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28 ragionamenti TUTTINRETE. Per una cultura della tutela dei minori nel rapporto con i mezzi d’informazione “La tutela della personalità del minore si estende anche a fatti che non siano specificamente reati […] in modo che sia tutelata la specificità del minore come persona in divenire, prevalendo su tutto il suo interesse ad un regolare processo di maturazione che potrebbe essere profondamente disturbato o deviato da spettacolarizzazioni del suo caso di vita, da clamorosi protagonismi o da fittizie identificazioni”. Carta di Treviso, 1990, integrata dal “Vademecum” del 1995 e ulteriormente modificata nel 2006 Informazione e privacy non possono certo trovare facil- mente né frequentemente un luogo di incontro. Alla cre- scente richiesta di informazione da parte dell’opinione pubblica fa da contraltare una giustificata e imprescindibile esigenza di protezione e tutela della riservatezza personale. Secondo il Codice della privacy, il trattamento dei dati de- ve svolgersi nel rispetto dei diritti e delle libertà fonda- mentali, nonché della dignità dell’interessato, con parti- colare riferimento alla riservatezza, all’identità individua- le e al diritto alla protezione dei dati personali. Questo va- le a maggior ragione nei casi in cui si tratta di minori. Il Codice ha inoltre ampliato l’ambito della tutela, preve- dendo che chiunque diffonda sentenze o provvedimenti dell’autorità giudiziaria è tenuto a omettere i dati identifi- cativi o dati dai quali possa comunque desumersi, anche indirettamente, l’identità di minori. A volte, infatti, il di- ritto all’anonimato dei minori viene apparentemente ri- spettato, ricorrendo a citazioni indirette, iniziali puntate del nome o pseudonimi, salvo poi diffondere particolari e dettagli che lo rendono riconoscibile e identificabile. Secondo la Carta di Treviso, invece, i giornalisti si devono astenere dal pubblicare elementi che consentano l’identi- ficazione di un minore che abbia compiuto o sia stato vit- tima di un reato. Anche nel caso di pubblicazione di im- magini relative a minori in situazioni positive è assoluta- mente indispensabile l’acquisizione corretta e trasparente delle immagini, accertandosi di avere il consenso dei fa- migliari e, ove richiesto o consigliabile, trattandole in modo da schermarle. Tutte le disposizioni che tutelano la riservatezza dei mino- ri partono quindi dal presupposto che la diffusione di par- ticolari legati alla loro persona e alla loro vita possa dan- neggiarne la crescita, lo sviluppo psico-fisico. A quasi vent’anni dalla Carta di Treviso, i mezzi di infor- mazione odierni sono sicuramente più sensibili al proble- ma; lo stesso codice deontologico dei giornalisti ribadisce l’assoluta priorità del diritto alla riservatezza del minore TUTTINRETE Per una cultura della tutela dei minori nel rapporto con i mezzi d’informazione di Maria Paola Minetti

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ragionamenti TUTTINRETE. Per una cultura della tutela dei minori nel rapporto con i mezzi d’informazione

“La tutela della personalità del minore si estende anche a fatti che non siano specificamente reati […] in modo che sia tutelata la specificità del minore come persona in divenire, prevalendo su tutto il suo interesse ad un regolare processo di maturazione che potrebbe essereprofondamente disturbato o deviato da spettacolarizzazioni del suo caso di vita, da clamorosi protagonismi o da fittizie identificazioni”.

Carta di Treviso, 1990, integrata dal “Vademecum” del 1995 e ulteriormente modificata nel 2006

Informazione e privacy non possono certo trovare facil-mente né frequentemente un luogo di incontro. Alla cre-scente richiesta di informazione da parte dell’opinionepubblica fa da contraltare una giustificata e imprescindibileesigenza di protezione e tutela della riservatezza personale.Secondo il Codice della privacy, il trattamento dei dati de-ve svolgersi nel rispetto dei diritti e delle libertà fonda-mentali, nonché della dignità dell’interessato, con parti-colare riferimento alla riservatezza, all’identità individua-le e al diritto alla protezione dei dati personali. Questo va-le a maggior ragione nei casi in cui si tratta di minori. IlCodice ha inoltre ampliato l’ambito della tutela, preve-dendo che chiunque diffonda sentenze o provvedimentidell’autorità giudiziaria è tenuto a omettere i dati identifi-cativi o dati dai quali possa comunque desumersi, ancheindirettamente, l’identità di minori. A volte, infatti, il di-ritto all’anonimato dei minori viene apparentemente ri-spettato, ricorrendo a citazioni indirette, iniziali puntatedel nome o pseudonimi, salvo poi diffondere particolari edettagli che lo rendono riconoscibile e identificabile.Secondo la Carta di Treviso, invece, i giornalisti si devonoastenere dal pubblicare elementi che consentano l’identi-ficazione di un minore che abbia compiuto o sia stato vit-tima di un reato. Anche nel caso di pubblicazione di im-magini relative a minori in situazioni positive è assoluta-mente indispensabile l’acquisizione corretta e trasparentedelle immagini, accertandosi di avere il consenso dei fa-migliari e, ove richiesto o consigliabile, trattandole inmodo da schermarle. Tutte le disposizioni che tutelano la riservatezza dei mino-ri partono quindi dal presupposto che la diffusione di par-ticolari legati alla loro persona e alla loro vita possa dan-neggiarne la crescita, lo sviluppo psico-fisico. A quasi vent’anni dalla Carta di Treviso, i mezzi di infor-mazione odierni sono sicuramente più sensibili al proble-ma; lo stesso codice deontologico dei giornalisti ribadiscel’assoluta priorità del diritto alla riservatezza del minore

TUTTINRETEPer una cultura della tutela dei minori nel rapporto con i mezzi d’informazionedi Maria Paola Minetti

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rispetto al diritto di cronaca e di critica. Occorre comun-que non abbassare mai la soglia di attenzione e monitorarele diverse situazioni in modo da bloccare sul nascerel’eventuale fuga di dati e la diffusione di notizie che possa-no ledere la dignità dei bambini e dei giovani.

Dal Piemonte una buona pratica: il Tavolo di confronto e il Protocollo di Intesa. “TUTTINRETE per una cultura della tutela dei minorinel rapporto con i mezzi d’informazione”In Piemonte, nella primavera del 2007, si costituisce untavolo di confronto e riflessione sul delicato tema del rap-porto tra minori e mass media, che, partito dall’iniziativadi alcune istituzioni e ordini professionali, gradualmentesi allarga, arrivando a contenere la voce di tutti quei sog-getti che, per dovere istituzionale e/o per competenza pro-fessionale, sono continuamente a confronto con la realtàdei minori e la tutela dei loro diritti.Sono due anni di incontri periodici, di riflessioni sentite eintense, che portano nel febbraio 2009 alla firma di unProtocollo di Intesa, completo di Carta Valori e LineeGuida condivise affinché, lavorando in rete, si possa pro-muovere una cultura della tutela dei diritti dei minori nelrapporto con i mezzi di informazione, finalizzata in parti-colare alla salvaguardia del loro diritto a essere protettinella varie fasi di crescita per un armonico sviluppo psico-fisico e morale. Il documento viene siglato da: Ufficio scolastico regionaleper il Piemonte, Regione Piemonte, Comando regionalePiemonte della Guardia di Finanza, Comando provincialedei Carabinieri di Torino, Questura di Torino, Co.Re.Com.Piemonte – Comitato regionale per le comunicazioni,Ordine degli assistenti sociali-Consiglio regionale delPiemonte, Consiglio dell’ordine degli avvocati di Torino,Ordine dei giornalisti del Piemonte, Ordine medici chirur-ghi e odontoiatri della Provincia di Torino, Ordine deglipsicologi – Consiglio regionale del Piemonte, AIAFPiemonte e Valle d’Aosta – Associazione italiana degli av-vocati per la famiglia e per i minori, Associazione italianadei magistrati per i minorenni e per la famiglia – SezionePiemonte e Valle d’Aosta.

Come afferma il Direttore generale dell’Ufficio ScolasticoRegionale per il Piemonte Francesco de Sanctis, si tratta di“un’iniziativa che vede tutti uniti e impegnati nella tuteladei minori, per assicurare loro una crescita sana e armoni-ca, vigilando affinché le notizie che li riguardano venganotrattate con riservatezza e correttezza in modo da pro-muovere una cultura dell’informazione e comportamentiche non ledano mai i loro diritti. La scuola, che quotidia-namente opera a favore dei giovani, troverà nel TavoloTUTTINRETE una sede di confronto attenta rispetto auna tematica così delicata e attuale, da affrontare anche at-traverso la costruzione e promozione di buone pratiche”.

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Tutte le disposizioni che tutelano la riservatezzadei minori partono dal presupposto che la diffusione di particolari legati alla loro persona e alla loro vita possa danneggiarne la crescita, lo sviluppo psico-fisico

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CARTA DEI VALORI

Premessa

Gli Enti e gli Organismi, i cui rappresentanti hanno concorso allaformazione di “TUTTINRETE”, Tavolo interistituzionale e interpro-fessionale costituitosi nella primavera del 2007 sulla scia di pre-gresse esperienze (da ultimo il seminario del 3.03.2007 sul tema“Tutela dei minori e diritto di cronaca: confronto tra magistrati egiornalisti”), si riconoscono, all’esito del confronto svoltosi per oltreun anno, nei contenuti e nei valori sintetizzati nei punti sotto indica-ti, che vengono assunti quale base del formale Protocollo d’intesa.

Dei minori si parla molto da parte dei mass media, ma spesso nonin termini aderenti all’effettività delle questioni che li riguardano enon sufficientemente in linea con l’esigenza, centrale, di tutela de-gli stessi.

Tale tutela dovrebbe essere perseguita in ogni ambito della societàcivile, soprattutto nei casi in cui la famiglia o l’ente pubblico nonsiano in grado di esercitarla adeguatamente, non essendo mono-polio esclusivo dell’Autorità Giudiziaria minorile, anche se a essasono deputati istituzionalmente gli interventi in ambito civile, a fron-te di situazioni di abbandono, pregiudizio o disagio legati alla sferafamiliare, e quelli di natura penale, in cui pure si realizzano, al di làdel contesto punitivo, forme di tutela dello stesso minore in quantotale, se vittima a sua volta di situazioni pregiudizievoli.

Nel settore dell’informazione, le cui basilari esigenze, presidio diuna società democratica, non sono minimamente in discussione,vi sono spesso situazioni riguardanti minori “in prima pagina” (perle più varie vicende: dai bambini “portati via” dagli assistenti so-ciali alle cosiddette baby-gang, ecc.), in cui molti soggetti intera-giscono con i media.

Si parla e si scrive di fatti che, in realtà, si conoscono poco, contermini tecnici che si conoscono ancora meno (con rilevanti con-fusioni, per esempio, fra adozione e affidamento, provvedimentiprovvisori e decisioni definitive, ovvero in tema di imputabilità,

perdono giudiziale, messa alla prova, ecc.). Nella sostanza nonc’è o rischia di non esserci un dialogo oppure esso è un dialogofra sordi, fra soggetti che parlano lingue diverse e comunque nonquella del minore, anche se taluno ritiene, in buona fede, di farse-ne interprete.

L’iniziativa di TUTTINRETE non muove affatto da intenti censori, es-sendovi già organi istituzionalmente preposti alla verifica di even-tuali comportamenti illeciti, scorretti, imprudenti, inopportuni, ecc.,dei giornalisti, degli appartenenti alle Forze dell’Ordine, degli inse-gnanti, degli assistenti sociali, dei magistrati, degli avvocati, ecc.Si auspica la formazione di una cultura condivisa, fatta non solo diprincipi (che sono essenziali ma che, nella quotidianità, rischiano dipassare in secondo piano), ma di buone pratiche.

TUTTINRETE propone la metafora della RETE: qualcosa che nonha vertice, in cui non c’è nulla di “dirigistico” e che si compone diuna trama in cui tutti i punti sono, in qualche modo, connessi“paritariamente” fra di loro. Coloro che a livello istituzionale o pro-fessionale si occupano di minori dovrebbero sentirsi partecipi(senza percepirla né come vincolo né come limite) della consa-pevolezza della necessità di muoversi in sintonia con l’interessedel minore, inteso come interesse comune, perché è un bene so-ciale, da preservare al di là dei diversi ambiti e obiettivi di azionedei singoli soggetti. La RETE è l’antitesi delle monadi, che si muovono, si incontrano esi scontrano, talvolta come schegge fuori controllo, se non impaz-zite ciascuna per conto proprio.

TUTTINRETE si propone come Tavolo ‘di sintesi’ che programma,da un lato, momenti di approfondimento e dibattito sul come fare‘formazione comune’, dall’altro assume lo scopo di promuovereuna cultura della tutela dei diritti dei minori nel rapporto con i mezzidi informazione.

In tale ottica, tutti i soggetti in gioco che condividono l’idea della re-te e accettano di farne parte riconoscono le seguenti linee guida.

L’iniziativa TUTTINRETE non muove affatto da intenti censori. Si auspica la formazione di una cultura condivisa, fatta non solo di principi, ma di buone pratiche

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Linee guida

• Parlare dei minori non come se fossero adulti Va sempre salvaguardata la specificità minorile sia che si tratti di vi-cende penali che in ambito civile, in relazione a vicende in cui gliadulti spesso fanno il loro gioco, giusto o sbagliato che sia, e il mi-nore non è assimilabile a loro non avendo analoga forza, in quantosoggetto debole.Troppo spesso il minore viene considerato come un ‘piccolo adul-to’ con qualche possibilità di scappatoia in più, mentre l’ordina-mento predispone una gamma di soluzioni eccedente l’alternativa‘secca’ condanna/assoluzione, non potendosi dare per scontatal’imputabilità del minore ed essendo la condanna, e soprattutto ilcarcere, una soluzione praticabile solo in mancanza di alternative,una ‘extrema ratio’.

• Parlare dei minori non come se fosse facile La materia minorile è di particolare complessità, connotata com’èda istituti peculiari di cui, se male intesi o interpretati, può esserefornita un’immagine distorta. Le anticipazioni e le semplificazioni inquesta materia sono rischiose e possono essere fuorvianti.

• Parlare dei minori senza pensare o pretendere di essere laloro voceNella trattazione di casi minorili chi partecipa al dibattito, a qualsiasi ti-tolo, non deve ritenersi esclusivo interprete dell’interesse del minore.È considerata buona prassi che la notizia sul minore si costituiscaattraverso una pluralità di informazioni.

• Parlare dei minori con responsabilitàIl processo di “costruzione della notizia” coinvolge molteplici sog-getti che devono sentirsi tutti corresponsabili.

• Parlare dei minori rispettandone davvero l’anonimato Non basta scrivere le iniziali o un nome inventato se si riportano,nel contempo, altri elementi individualizzanti non solo relativi al mi-nore ma anche alla sua famiglia e alla sua storia presente e passa-

ta. In questo ambito, l’anonimato è un diritto, una garanzia, un va-lore, non una limitazione al diritto d’informazione.

• Parlare dei minori senza fare del sensazionalismo sulla loropelleSenza usarli: spesso, purtroppo, sono già usati e abusati da altri.In situazioni particolarmente gravi, come nei casi di suicidio o ten-tato suicidio di minori, forme estreme di bullismo, che chiamano incausa, ovviamente, non solo i bulli, ma anche le loro vittime, è do-verosa una particolare cautela, che non è “forma” ma sostanzache riguarda il rispetto del minore.

• Parlare dei minori senza pensare di essere soli Sentendosi al contrario (e ciò vale, in particolare, per la rete istitu-zionale che comprende le Autorità Giudiziarie, le Forze dell’Ordine,i Servizi, la Scuola, ecc.) parte di un insieme i cui componenti de-vono trovare un modo e uno stile comune per collaborare tra di lo-ro allo scopo di fornire un’informazione corretta e non lesiva dei di-ritti del minore. No quindi alle invasioni di campo, ancorché incon-sapevoli. Sì a interazioni che tengano reciprocamente conto, ov-viamente, anche delle regole e dei vincoli legati alle rispettive pro-fessionalità (l’assistente sociale, l’avvocato, il giudice, le Forzedell’Ordine, lo psicologo, il medico, l’insegnante, il giornalista han-no ciascuno le proprie regole deontologiche e forme di segretoprofessionale).

• Parlare dei minori anche in positivoFavorire le buone notizie. Fornire un’informazione positiva significaanche far conoscere come operano le istituzioni nell’affrontare leproblematiche che coinvolgono il minore e che hanno trovato unarisposta adeguata.

• Parlare dei minori non solo al singolare, ma anche al pluraleNon il riflettore puntato sul singolo caso, ma attenzione al fenome-no: dal caso di cronaca all’inchiesta, avendo presenti le variegaterealtà degli italiani e degli stranieri non in chiave antitetica, ma pen-sando a loro come componenti tutti di questa società, la nostra.

TUTTINRETE propone la metafora della RETE: qualcosa che non ha verticee che si compone di una trama in cui tutti i punti sono connessi “paritariamente” fra di loro

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