Qui Pantianicco. 28

52
Anno Domini 2007 Anno Domini 2007 Qui Pantianicco Qui Pantianicco

description

2007. Bollettino parrocchiale.

Transcript of Qui Pantianicco. 28

Page 1: Qui Pantianicco. 28

Anno Domini 2007Anno Domini 2007

Qui PantianiccoQui Pantianicco

Page 2: Qui Pantianicco. 28

2

EDITORIALE

Ogni giorno della tua esisten-za è grazia, è regalo. Ognidomenica, nella tua parrocchiache è il Monte Santo, iniziodella vita della NuovaGerusalemme, attraverso l’eu-carestia, sperimenti la gioia ditrovarti con i fratelli e le sorel-le, di fronte a Dio, al suovolto, nella persona del Cristo,morto e risorto. Il Padre cele-ste, che molte volte ha incon-trato resistenza e rifiuto, nellapienezza dei tempi, ha volutostringere con gli uomini unanuova Alleanza, definitiva,attraverso il Sangue del suoFiglio unigenito, Dio fattoUomo, in Maria.Gesù ha assunto la tua stessacarne, ha partecipato alla tuavita, condividendo la tua sto-ria.Anche oggi Dio cerca cuorigrandi, capaci di fare spazio aLui nella loro vita, capaci dilasciarsi interpellare dalla suaNovità.L’anno pastorale 2007-2008 cichiama a trasmettere la fedenella complessità e nella fra-gilità.La complessità è data dall’at-tualità, sengata da contraddi-zioni, frammentarietà, disper-sione, superficialità, senzaradici, disorientamento, incer-tezze, stanchezza, con la pauradel futuro.Cristo, in questo contesto, haancora qualcosa da dirci? Ilcomandamento dell’amore èancora valido?È necessario uscire dall’isola-mento, dal mantenimentodella fede, affinché con lacomunione e la corresponsabi-lità, i cattolici siano testimonicredibili per una vita nuova,rinnovata, con il Cristo mortoe risorto, unica speranza di

Prima Comunione - Pantianicco 14.10.2007: Clarot Luca, Dri Alessandra, DriMarta, Pancino Mattia, Toppano Diego.

salvezza.La fragilità è la scelta diCristo che si è incarnato, con-dividendo la nostra naturaumana, fino alla morte incroce, per testimoniare l’amo-re del Padre verso ognuno dinoi. Lui si è caricato di tutte ledebolezze per avvicinarci aDio. Nella nostra comunità cipossono essere avviliti, insod-disfatti, poveri di mente e dicuore, paurosi, senza valoriveri, strumentalizzati dallevarie “agenzie”. Ma non c’èriuscita nella vita senza l’amo-re. Un amore che deriva dal-l’aver fatto l’esperienza dell’a-more di Dio nei tuoi confronti.È capace di amare chi sa diessere amato da Cristo. Da quiparte la missione del cristianoverso gli altri: l’evangelizza-zione è sempre questione diamore.Fragili sono i bambini, i gio-vani, che vanno educati e for-mati come persone.Educazione che porti allamaturazione della personanella società, attraverso la pro-posta di valori, di confronto

con modelli e scelte di vita,anche contro corrente, gesten-do con equilibrio gli interessipersonali e i rapporti con glialtri.C’è poi l’educazione allafede che ha come oggetto laproposta del Vagelo di Cristo,per sollecitare la sua acco-glienza, come unico Salvarore.L’unico mezzo per esprimereil mistero di Dio è la testimo-nianza della fede vissuta nelquotidiano della famiglia edella comunità. L’annunciodella salvezza si è fatta“Parola” umana per essere“parola” per l’uomo e ladonna di tutti i tempi.L’educazione alla fede aiuta ascoprire nella Parola di Dio enella vita ecclesiale una rispo-sta alle attese più profonde.C’è in gioco l’appello di Dio ela tua risposta. La fede è undono, proviene dall’ “udire”, èaccoglienza, è appello di Dio auna decisione personale, liberae responsabile.La potenza di Dio, con il suoSpirito e la tua competenzaumana sono compagne di

Page 3: Qui Pantianicco. 28

3

Don Giovanni unito al Consiglio

Pastorale, al Consiglio per gli

affari economici e ai collabora-

tori del Bollettino Parrocchiale,

augura ai Pantianicchesi resi-

denti e sparsi per il mondo un

Felice Natale ed un buon 2008!

viaggio dall’inizio, dalla par-tenza della vita all’arrivo fina-le.L’educazione rigenera l’uomoe la società, quindi diventasalvezza nella crisi culturale,politica, economica di questotempo in cui tu rischi il condi-zionamento e il soffocamente.L’educazione alla fede rigene-ra la persona, restituisce lagioia di vivere, il coraggio disperare, la riconciliazione conte stesso, gli altri, con Dio econ la natura.Il Vangelo è sempre una pro-posta e mette al centro l’uomocome protagonista nell’acco-glienza del dono.Tu, uomo, donna, sei nel pro-getto di Dio: mistero di Dio emistero dell’uomo da acco-gliere e da servire, mistero cheè ricerca, nel confronto e nellacondivisione: è fede.Fragili sono anche gli anzianie gli ammalati, bisognosi diuna presenza sapiente, delicatae amorosa.Quest’anno le malattie (prote-si all’anca sinistra, artrosi cer-vicale, diabete, ernia al disco)mi hanno coinvolto in modopiuttosto pesante e a lungo.Un aiuto in questo calvario èstata la vicinanza e la preghie-ra di tante persone, di giovani,veri angeli custodi. Di confor-to mi è stata la preghiera nellamalattia, che riporto perchérispecchia il mio stato d’ani-mo in questi mesi:“O Signore, / la malattia habussato alla porta della miavita, / mi ha sradicato dal mio

lavoro / e mi ha trapiantato inun «altro mondo», / il mondodei malati. / Un’esperienzadura, Signore, una realtà diffi-cile da accettare. / Eppure,Signore, ti ringrazio proprioper questa malattia: / mi hafatto toccare con mano la fra-gilità e la precarietà dellavita, / mi ha liberato da tanteillusioni. / ora guardo tuttocon occhi diversi: / quello cheho e che sono non mi appar-tiene, è un tuo dono. / Ho sco-perto che cosa vuol dire«dipendere», / aver bisogno ditutto e di tutti, / non poter farnulla da solo. / Ho provato lasolitudine, l’angoscia, ladisperazione, / ma anche l’af-fetto, l’amore, l’amicizia ditante persone. / Signore,anche se mi è difficile, ti dico:sia fatta la tua volontà! / Tioffro le mie sofferenze e le uni-sco a quelle di Cristo. / Tiprego: benedici tutte le perso-ne che mi assistono / e tuttiquelli che soffronto con me”(M. Magrassi, Cesù e il mala-to, Noci 1996, 154).A tutti sono riconoscente. Ladifficoltà maggiore è l’accetta-zione della croce e farla diven-tare preghiera, accoglierlacome una visita speciale delSignore. Ho pensato tanto allaVen. Concetta Bertoli, alla suasofferenza, al Crocifisso e alsuo grido di abbandono…Quando ci sono i dolori non si

riesce a pregare. Si è confusi,limitati, come ingabbiati; c’èil buio, c’è la prova della fede:è la passione!La fragilità, la precarietà, puòessere un’esperienza che portaa percepire la Verità che ti falibero e ti aiuta a vivere del-l’essenzialità e a mettere sem-pre più Dio al primo posto, dalmomento che Lui non toglienulla e dà tutto quello che cioccorre per la nostra riuscita,per la nostra felicità che iniziagià su questa terra.Gesù continuamente viene atrovarci, desidera occupare unposto nel nostro cuore, nellanostra vita personale, familia-re e comunitaria, perché ciama e desidera mettere ordine,pulizia e profumare la nostraesistenza per darle senso, sere-nità, coraggio di vivere dainnamorati di Cristo, l’unicoche ci salva.Tanti, tanti auguri ai vicini e ailontani, per una vigorosa rina-scita spiriturale per vivere il S.Natale tutto l’anno, ognidomenica, nell’eucaristia, conla famiglia e la comunitàecclesiale.Il Signore vi benedica, comeio vi benedico e la Madreceleste vi accompagni sempre.

Don Giovanni Boz

Page 4: Qui Pantianicco. 28

Cari lettori,fedele come ogni anno, “QuiPantianicco” vuol essere il primogradito ospite che entra nellevostre case per recarvi l’annunciodelle prossime feste natalizie el’augurio cristiano di un nuovoanno sereno. Accoglietelo con lastessa cordialità con cui siete solitiaccogliere i vostri migliori amici,perché vi tiene compagnia, vi fariflettere, ricordare, racconta lavita e la storia del paese, tira fuoridai cassetti polverosi anticheimmagini della nostra gente chenon c’è più. Cosa resta della vitadi tanti uomini e donne del passatoche, con sacrifici immani, sono riu-sciti a sopravvivere, a prosperare,a mantenere viva la specie, gene-rando nuove famiglie e costruendoi presupposti per nuove generazio-ni?Spesso resta ben poco; essi nonhanno prodotto “la storia” ma nesono stati investiti e si sono annul-lati in essa, eppure flebili traccedel loro passaggio restano sempre,fossero anche solo dei dati biogra-fici, scritti con diligenza da un par-roco su un registro, segni che,ripresi in mano, possano fornirenuove chiavi di lettura del passato.Come si nota, la parrocchia da

secoli e secoli custode e guidadella nostra gente, anche oggi con-tinua la sua opera in difesa deivalori cristiani con una nuovaevangelizzazione e “con un gestodi affetto” offre a tutti i parroc-chiani vicini e lontani questo gior-nalino, custode delle nostre radici,perché possano guardare con fidu-cia al tempo che viene.Immersi nel presente, inquieti perun futuro incerto, per noi, uominidel duemila, c’è la minaccia diperdere il nostro passato, ed inostri piccoli paesi, rischiano diessere “ruspati via” da dinamicheforti e talvolta insensate che alcunicontinuano a chiamare progresso.C’è un raccontino di uno scrittorerusso di quasi due secoli fa che hamolte affinità con i nostri stati d’a-nimo attuali: un villaggio ha persotutte le sue sicurezze e i notabilisono screditati per corruzione eincapacità, il giudice non è piùcapace di fare giustizia, il medicosbaglia le cure, il maestro non hapiù niente da insegnare… non si saper quale maleficio oscuro siacapitata questa iattura. Agli abi-tanti resta una sola certezza, ed è ilsacrestano, l’uomo più umile dellacomunità, almeno lui continua afare il suo mestiere, annunciando

4

con il din don della campana ilmattino quando è mattino, la seraquando è sera. È questa “ideologiadel sacrestano” l’ultima chesopravvive, a salvare il villaggiodalla perdizione.Anche per noi c’è un din don cheresiste in mezzo al vuoto e al fra-stuono. Adesso annuncia che staarrivando il Salvatore nel presepiodelle nostre speranze.Buon Natale!

Saluto della Redazione

Pantianins 1926Foto scolastica sotto il campanile - si riconoscono in ordine sparso: Arduino diUstin - Zario dal Sclâf - Norina di Maria - Severo e Derna - Culio - Dante diModest - Tila - Maria di Toni lunc - Falda di Romanin - Velia di Leon - Gjgj e Infadi Miuta - Timia - Firo di Ucel - Berto di Clement - Dante di Ucel - Bepi di Livo -Calisto di Nilda - Neli di Leon - Magjorina.Insegnavano allora le maestre: la cjargnela - l’udinesa e la Turlona.

Nadâi

Cetanc’Nadâi passâz

cence impuartance.

Nadâi di neif,

di un paneton brusât,

di mandarins,qualchi neranze,

e steches sutiles di mandolât.

Nadâi di messe grande

a miegegnot,

di vin brulè tas cjases

e di un madon tal jet

su pai linzûi glaciâz.

Cjampanes ch’a rimbombin

come a spaurî tal scûr.

Nadâi di oms tornâz di fûr

e fruz maraveâz

di vei,come regâl,

un pâri ,par Nadâl.

Nadâl di trois ta’neif,

glacìns e sciâi sul cjâf.

Steles di carton in ogni cjase

a Pifanie,e cjanz stonâz.

Nadâi cence impuartance

us cjali cumò cussì

lontans e scûrs

e, inceade da tantes lampadines,

mi sameàis i miôr, i vêrs

e i plui biei Nadâi!

Gina Malpillero

Page 5: Qui Pantianicco. 28

5

La nostra Forania sotto l’aspetto speci-ficamente sociologico, a mio giudizio,presenta queste caratteristiche.Demograficamente siamo in leggeracrescita, soprattutto per l’arrivo dinuove famiglie e d’immigrati, che tro-vano alloggio e lavoro nella nostrazona, alla periferia di Udine.Economicamente siamo pure in un trenpositivo; guardando allo standard dellenuove case (non più popolari), dellenuove automobili, delle vacanze e deiconsumi.Politicamente viviamo pure noi consofferenza le appartenenze alla destra oalla sinistra. Penso che nessuno siasoddisfatto di questo bipolarismo, dellecontinue lamentele, accuse ed anchevolgarità nel dibattito politico.Dall’angolo d’osservazione della reli-gione (non della Fede, più difficilmen-te rilevabile) evidenziamo il calo dram-matico di sacerdoti negli ultimi dueanni. Siamo passati da 13 sacerdotioperanti nella nostra forania agli attuali6/7 a “tempo pieno”. Ne abbiamo“persi” definitivamente TRE (DonBellina, Don Tam, Don Marangone);altri per ragioni di salute e/o di età nonsono presenti in forania, ma lo sono“ringraziando Dio” nelle loroParrocchie.

Sono arrivati in nostro “soccorsopastorale” Don Albino D’Orlando,attualmente Cappellano Militaredell’Aeronautica e Miani Fiorino,Diacono permanente della nostra dio-cesi e il neo-ordinato sacerdote NaliRoberto, come vicario parrocchiale diVariano e collaboratore nella Forania.A loro, per la loro disponibilità, ilnostro grazie!

Dati certi e controllati sulla presenzaalle Messe domenicali, non li abbiamo,ma si constata un continuo, lento calonella frequenza costante e alla scom-parsa di fasce giovanili (ragazzi dellemedie e delle superiori) e delle fascedegli adulti, con qualche gradito “rien-tro” dei genitori con figli da battezzareo da ammettere alla primaComunione.Altri dati sulla vita sacramentale cispingono a sottolineare la tendenzialequasi “scomparsa” dei sacramenti dellaRiconciliazione (Penitenza), dellaunzione degli infermi e del matrimonioreligioso. Pure da sottolineare la dimi-nuzione nella domanda della Cresima ela crescita di partecipazione ai funerali.Sta pure mutando rapidamente la“morale” comune, che considera lavita come possesso umano, le forme direlazione (compresa la sessualità)completamente libere da ogni “tabù”.Da questo provvisorio quadro potrebbescaturire una nota di pessimismo. Nonpuò e non deve emergere. Dal confron-to con il passato (che tipo di società,che tipo di religione c’era “imposta”?)e dalla speranza in un futuro che è“cammino” verso il regno di Dio nonpossono che spuntare i fiori della spe-ranza.Ricordiamolo: la Terra è di Dio / laChiesa è di Cristo!

Il vicario foraneoDon Plinio Galasso

Forania di VARIANO-BASILIANOApertura anno pastorale 2007-2008 – situazione socio-religiosa

Anno 1961 - Sulla sinistra in secondo piano il vecchio forno e sala delle riunioni e dellabanda musicale di Pantianicco; in primo piano si riconoscono: Brigida, Dirce, Amelia,Marianna di Ucèl con la cognata Evelina, Amelia di Petul e Vilma di Ustìn.

Pantianins 1909-1910. Sposalisi là di Scjavo - Si suppone che gli sposi siano Doro di Ustin e Teresina. Fra gliinvitati si riconoscono il “patriarca” Toni di Scjavo - Rosina - Milia - Cherubina -Teresina - Venuta e Agnul di Ustin - Santina.

Page 6: Qui Pantianicco. 28

(Agorà: dal greco, piazza in cuiavevano luogo mercati e pubblicheassemblee.)

Come me, sicuamente molti altridi voi hanno seguito alla televisio-ne alcuni momenti di queste dueintense giornate nelle quali, tuttaquella moltitudine di giovani, dopovari incontri preparativi nelle lorodiocesi, si sono dati appuntamentoin quel luogo Mariano, per parteci-pare ad un momento di festa, disilenzio e di proposta forte di fede.Tutti quei giovani proveniva daogni parte della nostra Italia ealcuni rappresentavano altre nazio-ni tra le quali l’Australia, paesenel quale il prossimo anno,Benedetto XVI incontrerà tutti igiovani del mondo. A vedere i gio-vani che arrivavano a piedi e trafe-lati per trascorrere la notte sulprato, alcuni avevano percorsoparecchi chilometri, mi è venutaspontanea la domanda: che cosa èche spinge tutta questa moltitudinea intraprendere, con grande sacrifi-cio rinunciando a ferie e a diverti-menti, questa esperienza di gruppo

pieni di grande entusiasmo? La prima risposta che viene è illoro grande desiderio di incontraree dialogare con il Papa, di sentiredalla sua voce dei messaggi chiarie forti e fare esperienza con tantigiovani. Dalla nostra diocesihanno partecipato 150 giovani,assieme a loro meditiamo su alcu-ni passaggi significativi dei discor-si del Santo Padre fatti durantequei due giorni.“Cari amici, non dovete aver pauradi sognare ad occhi aperti grandiprogetti di bene e non dovetelasciarvi scoraggiare dalle diffi-coltà. Cristo ha fiducia in voi edesidera che possiate realizzareogni vostro più nobile ed altosogno di autentica felicità. Nienteè impossibile per chi si fida di Dioe si affida a Lui.Cari giovani, la Chiesa vi guardacon immenso affetto, vi è vicinanei momenti della gioia e dellafesta, della prova e dello smarri-mento. Vi invito a vivere in umiltà,anche se l’attuale società vede nel-l’umile un rinunciatario, uno scon-fitto; invece è la via maestra cherappresenta il modo di agire di Diostesso. Andate controcorrente, nonabbiate paura, preferite le viealternative indicate dall’amorevero: uno stile di vita sobrio e soli-dale; relazioni affettive sincere epure; un impegno onesto nello stu-dio e nel lavoro; l’ interesseprofondo per il bene comune. Lamotivazione fondamentale cheunisce i credenti in Cristo non è ilsuccesso ma il bene, un bene che ètanto più autentico quanto più ècondiviso e che non consiste primadi tutto nell’avere o nel potere manell’essere. Seguire Cristo com-porta, inoltre, lo sforzo costante didare il proprio contributo all’edifi-cazione di una società più giusta esolidale, dove tutti possano goderedei beni della terra”.

Al termine della S. Messa, conse-gnando il mandato missionario a72 giovani italiani, Benedetto XVIci ricorda che anche oggi per acco-gliere pienamente la Parola dellavita non basta conservare il donoricevuto, ma occorre andare consollecitudine per altre contrade, inaltre città a comunicarlo con gioiae riconoscenza.Dopo aver letto queste affermazio-ni del S. Padre notiamo che sonole semplici regole che ogni perso-na umana dovrebbe seguire, nonsono rivolte solo ai giovani e noiche ci professiamo cristiani dob-biamo metterle in pratica ed esseredi esempio.Dell’esperienza dei nostri giovanie delle parole del Papa dobbiamotutti fermarci a meditare e cercare,con tutte le nostre forze, di miglio-rare il più possibile il nostro viverein famiglia e nella società.

Vilmo

6

Pantianicco anni 30 - “l’avanguardi-sta” Annibale Della Picca. Durante ilfascismo, gli avanguardisti, ogni saba-to in piazza a Mereto, dovevano fareseguire eservizi ginnici ai bambini ealle bambine chiamati Balilla ePiccole Italiane.

Pantianicco anni 20 - ricordo dellaprima Comunione di Maria DellaPicca.

Agorà dei Giovani

Mezzo milione di giovani incontrano Benedetto XVILoreto 1 e 2 settembre

Page 7: Qui Pantianicco. 28

7

SIRO CISILINO. Una vita per la musicaDalle parole degli studiosi e degliestimatori di don Siro ne è uscito ilritratto di un personaggio dotato diuna fede cattolica incrollabile, com-pleta e totale, di una conseguentenotevole quadratura morale e diun’altrettanto notevole intransigenzaverso qualsiasi forma di inno-vazione.Fu un grande studioso ed un estrosoartista, un appassionato ed instanca-bile lavoratore, tanto che negli ultimidue anni, quando non lavorava piùperché si sentiva stanco e vedevapoco, diceva di aver bisogno diun’altra vita per trascrivere le opereche gli premevano.Se oggi la Fondazione Cini diVenezia può vantare il più vastofondo di musica antica esistente almondo lo deve in gran parte a donSiro Cisilino che vi dedicò anima ecorpo.Il suo nome entra dunque di dirittonella storia della musica. Fu unuomo umile e schivo, di grandesenso pratico, deciso e preciso nelcomprendere e nel giudicare, nemicoistintivo ed acerrimo di ogni com-promesso e di ogni patteggiamento eper questo ha sopportato per annil’isolamento, l’incomprensione, laderisione e l’emarginazione.Un estimatore ha detto di Lui: “Sedon Siro avesse accettato comodetransazioni con le sue convinzioni,dati i suoi grandissimi meriti di stu-dioso e di musicologo ed anche dicomposizione, sarebbe da moltotempo diventato una star inter-nazionale nel mondo dei prelatieccellenti”. Nulla di tutto questoinvece, vivere con Dio e la sua musi-ca gli bastava; l’abbiamo vistovivere in una povertà incredibile, inun totale nascondimento che solo ipochi amici e gli estimatori riusci-vano in piccola parte e per pocotempo dissipare ed a vincere. Sulle pagine di questo giornale si ègià parlato della sua vita e del suolavoro, perciò, per non fare ripe-tizioni preferiamo ricordarlo ai con-terranei ed agli estimatori nel 20°anniversario della sua morte, con dei

simpatici aneddoti di cui lui fu ilprotagonista che rendono bene l’ideadel suo modo di fare e di pensare,raccolti da don Claudio Bevilacquache gli stette vicino nell’ultimoperiodo della sua vita. “Pre Siro aveva ottimi rapporti colCardinale Angelo Roncalli [poi PapaGiovanni XXIII] quand’era Patriarcadi Venezia. Si trovavano spesso acena assieme, ed il presule scoppia-va in sonore risate, ascoltando preSiro raccontare delle sue iniziativepastorali come parroco a Blessano ecome cappellano a S. Margherita, aCodroipo e a S .Daniele. Con ilfuturo Papa andava ai concerti: luicon entusiasmo e passione, ilCardinal Roncalli solo per dovere dipresenza, con tanto sonno.Il nostro compaesano al sentir musi-ca si esaltava ed andava in giuggiole,mentre il Patriarca regolarmente siappisolava, per risvegliarsi all’im-provviso al momento degli applausio quando la testa gli cadeva in avanti.Tra le cose che divertivano ilCardinale Roncalli era una storiacapitata a Blessano. Subito dopo laguerra le giovani del paese eranoattratte dalle divise militari. Duranteil mese di maggio le ragazzeottenevano dalle famiglie il permessodi andare al rosario serale ma poi non

si facevano vedere in chiesa.Andavano in cerca della compagniadi giovani in libera uscita. Don Siro una sera finì così la suapredica: “Domani vestiamo il Signoreda soldato. Chissà che le ragazze nonvengano in chiesa a vederlo!....”. A Venezia pre Siro non aveva maismesso la veste talare e spesso parte-cipava alle manifestazioni della città,assieme alla gente, per cogliere sti-moli e sensazioni che la vita comuneoffre. Durante il carnevale era solitoandare in piazza San Marco pervedere tanta folla in maschera. Ungiorno un bambino lo avvicina e glichiede: “Tu sei prete vero o seimaschera?”. E lui,divertito: “Scherzi?Sono maschera!”. “Però, che bello!Sembri vero!”. Quando raccontava queste cose, inpre Siro si notava il rimpianto per lafine di quel mondo di sicurezze che laveste talare del prete aveva per secolirappresentato.

Foto della mostra “Siro Cisilino.Tracce di un illustre personaggio”,(Pantianicco, 28, 29 e 30 aprile 2007)

1934 - Fabris Ferruccio e RenzulliLina dal Bacher.

Page 8: Qui Pantianicco. 28

8

Tracce di un illustre personaggio.La mostra “Siro Cisilino. Tracce diun illustre personaggio”, organiz-zata dall’Ufficio Cultura delcomune di Mereto di Tomba e dallaPro Loco di Pantianicco, ha offertoai visitatori la possibilità di entrarein contatto con diversi aspetti dellavita di una personalità di famainternazionale. Grazie alla disponibilità di parentie amici, il materiale raccolto perl’occasione ha reso una viva testi-monianza del costante lavoro diricerca e trascrizione di Don Siro,nonché di un carattere determinatoe inflessibile in generale, oltre chenel peculiare lavoro in campomusicale.Il libro sbocconcellato dal fuoco diuna candela, traccia di notti passatesui libri a combattere il sonno, gliappunti manoscritti su fogli di ognigenere e provenienza, segno di unospirito creativo e di una tendenza alrisparmio dei materiali , lenumerose lettere, che richiamanoalla mente le varie tappe di unavita votata alla musica, sono soloalcuni degli oggetti che ci sonogiunti dal passato, nella maggiorparte dei casi grazie alla premurosaconservazione di chi l’ha frequen-tato negli ultimi tempi della suaesistenza. Durante gli orari d’apertura della

Pantianicco anni 30. Manazzone Giovanni e SchiavoCherubina con la figlia Norina.

Una bella famigliola ed una gentile signorina ritratti un secolo fa: se qualcuno liidentifica farebbe cosa gradita a comunicarcelo.

mostra è stato possibile toccare ilcarattere di un uomo attraverso isuoi effetti personali, come inumerosi dischi in vinile dellamusica che più amava, libri e santi-ni, corone del rosario e breviari,espressioni di una fede religiosaancorata alla tradizione, nonchéritagli di giornale e libri, letture diogni genere per uno spirito onnivo-ro.La mostra, ospitata nei locali dellaCasa Canonica di Pantianicco, hadunque risposto all’esigenza didivulgare presso chi non loconoscesse, la figura di una dellepiù rilevanti personalità delcomune di Mereto, e di fornire aisuoi estimatori qualche sfumaturainedita, con l’auspicio che questaoccasione sia un punto di partenzaper ulteriori futuri approfondimen-ti.Come la Mostra, anche laRassegna Corale Comunale del 30aprile e la gita a Venezia di mag-gio, contraddistinguono un 2007dedicato alla figura di SiroCisilino, in occasione del 20°anniversario della morte.

Ed ora vogliamo ricordare questoillustre conterraneo attraverso alcu-ni splendidi “medaglioni” su di luiusciti dalla penna di amici ed esti-matori.

“Tra i numerosi assidui frequentato-ri del Polifonico di Arezzo, don Siroera, senza dubbio, la figura più sim-patica e rappresentativa. Alto, slan-ciato, nella sua veste talare precon-ciliare dalla lunga bottoniera, i folticapelli ondulati e argentei, il voltoscarno dai lineamenti marcati, losguardo penetrante seppur attenua-to dagli occhiali di tartaruga, lavoce suadente dalla parola semprebuona, smaliziata e di un candoreche sfiorava l’ingenuità, di unaparola che non conosceva la cattive-ria o la diplomazia dei politici mala verità e la semplicità delle perso-ne sagge. E quando parlava deigrandi polifonismi, la sua voce erasempre traboccante di stupore e stu-piva, a sua volta, chi lo ascoltava,sorpreso dalla sua profonda cultura.Ed era sempre attorniato da perso-ne avide di sapere.”

Mario Macchi

“Alto, magro ma solido e squadra-to, con una folta chioma di grossicapelli candidi che saliva a ondeverso l’alto, la sua sola presenza loimponeva, salvo il candore che tra-spariva immediatamente dallosguardo ceruleo, e che faceva com-prendere come per lui la realtàfosse quella strana cosa con cuiera talvolta giocoforza venire apatti, ma dalla quale era opportunofuggire il più sovente e il più velo-

Page 9: Qui Pantianicco. 28

9

Pantianins ains 30.Le figlie di Maria “CIRCULINIS”La superiore - madre Gemma e madre Chiara. Si riconoscono in ordine sparso:Velia (suor Costanza) - Mariana di Cosean - Rena di Rodis - Maria dal Frari -Nerina - Angjelina di Fotel - Aurora - Iola - Margarita di Verino - Carlina - Torina -Nela - Norina di Ucel - Tisia di Orasio - Maria dal Vau - Maria di Pansera - Mariadi Ferin - Rosa di Ferin - Margarita e Maria di Lucresio.

Pantianins 1920.Li gimulis di Vira Bianca e Norma.

“Il suo passo lungo e veloce nellascarpa da montanaro imprimeva alsuo portamento un’andatura decisae terrena come se ad attenderlo vifosse qualcosa d’urgente, estremo.La tonaca, che non avrebbe maiabbandonato in aperto dissidio allerecenti disposizioni della Curia, fru-sciava veloce tra i corridoi dellaFondazione per arrivare al suo stu-dio, una piccola stanza in un’alaremota. E lì, tra spazi sempre piùstretti, immerso tra libri e schedarilievitanti, consumava giornalmente,e per decenni, il suo sacrificio laicoalla musica. Punto di richiamo ed’incontro per studenti e musicologid’ogni nazione quello studio dall’al-ta finestra (troppo alta per poterviscorgere la splendida veduta delBacino di San Marco) era divenutoil suo “confessionale” un luogodove il segreto bisbigliato o l’arrin-ga accalorata prendeva spessore evita.”

Margherita Antonelli

“Ciò che colpisce di don SiroCisilino, al di là degli indiscussimeriti musicologici, è la chiaraconsapevolezza che ebbe sempredel valore culturale del suo lavoro,e la ferma convinzione che ciòprima o poi gli sarebbe stato rico-nosciuto. Il carteggio con superioriecclesiastici, condiscepoli, musici-sti e con chiunque avesse potutometterlo in condizione di lavorarecon serenità, ha talora i toni dram-matici di uno sconforto angoscioso,di fronte all’incomprensione di chiostacolava quanto egli sentivacome un appuntamento con laStoria.”

Gilberto Pressacco

“Aveva lavorato solitario decined’anni, aveva raccolto e trascritto dacarte d’archivio e da codici migliaiadi pagine di musica prodigiosa,aveva relazioni con musicisti e musi-cologi di tutto il mondo. Ma erarimasto fino allora chiuso nel suopaesello, prete integrale e friulanointegrale.Aveva del prete il senso apostolico,messianico di quello in cui credeva:la musica come voce di Dio. Avevadel friulano la tenacia che vince ogniostacolo, la capacità di sobrietà e diascetismo assoluti e necessari pergiungere alla meta.”

Vittore Branca

Citazioni tratte da “Siro Cisilino.Musicista e musicologo friulano”,Atti del convegno di studio (Meretodi Tomba, 12 dicembre 1992),U.S.C.I. Friuli-Venezia Giulia,Quaderno di Choralia n. 2, 1998.

A cura della Biblioteca civica“Pietro Someda de Marco”

cemente possibile non appena lecircostanze lo avessero consentito.Il mondo “di qua”, popolato diintrighi, di complotti, di gente diso-nesta, pronta a carpire il frutto delsuo lungo e paziente lavoro, di“malis féminis” pronte a portarloin tentazione, di musiche dissonantiche nessun coro avrebbe mai potu-to eseguire […]. Il mondo vero,invece, era quello di Giovanni e diAndrea, di Adriano e Cipriano, dimaestro Gioseffo e di tutti gli altriinnumerevoli polifonismi delCinquecento, dei quali don Siro incinquant’anni di solitario e –indefinitiv- - felice lavoro mise inpartitura circa seicento volumi dimusica. Ricordo ancora lo sbalor-dimento totale di un collega ameri-cano nel vedere tutte quelle parti-ture allineate sugli scaffali che cir-condavano la stanza nella qualelavorava – non appena si uscisse,la chiave spariva subito nelle oscu-re e profonde tasche della vestetalare.

Pierluigi Pietrobelli

Page 10: Qui Pantianicco. 28

10

Bellina Pietrantonio, nato a Venzonel’11 febbraio 1941, entrò nel semina-rio di Castellerio e di Udine, dove feceil corso regolare di studi.Il 29 giugno 1965 è stato ordinatosacerdote nel Duomo di Udine ed il 4luglio celebra la prima messa aVenzone. In settembre ebbe la nominadi cooperatore-cappellano a Codroipo,dove esercitò fino al mese di aprile1968. In quello stesso anno, l’11 mag-gio, è entrato come parroco dellapieve di San Martino di Val e Rualp,in comune di Arta, e di San GiovanniBattista di Treli, in comune di Paularo.

Lassù operò per 14 anni, integrando lasua opera pastorale ed umana conl’insegnamento: fu insegnante di reli-gione allo Stringher di Tolmezzo ed inseguito maestro elementare a Treli.Per anni si è anche dedicato all’inse-gnamento nella scuola privata incanonica per ragazzi e ragazze, chenon potevano andare alle medie:un’esperienza, che si richiamava,almeno nell’intenzione, alla scuola diBarbiana di Don Milani. In Carnia ini-zia la sua attività di scrittore, che durada più di 30 anni: il primo libro è del1974, poi è andato avanti fino allaproduzione attuale: centinaia di scritti,la maggior parte in friulano, compren-denti racconti, articoli, introduzioni emanoscritti.Dal 1982 per ragioni di salute lascia laCarnia e si trasferisce a Basagliapentacome parroco e maestro elementare.Cessata l’attività didattica, per anni siè dedicato alla traduzione integraledella Bibbia in friulano (la prima delgenere per la nostra comunità).Inoltre ha tradotto dal lesto latinoufficiale, per conto e con l’aiuto degliamici di “Glesie Furlane”, il “Messal

Romàn”, che si spera diventi unmezzo fondamentale per la nostrachiesa. Ha vinto due volte il premio“San Simon” di Codroipo, nel 1981con “Pre Pitìn” e nel 1999 con la“Trilogjie tormentade”. Nel 2000 haottenuto il premio “Epifania” diTarcento.È deceduto il 23 aprile 2007 nelleprime ore della notte sul sagrato dellasua chiesa. Quasi profetico il suo scrit-to: “No sai ce che l’avignì mi desti-narà. Però o sai che o spieti simpri ilmeracul. Di imparà a cjaminà talscûr.”Sembra che le alte gerarchie lo abbia-no risconosciuto più da morto che davivo, ma Pre Antoni Beline è una stel-la di prima grandezza nel firmamentodel Friuli, sulla scia di grandi figure disacerdoti, che lo precedettero, comeGiuseppe Marchetti e FrancescoPlacereani. Egli ha sempre sostenutoed esaltato i valori della fede con quel-li dell’identità del popolo e della lin-gua friulana. I suoi scritti in un friula-no scorrevole sono sempre limpidi eschietti, colmi di profonda umanità etalvolta di struggente poesia.

PRE ANTONI BELINE

GABRIELE SAVIGNANO, medico a Pantianicco

Abitò a Pantianicco dal 1958 al 1970,lavorando come medico all’INAM eall’EMPAS di Udine e svolgendo lasua professione nel Comune diMereto di Tomba. A Pantianicco erail “miedi”, il medico di famiglia sem-pre disponibile e solerte. Era benvo-luto da tutti ed aveva un carisma

invidiabile: sempre ottimista, con labattuta pronta e ilare, ti dava fiduciae conforto.Nato a Montesarchio nella provinciacampana di Benevento, l’anticoSannio, il 26 marzo 1929, compiutigli studi classici, si era poi iscrittoalla facoltà di medicina all’Universitàdi Napoli, dove si era laureato nel1954, specializzandosi in tisiologia.Visitò il Friuli nel 1955, successiva-mente nel 1958 si stabilì nel nostroPantianicco, dove trascorsi gli annipiù impegnativi e più costruttividella sua vita: infatti qui con la mae-stra Carmen Buttazzoni celebrò ilmatrimonio, da cui nacquero duefiglie e un figlio, e nel contempo per-fezionò le conoscenze tecniche dellasua professione.Lo ricordiamo mentre con la sua vec-

chia millecento targata BN girava avisitare gli ammalati, nel suo sopra-bito marroncino, con gli attrezzi delmestiere nella borsa sotto-braccio.Poi nel 1970, vinta la condotta medi-ca di Villa Santina, si è trasferito inCarnia, dove ha esercitato la sua pro-fessione di medico condotto, seguen-do ben 2.600 pazienti fino al 2000,quando è andato in pensione. Inquell’occasione espresse all’intervi-statore i suoi giudizi sulla sua passa-ta attività: “Il medico era anche psi-cologo, terapeuta, punto di riferi-mento per tanti problemi: la disponi-bilità non poteva mai venir meno.C’erano le emergenze vere e proprie,quando la lotta era contro il tempo, ec’erano le situazioni di disagio nellequali, di solito, era sempre il medicoa intervenire per primo”.

Page 11: Qui Pantianicco. 28

11

Febbraio 1980: Cella campanaria del Campanile di Pantianicco con Don Claudio,da sinistra: Leonardo, Mauro, Filippo, Fabrizio, Marco, Simone, Luigino, Oscar eAlessandro.

EDO NOACCO nella memoria di suo figlio

Più che soddisfatto della sua vitaprofessionale il dottor Savignano hatrasmesso la passione alle sue duefiglie, entrambe medico, mentre ilfiglio ha scelto un’altra strada.Nel tempo libero coltivava due pas-sioni: la poesia e la pittura.Qualche mese prima di lasciarciaveva allestito a Villa Santina unamostra dei suoi dipinti con notevolesuccesso di apprezzamenti e visita-zioni.È deceduto a Udine il 18 settembre2007. I funerali solenni sono staticelebrati nella chiesa di VillaSantina, ma la sua urna cineraria èstata portata nella tomba di famiglianel cimitero di Pantianicco, suapatria d’adozione.

Il 30 dicembre 2006, dopo una malattiasopportata con dignità e rassegnazionecristiana è spirato mio padre EddoNoacco, della classe 1925, nato aRizzolo il 22 febbraio.Nei suoi anni giovanili e spensierati siaffezionò al vostro paese di Pantianicco,dove lo zio don Silvio Noacco, sacer-dote burbero dallo sguardo severo, eraparroco mentre sua zia Liduina, piccoli-na e sempre in movimento, faceva la“perpetua” e gestiva l’asilo parroc-chiale.A Pantianicco lui riservò sempre unposticino speciale nel baule dei ricordi,tanto che negli ultimi anni ha collabora-to con vari articoli al bollettino della ProLoco; mi sembra giusto perciò ricordar-lo a chi lo ha conosciuto con qualcheriga biografica.Papà era nato in una famiglia cometante nella pianura friulana, non riccama nella quale non mancava il neces-sario. Il padre Attilio lavorava nella fer-rovia, aveva la proprietà della casa doveabitavano in via Roma a Rizzolo e nelleore libere dal lavoro coltivava un pezzodi terra o accudiva alla stalla dove tene-va due mucche, coadiuvato dalla mogliePia. Mio padre e suo fratello Remo

detto Bepi, che fu sacerdote prima aPaluzza e poi a Maiano, e a cui restòaffezionato fino alla sua tragica mortenel 1979, crescevano nella condizionedi migliaia di altri bimbi friulani delperiodo anteguerra. Dopo la scuola, igiochi all’aria aperta in frotta con ibimbi del vicinato, poi una mano in casae a fare sporte con le foglie delle pan-nocchie per arrotondare il bilancio, icompiti e a nanna presto.Siccome riusciva benino negli studi, fumesso in seminario dove completò ilginnasio e poi uscì per terminare il liceoclassico allo Stellini di Udine.E’ a questi anni che risale la sua fre-quentazione di Pantianicco, soprattuttodurante l’estate libera dagli impegniscolastici. Erano anche anni di guerra,anche se il peggio per il Friuli, come perl’intera Italia, doveva ancora arrivarecome infatti arrivò dopo l’8 settembre1943.Di quel periodo mio padre a volte rac-contava qualcosa, ad esempio dellascarsità dei generi alimentari, oppure deitedeschi che giravano per il paese o deicosacchi che occupavano la casa e chetalora prendevano sbornie colossali e li-tigavano, senza però nuocere a chi li

ospitava.Dopo gli studi secondari, tornata lapace, si iscrisse nel 1946 alla facoltà digiurisprudenza frequentando l’ambientegoliardico, coltivando l’amicizia deglistudenti friulani cattolici e lavorandocome istitutore in varie scuole e convittiper mantenersi; a Trieste si laureò nel1952, con una tesi più tardi stampata epubblicata (allora questo era un eventoinsolito).

Con la morte di Edo Noacco il nostro bollettino perde un prezioso collaboratore che, pur abitando a Pordenone,ogni anno faceva pervenire i suoi articoli appassionati e nostalgici sugli anni passati a Pantianicco, dove avevamolti amici che a tuttoggi lo ricordano. Tutto il comitato di redazione si unisce al cordoglio dei familiari: lamoglie e due figli.Così lo commemora il figlio Adriano:

Edo Noacco alla visita di leva, 1943.

Page 12: Qui Pantianicco. 28

Nel frattempo aveva conosciuto miamadre, che poi sposò nel 1956. Entratoal servizio del Ministero P.P.T.T., lavoròdapprima come ispettore a Vicenza efinalmente nel 1965 ottenne il trasferi-mento in Friuli a Pordenone, dove fudirettore del reparto personale dellaDirezione provinciale, poi per vari annidirettore provinciale reggente e infinedirettore provinciale, andando in pen-sione nel 1992 con il grado raggiunto.Forse i suoi coetanei ancora lo ricor-dano; mio padre non era alto ma eraasciutto e scattante, di carattere solita-mente comprensivo e facile alla battuta;mai era fastidioso né portava rancore,ma era sempre pronto al perdono e allariconciliazione. Grazie a queste doti disolito era benvoluto e legava con tutti. Epoiché il temperamento si forma spessonegli anni giovanili, conservò per sem-pre quest’indole che costituiva il verofondamento del suo animo, insieme allarettitudine e alla serietà.Così seppe integrarsi anche aPantianicco in quel mondo agreste dicui a volte parlava, e che era fatto dicose semplici ma fondamentali, comeamicizie sincere, allegre riunioni, pic-

coli fatterelli e quadretti di paese, cam-pagne rigogliose impreziosite dalla fati-ca e dal lavoro, chiesette rurali e cieliaperti sull’ampia pianura. Un mondoche forse, anzi senza dubbio aveva isuoi lati scomodi e in sé idillico non era,ma così sembrava ai giovanotti di alloracarichi di belle speranze. Tutte queste cose trapelavano dai suoi

ricordi ed aneddoti, e spero che qual-cosa di quell’età pulita e schietta esistaancora, se non altro nei ricordi dei suoicari amici di allora, dei quali serbavanomi e volti e che seguiva da lontanocon profondo affetto.

Adriano Noacco

12

Mulin di Marchet anni 60 - Gita domenicale in bicicletta.

AGNUL COVAS: I NONS DAI FÎSda: “Lis Contis di None Minene”

Mestri Checo al veve tacât a lâpal mont di frut.Fat la cjase e cjolts un cuatricjamps, al cjatà une buine cristia-ne e si sposà.A ducj i fîs ch’a i vignivin almont, al meteve nons, che desnestris bandis, a jerin no dîsstramps, ma origjinâi.Il plevan nol rivave a gloti cheinons che mestri Checo al tiravefûr e une dì che lu cjatà pe stradee sintût che in famee al jere rivâtun altri fantulin, i disè: “MestriCheco, ti raccomandi, almanculcheste volte, fami un plasè per-sonâl, di nò tirâ fûr un non ere-tic, come chês altris voltis”:Mestri Checo: “Ma siôr plevan,ch’al viodi che a son ducj sullunari!”Il plevan: “Cjape in man lis lita-

niis dai Sants e fermiti a chel nonche plui ti plâs! Si sino capîts?”Checo: “Benon, siôr plevan!”Te domenie subit Messe Grande,comari, Checo e parincj si presen-tin cul frut in glesie pal batisin.Il plevan ch’al stave spietantdongje ilBatisteri, aldisè:“ D u n c j e ,copari Checo,ce non i meti-no?”Checo, decîs:“ K y r i -Eleinson!” Epo continuant:“Mi veve pûrdite di cirî teslitaniis?! E jo,ch’al cjali, par

no pierdi timp e ancje par noconfondimi, mi soi fermât su laprime”.E il plevan nol rivà a gjavâi uneperaule di plui.

Pantianins tai ains 40.Milio di Ucel cu la careta (Cisilino Emilio).

Page 13: Qui Pantianicco. 28

13

Sono le testate del quotidiano “La Patria del Friuli” del 27 e 28 agosto 1903 che annunciano il disastro di Beano, cosìlo chiamavano i nostri vecchi. Più di un secolo fa molte famiglie del nostro paese possedevano qualche appezzamento“tai pras da la ferada” e molti giovani e uomini andavano anche a falciare quei prati con il falcetto, per conto terzi.Era una vasta prateria attraversata dalla ferrovia, vicino a Beano. A quel tempo tutto il circondario fu colpito da que-sto tragico incidente, come fosse accaduto nel proprio paese, perciò fu parte della nostra memoria storica.

Il 27 agosto 1903 erano giunti aUdine i giovani SOVRANI VittorioEmanuele III° e la Regina ElenaPetrovic per visitare l’Esposizione.Indescrivibile la gioia e l’accoglienzadi migliaia di persone accalcate attor-no alle carrozze reali per ammirarli esalutarli. Udine ha vissuto così duemeravigliose giornate, ma ecco chealla fine “cupa e terribile si stendel’ombra della morte” Due battaglionidi soldati del 14° ReggimentoFanteria che erano stati in città disupporto per la visita dei reali, parti-rono da Udine alle 22,15 con untreno speciale che si fermò a PasianoSchiavonesco (Basiliano). Siccome lasosta si protrasse a lungo, un tenentedel 14° scese e andò a chiedere ilmotivo, ma non ebbe una rispostacomprensibile; pare che il macchini-sta ed il fuochista fossero ubriachi. Ilcapostazione di PasianoSchiavonesco assicurò che egli nondiede il segnale di partenza, eppure iltreno partì e si inoltrò nella campa-gna verso Codroipo. Nello stessotempo procedeva verso Basiliano untreno merci con una ventina di vago-ni. Il macchinista ed il fuochista deltreno merci lo videro venire incontro:fischiarono a lungo in lontananza,allora fermarono il treno, saltaronogiù e fuggirono.Il tremendo scontro avvenne fra icaselli 109 e 100, in mezzo ai prati

detti di Reganazzo, poco distanti dalpaese di Beano e provocò 13 morti e52 feriti. Il primo soccorritore fu unmedico di Codroipo, era andato achiamarlo un sergente in bicicletta.Poi i soccorsi arrivarono con un trenoda Udine: nel buio della notte lavora-vano con “torce a vento” per estrarredalla montagna di rottami dei vagoniaccartocciati, corpi senza vita e tantiferiti. Da Udine giunsero anche alcu-ni medici, il Prefetto, l’ingegnere del-l’ufficio tecnico municipale, il com-missario di polizia, ufficiali e soldatidel 12° Saluzzo, i pompieri con bran-de e bottiglie di cognac e medica-menti forniti dalla Croce Rossa.All’alba giunse anche uno squadronedi cavalleria a fare un sopralluogo.Intanto, man mano che si svegliavano

gli abitanti di Beano accorrevanospontaneamente a soccorrere i feriti,con acqua, latte e uova le donne,mentre gli uomini aiutavano a tra-sportarli su due convogli appositidiretti all’ospedale militare e civile.Il curato di Beano, due sacerdoti coo-peratori di Codroipo, il Parroco ed ilcappellano di Zompicchia, conforta-vano i feriti ed i morenti.Il giornale prosegue senza un filocoordinatore della narrazione, descri-vendo moltissimi particolari strazian-ti. Fra questi la scoperta sotto la mon-tagna di rottami “di due corpi umaniabbracciati, due cadaveri stretti in unabbraccio supremo: il macchinista edil fuochista.“I due maggiormente responsabili,aveva detto il capostazione di Udine,

Page 14: Qui Pantianicco. 28

14

“sono rimasti vittime ed erano morticosì avvinti in un ultimo terribileabbraccio”. Intanto da Pantianicco,San Lorenzo, Codroipo, Sedegliano eda altri paesi, tanta gente si dirigeva apiedi o con la carretta a visitare illuogo maledetto dove dodici giovanivite furono violentemente stroncate.Anche i reali visitarono il luogo deldisastro sotto il sole cocente di ago-sto e poi si recarono immediatamenteagli ospedali civile e militare a porta-re conforto ai feriti. Trovarono adaccoglierli l’Arcivescovo, tante auto-rità civili e militari. “La Regina sichinò pietosamente sui feriti piùgravi accarezzando loro la fronte e laguancia”.Si seppe poi che il peggio nell’imma-ne disastro, toccò alla I^ compagniaed al corpo bandistico: di 60 suonato-ri, sono rimasti incolumi in 15.L’articolista termina raccontando che

si è formato “un comitato di soccorsoper i feriti e per le famiglie delle vit-time” che ha aperto una sottoscrizio-ne pubblica. Seguiva un lungo elencodi offerenti: da £ 0,50 a £ 10, unadecina di persone offrirono £ 20, laDirezione e l’Amministrazione della

Patria del Friuli contribuirono con £100.In epoca recente, a memoria perennedi questa tragedia, venne posto uncippo.

Ines Della Picca

CONTIS DI AGNUL COVASda: “Contis di pôc”

ROBIS CH’A PUEDIN SUCEDI!

INDULÀ LAVORIAL...?

La famee di Robul, sorenon che idavin tal paîs, e jere normâl: omp,femine e doi fîs. A vivevin in pâs ecaritât.I fîs oramai grancj, a vevin fat la lôrfamee. I doi gjenitôrs, Menie e Zuan,dut benòn, no ur mancjave nuie: lacjase a jere lôr, doi otomobii (unparomp), dôs pensions, une dall’Enele une dai coltivatôrs direts, un dôs vol-tis al mês a gustâ tes miôr tratoriis dezone, vistîs simpri ae mode cun scarpisdi lusso.Chest an al scjadeve il cuarantesim dimatrimoni.Zuan al scomenzà a pensâ ae fieste ecui ch’al veve di invidâ.Prin di là dal bonsignôr pe messe, e lì

nol ocôr discori ch’al ordenâ lis robisin grant: messe a lis 11 cun cantorie,altâr furnît di rosis, po un ghiringhelpar ducj al aviert e pai familiârs,parincj e amîs ducj a Colorêt di M.A.pal gustâ lì di Vinicio e Piero!Pontât dut su di une cjarte, par nodismenteâ, al metè il cûr in pâs spie-tant la fatidiche sornade.Ah!... Mi dismenteavi di dî che al veveancje prenotât un fotografo e uncineoperadâr.Dut ben!... Ma la femine e jere un pôccu la muse dure, scuasit-scuasit sulsustât! Zuan inalore i disè: “No stâ fâche muse! Fevele! Disimi indulà ch’omancj. Dis s’o ai smenteât alc. O sinancjemò in timp a proiodi...”

Menie: “Tu âs di scusâmi! In cuaranteagns di matrimoni, no tu mi âs maicomprât un anel, une colane, unbraçalet e nancje un pâr di rincjins...”Zuan al striçà i vòi, al fasè la muse di“mieç gnogno” e po al disè:“Cuarante agns di matrimoni... e t’alzuri, jo no èi mai savût che tu vendes-sis gjoiei!”

Un grop di fruts si cjatin tal dopodi-misdì tal parc dai zûcs a cori, a vosâ,a zuiâ e a scjariâ la lôr vivacitât,intant che lis maris si scambin laperaule. Dopo un pôc cuant ch’a sonben cuiets, lis maris ju clamindongje, ur metin intorsi un golfùt eur dan la mirinde.

I fruts stracs si sentin volentîr amangjâ e ancje lôr a tabain dal pluie dal mancul come i grancj. Pascuâlal conte che so pari al lavore inComun, Vincens invecit al dîs che sopari al lavore tun negozi di scarpis eche al è stuf di misurâ sca

Pantianicco anni ‘30 - Il giovaneAngelo Cisilino cacciatore.

Page 15: Qui Pantianicco. 28

15

TALIA - Italia Della Picca (1872-1953)

Italia Della Picca era la mamma del soldato Prospero.Viveva “tal curtîl di Nodâl, in una stanzettta nera difuliggine con accanto il “cjôt cun tre pioris”. Le pecoreerano il suo unico sostentamento: Talia barattava le for-maggette che lei preparava con qualcos’altro che le ser-viva per vivere. È vissuta a lungo aiutata dalle nipoti edalle donne del “Borg dal poç”. Molti ancora in paesesi ricordano di lei, ma nessuno ha conosciuto il soldatoProspero ed il secondo figlio di Talia e non si sa nean-che dove sono emigrati. Di loro non c’è traccia nemme-no sulla sua lapide. Però c’è ancora qualcuno che leporta un fiore.

DOCUMENTI E TESTIMONIANZE DELLA I GUERRA MONDIALE (1915-1918)

Nel 2005, nel Castello di Udine, è stata presentata un’inte-ressante mostra di fotografie e documenti sulla vita in Friulidurante l’occupazione. La mostra evidenziava i disagi, isacrifici, le sofferenze, i saccheggi, la fame, le malattie, leumiliazioni, il terrore che tutta la popolazione ha dovuto sop-portare trovandosi praticamente “la guerra in casa” perché ilFriuli era diventato un’immensa retrovia arretrata italiana delfronte italo-austriaco stabilizzato dalla Carnia all’Isonzo.Apriva la mostra con grande rilievo la lettera del soldatoProspero Della Picca, ingrandita al massimo, che da solatestimoniava le tragiche situazioni in cui versavano sia i sol-dati che i civili.Perciò la riproponiamo ai nostri compaesani, unitamente adaltre testimonianze, per ricordare una delle pagine piùamare della nostra storia e i compaesani che l’hanno vissuta.

Questa rievocazione vuol essere un omaggio ai nostri padri che si sono sacrificati per la nostra libertà, ea tutta la nostra gente, che ha vissuto e sofferto l’invasione e l’occupazione austro-tedesca.Non è una storia di capi, di dati o proclami…, ma la storia ugualmente importante, anche se menoconosciuta, dei grandi problemi portati dalla guerra in Friuli.È soprattutto una storia raccontata da sofferte testimonianze orali e documentate della nostra gente…per non dimenticare…

Page 16: Qui Pantianicco. 28

16

Il documento accompagnatorio del vaglia che ilDella Picca invia alla madre da Arezzo, il 9 set-tembre 1917.

Page 17: Qui Pantianicco. 28

17

27 luglio 1922 - Arrivo delle campane

“Come le cose più care, le campa-ne furono molto sospirate; quat-tro tristi anni di attesa; ma arri-varono suscitando l’indicibileentusiasmo che da tanto tempodesiderava irrompere. In questipoveri paesi irruppero i tedeschi,irruppe la guerra, i dolori , ipericoli, le malattie, l’alluvione,e dardeggiò il sole: irrompe alfi-ne il tanto sospirato e trattenutogaudio, irrompe un suono che èla sintesi di tutti i sensi che lanatura nostra può ed esprime.Questo ricordo ancora, fruttodelle sue ultime fatiche in mezzoa noi , i l v i cario D. Ross iLeonardo, già eletto parroco diCast ions di Strada, c i vol lelasciare prima di partire; moltodovette brigare con amici e cono-scenti, finché riuscì. Arrivaronoa Codroipo alle 23 del 25 luglio ei l 27 con f ior i e brindis i i lVicario con molte carrette anda-va a prenderle a Codroipo. Incamion inghirlandato e imban-dierato, scortato dagli accorsipassarono fra le acclamazioniper Goricizza, Pozzo, Gradisca,Sedegl iano e San Lorenzo.Quanto più s’avvicinava al paeseil camion tanto più cresceva laprocessione di persone che accorsead incontrarlo; “evviva” di fre-netica gioia si ripetevano ad ognipasso e fiori e verdura si gettavasulle campane, e si baciavano da

giovani e vecchi. Presso la statuadella SS. Trinità la banda lesalutò coi suoi squilli e il paesequasi tutto era accorso, parevanon poter o non voler più prose-guire. Non bastano suoni, nontrombe, né grida, né fiori, néagitar di braccia ad esprimerquesto gaudio che incominciaimmenso proprio qui passandoaccanto al cimitero; le lacrime diletizia che stillano dagli occhi ditutti dicono ogni cosa. Così entra-no altamente acclamate in paese;ognuno è lì a corteggiarle, e gliammalati le salutano dalle fine-stre. Dal campanile si spande ilsaluto alle sorelle; le due piccolecampane di San Antonio intrec-ciano, come meglio, il loro addio.Gira il camion e le carrette e la

fol la acc lamante intorno alpaese: le campane salutano queiborghi di cui poi annunzierannola letizia e il dolore. Arrivatocosì, dopo il giro, sulla piazza frasuoni e canti, parla ardentemen-te il vicario salutando le campa-ne come la voce di Dio e delpopolo, della fede e della natura.Così quantunque dardeggi il soledelle due dopo mezzo giorno, siripetono lo stesso le acclamazionie gli squilli; tutti son contenti,g iovani e vecchi , perché i lSignore ci ha bagnati colla sospi-rata pioggia: il campo e il villag-gio accolgono giocondi la santavoce di Dio nelle campane”.

Sac. Leonardo Rossi

Uno degli avvenimenti più dolorosi che più ferì la sensibilità della nostra gente, fu la requisizione delle campaneper usi bellici. Nell’aprile 1918 tutti i campanili dei nostri paesi vennero saccheggiati dai soldati austriaci. A colpidi mazza ferrata le spezzavano sul campanile e poi le lanciavano giù.Scrisse un parroco: “Per la maggiore si diedero 554 colpi per spezzarla: 554 colpi al cuore di tutti, molti svennero aquei colpi!”“Qui a Pantianicco la gente assisteva attonita e convulsa alla sacrilega asportazione e quando vide rovesciarsi dalcampanile la campana maggiore e spezzarsi a terra, mandò un fremito di indescrivibile indignazione, mentre ledonne piangevano disperate”.

(Dal libro storico della Parrocchia)

BRONZO PER L’AUSTRIA

Page 18: Qui Pantianicco. 28

18

1917 - Sergente Manazzone Gaetano Visentini Lino ferito sul Carso il 5 ottobre1915. MOTIVAZIONE DELLA MEDA-GLIA DI BRONZO “Compieva servizirischiosi e, gravemente ferito al fianco sini-stro, insisteva per rimanere al suo posto,dando ai compagni bell’esempio di coraggio.”

Gorizia 1921 - il fratello Manazzone Silvioin servizio a Monfalcone nel corpo dellaguardia di finanza.

Santa Lucia di Tolmino 1915. Luigi Visentin.

MOTIVAZIONE DELLA MEDAGLIA DI BRONZO a Cisilino Querino“Facendo parte di una pattuglia ufficiali spintasi, con ammirevole ardimento, verso un posto nemico per catturarne di sorpresa la vedetta,si comportava da coraggioso e, gravemente ferito, dimostrava calma e fermezza. Sempre volontario nelle più ardite imprese. MonteCadini, 11 agosto 1916

Page 19: Qui Pantianicco. 28

19

Piano d’Arta 1920 - Del Giudice Irenee Teresina dal muni posano con icostumi carnici.

Udine 1914 - in posa davanti al fotografo le sorellineOttorina e Isotta (1911 - 1913) Della Picca e una bellabambina di cui cerchiamo l’identità.

Soldati austriaci nel nostro paese durante l’occupazione.

Una cerimonia di un secolo fa.

Cividale 1916Una foto-ricordo dalle retrovie inviata aFidela Visentin

Page 20: Qui Pantianicco. 28

20

Page 21: Qui Pantianicco. 28

21

BERTOLISSI ANGELO 1881

CAP. BUTAZZONI MODESTO 1881

BRANDOLINO PIETRO

CISILINO UMBERTO

SERG. CISILINO SANTE 1889

CISILINO MARCELLINO 1878

CISILINO CALLISTO 1878

CISILINO ALFONSO 1879

CISILINO EUGENIO 1877

CISILINO SETTIMIO

CISILINO RENATO 1882

CISILINO ALBINO 1884

CISILINO LIBERALE

CISILINO INNOCENTE 1887

CISILINO CAMILLO 1889

SERG. CISILINO ORESTE 1896

CISILINO LINO 1888

CISILINO ERMENEGILDO

CISILINO SILVIO 1880

COVAZZI CANUTO 1892

CRAGNO MARCELLO

CRAGNO RAFFAELE

CRAGNO LUIGI 1888

CAP. COLAUTTI EVARISTO

DELLA PICCA LIBERO 1894

DELLA PICCA ANGELO 1881

SERG. DELLA PICCA GIACOMO

1889

FANUTTI ……… 1883

GRANZINI AUGUSTO

MANAZZONI CLEMENTE 1888

SERG. MANAZZONI GAETANO

1896

MANAZZONI MARIO 1896

MANAZZONI TARCISIO 1899

MANAZZONI GIROLAMO 1882

MANAZZONI LINO

CAP. MAG. MANAZZONI LEONE

1882

CAP. MATTIUSSI MATTEO 1876

CAP. MAG. MATTIUZZI ANGELO

1886

MOLARO IGNAZIO

MOLARO MARCELLO 1892

PARAVANO ERNESTO 1897

MARESC. PICCOLI DOMENICO

1894

TOPPANO ANTONIO 1879

MUTILATICISILINO LINO 1887

CISILINO QUIRINO 1892

TOPPANO BENIAMINO 1884

VISENTIN LINO 1892

VISENTIN LUIGI 1894

CADUTIS. TEN. CRAGNO GIACINTO

CAP. CISILINO FEDERICO

CAP. CISILINO GIOVANNI

CAP. GALLOTTI VITTORIO

SOL. CISILINO LEONE

CISILINO ROMILDO

CISILINO UGO

CISILINO ZACCARIA

CRAGNO ETTORE

CRAGNO MARINO

MANAZZONE ANGELO

MANAZZONE CORNELIO

MANAZZONE ROMANO

MATTIUSSI DOMENICO

MESTRONI LUIGI

MOLARO GIACINTO

PRATURLON ROMUALDO

SCHIAVO ANNIBALE

CISILINO OLIVO

MATTIUSSI ANGELO

(Le foto si vedono nella pagina

precedente e a pag. 15)

COMPAESANI CHE HANNO PARTECIPATO ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE

Manazzone Cornelio caduto in guerra nel1916 - ha lasciato due figli in tenera età:Luigi e Maria. S. Lucia di Tolmino 1915 - Luigi Visentin al centro con i commilitoni feriti e mutilati

all’ospedale militare.

Page 22: Qui Pantianicco. 28

PANTIANICCOAppena ricevuta la Circolare dellaReale Commissione d’inchiesta“sulle violazioni al diritto dellegenti commesse dal nemico” pelterritorio di Pantianicco (Merettodi Tomba) ho radunato subito laCommissione del paese, essendoio arrivato sul luogo solamentedopo tre mesi dall’inizio dellainvasione ; ho pure ordinato unregolare censimento delle grana-glie, del bestiame, dei cariaggi, deiforaggi, ecc… che furono dalnemico asportati o requisiti con osenza il rilascio di buoni per poterfornire alla R. Commissione d’in-chiesta notizie e cifre per quantofosse possibile precise e venni airisultati che seguono.

Danni alle personeL’invasione, avvenuta inPantianicco verso le ore 22 del 29ottobre 1917, fu in quella notte epiù nei giorni seguenti, violentaoltre ogni dire. I Germanici perprimi invasero il paese, mettendola popolazione nel terrore.Allora e in seguito non mancaro-no mai violenze e minacce controle persone; le requisizioni e le per-quisizioni si esercitarono semprecon un apparato esteriore di forza(baionetta innestata) che mettevalo spavento specialmente nellecase abitate solo da vecchi, donnee bambini.È da ricordare in particolare larequisizione generale eseguita inpaese il giorno 8 settembre 1918.Alle 7 del mattino, mentre granparte della popolazione era inchiesa, arrivarono d’improvvisocon camion e biciclette un centi-naio circa di Gendarmi Austriaciarmati e si abbandonarono tostoall’esame più minuzioso delle sin-gole abitazioni, mettendo sosso-pra ogni cosa, abbattendo deimuri, rovinando dei pavimenti,provocando con minacce e mal-trattamenti la paura e lo spasimonelle persone; asportando nonsolo le granaglie trovate, ma ancheoggetti o vestiario e biancheria, in

qualche casa perfino l’unica pen-tola o casseruola ancora rimasta;dalla chiesa l’unica campanellache ancora sarebbe rimasta di kg10 circa, per l’uso della chiesa stes-sa e del paese. Quando reggimentidi passagio o in riposto soggiorna-vano nel paese, si può affermareche gli abitanti rimanevanoabbandonati alla soldatesca nonessendo possibile alcun reclamocontro le loro violenze. In un solocaso in cui pareva che il reclamoavesse buon esito, la cosa si svolsein una maniera affatto ridicola ed icolpevoli rimasero impuniti (fami-glia Cervaro).Nella prima invasione, ed in segui-to, molte persone civili furonopercosse, altre brutalmente minac-ciate. In paese se ne conservano inomi. Si citano solo alcuni casipiù gravi avvenuti. Cisilino Fedramaritata Brandolino, percossa bru-talmente ad un braccio e allaschiena col manico di una forca dauna guardia austriaca senza che vene fosse il più piccolo motivo. Ladonna ebbe impedito l’uso delbraccio per un mese. Furono fatteperizie mediche dal dottor SignorRainis di Pasian Schiavonesco e daun medico austriaco. La guardiacitata al tribunale militare diUdine fu rimandata a quello di

Portogruaro per competenza; poinon se ne seppe più nulla. Alladonna non fu offerto nessun risar-cimento (fatto avvenuto in ago-sto).Cragno Olivo la domenica del 3novembre 1918 fu trovato coll’uni-ca vacca rimastagli in mezzo aicampi dai soldati austriaci in riti-rata. Non solo gli rubarono lavacca, ma lo portarono a casa lega-to come un delinquente, lo minac-ciarono di fucilazione alla presen-za della moglie, dei figli e di altricontadini terrorizzati sotto il pre-testo che il Cragno aveva sparatocontro di loro. Veramente l’esplo-sione di un’arma da fuoco vi erastata, ma il Cragno era affattoinnocente.Nella famiglia dei fratelli CisilinoAngelo e Giacomo durante la riti-rata degli Austriaci dopo di aversparato contro la porta di casa,perché trovata chiusa, i soldati siavventarono, minacciandoli collabaionetta innestata contro gliinquilini.Si può affermare che le personeminacciate e percosse lo furonosempre per motivi assolutamentefutili o affatto inesistenti.Durante l’invasione i Germaniciobbligarono gli abitanti a cedere illoro letto facendone anche uscire

2222

Dogna 1916 - servizio funebre. Il recupero della salma di un caduto a opera di unreparto specializzato (BCU).

Da “Il Friuli nella Grande Guerra” di Fabi Viola

DANNI DI GUERRA NELLE RELAZIONI PARROCCHIALIdall’Archivio diocesano

Page 23: Qui Pantianicco. 28

23

colla forza quelli che dormivano osi dimostravano riluttanti, com-presi i vecchi e i bambini.Non si ha contezza pubblica diviolazioni esercitate contro ragaz-ze o donne maritate, ma sembracerto che questi fatti non sianomancati.Benché gli abitanti non sianorimasti mai privi di generi alimen-tari di prima necessità, perché sep-pero in qualche maniera arrangiar-si nonostante le severissime eincessanti perquisiizioni di specia-li truppe. Streif Companie [sic] o dialtri corpi, si può affermare che losarebbero stato in forza delle rigo-rose requisizioni, delle perquisi-zioni e dei furti continui ai quali sitrovavano esposti. Col primo pro-clama emanato da Belov [il gene-rale tedesco Otto von Below],pochi giorni dopo l’invasione,tutte le granaglie, come altre cose,erano poste sotto sequestro; sinoal mese di febbraio però non ven-nero fatte speciali perquisizioni.Ai 24 febbraio si assegnarono perogni abitante gr 150 di farina digranoturco; razione che il 13 mag-gio veniva ridotta a gr 100 sempredella stessa farina; dopo la metà digiugno a gr 70.Per i mesi di luglio e agosto, termi-nato il granoturco, furono asse-gnati 10 kg di grano di segala o difrumento per ogni persona. Anchequesta razione però veniva ridottadel 15% e a molti fu rifiutato ilrazionamento col pretesto, privodi ogni fondamento, che essi tene-vano nascosto in casa del grano.Agli ammalati gravi che non pote-vano mangiar polenta il 22 agostovenivano assegnati gr 150 di farinadi frumento giornalmente; eraperò necessaria una dichiarazionemedica, mentre nel comune non siebbe mai un medico condotto, esolo per un breve periodo unmedico di reggimento in riposo.La razione era passata di 10 in 10giorni e non si rinnovava se nondietro nuova prescrizione medica.Era però fissato un massimo diconsegna, oltre il quale non sisarebbe più concessa la farina perquanto l ’ammalato ne potesseancora abbisognare.Al sacerdote, per la confezionedelle ostie, venivano assegnatimensilmente 125 gr di farina e gr

80 mensili per ogni 500 persone,per la confezione delle particole.Non furono accolti i ricorsi fatti.C’è però da osservare che mentre ilrazionamento delle farine era cosìabbondante, costituiva anche l’u-nico alimento degli abitanti, poi-ché gli invasori non importaronomai nel comune nessun altrogenere di alimentazione o dibevanda.Solo nel mese di settembre furonoimportati e venduti nel comune diMeretto di Tomba q 5,65 di zuc-chero a Kor. 16 il kg e q 3 di surro-gati di caffè a Kor. 9 il kg.Riguardo al sale: ai 30 gennaio losi pose in vendita a L. 1,10 inargento o carta, o L. 0,33 in oro.Due mesi dopo lo si comperava aL. 1,60. In seguito poi non lo sipoteva avere che a L. 3 in argentoesclusa qualsiasi altra valuta ancheaustriaca. Con notificazione del 3settembre 1918 si concedeva il sale

gratis solo ai pellagrosi che dove-vano prenotarsi presso il munici-pio.Non si ebbero casi di mortalità;però questo trattamento ha inflittogravi sofferenze specialmente aivecchi, ai bambini, agli ammalati,ai nulla tenenti che non potevanovenir soccorsi.Nei mesi di agosto e di settembrefurono frequenti i casi di deliquiopei disturibi intestinali o gastricicausati dalla farina di segala ancorfresca della quale bisognava cibar-si. Anche adesso in quasi tutti icasi di febbre spagnola (circa 200finora) si notano delle affezioniintestinali che non possonodipendere che dalla triste alimen-tazione di quest’anno.Da notarsi inoltre che non soloper l’intero anno fummo privi dimedico condotto; ma anche le far-macie furono più o meno spoglia-te, e non si poterono quindi aver

CASA DI CRAGNO OLIVO (1880 – 1960)Questo elementare dipinto ricorda i tragici fatti del 3 novembre 1918, qui descritti dalVicario Padre Friedman. Livo prese un tale spavento che volle immortalare l’avveni-mento sopra la porta di casa, quasi come monito per sé e per i suoi discendenti.

Page 24: Qui Pantianicco. 28

24

neppure i medicinali di primanecessità.Dal paese non furono asportatepersone civili nei campi di concen-tramento; però dei 14 operai bor-ghesi, adibiti pei lavori militarisotto l’Italia che rimasero prigio-nieri coi soldati nelle vicinanze delfronte dell’Isonzo o altrove, sol-tanto otto rimpatriarono dopocirca cinque mesi di prigionia; glialtri non furono mai rimandatinonostante le ripetute supplichenelle quali si dimostrava la impel-lente necessità del loro rimpatrio,e benché tre di loro fossero uomi-ni oltre i 50 anni.I rimpatriari ricordano gli stenti, leprivazioni, i maltrattamenti aiquali furono sottoposti. Dicono dinon aver percepito mai paga alcu-na. Due giovani l’uno di anni 18,certo Cragno Romolo, dettoCanella, l’altro di anni 16 certoMattiussi Angelo, detto Ivan, ritor-narono in condizioni di notevoledeperimento. Il Mattiussi ne soffreancora.

Danni alle coseCome fu osservato sopra nellaprima parte, l’invasione fu violen-ta. Gli invasori erano anche diven-tati i padroni assoluti di ogni cosa.Senza remissività essi si impadro-nivano di quanto loro accomoda-va, particolarmente in fatto digrani, farine, vino, altri generi ali-mentari; animali di qualsiasi gene-re. Le truppe che maggiormentedanneggiarono il paese furono: leGermaniche, prime entrate e lemeno remissive; le Ungheresi; leCroate; le Slave.Le case dei profughi: Audino Luigi,Manazzoni Riserio, sorellePraturlon, maestra Maria Casarza,Beorchia Nigris dott. Leone, sacer-dote Silvio Canchioni curato delluogo e soldato di sanità inMantova furono quasi del tuttospogliate del mobilio e degli altriutensili di famiglia, del vestiario ebiancheria in genere; dei generialimentari, del bestiame, deicariaggi, vi furono levate e bruciatedelle porte, delle finestre, dei pavi-menti; la casa canonica in partico-lare ha subito danni fortissimi.Anche nelle case dei rimasti sulluogo furono nell’invasione ed inseguito operate spogliazioni e

distruzioni di porte, finestre,mobili, travature, muri, legnami,come le case di Manazzoni Virgilioe fratelli, di Molaro Francesco oveil danno da un capomastro fuvalutato di L. 1086, Cragno Santodei Fossi, Cisilino Felice dettoUcel, Toniutti Angelo, PiccoAquilino (casa in costruzione giàcoperta e pavimentata), BertolissiGiuseppe, Cisilino Giovanni dettoBasset, Cisilino Renato,Brandolino Santo, avv. MicheleBeorchia ove fu bruciato il pavi-mento nuovissimo in costruzione,Cisilino Luigi che valuta il dannoper L. 300 circa.Nota bene: a proposito di questespoliazioni e rovine si ricorda cheil primo proclama emanato daBelov [von Below] intimava ditenere aperte giorno e notte tuttele porte al libero accesso dei solda-ti, sotto comminazione di gravipene.I danni subiti così nella primainvasione e poi durante l’annocolle incessanti requisizioni e per-quisizioni sono in questo paeserilevantissimi per ciò che riguarda:vestiario e biancheria in genere,mobili e terraglie, utensili di rameperquisiti o rubati alla spicciolata,biciclette, finimenti di cavalli,arnesi, volatili, salumi, burri, for-maggi, grassi, col taglio della erbaspagna lasciata nei prati per lasemenza, cose rubate, perquisite orequisite nella maggior parte senzarilascio di buoni.Nel paese si conservano le deposi-zioni delle singole famiglie e chenon si possono qui riportare perangustia di tempo.La latteria consorziale subì deidanni rilevanti tanto nel localecome negli arnesi. Furono asporta-ti i cinghioni. Furono asportate letre campane dal campanile ed unacampanella del peso complessivoreale di circa q 25,10, col rilasciodi buoni nei quali il peso com-plessivo arriva solo a q 21,20. Furovinato l’orologio del campanile.Danno di circa L. 1500 (fu mag-gio?). Nella chiesa furono rubatecandele per il valore di L. 50. Ibanchi delle scuole ed altri arredifurono bruciati ad eccezione disoli 10 banchi anch’essi ridottimale. Non si provvide mai benchési raccomandasse di fare scuola, ai

bisogni della scuola stessa in nes-suna misura e in nessuna maniera,benché il sacerdote funzionanteda maestro più di una volta, avoce e per iscritto abbia richiama-to su ciò l ’attenzione delComando. Anzi in certi periodidovette adattarsi a fare la scuolanella sacrestia, per cedere le aulescolastiche ai militari di passaggio.Furono asportati i due parafulminidella scuola e quello della casaGiuseppe Cragno Cervon. Furonoda un reggimento di passaggioasportati gli strumenti musicalidella banda di Pantianicco, stru-menti che al momento della com-pera costarono L. 2800.

Requisizioni in naturaAd eccezione della misera tesserale granaglie erano tutte requisite -non sempre furono rilasciatibuoni.Il 23 maggio fu sequestrata tutta lalana ricavata o da ricavarsi dallatosatura delle pecore in ragione dikg 1 o 1,20 per capo. Furono con-segnati al Comando kg 37 di lanae non venne rilasciato alcunbuono.Il foraggio fu quasi tutto asportatodai soldati invasori ed adoperatoin gran parte anche come strame. Inostri bovini si dovettero mante-nere quasi interamente per tuttol’inverno colle canne del granotur-co scarse anche queste e col con-durli al pascolo in detta stagione!Al raccolto del nuovo foraggio furequisita tutta l’erba spagna, tuttoil trifoglio, tutto il primo taglio delfieno. Da notarsi che da noi non siha mai il secondo taglio di fieno.Da soldati austriaci fu dolosamen-te incendiato col getto di razzi ilfienile di Giuseppe Bertolissi. Nesono testimoni: Primus Giovanni,Zoratti Riccardo, Primus Italia.Motivo presumibile pare sia statauna vendetta per aver il Bertolissinegato loro il frumento già requi-sito. Cagionarono complessiva-mente un danno di L. 7000 secon-do la perizia eseguita sul luogo percura della società l ’Unione. Ildanno non fu ancora risarcito.Prima dell’invasione esistevanoapprossimativamente nel paese,tra vacche e vitelli sopra i 6 mesicirca 500 capi; ora non vi sono che140 vacche, anche queste per meri-

Page 25: Qui Pantianicco. 28

25

to dell’esercito liberatore arrivatoin tempo, poiché anche di questealtre 68 vacche e 6 vitelli erano giàstati requisiti. Furono dai contadi-ni secretamente venduti parecchicapi di bestiame per sottrarli cosìalmeno in parte ai danni dellerequisizioni forzate e dei furti. Tracavalli e cavalle circa 30 capi, ogginon vi sono che due cavalline vec-chie. Suini circa 200: non ve nesono ora che una cinquantina.Anche di questi si vendettero furti-vamente, come fu fatto per i bobi-ni. Ovini 150 circa: non ve nesono ora che 60 circa. Asini 80circa: ve ne sono ora solo 28. Settefamiglie furono derubate dall’uni-ca vacca che loro rimaneva, dalletruppe austriache in ritirata, ladomenica 3 novembre e sono lefamiglie: Manazzoni Riccardo,Cragno Olivo, Cisilino AngelicaFogliarini, Rossi Santa, CisilinoAntonino, Mattiussi Luigi, CragnoSanta Canella.Per tutto ciò che in questa relazio-ne viene esposto, benché il sotto-scritto creda non potersi dubitaredella verità oggettiva dell’esposto,tuttavia dichiara di non voler alcu-na responsabilità se non per quel-lo che personalmente lo riguardao che ha potuto rilevare da docu-menti austriaci scritti; ma si tienefedelmente a quanto gli fu riferitodai 10 membri dellaCommissione, ed alle deposizionidelle singole famiglie, nel censi-mento dei danni fatto da lui ese-

guire e salvo in ciò qualche erroreinvolontariamente incorso per lafretta.

A cura di I.D.P.

Pantianicco, 8 dicembre 1918P. Goffredo Friedman, Vicario sostitu-to di Pantianicco (Meretto di Tomba)

Borg di sot 1985 - Borghesans in fiesta pa l’inaugurasion di via S. G. Bosco.

STORIE VISSUTE

UNA VITA APPESA A UN FILO30 agosto 1930 ore 23,40 mammaAdina e papà Guerrino aspettano illoro primogenito, principio di una vitafamiliare portata alla gioia, alla felicità,a progetti più ampi.Ma tutto ciò viene spezzato alcune orepiù tardi: causa di una “nefrite interna”mamma perde la vita, non ha il tempodi vedere nemmeno il suo piccolo,papà cade nella solitudine del doloreche solo la famiglia riesce a lenire conil tempo.Ma il dolore si supera con il coraggio el’orgoglio, la testardaggine di chi nellavita ha affrontato il proprio destino aviso aperto e a testa alta.

Rimboccandosi le maniche papà sidiede ancora più da fare per allevare ilproprio figlio: con i pochi soldi cheguadagnava, riuscì a far allattare il pro-prio piccolo da una signora. Il prezzoperò era troppo alto per le poveretasche di papà, ma dove l’uomo nonarriva, la fede si precipita.Un giorno lo zio Luigi (fratello dellapovera mamma) si precipita a casadella nonna Celestina (la mamma dipapà) a cui ero stato momentaneamen-te affidato, raccontando ciò che eracapitato alla propria moglie; la ziaMariute, così si chiamava la moglie diLuigi, aveva visto in sogno la cognata

che le chiedeva di aiutare il suo bambi-no e di non lasciarlo morire. Avendoanch’essa da poco partorito si presel’impegno di allattarmi e assieme allazia Rosa, sorella della mamma, di accu-dirmi.Venni quindi trasferito a San Marcodove rimasi per quasi tre anni, nellafamiglia dello zio circondato dall’amo-re gratuito e sincero che solo una fami-glia può dare e che nel percorso dellamia vita ho cercato di restituire contanta riconoscenza.

Adino Fabbro

Page 26: Qui Pantianicco. 28

26

LIANA CISILINO BUTTO’: LA PITTRICESono pochi a Pantianicco che conosconol’opera e l’arte della compaesana di altritempi LIANA CISILINO: ciò confermala validità del detto: “Nemo propheta inpatria sua”.La sua famiglia è quella di “Ferìn”. Il suotrisavolo Angelo ebbe cinque figli tra cuiil bisnonno di Liana di nome Giovanni,da cui il nonno Santo, da cui il padreTullio, che sposò Alfonsina Zoratti da SanLorenzo di Sedegliano, cugina del celebremaestro elementare Giuseppe Zoratti.Nata a Pantianicco il 2 novembre 1940,orfana di padre a quattro anni, per i tragicieventi bellici, che ella stessa ci ha descrit-to nel precedente numero di questo bol-lettino, dopo un’infanzia angustiata edun’adolescenza impegnata nel lavoro enello studio, nel 1963 consegue il diplo-ma di assistente sociale. Ma Liana fin daragazza è stata attratta dalla grande pas-sione della sua vita: il pennello.Nel 1964 lavora all’I.N.A.M. diPordenone e nel 1969 sposa l’imprendito-re edile Italo Buttò e va a vivere definiti-vamente a Ronchis di Latisana in una stu-penda villa, immersa nel verde, oggi haun figlio ed una figlia ormai sposati ed ènonna di tre graziosi nipotini.Nell’arte pittorica ha iniziato come auto-didatta; poi ebbe maestri il celebre acqua-rellista pordenonese Pio Rossi, il pittoreveneziano Mario Moretti e il pittore escultore veneto Sergio Favotto.Sin dall’anno 1965 ha partecipato a centi-naia di rassegne nazionali ed internazio-nali e negli ultimi anni: nel 2005 aTorino-Ente Fiera, a Santiago deCompostela (Spagna), a Pozzuolo delFriuli (Galleria Artemisia); nel 2006 aZagabria (sede museo civico) per il movi-mento per la pace, a Mortegliano, a SanQuirino (Pn), a San Giovanni al Natisone,a Grado; nel 2007 a Udine per Tesorid’Epoca prima e per Arte Oro-Idea Natalepoi.

Nel luglio 2005 nella casa Turoldo aCoderno di Sedegliano tenne una mostradedicata a Padre David ed in quella occa-sione al giornalista Daniele Paroni disse:“Mi lascio prendere dall’entusiasmo evoglio comunicare il mio senso di libertàattraverso figure non definite”.Ora per il 2008 ha in preparazione unamostra alla fiera di Venezia.Fra tanti giudizi positivi riportiamo quellodel del prof. Vito Sutto per quanto descri-ve l’ambiente e il territorio di lavoro diLiana. Così scrive:“Liana Cisilino si immerge dolcementenei suoi paesaggi; sono quelli malinconicidella Bassa Friulana, sono quelli dove siassopisce la vena poetica di ElioBartolini, il Friuli ritrovato di SergioMaldini: il sole si piega tra gli alberi dinovembre, splende fulvo nelle serate esti-ve, la pioggia dell’autunno aiuta a dimen-ticare e un sottile filo si dipana dall’esi-stenza, raccordando le cose che sono equelle che esistono solo nel pensiero. Lapittrice presenta multiformi immaginidella Bassa Friulana, un’esperienza quasi

onirica, un messaggio naturalistico nonprivo di elementi simbolici, in linea con ildecadentismo letterario e un po’ con tuttala cultura del ’900 che induce a vederenella natura la rappresentazione degli statid’animo che si temporalizzano per rincor-rere le stagioni atmosferiche, che sonostagioni dell’animo.”I giudizi di queste personalità della cultu-ra e dell’arte sono molto lusinghieri; mabisogna anche ricordare che la nostraLiana è impegnata anche nel camposociale. Infatti nel 1981 ha fatto un’espo-sizione a Palazzo Molin Vianello diLatisana a favore del Movimento per laVita e successivamente al Centro Tumorie alla C.R.I. di Udine, all’Associazione“La Pannocchia” di Codroipo e al CentroDisplegici di Udine. Indubbiamente è unavita ricca di premi e di soddisfazioni epertanto auguriamo a Liana un futurosempre più sereno e totalmente realizzatonella sua arte.

E.B.

Primi anni 50 - I cugini Romano Manazzone e Nilla Cisilino.Primi anni 40 - Gita ad Anduins, da sn. Silva, Sesa, Nini, una coppia difuori, Guendalina, Fermo, Dobrila, Romano e Remo (figlio di Ermis.

20/07/2005 - Liana Cisilino seduta al centro del tavolo all’inaugurazione della suamostra di pittura presso l’associazione “Padre Maria Turoldo” in Coderno diSedegliano. Presenta il prof. Peressi.

Page 27: Qui Pantianicco. 28

scuoteva latesta e ripe-t e v a :“Bueno …bueno …”ma capivache le cosenon andava-no bene.Insomma iltrattore nonsi rivelò unbuon affaree Gallianofu costrettoa venderlo.Nel frattem-po era iniziata anche la costruzionedella casa nel campo dietro “al suei taiCjasai”. Delusi e amareggiati Galliano eLisa decisero di ripartire perl’Argentina. Famosa nella memoriapopolare è rimasta la loro partenza:tanta gente “cu la careta e cul mus” lihanno accompagnati a Codroipo a pren-dere il treno per Genova e ad un certopunto dalla folla si è levata una vocetonante: era Livo che, tra l’ironico e ilfaceto, cantava a Galliano la filastroccadel trattore, fra le risate dei compaesani.Galliano e Lisa non torneranno più aPantianicco.

Nel 1922-23 rientrano in paesedall’Argentina, Galliano diMos e la moglie Lisa: avevanolavorato solo un po’ di anni perpoter costruire una casa pro-pria, ma anche per un grandesogno che Galliano teneva nelcassetto: possedere un trattore!Era un sogno strabiliante perquei tempi, ma Galliano lorealizzò: acquistò un trattoreFord proveniente dagli StatiUniti.In paese non si parlava d’an-tro, non si era mai visto nientedi simile e la gente incuriositacorreva dietro al trattore, soprattuttotanti tanti bambini scalzi.Galliano lavorava… ma le spese eranosempre superiori alle entrate: in queglianni nessuno poteva permettersi di farlavorare i campi a terzi, inoltre si rom-peva sempre il semiasse o qualche altropezzo ed il trattore doveva rimanerefermo per giorni in mezzo al campo inattesa del tecnico da Udine. Galliano

27

COME ERAVAMO…

Stati Uniti 2006 - Otelia Cisilino con le figlie Teresa e Silvia ed ilnipotino Luigi. Auguri Telia!

Medrano - Buenos Aires 1947BARNECHE Delia e BUTTAZZONIEmeraldo sposi

Delia, di origine argentina, 6ª di 13 fratelli e sorelle, è rimasta orfana di madre a 10anni e poco dopo anche di padre. Perciò è cresciuta in un collegio per orfani. A queltempo, a Buenos Aires, Evita Peron, moglie del Presidente della Repubblica Argentina,si occupava in modo particolare degli orfanatrofi e di tutte le istituzioni che seguivanole famiglie in difficoltà. Fu proprio in quel collegio che Evita Peron scelse Delia quindi-cenne come cameriera personale e due anni dopo, per il suo matrimonio la presidentes-sa le fece dono di un baule completo di un fine corredo e di questo abito da sposa.Delia aveva 17 anni ed Emeraldo 30 anni. Un anno dopo, nel 1948, si sono stabilitidefinitivamente in Italia.

Qualcuno oggi ricorda che questo trat-tore forse fu venduto a Orasio di Ucel:la figlia Otelia (classe 1909), contattatatelefonicamente dalla sorella Teresinanegli Stati Uniti, conferma che il papàOrasio, alla fine degli anni 20, possede-va realmente un trattore, ma non sa seera stato comprato da Galliano. Ricordainvece molto bene quante fatiche dove-vano fare lei e le sue sorelle neancheventenni a metterlo in moto con unapesantissima manovella. Passaronoquasi trent’anni prima che in paese sivedesse un altro trattore: Checo diGjuliu nel 1953 comprò di secondamano, da un tale di Mels un “Balilla” di12 cavalli, senza sollevatore, fattocostruire dal Duce.Poco dopo anche il Neri comprò uno“Scluter” tedesco di 17 cavalli con sol-levatore e poi Agnul di Barghesin un“Fiat” con frizione a mano …… e poiseguirono tutti gli altri e la nostra vitacambiò e l’emigrazione cessò.

I.D.P.

Page 28: Qui Pantianicco. 28

28

Dalla rivista YOU del giorno di Pasqua 2007 - Londra

LA CONDIVISIONE CHE CAMBIA LA VITA

Un favoloso set di bigiotteria - oradisponibile al Topshop - è prodotto daartigiani locali in una delle baracco-poli più grandi del Kenya. E tuttoquesto è opera di Cristina Cisilino, checrede appassionatamente nell’aiutarela gente locale tramite il commercioequo e solidale. Mimi Spencer (autricedell’articolo) scopre questo impatto cheti cambia la vita.

(breve riassunto)

Due anni fa, in vacanza a Nairobi,Cristina e il marito Gerson Barnetthanno visitato Kibera, situata inun oceano di spazzatura, conmaleodoranti fognature a cieloaperto, senz’acqua ed elettricità.Vi abitano un milione di persone,i più poveri dei poveri, tanti tantiorfani senza certificato di nascita eper saperne l’età bisogna contare iloro denti. Eppure Cristina, nellosquallido labirinto di Kibera haintravisto delle potenzialità, dellasperanza. Da lì è nato il progettodi creare a Londra una compagnia

di commercio equo e solidale:“MADE”.E proprio lì, sotto la guida diCristina, quegli orfani rifiutati datutti, hanno cominciato a produr-re bigiotteria in ottone, vetro,osso, legno, pelle e perline, moltoapprezzata e venduta poi aLondra, Bristol, Manchester edora anche a Dublino. Per più didue anni Cristina e Gerson hannofatto la spola fra Londra e Kibera,portando un lavoro dignitoso apiù di 60 uomini e ragazzi, chesupportano le loro famiglie, per-mettendo di mandare a scuola figlie fratelli e di migliorare il lorodisperato tenore di vita. Nell’aprile2007, la famigliola al completo, siè trasferita a Nairobi per poterseguire da vicino il loro progetto ela situazione è notevolmentemigliorata per quella poveragente: adesso hanno a disposizio-ne una spaziosa sede con parco,stanze e bagni per lavorare, unacuoca che serve il pranzo e duespuntini al giorno, un pulmino

che li raccoglie in vari punti dellacittà, risparmiando ore di cammi-no andata e ritorno ed una remu-nerazione soddisfacente con per-centuale sulle vendite. InoltreCristina sponsorizza la scuoletta diKibera: per ora c’è un nuovo tettoa proteggere i bambini, tavoli,sedie, eserciziari, carta e penne.Ogni richiesta del missionario èesaudita, anche con il coinvolgi-mento di amici generosi.Nonostante la ventennale espe-rienza nel commercio internazio-nale di Cristina, l’organizzazionedi questo progetto, ha presentatoe presenta notevole difficoltà quo-tidiane burocratiche, sanitarie,logistiche… molti li hanno dis-suasi, ma Cristina e Gerson ci cre-dono veramente e proseguonospossati ma entusiasti nel loroimpegno anche perché il sorrisoriconoscente e sdentato dei lororagazzi riscalda il cuore.

I.D.P.

Page 29: Qui Pantianicco. 28

29

RENDICONTO 2006 DELLA PARROCCHIA DI S. CANCIANO MARTIRE IN PANTIANICCO

Abitanti residenti al 31.12.2006 n. 607

ENTRATE• Offerte in Chiesa Euro 4.251,48• Candele votive “ 1.768,00• Offerte per servizi (battesimi, matrimoni, funerali,

benedizione famiglie, animatici, ecc.) “ 4.829,50• Entrate per attività parrocchiali “ 1.150,00• Offerte da enti e privati (contributi vari) “ 690,00• Affitto e reddito da terreni e fabbricati “ 4.219,26• Interessi da capitale (banca, ecc.) “ 1.733,23• Entrate straordinarie “ 14.717,21• Varie “ = =• Giornate e collette imperate

(giornata missionaria, carità del Papa, seminario, ecc.) “ 2.710,70TOTALE ENTRATE Euro 36.069,38

USCITE• Imposte, tasse, assicurazioni (della parrocchia) Euro 2.882,76• Spese di culto (candele, ostie, vino, arredi, ecc.) “ 843,07• Spese gestionali della parrocchia

(ENEL, telefono, riscaldamento, vitto ospiti,ecc.) “ 2.571,37• Spese per attività parrocchiali

(bollettino e stampa cattolica, ricreatorio, campeggio, pesca,attività varie) “ 783,70

• Remunerazione, stipendi e contributi (quota IDSC per il parroco e il Vicario parrocchiale,personale a libro paga) “ 601,00

• Manutenzione ordinaria fabbricati ed acquisto attrezzature “ 1.324,90• Contributo attività diocesane (euro 0,26 per abitante) “ 162,00• Varie (somme erogate in beneficenza e altre spese) “ 141,00• Giornate e collette imperate (Giornata Missionaria,

Carità del Papa, Seminario, ecc.) “ 2.710,70TOTALE USCITE Euro 12.020,50

SALDO ATTIVO Euro 24.048,90

Casali di Loreto anni 50 - Festeggiano la pasquetta Covazzi Maria,Cisilino Olimpia, Anna, Maria, Manazzone Delina e Cerioli William.

Mattiussi Giuseppe in guerra nel 1943.

Preghiera di un padre

Dammi, o Signore, un figlioche sia abbastanza forte e coraggiosoper vincere se stessoquando ha paura;un figlio che sia orgogliosoe inflessibile nella sconfitta,umile e magnanimo nella vittoria.

Dammi un figlio che non pieghi maile spallequando deve alzare il capo;un figlio che sappia conoscere Tee conoscere se stesso.

Conducilo, Ti prego,non per una strada comoda,ma per un sentiero aspro,e lì lascia che impari a lottaree a sentire compassione per chi èdebole.

Dammi un figlio dal cuore forte,che abbia ideali elevati;un figlio che domini se stessoe che avanzi verso il futuro,prima di voler dominare gli altri.

Dopo avergli dato tutto questo, dagli il senso del buon umore,in modo che possa essere sempre serio,ma che non prenda mai se stessotroppo sul serio.Dagli umanità perché possa semprericordarela semplicità di chi è grande,la imparzialità del vero sapiente,la mitezza di chi è veramente forte.

Allora io, suo padre, oserò mormorare- Non sono vissuto invano.

(Douglas Mac Artur)

Page 30: Qui Pantianicco. 28

30

Arta 1959 - Cragno Teresa (Sinuta) conMarcellino e Barneche Delia con Martain costumi carnici.

IL PENSIERO DEI NOSTRI BAMBINI DELLA PRIMACOMUNIONE

Il mio primo incontro con Gesù è stato molto emozionante e sonostata molto felice!!! Abbiamo fatto festa ed è stato il mio primoincontro con Gesù.

❅ ❅ ❅ ❅ ❅

Il mio primo giorno di comunione è stato importante perché hoincontrato Gesù.

❅ ❅ ❅ ❅ ❅

Il mio primo incontro con Gesù è stato bello perché ho ricevuto Gesùnel mio cuore.

❅ ❅ ❅ ❅ ❅

Il mio primo incontro con Gesù è stato così così.

❅ ❅ ❅ ❅ ❅

Il mio primo incontro con Gesù è stato molto bello.

Per scoprire che anche il matri-monio è una grande vocazionein cui Dio chiama perché ama,ovvero un appello ed una rispo-sta ad una persona che si amaper sempre, bisogna entrarvicome si entra in una antica chie-sa gotica a più navate. Una voca-zione grande - anche se non unaspeciale vocazione -. Vi si entrainnanzitutto attraverso le porteaperte della libertà; essa è ildono fondamentale e primo delmatrimonio cristiano, senza ilquale non può esserci amoreumano. Nessuno può entrarenell’amore se non attraversoquesto primo dono reciproco,perché nessun sacramento èdato dalla Chiesa ai cristianisotto il giogo della pressione: nédella pressione affettiva dellafamiglia, né sotto il peso e i sen-timenti d’obbligazione, né sotto ivincoli dovuti alla situazionesociale, né per motivi di conven-zione o di facciata.Percorrendo la navata di questaantica chiesa, che contiene l’a-more di coppia benedetto dalSignore, si arriva fino al centro,il cuore del tempio. Lì s’incontrala parola creatrice di Dio, quellache farà dei due singoli una solarealtà di coppia: una sola carne.

Il matrimonio è per natura suaindissolubile perché esso nonesiste per decisione umana, maperché Dio lo fa esistere, perchéEgli fa nuove le cose attraversola sua Parola e le parole deglisposi; attraverso di esse agisce inmodo definitivo. Così come peril Battesimo e la Cresima chenon si possono cancellare dallapropria vita perché in essi siimprime il carattere dell’amore edella fedeltà di Dio, così comeper il sacramento della riconci-liazione in cui il Padre sancisceche «tutti i tuoi peccati sonoperdonati», senza ripensamenti.Dio non ritira la sua parola.Ma una luce esplosiva giungedall’alto sull’altare dell’offerta disé. È la fedeltà, che dona luceall’altare di questo tempio mae-stoso che è il matrimonio.Fedeltà nella coppia che comin-cia per una fedeltà a se stessa,alla parola data e ricevuta;fedeltà, là dove non sono possi-bili divagazioni del cuore e deicorpi; fedeltà che è pure rispettodi sé stessi in tutte le dimensioni,ma pure rispetto dell’altro, del-l’amore e della fiducia che gli siporta; che passa attraverso ilrispetto del patto che si è stabili-to insieme. Ma è una fedeltà che

si allarga in modo diffusivo,come la luce che si diffonde nonsolo sull’altare principale di que-sta grande chiesa, ma che pure sidiffonde sulle cappelle laterali.Quando essa è presente tra glisposi, la fedeltà si diffonde comebenedizione sui figli, sugli amici,sulla propria famiglia di origine,su tutti.In molte chiese, attorno allanavata principale vi sono puredelle navate laterali. Esse rap-presentano i frutti dell’unioneconiugale. Infatti, il quarto fon-damento del matrimonio è lafecondità e l’accoglienza dellacoppia. Saranno proprio i bambi-ni che si sono accolti e scelti, adare stabilità ed equilibrio allacoppia, come le navate lateralidonano larghezza e stabilitàall’intero edificio sacro. Figli natidalla carne, ma pure dall’adozio-ne o dall’accoglienza dell’affido,per coloro che a causa della sof-ferenza della sterilità trovanouna nuova via, altrettantofeconda secondo il talento dellafede; figli riconosciuti e accoltinella propria casa con audacia ecoraggio.

Don Dino Bressan

Le 4 dimensioni del matrimonio

Page 31: Qui Pantianicco. 28

31

LE PAGINE DELL’EMIGRANTE

San Martin 2007 - Della Picca Maggiorina festeggia 90 anni, attor-niata affettuosamente da nipoti e pronipoti, fra cui padre Leonardo.Auguri e ricordi anche dai parenti e conoscenti di Pantianicco.

Marzo 2007 - 70º compleanno di Sarita Berolissi in Cragno, cir-condata dai nipoti, Camilla, Agostina, Franca, Bruna, Tomas,Trinidad, Simona e Bautista.

LAUREE EMIGRANTI

Annabella Della Picca, nacida al 8.2.1981,recibida Profesora de Educazion Fisicaen el I.S.F.D. N. 101 de Avellaneda - R.A.

Natalia Della Picca, nacida rl 8.2.1981,recibida Medica en la Universitad de BsAs.

Diana Della Picca, nacida el 20.07.1977,hija de Dante Della Picca y MirtghaAcevedo, se recibio el año 2007 de Ing. enSistemas informaticos en la UniversitadTecnologico Nacional de Bs As.

Federico Sebastian Della Picca, nacido enArgentina el 15/7/82. Hijo de Rodolfo AngelDella Picca y Mònica Lepore. Nieto de ElsoDella Picca y Margarita Manazzone. Estudio enla Universitad de Tampa, Florida, EstadosUnidos, donde obtuvo el titulo deAdministraciòn de Empresas, en mayo 2005.

24 ottobre 2007 - VERONICA CISILINO, dianni 25, figlia di Lydia Kreser e Dante Cisilino enipote di Margherita Mattiussi e OrazioCisilino di Tarmàt, si è laureata in medicinaall’Università di Buenos Aires e vuole specializ-zarsi in oftalmologia. Congratulazioni anche daparte di tutti i cugini di Pantianicco.

Camila Fontana, Franca e Bruna Cisilino rin-graziano di cuore per l’accoglienza ricevuta datutti i parenti e amici durante il soggiorno inItalia. E possono assicurare come dice ognigiorno il nonno Ettore, hanno conosciuto ilmiglior paese del mondo, PANTIANICCO.Buenos Aires, 14.09.07

Page 32: Qui Pantianicco. 28

32

LE PAGINE DELL’EMIGRANTEPadre LEONARDO DELLA PICCA nella terra dei suoi avi, Pantianicco 14 gennaio 2007

Dopo più di un quarantennio, nellaChiesa di S. Canciano di Pantianicco èstata celebrata la prima messa del gio-vane Padre Leonardo Della Picca, giun-to dall’Argentina per conoscere la terradei suoi avi. I suoi bisnonni DellaPicca, Buttazzoni, Bertolissi e Schiavohanno lasciato l’avara terra natia nelledolorose ondate emigratorie dei primianni del 1900 per cercare al di là dell’o-ceano un lavoro dignitoso che assicu-rasse un futuro migliore a se stessi ed ailoro figli. E così è stato: nell’Argentinaricca e generosa di quel tempo hannoscelto di vivere le generazioni successi-ve senza mai dimenticare le loro originicristiane e friulane.La comunità di Pantianicco si è letteral-mente stretta al novello sacerdote comead un proprio figlio, commossa dall’in-tensità della sua vocazione, conquistatadalla sua dolcezza ed onorata che la suaprima visita sia stata dedicata alla terradelle sue radici. Padre Leonardo è nato nel 1980 da unafamiglia cattolica, ha studiato in collegicattolici e nel 1999 a 19 anni, ha dato lasua risposta alla chiamata del Signore,entrando in Seminario a S. Martin, sem-pre appoggiato da tutta la famiglia. Èstato ordinato diacono l’11 marzo 2006e sacerdote il 21 ottobre 2006. Ora è“operaio del Signore” nella comunità diNuestra Señora de Lujàn del BuenViaje, in Loma Hermosa.È una vastissima parrocchia di 2.000famiglie e Padre Leonardo si dedicasoprattutto ai ragazzi ed adolescentiemarginati a rischio, occupandosi dellaloro alfabetizzazione, dell’appoggioscolastico, della catechesi, del pranzo,della coltivazione degli orti e delle offi-cine-laboratorio, in una struttura sortaanche grazie al contributo della CaritasUdinese.Don Giovanni gli ha dato il benvenutocon toccanti parole: “In un certo sensosei figlio di questa terra: Ti ringrazia-mo perché sei venuto a vedere, conosce-re, sperimentare, un momento dell’ini-zio della tua vita sacerdotale. Vitameravigliosa, frutto della vigna delSignore, dove tu sei “Alter Christus”,con i tuoi limiti, ma “tesoro” trafficantedei talenti che LUI ti ha donato. IlSignore ti ha scelto per essere suo mes-saggero per il regno di Dio, per laChiesa, per la continuazione della mis-

sione di Cristo: salvare l’umanità che èin Argentina. “Y que vivas siempre conCristo, porqué eres “otro Cristo”.È seguito il pranzo di comunità nelcapannone “S. Luigi” che da 40 anniospita gli incontri fra compaesani emi-grati e residenti: sembrava una grande

famiglia serena, legata da vincoli paren-tali ed affettivi, che festeggia il suofiglio prediletto, solo che il festeggiatoè arrivato dall’altra parte dell’oceano,ma si sentiva a casa sua.Ad multos annos, Padre Leonardo!

I.D.P.

Page 33: Qui Pantianicco. 28

33

LE PAGINE DELL’EMIGRANTENONNO ETTORE

EMIGRAZIONI

I miei bisnonni sono venuti inArgentina, quando mio nonno avevaappena sei anni; allora è rimasto avivere con i suoi zii. Siccome suo zionon aveva dei soldi per pagare lascuola, gli disse che doveva sceglierese andare in convento o trovare unlavoro.Così tutti i giorni andava in biciclettaa lavorare in un altro paese a otto kmdi distanza.Così fece fino a quando iniziò laseconda Guerra Mondiale, e il postodove lavorava chiuse i battenti.Allora non aveva più lavoro, ma luicercò il modo di ottenerlo. In monta-gna c’era un fabbricante di stoffe ille-gali nei tempi di guerra. Un giorno,quando ritornava dalla montagna

verso il paese dove lo aspettavanotante donne con ansia per comprarglile stoffe, un gruppo di partigiani lofece spaventare molto: gli dissero chenon poteva andare là e che dovevalasciare il commercio.In mezzo a quella situazione delicatauna voce che veniva quasi dal cielo,disse: “Lasciatelo andare, non farà delmale a nessuno”.Era un suo vicino di casa che facevaparte dei partigiani.E così dopo, alla fine della guerra,nell’anno 1947, è partito perl’Argentina su chiamata dei suoi geni-tori, dove ha continuato a coltivare lasua passione per le stoffe.La nipote

Camilla Fontana

Anno 1945 - 1º trimestre - tempo di guerra:cortile di Giovanni Toppano di Romanìn:Ettore Cragno, sedicenne, venditore, men-tre pone in bella mostra le sue stoffe.

Il Friuli emigratore alla fine degli anni’50 e durante gli anni ’60 prendevavie diverse rispetto agli anni prece-denti. I friulani non varcavano più l’o-ceano a centinaia come avevano fattoi loro nonni, che si dirigevano princi-palmente verso l’Argentina, gli StatiUniti e il Canadà. Perché? In primoluogo l’Argentina non era più la pro-spera nazione, in cui i nostri nonniavevano fatto fortuna.Secondariamente le grandi distanze,quel grande oceano, che economica-mente non si poteva attraversare

almeno una volta all’anno, creava lelunghe assenze del marito, del padre,di figli: anni di lontananza mettevanoa repentaglio l’unità della famigliarimasta in Friuli. Le lunghe assenzecreavano le cosidette vedove bianchee i figli crescevano senza la guida delpadre.Perciò si preferiva emigrare negli statiadiacenti all’Italia, stagionali inFrancia, Lussemburgo, Belgio,Svizzera e Germania. Si usava dire diemigrare appena fuori la porta di casa,perché bastava salire su un treno e in

una dozzina di ore si era a casa pro-pria. Si partiva all’inizio della prima-vera, giorno prima, giorno dopo lafesta di San Giuseppe (19 marzo); e siritornava per le feste natalizie e così lafamiglia si riuniva e per due mesi emezzo era proprio festa: la gioia diessere nuovamente insieme marito,moglie, figli e il legame familiare sirafforzava.Poi di nuovo giunti a San Giuseppe ilciclo emigratorio si ripeteva.

Remigio Cisilino

Svizzera: Lucerna 27.05.1960: amici pantianicchesi emigrantistagionali: da sinistra: Bruno Rizzato, Guelfo Cragno, dettoGueta, Giacomo Mattiussi (Tarcisio detto il Cùc), Danilo Zoratti,seduto sulla sua “gilera”, Remigio Cisilino, autore dell’articolo“Emigrazioni”.

Primi anni 50 - Un gruppo di amici in casa “Tin Cavàn”, sinotano Remigio, Liviano, Regina, Giampaolo Zoffi, CorradoZoffi con la moglie Maria Cavani, Dela di Trèp, Vittoria diTarmàt, Oreste di Ucèl, Argentino e Nela di Fotèl.

Page 34: Qui Pantianicco. 28

34

LETTERE DEGLI EMIGRANTI 2007

Buenos Aires, Olivos gennaio 2007Caro Don Giovanni e tutti i collaboratori; grazieper il Bollettino Parrocchiale, del nostro caroPantianicco che riceviamo sempre con molto pia-cere e cordiali auguri per il nuovo anno a tutti voi.

Sarita, Ettore Cragno

Buenos Aires, 26 ottobre 2006Stimati amici di QUI PANTIANICCO:Il mio nome e Pablo Hernàn Della Picca, sonofiglio di Jorge e nipote di Anibal e LucianaButtazzoni. Ogni anno ho il piacere di leggere lavostra pubblicazione dopo che l’aveva letta miopadre, inoltre ho avuto il piacere di scrivere unanota nell’edizione 2005. Il motivo di questa cartaè di chiedervi se è possibile che io possa ricevereuna copia della pubblicazione ogni anno, perchémi interessa molto.Sperando in una vostra risposta, vi saluto cor-dialmente.

Pablo Hernàn

Quilmes, 20 gennaio 2007Carissimo Padre Don Giovanni:Ringraziamo dei suoi auguri ricevuti tramite ilBollettino Parrocchiale che come ogni anno ha lagentilezza di inviarci e ci mantiene in contattopermanente con l’amato Pantianicco, la sua storiae la vita di tutti i giorni.Ricevete i nostri migliori auguri di un felice anno2007 a lei, alla sua comunità e a tutti i collabora-tori del bollettino. Mandi!

Cisilino Dora, Alisia e Juan Carlos Paion.

Canada, Powel River, 12.01.07Carissimi collaboratori, congratulazioni a tutti; ilbollettino è bello, ben fatto, contiene molta infor-mazione. Un “bravo” a tutti quanti hanno colla-borato. Vi mando tre indirizzi di figli di pantia-nicchesi ai quali piacerebbe ricevere il bollettino.Mandi

Nilla e Remigio Cisilino

La Plata 10.01.2007La sig.ra Clelia Cragno ci comunicava dispiaciutadi non aver ricevuto il Bollettino ed augurava atutti un buon 2007 con tanta pace e salute. Io eropronto a rispedirlo quando, sabato 21 gennaio,mentre ero in canonica per la raccolta di indu-menti destinati alle missioni, ho ricevuto unatelefonata dalla sig.ra Clelia che diceva che il

Bollettino era arrivato il giorno prima e si scu-sava per aver scritto il sollecito. Grazie per lacollaborazione.

Vilmo

Attimis, gennaio 2007Con immenso piacere ho ricevuto anche que-st’anno “QUI PANTIANICCO”. È stato un tuffonella memoria negli anni della giovinezza. Atutti voi buon anno e grazie. Allego offerta

Giancarlo Cisilino

Cari amici, “I soi nât a Blessàn, i ai vivût aPantianins, e ancje si soi lontan, iò mi sint diPantianins!”. Gli amici dell’infanzia non sidimenticano mai. Saluti ed auguri a tutti

Romano Gallai

San Martin, marzo 2007Cari compaesani, la vostra generosa e sentitaaccoglienza a Leonardo ci è sembrata incredibi-le: noi non avremmo mai immaginato chenostro figlio minore potesse visitarePantianicco, appena ordinato sacerdote. Comegenitori vogliamo ringraziare gli affettuosiparenti per l ’apprezzata ospitalità , DonGiovanni, il consiglio pastorale e tutta la par-rocchia per la festosa accoglienza e per l’indi-menticabile cerimonia. Leonardo è rimastoimpressionato enormemente per l’affetto rice-vuto da tutti. L’amore manifestato in ogni salu-to, discorso o contatto “nel paisut” è stato unadelle prime sensazioni trasmesseci. È un fattomolto fausto, il ponte di amicizia con genera-zioni più giovani di noi, per la sua importanzanel futuro. Non abbiamo alcun dubbio che que-sto incontro ha rafforzato la sua vocazione alservizio degli uomini per amore di Dio. Comegenitori di Leonardo vi siamo eternamente gratiper tutto questo e vi stringiamo in un grandefraterno abbraccio.

Luciano e Julia Della Picca

Stimatissima redazione,voglio manifestarvi la mia personale soddisfa-zione per il Bollettino 2006. Credo che l’articolo“Il borg di Sot” e “come eravamo” sia una dellemaggiori indagini per i lettori… conoscere ori-gini, motivazioni, particolarità di ogni famiglia,il perché dei soprannomi… sono storie che per-mettono la consultazione permanente. Ho cono-sciuto alcuni giovani qui in Argentina che gra-

Page 35: Qui Pantianicco. 28

35

direbbero conoscere i particolari. Così redattopossiede la caratteristica di generare ricerche,risultando molto interessante.Volevo aggiungere che fra le tante emigrazioni,nei secoli passati, dall’Europa qui in Argentina,quella friulana è una delle più apprezzate, per-ché si è immediatamente aperta, integrata,miscelata insieme, dando origine a molti paesigiovani della piccola storia argentina. Il positi-vo apporto dei friulani qui è molto sentito ericonosciuto e noi ci sentiamo orgogliosi diessere parte e frutto di questo apporto.Buon lavoro a tutti! Con stima

Luciano Della Picca

Pantianicco, settembre 2007Dagli Stati Uniti Angelo Toppano ha fatto visitaal paese natio con la compagna Kerina. Angeloè figlio di Aurelio e Irma Della Savia. Ha lascia-to Pantianicco nel 1947 assieme ai fratelli e lamamma, mentre precedentemente sono partitele sorelle. Attualmente vivono negli Stati Unitile sorelle Ida e Loris, i fratelli Angelo eGiovanni, Pio è deceduto. Angelo e Kerinahanno ascoltato una messa in memoria deigenitori, hanno molto apprezzato e fotografatola chiesa e la cappella e lasciato un’offerta per ilbollettino. Soddisfatti della visita, salutano tuttii compaesani con la speranza di tornare presto.

Toppano Angelo.

Cara comunità di Pantianicco,sono ormai passati alcuni mesi da quel 14 gen-naio! Quella prima messa, quando ero tantonervoso per la circostanza ed anche per la lin-gua.Quanto fu bello e come riuscì bene.Semplicemente vorrei ringraziarvi per tuttoquello che avete fatto. Personalmente vissi ilmomento molto bene, molto contento. È stataun’esperienza molto positiva ed arricchente.Non mi escono molte parole, oltre che grazie.Sono ricordi che restano e resteranno. Tutto ciòmi ha fatto stimare la mia storia e il mio passa-to. Credo che la nostra fede in Gesù ci rendeuniti nella preghiera, malgrado i chilometri checi separano.Che Dio vi benedica.

P. Leonardo Della Picca - Argentina

ADINO MATTIUSSI e DELIA GIACO-MINI. Anni ’30 a Buenos Aires, matrimo-nio di Adino Mattiussi, originario diPantianicco e Delia Giacomini, di Tomba.

Cinquantenni in Argentina.Da sin.: Gigi - Giovanni - Redento - Bepi, seduti: Severo - Neli - Maggiorina - Enrico.

Angelo Toppano

Page 36: Qui Pantianicco. 28

36

LE PAGINE DELL’EMIGRANTE

Il 13 gennaio 2007 i coniugi Mario e Maria Ester Mattiussi hannocelebrato il 40º anniversario di matrimnio. A luglio, quando erano invisita a Pantianicco, hanno incontrato assieme ad altre coppie ilvescovo di Pordenone, monsignor Ovidio Poletto che ha celebratouna messa per loro.

Antonella Treppo è figlia del pantianicche-se emigrato quando era bambino inArgentina Mario Treppo e nipote diAlbertina Giacomini. A gennaio ha visita-to, grazie ad una borsa di studio, la terradei suoi avi fermandosi dai suoi parenti aPantianicco.

Famiglia MATTIUSSI 1915: fotografiadella famiglia Mattiussi (Lucrezio) del1915 circa.Da sinistra verso destra: Adino, MariaMartinuzzi in Mattiussi, Gregorio,Romildo (seduto sul tavolino) e Cristina,in diversi momenti della loro vita tuttisono emigrati verso l’Argentina.

Anni ’70 aPantianicco, da sini-

stra a destra:Palmira Giacomini,

Maria Cisilino,Teresa Giacomini,

Delia Giacomini inMattiussi (in visita

dall’Argentina) eLoredana

Giacomini.

Nella casa dello zio Fonso, gennaio 1980.

09 settembre 2007 Diego Fabian Otero eArianna Rocca, chiesa di San Guglielmoa Castellazzo di Bollate (Mi)

Page 37: Qui Pantianicco. 28

37

LE PAGINE DELL’EMIGRANTE

Foto del biglietto della nave con il qualenegli anni ’30 Romildo Mattiussi emigrò inArgentina.

Emigranti che ci hanno lasciato

CISILINO Carmela ved.Muzzarelli, Roma.

CISILINO Olidodi anni 70, Buenos Aires

3 maggio 2007

AGOSTINI Brunodi anni 96, Mar del Plata Bs. As.

7 ottobre 2007

CRAGNO Ernesto Luisdi anni 78, Quilmes Bs. As.

28 marzo 2007

CISILINO Maria ved. Todonanni 86, 27.12.2006

DELLA PICCA Arduinodi anni 91, S. Caterina Pasian di

Prato 11.01.2007

Villa Maria. Cordoba 2007, Silvana e Crescenzio Ermacora in Argentina per cono-scere i cugini ed i loro discendenti.

Page 38: Qui Pantianicco. 28

38

OMAGGIO AI NOSTRI NONNI E ANZIANIAnche noi come gli alberi rigogliosi abbiamo bisogno di robuste e salde radici. Oggi però non è facile questo“radicamento” vitale, eppure è molto importante che anche i nostri figli possano avere salde e profonde radici,che si sentano parte di una stirpe, di una storia, depositari di valori e tradizioni che è un onore testimoniare.È tempo di rivalutare chi ancora una storia può raccontarla, perché l’ha vissuta, è tempo che agli anziani ed ainonni sia ridato il giusto posto in seno alla famiglia.Offriamo stima e rispetto a chi ha una storia nella quale ha saputo combattere e costruire, accumulandoi tesoridi saggezza ai quali possiamo attingere.Con affetto e stima

La Comunità di Pantianicco

La vecjaePassìn i agnsA cressin i fisA clopin lis gjambisNo puartin i pîts

Il viodi si scurteInsieme al sintîI dints a cloteinVen dûr digerî

Ti gjavin il beviMisuranti il mangjâI dolôrs a si spostinMo ca e mo lâ

La voie a è tanteDi fâ la fumadeMa ti studin le pipeApene piade

Tu ciris i ocjâiChe son intorLa gnot il durmîAl devente un lavôr

Ti tontonin ogni oreDi no dismenteâtiChe pastiglie e siropSon li a spietâti

Tu batis cartonInsieme ai nevôtsCa ti fasin sol pierdiCjarianti il nervôs

Coragjô bon vieliSopuarte serenLa vite a è bieleFin ca nus ten.

Luciano Marinig

Gennaio 2007 - La festa dei 90 anni di Mentana Cragno con le pronipoti.

Grado, anni’30. Unabella gita almare.SoltantoCherubina eVilma sonostate ricono-sciute, perle altre per-sone ci sonopareridiscordanti.

Feminis efrut dal cur-til di ucel talborg disora.Frasia cunArmanda,Bianca,Maria, nonaSantina,Marsela,Eda, Sina,Marisa,Luciano eNastasio.

Page 39: Qui Pantianicco. 28

39

50º anniversario di matrimonio di Fachin Ernesto e ManazzoneLuigia, 19 gennaio 1957.

Pantianicco 2006 -Milva Cisilino edEnnio Manazzonehanno festeggiatoil loro 25º dimatrimonio.

Pantianicco 18.2.2007 - 45º anniversario di matrimonio di LucianoMinuzzo e Carmela De Santis. Li festeggiano felici Maddalena,Gianni, Manuela e Fabrizio.

ANNIVERSARI

Pantianicco anni 20 - Famiglia diCisilino Oreste: la moglie Redenta e ifigli Noelia Maria ed Enore.

Pantianicco anni 20 - i nonni di Celiae Goffredo , Antonio Manazzone eAmabile Cisilino con i figli TeresaGiovanni e Mabia.

Pasian di Prato 199350º anniversario di matrimonio diOrsaria Fausta e Arduino DellaPicca.

Page 40: Qui Pantianicco. 28

40

C R O N C R O N A C A C AA

Mercoledì 18 OTTOBRE 2006Operai della ditta Zanin Gustavo di Codroipo, coadiu-vati da alcuni nostri volontari, hanno provveduto alcompleto smontaggio dell’organo, costruito nel lonta-no 1900 dalla stessa ditta, per portarlo nella loro sede eprovvedere al suo completo restauro. Ci auguriamotutti di averlo fra noi al più presto possibile per aiutarcicon il suo suono a lodare meglio il Signore.

Domenica 22 OTTOBRE 2006Mandato ai catechisti di tutta la nostra zona pastoralecon il coinvolgimento dei ragazzi e dei loro genitori,che con la loro presenza hanno reso più partecipata laliturgia. Come ogni domenica, al termine della S.Messa si è recitato il S. Rosario, essendo il mese dedi-cato alla Madonna. Contrariamente agli impegni presidurante la lettura del mandato, da parte dei catechisti,ragazzi e genitori, durante il S. Rosario non è statomantenuto l’impegno.80º Giornata Missionaria Mondiale. Benedetto XVI hadetto: “Essere missionari significa amare Dio con tuttose stesso sino a dare, se necessario, anche la vita perLui”.La carità, anima della missione. Si ricorda che i mis-sionari friulani sparsi in tutto il mondo sono 275. Leofferte delle buste raccolta per le missioni sono state diEuro 250.

Il tempo:Ottobre - un mese inaspettato, una notevole prevalenzadi giornate limpide e calde con temperature di 24º,alternate a giorni di nuvolosità. Pioggia caduta 20 ml.

GIOVEDI 2 NOVEMBRE 2006Commemorazione del defunti, nella S. Messa celebratain cimitero abbiamo ricordato tutti i nostri cari defunti,che non sono da ricordare solo in queste giornate. Da (LaVita Cattolica del 28.10.06) alcune riflessioni di sacerdo-ti: “Quando muore un giovane c’è una partecipazionecorale ai funerali, poi però la cosa viene rimossa, non cisi interroga sul senso della vita, sul suo rispetto; le gene-razioni dei giovani stanno perdendo questo ricordo deinonni e questo perché in passato c’era più partecipazionedi tutta la famiglia insieme. Tante presenze delle famigliee anche dei giovani nel pomeriggio dei Santi, poi nelresto dell’anno tutto viene messo da parte.” I neuropsi-chiatri: “La morte è sempre più tecnologizzata, sembrasia un problema dei medici, per cui quando accade piom-ba addosso come un fulmine, oggi abbiamo perso ilsenso di comunità di un tempo dove ci si ritrovava a con-dividere la morte nella sua realtà; portate i vostri figli aifunerali, per il bambino vedere che la persona cara è lì eche lui potrà tornare alla sua tomba a portare i fiori è

meno difficile che vederlo sparire improvvisamente.”

Primi giorni di NOVEMBREDon Wimal, dallo SRI LANKA, ha telefonata a donGiovanni informandolo sull’alluvione che hanno subi-to ai primi di ottobre. Ha aiutato la popolazione divarie etnie religiose nel provvedere alle loro necessitàalimentari. Ringrazia per gli aiuti ricevuti che gli sonostati molto preziosi in questa emergenza.

Domenica 26 NOVEMBRESolennità di Cristo Re, Giornata del Seminario e gior-nata del ringraziamento al Signore, per tutto quantoabbiamo ricevuto durante l’anno in tutte le attivitàlavorative. All’offertorio, durante la S. Messa, oltreall’acqua e al vino sono stati portati all’altare i fruttidelle fatiche del lavoro annuale. Sono stati benedettidei piccoli pani, che ognuno di noi ha portato in casa econsumato con tutti i familiari, l’offerta di questi pani,Euro 80, è stata devoluta alle missioni Colombiane. Questa Giornata deve ricordarci la realtà di un mondoche non ha ancora risolto il problema della fame. IVescovi: “Occorre rimuovere questa vergogna dall’u-manità; è necessaria un’azione concreta e tempestivaper garantire, in particolare ai bambini la libertà dallafame.” Non dobbiamo mai dimenticarci di ringraziareil Signore per il bene prezioso che ci ha dato, l’acqua.L’offerta per il Seminario, raccolta con le buste, è statadi Euro 250.

In foraniaA Basiliano, tra fine ottobre ed inizio novena diNatale, si sono svolti degli incontri di formazione aper-ti a tutti i collaboratori parrocchiali, catechisti e aquanti hanno a cuore una formazione cristiana. Il temadegli incontri: “Cristiani capaci di dire e trasmettere lafede oggi; nella vita affettiva e nelle relazioni”.

Il tempo:

Page 41: Qui Pantianicco. 28

41

C R O N C R O N A C A C AA

Tre giorni di pioggia, alcuni di sole, i restanti nuvolosie nebbiosi, 20º gradi positivi, pioggia caduta 50 ml.

Domenica 3 DICEMBRE 2006Prima domenica d’avvento, inizio nuovo anno liturgi-co. Questo è un tempo per riscoprire il Natale comeuna occasione di crescita e scelta, per ritrovare spazi dipreghiera e riscoprire di essere cristiani. Alla S. Messala classe del ’46 ha ringraziato il Signore per il traguar-do raggiunto ed ha ricordato i coscritti defunti.

Venerdì 8 DICEMBRE 2006Immacolata Concezione S. Messa solenne e processio-ne per le vie del paese con la statua della Madonna.Dopo la celebrazione, in canonica, si è avuta l’aperturadel mercatino di Natale il cui ricavato è per le missionie per le adozioni a distanza in Colombia.

Venerdì 15 DICEMBRE 2006Primo giorno della novena in preparazione al S.Natale; nei giorni nei quali don Giovanni non era pre-sente per la S. Messa, la novena era presieduta da unlaico. In serata è stato allestito il presepio, quest’anno,con meno forze, è stato realizzato più semplicementeed in posizione più centrale. Questo ha dato spazio adalcune osservazioni che saranno prese in considerazio-ne. È doveroso ringraziare, Giovanni, Jan, Mauro eRaffaele, che dopo l’invito fatto in chiesa per usufruiredi forze nuove, si sono dovuti sobbarcare anche que-st’anno la preparazione del presepio ed hanno formula-to il proposito che questo è l’ultimo. Proposito giàfatto l’anno scorso, che Qualcuno da lassù ha provve-duto a cambiare ed a dare forza per continuare adandare avanti, la ricompensa non è di questo mondo.

Lunedì 25, ore 00,00 NATALE DEL SIGNOREQuest’anno tutta la zona pastorale era invitata, allaMessa della notte, nella parrocchiale di Mereto a ricor-dare assieme la nascita di Nostro Signore. Al terminedella celebrazione ci siamo ritrovati sulla piazza, di

fianco la chiesa, per farci gli auguri scaldati da vinbrulè, cioccolata e brodo, un doveroso grazie ai colla-boratori di Mereto.Ore 9,30 S. Messa del giorno. “Contro la violenza diquesto mondo Dio oppone, in quel Bambino, la suabontà e ci chiama a seguirlo.” All’offertorio, assieme alpane e al vino, è stato portato all’altare il ricavato delmercatino di Natale che quest’anno ha reso Euro 2000,devoluto alle missioni della Colombia ed alle adozionia distanza.

Domenica 31 DICEMBRE 2006Ultimo giorno dell’anno concluso con un Te Deum diringraziamento per quanto avuto dal Signore durantel’anno.

Il tempo:Inizio mese con alto tasso di umidità, sei giorni dipioggia abbondante e termina con 27 giorni di serenoe freddo, temperature negative 4,5º di media. Pioggiacaduta 130 ml.

ANNO 2007

Lunedì 1 GENNAIOInizio nuovo anno con il canto allo Spirito Santo affin-ché ci aiuti a superare tutte quante le prove che incon-treremo durante il corso dell’anno. Quest’anno la S.Messa domenicale è alle ore 11 e avremo la collabora-zione del nostro “Cappellano capo” don Adriano.Giornata mondiale per la pace, “senza perdono non c’èpace.”

Venerdì 5 GENNAIOAlla S. Messa prefestiva, seguendo l’antica tradizioneAquileiese, sono stati benedetti l’acqua, la frutta e ilsale.

Sabato 6 EPIFANIA DEL SIGNOREGiornata missionaria per l’infanzia; dopo la lettura delVangelo, ci è stata data comunicazione delle festemobili di tutto l’anno liturgico. Al termine della Messasono stati benedetti tutti i bambini, anche i non presen-

Dicembre 2006 - I coscritti classe 1946 festeggiano i loro 60 anni.

Page 42: Qui Pantianicco. 28

42

in tutte queste occasioni ci mette a disposizione, lacomunità ringrazia per la sua generosità.Sempre in mattinata, un gruppo di volontari ha iniziatola pulizia del sottobosco sull’argine del Corno neicampi di S. Antonio che hanno completato durante lasettimana. Terminata la pulizia è stato provveduto altaglio delle piante secche che davano danno al terrenocircostante; di questa legna, circa una quarantina diquintali è stata portata in canonica a Mereto, la restan-te è stata posta in vendita ed ha reso alla parrocchiaEuro 655.

Domenica 28 GENNAIOChiesa parrocchiale di Plasencis, solenne celebrazioneeucaristica, delle coppie di sposi che festeggiano ilustri del loro matrimonio, per ringraziare il Signore diquanto ricevuto per le gioie e per superare le varie dif-ficoltà di ogni giorno. Un particolare ricordo è statoconsegnato, da don Giovanni, alle coppie di sposi chehanno superato i 25 … … 70 anni di matrimonio.

Il tempo:mese anomalo con giorni alterni; pioggia e sole, caldoe freddo e con alto tasso di umidità. Il 23 temporalicon tuoni e lampi, il giorno 25 una leggerissima nevi-cata. Temperatura negativa 4º. Pioggia caduta 50 ml.

ti. Per l’infanzia missionaria sono stati raccolti Euro220. Don Adriano, al termine della celebrazione, ci haringraziati del grande onore che ha, quando viene aPantianicco, ad essere assistito da due ministranti di S.Marco, Samuel e Edoardo; “chi vuol intendere inten-da”.

Sabato 13 e 21Raccolta in canonica di indumenti usati in buono stato,che verranno portati alla Comunità Missionaria diVillareggia a Pordenone, dove, dopo una suddivisione,a seconda dei vari bisogni, li destineranno alle variemissioni.

Domenica 14 GENNAIOGiornata mondiale dei migranti, quale momento piùappropriato per accogliere tra noi, proprio un figlio diuno dei nostri numerosi emigranti in Argentina, donLeonardo Della Picca, arrivato a Pantianicco, assiemea don Pablo Barrios dalla diocesi di S. Martin che ègemellata con la nostra. Padre Leonardo e padre Pablo,due sacerdoti che hanno ricevuto il ministeroSacerdotale il 21 ottobre 2006, erano accompagnati dalsacerdote friulano don Rolando Roiatti da 35 anni inArgentina. Meravigliosa giornata iniziata con la primaS. Messa di don Leonardo nel paese dei suoi “abuelos”e continuata con il pranzo comunitario, nel capannoneS. Luigi; momenti molto commoventi da parte delfesteggiato, dei parenti e di tutti i compaesani. Graziedon Leonardo per questi momenti, i pantianicchesitutti ti augurano, con l’aiuto del Signore, un buon eproficuo lavoro. Al termine della S. Messa a donLeonardo, a nome della comunità parrocchiale, è statoconsegnato un pensiero in ricordo di questo momento;al pranzo, tutti i conviviali hanno lasciato un altro pre-sente per ricordare nel tempo il meraviglioso giorno.

Sabato 27 GENNAIOIn mattinata sono stati portati alla Comunità diVillareggia di Pordenone, da tutta la nostra zona pasto-rale ben 20 m.cubi in indumenti usati. Per svolgere ilservizio si è usato il mezzo di Bertolissi Carletto, che

C R O N C R O N A C A C AA

Consegna indumenti usati alla comunità di Villareggia aPordenone - 27.01.07

Pantianicco 14.01.07 - Don Leonardo circondato dai parenti.

Lustri matrimoni a Plasencis, 28.01.07 - i festeggiati diPantianicco.

Page 43: Qui Pantianicco. 28

43

C R O N C R O N A C A C AAda Giovedì 15 a Domenica 18Un piccolo gruppo della zona pastorale, accompagnatoda un don Giovanni sofferente, si è recato in quellaoasi di pace, che sono i monti delle apparizioni dellaMadre di Gesù, a Medijugorie.

Sabato 24Raccolta annuale della Caritas, di indumenti e scarpeusate in buono stato, che con la loro vendita è servita afinanziare la nuova casa di accoglienza in Carnia. Intutta la Diocesi sono state raccolte ben 300 tonnellatedi materiale che hanno riempito 14 carri ferroviari e 20cassoni di camion. In termini economici, la Caritaspotrà contare su circa 30.000 Euro. Per la nostra comu-nità è doveroso ringraziare tutte le persone che si sonorese disponibili per questa iniziativa, in particolare isoci dell’ “Ape Fans Club” che con i loro mezzi si sonoresi disponibili a raccogliere i sacchi per le vie delpaese e portarli a Basiliano. Un sentito grazie da partedel direttore della Caritas Diocesana don LuigiGloazzo.

Domenica 25A Mereto, nel pomeriggio si è svolto il pio eserciziodella Via Crucis, con un nuovo commento incentratosulla sofferenza della Venerabile Concetta imperniatacon quella di Gesù.

da Lunedì 26 a mercoledì 28Si sono svolte le ore di adorazione “Quarantore” ormairidotte a poche più di quindici. Purtroppo constatiamola sempre poca partecipazione, i soliti. Un po’ di silen-zio e meditazione in questo mondo caotico non guaste-rebbe!

“Un pane per amor di Dio”. Durante tutta laQuaresima, in una cassetta posta in fondo alla chiesa,sono state raccolte delle offerte destinate ai nostri mis-sionari diocesani che operano in Kenia e Somalia.L’offerta raccolta è stata di Euro 100.

FEBBRAIO 2007Sabato 3Giornata programmata per la sistemazione del parcocircostante la chiesetta di S. Antonio, ma un tempoinclemente, con una giornata fredda ed una nebbia tal-mente fitta che non si vedeva ad un palmo dal naso, neha impedito lo svolgimento. Questo lavoro è stato ese-guito nei giorni seguenti e completato lunedì 19; ora èpossibile ammirare un parco che pare inviti tutte lepersone di buona volontà a usarlo e tenerlo sempre inordine. Un grande ringraziamento a tutte le personeche hanno effettuato questo bellissimo lavoro, che nonvengano mai a mancare, anche se certa gente è semprepronta a criticare, teniamo in considerazione solo ilgiudizio del Signore.

Mercoledì 21Le Ceneri, inizio della Quaresima. Alla sera durante laS. Messa ci è stata imposta sulla fronte la cenere perricordarci che siamo polvere e che ritorneremo polve-re. Buona la partecipazione dei fedeli.

Martedì 27Durante tutti i martedì di Quaresima, in chiesa, si èsvolto il pio esercizio della Via Crucis in memoriadella sofferenza di Cristo. La via crucis è stata presie-duta dai laici.

Il tempo:Un periodo dell’anno anomalo. La primavera antici-pata l’ha fatta da padrona. Falso il detto: “Fevrarutpies di dut.”

MARZO

Domeniche 4, 18, 25I ragazzi della catechesi, i genitori e gli insegnanti sisono ritrovati nelle aule della catechesi a Mereto, perpreparare il messaggio e i mazzetti di ulivo per ladomenica delle Palme, distribuiti poi in tutte le comu-nità. Perché dobbiamo notare la sempre poca parteci-pazione?, io per primo.

Domenica 11 51º anniversario dalla morte della Venerabile ConcettaBertoli. Preceduta da cinque serate di preghiere, medi-tazioni e di preparazione, questa giornata è iniziatacon le confessioni, è seguita la S. Messa per anziani edammalati presieduta dal vice postulatore P. AurelioBlasotti. Alla sera, preceduto dal S. Rosario meditatosulla sofferenza di Concetta, si è celebrata una secon-da S. Messa presieduta dal vescovo emerito mons.Alfredo Battisti. “Concetta, dacci la forza per affronta-re gli ostacoli che incontriamo durante il corso dellavita.”

Pantianicco 25.03.07 - Componenti dell’APE Fans Club per laraccolta indumenti Caritas.

Page 44: Qui Pantianicco. 28

44

Il tempo:le prime giornate calde con 20º di media, le restanti sonostate piovose, ventose e fredde con temperature che hannoraggiunto -1º. Pioggia caduta 110 ml.

APRILE

Domenica 1Della passione del Signore (o delle Palme); dal sagrato,dopo la benedizione dei rami d’ulivo, cantando, in proces-sioni ci siamo portati in chiesa per la S. Messa. Al Vangeloè stata letta la Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. Irami benedetti dell’ulivo che portiamo a casa e che con-serveremo, ci richiamano alla mente la vittoria di Cristo.

Giovedì 5Inizio del Triduo Pasquale del Signore, Morto, Sepolto eRisorto. A Tomba, alla sera, Messa “in Cena Domini”.Dopo l’omelia è stata fatta la lavanda dei piedi, a rappre-sentare gli apostoli erano i fedeli delle comunità diMereto, Pantianicco e Tomba ed è terminata con l’ora diadorazione.

Venerdì 6Venerdì Santo, alla sera, presieduta dai laici, per le vie delpaese si è svolto processionalmente il pio esercizio dellaVia Crucis con il corollario delle varie stazioni che cihanno ricordato la passione di Cristo. Le offerte, raccolteentrando in chiesa e destinate alle necessità della TerraSanta, sono state di Euro 37.

Sabato 7Solenne Veglia Pasquale, alle ore 21 tutta la zona pastoralesi è radunata nella Parrocchiale per la Notte di Veglia inonore del Signore, che la sua venuta ci trovi vigilanti e cifaccia partecipare alla sua mensa. La veglia è inizata sulsagrato con la benedizione del fuoco e del cero. Il tempopasquale, di cinquanta giorni, termina con la domenica diPentecoste, il 27 maggio.

Giovedì 26A Mereto, riunione di tutti i C.P.P. delle nostre comunità,con l’ordine del giorno: preparazione del ritiro spirituale aS. Antonio e modifiche per le S. Messe prefestive. In que-sti giorni don Giovanni è stato operato ad un’anca e data lasua indisposizione causata da questo intervento, è statatolta la prefestiva a Pantianicco, confermando quella diMereto alle ore 19. A queste conclusioni si è arrivati per lasempre più scarsa disponibilità di sacerdoti, auguriamociche per le Messe domenicali non ci sia la mancanza dipresbiteri. Auguri di una pronta guarigione per donGiovanni e lunga vita al “Cappellano Capo” don Adriano.

da Sabato 28 a lunedì 30In canonica, a vent’anni dalla morte e per ricordare ilnostro compaesano don Siro Cisilino, è stata allestita unamostra di alcuni oggetti, manoscritti, partiture musicali,corrispondenze varie e altro materiale che gli sono appar-tenuti. La mostra è stata proposta dal Progetto IntegratoCultura, del quale il comune di Mereto fa parte, con la col-laborazione della Parrocchia e della Pro Loco, parecchie lepersone che l’hanno visitata.

Lunedì 30Per rendere un ulteriore e doveroso omaggio al nostro illu-stre compaesano don Siro, gli è stata dedicata la XVRassegna Corale Itinerante con i cori: Cjastelîr di Tomba,il femminile Euterpe di Sedegliano e il Parrocchiale diMereto. Durante la rassegna sono stati eseguiti alcunibrani composti dallo stesso don Siro. Buona la partecipa-zione.

Il tempo:mese inaspettato con soli tre giorni di pioggia. Caldo, 28ºin media e vento hanno caratterizzato gli altri giorni.Pioggia caduta 30 ml.

MAGGIO

Martedì 1Inizio del mese dedicato alla Madonna, nella cappella aLei dedicata, ogni giorno si è recitato il S. Rosario, ladomenica mezz’ora prima della celebrazione eucaristica.In questa giornata le donne, per la loro festa, hanno ringra-ziato il Signore con una S. Messa. Alla recita del rosario

C R O N C R O N A C A C AA

Page 45: Qui Pantianicco. 28

45

C R O N C R O N A C A C AApartecipavano oltre venti persone, di più non guasterebbe-ro.

Giovedì 3Ora di adorazione per tutta la zona pastorale, si ricorda cheè composta da tutto il territorio comunale. È un momentodi preghiera, canto e meditazione e silenzio, di cui abbiamoestremamente bisogno. Questo incontro si fa ogni primogiovedì del mese passando in tutte le parrocchie della zona.

Giovedì 17Continuando nel ricordo del nostro compaesano donSiro Cisilino, il Comune di Mereto, con la collaborazio-ne del Gruppo Volontariato, ha organizzato una gitaall’isola di S. Giorgio Maggiore e alla laguna Veneta,con la visita guidata alla fondazione Cini. In questo isti-tuto il nostro concittadino si è dedicato alla ricerca etrascrizione di parecchi testi di musiche che altrimentiandavano perduti. La gita, dopo la S. Messa celebratanella chiesa di S. Giorgio è proseguita con il pranzo nel-l’isola di Torcello e la visita alle isole di Burano eMurano. I pantianicchesi sono rientrati soddisfatti dellagiornata trascorsa.

Il tempo:i primi giorni iniziano con caldo afoso che raggiungonoi 30º. Il mese termina con pioggia abbondante e ariafresca. Caratteristica anomale, persiste il vento.Pioggia caduta 151 ml.

GIUGNO

Sabato 2Festa della Repubblica. Nel capannone della Coop. S.Luigi, si è svolto il raduno del “Ape Fans Club”. La par-tecipazione molto numerosa ha permesso lo svolgimen-to dell’incontro con molta allegria. Non è mancata lapresenza dei piccoli mezzi, della Piaggio, anche dafuori regione.

Domenica 3Festa della SS. Trinità. Ritiro spirituale e chiusura del-l’anno catechistico, per tutta la zona pastorale, nel parcodella chiesetta di S. Antonio. Al mattino, per l’apertura,ad appena otto giorni dall’uscita dall’ospedale, abbiamoavuto la gradita presenza di don Giovanni che ci ha illu-strato il tema della giornata: “Testimoniare l’incontrocon il Risorto, nella famiglia, nella vita civile e socialee ripensare il ruolo del laico per rinnovare laParrocchia”.Prima della celebrazione Eucaristica, sono state lette lerelazioni dei vari gruppi e al termine della S. Messaconcelebrata da don Adriano e don Giovanni, che ci haonorati ancora della sua presenza, è stata consegnata la

Bibbia ai bambini della Prima Comunione ai qualiassicuriamo le nostre preghiere. Buona la partecipa-zione dei ragazzi della catechesi, noi adulti dove era-vamo?

Domenica 10Corpus Domini. Dopo la celebrazione solennedell’Eucarestia, per le vie del paese è stato portato inprocessione il Santissimo Corpo di Cristo. Non tantianni fa, durante questa pia funzione religiosa, era bellovedere i bambini che spargevano petali di fiori lungo iltragitto della processione e questo aiutava tutti a esserepiù partecipi alla funzione. Perché lasciamo caderequeste semplici e belle usanze?

Domenica 17 Festa di S. Antonio presso la chiesetta a lui dedicata.Come ormai è consuetudine, nel parco, la primadomenica dopo il 13 giugno, con una solenne celebra-zione Eucaristica, festeggiamo il Santo di Padova. Perla S. Messa abbiamo gradita la presenza di donGiovanni che era coadiuvato dal Diacono don Fiorinomandato dal Vescovo a dare un aiuto al parroco data lasua attuale convalescenza postoperatoria. Terminata lafunzione i presenti, paesani, amici e parenti venutianche da lontano, hanno occupato le tavole preparatedalla Pro Loco per consumare le laute pietanze che siaveva portato da casa e la pastasciutta. Durante ilpomeriggio si è completata la vendita dei bigliettidella pesca di beneficenza a favore della Colombia e siè provveduto all’estrazione dei premi. Per beneficenzasono stati raccolti 1350 euro, e dobbiamo ringraziaretutti i privati e le varie ditte che regalano i vari premi etutte le persone che si danno da fare per raggiungerequesto risultato. Con la collaborazione della Pro Loco,oltre la pastasciutta, è stata fatta la lotteria del “maia-le” che ha reso alla parrocchia 489,50 euro. Nondimentichiamoci di ringraziare chi ha reso disponibileil “maiale”.

03.06.07 Ritiro spirituale a S. Antonio e consegna della Bibbiaai bambini della prima comunione.

Page 46: Qui Pantianicco. 28

46

Quest’anno, per motivi più burocratici che sanitari, alposto del “maiale” era disponibile un altro prodotto: ilprosciutto.

Domenica 24S. Luigi Gonzaga, oggi, a tre giorni dalla data della suafesta, dopo la solenne S. Messa, è stata portata in pro-cessione per le vie del paese la statua del nostro SantoProtettore, che continui sempre a intercedere per tuttinoi.

Il tempo:qualche giornata nuvolosa, 20 giorni di sole e caldoafoso. Il mese termina con tre giorni di aria fresca.

LUGLIO

Durante tutto il mese, proveniente da Roma, è stato pre-sente nelle nostre comunità don Jsmael Fierro Andradeche così ha dato un aiuto, per le varie funzioni religiose,a don Giovanni nel suo periodo di convalescenza. DonJsmael, è un sacerdote proveniente dalla Colombia;attualmente, usufruendo di una borsa di studio, frequen-ta il terzo anno di un corso triennale di studi teologici aRoma, borsa ottenuta dal dicastero Vaticano diPropaganda Fide. Durante i periodi che non sono impe-gnati con lo studio, tutti i sacerdoti che occupano il col-legio sono disponibili a dare il loro servizio ai parrociche ne richiedono.

Il tempo:un mese pieno di sole e con gran afa negli ultimi giorni,32º di media. Tre improvvise e inaspettate grandinate il9, il 10 e il 24, con forti raffiche di vento e pioggia,caduti 80 ml.

AGOSTO

Dal 2 al 6 si è svolto a Medjugorje il Festival dei giova-ni, provengono da tutte le nazioni della terra; alcunigiovani delle nostre comunità hanno partecipato a que-

sto meraviglioso e costruttivo incontro tra giovani conl’opportunità di scambiarsi le loro diverse opinioni.

Domenica 5Diciottesima del Tempo Ordinario, durante la celebra-zione della S. Messa sono stati ricordati tutti i nostriemigranti vivi e defunti.

Giovedì 23Inizio delle tradizionali celebrazioni eucatistiche setti-manali di agosto e settembre a S. Antonio con orarioalle 8,30. Buona la partecipazione dei fedeli. Questoanno sono iniziate in ritardo a causa dell’indisponibi-lità di don Giovanni dovuta all’intervento subito. Incerte giornate nuvolose, nella chiesetta del Santo, laluce è molto precaria e così da un paio d’anni, con lacollaborazione e il genio di “Archimede” Luciano èpossibile avere una luce artificiale.Per le offerte secondo le intenzioni degli offerenti è adisposizione una cassetta, in sostituzione della raccoltache si faceva casa per casa alcuni anni fa.

Il tempo:20 giorni di sole e caldo torrido e afoso con 34º posi-tivi. Alto tasso di umidità 80%. I restanti giorni dipioggia, 133 ml.

SETTEMBRE

Dal 3 al 5 a Mereto, in canonica, in preparazione allaprima comunione, si è svolto il ritiro-campeggio con ibambini che si stanno preparando a questa importan-tissima tappa della loro vita. Il ritiro è stato guidato dadon Giovanni con l’aiuto degli animatori: Annalisa,Denis, Federica, Mattia, Mauro, Valeria e Paolo, lacatechista Sandra che per tutto l’anno ha preparatoquesti bambini all’incontro con Gesù e la catechistaLorena che ha insegnato loro nei primi due anni coa-diuvata da don Giovanni e da Mario. Alla cena dell’ul-tima sera erano presenti i genitori. Non vanno dimenti-cati chi ha provveduto alla preparazione del campeg-gio e dei vari pasti della giornata, Mario, Rovilio eCino.Inoltre, tutti noi dobbiamo ringraziare, senza mai stan-carci, le persone che hanno collaborato al proficuo

C R O N C R O N A C A C AA

Page 47: Qui Pantianicco. 28

47

Sabato 29Una giornata per la terza età; organizzatadall’Amministrazione Comunale, con la collaborazio-ne della Pro Loco di Pantianicco e del gruppo volontariMereto. Questo incontro è iniziato con la S. Messanella Parrocchiale celebrata da don Giovanni che nel-l’omelia ha ricordato agli anziani che questa festa devecontinuare anche negli altri giorni; bisogna manternersisereni con se stessi e gli altri; farsi accogliere ed esserepersone accoglienti in tutte le situazioni; chiedere alSignore con tanta fiducia ogni aiuto; meno fede piùdisperazione, aumentare la speranza e la fiducia nelCristo.Terminata l’Eucaristia tutto il gruppo si è fermato sulsagrato per la tradizionale foto ricordo. La giornata èproseguita con il pranzo, nel tendone della mostra dellamela, allietato da vari intrattenimenti con barzellette,proiezioni e in conclusione l’esibizione del coro“Cjastelir”.

Domenica 30A Tomba, durante la celebrazione eucaristica, presie-duta dal salesiano don Gianluca, è stato ufficialmenteaperto il nuovo anno catechistico. Al termine, genitorie catechisti, hanno concordato assieme gli orari dellacatechesi in modo da venire incontro alle varie esigen-ze dei nostri alunni. La presenza è stata nella media.

Il tempo:mese che rispetta gli anni precedenti (finalmente nor-male). Giorni caldi e notti fredde. Piogge abbondanti,155 ml.

C R O N C R O N A C A C AAsvolgimento di questa iniziativa parrocchiale e nonsolo a questa.

Giovedì 27Luciano, Rovilio e il sottoscritto, si sono recatipresso la ditta organi Zanin di Codroipo a vederelo stato di proseguimento dei lavori e hanno avutola conferma, dal titolare, che per Natale il nostrostrumento sarà riportato nella chiesa, ma nonancora in piena efficienza.

Venerdì 28Apertura della 38ª Mostra Regionale della Mela edel 6º Concorso Internazionale del Sidro e Succodi mele.

RISCOPRIRE GIOIA TUROLDOTRA POESIA E IMPEGNO SOCIALE

Gioia Turoldo ha iniziato le ele-mentari a Pantianicco, nella scuo-letta di Piazza Cortina nel 1956,con l’insegnante Marcella Cisilinoche le è stata vicino fino allamorte. La Pro Loco, nell’ambitodelle iniziative per la 38ª Mostraregionale della mela, ha organizza-to un convegno per far conoscere

questa nostra poetessa friulana intensamente impegnatanel sociale, scomparsa a soli 43 anni, nel 1993.L’iniziativa “Dal tempo delle mele al sapore del sidro -la straordinaria esperienza umana, culturale ed artisticadi Gioia Turoldo -” è stata curata dall’Associazioneculturale umanitaria Gioia Turoldo Malnis, con la par-tecipazione di mons. Nicolino Borgo, del saggistaRenato Pilutti e della studiosa Marcella Cisilino. Ilconvegno si proponeva di dare il giusto risalto all’ope-ra culturale ed artistica di Gioia e nello stesso tempo hamesso in rilievo il percorso umano che ha caratterizza-to la sua breve esistenza terrena.Nativa di Coderno di Sedegliano, Gioia Turoldo subìgiovanissima la diagnosi di una malattia senza scampoe contro la quale lottò comunque con forza per 22 anni.Contestualmente si impegnò sul fronte socio-sanitarioper denunciare e migliorare le carenze del sistema,troppo spesso a danno dei più deboli ed emarginati.Sensibile alla sorte dei bambini, appoggiò molti pro-getti di sostegno all’infanzia abbandonata a diverselatitudini del pianeta, e sempre negli stessi anni sidedicò alla poesia curando alcune raccolte pubblicateda Scheiwiller. Nel suo nome è stato creato un premioletterario biennale: i premi assegnati ai vincitori consi-stono in adozioni a distanza quadriennali per il soste-gno socio-scolastico di adolescenti in situazioni didisagio.Gioia era nipote di Padre David Maria Turoldo.

Festa anziani.

Foto ricordo all’uscita “da la Mesa Granda”.

Page 48: Qui Pantianicco. 28

48

OTTOBRELunedì 1Mese dedicata alla Madonna del Rosario e alle Missioni.Alla sera, per tutto il mese, si è recitato il S. Rosario davantialla Sua statua con la lettura della biografia dei martiri chehanno dato la loro vita per testimoniare la fede in terrad’Africa.

Lunedì 1Si è completata la trebbiatura dei campi attorno la chiesetta diS. Antonio da parte di Bertolissi Giuseppe, che ha usato latrebbia di famiglia. L’altra particella, nel “comunal” era statatrebbiata da Adolfo Toniutti alcuni giorni prima. Il malore lo hacostretto ad un periodo di inattività. Un grazie ai trebbiatori e aquanti si prodigano per la lavorazione dei terreni. Tutta questacollaborazione ha reso alla parrocchia q. 239,30 di mais.

Mercoledì 3Inizio triduo in preparazione alla festa della Madonna delRosario. Dopo la recita del Rosario veniva celebrata la S.Messa con una breve omelia sulla figura della Madre di Gesù.

Domenica 7Festa della Madonna del Rosario. Con la S. Messa cantata èiniziata la festa dedicata a Maria che ci invita ad affidarsi aLei con la recita del Rosario, preghiera che contribuisce adottenere grazie presso suo Figlio. Al termine della celebra-zione Eucaristica si è svolta per il paese la tradizionale pro-cessione con la statua a Lei dedicata portata a spalle dainostri giovani. Bravi non mancate a questo servizio.

Giovedì 11Prima Comunione con “la chiesa domestica”. Alla sera, 19ragazzini della nostra zona pastorale, assieme ai loro genitorie familiari, hanno ricevuto il Corpo e Sangue di Cristo per laprima volta. La Chiesa domestica è la famiglia, ma ancheognuno di noi che si dice di essere cristiano. I ragazzini

guardano noi grandi, abbiamo una grande responsabilità.

Domenica 10I nostri ragazzi della prima Comunione, si sono trovatinella parrocchiale, assieme alla comunità, ai familiari edamici per confermare solennemente il loro proposito che,questa giornata di festa è un incontro con un amico, Gesù eun camminare assieme a Lui per tutta la vita. “La fede, lacarità, l’amore, la pace …, sono dei piccoli semi che biso-gna coltivare durante tutta la vita”; noi grandi non siamoesclusi. All’offertorio è stata portata all’altare una bustacon le offerte fatte dai ragazzi della prima comunione perle missioni della Colombia. Alla sera, i neo comunicati egenitori, si sono ritrovati in chiesa per ringraziare Gesù eMaria per la giornata di grazia trascorsa e per chiederesostegno al loro avvenire. Don Giovanni rivolto ai neocomunicati e ai genitori li ha invitati a fare di questa gior-nata un trampolino di lancio per la vita, di amare come haamato Gesù vivendo l’Eucarestia tutte le settimane e airagazzini di servire il Signore attorno all’altare come chie-richetti, Gesù ne terrà conto.Al termine, assieme a don Giovanni, alla catechista e aglianimatori, si sono ritrovati tutti in canonica per concluderela giornata con un momento di agape.

Cronaca a cura di VilmoIl meteorologo Luigino Manazzoni

PANTIANINS … SIGNORANel 1900 tante compagnie si sono formate e si sono disperse,ma la passione per il teatro è rimasta e rinasce fra le generazio-ni. I corsi ed i ricorsi della storia hanno previsto giusto anchequesta volta… infatti abbiamo il piacere di presentare il nuovogruppo teatrale appena nato.Bisogna dire la verità, ha avuto una lunga incubazione, ha fattofatica a nascere, però dopo inviato ha messo tutto l’impegno e lacreatività possibili per continuare la tradizione con onore. È ungruppo formato da giovani e meno giovani, appassionati di tea-tro friulano, che hanno creato un progetto e fra tante difficoltà lohanno portato a termine, credendo fermamente nelle propriepossibilità.È stato scelto il nome “PANTIANINS… SIGNORA” perchécosì era chiamato il nostro paese prima della guerra, quando concarro e cavallo la gente andava in pellegrinaggio a Castelmontee così viene ricordato ancor oggi.La loro “prima” teatrale ha avuto un notevole successo di pub-blico e di critica ed ora ricevono richieste di repliche da varipaesi.Applausi e lunga vita a PANTIANINS … SIGNORA!

Michele, Leandro, Alessandro, Elisabetta, Ettore, Luisa, Lorenzo, Silvio, hannomesso in scena la commedia in friulano “Colpe da sgnape” di M. Furlani.

Page 49: Qui Pantianicco. 28

49

RedazioneDon Giovanni BozBrandolino RaffaeleButtazzoni EnnioCisilino Elisabetta Cisilino ValentinaCovazzi AngeloCragno OffeliaCragno SabinaDella Picca InesManazzone VilmoMolaro Isa

Toppano ElisaZotti Giulia

Hanno collaboratoCemulini AgneseCemulini EsterCisilino EddaCisilino LianaCisilino Remigio (CAN)Della Picca Luciano (ARG.) Manazzoni LuiginoMattiussi Walter

RingraziamentoDon Giovanni e i collaboratori rin-graziano tutti gli emigranti e paesa-ni che hanno contribuito all’uscitadel bollettino offrendo la propriadisponibilità, articoli, fotografie,offerte.Un plauso particolare a quantihanno sostenuto economicamente ladivulgazione del presente bollettino.

L A U R E E

6 marzo 2007 - presso l’Università degli Studi di Trieste, si è laureata a pieni votiin Scienze della Comunicazione, ELISA MATTIUSSI (figlia di Domenico eGraziella Bertoni), discutendo con il Ch.mo prof. Etrio Fidora la tesi dal titolo:“Progetto Adolescenza, un programma di sviluppo della personalità dei ragazzi inetà evolutiva che agevola la prevenzione primaria delle devianze”.Complimenti e auguri alla dottoressa.

19 aprile 2007 - TONEGUZZO MELISSA, Universitàdegli Studi di Udine, Facoltà di Giurisprudenza, Tesi inDiritto Amministrativo, titolo: “Il diritto di accesso aidocumenti amministrativi alla luce della riforma del2005. La novellata legge 7 agosto 1990, n. 241.L’accesso presso le amministrazioni locali: la normativadella Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, loSportello per la Lingua friulana e i documenti ammini-strativi bilingue”. Relatore: prof. Coen Leopoldo,Correlatore: dott. Girotto Dimitri.

Mizzau Loris - 22 Giugno 2007Presso L’Università degli studi di Udine, Mizzau Lorisha conseguito la laurea triennale in “IngegneriaMeccanica” discutendo con il Prof. Arnulfi Gianmariola tesi: “Analisi delle prestazioni di motori per veicolicommerciali” conseguendo la votazione di 101/110.

Il giorno 17 luglio 2007 presso l’Università degli Studi di Trieste si è brillantemen-te laureato in FISICA (primo livello) GIULIO D’ODORICO, figlio di Luigino eOffelia Cragno, discutendo la tesi: quantizzazione di una mappa classicamentecaotica (Arnold Cat Map) e studio delle scale temporali caratteristiche; caos quan-tistico. Relatore prof. Fabio Benatti.

ELISA COZZARINI - Figlia di Cisilino Gianna (nipote di Benita Gasparini).Laureata l’11 ottobre 2007 a Padova, laurea specialistica in Biologia evoluzionisti-ca con 110/110 e lode. Titolo tesi: “Analisi dell’espressione del gene AcidicMammalian Chitinase in mucosa gastrica umana”. Relatore: Prof. Maurizio GuidoPaoletti.

Page 50: Qui Pantianicco. 28

50

VIVONO NELLA PACE DI DIO!

CISILINO Eufemia (Maria) inManazzone

anni 84 - 04.01.07

SCHIAVO Derna inBrandolino

anni 94 - 07.01.07

MICOLI Illa in Cisilinoanni 75 - 02.03.07

CISILINO Luciaanni 71 - 23.04.07

DELLA SAVIA Rosalia in Rosso

anni 96 - 08.05.07

CISILINO Luigiaanni 73 - 08.06.07

FACHIN Ernestoanni 78 - 25.08.07

MIZZAU Elda ved. Bertolissianni 94 - 12.09.07

GNOT DAI MUARZ

Gnot dai sanz e dai muarz,gnot di malincunie e di ricuarz,che ti jenple la stanse di parvencis,il cûr di presincis,une purcission di int ch’a tornea distudâ la sêt tai siei cjaldîrs,o sclipîsi tôr dal fogolâr o dal spolert,tun paîs desert,là che l’ajar ogni tant,svintulant,al fâs batecolâ un barcon,al fâs sbati une ante di puarton,al fâs crica une bree,al fâs colâ un’âtre fuee,ti fâs sbalsâ la vite cui siei sgrisui,ti fore il cûr cu la sô criture,ti travane l’anime di pore e di riguart.

La cjanpane,lontane,cui siei glons,joi,ce gemiz profonz!,e nicùle i siei fîsindurimidîz,che àn finede la sornade,une vite martare e stentade,e cumò a polsin te canpagne,sot ploe e nêf e tramontane,e ur pree pâs e cujeteta chê patrie benedete

là che il just al tire il flât.

Gnot di pene par chei paris,di passion par chês marisch’a sintin a viergisi la foradedi chê dì sventuradeche ur è muart il lôr frut,che àn pierdude la lôr frute,tun sfondrârt di incidento cun tun brut mâl,orent,o restâz pal mont o in vueretal flurî de primeverede lôr vite.In chê lungje filedi animis contentis o in pene,si sprolungje la cjadenedal grant arc de vite.

E a l’anime aflitej torne la memoriedi dute la sô storie,storie di lidrîs,di vons,di paris,di fîs,la vôs, la muse, il ricuartdi dut un mont muartma che pe fede al vîfta chel grant libri che si scrîfogni liende umane,libri di veretât,libri di eternitât,libri di sperancedopo che la gran belance

e varà fate sentencedi goni prepotencefate o cjapade.

Gnot di tante compassion,gnot di grande riflessionsu la matetât dal mont,ch’al ingrume e no si rint contche cajù dut al finise in curt e sparisogni mafie e baroniee svindic e gjelosie.Parcè,alore,cheste asse,cuanche duc’si va te casse,granc’e picui e sotans,fraris,predis e briganz,siôrs e pitocs,furbos e storlocs?No stin a strassâ une gnot cussì grande;no stina deludi une int cussì sante.Plui che inpiâur la lûs a lôr,ch’a son te lûs,domandìnjur un lusôrpal nestri scûr,par podê cjatâsi insiemelà che finissarà ogni pene.Gnot sai sanz e dai muarz,gnot di malincunie e di ricuarz,gnot di grant lament,gnot di prejere,gnot di sintiment!

pre Toni Belline

Page 51: Qui Pantianicco. 28

51

Matrimoni

Tomas Cigolotto e Del Bianco Stefania, 29.04.2007 Genero Ivano e Bertolissi Giacinta, 05.05.2007

Rossi Alessio e Cragno Manola, 01.09.2007Clarini Freddy e Cisilino Greta, 02.06.2007 e battesimo di Asia.

Michele Ferrazzutti e Brandolino Mascia, 15.09.2007

Informiamo i nostri lettori che è attivo l’indirizzo e-mail del bollettino:

[email protected] inviarci tutte le informazioni che desiderate

n. 28 novembre 2007

Numero unico della parrocchia di PANTIANICCO

Piazza Cortina, 533036 Mereto di Tomba - tel. 0432.860064

Aut. Trib. Ud n. 13 del 25.10.48 - Sped. in abb. post. gr. IV/50%

Page 52: Qui Pantianicco. 28

52

Battesimi

20.05.2007 Giglio Gabriele Vincenzo di Simone e Kengne Tekeu Diane.

28.10.2007 Ermacora Martina di Claudio e Cisilino Denisa

Udine 23.09.07 - Cisilino Giorgia di Simone e Tania Micovilovic

Matrimoni

Cisilino Luca e Cisilino Giuly, accompagnati dal figlio

Loris, si sono sposati il 28 luglio 2007 a Pozzecco.

Cisilino Francesca e Lizzi Johnni, 9.12.2006

Chiesa Sacro Cuore di Udine

NOTA IMPORTANTE

Chiunque desideri pubblicare sul bollettino fotodi battesimo, comunione, cresima, matrimonio,anniversario, decesso, di avvenimenti vari edarticoli, è pregato di provvedere a consegnarlipersonalmente ai componenti della redazioneentro il 30 settembre di ogni anno, altrimentinon verranno pubblicati.