Racconto 28 del 18 settembre ultimo trasloco
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Battista Marchesi Racconto N.28 Battista Marchesi -
19100 km no stop Lovere Martedì 18 settembre 2012.
per nove mesi.
Ultimo trasloco: Adesso mi fermo qui.
Rientrato a Lovere dalla Val Brembana con il fagotto colmo di affetto di amici e parenti, non ha
voluto rinunciare ad un secondo invito. Ha fatto tutto Massimiliano Russo, presidente del gruppo
Avis-Aido di Casazza, che lo ha voluto alla premiazione della corsa podistica disputata dai ragazzi
del paese. Ha percorso una ventina di chilometri, Tista, per raggiungere questa località sita in val
Cavallina sulla destra del fiume Cherio dove si possono contare quattro mila abitanti. Un paese
piccolo, una grande manifestazione; presente anche Teo Mangione, direttore di Radio Alta, che
settimanalmente si collega con Marchesi per attingere notizie fresche e diramarle in diretta.
Molto soddisfatto il nostro campione per il calore ricevuto al termine della manifestazione nelle due
interviste da lui rilasciate alla presenza di un centinaio di persone molto interessate.
La musica è finita, gli abbracci terminati ma i sorrisi e le strette di mano non sono dimenticati.
Tornano tutti alle loro case, lui invece non può tornare, è troppo presto, si mette sulla strada, il
traffico lo sfiora ma lui non ha paura. Torna alla svelta ai suoi sentieri, si rifugia nei boschi del suo
amato fiume. Non si siede a pranzo come tutti gli altri, un panino con la coppa e col salame come
dolce una marmellata, questo è il suo desinare. Ha uno stomaco di ferro, mangia e beve
camminando, non fa rutti, - beato lui - digerisce pure i sassi.
Cammina, cammina, cammina e la monotonia diventa l'inseparabile compagna. Si ferma un attimo
sul ponte, non solo per riposare. Guarda giù, l'acqua del fiume scivola via senza stancarsi mai. Lui
continua a guardare e dice: “se non si stanca lei, io voglio essere come lei”. Lei non lo ascolta, non
può voltarsi indietro. Anche lei, come Tista, è condannata a non fermarsi mai.
Una discussione fra amici
Succede a tutti, è successo anche a lui di discutere, proprio coi suoi migliori amici che non lo
abbandonano mai. Non si prendono per i capelli, Tista perderebbe gli ultimi che gli sono rimasti.
Hanno fatto comunella, reclamano le vacanze al mare.”Ti abbiamo aiutato tanto, adesso lasciaci
riposare”. E' l'accorato appello che viene lanciato dalle gambe, dalle ginocchia e dalla schiena di
Marchesi. Lui risponde subito con premura : “abbiate pazienza, la meta è vicina. Adesso, sapete,
anche la stampa si sta occupando di me e di voi, guardate il giornale di Brescia e l'Eco di Bergamo,
non parlano solo di me, parlano anche di voi.
Abbiamo superato insieme tempeste cardiovascolari, abrasioni, depressioni e stiramenti muscolari,
e adesso voi cosa volete fare? Vi volete lamentare. Suvvia, statemi vicine vicine come non lo siete
state mai, ho bisogno di voi più che mai; vedete anche voi quanta gente mi vuole bene”.
Tista si confida: Non hanno tutti i torti, ma io non posso dar loro ragione.
Dormo poco la notte ma riposo, e questo è importante. Quando sento quegli strani scricchiolii giro
il mio corpo e cambio posizione, li ascolto in silenzio, cerco di convivere con loro, senza ansiarmi
più di tanto. Solo la mente è ben presente, cedesse lei, cederei pure io”.
Ecco perché abbisogna spesso di emodistrazioni. Oggi cosa si inventa tanto per cambiare?
Si piazza davanti allo stadio, ma non c'è nessuno, è tutto chiuso. Lui però vuole prendersi un
biglietto.
Gli sta dando di volta il cervello? Niente affatto. Per riposare la mente immagina di vedere e di
giocare una partita di pallone come ai tempi della sua gioventù. Solo così per qualche minuto potrà
dimenticare quei “sedicimila” che non rivedrà mai più.
Pochi giorni ancora e il 23 settembre finalmente Tista canterà: “l'estate sta finendo, ma io rimango
qua, io rimango qua”.
Tiene duro, la fatica si fa sentire, sopporta in silenzio, vietato lamentarsi. Gli è concesso solo
sbuffarsi un po', appoggiandosi ad un albero amico. Si stende, ma non dorme. Alza le gambe al
cielo, non c'è nessuno in giro. “Ma che fai? - gli dice l'albero prendendolo per i fondelli - guarda
che io mi reggo da solo”. L'albero non sa che Tista ci tiene al suo sangue, è così che lo fa riposare.
Lentamente ma puntualmente Tista torna a casa sua, in quell'albergo che non lascerà più sino alla
fine della sua tsunamica avventura. Torna sulla strada con le macchine che gli sfrecciano vicino, lo
chiama il benzinaio anche se Tista ha già fatto il pieno. Ha finito, anche per oggi è andata. Si ritira
solo con la sua stanchezza che non può e non vuole condividere con nessuno.
Potrebbe anche gridare ai quattro venti: sono stanco, uffa! Basta! Ne ho piene le tasche, mollo tutto
e torno a fare il cassiere. Invece no. Non ci pensa nemmeno. Anzi. Sempre alla ricerca di nuovi
stimoli gli torna in mente un vecchio proverbio cinese che dice: il silenzio invita al pensiero.
Ed è appunto durante i dormi-veglia delle sue notti silenziose che la sua sua mente corre insieme
all'acqua del fiume che scorre sempre sotto “quel ponte che lui conosce bene” e che non si ferma
mai.
Non si ferma lei, non si ferma lui. Lui, non vuole solo continuare ma vuole anche sbalordire. Lo ha
già fatto recentemente superando i cento chilometri in un giorno. A breve, prima che finisca l'estate
si è messo in testa di salire lassù; dove? Nessuno lo sa.
Non andrà certo a trovare Gesù, ”troppo presto” - dice lui -. Si avvicinerà invece al sole, alla luna e
alle stelle, a coloro che lo hanno sempre scortato in tutti questi mesi. Come ci arriverà, Dio solo lo
sa.
Noi invece lo sapremo la prossima volta.
Diavolo Rosso Lovere - martedì 18 settembre 2012.