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Quarta pagina di copertina

Il progresso scientifico ha permesso alla medicina un salto da

gigante, ma nonostante il massiccio impegno economico le

malattie aumentano e muoiono persone sempre più giovani. Il motivo di questa situazione sanitaria è sconosciuto e non è

spiegato dalla scienza nemmeno con l’inquinamento ambientale

dilagante. Non conoscendo la causa, la cura di queste malattie

spesso brancola nel buio. Nel 2011 in Italia sono state pubblicate

le ricerche rivoluzionarie di Colin Campbell. Nel “The China

Study”, la causa del cancro è chiaramente individuata

nell’alimentazione moderna occidentale. Dopo 40 anni passati nelle corsie ospedaliere e a casa dei malati

oncologici ecco spiegato in parole semplici come il cancro si

sviluppa e quali sono le mosse per prevenire la crescita e

sconfiggere questa malattia degenerativa. Qui si trovano i

consigli per mantenersi sani. I termini tecnici sono tradotti nel

linguaggio semplice e un certo spirito goliardico attraversa lo

scritto. Il sorriso sul viso è importante come la speranza di

prevenire la malattia prima che si manifesti. Queste idee sono

nuove. Qualcuno le considera eretiche perché diverse dalle teorie

ufficiali, ma le testimonianze di persone che hanno riacquistato

la salute dopo essere etichettati come incurabili, sono troppo

numerose per non essere prese in attenta considerazione. La speranza viene dal cibo vegetale ed integrale, il sacrificio è

minimo in confronto ai vantaggi. Curriculum breve

Mirco Bindi si è laureato in medicina e chirurgia a Siena nel 1975.

Specialista in Radiologia, Patologia generale e Oncologia, ha l’idoneità

primariale in Radioterapia.

Ha lavorato per 35 anni nei reparti di Radioterapia e Oncologia medica nel Policlinico di Siena.

Dal 1997 al 2000 ha coordinato il servizio domiciliare oncologico della ASL di

Siena.

Fondatore della onlus Qualità della Vita in Oncologia Quavio per l’assistenza ai malati terminali

Fondatore della Sezione toscana di Psico-Oncologia e la Conferenza Home care

che riuniva 60 associazioni italiane di volontariato attive nella assistenza

domiciliare. Dal 2007 è in pensione dal Servizio sanitario nazionale

Dal 2005 volge attivitàเ filantropica con il centro Codici - Bi-Flor per l’aiuto

perenne all’infanzia in Thailandia e Cambogia.

Dal 2013 segue la dieta vegetale integrale del China Study.

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I cibi consigliati da un medico oncologo per una

sana alimentazione vegetale ed integrale

L’ALIMENTAZIONE E LA

PREVENZIONE DEL

CANCRO

MIRCO BINDI

LA TEORIA DEL “CHINA STUDY” SPIEGATA CON

PAROLE SEMPLICI PER RIVOLUZIONARE IL

PROPRIO MODO DI MANGIARE

Editore Scribo Firenze

Ssettembre 2015

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Indice e CAPITOLI nel pdf

1. Prefazione 3

2. Il Cibo 5

3. 65 parole 8

4. Le malattie del benessere 9

5. Che cosa è il Cancro 13

6. Diagnosi precoce 16

7. La Roulette Russa 17

8. Ai tempi dei Baroni 21

9. I tipi di cancro 23

10. Il rasoio nutrizionale 25

11. Proteine: storia di devianze 27

12. Prevenzione e cura 31

13. Cancerogenesi 33

14. Il dubbio critico 35

15. Warburg e il metabolismo del cancro 37

16. E se Colin Campbell avesse ragione? 39

17. Le cause del cancro 42

18. Esseni scomodi 45

19. Animali vegetariani e carnivori 47

20. Il Metodo oncologico riduzionista 48

21. Fuori dai ranghi 50

22. Diagnosi e trattamento 51

23. Chemioterapici in azione 53

24. Cure oncologiche canoniche 54

25. Effetti collaterali 56

26. Terapie fuori protocollo 58

27. Il baco & la compassione 59

28. Aflatossina & Epossido 61

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29. Il China Study 63

30. La ricerca del particolare inconcludente 65

31. Vivere con il cancro 67

32. Il bambino paffutello 68

33. Una nota di malinconia 70

34. Verso una nuova società 71

35. L’imperativo alimentare 72

36. La dieta vegetale & integrale 74

37. La droga del Cibo 78

38. Cibo naturale: dove, come, quando 80

39. La fede della Scienza 84

40. Conclusione

Appendice, Bibliografia, Note

86

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65 PAROLE

Questo libretto vuole essere un aiuto per ridurre la confusione che esiste

nei rapporti tra cancro e nutrizione e demarcare le differenti opinioni in

tema di alimentazione. La conoscenza di teorie che non sono riconosciute

dalla comunità scientifica è utile nel momento in cui uno vuole decidere il

suo stile di vita. Siamo sicuri che i consigli nutrizionali forniti dal 90% dei

giornali, mass media, medici, nonché dalla industria alimentare siano tutti

in buona fede? È bene sapere che esiste una minoranza di ricercatori che

non solo non condividono, ma che anzi considerano le informazioni sul cibo

fuorvianti e pericolose. Il cancro appartiene alle malattie degenerative della

società moderna che si alimenta secondo indicazioni insalubri; insieme

all'infarto e all'ictus porta a morte prematuramente migliaia di persone con

sofferenza fisica, psicologica ed economica.

Io appartengo al 10% di persone che reputano l’alimentazione occidentale

responsabile di questi decessi. In verità penso che la popolazione sia

avvelenata con alimenti sbagliati e inquinati . L'uso massiccio di carne, latte

e uova rappresentano un veleno importante quanto i cancerogeni, i grassi

aggiunti e la manipolazione produttiva. Nelle 65 parole di Campbell tratte

dal “The Cina Study” è sintetizzato questo pensiero: "consumate alimenti di

origine vegetale in forma più vicina possibile allo stato naturale (alimenti

integri). Mangiate una varietà di frutta, verdura, semi, frutta a guscio,

legumi e cereali integrali. Evitate invece gli alimenti molto trasformati e i

prodotti di origine animale, così come sale, olio e zucchero aggiunti . Mirate

a ricavare l'80% delle calorie da carboidrati, il 10% da grassi e il 10% dalle

proteine".

La nostra teoria è forse fallace, ma le verità esposte dagli altri, non solo

non hanno prodotto risultati tangibili sulla salute pubblica, ma hanno

determinato la pandemia del benessere.

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COSA È’ IL CANCRO

Il cancro è una malattia conosciuta da molto tempo, ma nell'immaginario

collettivo è tra quelle malattie di cui non si vuole parlare. La paura e la

vergogna accompagnano la parola “cancro”. I giornalisti per annunciare la

morte di un personaggio celebre usano scrivere "morto di un male incurabile

dopo lunga agonia". La gente di quartiere commenta: "Poveretto, aveva un

malaccio e ha sofferto moltissimo". Con queste affermazioni è inevitabile che

la gente preferisca non parlarne. Anche le spiegazioni dei medici sono

difficili. Spesso sono usati termini tecnici che nemmeno il dizionario riesce a

rendere chiari alla gente comune. In Italia la parola “cancro” per molti anni

è stata sostituita da tumore per un senso di pudore. Con il diffondersi dei

reperti istologici, la parola “cancro” ha preso il sopravvento come negli Stati

Uniti d'America. L'alibi della cruda verità al malato ha modificato il rapporto

medico - paziente.

L'attitudine delle popolazioni verso il cancro varia in base alla cultura . In

America il medico dirà al malato senza mezzi termini : "Lei ha un cancro". In

Italia il medico utilizzerà un giro di parole cominciando da "malattia

importante, grave ma curabile" per arrivare su pressione del paziente a

pronunciare la parola “tumore”. In Giappone il medico negherà fino

all'inverosimile l'evidenza dei dati e non dirà mai al paziente che ha un

cancro per non urtare la sua sensibilità. Paese che vai, usanza che trovi.

Medico che scegli, parole diverse sentirai . La comunicazione tra medico -

paziente è un argomento su cui è stata scritta un’infinità. Ci sono medici che

ricercano le parole stando attenti alle espressioni dei pazienti e quelli che

hanno i minuti contati per la fila dei malati dietro la porta. Il cancro è una

malattia che non trova spiegazione. Il malato non sarà mai soddisfatto, ci

sarà sempre una nuova domanda man mano che la malattia progredisce e

un semplice dolore è in grado di far passare una notte insonne.

Il cancro compare improvvisamente. Un fastidioso disturbo insorto in modo

impercettibile da un tempo imprecisato, a cui non era data attenzione, porta

la persona a fare una visita e quello che poteva essere un foruncolo si

trasforma in un cancro. La vita diviene un corri corri tra visite, esami e

consulenze. Per stabilire la terapia va fatto lo “staging”, cioè

l'inquadramento diagnostico, che richiede tempo ed esami complessi . Il

cancro è una malattia in cui le cellule di un organo cominciano a

moltiplicarsi senza controllo: 2, 4, 8, 16 e così via senza sosta risucchiando

tutte le energie dell'organismo fino alla fine. Le informazioni per

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differenziarsi, reduplicarsi e come comportarsi sono contenute nel DNA. Il

codice genetico permette alle cellule di dividersi, crescere, guarire dalle

ferite e riparare i tessuti danneggiati . Le cellule sane hanno tutto sotto

controllo, sanno quando crescere e quando fermarsi, le cellule del cancro

no! Il giusto equilibrio è un processo complesso che si svolge in una qualsiasi

dei milioni e milioni di cellule che costituiscono l'organismo. Immaginate una

foresta fluviale incontaminata con alberi di mille tipi, piena di vita in cui

circolano corsi d'acqua dove vivono in equilibrio piccoli insetti e grandi

animali.

Ecco, in questa foresta mettete un caterpillar a lavorare e guardate cosa

succede. Se finisce la benzina e non viene rifornito, il caterpillar si fermerà

e finirà inghiottito arrugginito nella foresta. Se il caterpillar avrà

continuativamente il rifornimento, sarà il cancro. Lui continuerà a lavorare

facendosi lo spazio intorno a se.

Fig 5, cap 5: La crescita del cancro è esponenziale. Impiega molto tempo per

arrivare al diametro di 1 centimetro, dopo di che comincia a colonizzare

l’organismo. Dalla sua evidenza clinica (il cosiddetto nodulino) si formano

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metastasi (colonie di cellule cancerose) dormienti, occulte o a distanza in

sedi più o meno vicine all’organo di origine.

La metafora continua.....La foresta non riesce ad arginare la forza del

caterpillar e lentamente arretra, giorno dopo giorno il cancro aumenta il

suo potere. Non è più una cellula ora sono 100 poi 1000 e quando arriva a

un milione di cellule, vuol dire che ha superato l'infanzia e inizia la vita da

adulto. Se il caterpillar non era visibile quando era piccolo ecco che compare

nelle mappe satellitari. Il cancro è passato dalla fase pre-clinica a quella

clinica. È ancora piccolo, 1-1,5 cm ma sufficiente per individuarlo con le

indagini preventive. Non da disturbi e non altera l'equilibrio della foresta.

L'organismo convive con questo intruso che fa i fatti suoi . Il suo unico segno

è una massarella indolente. Il tempo passa e l'indifferenza per quel piccolo

mostriciattolo prende il sopravvento. Ci sono tante cose brutte al mondo che

anche un piccolo nodulo può stare al suo posto. Il caterpillar però non è una

semplice macchina. Lui odia la foresta verde, profumata e ordinata. Lui è

sporco, acido e puzzolente. Per lui la foresta è un nemico da distruggere per

fare razzia ed arricchirsi. Il cancro ha due strategie, una locale e una a

distanza.

1) Le cellule maligne devono difendersi dai sistemi di difesa dell'organismo.

Reti mimetiche, palizzate e strade sono costruite per rendere il caterpillar

sempre più grosso e strutturato. La foresta non riesce a riconquistare il suo

spazio perché il cancro è capace di alterare i fattori di crescita con sostanze

analoghe ai diserbanti e i defolianti. Passo dopo passo si infiltra tra le cellule

sane diffondendosi a macchia d’olio attraverso i vari organi assumendo le

forme più disparate.

2) Piccoli gruppi di cellule si distaccano e sono inviati attraverso i vasi

sanguigni e linfatici in regioni lontane. Girano come jeep, forti e agili in grado

di superare le difficoltà del viaggio. Si fermano in organi nevralgici: cervello,

ossa, fegato o dove trovano un tessuto accogliente. Queste sono le

metastasi. Anche se prediligono luoghi illustri, si distribuiscono in tutto

l'organismo, tessono una rete con comunicazioni umorali efficienti . Il

caterpillar sa che prima o poi il suo ospite attuerà tutte le cure per

rimuoverlo. Nel caso di una sua distruzione le metastasi potranno portare a

compimento il suo lavoro. Il caterpillar può perdere la battaglia e finire

spiaccicato su un vetrino da microscopio, ma la guerra sarà vinta o persa

dal rapporto di forze tra le metastasi e le cellule sane della foresta.

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AI TEMPI DEI BARONI

Ebbi la fortuna che il prof. Angelo Caniggia e il prof. Leonida Maccioni,

rispettivamente barone universitario e docente ospedaliero, siano stati i

miei insegnanti. Tra una moltitudine di docenti ignavi, loro mi hanno

insegnato che il malato è l'obiettivo primario del medico. Il Caniggia mi

insegnò a visitare e a ricercare la corrispondenza tra i sintomi raccontati e

la palpazione degli organi. Il contatto fisico tra medico e paziente era il punto

di partenza primario della visita che doveva portare alla diagnosi . La

semiologia che insegnava Caniggia non era solo un esame da superare, ma

era la strada per entrare in empatia con il malato. La mano sulla pancia o il

dito sul polso erano il modo per stabilire uno scambio di energia che nella

cultura asiatica è chiamato il silenzio delle parole. Il prof. Maccioni non ha

mai considerato un malato un numero, per lui le cure e i protocolli, per

essere attuati, dovevano avere il consenso del paziente. Non il foglio scritto

in cui è degenerata l'informazione medica, ma una valutazione in cui

desideri e paure del malato avevano importanza. La cura doveva essere

adattata per salvaguardare la dignità e la qualità della vita. Importante era

conoscere il pensiero del malato; importante era capirlo. Man mano che le

cure perdevano efficacia, o il malato riduceva le sue possibilità di risposta,

il Maccioni si immedesimava in lui per condividere scienza e umanità. La vita

era un dono che doveva essere vissuta senza l'intrusione dannosa di un

detentore della verità medica.

Chissà come mai a pensare in questo modo eravamo in pochi . In ospedale

mi sembrava di essere una mosca bianca e nei congressi scientifici ero

insieme a pochi altri emarginato nelle sezioni speciali dei malati (medici)

terminali. Ora sono tranquillo in pensione senza esercizio della professione,

ma il mio stomaco si rovescia quando sono costretto ad andare al pronto

soccorso, a volte anche in barella, per non essere visitato dal medico di

turno o essere sottoposto a un esame solo dopo essermi raccomandato con

un infermiere che era stato mio allievo. Se questo è il progresso, c'è bisogno

che qualcuno me lo spieghi.

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E SE COLIN CAMPBELL AVESSE RAGIONE?

Nel 2011 è uscito il libro “The China Study”. Parlando con Giuliano un amico

non medico, mi fece leggere una critica su internet in cui le tesi di Campbell

erano smontate una a una. Fu il motivo per cui comprai il libro e da un anno

mangio vegetali. Nel 1980 curavo i malati oncologici nei cameroni da venti

posti letto nell'ospedale Santa Maria della Scala a Siena. Avevo fatto la tesi

sugli effetti cancerogeni delle radiazioni sulle popolazioni di Hiroshima e

Nagasaki. La patologia generale e la cancerogenesi erano sempre state una

passione, ma al paziente o al familiare che mi chiedeva per quale motivo

aveva un tumore, dovevo rispondere con statistiche per coprire la mia

ignoranza. Ora Campbell illustra la sua teoria e chissà se non sia come ai

tempi di Darwin in cui le sue idee furono osteggiate e derise soltanto perché

andavano contro corrente. Campbell ipotizza che la maggior parte delle

malattie degenerative, dal cancro all'Alzheimer, derivi dall’alimentazione

proteica animale. L'alimentazione occidentale è basata su un uso cospicuo

di carni animali e latticini ed è l’abbondanza di proteine animali introdotte

con la dieta che sarebbe responsabile della degenerazione cellulare.

I suoi studi partirono nel 1960 da una ricerca indiana in cui i ratti, sottoposti

alla aflatossina, sviluppavano cancro al fegato solo quando l'apporto di

proteine era il 20%. Una dieta del 5% non sviluppava il cancro, anzi lo faceva

regredire quando dal 20% passava al 5%. La proteina della dieta dei ratti era

la caseina. In una ricerca di controprova la sostituzione della caseina, che

costituisce l’87% del latte vaccino, con il glutine, proteina vegetale del

frumento, non produceva il medesimo risultato della caseina, neppure se

somministrata allo stesso livello del 20%.

In seguito nelle Filippine studiando l'effetto della aflatossina nei tumori

infantili Campbell riscontrò che i bambini affetti da cancro al fegato

appartenevano quasi esclusivamente alle classi benestanti. I bambini delle

classi povere, nonostante assumessero una maggiore quantità di

aflatossina, presentavano un’incidenza di cancro inferiore. Negli studi

epidemiologici del China Study il confronto tra la dieta della popolazione

americana e quella delle aree rurali cinesi, indicava che il basso consumo

di proteine animali corrispondeva a una bassa incidenza non solo del cancro

ma anche delle patologie degenerative. Nel Nurses Health Study iniziato nel

1976 furono monitorate 120.000 infermiere e Campbell evidenziò che la

dieta a base di proteine animali “nel suo insieme” era responsabile della

mortalità e che i singoli componenti della dieta, per esempio i grassi

animali, giocavano lo stesso ruolo sia assunti in dosi minime o in dosi

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elevate. Le infermiere, persone attente alla salute più della popolazione

generale, seguivano diete povere di grassi, ma soffrivano delle stesse

patologie degenerative della popolazione e a volte anche in quantità

maggiore. Le infermiere americane “sono più carnivore di una donna

americana media, consumano una quantità compresa tra il 78% e l’86% di

proteine animali e pochissimi cibi di origine vegetale”. Questo dato indicava

che non era la singola sostanza, il colesterolo o i grassi saturi della dieta a

determinare l'insorgenza della malattia, ma la dieta proteica nel suo

insieme. La dose soglia del 10% era lo spartiacque tra salute e malattia. In

America come in Italia è largamente superata.

Fig 13, cap 16: Confronto tra la voracità carnivota delle infermiere, la

popolazione americana e i contadini cinesi. Il consumo di proteine animali

supera l’80% nelle infermiere, 10 punti in più rispetto alla popolazione

generale ed addirittura il 70% rispetto ai contadini cinesi. C.Campbell

Culturalmente oggi lo standard di una buona e sana alimentazione è

rappresentato da un massiccio apporto di proteine animali e latticini. Le

raccomandazioni standard prevedono un apporto proteico animale dal 10

al 35% con una precauzione nella limitazione di alcuni tipi di grasso. Di contro

la salute negli USA (leggi Occidente) è afflitta dalle moderne patologie

degenerative.

La ricerca mondiale è focalizzata sull’individuazione dei cancerogeni, dal

giallo burro al DDT, banditi negli anni 1970, agli innumerevoli coloranti e

conservanti fino alle recenti ammine aromatiche (fritture e grigliate >200°).

Inoltre ciclicamente sono esaltati integratori alimentari in grado di

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Infermiere Americani Cinesi

cibo animale

cibo vegetale

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antagonizzare specifiche malattie. Il quadro è estremamente confuso.

Campbell ha il pregio di aver avanzato un’ipotesi innovativa e, come per

Darwin, saranno necessarie prove e controprove per la verifica e per

entrare nei particolari più approfonditi: ad esempio il latte vaccino ha lo

stesso effetto del latte di capra? l’olio di palma è salubre come l’olio di oliva?

Gli interrogativi sono tanti e non possono essere cancellati soltanto perché

l'alimentazione carnea è lo standard nutrizionale. Dobbiamo ricordare che

questo tipo di dieta nacque nel XVIII secolo con la rivoluzione industriale

ed è diventato uno status symbol delle popolazioni ricche. D’altra parte ci

sono discussioni su Gesù Cristo per sapere se era vegetariano e se l'agnello

disegnato nell'ultima cena era solo sacrificale o veniva anche mangiato.

Rimane comunque il dubbio della risposta al paziente che domanda perché

si è ammalato. Recentemente il programma delle Iene ha illustrato "il

tumore di Antonio" (vedi Appendice) che a due anni dall'ultima cura ufficiale,

ha riacquistato una qualità della vita impeccabile per il semplice fatto di

aver iniziato una dieta vegetale. Da oncologo, non avendo risposte certe,

oggi non mi assumerei la responsabilità di negare a un malato oncologico

la prescrizione di questa dieta. Tre mesi di frullati di verdura, seguiti da pasti

vegetali, integrati con alcalinizzazione alimentare sono una indicazione che

fino a poco tempo fa non avrei mai immaginato. Oggi Campbell suggerisce

che “i carcinogeni chimici in genere non provocano il cancro a meno che

non ci siano le giuste condizioni nutritive”. Se tale teoria fosse vera, servono

buoni medici dietologi e studi epidemiologici di conferma, ma nel frattempo

conoscendo certe schifezze della produzione industriale dei cibi carnei

consiglio, a chi me lo chiede, la loro drastica riduzione. Ogni individuo è

libero di fare la sua scelta e ognuno può scegliere di bere latte di mucca o

latte di soia.

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L’IMPERATIVO ALIMENTARE

Nella vita di oggi un imperativo s’impone: “Guardati dalle insidie nel cibo

quotidiano”.

Negli ultimi tre secoli il mondo è diventato una schifezza. La rivoluzione

industriale ha immesso nell'ambiente una caterva di rifiuti tossici e il

benessere ha generato malattie prima sconosciute. Il cibo non si sa più che

cosa contenga. Gli OGM e gli allevamenti industriali stanno cambiando in

poco tempo quello che la natura ha impiegato in milioni di anni. Tutto questo

non è bene e non è salutare. Il cibo spazzatura è ormai diffuso in tutte le

tavole. I sistemi di cottura si sono modificati a tal punto che per aumentare

il sapore, si usano temperature >220°, si combina il sale con lo zucchero e

si usa l'olio di palma come lo spirito santo. Si fanno tanti discorsi dove

buttare i rifiuti e non ci preoccupa di ingurgitare polli fritti con antibiotici,

hamburger arrosto con grassi aggiunti e mascarpone con conservanti come

se il nostro intestino fosse una fogna. Le informazioni diffuse dai mass media

sono confuse e tirano tutte a pubblicizzare il loro prodotto. Quanti yogurt

devono vendere per pagare uno spot televisivo di due minuti? Le industrie

dei prodotti caseari, della carne, dello zucchero e dei prodotti trasformati

(pasta e pane bianco) controllano la maggior parte della comunicazione sulla

nutrizione. In questo scenario il rischio di una malattia degenerativa quale

il cancro dipende da due fattori: cancerogeni e alimentazione. Non potendosi

sottrarre al bombardamento delle sostanze ambientali, a meno che uno non

attui una seria complessa di accorgimenti (Appendice: transurfing vivo),

l'unica difesa è l'alimentazione attenta e informata. La lettura delle etichette

con il contenuto dei nutrienti è fondamentale per scartare quelli che

contengono sostanze dubbie o sconosciute. Più lontana è il luogo di origine

di un alimento, maggiori saranno le sostanze artificiali aggiunte.

Due sono gli imperativi cui attenersi.

Primo imperativo relativo rivolto alle persone sane: “Riduci al 5% il

consumo di carne, latticini e cibi trasformati”. L’alimentazione deve

essere rappresentata da alimenti vegetali, frutta, verdura, noci, semi e

cereali integrali. Se ti accorgi di scollettare questo limite, equipaggiati

di una bilancia in modo da conoscere il tuo rischio. Sopra il 10% di

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proteine animali, le tue cellule saranno incapaci a smaltire le scorie

prodotte.

Secondo imperativo assoluto rivolto alle persone malate di cancro:

“Instaura una dieta vegetale, naturale e integrale al 100%”. Impiega il

tuo tempo per eliminare le scorie accumulate in anni di intossicazione

metabolica. La malattia degenerativa deve essere combattuta

all’interno delle cellule con nutrienti vegetali naturali e integrali . È

questione di malattia o benessere. Con il cibo giusto puoi ritornare ad

essere padrone di te stesso.

Fig 18, cap 35: proteine alimentari e cancro precoce. Il consumo tradizionale

di proteine animali determina il rischio esponenziale del cancro. Il

fabbisogno necessario senza rischi per la salute è il 5%. C.Campbell 1987

0.6

0.4

Foci

tumorali

4-----------8-------------10----12--------16---------20

% proteine giornaliere

Proteine animali nella dieta e sviluppo precoce

del cancro

Consumo tradizionale

di proteine animali

Quantitativo

necessario