Quale italiano insegnare?Appunti sulle varietà della lingua di oggi

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Quale italiano

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UNIVERSIT DEGLI STUDI DI FIRENZEFACOLT DI SCIENZE DELLA FORMAZIONECORSI SPECIALIPER IL CONSEGUIMENTO DELLABILITAZIONE ALLINSEGNAMENTONELLA SCUOLA DELLINFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIASede di LivornoA.A. 2006-2007

Fondamenti e didattica della lingua italiana

Quale italiano insegnare?Appunti sulle variet della lingua di oggi

Indice

Premessap. 3

1. I parametri della variazione linguisticap. 31.1 Lapprendimento linguistico del bambino tra diatopia e diamesiap. 41.2 Lungo lasse della diastratia: le variet dapprendimentop. 51.3 Registri e sottocodici nelle variet diafasichep. 61.4 Le variet come dimensioni liquidep. 6

2. Focus sulla diamesiap. 72.1 Scrittura vs oralitp. 72.2 Litaliano parlatop. 8

3. Italiano standard, neo-standard e informale-trascuratop. 13

Conclusionep. 15

Bibliografia per lesame & bibliografia di riferimentop. 16

Esercizip. 17

Soluzioni p. 19

PremessaNel selezionare e organizzare i contenuti di questa unit didattica mi sono lasciata guidare dallintento di aiutare linsegnante della scuola dellinfanzia e della scuola primaria a muoversi sul terreno insidioso della variabilit linguistica, fornendo qualche strumento utile per giudicare con serenit alcuni tratti in movimento dellitaliano contemporaneo. infatti grazie a un approccio consapevole della molteplicit e del divenire del contesto comunicativo che la correzione dellerrore si pu trasformare in riflessione metalinguistica, talora per espungere in maniera definitiva, talaltra per accogliere contestualmente alla situazione. Le Dieci Tesi sulleducazione linguistica, pubblicate dal GISCEL Il GISCEL (Gruppi di Intervento e Studio nel Campo dellEducazione Linguistica) nasce nel 1973 per iniziativa di Tullio De Mauro. un intellettuale collettivo che raccoglie studiosi di linguistica e insegnanti di tutti gli ordini di scuola interessati ai fenomeni linguistici e alle pratiche educative. per la prima volta ormai pi di trentanni fa, conservano intatta la loro validit, specie quando ci ricordano che

la vecchia pedagogia linguistica era imitativa, prescrittiva ed esclusiva. Diceva: Devi dire sempre e solo cos. Il resto errore. La nuova educazione linguistica (pi ardua) dice: Puoi dire cos, e anche cos e anche questo che pare errore o stranezza pu dirsi e si dice; e questo il risultato che ottieni nel dire cos o cos. La vecchia didattica linguistica era dittatoriale. Ma la nuova non affatto anarchica: ha una regola fondamentale e una bussola; e la bussola la funzionalit comunicativa di un testo parlato o scritto e delle sue parti a seconda degli interlocutori reali cui effettivamente lo si vuole destinare.

Come tentativo di fornire uno strumento dorientamento, una bussola appunto, va dunque interpretato questo mio primo intervento. Per fare tutto ci contravverr solo in apparenza allassunto fondamentale che anima i Corsi Speciali: nelle prossime pagine si parler poco di bambini e molto di lingua. Ma proprio sulla base di quel molto di lingua che si potranno inserire, in seguito, le azioni didattiche pi specifiche per aiutare i piccini nel loro sviluppo linguistico o come si capir meglio alla luce delle considerazioni che ci apprestiamo a compiere plurilinguistico.

1. I parametri della variazione linguisticaLa lingua italiana un codice Un codice un sistema di segni di cui ci serviamo per comunicare e per fare riferimento, tramite i segni stessi, a entit reali o concettuali. Il valore di ogni segno determinato dalle relazioni che esso ha con gli altri segni del sistema, piuttosto che non dal suo essere costituito in un certo modo. I codici che si basano sul canale uditivo e su quello visivo, e che utilizzano come segni insiemi strutturati di suoni ed elementi grafici, si chiamano codici verbali o lingue. unico che ha tuttavia molteplici possibilit di realizzazione, ognuna dipendente dai partecipanti allo scambio comunicativo e dalle loro scelte lessicali, morfo-sintattiche, stilistiche e persino intonative. Pertanto, litaliano standard simbolo di unidentit nazionale quello presentato dalle grammatiche e dai dizionari, insegnato nelle scuole e agli stranieri, utilizzato in tutti i tipi testuali, anche i pi astratti e complessi rimane un sistema virtuale Si pu descrivere una lingua standard come una lingua i) dotata di stabilit, garantita da istituzioni capaci di esprimere una norma (grammatiche e dizionari); ii) caratterizzata da capacit di intellettualizzazione, ossia tradizionalmente dotata di caratteristiche tali da permettere a chi la impiega di esprimere testi di alto contenuto culturale (letterario, filosofico, religioso, scientifico, tecnico); iii) dotata di prestigio, garantito dal suo uso negli ambiti letterari, ufficiali, formali, oltre che dalla formalizzazione grammaticale; iv) avente funzione unificatrice fra parlanti di variet diverse (ad esempio fra i parlanti di diverse variet regionali di italiano, che grazie allo standard si sentono membri di una stessa comunit); v) avente funzione separatrice ovvero di simbolo dellidentit nazionale in contrapposizione ad altri standard nazionali. che si attualizza attraverso variet concrete dipendenti da cinque parametri di natura extralinguistica:Il parametro della diacronia ovvero la trasformazione legata allevoluzione della lingua nel tempo (litaliano del Trecento, del Cinquecento, di fine Ottocento ecc.).Il parametro della diatopia ovvero i mutamenti della lingua nello spazio geografico litaliano dei toscani, dei siciliani, dei piemontesi, dei romani ecc., di volta in volta diverso nellintonazione e nella pronuncia ma anche nelle scelte lessicali e morfosintattiche.Il parametro della diastratia ovvero la variazione legata alle condizioni socio-economiche dellutente, al grado distruzione scolastica, al tipo di attivit lavorativa, alla consuetudine alla lettura e alla scrittura. In questo parametro possiamo iscrivere anche le variazioni legate al sesso e allet.Il parametro della diafasia ovvero la variazione che dipende dalla situazione comunicativa, dai partecipanti allo scambio linguistico, dallargomento e dallo scopo del messaggio. Il parametro della diamesia ovvero il mutamento della lingua secondo il mezzo fisico impiegato, il canale attraverso cui viene usata (laria, il foglio, lo schermo ecc.).

Escludendo il parametro della diacronia senza dubbio affascinante ma dinteresse per la linguistica storica pi che per la didattica della lingua possiamo compiere una serie di riflessioni rilevanti in riferimento alle dimensioni diatopica, diastratica, diafasica e diamesica.

1.1 Lapprendimento linguistico del bambino tra diatopia e diamesiaLa prima riflessione su cui ci soffermiamo che nella formazione della competenza linguistica del bambino le determinazioni diatopiche sono le prime a essere acquisite. In base al Modello Semiotico-Transazionale B-A-B, il Bambino riceve linput linguistico dal contesto socio-culturale in cui vive, elabora tale input nella misteriosa scatola nera che la sua mente e produce un output che il feed-back dello stesso ambiente concorre a confermare, modificare o correggere. La qualificazione semiotica del modello sottolinea il fatto che la comunicazione unattivit composita risultante dallinterazione-integrazione di pi linguaggi (linguistico, cinesico, prossemico, oggettuale ecc.). La qualificazione transazionale sottolinea il fatto che il linguaggio viene acquisito dal Bambino soltanto grazie alle interazioni che egli ha con i suoi simili: con gli Adulti, in primo luogo la madre, ma anche con altri bambini (BB) pi grandi e in questo caso la transazione diventa B-BB-B. Il Modello Semiotico-Transazionale integra varie teorie: la teoria innatista-cognitivista di Chomsky, secondo cui esiste un meccanismo ereditato geneticamente e specifico delluomo chiamato LAD (Language Acquisition Device) che consente di acquisire naturalmente, nelle primissime fasi dello sviluppo, la lingua materna; tale meccanismo in grado di decodificare ognuna delle migliaia di lingue parlate sul pianeta, di ricavarne la grammatica e di organizzare loutput desiderato.La teoria ambientalista di Skinner e Bloomfield, ove la mente del bambino una tabula rasa che lambiente segna e riempie con i suoi stimoli; la molecola dellapprendimento infatti descrivibile con la formula S-R (Stimolo-Risposta) per la quale lapprendimento ha luogo associando particolari risposte agli stimoli che vengono forniti al soggetto.La teoria costruttivistica di Bruner, il quale, sotto linfluenza delle teorie piagettiane, ha ipotizzato e convalidato sperimentalmente il ricorso a un Language Acquisition Support System (LASS) destinato ad attivare il LAD chomskiano. Il sistema di supporto consiste di tre elementi: a. il riconoscimento pregiudiziale del fatto che il bambino vuole comunicare (il che si manifesta nel sorriso, nellostensione della mano, in vocalizzazioni ecc.); b. la presenza di una madre (o di altri adulti) che decifra tali intenzioni e crea le condizioni di una comunicazione efficace; c. la creazione da parte della madre di formati della comunicazione, cio di situazioni comunicative delimitate e ripetitive che conduco gradualmente il bambino dallintenzione comunicativa alla comunicazione non verbale, e infine alla comunicazione verbale. Il piccolo ascolta la lingua parlata intorno a s, si fa delle ipotesi sul suo funzionamento e si costruisce a poco a poco la sua lingua grazie al feed-back dellambiente che lo circonda. Allorch tale feed-back positivo, la regola si consolida nella sua mente, anche quando si tratta di una difficile operazione di restrizione duso (ad es. uneccezione). Cfr Giovanni Freddi, Glottodidattica, UTET, Torino 1994, cap. 7.

Ci significa che le prime fasi dapprendimento dellitaliano sono caratterizzate da elementi, anzitutto prosodici e fonetici, locali. In seguito, la lingua si determina, diastraticamente, in funzione dellambiente sociale in cui il bambino cresce (ambiente pi o meno ricco di stimoli che favoriscano linterpretazione della realt). Numerose ricerche hanno anche evidenziato il ruolo cruciale delle scelte linguistiche delle mamme, generalmente inclini a impiegare con i loro piccoli il codice da esse ritenuto socialmente pi prestigioso il che sarebbe stato concausa, negli anni, dellinesorabile avanzamento dellitaliano, seppur con coloriture regionali, a tutto svantaggio del dialetto. Successivamente si svilupperanno, in relazione alleducazione linguistica che il bambino ricever, gradi diversi di consapevolezza comunicativa, cio della capacit di variare i discorsi a seconda delle occasioni della vita sociale (variazione diafasica). Solo da ultima, eventualmente, si svilupper una consapevolezza diamesica ovvero delle specifiche caratteristiche e strategie della lingua scritta rispetto a quella parlata. Questo molto interessante, ad esempio, ai fini dellinsegnamento della scrittura, perch colloca tale insegnamento nellambito, e quasi a coronamento, di processi di educazione linguistica che implicano lo sviluppo di capacit di maturazione di elementi di autocoscienza attinenti alle dimensioni di variazione che vengono prima della dimensione diamesica Cito da Mirko Tavoni, Caratteristiche dellitaliano contemporaneo e insegnamento della scrittura, in F. Bruni e T. Raso (a cura di), Manuale dellitaliano professionale. Teoria e didattica, Zanichelli, Bologna 2002, p. 140.. Quella che qui stata sintetizzata, semplificando, come successione di fasi cronologiche, in realt unimplicazione di fasi logiche, che nel processo continuo di maturazione delle abilit linguistiche si sviluppano luna dallaltra quasi a spirale. Il fatto che il primo contatto linguistico del bambino sia con litaliano regionale se non addirittura con un dialetto specifico (che per da considerare come un vero e proprio sistema linguistico altro, sviluppatosi autonomamente e parallelamente allitaliano) non deve preoccupare linsegnante: litaliano parlato una variet della lingua relativamente recente, che ha cominciato a diffondersi nel territorio nazionale ben oltre il 1861, anno dunificazione dellItalia, e che ancora oggi fortemente marcata in diatopia, come testimoniano le abitudini fonetiche, pi o meno controllate, di tanti personaggi pubblici si pensi agli italiani dei vari presidenti della Repubblica (due esempi tra tutti: quello sardo di Cossiga e quello toscano di Ciampi). Le variet regionali e i dialetti costituiscono una ricchezza da cui non si pu, n si deve, prescindere; limportante aiutare i bambini a gestire in misura sempre pi consapevole lo scambio linguistico, sviluppando e stimolando le capacit di passaggio dalle formulazioni pi colloquiali e immediate a quelle pi meditate e formali Alcune ricerche hanno evidenziato come i bambini che usano il dialetto in famiglia e litaliano a scuola conseguano risultati generalmente pi brillanti sia dei compagni esclusivamente dialettofoni sia di quelli che parlano sempre italiano, a riprova dellimportanza che il plurilinguismo riveste anche a livello cognitivo. Come valorizzare dunque, nellinsegnamento, la lingua locale, specie in zone di forte dialettofonia e/o di disagio sociale? Impiegandola come punto di partenza nel percorso verso la lingua nazionale, ad esempio avvalendosene per il racconto, anche drammatizzato, di fatti e aneddoti di vita locale o per effettuare piccole ricerche volte al recupero delle tradizioni linguistiche attraverso interviste a parlanti anziani. In questo modo, si favorir nei discenti unoperazione di confronto tra codici, che condurr, con grande gradualit, a un punto di arrivo in cui litaliano (anche nelle sue variet pi alte) diventer diastraticamente neutro, ovvero accessibile a tutti, senza distinzione di status..

1.2 Lungo lasse della diastratia: le variet dapprendimento Proseguendo con le nostre riflessioni e soffermandoci sul parametro della diastratia, risultano di particolare interesse le variet dapprendimento, che si identificano con le interlingue, meccanismi legati allapprendimento di una lingua straniera o di una lingua seconda Una lingua straniera una lingua diversa dalla materna-nazionale che viene studiata mediante applicazione consapevole nella scuola o in speciali corsi di lingue. In queste situazioni il solo input linguistico quello assicurato dallinsegnante o dai materiali audio e video, mentre la funzionalit comunicativa risulta ridotta a interazioni scolastiche circoscritte e artificiali. Una lingua seconda (L2) una lingua diversa da quella materna che viene appresa allinterno dellambiente in cui essa strumento dinterazione quotidiana e di vita. Laggettivo numerale seconda ha qui un valore non cronologico ma socio-psicolinguistico. Esempi possono essere quello degli immigrati che imparano litaliano in Italia o quello degli studenti italiani che vanno a imparare linglese in Inghilterra. In tali condizioni la nuova lingua, rilanciata dallambiente, dalla strada, dai media, dagli amici e dai colleghi conosce unelevata funzionalit comunicativa (cfr Giovanni Freddi, Glottodidattica, UTET, Torino 1994, p. 3).. Pi specificatamente, linterlingua un sistema linguistico provvisorio, personale e dinamico che lapprendente si costruisce per comprendere, manipolare e organizzare le forme linguistiche nuove tanto sul versante ricettivo quanto sul versante produttivo. Essa costruita con materiali e regole della madrelingua e con elementi della lingua target. Si tratta di una variet sempre pi presente nella scuola italiana, frequentata oggi da molti bambini le cui famiglie provengono da paesi esteri, e che costringe istituzioni e docenti a confrontarsi con questa nuova realt sociale ed educativa.

1.3 Registri e sottocodici nelle variet diafasicheLe variet diafasiche danno luogo ai registri, cio variet collocabili lungo un continuum che va dalla formalit tipica di situazioni comunicative che si svolgono in ambienti pubblici allinformalit delle situazioni pi domestiche, attraverso una serie di gradazioni linguistiche e stilistiche che sfumano una nellaltra. Ma non solo il luogo a determinare la maggiore o minore accuratezza espressiva: a scuola il docente potr riservare i registri pi alti durante la lezione, mentre potr fra emergere registri anche molto colloquiali durante le pause o i momenti di distensione. Si fanno rientrare nel parametro della diafasia anche le variet della lingua che definiamo sottocodici, correlati non al contesto comunicativo ma allargomento del messaggio ad esempio i sottocodici tecnico-scientifici (lingua della matematica, della medicina, dellinformatica ecc.) e quelli, meno specializzati, dello sport, della moda, e cos via. Per comprendere la distinzione tra registri e sottocodici bene riflettere sul fatto che uno stesso sottocodice pu avvalersi di registri diversi: si pensi al famoso cardiologo che user un registro al massimo grado di formalit durante un convegno tra colleghi, e un registro pi disteso e accattivante in un articolo divulgativo su un quotidiano.

1.4 Le variet come dimensioni liquide bene meditare, infine, su un ultimo aspetto della variet linguistica: diatopia, diastratia, diafasia, diamesia, sono dimensioni liquide, che non si realizzano da sole bens in fusione con le altre, di modo che pu essere difficile individuare quale sia quella prevalente. Ad esempio, seguendo una logica da scatole cinesi (si veda figura a pagina 7), i tratti marcati sulle dimensioni esterne sono sempre marcati anche su quelle pi interne: gli italiani regionali (variazione diatopica) sono marcati diastraticamente perch hanno una connotazione socioculturale bassa; sono anche informali (variazione diafasica) e caratteristici del parlato (variazione diamesica). Anche i tratti marcati sulle dimensioni interne possono, talvolta, esserlo su quelle pi esterne si pensi ai sottocodici, appartenenti alla dimensione diafasica ma anche a quella diastratica (perch di norma usati dai ceti pi alti).diatopiadiastratiadiafasiadiamesia

2. Focus sulla diamesiaIl parametro della diamesia determina due variet fondamentali della lingua: litaliano scritto, che si avvale di un canale di trasmissione grafico e destinato alla lettura, e litaliano parlato, che si avvale di un canale di trasmissione fonico e destinato allascolto.

2.1 Scrittura vs oralitRagionando in termini molto generali, prescindendo dunque dalla specificit di una particolare lingua storico-naturale Con laggettivo storico sintende che le lingue si sviluppano e cambiano nel corso del tempo; laggettivo naturale, invece, sottolinea il fatto che ogni singolo essere umano percepisce la lingua parlata entro la comunit in cui cresciuto come una realt ovvia e preesistente alla propria nascita., le principali caratteristiche della scrittura e delloralit qui intesa nella sua accezione pi libera, cio come parlato conversazionale si possono sinteticamente presentare e contrapporre come segue:

scritturaoralitApprendimento istituzionalizzato: per scrivere e leggere occorre un addestramento specifico, di solito scolastico, che insegni a pensare in modo diverso, ovvero a dare impulso alle abilit cognitive del classificare, dellastrarre, del ricordare e del ragionare. Queste capacit (che in lingua inglese sono rese con il termine literacy) sono definite anche pensare come un uomo occidentale, in contrapposizione alle molte culture lontane dai paesi industrializzati che ancora oggi non possiedono la scrittura e la lettura.Persistenza: la comunicazione scritta differita e permanente. Si rivolge a destinatari che possono essere lontani nel tempo e nello spazio.

Duttilit: lo scrivente pu revisionare anche in misura massiccia la bozza del suo testo con un labor limae di cui il destinatario del messaggio rimane spesso alloscuro. A sua volta, questultimo pu decidere, durante la lettura, di tornare indietro e di rileggere una porzione di testo pi o meno estesa; se vuole, pu anche decidere di saltare certe parti o di leggerle in ordine non sequenziale.

Economia esecutiva: lo scritto formale, compatto, ad alta densit informativa; esso procede secondo logica a sviluppare un discorso ed evita le ripetizioni o i riempitivi.

Ridondanza sistemica: la sintassi ipotattica ovvero varia e complessa, con subordinazioni che vanno oltre il primo grado. La semantica deliberata: tutto deve essere spiegato ricorrendo quasi esclusivamente alle risorse interne al sistema linguistico-verbale.

Funzione transazionale: linteresse di chi scrive prevalentemente rivolto allo scambio di informazioni.

Non fluidit: lo scritto si presta a una lettura endofasica, mentale e veloce, in cui locchio ha bisogno di individuare gli stacchi tra le parole e quelli tra le frasi per mezzo di spazi bianchi, apostrofi, segni interpuntivi, a capo ecc.

Acquisibilit spontanea e universale: in assenza di patologie tutti imparano a parlare, se immersi sin da piccoli (entro il periodo critico dei sette-otto anni det) in un ambiente linguistico. Difficile, se non impossibile, conseguire questo risultato una volta superata let critica, dopo la quale la facolt di linguaggio sembra atrofizzarsi, come testimoniano i pochi casi noti di bambini selvaggi.

Caducit: la comunicazione orale volatile, basata sui ricordi a breve termine dei partecipanti allo scambio comunicativo, che condividono lo stesso luogo e interagiscono nello stesso momento.Linearit: il parlato irreversibile; ci che stato detto non pu pi essere cancellato e lemittente non pu che procedere per cumulo progressivo dinformazioni; il fruitore pu percepire il messaggio solo nello stesso ordine nel quale esso viene realizzato.

Ridondanza esecutiva: il parlato dice molto pi del necessario, nel tentativo di recuperare linformazione soggetta a perdersi. Questo fenomeno legato anche alla possibilit di retroazione (o feed-back): nel parlato dialogico chi parla pu ripetere e modificare in modo pi o meno radicale il proprio messaggio in base alle reazioni dellinterlocutore o a eventuali disturbi della comunicazione. Ci d luogo alla frammentariet o intricatezza del parlato: il parlante pu interrompersi, riprendere il gi detto con nuove spiegazioni, talvolta anche contraddicendosi, senza seguire una particolare pianificazione. Tuttavia la densit semantica rimane bassa: si diluiscono le informazioni da trasmettere entro un cumulo di perifrasi, incisi, esitazioni, false partenze. Economia sistemica: la sintassi paratattica ovvero basata su frasi principali, coordinate o, al massimo, subordinate di primo grado. Le scelte lessicali cadono su parole dal significato generico (ad. es. fare, dire, cosa ecc.), adatte a molti oggetti del discorso e retoricamente non impegnative (le cosiddette parole ombrello). Le parole dette ma anche quelle non dette possono avvalersi di potentissimi mezzi espressivi, quali la mimica, la gestualit, la distanza che si interpone tra s e gli interlocutori, il vestiario e gli oggetti che si indossano, lintonazione e il ritmo delleloquio.Funzione interazionale: linteresse di chi parla in prevalenza volto a gestire i contatti con linterlocutore, senza necessariamente scambiare informazione. Si pu esemplificare questa funzione con il caso in cui due sconosciuti si ritrovino da soli in un ascensore o alla fermata dellautobus e si sentano in dovere di rompere il silenzio con qualche frase di circostanza, negoziando un rapporto che vinca limbarazzo senza per questo scambiarsi alcuna informazione. Naturalmente ci non vuol dire che loralit sia priva di funzione transazionale: un corso o una conferenza informativamente vuoti sarebbero un disastro. Anche la scrittura, sia pure orientata prevalentemente sulla funzione transazionale, pu servire a negoziare dei ruoli: si pensi ai messaggi dauguri, cartacei o elettronici; si tratta di testi scritti che non forniscono informazioni ma servono alla gestione dei rapporti.Fluidit: le parole sono accorpate in gruppi tonali pi o meno estesi, cio si pronunciano due/tre parole come se fossero una parola sola. Anche i confini delle frasi non sono ben scanditi.

2.2 Litaliano parlatoIn riferimento alla lingua che ci preme tratteggiare in questa sede, litaliano, possiamo specificare alcuni fenomeni correlati alla ridondanza esecutiva del parlato:

allungamenti vocalici. Si prolunga il tempo di pronuncia dellultima vocale di una parola, spesso perch la produzione orale simultanea alla pianificazione del discorso: Per casa, fate lesercizioooo tre a paginaaaa venticinque del vostro libro.;zeppe sillabiche. Si tratta di prolungamenti che riguardano intere sillabe o addirittura parole, che risultano cos ripetute: Per casa, fate lesercizioooo lesercizio tre.;fatismi. Sono formule che hanno lo scopo di verificare il buon funzionamento della comunicazione: Oggi, bambini, sarete pi buoni vero?; Abbiamo gi letto insieme questa storia no?;riempitivi di silenzio (o pause piene). Intercalari che servono a prendere tempo ad es. mmh, cio, come dire, praticamente. Lo scopo quello di far capire allinterlocutore che non pu intervenire perch il turno di parola non ancora terminato;false partenze. Il discorso inizia con un enunciato, poi si interrompe brevemente per riprendere daccapo, con una nuova formulazione: Il viaggio st[ato] abbiamo fatto una vacanza interessante.;rotture di costruzione. Un enunciato prosegue in modo sintatticamente incongruente con landamento iniziale: Chi ha studiato poco a lui che mi rivolgo.Litaliano parlato presenta inoltre una serie di atteggiamenti linguistici peculiari che coinvolgono sintassi, morfologia e lessico; atteggiamenti che sono ormai penetrati anche nelle scritture di media formalit. Di seguito si fornisce una lista molto parziale:

Dislocazione a sinistra. Il pane lo compro io: la presupposizione che ci sia da comprare il pane nota agli interlocutori ed messa in evidenza attraverso lanticipazione (il pane) e integrata sintatticamente al nuovo contenuto informativo (io compro) grazie al pronome anaforico Per i concetti di anafora e catafora si veda la dispensa sulla linguistica testuale. lo. Vi sono alcuni casi particolari di dislocazione a sinistra:Topicalizzazione contrastiva. Il pane compro [intendendo: e non il latte]: se non c ripresa pronominale, lelemento dislocato a sinistra (il pane) veicola uninformazione nuova ed pronunciato con enfasi.Tema sospeso o nominativo assoluto. Lelemento dislocato a sinistra pu essere sintatticamente esterno alla frase, privo di una preposizione che lo preceda e separato da una pausa, rappresentabile con una virgola: La signora Bianchi, non ne voglio pi sentire parlare!, invece del pi corretto Della signora Bianchi non voglio pi sentire parlare!.Anacoluto. In questo caso, la frattura logico-sintattica del tutto simile al fenomeno del tema sospeso e pressoch intercambiabile con esso riguarda una porzione testuale pi ampia, una vera e propria rottura di costruzione: Il primo a consegnare il compito, gli permetto di uscire. Dislocazione a destra. Lo compro io, il pane: a differenza di ci che avviene con la dislocazione a sinistra, lelemento noto (il pane) posto in secondo piano, mentre lelemento nuovo (io compro) messo in evidenza e integrato sintatticamente con il vecchio grazie al pronome cataforico lo. Il fenomeno della dislocazione (a sinistra o a destra) risponde alle necessit di una sintassi egocentrica. Il concetto di egocentrismo nel linguaggio non ha sfumature morali: nella comunicazione c sempre un io che tenta di dire qualcosa partendo dal suo centro dinteresse, ovvero anticipando gli argomenti che lo coinvolgono emotivamente.Frase scissa. Marco che disturba la lezione: laccentuazione enfatica converge sullinformazione nuova, veicolata attraverso il costrutto: verbo essere () + elemento focalizzato (Marco) + falsa relativa che esprime lelemento noto (che disturba la lezione). A fuoco, oltre ai sostantivi, possono essere messi anche gli avverbi ( cos che devo fare?), i sintagmi verbali ( andare al cinema da solo che non sopporto), la negazione (non che le piaccia tanto).C presentativo. C una persona che chiede di te. Linformazione nuova duplice: 1) c una persona; 2) la persona chiede di qualcuno. La scelta di questo costrutto pu essere motivata dal desiderio di spezzare il contenuto informativo, per rendere pi agevole sia la produzione sia la ricezione del messaggio.Che polivalente. Subordina in maniera generica, ad esempio: Il giorno che ho dato lesame stavo male (valore temporale); Rientra a casa presto, che ti aiuto a fare i compiti (valore consecutivo-finale) ecc. Oppure d luogo a relative spesso non accettabili in una comunicazione pi sorvegliata: un bambino che gli piace leggere; Il cinema che siamo andati ieri. Rientrano nella categoria del che polivalente anche due fenomeni come lintroduzione di costruzioni enfatiche (che bella che sei!) e di avvio vivace dellinterrogazione (che, vuoi uscire con questo freddo?).Usi dellimperfetto indicativo. Nelloralit questo tempo ha esteso la sua area dazione: conferisce al verbo una sfumatura modale (che pu essere di possibilit, preghiera, dubbio ecc.); esprime eventi non ancora accaduti ma presupposti:Imperfetto fantastico: Quella mattina avrei preferito dormire pi a lungo ma poi perdevo lautobus [che in realt non stato perso], cos decisi di alzarmi di buonora. Imperfetto ipotetico: Se studiavi, superavi lesame.Imperfetto potenziale: Sono preoccupata: Paola doveva rincasare unora fa.Imperfetto ludico: Facciamo che tu eri il ladro che si nascondeva e io il poliziotto che ti veniva a cercare.Imperfetto di modestia o cortesia: Scusi, volevo un caff. Si sceglie anche per esprimere deferenza: Volevo esprimere solidariet a quanto Le accaduto, Signora.Imperfetto epistemico: La squadra giocava la prossima settimana ma oggi hanno deciso di annullare lincontro.Modalit per esprimere il futuro. Il futuro viene usato con frequenza sempre minore. Al suo posto loralit predilige:Presente pro futuro (per avvenimenti prossimi o assolutamente certi): Domani vado a Milano; Nel 2061 si festeggia il secondo centenario dellunit dItalia.Perifrasi che sottolineano laspetto dellazione, in questo caso la sua imminenza: stare per + infinito: Sto per andarmene; stare + gerundio: Sto andando in centro: devo portarti qualcosa?; andare/stare/venire + a + infinito: Vado a chiamare mia madre; Sto ad ascoltare quel che dice e poi decido se dargli retta; Vengo a concludere il mio discorso.Passato prossimo pro futuro anteriore: Ti chiamo, quando ho finito di studiare in luogo di Ti chiamer, quando avr finito di studiare. in espansione, tuttavia, luso del futuro per esprimere ipotesi e probabilit oppure un obbligo:Futuro epistemico: Che ore sono? Saranno le cinque.Futuro deontico: Le domande dovranno pervenire entro e non oltre il

Uso dei modi. Il congiuntivo risulta indebolito e sostituito dallindicativo nelle frasi soggettive (A me pare che il lavoro terminato); nelle frasi oggettive (penso che il tuo ragionamento giusto) Nel caso delle frasi soggettive e oggettive, loccorrenza significativa delle forme dellindicativo in luogo del congiuntivo spesso dovuta al fatto che si riferisce a un evento che il parlante non sente come ipotetico, possibile, incerto o probabile (che sono le modalit del congiuntivo) ma come reale (che la modalit propria dellindicativo). Limpiego dellindicativo permette, inoltre, di trattare la subordinata come se fosse una coordinata, secondo una tendenza generale alla semplificazione morfo-sintattica che tipica del parlato.; nelle interrogative indirette (si chiede che cosa intendeva Sergio); nelle ipotetiche (Se leggevi le istruzioni, terminavi lassemblaggio). In generale, la seconda persona singolare del presente congiuntivo tende a essere sostituita con il presente indicativo, probabilmente per ovviare a problemi di comprensione: alcuni studiosi, infatti, ipotizzano che unaffermazione come Voglio che vada via venga pi spontaneamente recepita come Voglio che lui/lei vada via piuttosto che come Voglio che tu vada via. Pertanto un parlante che produca lenunciato Voglio che vai via sembrerebbe mosso da unesigenza, pi o meno inconscia, di chiarezza. Ma bene rilevare che linclinazione allindicativo non spadroneggia: concerne il parlato, le situazioni informali e le variet diastratiche basse (in quelle medie e alte il congiuntivo ancora ben attestato); inoltre marcata diatopicamente (lindicativo affiora nelle parlate del centro-sud della penisola). Nel parlato il condizionale pi vitale del congiuntivo ma, come gi visto, tende a essere sostituito dallimperfetto indicativo. In compenso si sta arricchendo di alcune funzioni particolari ormai pressoch standardizzate, specie quando si riportano notizie incerte o si usa il discorso indiretto (per evidenziare il fatto che chi parla sta solo riferendo la parola daltri, senza necessariamente condividerla): ad esempio, Secondo il telegiornale il governo starebbe trattando con i ribelli. Oppure quando si vuole attenuare una richiesta (Chiuderesti quella porta?). Linfinito in espansione per esprimere istruzioni (Tenere lontano dalla portata dei bambini), per focalizzare lazione o levento espressi dal verbo (Interessare mi interessa, ma le condizioni attuali di questa offerta sono troppo svantaggiose), nel foreigner talk (la lingua parlata dai nativi con gli stranieri: Se volere permesso, andare in questura).Uso dei pronomi. Lui, lei, loro in funzione di soggetto hanno soppiantato egli, essa/ella, essi, anche in riferimento a cose Lui sempre in ritardo; La mia casa anche lei, come me, avrebbe bisogno di un bel restauro!, con buona pace delle grammatiche, che invece continuano a sanzionare il te soggetto (te che cosa ne pensi?). Gli ormai del tutto consueto per esprimere il dativo plurale (Ho visto Paolo e Maria e gli ho detto di chiamare piuttosto che Ho visto Paolo e Maria e ho detto loro di chiamare), ma considerato substandard, e quindi da evitare in situazioni formali, se usato al posto di le (Ho visto Maria e gli ho detto).Declino di loro come allocutivo di cortesia: Che cosa desiderate bere?, in luogo di Che cosa desiderano bere?.Dimostrativi utilizzati come pronomi personali, non di rado con sfumature negative rafforzate da qui o l: Quello un poco di buono!; Questa appena arrivata e gi crede di poter fare i propri comodi!; Se ti metti quella giacca l, ti rideranno dietro.Sto, sta al posto di questo/questa: Sta borsa non so dove metterla!.Risalita dei clitici Un clitico una particella priva di accento proprio, che si appoggia alla parola che la precede ad es. farlo, contattarla (in questo caso si parla di enclitico) o che la segue proclitico: lho dovuto fare. con i verbi modali o in complessi verbali: Lo devo fare vs devo farlo; La sto cercando di contattare vs Sto cercando di contattarla.Concordanze a senso.

Concordanza a senso di verbo plurale con soggetto collettivo + complemento di specificazione: Una ventina di persone sono rimaste coinvolte nel grave incidentevs Una ventina di persone rimasta coinvolta.Concordanza del verbo con la persona del soggetto logico: Tu sei una che ti prepari con scrupolo vs Tu sei una che si prepara con scrupolo.Mancata concordanza del verbo con soggetti posposti che rappresentano il nuovo: Non c problemi vs Non ci sono problemi; Ci vorrebbe delle soluzioni vs Ci vorrebbero delle soluzioni.

Lessico. Si riportano, tratti dal mare magnum delle variet lessicali della lingua parlata, solo pochissimi esempi:

Alta densit di verbi pronominali. Non te la prendere!; Questo non centra; Per fare il tiramis ci vuole il mascarpone; Non ci ho voglia ecc.Dativo etico. Sovente i verbi pronominali vengono usati con valore dintensificazione affettiva o di coinvolgimento di chi ascolta o legge: Mi preparo una tazza di latte caldo; Stasera ci guardiamo un bel film; Che mi combini?; Entro nel bar e sai chi ti vedo? Franco ecc. Diminutivo affettivo. Si tratta di un pensierino, un regalino piccolo, piccolo; Rimani ancora un attimino; ecc.Superlativi assoluti enfatici. Con mia sorella vado daccordissimo ecc.Espressioni lessicali di enfasi accrescitiva. Cerano un sacco/casino di persone; Ho letto quelle pagine, ma non ci ho capito un tubo! ecc.Raddoppiamenti. Ha comprato una macchina nuova nuova.Espressioni onomatopeiche. Stavo scendendo le scale quando patapumfete, sono caduta.E inoltre espressioni come:

Quello che , quelli che sono. Illustriamo adesso quelli che sono i concetti fondamentali della sociolinguistica.Mi sa al posto di mi sembra, penso: Mi sa che tu faccia il furbetto!Si vede che in luogo di evidentemente: Non venuto? Si vede che era stanco.Per forza con significato di obbligatoriamente: Devi farlo per forza.Solo che con significato avversativo: Hai ragione, solo che io non ci posso fare nulla.

3. Italiano standard, neo-standard e informale-trascuratoNegli ultimi decenni, litaliano parlato, di cui si sono gi elencati i tratti fondamentali, ha contribuito ad affermare tendenze duso in realt per buona parte gi rinvenibili in produzioni di autori di secoli addietro in parte accolte in parte ancora sanzionate dalle grammatiche (e in questultimo caso da etichettarsi come substandard, almeno per il momento). Secondo alcuni studiosi il sistema linguistico sta ormai gravitando dallitaliano standard verso un italiano delluso medio (secondo la definizione di Francesco Sabatini) o italiano neo-standard (secondo la definizione di Gaetano Berruto), che trasferisce alcuni tratti del parlato anche alle scritture di media formalit. Le caratteristiche del neo-standard coincidono pertanto con quelle illustrate in 2.2, con laggiunta significativa di due fenomeni che riguardano invece solamente la scrittura:

Uso delle congiunzioni. E, ma, o, allora, comunque in posizione iniziale di frase: Antonio Di Pietro parte al contrattacco: al termine di due giorni di voci, scoop, verbali e intercettazioni intorno alla sua vicenda processuale, lex pm prende liniziativa. E decide di denunciare i responsabili [].Uso della punteggiatura. Esiste una tendenza, specie nella prosa narrativa e giornalistica, a triturare la sintassi, attraverso un impiego nuovo del punto, come nellesempio che segue: Libero. Dopo tre anni. Sono arrivato in fondo al corridoio. La guardia alza la testa dalla scrivania. Mi blocco. Ghiacciato. Il risultato una tensione tra sintassi e testualit che attiva a sua volta particolari effetti di senso, non rinvenibili quando il punto conferma una frattura testuale gi imposta dalla sintassi.

Un confronto tra il testo 1, esempio di italiano standard, e il testo 2, un campione di italiano neo-standard, pu favorire una comprensione pi intuitiva delle variazioni linguistiche: Gli esempi riportati sono tratti ancora da Mirko Tavoni, opera citata.

1. Secondo lo statuto dellUniversit di Pisa, che fu approvato da unassemblea costituente di cui facevano parte tutte le componenti universitarie compresi gli studenti, il consiglio degli studenti un organo di governo delluniversit, che ha compiti di promozione e coordinamento della partecipazione studentesca alla gestione dellateneo. D pareri e avanza proposte su tutti i temi importanti della vita studentesca (ordinamenti e regolamenti didattici, diritto allo studio, servizi didattici, tutorato e orientamento, contribuzione), ha potere di proporre modifiche di statuto, delibera autonomamente sullassegnazione dei fondi da attribuire alle attivit (culturali, politiche, sociali, ricreative, etc.) autogestite dagli studenti.

2. Oggi, cinematograficamente parlando, ha una passioncella per Wenders e i tedeschi ma la sua curiosit maggiore ancora capire cosa diavolo ci fosse nella famosa scatoletta del cliente coreano di Bella di giorno. Viaggiare non che le piaccia troppo: stata a Praga, in America, in Germania, in Russia, ma tutto sommato preferisce Milano, Venezia e la Versilia destate. Sportiva non : per mantenersi in forma invece che laerobica usa una bicicletta da corsa. Dallanalista c stata poche volte e solo in America. Ama vestirsi tanto quanto spogliarsi: e lo fa sempre con gusto. Fra i jeans preferisce i Lee, ha una passione irresistibile per scarpe e stivali, cos come per giarrettiere, calze a rete e slip di seta. Ha un figlio di 15 anni, Mattia, e qualche problema come la maggior parte delle madri di oggi. questa la biografia di Valentina Rosselli, 42 anni, milanese, nubile, il pi reale dei personaggi di fantasia in circolazione sulle pagine dei fumetti. Lunico a invecchiare di pari passo con i suoi lettori.

Il testo 1 segue un filo espositivo rigoroso e si avvale di termini che appartengono alla sfera semantica giuridico-amministrativa; lortografia, le forme grammaticali e la sintassi seguono la norma; i pronomi relativi sono correttamente flessi (di cui facevano parte) e si fa uso del passato remoto (che fu approvato), pi formale del passato prossimo. Il testo 2, invece, un esempio di stile giornalistico brillante, con la presentazione differita del personaggio di cui tratta (la celeberrima Valentina di Crepax), al fine di creare una vaga suspense e attirare lattenzione del lettore; per osmosi con il linguaggio parlato, la sintassi semplice, basata sulla coordinazione e sullimpiego di dislocazioni a sinistra (sportiva non ; dallanalista c stata poche volte) e di frasi scisse (Viaggiare non che le piaccia troppo). Negli ultimi anni, tuttavia, alcuni narratori italiani hanno trasferito sulla carta un linguaggio che va oltre il neostandard. Si tratta dellitaliano informale-trascurato, di cui il frammento 3 un esempio efficace:3. Quando facevo il cameriere una volta a Milano cera questo gruppo di ragazzi che hanno visto due ragazze in fondo da sole. Arrivo io e faccio, non vi preoccupate. Sono andato l ho detto scusate ragazze se vi disturbo, per per una bella notizia. C un ragazzo che senza pretendere niente di particolare con molta onest ditemi cosa volete e io ve lo porto. Cos. Io qua sono venuto a Santo Domingo per mettermi daccordo con uno che deve vendere delle cose per la casa. Sto costruendo la casa in Giamaica, sto qua da due settimane vedo un po il posto poi ritorno. Allora stavo dicendo io ero l da quelle tipe e quelle fanno eh, ma chi? Io le faccio lultimo dietro a destra in fondo. Loro dicono chi, quello l con la cosa azzurra? No, le faccio, laltro, quello con la cosa rossa a sinistra, guarda bene. Ah, s, oh, dicono, bene bene bene. E prendono un caff e un bicchiere dacqua. E io le faccio va bene, daccordo. Torno al tavolo dei tipi. Vedo, faccio, dico tutto a posto vado l con il caff e il bicchiere dacqua.(da Aldo Nove, Puerto Plata Market)Come unico commento, qui basti riflettere sul fatto che qualcuno ha etichettato gli scrittori come Aldo Nove (peraltro impeccabile in altri contesti comunicativi) con la dicitura di cannibale: vi dunque unintera generazione di scrittori che ha letteralmente cannibalizzato il linguaggio, traslando il vuoto spirituale della contemporaneit nel vuoto espressivo, immerso in una dimensione tutta orale si vedano i frequentissimi deittici Per il concetto di deittico si veda la dispensa sulla linguistica testuale. (qua, l), le strutture con il c presentativo, il presente storico vivace (tipico dei racconti in prima persona), le parole ombrello (fare, cosa, tipo, tipa) , apparentemente priva di pianificazione e di logica (ad esempio, linserto Io qua sono venuto a Santo Domigo poi ritorno del tutto irrelato al racconto circostante, mimando un flusso del parlato non controllato, indifeso dalle distrazioni). Si pu accettare questo italiano? Certamente s, se si nellambito di testi letterari, dallo scopo ricreativo, o se si sta parlando informalmente. No, se lo utilizziamo in scritture e discorsi che hanno uno scopo funzionale ovvero per lo studio, il lavoro, la vita civile, leconomia, la politica e via dicendo.

Conclusione possibile, dunque, che certi fatti linguistici possano apparire corretti ad alcuni, inaccettabili ad altri. Le ragioni delle discrepanze possono essere le pi varie, ma certo la pi importante e frequente larticolazione delle lingue, e dellitaliano in particolare, in variet (regionali, sociali, situazionali) e sottovariet. Una certa espressione potr venire giudicata scorretta solo perch informale, o semplicemente perch lontana dalle abitudini linguistiche di chi la sta prendendo in esame. un bene quindi che i bambini (e i grandi) arrivino a capire che esiste nella nostra lingua un nucleo comune costituito da regole molto generali e accettate in tutte le situazioni e in tutti gli angoli della penisola, cui si accompagna per la gamma delle variazioni: le une e le altre sono a pari titolo lingua italiana, e sulle une e le altre si pu, anzi si deve, esercitare la riflessione, in una prospettiva didattica moderna che amplia il concetto di competenza linguistica in competenza comunicativa, radicandosi in una grammatica psico-semiotica Per amor di sintesi, questi appunti sulle variet dellitaliano si sono limitati a trattare di competenze linguistiche e sociolinguistiche. Troppo spesso dimenticate, e a torto, specie nellambito dellinsegnamento della L1, sono la competenza paralinguistica (ovvero il riconoscimento di elementi quali lintonazione, la velocit delleloquio, le interruzioni e le riprese del discorso e cos via) e la competenza extralinguistica (che concerne il linguaggio dei gesti, lutilizzazione degli spazi e delle distanze, il significato degli oggetti, dellabbigliamento dellinterlocutore, ecc.). Tutte insieme, queste competenze, costituiscono quella grammatica psico-semiotica cui si fa cenno, e fungono da trampolino di lancio per la fantasia del docente che voglia creare pratiche operative mirate allo sviluppo delle capacit metalinguistiche dei discenti. volta al recupero tanto del parlante quanto del contesto situazionale.

Bibliografia per lesame Relativamente alle caratteristiche dellitaliano contemporaneo, argomento della prima unit didattica, sufficiente studiare questa piccola dispensa (note incluse), i cui esercizi finali forniranno coordinate utili per orientarsi nella preparazione allesame.

Bibliografia di riferimento(Per i pi curiosi!)Chi fosse interessato ad approfondire il tema delle variet linguistiche o a sciogliere i dubbi inevitabilmente lasciati dalle pagine precedenti pu consultare alcune opere dallimpostazione rigorosa e tuttavia agili da leggere anche per i non specialisti: Ilaria Bonomi, Andrea Masini, Silvia Morgana, Mario Piotti, Elementi di linguistica italiana, Carocci, Roma 2003, pp. 15-86. Alberto A. Sobrero, Annarita Miglietta, Introduzione alla linguistica italiana, Laterza, Roma-Bari 2006, pp. 57-78. Maria G. Lo Duca, Lingua italiana ed educazione linguistica. Tra storia, ricerca e didattica, Carocci, Roma 2003, pp. 57-140. Cristina Lavinio, Comunicazione e linguaggi disciplinari. Per uneducazione linguistica trasversale, Carocci, Roma 2004, pp. 73-91.

Per una ricognizione intorno alla sola dimensione diamesica anche: Cristina Lavinio, Teoria e didattica dei testi, La Nuova Italia, Firenze 1990, pp. 11-38. Margherita Orsolini, Clotilde Pontecorvo, La costruzione del testo scritto nei bambini, La Nuova Italia, Firenze 1991, pp. 13-26.

La prima versione delle Dieci Tesi sulleducazione linguistica (anno 1975) pu essere utilmente consultata e scaricata cliccando sul link a seguire:http://www.societadilinguisticaitaliana.org/SLI_gen/dieci_tesi.htmoppure pu essere letta in: S. Ferreri, A. R. Guerrieri, Educazione linguistica ventanni dopo e oltre, La Nuova Italia, Firenze 1998, pp. 81-92.

Esercizi1. Rispondi alle seguenti domande:Che cos litaliano standard?

Elenca e spiega a grandi linee i cinque parametri fondamentali di variazione linguistica.

Definisci il concetto di registro, indicando anche il parametro extralinguistico cui esso legato.

Illustra il concetto di sottocodice.Un determinato sottocodice pu avvalersi di registri diversi?Da quale parametro dipendono le variet dapprendimento?Qual il parametro che influisce sulla formazione delle prime competenze linguistiche del bambino? E quello di cui, invece, il bambino prende coscienza per ultimo?Che cosa si intende per ridondanza esecutiva?Perch si parla di duttilit in riferimento alla scrittura?Fai un esempio concreto della funzione interazionale.Sei in grado di riferire tutte le differenze principali tra oralit e scrittura?Che cos un fatismo?Fai un esempio concreto di pausa piena.Fai un esempio concreto di dislocazione a sinistra.In che senso il concetto di dislocazione legato al concetto di egocentrismo del linguaggio?Descrivi i tratti caratteristici del parlato relativi alluso dei tempi verbali.Qual lo stato di salute del congiuntivo? Sapresti contrastare la tesi di chi asserisce che gli italiani gli preferiscano ormai lindicativo?Descrivi i tratti caratteristici del parlato relativi al sistema pronominale.Che cos litaliano neo-standard o italiano delluso medio?Elenca almeno tre fenomeni lessicali peculiari dellitaliano neo-standard.Il tratto gli per a lei da considerare neostandard o substandard (cio non accettabile)?Che cos un dativo etico?

2. Analizza nelle seguenti frasi i tratti dellitaliano neo-standard:Ho visto Marco e Paola e gli ho detto che questa settimana qui ho un esame.

Quando li vai a trovare?

Sono stanca stanca: mi faccio una bella doccia e poi vado a letto.

Volevo un gelato al cioccolato.

Lui il classico tipo che non gli devi dire cosa fare.

Vorrei conoscerli, i tuoi figli. Gianni e Luca mi parlano di loro in continuazione.

Al supermercato, ci va Claudio.

Il caff lo preferisco con poco zucchero.

I Rossi sono ancora qui? Non partivano domani?

Quando ho finito luniversit, vado a cercare lavoro.

Chi che deve essere ancora esaminato?

Di fronte a simili situazioni c quello che se ne frega e c quello che lotta per cambiare le cose.

Che fai stasera?

Cho fame!

Se lo sapevo che ti interessava, ti avvisavo.

Ventanni fa questa villa stata completamente ristrutturata, prima era un fienile.

Non appena ho mangiato, vengo a prenderti.

Bussano alla porta. Chi sar?

Sono appena arrivati un gruppo di turisti.

3. Il testo A, la trascrizione di un brano trasmesso, stato adattato al canale scritto e riformulato come testo B da una studentessa iscritta a un corso di laurea specialistica della facolt di Lettere e Filosofia di Pisa. Quali differenze noti tra i due testi? Aiutati rileggendo i paragrafi 2.1 e 2.2.ASpazi verdi // a Roma // ci sono // andrebbero gestiti // un po meglio // senzaltro // andrebbero gestiti un po meglio // perch // eh // spazi verdi // per me ci sono // certo // ce ne sono pochi // perch // vengono // non sono utilizzati // non sono utilizzati // per un mot // per un motivo semplice // perch // per arrivare // allo spazio verde // lo spazio verde // resta sempre // dentro la citt // e lo spazio verde uno // lo // lo immagina // leggermente // fuori // allaria // dove non ci sono macchine // per // per arrivare // in quei posti // diciamo // un grosso parco // un grosso parco giochi // ma non ci sia da pagare // per entrare che non ci sia da pagare // per entrare // gestito // eh eh // gestito // il discorso questo // per // per arrivarci // uno non deve prendere // la macchina propria // e andare l // dovrebbe essere vicino // a unuscita // della metropolitana // o a trovare // trovare // trovare sbocchi // dove fare // dove attrezzare // i cosi // dove per // ci deve essere // un controllo che // allora ritorniamo // al vecchio discorso // che il bambino // deve essere educato // da piccolo // non sporcare // non rompere // e allora // tante cose // andrebbero bene // il fatto // che in Italia // ho detto // tutto un casino // perch // chi lavora // lavora // chi non lavora // sta meglio di quello // che lavora.(Lopinione della gente: interviste per strada, Rai Tre, 12.05.02)

BNel corso della trasmissione di Rai Tre Lopinione della gente: interviste per strada, andata in onda il 12 maggio 2002, largomento proposto stato la gestione dei parchi pubblici a Roma. Secondo lopinione di un cittadino interpellato, critico rispetto allamministrazione dei parchi, lUrbe ricca di spazi verdi che sono per collocati allinterno della citt, circondati dal traffico e dunque scarsamente fruibili. Lintervistato troverebbe auspicabile la creazione di aree verdi situate fuori citt ma allo stesso tempo raggiungibili con facilit per mezzo della metropolitana; dovrebbero essere parchi ad ingresso gratuito, attrezzati per il divertimento dei bambini e muniti di un controllo.

Soluzioni esercizio 1Si rimanda alla lettura diretta delle sezioni teoriche.

Soluzioni esercizio 2

Ho visto Marco e Paola e gli (dativo singolare maschile esteso al plurale, al posto della forma tonica a loro) ho detto che questa settimana qui (avverbio locativo rafforzativo di complemento di tempo) ho un esame.

Quando li (risalita del clitico, sempre pi frequente rispetto a quando vai a trovarli?) vai (uso del presente indicativo al posto del futuro: forma andare + a) a trovare?

Sono stanca stanca (fenomeno lessicale di raddoppiamento): mi faccio (dativo etico: verbo pronominale con valore affettivo) una bella doccia e poi vado a letto (anche in questa frase il futuro sostituito dal presente).Volevo (imperfetto di cortesia al posto del condizionale) un gelato al cioccolato.

Lui (pronome personale soggetto al posto di egli) il classico tipo che (che polivalente con ripresa pronominale in luogo di a cui/al quale) non gli devi dire cosa (pronome interrogativo al posto di che cosa) fare.

Vorrei conoscerli, i tuoi figli (dislocazione a destra). Gianni e Luca mi parlano di loro in continuazione.

Al supermercato, ci (dislocazione a sinistra) va Claudio.

Il caff lo (dislocazione a sinistra) preferisco con poco zucchero.

I Rossi non hanno ancora iniziato a traslocare Ma non lasciavano (imperfetto epistemico) lappartamento fra due giorni?

Quando ho finito (passato prossimo indicativo, impiegato sempre pi spesso in luogo del futuro composto, che in questo caso sarebbe: avr finito) luniversit, vado (uso del presente indicativo al posto del futuro) a cercare lavoro.

Chi che deve essere ancora esaminato? (frase scissa: elemento focalizzato chi + + falsa relativa che esprime lelemento noto ovvero c ancora qualcuno che deve essere esaminato)

Di fronte a simili situazioni c quello che se ne frega (verbo pronominale) e c quello che lotta per cambiare le cose. (c presentativo)

Che (in luogo di che cosa) fai stasera? Insieme al cosa della frase 5, il che interrogativo un tratto molto frequente del neo-standard.Cho fame! (uso della particella pronominale ci con il verbo avere)

Se lo (uso del pronome neutro per anticipare una proposizione) sapevo (uso dellindicativo al posto del congiuntivo nel periodo ipotetico) che ti interessava, ti avvisavo (uso dellindicativo al posto del condizionale nel periodo ipotetico).

Ventanni fa questa villa stata completamente ristrutturata (uso del passato prossimo al posto del passato remoto), prima era un fienile.

Non appena ho mangiato vengo a prenderti (uso del passato prossimo al posto del futuro anteriore).

Bussano alla porta. Chi sar? (futuro con valore epistemico)

Sono appena arrivati un gruppo di turisti (concordanza a senso)

Soluzioni esercizio 3Il testo A ricco di tratti tipici di un parlato dialogico e informale: ripetizioni (ad es. spazi verdi), false partenze (ad es. perch // vengono // non sono utilizzati; . dove fare // dove attrezzare), parole ombrello (dove attrezzare i cosi), riempitivi di silenzio (eh diciamo), zeppe sillabiche (ad es. trovare // trovare // trovare sbocchi, sicuramente pronunciato con un prolungamento di sillaba finale, almeno nelle prime due occorrenze di trovare), assenza di pianificazione.

Il testo B si presenta scandito in due capoversi e regolarmente demarcato da segni interpuntivi come la virgola, il punto e virgola, e il punto; lo scopo quello di segmentare logicamente le unit informative e segnalare il procedere argomentativo, in modo da agevolare una lettura endofasica. In attacco, il nuovo testo recupera le coordinate spazio-temporali (essenziali per il lettore, che a differenza di un interlocutore non condivide con lemittente lo spazio e il tempo) e sintetizza largomento trattato non solo eliminando tutti i fenomeni tipici del parlato, ma anche selezionando le unit informative attraverso un non sempre immediato processo di interpretazione, rielaborazione e risequenziazione. Il risultato un testo compatto, ad alta densit informativa, che evita le ripetizioni e che si avvale di un lessico specifico e colto (Urbe, fruibili, auspicabile, muniti di).