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Incontro Paolo Mieli e Antonio Campo Dall'Orto DAL NOSTRO INVIATO SPOLETO I direttori dei tg Rai per ora non cambieranno. A dirlo è Antonio Campo Dall'Orto, numero uno di Viale Mazzini, spiegando che «ci vorrà ancora un po' di Q Ospite di Mieli Campo Dall'Orto: nessun cambio nei tg Rai tempo. Non sono all'ordine del giorno cambi e certo non avverranno domani». Il direttore generale della Rai, ospite a Spoleto agli Incontri di Paolo Mieli, si presta per una chiacchierata sul bilancio dei suoi primi undici mesi al vertice della tv pubblica. «Una macchina complessa con i suoi pregi e i suoi limiti», tra i primi, dice Campo Dall'Orto, «lo straordinario spirito di corpo aziendale», nel secondo caso «il ritardo sul fronte dello sviluppo digitale». Tra le novità in cantiere, una nuova fiction tratta dal bestseller II nome della Rosa di Umberto Eco. «Ancora non sappiano se saranno sei o otto puntate, stiamo valutando la parte di scrittura. Regista e attori restano da scegliere». Nell'elenco dei programmi che Campo Dall'Orto ritiene abbiano contrassegnato la sua prima stagione in Rai segnala «Rischiatutto» di Fabio Fazio, ma poi sottolineando l'importanza di scommettere sulle risorse inteme rivendica la scelta delle 4 puntate di «Sono innocente» condotte da Alberto Matano. Nel nuovo palinsesto Rai precisa che il ritorno di Gad Lerner, Pleather Parisi e Michele Santoro non va interpretato in «chiave nostalgica». Due, infine, i versanti su cui vorrebbe lasciare il segno: rilanciare la capacità creativa in casa Rai, e individuare nuovi percorsi per fare tv. Andrea Ducei © RIPRODUZIONE RISERVATA MEDIA

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Incontro Paolo Mieli e Antonio Campo Dall'Orto

DAL NOSTRO INVIATO

SPOLETO I direttori dei tg Rai per ora non cambieranno. A dirlo è Antonio Campo Dall'Orto, numero uno di Viale Mazzini, spiegando che «ci vorrà ancora un po' di

Q Ospite di Mieli

Campo Dall'Orto: nessun cambio nei tg Rai

tempo. Non sono all'ordine del giorno cambi e certo non avverranno domani». Il direttore generale della Rai, ospite a Spoleto agli Incontri di Paolo Mieli, si presta per una chiacchierata sul bilancio dei suoi primi undici mesi al vertice della tv pubblica. «Una macchina complessa con i suoi pregi e i suoi limiti», tra i primi, dice Campo Dall'Orto, «lo straordinario spirito di corpo aziendale», nel secondo caso «il ritardo sul

fronte dello sviluppo digitale». Tra le novità in

cantiere, una nuova fiction tratta dal bestseller II nome della Rosa di Umberto Eco. «Ancora non sappiano se saranno sei o otto puntate, stiamo valutando la parte di scrittura. Regista e attori restano da scegliere». Nell'elenco dei programmi che Campo Dall'Orto ritiene abbiano contrassegnato la sua prima stagione in Rai segnala «Rischiatutto» di Fabio Fazio, ma poi sottolineando l'importanza

di scommettere sulle risorse inteme rivendica la scelta delle 4 puntate di «Sono innocente» condotte da Alberto Matano. Nel nuovo palinsesto Rai precisa che il ritorno di Gad Lerner, Pleather Parisi e Michele Santoro non va interpretato in «chiave nostalgica». Due, infine, i versanti su cui vorrebbe lasciare il segno: rilanciare la capacità creativa in casa Rai, e individuare nuovi percorsi per fare tv.

Andrea Ducei © RIPRODUZIONE RISERVATA

MEDIA

Corriere del In Sera Sabato 9 Luglio 2016 SPETTACOLI 45

L'intervista

LONDRA D settimo album dei Blink-itì2, «California», arriva dopo g anni di silenzio e una rivoluzione interna che Lia portato alla perdita di ìbm De Longe e l'arrivo di Matt Skiba (Voce e chitarra). Per il gruppo è una fase positiva, il disco è plachilo ai crìtici e U pubblico è corso a comprare i bìglie ili per la tournée negli Usa, tanto che l'idea è adesso di aggiun­gere tappe europee la prossi­ma eslate. Mark Hoppus e Mail — il ballerisla Travls Barker è rimasto negli Usa, dall'incidente aereo del 2008 preferisce non volare — sono di buon umore. Il segreto della loro longevilà? «Lavorare sodo e rispettare la creatività dei compagni».

Siete insieme da 20 anni. Come si fa?

«Se dovessimo un consiglio a una giovane band sarebbe la­vorate duro e scrivete le canzo­ni che volete scrivere. Per noi ha funzionato. Quando abbia­mo provalo a l'are quello che ci sembrava la genie e l'Industria volessero è andata male. L'onestà paga, soprattutto nel­la musica. Quella che arriva dal cuore resiste, quella che è for­zala no».

Eppure il modo in cui la gente ascolta la musica è cambiato radicalmente.

«Una volta passavamo tanto lempo a organizzare l'ordine delle canzoni, calcolando an­che che la gente avrebbe davo-

«In musica paga l'onestà Resiste solo quella del cuore» Blink-182: la canzone è come un soufflé, è facile rovinare tutto

I Inani dui nastro ultimo album Caiijorniu sorto I itili mollo diversi tra loro perché lare LUI disco omogeneo non ci interessava

to girare il nastro o il disco. Per noi l'album è un'esperienza in sé. dall'inizio alla fine, mentre adesso la genie può ascollare una canzone sola, scaricare da Internet. L'unica soluzione è impegnarsi al massimo. Una volta per un album potevi seri vere Lre canzoni belle e il reslo così così, oggi non basta più».

Questo ha influito su come scrivete?

«No. L'unica cosa che è cambiala per noi è che non dobbiamo piii pensare a dove verrà girato l'album».

Le canzoni di «California» sono molto diverse tra loro, era l'intenzione spaziare tra generi contrastanti?

«Fare LUI album omogeneo non ci interessava. Per "Cali­fornia" avevamo 30 canzoni. Originariamente volevamo in­serirne 10 perché è cambiala

l'attenzione del pubblico, ma ci siamo lenuli larghi. Le allre le teniamo per un'altra volta».

«Bored lo Dealh», il singo­lo, èstato scritto in poche ore. È anomalo per voi?

«Generalmente le canzoni migliori sono quelle che si scrivono da sole, quelle dove sei Iti a doverli togliere di mez­zo per permettere loro di emergere. Le nostre canzoni più belle sono nate così. Devo dire che in questo John Feld-mann (il produllore) è sialo fondamentale. Non ci ha per­messo dì pensare troppo e di complicare eccessivamente brani, parole e idee. Una can­zone è come un souiflé. È faci­le rovinare tutto».

Cos'è dello stile di vita cali­forniano che ha ispiralo l'al­bum?

«Per me (Mail) la California

I Sigiti Rós accendono IT-Days Festival Questa sera tocca ai Sigur Rós e agli Stereophonics: sono loro i groppi più. attesi delTI-Days Festival che è iniziato ieri e si conclude domani al Parco di Monza. Sessanta ore di musica dal vivo ripartìte su quattro palchi dove oltre a nomi noli passano ariisli e band a caccia di un fui uro. Quesla sera il palcoscenico è nei suoni del post-rock islandese dei Sigur Rós e nelle chitarre del rock gallese degli Stereophonics. Domani per la chiusura della rassegna il aiolo di lieadliner tocca al britpop dei Suede (ma ci saranno anche Biffy Clyro e Joao Thiele). La XD edizione delTI-Days Festival è in collaborazione con il Brianza Rock Festival.

è la terra dei sogni e degli in­cubi. Quando eravamo piccoli mia sorella ed io potevamo scegliere dove andare in va­canza. Per me la meta era sem­pre Los Angeles. La musica, Vertice Beach, gli spettacoli; come si fa a non apprezzare? Per uno che come me è nalo e cresciuto a Chicago il sole, il caldo, il surfing sono spettaco­lari. Eppure Los Angeles è una città piena di contrasti, con la povertà, la sporcizia, la droga e dall'altra parie la ricchezza as­soluta, la fama e ancora la bel­lezza del territorio».

State per intraprendere un tour che tocca 55 città. Come vi preparale?

«E difficile stare lontani dal­le famiglie per così tanto tem­po, ma non possiamo assolu­tamente lamentare. È un bel lavoro, li contatto con j fan è prezioso. C'è gente che ha co­minciato a seguirci da ragazzo che adesso viene con i figli».

Voi che musica ascoltate? «A me (Mark) piace mollo

sendre le band di oggi: Sava-ges, Milk Teeth. Dopo 50 anni di rode e pop credi di aver sen­tito tutto, ma non è cosi. C'è ancora qualcosa da dire».

Come vi mantenete freschi creativamente?

«Per me (Mark) la cosa più importante è rimanere aperto al contributo dei mei compa­gni».

Paola De Carolis

Trio IBIink-182 nella loro Formazione attuale: da sinistra, Mari Skiba, Mark Hoppus e Trauis Barker

Chi sono

• IBIink-182 si sono formati nel 1992 a Poway, città a nord di San Diego, in California. Insieme a Green Day e The OfFspring sono stari il simbolo del punk melodico anni Novanta. Il 1999 Fu l'anno dUEnema

of the State»: l'album ha venduto oltre 15 milioni di copie

• «California» è il settimo disco della band: arriva dopo 5 anni di silenzio e una rivoluzione interna che ha portato all'addio di Tom De Longe

Q Ospite di Mieli

Campo Dall'Orto: nessun cambio nei tg Rai DAL NOSTRO INVIATO

SPOLETO T direttori dei tg Rai per ora non cambieranno. A dirlo è Antonio Campo Dall'Orto, numero uno di Viale Mazzini, spiegando che «ci vorrà ancora un po' di tempo. Non sono all'ordine del giorno cambi e certo non avverranno domani». Il direttore generale della Rai, ospite a Spoleto agli Incontri di Paolo Mieli, si presta per una chiacchierata sul bilancio dei suoi primi undici mesi al vertice della tv pubblica. «Una macchina complessa coni suoi pregi e i suoi limiti», tra i primi, dice Campo Dall'Orto, «lo straordinario spirito di corpo aziendale», nel secondo caso «Il ritardo sul fronte dello sviluppo digitale». Trale novità in

Incontro Paolo Mieli e Antonio Campo Dall'Orto

cantiere, ima nuova fiction tratta dal bestseller Jl nome della Rosa di Umberto Eco. «Ancora non sappiano se saranno sei o otto puntate, stiamo valutando la parte di scrittura. Regista e attori restano da scegliere». Nell'elenco dei programmi che Campo Dall'Orto ritiene abbiano contrassegnato la sua prima stagione in Rai segnala «Risehìatutto» di Fabio Fazio, ma poi sottolineando l'importanza di scommettere sulle risorse interne rivendica la scelta delle 4 puntate di «Sono innocente» condotte da Alberto Marano. Nel nuovo palinsesto Rai precisa che 11 ritorno di Gad Lcrncr, IlcaUicr Parisi e Michele Santoro non va interpretato in «chiave nostalgica». Due, infine, i versanti su cui vorrebbe lasciare il segno: rilanciare la capacità creativa in casa Rai, e individuare nuovi percorsi per fare tv.

Andrea Ducei

H ricordo alla Milanesiana

Mogol: Bowie si vendicò per la mia cover di «Space Oddity»

• Giulio Rapettl, classe 1936, scelse il nome Mogol per firmare i testi di cantanti come Lucio Battisti. Mina. Riccardo Cocciante

T a mia mente ha preso il *> J_J volo.../ Un pensiero uno solo..../ lo cammino mentre dorme la cillà...». La musica, avranno indovinato gli esperti cU canzone ilaliana vinlage, è quella di-mala David Bovvle di Spiicc Oddity. Le parole, com­preso il ritornello — <J3immi ragazzo solo dove vai/ Perché tanto dolore?/ Hai perdulo senza dubbio un grande amo­re/ Ma di amori è tutta piena la città» — sono invece di Mo­gol, che nel 1970 scrisse il testo della cover italiana della hit del Duca Bianco, In llloland ola Ragazzo solo, ragazza sola.

Ne racconta la storia stasera all'università milanese lulm.

nella serata che il festival La Milanesiana. ideato e diretto da Elisabetta Sgarbi, dedica a David Bowie — con (Sufico Ghezzi, Morgan e il suo ex compagno dei Bluverligo An­dy, Gianni Canova, Piergiorgio Ódifreddi, Giovanni Veronesi e Aldo Nove — ira dibattiti e proiezioni.

Dove si scopre perché, ad esempio, 11 LesLo di Ragazzo solo, che parla di due giovani senza amore — e che fu lo stesso Bowie a cantare, dopo qualche lezione di accento ita­liano impartitagli dal produl-tore discografico Claudio Fabi — c'entri con il brano origina­le come ì cavoli a merenda.

Icona A David Bowie è dedicato l'incontro di stasera alla Milanesiana

«È semplice, io scrivo perlo­più di cose che conosco, che sento», spiega MogoL «Questa canzone era...ricordo male? Una serie di istruzioni a un aslronaula? Non credo che

avrebbe avuto il successo che ha avuto se l'avessi tradotta per filo e per segno. E invece Ber­nardo Bertolucci l'ha pure infi­lata nella colonna sonora del suolo e le».

D'altronde gli anni Sessanta e Settanta sono costellati di cover italiane «infedeli» di brani cult. Spesso firmate pro­prio da MogoL «Feci lo slesso con i Procol Harum, A Whiter Shadc of Pale che nel 1967 tra­sformai in Senza Luce per i Dik Uik. Ne ho tradotte tante di Bob Dylan, e una volta, credo nel '66, mi invilo a Londra per conoscermi. Stavo lavorando a una cover che non gli piaceva. Credo fosse iìallad of a ihin

Man. La strappò. Le allre me le approvava con telegrammi".

E se nei siti web di appassio­nali del Duca Bianco circola 11 dubbio che Bowie non sapesse che la traduzione ilaliana di Space Oddily parlava dì l un'al­tro rispetto all'originale. Mo­gol sdrammatizza. «Mah. Qualcuno gllel'avrà spiegata, no? Mica cantava alla cieca. Poi comunque si è vendicalo, di­ciamo. Nel 1974 ha scritto una cover della minio vorrei... non correi... ma se vuoi che parla­va di cocaina e prostitute. Una canzone così delicata. Slamo pari, no?».

Irene Soave

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