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Siderno Superiore ex Gerace Gerace ex Siderno Superiore

Siderno ex Locri Locri ex SidernoR16 AGOSTO- 02

Siamo venuti a conoscenza - ma col vincolo di segretezzadella fonte - di una sconvolgente scoperta archeologica sul-l’antica Locri Epizephiri. Più precisamente la scopertariguarda la fine di Locri antica. L’archeologo, che è in pro-cinto di pubblicare il suo studio sulla prestigiosissima rivista“Die griechische küste”, è il Paul Bären, già noto interna-zionalmente per le sue originali scoperte, che hanno messoordine storico tra Goti, Visigoti e Ostrogoti.La scoperta sembra nascere da un reperto trovato aSiracusa, pare lì portato in dote da Doride, la bellissimalocrese presa in sposa dal tiranno Dionisio il Vecchio.Si tratta di un messaggio, una predizione forse, destinataalla sua patria lontana: � � � � � � � � � � � � � � � � � � � � π � � � � � � �(akolouthíste to geráki spourgíti), “seguite lo sparviero”,questa la traduzione classica del frammento e la sua attri-buzione alla fondazione di Gerace, dopo l’abbandono dellavecchia Locri. Il professor Bären ha dubitato di questa tra-duzione ed è giunto alla conclusione - di cui darà certoconto nel suo studio - che la predizione vada invece tradot-ta in: “seguitelo, par vero”.Da qui, procedendo a un riordino delle tavolette votive (lefamose pìnakes) secondo il criterio matematico dellasequenza di Fibonacci - ciò che nessuno aveva mai neppu-re ipotizzato - ha potuto scoprire una differente verità.Al momento dell’abbandono di Locri antica vi fu in effettiun’assemblea per decidere secondo le regole democrati-che dove fondare la nuova città. La popolazione si divise indue partiti. La scoperta di Paul Bären consiste nell’avere

stabilito l’esito popolare, favorevole alla tesi di PenteAsterôn Krikous, detto “Faínetai Alithinó”, che in grecosignifica, per l’appunto, “sembra vero”.La maggioranza dei locresi, quindi, decise democratica-mente, e i locresi seguirono Pente Asterôn Krikous, che liguidò dritto dritto fino a una altura più a est, esattamentedove oggi c’è l’abitato di Siderno Superiore, fondando ilprimo nucleo della nuova meravigliosa Locri: che, perquelle distorsioni della storia, prese nome Siderno, volendoevocare, quel riferimento “siderale”, gli astri, contenuto nelnome Asterôn di chi guidò la popolazione.Siderno crebbe operosa, aperta ai commerci e alla manifat-tura. Una minoranza di locresi, paradossalmente quelli chesi ritenevano (certo a torto) élite della città magnogreca,invece, equivocando completamente sulla predizione diDoride - come ha dimostrato senza ombra di dubbio il pro-fessor Bären - non si adeguarono al risultato della consul-tazione popolare e seguirono invece un rapace: che li guidònella rocca più vicina, che dallo sparviero, “� � � � � � ”, presenome.Da qui la nascita, col trasferimento alla marina, seguendola moderna ferrovia, della città attualmente detta (erronea-mente) Locri, meno operosa di Siderno e più dedita allaspeculazione filosofica che al lavoro.Il resto della storia è nota, ma va però riscritta con la cor-retta toponimia.Quando, infatti, grazie soprattutto agli scavi di Paolo Orsi,l’antica Locri Epizephiri riemerse in tutta la sua magnifi-

cenza, tanto da indurre le autorità a dare il nome alla cittàche si credeva sua discendente, fu designata come questa lafrazione di Gerace Marina. Ma il risultato del referendumpopolare a favore di Pente Asterôn Krikous doveva invececondurre alla soluzione, giuridicamente più corretta, didare il nome di Locri alla frazione di Siderno Marina, cheera la legittima discendente di Locri Epizephiri. Divenutacol tempo, nel corso della prima metà del XX Secolo, lafrazione ex Siderno Marina, rinominata “Locri”, il nucleoabitato principale, ecco che anche per estensione il nome diLocri comprenderà anche Siderno Superiore. Avremo,quindi Locri Marina in luogo di Siderno Marina e LocriSuperiore in luogo di Sidernu u supra.Il nome di Siderno, però - e lo dico, ahimè, da ex locrese -,non può scomparire.Ecco che esso verrà attribuito alla falsa Locri, che dalmomento della pubblicazione degli studi del professorBären, rimasta senza nome, si chiamerà Siderno.La transizione non sarà certo indolore e determinerà scon-volgimenti psicologici gravissimi. Alla sola idea di esserechiamate “locrisi” (magari “cu i corna tisi”) intere famigliedella ex Siderno, ora Locri, rabbrividiscono e progettano diemigrare nella neo Siderno, ex Locri: anche se poi il pen-siero che la Festa di Portosalvo, con relativa “reschia”, sitenga a Locri (ex Siderno) li fa letteralmente uscire pazzi.Dal canto mio, di ex locrese che andava a giocareall’YMCA della ex Siderno, suona insopportabile che daora, essendosi trasformata Locri in Siderno, potrei essere

chiamato “escargot”, pretendendo noi ex locresi, ora neosidernesi, sempre per quella errata prosopopea di un pri-mato culturale, almeno la nobilitazione del riferimento albabalace.L’unica consolazione è che, forse, questa confusione dinomi e di toponomastica, e di interpretazioni storiche puòfavorire una conurbazione: che vista da Roma, dove vivo, ame pare ineluttabile e che mi fa rivolgere un pensiero fina-le a Salvatore Gemelli, che seguivo pieno di voglia di fare,affascinato dalla sua intelligenza, cultura e visione moder-na: di una unica grande Città della Locride.Fanno proprio cinquant’anni questa estate. Era l’agosto1970 e avrei affrontato dall’ottobre successivo il mio ultimoanno di liceo, orgogliosamente “Ivo Oliveti” di Locri, anzidi Siderno.Così come in questo Ferragosto non so se è meglio andarein spiaggia alla Plaja di Siderno (ex Locri) o all’YMCA diLocri (ex Siderno).Che confusione! Conurbazione a parte era meglio se PaulBären si faceva i fatti suoi.

Tommaso MarvasiAvvocato di Siderno (ex Locri)

Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmen-te accaduti è puramente casuale. Ci scusiamo antici-patamente qualora non risultasse gradita la satira,che per noi rimane colonna portante della scrittura.

Zaleuco

Locri èSidernoQuesta settimana la sconvolgente scoperta archeologica

Tommaso Marvasi, avvocato a Roma, giornalista pubblicista, titolare della rubrica domenicale “Il cittadino” sul quotidiano “La Discussione”, autodefinendosi privo di freni inibitori, ha voluto affidare a la “Riviera” questo scoop davvero singolare. Riportiamo di seguito le sue riflessioni.

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www.larivieraonline.com Rattualità16

AGO

STO

- 04

PILLOLE scelte da effemme

I ragazzi di Castelmagno, Camilla,Elia, Marco, Nicolò e Samuele, orasono stelle.

Questo libro ha un obiettivo ben pre-ciso, fondato su una certezza. La cer-tezza è che le persone sono portatricinon solo di bisogni, ma anche di capa-cità e, inoltre, che è possibile che que-ste capacità siano messe a disposizio-ne della comunità per contribuire arispondere, insieme con le ammini-strazioni pubbliche, alle esigenze col-lettive. Questa certezza, che deriva dauna determinata idea degli uomini, hatrovato una fondamentale confermacon la revisione costituzionale del2001, che ha introdotto nellaCostituzione il principio di sussidia-rietà orizzontale, con questa formula-zione: “Stato, Regioni, CittàMetropolitane, Province e Comuni,favoriscono l’autonoma iniziativa deicittadini, singoli e associati, per losvolgimento di attività di interessegenerale, sulla base del principio disussidiarietà” (Art 118, ultimocomma). La nuova norma costituzio-nale, riconoscendo che i cittadinisono in grado di attivarsi autonoma-mente nell’interesse generale e dispo-nendo che le istituzioni debbanosostenerne gli sforzi in tal senso, con-ferma appunto che le persone hannodelle capacità e che possono esseredisposte a utilizzarle per risolvere nonsolo i loro problemi, ma anche quelliriguardanti la collettività.

Gregorio Arena - Cittadini attivi

Martedì scorso sono stati festeggiati i 10 anni diattività del “Caffè Letterario Mario La Cava”, un

traguardo importante non solo per coronarel’impegno di Domenico Calabria e Grazia LaCava, ma per l’intera Locride, che può vantarecosì un punto di riferimento culturale invidiato

in tutto il resto del meridione.

Caffè Letterario Mario La Cava:Una storia lunga 10 anni

QUISQUILIEChe c'è di male se è un Bonus?

Il Covid è serio e infaticabile,lavora anche ad agosto, solo la

sera si rilassa un po’ indiscoteca.

La saggezza popolare dei Cinquestelle:

non c'è due senza tre.Vincenzo Amidei

Voglio dedicare questo spazio per congratu-larmi con Mimmo Calabria e sua moglieGrazia La Cava (figlia del caro Mario), cheinsieme a tanti amici hanno raggiunto l’im-portante traguardo dei 10 anni del CaffèLetterario dedicato al grande scrittore diBovalino, che deve essere uno stimolo adandare avanti e continuare l’opera di accultu-razione di questa nostra amata terra. Il “Caffè

letterario Mario La Cava” è ormai un’istitu-zione nel panorama culturale della Locridegrazie alle belle iniziative che questi agentisociali hanno promosso (se non realizzato)con determinazione. Vogliamo pubblicarequesta foto in cui si fanno protagonisti deifesteggiamenti per celebrare il proprio impe-gno, che ha permesso di celebrare una ricor-renza importante per tutta la Locride. Bravi.

Tocca agli elettori di Reggio Calabria rompere le catene dellasubalternità a un potere esterno.Alcuni anni fa il Partito Democratico ha imposto come capo-lista, in provincia di Reggio, Rosy Bindi, che della Calabria edei calabresi non si sarebbe mai occupata. Neanche d'un soloproblema. E quando è andata a Polsi per incontrare laMadonna ha utilizzato l'elicottero della polizia per non con-taminarsi con la gente di San Luca. Successivamente il PD hacooptato nella propria direzione nazionale AngelaMarcianò. Nulla da dire sulla persona. Tuttavia non dovreb-be risultare offensivo sottolineare che la Marcianò nulla c'en-tra con la storia della Sinistra.Il centrodestra ha fatto e fa di peggio.Ricordiamo solo l'imposizione come parlamentari di Reggiodi tal Scilipoti e di Nitto Palma. La scelta di Minicucci si col-loca nella stessa logica.Reggio Calabria e la sua provincia sono considerati "territoricoloniali" e noi, pensando di essere furbi, stiamo consegnan-do agli ascari il destino della Città.C'è una sola possibilità di rompere le catene, e si chiama"Mezzogiorno in Movimento”.

Non vincerà le elezioni,ma dirà alla Calabria eall'Italia che ci sonocalabresi che non sop-portano più "basto" e"bardatura". Che resi-stere si può. La dignità èla libertà della città e deisuoi cittadini vengonoprima di ogni promessaelettorale.

Ilario Ammendoliafondatore Mezzogiorno

in Movimento

Negli ultimi due anni Siderno sta attraversandoun tempo di legalità e puzza. La città, dopo unbreve periodo di quiete, ha infatti ripreso a puzza-re in maniera insistente e direttamente propor-zionale all’emergenza rifiuti che sta sconvolgendol’intera regione. Per questa ragione, i sindaci dellaLocride, sabato scorso, hanno indetto e realizza-to un sit-in per sensibilizzare e protestare controil blocco dei conferimenti della frazione organicae dalla frazione tal quale degli RSU all’impiantoTMB di Siderno. Con questo atto hanno volutorappresentare alla Città Metropolitana e allaRegione Calabria lo stato di straordinaria criticitàche si sta manifestando sui territori di loro com-petenza. Un importante segnale che il sit-in abbiafunzionato è certamente stato l’incontro avvenu-to alla Città Metropolitana giovedì, durante ilquale, tuttavia, proprio Siderno non è stata rap-presentata. Speriamo che si trovino soluzionirapide e che i primi cittadini dei comuni vicinioriricordino quale sia il centro in cui conferiscono,perché la situazione sta diventando sempre piùdrammatica.

Negli ultimi decen-ni sia la destra sia

la sinistra non sonomai riusciti a candi-

dare nella nostraprovincia politici in

grado di rappre-sentare davvero ilnostro territorio.

Proprio dalla volon-tà di cambiare

quest’ordine di ideenasce la candidatu-

ra di AndreaCuzzocrea alle

prossime amminis-trative di Reggio.

Sabato scorso unsit-in dei primi cit-

tadini dellaLocride ha riporta-

to l’attenzionedella Città

Metropolitanasulla questionerifiuti. Un primoincontro per cer-

care di addivenirea una soluzione c’èstato, ma Siderno,

ahinoi, non erarappresentata.

La scorsa settimana abbiamo pubblicato una foto del-l’amico Giorgio Calvi con un articolo che faceva del-l’ironia su un movimento socio-politico recentementenato a Siderno. La satira, si sa, è uno degli strumenti

più utilizzati dai giornali per commentare con garbo ciòche accade nel mondo, ma in questa occasione non èstata apprezzata da un componente del movimento

politico in questione che non ha esitato a bollare come“cacata” la nostra riflessione. Dal membro di un movi-mento che afferma di voler portare aria nuova in città cisaremmo aspettati qualcosa di diverso, tanto più che

giudizi come questo li abbiamo già sentiti pronunciarea personaggi poco noti per il loro equilibrio.

L’insopportabile puzza dell’impianto di Siderno

MEZZOGIORNO IN MOVIMENTOUn modo per ricordareche resistere si può

Anche questa settimana parliamo in modo libero di unargomento molto serio come le prossime ElezioniAmministrative a Siderno, di cui in verità ancora non siconosce né la data né il nome della maggior parte degli sfi-danti. A proposito di sfidanti facciamo gli auguri alla can-didata a sindaco Mariateresa Fragomeni, che ha compiu-to gli anni venerdì, una leonessa, ma non vediamo più ingiro il candidato Mimmo Barranca, un leone, che invecegli anni li compie come me il prossimo 18 agosto.Completa la rosa dei candidati certi Antonio Cutugno, chein questi giorni ha lanciato la moda di non parlare in poli-tichese. Candidato possibile, invece, pare essere GiorgioCalvi, che si sta facendo vedere sempre più spesso in giroper bar raccogliendo, come si può notare dalle foto, diver-

se adesioni per il suo movimento #sedutipersiderno.Nella nostra carrellata di immagini lo vediamo ricevere ilsaluto e il sostegno del consigliere regionale GiacomoCrinò e del collega Michele Crupi, il dentista dei VIP.Nella seconda foto riceve invece la benedizione della sini-stra storica di Antonio Sgambelluri e quella un po’ piùsbiadita di Angelo Errigo. L’ultimo scatto ritrae inveceCalvi con Antonio Ceraudo, detto Plis, probabile candida-to a Consigliere (se non addirittura Ministro degli Esteri).Nel movimento non mancano le lotte intestine, comedimostra la foto dei romano-sidernesi Mimmo Gargano eAntonio Cortese (Scirea), che hanno abbandonato ilmovimento (e infatti stanno in piedi). vi daremo ulteriorinotizie nei prossimi giorni… speriamo.

Si continua a stare #sedutipersiderno

a cura di Rosario Vladimir Condarcuri

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JACOPO GIUCA

Questa settimana ci ha fatto molto piacere leggeredei numeri lusinghieri realizzati dal MuseoArcheologico Nazionale di Reggio Calabria dalmomento della sua riapertura dello scorso 26 giugno.La comunicazione che la “casa dei Bronzi di Riace”abbia registrato un numero di visitatori pari alla capa-cità massima consentita dalle restrizioni anti-Covid cimostra un ridestato interesse per la cultura e per l’im-mortale storia di un territorio che, lo dice anche ilvicepresidente della Regione Calabria Nino Spirlì,non si riesce mai a smettere di scoprire.La notizia, tuttavia, complice una tanto breve quantoilluminante telefonata di Giuseppe Romeo, ci ha alcontempo fatto venire in mente che anche la Locridevanta un suo personalissimo Museo ArcheologicoNazionale che, suo malgrado, questi numeri non li hapotuti realizzare, perché ancora chiuso.La serrata del Museo comprensoriale non ha nulla ache vedere con la pandemia, anzi risale alla secondadecade del giugno dello scorso anno, quando venneannunciata tra le righe di un comunicato che procla-mava in maniera entusiastica la piena fruibilità delMuseo del Territorio di Palazzo Nieddu del Rio, cheavrebbe ospitato alcuni dei reperti per forza di cosetraslocati dall’originaria sede. All’epoca dei fatti furo-no moltissime le perplessità (di addetti ai lavori enon) legate a un’apparentemente improvvida chiusu-ra della struttura proprio in concomitanza con ilperiodo estivo, eppure la direttrice del MuseoRossella Agostino calmierò gli animi assicurando chesi sarebbe trattato di un provvedimento ovviamentetemporaneo, che gli scavi del Parco Archeologicosarebbero stati comunque fruibili e che le attività delMuseo non si sarebbero fermate.Promesse tutte rispettate, per carità (non a casoanche in questi giorni continuano comunque adaffluire visitatori presso gli scavi del ParcoArcheologico); eppure, oggi che alla calda rabbia diquei giorni si è sostituito un freddo oblio, osservare il

mesto scheletro dell’edificio che cerca goffamente dicoprire le proprie vergogne al di là dei radi pini nonpuò che stimolare uno sconsolato scuotere del capoin chi corre verso la sua destinazione lungo il percor-so della Strada Statale 106.I 12 mesi di lavori assicurati in sede di quel famigera-to comunicato sono infatti scaduti lo scorso 16 giugnoe, pur essendo vero che il disgraziato Covid-19 haimposto un feroce stop all’opera edile, pur non pre-tendendo di vedere la struttura riaprire i battenti inoccasione della ricorrenza dell’Assunzione di Maria,ci avrebbe fatto piacere almeno scorgere un comuni-cato, assistere a un breve annuncio, persino leggeredue righe sui social relative a quanto ancora resterà

chiusa la “casa del Togato di Petrara” (lo sappiamo, èmeno evocativo della “casa dei Bronzi” ma, a nostroavviso, di eguale importanza).Qualora questo genere di comunicazione fosse stataeffettuata e noi fossimo stati tanto ciechi da non ren-dercene conto saremo pronti a cospargerci il capo dicenere e a colmare il nostro difetto di comunicazionediffondendo urbi et orbi la notizia in questione. Ma,così non fosse, si badi bene, non stiamo puntando(ancora) alcun dito, ma sappiamo anche quale piegatendano a prendere alcune delicate questioni allenostre latitudini.Del resto, come recita il vecchio adagio, “cu si guar-dau…”

ROCCO MUSCARIROCCO MUSCARI

È Ferragosto, uno spartiacque per la stagione turistica estiva. Perquella che viene definita, giustamente, l’alta stagione, per via dell’af-flusso di turisti che anche la Locride ospita con piacere offrendo luo-ghi splendidi, gastronomia di qualità tra mare e montagna, tra “mari-ne” e “borghi” di eccellenza. Un’offerta incredibile che gli esperti delsettore, ogni anno, cercano di proporre sempre più anche nel “mer-cato” estero. Si discute da tempo su come destagionalizzare l’offertaturistica, ripensandola in maniera differente e complementarerispetto a quella odierna, per dare la possibilità di sfruttare il lungoperiodo di clima mite che inizia a marzo e termina, in pratica, aiprimi di novembre, con la possibilità di trascorrere le festività natali-zie sotto il sole tiepido.Negli ultimi mesi si è parlato dell’opportunità che potrà dare il“Cammino Basiliano”. In altre occasioni si è passati dal turismo“integrato” al turismo “per settore”: quello dei borghi, quello delmare, quello della montagna, quello enogastronomico, quello cultu-rale e tanti altri, fino al turismo religioso.Mi fermo a considerare la potenzialità che ha il turismo religioso,ricordando le bellezze artistiche e architettoniche che ritroviamo neivari paesi della Locride. Ricordiamo la possibilità di rivivere momen-ti di storia con culture differenti che hanno attraversato i secoli esono approdati in questo lembo di terra.Mentre immaginiamo vie e percorsi turistici religiosi mi tornano inmente le parole pronunciate l’altra sera, a Siderno, da GiuseppeCavallo, maestro di arti marziali ma anche conoscitore della storiadel Santuario della Madonna dello Scoglio e del suo fondatoreFratel Cosimo Fragomeni. Giuseppe ha ricordato alla platea, nume-rosa e attenta, che nell’era pre-Coronavirus il Santuario mariano,che si trova a Santa Domenica di Placanica, ha registrato annual-mente un flusso di un milione di visitatori.Una cifra incredibile per un luogo particolarmente difficile da rag-giungere, anche inserendone il nome su Google Maps. Questo per-ché ancora oggi, nonostante le molte promesse da parte della politi-ca, l’unica strada per arrivare in quel luogo di preghiera è particolar-mente disastrata. È un percorso a ostacoli che però non ha fermatoun milione di fedeli all’anno.Sono stato e tornerò a visitare il Santuario dello Scoglio, l’ho vissuto

da quando la statua della Madonna era collocata nella roccia, all’e-sterno, quando i visitatori procedevano a piedi per un lungo tratto,quando ancora non c’erano i tanti alberi di ulivo che negli anni sonostati piantumati consegnando al pellegrino una visione di luogo nonsolo mistico, ma anche di amore verso la natura e i suoi frutti prezio-si, e che meglio rappresentano questa terra e i suoi abitanti.Si parla tanto di turismo, e allora segnaliamo la possibilità di far cre-scere i numeri con quello che rappresenta il Santuario Mariano delloScoglio, che attrae pellegrini e visitatori tutto l’anno e che, potenzian-do le vie di comunicazione e di collegamento locale e regionalepotrebbe sviluppare un’offerta di gran lunga maggiore, consentendodi raggiungerlo senza le tante criticità che ci sono.Ecco allora che si potrebbe lanciare l’idea di una nuova strada per loScoglio. Una nuova via che possa creare un’opportunità di sviluppodi un’area marginale che potrebbe fare da traino anche ad altrettan-ti luoghi mistici che ci sono nella Locride.Nel periodo pre-Covid sono stato al Santuario in occasione di unconvegno internazionale con la presenza di molte autorità religioseprovenienti dalla Polonia, in particolare da Cracovia. Nella Chiesadel Santuario ho contato oltre mille persone. All’esterno diversedecine di pullman provenienti da diverse parti d’Italia, in maggioran-za dalla Sicilia, da dove nell’arco di tutto l’anno giungono molti fede-li che portano nel cuore questo luogo di preghiera e di pace interio-re.Il Santuario della Madonna dello Scoglio è un luogo particolarmen-te caro a monsignor Francesco Oliva, che ha parlato di un luogo conun dono speciale: quello dell’ascolto e della parola di conforto e diconsolazione per i fedeli e i bisognosi. Dove opera Fratel Cosimo,definito dal vescovo della Diocesi di Locri-Gerace “un prete laicodalla parola carismatica”. Del resto il vescovo Oliva ha ricordato che:«Il Santuario è un luogo in cui c’è qualcosa che spinge ad andare siai credenti sia i non credenti, che hanno sentito e sentiranno il sensodi riscoprire alcuni valori che nella quotidianità vengono messi insecondo piano. È un’oasi di pace e di ristoro in cui si ritrova la dimen-sione interiore e ci si riconcilia con Dio attraverso la preghiera, laconfessione e la comunione.»Giuseppe Cavallo ha scritto la storia di un luogo di culto molto spe-ciale per tutti, credenti e non credenti, che possono incontrare la fedee la carità, la serenità e la conversione. Giuseppe ha scritto un libro,edito da Rubbettino, dal titolo “Il santuario Nostra Signora delloScoglio e Fratel Cosimo”, che racconta, in modo chiaro ed esaustivola storia del Santuario Mariano e del suo fondatore. Il ricavato dellavendita del libro andrà interamente destinato alla costruzione e alcompletamento delle opere del Santuario Mariano.Un singolo fedele, come Giuseppe, ha donato un granello di sabbiaper la fede e la speranza del mondo.Ognuno di noi potrebbe aggiungere un segno tangibile di carità, cheè poi l’amore di Dio in noi, per dare la possibilità di far crescere ilSantuario.Per una nuova strada, per una nuova via di sviluppo, la parola passaalle Istituzioni preposte.

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16 A

GOST

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Ci ha fatto molto piacere, la scorsa settimana, leggeredei numeri importanti registrati dal Museo di Reggio

Calabria dalla sua riapertura in seguito alla pandemiada Covid-19. Per contrasto, tuttavia, il Museo di Locriresta chiuso da 14 mesi per lavori di adeguamento

sismico che si sarebbero dovuti concludere entro l’iniziodell’estate. Eppure, al netto del Covid-19, ancora non è

stato fatto alcun annuncio e dalla SS 106 si scorgeancora solo lo scheletro della struttura.

Alcune sere fa è statopresentato a Siderno il

libro di GiuseppeCavallo “Il santuarioNostra Signora dello

Scoglio e FratelCosimo”.

Le considerazioniesternate durante

quell’incontro ci hannofatto riflettere sulle

difficoltà che milioni difedeli devono affrontare

per riuscire araggiungere il santuario.

Un problema chedovrebbe essere

aggirato al più prestoper cercare di dareimpulso al turismo

religioso, che in Calabriapotrebbe garantire ladestagionalizzazione

che si insegue dadecenni.

Una nuova strada per lo Scoglio

Tutto si decide oggi(Ri-scopriamola Calabria)Mai come oggi è il momento di darerisposte concrete alle esigenze di sviluppo del Mezzogiorno peragganciarsi una volta per tutte al treno dello sviluppo e della ripresaeconomica partito in seguito alla“guerra globale” del Covid-19. Ma per riuscire a realizzare questosogno di archiviare la “QuestioneMeridionale” devono essere i nostrirappresentanti i primi a nonaccontentarsi e a promuoverele potenzialità inespresse del nostroterritorio intercettando strategiedi investimento mirate.

ROCCO MUSCARI

Tutto si decide oggi percostruire il futuro. LaLocride, come del restol’intera Calabria, rimaneancorata in attesa di cono-scere il progetto di svilup-po che la politica ha inserbo e che, proprio“oggi”, come precisoperiodo storico, assumeuna valenza di particolarerilevanza che non si può

trascurare. Dal mese di marzo a “oggi”, infat-ti, si è più volte discusso della possibilità diuna svolta nella politica nazionale e locale,per via delle “opportunità” che si stavanoaprendo con la riapertura post lockdownimposto dal Governo centrale per limitare lapropagazione del Covid-19.Opportunità che ci sono, almeno così ci sem-bra di aver compreso, tanto che i medianazionali si sono precipitati a scrivere km diinchiostro sollevando una “QuestioneNordista” sulle quote dei fondi trattati inEuropa e sulla programmazione e, quindi,sulle strategie di investimento da promuove-re.Ecco allora che è il momento di risponderericordando ai politici del Mezzogiorno di nonaccontentarsi, ma di far riscoprire le poten-zialità, finora inespresse per tanti motivi, cheil Meridione ha e che non è riuscito a svilup-pare nel corso dei decenni.È il momento di rilanciare la “QuestioneMeridionale” su un modello nuovo e alterna-tivo al passato. Puntare alla modernizzazionedell’economia meridionale e rifondare ilpatto sociale con il resto del Paese. Si tratta,in definitiva, di discutere su quella che si puòdefinire una “Questione Nazionale”, cheinteressa tutto il Paese e rifondi l’Italia.Lo possiamo fare perché “oggi” è il momen-to storico del “post” guerra globale delCovid-19.In altre occasioni si è discusso di una nuovavia di sviluppo che immagini un modello e-commerce e di economia “green” per guada-gnare spazi nel mercato locale, nazionale edestero. Puntare sull’innovazione tecnologicaper comprimere il gap che ci portiamo dietro,attraverso degli investimenti di risorse chepossano riequilibrare la rete dei servizi.È il momento di ripensare alle “aree margi-nali” e affrontare con forza il ritardo di interiterritori con una politica “del fare”, una poli-tica molto più pragmatica che sappia supera-re gli ostacoli che fino a questo momentohanno tarpato le ali dello sviluppo.Si potrà discutere sulla validità di questa oquella teoria economica, ma l’importante èaffrontare il problema per superare gli effettinegativi che la pandemia ha messo a nudonelle aree più deboli, in un’ottica di economiasostenibile che vada a riconvertire l’interotessuto produttivo, con scelte precise che pos-sano riconoscere le vocazioni dei territori evalorizzare quelli che vengono definiti dagliesperti gli “asset” strategici, come possonoessere l’ambiente o il turismo per la Locride,e la Calabria tutta.Ecco allora che “oggi” è necessario “ri-sco-prire” la Calabria e valorizzare i sui “asset”.

Riaperture da record e riaperture da fare

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ROSARIO VLADIMIR CONDARCURI

Durante la serata inaugurale delBicentenario dei Greci di Calabria, svolta-si a Gerace lo scorso sabato, abbiamoavuto il piacere di incontrare il vicepresi-dente della Regione Calabria con delegaalla Cultura Nino Spirlì che, con la suaconsueta gentilezza, ha accettato di fareuna chiacchierata con noi sull’importanzadella cultura, sulla rivalutazione dell’im-magine della Calabria e sull’importanza diun cambio di passo (sociale e istituzionale)per dare alla nostra terra un futuro miglio-re.Assessore Spirlì, benvenuto nella Locride,siamo sempre contenti di averla qui. Qualè la sua concezione della cultura inCalabria?Credo di averne la concezione più conso-na per questa terra. Quella della Calabriaè una cultura identitaria che deve avererispetto per tutte le identità che si incrocia-no e si intrecciano su tutto il territorio cala-brese. Noi siamo greci, ebrei, arbereshe,normanni, gitani, bruzi, lucani, spagnoli,francesi, angioini, goti (perché veniamoanche dall’Europa dell’Est) e normanni.Quindi veniamo dal Nord Africa, dallaTurchia, dalla Grecia, da Israele, da tutto ilmondo. Il calabrese deve tenere conto diquesto. La nostra cultura è una sorta dimescolanza di tante culture, pertanto deveessere rispettosa anche nei casi in cui ipopoli che la caratterizzano sono giuntifino a noi “sfondando le porte”. Del resto,nel nostro sangue c’è anche quello.Fino al 1969, sui giornali, si parlava diCalabria come terra da scoprire. Dal 1969si è iniziato a parlare di ‘ndrangheta e oggila reputazione della Calabria è influenza-ta dai casi legati a questo nome. Ha unaricetta per ribaltare la situazione?Io parlo delle cose belle e buone che cisono in Calabria; delle cose non buone,come la ‘ndrangheta, se ne devono occu-pare la Magistratura e le Forzedell’Ordine. Pur essendo assessore allalegalità e alla sicurezza, elementi cui dòsempre la precedenza, non mi vedrete maiai convegni dell’antimafia, né mi vedrete abraccetto con l’associazionismo antin-drangheta, perché ritengo che di questerealtà se ne debbano occupare altri attoriistituzionali. Le cose belle in Calabria nonsono solo nel passato, ma sono anche nelpresente e nell’avvenire, per cui ripeterecostantemente quello che di negativo esi-ste è una forzatura, in questo momento.Spesso mi ricordano che abbiamo 800 chi-lometri di costa, opere d’arte, siti archeo-logici e musei solo per chiedermi:“Assessore, vuole partecipare a un conve-gno interessantissimo sull’antimafia?” Edè a quel punto che io rispondo: “No, nonci vengo.”Il nostro settimanale, oltre a essere unomaggio alla “Riviera dei Gelsomini”prende il nome anche dall’ultimo ostacolodelle gare di equitazione, il più difficile dasuperare, perché pensiamo che laCalabria non sia mai riuscita a superarequella barriera che noi ci prefiggiamoinvece di scavalcare parlando della cosepositive della nostra regione.Il nome che avete dato al giornale è bellis-simo e uno stimolo forte alla riflessioneper una terra che dovrebbe leggere di piùe, magari, scrivere meno sui social. Sonostate scritte pagine straordinarie nellanostra storia; per questo, piuttosto cheperdere tempo dinanzi agli smartphone,invito a prendere tra le mani libri straordi-nari come quelli di Corrado Alvaro oSaverio Strati, o anche di scrittori piùrecenti, dai quali possiamo impararemolto, evitando quelle polemiche sterili,su argomenti talvolta piccoli. Voi sietecoraggiosi, realizzate anche un cartaceogratuito. Io inviterei tutti quanti a chieder-vi di abbonarsi al vostro giornale, perchégli abbonamenti sono il modo migliore difar sopravvivere i giornali, senza i quali lecategorie deboli resteranno progressiva-mente senza parole.Qualche tempo fa, vedendo che in Sicilia èstato realizzato l’itinerario degli scrittori,abbiamo avanzato l’idea di realizzare unpercorso simile anche nella Locride, chedai luoghi di Gioacchino Criaco, passasseper quelli di Corrado Alvaro, SaverioStrati, Francesco Perri, Mario La Cava,Saverio Montalto, Nosside, Nicola Zitara,finendo con quelli di TommasoCampanella, percorso al quale si potreb-be inserire, fuori dal nostro comprenso-rio, anche la Santa Cristina

d’Aspromonte di Mimmo Gangemi, alconfine con Platì. Voleva essere un modoanche per stimolare i ragazzi alla cono-scenza della nostra cultura e della nostrastoria, ma nessuno ha mai accolto la pro-posta. Gliela possiamo inviare?Certamente. La condividerò anche conSandra Savaglio, Assessore all’Istruzione.Dobbiamo evitare che si perdano questitesti e lanciare un percorso di ri-alfabetiz-zazione delle persone (soprattutto dellamia generazione) che hanno perso il pia-cere della lettura e della conoscenza e che,per questo, purtroppo, non trasmettono aigiovani nulla, perché già loro hanno pocoin saccoccia.Questo ci permette di ricollegarci aldiscorso dell’antimafia: la mafia non sipuò sconfiggere proprio con la cultura?Il problema principale che ha la Calabria èl’ignoranza delle cose buone. Se tu nonconosci la Calabria ti fermi a una piccolaparte, quella meno interessante. Io hosempre girato la Calabria fin da giovane, eancora ricordo i viaggi degli anni ’60 e ’70con la Simca di mio papà. Pur viaggiandotutti i fine settimana (oggi tutti i giorni)sono riuscito sempre a vedere un luogodifferente. È anche grazie a queste espe-rienze se, oggi, mi ritengo vedovo di padre

e posso dire di aver avuto la fortuna diavere un enorme padre e un’enormemadre.E che pensa dei ragazzi che si atteggianoa mafiosi? Non sono figli di una culturavuota?No, sono figli di una cultura sbagliata.Fino a qualche mese fa la mia più granderabbia è stata vedere girare in Calabriatutta una serie di film e fiction sul fenome-no ‘ndrangheta. I nostri ragazzi si esaltano,ma prendendo a esempio il negativo. Perquesto la nostra giunta, guidata dalla pre-sidente Jole Santelli, ha stabilito che non cisarà più nessuna autorizzazione dellaRegione a realizzare nei nostri luoghi filmo fiction sulla ‘ndrangheta o sulla malavita.Nella nostra regione si possono girare filmd’amore, di fantasia, dell’orrore, di storia,di vita dei santi… ma basta con le porche-rie che riguardano la malavita! Se ne vada-no a girare in altre parti del mondo.Cosa pensa dei giovani che partono?Noi abbiamo 31mila studenti calabresifuori sede. Se consideriamo che ognuno diessi affronta una spesa media mensile di1.000 Euro sono 31 i milioni sudati inCalabria che vengono spesi, molto spessoin nero, fuori Regione. Sono più di 370milioni l’anno e, se ampliamo la cifra fino

a raggiungere il tempo medio che impiegauno studente a laurearsi, si ha un’idea diche spreco di risorse dobbiamo sopporta-re. Ma, attenzione, non è il giovane che siimpone di partire, molto spesso sono igenitori che stimolano i figli alla partenzain segno di emancipazione. Allora dobbia-mo convincere i genitori a non mandare ifigli fuori, che chi vuole studiare ha adisposizione Università pazzesche anchein Calabria, che hanno valenti facoltà dimedicina, giurisprudenza, ingegneria,materie umanistiche o tecniche aCosenza, Catanzaro e Reggio Calabria. Eallora, dato che ci sono, è giusto che iragazzi studino in Calabria. In questomodo le spese si abbassano di molto e,soprattutto, i giovani stessi imparano adamare questa terra, a rimanere qui.Abbiamo carenza di medici? Allora dob-biamo formarli e farli restare qui, nonimportarli da fuori, e lo stesso dicasi per gliingegneri e gli avvocati. Dobbiamo poi col-mare il cosiddetto “analfabetismo euro-peo”, ovvero la capacità di intercettaretutti i Fondi che la Comunità Europeadestina alla Calabria, preparando dei tec-nici che conoscano a menadito questerealtà. Negli ultimi anni abbiamo riman-dato indietro oltre 980 milioni di fondi che

avremmo potuto utilizzare. Possiamoaccettare di continuare così? Per questoabbiamo creato, a proposito di POR, queigiorni di confronto: per aprire dei tavoli econdividerli con professionisti che possa-no capire l’importanza dei progetti futuri.Lei è anche un giornalista, cosa pensadella nostra professione, oggi?Non me ne vorranno i giornalisti, ma c’èuna stampa che serve e una stampa che“serve”. A me piace la stampa che serve,che grazie a Dio ancora esiste, anche se època.Ha tenuto per tutto il tempo un rosario inmano. Lei crede?Profondamente e ringrazio Dio ognisecondo. Ho sempre con me delle reliquieimportanti di una futura santa, sorella diSanta Teresa di Lisieux, santa particolareperché si chiama Leonie Martin, ed eraautistica. Con lei sto imparando a riflette-re e faccio riflettere chi me lo chiede sul-l’importanza dell’attenzione su quellafascia di umanità che noi consideriamoinutile, dannosa o un disagio. Ritengo chela santità sia ovunque e in chiunque. Poiporto con me le reliquie ex corporis dimamma Natuzza, che ha avuto un ruoloparticolare all’interno della mia famiglia.

A COLLOQUIO CON NINO SPIRLI

ATTUALITÀ

Il vicepresidente e assessore regionale alla cultura Nino Spirlì, ospitedella serata inaugurale del Bicentenario dei Greci di Calabria, svoltasila scorsa settimana a Gerace, ci ha concesso un’intervista all’interno

della Chiesa di San Francesco d’Assisi. Al centro della nostrachiacchierata, il valore della cultura nel nostro territorio, ma anche la

volontà di cambiare la percezione della nostra terra all’estero, laquestione della legalità e il mondo del giornalismo.

“«La Calabria habisogno di più librie meno social»

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- 08 Oggi non dovremmo avere nostalgia né della gerarchia

ecclesiastica né dell’apparato del PCI, eppure l’evoluzionesocio-politica di questo paese ha portato queste realtà asvuotarsi completamente dei propri significati originari,confondendo i confini delle aree politiche e rendendolemeri strumenti di potere. È proprio adesso, dunque, chebisognerebbe rimettersi in cammino e andare nei luoghi

degli ultimi del mondo in nome della Libertà.

Il tradizionale (e attesissimo)programma del

FerragostoBianchese ha subitoun’ovvia battutad’arresto per

rispettare le normeanticovid emesse dalgoverno e ancora invigore. La comunitànon ha comunquerinunciato allatradizione,

svolgendo, comeconsentito dalleprescrizioni, il

consueto programmareligioso che harappresentato, inqualche modo, un

vero e proprio ritornoalle origini.

Sulla porta della mia casa paterna c’era una picco-la effigie in bronzo con la mano del Papa benedi-cente quasi per annunciare ad ogni visitatore le ideedi chi ci abitava.La Religione Cristiana rappresentava l’alfa e l’ome-ga nella vita della famiglia.Le pareti erano contese dal sovraffollamento diimmagini sacre e il Crocefisso rigorosamente collo-cato su ogni letto. Il Cristianesimo era il pane quo-tidiano .Il pane quotidiano degli esclusi e di quanti non ave-vano protettori in Terra se non Cristo.E, a ogni tornata elettorale, a casa mia, si recitava iltriplo Rosario invocando la protezione dellaVergine contro la possibile avanzata dei miscreden-ti “socialcomunisti”.Quando votai la prima volta ero già da qualchetempo un militante del “partito” e, tra i “dirigenti”provinciali dei giovani del PSIUP ma, soprattuttoero un convinto ed entusiasta organizzatore degliscioperi contadini che combattevo con la ferrea cer-tezza di difendere la parte migliore di una grandeciviltà che stava per essere uccisa e sostituita colpensiero unico del consumismo.Quel giorno ,entrai con entusiasmo nella cabinaelettorale.Aprii la scheda e, quando mi trovai dinanzi allafalce e martello disegnata sul Globo, avvertii un ter-remoto nelle mie carni che riportava in superficieuna parte di me con cui avrei dovuto fare i conti.Tutto il “passato” mi ritornava alla memoria e sicontorceva nel mio cervello come se improvvisa-mente fossi stato avvolto dalla rapide poco primadella cascata.Non saprei dire con precisione cosa mi passò per latesta in quei lunghi istanti, ma ricordo perfettamen-

te che curvai leggermente le ginocchia e poi feci ilsegno della Croce. Quindi, rimettendomi dritto,contrassegnai con decisa fermezza il simbolo con lafalce e il martello.Ho raccontato l'episodio perché consapevole delfatto che la mia vita politica non è stata un facile"salire e scendere su una luccicante scala di cristal-lo”, ma un continuo travaglio tra dubbi e sbanda-menti. E, tuttavia, rivendico il percorso dal

Cristianesimo popolare, inteso come speranza dilibertà e di uguaglianza, al “comunismo", portandocon me quegli stessi valori che avevo maturato nellaprima giovinezza.Oggi non ho nostalgia né della gerarchia ecclesiasti-ca né dell'apparato del PCI. Soprattutto non mimancano i rispettivi riti e le agiografie dei dirigenti.Mi pongo però il problema di cosa fare per non but-tare al macero i valori che non possono morire

senza causare una regressione della civiltà.Noi stiamo per perdere la nostra libertà e le parolefraternità e uguaglianza sono diventate autentichebestemmie. A ciò si aggiunga la colonizzazionedella Calabria trattata come una colonia e un’encla-ve criminale."Destra" e "Sinistra" non sono la stessa cosa e nonhanno la stessa storia… ma sono diversi solo nellamisura in cui sono portatori di valori alternativi siapure in una cornice di confronto e reciproco rispet-to. Soprattutto sul piano personale.Se la destra rappresenta "i sazi", la sinistra deve rap-presentare gli esclusi, gli emarginati. I criminalizza-ti.Se la destra è sinonimo di "ordine costituito" la sini-stra è portatrice di un nuovo ordine "senza servi nésignor". Senza guerre e né oppressor.Quando invece destra, sinistra e centro sono solostrumenti per una lotta di mero potere - e oggi losono- chi ha una modesta storia alle spalle, ma scrit-ta sulle proprie carni, non ci può stare.Testimonianza? E testimonianza sia!È così senti il bisogno di riprendere lo zaino erimetterti in cammino.E ovunque c'è da impegnar-ti per le tue idee, lì è il tuo posto. Da Platì a Reggio,da Polsi all'ospedale di Locri. Dalle carceri a Riace.Accanto ai nuovi esclusi, agli eterni perdenti, ai cri-minalizzati, agli ultimi del mondo.È se non c è l’esercito, combatti con chi è dispostoa farlo anche a costo di formare una "banda" che èsempre migliore degli eserciti regolari. Non ci sonopoltrone da conquistare e non c'è alcuna vittoria aportata di mano.Solo una marcia in salita in nome della Libertà.

Ilario Ammendolia

Un "Ferragosto Bianchese",quello di quest’anno, all’insegnadei cambiamenti. Come tutte lealtre feste di paese, anche questaè stata “stravolta” nelle sue tra-dizioni a causa delle normativedi sicurezza anti Covid-19.Bianco, rinominata da sempreper i fuochi pirotecnici sull’ac-qua, che concludono ogni annoin bellezza i festeggiamenti inonore della Madonna diPugliano, si è vista costretta, inquest’estate 2020, a rinunciarealla caratteristica festa che dasempre l’ha contraddistinta. Congrande sacrificio e dispiacere, icittadini bianchesi e non hannodovuto rinunciare ai tanto attesie seguiti fuochi d’artificio. Èstato infatti necessario sospen-dere tutte le feste di paese ondeevitare di creare assembramenti,prevenire ulteriori disagi egarantire dunque maggiore sicu-rezza per tutti. Decisioni neces-sarie che hanno interrotto, per laprima volta dopo decenni moltidegli eventi in onore dellaMadonna di Pugliano, la festapiù importante e significativa perla cittadina. La festa diFerragosto per eccellenza. Unafesta dedicata prima di tutto aifedeli, ma che non ha mai smes-so di sorprendere e attirare a séturisti e curiosi di tutto il mondo.Bianco, capitale dei fuochi d’ar-tificio della Locride, è stata ingrado per anni di affascinarecentinaia e centinaia di persone

da ogni dove. In rispetto però, ditutte le norme di prevenzionepreviste dalle autorità compe-tenti, il Ferragosto bianchese si èvisto costretto a privarsi di ciòche per anni è stato motivo diorgoglio e vanto. Pare che le ori-gini di questo evento religiosorisalgano a molto tempo fa,quando addirittura degli immi-grati pugliesi, stabilitisi successi-vamente a Pardesca, una piccolafrazione di Bianco, hanno porta-to con sé un dipinto dellaVergine Maria. La popolazionedi Pardesca difatti, ha ancoraoggi il diritto di custodire pressola propria chiesa, durante unbreve periodo dell’anno, solita-mente dalla prima domenica dinovembre a quella tra Natale eCapodanno, il dipinto di MariaSS. di Pugliano. Una tradizione eun’usanza che l'estate bianchese2020 tenta di non fermare perallietare comunque con eventi dimusica e intrattenimento le sera-te di festa. Le celebrazioni nonmoriranno del tutto nemmenoquest’anno, comunque, perchése è vero che la festa è stata piùpovera sotto alcuni aspetti, èstata di certo più ricca e profon-da per altri. Una Festa diversa inonore della SS. Vergine diPugliano, ma un con un ritornoalla fede. Una fede vera, fatta diessenziale.

Carmelina Nicita

Ferragosto Bianchese 2020:ritorno alla fede vera

Croce, falce e martello…e sempre Libertà

Gli Amici della Pinetachiedono a Santelli di intervenire per il Ponte sull’Allaro

Dopol’articolo diRosario

Condarcuripubblicato la

scorsasettimana sul

nostrosettimanale, ilgruppo che èsolito riunirsinei pressi delMunicipio diSiderno ha

volutorivolgere unbreve appello

allaPresidente

della Ragioneper chiedereche i lavorivenganoaccelerati.

E poi dicono che l’Italia è tutta uguale, che tra Nord eSud non ci sia differenza… Ma quando mai! Il Sud, inmodo particolare la Costa Jonica, è davvero la ceneren-tola d’Italia. Sono cinque anni che la mancanza di unponte (quello sul torrente Allaro, attraversamento di soli180 metri) ha isolato le cittadine dell’intera zona dallaCapitale e dal Nord! Hanno tentato di sostituire il pontecon rimedi alternativi, a cominciare con le corse sostitu-tive degli autobus che passano da Rosarno che, tuttavia,pare che non sempre arrivino, se è vero che la notte delloscorso 20 settembre uno stimato professore ha dovutofare l’autostop! Al Nord, in questo frangente, si costrui-sce invece un ponte di oltre 1.000 metri, una grandeopera disegnata da un grande architetto che non ha nullaa che fare con l’ignoto costruttore dell’operetta che noiancora attendiamo. E solo grazie alla perspicacia diRosario Vladimir Condarcuri, sulla Riviera, settimanaleedito a Siderno, il “fatto non fatto” torna a far notizia! ASiderno, alcuni esponenti degli “Amici della Pineta”,gruppo che da ormai da diversi anni si riunisce nell’areaverde al nord del Municipio per discutere liberamente dipolitica e altro, prendendo a cuore il destino del pontesull’Allaro rivolgono umilmente alla nostraGovernatrice Jole Santelli, data la sensibilità dimostrataper il bene dei cittadini calabresi, la richiesta di interve-nire autorevolmente per porre termine a questo annosoe terribile disagio. Speriamo di poter rivolgere a Lei unsentito grazie di cuore ogni volta che passeremo sulPonte sull’Allaro.

B.G.

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Incontriamo il consigliere Regionale RaffaeleSainato proprio a cavallo di Ferragosto.Nonostante il caldo afoso la politica non va invacanza, è il caso di dirlo. Lo facciamo a qualchesettimana dall’avvio della concertazione per lanuova programmazione dei Fondi Comunitari2021/2027, che apre per la Calabria un ventagliodi nuove opportunità. C’è da ricordare che laregione, tra fondi comunitari e nazionali, avrà adisposizione 5 miliardi di euro per ridisegnare ilvolto del territorio e guardare al futuro con gran-de ottimismo. «Si tratta di un’occasione imperdi-bile per incidere in maniera efficace sullo svilup-po economico e sociale della Regione- sottolineasubito il consigliere eletto nella Locride, fortedell’esperienza di amministratore locale e attentoconoscitore dei problemi e delle risorse dell’am-bito reggino in particolare. - Un’opportunità cheandrà rafforzata con interventi e azioni mirate adeterminare un reale benessere per tutta la col-lettività calabrese puntando su innovazione,infrastrutture e semplificazione delle procedureburocratiche.»Come definirebbe oggi la sua presenza in ForzaItalia, partito in cui è da poco transitato dopo lasua elezione in Consiglio Regionale?Provengo da una scuola politica che fonda le suebasi nel movimento cristiano e, quindi, in ForzaItalia. Una formazione da cui mai mi sono sepa-rato e con la quale oggi vado a rinsaldare obietti-vi politici e programmi. Forza Italia è un partitoche riconosce e condivide l’impegno per i dirittiumani e l’iniziativa personale, sostenitore di unindividualismo moderato, che trova limiti nonsolo nell’incontro con la libertà altrui, ma anchecon la società stessa. Personalmente nasco in unascuola che crede nella politica fatta di confronto,mediazione e discussione democratica, attenzio-ne per il raggiungimento dell’accordo per ottene-re il risultato finale. Dunque, è stato un ritornoalle mie radici politiche più profonde.Ritiene che gli incarichi ricevuti in ConsiglioRegionale la mettano in condizione di incideresulle numerose emergenze della nostra regione?Si, certamente. Ricordo che sono stato eletto allapresidenza della Commissione “Riforme”, rico-pro l’incarico di Segretario della Commissione“Sanità, attività sociali, culturali e formative” esono componente della CommissioneRegionale Antimafia. Quindi, sin da subito, hopreso a occuparmi di problematiche molto sen-tite dal territorio. Innanzitutto, comeConsigliere, ancor primadi ricevere l’incaricolegato alla presiden-za della 5ªCommissione, hodepositato una pro-posta di legge cheoggi risulta quantomai importante,quella per il riequili-brio della rappresen-tanza di genere, cheintende al più prestoporre la RegioneCalabria tra gli ambitiistituzionali rispettosidel principio comuni-

tario volto a realizzare la promozione della paritàtra donne e uomini nel processo decisionale. Sitratta di un adeguamento più volte sollevato nellascorsa legislatura da più parti politiche e larga-mente atteso dalla cittadinanza, nonché sollevatoin un recente invito ufficiale dalla Presidenza delConsiglio dei Ministri. In questo senso incide laproposta che ho protocollato lo scorso 8 lugliodopo aver sentito la Presidente Jole Santelli,anche lei molto sensibile e interessata alla tema-tica. Una proposta che intende introdurre nuovemisure per il riequilibrio della rappresentanza digenere nel sistema elettorale calabrese adeguan-dolo alle istanze sociali emergenti e ai principilegislativi nazionali ed europei.Cosa prevede di nuovo la sua proposta?In poche parole si prospetta, al fine di promuove-re la parità di accesso tra donne e uomini allecariche elettive, che in ciascuna lista circoscrizio-nale, a pena di inammissibilità, nessuno dei duegeneri possa essere rappresentato in misura supe-riore al sessanta per cento del numero dei candi-dati; in caso di quoziente frazionario si procedeall’arrotondamento all’unità più vicina. Neltesto, inoltre, si rafforza il concetto che ovesi preveda, nelle liste circoscrizionali,l’espressione di due preferenze,esse debbano riguardare can-didati di generi diversidella stessa lista, penal’annullamento dellaseconda preferenza.Quando lei parladi emergenze delterritorio vi èanche ilr i l a n c i odei bor-ghi e deipiccoli

comuni di cui la regione è ricca?Sì. Proprio su questa opportunitàla Commissione Riforme stalavorando alacremente perla predisposizione di unaproposta di legge per ipiccoli comuni, chetramuti in praticalegislativa la leggenazionale per lavalorizzazione deicomuni con menodi 5.000 abitanti.Una legge chepreveda unPiano regionaleper il rilanciodei piccoli bor-ghi, con inter-venti per il recupe-

ro, lariqualifica-zione dei

centri storici e la promozione degli alberghi diffu-si. Il progetto di legge prevedrà sostegni al pro-cesso di ammodernamento informativo e digitaledei piccoli comuni. Si prevedono agevolazioni tri-butarie in materia di Irap a favore delle nuoveimprese costituite dopo l’entrata in vigore dellalegge. Quindi il sostegno ai prodotti agricoli,agroalimentari nonché artigianali tipici locali, aipercorsi enogastronomici e alle iniziative checoncorrono ad accrescere la sostenibilità ambien-tale; la salvaguardia dell’ambiente e tutela dellabiodiversità, anche attraverso la valorizzazionedei biodistretti. Il lavoro, che sarà costruito sen-tendo il territorio e gli stakeholder, verrà ripresosubito dopo le ferie agostane. Il dialogo concerta-tivo sarà alla base per costruire il testo definitivodella legge e rappresenterà un’opportunità perdisegnare un reale rilancio anche dell’area locri-dea, ricca di piccoli borghi, densi di storia e beniartistici ma per lo più abbandonati dai propri abi-tanti e bisognosi di rilancio turistico, economico eantropico.Tra le emergenze della Locride, però, non possia-mo dimenticare la sanità e i trasporti…Il problema sanità oggi è quanto mai centrale.Non mancherò di attivarmi per realizzare unacompiuta risposta all’emergenza sanitaria e all’o-spedale della Locride, struttura che necessita diun effettivo rilancio. Sarà mio primario interesseoperare a stretto contatto con la Presidente JoleSantelli per interessarla alla vicenda dell’ospeda-le Spoke della Locride, affinché possa infonderesull’argomento tutta la necessaria attenzioneanche da parte della Giunta Regionale; del restoè innaturale e inaccettabile che un bacino di uten-za di 140.000 abitanti possa essere dirottato perimpellenti esigenze mediche su Polistena oReggio Calabria. Proprio sui trasporti siamo allavoro, poi, con l’Assessore DomenicaCatalfamo, per la predisposizione di un piano

per la provincia di Reggio Calabria, chepresto vedrà il varo. Un rallentamentoimprevisto è stato purtroppo causato dal

crollo dell’auditorium Callipari e dallachiusura anticipata dei lavori inConsiglio Regionale, ma a breve siriprenderà l’azione amministrativa,naturalmente dopo la pausa estiva.Per concludere, non posso tralascia-re l’impegno, da me consideratofondamentale, per la legalità e latrasparenza, che, insieme al presi-dente della Commissione DeCaprio e agli altri componentistiamo profondendo contro ilfenomeno della ‘ndrangheta,della corruzione e dell’illegalitàdiffusa.

RaffaeleSainato “Ecco i passi che voglio compiere

per cambiare la Calabria”

IPNonostante l’approssimati del Ferragosto e i

numerosi impegni istituzionali, questa settimanaabbiamo incontrato il Consigliere Regionale Raffaele

Sainato che, come Presidente della CommissioneConsigliare Riforme, segretario della CommissioneSanità e componente della Commissione regionaleantimafia, delinea alcune proposte legislative che

risponderanno alle emergenze di innovazione erilancio della nostra Regione.

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UNA EDIZIONE SPECIALE

La XL edizione di “Rumori Mediterranei” sarà imperniata sul tema del ritorno alla vita e ai concerti dal vivo, comerecita “Back to life- back to live”, il titolo che si è deciso di assegnare alla rassegna, e avrà uno specifico taglio stori-co-culturale nelle location scelte come sedi dei concerti: il Teatro al Castello di Roccella; l’area di scavi dell’anticaLocri Epizefiri; il Museo Archeologico di Monasterace e il Teatro Romano di Marina di Gioiosa. Di grande caraturalo spessore artistico, con un insieme di eccellenze forse unico nella sua storia. Molti i musicisti che proverranno dageneri diversi come la canzone d’autore, l’opera, la musica etnica, il rock, il funk e il rap. La XL sarà, quindi, un’edi-zione speciale in formato “Extra Large” e si presenterà come un concentrato di “musica totale”, con il jazz generedominante, come nella migliore tradizione del Festival. Saranno 18 i concerti e l’originalità del programma sarà garantita da ben sei produzioni; in una ricorderanno i 50anni dell’Isola di Wight, poi a seguire il percussionista Toni Esposito, un concert/reading di Franco Arminio, la con-taminazione “Verdi e Mister Puccini in jazz” di Cinzia tedesco, il passato del Festival nelle fotografie di Pino Ninfae il sassofono di Francesco Cafiso e una all-star italiana guidata da Giovanni Tommaso per celebrare i 40 anni delFestival. Un altro tratto di originalità sarà quello di Renzo Arbore e Brunori Sas che daranno una specificità ai loroconcerti di Roccella, rispetto ai loro tour estivi.Molte le celebrità presenti, quindi: Renzo Arbore, Rossana Casale, Mariella Nava, Grazia Di Michele, TonyEsposito, Antonio Faraò, Giovanni Imparato, Max Ionata, Cinzia Tedesco, Franco Arminio, Flavio Boltro, ClaudioCojaniz, Giancarlo Schiaffini, Seamus Blake, Famoudou Don Moye, Gabriele Coen, Antonello Salis, Hamid Drake,Francesco Cafiso, Giovanni Tommaso e Brunori Sas.

Vincenzo StaianoDirettore Artistico Rumori Mediterranei Jazz Festival

27/08: Prof. Domenico De Masi“Lo sviluppo culturale di una comu-nità: l’esperienza di Ravello”;

28/08: Dott. Giorgio Sotira “Ripartire dalla cultura per laripresa del Paese”

29/08: Prof. Alessandro Bianchi“Costruire la città attorno alla cul-tura”

27-28-29 AGOSTO PRESSO LARGO COLONNE RITA LEVI MONTALCINI ALLE ORE 19.00INCONTRI AL TRAMONTO CON...

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Cara maestra Angela, ci hai lasciato per sempre - silen-ziosa e riservata come hai vissuto - ma resterai neinostri cuori, per il grande amore profuso e ricambiato,per le doti di generosità, di tolleranza, di pazienza, perla dedizione alla famiglia e alla scuola.Sei stata moglie e madre esemplare, amica affettuosa,maestra di nozioni e di vita - Donna di Fede e di Carità- non negavi mai aiuto ai bisognosi, che hanno sempretrovato in te un sostegno e un confronto - un consiglio,un sorriso nella tristezza - in un’epoca di analfabeti-smo, nelle zone più povere e abbandonate, hai portatoi primi rudimenti di sapere.Negli anni ’50, quando il maestro nelle sedi più disagia-te era quasi l’unico collegamento con il mondo ester-no, ti prodigavi soprattutto per i più poveri e spesso lamattina ti recavi a scuola portando pane - scarpe evestitini smessi (tutti i bambini all’epoca nelle frazioniraggiungevano la scuola a piedi, a volte scalzi e senzamerendina).Durante le lezioni ti dedicavi maggiormente ai menodotati, che avevano bisogno di aiuto per capire, perché- dicevi - i più intelligenti hanno già ricevuto un dono.Chi ti ha conosciuto ti ha amata, i tuoi alunni - cheanche da adulti definitivi “i miei scolaretti” - ti hannoaffidato i loro figli, riconoscendoti come maestra bravae affettuosa.So che hai chiesto ai tuoi figli di portare con te le loroletterine piene di affetto e di gratitudine - a riprova diquanto ci hai amato e di quanto ti abbiamo amato.Il Signore ne terrà certo conto.Ti porterò sempre nel cuore, cara maestra - e spero cheda lassù continuerai a vegliare sui tuoi “scolaretti”.Grazie per i tuoi insegnamenti - Grazie di tutto.

Un’alunna

Un ricordodella mia maestra

In ricordo della Maestra Angela

Carissima maestra,Siamo così giunti al termine dei cin-que anni passati insieme, in cuiabbiamo imparato tante cose, abbia-mo giocato, parlato, siamo stati insie-me. Venticinque vispi bambini…monellucci, che vi han fatto dispera-re, ma che (al 100%) vi hanno volu-to davvero bene. Presto ci separere-mo, ma vi ricorderemo tutti conaffetto, perché siete stata la nostraprima maestra, ci avete curato comeuna seconda mamma, per cinquelunghi anni. Siamo cresciuti sotto ivostri occhi, ricorderete infatti chequando siamo arrivati, non sapeva-mo se 1+1 facesse “4” o “6”. Lagrande pazienza che avete avuto haconfermato in noi che la scelta difare la maestra è accompagnata dallavocazione. Come si può non volerebene ad una donna gentile, educata,affettuosa e paziente come voi? Glianni della scuola elementare sonoquelli che più si ricordano nella vira,in quanto sono i primi anni di scuoladi un bimbo. Noi non sappiamocome potervi ringraziare, ci vorrebbeuna statua d’oro zecchino e più per

voi, ma abbiamo pensato a un minu-to pensierino che vi faccia lo stesocapire il nostro grande affetto versodi voi e il grande dolore che cicosterà lasciarvi. Speriamo, quindi,che ciò vi piaccia, e vi auguriamobuon proseguimento con le classifuture, sperando ancora che ognitanto vi ricordiate della 5ªG 1976-’81. E anche, se con la scuola ele-mentare, se ne va in noi una partepiù bella della vita, non vogliamosalutarvi con un Addio, ma con unsemplice…Arrivederci!Maria Teresa Caiazzo, Ilaria Simona

Carlino, Martino RicuperoGiusy Futia, Sandra Belvedere

Anna Futia,Gisella MuiàGiuseppe Tropea, Alma Multari

Vincenzo Baggetta, Raffaella Barlieri,Antonio Ceravolo, Giuseppe De Leo,Davide Cherubino, Aurelio Panetta,Enzo Carrozza, Massimo Cavallo,,

Gabriella Bruzzese, Giuseppe Cataldo,Alessandro Ciprioti, Patrizia Cilea,Enzo Dibrogni, Settimio Bizzantini,

Domenico Corsario,Rita Romeo

Il nostro è solo un arrivederci

Questo spazio è riservato a te. 1200 bat-tute per lamentarti o complimentarticon noi, fare segnalazioni, raccontarcile tue esperienze, potrai inviarci foto

degli scorci del tuo paese o video se haiun talento nascosto. Saremo lieti dirisponderti pubblicamente, daremo

voce al tuo pensiero e ti daremo visibil-ità sui nostri social.

Sii parte integrante di questa realtà

Bellezze e rovine hanno da sempre rappresentato l’identità della Calabria. Scrive Vito Teti:“Se il paesaggio naturale, la vita quotidiana, le vicende e le memorie degli uomini sono con-trassegnate da rovine, qual è il pensiero endogeno sulle stesse?Bisogna tenere presente come nella percezione locale delle rovine entrano in gioco lo sguar-do esterno e le elaborazioni colte… È necessario distinguere tra rovine del passato e rovinedel presente. Rovine della natura e rovine degli uomini. Rovine del tempo e rovine dovute aincuria…”Quando esprimiamo le nostre valutazioni sul Bello e sul Brutto lo facciamo con riferimento auna sensibilità estetica e a una formazione culturale che, essenzialmente, (non) abbiamo con-seguito con lo studio, con le dimensioni relazionali e nelle comunità socio-territoriali in cuiabbiamo vissuto. Poniamoci due domande: la Bellezza è oggettiva o soggettiva? Che cos’è l’e-sperienza estetica? Sono domande che meritano risposte importanti e questa non è la sedeadatta.Chi ha commentato negativamente la scelta della foto del pontile di Siderno effettuata dallacompagnia aerea low-cost EasyJet per promuovere il nostro territorio l’ha fatto, a mio avviso,perché non possiede soprattutto gli strumenti necessari per un primo tentativo di decodifica-zione delle opere culturali, che non implica l’essere comunque d’accordo, ma solo farlo conun minimo di consapevolezza e conoscenza delle tendenze artistiche.Del resto anche la critica, diciamo ufficiale, non ha la verità in tasca; esprime anch’essa giudi-zi di valore soggettivi, ma con il supporto di “pensieri forti” tanto più interessanti quanto piùriescono a rappresentare intenzionalmente tante “verità” sconosciute anche agli stessi Autori.Oggi il web consente a ognuno di noi di “fare il critico”, una tendenza che ha rimescolato carteche non è scontato debbano essere per forza truccate.Comunque è bene anche ricordare che strutture come il pontile, la fabbrica di Saline o i paesiabbandonati possono essere utilizzate come set cine-televisivo, con il conseguente apportoeconomico delle troupe e di un movimento cine-turistico che ogni anno muove più di 100milioni di cineturisti in tutto il mondo.

Le opinioni espresse sul web in merito alle scelte artistiche sono dettate, spesso, da un’impul-sività che, a mio avviso, nasce anche dalla poca frequentazione della Storia dell’Arte, antica emoderna, in primo luogo perché si studia poco e solo in alcune scuole, mentre andrebbe stu-diata, con metodi diversi, fin dalle elementari, in tutte le scuole, comprese le tecnico-profes-sionali, perché i beni culturali stimolano il sentimento di Bellezza, la sensibilità estetica e sonoparte fondamentale dell’Identità italiana.Se però la nostra reazione di fronte a opinioni “fuori norma” è di definirli “scemi più scemi”non li aiutiamo, anzi rischiamo di aggravare una situazione già compromessa. Non sto pero-rando la causa del politicamente corretto verso chi esprime “pensieri deboli” (“non ci sonofatti, ma solo interpretazioni”), ma sto sottolineando la necessità che tutti indistintamenteabbiano la possibilità di essere messi nelle condizioni di esprimere giudizi e valutazioni incampo culturale e artistico su riferimenti culturali acquisiti in primis in ambito scolastico.Coniugando, con gusto e sapienza, il popolare con il colto, altrimenti si rischia di emarginareuna fetta importante della società italiana.Purtroppo la Storia dell’Arte è stata sottoposta, dalla riforma Gelmini in poi, a una continuostillicidio di proposte e controproposte che ha segnato il culmine con la sciagurata dichiarazio-ne del Ministro Bonisoli, che avrebbe abolito la Storia dell’Arte perché al liceo gli sarebberisultata noiosa. Viene da pensare che la politica non gradisca dei cittadini consapevoli di esse-re parte di un Patrimonio inestimabile, dei cittadini con una intelligenza creativa libera dalledipendenze politiche, preferendo persone che possano essere manovrate secondo dettamipolitici prettamente elettorali. Finché arriva un illuminato Direttore degli Uffizi, il quale, capi-ta la tendenza a-culturale della politica italiana, per sensibilizzare i giovani alla frequentazio-ne dei Musei, ha chiesto a Chiara Ferragni di influenzare i giovani all’Arte. Una scelta condi-visibile, ma che denota ancora più il disinteresse della politica per la formazione artistica deicittadini a partire dalle scuole.

Giovanni Scarfò

Riceviamo e pubblichiamola riflessione di un nostro

lettore in merito alla secondapolemica scatenata

involontariamente daEasyJet nel promuovere ilnostro territorio attraversouno scatto del Pontile di

Siderno. Rispondendo allalettera di Ercole Macrì

pubblicata a pagina 3 del nº32/2020, Giovanni Scarfòindica nelle persone che

hanno gridato all’abominionon gli “scemi più scemi”

del web, ma i figli naturali diuna politica che ha

destrutturato in manieraselvaggia la scuola.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO UNA SERIE DI ARTICOLI IN RICORDO DI ANGELARICUPERO IERACI, SCOMPARSA DA QUALCHE MESE, MAESTRA ENCOMIABILE E CITTADINA BENEMERITA.

Il Pontile di Siderno e le scelteinfelici della politica italiana

Addio, mamma adorataCi ripetevi spesso i versi dei sepolcri “Solchi non lascia eredità d’affetti poca gioiaha dell’urna”.Tu ci hai lasciato grande eredità d’affettie un patrimonio di valori che ci accom-pagneranno sempre.Grazie per la tua dolcezza – per la tuariservatezza – per latua affettuosa attenzione.Grazie per averci guidato con l'esempioe non con le parole.Grazie per i valori che ci hai trasmesso –per le tue doti di bontà e di umiltà – perla tua disponibilità e per la tua genero-

sità.Grazie per la fiducia che hai riposto innoi – speriamo di non averti delusa.Grazie per averci dato il tuo amore gran-de e incondizionato.Grazie per esserci stata accanto sempre,in ogni circostanza, nella gioia e nel dolo-re e per averci messo sempre al primoposto.Grazie per essere stata la nostra.Amatissima, unica, speciale, insostituibi-leMamma

I tuoi figli

Ho appena appreso una notizia davvero triste. Èscomparsa la mia cara vecchia maestra del perio-do delle scuole elementari. È scomparsa la mae-stra Angelina Ricupero, in Ieraci, mamma deldott. Gianni e della notaia Franca Ieraci. Di tantoin tanto ancora andavo a trovarla. Il viso era rima-sto quello di sempre, certamente, invecchiando, simoltiplicavano le rughe, ma la dolcezza e l'espres-

sione era rimasta uguale a trenta, quaranta annifa. Era la mia maestra buona. Più che maestra mifaceva da mamma a scuola, le raccontavo tantestorie e Lei si divertiva ad ascoltarmi con l'espres-sione di chi ascoltava delle cose serie e importan-ti. Mi spiace tanto, perché non posso neancheandare al funerale, ma, appena terminato questotriste periodo, andrò a trovarla nella cappella della

sua famiglia, al cimitero di SidernoSuperiore. Ciao cara Maestra, Tiricorderò sempre con molto affettoe grande Amore. Carissima mae-stra, ti ringrazio di avermi sempreviziato, sopportato e insegnato la

dolcezza e la tenerezza. Poiché amo molto lamusica, ti dedico un brano dolcissimo, in omaggioalla tua dolcezza e alla tua tenerezza, con l'augu-rio che anche il tuo lungo viaggio sia dolce e tene-ro – Riposa in pace.

Antonio Caccamo

La dolcezza dell’espressione dalla maestraRicupero è rimasta sempre la stessa

Scuola serale

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www.larivieraonline.com Rstoria16

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Durante i suoi anni di carcere, fra TommasoCampanella vantò diversi discepoli che, ignorando le

accuse di eresia che venivano a lui mosse, furonodisposti ad ascoltarlo per arricchire il proprio

patrimonio di conoscenza. Tra essi figurò Fra PaoloPiromalli, di Siderno, membro dell’ordine

domenicano che seguì le orme del proprio maestro,con quale instaurò anche un rapporto epistolare che

testimonia la reciproca stima tra i due.

Fra Tommaso Campanellae Fra Paolo PiromalliTommaso Campanella, nonostante i processisubiti, le persecuzioni e i 27 anni di carcere, ebbevari discepoli che volentieri ascoltarono la suavoce, il suo pensiero e i suoi insegnamenti, alcunidei quali recandosi e sostando dinanzi alla cella incui era rinchiuso dentro Castelnuovo a Napoli perascoltare le sue lezioni.Tra i discepoli che Campanella ebbe nel corsodella sua vita si annoverano Marco AurelioSeverino di Tarsia, Pietro Giacomo Failla,Vincenzo de Via, il salentino Andrea Peschiulli,Mario Schipano di Taverna, il suo compaesanoGiovan Battista Contestabile, Gregorio Costa,Iacopo di Gaeta, fra' Tommaso Guiscardo, fra'Tommaso Pignatelli, fra' Paolo Piromalli diSiderno.In merito ai rapporti tra Piromalli e Campanella,tutti e due facevano parte dell'OrdineDomenicano.Paolo Piromalli, nato a Siderno tra il 1589 ed il1590, entrò come novizio nel convento domenica-no di San Giorgio Morgeto, dove vestì l'abito nel1607; nel 1612 si spostò nel convento di SorianoCalabro, in cui si istruì anche nelle lingue orienta-li e, nel 1614, fu testimone dei miracoli fatti dal-l'immagine di San Domenico.Successivamente passò nel convento di SanDomenico Maggiore di Napoli. Nella capitale delRegno ebbe tra i suoi precettori Nicolò AntonioStelliola e conobbe per la prima volta fra'Tommaso Campanella, che si trovava imprigiona-to dopo la fallita rivolta del 1599.Con ogni probabilità fra' Paolo, con la scusa diportare conforto a fra' Tommaso, si recò più voltea Castelnuovo, dove da dietro le sbarre della cellain cui era rinchiuso ascoltava i discorsi e le “lezio-

ni” di filosofia razionale e di teologia che fra'Tommaso teneva segretamente a un gruppo disuoi discepoli.Questa prima frequenta-zione tra fra' Paolo e fra'Tommaso durò proba-bilmente dal 1621 al1624.Piromalli, dopo averfatto ritorno inCalabria, dove nel 1628fondò il conventodomenicano diSiderno, nel 1629 con-seguì la baccalaurea e,divenuto baccelliereintorno al 1631, fuchiamato a Roma dafra' VincenzoCandido, priore delconvento domeni-cano di SantaMaria sopraMinerva, comeinsegnante deinovizi, essendo let-tore di filosofia.A Roma incontrònuovamente fra'T o m m a s oCampanella cheviveva “loco carce-ris” proprio all'interno del convento diSanta Maria sopra Minerva.L'amicizia e la stima che fra' Paolo nutriva neiconfronti di fra' Tommaso Campanella crebbe nei

tre anni di coabitazione all'interno del conventodella Minerva e lo stesso fra' Tommaso, fidandosidi fra' Paolo, suo confratello e conterraneo cala-

brese, gli affidò i 29 libri dellaTeologia, comeegli stesso attestònel De LibriisPropris, nel qualesi legge: “Unesemplare com-pleto dell'interaopera (Teologia)l'ha avuto fratePaolo Piromalli,mio discepolo”.Nel 1632 fra' PaoloPiromalli partì allavolta dell'Armenia,inviato dallaC o n g r e g a z i o n eGenerale diPropaganda Fide, inqualità di protomis-sionario apostolico.Anche dall'Armeniafra' Paolo dimostrò uncerto legame conCampanella, tanto cheappena giunse gli inviòdue lettere, una datata22 aprile 1632 e l'altra 6maggio dello stessoanno. Nella prima letteraesordisce così: “Molto

reverendo padre maestro Campanella, salute.Martedì santo a 23 hore entrassimo il territorio di

Naccevan quando subito si vide nella parteaustrale, da dove noi venivamo, formarsi unosplendore poco meno del sole e durò quanto ilsole. Siamo arrivati a Ciauc a 4 hore di notte.Mercordì avvisai monsignore, che sta mezza gior-nata distante, et cominciai il coro e la scola latinacon 4 figlioli che trovai in convento, li quali nell'af-fetto d'imparar dimostrano essere voluntà di Diol'institutione del colleggio latino. [...] Non ho cartaper scrivere alla sacra congregatione et al padrevicario generale et vorrei; potete far l'uffitio conquesta a tutti e presto de novo scriverò. Pregateper me a Dio.Da Ciauc li 22 d'aprile 1632Di vostra paternità molto reverenda affettuosissi-mo fr. Paolo Pyromallo.”Da parte sua, fra' Tommaso, anche dopo la fugain Francia, continuò a seguire e informarsi sull'at-tività e i successi del suo confratello e discepoloPaolo Piromalli, rallegrandosi del suo operato,come dimostra un passo della lettera inviata il 14marzo 1638 da Parigi a monsignor Ingoli, nellaquale, tra l'altro, si legge: “Mi rallegro de le operebuone che fa il Piromalli mio discepolo e ringra-zio Vostra Signoria de li favori che li fa. Ma sap-pia Vostra Signoria che in Roma ci son personeposte in dignità, di tal invidia e rancore, che piùpresto desiderarebbero ch'il Piromalli si facesseturco e io con gli altri miei discepoli eretico, piùpresto che sentire il bene che noi facciamo allaSanta Chiesa; ma Domenedio ben presto giudi-carà di loro, e noi restaro come oro purgato nelfuoco in grazia di Dio e di Santa Chiesa.”

Domenico Romeo

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Lunedì, 17 agosto, alle ore 21:30, pressola Corte del Comune di Locri, organiz-zata in sinergia tra l'Università PopolareArtInMovimento e il Comune di Locri,vi sarà la presentazione del volume“Come cavalcare spiritualmente la pan-demia” (Edizioni Psiche 2), appenauscito e da poco distribuito.Annunziato Gentiluomo presenterà, inmodo inedito, la sua quarta creaturaproprio nella sua terra e lo farà facendoriflettere i presenti su come sia statopossibile per lui vivere il lockdown inmodo resiliente, trasformativo e proatti-vo, non subendolo e cadendo in formedepressive o lasciandosi paralizzaredalla paura. Approfondirà, difatti, lefondamenta della didattica olistica espe-rita durante la DAD, le relazioni inter-personali al contempo occasione di cre-scita e cartina tornasole indicante doveognuno si colloca da un punto di vistaevolutivo, e della preghiera.«Nel libro si raccontano tre mesi di vita“speciali” - afferma Christian Bertello,editore del volume. - L’aggettivo scelto èsicuramente il più idoneo a descriverel’arco temporale a cui ci si riferisce cheha rappresentato, per certi versi, un pri-vilegio, un’occasione, per compiere unsalto coscienziale. Da questa lettura tra-sformativa nasce il titolo caratterizzatodal verbo “cavalcare” associato all’av-verbio “spiritualmente” e collegato altermine pandemia. AnnunziatoGentiluomo parla, ricorrendo spesso aun magnifico lirismo, di come in questo

periodo sia cambiata la sua vita e la suacarriera professionale, passando attra-verso i suoi contributi in diversi canaliFacebook, del senso della preghiera,leitmotiv per lui di tutto il periodo, dellasua vasta produzione poetica, delle rela-zioni ai tempi del Covid-19 e del signifi-cato di un amore che ha costellato illockdown e che si è concluso con la suafine.»«In questo volume non mi sono adden-trato nelle questioni epidemiologiche emediche relative al Covid-19 e tantomeno a rintracciare l’origine del virus oeventuali complotti internazionali aquesto inerenti - precisa Annunziato

Gentiluomo. - Ho raccontato la miachiamata al servizio, legata al fare e altrasformare in risposta a una situazionesenza precedenti, considerando gli ulti-mi cinquant’anni della nostra storia. Dalì è stato un continuum di creazioni, sco-perte, rapporti e sinergie. E c’è statospazio anche per l’amore, linfa travol-gente che, abbinata al mio naturaleentusiasmo, ha dato vita a una magiadirompente che ha nutrito i cuori dimolti e fatto compagnia. Una luce,costellata di bellezza e speranza, nell’o-scurità… Ho messo “in nuce” le fonda-menta di quella che ho battezzato comedidattica olistica, partendo dalla miaesperienza della DAD con i bambinidella 3ª classe della Scuola Primaria, hoevidenziato nuovi modi per accompa-gnare le persone nel proprio percorso diconoscenza personale, ho parlato dellerelazioni ai tempi del Covid-19, diArtInMovimento web radio, del ruolodei social network e della preghiera,potente antidoto a quanto si stava viven-do. Nella narrazione, a tratti autobio-grafica, animata dal concetto di antifra-gilità, ho proposto una peculiare visionedell’esistente e dei cardini del percorsospirituale, approfondendo in particolarel’ascolto interiore, il dialogo conl’Assoluto, il perdono, gli incontri kar-mici e l’importanza delle relazioni nel-l’evoluzione individuale. Un testo com-plesso, scritto su ispirazione, dove final-mente ho preso la parola su argomentisu cui rifletto da anni; un volume arric-

chito dai contributi preziosi di R. CraigHogan, Kai Felix Mügge, Anna MariaWauters-König, Johann NepomukMaier, Jutta Belle, Drusilla Angelotti,Bruno Pepe, Gabriele Gandola, MarcoLuzzatto Regina Zanella e DamianoTriglione; e dai vissuti e dalle riflessionidi Mario Guerra, Vincenzo D’Amato,Vixia Maggini, Luisa Renzo, ElisaCoscia, Cesare Zanoni, Marily Santoro,Giancarlo Comella, Letizia Padovan,Christian Benvenuti, Alberto Zerbini,Maura, Cesare, Gilda, ElisabettaPezzini, Riccardo Violante, EvelynMeuren, Silvana Zoratti, UmbertoScocchieri, Oscar Simonetti, MonicaComin, Gianni Cannariato e GraziellaCostantini (Gayatri).»Un testo corale, costellato di emozioni emagnifiche storie, che ci guida in unalettura multidimensionale e particolaredi un momento che, dolente o nolente,ha segnato la nostra vita e che scriveràpagine della storia attuale.Il volume “Come cavalcare spiritual-mente la pandemia” è acquistabile sullepiattaforme online Amazon e Il giardi-no dei libri e, a Locri, presso l’Edicolè divia Marconi, la sede dell’UniversitàPopolare ArtInMovimento di via Foggiae il Bar Scocchieri di via Roma.Un libro da non perdere, un’occasioneper riflettere e per sostenere un autore-giornalista locrese che stimiamo da annie apprezziamo per le sua versatilità e lasua intelligenza.

lr

Domani sera, lunedì 17 agosto, presso la Corte delComune di Locri, si terrà la presentazione del

libro di Annunziato Gentiluomo “Comecavalcare spiritualmente la pandemia”, saggioautobiografico in cui il giornalista locrese parladi come ha affrontato il lockdown senza subirlo,

né cadendo in forme depressive o di paralisidettate dalla paura che potessero condizionarne

la vita. Un libro da non perdere, che doneràgrandi spunti di riflessione sul momento attuale.

Roberto Napoletano ha alzato la voce a più riprese peresortare il pubblico e indirettamente l’intero popolomeridionale a prendere coscienza delle gravi ingiustizieche i governi italiani hanno compiuto e compiono con-tro il Mezzogiorno, con la sola esclusione, a suo dire,degli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, in cui la Cassa delMezzogiorno funzionò egregiamente sotto la guida illu-minata di Gabriele Pescatore e Pasquale Saraceno e ildivario nord-sud si era attenuato. Il noto giornalista hapresentato con passione il suo ultimo libro, “La grandeballa” (La nave di Teseo edizioni), al Circolo Polimenidi Reggio Calabria, ospite del Rhegium Julii.Attraverso la consapevolezza che è il Settentrione asfruttare il Sud, ha affermato l’autore, la gente deverivendicare e organizzare una lotta contro la dis-eguaglianza e per l’emancipazione. L’ospite ha denunci-ato l’inerzia e la scarsa qualità dei politici meridionali,che non difendono la propria terra e non si unisconoper rivendicare i diritti negati. Suggerisce di scegliere irappresentanti non sulla base delle loro parole ma suifatti concreti che compiono. Da molti anni il Sud è spar-ito dall’agenda politica nazionale e la spesa pubblicacontinua a privilegiare il Centronord, che ha minorenecessità di ulteriori servizi e infrastrutture, mediante iperversi meccanismi della spesa storica, delle premialità

e con lo storno dei finanziamenti destinati al Meridione.Lo scrittore non è l’unico intellettuale che denuncia lostorico divario che inizia con l’Unità d’Italia e continuacon la complicità dei partiti di destra e di sinistra, ma hail merito di attualizzare e riportare all’attenzione del-l’opinione pubblica la mai risolta questione meridionaleanche attraverso i media. Uno degli studiosi più docu-mentati che confrontò lo stato delle finanze prima edopo l’Unità, era stato Nitti, che si autocensurò quandoricoprì alti incarichi di governo. In tempi recenti NicolaZitara, l’eretico e incazzato meridionalista di Siderno,aveva abbandonato la sinistra perché al Sud faceva soloparole per ottenere consensi mentre al Nord si prodiga-va a favore delle cooperative, delle imprese e dei lavo-ratori toscopadani. Dopo aver denunciato la grave con-dizione di colonia interna e constatato la mancanza divolontà dello Stato, dopo un secolo e mezzo e mezzo, disviluppare il Mezzogiorno, Zitara era approdato al sep-aratismo. Napoletano propone una via diversa, nel-l’alveo dello stato unitario e dell’Unione Europea, lottaper costituire un movimento di opinione che incidasulla politica e che, attraverso l’utilizzo delle risorsemesse a disposizione dall’Europa a seguito della pan-demia, orienti lo stato imprenditore a realizzare al Sudcon procedure d’urgenza l’Alta Velocità, le reti di con-nessione rapida a internet, il ponte sullo Stretto, grandiporti, ospedali e altre infrastrutture che creerebbero ilcontesto utile allo sviluppo economico. Ha parlatoinoltre della necessità di attuare delle buone riforme,tra le quali quelle della giustizia e del codice degliappalti, e ha auspicato il ritorno delle grandi aziendestatali. Si è soffermato sul grave errore che è stato lacreazione delle regioni e il trasferimento a esse di moltecompetenze come la sanità. Questi enti sono corrotti,costosi e inefficaci centri di spesa. Lo scrittore ha com-piuto una analisi attenta e propone un progetto validoper sfruttare la congiuntura e fare ripartire il Sud, tut-tavia occorre chiedersi se i politici avranno l’intenzionee le capacità di portarlo avanti o se i finanziamentieuropei a fondo perduto che necessitano di investimen-ti validi, rendicontazione e tempi rapidi di attuazioneverranno persi mentre quelli in prestito innalzeranno ildebito pubblico senza portare i benefici sperati.

Giuseppe Gangemi

Un saggio per denunciare“La grande balla”

AvemmariaAvemmarìa, chjìna di grazzî,

Prego ogni sera quando vado a lettouscito fuor di triboli e strapazziche ancor mi si aggrovigliano nel petto.

‘u Signuri è cu Tia

Ci sono volte in cui vorrei sfogarmi:“Perché càpita a me quest’angheria?Perché la vita mi vuole sempre in armi?”

ammenz’a tutti ‘i fìmmani

In fondo, aspiro solo a vivere tranquillo,accetto di buon grado la sconfitta,potere e soldi non mi danno assillo.

Tu sî la Benaditta

Quel che non posso avere non vagheggio,color che son modesti porto a eroie di pregi non miei giammai mi fregio.

e Benadìttu esti Jesu, ‘u Fìgghju toi.

Ma, poi, mortificato, mi domando:“Ho, forse, avuto mai freddo d’inverno?Ho conosciuto il bisogno? Se sì, quando?”

Santamarìa, Mamma du Patratèrnu,

Oltre quel che hanno appreso di Ugolino,di fame i miei figli non sanno né di stenti,e con la sedia a rotelle non scalano il gradino.

prega pe’ nui ca simu malagenti

Nessun di loro porta il peso sul cuoredella sofferenza di quelli che noi amiamoe lo strazio per l’altrui dolore.

mo’ e ‘nto mumentu chi ndi licenziàmu.Invade, intanto, il torpor l’anima mia,e senza cognizione sereno mi addormento.E così sia.Amen.

Sergio M. Salomone

È stato presentato questasettimana il libro di

Roberto Napoletano cheriflette sulla questione

meridionale e scredita laconvinzione ancora

diffusa che il Sud vivasulle spalle del Nord. Sitratta di un saggio che

non si limita adanalizzare e denunciare lasituazione socio-politica

meridionale, ma anche adavanzare una propostaconcreta di sviluppo diquesta stessa realtà,

indicando la strada dapercorrere

(preferibilmente in tempibrevi) per costruire un

futuro migliore.

Nunzio Gentiluomo ci spiega come “cavalcare spiritualmente” la pandemia

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R16 AGOSTO - 21 storiewww.larivieraonline.com

l’uomo che conosceva il significato della coerenza

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DIRETTORE EDITORIALEROSARIO VLADIMIR CONDARCURI

HANNO COLLABORATOGiuseppe Romeo, Orlando Sculli, Mario Nirta, Serena Iannopollo,Rosalba Topini, Arturo Rocca, Francesco Rao, giuliano zucco,

Bluette Cattaneo.

Direttore responsabile ROCCO LUCIANO MUSCARI

IN REDAZIONEJacopo Giuca

PRESIDENTE ONORARIOILARIO AMMENDOLIA

Un altro uomo che ha lasciato un’impronta aSiderno, del quale ancora oggi tutti ricordano lesue gesta, è stato Giuseppe Errigo. Nato aSiderno Superiore il 9 febbraio 1933 da Angelo,vigile urbano e da Elisabetta Gentile, sin dallatenera età ha vissuto in un ambiente in cui si per-cepiva l’odore della cultura. Lo zio MicheleGentile, infatti, è stato il primo ad aprire unalibreria in città. Così Giuseppe è cresciuto cir-condato dai libri e maturando la convinzione chefosse fondamentale studiare non tanto pertrovare un buon lavoro quanto per afferrare laconoscenza, l’unico mezzo in grado di renderel’uomo veramente libero. Questa convinzione loha portato a diplomarsi al Liceo Classico diLocri e ad iscriversi alla Facoltà diGiurisprudenza a Messina, per poi laurearsi aPalermo. Durante gli anni del liceo incontròquella che sarebbe diventata la donna della suavita, Mimma. Lei però, non ne voleva sapere diquel ragazzo anticonformista, sofferente alleregole. Il destino, però, aveva già deciso che i

due si incontrassero all’Università, doveGiuseppe avrebbe inventato ogni scusa per poterparlare con quella deliziosa ragazza. Dopo aver-le regalato un’edizione de “Il dottor Zivago” ede “Il Gattopardo”, Mimma si innamorò diquesto giovane intraprendente e, nel 1962, con-volarono a nozze. Dalla loro unione, fatta diamore, confronto e dialogo, sarebbero nati duefigli: Angelo ed Elisabetta. Dopo la laurea ingiurisprudenza non pensò di intraprendere lacarriera di avvocato, ma quella di insegnante. Fu,infatti, professore di materie giuridiche ed eco-nomiche nelle scuole del territorio, in ultimoall’istituto Tecnico Commerciale “Marconi”. Lasua passione era anche la politica: militò da gio-vane nel PSI e, nel 1957, si iscrisse al PCI. Fu seg-retario della camera del lavoro dal 1972 al 1975e, dal 1976 al 1980, segretario del partito,Consigliere Comunale di Siderno dal 1975 al1989 e provinciale dal 1980 al 1990, membrodella segreteria di zona dal 1978 al 1981 e delcomitato federale dal 1977 alla svolta operata da

Occhetto. È stata una persona determinata, cheparlava sempre chiaro e con sincerità, anche acosto di farsi dei nemici. È stato un padre che hainsegnato ai propri figli, oltre che ad avere fidu-cia in se stessi, la correttezza morale e l’onestà ead essere sempre consapevoli delle loro azioni.Diceva che l’eredità più bella da lasciare ai pro-pri ragazzi fosse una testa che funzionasse. Eraun uomo che amava tantissimo la vita, quando siammalò affrontò la malattia con coraggio, comeun uomo che ha creduto sempre nella medicina,nell’uomo e nei propri affetti. Ogni sera salutavai suoi figli e i suoi nipoti non essendo sicuro diesserci ancora l’indomani. È stato coerente finoalla fine, non desiderando mai una conversionealla quale non credeva. È morto il 23 novembre1998, l’allora sindaco Domenico Panetta gli hadedicato. qualche anno più tardi, una piazza aSiderno Superiore.Giuseppe Errigo è stato un uomo che ha vissutola vita che voleva, ha seguito i suoi principi e nonsi è mai tirato indietro nelle battaglie decisive

che ha incontrato, anzi le ha affrontate con unagrande forza morale. Ha lasciato testimonianzadel suo pensiero in numerosi scritti:“Protagonisti del Novecento Jonico 1 e 2”,“Lotte popolari in Calabria nel dopoguerra”,“La Locride, Società, Politica ed Economica”,“Dalle tensioni sociali alla fuga del proletariatoin Calabria”, “La Locride tra programmi disviluppo e insuccessi”, “Partito ComunistaJonico dal Congresso di Livorno alla nascita delP.D.S.” inoltre, ha collaborato con la rivista“Quaderni Calabresi” e “Filo Rosso”; con i peri-odici “Calabria oggi” e la “Voce del Popolo”.Senza dubbio gli uomini come lui sono immor-tali, perché la morte non può nulla contro leazioni e i ricordi, può solo arrendersi. Tuttaviamancano tanto, soprattutto oggi, quando sembrache la coerenza, i valori e la fede politica nonesistano più, ma sono stati surclassati da un igno-bile opportunismo.

Rosalba Topini

Giuseppe Errigo,

Cresciuto in un ambiente culturalmente, ricco,Giuseppe Errigo è sempre stato convinto che

l’unico mezzo in grado di rendere un uomoveramente libero fosse proprio la conoscenza.

Laureato in giurisprudenza, ha dedicato la suavita all’insegnamento e alla politica, meritando

ancora oggi di essere ricordato da tutti i cittadinidi Siderno per la forza d’animo e la coerenza

dimostrate nell’arco della sua intera esistenza.

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AGO

STO

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Trenta anni d’amoreI migliori auguri a Francesco Caridi e MimiValensise, che in questi giorni compiono 30 anni dimatrimonio ispirandoci parole sentite e volute.Come giornale, infatti, abbiamo imparato adapprezzare Francesco, sicuramente una delle piùraffinate penne del Meridione, mente lucida e sem-pre pronta a spendere una degna parola per tutti,buona o brutta non importa, ma sicuramente diquel livello che lui solo sa trasmettere.

Gerace nel cuoreA Gerace, durante la prima serata del Bicentenariodei Greci di Calabria, abbiamo rivisto con piacere ilcaro amico Francesco Spanò, che in questa bellafoto posa in compagnia del sindaco GiuseppePezzimenti mentre le ombre della sera si allunganosu Piazza delle Tre Chiese.

Sinistra, destra e centro Detta cosi sembra un titolo di un film, ma nonostan-te la vecchia amicizia tra Pierpaolo Zavettieri,Francesco Macrì e Salvatore Galluzzo, l’unica diffe-renza è rappresentata dall’area politica di riferimento,soprattutto se pensiamo che restano comunque tregrandi combattenti che sperano un giorno di vivere inuna Calabria migliore.

Turismo in quantitàMario Diano e Nicodemo Vitetta, due esperti di turi-smo che non hanno certo bisogno di ulteriori pre-sentazioni, si preparano a mostrare il loro profilomigliore in compagnia di questa modella in vistadell’imminente sfilata di abiti ispirati alle nostre piùaffascinanti opere archeologiche.

Eravamo giovani e belliOgni tanto ci si incontra e si ricordano i beitempi. Il nostro Rosario Condarcuri posaassieme a Pino Giancotti e Pietro Tarziaricordando delle feste a cui partecipavanoinsieme da quando avevano 15 anni. Oggi,che di anni ne hanno qualcuno in più,vanno a cena nei ristoranti… ma semprecon la stessa voglia di divertirsi.

I fortunatiA volte si lavora tutta la settimana e, inpochi minuti, devi rimandare qualchearticolo alla settimana successiva perun motivo qualsiasi. Dando ovvia prece-denza a ciò che non si può rimandare,spesso la scelta ricade sui pezzi di cul-tura ed è così che, la scorse settimanasi sono salvati i pezzi sui libri diVincenzo Cataldo e Rocco Romeo men-tre altri due hanno subito il naturale slit-tamento.

Pensione in ComuneDante Cusato, dopo moltianni di servizio, lascia ilComune di Siderno e si godefinalmente la meritata pen-sione. Anche se a vederlosembra sempre giovane, ilnostro Dante ha maturato lecondizioni per lasciare adaltri il proprio indispensabileincarico.

Colazione al bar RivieraAbbiamo “pizzicato” Pietro Capogreco eVincenzo Gioffrè durante una meritata pausacaffè al bar Riviera di Locri. Il modo ideale dicondividere con noi un pensiero: ci dicono,infatti, che siamo la loro coscienza, il filo che licollega alla loro terra, la voce della Locride cheascoltano quando sono fuori.

Corse caloroseAgosto non spaventa i fitwalker della Locride che,nonostante la canicola, “divorano” la SS 106 sottoil sole cocente e trovano il modo di continuare asorridere. In questa foto, infatti, Ivan Leotta posain allegria con il “Maestro” e leader del FitwalkingFausto Certomà.

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Se qualcuno prova a dirvi che in Calabria non c’è cul-tura ditegli allora di visitare il Teatro Greco Romanodel Parco Archeologico di Locri Epizefiri. Ogni anno,durante il Festival “Tra Mito e Storia”, in quell’anticosito archeologico che sin dal IV secolo a.C. ospita unteatro, si mettono in scena opere drammatiche. Qui iclassici possono essere apprezzati nello scenario per ilquale erano stati originalmente pensati, sotto le stelle,circondati da antiche rovine e alberi di fico, in mezzoad un pubblico estasiato. Qui si può veder prenderevita alle basi stesse della cultura occidentale.La rappresentazione della scorsa settimana di “EdipoRe” non è stata un’eccezione, e ha reso piena giusti-zia alla lunga tradizione drammatica della Calabria.Lo rielaborazione di Sofocle, diretta da BernardoMigliaccio Spina e messo in scena dagli allievi dellaScuola Cinematografica della Calabria, è ambientatanel contesto contemporaneo di una famiglia Rom,

una decisione che rende più vivo il mondo di Sofocle.È una realtà fatta di pastori e lotte di strada, spessotrasformata in un grigio rituale o in uno spazio disu-mano. Sul fondo del palcoscenico, la casa di Edipo èdiventata una roulotte. Lì davanti, i suoi figli passanoil tempo a giocare a carte e litigare. Quanto a Edipo(Salvatore Galluzzo), porta una canottiera bianca ejeans aderenti, mentre Giocasta (AnnalisaGiannotta) sfoggia un bikini provocante e Tiresia(Mariachiara Spatari) inforca un paio di occhiali dasole. Tutti parlano con un forte accento, sia esso slavo,gitano o sardo.“Edipo Re” è un’opera difficile da portare in scena.Quando la tragedia di Sofocle inizia i fatti che conta-no sono tutti già accaduti, affidando così il peso deldramma alle rivelazioni dei vari informatori che sal-gono sul palcoscenico. Abbiamo così a che fare conun’azione drammatica al limite della monotonia, uni-direzionale e inevitabile, basata sull’attesa dolorosache Edipo raggiunga la tragica consapevolezza delproprio destino. Tutto ciò fa una bella differenza conle veloci trame create dal cinema di consumo hol-lywoodiano per venire incontro ai gusti di noi contem-poranei. Nonostante “Edipo Re” sia un drammaintellettuale e gli attori fossero preparati per lo scher-mo, piuttosto che per il palcoscenico, la loro abilitànel disimpegnarsi con una considerevole quantità dimonologhi si è dimostrata notevole. Le sequenze didanza, poi, con cui vengono ravvivati i cambi di scena,sono apparse originali e in grado di aggiungere unascintilla di umorismo alla cupa visione sofoclea. Ladecisione di inserire momenti di humour e di allegge-rire così, qua e là, il dramma, senza tuttavia deridernela base tragica, è stata chiaramente apprezzata dalpubblico.Con questa produzione la Scuola Cinematograficadella Calabria dimostra non solo di essere all’altezzadella tradizione drammaturgica della regione, maanche di poterla rilanciare offrendo al pubblico la ver-sione di un classico che lo faccia sentire vicino, senzaperò perderne di vista l’originale contesto storico.

Václav Paris

“Storia della Baronia di Mammola” è il titolo dell’ultimo saggiopubblicato da Maria Caterina Mammola con le EdizioniPromocultura di Gerace.L’autrice, sulla scorta di molti documenti inediti, ha tracciato unquadro di tre secoli di baronia, tra eventi notevoli, personaggi diogni ceto sociale, vita economica e religiosa, pagine d’archivio.La prima presentazione del libro è avvenuta a Mammola, nellamaestosa chiesa matrice, dove svolse la missione parrocchiale ilfiglio del barone Lorenzo Spina, cioè Vincenzo Spina, nominatoprimo Arciprete di Mammola dal Vescovo di Gerace DomenicoSculco, con bolla del 5 febbraio 1681, come annota l’autrice neltesto.L’Amministrazione di Mammola, il Centro Studi Nicodemei e ilParroco hanno voluto riprendere dopo mesi di inattività socio-culturale determinata dal Covid 19 – le attività culturali, presen-tando il suddetto testo storico.Saluti e ringraziamenti sono stati espressi dal Sindaco StefanoRaschellà, dal parroco Antonio Mazzà, e dal Presidente CentroStudi Pino Agostino, che ha coordinato gli interventi: ha relazio-nato Antonio Longo, ex sindaco di Mammola, studioso attentodi documenti che riguardano il paese natio, uno dei borghi piùantichi della Locride, non solo illustrando il libro della Mammolaper la complessità di notizie ivi riportate e per la gradevolezzadell’esposizione, ma anche aggiungendo osservazioni su altridocumenti storici che precedono l’autonomia feudale diMammola iniziata dal 1540, sganciandosi da casale di altri feudi.Ha dunque allargato la visione della storia di Mammola soffer-mandosi su documenti di vari periodi, dai tempi bizantini a quel-

li dei Normanni e federiciani, e poi ad angioini e aragonesi: docu-menti che testimoniano la vita del borgo accanto a due monaste-ri importanti, cioè quello di San Nicodemo e di Santa Barbara(l’antico San Fantino di Pretoriate, passato poi a Santo Stefanodel Bosco e quindi alla Certosa di Serra San Bruno).Molto seguito dal pubblico è stata poi la relazione di VincenzoCataldo, autore di molti testi storici, docente universitario edeputato di Storia Patria per la Calabria, che ha tracciato il per-corso feudale di Mammola sotto il profilo economico e ammini-strativo, ricordando allo stesso tempo le diverse fasi di sviluppo.Sotto questo aspetto, un fatto è evidente: l’aumento demografi-co nel paese dal ’600 all’’800, assieme a quello lavorativo e finan-ziario, messo in rilievo dal Catasto Onciario del 1754. Mammolaera allora il centro più popoloso della Locride. Cataldo ha spa-ziato oltre con riferimenti ad altri paesi, alle colture agricole, aitrasporti, all’artigianato, all’istruzione, alla struttura feudale vistacome forma politico-amministrativa dell’epoca, con i suoi agenti,erari, affittuari, censi, obblighi, oneri…, e poi alla Cassa Sacraall’indomani della catastrofe sismica del 1783.Argomenti importanti, che il relatore non ha approfondito oltreper dare spazio a eventuali commenti e interrogativi dal pubbli-co.Ha proseguito l’autrice, prima con i ringraziamenti e poi rispon-dendo a osservazioni del pubblico o dialogando su alcuni argo-menti, come i rapporti tra il barone e la chiesa, due poteri impor-tanti che a Mammola cominciavano a manifestare contrasti, spe-cialmente nel ‘700.I baroni a Mammola hanno dimorato poco o nient’affatto: al loroposto si sono affermate per censo, per cultura, per impulsicostruttivi, le famiglie di vari ceti sociali, che hanno saputo coglie-re opportunità economiche non solo ampliando ricchezza e pote-re, ma anche mandando a studiare i propri figli al Seminario oall’Università di Napoli. Il patriziato locale era allora un ceto pri-vilegiato accanto al baronale.Tra gli intervenuti con osservazioni specifiche ricordiamo UgoVerzì Borgese, scrittore di Rosarno che per primo ha scritto unopuscolo sugli scrittori di Mammola, Arturo Nesci di ReggioCalabria, cavaliere dell’Ordine di Malta e noto studioso di aral-dica e Vincenzo Marvasi di Locri, che ha pubblicato l’anno scor-so in un grosso volume tutto il Catasto Onciario di Mammola del1754.Il libro ha suscitato molto interesse e non sono mancati compli-menti ed elogi all’autrice, che continua con le sue ricerche archi-vistiche a osservare e portare alla luce eventi, problemi e figuresignificative dei secoli passati.

È stato presentato lascorsa settimana algrande pubblico

“Storia della Baroniadi Mammola”, saggio

con il quale MariaCaterina Mammolapresenta documenti

inediti utili a fare lucesu tre secoli di storiadel proprio paese. La

presentazione,svoltasi alla chiesa

matrice di Mammola,ha visto la parteci-

pazione di importantistudiosi del nostro ter-ritorio, intervenuti adarricchire il dibattito.

Un saggio per fare lucesulla storia di Mammola

Cultura

POESIA

Figghjoli mei chi ppreju stamatina,pedalijandu supo u lungumari.Appena arbisci, Sidernu è cchiglia i prima,comu a na vota, chi ssi faci amari.

Ma poi m'abbertu ca chista passijataè nto canteri apertu i ferru e cimentu.Avundi mi giru Sidernu è smindicata,ca natura no sbagghia, ca ndavi usupravventu.

Ccà di putighi, bar e stabilimenti‘ndavi a ogni passu, non capi cchjù nnenti.Cosi normali d’ogni fini i stati,c’arriva u cuntu da nostra civirtati.

Na vota di Sidernu si sapìach’era nu hjuri ppoiatu sup'o mari.Non c'era pacciu chi potìa cridirica pe bellezza si potìa appattari.

Mò ieu non sacciu cchiù chi t'imbattìu,Sidernu mia, non sacciu chimmu penzu.N'ta ddui hjumari restasti assulicata,senza riparu e a nuda scumbogghjiata.

Stu gruppu ‘nta gula vogghiu u spocu,ma restu ‘mbelatu davanti ad ogni locu.Non pozzu cchjù vidiri cosi storti,nto paisegliu meu tradutu a morti.

Era nattu u destinu i stu paisi,riccu i profumu, d'arti e d'omani valenti.Mò rijettati e ad ogni locu offisi,all'occhi i tanti, simu menu i nenti.

T'’abbrazzu mmò Sidernu a mani chini.Non m'accuttentu cchjù i sti restatini.Ripigghju a bricichetta, rifazzu natta strataca nostargia ‘nto' cori du tempu di na vota.

LA TERRA DI SIDERNO

Gente, che meraviglia, stamattina,pedalare sul nostro lungomare!Appena albeggia, Siderno è come primacome una volta, che si fa amare.

Mi accorgo poi che questa passeggiataè un cantiere aperto di ferro e di cementoDa ogni parte Siderno è rovinata,la natura non sbaglia, prende il sopravvento.

Qui di botteghe, bar e stabilimentice n’è ad ogni passo, poco spazio e niente.Ma è normale, agli sgoccioli d’estate,ecco il conto della nostra civiltate.

Di Siderno una volta si dicevache era un fiore poggiato sul mare,non c’era matto che credere potevache la sua bellezza era da confrontare.

Non so cosa ti sia accaduto,Siderno mia, non so più che pensare.Tra due fiumare resti solitariasenza riparo, nuda all’aria.

‘Sto nodo in gola ora vorrei sciogliere,ma resto basito in qualsivoglia locoNon posso più vedere cose contorte,nel paesello mio tradito a morte.

Era un altro il destino del paese,ricco di profumi, di arte e di persone valenti,ripudiate ora e in ogni dove vilipeseagli occhi di molti, siamo inconsistenti.

Ti abbraccio, Siderno, a piene mani,non m’accontento più delle illusioni.Riprendo la bicicletta, cambio strada,la nostalgia nel cuore del tempo passato.

Martin

A terra i SidernuDedicata aiSidernesi di untempoche hanno vissutomomenti di grandebellezzain un luogo… indimenticabile.

La scorsa settimana, nell’ambitodel Festival del Teatro Classico“Tra Mito è Storia”, è andata inscena la prima di “Edipo Re” diBernardo Migliaccio Spina, cheha avuto per protagonisti i bravi

attori della ScuolaCinematografica della Calabria.Una stupefacente rivisitazione

del classico greco che hadimostrato le capacità e i talentiche la Calabria vanta in campo

culturale.

Calabria maestra di cultura“Edipo Re” a Portigliola

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