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RAFFAELE TOVAZZI

A SCUOLA DI PNLCome migliorare i propri risultati

con la Programmazione Neuro-Linguistica

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2014 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano

I edizione Oscar varia agosto 2014

ISBN 978-88-04-64562-7

Questo volume stato stampatopresso ELCOGRAF S.p.A.Stabilimento - Cles (TN)Stampato in Italia. Printed in Italy

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Indice

VII Vi presento il libro di Roberto Re

XI Prefazione di Robert Dilts

A SCUOLA DI PNL

3 Introduzione 13 I Its a kind of Magic una sorta di magia 33 II Tre linguaggi 53 III Sincronizzazioni 79 IV Come un Computer, pi di un Computer 101 V AAA Leader Cercasi! 133 VI Le sette cause del Fallimento 157 VII Il Settimo Cavaliere

167 Appendice

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Vi presento il librodi Roberto Re

Ho incontrato la Programmazione Neuro-Linguistica nel 1995 e sarebbe fin troppo facile e scontato adesso che a distanza di quasi ventanni ne sono considerato, a torto o a ragione, uno dei principali esponenti affermare che scoprire questa disciplina ha letteralmente stravolto la mia vita. Ma stato proprio cos.

Apprendere che esistevano metodi codificati per rendere pi facile laccesso alleccellenza umana, venendo dal mondo della formazione che allepoca in Italia era ancora allet del-la pietra, fu davvero esaltante! In seguito, imparare e applicare quelle strategie che aiutano in maniera cos pratica e concreta gli individui a esprimere al meglio il loro potenziale, eliminan-do facilmente condizionamenti negativi per sostituirli con ri-programmazioni pi produttive ed efficaci, mi permise di fare un enorme salto di qualit nella mia carriera di formatore, del quale godo i benefici tuttora.

Ma ancora di pi trassi vantaggio dalla PNL nella mia sfera personale, servendomi per me stesso e per la mia crescita di tut-te quelle metodologie che a mano a mano imparavo e di cui di-ventavo sempre pi padrone e consapevole.

Comprendere a fondo come e in che modo condizioniamo noi stessi alla base della nostra capacit di generare risultati e di gestire nel modo migliore i nostri stati danimo e, quindi, i no-stri comportamenti.

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A scuola di pnlVIII

Per questo, se ne avessi facolt, renderei obbligatorio lin-segnamento della PNL in tutte le scuole e in tutte le aziende, perch imparare a comunicare pi efficacemente, a gestire me-glio stress ed emotivit, a raggiungere pi facilmente i pro-pri obiettivi non dovrebbe essere appannaggio di pochi eletti, ma, in una societ evoluta, dovrebbe essere alla portata di tut-ti, per contribuire alla diffusione di un maggiore livello di be-nessere e felicit.

Purtroppo per tutto questo non accadr ancora per mol-to tempo, e quindi importante portarsi avanti e iscriversi da subito A scuola di PNL leggendo con attenzione questo libro, che si rivolge sia ai neofiti della materia, sia a chi di PNL ne ha masticata gi un po, poich linsegnante di questa scuola ha unestrazione e un approccio davvero differenti rispetto ai tanti testi che potrete trovare in libreria sullargomento, e vi posso garantire personalmente che un insegnante davvero di altissimo livello.

Come potrete immaginare, in questi anni ho conosciuto pres-soch tutti i principali Trainer di PNL italiani, cos come molti stranieri, ma devo dirvi, in tutta sincerit, che Raffaele Tovaz-zi mi colp appena lo conobbi per alcune caratteristiche che lo rendono diverso e assolutamente straordinario. Mai avevo in-contrato un Trainer di PNL cos preparato, competente e con un tale livello culturale, ma allo stesso tempo pratico e focalizzato sugli obiettivi, tanto da ottenere, parallelamente alla sua attivi-t di formatore, risultati imprenditoriali e commerciali di asso-luto rilievo. Era esattamente la persona che cercavo per ripro-gettare la Scuola di PNL di HRD Training Group la societ di formazione che ho lonore di guidare , cosa che poi insieme abbiamo fatto, coinvolgendo anche un mostro sacro della PNL mondiale come Robert Dilts, che ne entrato a far parte come docente e partner.

Dopo averlo conosciuto meglio posso dire con certezza che Raffaele non solo un grandissimo piennellista, ma anche una splendida persona, estremamente coerente con ci che inse-gna e guidato da valori e principi a mio parere imprescindibili, come onest, dignit e correttezza. Sono felice di averlo coin-volto in questo progetto e sono felice che sia proprio lui, da

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Vi presento il libro IX

ora in poi, a diventare il vostro Trainer, sia attraverso queste pagine sia attraverso le risorse gratuite che potrete trovare a vostra disposizione sul sito www.libridaleader.it e, perch no, magari in futuro anche in un corso dal vivo.

Sul sito www.libridaleader.it puoi scaricare le risorse gratuite riservate ai lettori di questo libro!

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La prima volta che incontrai Raffaele Tovazzi fu a Parigi, dove ci trovammo con Roberto Re per definire la collaborazione che sa-rebbe poi sfociata nella nostra nuova Scuola di PNL.

Roberto mi aveva parlato in toni entusiastici del suo nuovo Trainer di PNL, come di un professionista preparatissimo e di una persona di grande valore, condizioni che andava cercando da tempo per sviluppare un ambizioso progetto.

Ho trovato fin da subito originale il suo approccio alla disci-plina ed era interessante la coesistenza di due anime che si di-stinguevano in lui fin dai primi discorsi: quella filosofica, deter-minata dalle sue ricerche universitarie, e quella pi esecutiva, derivante da una carriera lunga e consolidata nel business, no-nostante la giovanissima et.

Lorigine filosofica della PNL costituisce un elemento determi-nante per la comprensione della sua essenza e ricordai con piace-re quando, nei primi anni Settanta, ci dilettavamo nella lettura dei grandi pensatori dellantichit mentre elaboravamo i model-li linguistici che sarebbero poi diventati le basi che gli studenti di PNL di tutto il mondo apprendono nei nostri corsi, Practitioner e Master Practitioner in particolare. Penso ad esempio al metamo-dello, ampiamente presente nei dialoghi socratici.

Fu per queste ragioni che ho trovato interessante la sua inten-zione di scrivere un libro che facesse intuire la PNL prima del-la PNL, per citare le sue stesse parole. E il risultato non ha tra-dito le attese, offrendo una visione creativa e coinvolgente su alcuni dei modelli e delle tecniche di Programmazione Neuro-

Prefazionedi Robert Dilts

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XII A scuola di pnl

Linguistica pi importanti e potenti. Il libro s unintroduzione alla PNL, ma vista attraverso gli occhi di un Filosofo che ne for-nisce una prospettiva unica e stimolante sui temi pi importanti quali: Modellamento; Livelli logici; Obiettivi ben formati; Rical-co, Guida e Leadership.

Il libro contiene spiegazioni chiare, esercitazioni pratiche e una ricca indagine intorno alle antiche origini delle idee e dei proces-si della PNL, prendendo in esame tradizioni filosofiche ed eso-teriche note a una ristretta cerchia di persone in tutto il mondo.

Trovo calzante il modo in cui Raffaele si definisce, Filosofo Esecutivo, espressione che ben sintetizza il suo approccio alla metodologia, fatto di grande preparazione teorica e al tempo stes-so di concretezza, condizione essenziale per muoversi negli am-bienti aziendali in cui egli si affermato.

Raffaele davvero uno studioso preparato ed entusiasta del-la PNL, e la sua passione per questa disciplina traspare in ogni pagina del libro.

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A Giordano Bruno,heretico, impenitente, pertinace et ostinatoe ai Liberi Pensatori che sacrificarono la propria Vita per il Bene di Tutti.Che le Riflessioni di questo libro siano un umile tributo alla loro memoriae donino un po della loro Magia a te che passi.

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Introduzione

Ho a lungo tentennato prima di scrivere questo libro e le ragioni sono molteplici, una su tutte, la mia iniziale incapacit di rispon-dere a una domanda: perch un libro sulla PNL?

A pensarci bene ne esistono gi molti in commercio, alcuni dei quali hanno costituito il fondamento della mia formazione acca-demica prima, in Filosofia del linguaggio, e seminariale poi, nel-le aule di PNL di tutto il mondo.

Ciascuno di questi libri contraddistinto da un taglio diver-so e talvolta originale, ma nessuno di essi stato in grado di tra-smettere quella Magia che solamente nei corsi di formazione, an-che degli stessi autori, sono riuscito a cogliere.

Aveva forse ragione Socrate quando affermava che vi sono questioni e tipi dinformazione che non dovrebbero essere ac-cessibili a tutti? E ancora, la PNL fa parte di quelle questioni o di quei tipi dinformazione?

Una volta che sia messo in iscritto, ogni discorso arriva alle mani di tutti, tanto di chi lintende, quanto di chi non ci ha nulla a che fare, n sa a chi gli convenga parlare ed a chi no.

PLATONE, Fedro

La PNL fa parte di una lunga tradizione ermetica che per seco-li, molto prima dunque della sua formalizzazione allinizio de-gli anni Settanta, stata riservata ai pochi selezionati circoli in grado di attingere a questa scientia nova, come la chiamava Carte-sio. Bandler e Grinder hanno semplicemente scoperchiato il Vaso di Pandora, con tutto quel che ne derivato.

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La peculiarit e al contempo il requisito delle tradizioni erme-tiche consiste nella trasmissione orale di segreti e nozioni; ci che si propone questo testo rispettare la dimensione di oralit in cui la PNL pu essere appresa per esempio nei corsi di forma-zione , ma al contempo farti vivere alcuni suoi strumenti fonda-mentali in unottica diversa, di Filosofia Esecutiva, in cui ogni tecnica si edifica su tre colonne comprensione, pratica e conte-stualizzazione storica e tre baricentri dellEssere te stesso, la tua comunicazione e il mondo di cui fai parte.

Ho sentito parlare che a Naucrati dEgitto dimora uno dei vecchi del Paese, il dio cui sacro luccello chiamato ibis, e di nome det-to Theuti. Egli fu linventore dei numeri, del calcolo, della geome-tria e dellastronomia, per non parlare del gioco del tavoliere e dei dadi e, finalmente, delle lettere dellalfabeto. Avendo inventato la scrittura, Egli si era recato presso il dio Amon, re dellintero Paese a quel tempo, e lo aveva sollecitato a introdurla presso il popolo, con queste parole: Questa scienza, o re, render gli uomini pi sa-pienti ed arricchir la loro memoria, perch questa scoperta una medicina per la sapienza e per la memoria.

Ma Amon rispose: Oh ingegnosissimo Theuthi, una cosa la potenza creatrice di arti nuove, altro giudicare qual grado di dan-no o di utilit esse posseggano per coloro che le useranno. E cos ora tu, per benevolenza verso lalfabeto di cui sei inventore, hai espresso il contrario del suo vero effetto. Perch esso ingenerer oblio nelle anime di chi lo apprender: coloro cesseranno di eserci-tarsi la memoria, perch, fidandosi dello scritto, richiameranno le cose alla mente non pi dallinterno di essi stessi, ma dal di fuori, attraverso segni estranei. Ci che tu hai trovato non una ricetta per la memoria, ma per richiamare alla mente. N tu offri vera sa-pienza ai tuoi scolari, ma ne dai solo lapparenza, perch essi, gra-zie a te, potendo avere notizie di molte cose senza insegnamen-to, si crederanno di essere dottissimi, mentre per la maggior parte non sapranno nulla!.

Anche in questo passo del Fedro Platone, per bocca di Socrate, si pone in difesa della Tradizione Orale, mentre io voglio cogliere lopportunit della Parola Scritta per farti vivere lesperienza della Programmazione Neuro-Linguistica per come lho sempre intesa io: non elencandoti una serie di tecniche o formulando un compendio

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esaustivo di strumenti, bens selezionando gli elementi che, appli-cati attraverso gli esercizi di questo libro, ti permetteranno di mi-gliorare i tuoi risultati, cos come ti ho promesso nel sottotitolo.

Viviamo in un momento particolare della Storia, un momento che qualcuno chiama di crisi, e da appassionato di etimologia non posso non andare allorigine dei significati, allorigine delle parole, per scoprire quelle sfumature che il tempo ha magari ero-so, disperso, impoverito per bocca e per mano degli uomini che le hanno tramandate da prigionieri della propria realt temporale.

Il termine crisi, krisis (), di origine greca, significa mol-te cose a seconda del soggetto che lo enuncia o dellambito in cui viene pronunciato; pu indicare: opinione (intesa come punto di vista); scelta individuale; prova da superare; risultato che ot-tieni con la tua azione; pi in generale, la capacit di valutare co-scientemente le situazioni.

Quel che trovo pi affascinante che questi significati riman-dano tutti a un senso di responsabilit che non sembra essere pre-sente nellutilizzo contemporaneo del termine, il quale predilige al contrario unaccezione di agente esterno che influenza le no-stre vite. Questa sfumatura cabalistica che si rintraccia nelleti-mologia, se tenuta bene a mente, pu cambiare il significato che attribuisci a ci che sta accadendo: siamo causa di tutto ci che ci succede e non vediamo il mondo per come esso , bens per come noi siamo. In questo risiede la nostra Libert, in questo la nostra prigionia.

Tra i significati sopra riportati, dallantico greco, ti invito a sce-glierne uno, il tuo, qualsiasi esso sia arricchir il modo in cui per-cepisci il tempo (critico) che ci ospita.

A scuola di PNL un titolo indubbiamente ambizioso, che ti por-ta metaforicamente a sedere di nuovo al banco ad ascoltare un maestro che parla Peccato che nelle aule di PNL di banchi non ce ne siano ed io desideri essere percepito in tutti i modi tranne che come un maestro.

Anche qui, un po di etimologia non fa male. Il termine scuola deriva dalla parola latina schola che a sua volta rimanda al termi-ne greco (scholeion), da (schol) che inizialmente si-gnificava tempo libero. Quale catastrofico accadimento ha mu-tato il tempo libero (e successivamente luogo in cui spendere

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il tempo libero), tipicamente associato alle passioni, allo sva-go, al divertimento, in quella che la maggior parte degli scola-ri del mondo percepisce come una tortura a opera della Santa Inquisizione Scolastica?

Quello su cui vorrei riflettessi come sia cambiata la perce-zione del tempo libero e della scuola negli ultimi secoli. Inizial-mente infatti la scuola era un luogo in cui, senza distinzioni di et, si passavano le ore pi liete, coltivando la propria crescita; solo pi avanti diventata il luogo in cui i pi giovani, per un periodo circoscritto della loro vita, formano in maniera indelebi-le le conoscenze (auspicabilmente pratiche) che li dovranno so-stenere per tutta la vita.

Peccato che il tempo sia cambiato ancora e che oggigiorno la conoscenza muti in modo talmente veloce che quanto appreso pochi anni fa viene considerato obsoleto. Siamo ormai entrati in unera che chiamiamo di formazione costante e che ci fornisce unimpressione spietata ma veritiera: la scuola non finisce mai!

E chi sono i Maestri di questa Nuova Scuola? I Grandi Esseri Umani che con il loro esempio ci hanno ispirato e ci ispirano nel voler apprendere di pi.

I Docenti (comunemente chiamati Trainer o Coach) di questa Nuova Scuola sono dunque narratori, come gli antichi poeti, del-le Storie di questi Grandi Esseri.

Ecco che cosa diceva di essi Platone nel brano I poeti, strumen-ti della Divinit, tratto dal dialogo Ione:

Il poeta cosa leggera, alata, sacra, e non in grado di com-porre prima di diventare invasato e fuori di senno e prima che la mente non ci sia pi in lui; finch invece ha questa propriet, ogni uomo incapace di poetare e di darsi responsi. [...] noi, udendoli, ci avvediamo che essi non dicono cos mirabili cose, i quali fuori di mente, ma se lo stesso Dio, il quale per loro bocca parla a noi.

Ti ricordo i versi del gi citato Socrate, che circa duemilacin-quecento anni or sono disse, cos come tramandato dal suo di-scepolo Platone, Non posso insegnare niente a nessuno. Tutto quel che posso fare farli pensare.

Allo stesso modo questo libro non ha niente da insegnarti per mezzo delle parole che vi sono impresse, limitate dai confini del-

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la pagina, ma le parole sono simboli che, in quanto tali, attingo-no a una dimensione pi profonda e universale: sarai tu stesso a esplorarla, mediante il tuo pensiero.

Il mio augurio pi appassionato e sentito che quella profon-dit sia un luogo della tua mente in cui tutte le risposte che avevi da bambino affiorino sotto le spoglie di nuove domande.

Se ti avr fatto pensare, anche solo per un istante, il mio inter-rogativo Perch un libro sulla PNL? avr trovato la sua rispo-sta pi preziosa.

Facciamo un po di conoscenza

Quandero bambino andavo spesso a camminare in montagna con mio padre e ho un nitido ricordo che ben descrive come tut-to cominciato.

Mio padre stava seguendo dei corsi liberi di Filosofia alluni-versit e io ero incuriosito da questa parola che non avevo mai sentito prima, cos gli chiesi: Pap, che cos la Filosofia?.

Non mi ricordo che risposta mi diede, ma mi piacque al pun-to che gli dissi: Da grande voglio fare il Filosofo! e lui, ridendo: Non un lavoro e non si vive facendo i Filosofi.

Anche i pap fortunatamente sbagliano, lho capito molto bene quando sono diventato padre anchio.

Fatto sta che cominciai gi da allora a interessarmi di Filoso-fia, appassionandomi attraverso i suoi racconti e in particolare attraverso le audiocassette su cui registrava, su mia richiesta, le lezioni a cui partecipava. Avevo dieci anni e ogni sera mi addor-mentavo con la voce del professor Massimo Baldini che parlava di Filosofia del Linguaggio, di Wittgenstein, di Kierkegaard e di altri grandi pensatori.

Durante il liceo classico era lunica materia che mi interessava veramente e mi sembrava racchiudere tutto ci che era impor-tante sapere. Finiti gli studi, mi trovai in una intricata situazione caratterizzata dalla difficile convivenza tra la voglia di guada-gnare e la passione per la Filosofia Un rompicapo che risolsi in questunico modo, vivendo due vite: fondai la mia prima atti-vit commerciale e mi iscrissi a Filosofia.

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Di giorno lavoravo, di notte studiavo. Fu un periodo molto fati-coso ma al tempo stesso stimolante, specie se si considera che tro-vavo anche il tempo di suonare in un gruppo musicale che avevo fondato, i PrimoStadio, band che prendeva il nome dallEstetica di Sren Kierkegaard. Anche nella musica, la Filosofia.

Una notte stavo studiando per un esame di Linguistica Co-gnitiva che avrei dovuto sostenere di l a qualche giorno. Lo sce-nario in cui ho preparato le decine di esami universitari che mi hanno portato alla laurea era il seguente: io nel mio letto, som-merso da libri e appunti, con il portatile sempre a disposizione per approfondire.

Leggevo un testo di George Lakoff, Metaphors We Live By, nel quale il filosofo dimostra come la nostra esperienza soggettiva, il nostro modello del mondo e con esso il nostro linguaggio, si fon-da su processi metaforici. Una ricerca trasversale mi ha condot-to quella notte allutilizzo delle metafore di cui parlava Lakoff nel linguaggio terapeutico e dunque a Milton Erickson, per poi ar-rivare alla PNL. Erano le 2.45 di notte, lo ricordo perch ero stan-co e, guardando lora, mi sono detto: esattamente lora di cui parla Robert Smith dei Cure nel testo di Kyoto Song dellalbum The Head on the Door A nightmare of you / Of death in the pool / Wakes me up at quarter to three / Im lying on the floor of the night be-fore / With a stranger lying next to me.

Ora, di stranieri accanto a me non ne avevo, se escludiamo i filosofi che mi facevano compagnia, ma ricordo di aver sgranato gli occhi nel leggere PNL Mi sono detto: Non sar mica fini-to su un blog di finanza? Che centra la Banca Nazionale del La-voro (BNL) con Lakoff?!. Rileggendo, mi sono corretto PNL, Programmazione Neuro-Linguistica Di che si tratta?

Ho fatto lalba, suonata la sveglia e io ero pi vigile che mai. Mio padre, passando davanti alla mia camera e vedendomi in quello stato, mi chiese preoccupato: Non sarai mica rientrato adesso Cosa ci fai ancora sveglio?

Ho scoperto una cosa nuova, una specie di Filosofia Esecutiva, si chiama PNL: una metodologia che mi cambier la vita!

Cos stato.Nel giro di due settimane ne avevo parlato con tutti, avevo let-

to decine di libri e non cera professore con cui non mi fossi con-

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frontato, per poi sentirmi dire da pressoch ognuno di loro Non so di che che cosa tu stia parlando!.

A me sembrava invece che le mie due vite, quella filosofica e quella pi esecutiva, legata al mio lavoro, si fossero finalmen-te unite in una magica giustificazione di senso.

Raccolsi tutto il denaro che avevo e un bel po mi venne presta-to, frequentai tutti i corsi di PNL (il Practitioner, il Master Practitioner e tanti altri), andai negli Stati Uniti dove studiai direttamente con chi la PNL laveva formalizzata e sviluppata, e puoi forse intuire che, quando si tratt di scrivere la mia tesi di laurea, non accettai nessun argomento che non fosse la Programmazione Neuro-Lin-guistica. Il problema era che nessun professore ne sapeva niente!

Scrissi autonomamente un saggio, intitolato Executive Philoso-phy - Linguistica Cognitiva al Servizio dellImpresa e lunica profes-soressa che accett di farmi da relatrice venne da unaltra facol-t. Nella mia tesi presentavo la figura di un nuovo tipo di Filosofo Esecutivo, il Coach, che misurava lefficacia del proprio pensiero nella tangibilit dei risultati che faceva ottenere ai suoi clienti. Il mio obiettivo era quello di portare la PNL nelle scuole, portarla nelle universit, affinch la conoscenza che io ero andato a pren-dere dallaltra parte del mondo non fosse preclusa a nessuno.

Ricordo che la prima delusione fu quando parlai con un pro-fessore della mia visione, dimostrando come lestrapolazione dei modelli della PNL potesse consentire agli studenti di gestire me-glio le proprie emozioni, migliorare nei risultati accademici e so-prattutto accorciare i tempi di laurea!

Questi mi disse: Che interesse dovrebbe mai avere luniversi-t a fare in modo che gli studenti si laureino prima? I fuoricorso sono un business a cui non vorremmo mai rinunciare!.

Non cercavo il consenso e non avevo bisogno di approvazione, ero un ventenne ribelle con grandi ideali, presiedevo gi la mia azienda di formazione e vantavo una carriera accademica come pochi altri. Mi presentai infatti alla discussione della tesi con il punteggio di partenza di 110 su 110, tipico scenario in cui, se fai scena muta, te ne esci comunque con la lode. Solo che io non vo-levo fare scena muta, bens sfidare le autorit e scuotere le co-scienze! Ripenso con nostalgia a quellarroganza che (almeno

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in parte) ho poi ridimensionato nella mia carriera, ma suppongo fosse perdonabile, vista let.

La mia commissione desame era composta da tutti i professori con cui mi ero rifiutato di fare la tesi di laurea, Filosofia Teoretica, Filosofia Morale, Filosofia Estetica e altri, era pi o meno come se a giudicare il vestito indossato al tuo matrimonio convocasse-ro un consiglio di tutte le ex cui hai spezzato il cuore.

Esposi la mia tesi che aveva un sottotitolo, implicito, ispirato-mi dal professore che mi parl del business dei fuoricorso: Ecco il motivo per cui lUniversit italiana non potr mai essere un motore per lo sviluppo economico e sociale. Ho sempre avuto una naturale propensione a stare antipatico alle persone.

Quando terminai la mia esposizione, un vecchio professore mi chiese: Senta, lei parla di una Filosofia Esecutiva e del biso-gno di applicazione Ma la superiorit della Filosofia, in quan-to amore per il sapere, non sta proprio nella sua indipenden-za dal fine pratico?.

un lusso che non ci possiamo pi permettere rispo-si specie se consideriamo che a formare le giovani menti e in-segnare come farsi strada nel mondo del lavoro, sviluppando il proprio potenziale e raggiungendo i propri obiettivi, ci sono per-sone come voi che non hanno mai messo un piede fuori dalla bi-blioteca o lavorato un solo giorno in azienda.

Mi diedero Zero, valutando la mia esposizione nulla e comu-nicandomi come voto di laurea lo stesso da cui partivo: 110/110, niente lode!

Mio padre, presente e sconsolato, mi disse: Un solo giorno della tua vita, riesci a non rompere le scatole?. No fu la mia risposta.

Se lobiettivo era scuotere, direi che si poteva considerare rag-giunto, ma c dellaltro: tre giorni dopo la mia laurea compar-ve su un giornale locale un trafiletto, non seppi mai per mano di chi venne pubblicato:

A Raffaele,la lode (meritata) ti stata negata,ti verr restituita dalla vita.

Non so quante lodi o quante batoste mi abbia donato la vita da allora, senzaltro le scelte scomode che ho fatto mi hanno porta-

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to a collezionare grandi soddisfazioni, a lavorare in quattro con-tinenti, a vantare un portfolio clienti di grande prestigio e, soprat-tutto, a conoscere Roberto Re, a cui devo questo libro e cui rivolgo la mia pi sentita stima, il mio affetto e la pi sincera gratitudine.

Sono portato a credere che il mio ammiratore segreto ci aves-se visto lungo, e oggi chiunque egli sia mi piacerebbe ringraziarlo.

Se avessi voluto il consenso forse avrei scelto una facolt di-versa, avrei scritto una tesi diversa, avrei intrapreso una carriera diversa e, ancora oggi, avrei forse proposto un libro diverso. Ma il consenso non lo cercavo allora e non lo cerco oggi, ho sempre seguito quello che il cuore mi suggeriva e quello che ritenevo giusto E io ritengo giusto che un particolare tipo di lettore ab-bia un libro come questo, che quello che avrei voluto leggere io quando ho iniziato il mio cammino, molti anni fa.

un libro che non tutti apprezzeranno, ma coloro che hanno conoscenza o sensibilit sono certo troveranno su queste pagine significati e simboli che vanno oltre le parole con cui sono incise.

Seguire il cuore. Questo atteggiamento nella vita mi ha dato tutto, ringrazio chi ha avuto lintuizione di propormi di scrive-re un testo simile: Roberto, che uno straordinario esempio di Leader; e chi ha avuto il coraggio di pubblicarlo: Mondadori, che rappresenta la Leadership assoluta in questo settore.

Il primo libro di Filosofia Esecutiva, si potrebbe dire, giunto a te scritto da un Filosofo Esecutivo che ama la teoria solo quando viene declinata nel fine pratico, per migliorare la vita delle persone.

A partire dalla tua.

Importanti informazioni preliminari

Questo testo stato concepito come un cammino di sette capito-li, che vanno imprescindibilmente letti in maniera sequenziale, cos da coglierne i continui e reciproci riferimenti.

Troverai parti discorsive alternate a spazi per esercitazioni che sono una componente fondamentale del cammino che con-divideremo.

Ti invito a utilizzare questo libro come un vero e proprio ma-nuale, su cui annotare le tue riflessioni, i tuoi appunti e le rispo-

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ste agli interrogativi che ti rivolger man mano che il nostro per-corso andr avanti.

Il settimo capitolo, invece, ti invito sin da subito a non legger-lo prima di aver assimilato i contenuti dei sei capitoli precedenti.

Al contrario ti suggerisco di visitare immediatamente il sito www.libridaleader.it, dove abbiamo messo a tua disposizione tutta una serie di risorse gratuite a supporto dei contenuti che leggerai in questo libro, tra cui alcuni video esclusivi che potrai guarda-re direttamente sul tuo smartphone, tablet o personal computer.

Se sei invece intenzionato ad approfondire la tua formazione dal vivo, ti consiglio la Scuola di PNL di HRD Training Group, di cui sono docente assieme a Robert Dilts e Roberto Re, poich la ritengo senza dubbio la migliore proposta formativa sulla PNL esistente ad oggi sul mercato italiano.

Si tratta di un percorso composto di quattro step, cos distribuiti:

Practitioner di PNL (sei giorni)Master Practitioner di PNL (otto giorni)Leadership Seminar (quattro giorni)Learning from the Master (tre giorni).

Il completamento dellintera Scuola di PNL prevede il rila-scio di un attestato firmato da tutti e tre i docenti.

Non mi resta che augurarti buona lettura.E ora, a scuola di PNL!

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Its a kind of Magic una sorta di Magia

Capita a volte di confondere la bravura per Magia e la Magia per bravura, specie quando ti trovi dinnanzi ad abilit talmente fuori dallordinario che i risultati sembrano inspiegabili secondo le va-cillanti leggi della logica o di quel che si considerascienza, oggi.

Che cos la Magia? C chi sostiene che qualsiasi scienza suf-ficientemente evoluta, ai suoi albori, non sia distinguibile dalla Magia; approfondiamo un istante questo concetto.

Migliaia di anni or sono, quando i primi uomini si aggrega-rono in comunit, colui che era in grado di accendere il fuoco veniva considerato il Mago, perch dotato di abilit uniche ri-spetto ai propri pari, abilit che consentivano di difendersi da-gli animali selvatici, di riscaldarsi nelle fredde notti e, succes-sivamente, di cucinare il cibo. Chi deteneva questo ruolo si guardava bene dal condividere la propria Magia, se non nelle ristrettissime maglie di esclusivi catechismi tramandati di pa-dre in figlio. A pensarci bene, lo stesso avviene oggi nelle trib totemiche che si studiano in antropologia, in cui la figura del-lo Sciamano al tempo stesso uomo di scienza e autorit re-ligiosa, depositario di un sapere che, apparentemente, trascen-de lumana comprensione.

Eppure per ciascuno di noi oggi accendere il fuoco unattivi-t semplice, quasi banale, perch accessibile a chiunque.

Facciamo un balzo avanti nella Storia ed andiamo direttamen-te al Cinquecento, agli anni della Santa Inquisizione, gli anni in cui nacque e visse il pi grande filosofo che abbia mai calcato il suolo della nostra penisola, il campano Giordano Bruno. Questi

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veniva considerato a ragione un Mago dai suoi coevi, che non riuscivano a spiegarsi alcune sue straordinarie doti tra cui lAr-te della Memoria, ovvero la sua capacit di imparare e recitare interi libri, parola per parola, ostentando un Sapere che appari-va sconfinato.

Erano anni in cui il Potere di una persona non era legato al de-naro (come negli anni Ottanta), o alla comunicazione (come negli anni Novanta), o al possesso delle informazioni private (come nel nostro presente). Nel 1500 il Potere era direttamente proporziona-le alla Conoscenza, e lAntico Egitto era considerato una sorta di Et dellOro da indagare, riscoprire e rievocare, attraverso lo stu-dio e la pratica di varie discipline di tipo ermetico.

Giordano Bruno fu processato per eresia a partire dal 1592 e mor sul rogo. Le sue capacit mnemoniche e le sue conoscen-ze sterminate portarono la Chiesa a concludere che era ispirato dal demonio, perch un essere umano non poteva essere capa-ce di tali prodigi.

Beffardo il Destino e con esso la Storia: dopo quasi quattro-cento anni ci fu chi lesse gli antichi testi bruniani dove si parla-va di ruote magiche e pens che unaltra definizione sarebbe stata pi efficace. Perch non chiamarle mind maps (in italiano mappe concettuali)? Noi italiani abbiamo bruciato vivo il no-stro conterraneo Giordano Bruno il 17 febbraio del 1600 in Cam-po de Fiori, a Roma, ma abbiamo reso milionario Tony Buzan, lo straniero che ci insegn gli stessi principi del grande marti-re del libero pensiero.

Continuiamo questo breve viaggio nella storia della Magia per arrivare al decennio in cui nacque la PNL o Programmazione Neuro-Linguistica. Siamo negli anni Settanta e a questo punto lecito chiedersi: chi erano i Maghi in quegli anni? Rispondo con le parole dei due co-creatori della PNL, Richard Bandler e John Grinder, che ne La struttura della Magia affermano:

[] nellepoca moderna, il manto del mago per lo pi sulle spalle di quei dinamici professionisti della psicoterapia la cui pe-rizia di gran lunga superiore a quella degli altri terapeuti e il cui lavoro ci appare cos sbalorditivo da suscitare in noi forte emo-zione, incredulit e assoluta confusione.

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Abbiamo parlato degli sciamani, di Giordano Bruno e ora de-gli psicoterapeuti: li accomuna la capacit di ottenere risulta-ti fuori dallordinario per chiunque non possedesse la ricetta che consentiva loro di produrre il Prestigio, per usare un termi-ne appropriato al settore.

Dicevo che qualsiasi scienza sufficientemente evoluta, ai suoi albori, non distinguibile dalla Magia: conosciamo la struttura del fuoco e questo ci permette di generarlo a piacere; conosciamo la struttura della memoria e questo consente a chi lo voglia di ottenere risultati portentosi nellapprendimento; conosciamo la struttura di molte magie e la PNL si basa proprio sulla capacit di identificare i modelli comportamentali che si nascondono dietro leccellenza umana, al fine di poterla replicare su larga scala.

Se noi potessimo sintetizzare lorigine della PNL in due sole domande, in grado di esprimere il significato di questa discipli-na, sarebbero le seguenti:

Come agiscono le persone che ottengono risultati straordinari?Qual il segreto della loro Magia?

Lasciamo stare riti lontani, lasciamo riposare in pace Giorda-no Bruno in attesa che gli sia resa giustizia, e concentriamoci sul contesto pi vicino a te che stai leggendo questo libro.

Ti sar sicuramente capitato di trovarti di fronte a una perso-na particolarmente brava in una certa attivit, tanto da indurti a credere che avesse un talento innato, irreplicabile, che gli permet-teva di ottenere prestazioni sicuramente superiori a quelle che tu credevi di poter mettere in atto nel medesimo ambito. Pu esser-ti accaduto nel contesto lavorativo, oppure in uno sport che pra-tichi, fino agli ambiti pi frivoli in cui ci si vede e sente costante-mente inferiori a qualcuno senza una ragione apparente. Spesso nellautostima delle persone una simile sensazione provoca lef-fetto di un tornado che si abbatte su un castello di sabbia.

Magari, tra le varie emozioni che puoi aver provato in quei momenti, c anche la frustrazione: a tal proposito ti riporto una delle pi brillanti definizioni di PNL che sentii pronunciare a John Grinder in unintervista del 2003: La Programmazione Neuro-Linguistica il ponte che separa la frustrazione dallemulazione,

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il metodo cio per passare da quel senso di impotenza che hai sperimentato di fronte alla Magia altrui a uno stato in cui riesci a comprendere la ricetta e replicare le medesime azioni, con auten-tici ingredienti che ti porteranno a ottenere risultati analoghi.

PNL lacronimo di Programmazione Neuro-Linguistica. Con questa sigla definiamo un insieme di studi nati agli inizi degli anni Settanta in un contesto che fu in principio di stampo clinico, salvo poi consolidarsi nei settori pi disparati. Esso ri-guarda il modo in cui un uso specifico del linguaggio in grado di influenzare il pensiero delle persone, determinandone il loro comportamento.

Richard Bandler (un laureando in Matematica) e John Grinder (un assistente alla cattedra di Linguistica) iniziarono a studiare il lavoro di alcuni tra i pi famosi terapeuti del loro tempo, analiz-zandone lefficacia comunicativa a partire dal linguaggio e soffer-mandosi sulla cosiddetta pragmatica della comunicazione, cio su come le parole sono in grado di influenzare le reazioni umane.

In particolare, i due si basarono sullopera di quattro grandi studiosi del secolo scorso: Fritz Perls, autore del celebre Gestalt Therapy; Virginia Satir, terapeuta familiare; Milton Erickson, ip-noterapeuta di fama mondiale, sulla scia degli studi di Gregory Bateson, un antropologo inglese esperto in comunicazione e teoria dei sistemi.

Bandler e Grinder erano mossi da una profonda convinzione: una volta compresa la struttura del comportamento umano ovvero la Struttura della Magia , ogni eccellenza soggettiva poteva essere replicata allo stesso modo del codice informatico che si nasconde dietro un software.

Ci che genera la frustrazione cui ci riferivamo prima, citan-do Grinder, lincapacit di mettere in relazione le cause (la tua comunicazione) con gli effetti (il risultato che con essa ottieni).

Pensa un istante a questo scenario: sei appassionato di cucina e sei ospite a cena da qualcuno; tra le portate ce n una che cat-tura subito la tua attenzione, un piatto bello da vedere, intrigan-te per larmonioso bilanciamento dei sapori, gustoso e suaden-te in ogni sfumatura. Decidendo che vuoi farlo anche tu, qual la domanda che poni al padrone di casa? Probabilmente assomi-glia a: Mi daresti la ricetta?.

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Allo stesso modo, i primi programmatori neuro-linguistici era-no desiderosi di apprendere le Ricette usate dai grandi tera-peuti del loro tempo per indurre cambiamenti tanto straordina-ri nella vita delle persone. Un aspetto curioso era che, sebbene gli approcci di questi Maestri erano vari e diversi come il gior-no e la notte, sembrava accomunarli proprio lestrema efficacia.

La prima strada che Bandler e Grinder percorsero fu quella di leggere i libri scritti dai terapeuti che volevano emulare, ma questo non produsse molto in termini di risultati e anche tu, leg-gendo libri sullo sviluppo personale, sai a che cosa mi riferisco: il rimando va allintroduzione, in cui ho accennato di come la pa-rola perfetta della tradizione ermetica non venne mai tramanda-ta in forma scritta.

Se mi consenti una piccola provocazione, tipicamente i libri che insegnano come diventare ricchi fanno diventare ricchi co-loro che li hanno scritti!

E volendo risalire alla causa di questo effetto, si osserva una duplice spiegazione: da un lato potrebbe esserci la malafede, la quale spinge il depositario di una grande conoscenza a tenere per s i propri segreti, evitando di condividerli con chi vorrebbe ot-tenere i medesimi risultati; dallaltro ci potremmo trovare din-nanzi alle migliori intenzioni da parte di chi scrive, ma ostacola-te dallincapacit di comprendere dove risieda la propria Magia, e di conseguenza dallimpossibilit di trasferirla.

Questo mi riporta a due grandi esempi, ciascuno dei quali stato di enorme ispirazione per la mia vita e la mia carriera: mia nonna Ida ed il commendator Enzo Ferrari, fondatore dellomo-nima scuderia.

Partiamo dallesempio pi illustre: mia nonna faceva la torta al cioccolato pi buona della storia della pasticceria Sono un po di parte, vero, ma ti assicuro che era qualcosa di riconosciuto da chiunque come sublime! Il suo sapore era una costante di tut-te le mie feste e confesso che, pur avendo viaggiato per il mon-do, non ho mai trovato nessuno in grado di replicare quel risul-tato, che potremmo definire, a suo modo, Magico.

Ricordo che fin da piccolo, alle feste di compleanno e per ogni ricorrenza, la torta della nonna era lautentica protagoni-sta dellevento: ero arrivato persino a pensare che amici e mam-

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me venissero a trovarmi pi per mangiare il dolce che non per il piacere di incontrarmi, visto che la prima domanda che mi ri-volgevano sgranando gli occhi era: Tua nonna ha fatto la torta, vero?. Un momento ricorrente era la famosa richiesta della ri-cetta, che costrinse mia madre a fotocopiare unintera risma di fogli, cos da permettere alla nonna di diffondere il suo segreto senza doverlo trascrivere ogni volta a mano.

La ricetta questa, ammetteva con candore ma mi dicono che come riesce a me non riesce a nessuno Ed era vero! In-fatti, per quanto gli aspiranti pasticceri si attenessero alle dosi e ai tempi indicati, non riuscivano a replicare fedelmente le ca-ratteristiche della torta. Mia nonna era mossa dalle migliori in-tenzioni, ma dava per scontate una serie di informazioni che non si rendeva conto nascondessero la vera Magia della sua torta. Le uova ad esempio: non tutte andavano bene e lei pren-deva solo quelle del contadino sotto casa (in PNL chiamiamo questo processo linguistico generalizzazione); del forno in cui doveva essere cotta la torta si dimenticava di dirti che il suo era a legna, visto che non ne aveva uno elettrico (in PNL si parla di cancellazione); infine quando scriveva un bicchiere di brandy ignorava di non usare davvero il brandy, termi-ne con cui mia nonna indicava tutto ci che era pi alcolico del vino (in PNL, distorsione)!

In questo caso credo si possa parlare di buona fede, sebbene tra i parenti, gi dalla mia infanzia, girasse voce che la vera ricetta lanziana vecchietta se la sarebbe portata nella tomba.

E che dire di questaltra eccellenza del secolo scorso, Enzo Ferrari? Si racconta che, allindomani di una grande vittoria del Mondiale di Formula 1, il commendatore avesse fatto esporre a Maranello la macchina vincitrice, aprendo le porte a tifosi, gior-nalisti e a tutti i curiosi che desideravano vedere da vicino il Ca-vallino Rampante pi famoso del mondo. Erano gli anni in cui, magari lo ricordi, i giapponesi giravano lEuropa armati di mac-chine fotografiche al fine di documentare tutto il bello e poterlo replicare nel Paese del Sol Levante. Pare che un giornalista si av-vicin a Ferrari e gli chiese: Commendatore, non ha paura che questi ci fotografino la macchina per poi copiarcela?. Ferrari ac-cenn un sorriso compassionevole verso lingenuo intervistato-

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re, quindi disse: Lasciali fare, la macchina che vince sta nasco-sta da unaltra parte!.

La mia nonna ed Enzo Ferrari avevano due cose in comune: la passione per la Rossa e un segreto, quello della loro Magia.

La tua formula magica

Leredit pi grande che ci ha donato la Programmazione Neuro-Linguistica il modeling (o modellamento), un insieme di proces-si per lestrazione della cosiddetta esperienza soggettiva. Esso ci permette infatti di ricostruire la ricetta del successo personale e professionale di un individuo, per renderla replicabile da noi stessi.

La loro Magia scrivono Bandler e Grinder al pari di altre attivit umane complesse, come dipingere, comporre musica o mandare un uomo sulla luna, ha una struttura e pertanto pu es-sere appresa []

Quello che caratterizza la PNL fin dalle sue origini la natura pragmatica del suo approccio: se il successo figlio delle nostre azioni (delle nostre abitudini, direbbe Aristotele) non sar for-se pi probabile raggiungerlo attraverso modelli comportamen-tali adottati da persone che lhanno gi ottenuto? Il modeling un acceleratore di risultati.

Non si contesta lenorme importanza della sperimentazione in prima linea e del tesoro costituito dalla conoscenza maturata in prima persona, fatta di tentativi andati a vuoto, piccoli o grandi fallimenti, delusioni personali, ecc Tutto questo non solo edu-cativo ma, direbbe qualcuno, preventivabile per chiunque pre-tenda qualcosa di pi dalla propria vita, dalla propria carriera, o dalla propria performance sportiva.

Il tempo il nostro bene pi prezioso e una delle poche risorse non acquistabili: ognuno libero di spenderlo come meglio cre-de, conscio del fatto che si tratta di una ricchezza inevitabilmen-te limitata. Potendo scegliere tra il raggiungimento certo di un risultato nel breve termine e lincertezza legata al conseguimen-to del medesimo risultato nellarco di un tempo pi lungo, il pi delle persone non avrebbe dubbi, se non altro per avere locca-sione di partire avvantaggiata!

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Ricordi gli Oasis, la band di Manchester che sul finire de-gli anni Novanta dominava le classifiche di tutto il mondo? Il loro quarto album, uscito nel 2000, si intitolava Standing on the Shoulder of the Giants (Sulle spalle dei giganti) e in numerose interviste si pu apprendere il motivo di questo singolare tito-lo: in quanto inglesi, i fratelli Noel e Liam Gallagher erano cre-sciuti con il mito delle grandi band britanniche (The Beatles, Sex Pistols, The Smiths) che avevano infiammato le hit parade nei quarantanni prima del loro successo; avevano passato gli anni della loro formazione musicale a suonare quelle canzoni, a stu-diare il modo in cui i loro modelli componevano, e a cercare di capire perch quei brani piacevano tanto al pubblico di tutto il mondo. Nellalbum citato pocanzi, il loro progetto musicale ha preso una svolta artistica piuttosto innovativa che, a loro dire, solo grazie a chi li aveva preceduti stata possibile. Il titolo un riconoscimento ai grandi del passato per lesempio che han-no rappresentato, un omaggio alle lezioni costituite dallespe-rienza di chi li ha anticipati.

Il gruppo sembra riprendere un famoso aforisma: Io vedo in lungo perch sto sulle spalle di un gigante e quel gigante la co-noscenza del passato!.

lecito credere che un gruppo come gli Oasis avrebbe comun-que ottenuto il successo meritato? Forse s, ma in quanto tempo? La capacit di individuare le scelte pi appropriate fa spesso la differenza tra chi riesce e chi fallisce: partire da strategie effica-ci significa garantire alla propria attivit un risultato minimo fatto dellemulazione dellaltrui eccellenza.

Del medesimo avviso erano Bandler e Grinder che in breve scoprirono come, sebbene gli approcci utilizzati dai grandi co-municatori del loro tempo fossero molto diversi, alcuni elementi risultassero ricorrenti. Le loro ricerche che verranno in seguito arricchite dal contributo di altri determinanti studiosi, su tutti Ro-bert Dilts , nel 1976 assunsero il nome di Neuro-Linguistic Pro-gramming (NLP), in italiano Programmazione Neuro-Linguistica (PNL), formulazione che riassume in s le principali caratteristi-che della disciplina.

Il modello in questione si propone infatti come uno strumen-to per influenzare in modo consapevole e programmatico i com-

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portamenti (Programmazione), agendo direttamente sui mecca-nismi che sono alla base del funzionamento del cervello (Neuro), mediante un uso specifico del linguaggio e della comunicazione (Linguistica).

Andando oltre uniniziale, quanto comprensibile, sequela di fallimenti che caratterizzarono la prima fase delle loro ricerche, che cosa scoprirono gli sviluppatori della PNL? Che ogni Mago, di ogni disciplina, utilizza la medesima bacchetta magica: il lin-guaggio con cui si esprime!

Pensa a unespressione che hai sicuramente sentito fin dallin-fanzia: Abracadabra. Si tratta della formula con cui il prestigiato-re o lillusionista fa accadere quel qualcosa che trascende luma-na comprensione. Forse non sai che deriva dallaramaico Avrah KaDabra, il cui significato io creer come parlo: la Magia si nasconde nella lingua con cui ci si esprime.

Approfondir questi concetti nel settimo capitolo, che comun-que non arriverai a leggere: statisticamente infatti pochi dei nu-merosi libri che si iniziano vengono portati a termine, e non cre-do il presente possa fare eccezione. Per questo motivo credo non arriverai a quelle pagine, vista anche la profonda riflessione che il loro superamento necessita. Parole ed espressioni come quella citata prima testimoniano come la PNL sia un recente ramo esecu-tivo di una millenaria tradizione ermetica. Per ora, accontentati di credere che le tecniche specifiche di questa disciplina abbiano poco pi di quarantanni e che la Programmazione Neuro-Lin-guistica sia stata inventata dagli americani.

Abracadabra certamente unespressione nota a tutti, meno noto un altro termine sempre di origine magica, sebbene di stampo africano: Mojo.

Il rimando va alla tradizione Hoodoo, una pratica tuttora pre-sente nelle culture afro che popolano alcune citt degli Stati Uni-ti (New Orleans, per citarne una). Devi sapere che per Mojo sintendeva anticamente un amuleto magico, una piccola borsa in tessuto che conteneva pozioni, erbe, pietre e solo recentemen-te ha assunto differenti sfumature tra cui latteggiamento positi-vo nel fare le cose, lattitudine pratica che ti consente di aggiusta-re gli oggetti o risolvere magicamente le situazioni.

Ciascuno di noi ha del Mojo, della Magia nella propria vita,

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magari limitato ad alcuni ambiti specifici, ma credo sia interes-sante notare come, l dove riesci nei tuoi intenti e raggiungi i tuoi scopi, latteggiamento con cui fai le cose (prima ancora del meto-do) determina gran parte dei risultati che ottieni.

Abbiamo accennato al modellamento, quellinsieme di tec-niche per losservazione dellesperienza soggettiva che permet-te di ricostruire la cosiddetta ricetta del successo personale e professionale di un individuo, in modo da renderla replicabile. Tipicamente ci si concentra sul modellamento delleccellenza al-trui ma, prima di arrivare a quel punto, dedica qualche istante a riflettere su una persona la cui grandezza e Magia hai sottovalu-tato per buona parte della tua vita: te stesso!

So che ci sono stati ambiti, situazioni e contesti in cui sei riuscito a dare il meglio: vai con la mente a un episodio in par-ticolare in cui hai fatto qualcosa di straordinario, magari risol-vendo una situazione intricata o producendo un grande risul-tato di cui ancora vai orgoglioso. Ora presta attenzione a come eri vestito, come ti muovevi, come ti sentivi, sperimenta ogni singola sensazione che provavi in quel momento, e rispondi a questa domanda:

Che cosa dici a te stesso?Prosegui solo dopo aver scritto nello spazio sottostante, non

saltare la risposta. Se necessario rileggi le ultime righe da So che ci sono stati ambiti:

Si presta molta attenzione a come il linguaggio in grado di condizionare il comportamento delle persone e nel tuo percor-so ti imbatterai in molte rispettabili applicazioni della PNL (alla vendita, alla persuasione, alla negoziazione e altri ambiti ancora).

Credo per sia opportuno tu rifletta su come il tuo linguag-gio sia in grado di condizionare prima di tutto il tuo stesso di comportamento.

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Recita un antico proverbio:

Fai attenzione alle tue parole, diventeranno i tuoi pensieri;fai attenzione ai tuoi pensieri, diventeranno le tue azioni;fai attenzione alle tue azioni, diventeranno le tue abitudini;fai attenzione alle tue abitudini, plasmeranno il tuo destino.

Tutto comincia nel linguaggio, interiore o esteriore che sia.

Domandarono a Confucio: Da dove cominceresti se dovessi governare il popolo?.

Migliorerei luso del linguaggio rispose il Maestro. Gli ascoltatori rimasero sorpresi: Ma non centra con la no-

stra domanda!.Chiesero quindi: Ma che cosa significa migliorare luso del

linguaggio?.Confucio rispose: Se il linguaggio non preciso, ci che si dice

non ci che si pensa e se ci che si dice non ci che si pensa, le opere rimangono irrealizzate; se non si realizzano le opere, non progrediranno n la morale n larte e se arte e morale non pro-grediscono, la giustizia non sar giusta; se la giustizia non sar giusta, la nazione non conoscer il suo fondamento e il fine a cui tende. Non si tolleri alcun arbitrio nelle parole, eccoil problema primo e fondamentale.

Il dialogo interno che hai messo in atto compilando le righe so-prastanti la bacchetta che d origine alla tua Magia, il mantra che ripeti milioni di volte, senza rendertene conto, quando ogni cosa ti sembra possibile. Quel dialogo interno il tuo Mojo, come lo chiamerebbero nellHoodoo.

Il mio augurio per te che tu riesca a farne la colonna sono-ra della tua vita!

Faticare o rispondere a una chiamata?

Certo, non sempre ci troviamo in contesti che ci motivano e pro-babilmente anche tu hai delle attivit che non ami fare. Non sor-prende che in questi casi la tua Magia sia esaurita, in apparen-za assente.

Devi sapere che una della attivit che amo fare meno monta-

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re i mobili, in particolare quelli di una nota marca svedese. Am-miro molto le persone che hanno abilit manuali, mi affascina la loro capacit di creare e di farlo con passione. Tempo fa ave-vo bisogno di una piccola scrivania, ho scelto il modello e sono andato a prenderla in uno dei grandi magazzini che si trovano ai margini di tutte le nostre citt. Sulla strada verso casa ho rice-vuto una telefonata di mio suocero, mi chiedeva se avevo biso-gno daiuto per montare il mobile il che, tradotto nel suo lin-guaggio, significa pi o meno: Vuoi un capo che ti dica che cosa fare e come farlo?. Pur avendo rifiutato gentilmente il suo aiu-to, nellarrivare a casa lho trovato allingresso, armato di ogni attrezzo Devo migliorare la mia comunicazione perch il mio No, con lui, non funziona tanto bene!

Nello spacchettare il mobile avevo la medesima postura ed espressione di un condannato a morte, mentre mio suocero sfoggiava un sorriso da un orecchio allaltro. Perch?

Glielho chiesto: Posso sapere che cosa le piace di questa attivit?.

La sua risposta stata: Mi piace il fatto che stiamo creando dal nulla qualcosa che ancora non esiste, se non in pezzi smon-tati, mi piace lidea di lasciare un segno tangibile del mio lavoro e che rimanga nel tempo E pi di tutto mi piace pensare che tra qualche anno magari mio nipote, tuo figlio, su questa stessa scrivania imparer a leggere e scrivere, e lo dovr al nostro lavo-ro di oggi Tu vedi dei legni da montare, io vedo unopportu-nit di rimanere nella storia della mia Famiglia!.

Sono rimasto senza parole, poi ho afferrato il cacciavite e ho montato la scrivania con unattitudine completamente diversa, perch c una bella differenza tra montare mobili e consa-crarsi alla storia, dico bene?

Questo uno straordinario (quanto semplice) esempio di modellamento della PNL e di come dietro le abilit e le pas-sioni delle persone ci sia sempre una ricetta nascosta nel-la lingua, nelle parole. Riuscire a scoprirla significa aprirti la possibilit di produrre risultati che mai avresti pensato di rag-giungere.

Nel mio caso, il risultato non era aver montato una scriva-

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nia, bens averlo fatto divertendomi. E questo, per me, stato un successo di cui sono fiero!

Non serviva la Programmazione Neuro-Linguistica per sco-prirlo: sei bravo nelle cose che ti piace fare e lesempio di mio suocero ne una prova evidente. Probabilmente la grandezza dei giocatori brasiliani in campo calcistico risiede nella loro abi-lit di percepire in quello che fanno la dimensione del gioco! Mi ha sempre impressionato il sorriso che la maggior parte dei bra-siliani ha sul volto mentre rincorre il pallone: nulla a che vede-re con gli europei.

Qualche tempo fa, una sera, guardavo in tv uno speciale sulla musica in cui intervistavano un anziano compositore e sono ri-masto folgorato dal modo in cui parlava della musica, il modo in cui accarezzava i tasti del pianoforte, la risposta dello strumen-to e la reazione che provocava sul suo volto: pareva quello di un marinaio che conosce la rotta verso casa e si fa meravigliare ogni volta dallo scorgere la terra allorizzonte.

Mi sono detto: Questo luomo pi bello del mondo, o cos almeno mi apparso, come appaiono tutte le persone che han-no trovato la propria strada. Sono certo non abbia mai provato la sensazione di aver lavorato, nemmeno un giorno della sua vita: la musica era il suo primo pensiero al mattino, la musica era la colonna sonora delle sue giornate e scandiva il ritmo con cui re-spirava e si addormentava la sera.

Che cosa fa apparire le persone cos belle, anche quando non sono belle esteticamente?

Ricordo quanto nelladolescenza i miei pensieri fossero orien-tati a una sola attivit, la musica, e a un solo scopo, sedurre la mia amata di turno! Un giorno, durante una di quelle interminabi-li riunioni con Stefano, il mio migliore amico, in cui concordava-mo valide strategie per la conquista, mi disse: La cosa migliore sempre quella di invitarla a un tuo concerto: le persone appaio-no belle quando fanno quello che amano di pi!.

Al tempo non compresi pienamente la profondit di quel pen-siero: le persone appaiono belle quando fanno quello che amano di pi Che straordinaria verit!

Le due attivit che facciamo in maniera pi prolungata nella nostra vita sono dormire e lavorare. Quando penso al lavoro

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mi viene sempre in mente un amico americano che mi raccon-t delletimologia di questa parola: lavoro (in inglese job) ha la medesima radice semantica della parola gobba, a significare come vi sia compreso il concetto di fatica.

Io ho sempre preferito vederla in un altro modo: in tedesco lavoro si dice Beruf, che vuol dire anche chiamata. E se il no-stro lavoro fosse simile a rispondere a una chiamata? La chiama-ta della passione, di quello che ami, di ci che ti fa battere il cuore ed essere al tuo meglio.

Certo, associata al lavoro, si sente molto anche la parola crisi e io ho gi ricordato nellintroduzione come questo termine derivi dal greco , che significa tra le altre cose scelta. Forse una grande opportunit del nostro tempo contraddistinto dallin-certezza pi assoluta consiste proprio nella scelta di quello che ami maggiormente, se non altro per apparire il pi bello del mon-do, sulle note di una vita felice!

Quando Dostoevskij scrisse la bellezza salver il mondo, for-se intendeva proprio questo.

La Tavola dei Grandi

Uno degli aspetti che ho sempre ritenuto affascinanti nellatteg-giamento di coloro che studiano la PNL, come stai facendo tu e come molti prima di te hanno fatto, lumilt che caratterizza necessariamente chi voglia avere autentici risultati da questa di-sciplina: affinch tu possa modellare una persona, un mentore, o raggiungere uneccellenza in un determinato campo, la con-dizione essenziale che tu vesta il Grembiule dellApprendista.

Mi viene in mente un letterato americano, Eric Hoffer, che sul finire degli anni Ottanta scrisse: Coloro che non sono stanchi di imparare erediteranno la terra, mentre coloro che si ritengono gi istruiti si ritroveranno perfettamente formati per un mondo che non esiste pi!.

Ora, io non so se tra i tuoi obiettivi ci sia addirittura quello di ereditare la terra, ma personalmente credo che in un mondo prodigo di Maestri sia importante coltivare il desiderio di rima-nere ingenui Apprendisti, conservando quellacerba spontaneit

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nel maneggiare gli strumenti che ti fa sognare quel che ancora devi costruire e avere fame di quello che ancora non conosci. In fin dei conti, la scoperta e lapprendimento altro non sono che infantile meraviglia, e i bambini sono gli Apprendisti per eccel-lenza; in questo risiede la loro grandezza!

Un Apprendista ripone il proprio potere nella capacit di iden-tificare sempre nuovi Maestri, o nuovi Modelli, volendo usare un termine specifico della PNL.

Che cosa accade per nella maggior parte delle persone, quan-do si trova davanti a qualcuno che percepisce come superiore in determinati ambiti? Cerca di distruggerlo a colpi di invidia, ignorando che in questo modo si preclude ogni possibilit di rag-giungere gli stessi risultati.

Mentre ti scrivo sto leggendo alcuni scritti giovanili di Friedrich Nietzsche, in cui ho trovato squisiti ragionamenti attorno al tema dellinvidia; il filosofo tedesco la definisce come uno dei frutti del-la morale degli schiavi, vale a dire di coloro che sono incapaci di assurgere alle vette del Superuomo e si piegano a un egualita-rismo da cui si genera il loro odio.

Lo stesso Honor de Balzac scrive che linvidia una confes-sione di inferiorit, madre di ogni frustrazione. Potresti vedere la PNL come un ponte che ti permette di superare linvidia, sinto-mo di frustrazione, e abbracciare quella Magia che ti consentir di riconoscere nei modelli deccellenza non pi oggetti di biasimo, ma preziosi Maestri che Qualcuno ti ha mandato per insegnarti qualcosa, non fosse altro che il valore dellUmilt.

In tal senso, ti sto per regalare una dritta che vale quanto una consulenza da un milione di dollari o, se preferisci, il mi-glior corso di formazione della storia, il Coaching pi esclusi-vo al mondo, ma ti avverto: qualcuno etichetter questo mio consiglio come ridicolo, qualcun altro penser che sei mat-to a fare una cosa del genere, altri ancora (e saranno i pi) che non pu funzionare.

Come sai, il mondo pieno dei cosiddetti ingegneri delle opere finite, persone che si guardano bene dal fare e che quan-do qualcosa viene realizzato (da altri) ti spiegano il modo in cui loro lavrebbero fatto, naturalmente meglio. Quindi, il seguen-te post solo per le menti aperte, ok? Daltronde, riprendendo

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Schopenhauer, non scrivo per gli imbecilli, per questo il mio pubblico ristretto, lo stesso dicasi del successo.

Si tratta di un trucco che ho appreso nel classico Think & Grow Rich di Napoleon Hill puoi immaginare da te limportanza che riveste questo libro nel mio settore, trattandosi di un modellamen-to della PNL effettuato decenni prima che la PNL venisse teorizza-ta da Bandler e Grinder.

Che valore commerciale daresti a un servizio di Coaching che ti mettesse a disposizione i pi grandi esperti al mondo, gli uomini pi colti, gli imprenditori pi ricchi ed astuti, gli inven-tori pi preparati e persino i creativi pi geniali? E se a questo Coaching potessero partecipare anche i Leader del passato, che ne so Walt Disney, Henry Ford e pure Leonardo da Vinci, il suo valore aumenterebbe ancora, giusto?

Lesercizio che segue ti conceder unopportunit che stata offerta a poche persone al mondo, praticamente a nessuno, ed quella di accrescere la tua formazione attraverso un tuo grup-po di Maestricostituito da qualsiasi persona che sia esistita nel-la storia dellumanit ma anche da personaggi inventati, creati su misura per te!

Prima di proseguire oltre, pensa a un problema o una questione a cui vuoi trovare una efficace soluzione oggi stesso e scrivilo qui sotto forma di domanda (ad esempio Come faccio a superare lesame?; Come posso risolvere il tal problema?; ecc.):

Scegli ora sette personaggi, attuali o del passato, reali o di fanta-sia, che sono per te degli eroi, dei modelli di straordinaria eccel-lenza, soggetti per i quali tutto possibile, insomma dei Maghi.

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Scrivi qui i nomi dei tuoi sette Maghi:1 2 3 4 5 6 7

Per aiutarmi nel farti capire che cosa intendo, condivido con te la lista dei partecipanti al mio ultimo consiglio dei Maestri: Ermete Trismegisto (mitologico sacerdote egiziano, massimo esempio di saggezza per il Rinascimento), Donald Trump (im-prenditore e magnate americano), Robert Dilts (il pi grande Trainer di PNL al mondo), Sherlock Holmes (personaggio im-maginario, uscito dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle), Walt Disney (creativo ed imprenditore morto nel 1966), Giordano Bru-no (filosofo e martire del libero pensiero, morto il 17 gennaio del 1600) e mio padre che, a differenza degli altri, ogni tanto vedo anche dal vivo.

Come diceva Karl Popper, la vita fondamentalmente risol-vere problemi, e so che in questo momento della tua vita ci sono delle questioni da risolvere, delle soluzioni da trovare, piuttosto che una nuova idea da sviluppare e magari, a volte, senti che ti mancano le risorse per riuscire.

Ora, convoca il consiglio dei Maestri che hai appena creato qui sopra.

Visualizzali attorno a unimmaginaria tavola rotonda, guar-da come sono vestiti e, uno per uno, presta attenzione a come stanno seduti.

Senti il suono delle loro voci mentre discorrono tra di loro e percepisci la loro presenza attorno a te.

Esponi, pronunciandola ad alta voce in questo momento ( im-portante tu senta il suono delle tue parole), la questione per cui chiedi il loro aiuto e per ciascuno di loro scrivi la soluzione che forniscono al quesito che hai appena posto.

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1. Nome del Maestro: Soluzione proposta:

2. Nome del Maestro: Soluzione proposta:

3. Nome del Maestro: Soluzione proposta:

4. Nome del Maestro: Soluzione proposta:

5. Nome del Maestro: Soluzione proposta:

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6. Nome del Maestro: Soluzione proposta:

7. Nome del Maestro: Soluzione proposta:

Alla luce dei loro suggerimenti, ringraziali per il loro contri-buto, salutali e scrivi la soluzione che tu (che sei il loro capo!) hai scelto come la migliore, riportando eventuali idee che ti sono ve-nute o considerazioni personali:

Puoi far durare questo esercizio quanto vuoi, io di solito gli de-dico 33 minuti e me ne esco con pagine di intuizioni, soluzioni, risorse, oltre a uno stato danimo iper-potenziante!

La sua efficacia basata sulla dissociazione emozionale da uno stato depotenziante e sulla capacit di attingere alle risorse che attribuisci a identit altrui. Ricorda, tutto ci di cui hai bisogno gi dentro di te. A volte devi solo dimenticarti chi sei e quello

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che ritieni di essere in grado di fare, per andare a prendere quello che ti serve da chi credi ne sappia pi di te, e poi metterlo al ser-vizio del tuo scopo Senza dovere un solo centesimo a nessuno!

Certo, occorre immaginazione, quella stessa che ai bambini non manca e che li fa vivere in un mondo di Magia. Daltron-de il verbo italiano immaginare ha unetimologia che ti aiuta a comprenderne la portata esoterica: nasce da quattro parole di-stinte che insieme formano la frase In me Mago agere; dal latino: (lascio) agire il mago che in me.

Ti auguro una lettura ricca di immaginazione, e quindi Magia.

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