Quindicinale della DIVI DISTRIBUZIONE GRATUITA NNO N.09 ......G l ivn tdg u m 15 giorni raccontati...

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CON DIVI DERE Quindicinale della Diocesi di Mazara del Vallo ANNO X N.09 DEL 13 MAGGIO 2012 DISTRIBUZIONE GRATUITA LA MAFIA RESTITUISCE IL MALTOLTO I l tempo ha la prerogativa di smorzare i toni e i colori anche degli eventi che in modo assai marcato hanno segnato la nostra vita. Venti anni fa, il 1992 fu l’anno delle stragi di Capaci e di via D’Amelio che insanguinarono Pa- lermo, ma quel sangue si sparse sull’intero Paese e, anzi, ne travalicò i confini. A Capaci furono assassinati Gio- vanni Falcone, la consorte Francesca Morvillo e gli uo- mini della scorta; in via D’Amelio furono trucidati Paolo Borsellino e la sua scorta. «Sono un giornalista siciliano. Mi oriento forse meglio di qualcun altro nel mondo della politica (senza dover frequentare troppo i politici) proprio perché siciliano». Lo dice Corradino Mineo, diret- tore di Rainews24. Mineo è origi- nario di Partanna, ha studiato a Palermo e poi le esperienze da giornalista nel mondo. Editoriale Vent’anni dopo, per non dimenticare continua a pagina 2 di monsignor Domenico Mogavero a pagina 7 L’intervista Corradino Mineo, cronista europeo con le radici trapiantate in Sicilia Servizi alle pagine 4 e 5 In questa foto: Filippo Azzarito durante la vendemmia della legalità sul fondo di con- trada Fiumelungo a Salemi (Firreri) D al 20 maggio a Salemi si cele- bra il secondo Festino in onore di San Nicola, patrono della città. Tra le iniziative il pellegrinaggio di fedeli alla statua del Santo in piazza Alicia e il passaggio del simu- lacro in tutte le chiese del paese. A conclusione del festino la proces- sione accompagnata dalla banda musicale “A. Favara”. a pagina 3 Il Festino A Salemi si festeggia il santo patrono Dal 20 una settimana di iniziative Viaggio nei beni confiscati gestiti dalla Fondazione San Vito-Onlus

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Quindicinale dellaDiocesi di Mazara del ValloANNO X N.09 DEL 13 MAGGIO 2012 DISTRIBUZIONE GRATUITA

LA MAFIARESTITUISCEIL MALTOLTO

Il tempo ha la prerogativa di smorzarei toni e i colori anche degli eventi chein modo assai marcato hanno segnato

la nostra vita. Venti anni fa, il 1992 fu l’anno delle stragidi Capaci e di via D’Amelio che insanguinarono Pa-lermo, ma quel sangue si sparse sull’intero Paese e, anzi,ne travalicò i confini. A Capaci furono assassinati Gio-vanni Falcone, la consorte Francesca Morvillo e gli uo-mini della scorta; in via D’Amelio furono trucidati PaoloBorsellino e la sua scorta.

«Sono un giornalista siciliano. Mioriento forse meglio di qualcunaltro nel mondo della politica(senza dover frequentare troppo ipolitici) proprio perché siciliano».Lo dice Corradino Mineo, diret-tore di Rainews24. Mineo è origi-nario di Partanna, ha studiato aPalermo e poi le esperienze dagiornalista nel mondo.

EditorialeVent’anni dopo, per non dimenticare

continua a pagina 2

di monsignor Domenico Mogavero

a pagina 7

L’intervistaCorradino Mineo, cronista europeocon le radici trapiantate in Sicilia

Servizi alle pagine 4 e 5

In questa foto: Filippo Azzarito durante lavendemmia della legalità sul fondo di con-

trada Fiumelungo a Salemi (Firreri)

Dal 20 maggio a Salemi si cele-bra il secondo Festino in

onore di San Nicola, patrono dellacittà. Tra le iniziative il pellegrinaggiodi fedeli alla statua del Santo inpiazza Alicia e il passaggio del simu-lacro in tutte le chiese del paese. Aconclusione del festino la proces-sione accompagnata dalla bandamusicale “A. Favara”.

a pagina 3

Il FestinoA Salemi si festeggia il santo patronoDal 20 una settimana di iniziative

Viaggio nei beni confiscatigestiti dalla Fondazione San Vito-Onlus

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duen.09-13maggio2012www.diocesidimazara.it

Mc 6,30-44 apre la cosiddetta “se-zione dei pani”. Tornati dalla mis-sione (cfr Mc 6,7-13) i Dodiciraggiungono Gesù e si riuniscono at-torno a lui. Cercano quell’intimitàche fonda il discepolato e il compitoarduo dell’annuncio del Regno; cosìinfatti recita Mc3,14: “Ne costituìDodici perché stessero con lui e permandarli a predicare”. Il nostro testosi sofferma particolarmente sulla te-nerezza di Gesù per i suoi: “Venitein disparte, voi soli, in un luogo de-serto, e riposatevi un po’” (v. 31).Ma la folla li raggiunge. La tene-rezza del Signore per i discepoli siestende e si traduce in commozione ecompassione per la gente: erano“come pecore che non hanno il pa-store” (v. 34). È una compassioneche svela non solo un sentimentoumano ma pure, o forse soprattutto,la misericordia, l’amore sconfinatodi Dio per gli uomini. Non hannocibo, osservano i discepoli. Lo “starecon lui”non si risolve in un’intimitàsterile, ma apre il cuore all’amoreprofondo per gli uomini. Da ciò unnuovo mandato di Gesù: “voi stessidate loro da mangiare” (v. 37a).Possedevano non ricchezze di vi-vande, ma una piccola quantità delcibo dei poveri, il pane e i pesci. Quelgesto d’amore è capace di sfamare lafolla: non è solamente del cibo mate-riale che ha bisogno, ma del “pa-store”, di colui che può guidare allapienezza escatologica, la sola capacedi saziare definitivamente. Ma c’èaltro. Gesù ordina ai discepoli “difarli sedere tutti, a gruppi, sull’erbaverde. E sedettero a gruppi di cento edi cinquanta” (vv. 39-40). È possi-bile intravvedere qui la comunitàecclesiale: la folla anonima assumeun volto di chiesa - cui Gesù regala iDodici come pastori - resa una daquella comunione generata dal ci-barsi del medesimo pane, il Corpo eil Sangue del Signore risorto. “Iosono il pane vivo, disceso dal cielo. Seuno mangia di questo pane vivrà ineterno e il pane che io darò è la miacarne per la vita del mondo” (Gv6,51). Donaci, Signore, di questopane!

Attentati spettacolari che non dovevano lasciarescampo né alle vittime designate, né alla coscienzadei cittadini: una lezione esemplare e definitiva che

la mafia pensava di impartire alle istituzioni e all’opinionepubblica per essere padrona del campo e, perciò, libera dioperare le sue nefandezze di violenza e illegalità. Chi vissequei giorni ricorda il clima di pesantezza, di smarrimento edi impotenza che si respirava a Palermo. In tanti ricordaronouna frase scritta dieci anni prima da un ignoto cittadino sulluogo dove erano stati assassinati il prefetto Carlo AlbertoDalla Chiesa e la moglie Emanuela Setti Carraro: «Qui èmorta la speranza dei palermitani». Le ricadute non furono,però, quelle che i capi di “cosa nostra” si aspettavano. Infatti,venne fuori la rabbia e la volontà di reagire dei tanti onestiche finalmente alzarono la testa in un sussulto di umanità edi dignità. Fu l’avvio di una strategia della consapevolezza chefaceva vedere la mafia non sotto una luce di positività macome mala pianta eversiva che si poneva contro la società ci-vile, contro le persone e contro il bene comune. Nel maggio1993 ad Agrigento Giovanni Paolo II avvalorò con la sua pa-rola luminosa, profetica e audace questa scelta di campo,coinvolgendo in questa battaglia di civiltà la comunità eccle-siale, già orientata in tal senso dalla linea d’azione del cardinaleSalvatore Pappalardo, coraggioso assertore e difensore dellagiustizia e della legalità. La battaglia sarebbe stata ancora lungae dura e contrassegnata da altre vittime innocenti, come donPino Puglisi. Ma ormai la rotta era tracciata e consegnata aquanti avrebbero voluta percorrerla per purificare e liberarela nostra terra da questa mala pianta che, come si legge neldocumento della CEI Per un Paese solidale. Chiesa italiana eMezzogiorno, «una delle […] piaghe più profonde e durature- un vero e proprio “cancro”» […] una «tessitura malefica cheavvolge e schiavizza la dignità della persona» -, ossia la crimi-nalità organizzata, rappresentata soprattutto dalle mafie cheavvelenano la vita sociale, pervertono la mente e il cuore ditanti giovani, soffocano l’economia, deformano il volto au-tentico del Sud (n. 9). Dopo vent’anni non si può dimenti-care, anzi occorre rilanciare questa battaglia di civiltà e dipromozione umana con la testimonianza di comportamentivirtuosi e con l’educazione ai valori, alla giustizia, alla legalitàe al rispetto dell’altro.

LETTURE

editorialeVent’anni dopoper non dimenticare

Grani di Vangelodi Erina Ferlito

SOMMARIOFlashElezioni amministrative:eletto il nuovo sindaco aPetrosino 2

Il festinoA Salemi seconda edi-zione del festino per ilSanto patrono

Il reportageLa mafia restituisce ilmaltolto

L’anniversarioIl ricordo di Gio-vanni Falcone e Paolo Borsellino 5

FotocronacheGli eventi degli ultimi15 giorni raccontati conle foto 6

L’intervistaCorradino Mineo, cro-nista europeo con le ra-dici in Sicilia 73

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Inagenda

MAZARA DEL VALLO/16 MAGGIOAssemblea di clero in seminario Si terrà mercoledì 16 (ore 10) presso il seminariovescovile di Mazara del Vallo l’assemblea di cleroper l’approvazione del bilancio consuntivo.

MARSALA/12-13 MAGGIOFesta per la Madonna di FatimaSi terranno il 12 e 13 maggio le manifestazioniper la festa della Madonna di Fatima al Santuariodi contrada Birgi a Marsala. Il 12 (ore 21) santamessa e processione eucaristica aux flambeaux.Domenica 13 (ore 18) processione mariana emessa presieduta dal Vescovo.

MARSALA-BIRGI/19 MAGGIOIncontro della Commissione famigliaSabato 19 maggio (ore 17) presso l’Opera MariaSantissima di Fatima in contrada Birgi a Marsala,si terrà l’incontro della Commissione famiglia invista della programmazione estiva.

segue da pagina 1

CONDIVIDEREQuindicinale d’informazione della Diocesi di Mazara del Vallo

Registrazione Tribunale di Marsala n. 140/7 -2003

EDITORE: Associazione culturale “Orizzonti Mediterranei”, piazza della Repubblica, 6, 91026Mazara del Vallo (TP). REDAZIONE: telefono 0923902737,[email protected] EDITORIALE: monsignor Domenico Mogavero. DIRETTORE RESPONSABILE:don Francesco Fiorino. COORDINATORE DI REDAZIONE: Max Firreri. HANNO COLLABO-RATO: Erina Ferlito, Marco Laudicina, Alessandro Palermo, Umberto Lucentini. IMPAGI-NAZIONE, GRAFICA ESTAMPA: Grafiche Napoli Campobello di Mazara. Questo numero èstato chiuso in redazione l’8 maggio 2012. Èvietata la riproduzione integrale o parziale ditesti e foto pubblicati su questo giornale.TARIFFE PUBBLICITARIE: Prima Pagina, modulo 58x70mm: 120 euro (1 uscita), 300 euro (3 uscite); Terza pa-

gina, modulo 214,60x110mm: 150 euro (1 uscita), 380 euro (3 uscite); Settima pagina, modulo 60x214,60mm:

130 euro (1 uscita), 320 euro (3 uscite); Ultima pagina,modulo 310,57x214,60mm a pagina intera: 350 euro (1

uscita), 900 euro (3 uscite). I prezzi indicati sono escluso Iva. Infoline 0923.902737, [email protected].

FLASHELEZIONI AMMINISTRATIVEGaspare Giacalone nuovo sindaco di Petrosino

Il giovane Gaspare Giacalone è stato eletto nuovosindaco di Petrosino. «Sono molto emozionato e

sereno. è stata una vittoria di tutta Petrosino e la di-mostrazione che anche da noi è possibile cambiare.Vince un progetto nato da lontano, che poggia subasi concrete, sulla trasparenza, la legalità, la parte-cipazione» ha detto Giacalone, che l’indomani del-l’elezione ha ricevuto la telefonata d’auguri delVescovo. Negli altri due centri della Diocesi dove sivotava, si andrà al ballottaggio. A Castelvetrano lasfida è tra l’avvocato Felice Errante (vice sindacouscente) e il medico Giovanni Lo Sciuto (attuale as-sessore provinciale). A Marsala, invece, il ballottag-gio sarà tra l’onorevole Giulia Adamo el’imprenditore Salvatore Ombra.

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tren.09-13maggio2012 www.diocesidimazara.it

Sarà una città in festa quella che fra qual-che giorno tornerà a celebrare il suoSanto patrono. Salemi, città delle chiese

e protagonista della storia dell’Unità d’Italia, peranni ha dimenticato il suo patrono, San Nicola.Nessuna festa si è più celebrata per questo Santoal quale i salemitani sono devoti. Quest’anno,per la seconda edizione, torna il festino di SanNicola. Nel corso dei secoli i festeggiamenti inonore del patrono si sono consolidati, in modoparticolare nella ricorrenza del Patrocinio cheper tradizione salemitana cade l’ultima dome-nica di maggio. Poi, negli ultimi decenni, ilculto di San Nicola è sempre più affievolito perdiverse ragioni. Nel 2007 don Salvatore Ciprivolle ridare attenzione al patrono della città e or-ganizzà il primo festino, celebrato nell’ultimasettimana di maggio. Quest’anno la secondaedizione su iniziativa dell’amministratore par-rocchiale don Giacomo Putaggio. San Nicolaalla fine del XIII sec., per concessione del PapaNicola IV, venne acclamato dal popolo salemi-tano patrono e protettore e nel 1341 a lui fu de-dicata la madrice. Il Papa Pio VII il 13 agosto1801, su istanza del vescovo monsignor OrazioLa Torre, concesse alla città di Salemi di cele-brare il suo patrono ogni anno il 6 dicembre,per la festa liturgica, il 9 maggio, in ricordo dellatraslazione delle reliquie ed anche l’ultima do-menica di maggio, in ricordo del Patrociniosulla città di Salemi.

Ilfestino

Nel centro belicino si celebra dal 20 al 27 maggio il patrono della città, San Nicola: a lui nel 1341 è stata dedicata la MatriceIl primo festino è stato celebrato nel 2007 per iniziativa di don Salvatore Cipri; quest’anno la seconda edizione per le vie della città

Salemi festeggia il patrono

di Alessandro Palermo

il programmaIniziative in città dal 20 al 27 maggioPellegrinaggio alla statua in piazza

Il 2° festino sarà celebrato dal 20 al 27maggio. I festeggiamenti inizieranno do-menica 20 alle ore 10,30 con l’annuncio

per le vie del centro storico. Alle 18 sarà cele-brata la santa messa in chiesa madre, al terminela processione del simulacro. In piazza Aliciala processione sosterà per la rievocazione dellavita del Santo, a cura del gruppo “Xaipe” e delgruppo storico “Castelli del Belice”. Don Gia-como Putaggio consegnerà le 5 chiavi dell'an-tica città al Santo. Lunedì 21 e martedì 22 lastatua del patrono sosterà nella parrocchia diUlmi, mercoledì 23 e giovedì 24 nella parroc-chia dei Cappuccini, venerdì 25 e sabato 26nella parrocchia di San Francesco da Paola.Mercoledì 23 avrà luogo il pellegrinaggio allastatua di San Nicola in piazza Libertà conl’omaggio floreale. Domenica 27 alle 9 per levie del centro storico sfileranno gli sbandiera-tori e la banda musicale “A.Favara”. Alle 18 lasolenne celebrazione Eucaristica in chiesamadre, alla quale seguirà la processione per levie del centro storico. Conclusione in piazzaAlicia con i giochi pirotecnici. (a.p.)

In questa foto: la processione delSanto in via Francesco Crispi. Inbasso: il simulacro dentro la chiesamadre . (foto Alessandro Cammarata).

San Nicola nacque a Patara, antica cittàdella Licia (attuale Turchia), intorno il260. Morto il vescovo di Myra, venne

acclamato suo successore dal popolo. Myradiventò luogo in cui accaddero alcuni mira-coli e luogo del suo ministero pastorale. èormai accertato che il vescovo Nicola parte-cipò, nel 325, al Concilio di Nicea dovevenne condannato l’eretico Ario. La tradi-zione colloca la data della sua morte intornoal 335. Sepolto a Myra, in suo onore, vennecostruita sopra la sua tomba, una chiesa. Nel1087, sotto la pressione dei turchi, i baresi sirecarono a Myra e trasportarono l’interocorpo del Santo a Bari dove tutt’ora riposanella Basilica a lui dedicata, oggi meta inin-terrotta di pellegrinaggi di cristiani, cattolici eortodossi. (a.p.)

il santoAcclamato dal popolo vescovo di MyraIl suo corpo riposa nella Basilica di Bari

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Forse c’è un modo infallibile, in questigiorni, per ricordare Giovanni Falcone,Francesca Morvillo, Paolo Borsellino, i

poliziotti della scorta uccisi nelle stragi di Capacie di via D’Amelio: rileggere i loro scritti, le in-terviste, gli interventi pubblici; ascoltare invideo, utilizzando il circuito internet di You-tube, le loro parole sempre attuali. C’è unaforza, una memoria, che non è stata sconfitta inquesti venti anni: ed è la forza delle loro parole.«A questa città vorrei dire: gli uomini passano,le idee restano, restano le loro tensioni morali,continueranno a camminare sulle gambe di altriuomini»: è facile riconoscere venti anni dopo lafrase di Giovanni Falcone diventata uno deimanifesti della ribellione delle coscienze a Pa-lermo come inmille città della Si-cilia o d’Italia .«La lotta allamafia, il primoproblema da risol-vere nella nostraterra bellissima edisgraziata, nondoveva essere sol-tanto una distac-cata opera direpressione, ma unmovimento cultu-rale e morale checoinvolgesse tutti especialmente legiovani genera-zioni, le più adattea sentire subito labellezza del frescoprofumo di libertàche fa rifiutare ilpuzzo del compro-messo morale, del-l ' indifferenza,della contiguità equindi della com-plicità»: così par-lava PaoloBorsellino nel tri-gesimo della stragedi Capaci, quandoi suoi ultimi giorni

di vita da martire della giustizia passavano ine-sorabili e lui da magistrato continuava a inda-gare sulla mafia e sulle inconfessabili complicitàche le inchieste di questi mesi stanno portandoallo scoperto. E infatti, diceva Falcone, «la mafianon è un cancro proliferato per caso su un tessutosano. Vive in perfetta simbiosi con la miriade diprotettori, complici, informatori, debitori di ognitipo, grandi e piccoli maestri cantori, gente inti-midita o ricattata che appartiene a tutti gli stratidella società». Così oggi, mentre siamo bombar-dati da migliaia di informazioni che ci raggiun-gono tramite i quotidiani, la tv, la radio, i sitiinternet, gli sms sui telefonini, le email, è possi-bile impegnarsi in un atto di informazione ondemand che può essere il nostro piccolo modo

per onorare con-cretamente Fal-cone, Borsellino etutte le vittimedella mafia che iloro cognomi ri-chiamano: cer-chiamo suinternet le lorofrasi, condivi-diamo su Face-book, su Twitter oa casa con l’anticostrumento del pas-saparola le loroidee. Diventiamoil 23 maggio legambe su cui farecamminare ledonne e gli uo-mini che si sonosacrificati per tuttinoi. Facciamo no-stra l’esortazioneche Borsellino ri-peteva sempre aglistudenti che in-contrava: «Parlatedella mafia. Par-latene alla radio,in televisione, suigiornali. Peròparlatene, non ri-manete muti».

cinquen.09-13maggio2012 www.diocesidimazara.itquattro

n.09-13maggio2012www.diocesidimazara.it

La mafia restituisce il maltolto

Ilreportage

Viaggio nelle terre confiscate ai boss mafiosi ed affidati alla “Fondazione San Vito Onlus” guidata da don Francesco FiorinoA Salemi è in attività il turismo rurale “Al Ciliegio” e nelle vigne tornate in produzione ogni anno si svolge la vendemmia della legalità

Conserve fatte in casa, frittelle di broc-coli e melenzane, busiate e carne,piatti preparati e serviti nell’ex ma-

gazzino di campagna del boss di Vita Calo-gero Musso, oggi luogo di ristoro per passantie turisti. Quando per la prima volta i volontaridella “Fondazione San Vito-Onlus” entra-rono qui era tempo di vendemmia e qual-cuno, stranamente nonostante la custodiagiudiziaria, aveva finito di raccogliere l’uva. Ilmagazzino era abbandonato, tutt’intorno de-solazione e abbandono. «Per la prima volta en-trammo qui nel 2003 - ricorda don FrancescoFiorino - e quest’immobile era totalmente di-strutto, la vigna abbandonata ma, nonostantequesto, aveva dato i suoi frutti». Oggi il nuovovolto dell’ex proprietà salemitana di Musso èuna struttura di turismo rurale, l’unica dellaprovincia di Trapani nata in un bene confi-scato alla mafia, raggiungibile dalla strada cheunisce Salemi a Vita. Si chiama «Al Ciliegio»:cinque ettari che per 15 anni la “FondazioneSan Vito-Onlus” ha preso in consegna dalloStato, dopo che è stato tolto dalle proprietà diMusso, in carcere per mafia. «Questo è l’esem-pio vero del riscatto, di liberazione dalla mafiaper dimostrare che anche in Sicilia è possibiledare lavoro onesto» dice don Francesco. Egli,con la Diocesi, ha aperto il canale di gestione

dei beni confiscati, perché la lotta alla mafia èl’impegno anche della Chiesa. Nel territoriodella Diocesi sono nati e cresciuti boss del ca-libro di Andrea Mangiaracina, MarianoAgate, Natale Bonafede e del superlatitanteMatteo Messina Denaro. E nella provincia diTrapani si gioca la partita più grande e più at-tesa dello Stato, la caccia al boss di Castelve-

trano. «Non basterà questo a debellare lamafia - dice don Fiorino - è necessario anche“giocare” la carta della cultura, l’approccio conla legalità, far toccare con mano ai giovanicome un bene confiscato, spesso una voltaanche luogo di summit, possa dare lavoro erendere giustizia alla società civile». Ecco per-ché è nato anche il progetto “Seminiamo lalegalità” sul binomio solidarietà-legalità, che -col contributo della “Fondazione Vodafone”

- ruota attorno ai beni confiscati. Spesso rinatidalle macerie, come questa struttura di Salemiche s’è dovuta ricostruire con 150 mila euro,tramite i fondi Por Sicilia, una raccolta di 30mila euro da privati ed enti e il resto con in-vestimenti della Fondazione. Trenta posti a se-dere e un’aula didattica intitolata alla memoriadi Paolo Borsellino ed ancora una piccola cu-cina su due elevazioni dove Lucia ed Anna-maria Bongiorno hanno trovato lavoro. Duesorelle di Salemi, da sempre vicine alla Fon-dazione, che qui hanno trovato la loro se-conda casa. Cucinano, lavano piatti e tovaglie,prendono le prenotazioni e le ordinazioni, pu-liscono i locali, «non guardiamo orari e lo fac-ciamo perché ci mettiamo passione» diceAnnamaria. Tutt’intorno il vigneto reimpian-tato che degrada sino al ruscello giù nella valle.Perché la terra che fu dei boss è generosa. Losanno i contadini della Fondazione che incontrada Baronia, tra Salemi e Calatafimi, inun altro terreno che fu di Musso, coltivanodieci ettari di vigneti. Ed ancora l’agro di con-trada Pileri a Castelvetrano dove si coltival’origano della legalità, a Campobello di Ma-zara nel terreno che fu del boss Nunzio Speziadove l’agrumeto, nonostante gli incendi, tentadi dare i suoi frutti. «Qui vengono più turistiche gente locale - dice con un pizzico d’ama-

di Max Firreri, nostro inviato a Salemi

rezza Lucia Bongiorno - e alcuni amministra-tori pubblici non sanno neanche dove siamo».A conoscerlo e gustare le specialità sono, però,venuti l’ex Prefetto di Trapani Stefano Trotta el’ex Questore Giuseppe Gualtieri. «Oltre cheannunciare l’antimafia bisogna farla coi fatti»chiosa don Francesco Fiorino. A Marsala, inun appartamento confiscato, gestisce la mensaed un centro d’accoglienza; a Mazara del Vallo,sul lungomare di Tonnarella, in una villettatolta ai Burzotta, è nato un centro d’aggrega-zione per minori ed anziani. Quest’estate arri-veranno ragazzi da tutt’Italia. Lo scorso annoqualcuno ha pensato, invece, di appiccare ilfuoco e distruggerlo. Una brutta storia, d’in-tralcio alle fatiche di chi vuole che la mafia re-stituisca il maltolto. A Mazara del Vallo comea Salemi la “Fondazione San Vito-Onlus” pra-tica la cultura della legalità. “Al Ciliegio” di Sa-lemi col cibo è servito un bel messaggio, tra ipiatti genuini serviti nel magazzino rurale chefu del boss Calogero Musso. E che qualcheamministratore o politico, forse volutamentedistratto, ancora non ha gustato.

L’anniversario

A venti anni dalle stragi del 1992nel ricordo di Falcone e Borsellino

La forza delle parole dei due magistrati trucidati dalla criminalità mafiosa

di Umberto Lucentini, autore di “Paolo Borsellino (edizioni San Paolo)scritto con Agnese, Lucia, Manfredi e Fiammetta Borsellino

Nella foto qui sotto: gli scout del gruppo “Padova 12”ospiti, la scorsa estate, in contrada Pileri a Castelvetrano perla raccolta dell’origano. Nella foto in basso: l’esterno del tu-rismo rurale “Al Ciliegio” di Salemi. (foto Firreri).

Nella foto sopra: GiovanniFalcone e Paolo Borsellinofotografati da Tony Gentile.In questa foto: il presidentedella Fondazione VodafoneAntonio Bernardi, il vice Pre-fetto di Trapani, BaldassareIngoglia e il Vescovo dentrol’aula didattica de “Al Cilie-gio” intitolata a Paolo Borsel-lino. (foto Firreri).

In questa foto: un momento della vendemmia della legalitàa Salemi. Sotto: Annamaria e Lucia Bongiorno, cuoche de“Al Ciliegio” a Salemi. (foto Firreri).

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Un gruppo di studenti della scuola media dell’istituto comprensivo“Paolo Borsellino” di Mazara del Vallo ha incontrato il Vescovo,nell’ambito del Pon “Tg della scuola” che vede coinvolti gli stessi stu-

denti guidati dalle professoresse Angela Giacalone e Giovanna Guaiana e dalgiornalista Francesco Mezzapelle. I giovani hanno intervistato il Vescovo suitemi dell’immigrazione, dei giovani, sulla questione dell’ospedale cittadino,sulla politica e mafia e il rapporto con le istituzioni e il ruolo dell’informa-zione. Il Vescovo ha spiegato ai ragazzi l’importanza dell’istruzione e forma-zione nella costruzione di una società fondata sui valori della legalità edemocrazia. è stato lo stesso Vescovo, infine, a presentare ai ragazzi l’ultimonumero del nostro quindicinale, illustrando tutte le fasi di lavoro della reda-zione guidata da don Francesco Fiorino. (Nella foto: il Vescovo insieme agli stu-denti che lo hanno intervistato presso il palazzo vescovile).

sein.09-13maggio2012www.diocesidimazara.it

MAZARA DEL VALLOIl Vescovo intervistato dagli alunni della media “Paolo Borsellino” per il tg scolastico

SANTA NINFAMille giovani alla decima edizione di “Giovaninfesta”

Mille giovani provenienti da tutta la Diocesi, duemila panini, tre-cento chili di salsiccia arrostita, ottocento banane: sono questi al-cuni numeri della decima edizione della “Giovaninfesta”,

l’iniziativa del Servizio diocesano di pastorale giovanile che si è tenuta a SantaNinfa, nella Valle del Belice. Per gli incontri-testimonianze erano gremiti lachiesa madre, dove ha parlato ai giovani la ballerina disabile Simona Atzori(nella foto qui a lato), la chiesa Cristo Risorto (con don Vinicio Albanese eMaurizio Artale del centro “Padre Nostro” di Palermo), l’aula consiliare (conGiancarlo Cursi) e il centro sociale (dove hanno parlato il giudice CaterinaGreco e la missionaria comboniana Elisa Kidanè). Alle 13 è stato offerto ilpranzo in piazza Libertà e alle 16 la celebrazione eucaristica in piazza LaMasa (nelle altre due foto alcuni momenti). «Le nostre opere devono parlarepiù di ogni altra parola - ha detto il Vescovo - perché le parole non hannomai cambiato il mondo, le idee e le azioni sì. E le nostre opere oggi, soprat-tutto in questo momento di crisi, devono essere l’accoglienza, l’apertura, lasolidarietà, l’unità. Noi cattolici dobbiamo dare un apporto serio e concreto aquesto mondo che attende speranza». A concludere la decima edizione di“Giovaninfesta” è arrivato il comico siciliano Sasà Salvaggio con le sue gags.

Fotocronache

MAZARA DEL VALLO, MARSALA E SALEMI Visita in Diocesi della Facolta teologica di Sicilia

La Pontificia Facoltà teologica di Sicilia ha fatto visitapresso alla nostra Diocesi. Cinquanta tra docenti ealunni (nella foto col Vescovo monsignor Domenico Moga-

vero), tra cui il preside della Facoltà, don Rosario La Delfa, ilvice, padre Salvatore Vacca, il segretario generale Francesco Ar-metta. Prima tappa della visita è stata la Cattedrale di Mazaradel Vallo, poi il museo diocesano, il collegio dei gesuiti, ilmuseo del Satiro, la chiesa di San Francesco d’Assisi e poi lachiesa di San Michele per la celebrazione eucaristica, presiedutadal Vescovo. Proprio monsignor Mogavero ha ricordato gli annipassati da docente e da vicepreside della Facoltà teologica.Dopo il pranzo tappa a Marsala per la visita nel centro storico, alla chiesa madre,al museo degli arazzi e infine alle cantine Pellegrino. Ultima tappa della visita è

stata la città di Salemi, con un giro nel centro storico, al museo civico e nellachiesa madre. Al termine della visita docenti ed alunni hanno ringraziato il Ve-scovo per la calorosa accoglienza.

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setten.09-13maggio2012 www.diocesidimazara.it

Corradino Mineo, cronista europeo con le radici in Sicilia « Raccontare la storia recente per capire il quotidiano»

Il giornalista siciliano, originario di Partanna, è stato corrispondente estero della Rai, oggi è direttore di Rainews24

Direttore, l’Italia arranca, soffre el’informazione è in piena crisi. Ilmondo arabo, invece, è in piena

rivoluzione. E lì la comunicazione e i socialnetwork hanno avuto un ruolo determi-nante. Eppure ci divide soltanto un mare,il Mediterraneo...«Per il mondo arabo non parlerei di “rivo-luzione” se non con qualche distinguo.Credo, infatti, che per parlare di rivoluzionesi dovrebbe intravvedere un soggetto rivo-luzionario, l’ipotesi lucidamente perseguita

di una transi-zione versouna so-cietà piùlibera e

più giusta.Su l l ’ a l t r asponda del

mare no-s t r u ms o n ocaduti

alcuni simboli della menzogna e della dop-piezza e si stanno liberando – è vero - moltegiovani energie ma uno sbocco positivo diquesto processo non è garantito. Certo, an-ch’io provo un po’ di invidia quando sentol’aria stagnante che si respira da noi, in Eu-ropa. Ci avevano promesso un sogno –l’Europa, appunto - e ci garantivano che ciavrebbero portato lì senza scossoni, passodopo passo. Ci troviamo, invece, a fare iconti con sacrifici sempre più duri ed egoi-smi sempre più ciechi. Ma, almeno, si co-minciano a vedere (anche da noi) iproblemi veri».Secondo Lei, quale è lo stato di salute del-l’informazione in Italia? E cosa fare?«Tutto sommato possiamo dire di essere in-formati. Il sistema democratico – e l’infor-mazione ne è parte essenziale - tiene.Grattando la crosta dei credo ideologici edegli opportunismi di casta, troviamo suigiornali (e nei tg) molte notizie utili a capirequale sia lo stato reale del Paese. è giusto te-nere alta la critica contro la cattiva informa-zione, è necessario suscitare il confronto piùampio, sfidare chi informa (o disinforma) aspiegare e a spiegarsi, ma non serve alimen-tare un rifiuto moralista e moraleggiante nédell’informazione né della politica. I gior-nalisti più famosi, quelli meglio garantiti,fanno parte di una casta che è in rapportiassai stretti con le altre caste. Ma non è chelo scopriamo oggi. Proviamo piuttosto a di-stinguere e ad usare l’informazione che c’è.Ogni mattina leggo con interesse Feltri epersino Belpietro, persone da cui mi divi-dono tante cose».Oggi oramai si assiste ad una crisi di valoria tutti i livelli: famiglia, giovani, società.Quanta responsabilità ha avuto (e ha) ilmondo dell’informazione in tutto questo?Cosa bisogna fare? «Crisi di valori? Ma ci siamo tenuti per 10anni il monumento vivente della crisi ditutti i valori! Uno che frequentava pusherdella politica come Tarantini e Lavitola.Che a settanta anni suonati si comportavada adolescente (ricco e viziato) in crisi or-monale. E ci imponeva i suoi vizi come fos-sero virtù. Posso sommessamente ricordareche qualcuno lo ha accreditato come difen-sore dei “valori non negoziabili”? I giorna-listi seguono questo andazzo non lo

generano, se non in piccola parte. Che fare?Nei panni della signora Monti non mi sareifatto intervistare da Signorini. Nei pannidel direttore di Avvenire o di Famiglia Cri-stiana mi arrabbierei perché si parla poco emale dei poveri vecchi e nuovi, degli immi-grati sfruttati e insultati, delle madri lasciatesole con il loro fardello. Più che prender-mela per una battuta paradossale e mal riu-scita di Celentano. Se fossi – come ancorasono - il direttore di Rainews24 cercherei diraccontare la nostra storia recente (le stragi,la mafia, la crisi del regime e il finto bipola-rismo). Temi forse “pesanti”, ma che ser-vono a farci capire meglio le notiziequotidiani e a immunizzarci da errori giàfatti».Lei è nato in Sicilia. E la Sicilia è stata lasua prima “scuola” per formarsi come gior-nalista. Nella sua carriera essere sicilianoLe è stato utile o per questo ha “pagato deicosti”?«Sono un giornalista siciliano. Mi orientoforse meglio di qualcun altro nel mondodella politica (senza dover frequentaretroppo i politici) proprio perché siciliano.Conoscere il dominio della mafia, unmondo in cui tutto si sa ma niente è propriocome appare, può servire a non farsi abbin-dolare da tesi semplici e un pò troppo co-mode. Aver fatto i conti con il “sicilianismo”ti rende - o ti dovrebbe rendere – immunedal rischio di diventare un trombone chegiustifica lo status presente delle cose. Senon ho fatto carriera venti anni fa è perchénon provenivo da nessuna delle famiglie“vincenti” della cultura, della politica, delgiornalismo. Ma non averne fatto parte èoggi il mio patrimonio, la mia fortuna pro-fessionale».Direttore, Lei quando può torna qui, alSud. Un amore mai interrotto, quello conla Sicilia, o soltanto il fascino per una terradalle mille contraddizioni?«Torniamo al tema della precedente rispo-sta: identità siciliana e “sicilianismo”. Sipuò scegliere di lamentarsi: “noi siciliani di-menticati, certo, con i nostri errori, ma conla nostra preziosa cultura e le nostre bel-lezze”. O si possono vantare radici così fortiin Sicilia da sentirsi senza radici (e quindipiù liberi) ovunque nel mondo. Lascio vo-lentieri ad altri il lamento». (max firreri)

Corradino Mineo è nato a Partanna, inprovincia di Trapani e si è laureato infilosofia presso l’Università di Palermo.Nel 1971 ha iniziato a lavorare a IlManifesto. Nel 1978 entra in Rai nellaredazione della Tgr del Piemonte, doverimane fino al 1987, anno in cui passaalla redazione del Tg3 nazionale. èstato corrispondente Rai a Parigi(1995-2003) e a New York (2003-2006). Dal novembre 2006 è direttoredi Rai News, dove conduce i pro-grammi Il Caffè e Il punto.

il personaggio

Il giornalista CorradinoMineo. (foto Firreri)

L’intervista

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