Questo quaderno è di - · PDF fileQuesto quaderno è di... e lucean le stelle ......

10

Transcript of Questo quaderno è di - · PDF fileQuesto quaderno è di... e lucean le stelle ......

Page 1: Questo quaderno è di - · PDF fileQuesto quaderno è di... e lucean le stelle ... In questi fascicoli vengono suggerite alcune chiavi di lettura che possono, appunto, ... La fantasia
Page 2: Questo quaderno è di - · PDF fileQuesto quaderno è di... e lucean le stelle ... In questi fascicoli vengono suggerite alcune chiavi di lettura che possono, appunto, ... La fantasia

Questo quaderno è di

Page 3: Questo quaderno è di - · PDF fileQuesto quaderno è di... e lucean le stelle ... In questi fascicoli vengono suggerite alcune chiavi di lettura che possono, appunto, ... La fantasia

... e luceanle stelle

Indice

6Introduzione:percezione e conoscenza

7...e il cielo stellato sopradi noi

9Occhio e cervellocollaborano

Noverar le stellead una ad una

11Altre stelle,altri cataloghi

13San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle...

14Il colore dell’universo

16Dolce e chiara è la notte

18Bibliografia

8Il cielo comelo immaginiamo

12Il pallottolieredelle stelle

13A caccia distelle cadenti

15Suoni e luci

Le parole e le stelle

Ricercare con i ragazzi

Page 4: Questo quaderno è di - · PDF fileQuesto quaderno è di... e lucean le stelle ... In questi fascicoli vengono suggerite alcune chiavi di lettura che possono, appunto, ... La fantasia

Collana di manuali e quaderni per insegnanti e ragazzi

Leggerela natura

Perché “Leggere la natura”? Il nome dato a questa piccola collana si ispira alle paroledi Galileo, il quale, a proposito del “grandissimo libro che costantemente ci sta aper-to davanti agli occhi”, affermava anche che “non lo si può intendere se non si impa-

ra la lingua nel quale è scritto”. In questi fascicoli vengono suggerite alcune chiavi di lettura che possono, appunto, per-mettere di conoscere la “grammatica” ambientale: giocare con la Natura, immergersi inessa usando tutti gli strumenti sensoriali, valorizzando il piacere della scoperta, senzadimenticare di rinnovare, fra le altre emozioni, quella antichissima di osservare e leggere ilcielo notturno; o arrivare, attraverso un piano coordinato di osservazioni e di esperienze,alla comprensione dei meccanismi di funzionamento della natura, partendo, quando è pos-sibile, dalle situazioni più vicine, per poi occuparsi (e preoccuparsi) dei problemi globali delnostro pianeta (l’inquinamento di aria acqua e suolo, la perdita della biodiversità); oppurevalutare l’importanza e il significato delle iniziative di salvaguardia dell’ambiente e, in par-ticolare, dei Parchi, per comprenderne le caratteristiche e il funzionamento, per conoscerela ricchezza di opportunità che essi offrono al territorio che li ospita. Sono occasioni di cre-scita culturale e civile, ma anche di crescita economica, in termini di concreta possibilità dioccupazione; dai Parchi, infatti, parte un nuovo modello di sviluppo, che coniuga le esi-genze economiche con quelle dell’ambiente. I destinatari naturali di questa collana sono gli insegnanti e gli alunni, protagonisti, da sem-pre, del processo di educazione all’ambiente.Sfogliando questi volumetti, però, ci si rende conto che, in effetti, i destinatari potrebberoessere tutti i cittadini che, a titolo personale, hanno voglia di cominciare a leggere il “gran-dissimo libro” della Natura, e soprattutto quei nonni e quei genitori che desiderano accom-pagnare nipoti e figli in un percorso di conoscenza, per ritrovare, insieme a loro, il piaceredelle piccole e delle grandi scoperte.

Comune di SabaudiaIl Sindaco

Dott. Salvatore Schintu

4

Page 5: Questo quaderno è di - · PDF fileQuesto quaderno è di... e lucean le stelle ... In questi fascicoli vengono suggerite alcune chiavi di lettura che possono, appunto, ... La fantasia

5

Il Laboratorio Territoriale per l’Informazione e l’Educazione Ambientale di Sabaudia hatracciato, nell’ambito del Progetto Labnet Lazio finanziato dal Ministero dell’Ambiente,in sintonia con i programmi di educazione ambientale coordinati e promossi dall’As-

sessorato all’Ambiente della Regione Lazio, un interessante percorso didattico ed educati-vo che ha ora portato alla realizzazione di questa collana di manuali e quaderni per inse-gnanti e ragazzi. La collana è rivolta, in effetti, non solo al mondo della scuola ma a perso-ne di ogni età e propone strumenti di conoscenza, sperimentazione e riflessione utili a raf-forzare attraverso l’educazione, l’informazione e la formazione, una sensibilità collettiva euna reale partecipazione dei cittadini alle azioni di gestione, tutela e salvaguardia dell’am-biente.Sono profondamente convinto che solo attraverso la conoscenza degli elementi costitutividell’ambiente, dei suoi equilibri, dei suoi ritmi e dinamiche possa scaturire una nuova cul-tura ambientale, consapevole dei limiti delle risorse naturali, della loro vulnerabilità e delrischio di degrado irreversibile, realmente orientata verso uno sviluppo sostenibile.Cittadini consapevoli diventano, infatti, i principali soggetti di tutela dell’ambiente in quan-to adottano e diffondono, a loro volta, modelli comportamentali responsabili, con ricadutepositive sul territorio.Ed è in particolare nelle aree protette che il riconoscimento da parte della collettività delvalore intrinseco, anche economico, del patrimonio naturale diventa importante vettore disviluppo sostenibile.

Regione LazioL’Assessore all’Ambiente

On. Marco Verzaschi

Imparare a leggere la natura è forse la cosa più bella e importante che un uomo può farenel lungo o breve percorso della propria vita, perché comprendere quel che ci è intor-no, sia che si tratti di un essere animato o inanimato, di una pianta, di un fossile, di un

fenomeno naturale, ci consente di essere in armonia con il creato e quindi con noi stessi.Conoscere per amare, per stare in sintonia, per godere dei piccoli e grandissimi miracoliche la natura ogni giorno sa donarci, è una sfida e un’occasione che non possiamo perde-re. Questa collana è un semplice strumento che il Labnet ci mette a disposizione per aiu-tarci a leggere il meraviglioso libro della Natura; cogliamo l’occasione tutti insieme, edimpariamo a rispettarci e a rispettarla.

Comune di SabaudiaAssessorato alla Cultura

e alla Pubblica IstruzioneIl Caposettore

Dott. ssa Daniela Carfagna

Page 6: Questo quaderno è di - · PDF fileQuesto quaderno è di... e lucean le stelle ... In questi fascicoli vengono suggerite alcune chiavi di lettura che possono, appunto, ... La fantasia

Sensazione - percezione - conoscenza -memoria: è questo il percorso che, inestrema sintesi, racchiude i momenti

salienti di qualsiasi esperienza di immersio-ne nella natura. I dati che provengono dagliorgani di senso e che, una volta interpretatidal sistema nervoso, diventano percezioni ingrado di emozionarci e coinvolgerci, influi-scono, infatti, sul sistema di conoscenze alquale ognuno di noi fa riferimento nelmomento della rielaborazione e del ricordo. Anche in un campo di osservazione appa-rentemente “lontano” come il cielo nottur-no, è possibile riscoprire l’importanza diun’immersione percettiva che utilizza unodegli strumenti sensoriali più antichi edefficienti: l’occhio umano. L’emozione chederiva dalla contemplazione del cielo stellatoè innegabile; è anche vero, però, che oggi sialzano gli occhi solo raramente al cielo not-turno, reso spesso quasi “illeggibile” dalleluci riflesse delle grandi città. Restituire airagazzi l’antichissimo piacere di scrutare lestelle, attraverso appuntamenti con la luna econ gli altri astri, ha un valore emotivo ededucativo inestimabile. L’eventuale inseri-mento di questa esperienza di osservazionepercettiva all’interno di un progetto educati-vo più ampio, con valenze multidisciplinari,non può che presentare ulteriori ricadutepositive sul raggiungimento di una vastagamma di obiettivi, sia cognitivi, sia compor-tamentali. Particolarmente produttiva è l’a-dozione del filone mitologico, che emergecon naturalezza nel momento in cui si comin-cia a prendere familiarità con le principalicostellazioni. Spesso i loro nomi si ispirano,infatti, a quelli di eroine ed eroi dell’antichitàclassica, che hanno conquistato il dirittoall’immortalità attraverso le loro imprese e lasuccessiva metamorfosi in corpi celesti eche, avendo condiviso le medesime avventu-re terrene, continuano a restare vicini anchenel cielo. Conoscere le vicende che accom-pagnano la Chioma di Berenice, oppure

quelle che legano Andromeda e Cassiopea,può essere utile non solo per ricordare piùfacilmente il nome delle costellazioni, masoprattutto per avvicinarsi al mondo dellacultura classica e di quegli eventi mitici che,come afferma il latino Sallustio, “non avven-nero mai, ma furono sempre”. Questo approccio storico-letterario non deveperò mettere in ombra una scelta di fondocentrata soprattutto sulle attività percettivee su piccole esperienze mirate. Il corpoumano, resta, infatti, lo strumento privilegia-to di osservazione e di misurazione del reale:accanto all’occhio che ha, ovviamente, unruolo centrale, anche braccio e mano posso-

no essere usati per “prendere le misure” alcielo (vedi “Il cielo a braccia tese” di “Il cieloè di tutti gli occhi II”). Gli appuntamenti conil cielo, infine, (vedi vol. I e II de “Il cielo è ditutti gli occhi”) oltre ad arricchire la cono-scenza della geografia celeste, hanno unulteriore pregio educativo: abituano, infatti,alla pazienza e alla puntualità necessarie pereffettuare osservazioni attendibili.Se, ad esempio, si vuole annotare, sera doposera, l’ora del sorgere della luna, non si potràrimandare l’appuntamento per terminare lacena o per finire di ascoltare un CD: la Lunanon aspetterebbe.Per quanto riguarda l’ultimo requisito neces-sario alla maggior parte delle osservazionenaturalistiche, ovvero il silenzio, negliappuntamenti con le stelle non è indispen-sabile, anche se, di solito, viene da sé.

Introduzione:percezione e conoscenza 6

Page 7: Questo quaderno è di - · PDF fileQuesto quaderno è di... e lucean le stelle ... In questi fascicoli vengono suggerite alcune chiavi di lettura che possono, appunto, ... La fantasia

7(E. Kant)

...e il cielo stellatosopra di noi

Nelle limpide notti stellate, non ancora offuscate dalle pol-veri inquinanti e dalla luce riflessa delle grandi città, gliuomini dell’antichità scrutavano frequentemente il cielo,

traendone informazioni non meno importanti di quelle che ilSole dava durante il giorno, con il suo regolare, periodico cam-mino. Mentre l’altezza del Sole nel cielo scandiva le attività quo-tidiane, la posizione della Luna e delle stelle confermava gliappuntamenti periodici che accompagnavano il lavoro agricoloe dava a nomadi e naviganti una maggiore sicurezza sulla dire-zione da seguire nei lunghi spostamenti. Rivolgere gli occhi alcielo era dunque, per i nostri antenati, un gesto naturale, fre-quente e persino automatico quasi quanto quello dell’uomomoderno che consulta il suo orologio da polso, o il calendario.Anche l’attività della fantasia che, temperata da un desiderio diconcretezza, tendeva a riconoscere animali e oggetti familiarinella disposizione delle stelle, aveva la sua importanza; contri-buiva infatti a rassicurare gli animi, rendendo più comprensibi-le, e quindi meno estraneo e lontano, il luminoso scenario delcielo notturno, così grandioso e solenne da “schiacciare”, quasi,i comuni mortali. Le attività percettive dei nostri antenati siesercitavano soprattutto nel tracciare in cielo delle lineeimmaginarie, che collegavano tra loro le stelle dei maggioriraggruppamenti per costruire un’immagine significativa.Prendiamo, ad esempio, la costellazione dell’Orsa Maggiore,meglio conosciuta, a partire dal Medio Evo, come Grande Carro.Le “linee” che uniscono le quattro stelle del “carretto” e quelleche sembrano delimitare il “timone”, non esistono, ovviamen-te, nella realtà (anzi le singole stelle non sono neppure sullostesso piano, giacché la loro distanza dalla Terra varia dall’unaall’altra). La nostra attività cerebrale, tuttavia, proprio comequella degli antichi osservatori, le “aggiunge”, sovrapponendo-le ai singoli puntini luminosi, per costruire un’immagine ricono-scibile. Persone con esperienze diverse possono completare loschema in maniera differente. In effetti, la medesima disposi-zione stellare che, per i Greci, sembrava delimitare il corpo diun’orsa dalla robusta, improbabile coda, sembrò un carro allegenti europee medioevali, ma suggerì invece ad alcune popola-zioni dell’America Settentrionale, la forma di un “grande mesto-lo”. I francesi, infine, parlano tuttora familiarmente di una “cas-serole”, di una pentola dal lungo manico, mentre in Inghilterra

Aratro o casseruola, carro oppure orsa? La fantasia degliantichi osservatori ha sovrapposto alle sette stelle più lumi-nose della costellazione “regina” del nostro emisfero, moltediverse immagini, e altre se ne potrebbero ancora proporre.

Page 8: Questo quaderno è di - · PDF fileQuesto quaderno è di... e lucean le stelle ... In questi fascicoli vengono suggerite alcune chiavi di lettura che possono, appunto, ... La fantasia

la costellazione viene identificata con un aratro. È possibile dunque che una persona vissuta incittà e legata a una cultura più tecnologica che rurale, possa riconoscere, nella costellazione piùnota dell’emisfero boreale, non un’orsa né tanto meno un aratro, ma qualcosa di completamentediverso, magari un televisore con una lunga antenna o un aspirapolvere. D’altra parte, i naviga-tori europei che nel XVII secolo videro per la prima volta il cielo dell’emisfero meridionale, vi col-locarono (oltre a un congruo numero di animali esotici quali pavoni, tucani e pesci volanti) ancheparecchi oggetti tipici della tecnologia marinara dell’epoca, come un sestante e un telescopio.

8

Chi coinvolgere: studenti del-secondo ciclo della scuola ele-mentare, della media inferioree superioreObiettivi: • stabilire un contatto “diret-to” con il cielo stellato• potenziare la capacità diosservazione percettiva• saper effettuare il passag-gio dalla realtà percepita allaschematizzazione fornita dallecarte celestiProposte:• fate esercitare la fantasiadei ragazzi, stimolandoli a sco-prire nuove forme da sovrap-porre ai disegni delle costella-zioni più note (Orione, adesempio, più che un cacciatorepotrebbe sembrare una caffet-tiera, e così via)• fissate, assieme agli alunni,una serie di appuntamenti“mirati” con il cielo stellato• impiantate, su fonti biblio-grafiche, una ricerca sulle leg-gende e i miti delle costellazio-ni del nostro emisfero, estensi-bile anche alla cosmologia diaree culturali diverse dallanostra (ad esempio quella egi-ziana, o indiana).

Il cielo come lo immaginiamoRicercare con i ragazzi

La grande fascialuminosa più comu-nemente nota come “Via Lattea” ha sugge-rito, a popoli di culturadiversa, molte interpre-tazioni. Gli Eschimesi la descrivono come una striscia di neve, inEstremo Oriente vi rico-noscono un gigantescobranco di pesci guizzanti,mentre gli assetati abitantidei deserti, gli Arabi, proiet-tano nel cielo i loro desideri eparlano di un lungo, lun-ghissimo, corso d’acqua.

Page 9: Questo quaderno è di - · PDF fileQuesto quaderno è di... e lucean le stelle ... In questi fascicoli vengono suggerite alcune chiavi di lettura che possono, appunto, ... La fantasia

9

(da Canto notturno di un pastore errante dell’Asia di G. Leopardi)

Noverar le stelle ad una ad una

Per conoscere una co-stellazione la provadecisiva è vedere se

risponde quando la si chia-ma. [...] Quando il nome cheil Signor Palomar ha trovatoè quello giusto, se ne accor-ge subito, perché esso dàalla stella una necessità edun’evidenza che prima nonaveva; se invece è un nomesbagliato, la stella lo perdedopo pochi secondi, comescrollandoselo di dosso e non

si sa più dove era e chi era.”(da Palomar di I. Calvino)

C’è più verità di quantopossa sembrare nelle consi-derazioni che Calvino attri-buisce al suo arguto osser-vatore di stelle, chiamato,non certo casualmente,Palomar. Forse, l’antico a-stronomo che diede il nomedi Chioma di Berenice aquella particolare costella-zione, sentì, guardandola, di

aver trovato la giusta rispon-denza fra quel disegno lumi-noso e la lunga capigliaturache Berenice aveva sacrifi-cato agli dei per amore delsuo sposo; la splendida chio-ma, scomparsa misteriosa-mente dal luogo votivo,ricompariva ora in cielo, tra-sformata in costellazione edesigeva di essere chiamatacon il nome giusto. Il grande compito di dareun nome e una collocazione

Già Plinio scriveva, conacuta intuizione: “non èl’occhio che vede, ma la

mente”. In effetti, la varietàdelle forme che crediamo diintravedere nelle stelle e nellediverse costellazioni si spie-ga proprio con l’interazioneocchio - cervello. Quando ilnostro organo della vista per-cepisce un oggetto, è necessa-rio, per potergli dare un nome,attingere al vasto repertorio ditutte le esperienze contenu-te nell’archivio della nostramemoria. Solo allora quell’og-getto verrà riconosciuto, ovve-ro, come dice l’etimologiadella parola, verrà conosciutouna seconda volta. Tuttavia,poiché alla base dell’identi-ficazione mentale ci sono le informazioni provenientidall’occhio, le caratteristiche

strutturali e fisiologiche diquest’organo sono fondamen-tali per determinare il livello ela qualità dell’esperienza per-cettiva. Così, nell’osservazio-ne del cielo ad occhio nudo,l’acutezza visiva si manifestanon solo nella capacità di con-tare un elevato numero di stel-le, ma anche nella possibilità

di “sdoppiare” alcune di esse,mentre la maggiore sensibilitàdell’occhio alla luce di coloregiallo-verde ci farà captaremeglio le sfumature di coloredi determinate stelle rispettoad altre, magari più luminose(vedi “Vederci doppio” in “Ilcielo è di tutti gli occhi II”).

Occhio e cervellocollaborano

Page 10: Questo quaderno è di - · PDF fileQuesto quaderno è di... e lucean le stelle ... In questi fascicoli vengono suggerite alcune chiavi di lettura che possono, appunto, ... La fantasia

a tutte le stelle visibili adocchio nudo (“lavoro dispe-rato anche per un Dio” lo definì Plinio il Vecchio) fu affrontato per la primavolta in maniera sistemati-ca da Ipparco di Nicea, vis-suto nel II secolo a.C..Il suo catalogo stellare è arri-vato ai posteri attraverso latraduzione araba, riportataqualche secolo più tardi nel-l’Almagesto di Tolomeo, checomprendeva 1022 stelle.Ipparco fu, probabilmente,spinto all’impresa dall’im-provvisa comparsa di unanuova stella luminosissimache, dopo un certo periodo,si “spense”: memorizzare lestelle che erano stabilmentepresenti e visibili nel cielo,avrebbe permesso di notarepiù facilmente gli “ospiti”estemporanei come, peresempio, le comete. Ipparcoclassificò, dunque, le stellesecondo la loro luminositàapparente (magnitudine) apartire dalle più luminose,che assegnò alla 1° classe,per passare a quelle di lumi-nosità dimezzata (2° classe)fino ad arrivare via via, conuna luminosità ridotta ognivolta a metà, fino alla 6° clas-se. A quest’ultima apparte-nevano le stelle visibili solocon un occhio perfetto e, in

effetti, alcune di esse sonostate utilizzate come “test”di acutezza visiva.Accurate misure, affidatenon già all’occhio umano maad apparecchiature specia-lizzate come i fotometri,hanno attualmente apporta-to alcune modifiche alla clas-sificazione di Ipparco.La luminosità di alcune stel-le è, infatti, risultata addirit-tura superiore alla magnitu-dine 1, il che ha comportatol’introduzione di classi disegno negativo. Sirio, il “dia-mante” del cielo, ha, peresempio, una magnitudinepari a -1,5, con una lumino-sità 1.000 volte maggiorerispetto alle stelle della 6°classe (vedi “Vederci dop-pio” in “Il cielo è di tutti gliocchi II”).Il lungo e prezioso lavoro di Ipparco merita, peraltro,ancora oggi, la stessa ammi-razione tributatagli da Plinioil Vecchio, il quale, nella suaStoria Naturale, scriveva:“Nessuno più di lui ha dimo-strato l’affinità dell’uomo conle stelle e che le nostre animesono una parte del cielo... Così egli lasciò il cielo in ere-dità a tutti, solo che si trovas-se qualcuno in grado di assu-merne la successione”.

10