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Qualità nel Turismo Febbraio 2014 Anno 7 Numero 1 www.fisturismo.com Redazione [email protected] Presidente FIST [email protected] Organo Ufficiale F.I.S.T. Federazione Italiana Settore Turismo Parlamentino del Turismo italiano Il Presidente della FIST: Gianfranco Tirelli Speciale Arte Johannes Vermeer : “La ragazza con l’orecchino di perla “ Artefiera 2014 L’ EDITORIALE Nei giorni scorsi ha chiuso a Verona la mostra “Verso Monet” e in questi giorni ha aperto a Bologna la rassegna dedicata a Vermeer, mostra che si va ad aggiungere a quelle in essere a Genova, Tori- no, Roma ed a quelle già annunciate, ad esempio al Vittoriale. Si dirà che sono momenti importanti che consentono di vedere opere solitamente esposte in gallerie in giro per il mondo, quindi ritrovarle in un percorso organico in una sola mostra è certamente una buo- na soluzione . E’ anche un’opportunità per le pinacoteche che pre- stano i loro quadri di farsi conoscere ad un pubblico che difficil- mente visiterebbe quel museo. Accanto alle grandi rassegne pitto- riche si pongono anche le monografie e le collettive riservate alla fotografia, anch’esse in grado di spostare un numero consistente di visitatori. Nasce il dubbio, ma direi la certezza, che queste ras- segne con il loro contorno di merchandising siano in verità delle operazioni commerciali, che offrono buoni ritorni per gli organizza- tori e per i prestatori delle opere, ma che generano scarse ricadute sulle città che ospitano questi eventi. Succede così che si arrivi in un luogo, si visiti la mostra pagando il costo del biglietto di ingres- so e quindi si riparta, al massimo si prenda un caffè in un bar o si consumi un pranzo veloce, ma poco o nulla di più. La città che o- spita l’avvenimento non viene visitata, i musei, le chiese, i palazzi, le pinacoteche: tutto ignorato; si arriva, si guarda la mostra e si riparte in un mordi e fuggi. Questi grandi avvenimenti dovrebbero essere promossi come eventi in grado di proporre anche la città ospitante con tutta la sua storia, cultura, opere d’arte, gastronomia, così la mostra diventerebbe una gemma scintillante che illumina la preziosa collana nella quale è inserita. In termini pratici significa inserire la mostra in un percorso di visita, attribuire ad un solo bi- glietto validità per tutti gli accessi previsti, abbinando condizioni favorevoli negli alberghi, nei ristoranti, nelle tavole calde, coinvol- gendo così l’intera città e magari anche parte della provincia, ren- dendo l’evento utile non solo a chi lo produce, ma anche alla collettività che lo ospita. Di Gianfranco Tirelli

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Qualità nel Turismo Febbraio 2014 Anno 7 Numero 1

www.fisturismo.com Redazione

[email protected]

Presidente FIST [email protected]

Organo Ufficiale F.I.S.T.

Federazione Italiana Settore Turismo

Parlamentino

del Turismo italiano

Il Presidente della FIST: Gianfranco Tirelli

Speciale Arte

Johannes Vermeer : “La ragazza con l’orecchino di perla “

Artefiera 2014

L’ EDITORIALE

Nei giorni scorsi ha chiuso a Verona la mostra “Verso Monet” e in questi giorni ha aperto a Bologna la rassegna dedicata a Vermeer, mostra che si va ad aggiungere a quelle in essere a Genova, Tori-no, Roma ed a quelle già annunciate, ad esempio al Vittoriale. Si dirà che sono momenti importanti che consentono di vedere opere solitamente esposte in gallerie in giro per il mondo, quindi ritrovarle in un percorso organico in una sola mostra è certamente una buo-na soluzione . E’ anche un’opportunità per le pinacoteche che pre-stano i loro quadri di farsi conoscere ad un pubblico che difficil-mente visiterebbe quel museo. Accanto alle grandi rassegne pitto-riche si pongono anche le monografie e le collettive riservate alla fotografia, anch’esse in grado di spostare un numero consistente di visitatori. Nasce il dubbio, ma direi la certezza, che queste ras-segne con il loro contorno di merchandising siano in verità delle operazioni commerciali, che offrono buoni ritorni per gli organizza-tori e per i prestatori delle opere, ma che generano scarse ricadute sulle città che ospitano questi eventi. Succede così che si arrivi in un luogo, si visiti la mostra pagando il costo del biglietto di ingres-so e quindi si riparta, al massimo si prenda un caffè in un bar o si consumi un pranzo veloce, ma poco o nulla di più. La città che o-spita l’avvenimento non viene visitata, i musei, le chiese, i palazzi, le pinacoteche: tutto ignorato; si arriva, si guarda la mostra e si riparte in un mordi e fuggi. Questi grandi avvenimenti dovrebbero essere promossi come eventi in grado di proporre anche la città ospitante con tutta la sua storia, cultura, opere d’arte, gastronomia, così la mostra diventerebbe una gemma scintillante che illumina la preziosa collana nella quale è inserita. In termini pratici significa inserire la mostra in un percorso di visita, attribuire ad un solo bi-glietto validità per tutti gli accessi previsti, abbinando condizioni favorevoli negli alberghi, nei ristoranti, nelle tavole calde, coinvol-gendo così l’intera città e magari anche parte della provincia, ren-

dendo l’evento utile non solo a chi lo produce, ma anche alla collettività che lo ospita.

Di Gianfranco Tirelli

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Artefiera 2014

Quest’anno con più gallerie rispetto agli anni passati

di Maria Assunta Baldazzi

Rinnovato anche quest’ anno l’appuntamento bolognese di Arte Fiera, a fine gennaio : si tratta della più importan-te esposizione di arte moderna e contemporanea in Ita-lia. Dopo il grande successo dell’ edizione precedente, la manifestazione si è presentata ampliata grazie ad un maggior numero di gallerie presenti, ad una sezione de-dicata alla fotografia, una alla Cina ed un settore specifi-co per artisti dell’ Europa Orientale che presentano inte-ressanti opere, ma ancora poco conosciute. Si tratta di una importante esposizione che presenta più di 2mila opere prodotte da più di 1100 artisti assieme ad editori, librerie, istituzioni che hanno presentato le novità del settore ed i momenti di riflessione e confronto attra-verso 12 incontri e tavole rotonde sullo stato del merca-to dell’ arte e della creazione artistica nel mondo –Italia, Est- Europa- Asia Centrale- Cina. La fiera si è svolta in due enormi padiglioni che hanno occupato circa 10mila metri quadrati ed è stata organiz-zata suddividendo da una parte le opere del tardo Otto-cento, con artisti di fama ormai consolidata, che hanno spesso anticipato con grandi intuizioni le principali Avan-guardie Eurpee. Dall’ altra una variegata tipologia di ope-re contemporanee che spaziano dal disegno alla pittura, alla scultura ,alla video installazione, alla fotografia. Proprio in questa sezione hanno spiccato le nuove tecni-che artistiche che sono spesso basate sulla contamina-zione dei materiali e su una continua ricerca di inediti effetti grafici, cromatici e textures suggeriti da accosta-menti di elementi naturali ed artificiali. In tutta questa frenetica ricerca di nuovi stimoli contrasta-no le eleganti opere ad inchiostro provenienti dalla Cina che, pur utilizzando una tecnica tradizionale, ripropongo-no una realtà nuova, altri tagli compositivi ed una attenta osservazione delle superfici. Questa prima limitata espo-sizione appare importante perché Bologna Fiere organiz-zerà a Shangai nel prossimo settembre una analoga manifestazione rivolta sia agli occidentali interessati ai progressi degli artisti cinesi, sia ai collezionisti orientali desiderosi di investire nell’ arte europea.

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Da Vermeer a Rembrandt : il mito della Golden Age . Capolavori dal Mauritshuis

Una mostra che attirerà sicuramente molto turismo

La presentazione a Palazzo Pepoli

A sinistra Marco Goldin, Leone Si-bani e Fabio Ro-versi Monaco con gli sponsor

Già 100.000 prenotazioni alla fine di gennaio per decre-tare un enorme successo per questa mostra, che ha vi-sto “ La ragazza con l’orecchino” incantare il pubblico di mezzo mondo come ha confermato Marco Boldin, il curatore: 37 dipinti tra storia, ritratti, paesaggi, interni con figure. “Film e libri - ha continuato Boldin - si sono inven-tati di tutto, la ragazza non è mai esistita. Vermeer la di-pinge pensando alla bellezza”. “Sono quadri usciti dall’Olanda nel 2012, in particolare dal Museo Mauri-tshuis —ha spiegato Leone Sibani, presidente Fonda-zione Cassa di Risparmio in Bologna— ed hanno girato mezzo modo per la Vermeer mania”. “ Bisogna dare ai giovani la possibilità—ha esordito Fabio Roversi Mona-co, presidente del Museo della Città- Genus Bononie—di vederla, costa poco, come un cinema. Anche il luogo ha la sua importanza ed è stato scelto Palazzo Fava per la sua bellezza”.

L.S.

Allestita nelle prestigiose sale di Palazzo Fava , la mostra è organizzata in cinque sezioni: si inizia con la storia del Mauritshuis, con la splendida veduta del palazzo che si rispecchia nel piccolo lago ed un inter-no del museo con la sala dedicata a Rembrandt. Segue una sezione interamente dedicata a paesaggi olandesi con una grande varietà di soggetti: boschi, pascoli, corsi d’ acqua, vedute di città , marine, tutte caratterizzate da particolari effetti di luce, che creano un effetto poetico e malinconico. Molto interessante la successiva sezione che ospita ritratti di grande fascino per l’ acuto realismo, la varie-tà dei soggetti e la qualità pittorica. Sono le opere più importanti della “Golden Age” che vede l’ affermarsi della borghesia : mercanti ed imprenditori iniziano a rivestire cariche importanti e questi ricchi cittadini ini-ziano a commissionare i propri ritratti, spesso in occa-sioni speciali, così come era consuetudine della no-biltà. Solo i tre magnifici ritratti di Rembrandt (vedi foto in basso a sinistra ) giustificano la visita alla mostra: oltre agli effetti di luce , nel ritratto di uomo anziano c’ è una sicurezza tecnica e una decisa stesura del co-lore che anticipa la pittura impressionista. La successiva sezione propone una varietà di interni con figure che sono scene di vita quotidiana che spes-so racchiudono un profondo significato moraleggiante per una vita operosa e virtuosa tipica della riforma protestante. Anche le successive nature morte giocate con l’ uso di pochi colori, ricerche chiaroscurali e sfondo scuro, alludono alla fugacità della vita (cranio) e alla necessi-tà di seguire un’ unica fede (candela). Il percorso della mostra si conclude in crescendo:nell’ ultima sala interamente dedicata alla Ragazza con l’ orecchino di perla, per evidenziare sia la straordinaria abilità del pittore , sia l’ eccezionalità della presenza di questo quadro a Bologna come unica tappa in Euro-pa. La posizione della ragazza che si gira ponendo il volto morbidamente modellato ed illuminato , in contrasto con le spalle in ombra e lo sfondo scuro sono partico-lari innovativi , interrotti dal brillare della grande perla e da un inedito copricapo con lunga sciarpa gialla , vagamente orientaleggiante. Nella sua breve e poco conosciuta vita Vermeer ha dipinto pochissimi quadri (circa 36 opere) sia perché era impegnato in altre attività,sia perché aveva tempi di produzione lentissimi per la meticolosità quasi ma-niacale che metteva in ogni dettaglio. Le sue opere , molto spesso con soggetti femminili, sono caratteriz-zate da piccoli tocchi di colore che creano l’ impres-sione della luce sull’ oggetto, rendendolo quasi palpa-bile. Anche in questo quadro la luce diffusa è la vera protagonista dell’ opera: gli occhi e la bocca della ra-gazza sono morbidamente illuminati e le conferiscono grande realismo, espressività,insieme ad una atmo-sfera malinconica che sarà per tutti i visitatori indimen-ticabile.

Di Maria Assunta Baldazzi

Alcune opere in esposizione

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L’ ANGOLO DEL LETTORE

di Eugenio Sibona

Un giorno a Venezia una nota casa d’aste batte una serie di quadri interessanti e tra questi un’opera su legno attri-buita ad un pittore ottocentesco, recante sul rovescio un sigillo in ceralacca che ne testimonia l’antica proprietà di una famiglia nobile. E’ un quadro quasi illeggibile, coperto dalla patina scura del tempo, ma un partecipante all’asta prende il mano il dipinto, lo osserva e ne ricava un fremito inspiegabile: lo acquista. Arrivato a casa torna a guardarlo sempre più interessato e continuando a ricevere messaggi, non decifrabili, resi ancor più forti da quel sigillo in cera-lacca. Incomincia così un lungo cammino, non ancora concluso, che vede impegnati numerosi studiosi, restauratori, esperti, per dare un nome all’autore dell’opera che, dopo il restauro, presenta una zingarella con in braccio un bam-bino, un coniglietto che osserva, un volo di uccelli tra i rami di un albero. E’ un’opera di devozione domestica che presenta una scena privata di profonda religiosità e umanità e che viene attribuita ad Antonio Allegri detto il Correg-gio. La tavola ha trovato una collocazione ideale al Museo Civico “Il Correggio” per la gioia ed il piacere di quanti vorranno visitarla. Correggio è una cittadina della Provincia di Reggio Emilia, già sede dei principi “Da Correggio”, ospita il loro Palazzo, il Teatro Asioli, un centro con i portici molto bello,ci sono anche numerose chiese alcune delle quali lesionate dal terremoto, tutte in corso di restauro: San Francesco, in particolare merita una visita. Mangiare a Correggio consente di gustare le prelibatezze tipiche del reggiano in particolare le paste ripiene diverse da quelle di Bologna, Modena e di Parma.

La Zingarella ritrovata Di Gianfranco Tirelli

Vittorio Molinari:

“Il profit management della ristorazione”,

FrancoAngeli 2014, 103 pag. € 16,00

Molti imprenditori hanno la presunzione che, quello della ristorazione, sia

un settore di facili guadagni: in realtà, esso richiede conoscenza, dedizione,

perseveranza e tempo. Ci sono diverse cose che appaiono scontate, come

l'ambiente accogliente, la cordialità, la pulizia: purtroppo, invece, queste

situazioni si incontrano raramente. Un cliente andrebbe conquistato ogni

giorno, stupito e incuriosito. Invece, si vede sempre troppa omologazione,

scarsa creatività ed innovazione.

Così vuole essere utile sia a chi già possiede un'attività e vuole i mezzi per

controllarla; sia a chi ancora sta pensando di aprirla. Si forniscono, allora, le

chiavi per costruire un business plan specifico per il settore, per capire a

quali oneri finanziari e legali bisogna fare fronte.

La novità è che, a fianco degli indici di bilancio più usuali, come ROE e

Break Even, ce ne sono anche altri, più specifici per la ristorazione: ad e-

sempio il Food e lo Yeld cost. Per monitorarli non c'è bisogno di particolari

software gestionali, basta usare i fogli Excel: nel libro sono presenti degli

specchietti che mostrano esempi di possibili conti economici e patrimoniali.

Controllare i costi non significa solo fare calcoli, ma interpretare i risultati,

per poter fare previsioni e budget.

Se tutto il sistema funziona bene, il management può capire dove va a finire

ogni euro. Ma non si deve costruire un modello troppo complicato, né esse-

re ossessionati dal rispetto di indici e percentuali. Il manager deve vivere

pienamente il suo contesto, per capire di persona aspetti e positivi e critici-

tà: problemi di movimentazione del magazzino, soddisfazione del cliente e

qualità dei fornitori.

Qualità nel Turismo

Redazione: via Toffano 13, Bologna

Editore Fist, Federazione Italiana Settore Turismo.

Stampa in proprio Direttore Responsabile:

Luigi Sibona Direttore Editoriale:

Gianfranco Tirelli In redazione:

Eugenio Sibona Collaboratori:

Maria Assunta Baldazzi Antonio Camilleri

Foto : Luigi Sibona Grafica M. Assunta Baldazzi Autorizzazione del tribunale

di Bologna N. 7813 del 27/11/2007

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