fronte   dei   servizi   di   costruzione   resi   dal   concessionario,   il   concedente    a<ribuisce   al   concessionario   un   diri<o   ad   o)enere   il   riconoscimento   di   un  pedaggio  per  l’uso  dell’infrastru<ura  da  parte  del  cliente  (oltre,    ventualmente,    al  diri<o   di   o<enere   una   somma   predeterminata   so)o   forma   di   contributo   alla  realizzazione  dell’opera  o  di  minimo  garan9to/diri)o  di  subentro)    

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Ifric 12 – Entrata  in  vigore  e  disposizioni  transitorie

 

 

 

Pagina 159

Esemplificazioni dei modelli contabili da applicare §  Il   concedente   riconosce   al   concessionario   un   importo   fisso   incondizionato   (es.  

canone  fisso  predeterminabile)    che  non  dipende  dall’uso  dell’infrastru)ura  (advità  finanziaria)  

§  I  clien9  pagano  il  concessionario  (es.  pedaggio)  per  l’uso  dell’infrastru)ura  (advità  immateriale)    

§  Il  concedente  riconosce  al  concedente  un  contributo  per  la  realizzazione  dell’opera  (advità  finanziaria)  

§  Il   concedente/lo   Stato   pagano   il   concessionario   (es.   “pedaggio   ombra”)   per   l’uso  dell’infrastru)ura  (advità  immateriale)    

§  I   clien9   pagano   il   concessionario   per   l’uso   dell’infrastru)ura   e   il   concedente  riconosce   un   corrispeYvo   basato   tra   il   livello   di   ricavi   consun9vato   e   un   livello  prestabilito   “minimo   garan9to”   (advità   finanziaria   se   minimo   garanXto   >   ricavi  consunXvaX  da  clienX    oppure  se  minimo  garanXto  <   ricavi   consunXvaX  sca<a   il  modello   “misto”   aYvità   finanziaria   per   la   porzione   corrispondente   al   minimo  garan9to   e   aYvità   immateriale   per   la   parte   di   ricavi   consun9vi   che   eccede   tale  soglia)  

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Ifric 12 – i principali effetti ed esempi illustrativi

Pagina 160

Simulazione voci di bilancio secondo il Modello dell’Attività Immateriale

Stato Patrimoniale Attività non correnti v  Immateriali – Diritti sull’infrastruttura Passività v  Fondo ripristino e sostituzioni v  Risconto ricavi differiti per attività di costruzione

Conto economico v  Ricavi da pedaggio v  Ricavi per attività di costruzione v  Costi dell’attività di costruzione v  Costi operativi v  Ammortamento diritti sull’infrastruttura v  Oneri finanziari capitalizzati

Stato Patrimoniale Attività non correnti v  Materiali – Beni devolvibili

Passività v  Fondo ripristino e sostituzioni

Conto economico v  Ricavi da pedaggio v  Costi operativi v  Costi operativi capitalizzati v  Ammortamento Beni Devolvibili v  Oneri finanziari capitalizzati

Modello dell’Attività Materiale (ante IFRIC 12)

Modello dell’Attività Immateriale (con IFRIC 12)

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Ifric 12 – i principali effetti sulle voci di bilancio

Pagina 161

v  In relazione all’inquadramento delle somme ricevute dai concessionari quali contributi a fronte di investimenti relativi ai beni devolvibili, si evidenzia che nell’ambito dell’IFRIC 12 tali somme devono essere riconducibili ad un corrispettivo da rilevare secondo il modello dell’attività finanziaria, in quanto si tratta di un importo incondizionato ricevuto dal concedente per far fronte all’attività di costruzione

v  Durante la fase di costruzione i costi sostenuti, attualmente iscritti direttamente nell’attivo dello stato patrimoniale (tra le attività materiali), dovranno transitare per il conto economico come segue:

ü  iscrizione tra i costi per servizi dei costi sostenuti per la realizzazione dell’infrastruttura

ü  iscrizione tra i ricavi per lavori di un importo pari ai costi sostenuti maggiorati di una percentuale forfettaria

v  Conseguentemente, il conto economico evidenzierà la remunerazione realizzata a fronte del servizio di costruzione

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Ifric 12 – i principali effetti ed esempi illustrativi

Pagina 162

Esempio 1: il concedente assegna al concessionario un’attività finanziaria

Termini dell’accordo v  I termini dell’accordo stabiliscono che un concessionario

debba costruire una strada, completando la costruzione entro due anni, e che debba manutenere e gestire la strada secondo determinati standard per otto anni (ossia il lasso di tempo compreso tra il terzo e il decimo anno).

v  I termini dell ’accordo stabil iscono inoltre che i l concessionario debba risistemare il manto stradale al termine dell’ottavo anno; il rifacimento del manto stradale è un’attività che genera ricavi.

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Ifric 12 – i principali effetti ed esempi illustrativi

Pagina 163

Termini dell’accordo Il concessionario stima che i costi da sostenere per adempiere alle proprie obbligazioni saranno i seguenti:

Tabella 1,1 Costi di commessa

v  I termini dell’accordo prevedono che il concedente paghi al concessionario 200 unità di moneta (CU 200) all’anno per gli anni da 3 a 10 per rendere la strada utilizzabile dal pubblico.

v  Ai fini del presente esempio, si ipotizza che tutti i flussi finanziari abbiano luogo alla fine dell’anno.

Anno CU(a)

Servizi di costruzione 1 500

2 500

Servizi di gestione (costi annuali) 3-10 10

Rifacimento del manto stradale 8 100 (a) in questo esempio, gli importi monetari sono denominati in “currency units” (unità di moneta) (CU).

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Ifric 12 – i principali effetti ed esempi illustrativi

Pagina 164

Ricavi di commessa

v  Il concessionario rileva i ricavi e i costi di commessa in conformità allo IAS 11 Lavori su ordinazione e allo IAS 18 Ricavi.

v  I costi di ciascuna attività (costruzione, gestione e rifacimento del manto stradale) sono rilevati come spese in relazione allo stato di avanzamento dell’attività.

v  I ricavi di commessa, ossia il fair value (valore equo) dell’importo dovuto dal concedente per l’attività intrapresa, sono rilevati contestualmente.

v  In base ai termini dell’accordo il concessionario è obbligato a risistemare il manto stradale al termine dell’ottavo anno.

v  Nell’anno 8 il concessionario sarà rimborsato dal concedente per il rifacimento del manto stradale.

v  L’obbligazione di risistemare il manto stradale è valutata a zero nello stato patrimoniale e i ricavi e i costi non sono rilevati nel conto economico fino a quando il lavoro di rifacimento del manto stradale non è completato.

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Ifric 12 – i principali effetti ed esempi illustrativi

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Ricavi di commessa

Il corrispettivo totale (CU 200 per ciascuno degli anni dal terzo all’ottavo) riflette i fair value (valori equi) per ciascuno dei servizi, che sono i seguenti:

Tabella 1,2 Fair value (valore equo) del corrispettivo ricevuto o spettante v  Nell’anno 1, per esempio, sono rilevati nel conto economico costi di

costruzione pari a CU 500, ricavi da costruzioni pari a CU 525 (i costi sostenuti maggiorati del 5 per cento) e, quindi, profitti da costruzioni per CU 25.

Fair Value (valore equo) Servizi di costruzione Costo previsto 5%

Servizi di gestione “ “ 20%

Rifacimento del manto stradale “ “ 10%

Tasso di interesse effettivo 6,18 per anno

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Ifric 12 – i principali effetti ed esempi illustrativi

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Attività finanziaria v  Gli importi dovuti dal concedente soddisfano la definizione di credito contenuta nello

IAS 39 Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione. Il credito è valutato inizialmente al fair value (valore equo). Successivamente è valutato al costo ammortizzato, ossia il valore inizialmente rilevato più gli interessi cumulati su tale importo calcolati con il metodo dell’interesse effettivo al netto dei rimborsi.

Se i flussi finanziari e i fair value (valori equi) rimangono uguali a quelli previsti, il tasso di interesse effettivo è pari al 6,18 per cento all’anno e il credito rilevato alla fine degli anni da 1 a 3 sarà il seguente:

Table 1,3 Valutazione del credito

12Importo dovuto per la gestione nell’anno 3 (CU 10 x (1 + 20%))

525Importo dovuto per la costruzione nell’anno 2

1.082Credito alla fine dell’anno 2

67(6,18% × CU 1.082)

Interessi effettivi nell’anno 3 calcolati sul credito alla fine dell’anno 2

(200)Entrate di cassa nell’anno 3

961Credito alla fine dell’anno 3

32Interessi effettivi nell’anno 2 calcolati sul credito alla fine dell’anno 1(6,18% × CU 525)

525Credito alla fine dell’anno 1(a)

525Importo dovuto per la costruzione nell’anno 1

CU

12Importo dovuto per la gestione nell’anno 3 (CU 10 x (1 + 20%))

525Importo dovuto per la costruzione nell’anno 2

1.082Credito alla fine dell’anno 2

67(6,18% × CU 1.082)

Interessi effettivi nell’anno 3 calcolati sul credito alla fine dell’anno 2

(200)Entrate di cassa nell’anno 3

961Credito alla fine dell’anno 3

32Interessi effettivi nell’anno 2 calcolati sul credito alla fine dell’anno 1(6,18% × CU 525)

525Credito alla fine dell’anno 1(a)

525Importo dovuto per la costruzione nell’anno 1

CU

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Ifric 12 – i principali effetti ed esempi illustrativi

Pagina 167

Analisi dei flussi finanziari Ai fini del presente esempio, si ipotizzi che il concessionario finanzi l’accordo solo attraverso un indebitamento e utili non distribuiti. Egli paga interessi pari al 6,7 per cento all’anno sul debito in essere. Se i flussi finanziari e i fair value (valori equi) rimangono uguali a quelli previsti, i flussi finanziari, il conto economico e lo stato patrimoniale del concessionario per tutta la durata dell’accordo saranno i seguenti:

Tabella 1,4 Flussi finanziari (unità di moneta arrotondate)

(342)(7)(19)(23)(33)(43)(53)(61)(69)(34)-Oneri finanziari(b)

7818317167157147137129121(534)(500)Flussi netti in entrata/(in uscita)

(1.180)(10)(10)(110)(10)(10)(10)(10)(10)(500)(500)Costi di commessa(a)

1.600200200200200200200200200--Ricavi

Totale10987654321Anno

(342)(7)(19)(23)(33)(43)(53)(61)(69)(34)-Oneri finanziari(b)

7818317167157147137129121(534)(500)Flussi netti in entrata/(in uscita)

(1.180)(10)(10)(110)(10)(10)(10)(10)(10)(500)(500)Costi di commessa(a)

1.600200200200200200200200200--Ricavi

Totale10987654321Anno

(a) Tabella 1,1 (b) Indebitamento all’inizio dell’anno (tabella 1,6) x 6,7%

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420

420

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Ifric 12 – i principali effetti ed esempi illustrativi

Pagina 168

Analisi del Conto Economico e dello Stato Patrimoniale

Tabella 1,5 Conto Economico (unità di moneta arrotondate)

Tabella 1,6 Stato Patrimoniale (unità di moneta arrotondate)

78651432---2325Utile Netto

(342)(7)(19)(23)(33)(43)(53)(61)(69)(34)-Oneri finanziari(b)

344112225344351596732-Proventi finanziari(a)

(1.180)(10)(10)(110)(10)(10)(10)(10)(10)(500)(500)Costi di commessa

1.2581212121212121212525525Entrate

Totale10987654321Anno

78651432---2325Utile Netto

(342)(7)(19)(23)(33)(43)(53)(61)(69)(34)-Oneri finanziari(b)

344112225344351596732-Proventi finanziari(a)

(1.180)(10)(10)(110)(10)(10)(10)(10)(10)(500)(500)Costi di commessa

1.2581212121212121212525525Entrate

Totale10987654321Anno

78726750484848484825Attività Nette

78(105)(276)(343)(500)(647)(784)(913)(1.034)(500)Disponibilità liquide/(debiti)(b)

-1773433965506958329611.082525Importo dovuto dal concedente(a)

10987654321Fine Anno

78726750484848484825Attività Nette

78(105)(276)(343)(500)(647)(784)(913)(1.034)(500)Disponibilità liquide/(debiti)(b)

-1773433965506958329611.082525Importo dovuto dal concedente(a)

10987654321Fine Anno

(a) Importo dovuto dal concedente all’inizio dell’anno (tabella 1,6) × 6,18% (b) Disponibilità liquide/(debiti) (tabella 1,6) × 6,7%

(a) Importo dovuto dal concedente all’inizio dell’anno, più i ricavi e i proventi finanziari realizzati nell’anno (tabella 5), meno le entrate dell’anno (tabella 1,4). (b) Debito all’inizio dell’anno più i flussi finanziari netti nell’anno (tabella 1,4).

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420

1600-1180=420

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Ifric 12 – il modello dell’attività finanziaria – esempio completo 1/2

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Ifric 12 – il modello dell’attività finanziaria – esempio completo 2/2

Pagina 170 Ragioneria Professionale Prof. Enrico Laghi

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Ifric 12 – i principali effetti ed esempi illustrativi

Pagina 171

Termini dell’accordo v  I termini di un accordo di servizio stabiliscono che un concessionario

debba costruire una strada, completando la costruzione entro due anni, e che debba manutenere e gestire la strada secondo determinati standard per un periodo di otto anni (ossia il lasso di tempo compreso tra il terzo e il decimo anno).

v  I termini dell’accordo stabiliscono inoltre che il concessionario debba risistemare il manto stradale quando la superficie originaria si sarà deteriorata al di sotto di un determinato livello.

v  Il concessionario stima che dovrà intraprendere il lavoro di rifacimento del manto stradale al termine dell’ottavo anno.

v  L’accordo di servizio scade al termine del decimo anno.

Esempio 2:

Il concedente assegna al concessionario un’attività immateriale (una licenza a far pagare un pedaggio)

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Ifric 12 – i principali effetti ed esempi illustrativi

Pagina 172

Termini dell’accordo Il concessionario stima che i costi da sostenere per adempiere alle proprie obbligazioni saranno i seguenti:

Tabella 2,1 Costi di commessa

v  I termini dell’accordo consentono al concessionario di riscuotere pedaggi dagli automobilisti che utilizzano la strada. Il concessionario prevede che il numero dei veicoli rimarrà costante per tutta la durata del contratto e che riscuoterà pedaggi per 200 unità di moneta (CU 200) in ciascuno degli otto anni tra il terzo e il decimo anno.

v  Ai fini del presente esempio, si ipotizza che tutti i flussi finanziari abbiano luogo alla fine dell’anno.

Anno CU(a)

Servizi di costruzione 1 500

2 500

Servizi di gestione (costi annuali) 3-10 10

Rifacimento del manto stradale 8 100 (a) in questo esempio, gli importi monetari sono denominati in “currency units” (unità di moneta) (CU).

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Ifric 12 – i principali effetti ed esempi illustrativi

Pagina 173

Attività immateriale

v  Il concessionario fornisce servizi di costruzione al concedente in cambio di un’attività immateriale, ossia il diritto alla riscossione dei pedaggi dagli utenti della strada negli anni da 3 a 10.

v  In conformità allo IAS 38 Attività immateriali, il concessionario rileva l’attività immateriale al costo, ossia al fair value (valore equo) del corrispettivo trasferito per acquisire l’attività, pari al fair value (valore equo) del corrispettivo ricevuto o spettante per i servizi di costruzione prestati.

v  Durante la fase di costruzione stabilita dall’accordo, l’attività del concessionario (rappresentata dal suo diritto cumulativo ad essere pagato per la fornitura dei servizi di costruzione) è classificata come attività immateriale (ossia una licenza a riscuotere un pedaggio dagli utenti dell’infrastruttura).

v  Il concessionario stima che il fair value (valore equo) del corrispettivo ricevuto sia pari ai costi di costruzione previsti più un margine del 5 per cento.

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Ifric 12 – i principali effetti ed esempi illustrativi

Pagina 174

Attività immateriale

Si ipotizza inoltre che il concessionario adotti il trattamento contabile alternativo consentito dallo IAS 23 Oneri finanziari e pertanto capitalizzi gli oneri finanziari, stimati al 6,7 per cento, durante la fase di costruzione stabilita nell’accordo:

Tabella 2,2 Fair value (valore equo) del corrispettivo ricevuto o spettante v  In conformità allo IAS 38, l’attività immateriale è ammortizzata nel periodo in

cui ci si attende che sia utilizzabile dal concessionario, ossia negli anni da 3 a 10. L’importo ammortizzabile dell’attività immateriale (CU 1.084) è calcolato utilizzando un metodo a quote costanti. La quota di ammortamento annuale dell’attività è pertanto pari a CU 1.084 divisa per 8 anni, ossia CU 135 all’anno.

CU Servizi di costruzione nell’anno 1 (CU 500 × (1 + 5%)) 525

Capitalizzazione degli oneri finanziari (tabella 2,4) 34

Servizi di costruzione nell’anno 2 (CU 500 × (1 + 5%)) 525

Attività immateriale alla fine dell’anno 2 1.084

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Ifric 12 – i principali effetti ed esempi illustrativi

Pagina 175

Costi di costruzione e ricavi da costruzioni

v  Il concessionario rileva i ricavi e i costi in conformità allo IAS 11 Lavori su ordinazione, ossia facendo riferimento allo stato di avanzamento della costruzione.

v  Valuta i ricavi di commessa al fair value (valore equo) del corrispettivo ricevuto o spettante. Pertanto, in ciascuno degli anni 1 e 2 egli rileva nel proprio conto economico costi di costruzione pari a CU 500, ricavi da costruzioni per CU 525 (i costi maggiorati del 5 per cento) e, quindi, profitti da costruzioni per CU 25.

Ricavi dalla riscossione di pedaggi

v  Gli utenti pagano il servizio pubblico nel momento in cui lo ricevono, ossia quando transitano sulla strada.

v  Il concessionario rileva pertanto i ricavi derivanti dalla riscossione dei pedaggi nel momento in cui riscuote i pedaggi.

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Ifric 12 – i principali effetti ed esempi illustrativi

Pagina 176

Obbligazioni al rifacimento del manto stradale v  L’obbligazione al rifacimento del manto stradale sorge come

conseguenza dell’utilizzo della strada durante la fase di gestione.

v  Essa è rilevata e valutata in conformità allo IAS 37 Accantonamenti, passività e attività potenziali, ossia in base alla migliore stima delle spese necessarie per estinguere l’obbligazione attuale alla data di riferimento del bilancio. Valuta i ricavi di commessa al fair value (valore equo) del corrispettivo ricevuto o spettante.

v  Pertanto, in ciascuno degli anni 1 e 2 egli rileva nel proprio conto economico costi di costruzione pari a CU 500, ricavi da costruzioni per CU 525 (i costi maggiorati del 5 per cento) e, quindi, profitti da costruzioni per CU 25.

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Ifric 12 – i principali effetti ed esempi illustrativi

Pagina 177

Obbligazioni al rifacimento del manto stradale

v  Ai fini del presente esempio, si ipotizza che i termini dell’obbligazione contrattuale del concessionario siano tali che la migliore stima delle spese necessarie per regolare l’obbligazione a una data qualsiasi è proporzionale al numero dei veicoli che hanno utilizzato la strada per tale data e aumenta di CU 17 (attualizzati al valore corrente) in ragione di anno. Il concessionario attualizza l’accantonamento al suo valore attuale in conformità allo IAS 37. In conto economico si rilevano per ciascun periodo i seguenti valori:

Tabella 2,3 Obbligazione al rifacimento del manto stradale (unità di moneta arrotondate)

100222017151412Costo totale rilevato in conto economico

13542110Incremento dell’accantonamento degli anni precedenti dovuto al passare del tempo

87171615141312Obbligazione relativa all’anno (CU 17 attualizzati al 6%)

Totale876543Anno

100222017151412Costo totale rilevato in conto economico

13542110Incremento dell’accantonamento degli anni precedenti dovuto al passare del tempo

87171615141312Obbligazione relativa all’anno (CU 17 attualizzati al 6%)

Totale876543Anno

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Ifric 12 – i principali effetti ed esempi illustrativi

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Analisi dei flussi finanziari Ai fini del presente esempio, si ipotizzi che il concessionario finanzi l’accordo solo attraverso un indebitamento e utili non distribuiti. Egli paga interessi pari al 6,7 per cento all’anno sul debito in essere. Se i flussi finanziari e i fair value (valori equi) rimangono uguali a quelli previsti, i flussi finanziari, il conto economico e lo stato patrimoniale del concessionario per tutta la durata dell’accordo saranno i seguenti:

Tabella 2,4 Flussi finanziari (unità di moneta arrotondate)

(342)(7)(19)(23)(33)(43)(53)(61)(69)(34)-Oneri finanziari(b)

7818317167157147137129121(534)(500)Flussi netti in entrata/(in uscita)

(1.180)(10)(10)(110)(10)(10)(10)(10)(10)(500)(500)Costi di commessa(a)

1.600200200200200200200200200--Ricavi

Totale10987654321Anno

(342)(7)(19)(23)(33)(43)(53)(61)(69)(34)-Oneri finanziari(b)

7818317167157147137129121(534)(500)Flussi netti in entrata/(in uscita)

(1.180)(10)(10)(110)(10)(10)(10)(10)(10)(500)(500)Costi di commessa(a)

1.600200200200200200200200200--Ricavi

Totale10987654321Anno

(a) Tabella 2,1 (b) Indebitamento all’inizio dell’anno (tabella 2,6) x 6,7%

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420

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Ifric 12 – i principali effetti ed esempi illustrativi

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Analisi del Conto Economico e dello Stato Patrimoniale

Tabella 2,5 Conto Economico (unità di moneta arrotondate)

Tabella 2,6 Stato Patrimoniale (unità di moneta - arrotandate)

(a) Gi oneri finanziari sono capitalizzati durante la fase di costruzione (b) Tabella 2,1

(a) Debito all’inizio dell’anno più i flussi finanziari netti nell’anno (tabella 2,4).

78(105)(276)(343)(500)(647)(784)(913)(1.034)(500)Disponibilità liquide/(debiti)(a)

7830(6)(15)(16)(10)4245025Attività Nette

---(78)(58)(41)(26)(12)--Obbligazione al rifacimento del manto stradale

-1352704065426788149491.084525Attività immateriale

10987654321Fine Anno

78(105)(276)(343)(500)(647)(784)(913)(1.034)(500)Disponibilità liquide/(debiti)(a)

7830(6)(15)(16)(10)4245025Attività Nette

---(78)(58)(41)(26)(12)--Obbligazione al rifacimento del manto stradale

-1352704065426788149491.084525Attività immateriale

10987654321Fine Anno

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Anno 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 TotaleRicavi 525 559 200 200 200 200 200 200 200 200 2.684Ammortamento (136) (136) (136) (136) (136) (136) (136) (136) (1.084)Costo  rif  manto  autos (12) (14) (15) (17) (20) (22) (100)Altri  costi  comm (500) (500) (10) (10) (10) (10) (10) (10) (10) (10) (1.080)Oneri  finanziari (34) (69) (61) (53) (43) (33) (23) (19) (7) (342)Risultato  netto 25 25 (27) (21) (14) (6) 2 10 36 48 78 420

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Ifric 12 – il modello dell’attività immateriale – esempio completo 1/2

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Ifric 12 – il modello dell’attività immateriale – esempio completo 2/2

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Ifric 12 – dubbi interpretativi e difficoltà operative

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v  L’IFRIC 12 evidenzia al paragrafo AG7 che l’esistenza di “attività ancillari” non regolamentate (es. gestione aree di servizio, attività di tower management) prestate dal Concessionario non pregiudica l’esistenza del controllo sull’infrastruttura da parte del concedente

v  Ciò nonostante, poiché il Concessionario ottiene un corrispettivo da tali attività, occorre riflettere sul trattamento contabile da riservare alla porzione dell’infrastruttura destinata all’esercizio di tali attività accessorie non regolamentate

v  Il paragrafo AG8 dell’Interpretazione in tali casi suggerisce che vi può essere in sostanza un leasing dal Concedente al Concessionario, che deve essere contabilizzato secondo quanto previsto dallo IAS 17, quindi secondo un altro modello contabile

ATTIVITA’ ANCILLARI

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Le applicazioni emanate dall’OIC

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Ø  Le applicazioni emanate dall’OIC Ø  Applicazione n.1 - L’imposta sostitutiva di affrancamento ex D.lgs

185/2008

Ø  Applicazione n.2 – impairment test e avviamento:

§  Caratteri generali; §  CGU; §  Valore recuperabile; §  Trattamento contabile

Ø  Applicazione 2.1 – settore bancario

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Le applicazioni emanate dall’ OIC

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Le 3 applicazioni emanate dall’OIC sugli IAS/IFRS non sono:

- Principi contabili; non sono attività per standard - Interpretazioni. setter locale

Sono bensì Linee Guida Operative “esplicative” del principio contabile

Per le quali nasce l’esigenza quando l’interpretazione del principio è complessa e con ampi spazi di discrezionalità amministrativa

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Applicazione OIC n.1 - Imposta sostitutiva ex D.lgs 185/2008

Pagina 185

Il D.L. anti-crisi, ha previsto per i soggetti che

adottano IAS/IFRS, la possibilità di riallineare il valore fiscale di taluni cespiti patrimoniali a quello

contabile mediante pagamento di un’imposta sostitutiva di IRES (27,5%) e IRAP (3,90%).

Tra le poste per le quali è possibile operare il

riallineamento rientra l’avviamento iscritto a seguito di operazioni di aggregazione aziendale

contabilizzate in base all’IFRS 3.

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Applicazione n.1 l’imposta sostitutiva sull’affrancamento dell’avviamento

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Premessa: • La legge finanziaria 2008 ha modificato il regime di determinazione dell’imponibile fiscale per le imprese che adottano gli IAS allo scopo di renderlo più aderente alle risultanze di bilancio. • La legge ha stabilito che per i soggetti che redigono il bilancio secondo gli IAS/IFRS, in deroga alle altre disposizioni del TUIR, valgono i criteri di qualificazione, imputazione temporale e classificazione previsti dai principi contabili internazionali. Tale legge si applica alle vicende reddituali e patrimoniali che si manifestano a far data dall’esercizio 2008. • Per effetto dell’applicazione degli IAS/IFRS da una parte e del succedersi delle norme che ne hanno disciplinato gli effetti fiscali dall’altra, si sono determinati numerosi disallineamenti tra valori contabili IAS/IFRS e valori fiscalmente riconosciuti dei cespiti aziendali.

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Applicazione n.1 l’imposta sostitutiva sull’affrancamento dell’avviamento

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• Il D.L. 185/2008 ha introdotto una specifica disciplina opzionale volta a r ideterminare i valori f iscalmente deducibi l i dell’avviamento, dei marchi e di altre attività immateriali.

• Con riferimento all’avviamento, il decreto permette di riconoscere fiscalmente i maggiori valori attribuiti in bilancio all’avviamento mediante pagamento, in un’unica soluzione, di un’imposta sostitutiva dell’IRES e dell’IRAP pari al 16% della differenza tra valore contabile e valore fiscale dello stesso. L’avviamento affrancato è ammortizzabile in via extracontabile in misura non superiore a 1/9 a partire dal periodo amministrativo successivo a quello cui avviene il pagamento dell’imposta sostitutiva.

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Applicazione n.1 l’imposta sostitutiva sull’affrancamento dell’avviamento

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• Per determinare il trattamento contabile dell’imposta sostitutiva, secondo quanto previsto dallo IAS 8 (principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed errori), considerando che l’imposta sostitutiva ha lo scopo di allineare il valore contabile di un’attività con il suo valore fiscale, il principio a cui fare riferimento risulta essere lo IAS 12 (imposte sul reddito).

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Applicazione n.1 l’imposta sostitutiva sull’affrancamento dell’avviamento

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Differenze temporanee sull’avviamento e IAS 12 • La regola generale prevista dallo IAS 12 prevede che, laddove si riscontri una differenza temporanea tra il valore contabile di un’attività o di una passività e il suo valore fiscalmente rilevante siano contabilizzate in bilancio imposte differite, attive o passive, salvo espresso divieto previsto nel principio contabile internazionale.

• Si deve registrare un’attività fiscale differita – pari all’importo delle imposte recuperabili negli esercizi futuri – in presenza di differenze temporanee deducibili, ovvero quando si riscontri l’esistenza di differenze che, nella determinazione del reddito imponibile di esercizi futuri, si tradurranno in importi deducibili quando il valore dell’attività o della passività sarà realizzato o estinto.

• Si deve registrare una passività fiscale differita – pari all’importo delle imposte dovute negli esercizi futuri - quando si sia in presenza di una differenza temporanea imponibile, ovvero quando si riscontri l’esistenza di differenze temporanee che, in esercizi futuri, si tradurranno in importi imponibili quando il valore contabile dell’attività o della passività sarà realizzato o estinto.

• Le imposte differite, attive e passive, devono essere rilevate rispettivamente come provento o come onere in C.E., salvo, che l’imposta derivi da un’operazione o un fatto rilevato direttamente nel P.N. o da un’aggregazione aziendale. Anche quando un’attività è rivalutata a fini fiscali, e quella rivalutazione è relativa a una rivalutazione contabile di un esercizio precedente ovvero a una che si prevede di effettuare in un esercizio successivo, gli effetti fiscali della rivalutazione dell’attività e della rettifica di valore ai fini fiscali devono essere accreditati o addebitati direttamente a P.N. negli esercizi in cui si verificano . Tuttavia, se la rivalutazione ai fini fiscali non è relativa a una rivalutazione contabile di un esercizio precedente o a una che si prevede di effettuare in un esercizio successivo, gli effetti fiscali della rettifica di valore ai fini fiscali devono essere rilevati a C.E.

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Applicazione n.1 l’imposta sostitutiva sull’affrancamento dell’avviamento – la disciplina generale

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• La funzione del pagamento dell’imposta sostitutiva è quella di riallineare il valore fiscale di un’attività con il suo valore contabile.

• Considerato ciò, l’imposta sostitutiva rappresenta un costo d’esercizio che genera un beneficio immediato, rappresentato dall’eliminazione della differenza temporanea imponibile che aveva dato luogo all’iscrizione dell’imposta differita passiva associata all’attività il cui valore fiscale viene riallineato a quello contabile.

• Si registra dunque in C.E. l’imposta sostitutiva e si contrappone in S.P. l’eliminazione dell’imposta differita passiva. Il saldo netto delle due partite risulta essere il beneficio fiscale che si ottiene pagando l’imposta sostitutiva. Infatti, 16% (aliquota imposta sostitutiva) < 31,4% (aliquota ordinaria con la quale è stata determinata l’imposta differita passiva).

• Gli effetti dell’imposta sostitutiva e dell’eliminazione della passività fiscale differita devono essere imputati entrambi a P.N. quando la rivalutazione fiscale dell’attività è relativa a una rivalutazione contabile di un esercizio precedente o a una che si prevede di effettuare in un esercizio successivo; ovvero al C.E. dell’esercizio quando la rivalutazione fiscale non è relativa a una rivalutazione contabile di un esercizio precedente o ad una che si prevede di effettuare in futuro.

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Applicazione n.1 l’imposta sostitutiva sull’affrancamento dell’avviamento – la disciplina generale

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• Esemplificazione:

Valore contabile cespite non ammortizzabile = 1000 Valore fiscale = 0 Imposta differita (passiva) = 31,4%*1000 = 314 Reddito lordo per 9 anni = 1800 (200 all’anno) HP 1: l’impresa non dà corso al pagamento dell’imposta sostitutiva → paga imposte per 1800*31,4% = 565,20 ottenendo così un Reddito netto pari a 1234,80. HP 2: l’impresa si avvale della possibilità dell’imposta sostitutiva → paga imposte per : 411,20 così calcolate: 160 → (imposta sostitutiva 16% di 1000) 251,20 → (31,4%* (1800 – 1000) ovvero, il reddito atteso meno 1000 di deducibilità fiscale del cespite acquisita con il riallineamento del valore fiscale a quello contabile. Risultato netto = 1388,80 La differenza tra i due risultati (13880,80 – 1234,80 = 154 ) rappresenta il risparmio d’imposta correlato al differenziale fra le aliquote. In altri termini è il risultato economico positivo generato dall’operazione di riallineamento. S.P. C.E. Attività imp. Differite 314 imposta sostitutiva 160 utilizzo fondo imposte differite 314

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Applicazione n.1 l’imposta sostitutiva sull’affrancamento dell’avviamento – la disciplina generale

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La disciplina generale sarebbe applicabile anche al caso dell’imposta sostitutiva volta al riallineamento del valore fiscale dell’avviamento al suo valore contabile, se lo IAS 12 non avesse previsto un’eccezione al calcolo delle imposte differite passive proprio con riferimento all’avviamento o, meglio, a quel particolare avviamento cui non è riconosciuta all’origine della sua contabilizzazione alcuna rilevanza fiscale. La fiscalità differita connessa all’avviamento, nel sistema IAS/IFRS, non deve essere registrata quando l’avviamento è, all’origine, considerato dalla legislazione tributaria fiscalmente non rilevante. In questo caso, né la rilevazione iniziale né le successive variazioni del valore dell’avviamento (es. impairment test) danno luogo a iscrizione di passività differite ovvero a una loro variazione. Al contrario (come si è visto), se l’avviamento è, sin dall’origine, fiscalmente rilevante (e quindi non vi è una differenza temporanea imponibile all’atto della sua iscrizione), il disallineamento che sorge per effetto dell’ammortamento, solo fiscale dell’avviamento, dà luogo alla rilevazione di imposte differite passive di importo pari al prodotto tra l’aliquota fiscale e la differenza che nel tempo si viene a creare per effetto dell’ammortamento fiscale dell’avviamento.

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Applicazione n.1 l’imposta sostitutiva sull’affrancamento dell’avviamento

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Ai fini dell’individuazione del trattamento contabile relativo all’affrancamento dell’avviamento fiscalmente non rilevante, occorre rifarsi al P.C. IAS 8 e quindi riferirsi a fattispecie similari già disciplinate dagli IFRS. Avvalendosi di questo canone interpretativo, secondo l’OIC è possibile individuare 3 trattamenti contabili che possono essere applicati alla fattispecie in esame. 1)  Imposta sostitutiva senza l’iscrizione di imposte differite

attive; 2)  Imposta sostitutiva con la rilevazione di imposte differite

attive; 3)  Imposta sostitutiva iscritta come anticipo di imposte

correnti.

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Applicazione n.1 - modelli di contabilizzazione degli effetti scaturenti dalla decisione di adesione all’affrancamento dell’avviamento.

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1) Imposta sostitutiva senza l’iscrizione di imposte differite attive

Si basa sul presupposto che, attraverso il pagamento dell’imposta sostitutiva, l’impresa opera un riallineamento dei valori fiscali dell’avviamento a quelli contabili, e pertanto viene meno la differenza temporanea imponibile che non aveva comportato l’iscrizione di imposte differite passive alla data di rilevazione iniziale dell’avviamento. • In virtù del divieto d’iscrizione delle imposte differite passive alla data di rilevazione iniziale dell’avviamento (IAS 12), con l’affrancamento non si rilascia a C.E. alcun fondo imposte differite, né si procede alla rilevazione immediata a C.E. del beneficio fiscale futuro connesso all’affrancamento. L’impresa comunque rileverà a C.E. il costo per l’adesione al regime di affrancamento dell’avviamento, pari all’importo dell’imposta sostitutiva da versare. • La contabilizzazione successiva è uguale a quella vista in precedenza per l’avviamento rilevante fiscalmente, ovvero, iscrizione di imposte differite passive lungo la durata di ammortamento fiscale dell’avviamento e riversamento a C.E. di dette imposte differite in caso di svalutazione non fiscalmente rilevante o cessione dell’avviamento.

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Applicazione n.1 - modelli di contabilizzazione degli effetti scaturenti dalla decisione di adesione all’affrancamento dell’avviamento.

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1) Imposta sostitutiva senza l’iscrizione di imposte differite attive - esempio

• al tempo t-1 l’impresa non ha iscritto alcun fondo imposte differite a fronte della differenza temporanea tra il valore dell’avviamento contabile e quello fiscale, in quanto questa differenza è considerata derivante dalla rilevazione iniziale dell’avviamento. • Al tempo t0 si riallineano i valori per mezzo dell’affrancamento dell’avviamento. Ovvero, si da evidenza fiscale all’avviamento pagando l’imposta sostitutiva. Tuttavia, per via della mancata iscrizione iniziale del fondo imposte differite , l’impresa non rileverà a C.E. gli effetti del riallineamento dei valori fiscali a quelli contabili. L’impresa iscrive a C.E. l’importo di 16 pari all’imposta sostitutiva che verserà in sede di dichiarazione dei redditi. • Negli esercizi successivi l’impresa gode del beneficio fiscale connesso alla deducibilità dell’ammortamento extracontabile dell’avviamento (diminuiscono le impose correnti) a fronte del quale l’impresa accantona di anno in anno un ammontare di imposte differite pari a 3,49 (100/9 = 11,111 amm.to fiscale) 31,4% di 11,11 = 3,49. • Se al tempo 7 ipotizzassimo una svalutazione fiscalmente non rilevante dell’avviamento per 20, l’impresa rilascerebbe a C.E. il fondo imposte differite per un ammontare pari a 20*31,4% = 6,28.

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Applicazione n.1 - modelli di contabilizzazione degli effetti scaturenti dalla decisione di adesione all’affrancamento dell’avviamento.

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2) Imposta sostitutiva con la rilevazione di imposte differite attive

• Il trattamento contabile che prevede l’iscrizione di imposte differite attive a fronte del beneficio fiscale connesso alla deducibilità futura dell’avviamento trae origine dal fatto che lo IAS 12 si limita a vietare l’iscrivibilità di un fondo imposte differite alla data di rilevazione iniziale dell’avviamento. Quindi, se e quando la differenza temporanea imponibile presente alla rilevazione iniziale dell’avviamento viene meno (in ex successivi), per mezzo di una rivalutazione fiscale e non contabile dell’attività, il divieto (relativo esclusivamente ad avviamenti fiscalmente non rilevanti) non subisce alcuna variazione per effetto della norma fiscale intervenuta. Quindi l’affrancamento dell’avviamento comporta la creazione di una nuova differenza temporanea deducibile e non l’eliminazione di una precedente differenza temporanea imponibile. • L’operazione di affrancamento viene vista come un’operazione separata ed autonoma rispetto alla rilevazione iniziale dell’avviamento, e quindi non modifica la qualificazione iniziale dell’avviamento, la quale permane anche a seguito del suo riconoscimento fiscale (affrancamento).

• Con l’affrancamento si genera una rivalutazione del valore fiscale dell’avviamento e gli effetti fiscali attesi da questa rivalutazione sono rilevati a C.E. .

• Con l’adesione a detto regime fiscale, l’impresa iscrive differite attive per un ammontare pari al beneficio fiscale atteso dalla futura deducibilità dell’avviamento, sempreché i requisiti di recuperabilità previsti dallo IAS 12 siano soddisfatti. L’imposta sostitutiva dovuta è rilevata per intero a C.E.

• n.b.: le imposte anticipate sono iscrivibili solo nella misura in cui è ritenuto probabile che sia disponibile un reddito imponibile futuro a fronte del quale possa essere utilizzato l’ammortamento fiscale dell’avviamento. Inoltre, l’impresa, di anno in anno, deve effettuare una nuova valutazione circa la recuperabilità futura dell’imposta anticipata iscritta. • Nei periodi successivi l’imposta differita attiva iscritta sarà rilasciata a C.E. per 1/9 ogni anno, in corrispondenza della deduzione fiscale degli ammortamenti fiscali dell’avviamento.

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Applicazione n.1 - modelli di contabilizzazione degli effetti scaturenti dalla decisione di adesione all’affrancamento dell’avviamento.

Pagina 197 Ragioneria Professionale Prof. Enrico Laghi

2) Imposta sostitutiva con la rilevazione di imposte differite attive - esempio

• Al tempo t0 con l’adesione al regime fiscale dell’affrancamento dell’avviamento, l’impresa rileva a C.E. sia il beneficio fiscale connesso all’affrancamento per un ammontare pari a 31,4, sia il costo dell’imposta sostitutiva pari a 16. • Negli esercizi successivi l’imposta differita attiva iscritta in S.P. è rilasciata a C.E. a quote costanti pari a 1/9 ogni anno (3,49) ipotizzando un ammortamento fiscale dell’avviamento anch’esso a quote costanti di 1/9. • N.b.: Eventuali svalutazioni non rilevano ai fini della misurazione dell’imposta differita attiva iscritta, sempreché il suo valore continui ad essere ritenuto recuperabile attraverso redditi imponibili futuri.

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Applicazione n.1 - modelli di contabilizzazione degli effetti scaturenti dalla decisione di adesione all’affrancamento dell’avviamento.

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3) Imposta sostitutiva iscritta come anticipo di imposte correnti

• Questo trattamento contabile si basa sul presupposto che il pagamento dell’imposta sostitutiva (pur essendo formalmente ancorato al valore di bilancio dell’avviamento) non determina una modifica della fiscalità differita relativa a tale aggregato. Infatti, da un lato, qualsiasi successiva variazione della posta “avviamento” non produce alcun effetto sui tempi di realizzo dei benefici fiscali attesi; dall’altro, tali benefici sono distribuiti secondo un piano temporale che è prefissato e non risente delle eventuali variazioni della posta (es.: impairment). Piuttosto, l’importo corrisposto per l’affrancamento dell’avviamento si configura come un anticipo della fiscalità corrente che altrimenti l’impresa sarebbe stata tenuta a corrispondere ad aliquota piena negli esercizi successivi qualora non avesse aderito al regime fiscale agevolativo.

• L’effetto ultimo dell’adesione a tale regime di imposta è la riduzione, per un periodo pari a 9 anni, dell’aliquota media applicata al reddito imponibile; in particolare, la riduzione del prelievo tributario è pari alla differenza fra le aliquote (31,4% e 16%) moltiplicata per il valore dell’avviamento.

• Tale anticipo si configura come un’attività ai sensi del paragrafo 89 del Framework secondo cui un’attività è rilevata in S.P. quando è probabile che i benefici economici futuri (la riduzione del futuro carico fiscale) affluiranno all’entità e l’attività ha un costo (imposta sostitutiva versata) o un valore che può essere attendibilmente valutato. Dunque l’imposta sostitutiva è da inquadrarsi nell’ambito dei crediti d’imposta di cui allo IAS 12, la cui recuperabilità è condizionata alla capienza dei futuri redditi imponibili.

• Negli esercizi successivi, l’impresa ammortizzerà quota parte di questa attività fiscale, in corrispondenza della deduzione fiscale dell’ammortamento dell’avviamento affrancato. Poiché l’anticipo è calcolato all’aliquota del 16%, mentre il risparmio di imposte conseguente all’affrancamento è calcolato all’aliquota del 31,4%, si rileva annualmente a C.E. un beneficio fiscale netto, pari alla differenza tra l’aliquota fiscale ordinaria vigente e il 16% anticipato, moltiplicata per la quota di ammortamento dedotto extracontabilmente. Per tali ragioni, man mano che si procede all’ammortamento dell’attività e alla deduzione fiscale dell’avviamento, non dovrà essere rilevata alcuna fiscalità differita sull’avviamento.

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Applicazione n.1 - modelli di contabilizzazione degli effetti scaturenti dalla decisione di adesione all’affrancamento dell’avviamento.

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3) Imposta sostitutiva iscritta come anticipo di imposte correnti

• Al tempo t0, con l’adesione al regime fiscale dell’affrancamento dell’avviamento, l’impresa non rileva alcun effetto a C.E., ma iscrive, in contropartita dell’importo dovuto all’amministrazione finanziaria per imposta sostitutiva, un anticipo di imposte correnti future tra le attività per 16. Nei periodi successivi tale anticipo è riversato a conto economico per un ammontare pari a 1,78 all’anno (deduzione dell’avviamento per 11,1 moltiplicato per l’aliquota fiscale del 16%) a fronte del risparmio fiscale d’imposta di 3,49 (deduzione dell’avviamento per 11,1 moltiplicato per l’aliquota fiscale del 31,4%). • L’effetto netto di circa 1,71 all’anno per 9 anni (15,39) è rilevato a conto economico dall’impresa via via che le deduzioni fiscali dell’avviamento si manifestano. • In caso di svalutazione dell’avviamento l’anticipo delle imposte correnti non subirebbe alcuna variazione. Se l’impresa dovesse tuttavia procedere alla eliminazione contabile dell’avviamento in conseguenza della cessione del ramo d’azienda cui esso appartiene, l’anticipo ancora iscritto a tale data sarebbe rilasciato in unica soluzione a conto economico.

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Applicazione n. 2

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A causa delle recenti e perduranti vicissitudini dei mercati finanziari, l’ OIC ha emanato delle Guide Operative sugli aspetti applicativi degli IAS/IFRS riguardo la disciplina relativa alle perdite di valore

Nella sezione 2.0 sono contenute considerazioni, esemplificazioni sulle modalità di applicazione dello IAS 36 “riduzione di valore delle attività” con riferimento alle imprese mercantili, industriali e di servizi. Le considerazioni relative alle imprese bancarie e assicurative sono contenute, rispettivamente, nelle sezioni 2.1 e 2.2.

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Applicazione n. 2 - Quando si deve effettuare un impairment test

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L’avviamento e gli intangibili a vita utile indefinita devono sempre essere oggetto di impairment test almeno una

volta l’anno

Per le altre attività, comprese nell’ambito di applicazione dello IAS 36, l’impairment si effettua quando esiste un’indicazione che l’attività

possa aver subito una riduzione di valore

Trigger event

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Applicazione n.2 Trigger event

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Applicazione n.2 Il processo d’individuazione e determinazione delle perdite di valore

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n.b.: la presenza di una capitalizzazione di borsa significativamente inferiore all’ammontare del P.N. contabile può rappresentare il primo dei passi logici dello schema sopra riportato.

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Applicazione n. 2 - La regola prescritta dallo IAS 36 in merito al valore recuperabile

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Lo IAS 36 prescrive che “il valore d’iscrizione delle attività non sia superiore al valore recuperabile, ovvero, al maggiore tra l’ammontare che l’impresa stima di ottenere attraverso l’utilizzo delle attività stesse (valore d’uso, determinato al valore attuale dei flussi finanziari attesi dall’uso continuativo dell’attività) e il valore ottenibile per mezzo della loro vendita (F.V.L.C.T.S. o prezzo netto di vendita, ovvero, al prezzo di vendita nel corso della gestione ordinaria dell’impresa al netto del costo stimato per completare il bene e per effettuare la vendita)” se Valore Contabile > del valore recuperabile allora vuol dire che: l’attività ha subito una riduzione di valore che deve essere

rilevata con effetti a conto economico

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Applicazione n.2 - Il prezzo netto di vendita

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Per ciò che attiene al F.V.L.C.T.S, la migliore evidenza è il prezzo contenuto in un accordo vincolante di vendita stabilito in una operazione tra controparti indipendenti rettificato dei costi marginali direttamente attribuibili alla dismissione del bene. In assenza di accordo vincolante e se l’attività è commercializzata in un mercato attivo, il prezzo netto di vendita è il prezzo di mercato dell’attività dedotti i costi di dismissione. Il prezzo di mercato appropriato è solitamente il prezzo corrente d’offerta. Quando non sono disponibili i prezzi correnti d’offerta, il prezzo dell’operazione più recente può fornire un criterio con il quale poter stimare il prezzo netto di vendita, purché non vi siano stati significativi cambiamenti nel contesto economico tra la data dell’operazione e la data alla quale la stima è stata effettuata. Se non esiste alcun accordo vincolante di vendita né alcun mercato attivo per un’attività, il prezzo netto di vendita è determinato in base alle migliori informazioni disponibili per riflettere l’ammontare che l’impresa può ottenere, alla data di riferimento del bilancio, dalla dismissione dell’attività in una libera transazione tra parti consapevoli e disponibili, dopo che i costi di dismissione siano stati dedotti. Nel determinare questo ammontare, l’impresa considera il risultato di recenti transazioni per attività simili effettuate all’interno dello stesso settore industriale, il prezzo netto di vendita non riflette una vendita forzata, a meno che la direzione aziendale non si trovi nella necessità di dover vendere il prima possibile.

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Applicazione n.2 - Il valore d’uso e la stima dei flussi finanziari

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Il valore d’uso si definisce come l’insieme dei flussi finanziari che derivano da una specifica attività. La stima del valore d’uso di un’attività comporta le seguenti operazioni: - Stimare i flussi finanziari futuri in entrata e in uscita che derivano dall’uso continuativo dell’attività e della sua dimensione finale; e -  applicare il tasso di attualizzazione appropriato a questi flussi finanziari futuri.

N.B.: v Le proiezioni dei flussi finanziari devono essere fondate su presupposti ragionevoli e sostenibili in grado di rappresentare la migliore stima effettuabile da parte della direzione aziendale di una serie di condizioni economiche che esistono lungo la restante vita utile dell’attività. Maggior peso deve essere dato alle evidenze provenienti dall’esterno. v Le proiezioni dei flussi finanziari devono essere fondate sui più recenti budget/previsioni approvati dalla direzione aziendale. Le proiezioni fondate su questi budget/previsioni devono coprire un periodo massimo di cinque anni, a meno che un arco temporale superiore possa essere giustificato.

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Applicazione n.2 -La stima dei flussi finanziari e i suoi criteri:

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v  Le proiezioni di flussi finanziari superiori al periodo coperto dai più recenti budget/

previsioni devono essere stimate tramite estrapolazione delle proiezioni fondate su budget/previsioni facendo uso per gli anni successivi di un tasso di crescita stabile o calante, a meno che un tasso crescente possa essere giustificato. Questo tasso di crescita non deve eccedere il tasso medio di crescita a lungo termine della produzione, dei settori industriali, del Paese o dei Paesi in cui l’impresa è operativa, o dei mercati nei quali il bene utilizzato è inserito, salvo che un tasso superiore possa essere giustificato.

v  Le stime dei flussi finanziari futuri devono includere: • le proiezioni dei flussi finanziari in entrata derivanti dall’uso continuativo dell’attività; • le proiezioni dei flussi finanziari in uscita che necessariamente di verificano per generare flussi finanziari in entrata dall’uso continuativo dell’attività (inclusi i flussi finanziari in uscita per rendere l’attività utilizzabile) e che possono essere direttamente attribuibili o ripartiti all’attività in base a un criterio ragionevole e coerente; e • i flussi finanziari netti, qualora esistano, che saranno ricevuti (o pagati) per la dismissione dell’attività alla fine della sua vita utile.

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Applicazione n.2 - La stima dei flussi finanziari e i suoi criteri:

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v Le stime dei flussi finanziari futuri e il tasso di attualizzazione riflettono presupposti coerenti in merito agli aumenti dei prezzi dovuti all’inflazione generale. Perciò, se il tasso di attualizzazione include l’effetto degli aumenti dei prezzi dovuti all’inflazione generale, i flussi finanziari sono stimati al loro valore nominale. Se il tasso di attualizzazione esclude l’effetto degli aumenti dei prezzi dovuti all’inflazione generale, i flussi finanziari sono stimati al loro valore reale (ma non includono specifici aumenti o diminuzioni del prezzo futuro).

v I flussi finanziari futuri delle attività devono essere stimati facendo riferimento alle condizioni correnti. Le stime dei flussi finanziari futuri non devono includere flussi finanziari futuri stimati in entrata o in uscita che si suppone debbano derivare da:

• una ristrutturazione futura per la quale l’impresa non è ancora impegnata; o • un investimento futuro in cespiti che metterà l’attività nelle condizioni di fornire un rendimento superiore al livello medio di prestazione originariamente accertato.

v Le stime dei flussi finanziari futuri non devono includere:

•  i flussi finanziari in entrata o in uscita derivanti da attività di finanziamento; o •  pagamenti o rimborsi fiscali.

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Applicazione n.2 - La sequenza logica per l’applicazione della verifica

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La disciplina prevista dallo IAS 36 deve essere adottata in primis per la verifica di eventuali perdite di valore di

specifiche attività che siano “autonomamente” capaci di generare flussi finanziari, e successivamente applicata a gruppi di altre attività non aventi tale autonomia, gruppi formati in base ai criteri stabiliti per la allocazione delle

attività stesse alle diverse Cash Generating Unit

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Applicazione n.2 - ..La sequenza logica per l’applicazione della verifica ..

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•  Accrescimento del valore intrinseco di un’impresa, o di un segmento d’impresa. Può avere origine da diverse cause, ad es. : miglioramento del posizionamento dell’impresa sul mercato, l’extra reddito (generato ad es. da prodotti innovativi o di ampia richiesta).

•  IFRS 3 definisce l’avviamento derivante da aggregazione aziendale come il pagamento effettuato dall’acquirente in previsione dei benefici economici futuri derivanti da attività che non possono essere identificate individualmente o separatamente

•  N.b.: l’avviamento generato internamente non può essere rilevato contabilmente.

Applicazione n.2 - L’avviamento, definizione:

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•  L’avviamento è un’attività immateriale generica, poiché non può essere identificato individualmente e non può essere separato dall’azienda stessa.

•  l’avviamento è dunque legato a: –  Il fair value dell’impresa acquisita in funzionamento; –  Il fair value delle sinergie derivanti dall’acquisizione, ovvero dai

flussi incrementali generati per effetto dell’operazione di business combination.

•  All’avviamento è attribuita vita utile indefinita.

» Non può applicarsi la nozione di ammortamento (vedi IAS 38)

n.b.: l’avviamento deve essere allocato alle relative CGU al momento dell’aggregazione aziendale da cui trae origine.

Applicazione n.2 - Avviamento (segue)

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•  Nel caso in cui non sia possibile definire una singola attività non corrente che sia di per sé capace di generare autonomi flussi finanziari in entrata si creano dei raggruppamenti di attività (non correnti) detti CGU ossia: “unità generatrici di flussi finanziari”.

•  Sono definite come: “il più piccolo gruppo identificabile di attività che genere flussi finanziari in entrata che sono ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata generati da altre attività o gruppi di attività”.

•  In sostanza sono le unità di riferimento alle quali si applicano i criteri di verifica di riduzione di valore

Applicazione n.2 - Le Cash Generating Unit (IAS 36)

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•  Debbono essere rilevate al livello più basso possibile di aggregazione delle attività

•  ai fini della determinazione sono da considerare: v La natura dell’attività dell’impresa; v Il settore in cui opera; v La struttura produttiva ed organizzativa; v La “natura” del prodotto della CGU

Ovvero, la base per la misurazione dei flussi finanziari in entrata.

Applicazione n.2 - CGU segue

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•  Lo IAS 36 dispone inoltre che: “ se esiste un mercato attivo per il prodotto di una attività o di un gruppo di attività, tale attività o gruppo di attività deve essere identificato come un’unità generatrice di flussi finanziari, anche se alcuni o tutti i suoi prodotti sono usati internamente”

•  Un mercato attivo è un mercato in cui esistono tutte le seguenti condizioni:

•  a) gli elementi commercializzati sul mercato risultano omogenei •  b) compratori e venditori disponibili possono essere normalmente

trovati in qualsiasi momento; •  c) i prezzi sono disponibili al pubblico. •  L’esistenza di un mercato attivo per un certo prodotto indica che

già a quel livello sono misurabili sia i flussi finanziari in entrata che il valore d’uso dell’attività o gruppo di attività che tale prodotto ha generato.

Applicazione n.2 - CGU …segue

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Il V.C. della CGU include il valore contabile delle sole attività (non correnti) che possono essere attribuite direttamente, o ripartite secondo un criterio ragionevole e uniforme, alla CGU.

n.b.: le poste dell’attivo circolante non sono incluse nel calcolo del V.C. e del valore recuperabile in quanto i saldi relativi al capitale circolante, sono sottoposti a una separata e specifica disciplina di verifica per perdite di valore (Es.: rimanenze e crediti IAS 2)

Inoltre, non devono essere incluse le passività relative alla CGU, ad

eccezione del caso in cui il valore recuperabile della CGU generatrice di Flussi Finanziari, sia stimabile solo includendo specifiche passività (settore bancario, trattato successivamente)

V.C. CGU = Avviamento + altre attività immateriali + attività materiali

Applicazione n.2 - il valore contabile della CGU

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Ai sensi dello IAS 36, le perdite per riduzione di valore devono essere allocate presso le attività costituenti la CGU, secondo una specifica gerarchia:

1) A riduzione dell’avviamento della CGU; 2) La parte eventualmente residuale ripartita in proporzione al valore contabile delle singole attività che compongo tale CGU o il gruppo di CGU.

Applicazione n.2 - CGU e allocazione delle perdite per riduzione di valore

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Al fine di determinare il valore d’uso di una CGU il metodo di valutazione di riferimento è il Discounted Cash Flow (DCF): con: W→valore d’uso della CGU; →flussi finanziari netti per ciascuno degli n anni considerati nel periodi di proiezione esplicita. Corrispondono alla differenza tra i flussi in entrata e quelli in uscita: tale differenza è al lordo degli oneri finnaziari e di quelli tributari. TV→Terminal Value della CGU alla fine dell’ultimo periodo di prevsione esplicita; Wacc→costo medio ponderato del capitale (tasso di attualizzazione al lordo delle imposte;

Applicazione n.2 - La stima del valore d’uso: la tecnica del DCF

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I FCFO (flussi di cassa netti operativi) esprimono la dimensione finanziaria della gestione corrente muovono dal Reddito Operativo (EBIT) (ottenuto attraverso le tecniche di riclassificazione di C.E. ) trasformando nei movimenti effettivi delle risorse finanziarie generate dalla gestione caratteristica

Applicazione n.2. - La stima del valore d’uso: la tecnica del DCF (segue)

Pagina 219

 

 

C.E. riclassificato al Valore aggiunto: RICAVI OPERATIVI - COSTI ESTERNI -------------------------- VALORE AGGIUNTO - PERSONALE o costo del lavoro ------------------------------------------- MOL o EBITDA - AMMORTAMENTI e SVALUTAZIONI ------------------------------------------------- REDDITO OPERATIVO (R.O.) o EBIT ± GESTIONE FINANZIARIA ± GESTIONE STRAORDINARIA ----------------------------------------------- RISULTATO ANTE IMPOSTE - IMPOSTE ---------------------------------------------- RISULTATO NETTO

C.E. riclassificato al costo del venduto RICAVI NETTI - COSTO DEL VENDUTO ------------------------------------------- R.O. GESTIONE CARATTERISTICA + RISULTATO GEST. COMPLEMENTARE E ACCESSORIA -------------------------------------------------------- R.O. AZIENDALE (EBIT) - O.F. -------------------------------------------- REDDITO LORDO DI COMPETENZA +/- COMPONENTI STRAORDINARI ----------------------------------------------- REDDITO ANTE IMPOSTE - IMPOSTE --------------------------------- REDDITO NETTO

 + EBIT (Reddito Operativo) - imposte figurative gravanti sul reddito operativo = NOPLAT (reddito operativo al netto delle imposte figurative) + ammortamenti ed accantonamenti +/- disinvestimenti/investimenti in capitale fisso +/- variazioni del capitale circolante +/- variazione di fondi

= Free Cash Flow Operativo

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Il costo medio ponderato del capitale è determinato come media ponderata del costo del capitale proprio e del costo del capitale di terzi, al netto degli effetti fiscali, secondo l’approccio del Capital Asset Pricing Model (CAPM).

Con: Wacc→ Weighted Average Cost of Capital;

ic→costo del capitale proprio ; E→Equity (mezzi propri); D→valore di mercato dell’indebitamento netto (capitale di credito);

id→costo medio dell’indebitamento (è poi diminuito dalla deducibilità dal reddito imponibile degli interessi passivi, secondo l’aliquota fiscale t);

t→aliquota fiscale

Applicazione n.2 - Determinazione del Wacc

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( )1c dE DWACC i i t

D E D E= × + × × −

+ +

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Il costo del capitale proprio rappresenta il rendimento che ci si aspetta in condizioni “normali” , ovvero, non influenzate da fenomeni contingenti, dal settore di appartenenza dell’impresa. Si calcola tramite il metodo del CAPM attraverso la formula: Con:

Ke= costo medio del capitale proprio; Rfr= risk free rate; β=coefficiente di rischiosità sistematica non diversificabile; (rm-rfr)= premio per il rischio di mercato (ovvero, è la differenza tra il rendimento medio di mercato e il “tasso privo di rischio”)

Applicazione n.2 - Determinazione del costo del capitale proprio ic

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𝑲𝒆 = 𝒓𝒇𝒓 + 𝜷 ∗ (𝒓𝒎− 𝒓𝒇𝒓)    

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Ai fini della determinazione del TV, se sono verificate le seguenti condizioni:

a) le prospettive di crescita oltre il periodo di previsione esplicita sono il linea con quelle del contesto macroeconomico ; b) gli investimenti sono adeguati a sostenere il tasso di crescita assunto per il lungo periodo; c) gli investimenti in capitale circolante sono adeguati a sostenere il tasso di crescita assunto per il lungo periodo.

Il valore terminale può essere calcolato con il Modello di Gordon

Applicazione n.2 - Determinazione del Terminal Value

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𝑻𝑽 =𝑭𝑪𝑭𝒕+𝟏 ∗ (𝟏 + 𝒈)

𝒘𝒂𝒄𝒄 − 𝒈  

Altro non è che il valore della rendita perpetua del FCFO stimato per il periodo successivo a quello di detta previsione

Con g = tasso di crescita atteso di medio/lungo termine

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L’azienda A ha acquista il ramo di azienda B, per un valore di 480.000 di €uro. Il Fair Value delle attività nette acquisite è pari a 400.000 di €uro.

S.P. di A Determinazione del Goodwill: Imm. Materiali 3.200.000 Capitale 2.000.000 480.000 – 400.000 = 80.000 Crediti 320.000 Debiti 2.000.000 (costo acquisizione – FV att/pass.) Cassa e banca 480 000 Totale 4.000.000 Totale 4.000.000 Rilevazione a bilancio S.P. di B S.P. Fabbricati 240.000 Capitale 400.000 avviamento 80.000 Capitale 2.000.000 Crediti 160.000 Debiti - imm. Mat 3.440.000 Debiti 2.000.000 Totale 400.000 Totale 400.000 crediti 480.000 cassa/banca 0 Totale 4.000.000 Totale 4.000.000

Applicazione n.2 - Impairment test dell’avviamento: esempio contabile

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Impairment test e determinazione dei valori di B Avviamento 80.000 Attività nette 400.000 Valore di carico 480.000 rappresentazione in bilancio Valore recuperabile 412.000 Perdita di valore 68.000 S.P. Avviamento: 12.000 Capitale-perdita= 1.932.000 costo storico 80.000 Debiti 2.000.000 - fondo svalutazione (68.000) imm. Mat. 3.440.000 crediti 480.000 Totale 3.932.000 Totale

3.932.000 C.E. svalutazione avviamento (68.000) Perdita 68.000

Applicazione n.2 - Impairment test dell’avviamento: esempio contabile

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Se in un periodo successivo l’impresa riscontra che una perdita di valore, precedentemente rilevata per una CGU o gruppo di CGU, è venuta meno in tutto o in parte a causa dell’accrescersi del valore della CGU o del gruppo di CGU, l’impresa dovrà incrementarne il valore contabile attraverso la rilevazione di un ripristino di valore. n.b.: Ciò, può avvenire solo se l’accrescimento del valore è dovuto all’intervenuto cambiamento delle specifiche valutazioni utilizzate al tempo in cui è stat a rilevata l’ultima perdita di valore. Dalla possibilità di ripristino di valore è escluso in ogni caso l’avviamento. Il valore contabile risultante dalla rilevazione di un ripristino di valore non può, comunque, eccedere il minore tra: - Il valore recuperabile (se determinabile) - Il valore contabile che per quella CGU si sarebbe determinato (al netto degli ammortamenti) se negli esercizi precedenti non si fosse rilevata alcuna perdita per riduzione di valore. Il ripristino di valore deve quindi essere allocato alle singole attività incluse nella CGU (escluso l’avviamento) ripartendolo proporzionalmente ai rispettivi valori contabili.

Applicazione n.2 - Il ripristino delle perdite di valore

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•  L’applicazione 2.1 fornisce alcune considerazioni ed esemplificazioni specifiche sulla modalità di applicazione del principio al settore bancario

•  Si r icorda che i l contesto operativo che generalmente determina l ’ iscrizione di un avviamento è quel lo del le operazioni d i aggregazione aziendale (business combination) ai sensi dell’ IFRS 3

Applicazione n.2.1 - Impairment e avviamento, applicazione per il settore bancario

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•  In un’operazione di business combination nel settore bancario assumono rilevanza una serie di attività immateriali che soddisfano i requisiti per l’iscrizione separata dell’avviamento: –  Attività legate al cliente, di natura contrattuale e non, in

ogni caso separabili dai quali l’impresa ritrae un profitto; (relazioni con la clientela)

–  Attività basate su contratto, quali contratti di gestione, di servizio di attività finanziarie;

–  Attività legate al marketing, quali brand di pertinenza del gruppo, marchi di prodotto, servizio.

Applicazione n. 2.1 - Impairment e avviamento, applicazione per il settore bancario

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N.b.: la fase di identificazione dei beni immateriali oggetto di allocazione del costo di acquisto ai sensi dell’IFRS 3 è molto importante

In quanto Scopo del principio è quello di rilevare in sede di allocazione del costo di

acquisizione tutti i beni immateriali identificabili e rilevabili in bilancio Al fine

di ascrivere ad avviamento solo la quota residuale del costo d’acquisto non allocabile a specifiche attività/passività. Infatti, il diverso

trattamento contabile degli intangibles a vita definita (ammortizzabili) rispetto all’avviamento (non ammortizzabile, ma solo impairment test) comporta impatti diversi nei bilanci successivi ad un’ acquisizione a

seconda delle scelte operate in sede di allocazione del costo dell’operazione

Applicazione n. 2.1 - Impairment e avviamento, applicazione per il settore bancario

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Ogni unità o gruppo di unità a cui l’avviamento è allocato deve: •  Rappresentare il livello minimo all’interno dell’entità a cui

l’avviamento è monitorato ai fini del controllo di gestione interno; e

•  Non essere maggiore di un settore operativo determinato secondo quanto disciplinato dall’ IFRS 8.

Il livello minimo al quale deve essere effettuato il test dell’avviamento è stabilito dal livello inferiore al quale il sistema di controllo interno fornisce alla direzione dati economici funzionali al monitoraggio ed alla gestione.

Es.: retail, corporate, private, investment banking,leasing, ecc

Applicazione n.2.1 - Le CGU nel settore bancario

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Il V.C. della CGU include il valore contabile delle sole attività (non correnti) che possono essere attribuite direttamente, o ripartite secondo un criterio ragionevole e uniforme, alla CGU. n.b.: anche per tale settore le poste dell’attivo circolante non sono incluse nel calcolo del V.C. e del valore recuperabile in quanto sono sottoposte a una separata e specifica disciplina di verifica per perdite di valore.

Applicazione n.2.1 - Il valore contabile delle CGU nel settore bancario

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Posto che nel settore bancario i flussi finanziari ritraibili dall’attività d’impiego sono strettamente dipendenti dai flussi finanziari derivanti dall’attività di raccolta, nello specifico, questi ultimi sono i costi legati all’utilizzo dei fattori produttivi indispensabili per la produzione di flussi finanziari in entrata.

DI CONSEGUENZA La determinazione del prezzo di acquisto e dell’eventuale avviamento pagato, presuppone una valutazione dei flussi futuri ritraibili come saldo netto dell’attività di impiego e dell’attività di raccolta.

Applicazione n.2.1 - Il valore contabile delle CGU nel settore bancario

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Per tali ragioni, il valore recuperabile di una CGU bancaria non può che essere determinato considerando i flussi finanziari complessivi (quindi netti) attesi dall’attività di intermediazione creditizia e dall’attività di investimento finanziario.

quindi, è necessaria coerenza tra le componenti che contribuiscono alla determinazione del valore recuperabile e quelle che contribuiscono alla determinazione del valore contabile.

Applicazione n.2.1 - Il valore recuperabile delle CGU nel settore bancario

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In caso di dismissione di una CGU o di una parte delle attività riferibili a CGU alle quali è stato allocato un avviamento, l’impresa che dismette, ai fini della determinazione dell’utile o della perdita da dismissione, deve includere nel valore contabile delle stesse la quota parte dell’avviamento associato a tali attività.

In altre parole: Il cedente quando va a quantificare il risultato economico derivante dall’operazione di cessione deve provvedere a

quantificare l’ammontare dell’avviamento associabile all’attività ceduta che deve essere cancellato.

Applicazione n.2.1 - Dismissione di CGU

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n.b.: la natura valutativa (discrezionale) del processo di quantificazione dell’avviamento da cancellare, fa sì che l’avviamento non sia una grandezza trasferibile tra soggetti diversi per effetto del trasferimento di CGU o di attività facenti parte di esse.

Infatti: - Il cedente provvede, mediante valutazione (simile ad impairment test) a quantificare il proprio avviamento da cancellare; - L’acquirente iscrive, autonomamente il proprio avviamento senza alcun collegamento con quello cancellato (eventualmente) dal cedente.

Applicazione n.2.1 - Dismissione di CGU

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Ai fini dell’impairment test il valore di carico contabile deve essere confrontato con il valore recuperabile,

Inteso sempre come: Il maggiore tra F.V.L.C.T.S

e Valore d’uso

È il valore attuale dei flussi futuri che si prevede abbiano

origine da un’attività o da una CGU.

Applicazione n.2.1 - Determinazione del valore recuperabile delle CGU

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La differenza è che generalmente i flussi operativi considerati nella generalità dei casi escludono le componenti di natura finanziaria. (modello unlevered) Nel caso delle banche, per via della natura del Debito (depositi, obbligazioni, etc.) profondamente diversa rispetto alle altre tipologie di imprese iscritto in bilancio, in quanto è parte integrante e preponderante del business svolto e non una mera modalità di finanziamento, i modelli di determinazione del valore attuale dei flussi finanziari attesi seguono una logica di tipo levered. Quindi, nelle banche, in sede di determinazione del value in use si usano modelli levered, secondo i quali i flussi finanziari sono considerati al netto della componente finanziaria e quindi si riferiscono ad un flusso reddituale di pertinenza degli azionisti.

Applicazione n.2.1 - Determinazione del valore recuperabile delle CGU

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Per tali tipologie di imprese il core business è rappresentato dall’operatività finanziaria e pertanto i flussi reddituali derivanti da tali attività non possono essere isolati dai restanti flussi. Dunque, oltre ai ricavi per prestazioni di servizi ed agli oneri operativi, nella stima dei flussi occorre considerare anche i proventi netti derivanti dall’attività di intermediazione creditizia (gli interessi attivi e passivi e le rettifiche e riprese di valore sui crediti) nonché gli effetti netti dell’attività di copertura delle poste finanziarie, i proventi derivanti dall’attività di negoziazione di strumenti finanziari.

Applicazione n.2.1 - La stima dei flussi finanziari nel settore bancario

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