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APRILE 2015 Quadrimestrale gratuito di Volontariato ONLUS ANNO IV - Numero 10 La Voce Ritrovata Vicenza Arzignano Bassano Schio Thiene

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APRILE 2015Quadrimestrale gratuito di Volontariato ONLUSANNO IV - Numero 10

La Voce RitrovataVicenza

ArzignanoBassano

SchioThiene

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LA VOCE RITROVATAPeriodico di Volonariato ONLUS

Notiziario di informazione quadrimestrale

Reg. Aut. Trib. di Bassano del Grappa (VI) n. 710/2011Reg. periodici N. 18/2011

Sede legale: Vicolo da Ponte, 40 Bassano del Grappa (VI)

Direttore editoriale:Michele Bizzotto

Direttore responsabile:Domenico Lazzarotto

Redazione:Annamaria Marcadella

E-mail: [email protected]

Foto di copertina:Gianni Menegatti

Stampa:Grafiche Novesi srl - NOVE (VI)

www.lavoceritrovata.it

APRILE 2015Anno IV - N. 10

S O M M A R I O

CHI SIAMOASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO E SOLIDARIETÀ-ONLUS

• Assistenza psicologica, morale, materiale ai laringectomizzatiprima, durante e dopo l’intervento.

• Corsi per la riabilitazione della parola.• Campagne nelle scuole contro Fumo- Alcol- Droga

CI VUOI AIUTARE?Versamenti a Banca San Giorgio Quinto Valle Agno Credito Cooperativo.

IBAN: IT61W088076026001 600801 7 902 Destina il 5 per mille al nostro codice fiscale: 91035260248

GRAZIE!

IL PUNTO DEL PRESIDENTE pag. 3di Pietro Serraiotto

L’AGENDA pag. 4-5La Redazione

VOLONTARIATO E SOLIDARIETÀ pag. 6-7Agostino Lessio e Pina Di Grazia

SAGGEZZA pag. 8-9La Redazione, G.B. Ciccarelli

INFORMA SANITÀ pag. 10-11Dott. Fabio Bonato

LA GRANDE GUERRA pag. 12-13Università degli Adulti - Bassano

NOTIZIE E CURIOSITÀ pag. 14La Redazione

FESTA DI PRIMAVERA pag. 15La Redazione

CONSIGLI pag. 16La Redazione

ALLA SCOPERTA DEL TERRITORIO pag. 17-19Chino Lessio

LETTURE pag. 20-21Claudia Giacon, Annamaria Marcadella

CUCINA pag. 22La Redazione

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Da qualche mese è iniziato il nuovo anno e noi siamo sem-pre presenti e attivi sia nell’As-sociazione che, soprattutto, nelle scuole, con il nostro pro-gramma di prevenzione con-tro il fumo, l’alcol e la droga.

A febbraio abbiamo festeggiato il nostro Pa-trono, S. Biagio, nell’ospedale di Vicenza, di Bassano, di Santorso.Una cerimonia particolare, con un omaggio agli ammalati, è stata fatta nell’ospedale di Bassano alla quale, questa volta, hanno par-tecipato anche altre Associazioni.La cerimonia è stata trasmessa in diretta ra-diofonica in tutti i reparti.La nostra Associazione ha festeggiato in mar-zo la FESTA DI PRIMAVERA, che quest’anno è stata organizzata interamente, e con pieno successo, dal gruppo degli Associati di Thie-ne - Schio, che ha dimostrato così una gran voglia di fare, tale da ottenere un ottimo ri-sultato. La partecipazione dei soci alla Festa di Pri-mavera è stata numerosa come al solito, anche se abbiamo avuto qualche defezione all’ultimo momento dovuta principalmente al tempo inclemente e a malattie di stagio-ne. Però nel complesso tutto si è svolto nel migliore dei modi : l’allegria è stata la sovra-na di tutto e anche la lotteria, molto ricca, ha soddisfatto i premiati.Non solo: è stato molto apprezzato l’omag-gio pasquale per le signore, fatto da alcune socie. Veramente complimenti agli organizzatori.In questi ultimi giorni è venuto a mancare il nostro Socio più anziano Renato Bizzotto.E’ stato uno dei fondatori della Sottosezione di Bassano che ha diretto per oltre 40 anni.La sua presenza nell’Associazione, sempre at-tiva, attenta e discreta non è mai venuta meno fino a poco tempo fa.Per i soci è stato un gran pia-cere vedere che la Giovanna, la sua inseparabile compagna

di una vita, abbia partecipato alla Festa di Primavera, dimostrando così il grande spirito associativo che la anima.Ora, anche se mi ripeto, occorre ricordare il grande sforzo che facciamo nella CAMPA-GNA CONTRO IL FUMO, L’ALCOL E DROGA che ci vede impegnati nelle scuole di tutta la provincia di Vicenza.Gli alunni coinvolti sono veramente migliaia e anche l’interesse che ci viene dimostrato dagli Insegnanti ci da una grande soddisfa-zione nel vedere riconosciuti i nostri sforzi e sacrifici.

Naturalmente stiamo organizzando anche le manifestazioni per l’anno in corso che pensiamo importanti e soddisfacenti, visto l’interesse e l’approvazione data alle nostre idee programmatiche.Ormai è in fase di completamento anche il “libro delle scuole dei ragazzi“ che verrà pre-sentato con una grande festa e partecipazio-ne in un teatro di Bassano.Si tratta della seconda edizione di un libro ‘testimonial’ che raccoglie i pensieri, le opi-nioni e i proponimenti che gli alunni fanno dopo i nostri incontri riguardo il fumo, l’alcol e la droga.Altre iniziative sono allo studio, ma occorre sempre tener presente il problema econo-mico che è parte determinante in ogni no-stra manifestazione.Ringrazio ancora una volta tutti i Soci per la coesione che continuamente dimostrano e specialmente i collaboratori.Anche il nostro giornale continua ad essere pubblicato e seguito con sempre maggior in-teresse.A tutti un caloroso arrivederci a presto.

Pietro Serraiotto

IL PUNTO DEL PRESIDENTE

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3 febbraio - Inizio attività della nostra Associazione con la celebrazione di una Messa dedicata al nostro santo pro-tettore San Biagio. San Biagio, vescovo martire cristiano, è da secoli conside-

rato il protettore di malattie, ma soprat-tutto quelle della gola. Quindi è sempre particolarmente invocato da chi ha o ha avuto le nostre problematiche. San Bia-gio è famoso per il miracolo compiuto su un fanciullo che stava morendo soffoca-to per aver conficcato nella gola un osso di pesce. Da qui la qualifica di protettore di tutti i mali di gola.Nel primo po-meriggio la ricorrenza è stata ricorda-ta all’ospeda-le di Vicenza, con una Messa. Con la partecipazione di un notevole gruppo di nostri iscritti, tra-sferitosi da Bassano, da Thiene e Schio, abbiamo seguito la funzione assieme ai medici e al personale medico del reparto di Otorinolaringoiatria di Vicenza. Come sempre, momenti di emozione e di rin-graziamenti. Nello stesso giorno, alle 17, è stata offi-ciata una seconda Messa nella Cappella

dell’Ospedale di Bassano. Una giovane soprano ha impreziosito la cerimonia

con splendidi inni. Inoltre le Associazio-ni Oncologiche presenti, tra cui la no-stra, avevano preparato dei pacchetti con della frutta e un santino contenente la preghiera degli ammalati e quella dei laringectomizzati, da portare nei reparti e donarli, dopo la benedizione, agli am-malati. È seguito un rinfresco preparato dalle signore delle Associazioni.13 febbraio - Anche all’ Ospedale di San-torso, dell’ Alto Vicentino, si è voluto ricordare San Biagio con una Messa per i nostri associati e con la bene-dizione della frutta. Ci siamo ritrovati in tanti, confor-tati anche dalla presenza del Primario e del Corpo Medico.14 febbraio - San Valentino. La festa di San Valentino ricorre annualmente in

questa data e oggi è festeggiata in tut-to il mondo. San Valentino oltre che patrono degli inna-morati è protettore

degli epilettici e in parecchie città viene venerato come protet-tore degli agrumeti. Nella sua lunga vita fece molti miracoli. Morì a 97 anni decapitato da un soldato romano per non aver voluto abiura-re la fede cristiana. 8 marzo - Giornata internazionale della Donna. Da celebrazione , con origini molto antiche, a festa. Giorno nato per celebra-re i diritti delle donne, atto ad innalzare il

L’AGENDA

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loro ruolo nella storia e nella politica, un giorno per celebrare il loro coraggio e la loro determinazione. Ma oggi è un gior-no completamente stravolto: le donne si prendono una giornata libera, escono, principalmente senza maschi, si diverto-

no senza chie-dersi il perché. E si scambiano, come da copio-ne, un ramo di mimosa.

Per che motivo si regala la mimosa? La mimosa è stata scelta come fiore simbolo della festa della donna dalle femministe italiane. Era il 1946 quando l’UDI (Unione Donne Italiane) stava preparando il pri-mo “8 marzo” del dopoguerra. Si cercava un fiore che potesse contraddistingue-re e simboleggiare la giornata. E furono le donne italiane a trovare nelle palline morbide e accese della profumata mimo-sa il simbolo della festa delle donne. 19 marzo - Festa del papà. È una ricorrenza civile diffusa in tutto il mondo, anche con date diverse. Nasce nei primi decenni del XX secolo, complemen-tare alla festa della mamma, per festeggiare i padri in gene-rale, presenze fondamentali nell’ educa-zione dei figli. Nei paesi di tradizione cat-tolica la Festa del papà viene festeggiata il giorno di San Giuseppe, padre putativo di Gesù.22 marzo - Festa di Primavera –Tradi-zionale appuntamento dei soci in una stagione particolarmente luminosa e ca-rica di vitalità. Quest’anno la festa è pro-grammata e organizzata da Thiene (vedi articolo a pag. 15).

5 aprile – Pasqua di Resurrezione. Ecco il suono delle campane dopo il lungo silen-zio del Triduo santo. Annuncio di festa, di vita nuova, di spe-ranza: grande impul-so per superare le crisi e confidare in un futuro migliore. Gesù Cristo risorge, in un passaggio a nuova vita. Da questa incrollabile verità nasce la nostra fede. Siamo fortunati di avere un Buon Pasto-re che ci sprona a continuare a credere. Papa Francesco ci insegna come intende il compito del Buon Pastore: basta guar-

dare queste fo t o g ra f i e . Papa France-sco che lava i piedi a dei ragazzi carce-

rati e ad una donna e al suo bambino, in ricordo della lavanda dei piedi fatta da Gesù, senza nessuna for-malità, in uno slancio di vita tra esseri in-carnati.Questa è Pasqua!

Buona Pasqua a tutti gli associati e conoscenti.

La Redazione

Tempo di dichiarazione dei redditiDONATE IL 5x1000

alla nostra Associazione Onlus“La Voce Ritrovata”

Codice fiscale: 91035260248Grazie!

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VOLONTARIATO E SOLIDARIETÀMANIFESTAZIONI DI VOLONTARIATO

MEDICI CON L’AFRICA CUAMMRingraziamo la Sig.ra Annamaria Marcadella per avere sollecita-

to questa nostra presenza. Scrivere per un’associazione il cui scopo è la solidarie-tà fa sempre piacere perché ci accomuna lo stesso spirito.

CHI SIAMO“Medici con l’Africa Cuamm” è un’organizza-zione non governativa cattolica, nata nel 1950 per opera di un medico di Schio, Prof. Fran-cesco Canova, e l’allora Vescovo di Padova, Mons. Girolamo Bortignon. Cuamm significa Collegio Universitario Aspiranti Medici missio-nari. Opera attualmente nell’Africa Subsaha-riana e precisamente in Angola, Etiopia, Mo-zambico, Sierra Leone, Sud-Sudan, Tanzania e Uganda con mediamente un’ ottantina di volontari (soprattutto medici, ma anche infer-mieri, logisti e amministrativi) che rimangono per un periodo medio di circa tre anni. Con il loro impegno, oltre che a curare, si riesce a formare persone del luogo (medici, ostetri-che ed infermieri) che collaborano nella ge-stione e nel funzionamento degli Ospedali e dei Centri di salute nel territorio. Opera, oltre che nei paesi più poveri dell’Africa, soprattutto nei luoghi con meno strutture sanitarie e ama definirsi l’organizzazione dell’ “Ultimo Miglio”.

L’IMPEGNO ATTUALEOltre alle normali attività di assistenza sanita-

ria e di sviluppo e crescita delle strutture, in quest’ultimo anno, ci si è trovati nel bel mezzo dell’epidemia di Ebola in Sierra Leone. Mentre diversi ospedali chiudevano per l’impossibilità di affrontarla, i nostri volontari hanno deciso di rimanere, lasciando funzionare le strutture ospedaliere e realizzando Centri di isolamento per gli infetti e curandoli. Il Presidente della Sierra Leone, in visita alle strutture, ha ringra-ziato Medici con l’Africa e i volontari presenti per la loro abnegazione e grande generosità, seppur rischiosa anche per loro.L’altro grande progetto che è già al terzo anno di realizzazione riguarda “Prima le mamme e i bambini”. Ogni anno in Africa Subsahariana 265 mila don-ne muoiono a causa del parto e 1,2 milioni di bambini per-dono la vita nel loro primo mese. L’obbiettivo di Medici con l’Africa Cuamm è quello di rad-doppiare, in cinque anni, il numero di parti assistiti, arrivando progressivamente a 125 mila. L’intervento si sta focalizzando in quattro ospedali di quattro paesi africani e nei distret-ti di riferimento. La popolazione interessata al progetto è di circa 1,3 milioni di abitanti.

VOLONTARI IN ITALIAMedici con l’Africa Cuamm , in passato, ha sempre lavorato in silenzio, con umiltà e abne-gazione. In questi ultimi quindici anni in par-ticolare, la cooperazione nazionale ed inter-

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SCUOLA COME MISSIONE

nazionale, a causa della crisi, ha ridot-to al lumicino gli aiuti ed i poveri non possono aspettare. Allora si è stati co-stretti a chiedere

aiuto e farsi conoscere. Sono nati diversi grup-pi di appoggio in tutta Italia ed uno anche a Bassano, Marostica ed Asiago. In ricordo di un medico Cuamm, scomparso a Boston (USA) nel 2000 a soli 29 anni, a causa di un pirata

della strada, Sara Lessio, nipote di Chino (Gio-achino Lessio), è nata l’associazione “Cuamm con Sara per l’Africa-Onlus” che fa conoscere Medici con l’Africa Cuamm nel territorio e so-stiene con la generosità dei concittadini i pro-getti in Africa. (c.c.p. 22645162 oppure Cod. IBAN. IT30I0830960161007007007030).

Per “Cuamm con Sara per l’Africa-Onlus”Dott. Carlo Girardi – Presidente

Agostino Lessio

 

Cari soci e non,anche per quest’anno scolastico è stato orga-nizzato un calendario di incontri con gli alunni delle scuole medie infe-riori e superiori, relativi alla campagna contro il fumo.

E’ già passato un anno da quando Pietro (Gigi) Serraiotto ed il compianto Chino Lessio mi hanno coinvolto in questa delicata attività di volontariato, consistente nell’organizzare e coordinare incontri finalizzati alla prevenzio-ne contro il fumo e l’abuso di alcool, presso le scuole medie inferiori e superiori della provin-cia di Vicenza. Considerata l’età degli studenti coinvolti, gli incontri sono stati organizzati in modo da fornire brevi informazioni sui danni che possono essere provocati dal fumo ed alcool, in particolare nei giovanissimi. Gigi e Gioachino tramite il racconto della loro storia personale ,del loro rapporto con il fumo e del-le gravi conseguenze subite, mettono in luce gli effetti negativi sulla salute del fumo tanto attivo quanto passivo e soprattutto sottoline-ano l’importanza della prevenzione.Quando l’anno scorso è stata richiesta la mia disponibilità a collaborare a questo progetto in sostituzione della sig.ra Fulvia, ho avuto qualche attimo di esitazione e indecisione per due ragioni precise:a) l’impegno notevole richiesto sia per orga-nizzare il calendario degli incontri che per ef-fettuarli b) il timore che una malattia così invalidante,

come il tumore alla gola con gli effetti fisici de-vastanti, potesse impressionare gli studenti, a mio parere troppo giovani.Tuttavia ho poi accettato di collaborare e dopo una serie di incontri con i ragazzi ho potuto constatare che effettivamente l’argo-mento impressiona gli studenti, ma in modo positivo, inducendoli a riflettere. I docenti, che spesso promuovono gli incontri, sono molto motivati e seriamente preoccupati del fatto che i ragazzi comincino a fumare in età sempre più precoce ,per cui apprezzano molto queste iniziative come dimostrano gli attestati

che alcuni professori ci hanno inviato.Da parte mia posso dire che l’esperienza mi ha permesso di conoscere questa Associazione che porta avanti con lodevole e faticoso lavoro molte attività socialmente utili. La disponibili-tà ed il coinvolgimento da parte di tutti è en-comiabile , si lavora ma si trova anche il tempo per momenti conviviali e visite culturali, che senz’altro sono positive per mantenersi attivi.

Pina Di Grazia

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SAGGEZZARIFLESSIONI SU SITUAZIONI DI VITA DI OGNI GIORNO

DEDICATE AI GIOVANI• Una parola calda riscalda tre stagioni fredde.

• Il rimprovero fa bene, l’ inco-raggiamento di più!• Nulla rende più ansioso il

figlio che sentirsi dire dai genitori che po-trebbe fare di più!• La pecora che bela perde il boccone: non è da intelligenti dedicarsi ai lamenti.• Dare tutto al figlio è preparare un infe-lice: il passero ubriaco trova amare persino le ciliegie.• Briglia sciolta, un po’ alla volta. Quando il dentifricio è uscito dal tubetto, chi riesce ancora a farlo rientrare?• La vita ha il gusto che le dai.

• Si può essere notevoli, senza essere notati.• Non esiste bel-lezza senza per-sonalità.• La festa è nel

cuore, non nel bicchiere di liquore.• La vita è più mitica di quanto si immagi-ni.• Bisogna guardare in alto, non in aria!• Si inganna il figlio a farlo crescere col se-dere nel morbido.• Chi ama i fiori non li calpesta, né li coglie per sé, ma li lascia crescere liberi e belli nel prato.• Bisogna mostrare la testa, prima dell’om-belico.

• Se ci aspettiamo grandi cose dal no-stro cervello, non saremo delusi.Prendete nota:

• Il figlio non è una me-daglia da appendere al collo: non lo obbligo a fare gli straordinari per dimostrare d’ aver messo al mondo un fenomeno.

• Se amassimo veramente i nostri figli, non li costringeremmo a passare le giornate tra scuola, piscina, lezioni di nuoto,o di violino, palestra, corsi di computer, con il solo sco-po di annichilirli! (Paolo Crepet psichiatra vivente).• Viene ripetuto continuamente: ‘I giova-ni sono maleducati, avidi, violenti’. Però nessuno dice ‘Perché sono così?’. Fin dalla nascita li abbiamo coperti di spazza-tura e adesso ci lamentiamo del loro cattivo odore! (Susanna Tamaro scrittrice vivente).• I bambini di oggi sembrano sapere tan-te cose -e le sanno- ma sotto al bambino tecnologico vi è il bambino eterno che non può vivere senza l’affetto e l’amore di qual-cuno che lo aiuti a crescere. (Mario Lodi maestro e scrittore vivente).

• L’importanza della lettura: Un bambino che legge si dimentica dei piedi, ha schegge di luce negli occhi ar-denti. E’ un bambino che va lontano senza

che nessuno lo prenda per mano. (Angelo Petrosino scrittore vivente).

(Ricerca di Redazione)

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La giovinezza non è un periodo della vita:è uno stato dello spirito, un effetto della volontà,una qualità dell’ immaginazione,un’intensità emotiva,una vittoria del coraggio sulla timidezza,del gusto dell’ avventura sull’amoredel conforto.Non si diventa vecchi per aver vissutoun certo numero di anni:si diventa vecchi quando ci si rassegna.Gli anni raggrainziscono la pelle,la rinuncia ai nostri ideali raggrinzisce l’anima.

Si resta giovani fin quando si resta ricettivi:ricettivi ai messaggi della natura,dell’uomo e dell’ infinito.Si è giovani quanto la nostra fede,vecchi come la nostra incertezza,giovani come la nostra speranza,vecchi come il nostro scoramento.Quando il cuore è morso dal pessimismoe corroso dal cinismo, quando non si ha più fantasia,quando non si è più capaci di sognare,l’anima diventa vecchiae si diventa polvere prima della morte. G. B. Ciccarelli, psicologo

ESSERE GIOVANE

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ECCELLENZA A SANTORSO: primo in-tervento in Veneto di chirurgia tiroidea poco invasiva. Direttore dott. Fabio Bonato presso l’Ospedale Alto Vicentino Santorso.

Per nodulo tiroideo si deve intendere un aumento CIRCO-SCRITTO di volume dei tessuto tiroideo, unico o multiplo.Per essere palpabi-le dall’esterno esso

deve avere dimensioni almeno superiori al centimetro e può non provocare alcun disturbo per cui il riscontro ecografico è a volte occasionale: i due terzi degli esami ecografici del collo eseguiti per patologia NON tiroidea mostrano nodi tiroidei, con maggior frequenza nel sesso femminile.Il nodo può essere, come detto, singolo (adenoma di Plummer, gozzo uninodulare benigno o maligno) oppure sono presenti più nodi contemporaneamente, di varie di-mensioni (gozzo multinodulare).Il nodo può essere cistico, assai spesso be-nigno, oppure un adenoma capsulato, di natura ancora benigna, ed infine si può tro-vare la variante maligna: la forma maligna differenziata papillare o follicolare, valuta-bile intorno al 6-7% di tutti i nodi tiroidei evidenziati, però non ha un atteggiamento particolarmente aggressivo e la prognosi è indiscutibilmente buona. Questa forma deve essere sempre sospettata nel caso si presenti in soggetti giovani di sesso ma-schile, unica e scientificamente “fredda”.Il carcinoma papillare rappresenta da solo il 60-70 % delle forme nodulari maligne della tiroide, frequente nei pazienti giovani, con aggressività contenuta.Il carcinoma anaplastico (5%) è tipico inve-

ce dell’età avanzata ed ha alte malignità, sempre letale. Esiste inoltre un carcinoma costituito da cellule non tiroidee, il carci-noma midollare, derivato dalle cosidette cellule parafollicolari, in grado di secernere l’ormone calcitonina: vi può essere familia-rità e associazioni con altri tumori dell’ap-parato endocrino: Frequenti sono le meta-stasi ai linfonodi del collo.

DIAGNOSI E TRATTAMENTOIl primo approccio alla diagnosi avviene du-rante la visita medico-endocrinologica.Accanto ai dati forniti dall’anamnesi fami-liare e personale, dalla palpazione della regione tiroidea e delle stazioni linfonodali del collo, dall’aspetto del paziente (globi oculari, obiettività cardiologica, sintomi ga-strointestinali, tremori, insonnia etc.) deve essere iniziato l’iter diagnostico strumen-tale che comprende ecografia del collo, scintigrafia, dosaggio T3-T4 e TSH ed esa-me citologico su agoaspirato.L’ecografia darà informazioni sulle dimen-sioni complessive della tiroide su nume-ro, dimensioni e contenuto del/dei nodi e sul tipo di irrorazione sanguigna del nodo stesso (eco colordoppler), assai importan-te come criterio di distinzione tra benigni-tà e malignità. La scintigrafia si basa sulla capacità della cellula tiroidea di assumere selettivamente lo iodio dell’organismo: essa, dopo la somministrazione di una pic-cola dose diagnostica di iodio radioattivo, darà informazioni sulla funzione della cel-lula esaminata, che sarà “calda” o “fredda”, cioè iperfunzionante o poco funzionante in relazione alla natura della malattia; i nodi caldi abitualmente sono benigni mentre i freddi possono anche rilevare malignità.L’agoaspirato è la tecnica di indagine più sicura per la diagnosi di natura del nodo : mediante il prelievo di frustoli cellulari del nodo tiroideo, sotto guida ecografica, il Pa-

INFORMA SANITÀ IL NODULO TIROIDEO

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tologo potrà dare un orientamento assai preciso sulla tipologia della cellula in esa-me e quindi impostare il trattamento più adatto.La terapia dei nodi benigni potrà essere inizialmente ormonale mediante la som-ministrazione di tiroxina, anche per lunghi periodi con l’intento di ridurre le dimensio-ni e quindi controllare la crescita del nodo stesso; altri farmaci come il Metimazolo, inibiscono invece la produzione di ormone tiroideo nel caso in cui si tratti di nodo iper-funzionante. Se il risultato non è soddisfa-cente, si passa alla terapia chirurgica, con interventi di tiroidectomia parziale, cioè con conservazione di parte della tiroide, o totale. In quest’ultimo caso il paziente dovrà assumere farmacologicamente per sempre la dose quotidiana di ormone tiroi-deo, necessario al corretto funzionamento dell’organismo.I punti critici dell’intervento di tiroidecto-mia conservativa ( istmolobectomia mono-laterale, resezione polare superiore o infe-riore, istmectomia) o tiroidectomia totale riguardano la preservazione delle ghiando-le paratiroidee e del nervo laringeo inferio-re o ricorrente.Le paratiroidi sono determinanti nel meta-bolismo del calcio, elemento fondamentale per la struttura delle ossa e per la corretta contrazione muscolare, cuore compreso.Il nervo ricorrente muove la corda voca-le corrispondente: la sua lesione provoca quindi uina paralisi nella motilità dell’emi-laringe con grave disturbo nella sonorità della voce.

L’Unità Operativa di O.R.L. di Santorso, Ospedale Alto Vicentino, da tempo utiliz-za a tal riguardo il sistema di monitorizza-zione intraoperatoria del nervo ricorrente (N.I.M.), incrementando in questo modo la sicurezza del paziente e riducendo nel con-tempo la incidenza di eventi avversi posto-peratori.Viene inoltre messa in atto la tecnica chi-rurgica più moderna nel trattamento chi-rurgico del nodo tiroideo: la tiroidecto-mia video-assistita minimamente invasiva (MIVAT). Essa consiste in una evoluzione della tecnica tradizionale, con una piccola incisione alla base del collo di 2-3 cm. At-traverso la quale si inserisce un endoscopio ottico, collegato a telecamere e monitor, con strumentazione microchirurgica dedi-cata. L’intervento e la degenza media risul-tano più brevi con intuitiva vantaggi per il paziente e per i costi di ricovero.La terapia del tumore maligno è sempre inizialmente chirurgica, con l’intervento radicale sulla tiroide, unito eventualmente all’asportazione dei linfonodi del collo col-piti alla malattia.Secondariamente, il trattamento potrà es-sere completato con una particolare Ra-dioterapia, detta radioiodometabolica, in grado di irradiare selettivamente le cellule tiroidee patologiche eventualmente sfug-gite al trattamento chirurgico.

Dott. Fabio BonatoDirettore Unità operativa O.R.L.

U.L.SS. 4 – Alto Vicentino

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1915-2015: cent’anni dalla grande guerra o, come disse Papa Benedetto xv, “dall’inu-tile strage”.In principio fu chiamata la Grande Guerra perché mai prima di allora un conflitto ave-va raggiunto simile violenza, coinvolgendo nazioni e popoli. A mano a mano che si estendeva su tutta la Terra venne chiamata Guerra Mondiale; ora, dopo che dal set-tembre 1939 divampò un’altra gigantesca conflagrazione, Prima Guerra Mondiale.I primi cinquant ‘anni passati a seppellire i morti negli ossari, nei cimiteri di guerra, erigere monumenti nelle piazze a memo-ria dei caduti, croci nei campi di battaglia e, con i morti seppellire gli incubi, i ricordi dei corpi straziati, l’odore del sangue, i fili spinati, le mitraglie, le bombe la fame, il

freddo e la paura, per poter ricominciare a vivere. Poi si è cercata la memoria sepolta e si è rifatta la storia: sotto la lente degli storici tanti idoli sono caduti e tanti soldati sono diventati eroi.Sono tornate alla luce foto ingiallite di ra-gazzi in divisa sorridenti, diari nascosti nei cassetti o nelle soffitte, tante, troppe croci di guerra, medaglie alla memoria e lettere, conservate come reliquie, giunte dal fron-te, avute da coloro che la guerra l’avevano vista “dal basso” e che in quegli anni aveva-no pagato altissimo prezzo.Si sono cercati i superstiti che hanno rotto quel silenzio che si erano imposti e i ricordi sono tornati, un po’ annebbiati, come una liberazione.Sono state setacciate le rive dei fiumi Piave

LA STORIALA GRANDE GUERRA

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e Isonzo, i sentieri di montagna, le trincee, le gallerie, i forti dove rimangono ancora i segni come profonde cicatrici che gli anni e la forza della natura non riescono a can-cellare. Sono lì, ben visibili, per ricordare e far riflettere. Sono stati recuperati tutti gli oggetti che parlano ancora della Grande Guerra ed esposti nei tanti musei sorti per mantenere viva la memoria.Ci siamo impegnati, come gruppo della ri-cerca di Bassano del Grappa, a trovare me-morie nostre o di qualcun altro, relative al conflitto 1915-18………..La Grande Guerra, così rivista nei vari di-versi capitoli, vogliamo sperare susciti sen-timenti ulteriori di rifiuto ha purtroppo possibili future atrocità.

(Testo completamente riprodotto dalla Ricer-ca “La Grande Guerra - Vita di gente e di pa-ese”, fatta dalla Università Adulti di Bassano del Grappa. Anno Accademico 2014 - 2015)

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NOTIZIE E CURIOSITÀLo sapevate che: esiste un’alleanza antio-besità?

Si chiama ”Obesinforma”, un progetto che vuole informare il grande pubblico sul-le tecniche più avanzate nel trattamento dell’obesità. Nasce per volontà di 5 centri italiani specializzati nella cura del proble-ma: Vicenza, Empoli, Roma, Napoli e Cata-nia. I riferimenti: numero verde 800560560 e sito internet www.obesinforma.it.•I carciofi alzano le nostre difese.I batteri “buoni” si trovano tradizionalmen-te nello yogurt, ma presto potremo acca-parrarceli dai carciofi. Quelli realizzati dall’ Istituto di Scienze delle produzioni alimen-tari del Cnr di Bari. Ne basteranno due al giorno contro i disturbi gastrointestinali. Il processo che produce conserve di ortaggi con probiotici pronti all’uso, è applicabile anche alla cicoria, alla cipolla e alle olive.• Fumo: un test dice come smettere.Basta un esame del sangue per capire quale è la strada migliore per smettere di fumare. I ricercatori delle università della Pennsylvania di Filadelfia (Stati Uniti) e di Toronto (Canada) hanno scoperto che dall’ analisi del liquido ematico si può valutare la velocità di smaltimento della nicotina di ogni persona: in questo modo è possibile impostare il trattamento più indicato (sce-gliendo tra farmaci e cerotti) per ogni fu-matore.

• Vita: si vive sempre più a lungo.Una recente statistica sull’età media de-gli italiani, (ma il trend vale per tutti i Pa-esi occidentali), indica che negli ultimi 80 anni la speranza di vita è passata da 55 a 82 anni. Un incremento che dipende da molti fattori, primo dei quali il tasso di mortalità infantile quasi azzerato in Occidente, per i progressi della scienza medica e farmaco-logica e per il miglioramento delle condi-zioni generali di vita. Secondo gli studi, il limite di vita previsto dal nostro patrimonio genetico è di 120 anni ed è legato al ciclo di

riproduzione, che ha un limite temporale. Gli strumenti per avvicinare questo limite, oltre a un’alimentazione equilibrata, sono indicati nel mantenere sempre attivi corpo e mente.• Conoscere le mandorle.Mangiare circa 20 mandorle al giorno aiuta a bruciare il grasso che si deposita su pan-cia e fianchi, il più dannoso per la salute. Lo ha dimostrato uno studio dell’universi-tà della Penn State University (Stati Uniti) che ha coinvolto 52 persone in sovra peso e con un livello troppo alto di colesterolo. Metà dei volontari ha mangiato 42 grammi di mandorle al giorno, i restanti un dolce con le stesse calorie: solo i primi hanno vi-sto ridursi girovita e colesterolo.

Ricerca di Redazione

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FESTA DI PRIMAVERADomenica 22 marzo, Festa di Primavera, voluta dalla nostra Asso-ciazione per stare insieme con l’alle-gria del sole e del calore della pri-mavera.Quest’anno la

sede dell’ incontro è stata a Thiene. Tutto è iniziato con una Messa molto commovente per la partecipazione di alcuni ragazzi che hanno letto alcuni pensieri sulla famiglia e sulla pace.La parrocchia che ci ha accolto è quella di San Vincenzo Diacono, ma la chiesa in cui si è celebrata la messa è quella della Penteco-ste. Queste due chiese hanno una storia alle loro spal-le, perché la chiesa di san Vincen-zo, se pur stupenda e ricca di opere d’arte, era troppo piccola per ospitare i fedeli. Per-ciò nel 2000 fu affiancata da una costruzio-ne modernissima e capace, la chiesa della Pentecoste. L’intera sala della chiesa è do-minata da una vasta cupola, coloratissima e luminosa. Statue di bronzo adornano l’al-

tare e le fiancate. E’ stato stupendo iniziare il giorno in un am-b i e n t e così ricco

di religiosità.Subito dopo la Mes-sa ci siamo trasferiti nel Centro Parroc-chiale per il nostro banchetto convivia-le, molto apprezzato dai presenti. Bravis-simi i ragazzi scout che hanno servito a tavola con vera passione. Al pranzo è se-

guita una lotteria con ricchi premi, e alcuni hanno fatto man bassa degli oggetti proposti. Per completare la

giornata, a tutte le signore è stato dona-to un omaggio veramente simpatico: un ovetto avvolto da una retina fatta all’uncinetto dalle nostre signore di Thiene. Ovetti di tutti i colori, per rallegrare le tavole e per farci in anticipo gli auguri pasquali. Complimenti e grazie.

Grazie anche a tutti gli addetti ai lavori che hanno collaborato e si sono dati da fare affinché questo giorno di primavera diven-tasse la nostra FESTA DI PRIMAVERA.

La Redazione

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CONSIGLI PER GLI ANZIANI 1 - Prima di aprire la porta ad uno sconosciu-to, anche se veste un’uniforme o dichiara di essere dipendente di azienda di pubblica utilità, verificate da quale servizio proviene e per quali motivi, chiedete un documen-to di identità e tesserino aziendale. Se non ricevete risposta soddisfacente, non aprite per nessun motivo e chiamate il 113.2 - Ricordate che nessun Ente o azienda di pubblica utilità manda personale a casa per il pagamento di bollette o per rimborsi.3 - Nessun Ente manda personale a casa per sostituire banconote false date errone-amente.4- Non fermatevi mai per strada per ascol-tare chi vi offre facili guadagni o chi vi chiede di poter controllare i vostri soldi o il vostro libretto di pensione, anche se la persona è distinta e gentile.5 - Quando facciamo operazioni di prelievo o di versamento in banca o in un ufficio postale, possibilmente fatevi accompagna-re, specialmente nei giorni in cui vengono pagate le pensioni o in quelli di scadenze generalizzate.6 - Se avete l’impressione di essere osser-vati, fermatevi all’interno della banca o dell’ufficio postale e parlatene con gli im-piegati o con il sevizio di vigilanza. Se que-sto dubbio vi assale per strada, entrate in un negozio o cercate una compagnia sicu-ra.7 - Durante il tragitto di andata e ritorno dalla banca o dall’ufficio postale, con i soldi in tasca, non fermatevi con sconosciuti e attenti a non distrarsi.8 - Ricordatevi che nessun cassiere di ban-ca o di ufficio postale ci insegue per strada per comunicare un errore nel conteggio del denaro appena consegnato.9 - Quando utilizzate il bancomat usate prudenza; se vi sentite osservati evitate di operare.

10 - Per qualunque problema o per qualsia-si dubbio non esitate a chiamare il 113, che sarà a vostra disposizione per aiutarvi!

CONSIGLI PER I FIGLI,NIPOTI E PARENTI STRETTI

1 - Non la-sciate soli i vostri anziani, anche se non abitate con loro fatevi sentire spes-

so e interessatevi ai loro problemi quoti-diani.2 - Ricordate loro di adottare tutte le caute-le necessarie nei contatti con gli sconosciu-ti. Se hanno il minimo dubbio, fate capire che è importante chiedere aiuto a voi, ad un vicino di casa oppure contattare il 113.3 - Ricordate che, anche se non ve lo chie-dono, hanno bisogno di voi.

CONSIGLI PER I VICINI DI CASA1 - Se nel vostro palazzo abitano anziani soli, scambiate ogni tanto quattro chiac-chiere con loro: la vostra cordialità li farà sentire meno soli.2 - Se alla loro porta bussano degli scono-sciuti, esortateli a contattarvi per non esse-re preoccupati: la vostra presenza li rende-rà più sicuri.3 - Segnalate al 113 ogni circostanza ano-mala o sospetta che coinvolga la routine degli anziani, vostri vicini di casa.

La Redazione (da Internet)

CONSIGLIOCCHIO ALLE TRUFFE

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Nel nostro archivio, in attesa di es-sere pubblicata, era rimasta questa accurata ricerca del nostro amico col-laboratore Chino Lessio… Ve la pro-poniamo ora.

La Valle del Chiampo è una valle prealpina fra le Piccole Dolomiti ed il parco naturale della Lessinia, che corre in direzione nord-sud in provincia di Vicenza, al confine con

la provincia di Verona. E’ per-corsa dal fiu-me omonimo che nasce dal monte Gramo-lon. Lunga una trentina di chi-

lometri, molto stretta e impervia nella sua parte alta, è scarsamente abitata pur essen-do caratterizzata da bellezze paesaggistiche e naturali. In questo terri-torio le princi-pali attività eco-nomiche sono costituite dalla concia delle pelli che ha cre-ato, nel dopoguerra, uno di più prosperosi distretti industriai nell’arzignanese; l’estra-zione e lavorazione di una varietà di marmo dalle sfumature rosee; l’industria meccanica;

l’allevamento ittico e l’agricoltura in genere. Il turismo non ha mai svol-to un ruolo molto importante e negli

ultimi anni ha conosciuto un calo, anche se un ruolo ancora importante svolge l’escur-sionismo sui versanti della valle delle Picco-le Dolomiti e dei Lessini. È però importante

e da segnalare il turismo religio-so a Chiampo nel santuario e nella Grotta di Lourdes del Beato Claudio, visitato da pellegrini da tutto il mondo.

Arzignano è la cittadina di mag-gior rilievo della Valle del Chiam-po, conta 25.713 abitanti e si tro-

va in prossimità dello sbocco della valle ad un’altitudine di 116 m. sul livello del mare. La leggenda vuole che Arzignano derivi dal termine latino “Arx Jani” (Tempio di Giano) la divinità romana. Si diceva anche che esistesse un tempio a lui dedicato sul-la collina ove ora si trova il fortilizio scaligero. Una simile ipotesi non trova però nessun riscontro. Un primitivo insediamen-to sorse, con tutta probabilità, presso l’anti-ca confluenza tra i torrenti Agno e Chiampo già nell’VIII° secolo a.C., quando la zona era popolata dalla “Euganea Gentes” un popo-lo insediatosi nella regione che va dal mar Adriatico alle Alpi Retiche e successivamen-te scacciati dai Veneti. Una popolazione che avrebbe massicciamente colonizzato le regio-ni dell’adriatico settentrionale diffondendo una cultura “palafitticola”. I reperti rinvenuti presso la frazione di Tezze, tra cui vasellame, iscrizioni lapidee e i resti di un acquedotto, testimoniano la presenza dei Romani già dall’età imperiale. In frazione San Bortolo, invece, sul greto del torrente Chiampo, re-sta ancora qualche traccia delle arcate di un ponte sempre di epoca romana. Per trovare i primi documenti che menzionano Arzignano è necessario giungere intorno all’anno 1000;

ALLA SCOPERTA DEL NOSTRO TERRITORIOLa VaLLe DeL ChIamPO – arzIgnanO e ChIamPO

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il territorio è governato dai Conti di Arzigna-no, un’antica famiglia discendente dal ramo dei Maltraversi imparentati con i Conti di Vicenza. Dal 1336 il territorio passò sotto il governo della famiglia Della Scala di Verona sino al 1377 quando il dominio passò alla famiglia Visconti di Milano che sconfissero i Della Scala e si impadronirono delle vallate dell’Alpone, del Chiampo e dell’Agno. Già nel 1404 Arzignano passa sotto il governo della Serenissima Repubblica di Venezia. Nel 1400 il nostro comune è uno dei più fiorenti della zona grazie alla ricchezza dei corsi d’acqua. Si sviluppano in particolare la lavorazione

della lana e la concia del pellame oltre all’allevamen-to del baco da seta. Due gra-vi pestilenze

affliggono il territorio nel 1400 e nel 1600 decimando la popolazione. Dal XVIII° secolo sorgono ville e palazzi a testimoniare la ric-chezza di questa terra. Nel 1797 Napoleone strappa il Veneto alla Serenissima e fonda la Repubblica Veneta. Dopo la caduta di Na-poleone il congresso di Vienna assegna il Veneto e di conseguenza anche Arzignano, all’Austria facendola diventare suddita degli Asburgo sino al 1866 quando, con un ple-biscito, viene votata all’unanimità l’ammis-sione al Regno D’Italia. La storia più recente registra una forte crescita delle attività indu-striali e vede gli Arzignanesi partecipare con valore ai due grandi eventi bellici dell’ultimo secolo.

Chiampo è un comune della zona media-na dell’omonima valle e attualmnte conta 12.799 abitanti. Il territorio può essere sud-diviso in due precise aree: - la zona monta-na, a contatto con il sistema dei Lessini, che è scarsamente po-polata e sfruttata dall’uomo e il fon-dovalle, molto più popolato e ricco di attività agrico-

le, industriali ed economiche, in particolar modo nella parte più meridionale. L’origine del nucleo insediativo di Chiampo, si perde nel tempo. Il nome del paese ricorda filolo-gicamente “Campus” cioè pianura o campo coltivato. Esistono attestazioni di origine ro-mana incise sul noto marmo di Chiampo. Di origine romana è una parte cospicua di to-ponomastica, quale “Lovara” sede di un ex cava. La più antica attestazione di presenza Longobarda a Chiampo, si trova in un docu-mento del 15 febbraio 1020. In esso, si parla di un certo “Ammulbertus” che lasciò delle terre. Altro documento è del 1091 per una donazione fatta da Enrico IV a favore del monastero SS. Felice e Fortunato di Vicenza. Merita menzione a partire dal XII secolo, l’ar-rivo dei cimbri in Valchiampo, gruppi di co-loni scesi spontaneamente o chiamati dalla Germania per dissodare le terre e disbosca-re le guizze (terreni boscosi di faggi). Si arriva all’epoca dei comuni, in cui Chiampo si trovò sotto la tutela dei Veronesi e dei Padovani. Era l’epoca dei castelli e anche a Chiampo era presente un maniero nel colle della Vi-gnaga del quale oggi non c’è più traccia. Nel 1404 Chiampo fu inclusa nella Repubblica Veneta. Al tempo della Serenissima, ebbe la sua vicinia generale con elezione del de-cano, del sindaco, dell’esattore e di vari altri impiegati per regolare la vita economica e finanziaria e fu stabilita la sede comunale in contrà del Pozzo con una loggia per le riu-nioni del Consiglio. Il 22 maggio 1797 l’abdi-cazione dell’ultimo Doge di Venezia segnò la fine della Repubblica Veneta. Nel 1798 però

la Francia cedette i territori veneti, in cambio della Lom-bardia, all’Austria, che governò per 8 anni, contras-

segnati da una grave crisi economica. Nel 1806 Napoleone aggregò il Veneto al nuovo Regno d’Italia fino al 1813 quando, sconfitto Napoleone a Lip-

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sia, il Vicentino tornò agli austriaci e venne incluso nel regno Lom-bardo Veneto. A se-guito dell’annessione all’Italia le condizioni economiche e sociali migliorarono, con lo sviluppo dell’industria del marmo, della lana e della seta. Nel 1903 arrivò la ferrovia e dopo la seconda guerra mondiale iniziò la

grande crescita industriale con l’affermarsi dell’attività conciaria. Chiampo diede i natali al poeta Giacomo Zanella.

Chino Lessio

PUNTI D’INCONTROP. I. ARZIGNANO

Martedì 14.00-16.00presso Parrocchia Ognissanti - Mattarello

responsabileCAMPAGNOLO STEFANIA

Tel. 338 1347283

P. I. BASSANO DEL GRAPPAMartedì/Giovedì/Sabato 9.00-11.00

Vicolo J. Da Ponte, 40Fiduciario

COSTA SAVERIOTel. 0424 31378 - 347 2739540

responsabileBIZZOTTO RENATO

Tel. 0424 34967Segretario

MERCANTE DAVIDETel. 0424 77930

P. I. SCHIOMercoledì 9.00-11.00

presso Chiesa SS. Trinità - Via Vignaresponsabile

DE FRANCESCHI REMOTel. 0445 529574 - 338 6756348

P. I. VALDAGNOVenerdì 9.00-11.00

Via L. Marzotto, 7 - Maglio di sopraresponsabile

MARTINI LEONARDOTel. 0445 411809 - 349 3247634

P. I. VICENZAMartedì 9.00-11.00

Via G. Medici, 91responsabile

CANDERLE LUIGITel. 0445 650813 - 348 3234882

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LETTUREIL “RUMORE DEL SILENZIO” Un titolo che sem-bra un controsen-so, sono d’accor-do con voi, ma quando il silenzio è tanto diventa

assordante, riempie l’aria ed il cuore. Qual-cuno l’aveva chiamato il “suono del silenzio” (Simon & Garfunkel: The sound of silence, un a nota canzone degli anni ’70), ma a me piace chiamarlo rumore, un rumore che dà pace, che richiama la musica, che mi mette in contatto con la parte più intima e nascosta di me. Nel deserto l’esperienza del silenzio è unica ed irripetibile! Tutto è silenzio, il cielo, la sab-bia, le dune, nulla se non la presenza umana fa rumore (a volte anche fuori luogo), sem-bra di fluttuare tra la sabbia, mentre il sole tramonta tra le dune. E’ un mondo irreale e fantastico!Ma non occorre andare tanto lontano, ba-sta saperlo ascoltare, il silenzio. Lungo le sponde del Brenta è il suono del fiume, del vento, delle foglie che si muovono. Cammi-nando, ed ascoltando si sente che il silenzio è un insieme di suoni, che forse non siamo più abituati ad ascoltare. Il silenzio è musica, è pausa, è un battito d’ali spaventato, è il canto d’amore di un uccello, è il rumore del ruscello, della fontana, dell’acqua in generale! Il “suono” dell’acqua può ricordare un “prestissimo” oppure un “allegro con brio”, o ancora un “adagio”. l silenzio e il gorgoglio delle fonta-ne de “sti ani” ricordano il lento ed inesora-bile trascorrere del tempo.Nelle giornate d’inverno quando nevica il si-lenzio è il rumore infinitesimo del fiocco di neve, il rumore ovattato dei passi sulla coltre

bianca; è un silenzio che allontana i rumori, come se la neve attutisse, nascondesse le

brutture del mondo, la-sciando tutto immacolato!E se vi capi-tasse di cam-minare da

soli, nel bosco all’alba, quando il cielo non è ancora rischiarato dai raggi del sole ed il bosco si sta svegliando, dai rami degli alberi potreste sentire, le gocce dell’ultima pioggia cadere sui fiori, e sui cespugli del sottobo-sco; sentireste il rumore cadenzato dei vostri passi. Poi, piano, come fa la natura, potreste assistere al risveglio della natura: il fruscio di un merlo nel cespuglio, il ru-more degli zoc-coli di un ungu-lato nel bosco, i primi uccellini in cerca di cibo. In montagna, salendo di quota, il silenzio sem-bra padrone di casa, accompagna il passo lento di chi sale, ne culla i pensieri. Quando, lentamente, le Stelle Alpine schiudono i loro petali “pelosi” ed il sole li bacia con il suo calore, solo il silenzio è testimone di questa bellezza e gli fa compagnia un leggero ven-

to che muove appena l’erba intorno. Le core del-le nuvole nel silenzio di un cielo estivo, il

calore del sole, l’avvicinarsi di un tempora-le, le prime gocce di pioggia, l’arcobaleno…silenzio, suoni, rumori, colori e frammenti di un infinito che riempiono gli occhi, le orec-chie…il cuore!

Claudia Giacon

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LETTUREMERAVIGLIOSO PROGRESSO, NOSTALGICO REVIVAL

QUANDO NON ESISTEVANO TELEFONI, FAX, SMS, INTERNET E L’UNICO MODO DI COMUNICARE ERA LA LETTERA

Il messaggio, l’episto-la, la missiva, la let-tera, la cartolina po-stale, il telegramma, i vaglia, gli annunci di nascita e di morte e le cartoline illustrate hanno accompagnato le tappe della vita di ognuno di noi adulti,

per non dire anziani.Ricordo con tanta tenerezza e nostalgia la prima letterina di Natale che, già dalla I° ele-mentare, mettevo sotto il piatto della mine-stra dei miei genitori,che fingevano sorpresa nel vederla. Quante promesse costellate da errori di ortografia ed sbavature di inchio-stro, su quei fogli che facevano inumidire gli occhi della mamma!Più avanti, invece, ricordo le lettere di au-guri e di ringraziamento ai nonni per la loro premura e generosità o le lettere di scam-bio di notizie con amici conosciuti durante le vacanze. Ci furono anche le lettere spedite dal collegio, in cui si evitava di raccontare alla famiglia la solitudine e la tristezza per la lontananza da casa. E cartoline di saluti e di auguri anche per il compleanno e l’onoma-stico.E perché tralasciarle? Le lettere d’amore scambiate con i primi spasimanti che poi, in caso di rottura di fidanzamento, si restituiva-no al mittente, per non avere assolutamente più ricordi reciproci. Come se fosse possibi-le!Le lettere che i soldati scrivevano a casa o alla morosa sia dalla caserma, in cui faceva-no la “ naja “, che dal fronte o dai campi di prigionia, infondevano gioia o timore a chi le riceveva e venivano lette e rilette, accarez-

zate e posate sul cuore come se, così facen-do, si avvertisse anche la presenza tangibile dello scrivente.Il postino era sempre atteso con gioia e pau-ra insieme, perché le sue apparizioni aveva-no sempre molti significati. La sua non era una persona anonima e distaccata:egli conosceva tutti ed era conosciuto da tut-ti; intuiva già prima di consegnare le missive se le notizie erano buone o cattive e parte-cipava alle varie situazioni, a volte anche en-trando nelle case per brindare o per porgere le condoglianze.Ricordo che, durante le feste natalizie, si usava preparare una busta con dei soldi, la “mancia”, da consegnare al postino per rin-graziarlo della sua disponibilità.

Poi, con l’arrivo del pro-gresso, dei servizi mo-torizzati e meccanizzati, per non parlare di FAX, di SMS, di INTERNET, MAIL, questo contatto a poco a poco è andato scompa-

rendo. E per fortuna! Sono variazioni che, al cento per cento,valorizzano, impreziosi-scono, regolano il ritmo della comunicazio-ne e si adeguano al velocissimo scorrere della vita: ecco infatti il meraviglioso pro-gresso, ma noi, gente di una volta, abbiamo un bagaglio di ricordi legati alla semplice co-municazione assolutamente irripetibili. Rammento infatti che, molti anni fa, quan-do arrivò la lettera per la chiamata al servi-zio di leva di uno dei miei figli , il postino, dopo averla consegnata, non se ne andò. Mi guardò in volto e, sorridendo, mi disse: “Non piangerà anche lei, signora! Creda , a noi uo-mini, la vita militare fa bene!”Io, comunque, piansi.

Annamaria Marcadella

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CUCINALE RICETTE PREFERITE DA PAPA FRANCESCO

PAELLA - Sbol-lentare 150 gr. di piselli per 5 minuti, fate arrostire 2 peperoni sulla griglia, spella-teli, tagliateli a listarelle e metteteli da parte. In una grossa pen-

tola wok fate appassire una cipolla tritata in olio extra vergine d’ oliva. Aggiungete 2 salsicce sbriciolate, 100 gr di lonza di ma-iale a pezzetti e un cucchiaino di paprika. Fate cuocere per 5 minuti sfumando le car-ni con mezzo bicchiere di vino. Aggiungete i piselli e i peperoni, mescolate, regolate di sale e terminate la cottura. Intanto pulite e tagliate ad anelli 300 gr. di calamari e sgu-sciate 300 gr. di. gamberi. In una padella a parte soffriggete uno spicchio d’aglio e per un paio di minuti fate cuocere il pesce. Versate nel wok 300 gr, di riso e fatelo to-stare, poi versate a mestoli del brodo di dado in cui avete sciolto una bustina di zaf-ferano. Pulite 300 gr di cozze, fatele saltare in padella finchè non si aprono le valve. Aggiungetele al riso, quando sarà cotto, in-sieme ai gamberi e ai calamari.

C A L A M A R I RIPIENI - Fate sbollentare 12 calamari già puliti per 10 minuti con un pizzico di sale e un cucchiaio di limone. Rac-

cogliete 100 gr. di mollica di pane in una ciotola, aggiungete un uovo e regolate di sale e pepe. Tritate un ciuffo di prezzemolo (lasciatene da parte un cucchiaio) e i ten-tacoli e aggiungeteli al composto di pane e uovo. Sciacquate i calamari, asciugateli e riempiteli per metà col ripieno. Sigilla-te ambedue le parti con uno stecchino di legno. Mettete i calamari ripieni in una casseruola con 3 cucchiai di olio di oliva e uno spicchio d’aglio. Sfumate con mez-zo bicchiere di vino bianco, aggiungete un cucchiaio di prezzemolo e continuate la cottura per altri 20 minuti.

DULCE DE LECHE Per prepara-re questo tipico dolce argentino (il nome significa “dolce di latte”), mettete sul fuo-

co un pentolini antiaderente,versateci un litro di latte fresco intero e unite 300 gr di zucchero. Rimestate con un cucchiaio di legno, quindi unite mezzo cucchiaino di bi-carbonato, rimestate ancora e aggiungete mezza bacca di vaniglia. Mescolate anco-ra e lasciate andare a fuoco medio fino a quando il latte avrà raggiunto il bollore, quindi continuate a mescolare fino a quan-do la crema non si sarà scurita. Lasciate cuocere il dulce de leche a fuoco medio fino a ottenere una consistenza vischiosa. Più lo lascerete cuocere più il dulce risulte-rà duro. Una volta pronto mettetelo in una ciotolina e servitelo per accompagnare il gelato o una semplice torta.Maria Elena Bergoglio, sorella di Papa Francesco, vive in Argentina.

(Ricerca di Redazione)

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