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LA G A ZZETTA DI SYRACUSE*T
Venerdì 25 Ottobre 1918«■MHJLUBW1TJ 1 l iW)«lllll,tJlH..;..j
A-Sjrtd $?»-0QS*i rtìtel $1*25.Gfini»oqptt . . . , . in , Q:»C6"PFiifS FiutoSmte'i.vv.».,* 0.10
‘ .-CANADA’— - Y. ±T_ r - 0 P l ì ~ Ì Ì Ì ^" S«t CVBfji j , «•».,;',r . *,.»• * »
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e verso/m ia lìgKa. Voi due flirtavate in t i le a tia pel p iù g ran d e ac corilo. ’ V i incam m inavate
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cato di èrto stra Bbllécjt7
della Vo-
’che nehie de poi una sanzione definitiv a ..
nel, p a tr im o n io ; — concMose Domela. -^-V erir simo. Mi pare però che ad accorgervene abbiate ta rd ato a s sa i v
Peiò in tem po - - in te r tu p p è Mister.... -«Mon J p nego — riprese Domela, —rCerto è stiano che voi abbiate preso la vo- tira /T tso lurions-d i 'attònita* narm i tu tto d ’u à tra tto , in ima pa io la : bruscam ente j ev ■* uestariso
ovato an- in viaggio» passando anche perb ieg i.
Dom ala aveva pronunciato Jejultime frasi scadendo
Era decisaménte* il tono giritelo, del congedo.
Domela Fusot non perdette la sua ealma.Vedeva crollare rtutto d’up
corpo tt sub piano onesto;ma non protesto
Chiedere a quel padre il perche del suo rifiuto?"
A che che prò’ dopo le sue parale di quel qualche momento prima. Era forae un esporsi a delle ingiurie che avrebbero reclamato un con-
meno rispettoso da parte delFufficaìe. »
Domela capiva tutto questo.
Ónde s* levò da sedere fece a lbanchiere un cenno di aaiuto e si accomiatò.
Filippo Mister anche qu aedo l'ufficiale fu uscito pai-
dalie
salvarlo! , - r i A ra* hon me nè sco
r d é ò goggiùhto f i tenente, muovendo attraverso ìq antieaihera verso ruseio che la cameriera, teneva aperto ossequiosamente..
-— Grazie, signor tenenteAli ! l’amore di madre ! ~Eli»'lave va scacciati, il fi- f j „ chih6i vai^
glio scapestrato, là, nella do ìqrosa casa Lessing, poiché là poeta della sventura che colpiva quella famiglia acchiudeva dì più foschi colori là colpa del figlio iuò.
Ila ora? Dopo che . altre sventure si era io abbattute anche sulla casa Domier, qua,sì a dimostrare che non
eìwSww*
R o s i n a S p o t oLevatrice . D ip lom ata!
w m m
la soglia.Quando l’uscio fu rinchiu
so alle sue spalle, mentre scendeva le scale, egli, ehe nel cuore aveva la molte, chi sul eapo pesavano forse tristi ore venture, si sentiva lieto, commosso, come sp quel-j la gioia reeaàt attqmadre al-, trai avesse aperto anche nel suo cuore, buono e generoso,
, . . ,un solco di dolcezza e di fe-due cuori congiunti dell a* | iPoitàmore ; ora quella madre ar,. ' ________deva dal febbrile bisogno di'UNA DONNA ENTRA IN ritrovare suo figlio, di nab- ! SCENAbracciarip, di fargli sentire che Se con la mente lo eon-
La sola levatrice italiajjh che iuo’, secondo ìa lègge dellacitte *. esercitare la professione ________ w
Vincenza Spoto dottoressa del- j *’ Ja più* pura, più’ . genuinapiù* salubre birra in
1.A BIRRA “ALES” E LA BIRRA «BLABST- LAGER”
WEST END BREWXNG à Co,
l’U niversità-’ d i P a i a m o . [e|ÌòCon Diploma di
N. Y.* 842 N. S ta te St.
SYRACUSE, K V .
Steto di commercio
ve rimanere intontito parole udite.
Si passò una mano sulla fronte mentre un sospiro prò
S t P K « K T S [ r 10 gli erampeva dal |,etQuindi risedette alla scri
vania e cercò di riprendere il lavoro.
tono dèlia voce, senza ab- bandemarecon gli occhili volto del banchiere.
E gli parve in fa tti che que sto accenno atta città dove DPM, tITJM. VI<.ITA tó iedeva la p ropria m adre, !LA PENULTIM A VISITAaveste avuto la ssrfcù di scuotere improvvisamente il ban|Chiunque avesse visto in chiere. - i™Hn i uffipìaio #•volto 1 ufficiale che cammi
Infatti Mister levò istantajnava tranquillo lungo il mai neamente lo sguorda su di eia piede della via della Relui, mostrando il volto d’im- ! naissance, presso la piazza
- 1 1 8 5 -N o t a t e S t .— ì* .M fontaìne, per qnaiito, r " * ~ C n e intendete dira con psicologo egli foosse, non aF b m ciò? —chiese con voce cupa j vrebbe forse cello saputo in-
, àirufScìate. idovinare che quel giovane—Io nulla —replicò Do placido recava la molte nel
mela. —Aspetto piuttosto i cuore, ima risposta da voi. j II suo incedere calmo, lo
—ld devo rispordenni j sguardo dolce, la scarsità dèi sempttchnéhte ■— disse in gesti, tutto aveva in lui un a tono secco il banchiere— spetto dLserenità.
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tme e -rrei-' steidte dai- L- M
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hporre ,me meglio gli suggerisce proprio cuore e la.-sua cosciènza, Non v’è m ai in ques te determ inazioni motivo di
V’ALIGIE'' n » $a
•’ 'l Yt tfià -t riuitiitìèvji... ìtóèi'Wiird lenif fiotl cawe nelli pitta* e le
. pMÈti* .à'.bisdit piércàto* Ned. ven* • BSamo aftiàie rasoi o^*trappe per
Valigette e £ortamoneta r ' «omini -.è ’ potine. Valige
gtàndi à ba*scu.pre2zo. ^
C S E G G B R O T H E R S
. S R U IIS O NAVVOCATI CIVILI E TEMALI
Massima onesta' uell'inteteise dei dienti
Ufficio: 518 Brt M B ell P T ione - lTfK, Potevano essere le otto de
dannava m parte, col cuore,ja Bera qUando Domela Fu . evo*cuce « vnon solo lo assolveva, ma an jgo^ cjje sedeva al tavolino in' SYRACUSE FI. Y.che lo difendeva. camera da letto intento
— Signore mormoro, a !. una!' Comprate il Carbone dascrivere, fu scosso da tremante nella voce, — gra scampanellata all’uscio. i rp i r « . .* »zie per la vostra cortesia ; voi Si levò da sedere e andò. VV. 1 • IV L 1 N A siete in questo momento il ad aprire, consolatore per la madre de _ Domela ! Domela — e-solatta. Che è di Aldo. sciamò una voce carezzevo- cente per Voi
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Si presta, momet» lu proprietà’ per lungo tempo. Facili paga, menti.153 W. Second St,
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ael frodo più’soddisfa-
di 501 N. Salina St.Pi’onunciava sollecitarnen le, mista di tenerezza e te ogni parola. gioia.
V interrogazione ultima Poi nell’anticamera un’on, • tradiva a dun tempo l'ansie data di profumi entrò vio ;tà e la commozione. lentemente con la visitatriee.1 gj avvertono d 'ita lian i de ?*r* ^ ,ÌQ2U*
\ F ra 11nu Kolln ilo n n a d*a ® ——— ___
OSWEGO, N. Y.Massimo interesse sul depoet»
ti. Si usa speciale attenzione a) versamenti fatti dai nostri ami* ci italiani. Si ricevane, depositi anche per posta e si currispon-
— Signora, rassicuratevi Era una bella donna, d e— esclamò Domela Fusot ; tà indefinibile, cui il taglio e • Che occorrendo di piante mr— egli è partito a mezzodì legante dell’abito modemis-1 cbitettopiche per nnovi fabbrica- per la guenu. . simo, sul quale spiccava il ti si rivolgano al Signor
— Dio lo assista! — mor cappello ricco di piume, da , saia FURCINìTG fttorò la madre. • va-un aspetto eivkttiolo e se- 30Ò N
— Prima di partire r— pròjducente, segui Domela — mi na inca Come Domela senti il suo . ,ricato d’una preghiera a voi,'nome pronunciato da quella J espleterà* qualsiasi tn- ; ch’io non saj)Uto rifiutargli voce Ilota, un grido di giubi canco cot? 13 massica esateic , j Lanterne, Secchi per carboni, •nè Io avrei potuto. lo gli proruppe: — Mamma ^ Signor Furcinito e' già Ixn :pale. Chiodi per scarpe. Paie per
ia mia I conosciuto nella nostro —
Salina St di fronte alia Marchetta
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— Grazie, signore la madre.
— Solo mi dUole - nuò il tenente, cambiando to no p*d abbassando la, voce — che l’incarico mio sia di na
fece]mamma miai conosciuto nella nostro Colonia! Madre e figlio si abbrac- f** 13 Bua nota abilita’ eie
conti-Sciarono impetuosamente. (tt* molto affidamento a chi si * * Poi Domelà invitò la mam servirà’ dell’opera sua.
ma a seguirlo: — Vieni. Pas ,slamo in camera.
La madre lo seguì.— Vedi^ — mormorò
(lON'TIMA*
pieno tura dèlìcàtà. Mi conforta il un rifiuto che voleva dire per pensiero ehe voi, signora,lui un capitombolo nel buio,siete madre e. come tutte le, dell’avvenire. . ! madri, averte il cuore aper
lesa) tu alle geli erose opere e la' naimtiU? rivolta ai sacrifizi,
stolidamen È triste iti certe ore essere J te sposa con un altro uomo, madri! — esclamò la sigilo-era stata resa madre da lui. ra. le aitro roso rii? npjm
Il mondo, quando giudica j — Vostro figlio — prose]10130 np‘ PW A monca nprocede per siaitesi. Non si gui Domela — mi ha parla-1510110 ^ «‘fruenti:
DOVE TROVARLI
OREFICE B OROLOGIAIO ITALIANO N
tono e|è iofféso col mìo agire.
— Siete stato esauriente ripigliò Domela. — Non
replicherò alla vostra teoria.Potrei invece chiedervi quale speciale antipatia allora vi destate! perchè voi non ’ avesse opposto i .abbiate voluto .accohdiseere ! ripetuti dinieghi alla felicità particolare. Egli è partito la libroàiruiuone m,!a con Ada vo- di due giovani. Non indaga sciando iq Bruxelles un’ani stra;unione che noi deride-1 il mondo quanto grande fos , ma sorella, voi lo sapete. . .teyamo lèrdeptemente. Ma ! se Famore sorto tra quelle — Lo so — fece la signo- gi«mal «tu* yt; To w n k <josvoi- potiests rifiutarvi di rr;due anime.; '• ra Domier. con un tenue fil sip. .li k. c. r„ jj nnovospondere, Dunque non ritor i No: il mondo è severo e di voce ed abbassando il ca niài^ó indietro^Salto invece J cmdele, forse per pudore ver po
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dfpìè ipari i preamboli e venfo.àl motivo della mìa visita
. .’oggi^ Mister, io sono venu- tb a chìèdèm la mano di vo- star figlia., z
Il banchiere sobbalzò dalla scrivania come se il pavimento fosse stato scosso da un improvviso terremoto. -
Che dite, Fusot?
VFerito gravemente v
Fra gli annùne] mortuari dei giornali’ dì qualche gior mo-addietro lessi il seguente:
“I parenti ed amici simun i ciano la perdita dL___i-ftStrw - r—■’T -^ t * . .^isettantèiiue, agricoltore, nao
serenamente per ferito ri- portata^. Rocca <FAnfo nel 1S66 al seguito dì Garibaldi”.1
* y srOome si vede, le ferite so- - Jw sempre mortali. ,Se non
ri muore subito ri può morirei magari dopo’. . 5 . anni.
tta reripiente pieno dì, ci polle' tagliate, fine - assorbì* ranno le sostanze,deleterie in ’Uhà stanza in cui vi sia qualche amrnakto d à difte*
4 àarii utile tièt.prevem- * "mai-
lò à precipizio, te pazzo!
Ma voi sie
Is ti . '» ; t-OSA S I F A N E L so se stesso. i — Aldo 1 ama, ì ama di a ( WALL STRECT* di Broadan
Quei due giovani hanno)more intenso. .. — riprese Wall, ia migliore analisi truir commesso due éolpe, immen. il tenente. — Egli l’ha la-:i.«iif-*rci ullo n.ndiàoui finan se tutte e due In un sol fatto sciata, quando la famiglia 7.jan,.; pn > VKRIT\’ t'HK dispreziamoli ! Eccola logi l’ha scacciata di casa, e for ipnosi \ «u ! Munt,/n de! mondo. ' > -.«n-à condannata a lotta- ] ' J ; " ^ v ! t^ n .o i l 11?w
pass.™ por la re ocntro la vita, che non e la c'R[Tt< rmente dell ufciale. Ma ogìi mai lieta-per una ragazza . TTr.0 ni .pareva il pii sereno indivi .nelle condizioni sue. fors'an-;!.;,^ ,du ' I ‘vVn e* Ann,.'
- ui- duo dell universo, su quel ter . che contro la stessa miseria..
jB' la vostra stufa, fornace o calorifero bruciati? Se ne avote noi- poogjamo-rl—
cno éhe tra poche ore avrò1' 1 Voi ‘ comprendete, signora be m’ito il rombo del canno 'che cosà desideri da voi il
- Non pèrdete la ealma ne e gridare ai feriti gli urli'vostro. Aldo.‘Im'WJtì rifiìdqm tm la T'Ir»- rl/nlrvl-rv o oì mm dknndl l„i 1 «, mnrli.n— riprese, rigidamente Do
niela. — Vostra figlia è stata gettato nel ridicole da tm matrimonro mattconeìuso. Io non voglio illusfcrayff quale potrà essere la sofie che può
o-I dolore e ai moribondi Icj La madre tentennava il t ida dell’ultimo strazio. i capo combattuto tra due pen
Proseguendo del suo pas- sieri, so "almo, l’ufficiale traversini — Kignora — riprese il tela piazza di La Fontaine,gì inerte — Aldo vi scongiura
................ . , - ito da\ranti al palazzo di giù Iper fcocca mia che non la di-Sjpettore ad una signorina su stizia.ed entrò nella via chrimentichiate.la quale pesi lo seandaiuctio si apre innanzi. , La moglie del
a piùdram ntatif'a sfauipnta in N**w Y ork; ALLEVANDO II. P A D RE, di Georgi* Me M anus, sul la sola pagina eomie.u m attu fi ina. JOHN I.. UOM’IO, 1,0 OflNOBBT. «li Jam es .1. Cor lu'tt, dieo ili molti incdcut i ' non puhLlicati nella vita «lei grande hitfntoro.
I-a “ Anierioan” lia aecomo
pararle Non sapete che noi abbiamo la più* grande casa per riparazioni negli Stati U- niti? Non sapete che noi abbiamo il più’ grande deposito onde riparare stufe, fornaci e caloriferi di qualunque specie? - E’ facile risparmiare da
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_ Q]an(Jiere]«lato per la vt'iiilifn ili-l g'orna<tt ief*. So che vostra figlia j Al numero 17 della strada!stette rigida, immota, per al- j p ì)rpflso ) venditori doìmì anrasenii|>i*e. Io passo di ti fermò, ne salì la scala ed.cuni secondi. Poi gli occhi ie,£r'oma‘‘- (,ll nbl><>na?nciit.sopar di tutti i rltegiiì stimi-1 al primo piano suonò all’ut-jsi inumidirono e dalle labbra ;l,or «lovn-blicro cn*di. Amo la vostra Ada; Ili-j.scio che recava questa scrit-. tremanti le uscì una frase in- m«n,!ati dio-ttnim-ntc «il Di parStei*. .IBI fVttftl'ft di eh'PdAWi Ir» tn* “ M nauimn FSnml-cn- _ fììai-i- f-oi-vz-ilto aolln ocìito.if <-> ridilo
(’ant. N. Salina o B nttem ut M t1 Alitiam o inoltri* ttuulu poi* ;
qualunque negozio j
F N MA T R IO T T I( 't ) IS T I M E N T O - |
‘«ni grli i
stg**» onoro dì ehedervi la ’ta: “Massimo Domier - fìlan sua mautv ( j diere”._ Il banchiere era pailidis- ! La cameriera fece passa-
simo. - Ire avanti Tufficiale cìhe tro-Non rispose subito.Pareva che inseguisse il
corso di tte pensiero tragico nei cernilo,x TYun tratto, ti. rizzò da se
dere, e rivolto ail’uffidale, e sdamò con violenza : —. tignò!' tenente,, anche con lo scandaluceio di ieri, mia fi glia uoiì puòtemere Favveni FeJ C’è ancora suo padre; G razie della Vò8tor\genero-
vò all’uscio ed accompagnan dolo nel salotto gli domandò chi facesse annunciare.,— Un amico di Aido —-
rispose Domelti — Dite alla signora che vengo per incarico suo.
Qualche istante dopo la povera madre comparve, eccitate, ansiosa, nel salotto, benediéepdo anche con io sguardo quel giovane che sidichiarava am ico del suo fi *•<
terrotta dallo schianto della commozione : Forse è l’ultima sua volontà !
— Signora — esclamò il tenente io vi auguro che voi aion siate nel vero. Ma se casi fosse ? perchè non con sentirgli la pace almeno del cuore?
— Sì, si! .proruppe la signora, sciogliendosi in lagrime — gli obbedirò!
il tenente mosse verso l’uscio, lentamente.
-r- Quando lo vedrete -gli <1 irete pure che suo padresto ìnaie, molto male! Che si ................ t r ry rr ................
..S* vi.] t(> l'imperar» s ta t l ’ i'i mi n iularc F lti i ì ia 1 I
limonio d ’Abliouanionfi, N«*w l'01’ ’ ia uum -a. om prato :York A m orran, No. 12.18 Wil- 1 M arS nvn jg Stam ps (F ra* -.liam Binvt, New York. (I/o- 'v,,>olil l'1*1 R««l>annio di (Iner-j
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