La ragazza dentro me

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Un ragazzo, un buon lavoro, un'ottima reputazione e... un segreto nascosto nel cuore.Racconto erotico destinato ad un pubblico adulto.VM 18 years old

Transcript of La ragazza dentro me

  • La ragazza dentro me

    Racconto erotico

  • Nel pro fondo d i ognuno si nascondono personal i t

    a vol te sopi te, a lt re mani feste. In questo racconto ne indagheremo una molto intr igan te.

    Dedicato a ll 'Amico Segreto che ha vo luto condividere

    le sue emozion i. . .

    N o t a Im p or ta n t e : L e immag i n i c h e a p pa i on o in q u es t a p ag i n a, qu a n d o n o n n e s i a s p e c i f ic a t o l a u to r e o p p ur e i l d e t en t o r e d i e v e n tu a l i d ir i t t i , s o no s t a t e s car i ca t e

    d a pag i n e w e b c h e, a l t emp o d el d ow n l oa d, n on m o s tr av an o a vv i s i o d iv i e t i d i s o r ta a l l ' u t i l i z za z i o n e da pa r t e d i te r zi . S i r i t i en e p er c i c h e s ian o s ta t e

    p u b b l ic a t e p e r la c ol l e t t iv a f r ui b i l i t . L a d do v e s u l l ' imm agi n e co mp ar iv a u n ma rc h i o, qu e s t o n o n s tat o r im os s o. Ne l

    c a s o c h e i l s ogg e t t o d e te n t o re d i e v e n tu a l i di r i t t i s u d e t t e im ma gi n i ( a u t or i , s o gg e t ti fo t ogr a fa t i , e d i to r i , ec c e t er a ) n o n d e s id e ra s se c h e ap pa i an o , o p pu r e

    d e s i d er as s er o ch e s e n e c i t i l 'a u t or e o l a fo n t e, l o c om un i c hi c on u na m ai l ( c o n t ac t ) s pe c i f ic a nd o co n ch i ar e zz a a q u al e imma gi n e l a s ua r ic h i e s ta

    s i r i fe r i s c e : v er r t em p es t i vam e n t e e sa u d i ta .

    Og n i r i fe r im e n to a p er s o n e o c o s e r ea lm e n t e es i s t en t i d a r i t en e r s i p u ra me n t e ca su a l e.

    U UI D : 0c ac1 742 - 76 ba -11 e 3 -817 3 -27 651 b b94 b2 f Q u e s t o l i br o s ta t o r ea l i z za t o c o n Ba ck T y po

    u n pr o d o t t o d i S im p l ic i s s im u s B o ok Fa rm

  • Celami in te, dove cose pi dolci son celate, fra le radici delle rose e delle spezie.

    Algernon Charles Swinburne

    Uno - Allora? Proprio non vuoi? Estelle insiste ma il suo sguardo gi pronto a ricevere una delusione. Me ne dispiaccio un po' ma preferisco non rendere troppo "intimo" il rapporto di lavoro: non mi sento pronto, non la voglio, inutile illuderla.

  • - Ti ringrazio davvero. Lo sai, non che non voglio... mia madre non sta bene in questi giorni, non mi va di lasciarla sola nel week end. - Allora fai una capatina sabato sera... almeno per la festa, dai, non

    lontano. - Non ti prometto niente, ci prover, ok? rispondo, un po evasivo. Usciamo tutti dalla banca nel sole del pomeriggio estivo. Finalmente! Nel metr mi slaccio la cravatta e mi sbottono la camicia. E' pi forte

    di me, controllo nel finestrino se ho un'immagine accettabile ma non mi attardo nello stimarmi, qualcuno che ti guarda c' sempre. Sono un bell'uomo, lo ammetto soddisfatto con me stesso e l'ammirazione che suscito nelle donne mi diverte segretamente. Nonostante la stanchezza di una noiosa settimana da bancario triste e senza prospettive , non posso non sorridere: venerd. L'altra cosa che mi rallegra, pensando a Estelle, che lei non immagina, come daltronde tutti gli altri, che il mio vero problema non procurarmi un "appuntamento", bens: come sfuggirne senza dare nell'occhio. Ancora due fermate e poi a casa, per fortuna. Un messaggio sul cellulare. E' Lei! Il cuore mi batte, preferisco calmarmi per non arrossire in mezzo alla calca. Scendo, leggo per poi

    cancellare subito tutto. "Ti aspetto domani. Inutile che ti prepari, puttanella, ti devo vestire io. Viene anche lui, non farmi fare brutte figure. Ho parlato molto bene della mia cagnetta, ok?" Sono gi su di giri, mi tremano le

    gambe: sar all'altezza dei miei Padroni? La fanciulla dentro, si risveglia dal suo torpore.

  • Due Il sabato mi ritiro in bagno. Mia madre non mi disturba, sa che mi piace leggere l dentro. Invece, con una volutt che diventa sempre pi eccitante, mi dedico a una feroce depilazione, dall'ombelico in gi. Nonostante il dolore, so che l'infiammazione passer in poche ore: gi dopo pranzo dovrei presentarmi con una pelle delicata e tenera: al pube, sulle gambe e persino tra le natiche, intorno all'ano.

    Mi dedico sempre molto al mio culetto anche se non sono mai stato inculato per davvero. Da ragazzino solo un po', giusto nei giochi pi spinti, dove ci si indaga e ci si fiuta.

    La mia Padrona mi ci ha infilato le dita, anche tre e, raramente, qualche oggetto rimediato in casa. Non piaceva troppo n a me, n a lei. In genere, il solo comandarmi, vedermi vestita, spogliarmi, la

    eccitava fino all'orgasmo che puntualmente pretendeva di lingua. Alla fine dei giochi, la mia Padrona si calmava e sedeva sulla sua poltrona preferita. Ci aveva gi steso una tovaglia (era un'igienista). Sedeva protendendo il bacino in avanti, metteva i piedi sui due braccioli e mi aspettava. Era un anfiteatro naturale, dove io sostavo a baciare e a leccare la sua natura, per lunghi minuti. Al contrario di me, la Padrona aveva un vagina ricoperta di folti peli, che si bagnavano e trasudavano sotto le leccate.

    Mi sto eccitando, so che non devo toccarmi: non lo far! Apro la cesta dei panni e raccolgo un paio di mutande di mia madre, me le porto in faccia fino a quasi soffocare nell'odore di intimo e di orina asciutta, continuo fino a quando mi gira la testa. Alle undici sono pronto. Non devo fare altro, meglio cos. Vado a prendere un caff in piazza per far passare il tempo e calmarmi un po'. E' la prima volta che incontro un uomo. Non pi solo una fantasia. Ho paura!

  • Tre - Vieni, cara, tutto bene? - conosco Elsa, se mi chiama "cara" e mi accoglie con dolcezza, pi eccitata che mai. Sono certo che, come me, non sta nella pelle per la novit. Elsa una donna matura e vive sola, ci siamo conosciuti alla banca. Lei ha intuito il mio lato oscuro. La prima volta che fece in modo di portarmi a casa sua, ricordo che

    ero molto risentito. Aveva adoperato la sua influenza sul direttore e maveva quasi costretto ad andare da lei. Ricordo: la vedevo come una vecchia signora capricciosa, la odiavo. Un pomeriggio, mi fece vedere delle foto dell'ex marito, criticandone i vizi. I "vizi" erano l,

    sul piccolo tavolo del salotto, su delle vecchie fotografie: un uomo in carne indossava calze nere e reggipetto, assumendo posture tipicamente femminili. Rabbrividii e lei, continuando a criticare tutto quel "malcostume" mi cerc il cazzo con la mano e me lo strinse,

    come se volesse strapparmelo. - Lo sapevo - rise - avevo capito che sei una troietta, sai? Scappai via immediatamente, con una scusa, ma lei mi grid dietro: - Corri pure bambolina, tanto qui torni! - Non si sbagliava. Ogni volta che pensavo a lei, alle foto, a come mi aveva chiamato troia, molto sicura di s... diventavo di fuoco. Pass pi di un mese, poi cedetti e iniziammo la nostra meravigliosa storia. Ero felice con Elsa perch sapevo di essere suo, senza

    concorrenze, senza scaramucce. Lei era adulta e seria. In seguito confess, che se non mavesse incontrato, forse non avrebbe mai avuto il coraggio di andare oltre con nessuno. Il marito l'aveva convinta ad accettare quelle sue tendenze particolari e lei, dopo la sua morte, si era resa conto di averci provato gusto, conservandone il desiderio. Poi ero arrivato io e lei mi aveva adottato, da buona ed onesta Padrona. Quando raggiungiamo la grande camera da letto, la fanciulla "dentro" esplode, prende il posto del pedante bancario ed inizia a godersi gli odori di quell'ambiente familiare e tanto squisitamente

  • femminile. Davanti alla toeletta ci sono le nostre sedie. - Abbiamo tempo, Giada, faremo tutto con calma - aveva deciso per quel nome a causa dei miei occhi verdi, diceva.

    Mi spoglio rapidamente, lei si attarda a scegliere le combinazioni di intimo, per confrontarle. Quando si volta mi trova nuda, in piedi, con le gambe strette. Non ho pi il pene, l'ho spinto tutto dietro e adesso lo tengo a stento, mentre si gonfia.

    Lei mi guarda e l'asta si "intosta" contro la mia stessa volont. Sudo freddo. Elsa mi si avvicina, mi carezza le gambe, l'inguine: soddisfatta. - Brava, tesoro, ti sei depilata proprio come una puttana di classe! Brividi, per tutta la schiena! - Vieni Giada, iniziamo dallo smalto. - Quando le passo davanti, mi prende il cazzo tra le dita... - Ehi, - dice - sei gi eccitata? Mica vuoi venire e stemperare la tensione? - E' presto! Vorrei resistere ma so che "le danze" inizieranno solo tra un paio d'ore, mentre io mi trattengo gi da alcuni giorni. - Amore mio, non devi fare cos. - dice premurosa - Vieni in bagno, ti

    faccio una seghina, su... - mi lascio portare di l, lei usa il mio pene come un guinzaglio. So che anche lei su di giri ma si finge distaccata. - Vieni, piccola, facciamo sfogare questo "maschiaccio" che hai

    dentro. Vedo il suo sorriso dallo specchio, gli occhi sono catalizzati dal mio membro; fianco a fianco, sembriamo due sorelle, solo che lei, con cura e sollecitudine, comincia un su e gi con la mano, velocemente. In poco pi di un minuto il lavandino costellato di goccioloni di sborra. - Brava, la mia piccina! - dice Elsa pulendosi le dita ed il lavabo con un fazzolettino.

    - Grazie, Padrona, perdonami! - e lei: - Non fa nulla, c' tempo: sia per il castigo che per il perdono! - Il cuore mi batte forte; vorrei quasi fuggire ma non mi muovo. Sono Giada completamente, ora. Truccata con delicatezza, calze di nylon carnicino, col bordo trattenuto dal reggicalze semplice, a sei

  • nastri, nero. Anche il top che porto nero, ha sottili bretelle. Ho un perizoma e il mio culo chiaro completamente esposto. Elsa mi ha messo uno smalto rosso scuro ma solo alle mani. I piedi sono

    costretti nelle semplicissime Chanel di lacca nera, col tacco 10. Quando lui ha bussato, Elsa, con furia, mi ha fatta entrare in salotto, anzi, adesso sono in veranda, dietro una spessa tenda che divide i due ambienti. Non devo muovermi, non devo fiatare.

    Ora loro, a pochi metri, stanno chiacchierando, ridono... bevono qualcosa. La voce di lui mi familiare e questo mi turba ma ormai sono solo una schiava e devo dare piacere, come una troia. Tremo da quando lei, con malizia, mi ha cosparso le natiche depilate d'olio, attardandosi e spingendo nella zona dell'ano. Non posso ribellarmi ma lo vorrei. Le voci si allontanano, poi Elsa torna da sola, dietro il paravento. - Vieni qua, puttanella! Ora spengo la luce, sta qui, dietro la tenda; ti cercher con le mani, tu non fiatare e non tirarti indietro, capito? - faccio segno di s, rassegnata e pavida. Mi da un ultimo sguardo. Anche lei sta benissimo: ha scarpe come le mie, calze e gonna di pelle

    nera, sopra una camicetta bianca di seta. Mi tira con decisione appena dietro lo spacco tra i due drappi, poi blocca le tende con delle spille da balia, lascia solo uno spazio, per passarci le mani, all'altezza del mio inguine.

    Dopo qualche minuto, le grosse mani di quel signore mi tastano attraverso lo spacco, senza alcun rispetto. Mi cerca il culo, mi tocca le cosce, fa come se fossi sua. Poi dalla tenda spunta il suo coso, scuro e grosso, sotto lo scroto gonfio e pesante: si tratta di un vecchio. C' silenzio ora nella stanza, i rumori del pomeriggio di provincia arrivano ovattati nella penombra. Osservo il pene che sbuca, reale e vivo, dal damasco pesante.

    Ritorno per un attimo al passato remoto: da ragazzini lavevo gi visto un coso cos ma adesso non era un gioco. Un braccio femminile spunta tra le pieghe: lei. Cattura la mia mano ritrosa e la tira perch prenda quel goffo cilindro caldo. Sento come

  • una scossa alla nuca. Mi piace, tanto, troppo: solo una vera femmina pu sentirlo cos. La paura diventa gioia, devo averlo; devo giocarci; devo dominarlo! Il

    contatto eccita pure lui, il coso diventa turgido e la testa svetta, sanguigna. Adesso Elsa mi tira per le orecchie, verso gi: tasta, trova ci che cerca e opera, alla cieca. Sembra un gioco di societ, ha fatto in modo

    da infilarmi il grosso membro tra le labbra e non molla. Mi prende per la nuca e strattona, per farmi ingozzare. Mi bagno di saliva in eccesso sollecitata dalla penetrazione, violenta, nella gola. Tossisco, soffoco: ne godo! Elsa sa cosa sono, lo sa meglio di me. Il tempo passa ed io tendo a migliorare il mio servizio: sto facendo un pompino, uno vero. Come i ragazzi dei sobborghi pericolosi, nei cinema bui. Lo sto prendendo in bocca ad un vecchio che gode di me. Nemmeno so chi sia. Sembra cos naturale, dopo. E il mio destino e lo accetto con volutt femminile. Senza volont, vengo fatta alzare, piegare in avanti e poi, in modo spiccio e doloroso: sodomizzata. Loro se la godono, io lo prendo dietro, sola con me stessa, usata

    come una battona. Ne godo anche se sento male. Quando comincia a esagerare nello spingere, mugola, capisco che lui si sta scaricando dentro di me, finalmente. Poi le luci si accendono, sono anchilosata ma Elsa mi tira nel salotto

    per mostrare la sua schiava al satiro. Cazzo! E' il capoarea della mia Banca: perch mi hanno fatto questo? Poi lui dice: - Sei in gamba, ragazzo, sono sicuro che farai carriera! Oh, Elsa! Che padrona eccezionale che ho.

    FINE

    2014 gennaio - U U I D : 0 ca c1 742 -7 6b a -11 e 3 -817 3 -276 51 bb 94 b2 f